La Visita Pastorale
Carissimi,
è ormai noto che in novembre (27-28-29) il
nostro Vescovo Diego sarà tra noi per la sua Visita
Pastorale.
Tanti di voi, gli adulti, ricorderanno Mons. Alessandro Maggiolini, e Mons. Ferraroni!
La Visita Pastorale è per tutti noi “momento favorevole di conversione e di salvezza”. È “un’occasione
in cui il successore degli Apostoli, il Vescovo che è
venuto a servire in nome di Cristo e per amore suo,
viene a visitare le comunità cristiane della Diocesi”.
Il Vescovo Diego così si esprime: “Vengo a visitarvi
nel nome del Signore. Vivremo insieme una crescita della sua presenza tra noi, un approfondimento del nostro amore per lui, una nuova e più viva
percezione del suo amore tenerissimo, risanante e
misericordioso, per noi peccatori. Dovremo vivere
la consolazione liberante e pacificante, che viene
dall’esperienza dello Spirito”.
La Visita Pastorale, nella storia della nostra parrocchia, è sempre stato un momento significativo per
la crescita nella vita di fede e di verifica pastorale.
Sicuramente lo sarà anche in questo anno, perché,
ricordiamolo, prima di tutto è un dono del Signore,
non un fastidio burocratico o di ulteriori impegni.
Per questo desidero invitare tutti i parrocchiani a
vivere questo tempo di preparazione, con un impegno maggiore, nella preghiera e nella riflessione. È
stato predisposto un calendario di incontri comunitari che trovate qui di seguito: segnatelo sul vostro calendario familiare!
Conto, come sempre, su una vostra risposta generosa, anche da parte di chi si ritiene non proprio
“addetto ai lavori”: coraggio, è un’occasione per allargare un po’ i recinti della parrocchia!
Affidiamo questo cammino al S. Crocifisso e ai nostri Santi Patroni; prego con voi e per voi, perché
anche questo momento di grazia, non ci trovi distratti, un saluto e un augurio.
Don Giuseppe - Arciprete
La preparazione comunitaria con la preghiera, la formazione
e l’appuntamento della S. Messa domenicale
Data
SETTEMBRE
Appuntamento
Luogo
Orario
Venerdì 04
Domenica 06
Giovedì 17
Venerdì 18
Sabato 19
Venerdì 25
Adorazione Eucaristica
Pellegrinaggio Croce della Reit
Incontro zonale
Serata di avvio
Serata di avvio
Incontro parrocchiale
Collegiata
Pedemontana
S. Crocifisso
Collegiata
Collegiata
Oratorio
20.30
8.45
20.45
20.45
20.45
20.45
Adorazione eucaristica
S. Rosario comunitario
Incontro parrocchiale
Pellegrinaggio al Santuario
Incontro parrocchiale
S. Rosario comunitario
Incontro parrocchiale
S. Rosario comunitario
Incontro parrocchiale
Collegiata
Collegiata
Oratorio
Tirano
Oratorio
Collegiata
Oratorio
Collegiata
Oratorio
20.30
20.30
20.45
16.00
20.45
20.30
20.45
20.30
20.45
Adorazione Eucaristica
Incontro parrocchiale
Incontro parrocchiale
Collegiata
Oratorio
Oratorio
20.30
20.45
20.45
OTTOBRE
Venerdì 02
Domenica 04
Venerdì 09
Domenica 11
Venerdì 16
Domenica 18
Venerdì 23
Domenica 25
Venerdì 30
NOVEMBRE
Venerdì 06
Venerdì 13
Venerdì 20
1
GLI APPUNTAMENTI
PER LA FORMAZIONE
LA MODALITA’
DI APPROFONDIMENTO
Testo di riferimento:
“Il volto missionario delle parrocchie in un mondo
che cambia” CEI
Lettura previa personale della scheda
Presentazione della scheda
Lavoro di gruppo sulla scheda
-Quali sono i contenuti del documento
che maggiormente colpiscono la nostra
attenzione?
-Come la nostra comunità parrocchiale vive quanto
letto nel documento?
-In quale modo la nostra comunità traduce
concretamente i temi presentati nel documento?
Ripresa del lavoro di gruppo in assemblea
Conclusioni
venerdì 18 e sabato 19 settembre
La comunità apostolica
La comunità apostolica negli Atti degli Apostoli
con don Ivan Salvadori, docente di teologia
dogmatica - Como
venerdì 25 settembre
Il volto missionario delle parrocchie in un mondo
che cambia
Presentazione del testo di riferimento e della visita
pastorale
venerdì 09 ottobre
n. 7 - La Chiesa madre genera i suoi figli
nell’iniziazione cristiana
Nell’iniziazione cristiana la Chiesa esprime il suo
volto missionario verso chi chiede la fede e verso
le nuove generazioni. La parrocchia è il luogo
ordinario in cui questo cammino si realizza.
venerdì 16 ottobre
n. 8 - Alla mensa della Parola e del Pane: il giorno
del Signore
Ogni domenica, in ogni parrocchia, il popolo
cristiano è radunato da Cristo per celebrare
l’Eucaristia, in obbedienza al suo mandato: “Fate
questo in memoria di me”.
venerdì 23 ottobre
n. 9 - Per la maturità della fede: la cura degli adulti
e della famiglia
Una parrocchia dal volto missionario deve assumere
la scelta coraggiosa di servire la fede delle persone
in tutti i momenti e i luoghi in cui si esprime.
venerdì 30 ottobre
n. 10 - Segno della fecondità del Vangelo nel
territorio
La parrocchia nasce e si sviluppa in stretto legame
con il territorio, come risposta alle esigenze della
sua ramificazione.
venerdì 13 novembre
n. 12 - Servitori della missione in una comunità
responsabile
Il cammino missionario della parrocchia è affidato
alla responsabilità di tutta la comunità parrocchiale,
è comunione di persone che si riconoscono nella
memoria cristiana vissuta e trasmessa in quel
luogo.
venerdì 20 novembre
La visita pastorale
Sintesi e conclusione
2
PROGRAMMA DELLA VISITA
PASTORALE DEL VESCOVO
Venerdì 27 novembre
Ore 9.30 incontro con i sacerdoti e i religiosi
Ore 15.00 visita alla scuola dell’infanzia e alla
comunità delle suore
Ore 17.00 incontro con i bambini della scuola
primaria e i ragazzi della scuola secondaria di I grado
Ore 18.00 S. Messa al S. Crocifisso con la
partecipazione di tutti i gruppi parrocchiali
Ore 20.45 incontro con il Consiglio Pastorale
Parrocchiale, il Consiglio Affari Economici e i gruppi
parrocchiali
Sabato 28 novembre
Ore 9.30 visita agli ammalati, agli anziani e alla
Casa di Riposo
Pomeriggio incontro con le autorità civili,
associazioni sportive e laicali
Ore 18.00 S. Messa animata dagli adolescenti e dai
giovani
Ore 21.00 incontro con gli adolescenti e i giovani in
Oratorio
Domenica 29 novembre
Ore 10.30 S. Messa solenne con la celebrazione del
Battesimo e inizio del cammino per i fidanzati
Ore 14.30 preghiera al Cimitero e conclusione della
Visita Pastorale
Qualche nota sulle
Visite Pastorali d’altri tempi
Sin dagli albori del II millennio abbiamo qualche
testimonianza della pratica della visita pastorale da
parte dei vescovi o dei loro emissari nella diocesi
di Como. Risale al 1031 il più antico documento
che attesti tale uso. Le testimonianze aumentano
a partire dal Duecento, ma bisogna arrivare al
XV secolo per avere la documentazione di una
visita pastorale nel Bormiese. Il primo marzo 1444
i vicari del vescovo di Como Gerardo Landriani,
Bertramo de Montono, abate del monastero di S.
Abbondio di Como e Stefano Appiani decretorum
doctor, visitatori delegati, indagarono sullo stato
della chiesa e del personale ecclesiastico della cura
dei SS. Nicola e Giorgio di Valfurva e della chiesa
plebana dei SS. Gervasio e Protasio di Bormio. In
particolare fu interrogato Nicolino de Mutina,
curato di Furva e canonico del Capitolo di Bormio.
In tale occasione fu imposto agli uomini di Valfurva
di pagare nell’arco dell’anno una certa cifra al
sacerdote che, in caso di negligenza, avrebbe potuto
esimersi dalla celebrazione dei divini uffici. Più
dettagliata la relazione sullo stato del clero e della
chiesa di Bormio. Lo stesso Nicolino fu interrogato
sulle prebende dei canonici, sugli amministratori
dei beni ecclesiastici, sugli uffici liturgici celebrati
ogni giorno. Gli fu chiesto se possedeva il breviario e
se avesse recitato ogni giorno quanto prescritto per
i sacerdoti. L’interrogatorio continua con domande
sulla moralità dei canonici e cappellani delle chiese
suffraganee, in particolare si indaga sul concubinato
del clero, in quei tempi piuttosto diffuso. Risponde
Nicolino che nessuno dei componenti il Capitolo di
Bormio convive con concubine, soltanto il prete di
Pedenosso aveva una convivente e un certo prete
tedesco che risiede a Livigno. L’esame continua sul
modo di battezzare e di confessare, sulla simonia,
sui matrimoni tra parenti, sulla partecipazione
ai sacramenti, e ancora sulla gestione dei redditi
spettanti alle chiese, oltrecché notizie sugli usurai
e sui chierici irregolari. Concludono i due visitatori,
alla presenza di una decina di uomini di Bormio,
che, a spese della Comunità, si deve provvedere
entro un anno un piviale, uno stendardo e un
messale; scaduto il termine si ordina al canonico
Nicolino di non celebrare nessuna messa fintanto
che non si sarà provveduto, pena la scomunica.
L’obiettivo del vescovo era quello di uniformare i riti
e la pastorale, moralizzare la vita del clero e della
comunità laica e correggere eventuali furfanterie
nell’amministrazione del patrimonio ecclesiastico.
I documenti che attestano l’esercizio dello jus
visitandi da parte dei presuli comaschi si fanno più
consistenti nella seconda metà del Quattrocento. Per
il Bormiese è attestata la visita di monsignor Branda
Castiglioni nell’agosto del 1480, quando consacrò la
ricostruita chiesa di S. Gallo.
Monsignor Antonio Trivulzio fu in visita pastorale
nel novembre 1490. In tale occasione sarà certo stato
oggetto di discussione il censo che il Comune di
Bormio pagava ogni anno al vescovo per le rendite
spettanti alla mensa episcopale, confermate,
probabilmente secondo l’uso, e sancite poi con
diploma del primo luglio 1497. Soprattutto fu
concesso al Comune di nominare gli amministratori
del patrimonio della chiesa, licenza certo singolare
perché contraria all’immunità ecclesiastica. Tale
concessione fu ratificata nel giugno del 1528 da
monsignor Cesare Trivulzio. Recita il documento che
“noi Cesare Trivulzio, per grazia di Dio e della sede
apostolica vescovo di Como ecc. secondo l’esigenza
del nostro pastorale ufficio venuti in questi giorni
alla terra di Bormio, nella Valtellina, diocesi di
Como, per ivi visitare le chiese, le persone ed i luoghi
e correggere, riformare ciò che è da riformare, tanto
nel capo quanto nelle membra, e non avendo potuto
agire quanto era necessario ed opportuno circa la
nostra visita perché colpito da violenta febbre, per
la quale fummo necessitati, così infermo, partire da
essa terra di Bormio e trasferirsi a Stazzona, presso
Tirano, per maggior comodità di medici e medicine
e altre cose necessarie per tornare in salute. Comparsi
alcuni nobili consiglieri della Comunità di Bormio
chiedendo e supplicando che fosse confermato
quanto concesso dal reverendissimo di buona
memoria Antonio Trivulzio, volendo compiacere
ad essa Comunità e uomini, si concede che in tutti
i tempi possano eleggere e deputare due uomini
dabbene per sindaci e procuratori ed un altro uomo
giusto e capace per canevaro di detta chiesa, i quali,
con l’arciprete e i canonici, facciano le investiture e
le locazioni di tutti i beni di detta chiesa ecc.”.
Fu forse l’ultima visita pastorale anteriore al concilio
3
di Trento. Nel frattempo la situazione politica del
Bormiese mutò e, alla signoria milanese e francese,
nel 1512, si sostituì quella delle Tre Leghe. Anche la
storia religiosa dell’Europa sarà scossa, nei primi
decenni del Cinquecento, dalla Riforma protestante
che, nella interpretazione di Zwingli e poi di Calvino,
avrà l’adesione della maggioranza dei Comuni che
componevano le Leghe Grigie. Da allora la pastorale
incontrò non poche difficoltà nella sua attuazione,
soprattutto, dopo il 1563, nel concretizzare quanto
si prescrisse nei decreti del concilio di Trento, per il
tentativo da parte dei Grigioni di avvicinare i paesi
soggetti favorendo in questi ultimi l’adesione alla
Riforma. Con l’editto dato in Illanz il 26 gennaio
1557 le Leghe, fra l’altro, proibirono agli ecclesiastici
forestieri di entrare in Valtellina e Contadi senza
il loro consenso. Fu così che i vescovi comaschi
non poterono più entrare nella frazione di diocesi
soggetta ai paesi oltralpe.
Con il pretesto di curarsi ai Bagni di Bormio, nel 1578,
il vescovo Giovanni Francesco Bonomi di Vercelli,
aveva però ottenuto dai Grigioni l’autorizzazione di
entrare in Valtellina. Il prelato esercitò il ministero
pastorale con grande fervore amministrando oltre
5.000 cresime. Le autorità reagirono intimandogli
con decreto datato 1 agosto di lasciare la Valle e
punendo in aggiunta la Comunità di Bormio con una
pesante multa (75 fiorini del Reno). Il 25 marzo 1579,
forse in segno di aperta sfida, i reggenti convocarono
un consiglio di popolo allargato a ben 400 uomini
per discutere della venuta del vescovo Bonomi
e della multa inflitta: l’assemblea decretò che si
provvedesse a replicare ai commissari del Principe
ribadendo alla dieta la libertà goduta da Bormio
in questo campo. Qualche giorno dopo, tuttavia,
il Comune fece marcia indietro, rassegnandosi
ad accettare l’imposizione sovrana. La tensione
andò poi scemando, tant’è che nel 1580 le Leghe
autorizzarono il Comune a reclutare i Gesuiti come
predicatori, confessori e maestri di scuola.
Dopo il concilio di Trento la consuetudine della
visita pastorale divenne un’istituzione ordinaria e
se ne prescrisse una scadenza tanto impegnativa da
risultare concretamente impraticabile: “se (i vescovi)
non potessero visitare (la diocesi) completamente
ogni anno per la sua estensione, ne visitino almeno
la maggior parte, in modo tale, però, che nel giro
di due anni, o personalmente o per mezzo dei loro
visitatori, la visita sia completata.” Si statuiscono
anche le finalità della visita che saranno quelle di
“esporre la dottrina pura e ortodossa, dopo aver
fugato le eresie, salvaguardare i buoni costumi e
correggere quelli corrotti, infiammare il popolo con
esortazioni e ammonizioni alla pietà, alla pace e alla
purezza, e stabilire secondo la prudenza dei visitatori
4
tutte le altre disposizioni che, considerato il luogo, il
tempo e l’occasione, possono portare ai fedeli.”
Monsignor Feliciano Ninguarda, che già partecipò
attivamente come teologo alla fase conclusiva del
concilio di Trento, fu nominato vescovo di Como il
7 ottobre 1588 e potè esercitare il diritto alla visita
senza bisogno di alcun benestare dei Grigioni perché
nativo di Morbegno. Avviò la prima visita pastorale
nell’estate dell’anno seguente la sua nomina,
cercando di consolidare le struttura cattoliche
secondo quanto era stato prescritto a Trento. Ci
informa nella sua relazione che nel Bormiese vi
erano allora milleottocento famiglie. Ormai anziano
- aveva 75 anni - ripercorse la Valtellina e Contadi
nel 1593. Consacrò il 30 agosto l’oratorio della SS.
Trinità di Turripiano, che nella memoria orale è
ancora ricordato come baluardo contro il dilagare
del protestantesimo.
Pur giungendo a Bormio soltanto il 18 novembre 1614,
il vescovo Filippo Archinti indisse la visita pastorale
già nel giugno del 1596. I Grigioni frapposero ogni
tipo di ostacolo all’entrata del vescovo nei loro
domini. Vi era però la disponibilità anche a sottoporsi
a notevoli spese: “tutto, infatti, presso di loro, è
oggetto di venalità”, si scrive. Ottenne finalmente
la licenza, ma con la garanzia “di non meschiarsi
d’altro, né attribuirse oltre le cose spirituali delle
chiese”. Scrive Saverio Xeres nella presentazione
della visita edita qualche anno fa, che si trattava di
un evento che prevedeva un complesso rituale che
avrebbe dovuto ripetersi in ogni parrocchia, ma
che la visita pastorale “ha anche un forte carattere
giuridico, quale occasione di verifica, assestamento,
correzione delle situazioni locali, tanto più necessario,
obiettivamente, quanto più trascurate risultano le
condizioni edilizie e di arredo delle chiese, i diritti
e i doveri connessi ai benefici ecclesiastici, la cura
pastorale e l’istruzione religiosa delle popolazioni”.
Nell’editto dove si proclama la visita è contenuto
un lungo elenco di certificazioni da presentare
al vescovo all’atto della visita. “Mediante queste
– continua lo Xeres – si opera una ricognizione
tendenzialmente completa sia dello stato, personale
ed economico, dei membri del clero, delle loro
incombenze e facoltà, sia della situazione di diritto e
di fatto dei benefici ecclesiastici […] analogamente
si visitano confraternite e «luoghi pii», in una linea
di riaffermazione dei diritti vescovili su iniziative
ecclesiali nate solitamente in modo spontaneo tra le
popolazioni. Oltre il clero, vengono coinvolte nella
ricognizione anche una serie di categorie di persone
particolarmente tenute sotto osservazione, come
gli esercitanti «professioni sorvegliate»: medici,
chirurghi o barbieri in quanto vicini agli ammalati e
quindi in grado di indurli, o di sviarli, dalle pratiche
sacramentali ultime; i «maestri di scola … librari»
a motivo della loro attività educativa, «ostetrici
o comari» in quanto la loro familiarità con le
partorienti consentiva di mettere in luce eventuali
disordini morali e di garantire l’amministrazione
del battesimo a neonati a rischio della vita. In breve:
le «categorie concorrenziali o coadiuvanti rispetto al
clero parrocchiale»”.
Nell’incerto periodo che seguì la rivolta di Valtellina
del 1620, con delega del 20 aprile 1624, monsignor
Desiderio Scaglia invia in visita il domenicano Sisto
Carcano. La sua visita è ricordata per la maggiore
autonomia concessa alle parrocchie rispetto
all’organizzazione ancora medievale che le vedeva
soggette al pievano. Il vescovo fece annotare che
la notte precedente l’entrata in Bormio “si allogiò
nel piano dove si dice Isolaccia. Non vi si trovava
alcuna provisione di mangiar né di vino e peggio di
dormire, onde con la paglia mi feci letto in chiesa
di S. Rocho, nel choro sopra la porta e stetti meglio
che quelli dormirno in letti pieni di pulci”. Bormio
contava allora 800 anime.
Per concludere citerò le due visite pastorali di
monsignor Lazzaro Carafino avvenute nel 1629 e
nel settembre 1646. Questo vescovo non è ricordato
come figura particolarmente amabile e comprensiva,
ma dobbiamo a lui l’efficiente funzionamento
dell’anagrafe parrocchiale che determinerà la
cristallizzazione dei cognomi; sono anche da
ricordare i suoi significativi interventi tesi a smorzare
il fervore dei Magistrati bormini contro le streghe:
sicuramente salvò qualche sventurato altrimenti
destinato al rogo. Scrive comunque Ignazio Bardea
nelle sue Memorie: “già era un mese avanti stato in
visita in Bormio monsignor Lazzaro Carafino di cui
està la seguente memoria, scritta di carattere a me
non noto, in un foglio di abbreviature di Simone
Sermondi [notaio]: monsignore illustrissimo e
reverendissimo vescovo di Como Lazzaro Carafino
cremonese è stato in Bormio giorni dieci al principio
di agosto l’anno 1629 con alcuni de’ suoi al numero
di 14 con buona spesa e con poca soddisfazione non
solo del Capitolo nostro ed altri religiosi, ma anco
de tutto il popolo del territorio nostro di Bormio,
come ancora in Valtellina ha reso con poco gusto
et con spesa grossa sendo huomo altiero, superbo
e lunatico che non vuole esser troppo fastidiato sed
solum attendere alle comodità. In somma servi per
memoria: quando il sterco monta in scagn o chel
spuzza o chel fa dagn, proverbio antico et che non
erra.” Nella relazione a Roma, riferì che vi erano nel
Bormiese 5870 anime.
Concluse le guerre per la Valtellina con il capitolato
di Milano firmato dai Grigioni e dalla Spagna il 3
settembre 1639, cessa ogni contrsto in materia di
religione. Su tale argomento saranno stilati nel
trattato ben tredici articoli. Il 27° statuisce che
“nella Valtellina e due Contadi non habbi da essere
altra religione che la cattolica apostolica romana
con espressa esclusione di qualunque esercitio o uso
d’altra religione che non sia la cattolica”.
Da allora i vescovi non incontrarono ostacoli nella
loro missione pastorale che poterono esercitare
liberamente, secondo lo spirito tridentino. Rimase
forse qualche malumore presso le comunità, come
attesta un partito del consiglio “seduto” di Bormio,
emesso il primo marzo 1647, ossia qualche mese dopo
la seconda visita pastorale di monsignor Lazzaro
Carafino, il quale recita che “fu rapresentato il conto
delle spese fatte per il reverendo signor canonico
Sebastiano Raisone a monsignor illustrissimo
vescovo di Como, le quali sommano lire 385 […],
le quali spese si dovranno dividere per mettà fra il
clero et la Comunità senza prejuditio delle raggioni
di cercar conto de quelli possedano beni sottoposti
alla mensa episcopale a quali tocca et deve toccare
la terza parte di dette spese di poterle a suo loco et
tempo reportarle”.
Ilario Silvestri
ULTIME VISITE PASTORALI
Mons. Felice Bonomini
3 ottobre 1948
16 maggio 1954
25 maggio 1959
29 agosto 1965
Mons Teresio Ferraroni
14 giugno 1975
20 aprile 1980
Mons. Alessandro Maggiolini
30 Ottobre 1993
5
Ricordo
Foto Pozzi
Il cielo plumbeo non fa presagire niente di buono.
D’improvviso, una luce imprevista squarcia le nubi e
ad essa fa eco un immenso boato. Il temporale è vicino,
ma la “mia” Cima Piazzi è lì, davanti ai miei occhi,
ben visibile tra le nuvole minacciose con la sua punta
svettante e i suoi ghiacciai aggrappati sopra le rocce
grigie.
Oggi però la montagna presenta un aspetto diverso
dagli altri giorni: ha in sé qualcosa di triste. Chissà! Forse
vuole parlarmi e non ne ha il coraggio. Di botto una serie
di pensieri mi si aggrovigliano nella mente e la vista di
quelle stupende vedrette mi riconducono a Lei. Lei che
amava immensamente quella montagna e che pochi
giorni prima del suo grande viaggio, si è fatto condurre
là, sotto le sue pendici, per ammirarla per l’ultima volta.
Forse anche Lei avrebbe voluto dormire il sonno della
morte non in un cimitero zeppo di bruttissime lapidi,
6
di figure marmoree sgraziate, ma lassù sotto gli abeti,
con il viso volto verso la Cima di Piazzi con una nuvola
per ripararsi dal troppo sole, con una roccia accanto
per sottrarsi dalla furia del vento, come desiderava un
famoso scrittore della Valdidentro. Che strani pensieri
e che curiosa coincidenza! Proprio oggi sono andato là,
nel bàit de tüc’, a cercare la sua data di nascita perché,
pur avendo scritto di Lei un piccolo opuscolo, l’avevo
scordata. Ho cercato quei numeri dell’anno perché ho
dovuto, a mio malincuore, riaggiornare il mio testo di
prossima pubblicazione, che tratta anche di quelli che
furono gli arcipreti di Bormio. Non avrei mai pensato
di mettere anche il suo nome! Sono passati poco più
di due anni da quando, con un futile stratagemma, mi
sono intrufolato nel suo appartamento per chiedere
lumi sulla sua vita. La scusa era che quelle notizie mi
sarebbero dovute servire per rimpinguare la mia ricerca
sugli arcipreti del Bormiese. Ma so che non l’ha mai
bevuta! Lei era troppo arguto per non aver intuito il mio
fine. Eppure Lei ha fatto finta di nulla e mi ha accolto
benevolmente. Colloquiando ho conosciuto, sotto una
ruvida scorza, la dolcezza e la bontà di un uomo.
Nel giorno del festeggiamento per i suoi ottant’anni è
stato distribuito in fondo alla chiesa il mio opuscoletto,
ricordo della sua vita. Ho seguito la celebrazione dalla
sagrestia e Lei, alla fine, tra la confusione di complimenti
e di auguri si è fatto largo tra la gente, mi si è avvicinato
e a commento del mio scritto, mi ha detto:
- Ti devo proprio rimproverare, me l’hai combinata
bella, mi hai proprio fregato. Però sei stato sincero, hai
detto cose vere.
Lei aveva assunto con me un falso tono di rimprovero,
che però celava la soddisfazione di ciò che avevo
scritto: erano null’altro che le sue parole. Forse molti
dei suoi fedeli non la conoscevano veramente. Ma,
come ha confessato nei ultimi suoi giorni, neanche Lei
conosceva bene i suoi fedeli... Infatti quando ha intuito
di essere vicino ad accogliere il bacio del Signore, ha
preso con noncuranza una sigaretta e l’ha stretta tra i
denti, commentando:
- Tanto i medici non me lo possono più vietare, perché
la mia ora è prossima. In questi giorni di sofferenza mi
sono però piacevolmente accorto di tanta gente che
pensavo molto lontana... e che invece mi è stata più
vicina di tanti altri, in modo inaspettato...
In tutto questo mio pensiero le ho dato del Lei perché ho
sempre avuto un po’ di soggezione nei suoi confronti:
la voce stentorea, la erre rutilante che sapeva molto
di superiorità e il modo di vestire austero con quella
lunga veste nera che ormai quasi tutti i sacerdoti hanno
abbandonato. Ricordo che prima di sposarmi mi sono
presentato al suo cospetto per il rituale colloquio. La mia
futura sposa, opportunamente informata dalle amiche
che l’avevano preceduta nel compiere quel passo, mi
avvertì che Lei mi avrebbe fatta la solita domanda:
- Chi ti sposa?
La risposta opportuna sarebbe stata quella di dire il nome
della moglie. Io, preso dalla agitazione e dalla soggezione
nei suoi confronti, ho risposto ingenuamente, riferendo
il nome del sacerdote che mi avrebbe sposato...
Mi perdoni quindi, ma non riesco a darle del tu.
Questa volta caro don Antonio non mi potrà più
riprendere per ciò che ho scritto e di ciò, può sembrare
strano, ne sono profondamente amareggiato...
Ciao don Antonio.
Marcello Canclini
Il corso fidanzati 2008/2009
Ecco la nostra esperienza
Abbiamo accettato di buon grado l’invito rivoltoci
dall’arciprete di Bormio don Giuseppe Negri di scrivere qualche riga sulla nostra esperienza al corso fidanzati. Di seguito le nostre riflessioni.
Già nella vita è difficile trovare l’anima “gemella”
e quando pensi di averla (o) trovata (o) e di “averla
(o) convinta” (o) a fare il grande passo – dal momento che al giorno d’oggi spesso e volentieri o lui
o lei preferiscono parlare di convivenza – ecco che
ti senti dire: le “leggi ecclesiastiche” son cambiate,
ora ci vuole un anno di corso. E non sai come dirglielo anche perché tu stesso, magari, pensi che sarà
un percorso lungo, difficile, ricco di “prediche” e di
certo preferiresti una serata a cena con gli amici. Ma
ci provi – perché i tuoi ci tengono, oppure perché tu
stesso ci tieni - e, alla prima lezione, hai le dita incrociate. Speriamo che non sia troppo noioso, magari
le altre coppie mi stanno antipatiche, chissà lui (lei)
cosa pensa… è troppo impegnativo. Sono tutti dubbi, care coppie di fidanzati/futuri sposi, che in parte
hanno attanagliato anche la nostra mente ma che
adesso, a corso oramai terminato (anzi, questo parere, a dir la verità avremmo già potuto sottoscriverlo
alla seconda lezione) possiamo dire di essere davvero
infondati. Perché la nuova formula del corso fidanzati
ci è piaciuta davvero ed ha rappresentato in primis
un’occasione di crescita personale, poi di coppia e di
confronto con gli altri. Tutti i dubbi, le perplessità e
le titubanze iniziali si sono dissolti ed ora, entrambi, siamo felici del cammino percorso insieme, delle
occasioni di confronto e di conoscenza reciproca che
il corso ci ha offerto, degli argomenti, a volte magari
un po’ “scomodi” che l’arciprete don Giuseppe Negri, con semplicità e concretezza, ci ha posto davanti.
Perché pensare ad un futuro in due – se ci si pensa
bene, con profondità – al giorno d’oggi spesse volte
fa paura. Perché, abituati a “cullarci” negli agi della
vita moderna, facciamo fatica a pensare agli eventuali sacrifici da fare per soddisfare qualche esigenza
dell’altro, qualche sogno dell’altro, per “affrontare”
anche qualche difetto dell’altro. Preferiamo non sentirne parlare e, finchè andiamo al bar con gli amici
o ci avventuriamo in una vacanza caraibica, di certo non abbiamo quasi mai avuto occasioni o pretesti
per litigare. Dalle pagine di questo bollettino quindi
vogliamo dire grazie (e crediamo di interpretare il
pensiero di tutti) al corso fidanzati, perchè ci ha fatto
scoprire maggiormente l’altro, capire il suo pensiero,
riflettere su alcuni aspetti della vita “quotidiana” che
spesso si preferisce tacere.
Grazie perché non ci siamo mai annoiati per la formula “snella” (santa messa “in compagnia”, breve riflessione, poi confronto personale a coppie, cena in
compagnia, confronto nei gruppi e chiusura finale,
ovvero dalle 17.45 alle 22 circa della domenica) ma
anche grazie a quanti hanno condiviso ed animato
questo percorso cristiano.
Il primo grazie va ai nostri “amici” di percorso: il confronto con loro ci ha arricchito, ci ha permesso di conoscere le diverse “facce della medaglia”, ci ha fatto
crescere e stimolato il dibattito.
Un grazie va poi alle coppie guida (anche se loro probabilmente non amano sentirsi definire così!!) ovvero Paola e Daniele e Marisa e Giorgio: di certo non ci
hanno “bacchettato” come se fossero i custodi della
verità, degli errori da non fare e delle linee guida assolutamente da seguire ma, con estrema semplicità
ed umiltà, si sono messi al servizio di oltre una ventina di coppie con storie personali, trascorsi, presente
e futuro di certo diversi. Tante esperienze, tante teste
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difficili da far stare assieme, tante visuali ma loro non
si sono scoraggiati: hanno “studiato” e si sono preparati con impegno e costanza per ciascuna serata, ci
hanno fatto conoscere le loro esperienze personali e
si sono messi in gioco assieme a noi.
Grazie a Mariagrazia che ci ha seguiti con un amorevole affetto di mamma, che ha ricordato sempre
tutti i nostri nomi, che non ha mai fatto mancare il
suo sorriso e la sua attenzione per ciascuno di noi.
Un grazie anche al suo consorte Roberto (e agli altri
amici volontari) che oltre a pensare alla nostra salute
spirituale hanno curato anche le nostre bocche accogliendoci ad una mensa sempre ricca di affetto, di
condivisione, di serenità.
Da ultimo - ma non certo per importanza - grazie
all’anima del corso fidanzati don Giuseppe Negri.
Crediamo che abbia sicuramente stupito tutti in primis perchè non ci ha mai giudicati né si è mai posto su di un piedistallo per dirci la “verità”. E’ stato lui
la vera “scoperta” di questo corso: attento, paziente,
mai fuori le righe ma sempre disponibile – materialmente ma anche spiritualmente – a qualsiasi nostra
esigenza. Con umiltà ci ha condotto in un cammino
difficile, spesse volte affrontando argomenti di fronte
ai quali noi stessi eravamo in imbarazzo. Invece don
Giuseppe no, sempre con una parola gentile per tutti,
sempre con un consiglio (qualora richiesto) davvero
pacato e sensibile, sempre attento a tutto e a tutti. A
lui va il nostro grazie sentito per averci fatto sempre
sentire a nostro agio. E, affrontando un corso fidanzati, questa non è cosa da poco. Speriamo, con queste
poche righe, di aver proposto un quadro sintetico ma
speciale di quello che le giovani ( o meno giovani)
coppie saranno chiamate ad affrontare: fondamentale è prendersi per mano ed il resto verrà da sé. Nessuna paura, nessun preconcetto: basta solo un minimo
di disponibilità d’animo, di apertura mentale e ciascuno potrà terminare il suo percorso maggiormente
arricchito.
Ai nostri compagni di avventura, alcuni già sposi ed
altri presto consacrati davanti a Dio….
Buona Vita.
A chi ci ha seguiti ed ha condiviso con noi il percorso…. Ancora grazie.
Alle “nuove “ coppie di fidanzati… buon cammino:
non resterete delusi.
Daniela e Tanjs
Sono aperte le iscrizioni per i fidanzati.
Le nostre chiese sono belle, accoglienti e visitate.
Grazie alle donne e ai volontari che le tengono pulite.
Ci si può sempre unire; l’unione fa la forza!
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Si segnala!
Dalle parole di Papa Benedetto XVI:
La mia nuova enciclica Caritas in veritate, si ispira per
la sua visione fondamentale ad un passo della lettera di
San Paolo agli Efesini, dove l’apostolo parla dell’agire
secondo verità nella carità: «Agendo - lo abbiamo
sentito ora - secondo verità nella carità, cerchiamo
di crescere in ogni cosa tendendo a Lui, che è il capo,
Cristo» (4,15). La carità nella verità è quindi la principale
forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona
e dell’umanità intera. Per questo, attorno al principio
«caritas in veritate» ruota l’intera dottrina sociale della
Chiesa. Solo con la carità, illuminata dalla ragione e
dalla fede, e possibile conseguire obiettivi di sviluppo
dotati di valenza umana e umanizzante.
La carità nella verità «è principio intorno a cui
ruota la dottrina sociale della Chiesa, un principio
che prende forma operativa in criteri orientativi» (n. 6).
Come altri documenti del Magistero, anche questa
enciclica riprende, continua ed approfondisce l’analisi
e la riflessione della Chiesa su tematiche sociali di vitale
interesse per l’umanità del nostro secolo. In modo
speciale, si riallaccia a quanto scrisse Paolo VI, oltre 40
anni or sono, nella Populorum progressio, pietra miliare
dell’insegnamento sociale della Chiesa, nella quale il
grande Pontefice traccia alcune linee decisive, e sempre
attuali, per lo sviluppo integrale dell’uomo e del mondo
moderno. La situazione mondiale, come ampiamente
dimostra la cronaca degli ultimi mesi, continua a
presentare non piccoli problemi e lo «scandalo» di
disuguaglianze clamorose, che permangono nonostante
gli impegni presi nel passato. Da una parte, si registrano
segni di gravi squilibri sociali ed economici; dall’altra,
si invocano da più parti riforme non più procrastinabili
per colmare il divario nello sviluppo dei popoli.
Il fenomeno della globalizzazione può, a tal fine,
costituire una reale opportunità, ma per questo
è importante che si ponga mano ad un profondo
rinnovamento morale e culturale ad un responsabile
discernimento circa le scelte da compiere per il bene
comune. Un futuro migliore per tutti è possibile, se lo
si fonderà sulla riscoperta dei fondamentali valori etici.
Occorre cioè una nuova progettualità economica che
ridisegni lo sviluppo in maniera globale, basandosi sul
fondamento etico della responsabilità davanti a Dio e
all’essere umano come creatura di Dio.
L’enciclica certo non mira ad offrire soluzioni tecniche alle vaste problematiche sociali del mondo odierno
- non è questa la competenza del Magistero della
Chiesa (cfr n. 9). Essa ricorda però i grandi principi
che si rivelano indispensabili per costruire lo sviluppo
umano dei prossimi anni. Tra questi, in primo luogo,
l’attenzione alla vita dell’uomo, considerata come
centro di ogni vero progresso; il rispetto del diritto
alla libertà religiosa, sempre collegato strettamente
con lo sviluppo dell’uomo; il rigetto di una visione
prometeica dell’essere umano, che lo ritenga assoluto
artefice del proprio destino. Un’illimitata fiducia nelle potenzialità della tecnologia si rivelerebbe alla fine
illusoria. Occorrono uomini retti tanto nella politica
quanto nell’economia, che siano sinceramente
attenti al bene comune. In particolare, guardando
alle emergenze mondiali, è urgente richiamare
l’attenzione della pubblica opinione sul dramma della
fame e della sicurezza alimentare, che investe una
pane considerevole dell’umanità. Un dramma di tali
dimensioni interpella la nostra coscienza: è necessario
affrontarlo con decisione, eliminando le cause globale
in atto. Indubbiamente va attentamente rivalutato
il ruolo e il potere politico degli Stati, in un’epoca in
cui esistono di fatto limitazioni alla loro sovranità a
causa del nuovo contesto economico-commerciale e
finanziario internazionale. E d’altro canto, non deve
mancare la responsabile partecipazione dei cittadini
alla politica nazionale e internazionale, grazie pure a
un rinnovato impegno delle associazioni dei lavoratori
chiamati a instaurare nuove sinergie a livello locale e
internazionale. Un ruolo di primo piano giocano, anche
in questo campo, i mezzi di comunicazione sociale per
il potenziamento del dialogo tra culture e tradizioni
diverse.
9
Tempo di Bormiadi
Lo sport aiuti a costruire un mondo più fraterno
Cari amici,
ho accolto con vivo compiacimento il vostro
invito ad incontrarvi, in occasione dei campionati
mondiali di nuoto. Grazie per la vostra gradita
visita; porgo volentieri a ognuno e ad ognuna
di voi il mio cordiale benvenuto! Il mio saluto
più affettuoso è specialmente per voi, cari atleti
di diverse nazionalità, che siete i protagonisti
di questi campionati mondiali di nuoto. Con
le vostre gare offrite al mondo un avvincente
spettacolo di disciplina e di umanità, di bellezza
artistica e di tenace volontà. Mostrate a quali
traguardi può condurre la vitalità della giovinezza,
quando non si rifiuta la fatica di duri allenamenti
e si accettano volentieri non pochi sacrifici e
privazioni. Tutto questo costituisce anche per i
vostri coetanei un’importante lezione di vita.
Com’è stato poc’anzi ricordato, lo sport, praticato
con passione e vigile senso etico, specialmente per
la gioventù, diventa palestra di sano agonismo e di
perfezionamento fisico, scuola di formazione ai valori
umani e spirituali, mezzo privilegiato di crescita
personale e di contatto con la società. Assistendo a
questi mondiali di nuoto ed ammirando i risultati
conseguiti, non è difficile rendersi conto di quanta
potenzialità Iddio abbia dotato il corpo umano,
e quali interessanti obbiettivi di perfezione esso
possa raggiungere. Il pensiero va allora allo stupore
del Salmista che, contemplando l’universo, canta
la gloria di Dio e la grandezza dell’essere umano.
“Quando vedo i tuoi cieli, - leggiamo nel Salmo 8
- opere delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai
fissato, che cosa è mai l’uomo perchè di lui ti ricordi, il
figlio dell’uomo, perchè te ne curi? Davvero l’hai
fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo
hai coronato” (vv. 4-5). Come allora non ringraziare
il Signore per aver dotato il corpo dell’uomo di tanta
perfezione; per averlo arricchito di una bellezza e di
un’armonia che si possono esprimere in tanti modi!
Le discipline sportive, ognuna con modalità diverse,
ci aiutano ad apprezzare questo dono che Iddio ci ha
fatto. La Chiesa segue e si prende cura dello sport,
praticato non come un fine a se stesso, ma come un
mezzo, come strumento prezioso per la formazione
perfetta ed equilibrata di tutta la persona. Anche nella
Bibbia troviamo interessanti riferimenti allo sport
come immagine della vita. Ad esempio, l’apostolo
10
Beato Pier Giorgio Frassati
Patrono degli sportivi
Paolo lo ritiene un autentico valore umano, lo
utilizza non solo come metafora per illustrare alti
ideali etici e ascetici, bensì pure come mezzo per
la formazione dell’uomo e come componente della
sua cultura e della sua civiltà.
Voi, cari atleti, siete modelli per i vostri coetanei, ed
il vostro esempio può essere per loro determinante
nel costruire positivamente il loro avvenire.
Siate allora campioni nello sport e nella vita! Si
è fatto prima cenno a Giovanni Paolo II il quale,
incontrando nell’ottobre dell’Anno giubilare 2000
il mondo dello sport, ebbe a sottolineare la grande
importanza della pratica sportiva, proprio perché
“può favorire l’affermarsi nei giovani di valori
importanti quali la lealtà, la perseveranza, l’amicizia,
la condivisione, la solidarietà” (Insegnamenti,
vol. XXIII/2, p. 729). Inoltre, manifestazioni
sportive come la vostra, grazie ai moderni mezzi
di comunicazione sociale, esercitano un notevole
impatto sull’opinione pubblica, dato che il
linguaggio dello sport è universale e raggiunge
specialmente le nuove generazioni. Veicolare
messaggi positivi attraverso lo sport contribuisce
pertanto a costruire un mondo più fraterno e solidale.
Cari amici, e soprattutto voi, cari atleti, mentre
ancora vi ringrazio per questo cordiale incontro, vi
auguro di “nuotare” verso sempre più impareggiabili
ideali.
Papa Benedetto XVI
speciale estate
ORA - Tin - forma
Tempo di allegria! Tempo pieno! Tempo di
rinnovamento!
È stata vera estate. In attesa del completamento
anche dell’abbellimento dell’oratorio,
ecco il
cronicon delle attività che bene o male (pensiamo
positivo) sono state svolte ma soprattutto vissute.
GREST “A nasinsu”
Guarda il cielo e conta le stelle,
(se riesci a contarle).
Sono state quattro settimane
intense per i 250 bambini che
si sono iscritti al Grest 2009
“Nasinsu”. Siamo
partiti alla
grande con un pre-Grest di tre
giorni, esclusivamente per i ragazzi delle
medie per metterli a conoscenza del loro ruolo di
“guida” ai più piccoli durante il Grest vero e proprio.
Li abbiamo visti quindi correre dalla Gesa Rota fino
alle Case Rosa in squadre, per raggiungere il premio
della Caccia al Tesoro, oppure giocare a ‘Dame &
Cavalieri’ in cinema, causa mal tempo. Ma il grande
inizio è stato il lunedì con anche i bambini delle
elementari che hanno ricostruito il logo in formato
gigante e successivamente si sono divisi in squadre.
Come sempre, qualcuno ha fatto i salti di gioia
perché era col suo amico del cuore, qualcuno invece
ha protestato perchè non conosceva nessuno nella
squadra e voleva cambiar colore; non sono bastate
le lamentele e qualche volta anche la lacrimuccia a
smuovere animatori o addirittura il Don per ritrovarsi
col gruppo tanto sperato. Ragazzi, non scoraggiatevi,
siete in squadre di 30 elementi e allacciare nuove
amicizie non è poi così difficile! È bastata una
settimana o poco più infatti per far cambiare idea
agli insoddisfatti. Merito dei giochi, dei tornei,
delle mini olimpiadi, delle gite o perché no anche
dei laboratori… Novità del Grest 2009: solo i ragazzi
dalla 5 elementare in su potevano partecipare
alle cosiddette gite lunghe –val di Rezzalo, val
Trela e parco acquatico “le Vele”-. Nel frattempo
i piccoli rimanevano in oratorio per i laboratori
accompagnati da genitori volenterosi che si sono
prestati ad insegnare a cucinare biscotti, costruire
libretti, e altri bei lavoretti. Era invece un gran
corteo quello che si creava il mercoledì alle gite corte
–Planecc, Gotrosio e Campolungo- : chi camminava
spedito senza fare fatica, chi se la prendeva con più
calma perdendosi in qualche chiacchiera e anche
chi, dopo un po’ (forse un po’ troppo presto) non
ce la faceva proprio più… fortuna che ci sono gli
animatori, che fisicamente e spiritualmente sono
riusciti a far arrivare tutti alla meta. Un particolare
successo sono state la caccia all’oggetto e i due
giorni di giochi d’acqua. Per quest’ultimi forse la
prima volta siamo stati un po’ sfortunati col tempo
che ci ha un po’ delusi, ma la seconda si è rifatto
regalandoci una splendida giornata di sole e caldo.
Perciò volenti o no, via col Pikagiò, ma attenzione
a non farsi male che poi il Don si arrabbia con noi!
Giovedì giornata di carità: niente merenda cari
ragazzi… solo acqua! È un fioretto! . È venuta pure
Suor Delia , impegnata a Tionge a raccontarci le sue
esperienze coi bambini di quel mondo tanto diverso
da qui. La nostra avventura si è conclusa il sabato
sera con la cena a base di polenta e salsicce preparata
dai reparti e a seguire il gran finale presentato dai
tre più rinomati giornalisti, nonché presentatori
che hanno divertito il pubblico alternando qualche
filmato con voi protagonisti di Nasinsù, seguita poi
dall’assegnazione dei premi speciali, quali “Miglior
Calciatore/Pallavolista” oppure il tanto ambito “Miss
Grest”. Infine la premiazione dei tornei del Grest di
Sera e delle squadre: vincitori i Neri ma… beati gli
ultimi perché saranno i primi! Dulcis in fundo prima
di salutarsi… banz e inno da ballare ancora una volta
tutti assieme! Vi aspettiamo presto in oratorio per
poter saltare ancora una volta a ritmo di Facciamo
Banz! Nel frattempo non dimenticatevi mai di
guardare ogni tanto il cielo: contate le stelle (se ci
riuscite…) e lasciatevi meravigliare!
CAMPO VOCAZIONALE
Mi fido di TE!
So a chi do la mia fiducia (2Tm 1,12)
Il 24 giugno i nostri amici, Sertorelli Giacomo,
Gasperi Davide, Sotta Stefano Verni Geremia, Girola
Massimo sono partiti per quel di Como per 4 giorni
in compagnia di altri amici della diocesi. Ritrovo in
Seminario. Don Roberto ci ha detto che il campo
sarebbe stato esplosivo! infatti abbiamo iniziato
un’esperienza nuova fatta di riflessioni preghiera e
tanto divertimento!
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Frutto del campo: abbiamo imparato che possiamo
fidarci di Dio, che ci ama come un padre e ci aiuta a
superare gli ostacoli.
CAMPO ADOLESCENTI
Semina e coltiva i tuoi sogni…
Ci vogliono pazienza, amore e tenacia ma poi…
è pienezza di vita
Erano le 5.30 di un lunedì mattina di inizio estate
quando capeggiati dall’instancabile Don Romeo, 40
ragazzi e 3 educatori, tra canti, risate e sonnellini,
partivano alla scoperta delle colline toscane.
Direzione: Castel del Piano. Due le presenze
fondamentali della spedizione: Lorenzo l’autista,
che dopo un viaggio decisamente lungo ci ha
condotto sani e salvi alla meta e Beppe il cuoco, che
ci ha deliziato con i suoi pranzetti. L’impatto con
quella che sarebbe dovuta essere la nostra casa è
stato inizialmente sconvolgente: grate alle finestre,
muri spogli, ragni ovunque, chili e chili di polvere…
ma non ci siamo di certo scoraggiati e ripetendo
il mantra “questa casa è bellissima”, l’abbiamo
disinfestata e, per quel che si poteva, abbellita. La
mattina, dopo la sveglia alle 8, (decisamente troppo
presto!!!) ma soprattutto dopo un buon panino con
la nutella, era il momento della riflessione in gruppi.
Tema di questo campo erano i sogni: grazie alle
spiegazioni del Don abbiamo cercato di capire un
po’ meglio alcuni sogni biblici: Abramo, Giuseppe
figlio di Giacobbe, Giuseppe sposo di Maria, Santa
Caterina, arrivando poi a parlare dei nostri di sogni,
delle nostre paure, della fiducia che abbiamo noi…io
MI FIDO DI TE?!?!
Un sogno col quale ci siamo potuti confrontare
concretamente è stato quello di Don Zeno, fondatore
di Nomadelfia, comunità dove tutto è condiviso,
quasi tutto il necessario per vivere è prodotto
internamente e non esiste la proprietà privata.
Questa visita ha sconvolto un po’ tutti quanti: non è
facile capire come vivono qui le persone però è stata
un esperienza toccante che ci ha aperto gli occhi su
una realtà così diversa dalla nostra. Per riprenderci da
questa giornata intensa il giorno dopo ci siamo fatti
portare a Castiglion della Pescaia per un tuffo in mare,
poi la sera, molto probabilmente scottati dai caldi
raggi solari ci siamo improvvisati abili ballerini per
le vie della medievale cittadina: l’ormai famosissimo
TACCO PUNTA e la DANZA del SERPENTE erano le
nostre specialità che non ci siamo assolutamente
vergognati di ballare in mezzo a una piazza lasciando
stupiti turisti e passanti. Durante le giornate in cui
restavamo in casa la divisione in gruppi volontari
per il servizio ha davvero funzionato cosi ognuno
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di noi era sempre impegnato in qualcosa: preparare
la colazione, apparecchiare e servire a tavola,
lavare i piatti, pulire i bagni, le camere, preparare
la messa…ma non sono di certo mancate partite di
calcio, pallavolo, interminabili partite notturne a
pannocchione (gioco dell’estate), infantili incontri
con i nostri vicini bambini dell’asilo, fughe, gare
col carrello della spesa (rubato dal cuoco), scherzi
a danno di povere vecchiette, smorosamenti vari e
giochi serali davvero divertenti. Purtroppo, come
tutte le cose belle, anche questo campo è finito
troppo in fretta. Per l’anno prossimo, anche se so già
che il Don non è d’accordo ma io ci provo lo stesso
e se ci mettiamo in tanti magari lo convinciamo,
propongo: almeno 10 giorni e al mare…sono aperte
le iscrizioni!!!
Un’educatrice
CAMPO MEDIE
un campo “pro universa pecora”
Partimmo alla volta di Albaredo
in un caldo lunedì di agosto. Su
questa sperduta terra si narrano storie avvincenti
come quella delle nostre 63 giovani e non giovani
menti,che giunsero alla tanto sospirata meta, mentre
‘l sol battea fitto fitto “sora la nosa crapa”. Guidati
dalla maestosità di sua eccellenza don Romeo,
iniziammo una lunga e avvincente avventura, fatta
di riflessioni,giochi,lavori di gruppo e pulizie.
Fin da subito i cuochi, Cesarina, Gabriella, Mariuccia
e Paolo, hanno dato prova della loro bravura sui
fornelli, sfornando pietanze di assoluto livello e molto
apprezzate da Bazzu e da tutti gli altri. Purtroppo
non era il cibo il tema del campo; ma la vocazione
dell’uomo: ”Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell’uomo perché te ne curi ” (Salmo 8).
Durante le riflessioni tutti i ragazzi,divisi per età
e sotto la guida degli educatori, si sono impegnati
pensando al loro futuro e ai loro sogni, capendo che
non bisogna arrendersi davanti agli ostacoli.
Finalmente arrivò l’atteso momento dei giochi,
organizzati sapientemente dagli animatori, nei quali
i ragazzi si sfidavano in prove all’ultimo grido dando
il meglio di se. Ma questo non bastò a farli stancare;
infatti la sera erano più scatenati e arrembanti di
prima. Alcuni affrontarono le buie ore nelle camere
in modo spavaldo, ma non sapevano chi avrebbero
potuto incontrare lungo la loro strada: gli animatori.
Quest’ultimi, agguerriti più che mai e muniti di
torce, sventarono le più organizzate fughe, le più
audaci tecniche di comunicazione, i più disperati
tentativi per non dormire, con successo. Peccato che
sia durato soltanto sei giorni.
Animatori
TORNEO ESTIVO DI CALCIO
Seconda edizione intitolata alla memoria di
Stefano Cantoni
è stata la logica conseguenza di ricordare sempre chi,
prematuramente scomparso, cresciuto nell’oratorio
ha coltivato, tra l’altro, nella sua breve esistenza
la passione del gioco del calcio. Come sottolineato
nel precedente bollettino parrocchiale, le assenze
generano sempre tristezza perché portano il pensiero
a ricordare momenti tragici in cui la sofferenza umana
non lascia spazio ad altro sentimento. La famiglia
Cantoni ha presenziato al torneo e alle premiazioni
con un atteggiamento di forte dignità, dove l’aspetto
intimo più coinvolgente, che non è di certo passato
inosservato, è sempre stato il sorriso che non è mai
mancato sui loro volti.
Giorgio Bazzucchi
Da ottobre
sarai accolto in oratorio:
Nella serata conclusiva del
torneo l’arciprete di Bormio
don Giuseppe Negri con un
breve e conciso intervento,
l più
iù richiesto
i hi t dai
d i presenti che spontaneamente
per lo
preparato dal parroco, ha evidenziato quanto sia
importante utilizzare una struttura sportiva e quanto
sia vitale vedere una così ampia partecipazione di
giovani. Il vice Parroco e padrone di casa dell’oratorio,
don Romeo Scinetti, anche lui invitato dai presenti
a commentare la serata conclusiva ha sottolineato
l’importanza dell’aspetto aggregativo tra giovani
in una comunità cristiana e quanto lo sport aiuti al
raggiungimento dello scopo. Lo sport, l’aggregazione
tra giovani, il rispetto delle regole e un’attenta regia
basata su una costante didattica di catechesi cristiana
sono le basi su cui si fonda il pensiero di Don Giovanni
Bosco, l’inventore dei moderni oratori in cui spazi
aggregativi, didattici e sportivi vivono un’armonia
perfetta dove poter far crescere le future generazioni.
La seconda edizione del trofeo alla memoria di
Stefano Cantoni si è svolta le prime due settimane
di agosto, l’organizzazione, ormai ben collaudata nel
tempo, è stata curata congiuntamente dai volontari
dell’oratorio e dell’Unione Sportiva Bormiese,
sedici le formazioni partecipanti più due di giovani
adolescenti di scuola media per un totale di circa 200
calciatori. I ragazzi dell’oratorio, in questa edizione,
hanno raddoppiato le forze schierando in campo due
squadre, gli Intimissimissimi e la neonata Caffè Rezia;
i risultati agonistici purtroppo sono stati deludenti e
in sei partite, le due formazioni, hanno collezionato
cinque sconfitte e una sola vittoria, ma nonostante
tutto nei ragazzi non si è vista rassegnazione e non
è mai mancato quel tipico buon umore necessario
per guardare con ottimismo ai prossimi tornei.
Intitolare alla memoria di Stefano Cantoni il torneo
Mercoledì - Giovedì - Venerdì
14.30 – 17.30
Sabato
sera
14.30 - 17.30
20.45 - 23.00
Domenica 14.30 – 17.30
I Campi da gioco saranno a disposizione
nei pomeriggi di apertura dell’oratorio.
Per altre prenotazioni
rivolgersi direttamente al canonico.
La catechesi dei fanciulli e dei ragazzi
avrà inizio Mercoledì 30 settembre
14.30
MERCOLEDI
15.30
16.30
GIOVEDI
15.00
16.00
21.00
SABATO
(mensile)
21.00
1^ ELEMENTARE
2^ ELEMENTARE
3^ ELEMENTARE
4^ ELEMENTARE
5^ ELEMENTARE
2^ MEDIA
3^ MEDIA
1^ MEDIA
SUPERIORI
GIOVANI
(Dai 19 ai 28 anni)
La festa dell’ ORATORIO
sarà DOMENICA 4 OTTOBRE 2009
invitando ragazzi e famiglie
ore 10.00 - Ritrovo in collegiata
ore 10.30 - S. messa
ore 12.30 - pranzo in oratorio con le famiglie
ore 13.30 - giochi per bambini e ragazzi
Ore 14.00 - Piccolo incontro con i genitori
ore 15.30 - preghiera e conclusione
13
Completati i restauri alla chiesa
del Crocifisso o di S. Antonio Abate
Stefano Zazzi
I bormini hanno da sempre una venerazione particolare per il Santo Crocifisso di Combo, il luogo in cui
manifestano genuinamente la loro fede ed dove sono
conservate memorie nei numerosi affreschi, dipinti
sulle sue murature attraverso i secoli, a partire dal
Trecento.
La straordinaria ricchezza di elementi architettonici
ed artistici ha richiesto un lungo percorso di recupero e restauro che, iniziato nel 1972, si è concluso lo
scorso mese di agosto.
Nel 1982 vennero portati in luce, sulle pareti dell’arco
trionfale, il martirio di Santa Caterina e di San Gregorio Magno sulla sinistra; Sant’Agostino con il Bambino ed un Padre della chiesa sulla parete destra;
nelle soprastanti voltine Noè, Mosè ed Abacuc.
A partire dal 1989, prima don Antonio e più recentemente don Giuseppe, mi hanno dato l’opportunità e
la responsabilità di coordinare una serie di interventi interni ed esterni; a loro devo tutta la mia gratitudine.
Nel 1990, in accordo con la Soprintendenza, iniziarono i saggi per stabilire l’originaria coloritura della
chiesa che, sotto i toni gialli della sua ultima ridipintura, nascondeva l’originario sabbia - avorio. Alcuni
centimetri più in profondità apparve poi un pregevole intonaco cinquecentesco, di cui si lasciò testimonianza sull’ingresso e sul pilone murario sovrastante
la sagrestia.
Nel 1991, nel corso dei restauri della facciata, si ritrovò l’affresco con la Deposizione di Cristo, entro la
nicchia sovrastante il portale d’ingresso principale:
una superficie che nasconde un altro dipinto più in
profondità.
Nel autunno del 1994, sulla parete sinistra dell’aula,
è stata scoperta l’effigie di Sant’Antonio abate accanto ad altri santi. Mancavano a quel punto il restauro
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dell’arco trionfale e della parete destra della chiesa, in
parte coperta dall’affresco del De Buris, trasportato
a Combo nel 1882 e recentemente ricondotto presso
la Collegiata. A ciò si è provveduto con i restauri del
2007, quando sull’arco trionfale sono emerse le figure
del Padre, del Cristo che incorona Maria e dei Santi Gervasio e Protasio; non meno sorprendenti sono
stati i ritrovamenti della parete destra che ha subito
rivelato una splendida immagine datata 1368 (certamente la prima decorazione pittorica della chiesa)
rappresentante il Cristo flagellato da due carnefici,
in perfetto stato conservativo. E ancora altri episodi
della Passione, tra cui un raffinato Gesù quattrocentesco con il capo coronato di spine.
Completati gli interventi di manutenzione della copertura in ardesie nell’estate 2008, sono state effettuate nuove campionature in facciata, prima di procedere al definitivo restauro. Queste, oltre a confermare la presenza dell’intonaco cinquecentesco sulle
superfici più antiche, hanno evidenziato la presenza
di cornici sottogronda in malta grezza originale di
colore rosso, con stilature bianche. Sono state evidentemente valorizzate a coronamento dello splendido intonaco di facciata, che conferisce alla chiesa
un’antica eleganza. L’intonaco cinquecentesco si può
ammirare anche su larga parte della parete nord ed
in corrispondenza dell’abside.
Nel loro stato attuale le facciate della chiesa favoriscono una lettura storica dei suoi elementi architettonici, con le murature più antiche che si differenziano, sia pur in modo discreto, dalle cappelle laterali introdotte nel Settecento, finite con intonaco al civile.
Dopo le manutenzioni effettuate all’incirca vent’anni
fa, anche il campanile meriterebbe ora un intervento
di maggiore sostanza. Non ci si può tuttavia dimenticare delle altre
chiese in paese,
che attendono di
essere restaurate
e valorizzate con
la stessa attenzione riservata
negli ultimi lustri a quella di
Combo.
Date - Appuntamenti
DICEMBRE
NOVEMBRE
OTTOBRE
SETTEMBRE
Qui sono segnalati gli appuntamenti ordinari e straordinari della vita parrocchiale.
Ogni domenica, in chiesa, troviamo il calendario settimanale.
Giovedì 17
Incontro zonale al S. Crocifisso in preparazione alla Visita Pastorale
Venerdì 18
Sabato 19
Inizio della preparazione alla Visita Pastorale
con due serate di approfondimento e di preghiera
Domenica 20
Ss. Vespri, Benedizione Eucaristica e Incontro di AC
Venerdì 25
Incontro di formazione per la Visita Pastorale
Sabato 26
Consiglio Pastorale Parrocchiale
Domenica 27
Festa della solidarietà, Celebrazione dei Battesimi
Mercoledì 30
Inizio dell’Anno Catechistico per i bambini della Scuola Elementare
Giovedì 1
Inizio dell’Anno Catechistico per i ragazzi della Scuola Media
Venerdì 2
Adorazione Eucaristica personale e comunitaria con la possibilità di confessioni,
segue incontro Caritas parrocchiale
Sabato 3
Gruppo familiare
Domenica 4
Giornata dell’Oratorio, Itinerario per i fidanzati, S. Rosario comunitario ore 20.30
Venerdì 9
Incontro di formazione per la Visita Pastorale
Domenica 11
Pellegrinaggio parrocchiale al Santuario di Tirano
Venerdì 16
Incontro di formazione per la Visita Pastorale
Domenica 18
Giornata Missionaria, Ss. Vespri, Benedizione Eucaristica e Incontro di AC,
S. Rosario comunitario ore 20.30
Venerdì 23
Incontro di formazione per la Visita Pastorale
Domenica 25
Celebrazione dei Battesimi, Itinerario per i fidanzati, S. Rosario comunitario ore 20.30
Venerdì 30
Incontro di formazione per la Visita Pastorale
Domenica 1
Solennità di tutti i Santi
Lunedì 2
Il ricordo di tutti i Defunti
Venerdì 6
Adorazione Eucaristica personale e comunitaria con possibilità di confessioni,
segue incontro Caritas parrocchiale
Domenica 8
Ricordo di tutti i Caduti
Venerdì 13
Incontro di formazione per la Visita Pastorale
Sabato 14
Gruppo familiare
Domenica 15
S. Messa a chiusura della stagione estiva allo Stelvio, Ss. Vespri,
Benedizione Eucaristica e Incontro di AC
Venerdì 20
Incontro di formazione per la Visita Pastorale
Domenica 22
Solennità di Cristo Re, festa di S. Cecilia
Venerdì 27
Visita Pastorale del Vescovo Mons. Diego Coletti
Sabato 28
Visita Pastorale del Vescovo Mons. Diego Coletti
Domenica 29
Visita Pastorale e Celebrazione dei Battesimi del Vescovo Mons. Diego Coletti
Venerdì 4
Adorazione Eucaristica personale e comunitaria con possibilità di confessioni,
segue incontro Caritas parrocchiale
Domenica 6
Presentazione dei candidati ai sacramenti di Iniziazione Cristiana
Martedì 8
Solennità dell’Immacolata Concezione
Domenica 13
Ritiro parrocchiale di Avvento
da Mercoledì 16
a Giovedì 24
Novena per i giovani e gli adulti ore 7.15
per i bambini e i ragazzi ore 17.00
Venerdì 25
SANTO NATALE
Sabato 26
SANTO STEFANO
Domenica 27
SACRA FAMIGLIA
Giovedì 31
Te Deum
15
ANAGRAFE PARROCCHIALE
(Luglio - Settembre 2009)
BATTESIMI
Giacomelli Chiara di Armando e Compagnoni Laura
Pedrana Nicolò di Fabio e Robustelli Franca
Mambretti Giacomo di Carlo e Gerosa Federica
Rampazzo Valeriano di Sasha e Sertorelli Sofia
Angelini Martina di Massimo e Clementi Milena
Della Moretta Michelle di Emilio e Villa Arianna
Murphy Natan di Patrick e Moranduzzo Monica
Schena Linda di Matteo e Antonioli Cristina
Alberti Andrea di Francesco e Romani Nadia
Antonioli Carolina di Bruno e Morcelli Gisella
Baroni Chiara di Graziano e Casati Roberta
Capitani Francesco di Davide e Pedranzini Alessandra
Clementi Dario di Adriano e Cappelletti Carmen
De Lorenzi Paola di Michele e Olcelli Silvana
Lanfranchi Jacopo di Fulvio e Bonetti Debora
Pedranzini Simone di Fausto e Vitalini Elisabetta
Pini Angelica di Sandro e Giacomelli Cristina
Scherini Gianluca di Paolo e Sosio Cristina
Schivalocchi Alex di Manuel e Galli Marina
MATRIMONI in e fuori parrocchia
I NOSTRI MORTI
Giacomelli Armando con Compagnoni Laura
Perego Vittorio con Pedrini Lisa
Corradini Pier Paolo con Tanzi Alessandra
Gozzi Stefano e De Nora Giovanna
Bormolini Nicola con Fleischmann Chiara
Compagnoni Fabrizio con Compagnoni Fiorella
Martinelli Paolo con Rocca Silvia
Toniatti Michele con Caspani Cristina
Pini Rolando con Giulianelli Sara
Martinelli Stefano con Pedergnana Marika
Castagna A. Maria di anni 91
Schiantarelli Mercedes di anni 90
Anselmi Bruno di anni 81
Zulian Clara di anni 62
Della Bella don Antonio di anni 82
Confortola Tino di anni 70
Sosio Francesca di anni 93
Helbing Ermanno di anni 49
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La Visita Pastorale