La Nostra Città
nord
Il futuro dell’Area Nord
Gruppo di Progetto
Energia ed Edilizia Sostenibile
Piano di Sviluppo Operativo
del Distretto del Metano
e dell'Efficienza Energetica
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Indice
Premessa
1. Executive Summary
2.
Principali fasi e attività svolte dal gruppo di progetto
Fase 1: Analisi e diagnosi della competenza distintiva
Fase 2: Pianificazione e programmazione obiettivi e strategie
Fase 3: Individuazione azioni e progetti di sviluppo
Intervento di Norbert Lantschner a Reggio Green - Il distretto del Metano
e dell'Efficienza Energetica" (Reggio Emilia, 14 Maggio 2012) - abstract
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Premessa
Il 19 marzo 2010 con gli Stati Generali "Il futuro dell'Area Nord" ha preso ufficialmente
avvio il percorso di governance territoriale. In seguito alla presentazione del Masterplan
sono stati attivati i gruppi di progetto per la costruzione del Piano d'azione: tre gruppi
sulle competenze distintive (Educazione, Energia ed Edilizia Sostenibile, Meccatronica) e
un gruppo trasversale dedicato a Infrastrutture e Progetti Urbani.
1.Educazione: Gruppo di Progetto coordinato da Reggio Children
2.Energia ed Edilizia Sostenibile: Gruppo di Progetto coordinato da IREN
3.Meccatronica: Gruppo di Progetto coordinato dal Club Meccatronica
4. Gruppo di Progetto Infrastrutture e Progetti Urbani coordinato
dall’Amministrazione Comunale.
Il lavoro si è articolato in 3 Fasi.
Fase 1 (mag. - ott. 2010): analisi e diagnosi della competenza distintiva
I gruppi di progetto hanno affrontato questa fase con tempi e modalità differenti:
1.Reggio Children ha presentato come base di lavoro un documento aperto, di
volta in volta implementato con il contributo del gruppo;
2.IREN ha presentato gli ambiti progettuali strategici e sulla base di questi
avviato una serie di contatti con enti e aziende del territorio;
3.Club Meccatronica ha iniziato i lavori commissionando un’ampia ricerca sul
settore a Reggio Emilia e contestualmente formato il gruppo di progetto.
Fase 2 (nov. 2010 – giu. 2011): pianificazione e programmazione obiettivi e azioni
1.Reggio Children ha diviso il gruppo di progetto in due sottogruppi: il primo si
è focalizzato sullo sviluppo del piano strategico della competenza, il secondo
sullo sviluppo del piano industriale della srl da specificare e individuare
puntualmente nella terza fase;
2. IREN ha definito un primo set di proposte progettuali da approfondire nella
terza fase individuando alcuni ambiti di sviluppo e potenziali partnership;
3.Club Meccatronica ha presentato i risultati della ricerca e dell’analisi fatti a
valle di essa. Di conseguenza ha elaborato le possibili linee progettuali da
specificare e individuare puntualmente nella terza fase.
Queste fasi hanno avuto un primo momento di sintesi il 25 Ottobre 2010 all'interno del
workshop tenuto con Howard Gardner e la presentazione dello stato dei lavori dei gruppi di progetto alla città; un secondo momento di sintesi il 30 Giugno 2011 all'interno del
workshop tenuto con Romano Prodi e la presentazione dello stato dei lavori dei gruppi
di progetto.
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Fase 3 (luglio 2011- aprile 2012): individuazione azioni e progetti di sviluppo
Definizione puntuale dei progetti e loro presentazione in un incontro di restituzione
pubblica del lavoro dei gruppi sulle competenze strategiche distintive. Attraverso una
serie di incontri con cittadini, stakeholder e imprese del territorio verranno illustrati e
presentati i progetti operativi di sviluppo delle tre competenze distintive.
L’Amministrazione Comunale ha svolto un lavoro di orientamento, mediazione e allineamento tra le tre competenze strategiche distintive che ha portato al conseguimento di
tre risultati:
- la strutturazione di un nuovo sistema di governance: per Reggio Children la
nascita della Fondazione Reggio Children Centro Loris Malaguzzi, per IREN
la costituzione della società IREN RINNOVABILI, per il Club Meccatronica la
sua indicazione di dare vita al Polo Meccatronica di Reggio Emilia da parte di
Reggio Emilia Innovazione;
- la manifestazione d’interesse da parte delle tre competenze strategiche
distintive a investire sui propri centri di ricerca (il Centro Internazionale
Loris Malaguzzi, il Centro di Ricerca Altervis, R.E.I.);
- la volontà da parte delle tre competenze strategiche distintive di posizionare
e sviluppare le loro sedi e i loro centri di ricerca nell’Area Reggiane
come il luogo strategico per sviluppare le proprie competenze distintive e
creare importanti sinergie. Si tratta di fatto della conferma a proseguire la
costituzione del Parco della Conoscenza, Innovazione e Creatività.
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Executive Summary
La ricognizione delle competenze interne al Gruppo di Progetto, condotte soprattutto
nell’ambito del tessuto imprenditoriale e scientifico dell’area Reggiana, ha confermato
da un lato la presenza, nell’ambito della ricerca di base, di consolidate conoscenze nel
settore dei materiali e dell’energia; dall’altro una lunga, solida e qualificata tradizione nel
settore dei servizi pubblici, dell’edilizia e della meccanica.
Sulla scorta di questi presupposti sono stati individuati 2 ambiti tematici di sviluppo della competenza distintiva:
1. Energie rinnovabili: perseguire un piano di sviluppo impiantistico nei
settori biomasse, biogas, fotovoltaico, eolico, idroelettrico con particolare
attenzione alle opportunità e ai bisogni del territorio.
2. Efficienza energetica: l’integrazione delle conoscenze nel campo della
ricerca dei materiali, della progettazione e della costruzione, con l’obiettivo di
massimizzare l’efficienza energetica in ambito civile e produttivo (NEGAWATT)
Si tratta di due ambiti dalle grandissime potenzialità sia perché possono servirsi dello
sviluppo delle nuove tecnologie tipiche di un approccio smart cities, sia perché sono
ambiti considerati prioritari dall'Unione Europea che su di essi sta orientando una buona
parte dei propri programmi e delle proprie risorse.
Ambito energie rinnovabili
Progetto BIOMETANO
Realizzazione a Reggio Emilia di un centro di eccellenza per la ricerca industriale e il
trasferimento tecnologico per lo sviluppo della competitività e delle attività industriali
sul Biometano.
Ambito efficienza energetica
Progetto EDIFICI A IMPATTO ZERO - RE BUILD
Sviluppo di un’iniziativa pilota per la riqualificazione energetica e prestazionale del patrimonio edilizio esistente promuovendo l’integrazione e la valorizzazione della struttura
produttiva del comparto edile.
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Principali fasi e attività svolte
dal gruppo di progetto
Marzo 2010: relazione di Andrea Viero - Direttore Generale di IREN s.p.a. - agli Stati
Generali 2010.
Maggio 2010: presentazione di un primo documento di lavoro con inquadramento delle
potenzialità del territorio e possibili ambiti per lo sviluppo della competenza distintiva.
Ottobre 2010: presentazione, in occasione del workshop con Howard Gardner, del
documento aggiornato sullo sviluppo della competenza distintiva con la conclusione
della prima fase di analisi e diagnosi e la scelta delle principali linee progettuali.
La metodologia di lavoro seguita da IREN è stata quella di partire dal proporre alle imprese
del territorio alcune iniziative progettuali concrete e verificare l’interesse a collaborazioni,
in modo da dare una caratterizzazione industriale immediata alle attività del Gruppo di
Lavoro. Sin dall’inizio sono stati avviati diversi contatti bilaterali con aziende e centri
di ricerca, fra le quali Metasystem, Landi Renzo, Beghelli, Lavorwash, Aster e C.R.P.A.
Lab. Questi incontri hanno hanno contribuito a costruire un quadro di riferimento più
articolato del settore che oggi gravita intorno ai temi energetici e soprattutto sono stati
determinanti per esplorare la disponibilità di convergenze d’investimento nell’ambito di
specifici progetti. Ne da concreta testimonianza il progetto messo in campo nell’ambito
delle energie rinnovabili scaturito da una proficua collaborazione e convergenza
strategica con C.R.P.A. Lab intorno allo sviluppo della filiera del biometano, illustrato in
dettaglio nelle pagine seguenti.
Giugno 2011: presentazione delle strategie di sviluppo e delle linee progettuali in
occasione del workshop con Romano Prodi.
Luglio 2011 - Maggio 2012: approfondimento degli ambiti progettuali e definizione
puntuale dei progetti per lo sviluppo della competenza distintiva. Restituzione alla città
del risultato del lavoro del Gruppo di Progetto attraverso una serie di incontri con
cittadini, stakeholder e imprese del territorio.
FASE 1 - Analisi e diagnosi
della competenza distintiva
La domanda di energia nel nostro territorio è molto cresciuta negli ultimi anni per la
fortissima crescita demografica (+ 29% in 10 anni). A peggiorare una situazione già
critica, si è aggiuto il cambiamento delle abitudini dei cittadini, diventati sempre più
esigenti ed energivori nei loro modelli di vita.
Nonostante queste premesse, il consumo pro capite di energia tende, seppur lentamente,
a diminuire, grazie al generale miglioramento dell’efficienza energetica e, purtroppo
negli ultimi anni, a causa della pesante crisi economica che ha ridotto drasticamente la
richiesta di energia da parte del comparto industriale.
A rendere virtuoso e più sostenibile il quadro locale contribuiscono la rete di
teleriscaldamento, tra le più vaste di Italia, la capillare diffusione del metano come
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combustibile per i diversi usi, le tante buone pratiche intraprese in questi anni
dall’Amministrazione e più in generale del sistema locale nel suo insieme. Queste
motivazioni hanno reso possibile, già nella prima parte degli anni 2000, per la nostra
città e il suo territorio di riferimento, il rispetto del protocollo di Kyoto e dal 2010 anche
di quello di Copenhagen.
Per avere una analisi d’insieme della situazione energetica di una città come Reggio
Emilia, si deve risalire alla fotografia delle emissioni di CO2 realizzata con il Piano
Energetico Comunale nel 2008.
Dall’analisi delle emissioni suddivise per settori e aree emerge che:
- il sistema produttivo incide per il 37%
- la mobilità con il 27%
- il settore residenziale per il 23%
- la produzione locale di energia con l’8%
Rispetto a questo quadro di riferimento, e in risposta alla necessità di continuare a
ridurre le emissioni pro capite di CO2, l’amministrazione comunale attraverso il Piano
d’Azione del Patto dei Sindaci (impegno promosso dalla Commissione Europea per
l’energia sostenibile e approvato dal Comune nel 2011) ha individuato obiettivi quali
l’ottimizzazione della domanda energetica, la relativa diminuzione delle emissioni
climalteranti, la diminuzione della domanda da fonte fossile e l’adozione di tecnologie a
basso impatto ambientale.
Entro il 2020, in coerenza con gli obiettivi imposti dall’Unione Europea, si prevede di diminuire
l’emissione di CO2 del 20% (che pro capite passerà da 9,4 del 2000 a 7,52 tonnellate del
2020). Dal 2000 al 2008 l’abbattimento è già stato del 9,7%, in particolar modo grazie al
teleriscaldamento e alla relativa rete. Dal 2009 al 2020 si prevede un ulteriore diminuzione
del 12,2%, superando così l’obiettivo del 20% indicato dal Patto dei Sindaci.
Questo target ambizioso si può raggiungere realizzando le seguenti linee di intervento:
- nel settore delle nuove energie, promuovendo su tutto il territorio lo sviluppo
di energie rinnovabili creando sinergie con tutti gli attori locali per potenziare
la produzione e l’utilizzo dell’energia fotovoltaica e della micro-cogenerazione
(impianti fotovoltaici su tetti e terreni; impianti di micro-cogenerazione per
soddisfare il fabbisogno energetico degli edifici industriali; installazione di
una nuova centrale a biomassa nel territorio comunale). Dato significativo è
sicuramente quello del fotovoltaico: dal 2006 al 2011 sono stati installati impianti
di potenza totale pari a KW 15.090,7 e tCO2 risparmiate pari a 8.678;
- nel settore residenziale, promuovendo l’efficienza energetica nelle nuove
ristrutturazioni; l’adozione su base volontaria della certificazione Ecoabita da
parte dei cittadini nella costruzione di nuovi edifici privati; la realizzazione di
nuove aree verdi, in particolare lungo le aste fluviali della città. A tal proposito
significativo è il dato del verde urbano totale, i mq sono passati da 5.487.232 del
2004 a 9.419.024 nel 2010 (55,4 mq/ab);
- nel settore delle reti e servizi intelligenti, promuovendo il miglioramento del
sistema di illuminazione pubblica con lampade ad alta efficienza energetica;
l’adozione di misure per la manutenzione delle reti idriche al fine di minimizzarne
gli sprechi; l’utilizzo dei regolatori di flusso energetico dell’illuminazione pubblica
e diffusione di politiche virtuose nel settore dei rifiuti. A tal proposito, in questo
settore sono aumentati i punti luce della illuminazione pubblica, ma diminuisce
il consumo medio annuo per punto luce; le perdite della rete acquedottistica
passate dal 20% del 2004 al 12% del 2010 e la raccolta differenziata dei rifiuti
passata dal 46,8% nel 2004 al 56,8% nel I^ semestre 2011;
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- nel settore della mobilità promuovendo lo sviluppo di flotte di veicoli elettrici,
incentivando l’uso della bicicletta attraverso progetti di bike sharing e progetti
che aumentano la sicurezza dei ciclisti creando nuove piste ciclabili, il
potenziamento del trasporto pubblico con un differente sistema di gestione
dei semafori, la promozione delle azioni di mobility management. Le piste
ciclabili sono passate da 88 km nel 2004 a 173,2 nel 2010 e i veicoli elettrici di
TIL circolanti sul territorio comunale sono passati da 207 nel 2004 a 316 nel
2010;
- nel settore Industriale, Agricoltura, Commercio, Terziario, promuovendo
azioni quali il potenziamento dei sistemi di Green Public Procurement, la
promozione presso le aziende locali e gli esercizi commerciali del territorio del
ricorso a sistemi di approvvigionamento presso le filiere commerciali corte.
In particolare nel settore agricolo sostenendo la diffusione di impianti che
trattano effluenti zootecnici, scarti e sottoprodotti agricoli e agroindustriali per
alimentare stazioni di cogenerazione nell’ambito di iniziative a filiera corta.
Nel settore industriale incentivando la realizzazione e/o la riqualificazione
di distretti industriali ad alta efficienza energetica nell’ambito delle aree
ecologicamente attrezzate e impianti di cogenerazione e sistemi fotovoltaici.
Le politiche energetiche della città, e più in generale dell’intero territorio che gravita
intorno a Reggio Emilia, hanno trovato pieno supporto dalle azioni messe in campo dalla
multiutility IREN che a partire dal 2008 ha decisamente investito nei settori:
- ricerca sulla generazione e l’impiego delle Rinnovabili;
- realizzazione di Impianti tecnologicamente all’avanguardia nel settore del
fotovoltaico, eolico, biomasse e piccoli impianti idroelettrici;
- diffusione, anche attraverso operazioni commerciali, dell’utilizzo delle
rinnovabili e sensibilizzazione ai temi dello sviluppo ecosostenibile.
TOT INVESTIMENTI PER FONTE (Ml di €)
2009-2011
2012-2015
Fotovoltaico
30,18
4,7
Biomasse
1,5
15,8
MiniHydro
8,3
12,3
Eolico
0
12,4
TOT
39,98
45,2
35
30
25
2009-11
20
2012-15
15
10
5
2012-15
0
FOTOVOLTAICO
2009-11
BIOMASSE
MINIHYDRO
EOLICO
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Per rendere più strutturata sia dal punto di vista delle competenze che delle risorse
economiche la politica energetica sul territorio locale, il Gruppo IREN ha costituito la
società IREN Rinnovabili. Questo nuovo soggetto con sede a Reggio Emilia ha come
mission quella di “individuare un modello di sviluppo della produzione di energia pulita
da fonti rinnovabili che contribuisca a soddisfare i bisogni di energia del territorio
coniugando all’attività imprenditoriale lo sviluppo della conoscenza e l’affermazione
della cultura del rinnovabile con una particolare sensibilità alle tematiche ambientali
del territorio in cui opera”.
La creazione di IREN Rinnovabili ha permesso di:
- costruire un nucleo di competenza professionale, tecnologica e commerciale
altamente sinergico e all’avanguardia in grado di gestire le problematiche
impiantistiche in maniera trasversale;
- disporre della “massa critica” sufficiente per svolgere un ruolo di riferimento
nell’area della nuova Società e quindi sul territorio nazionale, in grado di
attrarre partnership industriali e, in combinazione, anche finanziarie;
- costituire un volano di sviluppo tecnologico e industriale da inserire nel
costituendo Tecnopolo.
La decisione di investire risorse nella provincia reggiana, puntando in particolare sul
solare fotovoltaico, sul recupero a fini energetici di zone depresse e abbandonate
come le discariche, sullo sviluppo del biogas/biomasse utilizzando ciò che offre il
sistema territoriale (scarti agricoli e animali, residui, sfalci) e sulla riqualificazione
energetica del patrimonio edilizio esistente si è concretizzata in specifici progetti quali
ad esempio:
- Solar Farm e impianti fotovoltaici. L’obiettivo del progetto Solar Farm
(impianti fotovoltaici collettivi) è concentrare in aree svantaggiate gli impianti
FTV che la norma regionale prevede vengano realizzati in copertura dei
fabbricati. Si realizzano cioè impianti a terra su terreni disagiati come discariche
esaurite, cave o analoghi per poi cederne quote ad imprese costruttrici che
altrimenti dovrebbero realizzare impianti in copertura, veicolando un’offerta
commerciale al cliente finale. L’idea è assolutamente innovativa, rappresenta
la prima esperienza in Italia di questo tipo ed è replicabile in ogni provincia.
IREN Rinnovabili ha inoltre realizzato impianti fotovoltaici attualmente
in esercizio su sedi del Gruppo e siti di proprietà per circa 7 MW.
- IREN Rinnovabili: a scuola con il sole. Installazione di pannelli fotovoltaici
sui tetti delle scuole elementari introducendo un progetto formativo con
la finalità di divulgare sensibilità e conoscenza nel percorso scolastico. I
numeri: 27 scuole già realizzate, 400.892 kWh prodotti all’anno, 212.870 kg
di CO2 evitata all’anno, 74,966 Tep risparmiate all’anno.
- Raggi&Vantaggi. Raggi&Vantaggi è l’offerta fotovoltaica all-inclusive
studiata da IREN RINNOVABILI, di concerto col Comune di Reggio Emilia.
Raggi&Vantaggi ha riscosso un successo superiore alle attese: il totale degli
impianti realizzati si attesta a 174, pari a circa 5 MW di potenza.
- Impianto idroelettrico di Fornace - Baiso. Nel Gennaio 2011 è entrato
in esercizio l’impianto mini-Hydro di Fornace di Baiso. L’impianto è stato
realizzato con accorgimenti ed attenzioni in grado di soddisfare le esigenze
di tutela dell’ambiente, del paesaggio e della fauna ittica. Lo sviluppo lineare
della condotta è di ca. 800 mt è completamente interrata come per altro la
stessa centrale di produzione. Le due turbine installate sono in grado di
produrre annualmente 8.200 MWh.
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FASE 2 – PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE
OBIETTIVI E STRATEGIE
La fase di analisi, partendo dalla fotografia della realtà energetica locale effettuata
dal Piano Energetico e dalle azioni messe in campo dalla Amministrazione Comunale
attraverso il Patto dei Sindaci e dalla multiutility tramite specifici progetti, ha definito
i due grandi obiettivi strategici attorno a cui orientare lo sviluppo della competenza
distintiva :
1. Migliorare la qualità ambientale focalizzando l’attenzione sulla riduzione
delle emissioni climalteranti;
2. Sviluppare un qualificato sistema di imprese in grado di operare lungo la
nuova filiera delle rinnovabili e dell’efficienza energetica.
Per raggiungere questi obiettivi, partendo dall’analisi ragionata dei vantaggi competitivi
e delle opportunità, sono state individuate le seguenti strategie di sviluppo:
1. Lavorare con il territorio per sviluppare investimenti coerenti con le vocazioni
e le potenzialità produttive del sistema imprenditoriale locale valorizzando la
presenza di consolidate conoscenze nel settore dei materiali e dell’energia e la
lunga e qualificata tradizione nel settore dei servizi pubblici e dell’edilizia;
2. Mettere a fattore comune le esperienze con altri soggetti che operano
sul nostro territorio al fine di creare quella massa critica che permetta una
dimensione e una visibilità a livello nazionale;
3. Sviluppare ricerca e formazione in grado di creare il coordinamento tra fase
di ricerca e fase realizzativa, attraverso il trasferimento tecnologico e l’indirizzo
delle attività di ricerca in coerenza con le possibilità applicative;
4. Promuovere la cultura della sostenibilità ambientale e in particolare
del consumo consapevole per sviluppare usi razionali dell’energia e il
contenimento dei consumi energetici .
Per dare corpo e concreta operatività a queste quattro linee strategiche sono stati
esplorati due ambiti tematici all’interno dei quali sono stati induviduati due specifici
progetti operativi:
- Energie rinnovabili: perseguire un piano di sviluppo impiantistico nei settori
biomasse, biogas, fotovoltaico, eolico, idroelettrico con particolare attenzione
alle opportunità e ai bisogni del territorio. Da qui il progetto per la creazione
del Distretto del biometano, sviluppato in collaborazione con C.R.P.A. Lab;
- Efficienza energetica: integrazione delle conoscenze nel campo della ricerca
dei materiali, della progettazione e della costruzione, con l’obiettivo di
massimizzare l’efficienza energetica in ambito civile e produttivo. Da qui il
progetto per la creazione del Distretto dell’efficienza energetica.
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FASE 3 – INDIVIDUAZIONE AZIONI
E PROGETTI DI SVILUPPO
Ambito tematico: Energie rinnovabili
PROGETTO BIOMETANO
Realizzare a Reggio Emilia un centro di eccellenza per la ricerca industriale e il
trasferimento tecnologico per lo sviluppo della competitività e delle attività industriali
sul Biometano.
1 - Il contesto di riferimento: vocazioni e opportunità da valorizzare
Eurobserv'er stima per l'Italia una produzione di biogas nel 2009 di 443 ktep (circa 5,1
TWh), dei quali circa l'81% è ottenuto dal recupero di biogas dalle discariche per rifiuti
urbani (figura 1).
figura 1_Produzione di biogas in Europa nel 2009 (Eurobserv'er)
Al maggio 2011, CRPA ha censito 521 impianti di biogas nel settore agro-zootecnico
(impianti che trattano effluenti zootecnici, scarti e sottoprodotti agricoli e agroindustriali,
colture energetiche dedicate) con la potenza elettrica installata di circa 350 MWe.
Quest'ultimo dato di potenza elettrica è riferito ai 472 impianti per i quali è disponibile
il dato (92% del totale, essendo presenti 11 impianti che utilizzano biogas in caldaia) e
aumenta a circa 380 MWe ipotizzando per i rimanenti impianti una potenza media pari
a quella censita. Il 75% degli impianti (391) sono già operativi, mentre il restante 25%
(130) risulta in costruzione o prossimo ad entrare in operatività.
In termini di distribuzione regionale lo sviluppo del settore è stato molto pronunciato
soprattutto nel nord Italia (Figura 2): la regione maggiormente rappresentativa in termini
di numero di impianti è la Lombardia (210 impianti, pari al 40,3% del totale nazionale e al
44,5% della potenza elettrica installata), seguita dal Veneto (78 impianti, pari al 15% del totale
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nazionale e al 15,6% della potenza elettrica installata), dal Piemonte (72 impianti, pari al
13,8% del totale nazionale e al 15,4% della potenza elettrica installata) e dall'Emilia-Romagna
(63 impianti, tra operativi (46) e in costruzione (17), pari al 12,1% del totale nazionale, e 43
MWe installati pari al 12,3% del totale nazionale della potenza elettrica installata).
figura 2_distribuzione regionale dei 521 impianti di biogas agro-zootecnici in Italia (CRPA Maggio 2011)
Il settore biogas è quindi in forte espansione sia in Italia che nella nostra Regione. Le
imprese impiantistiche emiliano-romagnole che operano nel settore biogas presentano,
come la maggior parte delle imprese operanti sul territorio nazionale, carenze sotto
l’aspetto delle conoscenze processistiche e della gestione/trattamento delle biomasse in
ingresso all’impianto e dei digestati in uscita dall’impianto. Inoltre le imprese in genere
non dispongono al loro interno di laboratori chimico-biologici in grado di supportarle
nelle scelte processistiche e gestionali degli impianti che realizzano.
Il biometano si ottiene dalla purificazione del biogas (si rimuove la CO2 e questa sua
trasformazione consente di immetterlo nella rete del gas naturale e di utilizzarlo come
carburante per veicoli al posto della benzina e del gasolio).
Nei 27 Paesi dell'UE, secondo l'European Environment Agency (EEA), le emissioni dei
gas ad effetto serra, dal 1990 al 2008 sono diminuite dell’11,3% (-17,4% secondo una
previsione al 2009), grazie a un miglioramento dell'efficienza energetica, un maggiore
uso delle fonti rinnovabili e al recente periodo di crisi economica. Fa eccezione il settore
dei trasporti che, nelle stime del 2009, rappresenta il 19,5% delle emissioni dei gas serra
totali nell'UE (22,9% in Italia) e che ha visto, al contrario, un aumento del 24% rispetto
al livello del 1990, con i trasporti su gomma responsabili per il 94%. E' in questo settore,
quindi, che l'introduzione dei biocombustibili in sostituzione delle fonti fossili potrebbe
rappresentare una modalità molto interessante per raggiungere gli obiettivi di riduzione
delle emissioni di gas serra. Il biometano, ovvero il biogas purificato dall'anidride
carbonica e altre impurità, potrebbe essere una risorsa importante (figura 3).
Nel Piano di Azione Nazionale (PAN) per le energie rinnovabili si evidenzia la necessità
di consentire l'integrazione del biometano nella rete del gas naturale e di prevedere
un'apposita tariffa incentivante per tale operazione. Nel marzo 2011 il Consiglio dei
Ministri ha approvato il decreto legislativo sulle fonti rinnovabili che recepisce ed attua
gli obiettivi fissati dall'Europa e traduce in misure concrete le strategie delineate nel PAN
e, quindi, nei prossimi mesi, si dovranno definire anche le regole per l'immissione del
biometano nella rete del gas naturale e l'incentivo da assegnargli.
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figura 3_schema della purificazione (upgrading) del biogas a biometano e suo utilizzo.
L’Associazione Europea dei Veicoli a Gas Naturale (NGVA Europe, www.ngvaeurope.
eu) segnala nel 2010 circa 13 milioni di veicoli funzionanti nel mondo a gas naturale/
biometano che utilizzano annualmente 43,4 miliardi di metri cubi di metano (37,3 Mtep).
In Europa nel 2010 erano presenti 1,4 milioni così ripartiti (Figura 4): 1.108.600 di
automobili, 145.000 autobus, 107.800 camion e 16.000 altri veicoli che in totale utilizzano
circa 8,7 miliardi di metri cubi di metano (pari a 7,4 Mtep). Sebbene la crescita del
mercato dei veicoli a motore sia più rapida nei paesi del terzo mondo che non in Europa
si prevede una significativa crescita del mercato delle auto a metano in Europa nei
prossimi anni, favorita dall'attuale politica dell'UE sui carburanti alternativi/rinnovabili
e sulle emissioni dei gas serra. Si prevede che in Europa ci possano essere 15 milioni di
veicoli a metano nel 2020 e 30 milioni nel 2030.
L’Italia è il Paese europeo con più veicoli a metano con 730.000 a dicembre 2010 (pari
all'1,8% del totale dei veicoli presenti). Per la maggior parte si tratta di auto private e
furgoni, vi sono però circa 1.200 camion, principalmente utilizzati per la raccolta dei
rifiuti, e circa 2.300 autobus urbani. Tale primato è stato raggiunto in circa 30 anni
ed è il risultato della politica industriale della FIAT e dei benefici economici rispetto
all’uso della benzina (-60% del costo del carburante) e del gasolio (-33%); le stazioni di
rifornimento a metano sono circa 837, quasi tutte localizzate nel nord del Paese.
figura 4_veicoli a metano e stazioni di rifornimento in Europa
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L’Emilia Romagna è uno dei comprensori in Europa in cui è maggiormente sviluppata
sia la rete domestica che la rete di distribuzione di gas metano. Sono presenti 145
distributori di metano nelle diverse province: BO (28), FE (20), FC (12), MO (20), PR
(17), PC (4), RA (15), RE (22), RN (7) (Fonte: Federmetano).
Secondo le statistiche dell'ACI (Automobile Club d'Italia), nel 2009 la regione Emilia Romagna aveva circa 376.463 autovetture ecologiche (metano, GPL e elettriche) pari al
14,08% del totale nazionale appartenente a questa categoria, e pari al 10,3 % di tutti i
veicoli (compresi autobus, autocarri, motocicli ecc.) presenti in regione.
Inoltre in regione Emilia Romagna sono presenti le aziende italiane leader per la
compressione e la distribuzione del gas metano.
Infine l'Emilia Romagna dispone di un elevato potenziale di biomasse da dedicare alla
produzione di biogas/biometano. Solo dal comparto degli scarti e sottoprodotti organici
da agro-industria prodotti in regione (dati CRPA 2006) si stima una potenzialità in
biometano di 380 milioni di m3/anno che, trasformati in energia elettrica, corrispondono
a circa 1,1 TWh/anno pari a 150 MWe di potenza installata.
Per quanto riguarda la tecnologia di upgrading (raffinazione) del biogas a biometano,
le imprese della nostra Regione, come la quasi totalità delle imprese operanti sul
territorio nazionale, dipendono da tecnologia estera, pur possedendo le competenze
ingegneristiche e le conoscenze specifiche sul gas metano (sono, ad esempio, leader
nel settore della compressione e distribuzione) per sviluppare tecnologia propria.
2 - Filoni di interesse e mercato potenziale
In relazione allo stato dell’arte sopra evidenziato è necessario, anche nel nostro Paese,
sviluppare e mettere a punto l’impiantistica di upgrading del biogas a biometano e
tutte le infrastrutture/attrezzature necessarie all’immissione del biometano nella rete
del gas naturale e al suo utilizzo come biocarburante in miscela con il gas naturale,
compresi i motori.
Lo sviluppo di tale competenze nelle imprese Emiliano-Romagnole consentirà loro di
potersi inserire in posizione di leadership in un settore che avrà un forte impulso nel
nostro Paese non appena definito il quadro normativo ed incentivante, in accordo con le
politiche europee sulle energie rinnovabili.
AREE TEMATICHE
MERCATO POTENZIALE
Autotrazione civile e agricola
Mercato mondiale dei motori o componenti
Componentistica: per la produzione, la
raffinazione, la distribuzione, l’utilizzo
residenziale
Mercato mondiale
Impianti di raffinazione dal biogas al
biometano
Mercato locale per la produzione e messa
in rete.
Mercato mondiale per la realizzazione
impianti
Aspetti normativi e problematiche della
distribuzione in rete
Mercato nazionale
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Imprese potenzialmente interessate:
• le Aziende Multiservizi che producono biogas da rifiuti e fanghi e gestiscono
anche la distribuzione del gas naturale in Regione;
• imprese che realizzano e/o gestiscono impianti di biogas;
• imprese che operano nel settore distribuzione e gestione gas;
• imprese del settore meccanico che si occupano di compressori, riduttori,
distributori, motori a gas;
• imprese del settore agroindustriale, che producono sottoprodotti utilizzabili
per la produzione di biogas/biometano e utilizzano ingenti quantitativi di
metano per la produzione di energia termica.
3 - Il progetto “Centro Nazionale di Ricerca sul biometano”
I principali elementi di criticità che devono essere affrontati e superati per favorire un
efficiente e rapido sviluppo di una filiera italiana del biogas – biometano riguardano:
- la mancanza di una legislazione sul biometano;
- la carenza/mancanza di tecnologia italiana nell’upgrading del biogas a
biometano;
- la necessità di favorire l’utilizzo di biomasse di scarto e dedicate locali, con il
massimo risultato in termini di incremento del contenuto in carbonio nei suoli
e in generale di riduzione delle emissioni di gas serra lungo l’intera filiera
produttiva;
- la necessità di far sì che lo sviluppo di impianti bioenergetici sia elemento
di integrazione e non di competizione con le filiere agricole e agroindustriali
tradizionali;
- la necessità di inserire/considerare gli impianti di biogas/biometano nel
concetto di bioraffineria e il prodotto biometano come uno dei prodotti della
greenchemistry/greeneconomy.
Per superare queste criticità e sviluppare la filiera biogas/biometano nel nostro territorio
sfruttardone tutte le potenzialità si ritiene indispensabile sviluppare un Centro di
Eccellenza (sull’esempio dei centri tedeschi) che diventi:
- riferimento e indirizzo per le imprese e le istituzioni nella ricerca industriale,
nel trasferimento tecnologico, nella divulgazione, nella formazione e negli
aspetti normativi;
- riferimento e attrazione di ricercatori, di scambi di conoscenze con il mondo
industriale e della ricerca di base a livello nazionale e internazionale con la
possibilità di sviluppare importanti progetti;
- fornitore di servizi di alto livello a imprese e enti, avendo la disponibilità di
attrezzature di laboratorio specifiche per questo settore tra le poche esitenti a
livello nazionale.
Il seme/cuore di questo Centro di Eccellenza è già presente a Reggio Emilia, è CRPA Lab,
sezione della Piattaforma Energia-Ambiente del costruendo Tecnopolo. Il suo sviluppo
deve avvenire in stretto contatto e collaborazione con il sistema delle imprese che
operano nel settore e con il mondo della ricerca universitaria.
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Ambito tematico: Risparmio energetico
PROGETTO EDIFICI A IMPATTO ZERO – RE-BUILD
Sviluppo di un’iniziativa pilota per la riqualificazione energetica e prestazionale del
patrimonio edilizio esistente promuovendo l’integrazione e la valorizzazione della
struttura produttiva del comparto edile.
1 – Il contesto di rifermento: vocazioni e opportunità da valorizzare
Lo scenario di riferimento ha prospettive comunitarie e si inquadra nel contesto normativo
delineato dalla Direttiva 2010/31/UE - Energy Performance of Buildings, di ricerca e
sviluppo promosse dal programma Horizon 2020 - Framework Programme for Research
and Innovation, e dal Strategic Energy Technology Plan (SET-Plan) per la promozione
delle tecnologie low-carbon.
L’efficienza energetica è al centro dela Strategia “Europa 2020” dell’Unione Europea per
una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e della transizione verso un’economia
basata su un uso efficiente delle risorse.
L’effcienza energetica rappresenta uno dei modi più efficaci dal punto di vista economico
per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e ridurre le emissioni di
gas a effetto serra e di altri inquinanti.
L’attuale situazione internazionale si connota per la sempre più preoccupante evoluzione
della situazione contestuale ambientale ed economica.
La situazione nazionale presenta inoltre ulteriori e specifiche criticità, che fanno seguito
alla fase fortemente espansiva di attività edificatoria che ha caratterizzato, dalla metà
degli anni ‘90 per un decennio, l’intero Paese. A fronte dell’intensa e persistente crisi
manifestatasi negli ultimi cinque anni appare indifferibile porre la massima attenzione
alla promozione dell’effettiva ricaduta territoriale delle strategie di efficientamento
energetico del parco costruito.
Nel contesto attuale è prioritario promuovere la riqualificazione prestazionale ed
energetica dell’esistente, per consentire adeguate performances a supporto delle attività
ospitate e rispondere in maniera efficace alle sfide poste non solo dal cambiamento
climatico e dai costi ambientali, ma dall’esauribilità delle risorse fossili e dai costi
energetici e finanziari in rapido incremento.
Per dare un’idea del risparmio ottenibile, si valuti che un valore, pur indicativo, di riferimento
della prestazione energetica per la climatizzazione invernale di un edificio nel nostro
territorio può essere valutato in 170 kWh/m2a. Tale fabbisogno potrebbe essere ridotto, con
opportuni interventi integrati sugli elementi costruttivi e sulle componenti impiantistiche, al
10-20% del valore attuale, con il duplice risultato di offrire migliori condizioni di benessere
microambientale agli utenti e contenere i costi di esercizio dei fabbricati.
In sintesi l’obiettivo deve essere quello di utilizzare al meglio l’energia riducendone gli
sprechi, integrando il concetto di NEGAWATT, cioè l’energia non consumata come migliore
risposta di riduzione del fabbisogno, all’uso razionale ed efficace delle energie rinnovabili.
Il "brand" Ecoabita
Il territorio di Reggio Emilia è stato tra i precursori in ambito nazionale nell’elaborazione
e nello sviluppo di approfondimenti di carattere innovativo ed aspetti normativi relativi
all’efficienza energetica degli edifici, costuituendo un riferimento di rilievo in ambito
regionale e nazionale.
Riprendendo e sviluppando le potenzialità del territorio, IREN RINNOVABILI propone la
ridefinizione e valorizzazione strategica del marchio ECOABITA.
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La funzione di ECOABITA è stata fino ad ora prevalentemente legata all’elaborazione
e allo sviluppo di aspetti normativi relativi all’efficienza energetica degli edifici e al
controllo e validazione delle certificazioni relative.
L’evoluzione legislativa di settore ha visto in seguito la progressiva emanazione di
normative nazionali e regionali. Ad oggi tale ambito appare sufficientemente strutturato,
nonché soggetto a frequenti aggiornamenti per il recepimento delle normative europee
ed in particolare della Direttiva 2010/31/UE.
In tale ambito ECOABITA ha compiutamente fornito il proprio positivo apporto.
E’ possibile proporne la modifica del campo di applicazione dagli aspetti normativi
relativi all’efficienza energetica alla promozione dell’effettiva ricaduta territoriale per
contrassegnare, anche relativamente al singolo intervento, i livelli raggiunti di efficienza
energetica e i risultati più avanzati di riqualificazione.
Il nostro territorio, infatti, è caratterizzato da:
- presenza di realtà aziendali in grado di offrire le conoscenze e la professionalità
a copertura del progetto;
- sensibilità e attenzione della PA ai temi di caratere energetico e possibilità di
forte interazione con essa.
2 - Filoni di interesse e mercato potenziale
Le principali aree di interesse rispetto al progetto sono:
- riqualificazione dei sistemi di illuminazione;
- building management systems;
- interventi di conservazione dell’acqua;
- monitoraggio e controllo della temperatura;
- riqualificazione dei chiller e dei generatori di calore;
- riqualificazione e riparazione delle strutture;
- energie rinnovabili (fotovoltaico, solare termico, geotermico);
- soluzioni “green building”;
- infrastrutture wireless;
-domotica.
L’offerta si rivolge prevalentemente ad una clientela con strutture civili ed impiantistiche
esistenti e non efficienti energicamente.
TARGET
INDUSTRIA
CENTRI DIREZIONALI/COMMERCIALI
GRANDI UTENZE PRIVATE
ENTI PUBBLICI
OFFERTA COMMERCIALE
- analisi energetica
- co/trigenerazione
- FV, Solare T, pompe calore
- Recuperi energetici
- analisi energetica
- co/trigenerazione
- FV, Solare T, pompe calore
- Recuperi energetici
- analisi energetica
- co/trigenerazione
- FV, Solare T, pompe calore
- Interventi civili risparmio energetico
- I.P.
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A fronte di una diffusa esigenza di riqualificazione energetica e più generalmente
prestazionale del parco costruito, si individua come stategico l’ambito del settore della
formazione, anche in riferimento a precedenti esperienze promosse da GRUPPO IREN
(A scuola con il sole, integrazione di FV in 27 scuole).
Gli edifici scolastici comprendono un rilevante e variegato insieme di strutture, costituito
da circa 42.000 edifici in territorio nazionale, caratterizzato da modesti livelli prestazionali,
con situazioni ambientali talvolta critiche e consumi energetici estremamente rilevanti.
La riqualificazione di questi edifici costituisce una categoria di azione strategica per il
ruolo di rilevanza sociale, i molteplici problemi d’inadeguatezza, le valenze formative e
comunicative. Il progetto è mirato prioritariamente all’esistente, senza escludere nuove
realizzazioni, spesso del resto necessarie all’implementazione delle strutture esistenti.
In termini di valutazione costi/benefici si prospettano potenziali significativi margini di
ritorno economico relativi all’abbattimento dei consumi energetici degli attuali edifici;
si segnala al proposito la recente iniziativa del Ministro dell’Istruzione relativa al Piano
Scuole Verdi.
Si tratta inoltre di edifici soggetti a severi standard normativi, per cui le strategie di
intervento definite sulle scuole potranno con relativa facilità essere riprese per altre
tipologie di edifici.
Si ritiene strategico segnalare la presenza a Reggio Emilia dell’istituizione “Reggio Children
– Centro internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità
dei bambini e delle bambine”, riconosciuta eccellenza internazionale per approcci e
metodologie didattiche e formative, alla quale può essere integrata l’eccellenza della
qualità prestazionale delle strutture didattiche.
Tale tipologia di iniziativa potrebbe presentare riferimenti a programmi nazionali relativi
alla riqualificazione prestazionale del patrimonio pubblico (recente tema del Piano
Scuole Verdi, Ministero dell’Istruzione).
Si segnala inoltre l’opportunità di intervenire, a fronte di costi e consumi energetici
estremamente elevati per la Pubblica Amministrazione, sugli impianti sportivi (palazzo
dello sport, piscine, ecc.). Tale tipologia di intervento, comportando in genere costi
significativamente rilevanti, può rientrare in forme di finanziamento integrato, programmi
europei, ecc.
3 - Il progetto “Edifici a impatto zero – RE-Build”
L’attività pilota, mirata allo sviluppo integrato di tecnologie per le energie rinnovabili
e il risparmio energetico, ha per oggetto un progetto sperimentale di integrazione e
valorizzazione della struttura produttiva del comparto edile, mediante la selezione e
organizzazione di un gruppo di lavoro coordinato costituito da imprese del settore di
elevato livello tecnico e qualitativo, dotate di specifico know-how, in grado di gestire in
maniera qualificata adeguati protocolli di intervento.
Principali obiettivi sono il perseguimento di elevati livelli di qualità ambientale ed
efficienza energetica in interventi operativi, con benefici risultati di ricaduta territoriale
in termini di risparmio energetico e sostenibilità ambientale.
Un ulteriore indotto potrà essere costituito dal positivo contributo relativo alla
qualificazione del sistema delle imprese di settore nel territorio.
I primi indirizzi operativi del progetto RE-Build riguardano la definizione e l’integrazione
degli operatori, per formare e coordinare la squadra in relazione a obiettivi di consumo
consapevole, favorire l’adeguamento prestazionale, la riqualificazione e l’integrazione
delle energie rinnovabili negli edifici.
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Sono previsti workshop di lavoro ristretti alle imprese per la definizione delle strategie
operative e delle modalità di coordinamento, nell’ambito delle specifiche competenze,
nonché i primi obiettivi e l’elaborazione di un Action Plan, da cui ricavare - in seguito il Business Plan.
L'Action Plan presenterà alcune linee essenziali, tra cui:
- la messa a punto di un "processo integrato" per la difinizione di piani e/o
progetti di intervento di riqualificazione degli edifici che includa i profili
economici, di finanziamento e di eventuale attivazone di FER e/o gestione;
- il coinvolgimento culturale dei soggetti interessati (progettisti, imprese e
committenti);
- la costante attenzione e l'aggiornamento sugli standard, i materiali e la
componentistica per la riqualificazione energetica come "valore" da trasferire
alla committenza;
- recupero ed esaltazione della relazione fra edilizia e caratteristiche climatiche
del luogo specifico di intervento (anche nell'elezione dei protocolli di
riferimento).
Lo strumento giuridico idoneo a rispondere alle esigenze del Progetto sarà - perlomeno
inizialmente - il "contratto di rete". Successivamente potrà prendersi in considerazione la
creazione di una o più società.
Il contratto di rete (simile ma più snello del Consorzio) è un accordo con il quale più
imprenditori si impegnano a collaborare al fine di accrescere, sia individualmente (cioè
la propria impresa) che collettivamente (cioè le imprese che fanno parte della rete), la
propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato.
Le imprese si obbligano, sulla base di un programma comune, a:
• collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle
proprie attività;
ovvero
• scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale,
tecnica o tecnologica;
ovvero ancora
• esercitare in comune una o più attività o fasi rientranti nell’oggetto della
propria impresa.
Sarà prevista l’istituzione di un fondo patrimoniale comune, alimentabile con contributi
cui i "retisti" potranno aderire, e la nomina di un organo comune, incaricato di gestire
l’esecuzione del contratto o di singole parti o fasi dello stesso.
È prevista una limitata soggettività giuridica e fiscale per la "rete" e il contratto di rete
può essere il veicolo per l'ottenimento di agevolazioni, anche fiscali, per la stessa entità
organizzata e per i partecipanti.
Il contratto di rete presenta inoltre il vantaggio, rispetto allo strumento societario, di
essere - secondo i requisiti e le modalità fissati dai "retisti" - "aperto" alle adesioni di
nuove imprese, senza laboriose formalità giuridiche quali l'aumento del capitale o la
cessione di quote.
Per garantire un alto profilo scientifico e tecnico al progetto è stato individuato in qualità
di Advisor il dott. Norbert Lantschner (già direttore Agenzia Casaclima, esperto di fama
internazionale, fondatore del progetto e del protocollo Casaclima Bolzano).
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ABSTRACT
PERCHE’ PUNTARE
SULL’EFFICIENZA ENERGETICA
Intervento di Norbert Lantschner
a "Reggio Green - Il distretto del Metano
e dell'Efficienza Energetica"
(Reggio Emilia, 14 Maggio 2012) - abstract.
Una visione diventa realtà
Progettare e costruire ambienti di vita nel
rispetto dell’ambiente, parsimoniosi con le
risorse e che sostengono la salute, il comfort
ed il benessere degli utenti.
Esattamente 20 anni fa, nel corso del Vertice della Terra di Rio de Janeiro nel 1992, al pubblico
mondiale furono mostrate in modo inequivocabile le conseguenze che avrebbero avuto sull’uomo
e sull’ambiente il crescente sfruttamento delle risorse, il velocissimo incremento delle emissioni di
gas ad effetto serra e l’inquinamento in costante crescita degli ecosistemi mondiali.
Oggi sappiamo che queste minacce hanno raggiunto una dimensione preoccupante. Al costante
aumento della popolazione mondiale ed al crescente divario fra ricchi e poveri si aggiungono una
fame insaziabile di risorse ed un cambiamento climatico che avviene in tempi sempre più rapidi.
Uno sviluppo attento al futuro deve conciliare equità sociale, attenzione ecologica ed efficienza
economica. E’ però indispensabile agire rapidamente. Non abbiamo più tempo da perdere. E’ giunto
il momento di agire in modo risoluto a livello mondiale.
Il futuro è nelle nostre mani
Energia e clima: questi sono i temi fondamentali che decideranno il nostro futuro. Le energie
fossili si stanno inevitabilmente esaurendo e le conseguenze del riscaldamento terrestre saranno
devastanti. Se non ci muoviamo in fretta, i danni raggiungeranno una dimensione che noi oggi non
possiamo neanche immaginare. Per questo la tutela del clima è anche un imperativo di ragione
economica.
Gli edifici dissipano circa la metà dell’energia globale. Le tecnologie per costruire abitazioni più parsimoniose dal punto di vista energetico sono già disponibili da molto tempo:
è dunque ora di applicarle. Grazie al risanamento energetico, negli edifici esistenti è possibile ridurre fino all’80% le emissioni di anidride carbonica prodotte dal riscaldamento e
dai sistemi di produzione dell’acqua calda.
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Gli edifici sono all'origine di circa il 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di CO2
nell'Unione europea. Il 68% di questa energia serve per il riscaldamento degli ambienti, il 18% per
gli usi elettrici, il 9% per riscaldamento dell'acqua e il 5% per cucinare.
Rappresentazione grafica fabbisogno energetico edifici
70%
68%
60%
50%
40%
30%
18%
20%
9%
10%
5%
0%
Riscaldamento
Usi elettrici
Riscaldamento acqua
Cottura cibi
L’alternativa
Affinchè le cose cambino è necessario che ognuno agisca in modo responsabile. In questo senso
i progettisti di edifici assumono un ruolo decisivo, poiché forniscono “prodotti” relativamente
duraturi e di conseguenza eventuali errori finiscono per ripercuotersi su più generazioni.
Come può essere stimolato un nuovo comportamento, che tenga in giusta considerazione le attuali
conoscenze relative alle minacce ed alle sfide globali? La strada verso una maggior sostenibilità
passa dal sapere e dalla consapevolezza. Per prima cosa bisogna riconoscere che il nostro modello
di crescita attuale non può avere un futuro. Solo allora l’uomo sarà pronto per un comportamento
attento all’ambiente ed al sociale: partecipare, cooperare e costruire una società con nuovi valori
che spezzi il circolo vizioso del “sempre di più e sempre più velocemente”.
Vivere la responsabilità che abbiamo
Se uno o più appartamenti in un condominio sono in fiamme, il resto dei condomini sta
tranquillamente in casa? No, perché questo sarebbe un atto di irresponsabilità sia contro se stessi
che nei confronti dei propri figli. Gli ecosistemi del pianeta si trovano secondo gli esperti in gravi
condizioni e che cosa facciamo? Quotidianamente siamo sommersi da una marea di informazioni. Per
i dati preoccupanti, cioè quelli legati al futuro ed al benessere nostro e delle prossime generazioni,
non c’è però spazio. I telegiornali dovrebbero invece comunicare ogni giorno lo stato di salute del
nostro pianeta. Forse crescerebbe un nuovo comportamento. Perché per cambiare le cose, prima
deve maturare la convinzione che il nostro modello di vita non può essere quello del futuro.
Emergenza energia
Per produrre la quantità di petrolio, che oggi sul pianeta stiamo consumando in una sola giornata,
la natura ha impiegato per produrla 500.000 giorni!
Sul fronte energia l’analisi della situazione espressa in domanda e offerta senza dubbi si può definire
critica. Nell’estate 2008 il barile di petrolio ha toccato la soglia dei 150 dollari. Negli ultimi cinquanta
anni l’aumento del prezzo del petrolio ha raggiunto circa il 6.000%, mentre gli stipendi hanno subito
un aumento intorno al 200%. Non servono esperti per capire che stiamo programmando in modo
sistematico l’incremento della povertà. Ogni rincaro dell’energia implica un impoverimento della
popolazione. Questo vale anche per gli stati come l’Italia che, per coprire il proprio fabbisogno
energetico, dipendono quasi esclusivamente dalle importazioni. Il denaro speso per l’acquisto di
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petrolio, gas o carbone finisce all’estero, ciò significa che regaliamo parte della nostra ricchezza e
del nostro benessere.
Bisogna scoprire e sfruttare, senza perdere tempo, l’energia più intelligente, quella immediatamente a disposizione. Il NEGAWATT, ossia l’energia non consumata, è la più grande
fonte energetica oggi disponibile.
Emergenza clima
Non dimentichiamo che abbiamo scatenato il più grande esperimento nella storia dell’uomo: il
cambiamento climatico. E come non ci fosse continuiamo a emettere gas climalteranti nell’atmosfera.
Al giorno sono circa 100 milioni di tonnellate di CO2.
L’anidride carbonica è il più importante rifiuto invisibile ed inodore che stiamo producendo.
Nonostante l’allarme degli esperti sul fatto che questo gas sia il primo responsabile del
surriscaldamento dell’atmosfera, proseguiamo su questa rotta. I dati recenti esprimono la
discrepanza tra il dire e fare, perché negli ultimi 20 anni le emissioni di CO2 sono cresciute del
20%. Da tutte le zone del pianeta arrivano innumerevoli segnali che evidenziano la gravità della
situazione.
Scegliere la strada del futuro
Le risorse petrolio e gas naturale fra poco cominceranno a scarseggiare ed inevitabilmente senza
energia non esisterà possibilità di vita o comunque di uno stile di vita paragonabile all’attuale. Senza
energia saremo catapultati in una società arcaica. Significa che non possiamo perdere altro tempo.
Serve una rivoluzione globale nei modi in cui si produce e si utilizza l’energia.
L’energia è la garanzia del benessere. Il tema energetico ed i suoi aspetti cruciali quali
a) la sicurezza di approvvigionamento
b) il costo dell’energia
c) gli effetti causati dell’uso dell’energia
hanno un carattere prioritario perché determinanti per il nostro futuro. Rimanere legati all’energia
fossile è indubbiamente una strada senza sviluppo. Se vogliamo permettere una crescita anche alle
future generazioni, non abbiamo alternative: dobbiamo orientarci come il girasole al sole.
Entrare nell’era solare
Il sole ci fornisce il 99 % del calore di cui abbiamo bisogno ed è l’unica fonte di energia inesauribile
che abbiamo a disposizione per il nostro pianeta. Una gigantesca centrale nucleare che ogni secondo
ci invia circa 15.000 volte il fabbisogno energetico dell’intero pianeta. E per altri sette miliardi di
anni ci garantirà la fornitura senza alcuna bolletta da pagare.
Se il sole ci venisse a mancare, gli astrofisici hanno calcolato che già dopo ventiquattro
ore la temperatura globale scenderebbe a -15 gradi centigradi. Dopo tre giorni senza
sole la temperatura sulla terra raggiungerebbe mediamente i - 40 gradi e dopo solo una
settimana avremmo già -173 gradi. L’ossigeno passerebbe allo stato liquido. Dopo quattro
settimane la temperatura arriverebbe a toccare i - 270 gradi centigradi.
La magia del nostro pianeta, che un astronauta battezzò perla azzurra dell’universo, è resa possibile
dalla giusta distanza che esiste tra sole e terra: 150 milioni di chilometri. Una caratteristica che ha
consentito condizioni climatiche favorevoli ed essenziali per qualsiasi forma di vita. Per rendersene
conto basta guardare alla luna, che non possiede questa idonea distanza dal sole. Lì di notte la
temperatura scende fino a -150 gradi mentre di giorno si raggiungono temperature fino a +180
gradi centigradi.
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E’ ora di liberarci dalla schiavitù del petrolio.
L’effetto serra che galoppa e l’economia in crisi nera richiede delle misure urgenti, degli interventi per
salvaguardare l’ambiente e il clima ma anche per rivitalizzare l’economia e rilanciare l’occupazione.
I macrosettori coinvolti sono l’edilizia, i trasporti, l’industria e l’agricoltura. Attenzione però, la
migliore idea o il miglior progetto non servono a nulla se non sono portati alla concreta applicazione.
Non è necessario essere ecologisti per capire che gli attuali consumi e comportamenti non
possono avere un’ulteriore crescita, ma nemmeno una continuità. Solo estendere lo stile di vita dei
paesi industrializzati al resto della popolazione mondiale ci porterebbe ad un crack globale.
Uno sviluppo illimitato in un sistema chiuso per quanto riguarda la disponibilità di materie prime,
com’è la terra, non è possibile. WWF International nel “Living Planet Report 2008” annuncia che
fra breve ci servirà un altro pianeta per mantenere l’odierno stile di vita.
Non serve ricordare: noi abbiamo solo un pianeta!
È arrivato il momento di cambiare il mondo.
L’edilizia è il primo grande settore da trasformare in Green Habitat.
Rispettare l’ambiente e proteggere il clima
È finita definitivamente l’era dell’energia a basso costo. Siamo alle porte di una nuova epoca: se
vogliamo sia quella di uno sviluppo sostenibile è necessaria una rivoluzione globale nel modo in cui
produciamo e utilizziamo l’energia.
I maggiori consumatori di energia primaria nell’Unione Europea non sono i trasporti e nemmeno
l’industria, ma l’edilizia. Le costruzioni consumano più di ogni altro settore. Anche in Italia troviamo
in prima fila come maggiori fonti di consumo energetico gli edifici residenziali ed il terziario. Sono
quindi i milioni e milioni di abitazioni con i loro impianti di riscaldamento una delle cause principali
dell’inquinamento atmosferico. Una CasaClima per esempio permette di ridurre fortemente
il consumo di energia rispetto a un edificio tradizionale, limitando cosi l’emissione di sostanze
inquinanti.
Emissioni di CO2 di una casa con 6 unitá abitative.
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Comune di Reggio Emilia
Sindaco Graziano Delrio
Assessore alle Risorse del Territorio Ugo Ferrari
Assessore alla Mobilità, Infrastrutture e Lavori pubblici Paolo Gandolfi
Assessore ai Progetti Speciali Mimmo Uberto Spadoni
Massimo Magnani Direttore Area Pianificazione Strategica_Comune di Reggio Emilia
Elena Edgarda Davoli Dirigente Politiche per lo Sviluppo Economico e Università_Comune di Reggio Emilia
Alessandro Meggiato Dirigente Politiche per la Mobilità_Comune di Reggio Emilia
Maria Sergio Dirigente Pianificazione e Qualità Urbana_Comune di Reggio Emilia
David Zilioli Dirigente Unità di Progetto Area Nord_Comune di Reggio Emilia
Gruppo di Progetto Energia e Edilizia Sostenibile
Il Gruppo di progetto Energia e Edilizia Sostenibile è stato coordinato da
Andrea Viero Direttore Generale di IREN
Hanno contribuito alla stesura del documento:
Ettore Rocchi Presidente IREN RINNOVABILI
Norbert Lantschner già Direttore Agenzia Casaclima, fondatore del progetto e del protocollo Casaclima Bolzano
Andrea Boeri Professore Straordinario di Tecnologia dell' Architettura Università di Bologna- Consulente
Carlo Pasini Amministratore Delegato IREN RINNOVABILI
Paolo Braglia Responsabile Asset Management IREN RINNOVABILI
Giuseppe Veneri Presidente CRPA-Lab
Sergio Piccinini Responsabile Settore Ambiente CRPA-Lab
Claudio Fabbri Ricercatore Settore Ambiente CRPA-Lab
Mariangela Soldano Ricercatrice Settore Ambiente CRPA-Lab
Laura Montanari Dirigente alle Politiche per la cura della città e sostenibilità ambientale - Comune di Reggio Emilia
Segreteria Tecnica e Organizzativa
Francesca Bosonetto, Stella Ferrari Segreteria Tecnica, Servizio Pianificazione e Qualità Urbana
Francesca Vezzani, Silvia Mariani Cerati Unità di Progetto Progetti Speciali
Simona Poli Servizio Gestione e Sviluppo Tecnologie
Luisa Gabbi Staff del Sindaco
Servizio Comunicazione Relazioni Esterne e Marketing
maggio 2012
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Area Nord - Comune di Reggio Emilia