n o t i z i e
N. 166 / Ottobre 2009
BOLOGNA
Oral
Cancer
Day
editoriale
n o t i z i e
N. 166
Ottobre 2009
Periodico della
Associazione Nazionale
Dentisti Italiani
SIS-OPD
Sezione provinciale di Bologna
Spedizione
in abbonamento postale.
Pubblicità inferiore al 45%
Art. 2 comma 20/B
Legge 662/96
Filiale di Bologna
Autorizzazione del Tribunale
di Bologna n. 4452
del 7 maggio 1976
Direttore responsabile
Dr. Alessandro Nobili
Direzione e amministrazione
Via Abruzzo, 14/f
40139 - Bologna
Tel. 051.543850
Fax 051.540630
[email protected]
Impaginazione
Marco Bugamelli
Grafica
IDEAPAGINA snc
Tel. 051.6259011
[email protected]
In copertina:
Il gazebo dei dentisti
in Piazza Maggiore
Stampa
DIGI Graf
Pontecchio Marconi (Bologna)
Chiuso in tipografia il
31 ottobre 2009
sommario
3
Editoriale
5
La voce
del presidente
6
L'angolo legale
7
Coordinamento
donne odontoiatre
8
Oral Cancer Day
10
Notiziario
sindacale
12
Andi notizie
15
Corsi, convegni
e congressi
22
Cosa mettere
sotto i denti
di Alessandro Nobili
anomalie
nel nostro
paese
I
l sistema di erogazione
delle prestazioni
odontoiatriche attualmente
applicato nel nostro Paese
da parte del Servizio
Sanitario Nazionale
(ancorché con differenze
applicative nelle varie
regioni) potrebbe apparire
concettualmente corretto.
Cure dentali gratuite a due
categorie di cittadini: soggetti
in condizioni di vulnerabilità
sociale e soggetti in
condizione di vulnerabilità
sanitaria. Tradotto in altri
termini, hanno diritto alle
cure (a spese dello Stato)
coloro che soffrono di
malattie croniche, invalidanti,
particolari e coloro che
hanno un reddito inferiore ad
una certa soglia. E per tutti
gli altri? Qui si evidenzia il
problema: solo le prestazioni
con carattere di urgenza (tipo
pronto soccorso) più poche
altre prestazioni di base
(conservativa, ortodonzia)
dietro pagamento di un ticket
e spesso con attese sfibranti.
Per le altre cure (protesi,
implantologia,
parodontologia, ortodonzia
negli adulti) ciascuno si
arrangi. Al di là del problema
intrinseco (ovvero
l’esclusione di importanti
prestazioni) ne deriva un
altro. Ipotizziamo un signore
che decida, come suo diritto,
di avvalersi del SSN in
quanto necessita
prioritariamente di una
“bonifica” endodontico –
conservativa. Esaurita questa
fase terapeutica, lo stesso
signore necessita di una
riabilitazione protesica fissa.
Dovrà quindi rivolgersi ad
uno studio privato e pagarsi
N. 165 / Ottobre 2009
SSN
e odontoiatria
le cure. Ma, come sappiamo
bene, il successo finale di
una siffatta riabilitazione
odontoiatrica dipende sia
dalla fase preventiva di cure
che da quella protesica in
senso stretto, e in caso di
insuccesso può essere
difficile, a ciclo terapeutico
concluso, distinguere le
responsabilità dell’uno o
dell’altro. E ancora: se ad un
professionista privato si
rivolge per prestazioni
protesiche un signore con
cure endodontiche eseguite
nel servizio pubblico che,
secondo il professionista,
non danno adeguate
garanzie, come si dovrebbe
comportare quest’ultimo? Ed
in caso di contenzioso
medico-legale, cosa
succederebbe?
Probabilmente un “rimpallo”
di accuse di responsabilità, di
cui farebbe facilmente le
spese il suddetto signore,
che verosimilmente
vedrebbe allontanarsi la
possibilità di un giusto e
sollecito indennizzo. E questo
potrebbe succedere anche se
il signore gode di un fondo
sanitario che gli permette un
rimborso più o meno
“parziale” delle cure
eseguite.
Insomma, ogni qualvolta più
operatori “mettono le mani
in bocca” si creano
condizioni di potenziale
conflittualità in quanto a
ripartizione di responsabilità.
Lasciando in questa sede da
parte le altre anomalie
applicative del SSN
odontoiatrico, un sistema
che a priori ”costringa” un
cittadino ad esporsi a un tale
rischio non è certamente
l’ideale.
ANDI 3
Cena di Natale
11 dicembre 2009
ore 21,00
Scambiamoci gli auguri,
facciamolo bene...
Serata benefica
a favore di
PROGRAMMA
Premiazione dei Soci ANDI
con oltre 30 anni di anzianità associativa
Lotteria con premi odontoiatrici
Musica e ballo
Quota di partecipazione Euro 40,00 a persona
Ristorante UNAWAY Hotel - Piazza Costituzione 1 Bologna
Per informazioni e prenotazioni
ANDI BOLOGNA tel. 051.543850 - [email protected]
4 ANDI
N. 166 / Ottobre 2009
la voce
del presidente
di Francesco Maria Giallombardo
Non tutti i mali
vengono
per nuocere
A
quasi cinque anni
dall’entrata in vigore
del regime
autorizzativo nella nostra
regione, credo sia il caso di
tirare le somme su una
vicenda che ha
decisamente sconvolto le
nostre vite professionali.
Infatti, la D.R. 327/2004 e la
successiva 2520/2004
hanno imposto a tutti gli
studi determinati requisiti
ed adempimenti che hanno
sicuramente causato oneri
e costi aggiuntivi, oltre a
dubbi e perplessità e notti
insonni alla vigilia della
fatidica “visita”.
Credo però che oggi,
smaltite le ansie e “rodato”
le varie procedure, che
ormai sono entrate a far
parte del nostro quotidiano,
sia giunto il momento di
valorizzare quelli che sono
gli aspetti positivi di questa
vicenda. Il fatidico “pezzo di
carta” rilasciato dal
Comune, infatti,
rappresenta una sorta di
certificazione di qualità
attribuito dalla ASL al
nostro studio, e che lo
qualifica rispetto a
questioni di primaria
importanza per i nostri
pazienti, quali
sterilizzazione e quindi
prevenzione delle infezioni,
rintracciabilità dei
materiali, certificazione
delle apparecchiature.
E una domanda sorge
spontanea: il paziente che
si reca all’estero è certo di
avere le medesime
garanzie? È vero che in
Croazia, Romania,
Ungheria (e chi più ne ha
più ne metta…) il costo
delle prestazioni è inferiore
a quello che avrebbe
pagato in Italia, ma a quale
prezzo? E chi garantisce la
qualità del lavoro fatto?
N. 166 / Ottobre 2009
Si può dare di più
È in questo senso che ANDI
ha promosso una massiccia
campagna pubblicitaria, sui
maggiori quotidiani
nazionali, con spazi
pubblicitari rivolti
direttamente ai cittadini,
spiegando loro che quello
che può sembrare al primo
impatto una fonte di
risparmio si può rivelare
poi un danno per la salute
della loro bocca. I messaggi
pubblicitari saranno poi
supportati da articoli ed
interviste sulle tematiche
affrontate. ANDI mira a
valorizzare il ruolo centrale
del dentista italiano nella
tutela della salute
odontoiatrica, con
l’obiettivo di portare nei
nostri studi coloro che
attualmente non si
rivolgono ai dentisti,
promuovendo la qualità
dell’odontoiatria offerta dai
dentisti ANDI.
Questa attività di ANDI
nazionale verrà poi
proseguita dal nostro
Dipartimento Regionale,
che si è impegnato a
diffondere il messaggio
tramite spot pubblicitari e
articoli sui giornali, diffusi
a livello di stampa locale.
Affrontiamo ora un altro
argomento di grande
attualità per la nostra
Associazione.
L’ultimo week-end di
ottobre si è tenuta a Rimini
l’Assemblea Nazionale per
le modifiche dello Statuto.
Ritengo importante e
positivo lo spirito che ha
portato la dirigenza a
proporre dei cambiamenti
atti a snellire i passaggi
endoassociativi. Non entro
nei particolari perché
un’assemblea provinciale
ha già discusso di ciò ed ha
approvato a maggioranza le
proposte portate dalla
nostra sezione. Mi soffermo
sul termine maggioranza
perché nel corso di questa
assemblea ci sono stati dei
colleghi presenti che, pur
essendo stata sollecitata
poco prima la discussione
del documento ed eventuali
proposte di variazioni, non
hanno espresso opinioni né
motivazioni, ma non hanno
votato a favore di tale
documento. Ritengo
importante approfondire
questo aspetto, perché
questo comportamento
toglie un arricchimento a
tutti noi: sono il parere
diverso o l’idea di altri che
ci permettono di crescere,
approfondire e sviscerare
un argomento, mentre
l’opposizione fine a se
stessa o per partito preso
porta, secondo me, solo ad
irrigidire gli animi senza
produrre niente di buono.
Proprio una questione così
importante per la vita
associativa come la
modifica dello Statuto
avrebbe avuto bisogno di
idee, osservazioni e pareri,
in buona sostanza del
massimo contributo di tutti.
Le nostre assemblee sono
ahimé spesso disertate,
mentre sarebbero delle
magnifiche occasioni per
incontrarci e scambiarci
esperienze e
problematiche. Ringrazio
quindi pubblicamente i soci
che hanno partecipato, ma
li esorto anche ad
esprimere pareri ed
opinioni, anche se
discordanti.
A proposito del frequentarsi
e del conoscersi, per poter
poi parlare tra di noi ed
abituarci ad esprimere il
nostro parere senza
animosità e magari davanti
ad un bicchiere di vino e un
piatto di tortellini, abbiamo
pensato di organizzare una
cena natalizia di
beneficenza, durante la
quale verrà organizzata una
lotteria con l’estrazione di
premi “odontoiatrici”, il cui
ricavato andrà devoluto a
favore dell’Associazione
Bimbo Tu, che si occupa
dell’assistenza ai bambini
ricoverati nel reparto di
Neurochirurgia Pediatrica
dell’Ospedale Bellaria e
dell’accoglienza delle loro
famiglie, soprattutto se
provenienti da fuori
provincia.
Durante questa cena
avremo inoltre il piacere di
premiare i soci che da più
di trent’anni sostengono
l’associazione con la loro
iscrizione.
Un ringraziamento a Guido
Abbate e Federico Boni che
si sono fatti carico di questa
iniziativa. Spero di vedervi
numerosi a condividere un
momento conviviale che
sicuramente ci permetterà
di trovare affinità fra noi
che vanno al di fuori del
singolo elemento (dentale,
s’intende).
Se i nostri eroi ci
riusciranno, avremo anche
un dopo cena con musica
dal vivo e possibilità di
ballo. E quindi intervenite
numerosi, con famigliari,
amici e personale di studio.
Facciamo tutti assieme la
consueta cena di studio
natalizia!
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e nei contenuti. L’accesso alle pagine riservate ai soci potrà essere effettuato
ANDI 5
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L'angolo
legale
domande e risposte
a cura di Alessandro Nobili
valore giuridico ed obblighi correlati
La cartella clinica
Un paziente mi ha chiesto la cartella clinica delle cure eseguite. Ho la sensazione che intenda utilizzarla
per contestare le mie prestazioni ed instaurare un contenzioso. Sono obbligato a dargliela?
L
a cartella clinica può essere utilizzata come elemento di prova
sia in sede giudiziaria che in sede
professionale ed amministrativa, oltre
che come strumento fondamentale di
giudizio per la valutazione delle prestazioni eseguite.
La cartella clinica costituisce una verbalizzazione, ossia una registrazione
delle notizie riguardanti il paziente, il
cui fine ultimo si identifica nella salute
del paziente stesso. Dunque essa rappresenta il mezzo più fedele in grado di
documentare il trascorso clinico delle
decisioni assunte, degli interventi
effettuati e quindi del comportamento
della struttura sanitaria e/o del professionista.
Secondo un orientamento giurisprudenziale oramai consolidato, in ospedale (dove il medico ospedaliero è
considerato “pubblico ufficiale”) la cartella clinica costituisce un “atto pubblico di fede privilegiata”, il cui contenuto
è confutabile solo con la prova contraria.
Nel caso di un certificato medico, il
valore di quello rilasciato da un medico
privato è equiparabile a quello rilasciato da un medico dipendente SSN (a
parte evidentemente quelli a finalità
particolari e ben precise come quelli
ad uso INAIL, INPS, etc.), in forza del
fatto che il medico professionista privato è stato abilitato dallo stato ad
esercitare un servizio di pubblica
necessità e risulta depositario di poteri
specifici di natura autorizzativa e certificativa analoghi (anche se non completamente sovrapponibili) a quelli del
medico ospedaliero.
Ne discende che anche la cartella clinica del libero professionista, se ordinatamente e comprensibilmente redatta, dovrebbe rivestire lo stesso valore
probatorio di quella redatta in ambito
ospedaliero, e ciò sia dal punto di vista
giuridico che medico legale. Valore
probatorio che quindi potrebbe essere
intaccato solo da una querela di falso.
La differenza sostanziale è che mentre
il medico che opera in una struttura
pubblica è tenuto per legge a compilare la cartella clinica (che dovrà esser
conservata “illimitatamente” a cura
della direzione sanitaria), il medico (o
l’odontoiatra) privati non sono legalmente tenuti a sottostare a quest’obbligo.
Premesso quindi che, ai sensi della
legislazione vigente, non esiste obbligo
di legge riguardo la estensione della
cartella clinica per studi medici privati,
tuttavia l’articolo 26 del Codice
Deontologico impone al medico di mettere la documentazione clinica in suo
Vi informiamo che ANDI Assicura ha cambiato sede:
I nuovi recapiti sono i seguenti:
VIA RIPAMONTI, 49 - 20141 MILANO
TEL. 02/30461010 - FAX 02/30461002
6 ANDI
possesso a disposizione della persona
assistita o di chi da questa indicato. Per
i motivi sopra esposti ritengo che in
analogia a quanto previsto per le strutture pubbliche, anche in ambito privato
la cartella clinica, se redatta e se
richiesta, debba essere fornita al
paziente sotto forma di copia, rimanendo l’originale nella disponibilità
dell’ostensore (ovvero del professionista, del quale peraltro costituisce personale lavoro intellettuale).
Posto quindi che, come già rammentato, a tutt’oggi un odontoiatra privato
non è tenuto a redigere (e quindi a conservare) la cartella clinica, è opportuna
una riflessione.
Come medici odontoiatri il nostro compito è evidentemente quello di curare
bene i pazienti. Tuttavia al giorno d’oggi ciò non è più sufficiente. Ci è infatti
richiesto di documentare la diligenza
del nostro lavoro in modo ordinato e
completo.
È purtroppo frequente, in ambito medico legale, trovarsi di fronte a colleghi
che non sono in grado di presentare
una cartella clinica (quantomeno una
cartella clinica “decente”).
Al di là del fatto che un diario clinico
puntuale ed esaustivo ci consente di
avere costantemente sott’occhio la
storia sanitaria del paziente (facilitandoci moltissimo l’approccio diagnostico in momenti successivi), la possibilità
di esibire in qualunque momento e per
qualsivoglia necessità una cartella clinica ordinata costituisce una credenziale che viene subito interpretata
come il frutto di un approccio clinico
serio e coscienzioso.
Se è vero infatti che un medico o odontoiatra privato, oggi come oggi, non
potrà essere condannato per il solo
fatto di non avere redatto e/o esibito la
cartella clinica, è inevitabile che ciò
proietterà sul professionista un’ombra
che in caso di contenzioso renderà
senz’altro più difficile, nel merito,
dimostrare la non sussistenza di profili di colpa professionale.
N. 166 / Ottobre 2009
Andi
Bologna
di Pierangela Sciannamè
RESOCONTO
DELLA PRIMA
RIUNIONE
Coordinamento
donne odontoiatre
M
ercoledì 15 luglio 2009 alle ore 20
si è svolta la prima riunione del
gruppo. Erano presenti tutte le
colleghe tranne due (assenti perché fuori
città e per motivi di salute). Dopo la presentazione ufficiale di tutte le componenti al Consiglio Direttivo e un breve
momento di partecipazione al buffet,
spartano ma gustoso, allestito all’interno
della sala consiliare per consentire alla
riunione di proseguire velocemente, l’incontro è continuato nella saletta adiacente, normalmente adibita a segreteria della sezione.
Il Presidente Dott. Giallombardo ha fatto
un veloce intervento, oltre ad un saluto
ufficiale e agli auguri di buon lavoro, chiedendo che l’Ordine del giorno tenesse
conto di due argomenti importanti da
discutere, in riferimento ai quali il
Consiglio avrebbe atteso da noi suggerimenti e idee: l’organizzazione dell’ORAL
CANCER DAY del 12 settembre e di una
serata che possa attirare l’attenzione dei
colleghi sulla sezione ANDI provinciale, il
quale dovrebbe avere sia un aspetto ludico e conviviale che una apertura a realtà
bolognesi che necessitino di aiuto.
Per quanto riguarda il primo evento,
numerose colleghe hanno prontamente
dato la propria disponibilità personale a
partecipare all’iniziativa che prevede l’allestimento di un gazebo in piazza Maggiore
e la distribuzione di depliant, nonché la
spiegazione ai passanti sull’importante
ruolo del dentista nel rilevare precocemente i segni di una lesione precancerosa
e quindi sulla necessità di effettuare visite
di controllo routinarie ai fini preventivi.
In riferimento all’organizzazione della
serata, molti sono stati i suggerimenti:
tutte hanno concordato che sarebbe lodevole, e avrebbe anche un riscontro positivo sull’ immagine dell’ANDI, impegnarsi
in modo tale che i proventi possano essere versati in qualche attività benefica. Si è
parlato di orfanotrofi dell’est europeo e di
varie associazioni operanti a favore di
diverse situazioni di disagio; tra queste è
emerso il nome dell’associazione “ Bimbo
Tu” che è già conosciuta da molti Soci. La
N. 166 / Ottobre 2009
Dott.ssa Mingolla ha dato la propria
disponibilità per contattare il Sig.
Arcidiacono, avere maggiori dettagli e
riferire il tutto, direttamente o tramite il
Consigliere Dott. Boni, al Consiglio
Direttivo. (Il Presidente Giallombardo
successivamente ha acconsentito affinché l’argomento venisse posto all’OdG del
primo Consiglio di settembre n.d.r.). Per
questo tipo di manifestazione sarebbe
necessario un locale molto grande che
possa accogliere cantanti e /o attori che
dovrebbero partecipare gratuitamente
mentre d’altro canto dovremmo avere
degli sponsor che sovvenzionino le spese.
Sarebbe importante coinvolgere in qualche maniera la sigla ANDI Onlus per far
contemporaneamente conoscere ai colleghi e a chiunque intervenga le attività
svolte dall’associazione in campo umanitario. Per quanto invece riguarda l’organizzazione di una cena per i soli Soci, si è
pensato che sarebbe utile una cornice di
un certo tono (es. Circolo della Caccia o
Bononia) e indispensabile il coinvolgimento diretto di colleghi attraverso le
conoscenze personali, veicolando più dif-
fusamente l’idea della festa e gli inviti, per
ottenere il “successo” dell’iniziativa.
Infine, per quanto riguarda argomenti più
strettamente riguardanti la nostra professione si è deciso di fare presente al
Consiglio Direttivo:
a) che si vorrebbe una azione più incisiva
nei confronti delle pubblicità sanitarie “non
deontologiche” effettuate da società o da
colleghi con pochi scrupoli, per non lasciare il singolo ( e serio) professionista a
combattere da solo contro la mercificazione della nostra professione, con inevitabile dequalificazione di tutta la categoria.
b) che si richiede un maggiore aiuto concreto per la creazione di siti internet individuali, magari con piccoli corsi pratici
ecc…
c) che si cercherà il contatto con le
Commissioni Pari Opportunità presenti
nelle varie istituzioni per collaborare
nell’organizzazione di varie iniziative
La riunione si è conclusa verso le 23 con
l’idea di rivedersi dopo l’incontro interprovinciale di Cervia e di sentirsi telefonicamente o per via elettronica per gli aggiornamenti.
ANDI 7
Notiziario
iniziative
dentisti
in piazza
È
Vietato
fumare
stato ancora un grande successo,
l’edizione 2009 dell’Oral Cancer Day,
evento che ANDI ha organizzato in
ben 88 piazze d’Italia.
L’iniziativa svoltasi a Bologna sabato 12
settembre, in Piazza del Nettuno, ha avuto la finalità di far conoscere a moltissimi
cittadini i rischi connessi all’insorgenza di
quella che è l’ottava forma tumorale più
diffusa nel mondo.
I fattori di rischio fondamentali risultano
essere il fumo e l’abuso di bevande alco-
liche e superalcoliche. L’associazione poi
di entrambi i fattori espone a un rischio di
ammalarsi oltre venti volte più alto rispetto a quello di un non bevitore – fumatore.
Il carcinoma squamoso del cavo orale e
della faringe è infatti una delle neoplasie
più frequenti, con un’incidenza mondiale
stimata superiore ai 400.000 casi l’anno.
Infatti, la mortalità per questo tumore non
si è significativamente ridotta negli ultimi
anni e in Italia i dati dei registri tumori son
allarmanti.
Momenti di
aggregazione e
disponibilità dei
dentisti ANDI il 12
settembre nel
gazebo di Piazza
del Nettuno
8 ANDI
N. 166 / Ottobre 2009
che dei cittadini, è seguita la consegna di
un cd, volto ad eliminare la scarsa abitudine ad auto – esaminarsi la bocca.
Infatti, anche nelle rare volte che ciò viene
fatto, i pazienti tendono ad osservare solo
le superfici più facilmente accessibili quali le gengive vestibolari anteriori ed il
dorso della lingua, omettendo quindi di
verificare lo stato di salute di tutte le altre
sedi.
Tramite poi la consegna di un opuscolo in
cui venivano dati consigli pratici utili alla
conoscenza del problema, si invitava a
chiamare un numero verde per effettuare
una visita gratuita presso uno dei tanti
dentisti ANDI che si è reso disponibile.
Tantissime sono state le persone contattate, oltre 250, ostacolati solo dalla pioggia che a metà pomeriggio ha frenato i
bolognesi e i tanti turisti che passeggiavano nella nostra splendida città.
L’informazione è quindi indispensabile se
si pensa che anche Freud, padre della
psicoanalisi ed egli stesso medico, andò a
farsi visitare dopo aver scoperto una
lesione sospetta al palato, e la sua morte,
avvenuta nel 1939, fu dovuta proprio a
quella che poi si è rivelata una neoplasia.
Un ringraziamento particolare va quindi
Questo avviene poiché la neoplasia viene
molto spesso diagnosticata in fase avanzata e ciò comporta un aumento dell’incidenza di metastasi che portano ad un
peggioramento della prognosi.
Il principale ostacolo alla diagnosi precoce del cancro del cavo orale è rappresentata dal fatto che nelle fasi iniziali, quelle
cioè che noi vorremmo intercettare, si può
confondere questa grave patologia con
lesioni di banale natura infiammatoria o
traumatica, attribuibili a cause dentarie o
protesi più o meno congrue.
Alla campagna informativa e alla compilazione di un questionario anonimo, utile
per verificare le conoscenze odontoiatriN. 166 / Ottobre 2009
espresso ai colleghi Guido Giuseppe
Abbate, Luana Carmencita Andreoli,
Maria Giovanna Barboni, Valentina
Bentivogli, Federico Boni, Maria Bubici,
Michelangelo Carano, Claudio Ferri,
Vittoria Fuzzi, Sabrina Ganz, Francesco
Maria Giallombardo, Simone Lenzi,
Daniele Lucchese, Annalisa Moreschi,
Maurizio Moreschi, Sandra Natalini,
Stefano Rimondini, Mario Tommaso
Salerno, Alphonse Sfeir e Maurizia Sideri,
che con spirito di amicizia e di servizio,
hanno messo passione ed entusiasmo in
questa iniziativa, che se sarà riuscita
anche a far fare una sola diagnosi precoce, avrà centrato il nostro obiettivo.
ANDI 9
Notiziario
sindacale
di Giovanni Rubini
Modificata
la normativa
sulla
sicurezza
I
Non sempre l'acqua
è nemica del fuoco
l decreto 106/2009 ha apportato novità significative al precedente 81/2008
che semplificano un poco gli adempimenti per quello che riguarda gli studi
dentistici.
Obblighi connessi ai contratti di appalto, d’opera o somministrazione (art
26)
Per quanto riguarda appalti brevissimi
della durata di non più di 2 giorni oppure servizi di sola natura intellettuale,il
documento di valutazione dei rischi da
interferenza (DUVRI) non va redatto
sempre che non ci siano rischi derivanti dalla presenza di agenti cancerogeni,
biologici, atmosfere esplosive o dalla
presenza di rischi particolari.
Qualora si debba comunque redigere il
DUVRI si va verso un documento a due
livelli, uno con rischi “standard”, tipici
del contratto e uno che approfondisce i
rischi specifici.
Valutazione dei rischi da stress lavoro
correlato (art 17-28-29)
Questo tipo di valutazione dei rischi
introdotta con il decreto legge 81/08
viene stabilito che decorrerà a far data
dal 1° gennaio 2010 qualora la
Commissione consultiva permanente
per la salute e sicurezza sul lavoro non
lo elabori prima.
Data certa
La prova della data certa sul
Documento di Valutazione dei Rischi o
sull’Autocertificazione può essere data
dalla compresenza delle firme di
Datore di Lavoro, RSPP, RLS e Medico
Competente (ove presente).
Il termine per redigere il documento di
valutazione dei rischi per le nuove attività è di 90 giorni dall’inizio delle suddette attività.
Per cambiamenti e modifiche al D.V.R.
viene stabilito un massimo di tempo di
30 giorni.
Comunicazione nominativo RLS
La comunicazione non va più effettuata
annualmente, ma solo in caso di nuova
nomina o designazione. Coloro che hanno ottemperato all’obbligo entro
31/12/2008 non devono effettuare alcuna comunicazione ulteriore, se non nel
caso in cui siano intervenute variazione
di nomine o designazioni dopo il 1° gennaio 2009. Coloro che non hanno fatto
alcuna comunicazione devono inviare la
segnalazione per la prima volta. Per
coloro che non hanno dipendenti scatta
l’obbligo di comunicazione in occasione
di prima elezione o designazione.
Svolgimento diretto da parte del
Datore di Lavoro dei compiti di primo
soccorso, prevenzione degli incendi e
di evacuazione (art 34-45-46)
I nostri corsi RSPP assolvono agli
obblighi di formazione ai sensi degli
articoli 45 e 46. Occorre dare informazione all’RLS dello svolgimento diretto
di tali compiti.
Il legislatore dovrà chiarire il limite di 5
lavoratori in studio da cui derivano
opportunità e obblighi in materia.
ann unci
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051.450242.
10 ANDI
Requisiti dei luoghi di lavoro
L’acqua non deve essere usata per lo
spegnimento di incendi, quando le
materie con le quali verrebbe a contatto possono reagire in modo da aumentare notevolmente di temperatura o da
svolgere gas infiammabili o nocivi.
L’acqua non deve essere usata in prossimità di conduttori macchine e apparecchi elettrici sotto tensione.
Tali divieti devono essere resi noti al
personale mediante avvisi.
Visite mediche preventive
Le visite mediche preventive possono
essere eseguite in fase preassuntiva.
Le predette visite non possono essere
effettuate per accertare stati di gravidanza.
Verifiche apparecchiature elettromedicali (art 86)
Il decreto 106/2009 prevede il passaggio a legge delle norme UNI (di buon
comportamento). In tal senso quindi
bisognerà tenere un nuovo registro
(che in realtà avrebbe dovuto già essere tenuto) per le verifiche delle apparecchiature elettromedicali, che prevedono come scadenza un anno per
l’elettrobisturi e probabilmente due
anni per le altre apparecchiature. Ci si
dovrà adeguare quanto prima.
Condizionatori
Per apparecchi condizionatori con portata di gas superiore ai 3 Kg è prevista
una verifica sulla dispersione (che non
deve essere superiore al 10%) con scadenza annuale. Andrà tenuto un registro per tali verifiche.
Obblighi del Datore di Lavoro (art 18)
L’elaborazione e la consegna del documento di Valutazione dei Rischi può
avvenire anche a livello informatico. Il
Datore di Lavoro ha l’obbligo di inviare
all’INAIL entro 48 ore dalla ricezione
del certificato medico, i dati e le informazioni relativi agli infortuni sul lavoro
che comportino l’assenza dal lavoro di
almeno un giorno, escluso quello
dell’evento e, ai fini assicurativi, quelli
relativi agli infortuni sul lavoro che
comportino un’assenza al lavoro superiore a tre giorni.
N. 166 / Ottobre 2009
di Claudia Rubini
Domande
e risposte
sul fisco
Q
Spese professionali
e deducibilità
ual è il trattamento attuale dal
punto di vista fiscale delle spese
di manutenzione dello studio professionale?
A partire dal 01/01/2007, contestualmente alla revisione del trattamento
fiscale degli immobili posseduti dai professionisti, è stata introdotta una nuova
disposizione che regola la deducibilità
delle spese sostenute con riferimento a
tali beni.
Non si distingue più fra manutenzione
ordinaria e straordinaria, ma fra spese
incrementative e non incrementative: le
spese incrementative sono quelle che
comportano un aumento significativo
della produttività dell’immobile, mentre
le spese non incrementative sono quelle relative agli interventi di manutenzione diretti a mantenere in efficienza gli
immobili.
Queste le nuove regole oggi, a seguito di
recenti chiarimenti ministeriali:
Immobili strumentali di proprietà acquistati dal 2007: le spese incrementative
vanno capitalizzate sull’immobile e,
contestualmente a questo, saranno
oggetto di ammortamento (percentuale
3%).
Le spese non incrementative sono
deducibili nel limite del 5% del costo
complessivo di tutti i beni materiali
ammortizzabili esistenti all’inizio
dell’esercizio, mentre l’eccedenza
diventa deducibile in cinque quote
costanti nei periodi d’imposta successivi.
Immobili strumentali di proprietà acquistati fino al 2006: per le spese incrementative valgono le vecchie regole e
cioè queste risultano deducibili in quote
costanti sull’arco di cinque anni, a partire da quello di sostenimento. Le spese
non incrementative sono deducibili nel
limite del 5% del costo complessivo di
tutti i beni materiali esistenti all’inizio
dell’esercizio, mentre l’eccedenza
diventa deducibile in cinque quote
costanti nei periodi di imposta successivi.
Immobili strumentali detenuti in locazione, anche finanziaria: sia le spese
N. 166 / Ottobre 2009
incrementative che le spese non incrementative sono deducibili nel limite del
5% del costo complessivo di tutti i beni
materiali esistenti all’inizio dell’esercizio, mentre l’eccedenza diventa deducibile in cinque quote costanti nei periodi
d’imposta successivi.
Immobili acquisiti a titolo gratuito (ereditati, donati o detenuti in comodato):
sia le spese incrementative che le spese non incrementative sono deducibili
nel limite del 5% del costo complessivo
di tutti i beni materiali esistenti all’inizio dell’esercizio, mentre l’eccedenza
diventa deducibile in cinque quote
costanti nei periodi di imposta successivi.
Quali sono le spese professionali per le
quali è prevista una deducibilità limitata nel periodo di sostenimento?
In estrema sintesi le principali sono:
Corsi e convegni (nonché le spese collegate di vitto, alloggio e trasporto): dedu-
cibilità al 50%. Se si tratta di alberghi e
ristoranti occorre tener conto della nuova deducibilità di questi al 75%
Spese telefoniche: deducibilità all’80%
Spese relative alle autovetture: deducibilità al 40%
Spese per alberghi e ristoranti: deducibilità al 75%, con il limite del 2% dei
compensi dichiarati
Spese di rappresentanza : deducibilità
nel limite dell’1% dei compensi dichiarati. Se si tratta di alberghi e ristoranti,
occorre tenere conto anche della deducibilità al 75% degli stessi.
Spese relative agli immobili professionali: deducibilità secondo quanto detto
sopra
Spese di acquisto beni strumentali
superiori ad Euro 516,4: deducibili
secondo percentuali di ammortamento
(per impianti telefonici ed autovetture
occorre rispettare anche le percentuali
di cui sopra, rispettivamente dell’80% e
del 40%)
iscriviti all’andi
difendi la tua professione
•Aggiornamento culturale continuo
tramite invio periodico per e-mail
degli abstract della letteratura
odontoiatrica internazionale
•Costi ridotti per i corsi
di aggiornamento e per quelli
di formazione Sindacale
•Agevolazioni economiche per servizi
di studio, quali smaltimento rifiuti,
controlli rx ed elettrici, etc.
•Deducibilità fiscale della quota
•Sconti per corsi di aggiornamento
validi ai fini dei crediti formativi ECM
•Flusso costante di informazioni
sindacali e fiscali
•Accesso ai nuovi servizi del sito
internet ANDI (www.andi.it)
•Accesso alla nuova polizza ANDI
per la responsabilità professionale
•Accesso ai dossier e alle schede
documentative per gli studi elaborate
dall’ANDI (consenso informato, rx, etc.)
•Ricorsi giudiziari cumulativi
a costi contenuti
•Accesso a convenzioni ANDI
con istituti di credito e leasing
•Assistenza pratica e amministrativa per
apertura e/o spostamento dello studio
essere soci conviene!
ANDI 11
Andi
notizie
di Massimo Fuzzi
la situazione
della professione
in francia
C
Quelli che... prima
della convenzione
ome è noto, si parla molto di convenzioni, di assicurazioni, in una
parola, di “terzo pagante”. Le
discussioni tra i colleghi sono accese, così
come i dubbi e le perplessità.
Il Consiglio Direttivo ANDI di Bologna mi
ha chiesto di informarmi sulla situazione
dei nostri colleghi francesi che da decenni
sono in regime di convenzione con lo
Stato. Ho quindi svolto una piccola indagine inviando alcune domande a due colleghi d’Oltralpe, uno di Parigi, che lavora in
uno studio molto importante, e l’altro che
esercita in un piccolo paese della Savoia.
Ho tradotto le loro risposte che sono state
quasi coincidenti.
C’è una convenzione sulle tariffe? Se sì,
da quando e con chi?
La convenzione è stata istituita negli anni
'60 con un nomenclatore definito dalla
S.S. (Securitè Sociale) tramite la CPAM
(Caisse Primarie d’Assurance Maladie)
che sono istituzioni governative.
A questa convenzione aderiscono quasi
tutti i dentisti francesi, tranne circa 500
professionisti.
Ci sono, poi, solo un centinaio di professionisti
(Ospedalieri,
Professori,
Insegnanti) che possono praticare prezzi
superiori, sempre nell’ambito della convenzione.
La convenzione copre le estrazioni, la
conservativa, l’endodonzia. Per esempio, un’estrazione è quotata D.C. 16, che
vuol dire 16 volte 1 DC = 2,09, quindi
33,44 euro; una otturazione posteriore a
tre pareti viene rimborsata a 36,55 euro,
e un trattamento endo di un molare a
73,10 euro. L’onorario è pagato dallo
Stato. Chi domanda più di questa cifra,
rischia il processo penale. Il costo della
protesi non è convenzionata, ma l’onorario è libero e viene rimborsata una
piccola parte. La conseguenza sono
delle cure eseguite con fretta e con
scarsa attenzione, per rimanere negli
onorari stabiliti.
mattinata in clinica
12 dicembre 2009 - ore 9,00
Il restauro estetico
conservativo
con tecnica diretta
ed indiretta
RELATORI
Prof. Angelo Putignano
Prof. Giovanni Dondi Dall'Orologio
sede
Clinica Odontoiatrica Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche
dell'Università di Bologna
Aula Branzi - Via San Vitale, 59 - Bologna
CREDITI
L’evento è in fase di accreditamento
presso la
12 ANDI
È cambiato qualcosa nel modo di lavorare (per esempio, frequenza degli appuntamenti, infermiere, fatturazione)?
La convenzione ad un certo punto rimborsava le corone solo su denti devitalizzati.
Si è assistito ad un incremento dei trattamenti endodontici. Poi ha rimborsato
anche i perni – monconi e anche qui un
aumento esponenziale di questa ricostruzione. La maggior parte dei dentisti non
ha l’infermiera (troppo costosa) e si fa
tutto da solo. Le igieniste sono fuori legge.
In conclusione è la convenzione che stabilisce come si debba fare una prestazione
e non necessariamente su basi scientifiche, ma esclusivamente gestionali.
Il professionista è stressato?
Rispondere al telefono, aprire alla porta,
sterilizzare gli strumenti, occuparsi di
tutto, ecc… è ormai accettato da tutti.
Purtroppo non ci sono più i dentisti di
prima della convenzione, ma sembra
fossero molto felici.
Sembra che gli unici non stressati siano
gli ortodontisti e gli implantologici che
sono fuori convenzione.
Siete contenti del livello economico?
La media di guadagno è di circa 60.000,00
euro l’anno, dato che quasi tutta l’odontoiatria è sotto il controllo dello Stato, che
detta le regole.
In conclusione, non sembra che i nostri
colleghi francesi siano molto contenti del
loro sistema, né che il sistema abbia portato a un miglioramento qualitativo delle
prestazioni, anzi, sono molto invidiosi
della nostra situazione.
Come succede in altre situazioni, ci si
abitua a tutto e come si suol dire “al peggio non c’è mai fine”.
La mia personale opinione, per altro già
espressa pubblicamente, è che non sia
questa (le convenzioni) la strada per risolvere i problemi, ma sia solo un modo per
irreggimentare e condizionare la libera
professione che tutti noi abbiamo abbracciato con passione all’inizio della nostra
carriera.
N. 166 / Ottobre 2009
di Massimo Pomo
Fondi sanitari
integrativi
e assicurazioni
volontarie
C
Non è tutto oro
ciò che luccica
’è un argomento che ricorre spesso
nei dibattiti odontoiatrici e che riguarda i fondi sanitari integrativi, che
entro breve potrebbero riguardare una
importante quota dei servizi odontoiatrici.
Purtroppo non vi è nulla di definito, le ipotesi si rincorrono cosicché nessuno è in
grado di dire quale sarà l’impatto e che tipo
di valutazione farne.
Tuttavia sono già operanti le assicurazioni
volontarie e le casse mutua che operano
da tempo nel mercato. Parlando con i
responsabili delle assicurazioni si ha l’impressione che questi credano che l’applicazione dei fondi integrativi assomiglierà ai
fondi assicurativi.
Se questo fosse vero ci troveremmo davanti a una soluzione difficile se non impossibile.
Io ho collaborato con diverse assicurazioni
nel passato come il FASI, il FASDAC,
Unisalute e molto tempo fa con il Cosagit.
Questo rapporto è andato avanti per molti
anni con una convenzione in forma indiretta. Questo significa che lo studio dentistico
fissava i prezzi delle prestazioni concedendo o meno sconti particolari per le varie
categorie e per le varie prestazioni ed il
paziente faceva richiesta di un rimborso
che veniva calcolato sulle tariffe stabilite
dalla propria organizzazione. Il paziente
beneficiava quindi di un contributo fisso
per quella data prestazione e si recava
dove preferiva. Concordava un certo preventivo con il dentista e sapeva quanto gli
avrebbe rimborsato la sua assicurazione. Il
paziente anticipava la cifra richiesta e otteneva dalla sua assicurazione un rimborso
parziale presentando l’opportuna documentazione.
Negli ultimi anni le cose stanno cambiando
e le assicurazioni richiedono di accettare
delle tariffe fissate senza la possibilità di
concordare direttamente con i pazienti una
eventuale differenza. Le assicurazioni saldano direttamente al dentista le sue spettanze e generalmente con 60 giorni di
ritardo rispetto alla fine dei lavori. Nessun
acconto.
Incuriosito dalla novità e con un approccio
“sperimentale” ho voluto provare di persona l’esperienza di un convenzionamento
N. 166 / Ottobre 2009
diretto con una delle associazioni di categoria dirigenziale. Vorrei ora condividere
con i colleghi la mia esperienza, che ha
presentato molti aspetti negativi.
Il primo problema è nato con il sistema
informatico, forse perché erano agli inizi.
Punto primo: pagarlo. Si, perché bisogna
comprare un programma gestionale per
interfacciarsi con i programmi dell’ente
erogatore. Non una grossa cifra, ma intanto si comincia con un passivo di 100 – 200
Euro.
Poi bisogna imparare la procedura, con
impiego di tempo del personale che gestisce le pratiche.
A questo si aggiungano i tempi di connessione a Internet per tutte le volte
che il server non è attivo, che le linee
sono sovraccariche o che per qualche
ragione manca una parte della procedura, il che blocca per prima cosa le
autorizzazioni di inizio cura, e in seguito anche i pagamenti.
Se poi non si usano file digitali per le radiografie bisogna spedirle per posta. Se si
tiene al documento e si vuole essere sicuri
dell’arrivo, pena l’annullamento di tutta la
pratica (il che significa ricominciare daccapo), si invia il tutto tramite corriere espresso. Sarà cura del ricevente reinviare il
materiale a mezzo posta ordinaria, con
rischio di smarrimento o, quando si tratta
di RX endorali o panoramiche, nel migliore
dei casi gravemente rovinate. Se una radiografia viene smarrita, anche se per causa
loro, si ha il blocco dei pagamenti ed è
necessario ripetere l’esame; se per paradosso il paziente si rifiutasse di ripetere
l’esposizione ai raggi la prestazione potrebbe non essere saldata.
A me è successo, ma per fortuna il mio
paziente è stato disponibile a ripetere
l’esame così che, con fatica, la prestazione
è stata saldata, dopo 4 mesi di attesa.
Ora è il momento di parlare del problema
principale: le tariffe.
I nomenclatori tariffari, quale più quale
meno, sono tutti molto bassi, tanto da
indurre a pensare che tali prestazioni
potrebbero avere un senso solo per riempire degli spazi in agenda altrimenti non
utilizzati, secondo il ragionamento “meglio
poco che niente”. Prima ingenuità.
La seconda consiste nel pensare che per
prestazioni poco pagate il paziente sia
meno esigente, che si accontenti dei
restauri che ottengono solo un ripristino
della funzione senza pretese estetiche, per
cui si potrebbero utilizzare odontotecnici
diversi da quelli normalmente utilizzati,
manufatti dal basso prezzo, come dire
“cinesi”.
Niente di più sbagliato: i pazienti delle
assicurazioni sono lavoratori di fascia alta
che non si ritengono a disposizione dello
studio in quanto a flessibilità degli appuntamenti, che saltano gli appuntamenti
come tutti gli altri senza nulla dovere per il
lavoro sprecato del dentista, che vogliono
lavori di prima classe al prezzo di una terza
classe. Se poi pensate senza averci mai
provato di risparmiare qualche cosa con un
laboratorio economico vi sbagliate di grosso perché è difficilissimo trovare quell’equilibrio con i tecnici che permette di portare
a compimento una riabilitazione protesica
semplice o complessa che risulti soddisfacente nell’immediato o nella verifica nel
tempo.
Non vorrei esagerare, ma il 90% dei lavori
che ho rifatto o che ho dovuto modificare
con gravosa perdita di tempo ed incremento dei costi è dovuto proprio a questi esperimenti.
In conclusione, quell’esperienza che è
durata circa un anno è sfociata nella rinuncia ad ogni convenzione diretta quando ho
constatato una mole di lavoro equivalente
a quella dell’anno precedente ed un calo di
fatturato di 20 – 30.000 euro per la quale la
Guardia di Finanza mi ha chiesto la documentazione fiscale.
Gli studi di settore infatti mi sembra siano
incompatibili con un inserimento meno
che marginale di queste convenzioni.
Concludendo con alcune considerazioni
direi che con i pazienti convenzionati ho
lavorato in perdita, perché ho mantenuto il
solito standard che risulta essere più
costoso di quanto sono riuscito ad ottenere
come compenso. Inoltre, altri pazienti abituati al mio tariffario “standard” ma amici
di convenzionati, mi hanno costretto a praticare anche a loro sconti insostenibili.
ANDI 13
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14 ANDI
N. 166 / Ottobre 2009
Corsi, convegni
e congressi
di Luca Felicori
i trattamenti
conservativi
nell'adulto
e nel bambino
I
Un restauro biologico
rispetta le strutture
l giorno 17 ottobre si è svolto presso
il Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche il corso periodico
d’aggiornamento continuo organizzato
dalla nostra sezione provinciale. Il tema
trattato è stato ”I trattamenti conservativi nell'adulto e nel bambino”. Relatori
il dottor Stefano Bottachiari, il dottor
Carlo Monaco e il dottor Giovanni
D’Alessandro, che rappresentava anche
la professoressa Gabriela Piana, assente per altri impegni.
Il dottor Bottachiari ha parlato degli
intarsi in composito e del piano di trattamento. Un restauro biologico deve
rispettare le strutture, la vitalità del
dente e il relativo parodonto. Tutto questo può essere più facilmente ottenuto
con i restauri parziali, nei quali una parte di corona rimane intatta, i margini
sono sopragengivali e quindi facilmente
detersibili, verificabili e biomantenibili.
Le cavità di medie e ampie dimensioni
sono il momento per scegliere tra
restauro diretto e indiretto. Importante
rilevare che il restauro indiretto ha un
grado di conversione maggiore per opera del processo di postpolimerizzazione, con indubbi vantaggi sul grado d’infiltrazione marginale. L'estensione della preparazione dipende dalle strutture
residue rimaste. Se è mancante una
cresta marginale, sono da ricoprire solo
le cuspidi adiacenti alla cresta mancante. Con denti devitalizzati e la mancanza
di entrambe le creste marginali, è indicato un overlay con ricoprimento totale
delle cuspidi. Il grado di resistenza
dell’elemento dentario dipende dalle
strutture andate perdute. Ad esempio in
un elemento devitalizzato, la cui unica
perdita è la sola cavità d’accesso la
resistenza alle forze occlusali è solo il
5% in meno rispetto ad un dente integro.
Il protocollo da seguire è sempre lo
stesso, rigoroso, ma ripetibile, una volta
superata la curva d’apprendimento:
pulizia sotto diga, eventuale allungamento di corona, ricostruzione e preparazione ancora sotto diga, impronta,
cementazione dei manufatti dopo 24
N. 166 / Ottobre 2009
ore. Quando è necessaria, la chirurgia
parodontale consente l'esposizione dei
margini con enormi facilitazioni della
presa dell'impronta.
Il dottor Monaco ha parlato del restauro
parziale come ancoraggio di ponte, proseguendo idealmente la relazione precedente focalizzata sul massimo risparmio possibile delle strutture dentali da
parte delle nostre preparazioni. I ponti
con ancoraggi parziali sono indicati con
piccole travate. I denti pilastro devono
essere sani, non restaurati (prevalentemente in settori anteriori), liberi da
lesioni cariose e malattia parodontale,
con corone di altezza e larghezza adeguate. Sono indicati anche come ponti
provvisori, durante il periodo d’attesa
dell’osteointegrazione di un impianto in
alternativa ad una protesi rimovibile
parziale. L'ancoraggio è costituito da
alette metalliche con dei fori e i ponti
sono cementati con cemento vetroionomerico. Sono stati discussi anche dei
casi a retainer singolo, utilizzati in caso
di mancanza di incisivi laterali, che hanno dimostrato una sopravvivenza del
95,5 % addirittura a 51,7 mesi. Buoni
risultati sono stati ottenuti anche con
ponti costituiti da composito a fibre rinforzate (FCR), indicati prevalentemente,
ma non esclusivamente, nel distretto
anteriore oppure nell’attesa di inserire
un impianto nei pazienti molto giovani o
con ridotte disponibilità economiche o
in pazienti compromessi parodontalmente, che necessitino di splintaggi.
Nei settori posteriori sono un’alternativa a restauri in metalceramica o zirconio e ceramica, quando il paziente rifiuta un impianto. La sopravvivenza dei
ponti in FCR è del 73,4 % a cinque anni.
Gli insuccessi sono dati da distacchi o
da cracks, soprattutto in pazienti bruxisti. L’insuccesso può essere dovuto a
preparazioni troppo piccole. Poiché ci
sono poche fibre, il composito si distacca e segue una frattura con distacco
parcellare. Nel caso di ponti ad ancoraggio parziale in metallo e ceramica i
retainers possono essere a “C” o a “D”
con la creazione di solchi verticali oppo-
sti. Utilizzando la zirconia, la preparazione è ancora più estesa. Sono confezionate delle mascherine, per non eliminare troppo tessuto. Possiamo avere
zirconia esposta o non esposta.
Quest’ultima migliora l’adesione, perché con la ceramica pressata a 360° sul
margine è possibile avere un’adesione
completa. La ceramica andrà poi mordenzata con acido fluoridrico. La tecnica CAD-CAM con la ceramica pressata
su zirconia sta aprendo buone prospettive e al momento nel breve periodo (3
anni) i ponti parziali con questi due
materiali danno buoni risultati.
Il dottor D’Alessandro ha trattato il tema
delle sigillature dal punto di vista delle
finalità e della tecnica operativa. Devono
essere posizionati sulla superficie occlusale e nei fori ciechi. Occorre operare un
approccio globale, perché il fluoro da
solo ha un’efficacia ridotta sui solchi. Il
fluoro in sinergia con i sigillanti ha il
massimo effetto. I sigillanti sono a base
resinosa o vetroionomerica. I sigillanti
vetroionomerici rilasciano fluoro, non
necessitano di mordenzatura e non sono
sensibili all’umidità. Tuttavia i sigillanti
resinosi hanno un’efficacia maggiore,
perchè quelli vetroionomerici si abradono più facilmente. Questi ultimi trovano
una reale indicazione quando è problematico il controllo dell’umidità. Il controllo della sigillatura deve essere sempre effettuato ad intervalli regolari, visivamente o con lo specillo. Generalmente
le maggiori percentuali di fallimento
sono a 6/12 mesi. Le sigillature ritenute
parzialmente o totalmente perse vanno
riparate o riapplicate. Il protocollo operativo prevede sempre l’uso della diga,
con legatura dell’uncino, e una polimerizzazione di almeno 40 secondi a una
potenza di 500 mW/cm2 per i sigillanti
trasparenti. I sigillanti opachi richiedono
un tempo maggiore. Secondo l’Evidence
Based Medicine è anche consigliabile
l’applicazione di sigillanti sopra le lesioni
cariose iniziali dello smalto. In questi
casi è stata riscontrata una riduzione di
specie batteriche al di sotto del materiale.
ANDI 15
Corsi, convegni
e congressi
andi
emilia romagna
a cervia
I
Il sole scalda
l'8° Congresso
l 19 Settembre scorso, a Cervia, presso l’Hotel Dante si è svolto l’ottavo
Congresso Regionale ANDI Emilia
Romagna e, come ormai di consuetudine, è stata la prima occasione di incontro
della dirigenza nazionale e regionale
dopo le vacanze estive di agosto.
L’appuntamento di Cervia è il primo
grande evento culturale, del circuito
ANDI Eventi, che si presenta in calendario e che inizia di fatto gli incontri della
dirigenza associativa alla ripresa del
lavoro, è un evento cui è molto legato il
nostro Presidente Nazionale dottor
Callioni, in virtù del fatto che proprio a
Cervia ben cinque anni fa lanciò la sua
candidatura a presidente, ed oggi si
accinge a lasciare l’incarico dopo due
mandati di grande lavoro associativo e di
successi sindacali.
La giornata del congresso, allietata da
un clima particolarmente mite, ha visto
la partecipazione di oltre 200 odontoiatri
e di circa 100 assistenti che hanno partecipato ai lavori scientifici con grande
interesse ed hanno potuto visitare una
mostra merceologica con spazi espositivi ricchi di novità.
Grazie alla presenza degli sponsor, che
ringrazio a nome dell’intero Consiglio
Regionale, abbiamo potuto garantire ai
partecipanti una giornata di alto livello
culturale e di gioiosa convivialità.
La mattinata del sabato è stata interamente dedicata alla relazione del dottor
Maurizio Silvestri di Pavia, che ha parlato
di riabilitazioni parodontali perimplantari e protesiche di particolare complessità. Non sono mancati spunti pratici
documentati con particolare meticolosità che hanno interessato e destato
ammirazione sulla folta platea di colleghi.
Contemporaneamente nella sala attigua
i dottori Lauro Ferrari, Paolo Paganelli e
Mauro Venturi hanno intrattenuto le
Assistenti su Privacy, Legge ex626 e
Sterilizzazione enfatizzando gli aspetti
migliorativi conseguenti alla legge regionale di Autorizzazione degli Studi
Gruppo
di lavoro
in un esterno
Pausa pranzo
al buffet
ed alcuni
stand
espositivi
16 ANDI
N. 166 / Ottobre 2009
di Alberto Casali
Odontoiatrici oramai al quinto anno di
applicazione.
Al termine della mattina si è svolto un
lunch a buffet nella sala interna dell’Hotel, dove i partecipanti hanno gradito il
ricco menù ed hanno potuto trascorrere
un’ora di relax terminando con un caffé
all’aperto sotto i raggi del sole ancora
caldo di una meravigliosa giornata sulla
riviera romagnola.
Dopo questa piacevole parentesi conviviale, i lavori pomeridiani sono ripresi con la
relazione del dottor Paolo Guazzi di Modena
che ha trattato un argomento insolito, ma
di grande interesse «La gestione del
Provvisorio in Implantoprotesi». Il dottor
Guazzi ha riscosso un meritato successo
ed al termine dei lavori ho potuto personalmente riscontrare gli apprezzamenti
dei colleghi che hanno soprattutto ammi-
rato l’iconografia di grande qualità ed
hanno apprezzato i risvolti pratici da trasportare nella pratica quotidiana.
A seguire i dottori Roberto Scavone e
Filippo Strozzi, dell’Unità di Chirurgia
Odontoiatrica dell’AUSL di Modena, hanno trattato approfonditamente il tema
relativo alla Radiologia 3D ed ai suoi
risvolti diagnostici in Chirurgia
Odontoiatrica. La relazione, completa sul
profilo scientifico e pratico ha trattato un
argomento innovativo e di particolare
interesse alla luce delle recenti innovazioni che tale metodica ha avuto.
Al termine dei lavori scientifici si è svolto
il Consiglio Regionale ANDI con la partecipazione dell’Esecutivo Nazionale e si
sono affrontati temi inerenti le recenti
modifiche della legge 626 e la crisi economica generale che sta colpendo anche
la nostra categoria, valutando le strategie possibili che la nostra associazione
deve attuare al riguardo. Si è parlato
anche di turismo odontoiatrico e di quello che l’ANDI farà a livello pubblicitario
per cercare di contrastarlo e che servirà
anche a fare conoscere la nostra professionalità.
Certamente, soprattutto in momenti di
crisi, l’azione pubblicitaria di cui si farà
carico l’ANDI Nazionale è indispensabile
e chiesta a gran voce dalla categoria.
Infine, ma solo per enfatizzarne l’importanza, debbo ringraziare, a nome del
consiglio regionale, gli sponsor presenti
alla nostra manifestazione ed in modo
particolare Riccardo Valle della Ditta
Valle, che da 6 anni ci supporta nell’organizzazione dell’evento, senza i quali
non sarebbe possibile una così buona
riuscita dell’evento stesso.
Grazie anche al nostro personale di
segreteria, Maela e Stefania, che hanno
sempre lavorato nell’ombra ma con
grande professionalità e dedizione.
Dall'alto: i
presidenti
regionale e
nazionale
Maurizio Di
Lauro e Roberto
Callioni;
i relatori
al Congresso
di Cervia:
Filippo Strozzi;
Paolo Guazzi;
Alberto Casali
e Roberto
Scavone;
Maurizio
Silvestri
A sinistra:
i relatori
Ferrari,
Paganelli e
Venturi
relazionano
alle assistenti
N. 166 / Ottobre 2009
ANDI 17
Corsi, convegni
e congressi
2° memorial
marcello
calandriello
I
ricordando
il maestro
l 26 settembre scorso, nella bella cornice del Savoia regency Hotel di Bologna,
si è svolta la seconda edizione del
Memorial Marcello Calandriello, la manifestazione che ANDI Bologna organizza
per ricordare il Maestro scomparso due
anni fa.
Circa trecentocinquanta odontoiatri, provenienti da tutta Italia, hanno assistito alle
interessanti esposizioni tenute dai relatori di assoluto rilievo, che si sono susseguiti nel corso della giornata.
La mattinata è iniziata con Giuliano
Anderlini, che ha approfondito il tema «I
fondamenti della moderna odontoiatria
nell'avanguardia clinica degli anni '80».
Con una simpatica carrellata di immagini
ha fatto rivivere, non solo i personaggi e i
reparti della Clinica odontoiatrica di quegli anni, ma anche il clima storico e politico dell’Italia di allora, attraverso i principali avvenimenti di cronaca. In Clinica, il
desiderio di fornire un servizio efficiente e
completo al paziente, suggerì al professor
Calandriello la creazione, nel suo reparto
di Parodontologia, di un programma di
riabilitazione globale superspecialistico,
che, grazie all’impegno di un gruppo di
giovani collaboratori esperti, cominciava
a mettere in pratica i nuovi concetti di
restaurativa, parodontologia e implantologia integrati, che sono alla base della
moderna odontoiatria.
Dopo il coffee-break, servito all’aperto
grazie ad una splendida giornata di fine
estate, Mauro Fradeani ha tenuto una
bellissima relazione su «La riabilitazione
estetica su denti naturali e impianti».
Il relatore ha analizzato i vari fattori che
determinano il successo protesico nei
casi complessi, soffermandosi sull’importanza di un piano di trattamento che
parta da un’analisi estetica (facciale, dento-labiale, fonetica, dentale e gengivale) e
funzionale (interferenze, faccette d’usura,
bruxismo, perdita dimensione verticale)
e, attraverso una corretta trasmissione
dei dati al laboratorio (impronte, arco
facciale e foto statiche e dinamiche del
sorriso e dell’eloquio), corredate dalle
indicazioni del dentista, permetta la creazione di una ceratura diagnostica che
guidi la realizzazione di un provvisorio
vicino all’ottimale. Dopo aver ottimizzato
il provvisorio si realizzano le preparazioni
definitive dei monconi, con l’aiuto di
mascherine trasparenti, ricavate dai provvisori; questi ultimi verranno poi copiati
nei definitivi. Grande enfasi è stata posta
sulla collaborazione fra protesista e chirurgo nei casi con linea del sorriso alta,
sulla sovra estensione dei margini nel
provvisorio perché non diventi corto dopo
la ribasatura, e sull’impiego delle nuove
ceramiche integrali.
Nel pomeriggio, Massimo De Sanctis e
Giovanni Zucchelli si sono alternati sul
palco dei relatori affrontando la “materia
del Maestro”, con una lezione magistrale
SBIANCAMENTI DOMICILIARI
O PROFESSIONALI?
Il segreto per avere successo
18 GENNAIO 2010 - OrE 21,00
SAVOIA HOTEL REGENCY
Via del Pilastro 2 - Bologna
rELATOrE: Dr.ssa Viviana Cortesi
Corso in fase di accreditamento ECm
18 ANDI
N. 166 / Ottobre 2009
di Massimo Vanelli
Da sinistra: Nicola Marco Sforza,
Mauro Fredeani, Massimo De Sanctis,
Aldo Nobili, Giuliano Anderlini e
Federico Boni
a quattro mani dal titolo «Il trattamento
dei difetti parodontali in aree estetiche».
Dopo aver ricordato lo spirito di ricerca e
collaborazione che ha animato gli anni
passati a fianco dell’amico e maestro
Marcello, hanno ripercorso le tappe storiche che, grazie al concetto della preservazione della papilla introdotta dalla papilla
preservation tecnique di Takei del 1985
(con incisione palatina), alla modified di
Cortellini del 1995 (incisione vestibolare)
alla simplified, alla papilla amplification
flap hanno portato ai lembi spostati coronalmente per recessioni singole o multiple dei giorni nostri.
I relatori hanno mostrato, con immagini
fantastiche, come tali tecniche possano
risolvere la gran parte delle problematiche estetiche dei settori frontali dovute a
recessioni, anche se hanno ricordato che,
in mancanza del supporto parodontale
interdentale, la ricopertura radicolare
N. 166 / Ottobre 2009
completa è un obiettivo non sempre raggiungibile. In tal caso può essere necessario ridefinire intraoperatoriamente una
nuova “linea di giunzione smalto-cemento
clinica”, con materiale composito, per
predeterminare il livello di ricopertura
radicolare. In ogni caso fondamentale per
il successo la stabilizzazione del coagulo
ottenuto grazie alla protezione dei tessuti
molli.
In chirurgia parodontale rigenerativa il
disegno del lembo d’accesso ai difetti
ossei verticali varia in funzione dell’integrità e del volume del tessuto molle
sovracrestale e delle condizioni anatomiche a livello dello spazio interdentale.
Se sussistono condizioni anatomiche
favorevoli, anche in questo caso vengono
eseguite tecniche di preservazione della
papilla nella zona del difetto da rigenerare, e a livello degli spazi interdentali
adiacenti a quello del difetto, viene eseguito un analogo lembo a busta spostato
coronalmente ed ancorato alle papille
anatomiche disepitelializzate; si riduce
così il rischio di collasso dei tessuti molli interdentali all’interno del difetto intraosseo. La stabilizzazione del coagulo,
infatti, protetto dai nuovi disegni di lembo
che rispettano la papilla interdentale,
insieme all’impiego eventuale di membrane e biomateriali, e al controllo della
colonizzazione batterica, permettono di
sfruttare al meglio il potenziale di rigenerazione biologica dei tessuti profondi; i
tessuti molli sono strumento fondamentale per la guarigione dei tessuti profondi, grazie alla protezione che offrono al
coagulo e ai biomateriali.
La scelta del biomateriale dipende dalla
morfologia del difetto intraosseo e dalle
caratteristiche del tessuto molle sovracrestale destinato alla sua copertura.
Una giornata veramente bella e stimolante, degna del ricordo del professor
Calandriello a cui era dedicata, ulteriormente arricchita dalla interessante parte
“commerciale” della manifestazione, che
ha visto la partecipazione di parecchi
espositori del settore dentale.
Infine un doveroso ringraziamento a
Dental Trey e a Mariolina ed Augusto Coli,
grazie ai quali è stato possibile realizzare
il convegno, che sta diventando un appuntamento ormai tradizionale dell’autunno
odontoiatrico.
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Momenti
di... pausa
dentisti
a due ruote
C
Dieci Colli
che passione!
osa spinge un dentista di oltre 40
anni occupato quotidianamente con
piani di trattamento complessi,
interventi parodontali, pazienti sempre più
esigenti ed uno Studio da organizzare… a
svegliarsi all’alba del primo maggio, fare
colazione con un piatto di spaghetti conditi con olio extravergine di oliva e parmigiano, mettere il numero sulla maglietta in
lycra della divisa ed in silenzio, quasi si
trattasse di un momento solenne, o forse
solo per non svegliare il resto della famiglia, vestito come un ciclista “vero”, scendere in garage, inforcare la “specialissima” lucidata per l’occasione e raggiungere la linea di partenza di una gara ciclistica
di 160 km?
Si tratta di passione, del proprio modo di
sentirsi sportivi o è sana e lucida pazzia?
Beh, a dire il vero come me c’erano altre
2860 persone animate dallo stesso “furore” sportivo: sto parlando di una granfondo ciclistica molto conosciuta tra i cicloamatori italiani, la Dieci Colli Bolognesi. La
corsa emiliana quest’anno ha compiuto i
venticinque anni di esistenza e si è presentata con un menù di tutto rispetto: 158 km
da affrontare con un dislivello di quasi
2500 metri e con 10 colli da scalare (Zula,
Badolo, Mongardino, Montemaggiore,
Tiola, Savigno, Ca’ Bortolami, Mongardino
al contrario, Ganzole e Monte Donato).
Si tratta di un tracciato nervoso, con continui saliscendi e strappi con pendenze
oltre il 16%!
Le maggiori difficoltà sono rappresentate
dalla salita di Ca’ Bortolami al chilometro
101, i tremendi due chilometri iniziali della
salita delle Ganzole a 15 km dall’arrivo
(avevo già le gambe in croce!) e il “muro”
finale di Monte Donato, soltanto duecento
metri, ma con pendenze da “hors catègorie”, che ha messo a dura prova le gambe
stanche dei tanti appassionati e ha obbligato molti “colleghi” a scendere dalla bici
e proseguire a piedi.
Ma dicevamo, perché, anche quest’anno,
sono finito lì?
Questa è la domanda che mi ripeto tutte le
volte che pedalo ad una granfondo e più o
meno a metà gara, nel ricorrente momento di particolare stanchezza che, a volte, si
trasforma in “cotta”, quando ogni parte
del corpo ti fa male, non riesci più a mangiare, l’acqua della borraccia è dolciastra
di integratori e non riesci a mandarla giù,
proprio in quel momento, ti chiedi: “ma chi
me lo fa fare?”
E’ molto difficile trovare una risposta:
potrei dirvi che da sempre sono “malato”
di ciclismo, che seguo tutti gli sport, che
amo gli sport di resistenza e all’aria aperta come la corsa a piedi, lo sci alpinismo e
il ciclismo, appunto, per il quale anni fa ho
investito in tempo, preparazione ed energie, togliendomi pure qualche soddisfazione e che oggi, con sempre meno tempo a
disposizione per l’allenamento, rimane
una grande passione ma con sempre
maggiore fatica! Potrei anche dirvi che lo
faccio per aumentare la mia autostima,
sentendomi in forma, e per ridurre la
quota di stress che inevitabilmente mi
porto appresso a fine giornata con la
nostra professione. O forse potrei rispondervi da parodontologo e, più in generale
da operatore sanitario, parlando dottamente di stili di vita e salute e magari
citando una revisione sistematica della
letteratura medica pubblicata quest’anno
su JAMA che dimostra come livelli elevati
di capacità cardiorespiratoria (cardiorespiratory fitness) siano costantemente
associati ad una riduzione del rischio di
DAL "CORRIERE DELLO SPORT-STADIO" del 28 OTTOBRE 2009
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N. 166 / Ottobre 2009
di Nicola Marco Sforza
Granfondo Dieci Colli: tutti pronti per la partenza
morte da malattia, qualunque sia la causa,
ed in particolare, da malattia cardiovascolare. In particolare è stata dimostrata una
soglia di 7,9 MET (metabolic unit), al di
sopra della quale, si diventa quasi “invincibili” verso le malattie!
Certamente non posso non consigliare a
tutti voi, se non di partecipare ad una granfondo, almeno di programmare la vostra
settimana cadenzandola con un regolare
esercizio fisico: bastano poche settimane
per sentirsi “in forma” e, se poi volete provare con la bici, siete sempre in tempo!
Dimenticavo di dirvi che alla Dieci Colli 2009
sono arrivato 783° su 2861 partecipanti di
ogni età e grado di allenamento (318° della
mia categoria Veterani) a oltre 1 ora e mezza dal vincitore. Tempo piuttosto lontano
rispetto a quanto ottenuto dai “veri atleti” ,
ma in linea con il mio attuale stato di allenamento!
Altri dentisti bolognesi hanno partecipato
quest’anno e in passato alla gara: in particolare le 6 edizioni della Granfondo dal
1988 al 1993 sono state tutte vinte da un
certo Giuliano Anderlini, vi dice qualcosa il
suo nome?
Buona pedalata!
Aldo Nobili taglia il traguardo finale insieme ai due figli Angelica ed Andrea
che insieme al padre hanno corso gli ultimi metri della gara mano nella mano
N. 166 / Ottobre 2009
Campionato
Italiano
Cronometro
individuale
per medici
e odontoiatri
La sezione bolognese dell’Associazione Nazionale Dentisti
Italiani ha il piacere di comunicare che il proprio associato
Giuliano Anderlini ha conquistato il titolo nazionale di ciclismo a
cronometro svoltosi a Drena
(TN) domenica 27 settembre
2009.
Occorre sottolineare l’elevato
valore atletico della prova considerato che la competizione si è
tenuta su una salita di 10,5 Km
con un dislivello da superare di
1.000 metri ed il tempo impiegato dal dottor Anderlini è risultato di valore assoluto: 38’ 34”.
Anche l’entità del distacco con il
secondo arrivato - il dottor Juran
Nicolussi di Bolzano che ha terminato con un tempo superiore
di 3’ 40” e la notevole differenza
di età (Nicolussi è di 20 anni più
giovane) – stanno a testimoniare
dell’impresa
compiuta
da
Anderlini.
ANDI 21
F
Cosa
mettere
sotto
i denti
a cura di Ciaccio
inalmente qualcosa di nuovo a Bologna, anzi al Trebbo. A giugno ha aperto, in
mezzo alla bassa bolognese circondata dai campi, La Barattina “Osteria di un
bel tempo”. È molto bello mangiare all’aperto per godere sia della campagna
circostante che di una bellissima veduta di san Luca. Il casale è isolato ed al
momento un po’ difficile da raggiungere, conviene telefonare per avere le
indicazioni corrette. Bisogna passare da una rotonda non ancora ultimata, per ritrovarsi a
percorrere una strada di campagna che porta al casolare ristrutturato con garbo e molto
rispetto della costruzione originaria dall’architetto Cassarà: di grande respiro il porticato
esterno per gioirne d’estate. Sala da pranzo al piano superiore con larghe e luminose
vetrate; il soffitto in legno con travi a vista e le pareti interne in mattoni vengono valorizzati
da un arredamento moderno quasi minimalista e da un’apparecchiatura alla moda.
Parliamo ora del cibo: Cominciamo dalle porzioni: vere!, le definirei romagnole.
Pasta fatta in casa e tirata a mano, le tagliatelle sono cotte alla perfezione e con quel
tanto di semola nell’impasto che le rendono callose alla masticazione e ben amalgamate
con il loro condimento ben tirato. Vi consiglio di assaggiare quelle nude al Parma,
saporite, ma non salate come quasi tutti i condimenti al prosciutto; al tavolo piadina
sempre calda. Sorprendente il galletto rivisitato al sangiovese (carne sostenuta) e sapore
d’altri tempi nella cotoletta di vitello in umido coi piselli. Salumi di qualità e dei migliori
produttori da accompagnare alla piadina. In menù anche cappelletti e strichetti, radicchio
coi bruciatelli, carne alla griglia. Consiglierei di finire con Le Loverie: cioccolata extradark e rum Matusalem 15 yrs o cantucci e albana passita. Divertente carta dei vini con
speciale riguardo alle bollicine italiane: bianche, rosée e rosse. In sala Fabrizio Fiorini ed
in cucina la moglie Raffaella, che proviene da una famiglia di albergatori romagnoli.
Conto di €. 45,00 circa per una cena completa
Dopo la cucina tradizionale bisogna anche parlare della cucina innovativa e fantasiosa in
cui vi sia però il rispetto dei sapori e come sempre un’accurata ricerca della materia
prima. In questo bisogna dire che Marco Martino è vero Maestro. Ricerca ogni alimento
dal fornitore migliore dopo attenta disamina di tutto ciò che riguarda sia la filiera
distributiva che l’allevamento o la coltivazione, il rispetto delle qualità organolettiche che
ogni alimento deve avere. Fra le altre cose è molto divertente riuscire a farsi raccontare
da lui le sue costanti scoperte. Vi posso garantire che riesce ad avere il miglior pescato
rintracciabile sul mercato italiano (spesso mangio pesce crudo e il profumo ed il sapore
delle varie qualità si distingue perfettamente). Piccolo, ma importantissimo particolare,
sfiletta solo all’ultimo momento il pesce da cucinare in modo da preservare gli aromi di
ogni specie.
Come dicevo cucina inventiva ed elaborazione dei piatti con le tecniche più moderne che
permettono piatti saporiti e rispettosi degli alimenti senza uso di grassi in eccesso, ma
piuttosto ricorrendo ad emulsioni con i brodi di cottura sono ciò che potete gustare da
“Tonino”. Mi permetto di consigliarvi alcuni piatti del menù, molto interessante, e cosa
pregevole descritto con chiarezza: Terrina di fiori di zucca insalata di astice e aceto
balsamico; pesce nostrano battuto al coltello con vinagrette di lamponi e cremoso al
parmigiano; involtino di galletto farcito alla frutta secca, salsa di caciocavallo e ribes. Tra
i primi imperdibili i ravioli ripieni di ricotta dolce e calamari pescati alla griglia e, udite
udite!, perfetti nella loro semplicità gli spaghetti trafilati al bronzo aglio olio e peperoncino.
Se avete ancora fame, la carta dei secondi piatti offre sempre sia carne che pesce; vi
segnalo il rombo al tegame con carciofi salsa di olive taggiasche e raviolini di porro allo
zafferano; tagliata di controfiletto di vitello profumata ai semi di finocchio pomodori
arrostiti e salsa all’Aglianico. Non sto ad elencarvi anche i dolci che vengono divisi in
tradizioni dolci (chiaramente ricette tradizionali) e senzazioni dolci (dove dopo aver
gustato con gli occhi la bellezza della composizione bisogna chiuderli per poterne gustare
appieno le sensazioni che danno). Conto sui 40/50 euro escluso il vino per un pasto
completo. (un vero affare vista l’alta professionalità della cucina). Cantina un po’ corta.
Consiglio tavolate non troppo numerose, 6/8 persone massimo per poter gustare col
dovuto rispetto una cucina espressa. Richiedete di cenare non nella grotta dove
l’illuminazione è carente, ma nella sala dove vi è la cucina a vista.
Ristorante La Barattina
via S. Giuseppe 12 Trebbo di Reno Bologna
Tel. 051.705734 - cell. 348.8123886
Chiuso domenica sera, lunedì e martedì
www.ristorantelabarattina.it
Pizzeria Tonino
Via Cairoli 16 Bologna
Tel 051.5882700
Chiusura mai
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N. 166 / Ottobre 2009
e
organizzano da gennaio 2010
XXXIV corso propedeutico
per assistenti agli studi professionali
odontoiatrici
anno 2010
Corso serale teorico con tirocinio pratico
60 ore di lezione da parte di docenti specializzati
Fornitura completa di materiale didattico e testi
Attestato di frequenza rilasciato al superamento dell’esame finale
Massimo 40 posti disponibili
Per informazioni ed iscrizioni:
tel. 051/543850 - [email protected]
24 ANDI
N. 166 / Ottobre 2009
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