La Nostra Città nord Il futuro dell’Area Nord Gruppo di Progetto Energia ed Edilizia Sostenibile Piano di Sviluppo Operativo del Distretto del Metano e dell'Efficienza Energetica 1 Indice Premessa 1. Executive Summary 2. Principali fasi e attività svolte dal gruppo di progetto Fase 1: Analisi e diagnosi della competenza distintiva Fase 2: Pianificazione e programmazione obiettivi e strategie Fase 3: Individuazione azioni e progetti di sviluppo Intervento di Norbert Lantschner a Reggio Green - Il distretto del Metano e dell'Efficienza Energetica" (Reggio Emilia, 14 Maggio 2012) - abstract 2 3 Premessa Il 19 marzo 2010 con gli Stati Generali "Il futuro dell'Area Nord" ha preso ufficialmente avvio il percorso di governance territoriale. In seguito alla presentazione del Masterplan sono stati attivati i gruppi di progetto per la costruzione del Piano d'azione: tre gruppi sulle competenze distintive (Educazione, Energia ed Edilizia Sostenibile, Meccatronica) e un gruppo trasversale dedicato a Infrastrutture e Progetti Urbani. 1.Educazione: Gruppo di Progetto coordinato da Reggio Children 2.Energia ed Edilizia Sostenibile: Gruppo di Progetto coordinato da IREN 3.Meccatronica: Gruppo di Progetto coordinato dal Club Meccatronica 4. Gruppo di Progetto Infrastrutture e Progetti Urbani coordinato dall’Amministrazione Comunale. Il lavoro si è articolato in 3 Fasi. Fase 1 (mag. - ott. 2010): analisi e diagnosi della competenza distintiva I gruppi di progetto hanno affrontato questa fase con tempi e modalità differenti: 1.Reggio Children ha presentato come base di lavoro un documento aperto, di volta in volta implementato con il contributo del gruppo; 2.IREN ha presentato gli ambiti progettuali strategici e sulla base di questi avviato una serie di contatti con enti e aziende del territorio; 3.Club Meccatronica ha iniziato i lavori commissionando un’ampia ricerca sul settore a Reggio Emilia e contestualmente formato il gruppo di progetto. Fase 2 (nov. 2010 – giu. 2011): pianificazione e programmazione obiettivi e azioni 1.Reggio Children ha diviso il gruppo di progetto in due sottogruppi: il primo si è focalizzato sullo sviluppo del piano strategico della competenza, il secondo sullo sviluppo del piano industriale della srl da specificare e individuare puntualmente nella terza fase; 2. IREN ha definito un primo set di proposte progettuali da approfondire nella terza fase individuando alcuni ambiti di sviluppo e potenziali partnership; 3.Club Meccatronica ha presentato i risultati della ricerca e dell’analisi fatti a valle di essa. Di conseguenza ha elaborato le possibili linee progettuali da specificare e individuare puntualmente nella terza fase. Queste fasi hanno avuto un primo momento di sintesi il 25 Ottobre 2010 all'interno del workshop tenuto con Howard Gardner e la presentazione dello stato dei lavori dei gruppi di progetto alla città; un secondo momento di sintesi il 30 Giugno 2011 all'interno del workshop tenuto con Romano Prodi e la presentazione dello stato dei lavori dei gruppi di progetto. 4 Fase 3 (luglio 2011- aprile 2012): individuazione azioni e progetti di sviluppo Definizione puntuale dei progetti e loro presentazione in un incontro di restituzione pubblica del lavoro dei gruppi sulle competenze strategiche distintive. Attraverso una serie di incontri con cittadini, stakeholder e imprese del territorio verranno illustrati e presentati i progetti operativi di sviluppo delle tre competenze distintive. L’Amministrazione Comunale ha svolto un lavoro di orientamento, mediazione e allineamento tra le tre competenze strategiche distintive che ha portato al conseguimento di tre risultati: - la strutturazione di un nuovo sistema di governance: per Reggio Children la nascita della Fondazione Reggio Children Centro Loris Malaguzzi, per IREN la costituzione della società IREN RINNOVABILI, per il Club Meccatronica la sua indicazione di dare vita al Polo Meccatronica di Reggio Emilia da parte di Reggio Emilia Innovazione; - la manifestazione d’interesse da parte delle tre competenze strategiche distintive a investire sui propri centri di ricerca (il Centro Internazionale Loris Malaguzzi, il Centro di Ricerca Altervis, R.E.I.); - la volontà da parte delle tre competenze strategiche distintive di posizionare e sviluppare le loro sedi e i loro centri di ricerca nell’Area Reggiane come il luogo strategico per sviluppare le proprie competenze distintive e creare importanti sinergie. Si tratta di fatto della conferma a proseguire la costituzione del Parco della Conoscenza, Innovazione e Creatività. 1 Executive Summary La ricognizione delle competenze interne al Gruppo di Progetto, condotte soprattutto nell’ambito del tessuto imprenditoriale e scientifico dell’area Reggiana, ha confermato da un lato la presenza, nell’ambito della ricerca di base, di consolidate conoscenze nel settore dei materiali e dell’energia; dall’altro una lunga, solida e qualificata tradizione nel settore dei servizi pubblici, dell’edilizia e della meccanica. Sulla scorta di questi presupposti sono stati individuati 2 ambiti tematici di sviluppo della competenza distintiva: 1. Energie rinnovabili: perseguire un piano di sviluppo impiantistico nei settori biomasse, biogas, fotovoltaico, eolico, idroelettrico con particolare attenzione alle opportunità e ai bisogni del territorio. 2. Efficienza energetica: l’integrazione delle conoscenze nel campo della ricerca dei materiali, della progettazione e della costruzione, con l’obiettivo di massimizzare l’efficienza energetica in ambito civile e produttivo (NEGAWATT) Si tratta di due ambiti dalle grandissime potenzialità sia perché possono servirsi dello sviluppo delle nuove tecnologie tipiche di un approccio smart cities, sia perché sono ambiti considerati prioritari dall'Unione Europea che su di essi sta orientando una buona parte dei propri programmi e delle proprie risorse. Ambito energie rinnovabili Progetto BIOMETANO Realizzazione a Reggio Emilia di un centro di eccellenza per la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico per lo sviluppo della competitività e delle attività industriali sul Biometano. Ambito efficienza energetica Progetto EDIFICI A IMPATTO ZERO - RE BUILD Sviluppo di un’iniziativa pilota per la riqualificazione energetica e prestazionale del patrimonio edilizio esistente promuovendo l’integrazione e la valorizzazione della struttura produttiva del comparto edile. 5 6 2 Principali fasi e attività svolte dal gruppo di progetto Marzo 2010: relazione di Andrea Viero - Direttore Generale di IREN s.p.a. - agli Stati Generali 2010. Maggio 2010: presentazione di un primo documento di lavoro con inquadramento delle potenzialità del territorio e possibili ambiti per lo sviluppo della competenza distintiva. Ottobre 2010: presentazione, in occasione del workshop con Howard Gardner, del documento aggiornato sullo sviluppo della competenza distintiva con la conclusione della prima fase di analisi e diagnosi e la scelta delle principali linee progettuali. La metodologia di lavoro seguita da IREN è stata quella di partire dal proporre alle imprese del territorio alcune iniziative progettuali concrete e verificare l’interesse a collaborazioni, in modo da dare una caratterizzazione industriale immediata alle attività del Gruppo di Lavoro. Sin dall’inizio sono stati avviati diversi contatti bilaterali con aziende e centri di ricerca, fra le quali Metasystem, Landi Renzo, Beghelli, Lavorwash, Aster e C.R.P.A. Lab. Questi incontri hanno hanno contribuito a costruire un quadro di riferimento più articolato del settore che oggi gravita intorno ai temi energetici e soprattutto sono stati determinanti per esplorare la disponibilità di convergenze d’investimento nell’ambito di specifici progetti. Ne da concreta testimonianza il progetto messo in campo nell’ambito delle energie rinnovabili scaturito da una proficua collaborazione e convergenza strategica con C.R.P.A. Lab intorno allo sviluppo della filiera del biometano, illustrato in dettaglio nelle pagine seguenti. Giugno 2011: presentazione delle strategie di sviluppo e delle linee progettuali in occasione del workshop con Romano Prodi. Luglio 2011 - Maggio 2012: approfondimento degli ambiti progettuali e definizione puntuale dei progetti per lo sviluppo della competenza distintiva. Restituzione alla città del risultato del lavoro del Gruppo di Progetto attraverso una serie di incontri con cittadini, stakeholder e imprese del territorio. FASE 1 - Analisi e diagnosi della competenza distintiva La domanda di energia nel nostro territorio è molto cresciuta negli ultimi anni per la fortissima crescita demografica (+ 29% in 10 anni). A peggiorare una situazione già critica, si è aggiuto il cambiamento delle abitudini dei cittadini, diventati sempre più esigenti ed energivori nei loro modelli di vita. Nonostante queste premesse, il consumo pro capite di energia tende, seppur lentamente, a diminuire, grazie al generale miglioramento dell’efficienza energetica e, purtroppo negli ultimi anni, a causa della pesante crisi economica che ha ridotto drasticamente la richiesta di energia da parte del comparto industriale. A rendere virtuoso e più sostenibile il quadro locale contribuiscono la rete di teleriscaldamento, tra le più vaste di Italia, la capillare diffusione del metano come 7 combustibile per i diversi usi, le tante buone pratiche intraprese in questi anni dall’Amministrazione e più in generale del sistema locale nel suo insieme. Queste motivazioni hanno reso possibile, già nella prima parte degli anni 2000, per la nostra città e il suo territorio di riferimento, il rispetto del protocollo di Kyoto e dal 2010 anche di quello di Copenhagen. Per avere una analisi d’insieme della situazione energetica di una città come Reggio Emilia, si deve risalire alla fotografia delle emissioni di CO2 realizzata con il Piano Energetico Comunale nel 2008. Dall’analisi delle emissioni suddivise per settori e aree emerge che: - il sistema produttivo incide per il 37% - la mobilità con il 27% - il settore residenziale per il 23% - la produzione locale di energia con l’8% Rispetto a questo quadro di riferimento, e in risposta alla necessità di continuare a ridurre le emissioni pro capite di CO2, l’amministrazione comunale attraverso il Piano d’Azione del Patto dei Sindaci (impegno promosso dalla Commissione Europea per l’energia sostenibile e approvato dal Comune nel 2011) ha individuato obiettivi quali l’ottimizzazione della domanda energetica, la relativa diminuzione delle emissioni climalteranti, la diminuzione della domanda da fonte fossile e l’adozione di tecnologie a basso impatto ambientale. Entro il 2020, in coerenza con gli obiettivi imposti dall’Unione Europea, si prevede di diminuire l’emissione di CO2 del 20% (che pro capite passerà da 9,4 del 2000 a 7,52 tonnellate del 2020). Dal 2000 al 2008 l’abbattimento è già stato del 9,7%, in particolar modo grazie al teleriscaldamento e alla relativa rete. Dal 2009 al 2020 si prevede un ulteriore diminuzione del 12,2%, superando così l’obiettivo del 20% indicato dal Patto dei Sindaci. Questo target ambizioso si può raggiungere realizzando le seguenti linee di intervento: - nel settore delle nuove energie, promuovendo su tutto il territorio lo sviluppo di energie rinnovabili creando sinergie con tutti gli attori locali per potenziare la produzione e l’utilizzo dell’energia fotovoltaica e della micro-cogenerazione (impianti fotovoltaici su tetti e terreni; impianti di micro-cogenerazione per soddisfare il fabbisogno energetico degli edifici industriali; installazione di una nuova centrale a biomassa nel territorio comunale). Dato significativo è sicuramente quello del fotovoltaico: dal 2006 al 2011 sono stati installati impianti di potenza totale pari a KW 15.090,7 e tCO2 risparmiate pari a 8.678; - nel settore residenziale, promuovendo l’efficienza energetica nelle nuove ristrutturazioni; l’adozione su base volontaria della certificazione Ecoabita da parte dei cittadini nella costruzione di nuovi edifici privati; la realizzazione di nuove aree verdi, in particolare lungo le aste fluviali della città. A tal proposito significativo è il dato del verde urbano totale, i mq sono passati da 5.487.232 del 2004 a 9.419.024 nel 2010 (55,4 mq/ab); - nel settore delle reti e servizi intelligenti, promuovendo il miglioramento del sistema di illuminazione pubblica con lampade ad alta efficienza energetica; l’adozione di misure per la manutenzione delle reti idriche al fine di minimizzarne gli sprechi; l’utilizzo dei regolatori di flusso energetico dell’illuminazione pubblica e diffusione di politiche virtuose nel settore dei rifiuti. A tal proposito, in questo settore sono aumentati i punti luce della illuminazione pubblica, ma diminuisce il consumo medio annuo per punto luce; le perdite della rete acquedottistica passate dal 20% del 2004 al 12% del 2010 e la raccolta differenziata dei rifiuti passata dal 46,8% nel 2004 al 56,8% nel I^ semestre 2011; 8 - nel settore della mobilità promuovendo lo sviluppo di flotte di veicoli elettrici, incentivando l’uso della bicicletta attraverso progetti di bike sharing e progetti che aumentano la sicurezza dei ciclisti creando nuove piste ciclabili, il potenziamento del trasporto pubblico con un differente sistema di gestione dei semafori, la promozione delle azioni di mobility management. Le piste ciclabili sono passate da 88 km nel 2004 a 173,2 nel 2010 e i veicoli elettrici di TIL circolanti sul territorio comunale sono passati da 207 nel 2004 a 316 nel 2010; - nel settore Industriale, Agricoltura, Commercio, Terziario, promuovendo azioni quali il potenziamento dei sistemi di Green Public Procurement, la promozione presso le aziende locali e gli esercizi commerciali del territorio del ricorso a sistemi di approvvigionamento presso le filiere commerciali corte. In particolare nel settore agricolo sostenendo la diffusione di impianti che trattano effluenti zootecnici, scarti e sottoprodotti agricoli e agroindustriali per alimentare stazioni di cogenerazione nell’ambito di iniziative a filiera corta. Nel settore industriale incentivando la realizzazione e/o la riqualificazione di distretti industriali ad alta efficienza energetica nell’ambito delle aree ecologicamente attrezzate e impianti di cogenerazione e sistemi fotovoltaici. Le politiche energetiche della città, e più in generale dell’intero territorio che gravita intorno a Reggio Emilia, hanno trovato pieno supporto dalle azioni messe in campo dalla multiutility IREN che a partire dal 2008 ha decisamente investito nei settori: - ricerca sulla generazione e l’impiego delle Rinnovabili; - realizzazione di Impianti tecnologicamente all’avanguardia nel settore del fotovoltaico, eolico, biomasse e piccoli impianti idroelettrici; - diffusione, anche attraverso operazioni commerciali, dell’utilizzo delle rinnovabili e sensibilizzazione ai temi dello sviluppo ecosostenibile. TOT INVESTIMENTI PER FONTE (Ml di €) 2009-2011 2012-2015 Fotovoltaico 30,18 4,7 Biomasse 1,5 15,8 MiniHydro 8,3 12,3 Eolico 0 12,4 TOT 39,98 45,2 35 30 25 2009-11 20 2012-15 15 10 5 2012-15 0 FOTOVOLTAICO 2009-11 BIOMASSE MINIHYDRO EOLICO 9 Per rendere più strutturata sia dal punto di vista delle competenze che delle risorse economiche la politica energetica sul territorio locale, il Gruppo IREN ha costituito la società IREN Rinnovabili. Questo nuovo soggetto con sede a Reggio Emilia ha come mission quella di “individuare un modello di sviluppo della produzione di energia pulita da fonti rinnovabili che contribuisca a soddisfare i bisogni di energia del territorio coniugando all’attività imprenditoriale lo sviluppo della conoscenza e l’affermazione della cultura del rinnovabile con una particolare sensibilità alle tematiche ambientali del territorio in cui opera”. La creazione di IREN Rinnovabili ha permesso di: - costruire un nucleo di competenza professionale, tecnologica e commerciale altamente sinergico e all’avanguardia in grado di gestire le problematiche impiantistiche in maniera trasversale; - disporre della “massa critica” sufficiente per svolgere un ruolo di riferimento nell’area della nuova Società e quindi sul territorio nazionale, in grado di attrarre partnership industriali e, in combinazione, anche finanziarie; - costituire un volano di sviluppo tecnologico e industriale da inserire nel costituendo Tecnopolo. La decisione di investire risorse nella provincia reggiana, puntando in particolare sul solare fotovoltaico, sul recupero a fini energetici di zone depresse e abbandonate come le discariche, sullo sviluppo del biogas/biomasse utilizzando ciò che offre il sistema territoriale (scarti agricoli e animali, residui, sfalci) e sulla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente si è concretizzata in specifici progetti quali ad esempio: - Solar Farm e impianti fotovoltaici. L’obiettivo del progetto Solar Farm (impianti fotovoltaici collettivi) è concentrare in aree svantaggiate gli impianti FTV che la norma regionale prevede vengano realizzati in copertura dei fabbricati. Si realizzano cioè impianti a terra su terreni disagiati come discariche esaurite, cave o analoghi per poi cederne quote ad imprese costruttrici che altrimenti dovrebbero realizzare impianti in copertura, veicolando un’offerta commerciale al cliente finale. L’idea è assolutamente innovativa, rappresenta la prima esperienza in Italia di questo tipo ed è replicabile in ogni provincia. IREN Rinnovabili ha inoltre realizzato impianti fotovoltaici attualmente in esercizio su sedi del Gruppo e siti di proprietà per circa 7 MW. - IREN Rinnovabili: a scuola con il sole. Installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti delle scuole elementari introducendo un progetto formativo con la finalità di divulgare sensibilità e conoscenza nel percorso scolastico. I numeri: 27 scuole già realizzate, 400.892 kWh prodotti all’anno, 212.870 kg di CO2 evitata all’anno, 74,966 Tep risparmiate all’anno. - Raggi&Vantaggi. Raggi&Vantaggi è l’offerta fotovoltaica all-inclusive studiata da IREN RINNOVABILI, di concerto col Comune di Reggio Emilia. Raggi&Vantaggi ha riscosso un successo superiore alle attese: il totale degli impianti realizzati si attesta a 174, pari a circa 5 MW di potenza. - Impianto idroelettrico di Fornace - Baiso. Nel Gennaio 2011 è entrato in esercizio l’impianto mini-Hydro di Fornace di Baiso. L’impianto è stato realizzato con accorgimenti ed attenzioni in grado di soddisfare le esigenze di tutela dell’ambiente, del paesaggio e della fauna ittica. Lo sviluppo lineare della condotta è di ca. 800 mt è completamente interrata come per altro la stessa centrale di produzione. Le due turbine installate sono in grado di produrre annualmente 8.200 MWh. 10 FASE 2 – PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE OBIETTIVI E STRATEGIE La fase di analisi, partendo dalla fotografia della realtà energetica locale effettuata dal Piano Energetico e dalle azioni messe in campo dalla Amministrazione Comunale attraverso il Patto dei Sindaci e dalla multiutility tramite specifici progetti, ha definito i due grandi obiettivi strategici attorno a cui orientare lo sviluppo della competenza distintiva : 1. Migliorare la qualità ambientale focalizzando l’attenzione sulla riduzione delle emissioni climalteranti; 2. Sviluppare un qualificato sistema di imprese in grado di operare lungo la nuova filiera delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Per raggiungere questi obiettivi, partendo dall’analisi ragionata dei vantaggi competitivi e delle opportunità, sono state individuate le seguenti strategie di sviluppo: 1. Lavorare con il territorio per sviluppare investimenti coerenti con le vocazioni e le potenzialità produttive del sistema imprenditoriale locale valorizzando la presenza di consolidate conoscenze nel settore dei materiali e dell’energia e la lunga e qualificata tradizione nel settore dei servizi pubblici e dell’edilizia; 2. Mettere a fattore comune le esperienze con altri soggetti che operano sul nostro territorio al fine di creare quella massa critica che permetta una dimensione e una visibilità a livello nazionale; 3. Sviluppare ricerca e formazione in grado di creare il coordinamento tra fase di ricerca e fase realizzativa, attraverso il trasferimento tecnologico e l’indirizzo delle attività di ricerca in coerenza con le possibilità applicative; 4. Promuovere la cultura della sostenibilità ambientale e in particolare del consumo consapevole per sviluppare usi razionali dell’energia e il contenimento dei consumi energetici . Per dare corpo e concreta operatività a queste quattro linee strategiche sono stati esplorati due ambiti tematici all’interno dei quali sono stati induviduati due specifici progetti operativi: - Energie rinnovabili: perseguire un piano di sviluppo impiantistico nei settori biomasse, biogas, fotovoltaico, eolico, idroelettrico con particolare attenzione alle opportunità e ai bisogni del territorio. Da qui il progetto per la creazione del Distretto del biometano, sviluppato in collaborazione con C.R.P.A. Lab; - Efficienza energetica: integrazione delle conoscenze nel campo della ricerca dei materiali, della progettazione e della costruzione, con l’obiettivo di massimizzare l’efficienza energetica in ambito civile e produttivo. Da qui il progetto per la creazione del Distretto dell’efficienza energetica. 11 FASE 3 – INDIVIDUAZIONE AZIONI E PROGETTI DI SVILUPPO Ambito tematico: Energie rinnovabili PROGETTO BIOMETANO Realizzare a Reggio Emilia un centro di eccellenza per la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico per lo sviluppo della competitività e delle attività industriali sul Biometano. 1 - Il contesto di riferimento: vocazioni e opportunità da valorizzare Eurobserv'er stima per l'Italia una produzione di biogas nel 2009 di 443 ktep (circa 5,1 TWh), dei quali circa l'81% è ottenuto dal recupero di biogas dalle discariche per rifiuti urbani (figura 1). figura 1_Produzione di biogas in Europa nel 2009 (Eurobserv'er) Al maggio 2011, CRPA ha censito 521 impianti di biogas nel settore agro-zootecnico (impianti che trattano effluenti zootecnici, scarti e sottoprodotti agricoli e agroindustriali, colture energetiche dedicate) con la potenza elettrica installata di circa 350 MWe. Quest'ultimo dato di potenza elettrica è riferito ai 472 impianti per i quali è disponibile il dato (92% del totale, essendo presenti 11 impianti che utilizzano biogas in caldaia) e aumenta a circa 380 MWe ipotizzando per i rimanenti impianti una potenza media pari a quella censita. Il 75% degli impianti (391) sono già operativi, mentre il restante 25% (130) risulta in costruzione o prossimo ad entrare in operatività. In termini di distribuzione regionale lo sviluppo del settore è stato molto pronunciato soprattutto nel nord Italia (Figura 2): la regione maggiormente rappresentativa in termini di numero di impianti è la Lombardia (210 impianti, pari al 40,3% del totale nazionale e al 44,5% della potenza elettrica installata), seguita dal Veneto (78 impianti, pari al 15% del totale 12 nazionale e al 15,6% della potenza elettrica installata), dal Piemonte (72 impianti, pari al 13,8% del totale nazionale e al 15,4% della potenza elettrica installata) e dall'Emilia-Romagna (63 impianti, tra operativi (46) e in costruzione (17), pari al 12,1% del totale nazionale, e 43 MWe installati pari al 12,3% del totale nazionale della potenza elettrica installata). figura 2_distribuzione regionale dei 521 impianti di biogas agro-zootecnici in Italia (CRPA Maggio 2011) Il settore biogas è quindi in forte espansione sia in Italia che nella nostra Regione. Le imprese impiantistiche emiliano-romagnole che operano nel settore biogas presentano, come la maggior parte delle imprese operanti sul territorio nazionale, carenze sotto l’aspetto delle conoscenze processistiche e della gestione/trattamento delle biomasse in ingresso all’impianto e dei digestati in uscita dall’impianto. Inoltre le imprese in genere non dispongono al loro interno di laboratori chimico-biologici in grado di supportarle nelle scelte processistiche e gestionali degli impianti che realizzano. Il biometano si ottiene dalla purificazione del biogas (si rimuove la CO2 e questa sua trasformazione consente di immetterlo nella rete del gas naturale e di utilizzarlo come carburante per veicoli al posto della benzina e del gasolio). Nei 27 Paesi dell'UE, secondo l'European Environment Agency (EEA), le emissioni dei gas ad effetto serra, dal 1990 al 2008 sono diminuite dell’11,3% (-17,4% secondo una previsione al 2009), grazie a un miglioramento dell'efficienza energetica, un maggiore uso delle fonti rinnovabili e al recente periodo di crisi economica. Fa eccezione il settore dei trasporti che, nelle stime del 2009, rappresenta il 19,5% delle emissioni dei gas serra totali nell'UE (22,9% in Italia) e che ha visto, al contrario, un aumento del 24% rispetto al livello del 1990, con i trasporti su gomma responsabili per il 94%. E' in questo settore, quindi, che l'introduzione dei biocombustibili in sostituzione delle fonti fossili potrebbe rappresentare una modalità molto interessante per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra. Il biometano, ovvero il biogas purificato dall'anidride carbonica e altre impurità, potrebbe essere una risorsa importante (figura 3). Nel Piano di Azione Nazionale (PAN) per le energie rinnovabili si evidenzia la necessità di consentire l'integrazione del biometano nella rete del gas naturale e di prevedere un'apposita tariffa incentivante per tale operazione. Nel marzo 2011 il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo sulle fonti rinnovabili che recepisce ed attua gli obiettivi fissati dall'Europa e traduce in misure concrete le strategie delineate nel PAN e, quindi, nei prossimi mesi, si dovranno definire anche le regole per l'immissione del biometano nella rete del gas naturale e l'incentivo da assegnargli. 13 figura 3_schema della purificazione (upgrading) del biogas a biometano e suo utilizzo. L’Associazione Europea dei Veicoli a Gas Naturale (NGVA Europe, www.ngvaeurope. eu) segnala nel 2010 circa 13 milioni di veicoli funzionanti nel mondo a gas naturale/ biometano che utilizzano annualmente 43,4 miliardi di metri cubi di metano (37,3 Mtep). In Europa nel 2010 erano presenti 1,4 milioni così ripartiti (Figura 4): 1.108.600 di automobili, 145.000 autobus, 107.800 camion e 16.000 altri veicoli che in totale utilizzano circa 8,7 miliardi di metri cubi di metano (pari a 7,4 Mtep). Sebbene la crescita del mercato dei veicoli a motore sia più rapida nei paesi del terzo mondo che non in Europa si prevede una significativa crescita del mercato delle auto a metano in Europa nei prossimi anni, favorita dall'attuale politica dell'UE sui carburanti alternativi/rinnovabili e sulle emissioni dei gas serra. Si prevede che in Europa ci possano essere 15 milioni di veicoli a metano nel 2020 e 30 milioni nel 2030. L’Italia è il Paese europeo con più veicoli a metano con 730.000 a dicembre 2010 (pari all'1,8% del totale dei veicoli presenti). Per la maggior parte si tratta di auto private e furgoni, vi sono però circa 1.200 camion, principalmente utilizzati per la raccolta dei rifiuti, e circa 2.300 autobus urbani. Tale primato è stato raggiunto in circa 30 anni ed è il risultato della politica industriale della FIAT e dei benefici economici rispetto all’uso della benzina (-60% del costo del carburante) e del gasolio (-33%); le stazioni di rifornimento a metano sono circa 837, quasi tutte localizzate nel nord del Paese. figura 4_veicoli a metano e stazioni di rifornimento in Europa 14 L’Emilia Romagna è uno dei comprensori in Europa in cui è maggiormente sviluppata sia la rete domestica che la rete di distribuzione di gas metano. Sono presenti 145 distributori di metano nelle diverse province: BO (28), FE (20), FC (12), MO (20), PR (17), PC (4), RA (15), RE (22), RN (7) (Fonte: Federmetano). Secondo le statistiche dell'ACI (Automobile Club d'Italia), nel 2009 la regione Emilia Romagna aveva circa 376.463 autovetture ecologiche (metano, GPL e elettriche) pari al 14,08% del totale nazionale appartenente a questa categoria, e pari al 10,3 % di tutti i veicoli (compresi autobus, autocarri, motocicli ecc.) presenti in regione. Inoltre in regione Emilia Romagna sono presenti le aziende italiane leader per la compressione e la distribuzione del gas metano. Infine l'Emilia Romagna dispone di un elevato potenziale di biomasse da dedicare alla produzione di biogas/biometano. Solo dal comparto degli scarti e sottoprodotti organici da agro-industria prodotti in regione (dati CRPA 2006) si stima una potenzialità in biometano di 380 milioni di m3/anno che, trasformati in energia elettrica, corrispondono a circa 1,1 TWh/anno pari a 150 MWe di potenza installata. Per quanto riguarda la tecnologia di upgrading (raffinazione) del biogas a biometano, le imprese della nostra Regione, come la quasi totalità delle imprese operanti sul territorio nazionale, dipendono da tecnologia estera, pur possedendo le competenze ingegneristiche e le conoscenze specifiche sul gas metano (sono, ad esempio, leader nel settore della compressione e distribuzione) per sviluppare tecnologia propria. 2 - Filoni di interesse e mercato potenziale In relazione allo stato dell’arte sopra evidenziato è necessario, anche nel nostro Paese, sviluppare e mettere a punto l’impiantistica di upgrading del biogas a biometano e tutte le infrastrutture/attrezzature necessarie all’immissione del biometano nella rete del gas naturale e al suo utilizzo come biocarburante in miscela con il gas naturale, compresi i motori. Lo sviluppo di tale competenze nelle imprese Emiliano-Romagnole consentirà loro di potersi inserire in posizione di leadership in un settore che avrà un forte impulso nel nostro Paese non appena definito il quadro normativo ed incentivante, in accordo con le politiche europee sulle energie rinnovabili. AREE TEMATICHE MERCATO POTENZIALE Autotrazione civile e agricola Mercato mondiale dei motori o componenti Componentistica: per la produzione, la raffinazione, la distribuzione, l’utilizzo residenziale Mercato mondiale Impianti di raffinazione dal biogas al biometano Mercato locale per la produzione e messa in rete. Mercato mondiale per la realizzazione impianti Aspetti normativi e problematiche della distribuzione in rete Mercato nazionale 15 Imprese potenzialmente interessate: • le Aziende Multiservizi che producono biogas da rifiuti e fanghi e gestiscono anche la distribuzione del gas naturale in Regione; • imprese che realizzano e/o gestiscono impianti di biogas; • imprese che operano nel settore distribuzione e gestione gas; • imprese del settore meccanico che si occupano di compressori, riduttori, distributori, motori a gas; • imprese del settore agroindustriale, che producono sottoprodotti utilizzabili per la produzione di biogas/biometano e utilizzano ingenti quantitativi di metano per la produzione di energia termica. 3 - Il progetto “Centro Nazionale di Ricerca sul biometano” I principali elementi di criticità che devono essere affrontati e superati per favorire un efficiente e rapido sviluppo di una filiera italiana del biogas – biometano riguardano: - la mancanza di una legislazione sul biometano; - la carenza/mancanza di tecnologia italiana nell’upgrading del biogas a biometano; - la necessità di favorire l’utilizzo di biomasse di scarto e dedicate locali, con il massimo risultato in termini di incremento del contenuto in carbonio nei suoli e in generale di riduzione delle emissioni di gas serra lungo l’intera filiera produttiva; - la necessità di far sì che lo sviluppo di impianti bioenergetici sia elemento di integrazione e non di competizione con le filiere agricole e agroindustriali tradizionali; - la necessità di inserire/considerare gli impianti di biogas/biometano nel concetto di bioraffineria e il prodotto biometano come uno dei prodotti della greenchemistry/greeneconomy. Per superare queste criticità e sviluppare la filiera biogas/biometano nel nostro territorio sfruttardone tutte le potenzialità si ritiene indispensabile sviluppare un Centro di Eccellenza (sull’esempio dei centri tedeschi) che diventi: - riferimento e indirizzo per le imprese e le istituzioni nella ricerca industriale, nel trasferimento tecnologico, nella divulgazione, nella formazione e negli aspetti normativi; - riferimento e attrazione di ricercatori, di scambi di conoscenze con il mondo industriale e della ricerca di base a livello nazionale e internazionale con la possibilità di sviluppare importanti progetti; - fornitore di servizi di alto livello a imprese e enti, avendo la disponibilità di attrezzature di laboratorio specifiche per questo settore tra le poche esitenti a livello nazionale. Il seme/cuore di questo Centro di Eccellenza è già presente a Reggio Emilia, è CRPA Lab, sezione della Piattaforma Energia-Ambiente del costruendo Tecnopolo. Il suo sviluppo deve avvenire in stretto contatto e collaborazione con il sistema delle imprese che operano nel settore e con il mondo della ricerca universitaria. 16 Ambito tematico: Risparmio energetico PROGETTO EDIFICI A IMPATTO ZERO – RE-BUILD Sviluppo di un’iniziativa pilota per la riqualificazione energetica e prestazionale del patrimonio edilizio esistente promuovendo l’integrazione e la valorizzazione della struttura produttiva del comparto edile. 1 – Il contesto di rifermento: vocazioni e opportunità da valorizzare Lo scenario di riferimento ha prospettive comunitarie e si inquadra nel contesto normativo delineato dalla Direttiva 2010/31/UE - Energy Performance of Buildings, di ricerca e sviluppo promosse dal programma Horizon 2020 - Framework Programme for Research and Innovation, e dal Strategic Energy Technology Plan (SET-Plan) per la promozione delle tecnologie low-carbon. L’efficienza energetica è al centro dela Strategia “Europa 2020” dell’Unione Europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e della transizione verso un’economia basata su un uso efficiente delle risorse. L’effcienza energetica rappresenta uno dei modi più efficaci dal punto di vista economico per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di altri inquinanti. L’attuale situazione internazionale si connota per la sempre più preoccupante evoluzione della situazione contestuale ambientale ed economica. La situazione nazionale presenta inoltre ulteriori e specifiche criticità, che fanno seguito alla fase fortemente espansiva di attività edificatoria che ha caratterizzato, dalla metà degli anni ‘90 per un decennio, l’intero Paese. A fronte dell’intensa e persistente crisi manifestatasi negli ultimi cinque anni appare indifferibile porre la massima attenzione alla promozione dell’effettiva ricaduta territoriale delle strategie di efficientamento energetico del parco costruito. Nel contesto attuale è prioritario promuovere la riqualificazione prestazionale ed energetica dell’esistente, per consentire adeguate performances a supporto delle attività ospitate e rispondere in maniera efficace alle sfide poste non solo dal cambiamento climatico e dai costi ambientali, ma dall’esauribilità delle risorse fossili e dai costi energetici e finanziari in rapido incremento. Per dare un’idea del risparmio ottenibile, si valuti che un valore, pur indicativo, di riferimento della prestazione energetica per la climatizzazione invernale di un edificio nel nostro territorio può essere valutato in 170 kWh/m2a. Tale fabbisogno potrebbe essere ridotto, con opportuni interventi integrati sugli elementi costruttivi e sulle componenti impiantistiche, al 10-20% del valore attuale, con il duplice risultato di offrire migliori condizioni di benessere microambientale agli utenti e contenere i costi di esercizio dei fabbricati. In sintesi l’obiettivo deve essere quello di utilizzare al meglio l’energia riducendone gli sprechi, integrando il concetto di NEGAWATT, cioè l’energia non consumata come migliore risposta di riduzione del fabbisogno, all’uso razionale ed efficace delle energie rinnovabili. Il "brand" Ecoabita Il territorio di Reggio Emilia è stato tra i precursori in ambito nazionale nell’elaborazione e nello sviluppo di approfondimenti di carattere innovativo ed aspetti normativi relativi all’efficienza energetica degli edifici, costuituendo un riferimento di rilievo in ambito regionale e nazionale. Riprendendo e sviluppando le potenzialità del territorio, IREN RINNOVABILI propone la ridefinizione e valorizzazione strategica del marchio ECOABITA. 17 La funzione di ECOABITA è stata fino ad ora prevalentemente legata all’elaborazione e allo sviluppo di aspetti normativi relativi all’efficienza energetica degli edifici e al controllo e validazione delle certificazioni relative. L’evoluzione legislativa di settore ha visto in seguito la progressiva emanazione di normative nazionali e regionali. Ad oggi tale ambito appare sufficientemente strutturato, nonché soggetto a frequenti aggiornamenti per il recepimento delle normative europee ed in particolare della Direttiva 2010/31/UE. In tale ambito ECOABITA ha compiutamente fornito il proprio positivo apporto. E’ possibile proporne la modifica del campo di applicazione dagli aspetti normativi relativi all’efficienza energetica alla promozione dell’effettiva ricaduta territoriale per contrassegnare, anche relativamente al singolo intervento, i livelli raggiunti di efficienza energetica e i risultati più avanzati di riqualificazione. Il nostro territorio, infatti, è caratterizzato da: - presenza di realtà aziendali in grado di offrire le conoscenze e la professionalità a copertura del progetto; - sensibilità e attenzione della PA ai temi di caratere energetico e possibilità di forte interazione con essa. 2 - Filoni di interesse e mercato potenziale Le principali aree di interesse rispetto al progetto sono: - riqualificazione dei sistemi di illuminazione; - building management systems; - interventi di conservazione dell’acqua; - monitoraggio e controllo della temperatura; - riqualificazione dei chiller e dei generatori di calore; - riqualificazione e riparazione delle strutture; - energie rinnovabili (fotovoltaico, solare termico, geotermico); - soluzioni “green building”; - infrastrutture wireless; -domotica. L’offerta si rivolge prevalentemente ad una clientela con strutture civili ed impiantistiche esistenti e non efficienti energicamente. TARGET INDUSTRIA CENTRI DIREZIONALI/COMMERCIALI GRANDI UTENZE PRIVATE ENTI PUBBLICI OFFERTA COMMERCIALE - analisi energetica - co/trigenerazione - FV, Solare T, pompe calore - Recuperi energetici - analisi energetica - co/trigenerazione - FV, Solare T, pompe calore - Recuperi energetici - analisi energetica - co/trigenerazione - FV, Solare T, pompe calore - Interventi civili risparmio energetico - I.P. 18 A fronte di una diffusa esigenza di riqualificazione energetica e più generalmente prestazionale del parco costruito, si individua come stategico l’ambito del settore della formazione, anche in riferimento a precedenti esperienze promosse da GRUPPO IREN (A scuola con il sole, integrazione di FV in 27 scuole). Gli edifici scolastici comprendono un rilevante e variegato insieme di strutture, costituito da circa 42.000 edifici in territorio nazionale, caratterizzato da modesti livelli prestazionali, con situazioni ambientali talvolta critiche e consumi energetici estremamente rilevanti. La riqualificazione di questi edifici costituisce una categoria di azione strategica per il ruolo di rilevanza sociale, i molteplici problemi d’inadeguatezza, le valenze formative e comunicative. Il progetto è mirato prioritariamente all’esistente, senza escludere nuove realizzazioni, spesso del resto necessarie all’implementazione delle strutture esistenti. In termini di valutazione costi/benefici si prospettano potenziali significativi margini di ritorno economico relativi all’abbattimento dei consumi energetici degli attuali edifici; si segnala al proposito la recente iniziativa del Ministro dell’Istruzione relativa al Piano Scuole Verdi. Si tratta inoltre di edifici soggetti a severi standard normativi, per cui le strategie di intervento definite sulle scuole potranno con relativa facilità essere riprese per altre tipologie di edifici. Si ritiene strategico segnalare la presenza a Reggio Emilia dell’istituizione “Reggio Children – Centro internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità dei bambini e delle bambine”, riconosciuta eccellenza internazionale per approcci e metodologie didattiche e formative, alla quale può essere integrata l’eccellenza della qualità prestazionale delle strutture didattiche. Tale tipologia di iniziativa potrebbe presentare riferimenti a programmi nazionali relativi alla riqualificazione prestazionale del patrimonio pubblico (recente tema del Piano Scuole Verdi, Ministero dell’Istruzione). Si segnala inoltre l’opportunità di intervenire, a fronte di costi e consumi energetici estremamente elevati per la Pubblica Amministrazione, sugli impianti sportivi (palazzo dello sport, piscine, ecc.). Tale tipologia di intervento, comportando in genere costi significativamente rilevanti, può rientrare in forme di finanziamento integrato, programmi europei, ecc. 3 - Il progetto “Edifici a impatto zero – RE-Build” L’attività pilota, mirata allo sviluppo integrato di tecnologie per le energie rinnovabili e il risparmio energetico, ha per oggetto un progetto sperimentale di integrazione e valorizzazione della struttura produttiva del comparto edile, mediante la selezione e organizzazione di un gruppo di lavoro coordinato costituito da imprese del settore di elevato livello tecnico e qualitativo, dotate di specifico know-how, in grado di gestire in maniera qualificata adeguati protocolli di intervento. Principali obiettivi sono il perseguimento di elevati livelli di qualità ambientale ed efficienza energetica in interventi operativi, con benefici risultati di ricaduta territoriale in termini di risparmio energetico e sostenibilità ambientale. Un ulteriore indotto potrà essere costituito dal positivo contributo relativo alla qualificazione del sistema delle imprese di settore nel territorio. I primi indirizzi operativi del progetto RE-Build riguardano la definizione e l’integrazione degli operatori, per formare e coordinare la squadra in relazione a obiettivi di consumo consapevole, favorire l’adeguamento prestazionale, la riqualificazione e l’integrazione delle energie rinnovabili negli edifici. 19 Sono previsti workshop di lavoro ristretti alle imprese per la definizione delle strategie operative e delle modalità di coordinamento, nell’ambito delle specifiche competenze, nonché i primi obiettivi e l’elaborazione di un Action Plan, da cui ricavare - in seguito il Business Plan. L'Action Plan presenterà alcune linee essenziali, tra cui: - la messa a punto di un "processo integrato" per la difinizione di piani e/o progetti di intervento di riqualificazione degli edifici che includa i profili economici, di finanziamento e di eventuale attivazone di FER e/o gestione; - il coinvolgimento culturale dei soggetti interessati (progettisti, imprese e committenti); - la costante attenzione e l'aggiornamento sugli standard, i materiali e la componentistica per la riqualificazione energetica come "valore" da trasferire alla committenza; - recupero ed esaltazione della relazione fra edilizia e caratteristiche climatiche del luogo specifico di intervento (anche nell'elezione dei protocolli di riferimento). Lo strumento giuridico idoneo a rispondere alle esigenze del Progetto sarà - perlomeno inizialmente - il "contratto di rete". Successivamente potrà prendersi in considerazione la creazione di una o più società. Il contratto di rete (simile ma più snello del Consorzio) è un accordo con il quale più imprenditori si impegnano a collaborare al fine di accrescere, sia individualmente (cioè la propria impresa) che collettivamente (cioè le imprese che fanno parte della rete), la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato. Le imprese si obbligano, sulla base di un programma comune, a: • collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle proprie attività; ovvero • scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica; ovvero ancora • esercitare in comune una o più attività o fasi rientranti nell’oggetto della propria impresa. Sarà prevista l’istituzione di un fondo patrimoniale comune, alimentabile con contributi cui i "retisti" potranno aderire, e la nomina di un organo comune, incaricato di gestire l’esecuzione del contratto o di singole parti o fasi dello stesso. È prevista una limitata soggettività giuridica e fiscale per la "rete" e il contratto di rete può essere il veicolo per l'ottenimento di agevolazioni, anche fiscali, per la stessa entità organizzata e per i partecipanti. Il contratto di rete presenta inoltre il vantaggio, rispetto allo strumento societario, di essere - secondo i requisiti e le modalità fissati dai "retisti" - "aperto" alle adesioni di nuove imprese, senza laboriose formalità giuridiche quali l'aumento del capitale o la cessione di quote. Per garantire un alto profilo scientifico e tecnico al progetto è stato individuato in qualità di Advisor il dott. Norbert Lantschner (già direttore Agenzia Casaclima, esperto di fama internazionale, fondatore del progetto e del protocollo Casaclima Bolzano). 20 ABSTRACT PERCHE’ PUNTARE SULL’EFFICIENZA ENERGETICA Intervento di Norbert Lantschner a "Reggio Green - Il distretto del Metano e dell'Efficienza Energetica" (Reggio Emilia, 14 Maggio 2012) - abstract. Una visione diventa realtà Progettare e costruire ambienti di vita nel rispetto dell’ambiente, parsimoniosi con le risorse e che sostengono la salute, il comfort ed il benessere degli utenti. Esattamente 20 anni fa, nel corso del Vertice della Terra di Rio de Janeiro nel 1992, al pubblico mondiale furono mostrate in modo inequivocabile le conseguenze che avrebbero avuto sull’uomo e sull’ambiente il crescente sfruttamento delle risorse, il velocissimo incremento delle emissioni di gas ad effetto serra e l’inquinamento in costante crescita degli ecosistemi mondiali. Oggi sappiamo che queste minacce hanno raggiunto una dimensione preoccupante. Al costante aumento della popolazione mondiale ed al crescente divario fra ricchi e poveri si aggiungono una fame insaziabile di risorse ed un cambiamento climatico che avviene in tempi sempre più rapidi. Uno sviluppo attento al futuro deve conciliare equità sociale, attenzione ecologica ed efficienza economica. E’ però indispensabile agire rapidamente. Non abbiamo più tempo da perdere. E’ giunto il momento di agire in modo risoluto a livello mondiale. Il futuro è nelle nostre mani Energia e clima: questi sono i temi fondamentali che decideranno il nostro futuro. Le energie fossili si stanno inevitabilmente esaurendo e le conseguenze del riscaldamento terrestre saranno devastanti. Se non ci muoviamo in fretta, i danni raggiungeranno una dimensione che noi oggi non possiamo neanche immaginare. Per questo la tutela del clima è anche un imperativo di ragione economica. Gli edifici dissipano circa la metà dell’energia globale. Le tecnologie per costruire abitazioni più parsimoniose dal punto di vista energetico sono già disponibili da molto tempo: è dunque ora di applicarle. Grazie al risanamento energetico, negli edifici esistenti è possibile ridurre fino all’80% le emissioni di anidride carbonica prodotte dal riscaldamento e dai sistemi di produzione dell’acqua calda. 21 Gli edifici sono all'origine di circa il 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di CO2 nell'Unione europea. Il 68% di questa energia serve per il riscaldamento degli ambienti, il 18% per gli usi elettrici, il 9% per riscaldamento dell'acqua e il 5% per cucinare. Rappresentazione grafica fabbisogno energetico edifici 70% 68% 60% 50% 40% 30% 18% 20% 9% 10% 5% 0% Riscaldamento Usi elettrici Riscaldamento acqua Cottura cibi L’alternativa Affinchè le cose cambino è necessario che ognuno agisca in modo responsabile. In questo senso i progettisti di edifici assumono un ruolo decisivo, poiché forniscono “prodotti” relativamente duraturi e di conseguenza eventuali errori finiscono per ripercuotersi su più generazioni. Come può essere stimolato un nuovo comportamento, che tenga in giusta considerazione le attuali conoscenze relative alle minacce ed alle sfide globali? La strada verso una maggior sostenibilità passa dal sapere e dalla consapevolezza. Per prima cosa bisogna riconoscere che il nostro modello di crescita attuale non può avere un futuro. Solo allora l’uomo sarà pronto per un comportamento attento all’ambiente ed al sociale: partecipare, cooperare e costruire una società con nuovi valori che spezzi il circolo vizioso del “sempre di più e sempre più velocemente”. Vivere la responsabilità che abbiamo Se uno o più appartamenti in un condominio sono in fiamme, il resto dei condomini sta tranquillamente in casa? No, perché questo sarebbe un atto di irresponsabilità sia contro se stessi che nei confronti dei propri figli. Gli ecosistemi del pianeta si trovano secondo gli esperti in gravi condizioni e che cosa facciamo? Quotidianamente siamo sommersi da una marea di informazioni. Per i dati preoccupanti, cioè quelli legati al futuro ed al benessere nostro e delle prossime generazioni, non c’è però spazio. I telegiornali dovrebbero invece comunicare ogni giorno lo stato di salute del nostro pianeta. Forse crescerebbe un nuovo comportamento. Perché per cambiare le cose, prima deve maturare la convinzione che il nostro modello di vita non può essere quello del futuro. Emergenza energia Per produrre la quantità di petrolio, che oggi sul pianeta stiamo consumando in una sola giornata, la natura ha impiegato per produrla 500.000 giorni! Sul fronte energia l’analisi della situazione espressa in domanda e offerta senza dubbi si può definire critica. Nell’estate 2008 il barile di petrolio ha toccato la soglia dei 150 dollari. Negli ultimi cinquanta anni l’aumento del prezzo del petrolio ha raggiunto circa il 6.000%, mentre gli stipendi hanno subito un aumento intorno al 200%. Non servono esperti per capire che stiamo programmando in modo sistematico l’incremento della povertà. Ogni rincaro dell’energia implica un impoverimento della popolazione. Questo vale anche per gli stati come l’Italia che, per coprire il proprio fabbisogno energetico, dipendono quasi esclusivamente dalle importazioni. Il denaro speso per l’acquisto di 22 petrolio, gas o carbone finisce all’estero, ciò significa che regaliamo parte della nostra ricchezza e del nostro benessere. Bisogna scoprire e sfruttare, senza perdere tempo, l’energia più intelligente, quella immediatamente a disposizione. Il NEGAWATT, ossia l’energia non consumata, è la più grande fonte energetica oggi disponibile. Emergenza clima Non dimentichiamo che abbiamo scatenato il più grande esperimento nella storia dell’uomo: il cambiamento climatico. E come non ci fosse continuiamo a emettere gas climalteranti nell’atmosfera. Al giorno sono circa 100 milioni di tonnellate di CO2. L’anidride carbonica è il più importante rifiuto invisibile ed inodore che stiamo producendo. Nonostante l’allarme degli esperti sul fatto che questo gas sia il primo responsabile del surriscaldamento dell’atmosfera, proseguiamo su questa rotta. I dati recenti esprimono la discrepanza tra il dire e fare, perché negli ultimi 20 anni le emissioni di CO2 sono cresciute del 20%. Da tutte le zone del pianeta arrivano innumerevoli segnali che evidenziano la gravità della situazione. Scegliere la strada del futuro Le risorse petrolio e gas naturale fra poco cominceranno a scarseggiare ed inevitabilmente senza energia non esisterà possibilità di vita o comunque di uno stile di vita paragonabile all’attuale. Senza energia saremo catapultati in una società arcaica. Significa che non possiamo perdere altro tempo. Serve una rivoluzione globale nei modi in cui si produce e si utilizza l’energia. L’energia è la garanzia del benessere. Il tema energetico ed i suoi aspetti cruciali quali a) la sicurezza di approvvigionamento b) il costo dell’energia c) gli effetti causati dell’uso dell’energia hanno un carattere prioritario perché determinanti per il nostro futuro. Rimanere legati all’energia fossile è indubbiamente una strada senza sviluppo. Se vogliamo permettere una crescita anche alle future generazioni, non abbiamo alternative: dobbiamo orientarci come il girasole al sole. Entrare nell’era solare Il sole ci fornisce il 99 % del calore di cui abbiamo bisogno ed è l’unica fonte di energia inesauribile che abbiamo a disposizione per il nostro pianeta. Una gigantesca centrale nucleare che ogni secondo ci invia circa 15.000 volte il fabbisogno energetico dell’intero pianeta. E per altri sette miliardi di anni ci garantirà la fornitura senza alcuna bolletta da pagare. Se il sole ci venisse a mancare, gli astrofisici hanno calcolato che già dopo ventiquattro ore la temperatura globale scenderebbe a -15 gradi centigradi. Dopo tre giorni senza sole la temperatura sulla terra raggiungerebbe mediamente i - 40 gradi e dopo solo una settimana avremmo già -173 gradi. L’ossigeno passerebbe allo stato liquido. Dopo quattro settimane la temperatura arriverebbe a toccare i - 270 gradi centigradi. La magia del nostro pianeta, che un astronauta battezzò perla azzurra dell’universo, è resa possibile dalla giusta distanza che esiste tra sole e terra: 150 milioni di chilometri. Una caratteristica che ha consentito condizioni climatiche favorevoli ed essenziali per qualsiasi forma di vita. Per rendersene conto basta guardare alla luna, che non possiede questa idonea distanza dal sole. Lì di notte la temperatura scende fino a -150 gradi mentre di giorno si raggiungono temperature fino a +180 gradi centigradi. 23 E’ ora di liberarci dalla schiavitù del petrolio. L’effetto serra che galoppa e l’economia in crisi nera richiede delle misure urgenti, degli interventi per salvaguardare l’ambiente e il clima ma anche per rivitalizzare l’economia e rilanciare l’occupazione. I macrosettori coinvolti sono l’edilizia, i trasporti, l’industria e l’agricoltura. Attenzione però, la migliore idea o il miglior progetto non servono a nulla se non sono portati alla concreta applicazione. Non è necessario essere ecologisti per capire che gli attuali consumi e comportamenti non possono avere un’ulteriore crescita, ma nemmeno una continuità. Solo estendere lo stile di vita dei paesi industrializzati al resto della popolazione mondiale ci porterebbe ad un crack globale. Uno sviluppo illimitato in un sistema chiuso per quanto riguarda la disponibilità di materie prime, com’è la terra, non è possibile. WWF International nel “Living Planet Report 2008” annuncia che fra breve ci servirà un altro pianeta per mantenere l’odierno stile di vita. Non serve ricordare: noi abbiamo solo un pianeta! È arrivato il momento di cambiare il mondo. L’edilizia è il primo grande settore da trasformare in Green Habitat. Rispettare l’ambiente e proteggere il clima È finita definitivamente l’era dell’energia a basso costo. Siamo alle porte di una nuova epoca: se vogliamo sia quella di uno sviluppo sostenibile è necessaria una rivoluzione globale nel modo in cui produciamo e utilizziamo l’energia. I maggiori consumatori di energia primaria nell’Unione Europea non sono i trasporti e nemmeno l’industria, ma l’edilizia. Le costruzioni consumano più di ogni altro settore. Anche in Italia troviamo in prima fila come maggiori fonti di consumo energetico gli edifici residenziali ed il terziario. Sono quindi i milioni e milioni di abitazioni con i loro impianti di riscaldamento una delle cause principali dell’inquinamento atmosferico. Una CasaClima per esempio permette di ridurre fortemente il consumo di energia rispetto a un edificio tradizionale, limitando cosi l’emissione di sostanze inquinanti. Emissioni di CO2 di una casa con 6 unitá abitative. 24 Comune di Reggio Emilia Sindaco Graziano Delrio Assessore alle Risorse del Territorio Ugo Ferrari Assessore alla Mobilità, Infrastrutture e Lavori pubblici Paolo Gandolfi Assessore ai Progetti Speciali Mimmo Uberto Spadoni Massimo Magnani Direttore Area Pianificazione Strategica_Comune di Reggio Emilia Elena Edgarda Davoli Dirigente Politiche per lo Sviluppo Economico e Università_Comune di Reggio Emilia Alessandro Meggiato Dirigente Politiche per la Mobilità_Comune di Reggio Emilia Maria Sergio Dirigente Pianificazione e Qualità Urbana_Comune di Reggio Emilia David Zilioli Dirigente Unità di Progetto Area Nord_Comune di Reggio Emilia Gruppo di Progetto Energia e Edilizia Sostenibile Il Gruppo di progetto Energia e Edilizia Sostenibile è stato coordinato da Andrea Viero Direttore Generale di IREN Hanno contribuito alla stesura del documento: Ettore Rocchi Presidente IREN RINNOVABILI Norbert Lantschner già Direttore Agenzia Casaclima, fondatore del progetto e del protocollo Casaclima Bolzano Andrea Boeri Professore Straordinario di Tecnologia dell' Architettura Università di Bologna- Consulente Carlo Pasini Amministratore Delegato IREN RINNOVABILI Paolo Braglia Responsabile Asset Management IREN RINNOVABILI Giuseppe Veneri Presidente CRPA-Lab Sergio Piccinini Responsabile Settore Ambiente CRPA-Lab Claudio Fabbri Ricercatore Settore Ambiente CRPA-Lab Mariangela Soldano Ricercatrice Settore Ambiente CRPA-Lab Laura Montanari Dirigente alle Politiche per la cura della città e sostenibilità ambientale - Comune di Reggio Emilia Segreteria Tecnica e Organizzativa Francesca Bosonetto, Stella Ferrari Segreteria Tecnica, Servizio Pianificazione e Qualità Urbana Francesca Vezzani, Silvia Mariani Cerati Unità di Progetto Progetti Speciali Simona Poli Servizio Gestione e Sviluppo Tecnologie Luisa Gabbi Staff del Sindaco Servizio Comunicazione Relazioni Esterne e Marketing maggio 2012