Poste Italiane S.p.A. - Spedizione A.P. D.L. 24/12/2003, n. 353, conv. in L. 27/02/2004 n. 46 - Cagliari
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Carbonia Anno XXIV numero 628 del 9 Maggio 2013 Euro 1,00
SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DELLA PROVINCIA SULCIS-IGLESIENTE
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DIFFICILE TRATTATIVA ALCOA-KLESCH
Portovesme - Alcoa
M
algrado rassicuranti
voci sull’evolversi positivo della trattativa
Alcoa-Klesch, la realtà è ben
lontana dall’auspicio generale
che potrebbe ridare speranza
occupativa a diverse centinaia
di lavoratori, molti dei quali,
comunque, dovranno rassegnarsi a dovervi rinunciare per
via dei tagli che Klesch ha già
lasciato intendere di voler mettere in atto. Diversi sono i motivi che inducono a ritenere la
trattativa ben lontana dalla positiva conclusione. Al momento
l’unica cosa certa è che Gary
Klesch finora si è dimostrato
assai scaltro nel suo mestiere,
qualcuno l’ha definito “uno
squalo della finanza”, se il
mondo industriale e quello politico lo corteggiano e fanno la
fila per affidargli unità sull’orlo
della chiusura.
Alcoa, pur di cedere l’impianto
di Portovesme, si sarebbe mostrata propensa a sborsare a
Klesch qualche decina di milioni di euro rateizzati nel tempo.
Klesch sulla rateizzazione non
intende accettare: soldi subito e
tutti, oppure non si fa niente. A
questo aspetto si dovrebbe aggiungere l’incentivazione governativa, la garanzia sui costi
ridotti della corrente, l’adeguamento strutturale del porto di
Portovesme per l’approdo delle
navi di alto tonnellaggio. Secondo alcune indiscrezioni i
soldi che Klesch pretenderebbe
da Alcoa non servirebbero per
alcun intervento sugli impianti,
ma solo per la riaccensione delle celle. Tutto questo senza conoscere il piano industriale e il
numero degli addetti da richiamare al lavoro (è certo che almeno cento unità verranno tagliate dall’organico).
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ORIANA PUTZOLU ELETTA
SEGRETARIA CISL SARDA
Dopo quasi tre lustri, Mario Medde
ha passato il testimone della Segreteria regionale Cisl
Sardegna a Oriana
Putzolu nel corso
dell’XI Congresso
plenario che il movimento sindacale cislino ha celebrato in
quel di Quartu alla Oriana Putzolu
presenza del Segretario nazionale Raffaele Bonanni. L’elezione è avvenuta all’unanimità dei 240 delegati che per due giorni hanno dibattuto i temi
più attuale dell’Isola.
GROTTA “LE LUMACHE” BUGGERRU
INTERVENTO DELLA PROVINCIA
Le Lumache
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25 ANNI DI RECUPERI A “EMMAUS”
GRAZIE CECILE KYENGE
Massimo Carta
Cecile Keyhge - Ministro Italiano
Grazie per averci aperto gli occhi e di averci dato lezione di
civiltà. Con Te Ministro della Repubblica italiana abbiamo
capito che esistono ancora sacche di antistorico e meschino
razzismo, i cui proseliti pensano che la civiltà dipenda dal
colore della pelle. Invece Tu, Cecile, mio Ministro, hai portato alla luce che esistono Italiani con la pelle nera, e che sono
Italiani più di quanto taluno sia portato a credere, perché limitato dalla propria ignoranza. Semmai avrai uno stimolo in
più per dimostrare, soprattutto a costoro, che il colore della
pelle è solo un’esteriorità e quel che conta è quanto c’è dentro la testa e nel cuore di ogni persona.
Su di Te è stata cucita la responsabilità di un Ministero (Integrazione) che senza dubbio saprai onorare, come fai da tempo nella tua professione di medico, ma soprattutto di moglie
e di madre. Quanto hai pronunciato in altre circostanze, ripetilo a voce alta: “Un giorno, senza di noi, l’Italia (ma non
solo) si fermerà”.
Il Tuo impegno socio-politico è partito da cittadina italiana
con la candidatura nelle liste del Pd, dove hai ricoperto l’incarico di responsabile regionale per le politiche dell’immigrazione. Il Presidente Enrico Letta ha voluto darTi merito
di tale impegno che adesso avrai modo di allargare sia per
favorire l’integrazione di tanti immigrati, e sia per far capire
a quelli dalla pelle bianca, ma con poca materia grigia in testa (compresi, purtroppo, certi sacerdoti), che ormai il mondo non potrà più fare a meno di multirazzialità e di integrazione.
Come Tuo solito, abbassa la testa e “non ti curar” di coloro
che hanno dato dimostrazione di limitato comprendonio, ma
soprattutto sono stati colpiti da allergia pruriginosa per il
tuo colore della pelle.
Ricorda, come ha scritto un nostro conterraneo scrittore
(Antropologo Giulio Angioni) in “Una ignota compagnia”,
nel quale si parla proprio di un compagno dalla pelle nera,
che il colore delle pelle si nota solo di giorno, perché la notte
rende tutte le persone uguali. L’ignorante, però, resta sempre
tale: sia di giorno che di notte. Auguri e buon lavoro, Ministro Cecile.
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Regione
numero 628 del 9 Maggio 2013
CORAGGIOSE SCELTE PER IL FUTURO DELLA SARDEGNA
IL MONITO DELLA PRESIDENTE CLAUDIA LOMBARDO
Claudia Lombardo
“Le nostre scelte future siano
guidate dalla necessità di porre
la Sardegna e i sardi nelle condizioni di guardare al futuro
con animo sereno. Ciò sarà
possibile solo se avremo il coraggio e la capacità di fare
scelte avveniristiche che superino tutti gli steccati politici,
ideologici e partitici, per garantire una governabilità forte ad
una guida autorevole di un governo “sardo dei sardi”. Un governo che nasca da un comune
sentimento patriottico sardo, in
grado di assumere decisioni di
alta valenza strategica per il
progresso dell’Isola”. Sono le
parole della Presidente del
Consiglio regionale, Claudia
Lombardo, formulate nell’intervento di apertura dell’Assemblea regionale convocata in
seduta congiunta con il Consiglio delle Autonomie locali. La
Presidente Lombardo ha rivolto un importante appello alle
forze politiche e ai rappresentanti delle istituzioni locali affinché si possano costruire ampie maggioranze sui temi cardine del futuro del popolo sardo.
“Perché sia chiaro – puntualizza la Presidente - che non è
sufficiente che ciascuna delle
parti politiche sarde si presenti
con un proprio programma,
non è più sufficiente richiamare la necessità di tagliare i costi
della politica che, peraltro, se si
vogliono garantire livelli minimi di rappresentanza democratica e accesso alla politica, oltre un certo limite non è possibile spingersi. È indispensabile, invece, un programma voluto, pensato e attuato dai sardi
per la Sardegna”. La Presidente
Lombardo ha sottolineato co-
me non sia più possibile vivere
nell’attesa di insperati aiuti
esterni, ma sia venuto il tempo
di vincere la maledizione storica che vuole i sardi “pocos, locos y mal unidos”.
“Non voglio vagheggiare utopie – prosegue l’onorevole
Claudia Lombardo – ma dico
più semplicemente che l’ora è
grave ed è giunto il momento
che i futuri eletti del Consiglio
Regionale formino un unicum
proteso al bene della Sardegna,
lavorando per tutta la legislatura a sostenere un governo di
ampia rappresentanza di tutte
le istanze sociali che racchiuda
cioè le variegate componenti,
politiche, culturali e sociali in
uno sforzo comune per uscire
dalla fase drammatica di emergenza della recessione e gettare
le basi per il futuro”. Il futuro
della Sardegna è nelle mani
delle forze politiche e in particolare del Consiglio regionale,
ribadisce la Presidente che ricorda come sia indispensabile,
approvata la Finanziaria, ripartire dalle regole, modificando con legge statutaria le norme per la forma di governo
della Sardegna e per l’elezione
del Consiglio regionale e del
Presidente della Regione. “Sarebbe un errore tragico – avverte la Presidente Lombardo non provvedere a questa riforma con la necessaria sollecitudine nel poco tempo rimasto a
disposizione”.
Il monito della Presidente ricorda come il clima di massima incertezza e scollamento
che ha vissuto il Paese, per
l’assenza di un governo per oltre 60 giorni dallo svolgimento
delle elezioni, deve indurre tut-
Direttore Responsabile: MASSIMO CARTA
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Hanno collaborato a questo numero:
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Foto e articoli inviati al giornale, anche via e-mail, sono da intendersi a titolo gratuito.
La Direzione ne diviene proprietaria e si riserva la facoltà di pubblicarli.
ti ad una attenta riflessione sulle ripercussioni gravissime che
una simile evenienza si possa
ripetere nell’Isola all’indomani
delle elezioni regionali ormai
prossime. “Il rischio è concreto», rimarca la Presidente che
prosegue: «Infatti se non procederemo per tempo all’approvazione di una legge elettorale
che, alla luce dei precetti introdotti dalla modifica dell’articolo 16 dello Statuto, superi le lacune, le insufficienze e le contraddizioni del testo attuale, si
può ipotizzare con assoluta certezza che saremo destinati ad
una paralisi dell’attività del futuro governo regionale per
mancanza di maggioranze certe. Questo in quanto attraverso
una legge statutaria, quindi con
procedure di approvazione rinforzate, siamo chiamati a rece-
pire il precetto costituzionale
sulla intangibilità del tetto massimo consentito per i componenti del consiglio che, come
noto, è stato dal Parlamento
fissato in sessanta consiglieri,
in ossequio alla volontà espressa dall’Aula del Consiglio Regionale sardo. Nel contempo la
stessa legge statutaria dovrà
fissare norme per garantire i
numeri necessari per formare il
governo in tempi certi e celeri”. L’Assemblea regionale
convocata in seduta congiunta
con il Consiglio delle Autonomie locali diventa così una tappa fondamentale nel processo
politico evolutivo che la Presidente Lombardo intende proporre e si caratterizza ancora di
più in un momento di riflessione maturo sullo stato della Sardegna e del funzionamento delle sue istituzioni autonomistiche. “Da un clima di fattiva
collaborazione possono nascere scenari nuovi e positivi per
una nuova unità morale, spirituale e politica dei sardi», ribadisce la Presidente Lombardo
che conclude sottolineando come: «Nella prossima legislatura il Consiglio Regionale non
dovrà dividersi fra vincitori e
vinti, ma tutti gli eletti dovranno sentirsi vincolati ad un patto
che faccia nascere una stagione
unica e irripetibile, con sessanta consiglieri che si schierino
compatti nel porre la Sardegna
al di sopra di ogni altro interesse e per adottare una legislazione straordinaria che affranchi
l’Isola dal sottosviluppo e dalla
recessione che ci mortificano
e condannano ad un domani
senza futuro. Sta a noi, e alle
nostre scelte future, creare le
migliori condizioni perché ciò
possa avvenire”.
DAL PRESIDENTE CAPPELLACCI
APPELLO PER LA FINANZIARIA
Ugo Cappellacci
Questo l’appello lanciato alle
forze politiche dal presidente
della Regione Ugo Cappellacci, alla vigilia della discussione della legge finanziaria
2013: “Dopo i tragici eventi
avvenuti nella capitale, riecheggiano sui media parole
come responsabilità, dialogo,
unità e altre espressioni che di
solito accompagnano queste
situazioni di sgomento e difficoltà. Affinché queste non appaiano come formule di rito
della politica per “metabolizzare” l’accaduto, una scorciatoia o un pretesto per porre in
essere strategie tutte interne al
palazzo, occorre una riflessione seria, sincera, schietta, che
rimanda alle ragioni più profonde dell’impegno di ciascuno al servizio della collettività.
L’alternativa non può essere
A OTTOBRE IN VIGORE NUOVE NORME
PER IL SERVIZIO E TUTELA AGRITURISTICO
La Giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore dell’agricoltura, Oscar
Cherchi, la delibera che consentirà un’entrata in vigore
più graduale delle norme relative all’esercizio dell’agriturismo in Sardegna. “E’ un impegno che ho assunto pochi
giorni fa con gli operatori del
settore - precisa l’assessore - i
quali hanno evidenziato la necessità di un periodo di ‘rodaggio’ per adeguarsi alle
nuove norme sull’obbligo di
approvvigionarsi, per le materie prime non prodotte autonomamente, da un apposito
albo regionale dei fornitori. Il
nostro obbiettivo, con l’approvazione di questa delibera, è
quello di far slittare al prossimo 15 ottobre l’inizio dei
controlli alle imprese di agriturismo per due importanti
motivi: consentire agli operatori di adeguarsi gradualmente
alle nuove norme e, contemporaneamente, evitare di distogliere il Corpo di Vigilanza
Forestale da un compito che
in estate assume importanza
decisamente rilevante in Sardegna, quello della lotta agli
incendi. La Campagna di prevenzione termina infatti proprio il 15 ottobre e la data che
la Giunta ha scelto per l’inizio
delle attività di controllo sugli
agriturismo, tiene conto principalmente di questa esigenza
primaria. Si tratta di un primo
passo importante’. Sempre sul
tema della regolamentazione
dell’attività agrituristica, la
Giunta ha adottato un ulteriore provvedimento che riguarda le disposizioni applicative
relative all’inizio dell’attività.
Non sarà più possibile, come
avveniva fino a ieri, essere
iscritti automaticamente all’albo delle imprese di agriturismo alla presentazione della
documentazione necessaria,
ma bisognerà attendere la
conclusione dell’istruttoria e
dei controlli degli enti preposti, nella fattispecie, dell’Agenzia Laore: ‘A fronte di
un impercettibile differimento
della data di iscrizione, necessario per i controlli, - spiega
l’assessore - le imprese che
verranno inserite nell’albo
avranno la certezza di possederne i requisiti, evitando di
essere cancellate, come avvenuto in passato, dopo l’accertamento. L’esclusione dall’albo comportava la revoca di
eventuali agevolazioni o contributi ai quali, in assenza di
iscrizione, non si aveva il diritto, procurando in questo
modo un disagio non indifferente a chi doveva restituire
delle somme, a volte già impegnate’.
L’assessore ha anche proposto
alla Giunta di incentivare la
partecipazione degli operatori
ai corsi di formazione e aggiornamento gratuiti dell’agenzia Laore, attraverso i
quali la Regione intende promuovere, come ormai prassi
nel settore agroalimentare sardo, un alto livello dell’offerta
agrituristica. I corsi saranno
facoltativi, ma le aziende saranno stimolate ad iscriversi
per ottenere i riconoscimenti
che aiuteranno l’impresa a distinguersi per la qualità offerta al pubblico che sarà garantita dalla partecipazione ai
corsi’.
tra i fautori del compromesso
esasperato e coloro i quali
sembrano avere come priorità
la salvaguardia della purezza
della propria formazione politica da quelle che vengono
raffigurate quasi come pericolose contaminazioni. Queste
sono due facce della stessa
medaglia: quella di una democrazia bloccata in un’eterna
contesa del consenso, che nella perversa logica della delegittimazione reciproca e della
strenua conservazione di vecchie dinamiche rendite e di posizione, risulta svuotata della
propria sostanza e diventa
“altro” rispetto alla società
che dovrebbe rappresentare.
Una democrazia senza il “demos” non è definibile tale. Il
coraggio oggi non è nel compromesso a tutti i costi né nella barricata fine a sé stessa.
Non è annullando le differenze
o rimarcandole ad ogni piè sospinto che si fa l’interesse della collettività. Vi è un’altra
via: nel rispetto dei ruoli di
ciascuno, delle differenti appartenenze partitiche, di categoria e generazionali, bisogna
non venire mai meno a quel
dovere del confronto e del dialogo che rappresenta il funzionamento fisiologico della democrazia e la manifestazione
di una politica che è intenta a
parlare del vissuto quotidiano
dei cittadini anziché di sé stessa. Il confronto sia anche
aspro, acceso, appassionato,
ma non venga mai meno. E, se
l’occasione di rimarcare le
differenze non manca mai, occorre non perdere di vista
quelle situazioni in cui l’interesse della collettività deve
prevalere sulla bandiera della
fazione politica.
Chi ha convinzioni forti, solide
e radicate non teme il confronto né teme che la propria identità, ben riconoscibile possa
risultare in qualche modo annacquata. L’appello è pertanto
quello ad alzare da subito, cogliendo l’occasione della discussione sulla legge Finanziaria, il livello della dialettica
e di focalizzare l’attenzione su
coloro i quali incontriamo nella vita di tutti i giorni, dal genitore all’imprenditore, dallo
studente al lavoratore, dal precario al disoccupato etc. Devono avere la percezione concreta che la politica si stia
adoperando per loro, che stia
parlando di loro e che non sia
qualcosa di diverso dalla società che rappresenta”.
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Provincia Carbonia Iglesias
numero 628 del 9 Maggio 2013
INTERVENTI DI VALORIZZAZIONE
DI BENI CULTURALI E AMBIENTALI
LA PROVINCIA DEL SULCIS IGLESIENTE
E IL MOVIMENTO DELLE PARTITE IVA
Salvatore Cherchi
La riunione si è svolta in Carbonia il 26 Aprile 2013, nella
sede della Provincia, con la
partecipazione del Presidente
Salvatore Cherchi, dell’Assessore Luca Pizzuto, di circa cinquanta imprenditori coordinati
da Ivan Garau.Le conclusioni
della riunione durata circa tre
ore, sono riassunte come segue.
FISCALITA’ DI VANTAGGIO
Si condivide la necessità che il
provvedimento sia operativo
entro l’estate come da impegni
del Ministro Barca. Si condivide che a valere sulle risorse del
Piano Sulcis, si dia una coper-
tura finanziaria di almeno 100
milioni di euro come prima assegnazione. Per le future necessità finanziarie, tenuto conto
che il regime di fiscalità di
vantaggio ha una durata di 14
anni, si condivide che una quota delle future assegnazioni (innanzitutto quelle relative ai
fondi europei sulla coesione)
sia destinata a questo fine. In
sede di prima applicazione si
prende atto che possono accedere al beneficio fiscale anche
le imprese nuove costituitesi
entro il 2015. L’assemblea ha
condiviso l’opportunità di
eventualmente istituire una riserva in favore del turismo.
In ogni caso almeno l’ottanta
per cento delle risorse deve essere a vantaggio delle imprese
esistenti.
La Provincia organizzerà assemblee informative con la
partecipazione dei dirigenti del
Ministero dello Sviluppo Economico e invierà al tempo più
opportuno, un opuscolo informativo a tutte le imprese della
Provincia.
2. DURC e STUDI DI SETTORE.
Tenuto conto che il Parlamento
DEFIBRILLATORI DELLA PROVINCIA
A DIFESA DELLA SALUTE DEGLI ATLETI
Defibrillatore nello sport
La Provincia provvederà all’acquisto di defibrillatori per
i Comuni del territorio, al fine
di fornire dispositivi necessari
al sostegno e allo sviluppo
della pratica sportiva.
Alle Province spetta, infatti,
la programmazione e l’attuazione delle linee di indirizzo
delle politiche sportive regionali, di tutti gli interventi in
materia di Sport. “Sulla base
della seconda variazione di
bilancio di previsione per
l’esercizio finanziario 2013,
con applicazione dell’avanzo
di amministrazione 2012, e a
seguito di apposita delibera di
Giunta – spiega l’assessore allo Sport, Marinella Grosso -,
viene quindi destinata la somma di 50.000 euro all’acquisto di defibrillatori per la sicurezza nell’espletamento
delle varie discipline sportive
nel territorio provinciale”. Si
procederà poi all’individuazione di criteri oggettivi, attraverso cui ripartire i defibrillatori automatici o semiautomatici tra i Comuni del Sulcis Iglesiente, dopo che l’Amministrazione provinciale avrà
provveduto al loro acquisto.
“Uno dei dispositivi sanitari –
sottolinea l’assessore Grosso -
3
sta discutendo il Disegno di
Legge di conversione del Decreto Legge sul pagamento delle imprese che in quella sede è
emerso che le imprese molto
spesso non sono in regola con
gli adempimenti contributivi
per ragioni oggettivamente dipendenti da soggetti terzi, quali
le pubbliche amministrazioni, e
considerato che c’è l’opportunità di approvare un emendamento per rimettere in bonis le
imprese relativamente al
DURC, si conviene che la Provincia metterà in contatto i Parlamentari del territorio con il
coordinatore Garau, per predisporre opportuni emendamenti
al Decreto Legge. La Provincia
organizzerà una nuova
riunione con la SOSE, Società
degli studi di settore e con
Agenzia delle Entrate, relativamente agli studi di settore.
3. ACCELERAZIONE LAVORI PUBBLICI.
La Provincia ha accelerato nell’ultimo biennio l’attuazione
del programma dei lavori pubblici. E’ necessario effettuare la
ricognizione delle opere cantierabili a breve (sei mesi/un anno) e medio termine (due/tre
anni) finanziate con risorse
pubbliche e/o private. La Provincia in collaborazione con i
Comuni si impegna ad effettuare questa ricognizione.
4. Piano Sulcis-attuazione.
E’ necessario dare il massimo
impulso all’attuazione. Spesso
importanti finanziamenti assegnati nel passato sono rimasti
inutilizzati a causa di inerzie
politiche e lungaggini burocratiche.
Si condivide che il Piano sia
gestito dagli Enti Locali, Comuni e finché ci sarà, la Provincia. Al fine di accelerare
l’attuazione è necessario ricorrere anche alla gestione commissariale nel Piano.
sarà destinato all’impianto
sportivo polivalente “Ceramica”, di proprietà della Amministrazione provinciale, sito in
località Sa Stoia ad Iglesias, e
si garantirà comunque la fornitura di almeno un defibrillatore per Comune. Nel caso di
disponibilità superiore, si procederà all’assegnazione di un
ulteriore dispositivo ai Comuni con maggiore popolazione,
procedendo in ordine di priorità e conferendoli a titolo di
comodato d’uso gratuito almeno decennale”. Sarà onere
dell’Amministrazione comunale, che riceve il defibrillatore, l’individuazione del sito in
cui installare il dispositivo,
nonché l’installazione dello
stesso, la manutenzione e la
formazione di personale necessario, anche in collaborazione con le realtà associative
operanti nel campo dello sport
e del volontariato nel territorio comunale.
“Si tratta di un intervento importante per tutti coloro che
praticano attività sportiva, una
conquista per la salute e la sicurezza degli atleti - spiega
Emanuele Madeddu, capogruppo Pd in Consiglio provinciale -; adesso, è necessario provvedere alla formazione delle persone che dovranno
occuparsi dell’utilizzo di questi importanti strumenti”.
Con le ultime deliberazioni la Giunta provinciale ha dato
ulteriore impulso al programma di valorizzazione dei beni
culturali e ambientali del territorio, in partenariato con i
Comuni.
Per la sistemazione della strada di accesso all’importante
Grotta di Su Mannau, lo stanziamento della Provincia e’
stato incrementato di cinquantamila euro, portandolo a
300mila euro, pari al 90per cento del costo dell’opera.
L’intervento e’ interamente affidato per la realizzazione al
Comune di Fluminimaggiore che contribuisce con le risorse
necessarie per il completamento.
Per lo sviluppo del programma di scavi del Nuraghe Sirai,
in Carbonia, la Giunta ha assegnato 60mila euro al Comune di Carbonia da gestire tramite apposita convenzione. Il
Nuraghe Sirai, imponente nella dimensione si segnala soprattutto per la testimonianza di convivenza nello stesso
ambito delle popolazioni nuragica e fenicia.
Per rendere visitabile la notevole Grotta delle Lumache, in
Buggerru, sono stati assegnati 50mila euro, da utilizzare
tramite convenzione con il Comune.
Per l’accesso al Villaggio minerario di Orbai e alle circostanti aziende agricole, lo stanziamento della Provincia e’
stato portato a duecentomila euro. Il programma e’ gestito
dal Comune in Convenzione con la Provincia.
L’Assessore alla Cultura Marinella Grosso ha evidenziato
che con queste ulteriori deliberazioni si conferma che l
‘azione della Provincia e’ concretamente indirizzata a favorire la tutela e la fruizione dei beni culturali e ambientali
del territorio. La Provincia agisce in partenariato con i Comuni e in collegamento con le Associazioni e i soggetti imprenditoriali che si occupano di questi beni.
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Presidente: Salvatore Cherchi
ASSESSORI:
ALBERTO PILI: Politiche del lavoro-Attività Produttive-Form.Profes.
GUIDO VACCA: Pianificazione territoriale e settoriale
CARLA CICILLONI: Ambiente e Protezione civile
MARINELLA GROSSO: Turismo-Eventi-Sport
LUCA PIZZUTO: Politiche sociali e giovanili
ALESSANDRA PINTUS: Istruzione-Alta Formazione-Università
Posta elettronica certificata:
ANNA MARIA CONGIU (Dir. Servizi amministrativi)
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SPERANZA SCHIRRU (Dir. Servizi per il lavoro, cultura e socialità)
[email protected]
FULVIO BORDIGNON (Dir. Servizio tecnico)
[email protected]
PALMIRO PUTZULU (Dir. Servizi ambientali)
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MAURO MANCA (Resp. Servizi finanziari)
[email protected]
La Sede legale della Provincia è in Via Mazzini, 39 – 09013 Carbonia (CI)
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Lavoro
numero 628 del 9 Maggio 2013
ALCOA-KLESCH:TRATTATIVA DI DIFFICILE SOLUZIONE
SENZA PIANO INDUSTRIALE NE’ QUELLO OCCUPATIVO
Massimo Carta
Quello che regna intorno alla
vertenza Alcoa, quella che vede
al tavolo della trattativa per una
presunta intenzione d’acquisto
da parte della società eleveticotedesca Klesch, continua ad essere un alternarsi di voci e sospetti, ai quali solo pochi sindacalisti (non è ancora chiaro se in
buona fede) prestano attendibilità, malgrado sia ben chiaro
che il sedicente acquirente ha al
suo attivo la vocazione di acquistare società stracotte o sull’orlo del fallimento.
Certo è che Gary Klesch finora
si è dimostrato assai scaltro nel
suo mestiere, qualcuno l’ha definito “uno squalo della finanza”, se il mondo industriale e
quello politico lo corteggiano e
fanno la fila per affidargli unità
sull’orlo della chiusura.
I suoi più recenti interessi, tenendo ben salde le briglie Alcoa, si sono dimostrate le acciaierie Leali (Brescia e Valsugana
di Trento) e la Lucchini di
Piombino, un ex grande colosso
dell’acciaio che allo stato attuale (sotto gestione commissariale) perderebbe una decina di
milioni al mese. Della sola Lucchini è stato previsto un piano
d’investimento pari a 300 milioni, senza però conoscere quale sarà il piano industriale (si
parla di sinergia con Brescia e
Valsugana, ma anche di una
completa riconversione degli
impianti per la produzione di
energia elettrica). Anche in questi ultimi casi Klesch vorrebbe
intascare prima i soldi per far ri-
partire gli impianti, pur non
avendo minimamente presentato né al sindacato né al Ministero Mise, alcun piano industriale
ed occupativo. Ancora meno
chiara appare la trattativa col
Alcoa che, pur di cedere l’impianto di Portovesme, si sarebbe mostrata propensa a sborsare
a Klesch qualche decina di milioni di euro rateizzati nel tempo. Klesch sulla rateizzazione
non intende accettare: soldi subito e tutti, oppure non si fa
niente. A questo aspetto si dovrebbe aggiungere l’incentivazione governativa, la garanzia
sui costi ridotti della corrente,
l’adeguamento strutturale del
porto di Portovesme per l’approdo delle navi di alto tonnellaggio. Secondo alcune indiscrezioni i soldi che Klesch pretenderebbe da Alcoa non servirebbero per alcun intervento sugli impianti, ma solo per la riaccensione delle celle. Tutto questo senza conoscere il piano industriale e il numero degli addetti da richiamare al lavoro (è
certo che almeno cento unità
verranno tagliate dall’organico).
Tutto ciò confermerebbe che
Klesch è uno scaltro imprenditore, abile nell’acquisizione di
società in dissesto, che resterebbero, nella migliore delle ipotesi, nel limbo industriale, senza
alcuna prospettiva di futuro.
Anche Alcoa, qualora la trattativa dovesse andare in porto, sarà
destinata a vivere nell’eterna
precarietà.
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IMPIANTI SPORTIVI EDIFICIO SCOLASTICO VIA
CARLO FELICE “ NELL’AMBITO DEL POR SARDEGNA FESR 2007/2013 “POTENZIAMENTO
DELLE STRUTTURE SCOLASTICHE IN TERMINI
DI DOTAZIONI TECNICHE E DI SPAZI PER
ATTIVITÀ EXTRASCOLASTICHE”.
L’importo dell’appalto posto a base di gara ammonta a €
224.361,65 (euro duecentoventiquattromilatrecentosessantuno/65)
IVA esclusa. A Importo lavori a corpo soggetti a ribasso €
216.361,65 B Oneri sicurezza non soggetti a ribasso € 8.000,00
IMPORTO TOTALE LAVORI A BASE D’ASTA € 224.361,65
I soggetti interessati ad essere invitati devono far pervenire quanto
sopra entro le ore 13,00 del giorno 13/05/2013, mediante servizio
postale al seguente indirizzo: Comune di Sanluri Sede Legale: Via
Carlo Felice 201, 09025 Sanluri – Provincia del Medio Campidano
– Italia.
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
F.to Geom. Massimo Ortu
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO TECNICO COMUNALE
F.to Ing. Ignazio Pittiu
Alcoa Portovesme
Occorre conoscere i costi della caldaia, che dovrà produrre
il vapore destinato a far marciare gli impianti, prima di
cantierizzare la ripresa produttiva dell’Eurallumina. Sono
questi i termini della comunicazione data da Ru.Sal. ai
componenti dell’Rsu che avevano chiesto esplicitamente di
conoscere lo stato dell’arte
della ripresa produttiva degli
impianti di raffinazione della
bauxite, da cui si ricava l’ossido di alluminio. Al momento,
quindi, sarebbe in essere lo
studio di fattibilità per conoscere i costi della nuova caldaia, sulla quale poi Ru.Sal.
dovrà fare i conti del riavvio.
Tuttavia i problemi Eurallumina non sono solo questi. Perché resta di fondamentale importanza il dissequestro del
bacino fanghi che, in vista
della ripresa produttiva, dovrà
essere allargato e potenziato,
in quanto destinato ad accogliere i milioni di tonnellate di
rifiuti di lavorazione della
bauxite. Un dissequestro che
finora ha incontrato non pochi
ostacoli, malgrado i precisi
impegni assunti dai manager
Eurallumina circa l’avvio delle bonifiche delle falde sotterranee e l’impegno al progressivo contenimento dei residui
della bauxite.
Resta anche inconclusa l’analisi dei costi di produzione
dell’ossido e sul chi potrà utilizzarlo. Finchè era in esercizio Alcoa poteva ipotizzarsi
una ripresa di collaborazione,
ma dal momento che la multinazionale americana ha reciso
il cordone ombelicale con il
Sulcis e l’Italia, il problema
delle produzioni di ossido
CENTRO SERVIZI PER IL LAVORO DI SANLURI
RICHIESTA AVVIAMENTO LAVORO LAS PLASSAS
Il Comune di Las Plassas ha richiesto l’avviamento a selezione di: - n. 9 generici addetti alla manutenzione del patrimonio boschivo. Mansione: cura e manutenzione del patrimonio boschivo con
particolare riguardo alla realizzazione della fasce parafuoco e risanamento nei rimboschimenti esistenti, mediante l’utilizzo di attrezzature meccaniche quali: decespugliatore, moto trivella, motosega ed attrezzature manuali. Si sottolinea che le aree interessate dagli interventi sono ubicate nell’agro di Las Plassas e presentano tratti scoscesi con asperità e pendenze notevoli. Cura e manutenzione del patrimonio boschivo con particolare riguardo alla realizzazione della fasce parafuoco
e risanamento nei rimboschimenti esistenti, mediante l’utilizzo di attrezzature meccaniche quali:
decespugliatore, moto trivella, motosega ed attrezzature manuali. Si sottolinea che le aree interessate dagli interventi sono ubicate nell’agro di Las Plassas e presentano tratti scoscesi con asperità
e pendenze notevoli. Prova di idoneità: la selezione consisterà in una prova pratica attitudinale attinente le mansioni da svolgere, ed avverrà entro 15 giorni dalla pubblicazione della graduatoria.
La data e l’ora della prova d’idoneità saranno comunicate agli interessati dal Comune di Las Plassas entro 15 giorni dalla data di pubblicazione della graduatorie.
Data della chiamata presso il Centro dei Servizi per il Lavoro di Sanluri: dal 03/05/2013 al
16/05/2013.
Possono partecipare all’avviamento a selezione i lavoratori disoccupati ed inoccupati privi di sovvenzioni pubbliche o indennità di disoccupazione e/o mobilità che risultino residenti nel comune di
Las Plassas ed iscritti nell’elenco anagrafico del Centro dei Servizi per il Lavoro di Sanluri. Gli interessati, in possesso dei predetti requisiti nonché di quelli previsti per l’Impiego negli Enti pubblici, devono dichiarare la propria disponibilità muniti di un documento di riconoscimento presso il
Centro dei Servizi per il Lavoro di Sanluri, in Via Cesare Pavese 7.
PORTOVESME
INDAGINE SUI COSTI DELLA CALDAIA A VAPORE
PRIMA DELL’AVVIO DEL PROGETTO EURALLUMINA
Sergio Rombi
Eurallumina
d’alluminio non appare di secondaria importanza. Su quest’ultimo versante qualcuno
s’era mostrato fiducioso sulla
conclusione positiva della
trattativa tra Alcoa e Klesch.
Purtroppo, come “Gazzetta”
aveva sempre temuto, la trattativa è stata finora di facciata,
giusto per evitare che altri
soggetti, compresi taluni di
comprovata imprenditorialità
e robustezza finanziaria, s’inserissero nel discorso che
avrebbe potuto dar fastidio all’Alcoa, più che mai impegnata a produrre alluminio negli
Emirati Arabi.
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Lavoro
Dopo quasi tre lustri, Mario
Medde ha passato il testimone
della Segreteria regionale Cisl
Sardegna a Oriana Putzolu nel
corso dell’XI Congresso plenario che il movimento sindacale cislino ha celebrato in
quel di Quartu alla presenza
del Segretario nazionale Raffaele Bonanni. Due i momenti
salienti di questo cambio: il
primo dettato dall’intervento
di saluto di Mario Medde e
l’altro quando l’assemblea dei
delegati ha designato Oriana
Putzolu a ricoprire il delicato
incarico che per la prima volta ha vestito di rosa. Presenti
ai lavori anche Michele Carrus, da poco eletto al posto di
Enzo Costa al vertice della
CGIL sarda e Francesca Ticca, Segretaria regionale Uil.
Ciò che è stato subito precisato ha riguardato l’immutata linea dell’azione cislina: attuazione delle riforme costituenti
per una Regione sempre più
caratterizzata negli indirizzi
economici e sociali e nel rispetto della sua tradizione
culturale. Prima di lasciare il
palco dei saluti, Mario Medde
ha dato un affondo alla politica regionale dicendo che “la
Regione è stata assente sui temi più rilevanti del lavoro,
Mario Medde
numero 628 del 9 Maggio 2013
A CONCLUSIONE DELL’XI CONGRESSO REGIONALE
ORIANA PUTZOLU ELETTA SEGRETARIO CISL SARDA
Alessandro Carta
dello sviluppo e delle riforme”. E’ stata anche consegnata alla neo Segretaria Putzolu
una traccia di alcuni obiettivi
che diventeranno determinanti
per l’azione nel prossimo futuro della Cisl sarda che conta
circa 157 mila iscritti. Essi
s’identificano nel riconoscimento dell’insularità della
Sardegna e nel diritto alla mobilità dei Sardi e dei prodotti
isolani al pari delle opportunità che hanno il resto degli Italiani.
“Non di meno, è stato ribadito, dovrà essere perseguita la
“zona franca” e la riduzione
del peso fiscale”. Più politico
è stato il riferimento “all’autonomia finanziaria della Regione” assieme alla rimozione
del patto di stabilità che, allo
stato attuale, costituisce una
strozzatura del fattore investimenti e del lavoro.
E’ stato convincimento generale, a conclusione dell’XI
Congresso della Cisl sarda,
che d’intesa con le altre Segreterie sindacali, si possa imprimere una più marcata azione del sindacato, sia per far
approvare con sollecitudine il
documento finanziario della
Regione e sia per le immediate scelte in materia d’investimenti e di lavoro. A quest’ultimo riguardo, nel corso del
dibattito congressuale è stato
rivendicato alla Segreteria nazionale maggiore attenzione
alle vertenze ancora aperte e
che riguardano il mondo industriale della Sardegna.
più tacere, affinché non si ripetano più”. Il testo definisce, innanzitutto, “opera incompiuta”
ogni opera pubblica che risulta
non completata per una o più
delle seguenti cause: - mancanza di fondi; - cause tecniche; sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge; fallimento, liquidazione coatta
e concordato preventivo dell’impresa appaltatrice, risoluzione del contratto o di recesso
dal contratto; - mancato interesse al completamento da parte della stazione appaltante,
dell’ente aggiudicatore o di altro soggetto aggiudicatore.
“Avere un elenco accurato di
questo tipo – sottolinea Giovanni Battista Idda, Presidente
di Confartigianato Edilizia Sardegna - permetterà di valutare
come e quali strutture possono
essere recuperate e dunque valorizzate garantendo un uso re-
LA QUESTIONE FEMMINILE
NELLA REALTA’ ISOLANA
Responsabile delle politiche sociali della confederazione regionale, la sindacalista di Sanluri Oriana Putzolu, prima di essere
chiamata alla carica di Segretaria Generale regionale della
Cisl, è stata per circa dieci anni a fianco di Mario Medde nella
segreteria regionale Cisl.
Problemi sociali, mondo della scuola e formazione professionale sono sempre stati temi di grande attenzione cui Oriana Putzolu ha dedicato particolare attenzione.
Tuttavia per lei la questione femminile in Sardegna è rimasta
sempre in primo piano. Questo tema si intreccia con numerose
altre emergenze sociali, economiche, produttive e anche demografiche. L’allarme-donne è stato lanciato dalla segretaria regionale Cisl Putzolu, perché è sempre più convinta che l’Isola
registri la più bassa natalità nazionale per cause di difficoltà
che “le donne sarde incontrano nell’accesso alle risorse materiali e immateriali in grado di condizionare la qualità della vita
degli individui e delle famiglie, e quindi la difficoltà di conquistare un lavoro soprattutto stabile e garantito”. “Disoccupazione, precariato, carenza di servizi sociali e assistenziali, diminuzione dei matrimoni e della natalità, povertà, ha commentato
Oriana Putzolu, sono aspetti diversi anche di una complessiva
crisi economica e del lavoro”.
Oriana Putzolu
BONANNI AL CONGRESSO REGIONALE CISL
“AUTONOMIA SARDA NON E’ IN DISCUSSIONE”
Raffaele Bonanni
AL VIA IL CENSIMENTO DELLE OPERE INCOMPIUTE
PER RIVITALIZZARE L’AGONIZZANTE EDILIZIA SARDA
È approdato in Gazzetta Ufficiale il regolamento che istituisce l’anagrafe delle opere rimaste incompiute. Previsto dal decreto Salva Italia (Dl
201/2011), il decreto 13 marzo
2013, n.42 del Ministero delle
Infrastrutture, stabilisce le modalità di redazione dell’elencoanagrafe nazionale delle opere
pubbliche non completate, attraverso la stretta collaborazione di tutte le amministrazioni
(statali e locali), per garantire
“un efficace monitoraggio della
spesa pubblica destinata ad
opere pubbliche”. “Sono tante,
anche in Sardegna, le opere
non ultimate sparse per il territorio – ha dichiarato Luca Murgianu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - non
solo rappresentano un grave
esempio di cattiva gestione di
risorse pubbliche, ma spesso
deturpano e danneggiano il
paesaggio”. “Anche nei nostri
comuni – sottolinea Murgianu
– esistono parcheggi senza autorizzazioni, strade incomplete
e svincoli che non portano a
nulla, musei terminati ma che
non accoglieranno nessun turista, parchi pubblici inagibili o
transennati, mercati civici che
non vedranno ne venditori ne
clienti. Ma parliamo anche del
Galsi o degli edifici di edilizia
pubblica costruiti ma destinati
a nono ospitare nessuno. E’ un
peccato perché a molte di queste mancano solo le autorizzazioni o i collaudi per poter entrare in funzione”. “In un periodo di tagli così pesanti soprattutto negli appalti pubblici – riprende il Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – la
nostra Organizzazione segnalerà ai Comuni, attraverso i propri Associati, questi sprechi sui
quali non si può e non si deve
sponsabile del patrimonio edilizio”. “Per questo, man mano
che l’elenco andrà completandosi – riprende Idda – Confartigianato si metterà a disposizioni degli Enti Territoriali per dare “nuova vita” a quelle strutture che, altrimenti, rimarrebbero
solo costosissime incompiute”.
L’elenco sarà istituito presso il
Ministero delle Infrastrutture e
sarà ripartito in due sezioni, relative rispettivamente alle opere di interesse nazionale e opere di interesse regionale e degli
enti locali. Per ogni opera devono essere indicate diverse informazioni tra le quali l’importo complessivo dell’intervento,
la percentuale di avanzamento
dei lavori rispetto all’ultimo
progetto approvato, fonti di finanziamento, le cause di interruzione dei lavori, l’indicazione del possibile utilizzo dell’opera anche con destinazioni
5
d’uso alternative a quella inizialmente prevista. Pertanto,
entro il 31 marzo di ciascun anno, le stazioni appaltanti, gli
enti aggiudicatori e gli altri
soggetti aggiudicatori, devono
individuare le opere incompiute di rispettiva competenza e
devono trasmettere la lista delle
opere individuate al Ministero
o alla regione interessata; entro
il 30 giugno di ogni anno, le
due sezioni dell’elenco devono
essere pubblicate sul sito del
ministero delle Infrastrutture e
delle Regioni. Sulla base dei
dati forniti Ministero, Regioni e
Province autonome redigono
una graduatoria nella quale le
opere pubbliche incompiute sono catalogate in ordine di priorità, tenendo conto dello stato
d’avanzamento raggiunto nella
realizzazione dell’opera e di un
possibile utilizzo dell’opera
stessa.
Il segretario generale confederale, Raffaele Bonanni, sul
problema dell’autonomia di
alcune regioni a statuto speciale , intervistato dai giornalisti poco prima di intervenire
all’XI Congresso regionale
della Cisl sarda, ha dichiarato:
“Non ho mai detto che la Sardegna deve rinunciare alla sua
autonomia. Il mio pensiero
sull’autonomia e sulle sue potenzialità si rifà all’insegnamento di Luigi Sturzo. Per altro il principio di sussidiarietà, dalla nostra organizzazione
coltivato, può attuarsi solamente in un contesto di forte
autonomia tra i diversi livelli
istituzionali. Il principio di
autonomia non è in discussione, metto in discussione - ha
proseguito Bonanni - gli strumenti che realizzano l’autonomia. Sono questi a dover essere rinnovati e adeguati ai tempi”.Bonanni ha anche dichiarato che una delle prime operazioni che dovrebbe fare il
governo è ridurre l’imposizione fiscale ai lavoratori, ai pensionati e alle imprese che investono. “Se vogliono togliere
l’IMU, facciano pure, purchè
- ha aggiunto il segretario generale confederale - sia tolta
esclusivamente a chi ha una
sola casa”. A Bonanni è stato
chiesto quali settori produttivi
la Sardegna dovrebbe sviluppare in particolare per uscire
dalla crisi. Il leader cislino ha
risposto: “Sono molti, ma il
più importante rimane quello
industriale: se girano le industrie si muovono altri settori
produttivi, avanza la ricerca,
tutto il sistema ne beneficia”.
In riferimento al futuro segretario generale della Cisl sarda
- per la prima volta una donna
(Oriana Putzolu) - Bonanni
condivide la scelta, che rappresenta non solo un forte segnale innovativo, ma anche la
dimostrazione che il sindacato
persegue le pari opportunità,
per tutti: giovani, immigrati,
donne. Bonanni si è detto anche favorevole a trasformare
in reato penale l’evasione fiscale. Lavoratori e pensionati
rispettano la legge e pagano
sempre fino all’ultim centesimo. “Gli evasori non solo
evadono- ha aggiunto il numero uno della Cisl - ma se
scoperti patteggiano e comunque pagano meno di quanto
dovrebbero dare allo Stato. Il
timore di finire in carcere può
essere un forte deterrente contro l’evasione”.
6
Politica
numero 628 del 9 Maggio 2013
FIERA INTERNAZIONALE DELLA SARDEGNA
CHE NON RISPECCHIA LA REALTA’ ISOLANA
“Come tutte le manifestazioni
che hanno una portata e una
valenza che va oltre i confini
nazionali, anche questa rappresenta un importante momento di incontro e di scambio, sia per Cagliari che per
l’intera Sardegna, che ci offre
uno spaccato rilevante sul
quale potersi confrontare sulla situazione economica e sul
tessuto produttivo della nostra isola. Tutti insieme, politica e sistema economico,
dobbiamo riflettere sul modo
di guardare al futuro e alle
grandi sfide che abbiamo di
fronte per risollevarci da un
contesto di crisi globale e rilanciare occupazione e sviluppo. Proprio per dare risposte concrete a questa situazione, la Giunta Cappellacci in
questi anni ha messo in campo azioni e strumenti importanti per la valorizzazione
delle nostre eccellenze ambientali, agroalimentari e turistiche e ha investito in modo
deciso nell’innovazione e nell’internazionalizzazione. Siamo orgogliosi che tra le novità di quest’anno ci sia un rafforzamento della nostra identità con diverse aziende sarde
che stanno oltrepassando il
Mediterraneo e ottenendo
prestigiosi riconoscimenti,
coniugando al meglio tradizione e innovazione anche attraverso interessanti progetti
a zero CO2 nei settori dell’artigianato, dell’agroalimentare, dell’edilizia del turismo e
della cultura”.
E’ quanto affermato dall’assessore della Programmazione, Alessandra Zedda, intervenendo in rappresentanza
del presidente Cappellacci all’inaugurazione della 65° Fiera Internazionale della Sardegna. Tuttavia a nessuno sfugge che la Fiera di Cagliari,
nata come Campionaria e poi
autocelebratasi Internazionale, negli anni non si è saputa
rinnovare, né guardare verso
l’innovazione che andasse oltre lo stend espositivo di depliant dei vari soggetti pubblici o privati interessati a
farsi conoscere piuttosto che
a farsi apprezzare per quello
che hanno fatto o sanno fare.
Una Fiera Internazionale, dove il largo spazio al padellame e ai prodotti africani o indiani non sono di contorno,
ma quasi dominanti. E’ la
stessa Fiera Internazionale
che si è autocelebrata allargando nel tempo gli spazi
espositivi, piuttosto che guardare alla qualità da farla diventare cultura dei Sardi che
sempre meno (anche per i
prezzi) stanno visitando detta
rassegna annuale. In un comunicato è stato affermato
che “la Regione ha l’obiettivo
di promuovere lo sviluppo
degli scambi commerciali e
l’internazionalizzazione del
sistema imprenditoriale sardo, agevolando l’accesso degli imprenditori ai servizi finanziari e agli strumenti internazionali, comunitari, nazionali e regionali disponibili,
fornendo tutto il supporto necessario per lo sviluppo di
progetti di promozione dell’export”. Se però tale programmazione trova riscontro
nella Fiera Internazionale di
Cagliari, allora sarà bene che
i fondi stanziati (5.210.000
euro a valere sui fondi POR
FESR 2007-2013) vengano
dirottati verso altre finalità.
Troviamo elementi positivi
per guardare con fiducia al
futuro.
LA COOPERATIVA SAN LORENZO DI IGLESIAS
RICERCA PERSONALE CON LAUREA IN PSICOLOGIA
La Cooperativa Sociale San
Lorenzo di Iglesias, in riferimento al bando di Servizio civile 2012, essendo tra gli ammessi al finanziamento, ha avviato la selezione del personale (beneficiari di seconda
istanza), secondo i requisiti di
seguito elencati:
- n. 4 giovani laureati under
32 anni in possesso del titolo
di laurea in Psicologia, in discipline psico-socio assistenziali o in Scienze della Formazione, in stato di disoccupazione o in cerca di prima
occupazione.
Possono presentare la propria
candidatura anche i beneficiari di seconda istanza presenti
negli elenchi del Piano Straordinario per l’Occupazione
2011 della Provincia di Cagliari.
Fatti salvi i requisiti richiesti,
verrà riconosciuto carattere di
preferenza a coloro che potranno dimostrare esperienze
pregresse in campo socio assistenziale prestate presso il comune di Sarroch oppure presso l’area vasta del Plus di Ca-
gliari sud ovest.
I candidati dovranno inviare
entro il 20 maggio 2013,
presso la sede del CeSIL di
Iglesias, in via Argentaria 14
09016 Iglesias (CI), tramite
raccomandata AR (farà fede il
timbro postale):
· il curriculum vitae,
· la certificazione rilasciata
dal Centro Servizi per l’Impiego attestante lo stato di disoccupazione,
· copia del documento di identità.
COMUNE DI SANLURI
Prov. Medio Campidano
BANDO DI GARA
AFFIDAMENTO IN CONCESSIONE DEL CENTRO LABORATORIO DELLA MEMORIA E DELLA
CULTURA MATERIALE DEL PANE
Il canone di locazione mensile a base d’asta viene determinato in €. 700,00
L’offerta dovrà pervenire all’ufficio protocollo del Comune entro e non oltre le ore 13.00 del giorno 29.05.2013. Farà fede la data riportata nel timbro di acquisizione al protocollo del Comune.
Il Responsabile del Servizio
Dr. Marco Zedda
DIBATTITO ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI
MANCATA LISTA “CINQUE STELLE” A IGLESIAS
Non ci sono riusciti, hanno lasciato la nostra città in mano
all’inossidabile esercito dei
dipendenti e dei sostenitori
della vecchia politica, quella
responsabile dei due commissariamenti, quella corresponsabile della crisi economica e
sociale, la stessa classe politica e sindacale che sta per
vendere, per l’ennesima volta,
le nostre speranze alle solite
multinazionali e cordate d’affari ( e di malaffare), il tutto
mascherato dal sorriso di plastica dei soliti personaggi per
bene, di candidati portavoti
che, in buonafede e per il bene della città, finiscono per
fare solo il bene dei padri padroni del territorio.
E tutto questo, questa volta, è
anche colpa di chi aveva il
dovere di portare una lista a
Cinque Stelle ad Iglesias.
Hanno abbandonato i cittadini
ed il loro elettorato, essi sono
e saranno responsabili nell’aver consegnato la città, e
senza contenzioso, alle vecchie logiche di partito, alle liste civiche civetta, disposte a
tutto pur di spiazzare, piazzare i soliti interessi delle solite
associazioni, per costruire e/o
ricattare intese, pretese e carriere politiche, il tutto sulle
spalle dei cittadini, ignari ma
troppo spesso, soprattutto nella nostra città, entusiasti nel
portarne il peso.
Del resto non è semplice
sfuggire a quella rete mafiosa
della delazione e della menzogna, capace di non arren-
dersi mai neppure di fronte alla contraddizione più palese,
del resto anche gli attivisti
storici di M5S Iglesias ne sono stati vittima, ed anche per
questa loro ingenuità chiediamo che chiedano perdono: ma
noi, ma voi, cari cittadini, non
perdonateli, non perdonate né
loro né nessun altro che vi
abbandoni agli squali ed ai
professionisti della politica.
Devono chiedere scusa perché
non sono stati capaci di far
capitalizzare allo staff di Beppe Grillo il merito di aver impedito il permanere nel gruppo di chi ha solo cercato di
cavalcare il movimento per
fini personali, costringendoli
ad una barricata che è finita
per diventare una prigione.
Pensavano (e noi speravamo)
che il loro essere “duri e puri”
e impermeabili all’assalto
condotto da parte di alcuni reduci dell’ultimo commissariamento comunale, e da alcune
associazioni-partito cittadine,
fosse una garanzia in grado di
portare in città la novità politica senza se e senza riciclati.
Deve chiedere scusa alla Città
anche lo stesso staff di Beppe
Grillo che ha fatto ritirare la
lista, già certificata con ben
tre settimane d’anticipo rispetto alla scadenza, mettendola in pasto alle pretese di
assorbimento da parte di un
secondo gruppo sostenuto da
personaggi che avevano condotto una campagna contro di
loro a suon di odio, delazione
e menzogna, con un loro can-
didato sindaco, cambiato ben
tre volte e con 24 candidati
mai resi pubblici.
Dobbiamo chiedere scusa anche noi per non essere riusciti
nell’azione di mediazione, e
di non essere riusciti ad impedire che gli accordi presi la
sera venissero rimangiati il
mattino successivo, in particolare ad opera del secondo
gruppo. Sicuramente avranno
anche il tempo di chiarirsi e
di chiarire le loro posizioni
pubblicamente o nelle sedi
opportune, ma intanto qualcosa è andato storto ed a perdere
è non sarà solo M5S ma Iglesias stessa e le speranze per
un territorio libero e liberato
dalle multinazionali dei veleni, dalle lobby, dal servilismo
e da un passato che non porta
ad alcun futuro.
Ebbene, noi della GiuseppeFrau Gallery, insieme a Gonnesa a Cinque Stelle, chiediamo che i responsabili, a monte della divisione, siano
espulsi dal movimento, mentre gli altri devono, tutti nessuno escluso, prima chiedere
scusa, rendere noto alla popolazione ed agli altri partiti il
programma che avevano intenzione di presentare, e poi
dare, magari già alla prossima Assemblea Regionale del
3 Maggio a Nuoro, le dimissioni da M5S.
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COMUNICATO STAMPA
RIAPERTURA BANDI GAL DESTINATI
AGLI OPERATORI ECONOMICI
Si informa che il Consiglio di Amministrazione del GAL Sulcis Iglesiente ha deliberato la riapertura dei bandi destinati agli operatori economici del territorio, in particolare i seguenti:
-Misura 311 “Diversificazione verso attività non agricole” che prevede sei diverse azioni destinate agli agriturismo, alla riqualificazione delle strutture, a piccoli impianti di trasformazione, agli
spazi per il turismo equestre e per le attività didattiche e sociali e all’installazione in azienda di
impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. In tutti i casi i potenziali beneficiari del
bando saranno gli imprenditori agricoli singoli o associati. -Misura 312 “Sostegno alla creazione
e allo sviluppo di microimprese” il quale prevede tre azioni destinate allo sviluppo di attività
(nuove o già esistenti) artigianali, commerciali e di servizio inerenti i prodotti tipici locali e ha
come destinatari artigiani, commercianti, consulenti. Il termine ultimo per la presentazione della
domanda telematica è stato prorogato al 20 maggio 2013.
IL TUO GIORNALE
IN ABBONAMENTO O IN EDICOLA
Politica
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numero 628 del 9 Maggio 2013
CARBONIA
18 E 19 MAGGIO: DECIMA EDIZIONE MONUMENTI APERTI
Cortoghiana
Nuovo appuntamento, il 18 e
19 maggio 2013, con la manifestazione “Monumenti
Aperti”, giunta alla decima
edizione. A Carbonia, cittadini e turisti potranno visitare
circa 25 tra siti e monumenti
di interesse storico-archeologico e aree di interesse paesaggistico, che rappresentano
parte dell’importante patrimonio culturale della Città.
Come per le passate edizioni,
anche quest’anno, sarà possibile “avventurarsi” in percorsi dall’indiscutibile fascino,
capaci di restituire ai visitatori gli aspetti “identitari” di
Carbonia. Si potranno visitare, infatti, alcuni tra i più importanti Musei e siti archeologici del territorio sulcitano,
come la Necropoli a Domus
de Janas di Cannas di Sotto,
il Parco Archeologico di
Monte Sirai, il Museo Archeologico di Villa Sulcis e il
Museo dei Paleoambienti
Sulcitani E.A Martel; i gioielli dell’archeologia industriale (Grande Miniera di
Serbariu, Museo del Carbone
CICC, Pozzo Castoldi a Bacu Abis) e dell’architettura
razionalista che caratterizza
la Città e le frazioni (percorsi
CIAM, Torre Civica, Dopolavoro centrale, Quartiere
Lotto B e Dopolavoro, Piazza Venezia a Cortoghiana).
Anche quest’anno sarà possibile percorrere la Città di
fondazione sul trenino turistico.
L’edizione 2013 offrirà alcune importanti novità come la
visita guidata ai percorsi del
CIAM (Carbonia Itinerari di
Architettura Moderna), un
itinerario urbano che trasforma Carbonia in un museo
diffuso, a cielo aperto; le
escursioni naturalistiche verso il Monte Leone, in compagnia dei gruppi Scout di Carbonia, per ammirare un meraviglioso percorso, che attraversa le nostre bellezze
ambientali, e un panorama
eccezionale, che abbraccia
l’intera Città sino ad arrivare
al mare; lo Stadio Comunale
che racconterà la storia delle
attività sportive cittadine a
partire dagli anni ‘40. Quest’anno sarà visitabile anche
l’area archeologica del Nuraghe Sirai che, grazie alle recenti scoperte (l’officina del
vetro), offre un quadro di importanza internazionale sulla
relazione culturale tra Sardi e
Fenici.
I monumenti saranno visitabili gratuitamente, il pomeriggio di sabato 18 maggio,
dalle ore 16.00 alle ore 20.00
e la domenica dalle ore 9.00
alle ore 13.00 e dalle ore
16.00 alle ore 20.00. Per la
visita ai siti si consigliano
abbigliamento e scarpe comode. Le visite alle chiese
saranno sospese durante le
funzioni religiose.
L’organizzazione di Monumenti Aperti è curata dall’Assessorato alla Cultura e
al Turismo del Comune di
Carbonia, in collaborazione
con la Soprintendenza per i
beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano,
l’ATI IFRAS, le associazioni
e le scuole della Città. Il coordinamento regionale della
rete di Monumenti Aperti è
affidato all’Associazione culturale Imago Mundi.
Comune di Domusnovas
Provincia di Carbonia Iglesias
P.zza Caduti di Nassirya, 1 - Tel. 0781 70771 - Fax 0781 72368
SINDACO
0781.887811
(Prov. Carbonia Iglesias)
Vice SINDACO
0781.887828
UFFICIO TURISMO
SERVIZI SOCIALI
SPORT SPETTACOLO
0781.887813
UFFICIO ASSESSORI
0781.887827
CALASETTA - Piazza Belly - Centralino - 0781.88780 www.comune.calasetta.ca.it
COMUNE DI CARLOFORTE
Sede Comunale: Via Garibaldi, 72 - 09014 - Tel. 0781.8589200 Fax 0781.855808
Sito Ufficiale del Comune (official website): www.comune.carloforte.ca.it
GCS srl - Sa Stoia - 09016 Iglesias (CI) - Tel. 0039.0781.260031 - 260074 Fax 0039.0781.260765
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Realtà Locale
numero 628 del 9 Maggio 2013
INPS – GESTIONE EX INPDAP
COMUNE DI NARCAO
AGEVOLAZIONI PER ASSISTENZA ANZIANI
PENSIONATI NON AUTOSUFFICIENTI
PROV. CARBONIA – IGLESIAS
L’INPS - Gestione Ex Inpdap ha, tra i propri scopi istituzionali, l’erogazione di prestazioni sociali in favore dei dipendenti e dei pensionati pubblici
e dei loro familiari. Le attività
sono finanziate dal Fondo Credito e attività sociali, alimentato dal prelievo, obbligatorio,
dello 0,35 %, sulle retribuzioni
del personale in servizio. Dal
2001, gli Organi di Governo e
Indirizzo dell’Istituto hanno
definito, tra le politiche d’intervento in favore dei propri
utenti, azioni a favore di soggetti NON auto sufficienti, in
particolare a sostegno delle
persone anziane anche con riguardo ad azioni di prevenzione della non auto sufficienza e
del decadimento cognitivo. Di
fatto, si era rilevato come i
pensionati della Gestione Ex
Inpdap appartenessero alla categoria dei cosiddetti “Né/Né”,
né troppo poveri per accedere
ai servizi pubblici, né troppo
abbienti per poter sostenere
economicamente interventi
privati di assistenza. Sulla base
di tali premesse, gli obiettivi e
il significato sociale dell’intervento da parte dell’Istituto,
hanno maturato, nel corso degli anni, una dimensione qualitativa piuttosto che quantitativa che potesse andare oltre il
beneficio diretto goduto dall’utente, sostenendo proposte
progettuali innovative, sostenibili e trasferibili nell’ambito
delle politiche di welfare nazionali, in favore della NON
auto sufficienza. L’Avviso Home Care Premium 2012 che
segue quelli degli anni 2010 e
2011, propone, ai soggetti
competenti sul territorio, l’adesione a una forma d’intervento
“mista” che prevede il coinvolgimento diretto, sinergico e attivo della famiglia, dell’amministrazione pubblica, dell’Istituto e delle risorse sociali del
cosiddetto “terzo settore”. Il
modello proposto “aggrega” le
migliori esperienze maturate
sul territorio, anche attraverso i
precedenti avvisi Home Care
Premium, formando un “puzzle” gestionale di elementi
concreti e applicati, di cui si
propone il trasferimento anche
alle altre realtà territoriali. Il
Progetto Home Care Premium
2012 si pone l’obiettivo di attuare e sostenere finanziariamente percorsi funzionalmente
ed economicamente sostenibili, anche sulla base dei parametri strutturanti il sistema economico e socio demografico nazionale: risorse finanziarie limitate, crescita del bisogno a
seguito dell’invecchiamento
della popolazione, evoluzione
delle strutture familiari e sociali di base. Il Modello Proposto
rappresenta l’elaborazione delle positive esperienze rilevate
durante la gestione dei progetti
finanziati con i precedenti Avvisi, capitalizzandone le migliori pratiche. Il presente Avviso 2012 rappresenta un costante e continuativo “work in
progress” che nel futuro modificherà ulteriormente la propria
struttura alla ricerca di un modello di eccellenza nelle politiche sociali in favore dell’assistenza domiciliare a soggetti
NON auto sufficienti. Le Pre-
stazioni afferenti il Progetto
L’intervento progettuale, per
previsioni istituzionali, normative e regolamentari, deve necessariamente riferirsi a prestazioni e interventi, economici e
di servizio, afferenti esclusivamente la sfera socio assistenziale di supporto alla Non auto
sufficienza e allo stato di fragilità anche in un ottica di prevenzione, pur cogliendone
l’eventuale necessaria integrazione con la sfera sanitaria. Tra
le differenti modalità di intervento a supporto della NON
auto sufficienza e fragilità si è
scelto, sin dall’Avviso 2010, di
investire le risorse economiche
dell’Istituto nell’assistenza domiciliare, rappresentando il
modello che meglio coniuga il
binomio “sostenibilità – dignità umana”, da cui l’etichetta
che identifica il Progetto: Home Care Premium, un contributo “premio” al fine di prendersi cura, a domicilio, delle
persone NON auto sufficienti.
Il Progetto ha lo scopo non solo di sostenere e definire interventi diretti assistenziali in denaro o natura ma anche la volontà di supportare la comunità
degli utenti nell’affrontare, risolvere e gestire le difficoltà
connesse alla status di non auto sufficienza proprio o dei
propri familiari. Ampio spazio
d’intervento a carico dell’Istituto verrà, pertanto, dedicato
alle fasi di informazione, consulenza e formazione dei familiari e dei care giver anche
eventualmente Non connessi a
un effettiva successiva fase di
supporto assistenziale diretto e
indiretto, da parte delle Pubbliche Amministrazioni e dell’Istituto. Ulteriore sforzo progettuale è orientato alla valutazione delle opportunità di inserimento, installazione ed uso, a
domicilio, di dotazioni fisiche
e attrezzature (ausili) o di strumenti tecnologici di domotica,
atti a ridurre il grado di NON
auto sufficienza e il livello di
bisogno assistenziale oltre il rischio di degenerazioni ulteriori. Possono proporre l’adesione
al Progetto Home Care Premium 2012, attraverso la sottoscrizione del Regolamento in
allegato, gli “Ambiti Territoriali Sociali”, così come definiti
dall’articolo 8, comma 3, lettera a) della Legge 328/2000.
Gli Ambiti Territoriali Sociali
o come diversamente localmente nominati e/o costituiti,
che propongono l’adesione,
devono essere stati definiti e
istituiti dalle corrispondenti
normative regionali di riferimento. L’Ambito Territoriale
Sociale proponente, comunque, Non dovrà avere una popolazione propria residente inferiore ai 30 mila abitanti, come desumibile dal Censimento
Generale della Popolazione
ISTAT 2011. La domanda di
adesione al Progetto HCP 2012
dovrà essere presentata e sottoscritta dal soggetto legalmente
competente a rappresentare i
Soggetti Proponenti, come sopra definiti, utilizzando esclusivamente lo schema di cui all’allegato, parte integrante del
presente Avviso. Il soggetto
proponente, laddove già delegato per l’esercizio delle fun-
zioni socio assistenziali, potrà
richiamare i provvedimenti attestanti l’avvenuta assegnazione delle funzioni. La domanda
di adesione deve essere presentata o inviata a mezzo raccomandata A/R ed entro il 30
settembre 2013, alla Direzione
Regionale, territorialmente
competente, INPS Gestione Ex
Inpdap, il cui elenco è disponibile sul sito dell’Istituto,
www.inpdap.gov.it, alla sezione “contatti”. Nel Sulcis Iglesiente l’intera organizzazione
sarà gestita dai Plus Distretti
Socio-Sanitari di Iglesias (capofile per Buggerru, Domusnovas, Fluminimaggiore,
Gonnesa, Iglesias, Musei e Villamassargia) e dal Plus Distretto Socio-Sanitario di Carbonia
(capofila per Calasetta, Carbonia, Carloforte, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius,
Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Santadi, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco,
Tratalias, Villaperuccio 9.
BANDO DI GARA
APPALTO, MEDIANTE PROCEDURA APERTA,
DEI LAVORI DI SISTEMAZIONE STRADE
CENTRO MATRICE BANDO BIDDAS
Importo complessivo dell’appalto (compresi oneri per la sicurezza): € 321.869,05 (euro
trecentoventunomilaottocentosessantanove/05); oneri per
l’attuazione dei piani della sicurezza non soggetti a ribasso:
€ 3.641,87 (euro tremilaseicentoquarantuno/87). Termine
di ricezione delle offerte
24/05/2013 - ore 13:30; Indirizzo: COMUNE DI NARCAO - Piazza Marconi, 09010
Narcao (CI).
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Realtà Locale
numero 628 del 9 Maggio 2013
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GROTTA DELLE LUMACHE DI BUGGERRU
PRESTO APERTA AL PUBBLICO
Marco Massa
La Provincia ha concesso un
contributo di 50.000 euro al
Comune di Buggerru per la
valorizzazione di beni culturali e turistici. In particolare
il contributo servirà per “favorire la valorizzazione culturale e turistica del territorio,
ma soprattutto la realizzazione degli interventi volti alla
messa in sicurezza e alla valorizzazione della “Grotta
delle Lumache” che da anni
attende il completamento dei
lavori strutturali per essere
aperta alla fruizione del pubblico.
Sono diversi lustro che detta
ca, con gli edifici appartenuti
alla società minerarie, diversi
dei quali sono stati brillantemente recuperati e destinati a
sala museo, teatro, o galleria
Henry percorribile in trenino.
Tuttavia vi è ancora una peculiarità che buona parte gli
stessi abitanti di Buggerru
non conoscono, o al massimo
sanno dov’è, ma nulla più. Si
tratta della grotta carsica “Le
Lumache” che si trova a metà
pendio della collina che sovrasta l’abitato e per accedere
alla quale sono stati realizzati
accessi e ingressi. “La Grotta
è sita sul fianco sud del Mon-
Buggerru - Grotta “Le Lumache”
Grotta attende di essere consegnata alla fruizione dei turisti, anche perché, in esclusiva, “Gazzetta del Sulcis Iglesiente” ne aveva fatto conoscere in anticipo le sue originalità e l’unicità delle concrezioni. Invece, mentre da una
parte si cercava disperatamente di motivare nuove correnti turistiche, dall’altra si
perdeva del prezioso tempo a
non presentare i gioielli di famiglia, molti dei quali sono
noti solo agli addetti ai lavori. Tutti conoscono le preziosità che Buggerru può offrire
col suo mare e le sue spiagge,
col patrimonio minerario recuperato alla fruizioni turisti-
Buggerru - Lumache fossilizzate
te Rosmarino ad una quota di
220 metri s.l.m. a breve distanza dalla strada che conduce agli ex cantieri minerari
di “Nanni Frau” e quindi vicinissimo al paese”. Qualche
tempo addietro la grotta era
stata aperta al pubblico, ma
poi qualcosa non deve aver
funzionato a dovere al punto
che essa è stata nuovamente
chiusa. Allo stato delle cosa
una corazzata porta in ferro
impedisce la fruizione di questo spettacolo naturale, dove
concrezioni di vario genere,
comprese aragoniti, restano
come un tesoro custodito in
cassaforte.
Altrove questo genere di ca-
vità vengono aperte al pubblico perché il turista abbia la
possibilità di ammirare il proscenio naturalistico dove scenari irreali, si uniscono a giochi di stalattiti o stalagmiti, e
dove, soprattutto le grotte ancora vive come “Le Lumache”, il gioco delle infiltrazioni d’acqua continua il suo
lento cesello artistico. “Sono
presenti in successione: grandi colate, imponenti edifici
colonnari, drappeggi di dimensioni ragguardevoli ed
una selva di stalattiti e stalagmiti alcune delle quali crollate a causa degli ultimi eventi
tettonici interessanti la zona
(qualche decina di migliaia di
anni fa!). Sulla parete di sinistra, si sviluppa una serie di
piccoli condotti, di origine
squisitamente freatica, che rivestono una certa importanza
per concrezioni aragonitiche.
Alla sommità del vasto ambiente sopra descritto, si ha
una notevole riduzione delle
dimensioni e una rotazione di
direzione con direttrice sud;
questa parte è costituita da
una media sequenza di gallerie a sezione ellissoidale
(chiara l’origine freatica) che
si sviluppano prima in leggera discesa, poi in risalita costante Anni fa, era stato detto,
che sarebbe stato bene tenere
ancora chiusa questa grotta
per studiarne la tollerabilità
dell’impatto che i visitatori
avrebbero creato. Una squadra di geologi e di esperti naturalisti aveva sistemato sofisticate apparecchiature per rilevare i dati di umidità stagionale, di ricambio dell’aria,
di possibile alterazione della
geomorfologia della grotta.
Ora, però, a distanza di anni,
questi rilievi sono stati completati e la Regione dovrebbe,
Comune d’intesa, dare l’autorizzazione all’apertura di
questa preziosità per Buggerru. A nessuno può sfuggire
che questa nuova attrattiva
andrebbe a costituire, assieme al mare, alle spiagge, alla
Galleria Henry ed altro ancora, un nuovo polo d’attrazione visitabile non solo nel periodo estivo. Peraltro c’è da
dire che se mai la grotta “Le
Lumache” verrà tenuta aperta, mai potrà essere registrato
il reale impatto che i visitatori produrrebbero sull’ecosistema interno.
Vantaggio con le visite di turisti e curiosi locali. Ora l’intervento finanziario della
Provincia dovrebbe dare l’ultima spallata per consentire
l’apertura della “Grotta delle
Lumache”.
Buggerru - Grotta “Le Lumache”
CI VUOLE IMPEGNO A RIPOPOLARE I PAESI SARDI
E FERMARE L’EMORRAGIA DALLE CAMPAGNE
“SADALI: SE VIENI A VIVERE QUI, IL COMUNE TI PAGA”
Piccolo è bello. O, a volte, anche meglio. Nonostante la
mancanza di risorse, sembra
che i piccoli paesi italiani reagiscano alla crisi con una dose
di creatività che ai Comuni più
grandi spesso manca. Un caso
esemplare è Sadali, un villaggio dell’entroterra sardo, in
provincia di Cagliari, che conta
poco più di 900 abitanti. Per
contrastare il problema dello
spopolamento l’amministrazione locale si è inventata un sistema originale: pagare le giovani coppie per trasferirsi stabilmente nel paese. L’offerta
messa a punto dalla giunta prevede l’erogazione di buoni
spesa di 200 euro al mese, per
due anni, destinati alle famiglie
che scelgono di spostare la
propria residenza a Sadali. Il
Comune da cui ci si muove però deve avere più di tremila
abitanti, altrimenti si rischia di
ripopolare un villaggio e di abbandonarne un altro. L’iniziativa ha preso avvio a fine 2010 e
ha permesso alla popolazione
del piccolo centro della Sardegna di passare da 928 a 958
anime. «Per un paese come il
nostro, che si è spopolato ininterrottamente dagli anni ’60 in
poi, una trentina di persone in
più in pochi anni sono un successo: equivalgono più o meno
a un incremento del tre per
cento», esulta il sindaco Romina Mura, che alle ultime elezioni politiche è anche diventata deputata nelle file del Pd. «I
bonus nominativi che offriamo
– aggiunge la prima cittadina –
consentono di usufruire sia di
beni che di servizi e non sono
spendibili al di fuori del territorio comunale: una boccata
d’ossigeno per l’economia del
posto. Il meccanismo è semplice: i commercianti che ricevono i ticket possono farseli rimborsare in Comune. E anche i
sadalesi, che sono i finanziatori
di questo progetto (usiamo
fondi del bilancio comunale)
sono per lo più soddisfatti perché sanno che i soldi erogati
restano sul posto e che in questo modo non vivranno in un
paese fantasma». I neoresidenti
di Sadali hanno un identikit
preciso. Si tratta di ragazzi con
età compresa tra i 25 e 40 anni,
sposati, livello di istruzione
medio-alto, con esperienze
professionali che vanno dall’artigianato all’agricoltura e
desiderosi – osserva il sindaco
– «di mettersi in discussione e
di rimettere le mani nella terra:
non a caso, molti di loro stanno
riportando a nuovo vigore gli
orti abbandonati della zona».
Chi si trasferisce nel piccolo
centro sardo fa una scelta di vita, insomma. Come quella che
Sadali
vogliono fare Andrea Possenti
e sua moglie Elena, due 28enni
di Cagliari, che hanno in mente
da un anno di prendere la residenza a Sadali e cercano di
coinvolgere nel progetto anche
altre coppie con il loro blog
Ripopola Sadali:
(blog.libero.it/ripopolasadali/).
«Noi vogliamo cogliere l’occasione dei bonus per trasferirci
lì e risvegliare il paese organizzando attività culturali e iniziative legate all’ecosostenibilità», spiega Andrea, che fa il
grafico pubblicitario ed è diventato papà da pochi giorni.
«Finora ci sono state circa duecento persone che si sono interessate a questo progetto. Ma
tranne quattro famiglie “pioniere” che già si sono spostate,
l’idea non è ancora andata in
porto. Primo perché sembra
non ci siano molte case in affitto. E secondo perché nel villaggio non c’è ancora il clima
ideale: una parte dei residenti
teme che andiamo lì per stravolgere tutto. Noi invece vogliamo solo arricchire quella
comunità. Speriamo di farcela», dice. A San Giovanni
d’Asso, un borgo di 900 abitanti vicino a Siena che vive di
turismo, l’amministrazione ha
promosso nel 2011 un esperimento simile a quello di Sadali: 300 euro di contributo affitto per dodici mesi a chi decide
di trasferire la residenza. «È
stato un bando una tantum però», precisa il sindaco Michele
Boscagli. «Non l’abbiamo rinnovato per mancanza di fon-
Sadali
di». «Le domande sono state
una quarantina, ma a oggi si è
trasferita una sola famiglia: tutte ci chiedevano anche un lavoro. In questo periodo di crisi,
se non si offre anche un’occupazione, le iniziative del genere rischiano di essere non abbastanza efficaci». Dare un impiego, quindi. Più o meno
quello che ha fatto il Comune
di Quiliano, in provincia di Savona, che ha deciso di affidare
in concessione gratuita alcuni
terreni da coltivare. «Nel campo ci sono alcune piante tipiche del posto, come l’albicocco, e la persona che si aggiudica il bando dovrà curare la raccolta dei frutti e fare manutenzione: se non è un vero e proprio lavoro, poco ci manca»,
dice il primo cittadino Alberto
Ferrando. L’idea, nel piccolo,
ricalca l’operazione della Chiesa ortodossa in Grecia, che nel
2012 ha messo a disposizione
appezzamenti di terreno per le
famiglie più colpite dalla recessione. Il sindaco spiega però che l’amministrazione non
si è ispirata a nessun caso particolare: «Gli enti locali devono fare sempre di necessità virtù. Le morse del patto di stabilità interno non ci permettono
di avere abbastanza risorse per
sostenere il reddito di chi è più
in difficoltà. E così, soprattutto
nelle realtà più piccole, bisogna usare tanta
fantasia».
*Tottus in pari
10
All’ingresso del paese di Domusnovas, lungo la strada che
conduce ad Iglesias nei pressi
dell’attuale rifornitore di carburanti, è presente una biforcazione che permettere di
giungere al nuraghe S’Omu ‘e
S’Orcu”; esso sorge in una vasta area semipianeggiante ai
piedi del Monte Marganai, ed
esattamente nella parte finale
di esso verso la piana del Cixerri, rappresentato dalle falde
di “Punta Perd’e Cerbu”. Nell’area circostante sono presenti
altri siti di indubbio interesse
che contribuiscono alla valorizzazione di questa zona la
quale anche solamente con la
“Grotta di San Giovanni” ed il
citato nuraghe acquisisce un
grosso interesse storico-naturalistico. L’edificio nuragico è
costituito da una torre originaria inclusa in un bastione trilobato e da un’antemurale pentalobato. Attorno sono presenti
resti murari che evidenziano la
presenza di un villaggio contiguo al nuraghe. Il mastio di
pianta circolare ( circa 9,00 m.
di diametro) presenta un’altezza massima residua di 4,50 m.
La muratura è realizzata con filari orizzontali irregolari costituiti da blocchi calcarei di
grandi e medie dimensioni.
L’ingresso della torre è parzialmente interrato ma si può osservare un bellissimo architrave esposto a sud. Il retrostante
corridoio di accesso alla camera lungo 2,00 m. e largo 1,00
m. , presenta pareti aggettanti e
chiusura a lastroni. Nella parete del corridoio si apre la porta
della scala d’andito ostruita nel
fondo da materiale di crollo.
La camera ha forma ellittica
Chiesa San Giovanni
Realtà Locale
numero 628 del 9 Maggio 2013
DAL NURAGHE “S’OMU E S’ORCU” DI DOMUSNOVAS
AL TERRITORIO DELLA VALLE DEL RIO SAN GIOVANNI
Roberto Curreli - Luciano Cuccu
(3,80x2,40 m.) e un’altezza residua di 5,00 m. Sulla parete
destra del vano si osservano
due nicchie distanti tra loro circa un metro. Il mastio è cinto
da un bastione lungo 17 m.con
un’altezza residua di 7,00 m.
Nel bastione sono presenti due
cortine non comunicanti, con
ingressi indipendenti. Le torri
di cinta presentano un’altezza
massima di circa 4,00 m. Il nuraghe è considerato uno dei più
grandi esempi di costruzioni
nuragiche, ed è datato al 16001000 a.C. Lungo le pendici del
monte Marganai , oltre al nuraghe “S’Omu ‘e S’Orcu” sono
presenti diversi altri nuraghi e
altre strutture di interesse archeologico oltre ad una miriade di cavità naturali abitate
dall’uomo preistorico fin dal
Neolitico ed il Centro Iglesiente Studi Speleo Archeologici
(C.I.S.S.A.) sta effettuando il
censimento di questi beni per
portare a conoscenza aspetti
degrado, nonostante si praticasse annualmente con forte ri-
ancora sconosciuti delle civiltà
che si sono avvicendate in questo territorio. Proseguendo lungo la strada asfaltata e costeggiando l’abitato ci si tiene sempre sul lato sinistro del rio San
Giovanni per giungere fino alla
chiesetta campestre dedicata a
San Giovanni Battista. Questa
da documenti esistenti, nel
1800 veniva riportata nelle carte come rudere , perché probabilmente era in forte stato di
chiamo di fedeli anche da luoghi lontani l’antica festività di
San Giovanni Battista. Inoltre
era ancora ben visibile l’antichissima chiesetta, dedicata allo stesso santo, situata all’interno della grotta omonima in
vicinanza dell’ingresso nord,
di cui ancora oggi si possono
osservare i resti parziali delle
fondazioni. Lungo questo percorso stradale, sul lato sinistro
è presente l’area di Punta Per-
d’e Cerbu di quota 514 metri
le cui belle pareti verticali sono
utilizzate dagli appassionati
per praticare free-climbing o
arrampicata libera. Vi si giunge
tramite una strada sterrata in risalita alla fine della quale si
cammina lungo un percorso semipianeggiante attraversando
un piccolo tratto interessato da
detriti. E’ appunto qui che sor-
vie con diversi gradi di difficoltà: tra esse “La caviglia che
mi stressa”, “Risveglio dal letargo” e “Tortura cinese”. Da
questo luogo si gode un’ ottima
visuale sulle “Grotte di San
Giovanni” le cui pareti degli
ingressi e le adiacenti falesie
sono utilizzate tutto l’anno come palestra degli sport di arrampicata; Nel 2009 il noto
ge “Castilandia”, una stupenda
parete di roccia calcarea nella
quale sono state aperte diverse
“climber” della Repubblica
Ceca Adam Ondra ha scalato
nella grotta la via“Super Marina”, gradandola tra le più difficili vie d’arrampicata da lui
percorse e quindi tra gli itinerari più duri al mondo. Dalla
cima “Perd’e Cerbu” è ben visibile la ferita inferta alla montagna poco prima di giungere
alla grotta di San Giovanni
lungo la strada che costeggia a
destra del fiume, con lavori di
cava di materiale inerte che ha
causato danni irreparabili all’ambiente. Nelle vicinanze di
“Castilandia” è anche presente la voragine “Sa Fossa de
Perd’e Cerbu” che sprofonda
per 96 m. con uno sviluppo di
404 m. In prossimità della
chiesa sono presenti il “Grottone di “Su Pertusu” e la “Grotta
di Su Pertuseddu” nei quali sono stati rinvenuti dei manufatti
appartenenti al Neolitico (raschiatoi in selce e ossidiana,
asce, altri frammenti di ossidiana, microliti) e quindi importantissimi per la conoscenza
delle culture che si sono succedute in quest’area del Marganai. Lungo il corso del fiume
era attiva fino a qualche tempo
fa una cartiera oggi non più
funzionante. La prima struttura
risale al 1833 e le vecchie documentazioni dicono che “la
prima attività industriale che
entrò in funzione a pieno regime nel territorio di Domusnovas fu la cartiera voluta da
Carlo Pilo Boyl nel 1833 che
lavorò diversi decenni con ottimi profitti, ma dovette subire
parecchie interruzioni a causa
della malaria che non permetteva il lavoro estivo ed alcune
calamità che la danneggiarono” La costruzione di questa
fabbrica fu fortemente osteggiata dalla popolazione per
l’inquinamento del fiume non
esistendo l’acquedotto. Nel
1836, ricorda lo Spano (Note
all’itinerario dell’Isola di Sardegna del Lamarmora) “un furioso turbine smantellò questo
edifizio e vi perirono 5 lavoranti. Il vento trasportò la carta sino alle montagne di Gonos
Fanadiga”. Come riportato da
R. L. Costa e E.Canavera, nel
libro “Domusnovas dalle origini al ‘900”, a metà dell’Ottocento, la cartiera fu acquistata
dal conte Beltrami che la trasformò in una fonderia, provocando anch’essa non pochi
problemi di inquinamento del
fiume, tanto da indurre il Consiglio Comunale ad imporre al
conte Pietro Beltrami a proprie
spese la costruzione di un acquedotto dalla sorgente della
grotta alla periferia nord del
paese. Intorno al 1864 l’impianto divenne proprietà del
Cavalier Semenza ma non fu
reso attivo. Questa fu tenuta
dal Semenza fino agli ultimi
decenni del secolo, quando
passò nelle mani del Sig. Bernardo Fabbricotti. Dall’inizio
del XX secolo fu acquistata
dalla Ditta Lotti e C. che la
riattivò ottenendo grossi risultati produttivi (nel 1913 nella
cartiera lavoravano 34 operai)
e da allora questo stabilimento
non smise più di produrre con
alti e bassi fino ai giorni nostri.
Lungo il corso del rio San Giovanni erano presenti diversi
mulini idraulici, nei quali erano macinate le granaglie del
territorio e quelli dei comuni
vicini; le date di costruzione risalgono a periodi antecedenti
al 1800, ciò si presume dal fatto che già i Pisani e gli Aragonesi-Spagnoli solevano macinare il grano nei mulini che
quindi costruivano nei loro territori.
L’area comunale di Domusnovas come quella dei comuni vicini, ricchissima di beni storico-archeologici e naturalistici
contribuisce in modo non indifferente a potenziare l’inestimabile ricchezza del SulcisIglesiente.
Realtà Locale
numero 628 del 9 Maggio 2013
INAUGURATO A CAGLIARI IL CENTRO
DI MOBILITA’ REGIONALE GIOVANILE
11
IGLESIAS
CASA “EMMAUS” HA CELEBRATO 25 ANNI
D’ATTIVITA’ CON I TOSSICODIPENDENTI
Marco Massa
Inaugurato il Centro regionale per la mobilità giovanile
MOVE (mobilità opportunità
e volontariato in Europa) che
rappresenta una novità assoluta a livello nazionale, oltre
ad essere uno dei pochi esempi di servizio integrato in ambito europeo. L’iniziativa è
stata illustrata da Stefano Tunis, direttore dell’Agenzia regionale per il lavoro e da Paolo Di Caro, direttore dell’Agenzia Nazionale per i
Giovani, assieme agli assessori regionali del Lavoro,
Mariano Contu, e della Pubblica Istruzione, Sergio Milia.
“L’obiettivo principale - hanno spiegato Tunis e Di Caro è offrire percorsi di istruzione, di lavoro e di volontariato
all’estero ai giovani con minori opportunità e a rischio di
esclusione sociale”. “L’inaugurazione del Move - ha detto
l’assessore Contu - è per noi
un momento molto importante perché si tratta del primo
centro per la mobilita giovanile aperto in Italia. E’indispensabile per i nostri giovani
confrontarsi con altre realtà
poiché molto abbiamo da imparare da paesi come la Germania, dove i percorsi di formazione hanno avuto un
grande successo. Lo dimostrano i dati relativi all’occupazione: in Germania la disoccupazione giovanile è sotto l’8 per cento, mentre in Italia si attesta intorno al 30 per
cento”. L’offerta dei servizi
nasce proprio dalla volontà di
sperimentare azioni innovati-
ve per dare risposta al preoccupante fenomeno della disoccupazione giovanile, partendo dalla consapevolezza
che i programmi di mobilità e
di finanziamento comunitario
rappresentano una reale opportunità. A livello europeo
sono circa 7,5 milioni i cittadini che, tra i 15 e i 24 anni,
non studiano, non lavorano e
non si formano. I numerosi
studi condotti sul tema confermano che la mobilità per
l’apprendimento accresce del
50% la possibilità di trovare
un’occupazione. “Il centro ha ribadito l’assessore Milia è un’occasione preziosa per le
nuove generazioni che possono confrontarsi con le altre
culture e diventare così sempre più competitive. L’interscambio è la base per l’acquisizione di competenze spendibili in Europa e nel resto
del mondo”. Come ha precisato il direttore dell’Agenzia
regionale, Stefano Tunis,
“tutte le esperienze acquisite
e certificate saranno inserite,
al rientro, in un passaporto
europeo delle competenze
spendibile nel territorio comunitario”. La struttura si rivolge prioritariamente ai giovani, anche senza titolo di
studio, che parteciperanno ad
azioni individuali o di gruppo. Potranno beneficiare dei
servizi anche le scuole, le
università, gli enti locali, le
imprese e associazioni datoriali, le associazioni e gli enti
di formazione professionale.
Ospitato nei locali dell’Agen-
zia, in Via Is Mirrionis 195 a
Cagliari, il Centro offrirà servizi che saranno fruibili recandosi di persona e operativi
a partire dalle prossime settimane. Le attività saranno promosse attraverso uno specifico sito internet, in fase di ultimazione, e i principali social
network (Facebook, twitter).
Tra le azioni che andranno a
regime nei prossimi mesi di
maggio e giugno sono previste in particolare: informazione (attività di sportello, newsletter e totem multimediali),
orientamento (consulenze individuali e di gruppo, promozione di opportunità di stage),
volontariato e impresa all’estero (anche al di fuori dell’Unione Europea), formazione linguistica e interculturale,
affiancamento alla preparazione di un percorso formativo all’estero (assistenza alla
ricerca della scuola, ente,
azienda all’estero, ricerca delle soluzioni logistiche, assicurative ecc), assistenza durante
il periodo di soggiorno all’estero, accoglienza al rientro, valutazione del raggiungimento degli obiettivi formativi. Sarà l’Unione Europea a fornire le risorse finanziarie, attraverso i programmi
dedicati alla mobilità giovanile, che necessiteranno di essere integrate dal Fondo Sociale
Europeo attualmente in fase
di elaborazione per il quadro
di programmazione 20142020.
QUARTA EDIZIONE “ORA ET LABORATORIO”
NEL MONASTERO DI SAN PIETRO DI SORRES
Dal 18 al 20 ottobre nel Monastero Benedettino di San Pietro di Sorres (Borutta - Sassari), “Ora
et laboratorio”: laboratorio di comunicazione a ritmo di silenzio e preghiera. La tecnologia offre
oggi tante possibilità per restare in contatto con amici, conoscenti, colleghi… ma siamo davvero
capaci di comunicare? Sappiamo ancora ascoltare? E quanto è importante riscoprire il Silenzio in
un mondo frenetico e sempre di corsa?
Ora et laboratorio è un’esperienza di comunicazione perfettamente integrata nella vita del monastero. Il Labora (lavoro) che scandisce le giornate dei monaci benedettini diventa, nella proposta,
laboratorio di comunicazione: lezioni teorico-pratiche durante le quali i partecipanti si confronteranno con la loro capacità di ascolto e comunicazione.
La tre giorni, introdotta dal Rev.mo padre Antonio Musi, Abate di San Pietro di Sorres, sarà guidata da Seàn Patrick Lovett, docente di comunicazione alla Pontificia Università Gregoriana,
direttore della sezione inglese della Radio Vaticana. L’iniziativa è aperta a tutti coloro che vogliano fare esperienza di un silenzio che parla, fino ad un massimo di 20 partecipanti. La comunicazione non è un qualcosa per addetti ai lavori, ma è caratteristica fondante dell’essere persona. Ora et laboratorio è organizzato da MEDIANTE – associazione di promozione sociale, in
collaborazione con Libreria Paoline di Cagliari e Sardegna Alternattiva.
Casa Emmaus
Venticinque anni a fianco di
chi, più debole, ha saputo dimostrare di volersi riscattare
e rientrare in società. Venticinque anni d’attività di Casa
Emmaus, ai piedi del Marganai, hanno significato questo:
a fianco di chi, nei momenti
di debolezza, si è lasciato trascinare nel tunnel della droga,
però a un certo punto ha avuto un momento di lucido ripensamento e si è reso disponibile a farsi aiutare per riuscirne.
Ebbene, venticinque anni di
Casa Emmaus non sono passati inosservati o nel chiuso
della Comunità. A parte i
gruppi, i familiari e i volontari che non hanno mai fatto
mancare l’affetto vicino ai
circa trenta ragazzi che solitamente dimorano in questo
centro di terapia antidroga, la
più bella e significativa testimonianza è arrivata dagli ex
di Emmaus arrivati persino
dal Continente, qualcuno con
la famiglia e i figli, per confermare il proprio “grazie”
agli operatori e lo stimolante
“coraggio” a quanti stanno
tentando la strada del riscatto
in questo momento. Il 25
aprile scorso, alla festa di ri-
correnza del venticinquesimo
anniversario del Centro non è
voluto mancare neppure il
Vescovo mons. Giovanni
Paolo Zedda che ha avuto parole di grande apprezzamento
e di stima per quanti operano
in questa realtà, dove la giornata è scandita da piccole ma
basilari cose: lavoro manuale
(cucina, pulizia area comune,
serre, piccoli animali, coltivazioni di ortaggi a campo aperto, manutenzioni, tutto per
l’autosufficienza), verifica
personale o di gruppo, sport,
visite specialistiche medicopsico-sociologiche. Concetti
che il Vescovo ha ripetuto durante la Messa.
Migliaia di giovani sono passati per Emmaus, in venticinque anni. Ancora oggi la
struttura ha in essere una convenzione col Ministero di
Grazia e Giustizia per l’accoglienza di soggetti sottoposti
alla misura degli arresti domiciliari, è sempre stata aperta, dando ospitalità e aiuto a
chiunque ne abbia manifestato l’esigenza.
Ad “inventare” “Casa Emmaus” è stato Nico Grillo,
professore di Filosofia nei Licei di Iglesias, il quale, im-
battendosi nella realtà della
tossicodipendenza e del disagio, ospitò inizialmente dei
giovani in casa sua, quindi
decise di fare qualcosa in un
suo terreno, ai piedi del Marganai. Così nacque il primo
embrione di “Emmaus” che
oggi, a distanza di un quarto
di secolo, dispone di un centro di “prima accoglienza” e
di locali per una trentina di
ospiti.
Molti degli ospiti di Emmaus
sono rientrati a casa recuperati e si sono formati una loro
famiglia, dedicandosi seriamente anche al lavoro, ha
spiegato la Direttrice Giovanna Grillo. Il nostro compito,
però, ha spiegato ancora, non
è quello di perseguire per forza il risultato del recupero.
Molti tornano nella strada
precedente. Però, è già qualcosa che essi abbiano vissuto
un periodo della tormentata
esistenza, in un ambiente che
ha mostrato di saperli aiutare.
Sanno anche che in ogni momento possono venire per
consultarci”. Attualmente
Emmaus è presieduta da Fernando Nonnis che dedica tutto il suo tempo disponibile a
questo servizio.
SUSANNA LAVAZZA HA PRESENTATO
CHIARA VIGO E IL BISSO
Domenica 14 aprile
scorso, nel Centro
Congressi del THotel
di Cagliari, Chiara
Vigo ha mostrato, davanti ad un curioso
pubblico, come si lavora la preziosa fibra
tratta dalla Pinna Nobilis (il più grande bivalve del Mediterraneo) e ha dialogato
con il pubblico. Nel
contempo è stato presentato l’ebook illustrato “Dal buio alla luce, il bisso marino e Chiara Vigo” di Susanna Lavazza - la prima biografia artistica del Maestro di bisso Chiara Vigo – Ed è stato proiettato un bellissimo documentario della tv svizzera sulla “seta del mare” che ai tempi della Bibbia usavano solo sacerdoti e
re. L’appuntamento, dal 12 al 21 aprile e sempre negli spazi del THotel, è stato preceduto da
una mostra (rimasta aperta per diversi giorni) di immagini del fotografo Roberto Rossi, di Carbonia, che illustravano alcuni momenti dell’attività del Maestro di bisso, che ha ereditato questo
patrimonio dalla nonna.
Commendatore della Repubblica Italiana, candidata Patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco, oggetto di 10 tesi di laurea, Chiara Vigo, 58 anni, di Sant’Antioco, è l’unica persona
che lavora ancora questo prezioso filato secondo la tradizione che arriva dalla Mesopotamia,
dai Caldei. Una sacerdotessa che segue riti antichissimi ed esprime nella sua parte esoterica la
millenaria cultura che ha attraversato il Mediterraneo. Una tradizione, quella della lavorazione
del Bisso, che si tramanda da 23 generazioni. Una maestria che si esprime in opere custodite nei
più importanti musei: dal Louvre al Pigorini di Roma all’Etnografico di Basilea. Anche perché il
bisso non si vende e non si compra: si può solo donare o ricevere.
12
Realtà Locale
numero 628 del 9 Maggio 2013
TURISMO: LA SINDROME DELLA STAFFETTA
Beppe Tassone
Potremmo definirla “sindrome
della staffetta”, una sorta di
“condanna” a perdere dopo che
si è condotto per tre quarti la
gara in testa, ma con l’ultimo
atleta che non ce la fa a mantenere il ritmo, appare demotivato e fuori allenamento e manda
all’aria il lavoro dei suoi tre
compagni di ventura.
Il turismo in Italia da tempo
soffre di questa sindrome: i
fondamentali ci sono tutti, gli
elementi di successo, la fantasia, l’imprenditorialità ed il lavoro non mancano, ma alla fine
il risultato atteso non giunge
perché è la sintesi che viene
meno. Manca quel “sistema”,
quella capacità di visione in
avanti che consenta di mettere
insieme tutti gli elementi, di
omogeneizzarli, di unirli in uno
sforzo comune e di consentire
di raggiungere risultati che sarebbero a portata di mano. Giocano tanti elementi: la mancanza di concorrenza, la difficoltà
crescente a fare impresa, l’assenza di un coordinamento che
offra l’indispensabile sostegno
del territorio alle iniziative ed
anche un’inspiegabile difficoltà
ad aprire alle nuove tecnologie,
l’informatica su tutte. In tempi
di telefoni ultramoderni, di capacità in qualunque momento
di riuscire a rapportarsi col territorio, si contano sulle dita di
una mano le realtà che hanno
saputo aprirsi veramente a questo moderno che ormai è l’oggi
che stiamo vivendo.
“E’ capitato nei giorni scorsi,
ha spiegato un turista, di trovarsi in una grossa città turistica europea: col telefono e con
le applicazioni, si è riusciti praticamente a fare tutto, dal conoscere l’ora del passaggio dell’autobus a verificare l’apertura
dei musei e a prenotare alcuni
ingressi. Ho pensato ai nostri
musei chiusi per mancanza di
fondi, alle difficoltà nei trasporti, all’assenza del settore
pubblico che anche in questo
settore avrebbe dovuto fungere
da traino, veicolando le “poche” risorse disponibili, senza
sprecarle in improbabili depliant o in altrettante promozio-
ne destinate al massimo a consentire qualche trasferta fuori
dalle mura di casa”.
La rivoluzione del turismo in
Italia dovrabbe partire da qui,
dalla determinazione ad aprire
spazi nuovi chiedendo al settore pubblico di intervenire nel
campo che gli è proprio, quella
della modernizzazione e del
miglioramento tecnologico della vita. L’ultimo atleta, quello
che fa perdere una corsa ormai
vinta, ha diversi nomi, ma un
unico comune denominatore: si
chiama stanchezza, improvvisazione, mancanza di fantasia,
assenza d’entusiasmo, lassismo, difficoltà a comprendere i
cambiamenti, scarsa propensione alla ricerca del nuovo.
E dire che sono anni ormai che
l’Europa spinge nella direzione
dei sistemi turistici integrati e
che in diversi Stati s’investe
nella modernizzazione.
Da noi tutto scivola, come se
una patina di sapone fosse stata
spalmata su un piano discendente e i risultati si vedono.
Ora occorre trovare, e velocemente, il quarto atleta: quello
che consenta di finire in testa la
gara, di restituire ottimismo e
di riprendere un percorso virtuoso. Non è facile, ma non è
assolutamente impossibile: dalla parte di chi ci crede vi sono
il territorio, la sua gente migliore, tanti giovani e un bacino
di utenza che da sempre ha nel
nostro Paese uno dei proprio
principali riferimenti. L’importante è crederci e soprattutto
non perdere ulteriore tempo:
sul turismo tutto si può fare
meno che scherzare, soprattutto
in Italia.
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SPAZIO AGLI EMIGRATI
AL CIRCOLO ANGIOY DI MARCHIROLO
GLI ULTIMI DUE ROMANZI DI RENATA ASQUER
SARDA DI PADRE E DI SENTIMENTI
Paolo Pulina
Renata Asquer alla presentazione
Renata Asquer, di padre cagliaritano, discendente di un’antica famiglia aristocratica sarda, è nata e cresciuta a Varese. Dopo aver insegnato lettere per molti anni, si è dedicata
nell’ultimo quindicennio a una intensa attività
di scrittura, concretizzando una passione letteraria lungamente vagheggiata. Come se avesse
voluto rendersi conto delle difficoltà del nuovo
percorso intellettuale, la Asquer ha innanzitutto studiato le vite di due grandi scrittori: ha
mandato alle stampe prima, nel 1998, il volume “La triplice anima. Vita di Fausta Cialente” (Interlinea) e poi, nel 2002, “La grande
torre. Vita e morte di Dino Buzzati” (Manni).
Ha continuato con la raccolta di racconti
“Memorie dal labirinto” (Manni, 2002), il
racconto lungo “Treni in transito” (Manni,
2004) e il romanzo storico “Le luminarie. Vita
di Isabella de Capua Gonzaga” (Besa Editrice, 2005). Per la casa editrice sarda Arkadia
ha pubblicato “Soldamore” (2009) e “Dal primo alla zeta” (2011).
Di queste due ultime opere, alla presenza dell’autrice, si è parlato, nel pomeriggio di sabato 21 aprile, presso la sede del Circolo sardo
“Giommaria Angioy” di Marchirolo (VA), presieduto da Gianfranca Canu, in un incontro
posto sotto questa insegna: “Ritorno a Cagliari, Vite e
destini, Gioie e dolori”. In effetti, la città di
Cagliari occupa un posto importante in entrambe le narrazioni. La scrittrice le qualifica
come due distinti “ritorni a Cagliari” in quanto, durante le visite periodiche ai parenti cagliaritani, ha raccolto testimonianze che ha
poi “riversato” nelle due opere. In “Soldamore” viene raccontato mezzo secolo di avvenimenti storici a Cagliari (tra il 1912 e il 1945:
il primo conflitto mondiale, l’epidemia dell’influenza spagnola, il fascismo, la guerra in
Spagna, la seconda Guerra Mondiale, ecc.) attraverso le vicende di una saga familiare: protagonisti sono Francesco Sallinguer, discendente di una famosa casata di origini spagnole, e i suoi affini. Numerose lettere inframmezzano il dipanarsi del romanzo: sono frutto dell’elaborazione creativa dell’autrice ma naturalmente riecheggiano fatti e personaggi reali
e sono un intelligente stratagemma narrativo
per consentire ai lettori di sentirsi quasi persone di casa, emotivamente
trasportati dentro il cerchio delle faccende domestiche (belle e brutte) della famiglia Sallinguer. In “Dal primo alla zeta” Cagliari si offre
solo in alcuni scorci memoriali di Betta, che –
obbligata a letto dai postumi di una delicata
operazione chirurgica che sicuramente le ha
tolto dal corpo la presenza di un “ospite” insidioso ma non le ha ridato la certezza che questo non possa ripresentarsi minaccioso – riempie le pagine del suo diario con i ricordi di
persone, luoghi ed episodi
che l’altalena dei suoi stati d’animo le fa riaffiorare alla mente. Ecco una riflessione di Betta su Cagliari: «E sono sempre sul punto di
piangere ripensando a ogni strada, ogni quartiere, piazza, belvedere di Cagliari. Tutti quelli
cui sono legati i ricordi e in fondo la mia anima. Mi meraviglia sempre che nella mia mente
non risulti mai offuscata la memoria di quei
posti.
Forse perché me li sogno quasi ogni notte.[…]
Per tornare alla mia città, aggiungo che con
Laura ci siamo fatte una promessa: andremo
assieme a Cagliari appena starò un poco meglio. […] Arrivata sui bastioni, vorrei fermarmi almeno tre ore, là sulla panchina di fronte a
tutto quel ben di Dio; da qualsiasi lato uno si
gira non sa proprio che paesaggio scegliere:
se le montagne in lontananza con le cime sforbiciate dei Sette Fratelli, oppure la costa con il
colle di Sant’Elia e la Sella del Diavolo o anche lo stagno, più sotto, dove stazionano gli
splendidi fenicotteri rosa e, più oltre, l’immensa piana del Campidano». Eppure, in un discorso di geografia letteraria relativo alla capitale della Sardegna, il primo “ritorno a Cagliari” dell’autrice si ritrova in questi passi
della monografia storico-critica dedicata alla
Cialente: «Nella caserma dei carabinieri
del viale Buoncamino, il belvedere più famoso
della città, c’è l’abitazione della famiglia Cialente; nell’alloggio ufficiali, al secondo piano,
in una stanza che affaccia sul mare, nasce
Fausta, il 29 novembre del 1898. Una ripida e
stretta strada conduce al Buoncamino, sempre
affollata da gente a piedi e in carrozza; pochi
rinunciano all’abitudine quotidiana del passeggio all’ora del tramonto per ammirare, una
volta di più, la spettacolare veduta del golfo
degli Angeli; oltre la fuga
dei bianchissimi, orientali terrazzi, su cui le
palme, come enormi ventagli, si chinano al
tocco tenace del maestrale (che appartiene a
Cagliari proprio quanto la bora a Trieste), la
città giunge al mare distendendosi indolente,
come una bella odalisca, ad anfiteatro. Oltre,
nell’assoluta solitudine, la brughiera, gialla di
stoppie, del Campidano, e più lontano ancora
la macchia viola o vellutata dei monti con impenetrabili covi abitati da cervi, cinghiali e
banditi». Nel suo intervento a
Marchirolo la Asquer ha citato la frase di una
scrittrice: «Una donna risorge quando un’altra donna ne raccoglie il respiro». In “Dal primo alla zeta” ha voluto dare una seconda vita
a una persona cara, ma come causa remota
del suo scrivere si riferisce agli aneddoti familiari raccolti a Cagliari (in questo senso dice
che questo nuovo romanzo nasce da una costola di “Soldamore”). Cagliari è il luogo concreto ma anche immaginario al quale la protagonista dalla vita avventurosa – che
pure ha girato il mondo – si sente indissolubilmente legata. La sua sensibilità sognatrice – ci
dice la Asquer – ci trasmette questo messaggio: uno può salvare la propria vita se è capace di affidarsi al potere dell’immaginazione,
della creatività. Ai soci del Circolo sardo di
Marchirolo la Asquer ha dichiarato la sua
“sarditudine”, il senso di appartenenza alla
Sardegna in virtù dell’origine del padre e dei
suoi forti sentimenti affettivi nei confronti dell’isola. Una curiosità: nel palazzo
comunale ristrutturato di Marchirolo in cui ha
sede da anni il Circolo sardo erano una volta
le aule della scuola media: in quei locali, da
giovani studenti universitari, hanno svolto supplenze sia Renata Asquer sia il marito, l’avvocato Giovanni Guerrieri, il quale – agnizione
propria di un romanzo, tanto per rimanere in
tema – ha ritrovato tra i soci del Circolo presenti all’incontro culturale anche qualche suo
lontano allievo.
Storia e Personaggi
Nella memoria, mia e di milioni di
persone, Peppino Fiori è stato impresso dal Tg2, edizione domenicale, ore
13, anni 1976 e successivi. Intendiamoci, ci era ben noto Peppino Fiori,
giornalista d’inchiesta, Tvsette, libri di
valore e risonanza. Però quello del
TG2 domenicale imponeva un rito.
Ora di pranzo, tavola imbandita, televisore ben piazzato, Fiori compariva
in chiusura del Tg, in tre/quattro minuti ti raccontava il risvolto nascosto
di un fatto, guardandoti in faccia.
Chiuso il Tg, si apriva L’Altra Domenica di Renzo Arbore, grande della
Raitivù d’intrattenimento. Gli studiosi
e gli storici della comunicazione segnano il 1976, Rete 2, Tg2 di Barbato
e Fiori, inchiesta e intrattenimento
pazzesco mai banale, come pietra miliare dell’innovazione in televisione,
per linguaggio, verità e apertura. Innovazione in una Italia che era cambiata
nel costume, nella cultura, nei diritti,
nel pluralismo politico, una primavera
che già si immergeva negli anni di
piombo. Fiori vicedirettore del Tg2
era più che cinquantenne. Nato a Silanus nel 1923, tappa di uno degli spostamenti della famiglia per ragioni di
servizio del padre Antonio, Maresciallo dell’arma dei Carabinieri. Peppino
nome vero e registrato, italianizzato in
Giuseppe dal direttore di La Stampa,
Giulio De Benedetti, intollerante di
diminutivi. Ginnasio a Cagliari, luogo
sempre nel cuore. Bombardamenti e
studio, laurea nel 1945, anni 22. Tesi
sul cinema come lui stesso racconta in
un saggio a introduzione dei volumi
sul Cinema a Cagliari, scritti da Giuseppe Podda, amico d’intelligenza e di
cultura. Altro giornalista di vaglia
Giuseppe Podda, prodigo di insegnamenti verso tanti della mia generazione. Attaccato a Cagliari al punto da rifiutare ogni proposta di trasferimento
alla redazione romana del suo giornale L’Unità, tappa indispensabile per
più ampie esperienze. Varcò invece il
Tirreno, Peppino Fiori, verso la RAI
nazionale, Roma, in residenza stabile
con la sua famiglia dal 1970. Alle
spalle oltre venti anni di professione,
giornalista a L’Unione Sarda, alla redazione sarda della Rai, libri inchiesta, biografia di Gramsci: un caso politico-culturale, e tanto altro. La Società del Malessere, libro del 1968, mi
fece conoscere Peppino scrittore e indagatore della società sarda. Lessi più
tardi l’altro suo libro inchiesta, Baroni
in Laguna. Nella Società del Malessere i protagonisti raccontano al registratore. Quando questo non è possibile, Fiori fa parlare le persone attraverso i fatti e ogni tanto trae conclusione.
Libro di analisi della società sarda,
importante nella nostra formazione
culturale. Nel 1966 pubblica la prima
edizione della “Vita di Antonio Gramsci”, da Laterza, non da Einaudi. Inaugura il suo genere, la storia attraverso
le biografie, che gli varrà un posto importante tra gli autori del secondo Novecento italiano.
Il libro ci restituisce di Gramsci, “un
ritratto a figura intera, con i tuffi del
sangue e della carne” per dirla con le
stesse parole di Fiori. Il libro fu un caso di successo editoriale, traduzione in
dodici lingue, arabo e cinese e giapponese compresi. E anche un caso di
polemiche politiche. Fiori aveva documentato un Gramsci amareggiato
nel carcere di Turi, per iniziative del
partito a dir poco imprudenti per il suo
futuro, e in dissenso con la svolta degli anni ‘30 dell’Internazionale comunista, abbandono della linea del fronte
largo di lotta contro il fascismo, pretesa di autosufficienza dei comunisti
con settarismo spinto sino ad affibbiare l’accusa di “social fascismo” alla
sinistra non comunista. Togliatti e altri dirigenti di primo piano condivisero quella linea. Altri no e furono
espulsi dalla direzione. Gramsci in
carcere considerava sbagliata quella
linea, in sintonia con i compagni
espulsi. Fiori ha scritto che la sua biografia di Gramsci è “un’opera trasgressiva. Di che? Della vecchia ortodossia”. Quella che non ammetteva la
possibilità di strappi e contraddizioni,
immaginiamoci lacerazioni fra Gramsci e Togliatti in un passaggio storico
importante. Il dibattito fu ampio. A
Fiori si riconosceva il merito di una
biografia completa di Gramsci. Quanto ai tratti culturali e politici di Gramsci, beh! Quella un’altra cosa. Tra gli
altri, promosse un dibattito a confutazione di Fiori Rinascita sarda, direttore Umberto Cardia, uomo peraltro di
spirito aperto e colto. Scrivono lo stesso Cardia, Pietro Secchia, Alfonso
Leonetti, uno degli espulsi, altri protagonisti diretti e studiosi del movimen-
numero 628 del 9 Maggio 2013
SALVATORE CHERCHI RICORDA PEPPINO FIORI
A DIECI ANNI DALLA SCOMPARSA
Salvatore Cherchi
Peppino Fiori
to comunista. Interviene sul periodico
ancora Peppino Fiori, cortese e fermo,
ribadisce, documenti alla mano. la solidità del suo lavoro. Da Einaudi pubblicherà nel 1994 la “Vita attraverso
le lettere”, libro scritto con l’intenzione di accostare a Gramsci, “i giovani
poco informati dalla scuola”. L’impianto del libro è basato sull’idea
(nuova) di attingere al blocco carcerario delle lettere e in pari tempo al
blocco giovanile. I lavori di Fiori su
Gramsci, avversati dalla vecchia ortodossia, hanno fatto in realtà, un grande servizio ai comunisti italiani. Hanno infatti reso più evidente e più feconda l’influenza del teorico dell’egemonia, del socialismo basato sul consenso, nella costruzione del partito comunista italiano. E che la diversità del
PCI, rispetto alla generalità dei partiti
fratelli, e il consenso di massa poggiavano su un pensiero non dogmatico,
quello di Antonio Gramsci. Nel 1993,
Fiori era tornato al romanzo, suo ge-
nere di esordio. Da Einaudi, pubblica
“Uomini ex”, sottotitolo “lo strano destino di un gruppo di comunisti italiani”. 466 partigiani comunisti, i più
emiliani o milanesi, si rifugiarono in
Cecoslovacchia per evitare la prigione
in Italia, per condanne, molte politicamente ispirate, per controversi fatti seguiti alla caduta del fascismo nell’emiliano triangolo rosso o a Milano,
volante rossa. Lunghi anni di gelo e
poi il disgelo con la primavera di Praga, l’aiuto fraterno con i carri armati
per spegnerla e restaurare ancora il gelo. Motiva il titolo, il bilancio esistenziale conclusivo di uno degli italiani
protagonisti della storia. Sognava
l’uomo nuovo Aristide Baraldi, “Mi
ritrovo ad essere soltanto l’uomo ex.
Cacciato dal partito (praghese), dunque ex tesserato comunista, cacciato
dall’associazione dei giornalisti. Ex
giornalista... Fuori dall’associazione
della caccia, Ex cacciatore..Ex tutto”.
Dunque, Uomini ex. L’Io narrante del
romanzo è Antonio Selliti, segretario
della Camera del Lavoro di Carbonia,
fuoriuscito a Praga, 1948, insieme
con il primo sindaco post Liberazione, Renato Mistroni, Renato Manzoni
nel romanzo. Di Renato Mistroni, Fiori racconta solo di sfuggita, da lui non
aveva cavato molto. Il fatto è che Mistroni non raccontava ad estranei le
vicende dei comunisti. A Carbonia gli
abbiamo dedicato una piazza. Fosse
stato meno riservato, Fiori ne avrebbe
fatto un ritratto in pagine di buona letteratura. Ma Mistroni, 12 anni di carcere dal Tribunale speciale fascista,
rimase attaccato alle regole sino alla
fine. Nel 1979, elezioni politiche, Fiori è candidato Senatore. Collegio di
Cagliari, collegio difficile per la sinistra. Si usava allora fare la campagna
elettorale porta a porta in modo serio.
Alla classica domanda “chi avete candidato?”, “Peppino Fiori!” si rispondeva, senza ulteriori presentazioni.
Funzionava cosi. Facile presentarti
con Fiori nelle case e chiedere il voto.
Fu rieletto nelle due successive legislature, collegio di Oristano. Fiori faceva la campagna elettorale con rigore, che si trattasse di incontri al mercato con i cittadini o di parlare in una
piccola radio o televisione di provincia, la professionalità era la stessa.
Con i giovani (io ne ho avuto beneficio) era prodigo di consigli e di aiuto.
Con sua lettera spedita con largo anticipo, chiese di non essere ricandidato
alle elezioni del 1992. Continuerà però a fare le campagne elettorali. Pep-
pino Fiori non era comunista. Potrebbe dirsi un socialista liberale, azionista e autonomista. Si capisce che ama
gli ideali di Carlo Rosselli, di Emilio
Lussu, di Ernesto Rossi. Non era comunista ma stimava profondamente
Enrico Berlinguer; un berlingueriano,
così lo considerava anche l’ala migliorista del partito. Di Berlinguer condivideva gli obiettivi essenziali a partire
dalla questione morale, intesa come
grande questione politica del Paese.
Quando il PCI fu sciolto, molto si
amareggiò per la diaspora che ne seguì, preoccupato per l’indebolimento
della forza più importante della sinistra. “Ci fosse ancora Berlinguer….”
diceva, sicuro che lui avrebbe saputo
traghettare unito, tutto quel popolo
verso un nuovo lido. Ma torniamo al
Senato. Fiori è componente della
Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni, nella sua prima legislatura, della Difesa nelle successive. Sarà sempre nella Commissione di vigilanza sulla Rai. Troppo lunga anche
la sola sintesi dell’attività parlamentare. Non dimentica la Sardegna, conosce l’importanza degli archivi per gli
studiosi, presentando e portando all’approvazione la legge, “Norme per
la consultabilità degli atti del tribunale
speciale per la difesa dello Stato
(1990)”, legge che semplifica sostanzialmente l’accesso a questi archivi.
Sono cofirmatari della legge - sentite i
nomi - Bobbio, Arfè, Leopoldo Elia,
Paolo Volponi, De Rosa, Arrigo Boldrini. Si occupa ovviamente di comunicazione, firmando a nome della sinistra indipendente la proposta di legge
sulla regolamentazione del sistema radiotelevisivo italiano. In Parlamento si
batte contro la concentrazione. Battaglia importante quella del 1984. In
una sola mano erano state concentrate
tre reti private. Nulla di comparabile
all’estero. Berlusconi trasmetteva su
base nazionale, aggirando, con efficace espediente tecnico, la legge che dispone la trasmissione solo in ambito
locale. I pretori impongono il rispetto
della legge. Segue un decreto legge ad
hoc per Berlusconi, di Bettino Craxi.
Il decreto legge viene impallinato a
voto segreto. Lo si reitera, questa volta con l’accortezza di concessioni anche alla Rai e anche al partito comunista con parte della terza rete. L’opposizione è depotenziata. La sinistra indipendente resterà sola nell’ostruzionismo parlamentare. Molta amarezza
di Fiori. Il decreto legge è convertito.
Venne la legge Mammì, anno 1990, e
fu vittoria a 360 gradi per la Fininvest.
Su Berlusconi ha scritto il libro “Il
Venditore”, edito da Garzanti, 1995.
Biografia a trecentosessanta gradi.
Approccio quello consueto dello studioso serio, documentazione precisa
di ogni riga. Andava professionalmente soddisfatto di non aver ricevuto
querele dall’interessato, libro inquerelabile dunque, riscontro esplicito di
veridicità dei fatti da parte di chi ha
stuoli di avvocati in servizio permanente effettivo. Il libro fu osteggiato
nell’accesso alla presentazione nei
grandi mezzi di informazione. Molti
acquisti a scopo limitazione circolazione notizie. Nondimeno nel tempo,
ha viaggiato verso le 100mila copie
vendute. Libro ben attuale a vent’anni
dalla prima edizione. Lettura utile per
chi voglia comprendere l’Italia di oggi. Un esempio per tutti. Il debito pubblico, problema gigantesco. Quando si
forma? Negli anni del CAF, il Craxi,
Andreotti, Forlani. Peppino Fiori, a
riepilogo di quegli anni nel capitolo finale de “il Venditore”, cede la parola a
Antonio Martino, Ministro in un Governo Berlusconi, non molto ben tollerato perché liberal sul serio. Scrive
Martino sul Corriere della Sera, marzo
1995, e Fiori riporta testuale. “Mi
sembra incontrovertibile che il disperato dissesto della nostra finanza pubblica debba essere direttamente imputato al periodo 1980-1993, in quei tredici anni abbiamo contratto nuovi debiti per oltre un milione 650mila miliardi (di lire, circa 850 milardi di euro, nota). Quasi il 90 per cento dell’intero stock del debito è stato il frutto
della gestione dissennata di quegli anni”. Quel periodo si concluse con il
crollo della prima Repubblica, travolta
da tangentopoli. Berlusconi ebbe la
capacità di presentarsi come il nuovo.
Per illuminare questo passaggio storico, Fiori cede la parola allo storico tedesco Michael Braun: “Soffia nel Pae-
se un vento di sollevazione contro la
“nomenklatura” del vecchio regime
democristiano-socialista, scrive Braun
e prosegue, “Berlusconi non è solo un
potente del vecchio regime, potente è
diventato grazie a questo regime”.
Fiori sintetizza la transizione così :
“Dire leninianamente che il berlusconismo è la fase suprema del craxismo
è solo una battuta facile, ma non del
tutto incongrua”. Di Craxi, Fiori ha
un’opinione netta: non penserà mai
che il suo soggiorno ad Hammamet
abbia che fare con quello di Pertini a
Nizza e che i venti anni comminati ad
Ernesto Rossi dal tribunale fascista
valgano i 22 anni comminati all’ex
primo ministro, da tribunali di una repubblica democratica. Due anni dopo
la biografia di Berlusconi, Fiori pubblica la biografia di Ernesto Rossi,
Una Storia Italiana, Einaudi 1997. C’è
chi giustappone le due biografie,
l’eroe negativo, l’eroe positivo. C’è
molto di fondato, soprattutto nella
considerazione della cosa pubblica in
rapporto agli interessi privati. Ernesto
Rossi, entra in carcere nel 1930, ne
uscirà nel 1943. Tra un carcere e l’altro, è confinato a Ventotene. Qui scrive con Altiero Spinelli il Manifesto
che dall’isola di confino prenderà il
nome. Il Manifesto di Ventotene per
l’unità statuale dell’Europa, e la definitiva abolizione degli stati nazionali e
sovrani. Di Ernesto Rossi, Fiori porta
in primo piano aspetti meno eclatanti
di quello della lotta al fascismo. La
serie delle grandi biografie si chiude
(1999) con Casa Rosselli. Vita di Carlo e Nello, Amelia, Marion e Maria. Il
libro è tenacemente desiderato da
John Rosselli, figlio di Carlo. Le biografie comprendono anche L’anarchico Schirru. Condannato a morte per
l’intenzione di uccidere Mussolini,
Mondadori 1983; Il cavaliere dei Rossomori. Vita di Emilio Lussu, Einaudi
1985 e la Vita di Enrico Berlinguer,
Editori Laterza, 1989. Le biografie
scritte da Fiori, che riguardino protagonisti di primo piano o persone comunque esemplari in quei contesti
storici, sono riconosciute dagli storici
di professione innanzitutto per il loro
valore culturale. Non romanzi a sfondo storico, ma meticolosa indagine,
lavoro di documentazione, ricostruzione con gli strumenti del mestiere
scientifico. Detto più in chiaro, nessuno che voglia scrivere di certi periodi
della storia del Novecento italiano, del
ruolo delle forze politiche e dei protagonisti da lui studiati, può prescindere
dai libri di Peppino Fiori. Dalla consapevolezza dell’importanza culturale di
questo lavoro, Peppino Fiori traeva
appagamento della fatica fatta. L’ultimo suo impegno letterario è la ripubblicazione di “Sonetaula”, gennaio
2000. La prima edizione risaliva al
13
1962. La nuova non è una semplice
riedizione. Ne ha tolto 150 pagine.
Protagonista Zuanne Malune, chiamato Sonetaula “più che di uomo, cresciuto figlio di bosco e di pecore”. In
una nostra conversazione romana,
Peppino diceva di avere fretta di finire il libro. Voleva dedicarlo alla nipotina. Nella nota che apre il libro scrive: “Lo dedicai (il primo Sonetaula) a
mia moglie Nandina che non c’è più.
La prosegue nostra nipotina Giovanna. A entrambe congiuntamente dedico questa nuova stesura”. Vi è in questa dedica la forza e la serenità della
vita che prosegue. Ho conosciuto un
Peppino Fiori sereno nei suoi ultimi
anni, immerso nell’affetto della sua
famiglia e nella stima di tanti, consapevole di aver fatto la sua parte con rigore, sempre passionale nella reazione
alle cose storte. Quando Peppino
scomparve, dieci anni fa, Carlo Azeglio Ciampi, scrisse “Sono profondamente rattristato. Con lui viene a mancare una persona esemplare che seppe,
con l’esercizio critico della ragione e
con grande passione civile, offrire alla
nazione il suo impegno di giornalista,
di studioso, di parlamentare”. Cosi lo
ricordava un grande Presidente della
Repubblica e con le sue parole lo vogliamo ricordare oggi come uomo
pubblico. Nei sentimenti più privati
c’è il nostro affetto per un uomo che
abbiamo conosciuto generoso nei sentimenti e nel dono del suo sapere.
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Speciale Parco Geominerario
numero 628 del 9 Maggio 2013
LA MINIERA DI SA MARCHESA
Roberto Curreli
La miniera di Sa Marchesa, assieme a quella di Rosas, è stata
una delle realtà minerarie più
significative del Basso Sulcis
ed ha influenzato per svariati
decenni l’economia dell’area.
Essa si trova nel comune di
Nuxis in prossimità della frazione di Acquacadda. I primi
documenti attestanti l’origine
della miniera risalgono al 1880,
quando venne rilasciata al Cavalier Gavino Scano, al Cavalier Innocenzo Cannas e soci la
concessione per l’esplorazione
di minerali di piombo e zinco.
Dopo una prima indagine l’attività mineraria si interruppe
per poi riprendere con una concessione nel 1881. Il materiale
veniva estratto e portato a Porto Botte mediante carri a buoi.
L’attività vera e propria prese
inizio nel 1882, quando Leon
Gouin, rappresentante della Società Hilarion Roux di Marsiglia, ottenne la concessione per
minerali di piombo, rame e argento, in realtà si trattava di tre
miniere differenti, tra cui Mon-
tixeddu-Su deIs Melas,Monte
Sa Iva (Ira), Riu Cannoni, per
un’estensione di oltre 370 ettari. I primi scavi avvenivano a
cielo aperto. Nel 1883 venne
impiantata una laveria , composta da cinque crivelli a tre
scompartimenti e due classificatori; tutto l’impianto era
azionato da una macchina a vapore di 12 cavalli, delineandosi
come vera e propria attività industriale. Nel 1884 a causa di
una crisi economica inerente la
vendita dei metalli produsse
una forte battuta d’arresto, per
cui la Società dichiarò fallimento chiudendo così la miniera, che rimase inattiva sino al
1887. A causa dell’interruzione
nel 1889, tramite un D.M. venne formulata un’ingiunzione ai
concessionari, affinchè riprendessero i lavori, cosa che non
avvenne, per cui la concessione
venne revocata. Nel 1891, passò all’Ingegnere belga Emilio
Jacob. Nel 1898 fu ceduta assieme alla miniera di Truba
Niedda alla Societè Anonyme
di Liegi . Nel 1899, si ebbero
ulteriori difficoltà nell’arricchimento tanto da modificarne le
operazioni. Nel 1904 la Società
vendette la miniera all’Inge-
LO SFRUTTAMENTO DELLE ACQUE
DELLA MINIERA
Per poter riqualificare il sito,
oltre che recuperare gli edifici
ed adibirli per scopi turisticoscientifici, anche mediante
l’allestimento di un museo
multimediale, l’Amministrazione comunale di Nuxis ha
pensato di utilizzare le acque
presenti all’interno dei pozzi e
delle gallerie minerarie. A seguito della L.R. 16/95, sono
stati attribuiti contributi al comune di Nuxis per reperire risorse idriche, onde irrigare oltre cento ettari di terreno nella
piana di Is Ceis; l’individuazione è stata effettuata, considerando la notevole risorsa
idrica presente nell’ ex miniera di “Sa Marchesa”. Da studi
effettuati è stata determinata la
potenzialità dell’acquifero di
circa 3,3 Milioni di metri cubi/anno. Proprio i dati provenienti dai due cantieri della
miniera hanno fornito i dati più
significativi per la ricerca. Infatti il cantiere di Sud-Est ha
fornito scarse quantità di acqua, mentre il cantiere di
Nord-Ovest perennemente allagato, creava gravi problemi
per l’estrazione durante la coltivazione mineraria. I dati più
significativi sono stati forniti
dal pozzo principale profondo
oltre duecento metri, che in periodi di inattività si riempiva. Il
primo grosso intercettamento è
avvenuto nel 1961 con la co-
struzione di una galleria. Nel
1965 durante la prosecuzione
dei lavori si intercettò una seconda falda acquifera la cui
eduzione forniva portate di circa 40 l/sec. Al termine dei lavori di estrazione le gallerie si
sono allagate e il livello si è
stabilizzato a 150-155 m. sul
livello del mare. I dati sono
stati supportati da una trivellazione effettuata dalla Società
Progemisa con il ritrovamento
di una falda avente portata di
esercizio di 16 l/sec. E’ stato
costruito nelle vicinanze un
bacino di raccolta per poter distribuire le acque ai campi.
Purtroppo l’opera non è ancora
in funzione.
Depositi d’acqua
CONSORZIO DEL PARCO GEOMINERARIO STORICO
E AMBIENTALE DELLA SARDEGNA
Via Monteverdi, 16 - 09016 Iglesias (CI)
Tel. +39 0781 255066 - Fax. +39 0781 255065
www.parcogeominerario.eu - E-mail: [email protected]
Sa Marchesa oggi
gner Karl William Wright che
nel 1908 la cedette alla Società
Anonima di Domusnovas. Ai
primi del ‘900 i lavori si concentrarono nelle gallerie Leone, Mannu e Ilario oltre che
negli scavi Colomba e Trinità,
dove si alternarono periodi di
attività ad altri di interruzione.
I lavori ripresero nel 1923 con
risultati poco apprezzabili. Nel
1930 la miniera fu acquistata
dalla Società Miniere di Rosas
che gestiva altre miniere vicine
per cui i minerali vennero trattati nella laveria di Rosas. Nel
1936 a Sa Marchesa vennero
ripresi i lavori con esito soddisfacente per poi interrompersi
nuovamente. Nel 1946 si tentò
una ripresa dei lavori grazie al
potenziamento degli impianti
di Rosas. Nel 1951 la miniera
divenne proprietà dell’ AMMI
S.p.A., oltre che prelevare i minerali dalle discariche per essere nuovamente trattati, portò
avanti i lavori nel settore NW
della concessione. Nella miniera di Sa Marchesa si coltivava
un filone mineralizzato a solfuri lungo quasi due chilometri in
direzione NW all’interno dei
calcari cambriani. Nel 1965
vennero realizzati un pozzo e
cinque livelli per uno sviluppo
complessivo di circa due chilometri. Dopo alterne vicende la
miniera chiuse definitivamente
nel 1980. Del complesso attualmente si possono osservare,
svariati ruderi, due tramogge in
ferro e un bellissimo forno di
calcinazione.
Cultura
Se con un romanzo il lettore
ha la possibilità di sognare,
staccandosi quindi dalla realtà, un volume
incentrato sulla paidèia, costringe a restare coi piedi obbligatoriamente saldi a terra.
Sognare è lecito, si sa: ma pur
sempre di finzione si tratta, e
con essa non si fanno mai
buoni affari. Oggi più che
mai. Guardare in faccia la realtà dei fatti, razionalizzando
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numero 628 del 9 Maggio 2013
SARDEGNA IN LIBRERIA
IN PIEMONTE BRUNO FURCAS E SALVATORE BANDINU
PRESENTANO IL LIBRO “I DOLORI DEL GIOVANE BULLO”
Valentina Usala
il contesto dando a esso il suo
giusto peso, significa acquisire responsabilità nei confronti
di se stessi e di una società
che ha smarrito la retta via.
Troppo si parla e poco si
ascolta. È l’effetto a creare
sgomento, ma se ci preoccupasse della causa ci si aiuterebbe l’un l’altro. È più sbrigativo punire che educare, curare che prevenire, omologare
che istruire. Ma il fuoco scotta, e se ci espone troppo, si finisce col rimanere ustionati:
qui si parla di ripercussione
sul lato non tangibile dell’essere umano e sono i sentimenti ad essere coinvolti.
Emarginazione, esclusione, ricatto, prepotenza, violenza,
intimidazione, molestie, aggressioni, persecuzioni, discriminazioni. Bullismo. “I dolori
del giovane bullo”(Arkadia
editore, 2012), il libro scritto
dai due educatori cagliaritani
Bruno Furcas e Salvatore
Bandinu, approda sui banchi
delle scuole del Piemonte. In
provincia di Alessandria, più
precisamente a Tortona, si è
verificato uno spiacevole atto
di bullismo in una scuola superiore, che ha creato scompiglio nella cittadina.
Da lì l’intento di creare un
progetto che coinvolgesse le
scuole. Date le precedenti
esperienze con la casa editrice
Arkadia, l’idea è balenata dopo la consultazione del sito internet che documentava la
pubblicazione dei due educatori, autori di un testo che trattava la materia del bullismo e
del disagio giovanile. In accordo con l’editore, Riccardo
Mostallino, è stato tracciato
un percorso e proposto il volume a docenti e presidi, che
hanno accolto l’idea positivamente. Così l’idea ha preso
forma tra i banchi di scuola. I
ragazzi sono stati coinvolti direttamente - sollecitando e
ascoltando i loro pareri e proposte - perché i veri protagonisti, in fondo, sono loro. Fulcro centrale il bullismo, la
comprensione del fenomeno
con l’ausilio del saggio di
Bandinu e Furcas. Gli istituti
coinvolti sono le scuole medie
dei comuni di Viguzzolo, Volpedo e S.Sebastiano Curone e
la classe III A del liceo delle
Scienze Umane di Tortona.
Un progetto articolato, prodotto con l’aiuto dei due autori,
grazie alle loro conoscenze ed
esperienze. Il progetto, che ha
avuto inizio questa settimana,
prevede la lettura del volume
in classe con gli insegnanti di
Lettere. I giovani liceali, sulla
base del loro percorso di studi,
oltre che sull’analisi del testo
(curata dalla docente di Italiano, Angela Pelizza) si concentreranno sulla tematica della
violenza e della prevaricazione tra gli studenti con l’insegnante di Sociologia, Susanna
Maggi. Prevista per oggi, inoltre, una videoconferenza tra
gli alunni delle scuole coinvolte e la casa editrice Arkadia, oltre alla visione di un
film e all’incontro con una
psicologa. Tutto ciò in vista
della XXVI edizione del Salone del libro presentato “I dolori del giovane bullo”. I ragazzi
incontreranno gli scrittori, con
i quali interagiranno, illustrando le loro relazioni e schede
del libro, commentando il lavoro svolto e quanto appreso,
riservandosi eventuali lacune
e domande.
Il libro è inoltre stato distribuito presso la libreria tortonese Namastè. Una mamma si
è procurata il volume al di là
del contesto scolastico, per
leggerlo con suo figlio, per
documentarsi assieme, di quel
che è il bullismo. Queste le
sue parole: «Ci tenevo a fare i
miei complimenti agli autori,
non potendolo fare di persona,
che hanno saputo illustrare
egregiamente e con estrema
semplicità concetti spesso
ignorati e trascurati dalla società. Sono la mamma di un
ragazzo di 12 anni, insieme al
quale ho intrapreso la lettura.
Ho voluto questo libro, per
lui, per me». Il fatto che ragazzi e docenti abbiano accolto con entusiasmo questo progetto, ma ancor di più che la
notizia sia stata recepita con
interesse da un genitore, sta
forse ad indicare che esiste
un’esigenza di fondo: quella
di capire, ed essere capiti.
PER LA SCRITTRICE LAURA FICCO
NUOVI RICONOSCIMENTI LETTERARI
Cristoforo Puddu
La poetessa e scrittrice Laura
Ficco -genovese di nascita,
ma sarda di adozione con residenza ad Assemini- aveva
concluso il 2012 con il conseguimento degli ambiti riconoscimenti letterari della
Constantinian University di
Rhode Island-USA e dell’Università della Pace di
Lugano-Svizzera. I componimenti lirici e i caratteristici
racconti brevi della Ficco sono assai noti ed apprezzati
per l’evidente impegno ideale nel diffondere la cultura di
valori autentici, stimolare
una riflessione sul senso della vita ed accrescere il significato di solidarietà sociale
con spirito di fraternità.
A testimoniare l’impegno
della Ficco nel promuovere i
valori di pace e solidarietà
sono, oltre le adesioni a manifestazioni istituzionali, le
sentite partecipazioni a recital poetici per i detenuti o in
case di cura e la disponibilità
verso l’associazionismo presente nel tessuto sociale cagliaritano.
Dunque, la poesia è vissuta
da Laura come un’opera
aperta a cui contribuire con
un gesto di umanità, che concretizzi il fluire dei versi in
atteggiamenti positivi nei
confronti del prossimo.
E in questa ottica vanno letti
Il settimanale
di casa tua
Ogni Giovedì
in edicola
o in abbonamento
anche gli ultimi due riconoscimenti, conseguiti dall’artista sarda-ligure al “Premio
AVIS-Capannoli” in Toscana
e il “Premio Europa” di Lugano, con la rispettiva consegna dei premi ed attestati il
19 maggio e il 26 maggio
2013. All’ottava edizione del
concorso di Capannoli -centro toscano dell’Alta Valdera
che il geografo-storico-naturalista Emanuele Repetti
(Carrara, 1776 – Firenze,
1852) aveva descritto nell’Ottocento come “Un bellissimo villaggio situato sul ripiano di un’umile ed amena
collina, decorato da nobili e
cospicue abitazioni, traversato da spaziose vie, un terzo
di miglio dalla ripa sinistra
dell’Era”- è pervenuta al secondo posto nella sezione di
narrativa con il racconto “Gli
occhi di Emma”, incentrato
sul tema della donazione degli organi; mentre al “Premio
Europa” di Lugano è risulta-
ta finalista, tra ben 264 pubblicazioni in concorso, con la
raccolta lirica “Brucia la notte”, dedicata alla violenza
sulle donne.
SULCIS - IGLESIENTE:TURNI DEL 11 & 12 MAGGIO 2013
FARMACIE:
IGLESIAS: NAPOLEONE, corso Colombo, tel. 0781.22224
CARBONIA: GIGLIO, piazza Iglesias, tel. 0781.64281
CARLOFORTE: PICCALUGA, via XX Settembre, tel. 0781.854011
SANT’ANTIOCO: RUBISSE, piazza Umberto, tel. 0781.83031
PARINGIANU: LOI, via Sardegna, tel. 0781.502221
NARCAO: COMUNALE, piazza Marconi, tel. 0781.959048
BENZINAI:
IGLESIAS: SOLO SERVIZIO 24ORE
CARBONIA:
AGIP-BINDO, piazza Matteotti
AGIP-BALIA, località Sirai
Q8-PERDIGHE, via Lubiana
VILLAMASSARGIA: Q8-MURGIA, via Stazione
GONNESA: Q8-MAMELI, corso Matteotti
SANT’ANTIOCO: AGIP-MARONGIU, lungomare Caduti di
Nassiriya
CARLOFORTE: AGIP-REPETTO, via Porticciolo Pescherecci
SAN GIOVANNI SUERGIU: AGIP-SECHI, via Portobotte
SANTADI: TAMOIL-PORCINA, strada statale 293
PORTOSCUSO: TAMOIL-PORTAS, via Dante
GIBA: Q8-IBBA, via Principe di Piemonte
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