La Visita Pastorale Carissimi, è ormai noto che in novembre (27-28-29) il nostro Vescovo Diego sarà tra noi per la sua Visita Pastorale. Tanti di voi, gli adulti, ricorderanno Mons. Alessandro Maggiolini, e Mons. Ferraroni! La Visita Pastorale è per tutti noi “momento favorevole di conversione e di salvezza”. È “un’occasione in cui il successore degli Apostoli, il Vescovo che è venuto a servire in nome di Cristo e per amore suo, viene a visitare le comunità cristiane della Diocesi”. Il Vescovo Diego così si esprime: “Vengo a visitarvi nel nome del Signore. Vivremo insieme una crescita della sua presenza tra noi, un approfondimento del nostro amore per lui, una nuova e più viva percezione del suo amore tenerissimo, risanante e misericordioso, per noi peccatori. Dovremo vivere la consolazione liberante e pacificante, che viene dall’esperienza dello Spirito”. La Visita Pastorale, nella storia della nostra parrocchia, è sempre stato un momento significativo per la crescita nella vita di fede e di verifica pastorale. Sicuramente lo sarà anche in questo anno, perché, ricordiamolo, prima di tutto è un dono del Signore, non un fastidio burocratico o di ulteriori impegni. Per questo desidero invitare tutti i parrocchiani a vivere questo tempo di preparazione, con un impegno maggiore, nella preghiera e nella riflessione. È stato predisposto un calendario di incontri comunitari che trovate qui di seguito: segnatelo sul vostro calendario familiare! Conto, come sempre, su una vostra risposta generosa, anche da parte di chi si ritiene non proprio “addetto ai lavori”: coraggio, è un’occasione per allargare un po’ i recinti della parrocchia! Affidiamo questo cammino al S. Crocifisso e ai nostri Santi Patroni; prego con voi e per voi, perché anche questo momento di grazia, non ci trovi distratti, un saluto e un augurio. Don Giuseppe - Arciprete La preparazione comunitaria con la preghiera, la formazione e l’appuntamento della S. Messa domenicale Data SETTEMBRE Appuntamento Luogo Orario Venerdì 04 Domenica 06 Giovedì 17 Venerdì 18 Sabato 19 Venerdì 25 Adorazione Eucaristica Pellegrinaggio Croce della Reit Incontro zonale Serata di avvio Serata di avvio Incontro parrocchiale Collegiata Pedemontana S. Crocifisso Collegiata Collegiata Oratorio 20.30 8.45 20.45 20.45 20.45 20.45 Adorazione eucaristica S. Rosario comunitario Incontro parrocchiale Pellegrinaggio al Santuario Incontro parrocchiale S. Rosario comunitario Incontro parrocchiale S. Rosario comunitario Incontro parrocchiale Collegiata Collegiata Oratorio Tirano Oratorio Collegiata Oratorio Collegiata Oratorio 20.30 20.30 20.45 16.00 20.45 20.30 20.45 20.30 20.45 Adorazione Eucaristica Incontro parrocchiale Incontro parrocchiale Collegiata Oratorio Oratorio 20.30 20.45 20.45 OTTOBRE Venerdì 02 Domenica 04 Venerdì 09 Domenica 11 Venerdì 16 Domenica 18 Venerdì 23 Domenica 25 Venerdì 30 NOVEMBRE Venerdì 06 Venerdì 13 Venerdì 20 1 GLI APPUNTAMENTI PER LA FORMAZIONE LA MODALITA’ DI APPROFONDIMENTO Testo di riferimento: “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia” CEI Lettura previa personale della scheda Presentazione della scheda Lavoro di gruppo sulla scheda -Quali sono i contenuti del documento che maggiormente colpiscono la nostra attenzione? -Come la nostra comunità parrocchiale vive quanto letto nel documento? -In quale modo la nostra comunità traduce concretamente i temi presentati nel documento? Ripresa del lavoro di gruppo in assemblea Conclusioni venerdì 18 e sabato 19 settembre La comunità apostolica La comunità apostolica negli Atti degli Apostoli con don Ivan Salvadori, docente di teologia dogmatica - Como venerdì 25 settembre Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia Presentazione del testo di riferimento e della visita pastorale venerdì 09 ottobre n. 7 - La Chiesa madre genera i suoi figli nell’iniziazione cristiana Nell’iniziazione cristiana la Chiesa esprime il suo volto missionario verso chi chiede la fede e verso le nuove generazioni. La parrocchia è il luogo ordinario in cui questo cammino si realizza. venerdì 16 ottobre n. 8 - Alla mensa della Parola e del Pane: il giorno del Signore Ogni domenica, in ogni parrocchia, il popolo cristiano è radunato da Cristo per celebrare l’Eucaristia, in obbedienza al suo mandato: “Fate questo in memoria di me”. venerdì 23 ottobre n. 9 - Per la maturità della fede: la cura degli adulti e della famiglia Una parrocchia dal volto missionario deve assumere la scelta coraggiosa di servire la fede delle persone in tutti i momenti e i luoghi in cui si esprime. venerdì 30 ottobre n. 10 - Segno della fecondità del Vangelo nel territorio La parrocchia nasce e si sviluppa in stretto legame con il territorio, come risposta alle esigenze della sua ramificazione. venerdì 13 novembre n. 12 - Servitori della missione in una comunità responsabile Il cammino missionario della parrocchia è affidato alla responsabilità di tutta la comunità parrocchiale, è comunione di persone che si riconoscono nella memoria cristiana vissuta e trasmessa in quel luogo. venerdì 20 novembre La visita pastorale Sintesi e conclusione 2 PROGRAMMA DELLA VISITA PASTORALE DEL VESCOVO Venerdì 27 novembre Ore 9.30 incontro con i sacerdoti e i religiosi Ore 15.00 visita alla scuola dell’infanzia e alla comunità delle suore Ore 17.00 incontro con i bambini della scuola primaria e i ragazzi della scuola secondaria di I grado Ore 18.00 S. Messa al S. Crocifisso con la partecipazione di tutti i gruppi parrocchiali Ore 20.45 incontro con il Consiglio Pastorale Parrocchiale, il Consiglio Affari Economici e i gruppi parrocchiali Sabato 28 novembre Ore 9.30 visita agli ammalati, agli anziani e alla Casa di Riposo Pomeriggio incontro con le autorità civili, associazioni sportive e laicali Ore 18.00 S. Messa animata dagli adolescenti e dai giovani Ore 21.00 incontro con gli adolescenti e i giovani in Oratorio Domenica 29 novembre Ore 10.30 S. Messa solenne con la celebrazione del Battesimo e inizio del cammino per i fidanzati Ore 14.30 preghiera al Cimitero e conclusione della Visita Pastorale Qualche nota sulle Visite Pastorali d’altri tempi Sin dagli albori del II millennio abbiamo qualche testimonianza della pratica della visita pastorale da parte dei vescovi o dei loro emissari nella diocesi di Como. Risale al 1031 il più antico documento che attesti tale uso. Le testimonianze aumentano a partire dal Duecento, ma bisogna arrivare al XV secolo per avere la documentazione di una visita pastorale nel Bormiese. Il primo marzo 1444 i vicari del vescovo di Como Gerardo Landriani, Bertramo de Montono, abate del monastero di S. Abbondio di Como e Stefano Appiani decretorum doctor, visitatori delegati, indagarono sullo stato della chiesa e del personale ecclesiastico della cura dei SS. Nicola e Giorgio di Valfurva e della chiesa plebana dei SS. Gervasio e Protasio di Bormio. In particolare fu interrogato Nicolino de Mutina, curato di Furva e canonico del Capitolo di Bormio. In tale occasione fu imposto agli uomini di Valfurva di pagare nell’arco dell’anno una certa cifra al sacerdote che, in caso di negligenza, avrebbe potuto esimersi dalla celebrazione dei divini uffici. Più dettagliata la relazione sullo stato del clero e della chiesa di Bormio. Lo stesso Nicolino fu interrogato sulle prebende dei canonici, sugli amministratori dei beni ecclesiastici, sugli uffici liturgici celebrati ogni giorno. Gli fu chiesto se possedeva il breviario e se avesse recitato ogni giorno quanto prescritto per i sacerdoti. L’interrogatorio continua con domande sulla moralità dei canonici e cappellani delle chiese suffraganee, in particolare si indaga sul concubinato del clero, in quei tempi piuttosto diffuso. Risponde Nicolino che nessuno dei componenti il Capitolo di Bormio convive con concubine, soltanto il prete di Pedenosso aveva una convivente e un certo prete tedesco che risiede a Livigno. L’esame continua sul modo di battezzare e di confessare, sulla simonia, sui matrimoni tra parenti, sulla partecipazione ai sacramenti, e ancora sulla gestione dei redditi spettanti alle chiese, oltrecché notizie sugli usurai e sui chierici irregolari. Concludono i due visitatori, alla presenza di una decina di uomini di Bormio, che, a spese della Comunità, si deve provvedere entro un anno un piviale, uno stendardo e un messale; scaduto il termine si ordina al canonico Nicolino di non celebrare nessuna messa fintanto che non si sarà provveduto, pena la scomunica. L’obiettivo del vescovo era quello di uniformare i riti e la pastorale, moralizzare la vita del clero e della comunità laica e correggere eventuali furfanterie nell’amministrazione del patrimonio ecclesiastico. I documenti che attestano l’esercizio dello jus visitandi da parte dei presuli comaschi si fanno più consistenti nella seconda metà del Quattrocento. Per il Bormiese è attestata la visita di monsignor Branda Castiglioni nell’agosto del 1480, quando consacrò la ricostruita chiesa di S. Gallo. Monsignor Antonio Trivulzio fu in visita pastorale nel novembre 1490. In tale occasione sarà certo stato oggetto di discussione il censo che il Comune di Bormio pagava ogni anno al vescovo per le rendite spettanti alla mensa episcopale, confermate, probabilmente secondo l’uso, e sancite poi con diploma del primo luglio 1497. Soprattutto fu concesso al Comune di nominare gli amministratori del patrimonio della chiesa, licenza certo singolare perché contraria all’immunità ecclesiastica. Tale concessione fu ratificata nel giugno del 1528 da monsignor Cesare Trivulzio. Recita il documento che “noi Cesare Trivulzio, per grazia di Dio e della sede apostolica vescovo di Como ecc. secondo l’esigenza del nostro pastorale ufficio venuti in questi giorni alla terra di Bormio, nella Valtellina, diocesi di Como, per ivi visitare le chiese, le persone ed i luoghi e correggere, riformare ciò che è da riformare, tanto nel capo quanto nelle membra, e non avendo potuto agire quanto era necessario ed opportuno circa la nostra visita perché colpito da violenta febbre, per la quale fummo necessitati, così infermo, partire da essa terra di Bormio e trasferirsi a Stazzona, presso Tirano, per maggior comodità di medici e medicine e altre cose necessarie per tornare in salute. Comparsi alcuni nobili consiglieri della Comunità di Bormio chiedendo e supplicando che fosse confermato quanto concesso dal reverendissimo di buona memoria Antonio Trivulzio, volendo compiacere ad essa Comunità e uomini, si concede che in tutti i tempi possano eleggere e deputare due uomini dabbene per sindaci e procuratori ed un altro uomo giusto e capace per canevaro di detta chiesa, i quali, con l’arciprete e i canonici, facciano le investiture e le locazioni di tutti i beni di detta chiesa ecc.”. Fu forse l’ultima visita pastorale anteriore al concilio 3 di Trento. Nel frattempo la situazione politica del Bormiese mutò e, alla signoria milanese e francese, nel 1512, si sostituì quella delle Tre Leghe. Anche la storia religiosa dell’Europa sarà scossa, nei primi decenni del Cinquecento, dalla Riforma protestante che, nella interpretazione di Zwingli e poi di Calvino, avrà l’adesione della maggioranza dei Comuni che componevano le Leghe Grigie. Da allora la pastorale incontrò non poche difficoltà nella sua attuazione, soprattutto, dopo il 1563, nel concretizzare quanto si prescrisse nei decreti del concilio di Trento, per il tentativo da parte dei Grigioni di avvicinare i paesi soggetti favorendo in questi ultimi l’adesione alla Riforma. Con l’editto dato in Illanz il 26 gennaio 1557 le Leghe, fra l’altro, proibirono agli ecclesiastici forestieri di entrare in Valtellina e Contadi senza il loro consenso. Fu così che i vescovi comaschi non poterono più entrare nella frazione di diocesi soggetta ai paesi oltralpe. Con il pretesto di curarsi ai Bagni di Bormio, nel 1578, il vescovo Giovanni Francesco Bonomi di Vercelli, aveva però ottenuto dai Grigioni l’autorizzazione di entrare in Valtellina. Il prelato esercitò il ministero pastorale con grande fervore amministrando oltre 5.000 cresime. Le autorità reagirono intimandogli con decreto datato 1 agosto di lasciare la Valle e punendo in aggiunta la Comunità di Bormio con una pesante multa (75 fiorini del Reno). Il 25 marzo 1579, forse in segno di aperta sfida, i reggenti convocarono un consiglio di popolo allargato a ben 400 uomini per discutere della venuta del vescovo Bonomi e della multa inflitta: l’assemblea decretò che si provvedesse a replicare ai commissari del Principe ribadendo alla dieta la libertà goduta da Bormio in questo campo. Qualche giorno dopo, tuttavia, il Comune fece marcia indietro, rassegnandosi ad accettare l’imposizione sovrana. La tensione andò poi scemando, tant’è che nel 1580 le Leghe autorizzarono il Comune a reclutare i Gesuiti come predicatori, confessori e maestri di scuola. Dopo il concilio di Trento la consuetudine della visita pastorale divenne un’istituzione ordinaria e se ne prescrisse una scadenza tanto impegnativa da risultare concretamente impraticabile: “se (i vescovi) non potessero visitare (la diocesi) completamente ogni anno per la sua estensione, ne visitino almeno la maggior parte, in modo tale, però, che nel giro di due anni, o personalmente o per mezzo dei loro visitatori, la visita sia completata.” Si statuiscono anche le finalità della visita che saranno quelle di “esporre la dottrina pura e ortodossa, dopo aver fugato le eresie, salvaguardare i buoni costumi e correggere quelli corrotti, infiammare il popolo con esortazioni e ammonizioni alla pietà, alla pace e alla purezza, e stabilire secondo la prudenza dei visitatori 4 tutte le altre disposizioni che, considerato il luogo, il tempo e l’occasione, possono portare ai fedeli.” Monsignor Feliciano Ninguarda, che già partecipò attivamente come teologo alla fase conclusiva del concilio di Trento, fu nominato vescovo di Como il 7 ottobre 1588 e potè esercitare il diritto alla visita senza bisogno di alcun benestare dei Grigioni perché nativo di Morbegno. Avviò la prima visita pastorale nell’estate dell’anno seguente la sua nomina, cercando di consolidare le struttura cattoliche secondo quanto era stato prescritto a Trento. Ci informa nella sua relazione che nel Bormiese vi erano allora milleottocento famiglie. Ormai anziano - aveva 75 anni - ripercorse la Valtellina e Contadi nel 1593. Consacrò il 30 agosto l’oratorio della SS. Trinità di Turripiano, che nella memoria orale è ancora ricordato come baluardo contro il dilagare del protestantesimo. Pur giungendo a Bormio soltanto il 18 novembre 1614, il vescovo Filippo Archinti indisse la visita pastorale già nel giugno del 1596. I Grigioni frapposero ogni tipo di ostacolo all’entrata del vescovo nei loro domini. Vi era però la disponibilità anche a sottoporsi a notevoli spese: “tutto, infatti, presso di loro, è oggetto di venalità”, si scrive. Ottenne finalmente la licenza, ma con la garanzia “di non meschiarsi d’altro, né attribuirse oltre le cose spirituali delle chiese”. Scrive Saverio Xeres nella presentazione della visita edita qualche anno fa, che si trattava di un evento che prevedeva un complesso rituale che avrebbe dovuto ripetersi in ogni parrocchia, ma che la visita pastorale “ha anche un forte carattere giuridico, quale occasione di verifica, assestamento, correzione delle situazioni locali, tanto più necessario, obiettivamente, quanto più trascurate risultano le condizioni edilizie e di arredo delle chiese, i diritti e i doveri connessi ai benefici ecclesiastici, la cura pastorale e l’istruzione religiosa delle popolazioni”. Nell’editto dove si proclama la visita è contenuto un lungo elenco di certificazioni da presentare al vescovo all’atto della visita. “Mediante queste – continua lo Xeres – si opera una ricognizione tendenzialmente completa sia dello stato, personale ed economico, dei membri del clero, delle loro incombenze e facoltà, sia della situazione di diritto e di fatto dei benefici ecclesiastici […] analogamente si visitano confraternite e «luoghi pii», in una linea di riaffermazione dei diritti vescovili su iniziative ecclesiali nate solitamente in modo spontaneo tra le popolazioni. Oltre il clero, vengono coinvolte nella ricognizione anche una serie di categorie di persone particolarmente tenute sotto osservazione, come gli esercitanti «professioni sorvegliate»: medici, chirurghi o barbieri in quanto vicini agli ammalati e quindi in grado di indurli, o di sviarli, dalle pratiche sacramentali ultime; i «maestri di scola … librari» a motivo della loro attività educativa, «ostetrici o comari» in quanto la loro familiarità con le partorienti consentiva di mettere in luce eventuali disordini morali e di garantire l’amministrazione del battesimo a neonati a rischio della vita. In breve: le «categorie concorrenziali o coadiuvanti rispetto al clero parrocchiale»”. Nell’incerto periodo che seguì la rivolta di Valtellina del 1620, con delega del 20 aprile 1624, monsignor Desiderio Scaglia invia in visita il domenicano Sisto Carcano. La sua visita è ricordata per la maggiore autonomia concessa alle parrocchie rispetto all’organizzazione ancora medievale che le vedeva soggette al pievano. Il vescovo fece annotare che la notte precedente l’entrata in Bormio “si allogiò nel piano dove si dice Isolaccia. Non vi si trovava alcuna provisione di mangiar né di vino e peggio di dormire, onde con la paglia mi feci letto in chiesa di S. Rocho, nel choro sopra la porta e stetti meglio che quelli dormirno in letti pieni di pulci”. Bormio contava allora 800 anime. Per concludere citerò le due visite pastorali di monsignor Lazzaro Carafino avvenute nel 1629 e nel settembre 1646. Questo vescovo non è ricordato come figura particolarmente amabile e comprensiva, ma dobbiamo a lui l’efficiente funzionamento dell’anagrafe parrocchiale che determinerà la cristallizzazione dei cognomi; sono anche da ricordare i suoi significativi interventi tesi a smorzare il fervore dei Magistrati bormini contro le streghe: sicuramente salvò qualche sventurato altrimenti destinato al rogo. Scrive comunque Ignazio Bardea nelle sue Memorie: “già era un mese avanti stato in visita in Bormio monsignor Lazzaro Carafino di cui està la seguente memoria, scritta di carattere a me non noto, in un foglio di abbreviature di Simone Sermondi [notaio]: monsignore illustrissimo e reverendissimo vescovo di Como Lazzaro Carafino cremonese è stato in Bormio giorni dieci al principio di agosto l’anno 1629 con alcuni de’ suoi al numero di 14 con buona spesa e con poca soddisfazione non solo del Capitolo nostro ed altri religiosi, ma anco de tutto il popolo del territorio nostro di Bormio, come ancora in Valtellina ha reso con poco gusto et con spesa grossa sendo huomo altiero, superbo e lunatico che non vuole esser troppo fastidiato sed solum attendere alle comodità. In somma servi per memoria: quando il sterco monta in scagn o chel spuzza o chel fa dagn, proverbio antico et che non erra.” Nella relazione a Roma, riferì che vi erano nel Bormiese 5870 anime. Concluse le guerre per la Valtellina con il capitolato di Milano firmato dai Grigioni e dalla Spagna il 3 settembre 1639, cessa ogni contrsto in materia di religione. Su tale argomento saranno stilati nel trattato ben tredici articoli. Il 27° statuisce che “nella Valtellina e due Contadi non habbi da essere altra religione che la cattolica apostolica romana con espressa esclusione di qualunque esercitio o uso d’altra religione che non sia la cattolica”. Da allora i vescovi non incontrarono ostacoli nella loro missione pastorale che poterono esercitare liberamente, secondo lo spirito tridentino. Rimase forse qualche malumore presso le comunità, come attesta un partito del consiglio “seduto” di Bormio, emesso il primo marzo 1647, ossia qualche mese dopo la seconda visita pastorale di monsignor Lazzaro Carafino, il quale recita che “fu rapresentato il conto delle spese fatte per il reverendo signor canonico Sebastiano Raisone a monsignor illustrissimo vescovo di Como, le quali sommano lire 385 […], le quali spese si dovranno dividere per mettà fra il clero et la Comunità senza prejuditio delle raggioni di cercar conto de quelli possedano beni sottoposti alla mensa episcopale a quali tocca et deve toccare la terza parte di dette spese di poterle a suo loco et tempo reportarle”. Ilario Silvestri ULTIME VISITE PASTORALI Mons. Felice Bonomini 3 ottobre 1948 16 maggio 1954 25 maggio 1959 29 agosto 1965 Mons Teresio Ferraroni 14 giugno 1975 20 aprile 1980 Mons. Alessandro Maggiolini 30 Ottobre 1993 5 Ricordo Foto Pozzi Il cielo plumbeo non fa presagire niente di buono. D’improvviso, una luce imprevista squarcia le nubi e ad essa fa eco un immenso boato. Il temporale è vicino, ma la “mia” Cima Piazzi è lì, davanti ai miei occhi, ben visibile tra le nuvole minacciose con la sua punta svettante e i suoi ghiacciai aggrappati sopra le rocce grigie. Oggi però la montagna presenta un aspetto diverso dagli altri giorni: ha in sé qualcosa di triste. Chissà! Forse vuole parlarmi e non ne ha il coraggio. Di botto una serie di pensieri mi si aggrovigliano nella mente e la vista di quelle stupende vedrette mi riconducono a Lei. Lei che amava immensamente quella montagna e che pochi giorni prima del suo grande viaggio, si è fatto condurre là, sotto le sue pendici, per ammirarla per l’ultima volta. Forse anche Lei avrebbe voluto dormire il sonno della morte non in un cimitero zeppo di bruttissime lapidi, 6 di figure marmoree sgraziate, ma lassù sotto gli abeti, con il viso volto verso la Cima di Piazzi con una nuvola per ripararsi dal troppo sole, con una roccia accanto per sottrarsi dalla furia del vento, come desiderava un famoso scrittore della Valdidentro. Che strani pensieri e che curiosa coincidenza! Proprio oggi sono andato là, nel bàit de tüc’, a cercare la sua data di nascita perché, pur avendo scritto di Lei un piccolo opuscolo, l’avevo scordata. Ho cercato quei numeri dell’anno perché ho dovuto, a mio malincuore, riaggiornare il mio testo di prossima pubblicazione, che tratta anche di quelli che furono gli arcipreti di Bormio. Non avrei mai pensato di mettere anche il suo nome! Sono passati poco più di due anni da quando, con un futile stratagemma, mi sono intrufolato nel suo appartamento per chiedere lumi sulla sua vita. La scusa era che quelle notizie mi sarebbero dovute servire per rimpinguare la mia ricerca sugli arcipreti del Bormiese. Ma so che non l’ha mai bevuta! Lei era troppo arguto per non aver intuito il mio fine. Eppure Lei ha fatto finta di nulla e mi ha accolto benevolmente. Colloquiando ho conosciuto, sotto una ruvida scorza, la dolcezza e la bontà di un uomo. Nel giorno del festeggiamento per i suoi ottant’anni è stato distribuito in fondo alla chiesa il mio opuscoletto, ricordo della sua vita. Ho seguito la celebrazione dalla sagrestia e Lei, alla fine, tra la confusione di complimenti e di auguri si è fatto largo tra la gente, mi si è avvicinato e a commento del mio scritto, mi ha detto: - Ti devo proprio rimproverare, me l’hai combinata bella, mi hai proprio fregato. Però sei stato sincero, hai detto cose vere. Lei aveva assunto con me un falso tono di rimprovero, che però celava la soddisfazione di ciò che avevo scritto: erano null’altro che le sue parole. Forse molti dei suoi fedeli non la conoscevano veramente. Ma, come ha confessato nei ultimi suoi giorni, neanche Lei conosceva bene i suoi fedeli... Infatti quando ha intuito di essere vicino ad accogliere il bacio del Signore, ha preso con noncuranza una sigaretta e l’ha stretta tra i denti, commentando: - Tanto i medici non me lo possono più vietare, perché la mia ora è prossima. In questi giorni di sofferenza mi sono però piacevolmente accorto di tanta gente che pensavo molto lontana... e che invece mi è stata più vicina di tanti altri, in modo inaspettato... In tutto questo mio pensiero le ho dato del Lei perché ho sempre avuto un po’ di soggezione nei suoi confronti: la voce stentorea, la erre rutilante che sapeva molto di superiorità e il modo di vestire austero con quella lunga veste nera che ormai quasi tutti i sacerdoti hanno abbandonato. Ricordo che prima di sposarmi mi sono presentato al suo cospetto per il rituale colloquio. La mia futura sposa, opportunamente informata dalle amiche che l’avevano preceduta nel compiere quel passo, mi avvertì che Lei mi avrebbe fatta la solita domanda: - Chi ti sposa? La risposta opportuna sarebbe stata quella di dire il nome della moglie. Io, preso dalla agitazione e dalla soggezione nei suoi confronti, ho risposto ingenuamente, riferendo il nome del sacerdote che mi avrebbe sposato... Mi perdoni quindi, ma non riesco a darle del tu. Questa volta caro don Antonio non mi potrà più riprendere per ciò che ho scritto e di ciò, può sembrare strano, ne sono profondamente amareggiato... Ciao don Antonio. Marcello Canclini Il corso fidanzati 2008/2009 Ecco la nostra esperienza Abbiamo accettato di buon grado l’invito rivoltoci dall’arciprete di Bormio don Giuseppe Negri di scrivere qualche riga sulla nostra esperienza al corso fidanzati. Di seguito le nostre riflessioni. Già nella vita è difficile trovare l’anima “gemella” e quando pensi di averla (o) trovata (o) e di “averla (o) convinta” (o) a fare il grande passo – dal momento che al giorno d’oggi spesso e volentieri o lui o lei preferiscono parlare di convivenza – ecco che ti senti dire: le “leggi ecclesiastiche” son cambiate, ora ci vuole un anno di corso. E non sai come dirglielo anche perché tu stesso, magari, pensi che sarà un percorso lungo, difficile, ricco di “prediche” e di certo preferiresti una serata a cena con gli amici. Ma ci provi – perché i tuoi ci tengono, oppure perché tu stesso ci tieni - e, alla prima lezione, hai le dita incrociate. Speriamo che non sia troppo noioso, magari le altre coppie mi stanno antipatiche, chissà lui (lei) cosa pensa… è troppo impegnativo. Sono tutti dubbi, care coppie di fidanzati/futuri sposi, che in parte hanno attanagliato anche la nostra mente ma che adesso, a corso oramai terminato (anzi, questo parere, a dir la verità avremmo già potuto sottoscriverlo alla seconda lezione) possiamo dire di essere davvero infondati. Perché la nuova formula del corso fidanzati ci è piaciuta davvero ed ha rappresentato in primis un’occasione di crescita personale, poi di coppia e di confronto con gli altri. Tutti i dubbi, le perplessità e le titubanze iniziali si sono dissolti ed ora, entrambi, siamo felici del cammino percorso insieme, delle occasioni di confronto e di conoscenza reciproca che il corso ci ha offerto, degli argomenti, a volte magari un po’ “scomodi” che l’arciprete don Giuseppe Negri, con semplicità e concretezza, ci ha posto davanti. Perché pensare ad un futuro in due – se ci si pensa bene, con profondità – al giorno d’oggi spesse volte fa paura. Perché, abituati a “cullarci” negli agi della vita moderna, facciamo fatica a pensare agli eventuali sacrifici da fare per soddisfare qualche esigenza dell’altro, qualche sogno dell’altro, per “affrontare” anche qualche difetto dell’altro. Preferiamo non sentirne parlare e, finchè andiamo al bar con gli amici o ci avventuriamo in una vacanza caraibica, di certo non abbiamo quasi mai avuto occasioni o pretesti per litigare. Dalle pagine di questo bollettino quindi vogliamo dire grazie (e crediamo di interpretare il pensiero di tutti) al corso fidanzati, perchè ci ha fatto scoprire maggiormente l’altro, capire il suo pensiero, riflettere su alcuni aspetti della vita “quotidiana” che spesso si preferisce tacere. Grazie perché non ci siamo mai annoiati per la formula “snella” (santa messa “in compagnia”, breve riflessione, poi confronto personale a coppie, cena in compagnia, confronto nei gruppi e chiusura finale, ovvero dalle 17.45 alle 22 circa della domenica) ma anche grazie a quanti hanno condiviso ed animato questo percorso cristiano. Il primo grazie va ai nostri “amici” di percorso: il confronto con loro ci ha arricchito, ci ha permesso di conoscere le diverse “facce della medaglia”, ci ha fatto crescere e stimolato il dibattito. Un grazie va poi alle coppie guida (anche se loro probabilmente non amano sentirsi definire così!!) ovvero Paola e Daniele e Marisa e Giorgio: di certo non ci hanno “bacchettato” come se fossero i custodi della verità, degli errori da non fare e delle linee guida assolutamente da seguire ma, con estrema semplicità ed umiltà, si sono messi al servizio di oltre una ventina di coppie con storie personali, trascorsi, presente e futuro di certo diversi. Tante esperienze, tante teste 7 difficili da far stare assieme, tante visuali ma loro non si sono scoraggiati: hanno “studiato” e si sono preparati con impegno e costanza per ciascuna serata, ci hanno fatto conoscere le loro esperienze personali e si sono messi in gioco assieme a noi. Grazie a Mariagrazia che ci ha seguiti con un amorevole affetto di mamma, che ha ricordato sempre tutti i nostri nomi, che non ha mai fatto mancare il suo sorriso e la sua attenzione per ciascuno di noi. Un grazie anche al suo consorte Roberto (e agli altri amici volontari) che oltre a pensare alla nostra salute spirituale hanno curato anche le nostre bocche accogliendoci ad una mensa sempre ricca di affetto, di condivisione, di serenità. Da ultimo - ma non certo per importanza - grazie all’anima del corso fidanzati don Giuseppe Negri. Crediamo che abbia sicuramente stupito tutti in primis perchè non ci ha mai giudicati né si è mai posto su di un piedistallo per dirci la “verità”. E’ stato lui la vera “scoperta” di questo corso: attento, paziente, mai fuori le righe ma sempre disponibile – materialmente ma anche spiritualmente – a qualsiasi nostra esigenza. Con umiltà ci ha condotto in un cammino difficile, spesse volte affrontando argomenti di fronte ai quali noi stessi eravamo in imbarazzo. Invece don Giuseppe no, sempre con una parola gentile per tutti, sempre con un consiglio (qualora richiesto) davvero pacato e sensibile, sempre attento a tutto e a tutti. A lui va il nostro grazie sentito per averci fatto sempre sentire a nostro agio. E, affrontando un corso fidanzati, questa non è cosa da poco. Speriamo, con queste poche righe, di aver proposto un quadro sintetico ma speciale di quello che le giovani ( o meno giovani) coppie saranno chiamate ad affrontare: fondamentale è prendersi per mano ed il resto verrà da sé. Nessuna paura, nessun preconcetto: basta solo un minimo di disponibilità d’animo, di apertura mentale e ciascuno potrà terminare il suo percorso maggiormente arricchito. Ai nostri compagni di avventura, alcuni già sposi ed altri presto consacrati davanti a Dio…. Buona Vita. A chi ci ha seguiti ed ha condiviso con noi il percorso…. Ancora grazie. Alle “nuove “ coppie di fidanzati… buon cammino: non resterete delusi. Daniela e Tanjs Sono aperte le iscrizioni per i fidanzati. Le nostre chiese sono belle, accoglienti e visitate. Grazie alle donne e ai volontari che le tengono pulite. Ci si può sempre unire; l’unione fa la forza! 8 Si segnala! Dalle parole di Papa Benedetto XVI: La mia nuova enciclica Caritas in veritate, si ispira per la sua visione fondamentale ad un passo della lettera di San Paolo agli Efesini, dove l’apostolo parla dell’agire secondo verità nella carità: «Agendo - lo abbiamo sentito ora - secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a Lui, che è il capo, Cristo» (4,15). La carità nella verità è quindi la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera. Per questo, attorno al principio «caritas in veritate» ruota l’intera dottrina sociale della Chiesa. Solo con la carità, illuminata dalla ragione e dalla fede, e possibile conseguire obiettivi di sviluppo dotati di valenza umana e umanizzante. La carità nella verità «è principio intorno a cui ruota la dottrina sociale della Chiesa, un principio che prende forma operativa in criteri orientativi» (n. 6). Come altri documenti del Magistero, anche questa enciclica riprende, continua ed approfondisce l’analisi e la riflessione della Chiesa su tematiche sociali di vitale interesse per l’umanità del nostro secolo. In modo speciale, si riallaccia a quanto scrisse Paolo VI, oltre 40 anni or sono, nella Populorum progressio, pietra miliare dell’insegnamento sociale della Chiesa, nella quale il grande Pontefice traccia alcune linee decisive, e sempre attuali, per lo sviluppo integrale dell’uomo e del mondo moderno. La situazione mondiale, come ampiamente dimostra la cronaca degli ultimi mesi, continua a presentare non piccoli problemi e lo «scandalo» di disuguaglianze clamorose, che permangono nonostante gli impegni presi nel passato. Da una parte, si registrano segni di gravi squilibri sociali ed economici; dall’altra, si invocano da più parti riforme non più procrastinabili per colmare il divario nello sviluppo dei popoli. Il fenomeno della globalizzazione può, a tal fine, costituire una reale opportunità, ma per questo è importante che si ponga mano ad un profondo rinnovamento morale e culturale ad un responsabile discernimento circa le scelte da compiere per il bene comune. Un futuro migliore per tutti è possibile, se lo si fonderà sulla riscoperta dei fondamentali valori etici. Occorre cioè una nuova progettualità economica che ridisegni lo sviluppo in maniera globale, basandosi sul fondamento etico della responsabilità davanti a Dio e all’essere umano come creatura di Dio. L’enciclica certo non mira ad offrire soluzioni tecniche alle vaste problematiche sociali del mondo odierno - non è questa la competenza del Magistero della Chiesa (cfr n. 9). Essa ricorda però i grandi principi che si rivelano indispensabili per costruire lo sviluppo umano dei prossimi anni. Tra questi, in primo luogo, l’attenzione alla vita dell’uomo, considerata come centro di ogni vero progresso; il rispetto del diritto alla libertà religiosa, sempre collegato strettamente con lo sviluppo dell’uomo; il rigetto di una visione prometeica dell’essere umano, che lo ritenga assoluto artefice del proprio destino. Un’illimitata fiducia nelle potenzialità della tecnologia si rivelerebbe alla fine illusoria. Occorrono uomini retti tanto nella politica quanto nell’economia, che siano sinceramente attenti al bene comune. In particolare, guardando alle emergenze mondiali, è urgente richiamare l’attenzione della pubblica opinione sul dramma della fame e della sicurezza alimentare, che investe una pane considerevole dell’umanità. Un dramma di tali dimensioni interpella la nostra coscienza: è necessario affrontarlo con decisione, eliminando le cause globale in atto. Indubbiamente va attentamente rivalutato il ruolo e il potere politico degli Stati, in un’epoca in cui esistono di fatto limitazioni alla loro sovranità a causa del nuovo contesto economico-commerciale e finanziario internazionale. E d’altro canto, non deve mancare la responsabile partecipazione dei cittadini alla politica nazionale e internazionale, grazie pure a un rinnovato impegno delle associazioni dei lavoratori chiamati a instaurare nuove sinergie a livello locale e internazionale. Un ruolo di primo piano giocano, anche in questo campo, i mezzi di comunicazione sociale per il potenziamento del dialogo tra culture e tradizioni diverse. 9 Tempo di Bormiadi Lo sport aiuti a costruire un mondo più fraterno Cari amici, ho accolto con vivo compiacimento il vostro invito ad incontrarvi, in occasione dei campionati mondiali di nuoto. Grazie per la vostra gradita visita; porgo volentieri a ognuno e ad ognuna di voi il mio cordiale benvenuto! Il mio saluto più affettuoso è specialmente per voi, cari atleti di diverse nazionalità, che siete i protagonisti di questi campionati mondiali di nuoto. Con le vostre gare offrite al mondo un avvincente spettacolo di disciplina e di umanità, di bellezza artistica e di tenace volontà. Mostrate a quali traguardi può condurre la vitalità della giovinezza, quando non si rifiuta la fatica di duri allenamenti e si accettano volentieri non pochi sacrifici e privazioni. Tutto questo costituisce anche per i vostri coetanei un’importante lezione di vita. Com’è stato poc’anzi ricordato, lo sport, praticato con passione e vigile senso etico, specialmente per la gioventù, diventa palestra di sano agonismo e di perfezionamento fisico, scuola di formazione ai valori umani e spirituali, mezzo privilegiato di crescita personale e di contatto con la società. Assistendo a questi mondiali di nuoto ed ammirando i risultati conseguiti, non è difficile rendersi conto di quanta potenzialità Iddio abbia dotato il corpo umano, e quali interessanti obbiettivi di perfezione esso possa raggiungere. Il pensiero va allora allo stupore del Salmista che, contemplando l’universo, canta la gloria di Dio e la grandezza dell’essere umano. “Quando vedo i tuoi cieli, - leggiamo nel Salmo 8 - opere delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perchè di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perchè te ne curi? Davvero l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato” (vv. 4-5). Come allora non ringraziare il Signore per aver dotato il corpo dell’uomo di tanta perfezione; per averlo arricchito di una bellezza e di un’armonia che si possono esprimere in tanti modi! Le discipline sportive, ognuna con modalità diverse, ci aiutano ad apprezzare questo dono che Iddio ci ha fatto. La Chiesa segue e si prende cura dello sport, praticato non come un fine a se stesso, ma come un mezzo, come strumento prezioso per la formazione perfetta ed equilibrata di tutta la persona. Anche nella Bibbia troviamo interessanti riferimenti allo sport come immagine della vita. Ad esempio, l’apostolo 10 Beato Pier Giorgio Frassati Patrono degli sportivi Paolo lo ritiene un autentico valore umano, lo utilizza non solo come metafora per illustrare alti ideali etici e ascetici, bensì pure come mezzo per la formazione dell’uomo e come componente della sua cultura e della sua civiltà. Voi, cari atleti, siete modelli per i vostri coetanei, ed il vostro esempio può essere per loro determinante nel costruire positivamente il loro avvenire. Siate allora campioni nello sport e nella vita! Si è fatto prima cenno a Giovanni Paolo II il quale, incontrando nell’ottobre dell’Anno giubilare 2000 il mondo dello sport, ebbe a sottolineare la grande importanza della pratica sportiva, proprio perché “può favorire l’affermarsi nei giovani di valori importanti quali la lealtà, la perseveranza, l’amicizia, la condivisione, la solidarietà” (Insegnamenti, vol. XXIII/2, p. 729). Inoltre, manifestazioni sportive come la vostra, grazie ai moderni mezzi di comunicazione sociale, esercitano un notevole impatto sull’opinione pubblica, dato che il linguaggio dello sport è universale e raggiunge specialmente le nuove generazioni. Veicolare messaggi positivi attraverso lo sport contribuisce pertanto a costruire un mondo più fraterno e solidale. Cari amici, e soprattutto voi, cari atleti, mentre ancora vi ringrazio per questo cordiale incontro, vi auguro di “nuotare” verso sempre più impareggiabili ideali. Papa Benedetto XVI speciale estate ORA - Tin - forma Tempo di allegria! Tempo pieno! Tempo di rinnovamento! È stata vera estate. In attesa del completamento anche dell’abbellimento dell’oratorio, ecco il cronicon delle attività che bene o male (pensiamo positivo) sono state svolte ma soprattutto vissute. GREST “A nasinsu” Guarda il cielo e conta le stelle, (se riesci a contarle). Sono state quattro settimane intense per i 250 bambini che si sono iscritti al Grest 2009 “Nasinsu”. Siamo partiti alla grande con un pre-Grest di tre giorni, esclusivamente per i ragazzi delle medie per metterli a conoscenza del loro ruolo di “guida” ai più piccoli durante il Grest vero e proprio. Li abbiamo visti quindi correre dalla Gesa Rota fino alle Case Rosa in squadre, per raggiungere il premio della Caccia al Tesoro, oppure giocare a ‘Dame & Cavalieri’ in cinema, causa mal tempo. Ma il grande inizio è stato il lunedì con anche i bambini delle elementari che hanno ricostruito il logo in formato gigante e successivamente si sono divisi in squadre. Come sempre, qualcuno ha fatto i salti di gioia perché era col suo amico del cuore, qualcuno invece ha protestato perchè non conosceva nessuno nella squadra e voleva cambiar colore; non sono bastate le lamentele e qualche volta anche la lacrimuccia a smuovere animatori o addirittura il Don per ritrovarsi col gruppo tanto sperato. Ragazzi, non scoraggiatevi, siete in squadre di 30 elementi e allacciare nuove amicizie non è poi così difficile! È bastata una settimana o poco più infatti per far cambiare idea agli insoddisfatti. Merito dei giochi, dei tornei, delle mini olimpiadi, delle gite o perché no anche dei laboratori… Novità del Grest 2009: solo i ragazzi dalla 5 elementare in su potevano partecipare alle cosiddette gite lunghe –val di Rezzalo, val Trela e parco acquatico “le Vele”-. Nel frattempo i piccoli rimanevano in oratorio per i laboratori accompagnati da genitori volenterosi che si sono prestati ad insegnare a cucinare biscotti, costruire libretti, e altri bei lavoretti. Era invece un gran corteo quello che si creava il mercoledì alle gite corte –Planecc, Gotrosio e Campolungo- : chi camminava spedito senza fare fatica, chi se la prendeva con più calma perdendosi in qualche chiacchiera e anche chi, dopo un po’ (forse un po’ troppo presto) non ce la faceva proprio più… fortuna che ci sono gli animatori, che fisicamente e spiritualmente sono riusciti a far arrivare tutti alla meta. Un particolare successo sono state la caccia all’oggetto e i due giorni di giochi d’acqua. Per quest’ultimi forse la prima volta siamo stati un po’ sfortunati col tempo che ci ha un po’ delusi, ma la seconda si è rifatto regalandoci una splendida giornata di sole e caldo. Perciò volenti o no, via col Pikagiò, ma attenzione a non farsi male che poi il Don si arrabbia con noi! Giovedì giornata di carità: niente merenda cari ragazzi… solo acqua! È un fioretto! . È venuta pure Suor Delia , impegnata a Tionge a raccontarci le sue esperienze coi bambini di quel mondo tanto diverso da qui. La nostra avventura si è conclusa il sabato sera con la cena a base di polenta e salsicce preparata dai reparti e a seguire il gran finale presentato dai tre più rinomati giornalisti, nonché presentatori che hanno divertito il pubblico alternando qualche filmato con voi protagonisti di Nasinsù, seguita poi dall’assegnazione dei premi speciali, quali “Miglior Calciatore/Pallavolista” oppure il tanto ambito “Miss Grest”. Infine la premiazione dei tornei del Grest di Sera e delle squadre: vincitori i Neri ma… beati gli ultimi perché saranno i primi! Dulcis in fundo prima di salutarsi… banz e inno da ballare ancora una volta tutti assieme! Vi aspettiamo presto in oratorio per poter saltare ancora una volta a ritmo di Facciamo Banz! Nel frattempo non dimenticatevi mai di guardare ogni tanto il cielo: contate le stelle (se ci riuscite…) e lasciatevi meravigliare! CAMPO VOCAZIONALE Mi fido di TE! So a chi do la mia fiducia (2Tm 1,12) Il 24 giugno i nostri amici, Sertorelli Giacomo, Gasperi Davide, Sotta Stefano Verni Geremia, Girola Massimo sono partiti per quel di Como per 4 giorni in compagnia di altri amici della diocesi. Ritrovo in Seminario. Don Roberto ci ha detto che il campo sarebbe stato esplosivo! infatti abbiamo iniziato un’esperienza nuova fatta di riflessioni preghiera e tanto divertimento! 11 Frutto del campo: abbiamo imparato che possiamo fidarci di Dio, che ci ama come un padre e ci aiuta a superare gli ostacoli. CAMPO ADOLESCENTI Semina e coltiva i tuoi sogni… Ci vogliono pazienza, amore e tenacia ma poi… è pienezza di vita Erano le 5.30 di un lunedì mattina di inizio estate quando capeggiati dall’instancabile Don Romeo, 40 ragazzi e 3 educatori, tra canti, risate e sonnellini, partivano alla scoperta delle colline toscane. Direzione: Castel del Piano. Due le presenze fondamentali della spedizione: Lorenzo l’autista, che dopo un viaggio decisamente lungo ci ha condotto sani e salvi alla meta e Beppe il cuoco, che ci ha deliziato con i suoi pranzetti. L’impatto con quella che sarebbe dovuta essere la nostra casa è stato inizialmente sconvolgente: grate alle finestre, muri spogli, ragni ovunque, chili e chili di polvere… ma non ci siamo di certo scoraggiati e ripetendo il mantra “questa casa è bellissima”, l’abbiamo disinfestata e, per quel che si poteva, abbellita. La mattina, dopo la sveglia alle 8, (decisamente troppo presto!!!) ma soprattutto dopo un buon panino con la nutella, era il momento della riflessione in gruppi. Tema di questo campo erano i sogni: grazie alle spiegazioni del Don abbiamo cercato di capire un po’ meglio alcuni sogni biblici: Abramo, Giuseppe figlio di Giacobbe, Giuseppe sposo di Maria, Santa Caterina, arrivando poi a parlare dei nostri di sogni, delle nostre paure, della fiducia che abbiamo noi…io MI FIDO DI TE?!?! Un sogno col quale ci siamo potuti confrontare concretamente è stato quello di Don Zeno, fondatore di Nomadelfia, comunità dove tutto è condiviso, quasi tutto il necessario per vivere è prodotto internamente e non esiste la proprietà privata. Questa visita ha sconvolto un po’ tutti quanti: non è facile capire come vivono qui le persone però è stata un esperienza toccante che ci ha aperto gli occhi su una realtà così diversa dalla nostra. Per riprenderci da questa giornata intensa il giorno dopo ci siamo fatti portare a Castiglion della Pescaia per un tuffo in mare, poi la sera, molto probabilmente scottati dai caldi raggi solari ci siamo improvvisati abili ballerini per le vie della medievale cittadina: l’ormai famosissimo TACCO PUNTA e la DANZA del SERPENTE erano le nostre specialità che non ci siamo assolutamente vergognati di ballare in mezzo a una piazza lasciando stupiti turisti e passanti. Durante le giornate in cui restavamo in casa la divisione in gruppi volontari per il servizio ha davvero funzionato cosi ognuno 12 di noi era sempre impegnato in qualcosa: preparare la colazione, apparecchiare e servire a tavola, lavare i piatti, pulire i bagni, le camere, preparare la messa…ma non sono di certo mancate partite di calcio, pallavolo, interminabili partite notturne a pannocchione (gioco dell’estate), infantili incontri con i nostri vicini bambini dell’asilo, fughe, gare col carrello della spesa (rubato dal cuoco), scherzi a danno di povere vecchiette, smorosamenti vari e giochi serali davvero divertenti. Purtroppo, come tutte le cose belle, anche questo campo è finito troppo in fretta. Per l’anno prossimo, anche se so già che il Don non è d’accordo ma io ci provo lo stesso e se ci mettiamo in tanti magari lo convinciamo, propongo: almeno 10 giorni e al mare…sono aperte le iscrizioni!!! Un’educatrice CAMPO MEDIE un campo “pro universa pecora” Partimmo alla volta di Albaredo in un caldo lunedì di agosto. Su questa sperduta terra si narrano storie avvincenti come quella delle nostre 63 giovani e non giovani menti,che giunsero alla tanto sospirata meta, mentre ‘l sol battea fitto fitto “sora la nosa crapa”. Guidati dalla maestosità di sua eccellenza don Romeo, iniziammo una lunga e avvincente avventura, fatta di riflessioni,giochi,lavori di gruppo e pulizie. Fin da subito i cuochi, Cesarina, Gabriella, Mariuccia e Paolo, hanno dato prova della loro bravura sui fornelli, sfornando pietanze di assoluto livello e molto apprezzate da Bazzu e da tutti gli altri. Purtroppo non era il cibo il tema del campo; ma la vocazione dell’uomo: ”Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi ” (Salmo 8). Durante le riflessioni tutti i ragazzi,divisi per età e sotto la guida degli educatori, si sono impegnati pensando al loro futuro e ai loro sogni, capendo che non bisogna arrendersi davanti agli ostacoli. Finalmente arrivò l’atteso momento dei giochi, organizzati sapientemente dagli animatori, nei quali i ragazzi si sfidavano in prove all’ultimo grido dando il meglio di se. Ma questo non bastò a farli stancare; infatti la sera erano più scatenati e arrembanti di prima. Alcuni affrontarono le buie ore nelle camere in modo spavaldo, ma non sapevano chi avrebbero potuto incontrare lungo la loro strada: gli animatori. Quest’ultimi, agguerriti più che mai e muniti di torce, sventarono le più organizzate fughe, le più audaci tecniche di comunicazione, i più disperati tentativi per non dormire, con successo. Peccato che sia durato soltanto sei giorni. Animatori TORNEO ESTIVO DI CALCIO Seconda edizione intitolata alla memoria di Stefano Cantoni è stata la logica conseguenza di ricordare sempre chi, prematuramente scomparso, cresciuto nell’oratorio ha coltivato, tra l’altro, nella sua breve esistenza la passione del gioco del calcio. Come sottolineato nel precedente bollettino parrocchiale, le assenze generano sempre tristezza perché portano il pensiero a ricordare momenti tragici in cui la sofferenza umana non lascia spazio ad altro sentimento. La famiglia Cantoni ha presenziato al torneo e alle premiazioni con un atteggiamento di forte dignità, dove l’aspetto intimo più coinvolgente, che non è di certo passato inosservato, è sempre stato il sorriso che non è mai mancato sui loro volti. Giorgio Bazzucchi Da ottobre sarai accolto in oratorio: Nella serata conclusiva del torneo l’arciprete di Bormio don Giuseppe Negri con un breve e conciso intervento, l più iù richiesto i hi t dai d i presenti che spontaneamente per lo preparato dal parroco, ha evidenziato quanto sia importante utilizzare una struttura sportiva e quanto sia vitale vedere una così ampia partecipazione di giovani. Il vice Parroco e padrone di casa dell’oratorio, don Romeo Scinetti, anche lui invitato dai presenti a commentare la serata conclusiva ha sottolineato l’importanza dell’aspetto aggregativo tra giovani in una comunità cristiana e quanto lo sport aiuti al raggiungimento dello scopo. Lo sport, l’aggregazione tra giovani, il rispetto delle regole e un’attenta regia basata su una costante didattica di catechesi cristiana sono le basi su cui si fonda il pensiero di Don Giovanni Bosco, l’inventore dei moderni oratori in cui spazi aggregativi, didattici e sportivi vivono un’armonia perfetta dove poter far crescere le future generazioni. La seconda edizione del trofeo alla memoria di Stefano Cantoni si è svolta le prime due settimane di agosto, l’organizzazione, ormai ben collaudata nel tempo, è stata curata congiuntamente dai volontari dell’oratorio e dell’Unione Sportiva Bormiese, sedici le formazioni partecipanti più due di giovani adolescenti di scuola media per un totale di circa 200 calciatori. I ragazzi dell’oratorio, in questa edizione, hanno raddoppiato le forze schierando in campo due squadre, gli Intimissimissimi e la neonata Caffè Rezia; i risultati agonistici purtroppo sono stati deludenti e in sei partite, le due formazioni, hanno collezionato cinque sconfitte e una sola vittoria, ma nonostante tutto nei ragazzi non si è vista rassegnazione e non è mai mancato quel tipico buon umore necessario per guardare con ottimismo ai prossimi tornei. Intitolare alla memoria di Stefano Cantoni il torneo Mercoledì - Giovedì - Venerdì 14.30 – 17.30 Sabato sera 14.30 - 17.30 20.45 - 23.00 Domenica 14.30 – 17.30 I Campi da gioco saranno a disposizione nei pomeriggi di apertura dell’oratorio. Per altre prenotazioni rivolgersi direttamente al canonico. La catechesi dei fanciulli e dei ragazzi avrà inizio Mercoledì 30 settembre 14.30 MERCOLEDI 15.30 16.30 GIOVEDI 15.00 16.00 21.00 SABATO (mensile) 21.00 1^ ELEMENTARE 2^ ELEMENTARE 3^ ELEMENTARE 4^ ELEMENTARE 5^ ELEMENTARE 2^ MEDIA 3^ MEDIA 1^ MEDIA SUPERIORI GIOVANI (Dai 19 ai 28 anni) La festa dell’ ORATORIO sarà DOMENICA 4 OTTOBRE 2009 invitando ragazzi e famiglie ore 10.00 - Ritrovo in collegiata ore 10.30 - S. messa ore 12.30 - pranzo in oratorio con le famiglie ore 13.30 - giochi per bambini e ragazzi Ore 14.00 - Piccolo incontro con i genitori ore 15.30 - preghiera e conclusione 13 Completati i restauri alla chiesa del Crocifisso o di S. Antonio Abate Stefano Zazzi I bormini hanno da sempre una venerazione particolare per il Santo Crocifisso di Combo, il luogo in cui manifestano genuinamente la loro fede ed dove sono conservate memorie nei numerosi affreschi, dipinti sulle sue murature attraverso i secoli, a partire dal Trecento. La straordinaria ricchezza di elementi architettonici ed artistici ha richiesto un lungo percorso di recupero e restauro che, iniziato nel 1972, si è concluso lo scorso mese di agosto. Nel 1982 vennero portati in luce, sulle pareti dell’arco trionfale, il martirio di Santa Caterina e di San Gregorio Magno sulla sinistra; Sant’Agostino con il Bambino ed un Padre della chiesa sulla parete destra; nelle soprastanti voltine Noè, Mosè ed Abacuc. A partire dal 1989, prima don Antonio e più recentemente don Giuseppe, mi hanno dato l’opportunità e la responsabilità di coordinare una serie di interventi interni ed esterni; a loro devo tutta la mia gratitudine. Nel 1990, in accordo con la Soprintendenza, iniziarono i saggi per stabilire l’originaria coloritura della chiesa che, sotto i toni gialli della sua ultima ridipintura, nascondeva l’originario sabbia - avorio. Alcuni centimetri più in profondità apparve poi un pregevole intonaco cinquecentesco, di cui si lasciò testimonianza sull’ingresso e sul pilone murario sovrastante la sagrestia. Nel 1991, nel corso dei restauri della facciata, si ritrovò l’affresco con la Deposizione di Cristo, entro la nicchia sovrastante il portale d’ingresso principale: una superficie che nasconde un altro dipinto più in profondità. Nel autunno del 1994, sulla parete sinistra dell’aula, è stata scoperta l’effigie di Sant’Antonio abate accanto ad altri santi. Mancavano a quel punto il restauro 14 dell’arco trionfale e della parete destra della chiesa, in parte coperta dall’affresco del De Buris, trasportato a Combo nel 1882 e recentemente ricondotto presso la Collegiata. A ciò si è provveduto con i restauri del 2007, quando sull’arco trionfale sono emerse le figure del Padre, del Cristo che incorona Maria e dei Santi Gervasio e Protasio; non meno sorprendenti sono stati i ritrovamenti della parete destra che ha subito rivelato una splendida immagine datata 1368 (certamente la prima decorazione pittorica della chiesa) rappresentante il Cristo flagellato da due carnefici, in perfetto stato conservativo. E ancora altri episodi della Passione, tra cui un raffinato Gesù quattrocentesco con il capo coronato di spine. Completati gli interventi di manutenzione della copertura in ardesie nell’estate 2008, sono state effettuate nuove campionature in facciata, prima di procedere al definitivo restauro. Queste, oltre a confermare la presenza dell’intonaco cinquecentesco sulle superfici più antiche, hanno evidenziato la presenza di cornici sottogronda in malta grezza originale di colore rosso, con stilature bianche. Sono state evidentemente valorizzate a coronamento dello splendido intonaco di facciata, che conferisce alla chiesa un’antica eleganza. L’intonaco cinquecentesco si può ammirare anche su larga parte della parete nord ed in corrispondenza dell’abside. Nel loro stato attuale le facciate della chiesa favoriscono una lettura storica dei suoi elementi architettonici, con le murature più antiche che si differenziano, sia pur in modo discreto, dalle cappelle laterali introdotte nel Settecento, finite con intonaco al civile. Dopo le manutenzioni effettuate all’incirca vent’anni fa, anche il campanile meriterebbe ora un intervento di maggiore sostanza. Non ci si può tuttavia dimenticare delle altre chiese in paese, che attendono di essere restaurate e valorizzate con la stessa attenzione riservata negli ultimi lustri a quella di Combo. Date - Appuntamenti DICEMBRE NOVEMBRE OTTOBRE SETTEMBRE Qui sono segnalati gli appuntamenti ordinari e straordinari della vita parrocchiale. Ogni domenica, in chiesa, troviamo il calendario settimanale. Giovedì 17 Incontro zonale al S. Crocifisso in preparazione alla Visita Pastorale Venerdì 18 Sabato 19 Inizio della preparazione alla Visita Pastorale con due serate di approfondimento e di preghiera Domenica 20 Ss. Vespri, Benedizione Eucaristica e Incontro di AC Venerdì 25 Incontro di formazione per la Visita Pastorale Sabato 26 Consiglio Pastorale Parrocchiale Domenica 27 Festa della solidarietà, Celebrazione dei Battesimi Mercoledì 30 Inizio dell’Anno Catechistico per i bambini della Scuola Elementare Giovedì 1 Inizio dell’Anno Catechistico per i ragazzi della Scuola Media Venerdì 2 Adorazione Eucaristica personale e comunitaria con la possibilità di confessioni, segue incontro Caritas parrocchiale Sabato 3 Gruppo familiare Domenica 4 Giornata dell’Oratorio, Itinerario per i fidanzati, S. Rosario comunitario ore 20.30 Venerdì 9 Incontro di formazione per la Visita Pastorale Domenica 11 Pellegrinaggio parrocchiale al Santuario di Tirano Venerdì 16 Incontro di formazione per la Visita Pastorale Domenica 18 Giornata Missionaria, Ss. Vespri, Benedizione Eucaristica e Incontro di AC, S. Rosario comunitario ore 20.30 Venerdì 23 Incontro di formazione per la Visita Pastorale Domenica 25 Celebrazione dei Battesimi, Itinerario per i fidanzati, S. Rosario comunitario ore 20.30 Venerdì 30 Incontro di formazione per la Visita Pastorale Domenica 1 Solennità di tutti i Santi Lunedì 2 Il ricordo di tutti i Defunti Venerdì 6 Adorazione Eucaristica personale e comunitaria con possibilità di confessioni, segue incontro Caritas parrocchiale Domenica 8 Ricordo di tutti i Caduti Venerdì 13 Incontro di formazione per la Visita Pastorale Sabato 14 Gruppo familiare Domenica 15 S. Messa a chiusura della stagione estiva allo Stelvio, Ss. Vespri, Benedizione Eucaristica e Incontro di AC Venerdì 20 Incontro di formazione per la Visita Pastorale Domenica 22 Solennità di Cristo Re, festa di S. Cecilia Venerdì 27 Visita Pastorale del Vescovo Mons. Diego Coletti Sabato 28 Visita Pastorale del Vescovo Mons. Diego Coletti Domenica 29 Visita Pastorale e Celebrazione dei Battesimi del Vescovo Mons. Diego Coletti Venerdì 4 Adorazione Eucaristica personale e comunitaria con possibilità di confessioni, segue incontro Caritas parrocchiale Domenica 6 Presentazione dei candidati ai sacramenti di Iniziazione Cristiana Martedì 8 Solennità dell’Immacolata Concezione Domenica 13 Ritiro parrocchiale di Avvento da Mercoledì 16 a Giovedì 24 Novena per i giovani e gli adulti ore 7.15 per i bambini e i ragazzi ore 17.00 Venerdì 25 SANTO NATALE Sabato 26 SANTO STEFANO Domenica 27 SACRA FAMIGLIA Giovedì 31 Te Deum 15 ANAGRAFE PARROCCHIALE (Luglio - Settembre 2009) BATTESIMI Giacomelli Chiara di Armando e Compagnoni Laura Pedrana Nicolò di Fabio e Robustelli Franca Mambretti Giacomo di Carlo e Gerosa Federica Rampazzo Valeriano di Sasha e Sertorelli Sofia Angelini Martina di Massimo e Clementi Milena Della Moretta Michelle di Emilio e Villa Arianna Murphy Natan di Patrick e Moranduzzo Monica Schena Linda di Matteo e Antonioli Cristina Alberti Andrea di Francesco e Romani Nadia Antonioli Carolina di Bruno e Morcelli Gisella Baroni Chiara di Graziano e Casati Roberta Capitani Francesco di Davide e Pedranzini Alessandra Clementi Dario di Adriano e Cappelletti Carmen De Lorenzi Paola di Michele e Olcelli Silvana Lanfranchi Jacopo di Fulvio e Bonetti Debora Pedranzini Simone di Fausto e Vitalini Elisabetta Pini Angelica di Sandro e Giacomelli Cristina Scherini Gianluca di Paolo e Sosio Cristina Schivalocchi Alex di Manuel e Galli Marina MATRIMONI in e fuori parrocchia I NOSTRI MORTI Giacomelli Armando con Compagnoni Laura Perego Vittorio con Pedrini Lisa Corradini Pier Paolo con Tanzi Alessandra Gozzi Stefano e De Nora Giovanna Bormolini Nicola con Fleischmann Chiara Compagnoni Fabrizio con Compagnoni Fiorella Martinelli Paolo con Rocca Silvia Toniatti Michele con Caspani Cristina Pini Rolando con Giulianelli Sara Martinelli Stefano con Pedergnana Marika Castagna A. Maria di anni 91 Schiantarelli Mercedes di anni 90 Anselmi Bruno di anni 81 Zulian Clara di anni 62 Della Bella don Antonio di anni 82 Confortola Tino di anni 70 Sosio Francesca di anni 93 Helbing Ermanno di anni 49