Camminata in campagna
Dwejra
VICTORIA - VICTORIA: 13KM
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Camminata in campagna - Xlendi
Camminata in campagna - Ħondoq Ir-Rummien
Camminata in campagna - Dwejra
Partenza: Victoria
Arrivo: Victoria
Distanza: 13km
Difficoltà: moderata, difficoltà con alcune pendenze
ripide e aree rocciose
Paesaggio: strade e sentieri di città, costa e campagna
Segnaletica del percorso
Come arrivare e ritornare: Esistono collegamenti
regolari tramite traghetto sul Canale di Gozo tra iċĊirkewwa (Malta) e il Porto di L-Imġarr. Sono disponibili
collegamenti regolari in autobus tra il porto e Victoria.
È anche possibile accorciare il percorso prendendo un
autobus di ritorno da San Lawrenz o Dwejra.
Periodo consigliato per la camminata: Da Ottobre a
Maggio
Camminata in campagna - Comino
Camminata in campagna - Daħlet Qorrot
Camminata in campagna - Ramla
Camminata in campagna - Saltpans
Camminata in campagna - Ta’ Ġurdan
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Panoramica della
camminata in campagna
Questa camminata parte e termina a Victoria e consente di visitare
la costa più occidentale di Gozo, raggiungendo il pittoresco Dwejra
Heritage Park, paradiso per geologi ed ecologisti o semplicemente per
gli amanti dei panorami naturali. Gli elementi salienti della camminata
includono Fungus Rock, di importanza storica con la sua sentinella, la
torre di guardia costiera dei Cavalieri; l’arco naturale scolpito alto 40
metri noto come Finestra azzura; lo spettacolare Inland Sea, con le gite
in barca in cui i turisti attraversano un tunnel naturale, delle antiche
caverne crollate, distese di fossili e piante endemiche rarissime
(si tratta dell’unico luogo al mondo dove è possibile osservare la
pianta endemica di elicriso di Malta). Tutto ciò è compreso in un’area
relativamente ristretta, circondata da ripide scogliere calcaree. Nei
mesi più caldi, quando il mare è calmo, Dwejra rappresenta uno dei
migliori luoghi per le immersioni e un ambiente fantastico in cui
nuotare, fare snorkeling o godersi il tramonto. Il percorso conduce nello
stretto labirinto di Victoria, nella rigogliosa valle di Wied il-Lunzjata e
nei paesini di Ta’ Kerċem e San Lawrenz, oltre che nel vicino borgo di
Santa Luċija.
Suggerimento:
Iniziare o terminare questa camminata con una passeggiata lungo
le antiche mura fortificate della Cittadella, poiché il suo fascino è
presente sia di giorno che di sera.
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Ulteriori informazioni
REGOLE DI COMPORTAMENTO IN CAMPAGNA
• Astenersi dal raccogliere o causare danni a qualsiasi esemplare di flora,
fauna, elemento geologico o reperto archeologico.
•Procedere con passo leggero ed evitare gli schiamazzi.
•Attenersi al tragitto dei sentieri.
•Non disseminare rifiuti o accendere fuochi.
•Rimanere a distanza dal bordo della scogliera.
INDICAZIONI PER LA SALUTE E LA SICUREZZA
•Proteggersi dai raggi UV: indossare un cappello e applicare una
protezione solare, poiché anche nei mesi più freschi il clima può essere
abbastanza caldo.
•Sebbene le precipitazioni siano scarse, a volte la pioggia si presenta con
pesanti acquazzoni che causano allagamenti. Evitare di camminare nelle
valli durante o subito dopo piogge intense.
•Mantenere una distanza di sicurezza dal bagnasciuga o dalle scogliere
specialmente in caso di condizioni climatiche avverse con venti forti o
mare mosso.
Prima di intraprendere qualsiasi parte di questa camminata, si consiglia di assicurarsi
che le proprie condizioni fisiche e di salute consentano di sottoporsi a tali attività.
Occorre prestare particolare attenzione al terreno, spesso irregolare, e astenersi
dall’intraprendere le camminate in caso di condizioni atmosferiche proibitive. Tutti i
percorsi vengono intrapresi a proprio rischio e pericolo.
Sebbene, al momento della pubblicazione, sia stato fatto il possibile per garantire
la precisione delle informazioni contenute in questo opuscolo, il Ministero di Gozo
non accetta alcuna responsabilità per eventuali imprecisioni od omissioni. Inoltre, il
Ministero di Gozo non assume alcuna responsabilità per incidenti o qualsiasi tipo di
perdita in cui possa incorrere l’escursionista lungo il percorso.
CACCIA
Come nella maggior parte dei territori di campagna, durante la camminata
si incontrano numerosi piccoli rifugi di pietra, i cosiddetti dura, ossia
capanni utilizzati dai cacciatori di uccelli. Nel corso della camminata
occorre ricordare che il cartello “RTO” (Reserved to owner, ossia “riservato
al proprietario”) significa spesso che il terreno è di proprietà privata.
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Piazza San Giorgo
I
ndependence Square, meglio nota
come it-Tokk, è la piazza più famosa
di Victoria. Si tratta di un luogo dove è
possibile incontrare una grande varietà
di persone, dagli abitanti locali che
sorseggiano il loro caffé mattutino con i
pastizzi (tradizionali paste saporite ripiene
di ricotta o purea di piselli) passando
per i turisti che danno un’occhiata alle
bancarelle del piccolo mercato all’aperto,
senza menzionare le centinaia di passeri
spagnoli che cinguettano e al tramonto si
radunano nei loro nidi sugli alberi di fico.
L’edificio semicircolare della Banca
Giuriatale (anni 1730), che ora ospita
l’Amministrazione Locale di Victoria, fu
la sede del governo municipale di Gozo.
All’interno dell’edificio vengono spesso
organizzate mostre culturali. Sul lato
opposto si trova la chiesa ristrutturata di
San Giacomo e al centro è presente un
monumento dedicato alle vittime della
Seconda Guerra Mondiale.
Assolutamente da non perdere
è la visita alla Cittadella medievale,
raggiungibile risalendo la collina It-Tokk;
la visita può essere effettuata sia all’inizio
che al termine della camminata, ma
sempre senza fretta.
Il percorso consente di attraversare
alcune delle strette e contorte stradine
della città, cominciando dalla piazza
più famosa, nota come Pjazza San
Ġorġ (Piazza San Giorgio), dominata
dalla chiesa parrocchiale dedicata allo
stesso santo, che rappresenta il vanto di
numerosi abitanti locali.
Prendere la strada sulla destra della
chiesa, poi la seconda sulla destra
immettendosi su Triq il-Providenza. Girare
a sinistra su Triq il-Librerja, quindi a destra
su Triq San Ġwann. Come per tutti gli altri
paesini delle isole maltesi, questi stretti
vicoli conservano numerose nicchie votive
La Cittadella fortificata, da visitare senza fretta
che dimostrano la devozione a vari santi,
in particolare alla Beata Vergine Maria.
Fare attenzione mentre si esce dal
labirinto di stradine e nell’attraversamento
della trafficata Triq San Ġwann Bosco.
Seguire questa strada fino al cuore verde
di Gozo: la valle più fertile situata tra
Fontana e Ta’ Kerċem, denominata Wied
il-Lunzjata, il cui nome letteralmente
significa “Valle dell’Annunciazione” e trae
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La meravigliosa
gemma verde di
Wied il-Lunzjata
origine dalla cappella che ancora oggi
si trova su un lato della valle. Dedicare
qualche minuto all’esplorazione della
zona al di là dell’entrata prima di riprendere
il percorso per attraversare la valle.
L’arco di ingresso risale all’epoca dei
Cavalieri di San Giovanni, precisamente
al 1698 durante il regno del Gran Maestro
Perellos y Roccaful, quando su parte
della vallata furono eretti muri di cinta al
fine di restringere l’accesso alla loro area
ricreativa. La località ospita il numero più
elevato di sorgenti e orti presenti sull’isola.
I locali situati al di sopra dell’arco oggi
fungono da quartier generale di Wirt
Għawdex, organizzazione che si occupa
della salvaguardia del patrimio storicoartistico. Una interessante meridiana
presente sulla parete è una riproduzione
della più antica meridiana che si trova
su Gozo e risalente al 1546, la cui
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originale è situata a Xewkija. Il significato
dell’enigmatica iscrizione ENCHOR è
ancora oggetto di speculazioni.
Il fianco della valle è scolpito da diverse
grotte; una di esse ospitava l’originale
cappella trogloditica, una delle più antiche
presenti sull’isola e risalente al 1347,
anch’essa dedicata all’Annunciazione.
Nel 1730 la cappella divenne parte di
un feudo di proprietà dei Re di Sicilia.
La cappella odierna risale al 1629 ed è
caratterizzata da una facciata semplice
e moderna con un oculo al di sopra
della porta. Più tardi furono aggiunte
una piccola sagrestia e un campanile.
Nel mondo cattolico, il duraturo culto
popolare mariano dell’Annunciazione
risale al quinto secolo e a Malta è
tutt’oggi ampiamente celebrato il 25
Marzo con una festa liturgica. Oggi si
tiene regolarmente la messa in questa
La cappella
di Lunzjata
Un ingresso adatto ai cavalieri
Il granchio di fiume maltese, a rischio di estinzione
cappella, che rimane la sola a Gozo ad
essere dedicata all’Annnciazione e dove
ogni anno si celebra la festa.
La pittoresca valle era originariamente
nota come is-Saqqajja, un nome che si
riferisce direttamente alle sue numerosi
sorgenti di acqua dolce che fungono
tutto l’anno da oasi per la rigogliosa
vegetazione, con orti e abbondanti
canneti, ulivi, mandorli, melograni e
carrubi. Più avanti il corso d’acqua si
unisce alla valle di Xlendi ed è l’habitat
di uno degli animali più rari sulle isole
maltesi, la specie endemica di granchio
di fiume maltese, oltre all’unico anfibio
nativo delle isole, il discoglosso dipinto.
L’acqua ha sempre rappresentato una
risorsa molto scarsa a Malta e per questo
era strettamente sorvegliata e raccolta
con grande attenzione, modificando
le direzioni di alcune sorgenti al fine di
veicolarla verso sistemi di canali per
servire le coltivazione locali, oltre che
per rifornire la fontana costruita nel 1698
visibile al termine del percorso nella
vallata. È possibile ammirare due stemmi:
il primo raffigura tre pere e appartiene al
Gran Maestro Perellos y Roccaful, mentre
l’altro appartiene alla famiglia nobile dei
Testaferrata. Proprio a un membro di
quest’ultima fu affidata la creazione. La
fontana è stata restaurata da Din l-Art
Ħelwa nel 2007. Gli adiacenti abbeveratoi
in pietra servono tutt’oggi le esigenze dei
contadini locali: non è inusuale vedere
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Sedano tenuto al
fresco nell’acqua
di fonte
Gli eleganti fiori di acanto in primavera
i contenitori colmi di prezzemolo o altri
prodotti freschi immersi nell’acqua fresca
di sorgente.
Ripercorrendo i propri passi per
allontanarsi da questo angolo di pace,
uscire dall’arco e andare a sinistra per
attraversare la valle (cf. la nota sottostante)
e salire le scale sul lato opposto. Durante
la stagione umida, la larghe foglie
dell’acanto (che ha ispirato le decorazioni
a foglia delle colonne corinzie) adornano
questo luogo riparato e umido, insieme
ai rovi selvatici e ai maceroni, mentre le
specie endemiche, amanti della roccia,
di incensaria maltese e salsola maltese
prediligono il luoghi più secchi*.
Una volta salita la scalinata, il percorso
continua verso sinistra fino alle vinicanze
di Ta’ Kerċem lungo Triq Għajn Tuta (“Via
della Sorgente die Gelsi”), il cui nome
deriva da un’altra importante sorgente
situata nei al di sotto del crinale che
si incontra scendendo verso Xlendi.
Camminando attorno alla roccia circolare
sporgente che domina la Valle di Xlendi, si
aprono panorami della costa e della torre
di guardia di Xlendi situata sulla bocca
dell’insenatura. Al bivio, tenere la destra
per rientrare nel paese di Ta’ Kerċem
e, raggiungendo la strada principale,
mantenersi sulla sinistra in direzione
di L-Għadira ta’ Sarraflu. Qui si supera
l’adiacente bordo di Santa Luċija: tenere
la sinistra per procedere verso l’aperta
campagna della parte occidentale di Gozo,
dove sarà presto nuovamente possibile
scorgere il mare.
La piccola e stretta Valle di Wied
Sansun è l’unico rifugio naturale per le
piante lungo questa costa e i contadini
l’hanno utilizzata per costruire e coltivare
campi terrazzati. Il percorso continua ora
sulle scogliere e sulla sinistra offre viste
privilegiate di Xlendi e della sua torre
di guardia costiera. Scorrendo con lo
*N.B.: quando piove, l’acqua scorre sul sentiero della valle e scende lungo la piccola cascata, quindi
questa zona è molto scivolosa e a volte può essere impossibile passarvi; in caso di flusso costante di
acqua, si consiglia di evitare questo attraversamento e deviare leggermente lungo la strada principale
immettendosi in Ta’ Kerċem, via Triq Xuxa, salendo la scalinata di fronte all’arco, per poi girare a sinistra
e superare un’antica catacomba. Mantenersi sulla sinistra per raggiungere Triq Pejpu e ritrovare il
percorso della camminata.
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sguardo lungo la costa verso sud partendo
dalla torre di guardia, è possibile scorgere
un arco naturale a livello del mare al di
sotto delle maestose scogliere, con Malta
sullo sfondo.
Qui il paesaggio può apparire piuttosto
brullo in confronto al cuore verdeggiante
della Valle di Lunzjata, ma nelle vicinanze
si trova un panorama inusuale per l’isola:
il laghetto di acqua dolce permanente
noto con il nome di l-Għadira ta’ Sarraflu,
che assomiglia a una piccola oasi in
questo territorio esposto al vento. Poiché
i laghetti, come qualsiasi specchio
d’acqua, rappresentano una rarità sulle
isole a causa della natura permeabile
del calcare e delle scarse precipitazioni,
è evidente che tali luoghi assumano
particolare importanza per le creature
acquatiche e per gli abitanti locali. Presso
il laghetto, solitamente nel mese di Aprile,
si tiene una famosa fiera primaverile e
in molti vi si recano per fare dei pic nic e
delle passeggiate nella zona. Il laghetto
conitiene numerose specie introdotte,
tra cui pesci e rane esotici che sono
problematici poiché superano in numero
le specie indigene. Tuttavia, rimane un
buon rifugio e riserva di cibo per molte
specie di insetti, pipistrelli e uccelli,
anch’essi attratti dagli unici alberi presenti
nella zona, i tamarischi.
Il percorso procede verso Dwejra,
superando il laghetto sulla strada che
si trova a destra*. Questa strada viene
regolamente utilizzata dai veicoli pesanti
che trasportano pietra di cava, poiché
a Gozo l’unica pietra per costruzione di
buona qualità, il calcale a globigerina, si
trova solamente in quest’area. Seguire
Panorama della
Valle di Xlendi
Il laghetto di Ta’ Sarraflu
Cave di calcare e violaciocche maltesi che tentano
di colonizzare i bordi
*DEVIAZIONE: in alternatica, è possibile seguire una deviazone, più lunga e panoramica, al percorso
battuto prendendo il sentiero di cemento sulla sinistra e camminando per l’intera lunghezza delle
scogliere, per poi superare Ras il- Wardija, i resti archeologici di un Santuario Punico-Ellenistico (risalente
al periodo tra il IV e il III secolo A.C.) che giaciono in uno dei luoghi più stupendi dell’isola, nei pressi della
punta del ripido promontorio. Occorre ricordare che qui alcuni tratti del territorio sono di proprietà privata.
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La deviazione in
cima alla scogliera
Libellula scarlatta
La torre è aperta al pubblico quando la bandiera
è issata
la strada per circa 600 metri e prendere
il sentiero rupestre che si incontra sulla
sinistra.
Il tema dell’acqua continua lungo il
percorso: al raggiungimento di un’ampia
roccia calcalarea emersa che domina la
vallata, si estende al di sotto una distesa
di canneti che indicano la presenta di
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sorgenti naturali; parte del sentiero può
essere un po’ fangosa, poiché il piccolo
ruscello d’acqua dolce attraversa questo
piano roccioso e si getta in una cascata
in miniatura. Pare che in passato l’acqua
via sia stata direzionata tramite dei canali
e per questo conserva il suo antico nome
di Il-Quattara, che si traduce come “zona
dove l’acqua giocciola”.
Continuare in salita lungo il sentiero
adiacente al campo e girare a sinistra sullo
stretto piano; questo sentiero condurrà
fino alla Torre di Dwejra, con bei panorami
degli elementi che rendono Dwejra così
singolare: Il-Ġebla tal-Ġeneral (Fungus
Rock) sulla sinistra e più avanti It-Tieqa
(Finestra Azzurra) e Il-Qawra (Inland
Sea) sulla destra. Si consiglia fortemente
di visitare la torre, restaurata grazie a
iniziative volontarie; se in cima alla torre
sventola la bandiera, significa che è aperta
ai visitatori.
Il
tonomino
di
Dwejra
deriva
probabilmente
dal
termine
arabo
corrispondente a “rotondo”. Dalla torre
dovrebbe ora essere possibile intravedere
le forme circolari che dominano il
paesaggio: relitti naturali di ampie caverne,
probabilmente risalenti al miocene. Questi
elementi e la loro concentrazione in questa
zona sono piuttosto rari; si tratta infatti di
una delle principali ragioni per cui l’area è
altamente protetta. Nei periodi caldi con
mare calmo, la Baia di Dwejra, dalla forma
circolare e protetta da Fungus Rock, è un
luogo fantastico per nuotare in profondità
ed è facilmente raggiungibile uscendo
brevemente dal percorso a sinistra della
torre e scendendo la scalinata che conduce
a un antico scalo che in passato era
utilizzato per trasportare alcune barche da
pesca. Al di sotto dei primi gradini ricavati
nella roccia che conducono alla baia è
possibile individuare una piccola grotta
circolare scavata nel calcare: essa aveva lo
scopo di ospitare una sentinella a guardia
di una pianta preziosa su Fungus Rock.
La baia fu teatro di un evento bellico
quando, nel 1942, uno Spitfire della
RAF, l’aeronautica inglese, si schiantò
durante l’atterraggio lungo le scogliere. Il
pilota, privo di sensi, fu salvato e il relitto
sprofondò sul fondo marino, divenendo
per un periodo meta di immersioni fino a
quando i componenti non furono dispersi
per opera dell’uomo e del mare.
Dopo aver dato un’occhiata alla torre,
se la giornata è tranquilla è possibile
procedere lungo la costa frastagliata per
scoprirla meglio; tuttavia, si sconsiglia di
avventurarsi nei pressi del bagnasciuga
quando il mare è mosso, poiché questo
tratto esposto può essere piuttosto
pericoloso. Al promontorio di Ir-Ras,
letteralmente “il capo”, è ancora possibile
individuare la base del sistema di
sicurezza che in tempi antichi ospitava
una teleferica con un carrello sospeso
che consentiva l’accesso all’isolotto noto
come General’s Rock o Fungus Rock. A
Nord dello stretto promontorio, è possibile
distinguere la circonferenza di un’altra
grotta crollata che è stata completamente
inondata dall’acqua marina, ad eccezione
della rimanente colonna di roccia
resistente conosciuta col nome di Il-Baqra
(la mucca) o chiamata più frequentemente
dai subacquei Crocodile Rock.
Lungo il percorso che conduce al
panorama della Finestra Azzurra,
è possibile incontrare delle saline.
L’estrazione del sale era spesso un
privilegio conferito al Capomastro della
torre al fine di coprire le spese. La vicina
e piccola cava ospita un’interessante
concentrazione di fossili marini, con
un’abbondanza di dollari della sabbia.
La presenza di questo echinoideo
fossile contrassegna il confine tra il più
duro calcare corallino inferiore e il più
morbido calcare a globigerina in uno
strato conosciuto come “letto di scutelle”.
Sebbene i fossili siano protetti per legge,
purtroppo numerosi cacciatori di souvenir
tentano di accaparrarsi i fossili, spesso
danneggiandoli e rendendo così difficile
intravedere un singolo esemplare.
La Finestra Azzurra che si trova più
avanti si staglia per 40 metri in altezza
e rappresenta l’elemento naturale più
amato di Gozo e il biglietto da visita
dell’isola. Questo arco naturale è
Fungus Rock a guardia della Baia di Dwejra
I gradini ricavati nella roccia che conducono alla
Baia di Dwejra di forma circolare
Strati di fossili
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CAMMINATA IN CAMPAGNA – DWEJRA
LEGENDA
X - X indica una distanza di 1 km
> indica la direzione del percorso
FERMATA AUTOBUS
ZONA PARCHEGGIO
GITA IN BARCA
SERVIZI IGIENICI
PUBBLICI
PUNTO
INFORMAZIONI
12
RESTI
ARCHEOLOGICI
PUNTO
PANORAMICO
ZONA DI
BALNEAZIONE
AREA DI
RISTORO
SOLCHI
DI CARRI
SNORKELING
SALINE
GROTTA/E
CHIESA
TERRENO SCIVOLOSO
TORRE
RISCHIO DI CADUTA MASSI
ACQUEDOTTI
DIVIETO DI
BALNEAZIONE CON MARE MOSSO
FORTIFICAZIONI
CAVA
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Una gita in barca
offrirà la giusta
prospettiva
Una rarità che si trova esclusivamente
lungo le scogliere: la specie endemica
di elicriso maltese è facilmente
riconoscibile per le sue foglie argentate
Berta maggiore
destinato ad essere eroso e a crollare;
infatti, si sconsiglia di avventurarsi su di
esso in quanto nel corso degli anni sta
progressivamente perdendo la propria
stabilità. Nelle giornate di mare mosso è
facile capire il perché, dal momento che
le onde lo attaccano e lo sommergono
con grande forza mentre consumano la
sua stretta base. Il vicino Ħofra tal-Berwin
Il Blue Hole è un’attrazione per amanti delle
immersioni nei giorni di mare calmo
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(Blue Hole) può essere raggiunto a piedi
o ammirato dal piano roccioso adiacente
all’arco, ma qualsiasi subacqueo affermerà
che il modo migliore per ammirarlo è
immergendosi sott’acqua! Visto con un
certo sospetto per molto tempo dagli
abitanti locali, questo elemento naturale
era considerato una buca priva di fondo in
cui le persone scomparivano. Ma questa
attrazione unica nel suo genere è in
realtà un passaggio segreto che conduce
in mare aperto da un arco sottomarino,
come se riproducesse l’arco più grande
che si erge di fronte.
Prima di proseguire salendo verso la
cappella, scendere a Inland Sea, noto
come Il-Qawra, un altro termine che indica
la struttura circolare entro la quale questa
pozza d’acqua marina è collegata al mare
aperto tramite un tunnel di 80 metri
percorso dalle barce e dai subacquei. Le
facciate rocciose di questo imponente
anfiteatro naturale forniscono un habitat
eccellente per una delle piante endemiche
più rare dell’arcipelago, l’elicriso di Malta
dalle foglie argentate che, in tutto il
mondo, è possibile osservare solamente
lungo questa costa occidentale di Gozo.
L’unica uscita
di Inland Sea
L’elicriso maltese, specie protetta,
fiorisce in tarda primavera
In tarda primavera, le scogliere sono
colorate da questi vistosi e inconfondibili
fiori gialli. Se le condizioni atmosferiche
lo permettono, si consiglia di non lasciarsi
sfuggire l’occasione indimenticabile di
navigare lungo il tunnel con i pescatori
locali che offrono un servizio regolare di
gite in barca partendo dal piccolo molo.
La gita dura all’incirca 20 minuti ed è il
modo migliore per apprezzare la costa
accidentata con le sue grotte nascoste,
gli archi e le scogliere torreggianti dove le
berte maggiori visitano i propri nidi nelle
notti estive e dove, da qualche anno, sono
tornati a nidificare i rondoni.
Sulla destra di Inland Sea, una lingua
di terra elevata costituisce un ulteriore
elemento geologico interessante e unico
a livello locale. Tutti e cinque gli strati di
rocce sedimentarie maltesi si formarono
sotto il livello dell’acqua, ma questa
collinetta è un deposito più recente
risalente al quaternario che comparve in
questo luogo durante l’ultima Era Glaciale,
pobabilmente trasportato da antichi
sistemi fluviali da molto tempo prosciugati
ma ancora esistenti sotto forma di
profonde vallate a V che raccolgono le
acque piovane nella stagione umida.
Superando questi depositi, presso IlQattara si raggiunge un importante
sito dove un laghetto di acqua dolce
offre durante tutto l’anno un ambiente
di vita per piante come l’adiantum e le
specie endemiche di hyoseris di Gozo
e zannichellia maltese. Un boschetto a
forma di mezza luna di rari lagani trae
giovamento dal corso d’acqua alimentato
della sorgente perenne. L’area è anche
un importante luogo di riproduzione della
sterpazzola di Sardegna, la cui presenza è
in diminuzione.
I depositi risalenti al quaternario formano la
collinetta dietro alle rimesse per le barche
presso Inland Sea
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Misteriosi
solchi di carri
Un’altra specie endemica: fiori di violaciocca
maltese in tarda primavera
La specie endemica di hyoseris di Gozo
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Ritornando sul percorso nell’area di
parcheggio principale, il sentiero sale
dietro la cappella di Sant’Anna, dove una
ripida scalinata ricavata nella roccia che
domina Inland Sea conduce all’antico
passaggio che in passato era utilizzato
dai paesani provenienti da San Lawrenz.
È possibile incontrare tracce più antiche
dell’attività umana sotto forma di solchi
creati da carri: scanalature parallele nella
roccia brulla che compaiono in numerosi
luoghi di Malta (con larghezze simili) ma
che sono piuttosto rari a Gozo. I solchi
più importanti possono essere individuati
seguendo la scalinata e deviando
leggermente dal percorso verso sinistra a
circa 50 metri dalla cappella di Sant’Anna.
Salendo ulteriormente, un piccolo poggio
conserva alcune rovine di ciò che appare
come un edificio rotondo, la cui datazione
non è stata individuata. Superato questo
poggio, esplorare la distesa rocciosa
per individuare ulteriori solchi, quindi
ritornare alla scalinata per risalire verso
il paese. Superare la vasta cava sulla
sinistra e dirigersi in salita lungo una
strada rurale. Qui alcuni dei muri di pietra
a secco offrono sostegno a un’altra specie
endemica rara che potrebbe essere stato
possibile notare in precedenza durante
la camminata: la violaciocca maltese, i
cui bei fiori lilla adornano il paesaggio in
primavera.
La salita leggermente ripida ora procede
lungo una strada asfaltata che conduce
alla piazza principale di San Lawrenz. Le
radici del paese risalgono ad almeno il
sedicesimo secolo e nel 1893 fu istituito
come parrocchia. La popolazione conta
600 persone. Lo stemma stesso richiama
il martirio del suo patrono San Lorenzo
e la festa patronale si celebra ogni anno
intorno alla prima settimana di Agosto. Nel
1887, sotto la prima pietra di costruzione
della nuova ampia chiesa fu posizionata
una riliquia del santo e si racconta di come
tutti gli abitanti del paese contribuirono
alla costruzione di questo tempio, quando
anche le donne e gli uomini si davano il
cambio ogni giorno per portare le pietre
nel cantiere. Ogni volta che servivano
pietre veniva suonata una campana e la
popolazione rispondeva recandosi presso
le vicine cave*.
Il percorso procede verso la collina di
Għajn Abdul tramite Triq id-Duluri, poi sulla
sinistra su Triq it-Torri, che conduce fuori
dal paese e scende lungo una strada di
cemento con l’imponente collina di Għajn
Abdul, le grotte di Mixta e gli splendidi
pendii terrazzati in piena vista sul davanti.
Il percorso attraversa la piccola valle nota
come Wied Pisklu e supera una profonda
cava di calcare a globigerina, per poi
ricongiungersi con la strada che conduce
al borgo di Santa Luċija.
La collina è una delle tante che rendono
il paesaggio di Gozo così caratteristico
e differente da Malta; infatti, la stessa
emblematica bandiera dell’Isola delle Tre
Colline ricorda il suo profilo collinare. È
possibile contare una decina di queste
colline dalla cima piatta, circondate dalla
campagna, prevalentemente inabitate
e fortunatamente non sviluppate. Da
un punto di vista geologico, queste
colline rappresentano la sequenza
completa della stratigrafia maltese, con
strati di roccia sedimentaria coperti da
un altopiano di roccia più giovane, il
calcare corallino superiore. La vicina
collina di ta’ Dbieġ rappresenta il punto
più elevato di Gozo con i suoi 194 metri.
Għajn Abdul, letteramente “primavera
di Abdul”, e l’adiacente collina di Għar
Ilma, che significa “grotta d’acqua”, sono
toponimi che indicano chiaramente
un’ulteriore
caratteristica
geologica
dell’area: la presenza di acqua dolce. Ciò
è possibile grazie al vasto strato di argilla
blu impermeabile, che si trova al di sotto
Għajn Abdul
L’estensione di argilla blu crea pendii
stupefacenti, ma è anche importante per le
risorse idriche dell’isola
del calcare corallino superiore e che crea
una falda acquifera sopraelevata, la quale
emerge in superficie presso la famosa
sorgente di Għajn Abdul, appena superata
la fatiscente fattoria ai piedi della collina.
L’importanza delle sorgenti d’acqua
sull’isola non sarà mai sufficientemente
enfatizzata; in questo caso, il governo
Coloniale Britannico costruì negli anni
1840 un acquedotto al fine di portare
l’acqua da questa zona a Victoria.
Oltre all’interesse naturalistico e
geologico delle colline, queste sono
spesso caratterizzate da un importante
aspetto archeologico. Le grotte di Mixta
*N.B: se si desidera accorciare la camminata, da qui è sempre possibile prendere un autobus per Victoria
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L’acquedotto
sulla collina di Għajn Abdul hanno
svelato le tracce più antiche conosciute
della presenza umana sull’isola, con
frammenti di ceramiche risalenti alla
prima fase neolitica delle isole, intorno
al 5000 A.C. Sfortunamente, buona
parte dell’altopiano e molti dei reperti
archeologici sono stati rimossi da una
cava di rocce dure, ma è possibile salire
fino alle grotte rimanenti in meno di
mezz’ora percorrendo una strada sterrata
che inizia di fronte agli abbeveratoi.
Tornando sul percorso lungo la strada,
si raggiunge una incantevole piazza in cui
è esposta una croce di pietra davanti alla
bella e modesta chiesa di Santa Luċija.
Testimonianze storiche mostrano che in
questo luogo esiste una chiesa dedicata
a Santa Lucia almeno dal 1575 e che essa
è stata modificata e ampliata nel corso dei
secoli. Il motto del borgo “Io faccio luce sui
concittadini” è legato all’antica devozione
alla martire siracusana patrona dei non
vedenti, Santa Lucia, il cui nome significa
“luce”. La festa patronale viene celebrata
18
ogni anno intorno al 13 dicembre,
accompagnata dalla Festa della Luce. Nel
2008 al borgo è stato attribuito il titolo
di Destinazione Europea di Eccellenza
per le sue iniziative nell’ambito della
conservazione del patrimonio culturale
intangibile.
Continuare diritto lungo Triq Santa
Luċija superando un antico mulino a
vento; presto il percorso si congiunge
per un breve tratto con la stessa strada
presa all’inizio della camminata. Una volta
ritornati a Ta’ Kerċem, scendere fin dopo la
chiesa parrocchiale, continuare in discesa
e girare a sinistra dopo il giardinetto
dedicato a Ċensu Xiberras. Una volta
raggiunta Victoria, davanti al vivaio
statale è possibile osservare una grande
pietra diritta che potrebbe aver formato un
edificio romano.
Ritornando nell’area urbana, fare
attenzione alle auto che si incontrano
lungo la strada strettissima che conduce
a Savina Square. Sulla destra si trova
la chiesa, comunemente chiamata Ta`
Savina, un termine utilizzato a livello
locale per indicare l’erica mediterranea.
La chiesa fu ricostruita all’inizio del
ventesimo secolo, ma esisteva dal 1479;
la sua consacrazione alla Natività della
Beata Vergine ebbe origine in epoca
medievale. Un tempo formava una
ulteriore parrocchia all’interno di Victoria.
Si tratta anche del luogo in cui l’acqua
proveniente dalle sorgenti collinari
presumibilmente apparve per la prima
volta tramite l’acquedotto costruito nel
diciannovesimo secolo, i cui resti sono
tutt’ora visibili nella campagna. Lungo la
strada che sale verso la Cittadella è stato
eretto un obelisco commemorativo sul
luogo del primo serbatoio.
Ora si è ritornati a It-Tokk, dove la
camminata è iniziata. Se non si ha ancora
visitato la Cittadella, si consiglia di
esplorarla prima di lasciare l’isola. Basta
salire la collina sulla sinistra.
Frammenti
VICTORIA
1
Occupando il centro dell’isola, da
un punto di vista sia geografico
che religioso, commerciale e
amministrativo, Victoria, nota
anche come Rabat, vanta una popolazione
di circa 6000 persone. Fu elevata allo stato
di città nel 1887 ed è stata ribattezzata col
nome Victoria in occasione del Giubileo
d’oro della Regina Elisabetta. Tuttavia, il
nome originario è ancora esistente e, come
nel caso di Rabat a Malta, rappresenta un
riferimento storico al sobborgo che sorse
ai piedi della città fortificata: Mdina a Malta
e la Cittadella a Gozo. Victoria celebra due
importanti feste religiose nelle sue due
parrocchie: la Cattedrale e la Basilica di
San Giorgio. Il patrono San Giorgio, la cui
basilica è situata in Piazza San Giorgio,
viene festeggiato intorno alla terza
domenica di Luglio, mentre la Cattedrale
di Gozo, situata all’interno delle mura della
Cittadella, è dedicata all’Assunzione in
Cielo della Beata Vergine, con una festa
che si celebra il 15 Agosto.
LA BASILICA DI SAN GIORGIO
2
La parrocchia di San Giorgio, al
centro della città vecchia, ha le
proprie origini in epoca medievale.
La chiesa attuale, nota come la
“basilica d’ oro”, fu costruita nel 1672 e le
fu attribuito il titolo di Basilica nel 1958.
Ogni anno la tanto acclamata statua
lignea del patrono San Giorgio, risalente al
diciannovesimo secolo, viene trasportata
durante una processione nel giorno
della sua festa. Il martire è considerato il
protettore degli abitanti di Gozo e la chiesa
e la sua festa sono una testimonianza di
questa duratura devozione. La grande festa,
celebrata nella terza settimana di luglio, dal
1998 viene preceduta da un famoso evento
culturale che prevede concerti e recital in
occasione del Victoria International Arts
Festival. Gli interni della chiesa custodiscono
alcune interessanti opere d’arte, tra cui la pala
d’altare del rinomato artista calabrese Mattia
Preti e opere di Stefano Erardi, Francesco
Zahra, Gian Battista Conti e Giuseppe Calì.
La cupola bronzea, una riproduzione di
quella del Vaticano progettata dal Bernini, fu
aggiunta negli anni ‘60.
L’ALBERO
NAZIONALE DI MALTA
3
All’esterno dell’ingresso della
vallata sono piantumati dei
giovani alberi di Sandracca
o Ginepro Articolato, l’albero
nazionale di Malta. Questa conifera è
piuttosto rara, poiché si trova solamente a
Malta in un numero ristretto di esemplari
(pare essere assente allo stato selvatico a
Gozo e Comino), in Spagna e in Nordafrica.
Le sue foglie squamiformi la rendono
perfettamente adatta per i lunghi periodi di
siccità associati ai climi dell’area meridionale
del Mediterrano. Il frutto femmina, a forma di
cono, ha quattro lati e matura in Settembre.
LE ISCRIZIONI DELLA CHIESA
DI LUNZJATA
4
Sull’isola, la targa in lingua
italiana NON GODE L’IMMUNITÀ
ECCLESIAS
è
visibile
su
numerose cappelle lungo le
strade. Questa frase significa che la
chiesa non è soggetta a privilegi di tipo
ecclesiastico. Per molti anni le chiese, che
non erano soggette alla giurisdizione del
dritto civile, funsero da rifugi per chiunque
commettesse un crimine contro la legge.
La situazione degenerò e causò un
contenzioso, con il risultato che queste
targhe furono aggiunte a numerose
cappelle lungo le strade per allontanare
qualsiasi ospite indesiderato.
19
Il testo più lungo su una targa vicina,
anch’esso in italiano, è un atto notarile
del 1889 che afferma che la concessione
enfiteutica della prebenda del terreno
veniva passata a S.A. Grech per 99 anni.
Una di queste storie racconta come i pirati
rapirono tre giovani donne e le portarono
a bordo della loro nave per tenerle in
schiavitù durante la loro sosta presso la
Baia di Xlendi.
IL DISCOGLOSSO DIPINTO
5
L’unico anfibio indigeno presente
sulle isole maltesi è il discoglosso
dipinto, una specie altamente
protetta che si trova anche
in Sicilia. I suoi colori possono variare
significativamente e la sua lunghezza è
di circa 7 cm; è possibile incontrarlo in
habitat di acqua dolce sia temporanei
che permanenti. Tuttavia, il laghezzo di
Ta’ Sarraflu contiene anche un’ulteriore
specie: la rana levantina, un rivale
introdotto di recente. Si tratta di una specie
di dimensioni maggiori che, a differenza
del locale discoglosso dipinto, ha una
voce piuttosto acuta. Questa nuova specie
sembra guadagnare terreno rapidamente,
divenendo possibilmente una minaccia per
la sopravvivenza delle specie locali native.
Il discoglosso dipinto
L’ACQUA E I RAPIMENTI
6
Due temi paiono essere comuni
a varie leggende della zona: la
presenza di acqua e le costanti
incursioni dei corsari, due aspetti
incessantemente problematici della vita
nella relativamente isolata Gozo dei tempi
antichi. Il laghetto di Ta’ Sarraflu era meta
delle donne per il lavaggio dei panni, ma era
anche un luogo di frequenti attacchi pirata.
20
La scarsità di acqua superficiale rende questa risorsa
preziosissima
Un’altra storia narra come Għabdun, un
capo dei corsari barbari, rimase nel suo
nascondiglio vicino alle grotte di Mixta,
mentre i suoi uomini scapparono quando
fu dato l’allarme. Quando fu scoperto, fu
incatenato e privato dell’acqua, quindi scavò
disperatamente nel suolo fin quando non
scoprì miracolosamente una sorgente da
cui bevve fino alla morte. La storia potrebbe
essere soltanto una leggenda, ma la
sorgente esiste realmente e sgorga ancora
oggi e molti abitanti locali vi si recano e
fanno la fila per riempire decine di bottiglie
o lavare le loro auto. È conosciuta col nome
di Sorgente di Għabdun o di Abdul.
IL DWEJRA HERITAGE PARK
7
Sito condidato a divenire
Patrimono
Mondiale
dell’UNESCO, Dwejra è un’area
protetta sia a livello locale che
internazionale, nell’ambito della rete
Natura 2000 dell’UE.
Vantando una
superficie complessiva, tra terra e mare, di
8 km2 , è la più vasta zona contigua protetta
di Malta. Essa è importante per il turismo
sia terreste che marittimo e il suo elevato
valore naturale è riconosciuto da molto
tempo; nel 2004 la ONG Nature Trust
(Malta) ha ricevuto dei fondi nell’ambito del
progetto LIFE, tramite cui è stato istituito
il Dwejra Heritage Park, avente lo scopo
di salvaguardare il patrimonio in esso
contenuto, sia sulla terra ferma, ampliando
la Riserva Naturale e designando delle zone
di gestione, sia in mare, con la creazione di
un’Area Marina Protetta per Gozo.
LA TORRE DI DWEJRA
8
Costruita nel 1652 sotto il regno
del Gran Maestro Lascaris
dei Cavalieri di San Giovanni,
questa torre di guardia costiera
serviva lo stesso scopo principale di altre
strutture simili, ossia scoraggiare le attività
clandestine e gli attacchi pirata e tenere a
freno i tentativi di fuga dalla quarantena.
Tuttavia, essa ricopriva anche un ruolo unico
nel suo genere, fungendo da osservatorio
botanico per una delle piante all’epoca più
preziose: il fungo di Malta.
il Dwejra Heritage Park. La torre di Dwejra
è aperta tutto l’anno quando la bandiera è
issata, ossia dal lunedì al venerdì dalle 9.00
alle 15.00 e tutte le domeniche e i giorni
festivi dalle 12.00 alle 15.00.
FUNGUS ROCK
9
Innalzandosi per circa 60 metri
sul livello del mare, l’isolotto
denominato Fungus Rock è citato
in vari racconti storici e ritratto in
numerosi dipinti con un collegamento con
la terraferma tramite una precaria funicolare
che fu presente dall’epoca dei Cavalieri fino
al 1827. Questi ultimi, essendo Ospitalieri,
erano
estremamente
protettivi
nei
confronti delle potente pianta medicinale
Cynomoreum coccineum, nota come
fungo di Malta, che si credeva crescere
esclusivamente sull’isolotto. In seguito si
scoprì che era diffusa anche in altre aree
mediterranee, anche se estremamente rara,
e che non era un fungo, bensì una pianta
parassita. Nel 1744 Il Gran Maestro Pinto
ordinò di levigare l’isolotto al fine di renderlo
scivoloso e impossibile da scalare.
La Torre di Dwejra
La torre fu gestita dalla Royal Malta Artillery
per molti anni nel diciannovesimo secolo,
mentre nel ventesimo secolo continuò
a fungere da punto di osservazione
durante le due guerre mondiali. Nel 1997
la gestione è stata trasferita al Din l-Art
Ħelwa, che ha effettuato una rapida
ristrutturazione e continua tutt’ora a gestire
il sito in collaborazione con Nature Trust
(Malta). Attualmente funge da centro di
interpretazione dotato di documentari da 10
minuti sulla zona disponibili per la visione
nella parte inferiore della torre. L’elettricità
necessaria per il servizio è fornita tramite
l’energia solare ricavata dai pannelli
installati nell’ambito del progetto LIFE per
Fungus Rock
Le misure estreme intraprese per
proteggere lo scoglio possono essere
considerate le prime azioni a livello locale
verso un’agricoltura sostenibile e possono
aver involontariamente aperto la strada
per rendere il sito la riserva naturale
severamente protetta e inaccesibile che
è oggi. A quei tempi, tuttavia, nel caso in
cui qualcuno venisse scoperto sull’isola
senza permesso o catturato mentre
tagliava le piante, la punizione era molto
più drastica rispetto ad oggi: la condanna
a remare sulle galere! La protezione
centenaria dell’isolotto e la sua posizione
21
naturalmente isolata hanno contribuito a
difendere il suo habitat naturale, che ospita
una vasto numero di specie endemiche con
la presenza eccezionale di una sottospecie
unica di lucertola maltese nota solamente
su questo scoglio: la specie endemica
denominata lucertola maltese dello Scoglio
del Generale.
Gozo. Questo luogo di sepoltura comune
sotterraneo, attribuito al primo periodo
Cristiano, fu sfortunatamente danneggiato
dalle attività legate all’estrazione delle
cave e ciò che rimane non è accessibile al
pubblico.
LA VISITA ALLA CITTADELLA
11
La lucertola maltese è facilmente visibile a Gozo, ma
non è altrettanto probabile incontrare la sua rara
parente su Fungus Rock
TA’ KERĊEM
10
Ta’ Kerċem, con una
popolazione di circa 1700
abitanti,
è
saldamente
legata a una devozione di
lunga data al Papa San Gregorio Magno.
La prima pietra di costruzione della chiesa
fu posata nel 1846, in occasione del giorno
festivo di San Gregorio, il 12 Marzo, per
sostituire una cappella più piccola presente
dal sedicesimo secolo nella località
denominata Ta’ San Girgor. Una tradizione
vecchia di secoli che continuò fino agli
anni ‘60 consisteva in una processione
annuale nel giorno della festa del santo che
procedeva dalla cattedrale di Victoria fino
al paesino. A questa processione dovevano
partecipare le future spose. Oggi la chiesa
parrocchiale è dedicata congiuntamente
alla Madonna del Perpetuo Soccorso e Ta’
Kercem è l’unica località delle isole maltesi
a celebrare due importanti feste religiose:
quella di San Gregorio Magno, che si tiene
ogni seconda domenica di marzo, e quella
della Madonna del Soccorso, che si celebra
la seconda domenica di luglio. Presso Għar
Gerduf, vicino a Wiel tal-Lunzjata, si trova un
interessante sito archeologico che ospita
l’unico complesso di catacombe noto su
22
La città fortificata può essere
visitata a piedi in qualsiasi
momento del giorno e della
notte e i suoi panorami
a 360 gradi del resto dell’isola sono
imperdibili. Per visitare i numerosi musei e
la cattedrale presenti all’interno delle sue
mura, si consiglia di recarvisi dopo le 9.00
del mattino e prima delle 16.00. Heritage
Malta dispone di biglietti multi-sito a un
prezzo molto ridotto per visitare quattro
musei: il Museo di Archologia, il Museo
delle Scienze Naturali, il Museo del Folklore
e le Antiche Prigioni. I silo, il magazzino per
la polvere da sparo e la batteria vengono
aperti dai volontari di Wirt Għawdex
principalmente in tarda mattinata.
Una passeggiata fra le antiche mura della Cittadella è
obbligatoria
La Cittadella ospita inoltre dei negozietti di
souvenir e dei punti ristoro che offrono buon
cibo e vino locali. Malgrado la sua natura
urbana, è stata dichiarata sito naturale
protetto nell’ambito del progetto Natura
2000 a causa della presenza di alcune
piante rarissime, tra cui la linajola maltese.
La città fortificata offre un’atmosfera unica
che può essere assaporata perfino nei
momenti più tranquilli, attorno al tramonto
e al calar della sera; questo momento è
anche propizio per osservare numerosi
pipistrelli attorno alle fortificazioni.
Informazioni
SITI WEB:
www.gozo.gov.mt
www.visitgozo.com
www.ecogozo.com
www.gozochannel.com
UFFICIO INFORMAZIONI TURISTICHE A GOZO:
No. 17, Independence Square, Victoria, Gozo, VCT 1021
Tel: (+356) 22915452
ORARI DI APERTURA:
Dal lunedì al sabato: dalle 09:00 alle 17:30 (ultimo accesso alle 17:15)
La domenica e i giorni festivi*: dalle 09:00 alle 13:00 (ultimo accesso alle 12:45)
N.B.: * eccetto i giorni di Natale, Capodanno, Venerdì Santo e Domenica di Pasqua
ORARI DEGLI AUTOBUS:
www.transport.gov.mt
Tutti i diritti riservati. Sono vietate la riproduzione, la conservazione in sistemi
di recupero dati e la trasmissione sotto qualsiasi forma o tramite qualsiasi mezzo
(elettronico, meccanico, fotocopia, registrazione ecc.) di qualsiasi parte di questa
pubblicazione senza previo consenso per iscritto del titolare del copyright.
È possibile inviare richieste direttamente al Ministero di Gozo.
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Fotografia:
DANIEL CILIA
RENO RAPA
ANALISE FALZON
THERESE DEBONO
ETIENNE MICALLEF
GEORGE SCERRI
JOHN ZAMMIT
MINISTRY FOR GOZO
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Progetto cofinanziato dall’Unione Europea
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale
Tasso di cofinanziamento: 75% Unione Europea, 25% Governo di Malta
L’Europa investe nelle zone rurali
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