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Aree protette
Il valore sociale della conoscenza ambientale
attraverso i Parchi
Il Parco dei Castelli Romani: 15.000 ettari (27.000 con l'area contigua), 15 Comuni a sud di Roma,
350.000 abitanti. Miti, storia, leggende, partendo da un vulcano che ha modellato, a scala geografica,
un paesaggio fertile e ricco d'acqua.
Le azioni: conoscenza, condivisione, partecipazione, senso d'identità, d'altra parte convenienza economica, imprenditoria, occupazione. Questa è la sintesi dell'operato del Parco per dissodare le sacche
di resistenza al cambiamento. Con la collaborazione di molte associazioni e l'attenzione di alcuni soggetti pubblici è stato avviato un programma di visite guidate che semplicemente si autoalimenta, raggiungendo quasi un pareggio dal punto di vista economico, ma che produce molte plusvalenze positive da quello culturale. Elementi che consolidano la promozione territoriale basandola su semplici concetti di sostenibilità.
Il Parco dei Castelli è un Parco periurbano, nel quale alcuni problemi sono acuiti dalla forte antropizzazione, l'esperimento (tale è per la mole delle proposte) comunque è in corso con risultati più che
soddisfacenti. Ci si muove in un orizzonte nel quale la convenienza economica e il consolidamento delle
sensibilità individuali, sommate insieme, possono portare ad un mutamento collettivo, sociale, della
percezione dei problemi ambientali.
Se sarà possibile l'estensione di questo modello, i Parchi potranno diventare realmente un elemento
fortemente propulsivo per un progresso ecologico, nel quale allo sviluppo di prodotti materiali sia anteposto, o almeno affiancato, il concetto di miglioramento sociale diffuso.
La natura è un buon affare:
pareggio economico e vantaggi culturali
di Roberto Sinibaldi
Direttore Parco Castelli Romani
Il territorio
Terremoti antichissimi, eruzioni vulcaniche, colate laviche, vento, acqua, sprofondamenti vertiginosi, formazione di laghi,
remoti prosciugamenti. Tutto questo ha contribuito alla formazione dei Colli Albani.
L’accumulo di implausibili leggende,
comunque fondate su elementi storici, ci
portano agli straordinari cataloghi di fatti,
racconti, miti, narrati da questo territorio,
dove dall’epopea delle origini le storie si
confondono con la storia. La maestà del paesaggio, la magnificenza delle antiche memorie, le vestigia di quelle a noi più vicine stratificano i giacimenti culturali che da queste
terre hanno dato origine alla Roma antica
fino a quella dei Papi.
Un territorio ricco, carico di testimonianze, eppure nel Parco dei Castelli Romani
non siamo nella quieta naturalità di bucolici
spazi inabitati. E allora, accantonate le perGa - 6/08
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Escursione al Tuscolo con gli asinelli
vasive idee di ulteriori sfruttamenti territoriali, ci immergiamo nella superstite bellezza del paesaggio e nell’aura del mito. È da lì
che si può formare il senso identitario che
trasforma i residenti in cittadini, attenti e
consapevoli che l’integrità dei luoghi che
abitano non ha solo un significato ideale, ma
anche un valore materiale.
Conoscenza e partecipazione
La bellezza della natura che ci circonda,
che non si acquista, è quello che tuteliamo.
Nelle visite guidate, con il piacere di una
divagante conversazione tra amici, quasi
sempre affiora un decalogo laico che si
oppone alla logica che riduce tutto a merce,
compresi il cielo e la terra. Proprio partendo
da qui vogliamo dar forma a un’etica dei
comportamenti individuali, espressa dal
senso comune delle persone che amano questi luoghi.
Le visite guidate promuovono i posti che
attraversiamo senza guardare, in luoghi da
ammirare senza attraversarli, in una visione
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contemplativa che trova nella lentezza del
cammino, il modo per assaporare quello che
avevamo appena intravisto. È il fascino
della riscoperta del conosciuto, anche se in
certi paesaggi il visibile scappa lontano.
Condivisione e tutela verranno – naturalmente – subito dopo. Senza imposizioni, che
non avrebbero senso se non condivise
socialmente da chi questi luoghi li abita e li
frequenta, basate su conoscenza e partecipazione, due pilastri della democrazia diretta,
non delegata. Il Parco vuole essere soprattutto uno strumento per i cittadini, aperto
anche a suggerimenti e critiche, quando
necessario. Motore di una promozione culturale che ci appare come l’unico antidoto
per la risemantizzazione di una morale ecologica che punti sull’incontro fra sapere e
innovazione, mantenendo coesione sociale e
qualità della vita. Questo il nostro obiettivo,
semplice nella definizione, titanico nella realizzazione.
Nessun programma teorico, niente taumaturgiche formule dialettiche, contiamo di
procedere verso questa utopia concreta, con
la forza più oggettiva che c’è: il lavoro. È un
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ficando le capacità dei molti che vi hanno
partecipato, con il fine di diventare la parte
più attiva di quelle associazioni che hanno
una collaborazione aperta con il Parco stesso. I corsi insegnano “Tecniche di comunicazione”, perché proprio questo si è rivelato
uno dei punti deboli dei collaboratori, spesso colti e titolati, che tuttavia non avevano
maturato troppe esperienze sul campo, a
diretto contatto con un pubblico curioso e
variegato. I corsi sono stati così affollati che
sono stati replicati più volte, in quanto a
numero chiuso per garantire qualità e rigore
scientifico della formazione.
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lavoro organizzato valorizzando le capacità
interne del Parco (tenute lungamente e colpevolmente in letargo negli anni passati) in
collaborazione con una pletora di associazioni territoriali che in forma non solo spontanea, ma entusiastica, hanno collaborato
con l’Ente Parco. Il calendario delle visite
guidate risulta così frutto della stretta collaborazione con non meno di venti associazioni, più altri Enti o soggetti pubblici.
Ovviamente l’organizzazione e la gestione
di un simile meccanismo è certamente complessa e talvolta presuppone equilibri delicati. La contropartita positiva è che in questo modo si catalizzano tutta una serie di
supporti esterni, dalla società, dal mondo
dell’associazionismo, che diventano non
solo partner del Parco, ma essi stessi “il
Parco”, agli occhi dei visitatori. La delega
presuppone responsabilità, capacità, professionalità; ne va dell’immagine stessa del
Parco. È per questo che nella nostra sede
abbiamo attivato una serie ripetuta di corsi
organizzati dall’Agenzia regionale Parchi
(l’ARP), che nel Lazio offre un supporto
importante per la gestione dei Parchi, quali-
Le visite guidate del Parco
Uno degli strumenti per affermare quella
conoscenza e partecipazione appena richiamata è il programma di visite guidate predisposto dal Parco. Siamo alla quarta edizione
di Cose mai viste. Questo è il titolo del programma che ormai è diventato una specie di
marchio di fabbrica. Le edizioni passate
hanno avuto tutte un grande e crescente
Barca elettrica sul lago di Albano
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successo. Le visite proposte sono state progressivamente incrementate, seguendo le
incalzanti
richieste
del
pubblico.
Nell’autunno 2007, quando abbiamo cominciato, abbiamo proposto qualche visita, era
più che altro un esperimento su una nuova
ipotesi organizzativa per il Parco. Nella primavera (in realtà da metà febbraio a metà
luglio) 2008 le visite proposte sono diventate un centinaio. Nell’autunno 2008 (da metà
settembre a metà dicembre) abbiamo mantenuto lo stesso numero di visite, ma in un
lasso di tempo concentrato in soli tre mesi.
In molti fine settimana l’offerta di visite guidate prevedeva quasi una decina di differenti proposte. Per la primavera 2009 le visite guidate in calendario sono circa duecento;
senza contare i consueti corsi, le iniziative
speciali, le proposte per le scuole… Sono
percorsi quasi tutti diversi, che faranno scoprire sempre meglio ogni aspetto del nostro
territorio.
Le acque, i boschi, il paesaggio: il più
indifeso e immateriale dei nostri beni, non
può essere tutelato se non è conosciuto e frequentato. Il Parco è di tutti e il presidio
sociale che può essere esplicato da chi partecipa alle nostre visite è uno degli elementi
principali su cui riteniamo di poter fondare
la tutela.
Il programma della prossima primavera
fa emergere un ventaglio di ricchezze storiche, archeologiche, ambientali, territoriali
veramente notevole e sempre con aspetti da
scoprire, da esplorare, da conoscere. È un
programma ad alto tasso di “utilità ambientale”, ci sono escursioni a piedi, in bicicletta,
a cavallo, in barca (a propulsione elettrica),
in ambienti sotterranei, nei boschi, nei sentieri collinari, con gli asinelli, in inglese, in
dialetto, per non udenti, e ancora interpretazione del paesaggio, analisi del mondo animale, contemplazione delle fioriture, corsi
di botanica, di fotografia naturalistica, bird
watching. È l’attenzione della lentezza, che ci
potrà far notare l’emozionante bellezza dei
luoghi, che non può essere raccontata, ma
solo vissuta direttamente.
Il territorio potrà essere percorso in lungo
e in largo, alla scoperta dei segni della genesi geologica vulcanica, fino al significato
della presenza di un bosco, di una collina, di
Il Parcomobile
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un albero, delle acque, i laghi, i panorami, la
storia e le origine delle nostre terre. C’è spazio per gli appassionati più allenati e per chi
vuole fare una semplice passeggiata, o per
chi desidera degustare i cibi più famosi e
rinomati della tradizione gastronomica locale. Per molte escursioni è prevista la possibilità di una conclusione conviviale (a prezzi
convenzionati), in trattorie o ristoranti dei
Castelli. Un modo piacevole, dopo una mattinata di cammino, per scambiarsi impressioni, conoscere persone nuove, socializzare.
Si toccano con mano così i legami esistenti
tra economia e natura. Trasformando le
risorse ambientali e culturali in preziose
opportunità di sviluppo sostenibile.
Conoscere il territorio significa amarlo,
amarlo significa tutelarlo
Un calendario così fitto potrebbe apparire
sovrabbondante, ma al Parco ci siamo resi
conto che in un territorio tanto antropizzato
(350.000 residenti nei 15 Comuni del Parco) e
con Roma così vicina, la domanda di partecipazione alle visite guidate è alta, a volte tanto
alta da risultare sorprendente. Le persone
vogliono essere informate, sapere, conoscere,
pongono domande e quesiti, spesso tanto più
imbarazzanti quanto sono semplici. E allora
il discorso, dalla descrizione dei luoghi si
sposta sui problemi, sulla gestione del territorio, sulle strategie di fondo, sulla percezione
culturale delle grandi scelte. Si alimenta così
il senso di identità, il coinvolgimento fatto di
appartenenza e radicamento territoriale. Il
termometro di tutto spesso sono le domande
dei bambini più piccoli, che svelano la bellezza come distillato di una osservazione, ma
anche le nefandezze di comportamenti poco
edificanti.
Alla fine di una passeggiata rimane una
stretta di mano, un ringraziamento reciproco, qualche scambio di telefoni, la propensione a tornare… Spesso rimane anche un’esigenza di tutela che sarà rafforzata in qualche altro cittadino, sensibile e attento, che si
aggiungerà ai tanti che vogliono un ambiente più sano, un paesaggio integro, difendere
L'emissario del lago di Nemi
un panorama. Tutti concetti quasi afisici,
astratti, che possono sembrare requisiti
indefiniti, immisurabili, lontani dalle codificazioni mercantili della nostra società.
L’organizzazione delle visite
Il programma di visite viene messo a
punto con qualche mese di anticipo. Alcune
visite particolari sono gestite direttamente
dai Guardiaparco, non hanno quindi costi
diretti per l’Ente. Per tutte le altre è diffuso
un bando pubblico al quale può partecipare
chiunque voglia rispondere con singole proposte o programmi più articolati. La selezione delle associazioni avviene sulla base di
criteri preordinati e – sempre in forma pubblica – viene reso noto l’elenco delle collaborazioni e il programma di visite (in genere le
proposte sono molto sovrabbondanti). Il
Parco eroga un contributo economico di 100
euro lordi per ogni visita guidata (che normalmente si snoda nell’arco di circa 3-4 ore
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la mattina del sabato o della domenica, alcune si svolgono anche in orario notturno).
Dopo la gratuità dei primi cicli di visite,
dalla scorsa edizione la partecipazione prevede un contributo di 3 euro a persona (no
sotto i 18 o sopra i 65 anni). Il contributo è
volontario e questo semplifica molto le procedure connesse alla riscossione (si è seguito il consolidato esempio del Parco
dell’Appia Antica). In questo modo si genera una piccola opportunità di occupazione
per alcuni giovani che è sempre molto ben
accolta, e i servizi offerti non correranno il
rischio di essere percepiti come scarsamente
qualificati proprio perché gratuiti. Si riesce
così a coprire una parte consistente delle
spese per l’accompagnatore del gruppo (si
raggiunge il pareggio con 33 partecipanti
paganti, equivalenti ai 100 euro per la guida,
cosa che si verifica non di rado). Il numero
dei partecipanti alle visite è mediamente di
25 persone, ma capita che in occasioni particolari, quando non ci siano troppe controindicazioni, è possibile superare tale numero.
Per partecipare alla visita guidata è
necessaria la prenotazione, che è affidata al
centralino del Parco, dotato anche di nume-
ro verde. Tranne casi particolari, nei programmi stampati non è dichiarato il luogo
dell’appuntamento per evitare che, specialmente nel caso di una bella giornata di sole,
si presentino spontaneamente decine e decine di persone in più di quelle prenotate,
aspetto non sempre facilmente gestibile. Le
visite si svolgono con qualsiasi tempo, sono
annullate solo nel caso di maltempo (o per
altre cause di forza maggiore) ma solo se
siano stati preavvertiti tutti i prenotati.
Il programma delle visite è pubblicato su
un opuscolo stampato in 30.000 copie (i cui
costi vengono molto abbattuti da una discreta e mirata pubblicità) e sul sito dedicato
cose-mai-viste.it. Il sito è correlato agli altri
due siti del Parco: quello istituzionale, parcocastelliromani.it e castelliromanitour.it. La diffusione dell’opuscolo cartaceo (e molte altre
pubblicazioni del Parco) è affidata a un pulmino appositamente allestito, il “Parcomobile” che gira in tutti i Comuni del territorio,
è presente alle manifestazioni, va nelle scuole e partecipa a tutte le iniziative pubbliche.
Esiste infine una mailing list piuttosto corposa, di circa 6.000 indirizzi, alla quale è inviata la programmazione delle visite con cadenza al massimo bimestrale, senza esagerare sia per evitare un fastidioso sovraccarico
informativo all’utente, sia perché una promozione troppo accentuata potrebbe mettere alle corde la capacità di gestione delle
visite. In particolare, per esempio, alcune visite in ambienti ipogei sono talmente richieste che per partecipare è necessario prenotare con mesi di anticipo.
Ai partecipanti alle visite guidate viene
somministrato un questionario che chi gesti-
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mente automobilistici) ed indotti (stampa
opuscolo, fotocopie, telefonate, ecc.) dai
visitatori (il cui numero è stato stimato), calcolando l’anidride carbonica emessa. D’altra
parte è stata calcolata l’estensione di bosco,
di proprietà del Parco, che deve essere vincolato per bilanciare le emissioni di CO2
emesse. Il risultato è che il Parco certifica che
l’ossigeno prodotto dagli alberi del bosco
citato, che ovviamente sarà precluso al
taglio, bilancia le emissioni, insomma visite
guidate a zero CO2. I dettagli dei valori in
gioco e dei calcoli relativi sono pubblicati
sul programma delle visite e sul sito cosemai-viste.it.
La sintesi è che partendo dalla storia del
nostro territorio, certo, avendo la capacità e
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sce la visita deve obbligatoriamente recapitare al Parco, in modo da avere sempre il
polso della situazione e un chiaro indice del
funzionamento e del gradimento dei visitatori. L’identikit dei partecipanti ha fornito
alcune conferme rispetto alle ipotesi iniziali:
età media, scolarizzazione alta, propensione
alla spesa alta e qualche sorpresa: la maggioranza delle persone arriva dai Castelli
Romani, l’atteso afflusso da Roma è relativamente limitato.
Spesso alle visite partecipano funzionari
della comunicazione del Parco (e anche il
direttore), così da avere un riscontro diretto.
È così che si capiscono meglio le cose ed è
possibile apportare tutti gli aggiustamenti
che si rendono necessari.
Il numero dei partecipanti è nell’ordine di
alcune migliaia di visitatori a stagione; ma i
processi indotti da questo tipo di organizzazione catapultano le iniziative all’attenzione
dei media (numerosi nel territorio del Parco)
e di interi settori sociali (camminatori, biker,
fotografi, naturalisti, speleologi…). Capita
che la partecipazione al pranzo conclusivo
delle visite guidate sia considerata un’occasione di piacevole convivialità e socializzazione da molte persone, con diretti ritorni
economici da parte dei ristoratori. Il pranzo
a prezzo convenzionato, nel quale il menù e
il numero dei partecipanti è predeterminato,
consente di abbattere molto i costi di un
pasto, con vantaggi reciproci della clientela
e del ristoratore. Una formula semplice funziona benissimo.
Anche le visita a musei o aree archeologiche (a pagamento, in genere pochi euro a
carico del singolo partecipante) ha incrementato notevolmente il numero dei visitatori di
questi luoghi, spesso assai interessanti, ma
non sempre opportunamente promossi.
Dalla prossima primavera le visite saranno a “emissioni zero”: verranno azzerati i
carichi inquinanti di anidride carbonica prodotta con l’organizzazione del programma e
la partecipazione dei visitatori. Uno sforzo
gestionale, soprattutto un segno di attenzione all’ambiente, attraverso il contrasto dell’inquinamento. In pratica sono stati calcolati gli impatti diretti (spostamenti, special-
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Visita guidata nei boschi di Rocca di Papa
la passione per presentarla con la forza e il
magnetismo di una leggenda, si può arrivare ad innescare dei processi di appropriazione della conoscenza che alimentano dei
meccanismi neanche troppo sofisticati (e per
questo più sicuramente funzionanti): le visite guidate che trasformano la storica tradizione romana delle gite fuori porta in qual-
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cosa di diverso, che recuperando i valori
antichi, a volte ancestrali, di un territorio
che ci appartiene, producono reddito e qualche ritorno economico, sufficienti per autoalimentare un programma che ha come fine
vero quello della conoscenza, perché da lì
discende tutto il resto. Le visite guidate si
fanno soprattutto per questo.
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Aree protette 25 - Parco Regionale Valle del Treja