89° anno
LXXXIX
N. 11
Novembre
2010
in cruce gloriantes
MENSILE DELL’AZIONE CATTOLICA TICINESE
In questo
numero:
3
Portare la nostra
fede e abbracciare
le inquietudini
5
Tempo giovani
10
Il Natale dei ragazzi
13
Raccontami una fiaba
16
Una borsa di studio
Mamma
Mamma
a Betlemme
dal presidente
Come rendere viva e feconda la formazione nell’Azione Cattolica
Gesù Cristo è il cuore della nostra proposta formativa
Natale si avvicina ancora una volta per richiamarci all’essenzialità in una società
dei consumi e delle cose da fare. Anche noi come cristiani siamo spesso condizionati
e soggiogati da questo stile di vita. Che cosa possiamo fare? Rincentrarci sull’essenziale, ossia la Grazia di Dio per noi, la presenza del Signore in mezzo a noi. Durante un breve soggiorno a Roma sono stato al Centro nazionale dell’AC italiana per
prendere coscienza della proposta formativa dell’ACI: mi hanno colpito la bellezza e
la ricchezza del cammino italiano. Il “Progetto formativo” legge i tempi, definisce la
formazione e indica quindi le direzioni verso cui andare. Trascrivo un passaggio
fondamentale del Progetto formativo ACI che dà l’idea di cosa è veramente un’AC
che forma le persone – magari ci può aiutare nel nostro cammino in preparazione
del nostro 150° - per prendere coscienza ancora una volta della nostra missione – e
anche nel cammino verso il Natale, affinché Cristo prenda forma in noi.
Davide De Lorenzi
Che cosa intendere per formazione? È
l’azione dell’educatore che influisce
sui pensieri, sulle scelte, sui valori di
riferimento delle persone che gli sono
affidate? È passaggio di contenuti da
un maestro che conosce la dottrina
ad un discepolo che la deve imparare?
È metodo e tecnica comunicativa? È
lo sviluppo ordinato di una serie di
contenuti da trasmettere? È seguire
passo per passo un sussidio? …
Ciascuna di queste idee contiene
qualcosa di vero, ma nessuna di esse
corrisponde esattamente all’idea di
formazione che ci sembra la più forte
per un percorso di vita cristiana ri-
spettoso delle persone e adatto a
questo tempo. Il termine formazione
sembra potersi riferire ad un’azione
che dà forma. La formazione è
un’esperienza attraverso la quale una
persona prende fisionomia: diviene
se stessa, assume la sua originale
identità che si esprime nelle scelte,
negli atteggiamenti, nei comportamenti, nello stile di vita.
La nostra fisionomia più profonda e
più vera è il volto di Cristo: ogni
persona è creata a immagine e somiglianza di Dio e porta in sé l’immagine del Figlio. Formazione è far
emergere nella vita di ciascuno il
volto del Figlio. Formazione è dare
alla vita la forma del volto di Gesù,
modello e vocazione di ogni persona. […] L’azione formativa volta alla
maturazione della fede attinge ad alcuni doni fondamentali, anzitutto la
Parola di Dio, con cui Dio continua
a guidare la nostra vita e a darle una
fisionomia secondo il suo cuore,
[…!, i sacramenti, […] infine la vicinanza di una comunità. […] Gesù
Cristo è il centro vivo della fede, è il
cuore della nostra proposta formativa. […] Formare significa per noi
introdurre i credenti nella pienezza
della vita di Cristo come Salvatore
di ogni creatura, come Maestro e
modello di umanità, come Verità
che appaga ogni ricerca: “Chi segue
Cristo, l’Uomo perfetto, si fa pure lui
più uomo” (Gaudium et spes, no 41)
La formazione deve portare a conoscere Gesù e a decidersi per Lui, a
scoprire che lui realizza il desiderio
di umanità piena che c’è nel nostro
cuore. Attraverso la formazione Gesù plasma la nostra vita, la riempie
di sé e ne diventa ragione. […]
Dal Progetto formativo dell’ACI “Perché sia formato Cristo in noi”, 2004.
La storia dell’Unione Femminile
È stato pubblicato un nuovo Quaderno dell’AC intitolato “L’Unione fa la donna”. L’opuscolo racconta la storia dell’associazionismo cattolico femminile ticinese, nel 90° di fondazione dell’Unione Femminile Cattolica Ticinese, nata nel 1920.
Una storia di donne. Di donne ticinesi che si sono messe insieme per conquistare uno spazio che a loro e ad altre donne era
negato, vivendo questa emancipazione femminile nel singolare e generoso servizio alla Chiesa e alla realtà sociale nella
quale erano inserite. Un’associazione composta da donne che all’Azione Cattolica hanno dedicato – letteralmente – tutta
la loro vita, con una fedeltà e una dedizione comparabile soltanto ad una vocazione consacrata. Questo opuscolo vuole essere un omaggio a loro, alle tante donne cattoliche che in novant’anni hanno cambiato il volto e il cuore del Ticino perché
hanno semplicemente vissuto quotidianamente la loro fede incrollabile.
Copie dell’opuscolo possono essere richieste in Segretariato dell’Azione Cattolica ([email protected], oppure telefonando allo 091 950 8464) al prezzo di 2 franchi a copia (sconti per ordinativi superiori alle 15 copie).
2 Spighe Novembre 2010
la parrocchia
Tante case nascondono un dramma, ma anche la speranza di credere
Portare la nostra fede e abbracciare le inquietudini
Debbo ringraziare Luigi Maffezzoli
per quanto sta scrivendo sulle Spighe di questi mesi perché ha risvegliato il sogno ad occhi aperti che
mi è nato dentro quando ho cominciato ad affidarmi a Nostra Signora
di Lourdes nove anni fa!
Per questo voglio associarmi all’invito che traspare dalle sue righe appassionate e ribadire con forza l’importanza e l’attualità di quanto chiede
in quelle pagine. Anch’io propongo,
anzi “grido“ ai lettori e a tutti, l’opportunità, la necessità, la responsabilità che abbiamo di uscire dall’abituale schema d’incontri fra credenti,
dalle riunioni amichevoli, dalla mera
partecipazione alla messa domenicale, dai circoli, per finalmente offrire
la pace della nostra Fede cristiana,
viva e vissuta, a chi l’aspetta e la cerca girando a vuoto nel dubbio, forse
nell’ansia, od anche nel rifiuto… e
sono tanti, credetemi! E se non mi
credete… ecco alcune shockanti testimonianze che m’hanno aiutato a «
sognare » in tutti questi anni!
Da parecchio presto servizio, con altri, a Lourdes, ai piedi di Maria presso
la Grotta della Sua presenza, o presso
il servizio informazioni, e tante volte
m’è capitato d’essere avvicinato da
qualcuno che cercava “solo” della pace. Le scuse per iniziare l’improvvisato colloquio sono infinite (banali informazioni, darti la mano, una
battuta..) poi il dramma che portano
dentro emerge: vogliono parlare, vogliono capire, vogliono forse anche
alleggerire con te, come fossi un improvvisato cireneo, l’incomprensibile
croce che Iddio ha posto sulle loro
spalle, sempre diversa, sempre inaspettata… e tenete presente che io
non sono un prete!
È gente come noi: donne, professionisti, lavoratori, madri… vengono dai
posti più svariati, singoli o coppie,
che un giorno decidono in solitudine
d’intraprendere viaggi della speranza
per ciò di cui hanno più bisogno e
che nessuno a casa sa più offrire. Non
sono alieni, labili mentali, poveri
ignoranti: ti chiedono se lì si trova la
pace per una vita rovinata, se lì ci sono miracoli, anche piccoli, se solo i
cattolici possono sperare, o semplicemente come si fa a sprecare un po’
meno il proprio tempo che se ne va…
sono come noi, ma per loro un giorno
la vita diventa come un macigno. Ci
credete che sono tanti, ogni anno?
Non basta: tempo fa ero in una città
del Bresciano, in Lombardia. Mi ero
associato, più per curiosità che per
senso missionario ad un gruppo di
laici e sacerdoti che, sotto la guida
degli Oblati di Maria Immacolata si
erano offerti volontari a portare la vita della Fede nelle case di coloro che
ne avevano fatto richiesta alla disastrata parrocchia. Bisognava andare
per le vie a bussare alle porte, a sconosciuti, aspettare se ti lasciano entrare, vederne la reazione, e magari,
una volta entrati, trovarsi in un imbarazzato silenzio… Che dire? Ho
chiesto consigli prima, ma la risposta
era sempre « vedrai tu..»… e così sono
andato. Ed ecco cosa ho trovato:
- anziani diffidenti. che ti offrono un
bicchier d’acqua, un caffè, poi aspettano un sorriso senza nulla chiederti, e si sciolgono raccontandoti come
fossi il primo che passa di là la solitudine di sopravvivere ai figli, ai propri cari, con il passato come vita e la
morte come prospettiva…
- giovani coppie conviventi, che sentivano che non era quello il modo di
vivere nella fiducia reciproca, di darsi l’un l’altro senza riserve. Volevano
amarsi in pieno, senza formalità ma
col sigillo della verità, anche eterna
se il loro amore lo chiedeva... ma il
prete dava solo sfiducia..!
- una signora di mezz’età che ti apre
con sufficienza: entri fra la freddezza,
stai per decidere che forse è meglio
levare il disturbo, quando chissà per
quale mezzo sorriso sfuggito inizia a
rovesciare ai tuoi piedi le pene di decenni. All’inizio non capisci molto,
perché il pudore ne cela i dettagli, poi
pian piano la realtà emerge: nessuno
ha mai neanche solo «ascoltato» tutto quel groviglio di pene vissute, neNovembre 2010 Spighe 3
anche la famiglia, o gli amici, e tu sei
il primo che le fa questo dono, grande
per chi ne ha sete! Beh, alla fine
m’avrebbe dato tutto e mi congedò
con un’inatteso bacio sulla guancia
per dirmi grazie, come ad un fratello
atteso da chissà quanti anni!
- immigrati africani, che ti aprono le
loro povere porte solo perché vieni in
nome di Dio e quindi non sei un nemico… o immigrati musulmani che ti
chiedono di Dio e t’ascoltano parla-re
dello Spirito come se stessi parlando di
Allah… o finanche testimoni di Geova, abituati a pescare adepti fra i cristiani che non capiscono più la Chiesa, che cercano un confronto con te
per portarti con loro ma restano senza
parole davanti alla forza interpretativa
del Vangelo sulla Bibbia… per quello
Spirito che manca a loro!
Certo c’era anche chi non aveva
nulla da dire e chiudeva la porta. Ma
nulla vale la certezza che ti cresce
dentro che la Fede che porti non è
inutile, serve la vita, quella vera di
tutti i giorni.
É dono dello Spirito, credo, portare
la nostra povera fede ad abbracciare
le inquietudini per cui ci è donata, e
per cui essa sola sa dare Speranza e
voglia di vivere…
Eppoi, come dimenticare quei poveri
diavoli abbandonati dal partner, dallo
sposo, e quindi soli, rovinati, divorziati, o risposati sotto la spinta della solitudine? Sapete che in molti di loro
(come è successo anche a me) proprio
grazie a quei duri frangenti rinasce il
dono divino del bisogno, della ricerca
della fede, e sapete anche che sono
spesso respinti proprio dai «fedeli» in
parrocchia, per sospetto, ignoranza
od invidia… O peggio si autoescludono sentendosi il «dito puntato» della
gerarchia della Chiesa che non sembra loro più neanche amica…
Anch’io ho vissuto quegli anni, e so
4 Spighe Novembre 2010
il valore di una mano tesa: val la pena di dir loro che Dio non è affatto
lontano dalla loro «povertà» spirituale, quella che stanno vivendo,
che la Chiesa li aspetta a braccia
aperte, e che nonostante le clausole
del diritto canonico anche i risposati possono essere fratelli in Cristo,
perché per tutti Gesù è morto, e per
tutti, nessuno escluso, ha detto sulla
croce “questa è tua Madre”, la nostra
dolcissima Maria!
Ecco, di getto, perché penso che sacerdoti e laici cristiani dovrebbero
aver un po’ più coraggio e cogliere
ogni opportunità per cercare in
umiltà, ed aiutare, chi aspetta
nell’anonimato!
Conosco le obiezioni: la gente non
ama vedere qualcuno alla porta, la
privacy innanzitutto, se uno vuole
venire in chiesa sa come fare, faccio
già abbastanza, non siamo di Geova,
ecc… Ma sapete meglio di me che
tante volte queste risposte sono un
alibi per non mettersi nei guai e seguire la corrente! Poi capita che dei
sacerdoti, per capire qualcosa di quello che i pochi fedeli rimasti pensano
e gradiscono da loro (e non solo per
l’orario delle messe) si affidano a sondaggi statistici e suggerimenti «flash»
da parte dei fedeli... chi risponde!
Ma si può senza l’umile apertura al
singolo aprire la strada a Dio che ci
vuole tutti salvi, ma con il nostro
aiuto? Siamo noi ora per le vie del
mondo, Lui vi cammina in noi e
con noi!
Paolo, per creare le Chiese apostoliche in mezzo ad un mondo ostile non
andò per il sottile in fatto di tentativi,
ammonimenti al pentimento e benedizioni! Io sono sempre più convinto
che ci troviamo nelle stesse condizioni di quelle prime Chiese cristiane, in
un mondo estraneo, ma pur sempre
con una grande possibilità di fascino
per la proposta di pace che abbiamo
avuto in dono. Basta non nasconderla, se necessario fare inviti opportuni
e talvolta inopportuni, rischiare anche un no, ma lasciare un seme per
dopo, offrendo ciò che ci fa vivere e
sperare. Non sono i metodi per cercare nuovi «clienti»? E se li usassimo
per cercare quelli del Cielo?
Proprio recentemente il Papa in uno
dei suoi interventi ha detto: «I cristiani non possono ignorare la crisi di fede
che è sopraggiunta nella società, o semplicemente confidare che il patrimonio
di valori trasmesso lungo i secoli passati
possa continuare ad ispirare e plasmare
il futuro della famiglia umana». Neanche a farlo apposta, il Papa sembra offrirci l’alibi che è portato più sovente
dai fedeli che vanno ancora in chiesa,
per rinunciare: «Non ci sono più le famiglie credenti di una volta»! E continua il Papa: «L’idea di vivere ‘come se
Dio non esistesse’ si è dimostrata deleteria: il mondo ha bisogno di vivere ‘come
se Dio esistesse’ anche se non c’è la forza
di credere, altrimenti produce solo un
‘umanesimo disumano’».
Non vi sembra che da queste parole
forti, molto forti, traspare quasi un
ultimatum per la realizzazione di
quel «sogno antico» che oggi vi ho
riproposto?
Luciano Inzoli
il Natale dei ragazzi
Prepariamo insieme la nascita di Gesù
Ciao!
Il tempo corre ed ecco che presto sarà Natale. Come
saprai sicuramente, a Natale ricordiamo la nascita di
Gesù, in un certo senso festeggiamo il suo compleanno. Il periodo che precede il Natale è chiamato Avvento. In questo tempo, in cui addobbiamo le case per
la grande festa, dobbiamo impegnarci anche a preparare il nostro cuore all’incontro con Gesù.
Colora e ritaglia l’immagine di Maria e la striscia
di sotto che sarà il suo piedistallo. Poi appoggiala
sul tuo comodino e lei veglierà su di te, proprio
come ha vigilato il suo bambino Gesù. Ripeti la
preghiera che segue:
Vogliamo allora prepararci al Natale conoscendo un po’
meglio Maria, la mamma di Gesù. Vogliamo imparare a
dire di Sì a Gesù, come ha detto lei. Tante
persone ogni giorno seguono il suo esempio, fra questi anche noi dell’Azione
Cattolica che quest’anno festeggiamo i 150 anni di Sì!
Maria, fa che il mio cuore
sia simile al tuo:
allegro come la primavera,
sereno come l’estate,
dolce come l’autunno,
pulito come l’inverno.
Prometto di avere
sempre tanta fiducia in te,
anche quando sarò grande.
10 Spighe Novembre 2010
il Natale dei ragazzi
Albero d’Avvento... albero del Sì!
Si parte!
Con questo lavoretto vogliamo proporvi un nuovo modo di prepararci al
Natale: i fioretti dell’Avvento. Sono
tanti piccoli “SI” per trasformare semplici gesti in piccoli miracoli d’amore.
Occorrente: * feltro verde scuro
50x60cm * pannolenci colorato * colori a rilievo * paillettes * cartoncino
* matita * forbici * forbici a zig-zag *
colla vinilica * pennello piccolo a
punta piatta * bicchiere ca 6cm di diametro * cordino di raso.
Disegna un albero di natale sul cartoncino e ritaglialo. Prendi la sagoma
ottenuta e ricalcala sul feltro. Ritaglia
il feltro con le forbici a zig- zag.
4
3
Metti la colla dietro i cerchi per ¾.
Incollali in modo da formare delle
piccole tasche. Poi, se vuoi, puoi abbellire il tuo albero incollando paillettes e decorazioni.
Per finire ritaglia le striscioline della pagina segunte, piegale e infilale
nelle taschine del tuo calendario
dell’Avvento. Ogni giorno estrai un
biglietto, leggilo e rispondi secondo
quanto ti sussurra il tuo cuore.
Quanti bei fiori sbocceranno nel
tuo cuore da offrire a Gesù?
Utilizza i colori a rilievo per disegnare i numeri da 1 a 24 sui
cerchi di pannolenci e lasciali
asciugare!
RISULTATO FINALE
2
1
Appoggia il bicchiere sui pannolenci e disegna dei cerchi.
Devi averne 24 in tutto. Io ti
consiglio di farne di 4 colori diversi. Ritaglia i cerchi e tienili
da parte.
Novembre 2010 Spighe 11
Arriva il bello...
Pensa ad una persona (parente, amico, conoscente) che vive un po’ in solitudine. Provi a fargli una telefonata per
salutarlo e sentire come sta?
Pensa ad una persona cara. Vuoi farle un bel disegno?
Oggi fai il detective. Osserva la tua mamma e scopri quante cose fa per te. Questa sera vai da lei e le dici “grazie
per…” . E le fai l’elenco di tutto quello che hai osservato? Riusciresti a fare lo stesso un altro giorno con il papà?
Ti va di invitare a casa tua per merenda un amico “nuovo” con cui hai giocato poche volte?
Vuoi fare una sorpresa ai tuoi genitori? Riordina un posto della tua camera che di solito è in disordine.
Se hai un fratello o una sorella, ti va di fare un giorno intero senza bisticciare?
Scegli nel tuo portamatite o nell’astuccio un regalo da fare al compagno di banco.
Ogni tanto i sacerdoti sono pensierosi… hai voglia di far sorridere il tuo parroco lasciandogli in bucalettere un
biglietto simpatico creato da te?
Senz’altro hai visto alla televisione o hai sentito parlare di tante situazioni difficili di povertà dovute a guerre,
epidemie, calamità naturali. Nei prossimi giorni, quando preghi, ti ricordi dei bambini che vivono in quelle situazioni? Parla coi tuoi genitori: forse loro sanno come poterli aiutare almeno un pochino.
Una sfida: sei capace di usare le parole magiche “grazie, prego, per piacere” spesso, volentieri e spontaneamente?
Cerca di scoprire se cambia qualcosa intorno a te …
Fare i compiti è un dramma? Di solito brontoli e lo fai all’ultimo minuto e maluccio? Questa settimana provi a
farli con così tanto impegno e cura da stupire i tuoi famigliari e perfino l’insegnante?
E se quest’anno li scrivessi tu i biglietti di Natale ad alcuni amici e parenti?
Vuoi diventare giornalista? Manda al segretariato dell’Ac un breve “articolo” con un tuo pensiero, disegno, augurio
per il nuovo anno ad ogni lettore.
Oggi o nei prossimi giorni, vuoi fare una visita a Gesù nel tabernacolo e rimanere in sua compagnia un momento
in silenzio?
Hai voglia di fare il “trasparente” con l’immagine di Maria come proposto in questo giornalino e di appenderlo su
un vetro bene in mostra? Sarà uno splendido messaggio di tenerezza per chi lo vede! Sai essere anche tu dolce e
affettuoso con i tuoi cari?
Ti va una bella chiacchierata con i tuoi nonni o zii? Prova a farti raccontare come vivevano loro il Natale da
bambini.
Quanti giocattoli! Quanti vestiti! Potresti scegliere alcune cose belle che non usi tanto da regalare a bambini che
non ne hanno? Senz’altro i tuoi genitori conoscono qualche associazione a cui darli…
Come te la cavi a tavola? Mangi quello che hai nel piatto? Hai mai fatto i complimenti alla cuoca? Aiuti ad apparecchiare e sparecchiare? Ci vuoi provare in questi giorni prima di Natale?
Tante volte, quando mamma o papà ci chiedono un favore o ci dicono di fare qualcosa, la prima risposta è sempre
“NO!”, “Uffa!”. Oggi e nei prossimi giorni proviamo a rispondere “Sì!”, “Eccomi”, “Arrivo subito!”.
E se tu provassi a cancellare il broncio che a volte fai, e spiegassi con calma cosa c’è che non va, per trovare insieme
una soluzione per ritornare a sorridere?
Sulla porta di casa occorre un segno natalizio: disegni una bella stella cometa e scrivi “Vieni Gesù!”?
La mattina di Natale non esitare: corri in chiesa a festeggiare la nascita di Gesù! Te la senti di augurare a tutti
con uno splendido sorriso: “Buon Natale!!”?
PS: se mamma e papà vogliono fare anche loro l’albero dell’Avvento non ci sono problemi.. basta sostituire il
coniuge a mamma e papà e fare un mondo di bene!
12 Spighe Novembre 2010
il Natale dei ragazzi
Abbiamo sentito tante volte la storia del Natale, ma questa volta le immagini sono un po’ strane, ci sono degli
errori! Sai riconoscerli a prima vista? Ti puoi aiutare leggendo il brano biblico narrato nei vangeli di Matteo e
Luca. (Mt 1,18- 24; Lc 1,26-38; 2, 1-20)
Novembre 2010 Spighe 13
il Natale dei ragazzi
La storia di una bimba che ha detto sì e ha donato con amore
A Natale… raccontami una fiaba
Natale. È gioia a Città del Messico.
Tutti sfoggiano vestiti nuovi e fanno
festa mangiando e bevendo in abbondanza, e scambiandosi doni. Tutti… meno la piccola Ines…
Ines, povera bimba india, a piedi nudi vagava per il mercato grande,
contemplando con occhi pieni di
desiderio le mercanzie esposte. “Non
resterò povera per tutta la vita… diventerò grande e lavorerò… papà
uscirà di prigione, e anche la mamma sarà finalmente guarita” pensava
tra sé.
Intanto sorrideva ai venditori, che le
volevano bene e le regalavano sempre qualcosa. Qualcosa però non era
14 Spighe Novembre 2010
sufficiente a sfamare l’appetito dei
suoi fratellini, che l’aspettavano a
casa. Il suo occhio allenato sapeva
scoprire anche fra gli avanzi, nella
spazzatura, se era stato abbandonato
del cibo in buono stato e la sua mano veloce sapeva scegliere con cura.
Ines era molto brava: anche questa
volta non sarebbe tornata a casa a
mani vuote, e i suoi fratellini l’avrebbero accolta gioiosamente per la cena natalizia. Per Natale erano tutti
molto generosi e la cena sarebbe stata più abbondante del solito.
Ma questo pensiero non bastava a
rallegrarla. Ines aveva un cruccio segreto. Secondo la tradizione, nella
notte di Natale, tutti i bambini della
città avrebbero portato un fiore, a
Gesù bambino, e c’era una gara a chi
lo portava più bello. Anche Ines
amava il Signore, e avrebbe voluto
essere lì ad offrire il fiore più bello…
ma come fare?
Non sapeva come procurarsi neppure un fiore qualsiasi. Al mercato della frutta non c’erano fiori. I giardini
delle case erano pieni di fiori. Ines li
vedeva passando. Era tentata di coglierli, ma non si può donare a Gesù
un fiore rubato. Ines non si decideva
a tornare a casa. Vagava inquieta, alla ricerca di un fiore diverso, unico,
il più bello che potesse immaginare.
Passò tra i ruderi dell’antica città
dei Re. Forse lì avrebbe potuto trovare il fiore dei Re di una volta, un
fiore speciale da portare a Gesù
bambino. Tra i ruderi abbandonati
però crescevano solo piante selvatiche. Girò e cercò, ma i suoi occhi
attenti non riuscirono a scorgere
neppure un fiorellino.
Era quasi buio. Sua madre l’avrebbe
sgridata e i suoi fratelli rischiavano
di rimanere senza cena. Doveva
tornare a casa. C’erano delle piantine in un angolo, che avevano foglie larghe, lucide e sembravano
fiori verdi. Ines ne raccolse alcuni
rametti e ne fece un mazzo mettendoli insieme nel modo più gradevole possibile e legandoli con un nastrino rosso che tolse dai propri
capelli. Con passo deciso si diresse
verso casa. Passò davanti alla grande chiesa: la porta era spalancata.
“A quest’ora – pensò - non ci sarà
nessuno in chiesa. Tutti sono a casa
per la cena e per scambiarsi doni.
Porteranno i fiori a Gesù verso
mezzanotte”. Immaginò subito la
scena: i bambini con l’abito della
festa e in mano fiori stupendi di
tutti i colori… Guardò il suo mazzetto di sole foglie e due lacrimoni
le scesero lungo le gote.
Entrò in chiesa decisa. “Gesù mi
perdonerà – si ripeteva tra le lacrime – ma io non posso trovarmi a
mezzanotte insieme con gli altri
bambini. Mi vergognerei troppo del
mio povero mazzo di foglie… non
sopporterei i loro sguardi. Sono
certa che Gesù capirà …”.
“ Gesù, diventerò presto grande e
lavorerò. Guadagnerò dei soldi e, te
lo prometto, ti comprerò dei fiori
bellissimi: i più belli del Messico”.
Delle voci confuse e degli “oh” di
meraviglia la scossero dai suoi pensieri. Non capiva. Accanto a lei,
come sorta dal nulla, c’era tanta
gente che la pressava per veder meglio e le facevano strane domande:
“Che bei fiori… li hai nel tuo giardino?”. “Sono proprio tuoi?”. “Dove li hai trovati?”.
Ines guardò il mazzetto di foglie
che ancora teneva in mano e, sorpresa, arrossì di piacere. Le foglie
erano tinte di rosso, un bel rosso
vivo, allegro.
Dei pistilli giallo oro, nel mezzo, le
facevano sembrare tante stelle.
Stupita, Ines guardava il suo meraviglioso mazzo di fiori rossi e non
sapeva cosa rispondere alla gente.
Timidamente depose i fiori stupendi davanti al Bambino.
Vide che Gesù le sorrideva e capì
che il Bambinello aveva premiato
la sua fede trasformando quelle
semplici foglie nel fiore più bello
del Messico: la stella di Natale.
Da allora la Stella di Natale addobba le nostre case nel periodo di Natale, per ricordare a tutti il grande
amore di una bambina per Gesù
bambino.
Libero adattamento della storia
tratta da “Così è fiorita la Stella di
Natale” di Dorina Rizzo.
Immagini di Marcello Peola.
Edizioni Paoline.
Chi è Maria?
Chi è Maria?
Lei è la mamma, e quale mamma!
È la mamma di Gesù!
Ha portato nel suo grembo
il figlio di Dio.
L’ha dato alla luce e l’ha curato da piccolo.
L’ha visto crescere e l’ha seguito da grande.
Ha ascoltato le sue parole
e le ha messe in pratica.
Ha sofferto per lui.
Con lui ha esultato
per le grandi cose
fatte da
Dio.
Lo ha visto morire.
Lo ha incontrato risorto.
Adesso vive con Lui nella gioia
e ci aspetta in Paradiso.
Che mamma Maria!
Voglio starle in braccio anch’io,
ringraziarla per il dono di Gesù,
sentire il suo respiro,
ascoltare il suo cuore che batte,
tutto pieno di
Dio.
Voglio imparare da lei a soffrire con coraggio
e a pregare con fiducia.
Le affiderò i miei pensieri
quando sarò triste.
Le chiederò di vegliare su ogni bambino
e su tutte le persone che soffrono.
(Tratto da: Voglio raccontarvi
un segreto – Lettera di Natale ai bambini
di Dionigi Tettamanzi)
Si inginocchiò davanti alla statua
del Bambinello e pregò sospirando:
“…i santi non sono tali per le opere grandi che hanno compiuto,
ma per l’amore con cui si sono sacrificati nel compimento della
missione loro chiesta da Dio.”
P. Pancrazio
Novembre 2010 Spighe 15
G.A.B. 6600 LOCARNO 4
Ritorni a
Amministrazione «Spighe»
Corso Elvezia 35
6900 Lugano
dall’associazione
Una borsa di studio per la Facoltà di teologia
Monsignor Eugenio Corecco, già anni fa ci aveva sollecitati a offrire come Azione Cattolica, una borsa di
studio annuale alla Facoltà di teologia per permettere a studenti-seminaristi di paesi in difficoltà di accedere alla nostra facoltà.
Siamo stati fedeli per alcuni anni.
Ora si tratterebbe di riprendere l’iniziativa sollecitati anche dal rettore
mons. Azzolino Chiappini, con lo
scritto inviato all’Azione Cattolica e
all’Unione Femminile che qui di seguito pubblichiamo.
In vista del prossimo anno accademico
2010/2011, rinnoviamo gentilmente la
richiesta per un aiuto economico a favore di Borse di Studio per i nostri studenti seminaristi e religiosi, molti dei
quali vengono a Lugano da paesi poveri e hanno perciò bisogno di essere sostenuti con Borse di Studio. La Facoltà
ha grosse difficoltà a far fronte a questa
necessità, ragione per cui è di vitale
importanza l’aiuto di coloro che sostengono la nostra attività formativa.
Abbiamo una bellissima notizia da comunicarvi: lo scorso mese di giugno è
stato consacrato il primo Vescovo che
ha completato la sua formazione teolo16 Spighe Novembre 2010
gica presso la Facoltà di Teologia di
Lugano (FTL). Il 13 giugno ultimo
scorso Mons. Jean de Dieu Raoelison è
stato consacrato Vescovo Ausiliario
dell’Arcidiocesi di Antananarivo (Madagascar). S.E. Mons. Raoelison ha
svolto alla nostra Facoltà un’importante ricerca sulla problematica della nascita e sviluppo di numerose sette e movimenti religiosi nel suo paese d’origine.
Il titolo della tesi di dottorato in teologia dogmatica è “Eglise sacrement du
salut selon Vatican II et les Nouveaux
Groupements Religieux a Madagascar,
quels rapports instaurer?”.
La Facoltà di Teologia di Lugano è
onorata di aver potuto contribuire alla
formazione di questo nuovo Vescovo
che svolgerà il suo ministero nella Diocesi in cui è nato che è la più importante del Madagascar e conta oltre ottocentomila fedeli cattolici!
In attesa di una Vostra cortese risposta, Vi garantiamo un ricordo particolare nella preghiera e Vi esprimiamo
già sin d’ora la nostra profonda gratitudine per tutto quello che vorrete fare
di bene alla FTL.
Con i più cordiali saluti e sentiti ringraziamenti.
Coloro che si sentono di aderire con
un’offerta mensile, trimestrale, semestrale o annuale sono pregati di
comunicarcelo. Manderemo personalmente le polizze.
Unendo le nostre forze, l’obiettivo è
quello di arrivare ai 12.000 franchi
annuali necessari per una borsa di
studio.
Già sin d’ora vi ringraziamo.
Responsabile: Luigi Maffezzoli
Redazione
Davide De Lorenzi
Chiara Ferriroli
Isabel Indino
Chantal Montandon
Carmen Pronini
Redazione-Amministrazione
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Sostenitori fr. 35.–
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2010_11_novembre - Azione Cattolica Ticinese