n.9 dicembre 2004 mensile di intrattenimento intelligente 2 EDITORIALE bazar 12 2004 MAra Codalli Direttore arTistico www.bazarweb.info Eugenia ROmanelli Direttore responsabile Vera RIsi viceDirettore www.bazarweb.info bazar 12 2004 laboratori studenti la sapienza 3 Manifestazioni illegali di P E N S IE R O Vuoi esprimere liberamente il tuo pensiero? Preparati a evad ere, a scavalcare barriere e a muoverti in modo clandestino. Perc hé per riapp ropr iarti dei tuoi spazi spesso devi scegliere l’illegalità La nostra società richiede una qualifica specifica, una specializz fare qualcosa per potersi realizzare nella vita, ma anche solo azione sempre più approfondita, ritmi di vita serrati e schemi per poter “vivere al meglio”. Saper dall’ambiente che ci ospita nel quale passiamo, ma nel qualeper ottenere un posto dove rifugiarsi. C’è un isolamento che ci allontana non tanto dagli altri, quanto liberi. Siamo così incastrati nelle nostre idee e nelle righe dellenon viviamo come dovremmo. Siamo senza un posto dove poter essere indipendenti, veri e soprattutto istituzioni che per poterci esprimere liberamente dobbiamo evadere, che noi stessi abbiamo creato. C’è chi sceglie luoghi e vie legali scavalcare con insistenza quello Nascono cosi tanti movimenti di espressione libera (da vincoli). istituzionali, senza però trovare posto per sé. Arte per chi la fa e per chi ne fruisce. Nessuna approvazione di La voglia di esprimere se stessi in questi casi irrompe nelle piazze, esterni, nessun vincolo legale o fisico. nei buchi neri dell’etere, su Internet, nel cinema e nel teatro, Per trasmettere emozioni agli altri non servono leggi o musei di chissà quale eleganza, basta avere la passione da trasmette ovunque. (Di Valentina Ruocco, Cristiano Suriano) re, anche a tutti i costi. Quell’insostenibile leggerezza dell’etere Sono circa 140 le televisioni semiclandestine sorte in Italia sulla scia della bolognese “Orfeo TV”, nata nel 2002. L’ultima frontiera “street tv”, microemittenti che sfruttano i così detti “coni d’ombra” della libertà di espressione si chiama dicono. E’ una situazione analoga a quella degli anni ’70, quando ( frequenze non ancora acquisite da nessuna televisione) per mandare in onda quello che gli altri non le radio libere cominciarono a trasmettere con successo contenut leggi statali lo vietassero. A inaugurare il fenomeno delle “tv di i innovativi e originali nonostante le Vitali e che trasmette in un area di 200 metri nell’omonima via quartiere” a corto raggio è stata appunto “Orfeo tv”, nata il 21giugno 2002 da un’intuizione di Giancarlo Bologna. La durata delle trasmissi oni di una emittente -tipo è di poche senza palinsesto e concentrata su documenti video locali e internazio nali: denuncia sociale, riprese di eventi cittadini, cortometraggi,ore al giorno, rigorosamente interviste. Piccole, efficaci ma per qualcuno scomode, le street filmati reperiti in Internet e la televisione dei lavoratori FIAT di Termini Imerese, e di “Disco tv fanno controinformazione e può capitare che qualcuna venga chiusa. E’ il caso di “telefabbrica”, determinante per l’esistenza e l’attività delle tv di quartiere. La volante” gestita da una cooperativa di disabili di Senigallia, subito oscurate. L’aspetto della legalità è né esercitare impianti di telecomunicazioni”. Per il proprietalegge Mammì prima e la Gasparri poi stabiliscono che senza autorizzazione non è possibile “installare, fino all’arresto da 6 a 18 mesi. Le tv di quartiere che attualmen rio di una tv di strada non in regola è prevista una sanzione amministrativa dai 250 ai 10 mila euro Costituzione che garantisce la libertà di pensiero con ognite trasmettono sul territorio italiano sono illegali ma i titolari dichiarano di appellarsi all’ art. 21 della politico e mediatico inaugurando tra i primi una delle street tv mezzo di diffusione. Duro e polemico il tono di Antonio Ciano, l’uomo che da solo ha sfidato il sistema del Lazio, TMO: “Basta con la pubblicità e la moda, un freno ai realtà”, ha detto. reality show, la televisione deve mostrare la (Di Renzo Di Falco, Alesia Del Monte, Simona De Piccoli) 4 studenti la sapienza laboratori bazar 12 2004 Se ami un libro lascialo libero Si chiama bookcrossing il fenomeno nato in America e lanciato in Italia a Settembre 2003 presso la fiera letteraria di Mantova grazie all’attività di Fahrenheit, il programma radiofonico di Radio Tre. E’ il nuovo cult del momento, nata con lo slogan: “se ami un libro lascialo libero”, ovvero abbandonalo sulle panchine di un parco, in metropolitana, al bar, in spiaggia, al cinema o a riposo in una sala d’attesa. E’ un movimento vivo, solo in Italia gli aderenti al bookcrossing (bookcorsari) sono 21mila. I membri della vasta comunità amanti dei libri, si incontrano virtualmente tramite internet sul sito ufficiale ( www.bookcrossing.com) per donare o ricevere un libro giudicato particolarmente interessante e significativo, che a sua volta sarà poi donato e/o ricevuto tutte le volte che troverà qualcuno pronto ad accoglierlo. Un solo obbiettivo: trasformare il nostro mondo in un enorme biblioteca libera. Il bookcrossing è sentito dai bookcorsari come una vera e propria “missione di pace” per favorire, diffondere e liberare dalle barriere burocratiche, e non solo, le culture del mondo nel mondo. Illegale o no…comunque graffito Un’arte collettiva, un esposizione murale di pubblica accessibilità. Graffiti è scrivere sul muro, è ogni dipinto figurativo realizzato con semplici materiali (bombolette spray, rulli, gessetti) e in luoghi tradizionalmente non destinati a questa attività. Il writing nasce come espressione di ribellione sociale sul finire degli anni ’60 nei ghetti neri degli U.S.A. Raggiunge l’Europa solo successivamente. Quella dei writers è una cultura variegata e complessa nella quale confluiscono elementi legati a storia, tradizioni e singole personalità. In passato ci sono state discussioni sulla reale comprensione dei graffiti nell’ambito dell’arte, ma come ogni altra forma artistica, il graffito richiede medesime capacità di produzione ed espressione: passione, creatività, talento e impegno. A differenza di altre forme d’arte però il graffito si muove a cavallo tra legalità e illegalità: nasce come azione illegale, una sorta di invasione di spazi e beni pubblici, con lo scopo di raggiungere più persone possibili e di creare una nuova forma d’arte basata sulla libera espressione. Per evitare un abuso di libertà le istituzioni hanno cercato di incanalare il fenomeno in una forma più controllabile, mettendo a disposizione dei writers dei “muri legali”, appositamente destinati a murales e dunque senza conseguenze giuridiche. Resta il fatto che per i graffitari i muri bianchi sono brutti. E allora perché non cambiare volto alle città e rinnovare le aree suburbane? Ogni buon writer comincia taggando (lett. firmando) nel proprio quartiere, sui treni, nei depositi di metro e autobus, durante il giorno e la notte con in spalla lo zaino pieno di bombolette. I graffiti sono un avventura: correre, infiltrarsi, fuggire. Dipingi con l’adrenalina e la trasmetti con il tuo graffito e che questa forma d’arte sia solo tua, è testimoniato dalla Tag. La Tag è la firma, strumento fondamentale per l’identificazione di un writer, con cui l’artista crea se stesso e la leggenda del suo nome, senza per questo sentirsi da solo con la propria arte, ma con la possibilità di entrare a far parte di una Crew. La crew è un gruppo di writers che sentono una sorte di coesione, di condivisone di idee e di un’identità che li stimola e allo stesso tempo li protegge mentre danno forma concreta al loro impulso artistico. I graffiti non sono come gli altri dipinti, sono arte pubblica nel senso migliore del termine perché sono creati in pubblico e per il pubblico. E’ solo a questo stesso pubblico che spetta riuscire a distinguere un atto vandalico da una forma d’arte. (Di Federica Esposito, Giulia Arduini, Susanna Perrotta, Emanuela Ermacora) Il cinema sotto il Cinema www.bazarweb.info Intervista all’antropologo Massimo Canevacci, docente di antropologia culturale all’università di Roma “ La Sapienza” Cos’è per te l’arte o espressione libera? E l’arte libera è sempre libera? L’arte in senso stretto non esprime solo libertà ma processi di liberazione, in quanto il prodotto artistico comunica al fruitore ciò che va oltre la legittimazione dello status quo, favorendo processi di auto liberazione. Nell’arte c’è sempre un istanza critica e sovversiva nei confronti dell’etica, della morale, dei codici, dei comportamenti. Quale è il limite tra la libera espressione e quella controllata dalle istituzioni? E’ difficile stabilirlo, ma il limite può essere valicato quando non tanto l’arte riconosciuta, ma quella che esprime la molteplicità dei linguaggi e che colloca lo spettatore in un’area liminoide, viene espressa nei circuiti istituzionali e nei luoghi tradizionali. Se la sua potenza innovativa è abbastanza prorompente non subirà la normalizzazione delle istituzioni. Perché le istituzioni neutralizzano l’opera d’arte e gli artisti perdono in esse la loro potenza liberatoria. Perché fuori dagli schemi e dai luoghi istituzionali? Qualsiasi forma istituzionale spinge l’artista anche implicitamente a scegliere differentemente il proprio contenuto espressivo. Ci sono artisti che si incuneano negli interstizi non ufficiali della comunicazione della metropoli e lì creano materia espressiva non riconducibile alle norme del potere consolidato e ossificato. Qualora venga meno una corrispondenza tra autonomia espressiva dell’artista e dimensione di liberazione del prodotto espressivo, l’artista diviene una sorta di stipendiato. Senza questo binomio egli diviene colui che lavora a progetto per un’istituzione. Hai mai incontrato un artista “fuori”? Ho conosciuto artisti che usano il proprio corpo come testo non vedendolo più come uno strumento attraverso il quale realizzare l’arte, ma come tessuto di menti, ascrivibile e modificabile come opere d’arte. Negli anni ’80 incontrai un artista Catalano Marcelia Antunes Roca, il quale instaurava un rapporto tra computer e spettatore tale da renderlo uno spett-attore, che modificando il corpo dell’artista attraverso il computer modificava il testo dell’opera d’arte. Un’altra artista francese Orland, modifica il corpo, morfizzando il proprio viso tramite personaggi presi dalla storia dell’arte di altri paesi come donne Inca o S. Teresa, per testimoniare l’esigenza di un’identità fluida, molteplice, tecnoidentitaria. Poi c’è l’arte più performativa, come le performance teatrali o musicali inscenate non negli spazi tradizionali ma nelle aree dismesse. Anche l’arte del riciclaggio di merci in disuso per essere ricontestualizzate artisticamente esprime un legame tra il corpo dei corpi e il corpo delle merci. C’è una trama che connette tutte queste forme artistiche? La trama che le connette è disordinante. E’ il singolo soggetto che crea questa trama e ognuna è diversa, scomponibile e modificabile. Cosa significa libera espressione nella società attuale? Ci sono differenze rispetto al passato? Quali? C’è una risorsa che libera sempre più l’arte: la tecnologia. L’arte e la tecnologia si sono sempre intrecciate, trovando soluzioni di volta in volta più o meno significative. Le tecnologie contemporanee rappresentano una frattura dalla tradizione, spingendo la forma espressiva dentro contesti (Internet, etc.) in cui essa non rimane fissa o vincolata al suo autore, ma diviene modificabile, nel tempo e nello spazio. Il rapporto comunicazione-tecnologie ha come conseguenza il potere di controllo dei flussi espressivi. Se da un lato la dilatazione, conseguente la diffusione delle nuove tecnologie, permette a chiunque di comunicare la propria “opera”, dall’altro si creano sfondi inquietanti di manipolazione. (Di Annamaria Placido, Laura Guglielmo) La storia comincia così. Ci sono due fratelli nati dalla stessa madre, abitano la stessa casa. Si somigliano molto eppure sono diversi, nel camminare, di mostrarsi in pubblico: il più grande è appariscente, sicuro modo di parlare, di molto sensibile e acuto, tuttavia le sue grandi doti sono spesso offuscate di sé, anche se non sempre la sua intelligenza va a buon fine; il secondo è più riservato, racconto. Se del primo si sa già tanto, del secondo si ignora quasi tutto. dall’esuberanza dell’altro. “Cinema” e “cinema indipendente” sono i protagonisti del Si potrebbe azzardare una doppia definizione: da un lato c’è il vero senso della parola, il cosiddetto piccolo cinema, realizzato con pochi mezzi, che punta soprattutto sulle idee, e dall’altro quello fattocinema indipendente nel già noti in altri ambiti, non escluso quello cinematografico, che sfruttano solitamente da personaggi ‘60 dove film come “La verifica incerta” (1964) di Gianfranco Baruchello tale successo per realizzare progetti propri. L’origine della sua filosofia è da ricercarsi negli di una strana “malattia” proveniente dall’America. Si arriva a un modo e Alberto Grifi, considerato il manifesto del cinema indipendente italiano, sono il sintomo diverso di concepire l’arte su pellicola e, da allora ad oggi, si è fatta indipendente è chi non si assoggetta ai canoni del cinema nazionale strada una convinzione: argomenti che vanno oltre le tematiche ufficialmente riconosciute. Quello, chi si contrappone a un circuito cinematografico troppo rigido ed è disposto a trattare del cinema indipendente è un universo sotterraneo ricco di potenzialit parte dei casi è costretto a districarsi fra budget esigui e beghe legali; à, che nella maggior nel corso degli anni si è trasformato per forza di cose in un prodotto progressivamente visibilità e attrattiva sia per il pubblico sia per i potenziali di nicchia, produttori e distributori. Se questa è la situazione italiana, viene spontaneoperdendo con la mecca del cinema e la patria delle Majors, cioè Hollywood, dove un confronto paradossalmente si hanno più probabilità di essere notati con un film costo) che qui in Italia. Passando alle forme pratiche che il cinema indipende low-budget (a basso nte assume, la più efficace è senz’altro il cortometraggio. Considera la porta di servizio per entrare nel cinema con la “c maiuscola”, il corto to spesso come visibilità e in particolare per problemi commerciali, visto che praticame sta lottando per acquistare la dignità di opera autonoma; tuttavia per i problemi legati alla Nonostante questo, grandi passi avanti si sono fatti in particolare nel nte non ha mercato, rimane confinato nell’ambito dei festival. Raramente approda al cinema. Infinity Media, e non ultimo è da considerare il finanziamento statale, campo della produzione con la nascita di case anch’esse indipendenti, come la Pablo Film o la con l’articolo 8. Un campo tutto da esplorare è invece quello della distribuzio Italia viene prodotto un numero cospicuo di film, ma ben pochi riescono ne. Ogni anno in lasciando in forse un elemento altrettanto importante come la diffusione a “farsi vedere”, questo perché nella maggior parte dei casi si punta di più sulla produzione su quello che sarà probabilmente il futuro del cinema d’avanguardia, del lavoro finito. C’è chi riesce ad arrivare alle grandi distribuzioni e chi può invece puntare collocano intorno al 1993, a San Francisco e Seattle, dove un gruppocioè la rete: Internet diventa vetrina e spazio espositivo. Le prime esperienze nel campo si in rete, scavalcando così le Majors e i circuiti di distribuzione tradizionadi autori indipendenti realizza, a basso costo e con tecnologia digitale, prodotti che mettono manifestazione completamente virtuale che da quest’anno, per tutto le. All’interno dello stesso quadro si potrebbe inserire il Niff, Net Indipendent Film Festival, film in concorso sul proprio computer e decretarne il vincitore, che il mese di marzo, ha permesso a una giuria, composta da soli internauti, di visionare i ventuno e contrari: da un lato c’è chi ritiene la distribuzione delle pellicole in è rimasto su internet per tutto il 2004. Naturalmente non mancano sull’argomento pareri favorevoli Comunque accanto a Internet si sta affacciando la possibilità di unarete un nuovo canale di promozione, e dall’altro chi imputa al web la futura morte del cinema. diffusione direttamente su dvd, le cui potenzialità non sono affatto da (Di Chiara Guarino, Pamela Gagliardi) sottovalutare. www.bazarweb.info bazar 12 2004 laboratori studenti la sapienza 5 Illegal Art Show: chiamata alle arti E’ l’ultima tendenza nel circuito della comunicazione autoprodotta. E’ il richiamo per tutti quelli che hanno scultori, musicisti, performer, street-artisti multimedialisti, qualcosa da far vedere, pittori, disegnatori, fotograf per chi vuole mostrare le proprie opere senza chieder stilisti, installatori ambientali, per coloro che pensano di essere artisti o che credono che tutti lo siano,i, fumettisti, e il permesso a nessuno. Una mostra d’arte, o meglio per autorizzata. Da Milano si è già diffusa a Roma, Bologna un’ “opera d’arte collettiva” autogestita, autofinanziata,i curiosi, non le barriere tra arte, artisti e pubblico, e che lo vogliono , Torino e Catania. Un richiamo che vola su Internet o un passaparola per riunire tutti quelli che vogliono liberare l’espressività di ognuno, dove artista e fruitore fare in uno spazio urbano, aperto, libero dai vincoli e costrizioni di musei e gallerie. Un momento d’incont abbattere si ro confondono, dove chi ha bisogno di esplodere fuori non c’è discriminazione tra forme artistiche, in cui la dai luoghi artistici deputati all’esibizione lo può fare, per creatività è l’unica parola d’ordine. L’Illegal Art Show che scorre ininterrottamente sempre uguale a se stesso. ha lo scopo di influire nel flusso spazio-temporale della dove metropoli Riappro priazion e dello spazio urbano soprattutto di quelle aree di attraversamento il non-luogo di consumo, spazi dove i rapporti sociali tra il non-luogo di lavoro diventano impossibili e la routine fa abortire ogni possibil recuperando delle informazioni come gli elementi architett ità di attivazione cerebrale. Attraversare gli spazi urbanie onici, l’illuminazione, i rumori, gli odori e i colori, diventare prosumer (produttore-consumatore). Z.B. è nato 26 anni fa a Roma, città dove vive e dorme, cosiindividuare luoghi atti a instaurare un dialogo con lo spazio, Come sei venuto a conoscenza dell’Illegal Art Show? racconta (preferendo restare anonimo). Mi hanno contattato gli organizzatori, alcuni non so neanch e che faccia abbiano , li conosco solo on-line e passaggi di e-mail. Devono aver trovato il mi sito navigan maglie della rete…per loro è una prassi setacciare web do tra le Come è andata la tua prima partecipazione all’inzia alla ricerca di stimoli. tiva? Ho ricevuto l’appuntamento via mail, altrimenti lo si trova sul sito o su flayer che viaggian o nella città. Ho portato i miei lavori, l’appuntamento della metro di Cipro a Roma, un posto fighissimo fatto era nel passaggio pedonale scegliere un buon posto dove mettere in mostra le mieposta per questo, praticamente una galleria a cielo aperto. Sono arrivato tra i primi e questo mi ha permes opere: è cosi che funziona, chi prima arriva prima sceglie so di veramente entusiasta, ci eravamo conquistati uno spazio dove mettersi, non c’è una organizzazione degli spazi. Ero di normale passaggio per chi si va a rinchiudere in una nella città senza chiedere niente a nessuno e la gente che passava era incuriosita, tutti felici perché in quel scuola posto o in un ufficio c’era una iniziativa aperta, spontanea. In quell’occasione ho venduto comprato un’anziana signora di Catania tutta ingioiell il mio primo nessuno li filava e la situazione era tranquilla, ma poi ata, ho immortalato il momento con una foto che ora ho nella mia stanza! A un certo punto sono arrivati quadro, l’ha poliziott qualcos i, a è cambiato, e ci hanno mandato via con la forza…m volte vorrebbe chiedere dei permessi per occupazione a che fastidio davamo?!? Qualcuno per le qualche gallerista? Io credo che dovremmo continuare di suolo. Ma l’Illegal è nato con uno spirito diverso, perché dobbiamo sempre chiedere il permesso o prossime pagare cosi… Cosa ti piace dell’Illegal Art Show? La cosa bella è la spontaneità, e il fatto che il modo di e altre persone che ho conosciuto li, abbiamo deciso procedere sia come un contagio, come le spore dei funghi. Ci sono tanti illegal in programma in nuove contamina e si contamina il territorio circostante. Non di organizzarci per portare in giro per l’Italia i nostri lavori durante l’estate, vedi come si fa!? Ci si conosce città. Io , ci si sarà sempre quella che i sociologi chiamano devianz è semplice, si trova sempre qualcuno che cerca di incanalarti nell’istituzionalità, ma finché ci sarà un ordine a…noi la alimentiamo con l’arte libera. stabilito ci (Di Cristiana Raffa, Francesca Dell’Anno) S.F. movies, pensate con la vostra testa C’è il cinema Hollywoodiano, quello di Cinecittà, quello e da un anno in Italia c’è un nuovo tipo di cinema: gli indipendente, S.F.Movies, dove S sta per “Surprise”, F per “Free” e a parlarcene è colui che una sera di settembre di qualche anno fa lo ha “concepito”. E lui preferisce che non venga fatto il suo nome. S.F. Movies, cosa come e perché? Si tratta come può essere evinto dalla sigla di FILE GRATU ITI A SORPRESA. Il concept è quello di creare dei mediom etraggi da proiettare a sorpresa nei paesini della provincia italiana, che hanno un solo cinema. In questi paesini piombia quei paesini e la mia “squadra” di lavoro) monopolizziamo una o mo noi ( io cinematografiche proponendo gratuitamente il frutto più giornate del nostro lavoro. Dopo la proiezione cerchiamo di creare un dibattito sul film, e il giorno dopo via verso un altro paese. Ma come si realizza un mediometraggio, senza poi guadag narci nulla? Tutto questo si concretizza a partire dal sogno condivis o di 5 ragazzi “malati di cinema” e facoltosi, che usano la fortuna assegna ta loro dal caso per trasmettere un messaggio attraverso il mezzo Detta cosi sembra quasi una sorta di apostolato... che amano. Lo so può sembrare “fanatismo cinematografico”, ma alla fine dei conti si tratta solo di 5 ragazzi che sentono di non essere dal modo odierno di far cinema. Chiariamoci, noi adoriamrappresentati o il cinema, solo che non ci troviamo d’accordo sul fattore denaro. dovrebbe essere una missione, un veicolo di educazi Il cinema one al bello, un’alfabetizzazione al contenuto ma troppe volte si riduce solo a una macchina per far soldi. Basta pensare al costo di un biglietto per assistere ad una proiezione… In che modo vi rapportate con il cinema indipendente? Ci rapportiamo male (ride). Il cinema cosiddetto indipen dente non è altro che una porta sul retro per entrare nel grande mercato . Mi fanno davvero sorridere certi registi che rilasciano interviste sui nei quali impegnavano le mutande per produrre il loro loro giorni bui, aberrante che il punto d’arrivo per questi giovani registiprimo film. Trovo indipendente” sia diventare fotocopie di quei registi e del “cinema produttori che nei giorni della fame criticavano. Hai parlato più volte di messaggi. Quali sono quelli che voi intendete trasmettere attraverso i vostri film? Il messaggio è unico: PENSATE CON LA VOSTRA TESTA. messaggio di libertà assoluta e incondizionata che, soprattu Un tto nei piccoli centri nei quali la disinformazione e la cultura di casta la fanno da padrone è necessario iniettare. Il nostro primo mediom intitola Pseudo ed è una commedia pungente che prende etraggio si tendenza dei giovani di oggi a non essere se stessi bensì di mira la appartenenti a gruppi sociali per identificarsi con qualcosa di forte e sicuro. Qualche anticipazione sul nuovo film in produzione? Assolutamente no (ride). Siamo contro la pubblicità, entrare nel circolo dei “vieni a vedere il nostro film”. Tinon vogliamo Pseudo per cercare di spiegare un po’ quello che è il ho parlato di messaggio che vogliamo trasmettere. Non dimenticare poi che gli S.F.Mov ies sono sorprese! Ultima domanda: speranze di assistere a questi eventi in città? (ride di nuovo) assolutamente no! (Di Michele Iorio) La passione che muove la musica In un momento in cui le forme di controllo sociale stanno diventando sempre più serrate e sempre più concentrate nelle mani di pochi, l’autoproduzione può testimoniare il rifiuto nei confronti di un sistema fondato su controllo e censura. L’autocontrollo e l’autogestione possono essere forme di espressione e creatività in opposizione all’industria della musica intesa come consumo di massa. Tutto questo per la precisa volontà di non farsi strumentalizzare da nessuno, per non soddisfare gli interessi di manager, produttori e case discografiche. Le pratiche del D.I.Y. cioè del Do it yourself (fallo da solo) sono utilizzate anche da chi invece le figure professionali come manager e produttori a cui affidarsi le ha cercate da sempre senza mai ottenere i risultati sperati. Concentriamoci su un esempio pratico. Se 4 o 5 ragazzi decidono di suonare insieme e formare un gruppo, vanno incontro a delle difficoltà. Ecco quali: 1. Questi ragazzi hanno bisogno di un posto dove esercitarsi. Una sala prove. Esistono sale professionali che mettono a disposizione spazi e strumentazione, ma molti gruppi preferiscono svuotare e pulire una cantina. Dopo aver buttato via carissimi ricordi di infanzia, vecchi mobili, ombrelloni e la sedia della nonna, si procede con l’insonorizzazione. Sono necessari materassi e gommapiuma da attaccare in qualche modo alle pareti (questo tipo di materiale abbonda vicino i cassonetti!). Sono molto preziosi anche i cartoni delle uova, servono a far aumentare il volume delle pareti per trattenere il suono. 2. Quando la band ha composto un numero sufficiente di pezzi può cominciare a cercare uno spazio per organizzare un concerto. Bisogna produrre un cd o almeno un demotape promozionale. Una volta che questo gruppo, promoter di se stesso, ha fissato le prime date deve pubblicizzare l’evento. Basta un computer per la grafica di un flayer e un manifesto da fotocopiare. Poi distribuire o appendere il tutto nei negozi di dischi e strumenti musicali o, ad esempio, nelle scuole, all’università, durante altri concerti, alle fermate degli autobus. E’ meglio ripetere il giro più possibile, in varie nottate. I vostri manifesti potrebbero essere da chiunque abbia la vostra stessa idea. Questa è una “guerra” iniziata prima che arrivaste voi! 3. Se il gruppo è ben avviato può decidere di realizzare un disco o un cd. Esistono moltissime etichette discografiche. Alcune sono molto piccole e desiderose di crescere producendo gruppi. Non esistono contratti. Gli accordi sono presi a voce! La prima stampa dei loro prodotti si aggira intorno alle 1000 copie. Le etichette discografiche più facoltose a volte pagano le spese di registrazione ai gruppi che producono. Di solito, però, i costi di produzione sono divisi in questo modo: la band autoproduce le spese per lo studio di incisione e il proprietario dell’etichetta sostiene le spese di stampa, pubblicità e produzione. Questi dischi possono essere trovati nei negozi specializzati o, insieme a magliette, spillette, fanzine, nei banchetti durante i concerti (questo uno dei modi migliori per la band per trovare qualche soldo utile). Le fanzine sono giornali periodici, fotocopiati o stampati. Chiunque può decidere di scrivere e pubblicare le proprie idee autoproducendo una ‘zine. Si tratta di un’infinita lista di nomi, gruppi, etichette, distribuzione ecc. Un’idea in più può essere quella di produrre le magliette della band e vendere anche queste. Tutto questo, o quasi, come detto, avverrà naturalmente con i propri mezzi! Alla fine comunque, come ci spiega un componente dei K’e-k’e-m (gruppo sardo), “il metodo migliore per pubblicizzarsi è dare il massimo durante i concerti. La gente apprezza molto l’impegno anche quando la musica non è particolarmente gradita, si tratta quindi di qualcosa che va al di fuori di logiche di mercato, perché per impegnarti dal vivo non hai bisogno di soldi e tanto meno ne devi sborsare…è qualcosa inerente solo alla tua passione per la musica, l’unica cosa che spinge avanti, come i k’e-k’e-m”. (Di Annalisa Vitale, Donato Zarrilli, Eleonora Esposito, Emanuele Sammali, Cristiano Suriano) 6 studenti la sapienza laboratori bazar 12 2004 www.bazarweb.info Liberi dal teatro Una nuova esigenza comunicativa impone la colonizzazione di nuovi spazi per la rappresentazione teatrale. L’insufficienza dello spazio istituzionale si accompagna all’impeto dell’azione. Il teatro irrompe nella vita, non più esperienza mimetica della realtà bensì evento, fatto. Ciò ha dato inizio alla creazione di un “nuovo teatro” e ha spinto varie personalità ad intraprendere un nuovo percorso artistico. Ieri era il teatro classico di parola, regno dello spazio scenico chiuso e predeterminato, del pubblico come quarta “parete”. Oggi assistere ad uno spettacolo teatrale non implica più il sedersi in platea. I “nuovi teatranti” sostengono che questo cambiamento sia ancora in corso e trova nei centri sociali e negli spazi occupati (anche temporaneamente) gli unici luoghi adatti ad accogliere le nuove istanze. In questi spazi si rintraccia un surplus di significato dato dall’esperienza del e sul luogo: lo spazio scelto per la rappresentazione non è neutrale ma è uno spazio che comunica in prima persona, anche a discapito della parola stessa, ormai insufficiente nelle nuove performance dai molteplici codici espressivi. I “nuovi artisti” si definisco illegali, a un primo livello, proprio per questo e si rifanno direttamente all’esperienza dei rave, dove l’occupazione illecita di uno spazio pubblico è una tappa fondamentale. A Roma centri sociali quali lo Strike, l’Astra, l’ Ex-snia Viscosa e il Rialto Sant’ Ambrogio sembrano essere le realtà più attive nella scena. I referenti del movimento romano, che operano in queste nuove realtà, sottolineano l’enorme dispendio di energie e l’assoluta professionalità dei nuovi artisti, che svolgono autonomamente e autofinanziandosi l’intera produzione della performance. Si definisco illegali anche in senso lato, perché operano al di fuori degli spazi istituzionali e al di fuori della convenzionalità. Infine si tende ad associare questi nuovi gruppi all’illegalità perché aderiscono a movimenti di dissidenza nei confronti del potere costituito e perché operano all’interno dei centri sociali, strutture non a norma di sicurezza e comunque occupate illegalmente. Le autorità giuridiche si sono accorte del lavoro culturale messo in atto dai centri sociali. Infatti è datata 1995 una delibera del Comune di Roma (delibera 26) che sancisce “la normativa per l’accesso agli immobili di proprietà comunale da destinarsi ad usi sociali, assistenziali e ricreativi”. In questo modo i centri sociali sono riconosciuti come personalità giuridiche, quindi considerati non più illegali. La delibera 26, però, ci fanno notare i responsabili dei centri sociali, è un’arma a doppio taglio. Infatti riconosce questi come enti legali obbligandoli però ad avere una struttura a norma di sicurezza e a pagare, in occasione degli spettacoli, “l’esorbitante” tassa sui diritti d’autore alla S.I.A.E, cose materialmente impossibili per i pochi fondi a disposizione. Per questi e altri motivi i centri sociali si stanno battendo per un nuova delibera, “più accorta e realistica della delibera 26”. Storicamente il cambiamento si può leggere nell’ operazione sovversiva di Artaud e si concretizza negli studi sul corpo di Grotowsky, nel teatro “terzomondista” di Barba, nel teatro sociale di Boal e nel teatro itinerante del Living Theater. Tutti questi movimenti attivi dagli anni ‘60 muovono da concezioni comuni quali il rifiuto di una società repressiva e il desiderio di liberazione dell’essere umano assieme alla fiducia nel teatro come mezzo di espressione e l’impegno per la costruzione di una nuova consapevolezza sociale. Le produzioni degli spettacoli iniziarono a ispirarsi a criteri non convenzionali: si trattava di produzioni povere e l’incasso era l’offerta libera del pubblico. Fare teatro impegnato politicamente comportava molti problemi con le autorità che spesso chiudevano i locali occupati per motivi amministrativi e arrestavano i membri delle compagnie. Per questo il nuovo modo di far teatro, che ha bisogno di posti reali per inscenare la vita, sarà fino ad oggi vincolato nel suo nuovo spazio ai confini dell’illegale. Attualmente il teatro tradizionale e i luoghi off (non convenzionali) si stanno compenetrando. La contaminazione è rintracciabile anche a livello dei codici espressivi: il teatro, contro la canonizzazione del linguaggio, è di difficile categorizzazione e i contenuti sono espressi attraverso molteplici linguaggi: visuale (installazioni video) ,performativo-corporale e orale. Cambia la personalità sociale, e il teatro come sempre ne è testimone. (Di Marco Lupo, Cecilia Marotta, Riccardo Di Giacomo, Erio) Liberi da cosa? Net.Art: arte e denuncia Il termine net.art, composto da due parole, non è casuale. La prima parte del binomio indica il carattere comunicativo e interattivo di questa nuova forma di espressione. La seconda invece, sottolinea la sua esteticità ed espressività. Quindi non si parla di sola estetica ma anche e soprattutto, di comunicazione paritaria. Un esempio per questo nuovo tipo di comunicazione è il fenomeno del draving blog. Nasce dalla blog-mania, i cosi detti diari di bordo, spazi web in cui il fruitore esprime liberamente se stesso con fotografie o scrivendo. Nel drawing la community interagisce con il disegno e non con le parole. Nata dall’incontro tra l’eredità delle avanguardie e l’innovazione tecnologica, la net.art non va messa in relazione ma va intesa come pratica che mira a sostituire le opere con le operazioni e la rappresentazione con la produzione di nuovi circuiti comunicativi. Solo in questa prospettiva essa può essere interpretata come nuovo modello di relazione sociale con delle qualità estetiche proprie, a differenza dell’art on the web che utilizza internet semplicemente come mezzo di diffusione delle informazioni. La net.art è nata nel ‘95, da un’intuizione dell’artista Vuk Cosic. L’idea è legata alla Rete, dove i net-artisti entrano in contatto con la logica delle macchine e con le dinamiche relazionali, ci giocano e cercano di portarle in superficie facendole esplodere dall’interno. Al di là del carattere spesso giocoso che le opere di net.art assumono esse svolgono un importante ruolo di critica della rete e dei rapporti di potere a essa sottostanti. Proprio questo tratto impegnato porta questa forma d’arte anche fuori dal web, caratterizzandola di fisicità. E’ nato cosi the War Time Project, progetto costituito da oltre 50 artisti che agiscono a livello personale e in gruppo. Organizzato attraverso Internet War Time Project ha contribuito a creare una reazione e una riflessione contro ogni tipo di guerra, del passato, del presente e del futuro. Il progetto è destinato a essere visitato on line ed anche a essere visto “live” come una performance. Gli artisti che vi aderiscono sentono di poter in qualche modo contribuire ad abbattere tutti i confini e le barriere che sono state erette tra i popoli dai costruttori della guerra. Le opere che si possono trovare nel sito internet del londinese Andrew Forbes rivelano come il digitale può diventare mezzo di espressione e di denuncia. Si sta facendo strada l’idea che ogni forma di espressione artistica debba circolare come una sorta di linfa vitale. Ma in che cosa consiste veramente questo tipo di attività? L’abbiamo chiesto a Daniele Cascone, web designer e grafico pubblicitario che al di fuori dell’ambito professionale si dedica alla computergrafica, perché “solo cosi posso esprimermi in piena libertà e senza avere nessun limite imposto dal lavoro”. Nelle sue immagini esprime emozioni represse e sentimenti contrastanti. Per lui realizzare un opera digitale è “come dipingere su una tela virtuale”. In questo modo tutte le sensazioni dell’artista passano attraverso l’opera uscendo dagli schemi rigidi del software che usa, riuscendo cosi a caratterizzarla con quel calore che è proprio dell’essere umano. Il web può essere visto come una grossa mostra virtuale sempre aperta al pubblico in qualsiasi orario; è possibile confrontarsi e farsi conoscere in una maniera molto più rapida e semplice senza alcun confine! (Di Micol Vidoni) Molte forme di espressione del pensiero sopravvivono cercando di aggirare la legge (ad esempio il bookcrossing che tenta di smantellare il diritto d’autore infrangere alcuna norma), altre invece rischiano di incorrere in gravi senza però sanzioni penali (Art crime: l’iconoclastia del nuovo millennio tentare di de-sacralizzare d’arte riconosciute istituzionalmente deturpandole, spesso in maniera le forme irreparabile). La Costituzione è chiara, l’art. 21 tutela la manifestazione del pensiero ma non è cosi semplice come sembra. Fra il problema del diritto d’autore, le legislative di epoca fascista, le forme nascoste di censura preventiva reminescenze è difficile accedere all’espressione del pensiero e dell’arte. Per potersi sempre più esibire in luogo pubblico o aperto al pubblico bisogna essere in possesso di una licenza e richiedere il permesso all’Autorità competente (obbligo sussistente anche per mestiere di artista girovago). Sono tuttora in vigore alcune parti del chi svolge il “testo unico per la pubblica sicurezza” (risalente al 1931!) in cui si vieta di rappresen tare spettacoli che possano turbare l’ordine pubblico o contrari alla morale ed al buon costume. L’articolo 666 del Codice Penale prevede che chiunque, senza la licenza in un luogo pubblico o esposto al pubblico, dia spettacoli o intrattenim dell’Autorità, qualsiasi natura, apra circoli, sale da ballo o di audizione, sia punito enti di amministrativa da 258 a 1.549 euro. Chi recita in pubblico drammi o con la sanzione altre opere, chi fa rappresentare in pubblico pellicole cinematografiche, non sottoposte prima alla revisione dell’Autorità, rischia oltre all’ammenda pecuniaria anche il carcere fino a sei mesi. Chi intende distribuire o mostrare pubblicamente le proprie opere deve depositarne (deposito legale) una copia presso le Biblioteche nazionali di Roma e Firenze (Legge 106/2004) e una seconda presso il Registro per le Opere diritto d’autore istituito presso la Presidenza del Consiglio (legge 633/41 protette dal aggiornata con la 248/2000). Devono essere depositate le seguenti tipologie di opere: libri; opuscoli; pubblicaz ioni periodiche; manifesti grafica d’arte; video d’artista documenti fotografici; sonori e video; musica a stampa film iscritti nel pubblico registro della cinematografia tenuto dalla Società italiana autori ed editori (SIAE); soggetti, trattamenti e sceneggiature di film italiani documenti diffusi su supporto informatico; documenti diffusi tramite rete informatica (omissis) Dall’elenco si evince come la legislazione italiana tenti di regolamentare qualsiasi forma di espressione persino le pubblicazioni su Internet, passando per mostre, scenografie ed opuscoli. Questo tipo di controllo a tutto campo è legato alla volontà di conservare la memoria della cultura e della vita sociale italiana e proteggere il Diritto Proprietario da eventuali abusi. (Di Francesca Aurora, Annalisa Russano) X saperne di +: telestreet: www.chellenger,it/telestreet/kit.htm www.ltx.it/kit.htm www.telestreet.it/telestreet/tv/orfeotv/ realizzazione.htm bookcrossing: www.bookcrossing.com cinema: www.cinemaindipendente.it www.shortvillage.com www.cortocircuito.it illegal art show: www.guerrigliamarketing.com musica: www.poison-free.com www.movimenta.com le leggi: www.renewal.org.au/artcrime/pages/front.html Codice penale Sei uno studente, liceale o universitario? Vuoi scrivere e collaborare con noi? Hai dubbi, critiche o complimenti da farci, delle novità da segnalarci? SCRIVI A: [email protected] bazar 12 2004 www.bazarweb.info SOMMARIO 7 Giulia Premilli – AVERE 3-4-5-6 28 Marco Begani 9-10-11 29 Claudio Amendola Ananasso – HI50 Agnese TECH – Plasma o cristalli? Nancy Brilli – LEGGERE 30 (BRILLETTURE) – Come 51 Oliva ARCHITETTURE – Living Studenti la Sapienza Roma - LABORATORI – Manifestazioni illegali di pensiero Roberto Pisoni - VISIONI – Made in Corea 12 Alessandro Benvenuti – VISIONI (IN PILLOLE) - Io la detesto! 13 14 Giuseppe Mottola – VIDEOGIOCANDO – Satira, ultima frontiera – LEGGERE (FUMETTI) – Un fumetto per schierarsi “contro” – LEGGERE (RILEGGERE) – Il coraggio di riderci sopra quella volta che sono andata a trovare mia madre 31 Marcello Amoruso – NOTTE – Crossover musicali 32 Alberto Traversi - NOTTE – Q-ui si fa festa! Caterina Gonnelli - ONDE – Tutti pazzi per il cartoon 15 Giulia Baldi - SINTONIE – Radio con l’anima 16-17 Gabriella Serusi - SCENE – Spegnete la TV: c’è un nuovo teatro! 18 Gabriella Serusi - SCENE – Margini Lisi - NOTTE 33 –Andrea Post techno, new wave techno, glam techno 34 Claudio Coccoluto – NOTTE (NOTTETEMPO) – Tributo all’house 36-37 Chiara Spegni – GUSTI – Cioccolato! 38-39 Chiara Tacconi – GUSTI – Golosità che fanno bene 19 Enrico Lo Verso – SCENE 40 Eva Buiatti - GUSTI 21 Fabio Murru - SUONI 42 Lorella Scacco - ARTI (SALMONI) – Fatica e domande – (RECENSIONI) – Inquietudini parallele D’Ottavio – SUONI 22 Pietro – Il sound liquido di miss (MANGIA COME LEGGI) – Mole poblano (se avete coraggio) – Insolite suggestioni 43 Trieste Marcello Amoruso – 3 allegri ragazzi 23 SUONI morti 44 46 24 Fabrizio Gianuario - SUONI – Arie di jazz 26-27 Ciro Bertini - LEGGERE – (RECENSIONI) – Letture da vertigini Luca Beatrice – ARTI – Natale di merda Marzia di Mento – ARTI – Botti al museo Luca Carboni – ARTI – (SKIZZI) Mugnaini 47 –Andrea VIAGGI – Il fascino sinistro del Guatemala Agnese Ananasso 48 – ESSERE – Me lo sono scordato! Cosa mettere sotto 49 –l’albero? Muratore – generation i – PICCOLI 52 MatteoalBianchin convegno… sui – Tutti bimbi Cammarano 53 Valerio – SPORT – Settanta metri. E una freccia. Peyretti 54 Angelita – SCIOCCHINA – L’ascensore 55 Valeria Cecilia – CORSI – Imparare il movimento Cangiano 56 Giuliano – FENOMENI – Botti di fineanno alternativi 57 Valeria Cecilia – NET – Agire sul web Dolara – NOI – 58 Guido WE ♥ NYE Franco Andreucci – LORO 59 – Libertà ?e religione: possibile Scoppa 60 Cristiana – MIGRAZIONI – Nonne. Inutili? Premilli – GENDER 61 Giulia – sta scoppiando la gendermania 62 Mario Morcellini – CORTEI – Media e elezioni USA www.bazarweb.info bazar 12 2004 visioni di roberto pisoni 9 ha fatto nascere una serie di prodotti in serie, l’industria si è rapidamente istituzionalizzata. I gruppi finanziari hanno preso il potere sui produttori con il solo obiettivo di distribuire internazionalmente i loro film. Insomma, come molti piccoli cinema che si affacciano sul mercato globale quello sudcoreano vive già una fase d’incertezza e pericolo, con la concorrenza pronta a strangolarlo. Se presso il pubblico europeo registi come Hong Sang-soo o Kim Ki-duk, che propongono opere intimiste, beneficiano di una certa riconoscibilità, restano assolutamente marginali nel loro paese. In fondo si tratta di un fenomeno che, al di là dei grandi riconoscimenti critici (in Francia e nel resto d’Europa prima che in Italia, dove questi film sono distribuiti ancora a singhiozzo), non ha ancora raggiunto il grande pubblico. Tuttavia, quali che siano i pericoli, l’onda emotiva provocata dal cinema sudcoreano è al contempo stimolante e rinfrescante. Il futuro parlerà per loro, sempre che sappiano gestire le turbolenze produttive e resistere ai canti delle sirene americane. IHong nomi Sang-soo, il minimalista: 44 anni, figlio di produttori, si è formato Made in Corea Il “nuovo” cinema coreano è un vivaio di artisti dal talento versatile che sta invadendo i festival di tutto il mondo. Effetto moda? Attribuendo il Leone d’Argento per la regia a La casa vuota (3-iron), sagace elegia d’amore e solitudine diretta da Kim Ki-duk, l’ultimo festival di Venezia ha riconfermato, ce ne fosse ancora bisogno la vitalità del cinema della Corea del Sud. Un paese diventato,,nel torno di nemmeno un decennio, un vivaio di cineasti dal talento versatile e appassionato che spopolano nei festival di tutto il mondo. L’industria cinematografica sudcoreana non è mai stata così prospera: con il 52% del mercato, le sue produzioni – garantit da una politica distributiva protezionistica - contendono senza difficoltà ei primi posti delle classifiche del box-office nazionale ai blockbuster america Hollyw ood, da parte sua, si è accorta del “fenomeno” e rastrella dirittini.per prepara re i remake nazionali di film tanto esotici e bizzarri. In Europa quest’anno non è trascorso festival senza la consacr azione di un film “made in Corea” - a cominciare da Old Boy, tragedia della vendetta di Park Chan-wook premiata da Quentin Tarantino a Cannes . Se alcuni parlano di “effetto moda” – come o in passato per il cinema iraniano, cinese e hongkonghese –èiaccadut film che riescono a passare le frontiere d’Occidente rivelano una fresche zza e una diversità innegabili, siano essi action movie, horror, drammi intimist i, psicologici o film d’animazione. La maggior parte dei registi, allevati al gusto del cinema americano, hongkonghese e giapponese, se ne appropr ne trascendono i codici, offrendo uno stile allo stesso tempo iano e singolare e universale. Ma lungi dall’essere semplici imitato ri, molti di loro sono veri e propri autori, le cui poetiche sono intimamente legate all’ambiente di provenienza. Così la separazione e il doppio sono temi ricorrenti e rimandano al trauma della divisione della Corea, dopo il 1948, tra Nord e Sud. I fautori di questa nouvelle vague, in maggioranza della stessa generazione, sono stati a lungo controllati e vessati da un regime fino alla fine degli anni ottanta molto autoritario. L’esplosione e la scopert a del cinema può essere fatta coincidere con l’uscita di Shiri, nel 1998, film sudcoreano di spionaggio di Kang Je-gyu dal budget muscoloso, che ha realizza il record d’incasso sugli schermi nazionali, prima d’invadere Giappone to e Hong Kong. Una novità assoluta per un’industria fino a quel momento ripiegat a su se stessa. I distributori internazionali rivolgono lo sguardo verso Seul, i registi e gli investitori locali prendono atto del loro potenziale. Il success o di Shiri negli Stati Uniti e in Francia e proprio alle frequentazioni della Cinémathèque parigina deve il gusto “europeizzante” del suo stile. In un’intervista ha dichiarato che la visione di Diario di un curato di campagna (1951) di Robert Bresson è stata determinante per la sua vocazione. Un’influenza che si ritrova nella sua direzione degli attori, molto straniata, e nell’istinto geometrico dell’inquadratura. Hong, con il tono assai libero e naturalista delle sue opere e il ritmo rilassato della regia, occupa un posto particolare nel cinema sudcoreano d’oggi, da “minimalista” appartato. Il suo ultimo film presentato in concorso a Cannes, Woman is the Future of Man (2004) segue i tormenti d’amore di trentenni alla deriva, parenti dei personaggi migliori di Rohmer e Truffaut. Im Kwon-taek, il maestro: 68 anni, con più di cento film alle spalle in quaranta anni di carriera, Im è uno dei cineasti coreani più prolifici. Nato da una famiglia distrutta dalla guerra di Corea, realizza il suo primo lungometraggio nel 1962, Farewell to the Duman River, e si afferma nei generi bellico e poliziesco. Dovrà attendere gli anni ottanta e lavori più personali affinché la sua opera oltrepassi le frontiere del paese, grazie ai festival internazionali. Così Chunhyung (2000) e soprattutto Ebbro di donne e di pittura (2001), uscito anche in Italia, e per il quale ha vinto il premio alla regia a Cannes 2002, gli hanno fatto guadagnare un pubblico occidentale sempre più numeroso. Con una filmografia così eclettica e pletorica è difficile riconoscere uno stile particolare a Im. La sua regia, formalmente molto raffinata, l’iscrive tuttavia in una tradizione piuttosto classica. L’ultimo film, Lowlife (2003), in concorso a Venezia 61, è un affresco politico della storia coreana, dalla guerra agli anni settanta. Kim Ki-duk, l’irriducibile: 44 anni, con il coetaneo Sang-soo è il più europeo tra i cineasti coreani, ma anche il più selvaggiamente indipendente. Preferisce lavorare in maniera autonoma piuttosto che nei circuiti della produzione tradizionale, per avere libertà totale di creazione. Si è completamente autofinanziato il penultimo film, Samaria, girato in soli 12 giorni. Malgrado le condizioni precarie, la sua regia, molto istintiva, rivela un’abilità sorprendente e un senso perfetto dell’inquadratura. La sua favola umanista Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera (2004) è uno dei pochi film ad aver avuto un discreto successo anche in Italia. Se L’isola aveva turbato Venezia 2000 per la violenza di alcune scene, quest’anno La casa vuota ha convinto tutti. Bong Joon-ho, l’enfant-prodige: 35 anni, Bong ha studiato sociologia all’università e si è occupato parallelamente della programmazione di un cineclub. Dopo essere stato aiuto regista, ha scritto delle sceneggiature prima di esordire nel 1999 con la commedia burlesca Barking Dog Never Bite. Ma la sua scoperta avviene con l’uscita del potente Memories of a Murder, largamente osannato al festival del film poliziesco di Cognac. Malgrado la sua giovane età e con soltanto due film all’attivo, Bong ha già imposto nel mondo del cinema sudcoreano uno stile vivo e preciso. Sta preparando il terzo lungometraggio, The River, film catastrofico ad alto budget, in cui Seul è minacciata da un’inondazione apocalittica. Park Chan-wook, il leader: 41 anni. Grazie al recente successo di pubblico di Old Boy in Corea e al premio di Cannes, Park è diventato una specie di leader della nouvelle vague coreana. Attivo nell’industria coreana fin dal 1988 come assistente alla regia e traduttore, esordisce nel 1999 con Simpan, un fallimento al botteghino, immediatamente riscattato dall’energico JSA: Joint Security Area e confermato, due anni dopo, da Sympathy for Mr. Vengeance, grande successo in Corea e amatissimo dai più importanti festival internazionali. Park ama ricordare come il suo amore per il cinema risalga alla visione de La donna che visse due volte (1958) di Hitchcock, ma le sue influenze sono molto più contemporanee. Lo stile barocco e coreografico di John Woo e di Tsui Hark è molto presente sia in JSA che in Sympathy. L’ambiente freddo e glaciale di Old Boy, come la sua sceneggiatura, richiamano invece alcune atmosfere alla David Fincher. Quel che è certo è che i suoi eccessi nella rappresentazione della violenza hanno impressionato perfino Tarantino. Kim Jee-woon, l’inquieto: 40 anni, Kim ama sorprendere e giocare con i generi. Gli piace collocare i personaggi in situazioni volontariamente irreali e bizzarre. L’influenza del suo “fratello” giapponese Takashi Miike è abbastanza evidente. Non è un caso che quest’ultimo abbia voluto fare un remake del suo film d’esordio, il delirante The Quiet Family, la storia di una famiglia di gestori d’hotel che raccoglie, uno dopo l’altro, i cadaveri dei suoi clienti. Il secondo film, The Foul King, è stato uno dei successi 2000 in Corea, mentre Due sorelle (2002), uscito anche in Italia, è chiaramente ispirato ai film di fantasmi giapponesi, come The Ring di Hideo Nakata. Kim, dopo essere diventato punto di riferimento per l’horror più criptico, ha annunciato una svolta: il prossimo film sarà un noir all’europea, influenzato da Jean-Pierre Melville. Kim Moon-saeng, l’idealista: quarantenne prodigio dell’animazione, si è formato a una scuola di belle arti, specializzandosi nel design in 3D presso un’università d’arte industriale. Se, in materia d’animazione, il Giappone rimane il riferimento assoluto, non si deve dimenticare che i migliori tecnici sono coreani e numerosi produzioni nipponiche ricorrono alla loro perizia. Difficile però quando si pensa a un film d’animazione asiatico non evocare i nomi dei maestri Hayao Miyazaki e Katsushiro Otomo. Lo stile visivo, molto manga, di Wonderful Days, l’unico lungo di Kim, con la sua mescolanza di 2D e 3D e l’utilizzazione di alcuni procedimenti rivoluzionari (come la telecamera digitale ad alta definizione), ne fanno un’opera singolare. Unico neo la sceneggiatura troppo dolciastra per essere all’altezza di tanto lusso visivo. 10 di roberto pisoni visioni bazar 12 2004 DONNIE DARKO never dies Finalmente in Italia il film cult per gli adolescenti americani 2 ottobre 1988: negli Stati Uniti era il tempo di Dukakis contro Bush padre. Era il tempo del gioco Hungry Hungry Hippos e dei libri di Stephen Hawking sull’universo e i buchi neri. Ma era anche il tempo di Donnie Darko, eroe eponimo di un film destinato a diventare un culto degli adolescenti americani. Dopo aver furoreggiato nei festival e nel mercato home video di molti paesi europei, esce finalmente anche in Italia, addirittura nella versione director’s cut, Donnie Darko (2001), primo lungometraggio del giovane Richard Kelly. Testimone accreditato di un possibile rinnovamento della scena indipendente americana da tempo moribonda, Donnie Darko abborda in maniera trasversale il malessere della gioventù americana (luogo comune “indie”) con un personaggio introverso, precipitato nel gorgo di un intrigo soprannaturale. Donnie (Jake Gylennhall, azzeccato) è un adolescente solitario, che vive in un banale sobborgo americano. E’ il solo a percepire l’esistenza di una strana creatura, Frank, che gli annuncia la fine del mondo. Una notte, la stanza di Donnie è rasa al suolo dal reattore di un aereo, mentre nella piccola città cominciano a verificarsi strani fenomeni e un guru malsano comincia ad intossicare gli abitanti con delle teorie fumose sulla ricerca della felicità. Donnie è sempre più convinto di vivere i suoi ultimi giorni: adolescente extralucido, sembra caricare sulle sue spalle la stupidità e l’incoscienza di un’America in cerca di riferimenti: giovani conformisti e violenti, genitori deboli e ignoranti, un ciarlatano che vende spiritualità a buon mercato. Malgrado qualche uscita esilarante contro le aberrazioni di questa sottocultura e del suo esoterismo new age, Donnie Darko non tracima mai nella satira. Mentre Todd Solondz, il più rispettato degli indipendenti, nel recente Palindromes visto a Venezia, tratta la «malattia americana» con humour ambiguo e caustico, Richard Kelly abolisce la distanza e il suo film, pieno di compassione, resta in osmosi con il suo personaggio. Distilla immagini di un sogno triste, costellato di simboli e di apparizioni (Frank, la leggendaria creatura “mutata” in coniglio difforme), che catturano per la loro ambigua densità. In Donnie Darko si scivola insensibilmente da un universo familiare, quello di certi sobborghi residenziali, nel suo rovescio oscuro, tra le cui ombre Donnie percepisce il disastro a venire. E anche se il film è una fantasticheria (accompagnata da una rimarchevole colonna sonora eighties), la suspense è reale, l’atmosfera piena di presagi e caratterizzata da un senso di minaccia diffuso. Perfino la storia d’amore, di un lirismo rarefatto, non lascia indenni. Un primo film singolare, intenso, in cui tutto ciò che si perde lascia una traccia profonda. www.bazarweb.info www.bazarweb.info bazar 12 2004 visioni di roberto pisoni 11 Dvd: l’uomo che fuggì dal futuro Nei panni di Peter Sellers Intervista a Geoffrey Rush Il cinema disdegna le biografie degli attori, che in genere fanno invece la fortuna della televisione. Così è stato il canale cable americano HBO a consentire a Stephen Hopkins (regista di Blown Away - follia esplosiva e di molti episodi della serie 24 Hours) di raccontare su grande schermo la vita tumultuosa di Peter Sellers. Attore il cui genio polimorfo ha segnato a fuoco la memoria degli spettatori – con l’ispettore Clouseau, il Dottor Stranamore, Hrundi V. Bakshi e Mr.Chance, per citare solo alcuni dei suoi strepitosi personaggi. La difficoltà maggiore era ovviamente trovare un attore che fosse pazzo abbastanza da osare il confronto con Sellers. Sfida accolta, non senza titubanza, dall’attore australiano Geoffrey Rush, virtuoso quanto basta da meritarsi un oscar con Shine (1997), e superbamente vinta perché, se del film Life and Death of Peter Sellers qualcosa rimane, è proprio la performance di Rush. Al di là della somiglianza fisica, la sua interpretazione è stupefacente, proprio in quanto interpretazione e non imitazione. Il suo Peter Sellers è forse l’unico possibile: un superbo camaleonte dalla personalità multipla. Quanti personaggi diversi interpreta nel film? Interpreto Sellers in gran parte della sua vita e dei suoi film per un totale di 38 personaggi. Ho indossato una trentina di parrucche, altrettante dentiere e infinite lenti a contatto. All’inizio non era così convinto di accettare il personaggio … Stephen Hopkins mi ha spedito la sceneggiatura nel 2001. Sono rimasto colpito dall’abilità con la quale era riuscito ad andare oltre la semplice biografia – che è una piaga del cinema – per concentrarsi sull’Inghilterra dell’epoca, sull’identità dell’attore e sull’intersezione tra vita e ruoli. Per scoprire che il motore, soprattutto nel caso di Sellers, è l’ansia. Lo script era affascinante, ma poi ho incontrato i fan di Sellers che sono possessivi e ossessivi e, una volta accettato il ruolo, avevo paura di diventare il loro zimbello. Sono stato sedotto dalla sceneggiatura ma sinceramente pensavo che recitare l’Amleto sarebbe stato molto più semplice. Ma un anno dopo, Stephen è tornato all’attacco e mi ha convinto. Come è diventato Peter Sellers? Ho cominciato ad ascoltare le sue trasmissioni radio, rivedere tutti gli show televisivi e, ovviamente, i film. Un immersione totale per tentare di gettare dei ponti tra la sua vita e la mia. Avevo una moltitudine di personaggi da interpretare, con frasi, intonazioni e accenti molto diversi. Non solo dovevo diventare inglese, ma parlare più dialetti, con tanto di affettazioni e sfumature. Ho lavorato duro e con metodo sulle specificità vocali dei personaggi e, mentre giravo La maledizione della prima luna, il mio coach mi faceva fare degli esercizi quotidiani. La preparazione è durata sei/sette mesi ed è stata un tour de force. L’impressione è che, per quanto lo si osservi da vicino, l’uomo Sellers sia assolutamente imprendibile… Sellers era polimorfo. Tenero, violento, paranoico, dotato, rancoroso… L’obiettivo che mi ero prefissato era quello di non giudicarlo. Non farne un uomo meschino e violento, ma una persona di cui potevo essere amico. Mi sono allontanato nei toni dalla biografia di Roger Lewis che, rivelando dei comportamenti poco gloriosi della sua vita, aveva fatto scandalo alla sua uscita. Ho preferito abbordare questo ruolo come quello di un uomo fantastico, drammatico, talentuoso, amoroso, frustrato e immensamente celebrato. Sellers era una dose di LSD fatta uomo. E’ lì che mi sono reso conto di aver spesso recitato personaggi realmente esistiti: Trotzkji in Frida, Sade in Quills, David Helfgott in Shine. E li ho affrontati ogni volta con lo spirito del detective, dell’ispettore… Clouseau! Tutto ebbe inizio negli anni ‘60, nelle scuole di cinema di Los Angeles: una borsa di studio vinta dal giovane George Lucas lo traghettò alla Warner dove conobbe Francis Ford Coppola. I due ben presto decisero di procacciarsi l’indipendenza dagli studi di Hollywood e, sull’onda rivoluzionaria di film come Easy Rider, raggrupparono un combo di cineasti per realizzare film a “modo loro”. Nacque così l’American Zoetrope, mitica factory attorno a cui si formarono i talenti della New Hollywood. L’esordio di George Lucas venne prodotto proprio in quel contesto: adattamento di un cortometraggio realizzato da studente, THX 1138 è un film ancora affascinante per stile e intenzioni. In un’ipotetica società del futuro a ogni essere umano è impedito provare emozioni attraverso la massiccia somministrazione di droghe e sedativi che intorpidiscono i sensi. Unico scopo della vita è il rispetto delle regole per non subire le rigide punizioni. I nomi delle persone sono semplici codici e questo consente la catalogazione degli individui e il loro controllo attraverso un sistema di tele-sorveglianza. THX 1138 (Robert Duvall) è uno dei tanti anonimi operai, che insieme alla sua compagna decide di interrompere l’assunzione di farmaci e di liberarsi. Ferocemente critica nei confronti della società consumistica, la storia rielabora gli elementi tipici della fantascienza distopica, ma lo fa con grande consapevolezza formale e design minimale. Nell’edizione integrale realizzata per il DVD sono state aggiunte sequenze tagliate all’epoca e nuovi effetti speciali che ben si integrano con il look originario (unica eccezione la sequenza finale dell’inseguimento per le strade della città). Purtroppo la cronica mancanza di sottotitoli nei titoli Warner colpisce anche il bel commento al film di George Lucas e Walter Murch. Fortunatamente il materiale del secondo disco è talmente ricco da alleviare la delusione: assolutamente imperdibile è il documentario A legacy of filmakers: The early years of American Zoetrope, che ripercorre le fasi della breve esistenza dell’utopia lucas-coppoliana. Thx 1138 - Director’s cut, Warner Home Video, 20,90 DVD 12 di alessandro benvenuti visioni.in pillole bazar 12 2004 www.bazarweb.info www Io la detesto! di cinema non è Mi disse proprio così… e per una personaore si aspetta (e spera) l’att fa chi proprio una bella cosa. Perché sempre una reazione di apprezzamento nel pubblico… I pericoli del cinema. Chi fa il mestiere di attore si espone alle reazioni del pubblico. Ciò è del tutto normale. Eppure, a volte, le suddette reazioni vengono da persone che forse proprio del tutto normali non sembrano essere. Questo fatto mi è successo cinque anni fa a Bordighera. Avevo rappresentato uno spettacolo in teatro (Benvenuti in casa Gori). Era stato un successone. Poi andiamo a cena con il direttore, una persona cordiale. Sua moglie, invece, se ne sta tutta la sera sulle sue. Seduta a un metro da me, sulle sue. Mangia e non parla. Carattere chiuso, penso. Io , racconto cose di tutti i giorni, è una serata allegra: teatro esaurito sorrisi, applausi. Finché, arrivati al secondo, la donna sbotta aggredendomi: “Io la detesto. Volevo proprio dirglielo che lei è stato ia ripugnante”. Io, di sasso, guardo il direttore del teatro che ridacch neanche troppo imbarazzato; anzi, sembra quasi divertito del dell’esternazione della moglie e scuotendo la testolina sulla via sorpresa mia la scusi “E, etto. gamber un sereno traslucido si sguscia - dico alla donna - può dirmi perché le faccio questo effetto?”. “E’ stato una carogna con Christian De Sica nel film di Verdone ’Compagni di scuola’, è stato proprio una carogna con lui...e che si rompesse una gamba alla fine, era il minimo che si meritava, visto il male che gli ha fatto”. Io la guardo. L’astice che ho nel piatto capisce al volo che la sua sta per trasformarsi in una morte inutile. “In fondo - dico planando sul positivo - indirettamente mi sta facendo un complimento: il personaggio è stato scritto per essere un po’ carogna e il fatto che per lei sia stato così convincente…”. “No – mi interrompe - lei con il povero Christian è stato proprio odioso e di rompersi quella gamba se l’è proprio meritato”. E’ dura tenere il sorriso di fronte all’espandersi delle tenebre cerebrali. Siamo in otto a tavola. Cerco allora di interpretare gli sguardi degli altri per avere un appiglio per una possibile lettura di quell’inattesa situazione. In sei la conoscono. Osservo il marito i cui occhi sembrano pensare: “Nel mondo c’è di peggio”. Mentalmente riconsidero allora la stagione teatrale che ha ci organizzato. A parte un paio di comici sospetti dell’area Zelig, leggero teatro di ti banalot esempi due stantii, classici due sono e un’operetta; insomma è tutto un dare colpi a cerchi e botti, perfettamente in linea con il resto d’Italia. Degli altri commensali, due vanno in AUDI e il terzo è un’aspirante cabarettista al momento provvisto di un alibi come impiegato comunale. E poi ci sono le due donne, che con la bocca mangiano e con gli occhi sembrano suggerirmi nascostamente la storia dell’infelice sapere moglie del nostro direttore. Le donne: come sempre le uniche a silenzio il troppo crescere far non Per questi. come cosa pensare in casi po’ che, si sa, è il maggior concime della pianta dell’imbarazzo (un comincio a divertirmi anch’io, scusa!) ritento le vie diplomatiche: stimo “Beh, Crhistian ed io siamo buoni amici - dico - lui stima me come io Se persona. come buono sia n Christia quanto solo lui”. “Questo conferma , avesse fatto a me quello che ha fatto a lui non so davvero come avrei reagito”e mi fredda lei. Guardo di nuovo il marito: se non ha reazioni neanch ta in stavolta allora sono due quelli pericolosi e avere inserito l’operet stagione doveva farmelo gli capire. Lo guardo e con lo splendore degli occhi cerco di ricordar che è lui che m’ha invitato a cena portandosi dietro la moglie. ti Macché: lui si diverte! Gli sguardi delle donne intanto son diventa che, tista cabaret il anche ora ano contagi che risate a cielo aperto si essendo per natura l’estroso del branco, dice: “Cazzo Daniela (così chiama la ‘posseduta’) ci vai giù “Così di trivella!”. “Lei è così”, minimizza il marito-direttore e basista. Capitale la si, è, che Roma, da vengo che evi come?!”, dico io, ricordat tentacolare, ma dove la gente è abbastanza cordiale con gli stranieri”. E allora mi spiega che da quando sua moglie ha visto quel film ha sviluppato un odio viscerale nei miei riguardi che proprio non le i passa. Che si era rifiutata anche di venire a teatro per non doverme vedere di persona e che l’ha dovuta costringere quasi con la forzafaccia che lei alla fine ha accettato solo per potermi finalmente dire in quel quello che pensava di me da 12 anni. Non solo: ma che in tutto tempo si era sempre rifiutata di vedere qualsiasi cosa avessi fatto al in cinema/teatro/ televisione, perché uno che fa quelle carognateil povero Christian meritava solo disprezzo. “Quindi a questo punto problema è capire che rapporto c’è fra lei e Christian”. Dissi io. E la frase fece effetto perchè al marito-direttore andò finalmente di traverso un gamberetto! www.bazarweb.info bazar 12 2004 videogiocando di giuseppe mottola 13 Una risata vi seppellirà Quando il re di una nota favola camminava tronfio in parata con addosso un vestito invisibile agli sciocchi – così aveva detto il suo sarto – solo un bimbo nella folla ebbe il coraggio di puntare il dito e urlare “il re è nudo!”. Quella voce d’infante è la satira, che nei secoli ha assunto varie forme, dalle giullarate medievali agli show tv, fino ai videogiochi, di cui Internet è il principale canale di distribuzione. Si tratta di giochi semplici, ma nello stesso tempo pungenti e arguti. Alcuni trattano di guerra (come Antiwargame, www.antiwargame.org), altri di piaghe politico-sociali in cui troppa gente è restia a mettere il dito. Un esempio tutto italiano è rappresentato dai giochi politico-satirici di Molleindustria (www.molleindustria.it), che affrontano con ironia temi come precariato, mobilità e religione permettendovi di gestire la vita di un operaio, amministrare un lavoratore in affitto spedito attraverso tubi penumatici (!) e creare nuovi edificanti discorsi per il Papa (con tanto di doppiaggio). Ecco un’occhiata più da vicino a questi titoli. Satira, ultima frontiera La satira sposa i videogiochi. Un matrimonio che fa discutere perché esprime il potere di ridere temi forti, come la guerra e la sacralità, con undi semplice click. Antisoldati In Antiwargame si vestono i poco invidiabili panni del presidente USA nella gestione della guerra in Iraq. I problemi da affrontare sono tanti, ma facilmente risolvibili con la giusta dose di violenza (scatenando l’esercito contro i manifestanti e contro gli sfortunati popoli che possiedono risorse petrolifere) e di dollari (per aumentare le spese militari e controllare i media). La provocazione è evidente e a volte riesce a strappare un sorriso (come quando i soldati tornano in patria per poi unirsi alla folla di pacifisti); più spesso, però, il gioco è un’amara riflessione sull’operato dell’amministrazione Bush negli ultimi mesi. Come altri giochi politici, Antiwargame subordina l’aspetto ludico all’importanza del messaggio ideologico di cui è veicolo: non vuole essere un videogioco sulla guerra, ma piuttosto la dimostrazione che la guerra è, in fondo, un gioco. Parole sante La sagacia e l’invettiva di Molleindustria non risparmiano neppure il Santo Padre e i suoi messaggi di pace, speran fede e carità. Con il gioco del Papa Parolibero, anche i za, comuni mortali possono pronunciare discorsi “edificanti” di “grande impatto” e, cosa ben più importante, senza e che questi siano poi messi in discussione da nessuno e in nessun modo. Il videogioco consiste, infatti, nel comporre i messag del pontefice alla comunità cristiana in tutta libertà (per gi dire a casaccio), utilizzando le “parole sante” che svolazznon all’interno di soffici nuvolette. All’inizio i discorsi appaion ano o un po’ insensati, ma basta prenderci la mano… Esiste perfino un concorso – a cui tutti i Papa Paroliberi possono parteci – dove sono classificati i messaggi migliori. Ma la cosa pare importante è finalmente poter dire di tutto a tutti senza e lancio di pomodori, e sentirsi per questo onnipotenti. fischi In secula seculorum. Lavori del tubo Anno 2010. Siete comodamente seduti in poltrona (mutande e canottiera) cullati dai rintocchi della pendola, quando svuuup… un tubo enorme cala dall’alto e vi risucchia. Un attimo dopo siete Babbo Natale in un grande magazzino che intrattiene marmocchi con la sua campanella. Oppure operaio alla catena (di montaggio). O commesso di un fast food. O centralinista. O scaricatore. E il lavoro cambia ogni tre per due, disorientandovi. E se commettete troppi errori sarete sbattuti sul marciapiede, a toccare cuore e borsellino dei passanti con una fisarmonica. Vita grama quella che condurrete in TuboFlex, gioco di Molleindustria che esaspera il concetto di mobilità costringendovi a guadagnar la pagnotta cambiando lavoro non ogni tot mesi o anni, ma ogni manciata di secondi, passando da un posto all’altro grazie a tubature che vi catapultano ovunque siano necessarie le vostre braccia. Be’, non proprio ovunque: l’unica stanza dei bottoni che vedrete sarà quella di un call center. Proletariato in Rete Quante volte abbiamo sentito di poveri operai licenziati senza motivo? Con TamAtipico (il nostro lavoratore precario virtuale) abbiamo la possibilità di essere noi i mostruosi datori di lavoro. Questo gioco d’animazione realizzato in flash mette la vita di un operaio nelle nostre mani: più il TamAtipico produce, più punti accumuliamo. A noi sta scegliere quanto farlo lavorare, stando attenti alla sua energia e alla sua felicità, perché da bravo proletario potrebbe scioperare! Per questo siamo tenuti a mandare il nostro precario a riposare, ma non troppo, o la sua produttività potrebbe diminuire. E se il TamAtipico diventa triste? Semplice, gli facciamo vedere la sua amata televisione, in modo da far crescere la sua felicità: un lavoratore contento è un lavoratore produttivo! Ma guardando troppa tv potrebbe impigrirsi... Se poi siamo stufi del nostro lavoratore, c’è una soluzione semplice ed efficace: lo licenziamo! 14 di caterina gonnelli onde bazar 12 2004 E a proposito di Cartoon e tele… Bazar fa gli auguri a Tilapia, nuova e giovane realtà creativa partenopea, già premiata quest’estate per l’originale cortometraggio di animazione “Timothy Peabody”, e che ora riesce a portare una ventata di innovazione nello stantio mondo delle soap-opera. Come? Con un nuovo cartoon dedicato al Pibe de Oro Maradona sognato, in versione fumettistica, da uno dei personaggi di “Un posto al Sole”. Una produzione in animazione, la Upas Cartoon, che rappresenta la prima di un’azienda del sud Italia. E in un mondo dominato dalle major americane… scusate se è poco! www.bazarweb.info ti nella tv satellitare Il trionfo dei fumet sta vivendo un momento di celebrità: Il mondo del fumetto basta seguire la moda per accorgersene, su slip e t-shirt, giacche e cappelli la vignetta mette di buon umore. Anche nella tv satellitare il cartoon piace, vedi il proliferare di programmi in teoria dedicati ai ragazzi ma in realtà molto seguiti anche dai “vecchi”. Per i nostalgici degli anni ’50 e ’60 da non perdere la serie “Cartoon Classic” in onda ogni week end sul canale 1 Plus 1 con una piacevole selezione dei più rappresentativi cartoni americani di quel periodo per rivedere mitici personaggi leggendari e allo stesso tempo attuali. Rimanendo sul classico, che non tramonta mai, una nota di attenzione merita Rai Sat Ragazzi con il personaggio nato alla fine degli anni ’70 dalla genialità di Jean-Louis Fournier e Gilles Gay “La Mucca Nerina” in onda ogni giorno alle ore 12.00. Impossibile non rimanere incantati dall’ironia della buffa e casinista mucca che sogna di diventare una graziosa cerbiatta. Per chi è ghiotto di spinaci torna sul canale Boomerang il forte-tenero Braccio di Ferro alla costante ricerca della sua Olivia e in perenne sfida contro il nemico Bruto che tra un cazzotto e una fumatina di pipa riesce sempre a scacciare. Per un pubblico più adulto fa scalpore su Jimmy, ogni giovedì alle ore 21.00, la serie animata “God, the Devil and Bob” che racconta la sfida tra un Dio vestito da rockstar, alternativo e anticonformista, perennemente al bar, un Diavolo, elegante e abile oratore e Bob, tranquillo operaio casualmente scelto dal Diavolo nella gara tra il Bene e il Male. Per meditare... Tutti pazzi per il cartoon Soprattutto se nato dalle menti creative di qualche napoletano estroso. E tra una nuvoletta e l’altra… qualche nuvola vera da evitare seguendo Sky Meteo! Sky punta al meteo in perfetto stile americano Una tv a suon di ricette Dopo le pesanti indigestioni di talk show, grandi fratelli e tg pronti a sfornare cattive notizie perchè non alleggerirsi un po’ con programmi più gustosi? Basta sintonizzarsi su Alice che offre stuzzicanti ricette accompagnate da cultura e tradizio locale. O Gambero Rosso-Rai Sat, per chi vuole sbizzarrirsi ne con tutti i tipi di insalate immaginabili, tra lattughe, rucola, gallinella , indivie e radicchi per protagonisti. Di fronte all’incertezza dei tempi moderni perchè non puntare sulla certezza delle previsioni meteorologiche? E’ la scelta di Sky Tg 24 che ad agosto ha inaugurato un nuovo canale dedicato 24 ore su 24 al meteo e alle previsioni del tempo. Il modello ricalca il format del canale a stelle e strisce “The Weather Channel” con un palinsesto di previsioni meteo ogni 15 minuti in ambito locale, nazionale, europeo e mondiale. La novità però consiste nel disporre telecamere nelle principali città italiane (speriamo non nello stile Truman Show) e una squadra di abili meteorologi-conduttori al servizio dei cittadini. Sul video i due bei volti del meteo, la bionda e altissima Mimmi Gunnarson e la solare Simona Branchetti, mentre sono aperti i provini per volti nuovi, possibilmente professionisti del meteo. Dopo un’estate pazzerella, con maglioni e scarpe chiuse, e un autunno bollente con tuffi novembrini a mare, prima di passare alla palla di vetro forse con il nuovo canale si comincerà a dare qualche consiglio giusto azzeccandoci un po’ di più. www.bazarweb.info bazar 12 2004 sintonie di giulia baldi 15 o delle meraviglie Atlantis, mond dagli studi di via Asiago Atlantis, dal lunedì al venerdì dalle 16:30 alle 18:00, Radio Rai 2 propone Da ormai tre anni, nella squadra della mitica Videomusic, prima che trasmissione condotta da Lorenzo Scoles (che forse qualcuno ricorda Rai). approdasse a Radio e dei suoi tanti ospiti raccontano ogni giorno le meraviglie, Con un linguaggio semplice e sempre accattivante, le voci di Scoles , infatti, racconta il mondo che ci circonda, spaziando Atlantis ne. mutazio perenne in realtà una di ni i fenomeni, le innovazio rendo anche momenti importanti o curiosi della storia del dall’arte alla quotidianità, dalla cultura ai temi del sociale, ripercor le evoluzioni del contemporaneo... Novità di quest’anno: ogni e enti cambiam i cogliere a continua ne attenzio mondo ma con una à per gli ascoltatori di partecipare al programma inviando possibilit la e mondo, del lontano luogo un con ento giorno un collegam sono archiviate sul sito, per cui se non potete ascoltare ioni trasmiss le Tutte 1. 848079 335 numero: al in diretta i loro SMS tra cultura fantasy e medioevo, o sulla radio che rapporto sul più di qualcosa sapere a ati interess siete ma la radio in diretta, adio2/atlantis o.rai.it/r ww.radi http://w su cliccate blogs, dei o fenomen sul o trasmette in latino, e Quindie Radio Torino Popolare pomeriggio, dalle 15.00 alle Radio Torino Popolare, sabato 16.30: è il momento di Quindie, contenitore incentrato sulle realtà indipendenti negli ambiti della letteratura, del cinema, del teatro, delle arti visive e, soprattutto, della musica. La conduzione del programma, ideato nel 2003, quest’anno è affidata a Fabio Battistetti, che si avvale della collaborazione di Alessandro Vaccari ed Enzo Palatella. Attenti osservatori delle realtà artistico-culturali di Torino e del resto d’Italia e d’Europa, i tre dedicano parte della trasmissione ad approfondimenti, interviste, show case, anteprime; e danno, con dovizia di dettagli, segnalazioni di appuntamenti ed eventi. Numerosi gli ospiti in studio, sia italiani sia internazionali, e i collegamenti con l’esterno. E perché non finisca tutto solo nell’etere, in parallelo alla trasmissione radiofonica Quindie esiste anche come weblog: http://quindie.splinder.it. Ma se abitate a più di qualche chilometro dalla Mole Antonelliana, segnatevi anche il sito: www.rtp97.it. E’ il sito della radio, di cui, a questo punto, accenniamo un po’ di storia: fondata nel 1982 dalla Cooperativa Radio Torino Popolare per contribuire al mondo della comunicazione a 360°, RTP97 (a Torino è sui 97 fm…) da sempre pone particolare attenzione a cultura e impegno sociale, giovani e creatività, educazione alla fantasia e all’ambiente, e alterna questi contenuti alle informazioni di Popolare Network…Una radio da tenere in memoria, o almeno tra i preferiti. Classica è bello! Una esperienza da fare, prima o poi, è ascoltare Radio Classica, network del gruppo Classeditori, incentrato su un alternanza di musica (classica…ovviamente) e notizie dai mercati finanziari. Che siate interessati o meno a ciò che accade nei Palazzi delle Borse internazionali, rimane che la musica trasmessa è tratta da una discoteca ampia, varia e continuamente aggiornata, e le selezioni sono accompagnate da notizie accurate su autori, opere, esecutori. Alcune trasmissioni, poi, ruotano attorno a temi particolari, come le varie epoche della musica, le storie dei grandi direttori, i diversi strumenti; mentre specifiche rubriche annunciano con anticipo gli appuntamenti da non perdere tra concerti e festival. Per le frequenze nelle varie città d’Italia, il palinsesto e tutte le altre info il sito è www.radioclassica.fm Radio con l’anima Quella che John Peel metteva in ogni brano che passava. Ma anche quella che esce dalle frequenze di Atlantis, Radio Torino Popolare e Radio Classica… Mondi contrapposti Missing John Peel Il mondo della radio e quello della musica non saranno più gli stessi: il 26 ottobre scorso John Peel è stato colto da infarto mentre era in viaggio in Sud America, e ora riposa in pace. John Peel da oltre 30 anni era il più sensibile dei dj radiofonici, il più capace di intuire i nuovi corsi della musica e scoprire nuovi talenti dando loro spazio sulle frequenze della BBC, spesso prima ancora che i dischi venissero pubblicati. E le live session registrate nei suoi studi rimangono momenti fondamentali della storia della musica contemporanea. Grande appassionato di rock e punk, che contribuì a far conoscere al mondo, Peel era anche un amante di reggae, hip hop, elettronica. Dai Pink Floyd ai White Stripes, passando per Clash, Joy Division, Nirvana, da Bob Marley ai Public Enemy, dai Depeche Mode a T.Rauschmiere, nessuno dei musicisti che amiamo di più avrebbe avuto lo stesso successo senza la sua passione e il suo impegno. Dopo un set travolgente al Sonar festival di Barcellona di qualche anno fa, non era raro incontrarlo dietro la consolle dei club londinesi più attenti alla qualità e varietà della proposta musicale, come il Fabric...ed era impossibile non rimanere lì ad ascoltare e ballare. In sintesi: John Peel ci mancherà all’infinito. Per ricordarlo e risentirlo, o magari per scoprirlo, just check John Peel’s tribute and sessions at www.bbc.co.uk/radio1/alt/johnpeel/index.shtml 16 di gabriella serusi scene bazar 12 2004 www.bazarweb.info Spegnete la TV: c’è un nuovo teatro! Teatro d’amore. Quello di un uomo-bambino chius in un armadio, o di un ospite di matrice pasoliniana. Quello intrisoodi violenza di Chatila, e quello incomprensibile e indefinibile del canti co dei cantici. Anche da una scatola vuota e insensata quale è la televisione di questi messaggio non riprovevole e degno di nota, capace di viaggiare nell’etetempi, può giungere a volte un re senza bisogno di essere accompagnato da bollini rossi, gialli o verdi. La televisione fa spettacolo – lo dice un recente spot – quando non fa notizia, quando in altre parole è spenta. “Spegnete la TV, accendete il teatro” recita “mamm a tele” in queste fredde sere invernali, e questa volta vogliamo proprio darle ragione. Un atto d’amore verso di lei e verso di noi che ci ripaga con la stessa moneta, perché la stagione teatrale italiana ormai avviata, pullula di buoni e cattivi sentimenti, di follia e risentimento, di amore sacro e profano, di passione ed erotismo. È con sommo piacere che dedichiamo la nostra rubrica mensile sul teatro all’amore, croce e delizia di tutte le nostre esistenze. Primo fra tutti l’uomo dell’armadio. Strano che nessuno ci avesse ancora pensato a ridurlo a testo teatrale più talentuosi e sensibili. La crudezza della sua penna genera fiori rari . Ian Mc Ewan è uno degli scrittori contemporanei e gentili di cui un giovane lettore dovrebbe almeno una volta respirare il profumo. Si prenda per esempio questo breve raccont dà ora il titolo alla pièce portata in scena da Giorgio Gallione con Eugenio o pubblicato da Einaudi (prezzo modico) che Allegri come mattatore, lo si legga tutto di un fiato e si vada poi a teatro. Si resterà stupiti da quanto amore c’è nel testo e fuori dal testo, sul palcoscenico, per questo personaggio di cui non vogliamo svelarvi il nome. Non lo facciamo per allo spettatore il gusto di trovare da solo la chiave di innamorament puro esercizio della crudeltà ma per non togliere protagonista. Succede a volte a teatro di escludere tutto il resto, spogliao e comprensione di uno spettacolo che è il suo fatta di sentimento, o come si dice in gergo tecnico di pancia. Abband re la scena, togliere oggetti e dare vita a una realtà per una manciata di ore nel mare magnum di sogni infantili, paure, onatevi alla musica delle parole di Allegri e navigate emotività, immaturità, dolore che l’amore porta con sé. E chiedetevi, di tanto in tanto – mentre scivolate dolcemente verso – chi è e che cosa ci fa un uomo-bambino chiuso dentro un armadio. il nulla che abita le nostre coscienze sonnacchiose L’UOMO DELL’ARMADIO - di Giorgio Gallione, con Eugenio Allegri Torino, Teatro Garibaldi di Settimo Torinese, via Garibaldi 4 – tel. 011 8970831 Dal 30 novembre al 5 dicembre Biglietti da 13 a 10 Euro L’ospite I Motus restano fedeli alla loro natura fredda e analitica anche in questo nuovo spettacolo che si configura come ultima tappa di un viaggio nella vita e nella drammaturgia dello scomodo intellettuale italiano Pasolini. Portano in teatro un lavoro difficile e impegnativo anche sotto il profilo scenografico oltre che drammaturgico. Non è certamente stato semplice per la compagnia di Casagrande ridurre a testo rappresentabile quello che è un coacervo di pensieri e parole, in prosa e poesia, che lo scrittore italiano diede alla luce sul finire degli anni sessanta. “Teorema” è già stato un libro, poi un film, ora è un lavoro teatrale in cui sono sedimentate le provocazioni e le profezie del testo originario, ancora così terribilmente attuale. Lo spettacolo contiene quell’antico elemento sacrale-distruttivo tanto caro a Pasolini, che si materializza in forme diverse anche in Porcile, San Paolo e Petrolio. Il tema della crisi e della “banalità del male” nel quotidiano, dentro il “nuovo totalitarismo consumistico”, passando per il progetto teatrale Rooms giunge fino all’Ospite, produzione calibratissima e tagliente, intrisa di causticità e ironia secondo il diktat pasoliniano. L’ospite è per Motus un personaggio scomodo, irriverente, indesiderato; a volte è poco più di un’apparizione scenica, altre quasi una visitazione angelica. L’ospite ha dunque una presenza duplice: da un lato si carica di un’aura mistica, con precisi rimandi biblici, dall’altro va a rompere completamente le convenzioni delle relazioni sociali. La pièce è un condensato magmatico di carnalità, sessualità, fisicità dolorosa raffreddate dallo sguardo implacabile, freddo e scientifico dei Motus. L’OSPITE, MOTUS - di Enrico Casagrande et Daniela Nicolò dal romanzo Teorema di Pier Paolo Pasolini Con Dany Greggio, Emanuela Villagrossi, Frank Provvedi, Caterina Silva, Daniele Quadrelli, Catia Dalla Muta. Drammaturgia di Daniela Nicolò Una produzione Motus e Théatre National de Bretagne, Rennes in collaborazione con Festival di Santarcangelo, La Ferme du Buisson - Scène National de Marne-La-Vallée, Teatro Sanzio di Urbino e Teatro Lauro Rossi di Macerata e A.M.A.T, con il sostegno di Provincia di Rimini, Regione Emilia Romagna 3 dicembre 2004 h. 21 - “Le vie dei Festival” Teatro Storchi - Largo Garibaldi 15, Modena Info: Emilia Romagna Teatro Fondazione Tel. 0592136011 - fax 059 234979 - biglietteria 059206993 [email protected] bazar 12 2004 www.bazarweb.info Moby-dick - ultima caccia Valeriano Gialli è interprete e regista di questa ennesima rilettura del celebre rom scritto da Herman Melville per cantare anzo attraverso la metafora della caccia alla la vita balena Moby Dick. Gialli riduce in questo adattame per il teatro l’unità temporale del racc nto onto. Sono gli ultimi tre giorni di caccia al ceta gigantesco a interessare il regista, quelli ceo l’epopea umana giunge al suo capolinea in cui una serie di dirottamenti scenici dello sguadopo Uno spettacolo in cui la percezione sens rdo. gioca un ruolo importante, complici le oriale pitture di Giuseppe Zambon diffuse in video lo spazio scenico in un esempio inter tutto di integrazione fra immagine video, essante musica elettronica e recitativo. MOBY-DICK ULTIMA CACCIA - di e con Valeriano Gialli. Musica dal vivo di Ladislao Todoroff, videopitture di Giuseppe Zambon. Dal 3 all’11 dicembre 2004, ore 20.45 Teatro Juvarra - via Juvarra 15, Torino. Tel. 011540675 Biglietti da 10 a 8 Euro scene di gabriella serusi 17 Cantico dei Cantici - L’amore, secondo Eimuntas Nekrosius, è un can to che arriva da lontano Nessuno resta insensibile al richiamo dell’amore, tanto meno il teatro. Sarà perché nel mondo c’è fin troppo odio, sarà perché la sua permette di coglierlo e comprenderlo solo per frammenti, irriducibile natura quid comprensibile solo a partire dalla sua fenomenolo ma l’amore resta un gia, dal suo dispiegarsi e manifestarsi fra gli esseri. C’è l’amore per tutte le creatu re, l’amore mistico, l’amore divino, l’amore violento, e poi c’è l’amore che tutti questi aspetti comprende: quello fra uomo e donna. Non si parli andando a vedere il Cantico dei Cantici firmato nella di metafore, per favore, grande maestro del teatro qual è Eimuntas Nekrosius regia e nelle scene da un (Lituania, 52 anni). Il Cantico dei Cantici è una celebrazione dell’amore simbolo dai molteplici valori e significati. Il regista umano come grande spesso succede ai grandi temerari, da un porto diffici-artista è salpato, come le, un testo sacro scritto intorno all’anno 1000 a.C. in lingua ebraica e attribu giudaico-cristiana a Salomone. Al centro della storia ito dalla tradizione l’innamoramento di Salomone per la pastorella Sulam altro non c’è se non Nekrosius mette il dito nella piaga e ci parla di noi ita, figlia del re d’Egitto. che arriva dal passato, dal lontano spazio-tempo biblicattraverso una vicenda eroico e spumeggiante, intriso di profumi e di vita, o. Ciclico e fantasioso, sacro e profano, erotico e casto, questo amore narrato allegorico e profetico, è un numero divisibile all’infinito, un’identità senzatra oriente e occidente, comprenderlo, penetrarlo, controllarlo e poi, puff, la bollanome. Ci sembra di nell’aria insieme alle nostre certezze. Dice Nekrosius dellodi sapone si disperde lui e lei, l’uomo e la donna, senza un vero nome: sono spettacolo: “ci sono storia che ripetono il miracolo dell’amore”. Parole sante. tutte le coppie della CANTICO DEI CANTICI - di Eimuntas Nekrosius, scene con Aldona Bendoriute, Salvijus Trepulis, Povilas Budry Marius Nekrosius s, Ausra Pukelyte, Diana Gancevskaite e Vaidas Vilius Teatro Argentina - Largo Argentina Roma. Tel. 06 68400 0345 - 346 Dal 15 al 19 dicembre 2004, ore 21, giovedì e dome nica ore 17 Biglietti da 26 a 10 Euro. Prima nazionale [email protected]; www.teatrodiroma.net Quattro ore a Chatila La violenza e l’amore spiegati a teatro in un dramma nuovo e toccante Duro da digerire in aria di festività natalizie questo Quattro ore a Chatila regia da Abdelouahad Ouzri, regista marocchino molto conosciuto nel firmato nella d’origine. L’asprezza dello spettacolo è probabilmente naturale conseg suo paese ruvidità dell’argomento trattato. Non si può parlare di Chatila senza uenza della non si può parlare di questa tragica pagina storica dell’umanità senzaricordare Sabra, chiamare in causa “l’unico europeo” - come si definisce nel testo - ad aver assistito al massac Chatila. Jean Jenet, profeta letterario e cantore della diversità entro nella ro di Sabra e città afflitta dal dolore e dalla morte il 19 settembre 1982 – primo fra molti occiden degli eccidi. Il testo di Genet è una testimonianza e il lavoro teatraletali a entrare nell’area quel dolore e di quella violenza, della miseria umana che Jenet vide di Ouzri vibra di con i propri occhi. Attraverso la voce e l’interpretazione dell’attrice Touria Jabrane, il regista lo sguardo dalla ferocia dei fatti concreti confinandoli in un passato miticodistoglie talora che restituisce l’essenza di un dramma universale. La pièce è un grande atto d’amor e per la verità e la vita umana. QUATTRO ORE A CHATILA di Jean Genet, regia Abdelouahad Ouzri spettacolo in lingua araba con sovratitoli, traduzione Mohamed Berrad a, musica Youness Mégri, con Touria Jabrane. Produzione Le Théatre d’Aujourd’hui, Ministère de la Culture et de la Communication, Service de la Cooperation de l’Ambassade de France Teatro Studio - Milano. Tel. 0272333.222 Dal 19 al 21 dicembre 2004 Biglietti da 22,50 a 15 Euro (riduzioni per giovani e anziani) 18 di gabriella serusi scene bazar 12 2004 rgini Ma La danza contemporanea è una forma espressiva che può vivere e prosperare ai margini. Ma cosa sono i margini? E rispetto a cosa si può stare ai margini? ufficiali cerca Il sottobosco delle compagnie sperimentali escluse dai circuiti i teatri dentro o zzati speciali festival dei no continuamente visibilità all’inter compagnie convenzionati delle città italiane. Nascono continuamente arsi con giovani alla ricerca di un’identità autentica e in grado di rapport centro fra confine il che Oggi o. territori del e società della le emergenze oltre. e guardar rio necessa e tivo significa è ndo, e periferie si va sgretola con Oltre significa cercare fra le pieghe dell’ufficialità, abbracciare il nuovo curiosità, preferire il disagio sensoriale. titolo A Torino, da qualche anno la rassegna di teatro e danza dal all’erta e si Marginalia, proposta dal teatro convenzionato L’Espace, sta ancora preoccupa di monitorare il territorio e di dare voce a chi voceche porta propriamente non ha. È una rassegna eccentrica ed eclettica Lo fa con alla ribalta le nuove proposte, quelle più giovani e interessanti. ie singolar più spazi degli uno in paure troppe passione e impegno senza atipici della città. Ecco gli eventi da non perdere: Di dei e di passanti i si fonda Spettacolo di danza delicato e coinvolgente, Di dei e di passant , sul confronto di linguaggi differenti: da una parte la danza indiana e classiche dall’altra quella Butoh. È un sorprendente incontro fra disciplin gesto e tradizionali con l’attualità e il quotidiano. Nello spettacolo ilcomuni modi dei re irregola à casualit la incontra ato preciso e controll vi e delle abitudini giornaliere, generando così ritmi e alfabeti espressi incondizionati e nuovi. Il gesto e il corpo con la sua prepotente fisicità vanifica lo iato fra il divino e il prosaico. Lontano li. Un Lontano è un testo che genera paesaggi coreografici e sensoria in scena luogo dell’immaginario carico di emozioni che la danza dei corpi nia Raffaella traduce in movimenti evocativi e forti. Prodotto dalla compag si avvale De Vita e da EgriBiancoDanza, Lontano è uno spettacolo che intorno dell’interpretazione della De Vita, autrice anche del testo. Viaggio tango. La all’emigrazione e altri temi scottanti rivissuti sulle note di unintriste o musica e il corpo dell’attrice-danzatrice affondano le radici uno spaccat sione. dell’illu cieli nei librarsi a fino alto volano di verità ma Rassegna Marginalia 7 edizione, L’ESPACE, Torino, via Mantova 38. www.salaespace.it Gli spettacoli: LONTANO di Raffaella De Vita e EgriBiancoDanza Dal 20 dicembre al 28, Biglietti da 10 a 8 Euro DI DEI E DI PASSANTI di OncaOnca. Dicembre 2004 (date da definire) www.bazarweb.info www.bazarweb.info bazar 12 2004 scene.salmoni di enrico lo verso 19 Fatica e domande La fatica è quella che si respira a un saggio di recitazi one. Domande quelle che ti offre una scuola di recitazione… Cara Eugenia, vorrei parlare ancora di giovani. Il saggio della scuola di recitaz di quello di cui ti raccontavo il mese scorso, il canto non l’ha ione di cui ti parlo oggi, a differenza anche ardita, spaziando tra più generi, in omaggio alla presunsfiorato nemmeno. Qualche coreografia, dire che all’insegnante di danza è andata piuttosto bene. Nonta e richiesta versatilità dell’attore. Devo forzati a fare qualcosa in cui non credessero o in cui si sentiss si aveva mai l’impressione che fossero è però la recitazione. Ho visto delle cose molto buone. Spaziaero fuori posto. La forza di questa scuola disinvoltura dal dramma alla commedia. E nei diversi generi vano, i ragazzi, tutti giovani lo ripeto, con alte. NON E’ RISULTATO DA POCO! A differenza delle sono state toccate anche 2 punte abbastanza offrire soluzioni. Ciò che può fare è offrire stimoli, doma altre, una scuola di recitazione, non può altri. L’atmosfera che si respirava era molto bella. Odoravande. Costruire la capacità di lavorare insieme ad di lavoro, sudore, complicità, amicizia. La formula del saggio, l’insieme di microtesti, è penalizzante costruire, far crescere un personaggio nel cuore dello spetta per la recitazione. Non ti permette di vita, personalità. Lo spettatore è spiazzato e ancora affezio tore. Ogni cambio di testo è un cambio di interpretato poco prima. Con diffidenza cede la mano pernato al personaggio che il giovane attore ha essere guidato in una nuova storia. Posso dire una cosa? BRAVI! Caro Enrico dici che una scuola di recitazione a differenza delle altre scuole Bè, io credo invece che non solo OGNI SCUOLA ma addiri non può offrire soluzioni ma solo stimoli. ttura OGNI ESPERIENZA non possa offrire soluzioni ma solo stimoli. E anzi è proprio questo il bello della vita, offrire suggestioni e occasioni ma senza indirizzarci. Perché sta a noi scegliere dove andare , che via seguire. E possiamo farlo solo in base alle nostre capacità, alle nostre possibilità, alle esperienze fatte curiosità che ci rinnova e ci rende liberi. Come può esister che ci rendono saggi e intelligenti o alla e un indirizzo unico per tutti, come può una medesima indicazione essere la soluzione per desideri, doma nde, obiettivi che sono diversi quanto diversi sono i cuori che battono nei petti di ognuno di noi? www.bazarweb.info bazar 12 2004 suoni.recensioni di fabio murru 21 le lle ra pa ini tud uie Inq giano paralleli ai testi arrabbiati dei Radio viag I suoni caldi e intimisti di Tunde cino si affiancano alle canzoni amare 4, i brani intensi e interrogativi dei Tiroeman dei Nomadi. Per un generale, profondo degli Interpol e alle riflessioni profondtutti … senso di inquietudine che ci pervade Tunde Bmg dei Lighthouse Family, Tunde Ex cantante iane, Baivewu, nato a Londra ma d’origini niger nua esordisce con un progetto solista che conti ti il percorso già affrontato negli anni passai nei Lighthouse Family; soul, r & b, grand nano melodie e molto romanticismo accompag m, la straordinaria vocalità di Tunde. L’albu t Lee interamente scritto da lui insieme a Gran Phillips e prodotto da Mike Peden, si pone e nel panorama pop internazionale con grand pecche, eleganza, una musica semplice senza intime ed o fascin gran di enti mom a regal che grande suggestioni. Una bella scrittura, brani di miles d Balla la come ndità profo e ività emot della ahead of me, o Come our history che parla e ha Tund dove ia, Niger la aria, origin terra sua rirsi vissuto fino all’età di 15 anni prima di trasfe o di dens testo Un ra. Lond a ente itivam defin lio e lacrime e frustrazioni, ma anche di orgog à. libert Interpol Antics Emi ecco che La storia continua a ripetersi ed e musicali gli Interpol, una delle nuove anim ndo della New York d’oggi, con il seco tempo album ci rimandano indietro nel Division alle sonorità new wave degli Joy recente e degli Psychedelic Furs e al più er dei Cure. dark sound di Robert Smith lead d, rispetto Antics, nuovo lavoro della banthe bright al precedente album Turn on o cupi, nelle lights ha toni più aperti e men ma mantiene sue totalità è più consolatorio degli inalterato il sound e la scrittura ai sempre Interpol che continua a dar voce i amare, presenti disagi giovanili. Canzon , un tessuto tristi e spesso anche rabbiose di Paul musicale fatto di chitarre quelle di Carlos Banks e Daniel Kessler il basso Banks e poi D. che accompagna la voce di motore la batteria di Sam Fogarino vero ani che propulsivo del gruppo. Per i giov new wave non hanno conosciuto il periodoa d’umori e una musica di gran fascino intris di un dolce suoni metropolitani, per i più gran tornare indietro nel tempo. Nomadi Corpo estraneo Warner Music Ancora una Tiromancino Illusioni parallele Virgin si butta alle Federico Zampaglione spalle il disagio nato dopo l’ improvviso successo dei suoi lavori precedenti e la separazione da Riccardo Sinigallia, e con i suoi Tiromancino continua la strada percorsa di un pop moderno e affascinante, splendido mix tra cantautorato, rock e sperimentazione. Un disco intimista come i precedenti, ma sicuramente più immediato nel suono, i testi sono sempre astratti, ermetici, spesso affascinanti nella loro costruzione. La musica è la parte più riuscita del disco, pennellate di sperimentazione elettronica, rock allo stato puro come nel brano Esplode scritto insieme con Manuel Agnelli, ma anche semplicità e dolcezza, melodia velata e delicata che raggiunge il suo apice nel brano Verso Nord davvero bello. E infine anche una cover di un mostro sacro della canzone italiana Felicità di Lucio Dalla, ennesimo step perfettamente riuscito di un percorso di evoluzione artistica. volta spontanei e immediati mitici Nomadi con un nuovo album, Corpo tornano i degna continuazione del cammino Estraneo, percorso da ormai moltissimi anni dal grupp emiliana ci propone il ventisettesimo o. La band lavoro della loro straordinaria carriera, disco energ e molto intenso che si sprigiona da ico, tosto creatività popolare che Peppe Carletti quella sana propongono da sempre, anche dopo e compagni la morte del leader carismatico Augusto Daolio. E cosi il gruppo pop più longevo d’italia continua sul suo viaggio fatto d’impegno e semplicità, che torna a colpir e nuovi e vecchi fan. Alcuni brani sono certam buona fattura, chitarre elettriche che ente rock di rabbia, un lavoro duro e sodo al passo sprigionano con i tempi, ma che si apre anche a momenti più e morbidi, ribadendo che i Nomadi sonomelodici stati e rimangono ai vertici della musica popolare italiana. Radio 4 Stealing of a Nation Emi a band internazionale Da band di culto ma il salto per i Radio 4 è stato notevole ha intaccato fortunatamente il passaggio non Un cd il loro modo di proporre musica. icizzati e doppio ricco di testi arrabbiati, politda sballo di vera protesta sopra una musicai aggressivi per ballare loop elettronici e suon ottanta. che rimandano alla dance degli anni stati Un punk funk intellettuale, cosi sono are. Forse etichettati, che corre veloce e fa pens sia ancora. niente di nuovo, ma è bello che ci un libretto la Originale il packaging del cd, conAt U-G-S.com cui grafica, realizzata da Howard pervasi da propone inquietanti interni abitativi unicazione. una desolante mancanza di com 22 di pietro d,ottavio suoni bazar 12 2004 www.bazarweb.info Il sound liquido di Miss Trieste E’ così che chiamano la nostra Elisa per identificare le radici di un’artista che ha saputo conquistare apprezzament ia livello planetario. Questo mese a Milano MARIANNE FAITHFULL 01 MILANO, Alcatraz MAURO PAGANI WHA WHA BAND 02 ASTI, Diavolo Rosso RAF 02 PORDENONE, Palasport; 03 PADOVA, San Lazzaro; 06 VARESE, Teatro di Varese; 09 NOVARA, Teatro Coccia. INTERPOL 03 MILANO, C-Side STAN RIDGWAY 04 RIMINI, Velvet ASSALTI FRONTALI 05 ROMA, La Palma ERIC BURDON & THE ANIMALS 07 VENEZIA, Magic Bus MARTIN REV 09 ROMA, Circolo degli Artisti MAX GAZZE’ 09 PISA, Metarock; 11 ANCONA, Barfly, 31 ROMA, Concertone di Capodanno PACIFICO 10 ROMA, Piccolo Eliseo; 12 CREMA (CR), Teatro San Domenico; 13 MILANO, Teatro Filodrammatici NICOLA ARIGLIANO 14 ROMA, The Place WOODY ALLEN 15 VENEZIA, Malibran FRESU-YOUSSEF 15 UDINE, Teatro Bon TELEFON TEL AVIV 16 ROMA, Circolo degli Artisti La piccola ninfa silvestre del pop italiano si tuffa nel freddo mare del suo Nord-Est e tiene la barra di navigazione vicino alla rotta di un “mostro” (sacro) marino come la sirenetta Bjork, immergendosi in liquide sonorità atlantidee. Quelle che riecheggiano in più versanti del nuovo repertorio di Pearl Days, che Elisa presenterà dal vivo nel concerto-evento al Forum di Assago. La ragazza di Monfalcone si è conquistata - disco dopo disco, tour dopo tour – una grande considerazione, sia dei fan che la seguono dagli esordi e che condividono la sua scelta di cantare in inglese, sia dal grande pubblico, folgorato dalla bellezza della sua voce quando si esprime in italiano (un unico fulmine a ciel sereno, cover a parte, che valse la vittoria al festival di Sanremo con “Luce – Tramonti a Nord-Est”). E proprio quelle radici così presenti nella sua musica – all’estero la chiamano Miss Trieste, magari con un vago richiamo alla Miss Sarajevo, canzone cult di Bono e Brian Eno – sono la forza di Elisa. Un microcosmo fatto di storie di confine, tradotte in un linguaggio pop internazionale che valica ogni confine. Più local-global di così, nell’asfittico panorama pop italiano, è veramente difficile. E vale la pena di toccare con mano, o meglio, di verificare con le proprie orecchie, il fascino di nuovi brani come Together o Pearl Days. L’appuntamento è al “vernissage” milanese del 10, antipasto del tour che partirà a febbraio. 10 ASSAGO, Forum – Milano info: www.elisaweb.net; www.frie ndsandpartners.net www.bazarweb.info suoni di marcello amoruso 23 bazar 12 2004 Da Trieste soffiano suoni “ripidi” È uscito lo scorso 15 novembre Our graetest hits, album d’esordio dei triestini Ripidi. Sonorità 2 Tone e stridori garage-beat, una bass line che spesso richiama quella dei Cure (Yes it’s time, Candle light) e una voce di personalissima fattura. Una musica ripida come il nome, sempre in bilico tra emozione e maniera raffinata, tra ricerca nel passato e tensioni in avanti. Il titolo dell’album ostenta con ironia un percorso lungo 13 anni, con tappe intermedie che hanno visto l’uscita discografica di singoli per la Face Records e Fridge, tra le altre. 11 tracce di chiara impronta guitar-indie pop, attigua al panorama mod triestino, in cui la freschezza del pop dei Beatles (She’s got), si intreccia con la verve scanzonata dei Supergrass (Stereophonic girl, Bitter and sugar, Take it easy), l’impertinenza dei Sonics (Listen up, Fasshion queen). La ricerca di Nicolò Pozzoli (www.recordkicks.com) verso l’individuazione di un suono e di testi anglofoni, ancora una volta lascia un segno autentico nella sua tensione cosmopolita, non è a caso l’ospitalità data ai sinth, piano e organo di Gianluca De Rubertis degli Studio Davoli (vedi bazarweb di luglio). Ripidi, “Our greatest hits” (Record Kicks/Audioglobe • 11t) Elettronica e d’ordine è Live 3 arte: parola Il network iXem è giunto al suo primo parto naturale, un festival interamente dedicato ai diversi intrecci tra sperimentazione artistica ed elettronica. Si svolgerà all’Auditorium Candiani di Mestre dal 10 al 12 dicembre. Il contest/festival Live!iXem, ideato e promosso da Domenico Sciajno, è sorto in seno al collettivo iXem (Italian Experimental Electronic Music): un network di artisti, nato sul web, interessati alle sperimentazioni elettroniche di suoni e video. Partner del festival l’ass. Antitesi di Palermo (www.arpnet.it/antitesi), l’associazione Vortice (www.vortice.it) e il comune di Venezia. Il contest che ha preceduto il festival, dicono gli organizzatori, “è sorto con lo scopo di porre in rilievo le opere di quegli artisti che in Italia conducono una sperimentazione integrando dal vivo e in tempo reale discipline performative (musica, video, danza, teatro) e strumenti audiovisivi elettronici”. Sei i progetti premiati: Otolab, Sichel, Talk Show Host, E.G.Ø Disegual e Claudio Rocchetti, che si esibiranno a fianco di affermati artisti stranieri quali Gert Jan Prins, con la sua tensione alchemica generata dall’intreccio di poliritmie elettroniche con ricetrasmettitori; i canadesi Skoltz_ Kolgen, proporranno una miscela che amano definire “pigmenti acustici”, iniezioni di bit audio nelle immagini e viceversa; i tedeschi Thomas Köner e Jurgen Rebble, in una performance in cui gli esperimenti fatti da Rebble chimicamente sulle pellicole cinematografiche e meccanicamente sui proiettori formano un tracciato ai percorsi sonori di Köner. Info: www.ixem.it allegri ragazzi morti Il Great Complotto ha avuto il suo post: dagli anni ottanta un urlo punk che arriva alle orecchie di Tre Allegri Ragazzi di Pordenone e li trova già Morti Nascono nel ’94 a Pordenone, nella regione più mitteleuropea della penisola, zona di confine dove la scena punk ha avuto un grosso seguito nei primi anni Ottanta. La chiamarono Great Complotto, un’ondata underground che già dal titolo rivelava una trama, suggellata a livello musicale da gruppi (oramai scomparsi) quali Miss XOX, 0010011, MESS e più recentemente dal “complotto” lisergico dei Prozac+. È da questo humus che traggono radici i Tarm. “Io la chiamo la capitale del rock perché per me lo è realmente stata”, dice Davide Toffolo, chitarra e voce della band, nonché fumettista di professione per la fanzine Fandango. Gli altri due sono Enrico Molteni (basso) e Luca Masseroni (batteria), e sui palchi, soprattutto quelli catodici, scelgono di occultare la propria immagine con maschere dal sapore tribale e death. Verrebbe da pensare a uno scimmiottamento dei Gorillaz, ma i Tarm, bontà loro, erano morti prima. Sin dai primi passi, il suono della band si caratterizza per chiari intenti punk innestati su melodie pop e testi che affrontano con rara sobrietà i conflitti dell’universo adolescenziale. Dopo tre demotape autoprodotti, arriva la prima uscita discografica del ’97, Intervento a vivo (Sensimilia/Self). Quindi Mostri e normali del 1999 (BMG/ Ricordi), lavoro in cui la verve creativa di Davide si mostra poliedrica: in una edizione limitata a 5000 copie, ritrae a fumetti le origini della band. Nel 2001 la band giunge al terzo appuntamento discografico con La testa indipendente, prodotto da Giorgio Canali dei Csi e Pgr. Il trio è ormai maturo e dichiara a chiare lettere influenze di gruppi quali Gun Club, Devo, Pixies, Violent Femmes. L’ultimo lavoro in studio è del 2004 e giunge in seguito a un viaggio in Argentina di Luca e Davide. Il Sogno del Gorilla Bianco (La Tempesta/Venus, 2004) indirizza un nuovo corso dei Ragazzi Morti, che si staccano da alcuni stereotipi abbracciando una dimensione più lirica e un più efficace impatto tecnico. Riappare Giorgio Canali, questa volta in veste di musicista, e nel brano Povero Me ripropone echi dei Csi. Sul sito di Mtv è finalmente disponibile un’interessante anteprima del dvd dei Tarm, in uscita per il prossimo 15 dicembre. Tre video, (Nuova identità, Signorina primavolta e Rasoio, mattatoio, pazzatoio), oltretutto in questi giorni in rotazione televisiva. Per date e luoghi dei concerti di dicembre: www.treallegriragazzimorti.it Beastie Boys al Mazda Palace di Milano E’ un grande ritorno in stile old school, il tour mondiale dei Beastie Boys a Milano. Sarà la recente uscita di To The 5 Boroughs, ma già da qualche tempo si sentiva aleggiare un atteso ritorno in Italia dell’hip hop bianco dei Beatsie Boys– unica data fissata per il 18 dicembre – la band newyorchese che all’interno di un’attitudine punk ha scelto di inserire i germi confittivi del rap divampandoli con l’asprezza di cori hard. 18 MILANO, Mazdapalace info: 0248047501 TOUR 24 di fabrizio gianuario suoni bazar 12 2004 www.bazarweb.info Non è una relazione biunivoca quella che passa tra la musica classica e il jazz. Se infatti, come in Stravinskij, il jazz è entrato all’interno della tradizione classica soltanto per il valore eterodosso di alcuni suoi aspetti formali (tempo e impianto armonico), il repertorio musicale classico è stato invece letto dalla musica di origini afroamericane principalmente per il suo potere espressivo. Già Jelly Rolly Morton, agli albori della storia del jazz, prese spunto da arie d’opera di Verdi e Donizetti senza trasportare la grammatica classica all’interno della sua musica, ma semplicemente usando il tema, il materiale melodico, come spunto di partenza per la costruzione di alcuni suoi brani. L’importanza del carattere trasformativo dell’improvvisazione, dell’espressività estemporanea, ha inoltre un valido testimone nel book musicale del jazz, fatto di standard, di brani in cui sono dati sia il tema che la struttura armonica di partenza, e la cui minore o maggiore conoscenza costituisce un bagaglio determinante per un musicista. Estemporaneità espressiva che non ha avuto alcun problema ad espandere il proprio raggio di azione a brani appartenenti a generi musicali differenti, fino a includere le melodie più celebri della tradizione operistica mondiale. Interamente dedicato alla rilettura jazz di celebri temi di Giuseppe Verdi è Verdi in Blue, progetto musicale realizzato dal Velotti-Battisti Ensemble ed edito dalla Isma Records. Promosso da Ivan Galea, direttore artistico dell’etichetta, il lavoro attraversa la produzione musicale verdiana nella sua interezza, dal Nabucco alla trilogia popolare costituita dal Rigoletto, La Traviata e Il Trovatore, arrivando ad ppe Giuse di arie ri E’ possibile rileggere in jazz le più celeb attingere fino alla tarda produzione del Forza del Destino, Verdi come Va Pensiero o Bella Figlia dell’Amore? Il compositore con La l’Aida e l’Otello. La formazione, la cui Velotti Battisti Ensemble ci ha provato… sezione ritmica è costituita da Carlo e Mario Battisti, è guidata dal pianista Mario Donatone e dal sassofonista e clarinettista romano Luca Velotti, che con sincerità e chiarezza espressiva Rosario Giuliani hanno guidato la rilettura di brani la cui estrema notorietà More Than Never (come Bella Figlia dell’Amore, Va Pensiero e Libiam nei Lieti Rosario Giuliani è l’unico artista italiano a essere edito dalla prestigiosa etichetta Calici) non rende certo facile e immediato il confronto. francese Dreyfus. Un riconoscimento che porta il sassofonista romano a uscire dalla Ma l’ensemble ha affrontato il compito interpretativo con schiera dei giovani artisti (è stata la rivista Musica Jazz a eleggerlo nel 2000 miglior naturalezza, senza timori reverenziali, contando sul fatto che giovane talento), per posizionarsi invece all’interno della più prestigiosa e affermata ciò che di questi temi va valutato è proprio il radicamento realtà del jazz europeo. Trampolino di lancio è in questo caso la Francia, che ancora nella cultura musicale ed emotiva dell’ascoltatore. una volta sembra saper apprezzare e valutare meglio dell’Italia la musica della nostra Un po’ timido risulta a volte essere lo sviluppo del brano dal penisola. E d’oltralpe è la formazione con cui Rosario Giuliani ha condiviso la tema di origine, ma certo la costruzione ingegneristica della registrazione del suo ultimo disco More Than Ever, in cui hanno partecipato Rèmi forma musicale non è stato l’obiettivo con cui il gruppo ha Vignolo al contrabbasso e Benjamin Henocq alla batteria, con ospiti Richard Galliano e il messo insieme questo lavoro. Come si intuisce dal titolo, si pianista Jean-Michel Pilc. Proprio quest’ultimo ha dato a Giuliani il migliore apporto allude infatti alla rilettura in blue del patrimonio melodico al disco, coadiuvando il fraseggio articolato del sassofonista con uno stile pianistico verdiano, una rilettura condotta secondo quell’aspetto incisivo nella pronuncia sonora e allo stesso tempo equilibrato e ricercato sotto più istintivo e sanguigno del jazz che è appunto il suo l’aspetto della quantità musicale. L’intimo rapporto tra i due si può apprezzare in essere radicato nello spirito blues della cultura musicale modo particolare nella ballata Monsieur Martin, oltre che nella traccia iniziale More afroamericana. than ever, in cui si può ascoltare la cristallina complessità del fraseggio di Giuliani, In confezione digipack, il cd offre inoltre una breve sempre molto limpido, e senza strappi nel suono del suo strumento se non ai limiti spiegazione per ogni traccia sia riguardo al contesto del estremi dell’espressività. tema musicale internamente alla produzione verdiana sia Richard Galliano partecipa invece con l’accordèon in I Remember Astor, J.F. (due brani di rispetto alle ragioni emotive che hanno portato il gruppo a sua composizione) e nella traccia conclusiva del disco Bianco e Nero. Una partecipazione confrontarsi con quel determinato motivo musicale in cui Galliano fa sentire fortemente la sua presenza, dipingendo nostalgiche www.ismarecords.it atmosfere musicali che attingono dalla sua profonda ammirazione Umbria Jazz Winter nei confronti del Dal 29 dicembre prende il via l’edizione maestro argentino invernale dell’Umbria Jazz Festival. Fino al 2 Astor Piazzola, gennaio si terranno a Orvieto intense giornate e con le quali di jazz, con particolare riguardo alla notte di San Giuliani dimostra Silvestro quando si festeggerà l’arrivo del 2005. di dialogare senza Per scaricare il programma della manifestazione alcuna fatica. si può andare sul sito www.umbriajazz.com oppure ciccare direttamente sul seguente link: http://www.umbriajazz.com/resources/ immagini/PROGR_UJW12.pdf Arie di jazz 26 di ciro bertini leggere.recensioni bazar 12 2004 www.bazarweb.info ture da vertigini Let Perché fanno girare la testa le ansie adolescenziali di Jack, le confessioni viscerali di quattro madri infanticide, gli articoli di controinformazione capaci di mettere in dubbio ogni nostra certezza. NALA SEG AR BAZ Homes A.M. – JACK 13 euro) (Minimum fax. 228 pp., Stati Uniti si prende la patente di guida. Così, certi dilemmi morali scattano Jack ha quasi 16 anni, età in cui negli per evitare di colpire prima che altrove. Un esempio? “Stai guidando e un animale ti sbuca davanti, tu (a) sbandi di evitare l’animale, ma l’animale anche se questo significa mettere in pericolo il tuo e gli altri veicoli; (b) cerchi fornisce istintivamente se lo colpisci, lo sposti a lato della strada”. All’inizio di questo romanzo di formazione, Jack mette la croce su la risposta (a): sbagliando. Nel finale, durante la prova d’esame, pur ancora con qualche perplessità, di scelte responsabili. quella corretta. Come dire: il passaggio dallo sguardo infantile sulla realtà all’assunzione dal torpore, non fosse Solo che agli esseri umani pare non sia dato evolvere senza sofferenza. Perciò a scuotere Jack parte del padre di essere da rivelazione la arriva genitori, dei separazione la traumatico evento come sufficiente stato violazione: Jack vorrebbe gay. L’autrice la fa avvenire su una barca al centro di un lago, comunicandoci il senso di una in giro dei compagni di prese delle bersaglio diviene tempo poco In farlo. può non ma scappare dalle parole paterne, teme di essere gay, stesso Lui unica. situazione una come appare gli sua La scuola: un dramma per un adolescente. che non si conosce provoca non trovando sui libri smentita alla possibile ereditarietà genetica. Si sa che spesso ciò Maggie è gay, terrore. Gradualmente però le cose cambiano. Intanto, anche il padre della bellissima e inarrivabile immaginando le del padre poi Maggie comincia a interessarsi a Jack e Jack comincia a provare solidarietà nei confronti di Max - il migliore discriminazioni che è costretto a subire in quanto omosessuale. E forse ciò che succede alla famiglia peggiore… lunga gran di è Jack di amico rappresentata, sta tutta La forza del romanzo d’esordio di A.M. Homes, nonostante la splendida galleria di personaggi mai di sognare che gli smettere non di capacità quella disincanto, e innocenza di mix Quel Jack. nella voce holdeniana di il cielo”. fa dire, durante un seduta di guida, “che certe volte guidando sembra di andare dritti contro Colonna Sonora: TIROMANCINO Illusioni parallele P L T – p G TIN OU SC NT LE TA sani FROM MEDEA – Grazia Vera 124 pp., 10,50 euro) (Sironi Editore. a scrivere una storia così. E a metterla in scena, trattandosi di una pièce teatrale. Per Ci vuole un bel coraggio del mito, ma imbrattandosi le mani con il sangue pieghe le tra l’argomento: infanticidio. Per il modo: non volendolo celare abile più di qualsiasi altro per le nostre inaccett delitto della realtà. Di infanticidio se ne parla pochissimo, essendo sud, a ricchi e poveri, e noi non ne sappiamo quasi a nord da altrove, come Italia in accade, Eppure figli. di coscienze niente. della propria vita all’interno di un carcere psichiatrico. Si legga allora From Medea. Ci si lasci trasportare per un’ora quattro donne. Sulle pareti hanno appeso due icone - Madre a assieme fobico, claustro Ci si senta rinchiusi in un universo d’animo che le percorre. Le si ascolti confessare il stati degli gamma la e Teresa di Calcutta e Courtney Love – eloquent fai fuori in quel momento”. Si noti la mancanza di che stessa te è loro doppio assassinio: “quando uccidi tuo figlio, ho infilato la testa di mio figlio in un sacchetto se loro colpa è autoindulgenza: “tutte le famiglie fanno schifo. Ma non muoiono come gli animali, con dignità. Muoiono bambini “i : della Coop”. Non si dimentichi l’orrore di quanto hanno commesso irredimibile cui sono sottoposte “guarita è esagerato… condanna la e, giudicar senza osservi, Si ”. sorpresi senza esserne cieco, prima urla, strepita, poi vive da cieco, punto e Comunque ci si abitua. Ci si abitua a tutto. Prendi uno che resta orio: “io vorrei essere senza ossa, fluttuare come una consolat sogno un re sussurra e fiato basta”. Si lasci loro prendere una buona persona], se sparissi dalla faccia della “sarei[ che: olezza consapev nella medusa”. E subito dopo risprofondare me?” come una da o terra. Non è questo che tutti si aspettan ti. Allora lasciamole cantare in dissolvenza Sally di Vasco Non c’è modo di congedarci da loro, in qualche modo pacifica il coraggio per affrontare i sensi di colpa e cancellarli troverà Rossi: “forse, alla fine di questa triste storia, qualcuno to e come se fosse l’ultimo…” turbamen suo da questo viaggio, per vivere davvero ogni momento con ogni laughs madcap The BARRETT SYD Colonna sonora: E r t d a q d p s T www.bazarweb.info bazar 12 2004 leggere.recensioni di ciro bertini 27 BAZAR COLLECTION APPUNTI DI VIAGGIO – Rinaldo Donati (Stiva. 64 pp. + cd audio, 14 euro) Avete avuto una giornata dura, piena di contrattempi che vi hanno ostacolato? Correte su per i gradini con le borse della spesa, le chiavi in bocca, il giornale – che non avete avuto tempo di sfogliare – sottobraccio? Allora, una volta in casa, richiusa la porta e lasciato fuori il mondo ostile, mollate gli ormeggi, liberatevi delle sciarpe, fatevi una doccia calda e concedet evi il lusso di un massaggio ai piedi. E poi? Resistete alla tentazio ne di accendere la tv. Spegnete le luci. Infilate il cd di Rinaldo Donati nel lettore. Abbassate le palpebre. Lasciatevi condurre dalle note nella foresta amazzonica, su una spiaggia caraibic a, tra i colori e i suoni di un mercato popolare. Non importa se non siete mai stati in Brasile: immaginatelo con l’ausili o della bossanova. Abbandonatevi al mood, improvvisate il vostro film sopra il tappeto sonoro. La musica è già finita? Sono passati 23 minuti. Premete il pulsante repeat. Accendete l’abatjour. Aprite il libretto Appunti di viaggio. Mentre scorrono di nuovo le note, posate gli occhi sulle parole e le immagini coloratissime scelte da Rinaldo Donati per raccontarsi, per comunicare attraverso altri codici il senso della sua ricerca musicale. Va meglio ora, non è vero? Perché come dice Tom Waits, in una frase inserita da Donati, “quello che ti resta è tutto ciò che hai amato”. E questo è solo il primo di una serie di momenti da amare: gli Appunti di viaggio continuano. Per saperne di più: [email protected] Colonna sonora: MILTON NASCIMENTO Angelus PENSARE ENDO LEGG CIO’ CHE SAI E’ FALSO 2 TUTTO – Aa. Vv. (Nuovi Mondi Media. 484 pp., 23 euro) Natale 2004? Se il tam tam in E se fosse questa la strenna del rete – piccole gocce che possono rapidamente commutarsi in marea travolgente – lo trasformasse da prodotto di nicchia a oggetto di culto? Sarebbe una gran bel affare. Perché una cosa è certa: di anche nel caso in cui non si condividesse neanche una riga are quanto contenuto in questo libro, sempre meglio poter confront il due versioni contrastanti dei fatti che avere a che fare con pensiero unico. E tanto per smentire chi nutre un generalizzato sentimento antiamericano, si sappia che il progetto da cui nasce ma Tutto quello che sai è falso 2 ha origine negli USA. Ok, ne formazio controin di articoli 30 di tratta Si parla? di che sugli argomenti più vari – terrorismo, guerre, AIDS, Prozac, la CIA, fluoro, Ogm, ecc. – che hanno lo scopo di raccontarci di cruda verità dei fatti, quella che non subisce il processo dai edulcorazione, quando non di totale mistificazione, operata i. media ufficiali a beneficio di “superiori” interessi economic Ma Più che articoli, per documentazione e tono sono brevi saggi. smo non spaventatevi: il linguaggio è quello diretto del giornali e il registro brillante. Forse, per chi sia uso frequentare certi canali di informazione – alternativa, sono poche le rivelazioni davvero sconvolgenti alla fine ciò che ci ha indignato di più è stato Stragi italiane impunite di Gabriella Canova - però è davvero di grande effetto vedere raggruppate un così notevole cumulo di menzogne: superata la rabbia iniziale, fa venire voglia di uscire di casa a cambiare il mondo. Pensate, nonostante tutto, è ancora possibile. c’è Per chi poi desideri aggiornamenti in tempo reale www.disinfo.com. Colonna sonora: FATBOY SLIM Palookaville UPPER READERS IO NON SONO JACKSON POLLOCK – John Haskell (Bookever. 176 pp., 14 euro) “Questa storia parla di un’elefantes sa morta folgorata cent’anni fa”. “Janet Leigh non fu mai comple tamente nuda durante le riprese di Psycho, però aveva due bei seni”. “Capucine aveva cinquantasette anni quando si uccise buttandosi da una finestra al nono piano”. “Glenn Gould aveva uno strano rapporto con i microfoni”. Questi sono alcuni degli attacchi dei nove racconti conten libro Io non sono Jackson Pollock del talentuosiss uti nel imo John Haskell, americano di Brooklyn. Se li abbiam o riportati è per dare almeno una vaga idea della strate gia con cui cattura il lettore, del tutto simile a una tecnica di pesca: inizialmente incuriosendolo, quindi trascinandolo con una prosa deliziosamente ipnotica e a strapp i, prima di rigettarlo nella realtà con più dubbi di prima. Protagonisti sono alcune icone del secolo scorso, scelte per eccentricità nei settori in cui si sono espres la loro se (arti figurative, poesia, musica, tanto cinema) e colte in momenti di sintomatico disagio esistenziale. La notevo le capacità mimetica dell’autore, mescolata alla facolt à di rendere credibili degli aneddoti in realtà tutti da verificare, comporta un originale effetto straniante: si passa - di colpo - dall’impressione di avere colto l’esse nza del personaggio alla sensazione di avere assistito solo delle molteplici rappresentazioni della sua person a una Da incorniciare, per raffinatezza di costru alità. zione ed eleganza espressiva, il racconto imperniato sulla figura di Jackson Pollock, in cui a Haskell riesce l’impresa di dare forma a un fenomeno psicologico complesso quale è la dissociazione mentale. Colonna sonora: MASSIVE ATTACK Danny the dog OLD FASHION I RACCONTI – Heinrich von Kleist (Garzanti. XXXII-256 pp., 9,50 euro) Che cosa vi fa venire in mente la parola “vendetta”? Forse Kill Bill, Uma Thurman/La Sposa in tutina gialla che brandisce una scimitar ra? Ecco: fate conto che è niente in confronto a ciò che combina il Michael Kohlhaas dell’omonimo racconto scritto da Heinrich von Kleist nel 1808. Come a La Sposa, anche a Kohlhaas hanno fatto un torto, un grande torto. E come lei, anche lui non può che farsi giustizia da solo. Se però, quello de La Sposa, è un fatto – o un misfatto – privato, quello subito da Kohlhaas potremmo definirl o politico. Infatti siamo di fronte a un sopruso, perpetra to ai danni del cittadino modello, a opera dei soliti potenti che se ne infischiano delle regole, perché ritengono di poterle modifica re a proprio piacimento. Ok, d’accordo: qui vi vengono in mente altri riferimenti recenti, non solo cinematografici. Ma attenzio ne, c’è una differenza non da poco: Kohlhaas non è come noi, nel senso che non è italiano. E’ tedesco: la morale non è quella cattolic a, semmai calvinista. Quindi niente scurdammoce ‘o passato. Kohlhaas è stato vittima di un’ingiustizia? Ora pretende una riparazi one e la esige a modo suo. Se il potere arrogante va oltre la legge, la legge è come se perdesse il suo valore etico: l’individuo è libero di non sottostarvi più e di considerare legge ciò che meglio risponde alle proprie esigenze di giustizia. E Kohlhaas diviene implacabile, la sua reazione totalmente sproporzionata rispetto al danno. All’improvviso lo troviamo diabolico, perché capiamo che la sua precedente condotta irreprensibile non era naturale , ma funzionale ad arrogarsi il diritto di esplodere nella violenza . Nell’edizione Garzanti dei racconti, oltre al celeberr imo La marchesa di O…, trovate delle interessantissime note biografi che dell’autore (morto suicida) compilate da Giuliano Baioni. Colonna sonora: LUDWIG BEETHOVEN Sinfonia n°7 28 di marco begani leggere.fumetti bazar 12 2004 www.bazarweb.info Aaron McGruder, THE BOONDOCKS, Arcana 2004. La vittoria elettorale di George W. Bush deve aver infuriat McGruder, critico feroce delle gesta del petroliere texanoo e della sua amministrazione, ma, allo stesso tempo, gli garantirà per le sue strisce, mentre in Italia è stata pubblicata (ilveleno fresco 3 novembre) la sua prima acclamata raccolta. Il mensile Linus ha pubblic ato negli ultimi anni la corrosiva produzione di un giovane autore che, proprio per l’assoluta mancanza di riguardo, si è guadagnato un posto d’onore tra tutti quelli che sono orgogliosi di essere contro. A scrivere l’introduzione del volume si è scomodato Micheal Moore, peso massimo di questa indispensabile schiera. In poche realtà come quella degli USA il fumetto occupa un posto tanto importante, soprattutto a livello sociale. È l’invenzione delle grandi icone, da Topolino a Supermamericana a Spiderman, che catalizzano da più di settant’anni an, da Snoopy da parte dei lettori di qualunque livello di reddito o dil’identificazione istruzione. È americano l’uso di ospitare sulle grandi testate le popola strisce in bianco e nero, senza che queste abbiano menorissime dignità di un fondo di politica internazionale. Infine, è americ ana l’industria, americano il sindacato, americano lo stile di disegnare, l’ispirazione del cinema al fumetto, sono americane le americana grandi scuole. In un tessuto che tanto si nutre di cultura di massa, l’espre ssione rapida e affilata delle piccole vignette agisce come un coscienza, in pochi istanti, e afferma la propria autoritàflash della del successo di pubblico, quasi del tifo. Lo dimostrano sulla base fumetti apparentemente innocui come Garfield o Calvin e Hobbe più raffinata d’oltreoceano, Doonesbury.Nessun fumetto s, o la soap americano è imparziale o distante dall’America. La conquista del West, la conquista dei diritti individu della Casa Bianca, la conquista dell’Iraq, la conquistaali, la conquista dell’opinione pubblica. Nell’America che è più che mai terra di conqui sta, Aaron McGruder, ventinove anni di Los Angeles, si schiera contro il suo governo e i luoghi comuni di cui è nutritascolasticamente nera. Intelligente e letale, dipinge il suo mondo politicala comunità mente scorretto attraverso occhi stanchi ma mai distratti. Il suo eroe (che è lui stesso) è costantemente accigliato e si chiama Huey, ha un fratello minore che è uno stereotipo vivente (teppismo e rap) e una coscienza smisurata, rassegnata a una sorda indignazione. I due nonno saldamente ancorato a valori tradizionali, mentrevivono con un il migliore amico - l’ottimista Caesar - rappresenta l’alter ego di Huey e parla al telefono con Rumsfeld, Kerry, Cheney e tenta di portarli sulla retta via con le armi della dialettica. La simbologia popolare nera – soprattutto quella legata – è la prima a cadere sotto la tagliente spada di McGru al successo der (Caesar vuole indire un premio per il più piccolo cellulare tempes diamanti), poi la funzione cosmetica dei media, e infine tato di tutti i volti della politica di questi anni, i temi più importanti del dibattit visti attraverso la lente di un’ironia surreale e martellante. o vengono In una delle ultime vignette, Bush in persona si reca in un superm ercato cercando di restituire l’Iraq perché si è rotto. Tecnicamente, è un fumetto funzionale. A volte ripetitiv o, punta a trasmettere e non a stuzzicare. Chi va alla ricerca di stile personalità, chi va alla ricerca di una storia troverà un troverà messaggio. Un fumetto per schierarsi "contro" In un America in cui il fumetto ha la stessa dignità di un fondo di politica internazionale, Aaron McGrude r sfida Bush a colpi di strip In giro per mostre… La classicissima Mostra Mercato del Fumetto di Reggio Emilia, giunta alla sua 33ma edizione, apre il 4 e il 5 dicembre presso il Centro Esposizioni, grazie alla cura dell’ANAFI (Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell'Illustrazione) e dell'Arci di Reggio Emilia. Oltre cento espositori e collezionisti privati, molti dei quali affezionati cultori del "fumetto antiquario"; sono inoltre presenti piccole case editrici amatoriali che stampano o ristampano le avventure degli eroi popolari negli anni '40, '50 e '60, come Tex, Zagor, Capitan Miki, Blek Macigno, il Piccolo Sceriffo, e altri ancora. Non mancheranno certo gli eroi degli ultimi anni: da Martin Mystere ad Alan Ford, da Dylan Dog a Nathan Never, e naturalmente quelli del Sol Levante, i supereroi a stelle e strisce e gli immancabili Pokemon in qualunque formato. In questa edizione mostra monografica dedicata a Gino D'Antonio, firma storica del fumetto italiano. Centro Esposizioni di Reggio Emilia, via Filangieri 15, l’orario continua dalle 9 alle 19. Biglietto omaggio per i soci ANAFI. Altre informazioni sul sito www.arcire.it/anafi/ Partecipare e vincere Fumetto, il Festival Internazionale del fumetto di Lucerna, bandisce il suo concorso per l’edizione 2005. Si tratta di un’occasione preziosa per incontrare altri fumettisti o aspiranti, per confrontarsi e mostrare le proprie opere a un vasto pubblico. Il tema di quest'anno è "Heimat" , termine la cui traduzione letterale ma restrittiva è "patria", che tuttavia va ben oltre il senso politico: è il luogo da cui si proviene, o quello che si sente come proprio. Il termine dell’iscrizione è il 21 gennaio 2005. Affrettatevi. Bando, condizioni, premi, giuria www.bazarweb.info bazar 12 2004 leggere.rileggere di claudio amendola 29 Il coraggio di riderci sopra E’ quello di chi sa fare satira, e sa cogliere sotto le bugie, una verità a volte drammatica, spesso amara, quasi sempre bruciante. E su questa verità sa riderci su con grande arguzia e sagacia. Come fa Sabina Guzzanti. Quando glielo fanno fare. E’ difficile essere creativi in un paese come il nostro. Difficile essere artisti. Difficilissimo fare satira. Perché la satira è lacerante come la verità, e per una nazione che ha una democrazia vacillante è pericolosa. Per questo Sabina Guzzanti, come tanti altri che fanno satira, è continuamente presa a spintoni nel tentativo di relegarla ai margini e schiacciarla nella categoria dei “buffoni”: si cerca di annientare la sua capacità di intuire la verità, in trasparenza, sotto le bugie. Lo racconta l’alter ego di Sabina nel suo “Il diario di Sabna Guzz” (Einaudi). Mai con atteggiamenti lamentosi. Anzi, con allegria, comicità, sarcasmo e ironia. Come al suo solito! Il diario di Sabna Guzz – di Sabina Guzzanti, edizioni Einaudi 240 pp., 19 30 di nancy brilli leggere.brilletture bazar 12 2004 www.bazarweb.info Come quella volta che sono andata a trovare mia madre farci capire Non aver capito chi ci ha lasciati, o non essere riusciti a sottot erra, da chi non c’è più… E quando quel qualcuno è ormaiMasters, è troppo tardi. Lo raccontano le poesie di Edgar Lee seducenti nello svelarci i fantasmi del nostro passato… la strada almeno dieci volte, e Il giorno di Natale del ‘94, con la mia macchinetta, sono andata. Mi sono fatta spiegare , mi sa che li ho pure pagati da mio padre, e da mia nonna e da una zia e dall’altra zia. I fiori al banco di fronte all’entrata è il venticinque dicembre. Oggi accidenti! grande, è quanto città, una è Verano Il fiori? dei prezzo del io so cari, e che ne forse poi era pure che volta, una di ricordo mi sempre, andavo ci mamma con Ieri sera sono andata a messa, anche io sempre a letto me, per strano momento un era passi, i sentivo l’ultima, imbacuccata nel cappotto di pelliccetta finta, chiesa a casa saranno stati dopo Carosello, l’una di notte era un evento epico, c’era un senso di avventura grande, dalladel sagrato, i piedi piccoletti cinquecento metri, ma io ero piccola, eh, avevo otto anni. Beh, i passi strascicati sulla ghiaia portare quei fardelli e un po’ pesanti per via delle scarpone coi plantari, che ci avevo i piedi piatti e allora dovevo , signorina per favore ortopedici plantari dei ha bambina (la casino di cuoio e ferro che facevano sempre un gran o stringhe, prego). solo scarpe con lacci o cinturino, no, le ballerine ovviamente no, nemmeno i mocassini, lacci ai suoni. La sua legata è madre mia di conservo che memoria poca la tutta rumore, il bene così ricordo lo Me Me lo sento piace. Mi mamma? sassetti, dei rumore questo “Senti la. riconoscer voce sono certa che potrei Scrocchia, Fa rumore. bel un è certo, dire, può “Si rumore?” un di rotondo nelle orecchie. Si può dire rotondo, se tu ci fossi. compagnia”.Eh, sapessi quanto mi è mancata la tua, di compagnia! Chissà come sarei adesso, sono i palazzi, e scale Ma guarda un po’ questo posto quanto è grande, un cimitero che al posto delle tombe ci ancora, e non sbaglio e sbaglio, mi e strada, la telefono al spiegare faccio .mi per salire, e luci per ricordare.. e devo fare pipì e riesco a trovarla giro e giro e sono sempre al punto di partenza e ho in mano le stelle di natale chiodo con appesi pezzi non trovo il bagno e poi lo trovo, che madonna quanto puzza e non c’è la carta, solo un piazzetta e la fontanella la di giornale fetido e stantio e allora mi asciugo con la carta dei fiori e ricomincio a girare: e una stradina tra le scalini tre e ritoio dell’incene lamiere le e diroccata cappella la e e il corridoio tra i palazzi di loculi tre alberelli, una dietro e fiori tutti intorno con travertino, di lastra siepi e a sinistra una cripta e a destra mamma… oddio! Una due piccoli di latta e uno grande, grande croce di ferro scuro distesa e poi i nomi di tutti. In fondo alla tomba ci sono dei vasi, l’acqua, metto dentro le stelle. di coccio. Come sono calma. Fa freddo e c’è il sole. Prendo il vaso grande, lo svuoto e cambio pulire la lapide dagli aghi di pino Belle, così rosse e allegre. Appoggiata agli alberelli c’è una scopetta di saggina, la uso per è morta. La sua foto è scolorita, ma quando anni 39 aveva mamma: che la insozzano. Mi siedo da una parte, vicino alla foto di troppo rosee e i colori pastello dei l’avevano trattata in maniera da sembrare appena fatta, sai quelle foto da morto, con le guance su col naso, pulisco l’ovale della tiro altri, agli e suo al nome, al e appiccicat terra di caccole le tolgo dito il vestiti e del fondo. Con mi manchi tanto. Sai, ho mamma, ciao neri, occhiali gli sotto da colano oggi di lacrime foto ma non è pulizia, è carezza. Queste della morte, quella mica gente, della e mondo del paura paura, fatto un bel po’ di casino da quando te ne sei andata, ho avuto e di sicuro mi è costato caro, ho dei eri tu che ce l’avevi, e hai visto com’è andata. Sono passati anni, forse qualcosa ho imparatoe tutto questo tu di certo lo sai già e pezzi in meno nella pancia ma ora è passata, una strana famiglia che si tiene con lo sputo,tempo accetto il fatto di saperti sepolta io comunque te lo dico lo stesso, sto qui con te, finalmente, per la prima volta dopo tanto morta un giorno e me lo hanno detto qui sotto. Troppi anni fa sei morta, e la malattia carogna mi ha amputato i sentimenti, sei Ha continuato a succedere sempre, che era già successo e io non ci ho creduto e poi però non è successo altro per tutta la vita.tanto. ogni giorno, sempre per sempre e io qui che ti so così poco e ti amo ancora, e ancora cosìnon sono brava, non sono mai stata Una sensazione di tenerezza grande, ti parlo, ti racconto. Aiutami, guidami, ti prego, io ho bisogno di aiuto, te ne prego. Io ci molto brava con la gente, con l’amore non ci ho mai capito niente, dimmi cosa devo fare, nessuno mi ha aiutata, ho fatto quel che provo a essere brava, ogni sera mi chiedo se sono stata una brava persona, ma che ne so, è venuta, la vita, ma neanche troppo ho potuto, mi sono sbranata le carni, ottusa di orgoglio e diffidenza. Mica troppo bene mi male, insomma, lo vedi, ho bisogno di consigli. Per piacere. un po’ freddo, ora. Mi stringo nel L’ho salutata, e in tutto questo non c’e nulla di patetico, solo amore a traboccare fuori. Fa devo capire, cioè devo aver chiaro piumino e mi rendo conto che è passato tutto il pomeriggio, è quasi tardi. Vado a casa, adesso già. so lo fatto va che in mente, che quello ama, un lavoro faticoso e bello e Oggi sono dieci anni dopo. Ho un bambino, e sono un po’ migliore. Ho un uomo che misciolti. Mi devi aver parlato. Ti ho sono nodi tanti ma ero, che qualche amico sincero. Mica tutto è perfetto, dentro so quella ascoltata, si vede. Mamma, mi saluti? Tienimi stretta. Io ti tengo. una Nancy così A dicembre va bene rileggere: Antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters edizioni Einaudi Tascabili, 507 pp., euro 9,80 www.bazarweb.info bazar 12 2004 notte.SUD di marcello amoruso 31 Crossover musicali Quello dell’Alpheus, che mischia puls sonore da ogni frontiera. O quello raffinato di una dj che scopre tendenze all’esterioni o e le importa in Italia con il suo stile cald o Il nuovo restyling dell’Alpheus di Roma si chiama Groucho nite, a cura di Rad io città aperta. Le altre sale? … varie L’Alpheus di Roma ha sempre avuto un percorso ed eventuali … tortuoso nella sua lunga vita notturna, alti e bassi, una programmazione irregola re e non sempre felice. Ma quest’anno la novità è senza precedenti: si chiama Grouc organizzata dalla storica emittente della capitale Radio ho night, serata del venerdì serata band emergenti della scena italiana e artisti internaCittà Aperta. Ad aprire la zionali, per poi proseguire con le selezioni elettroniche dei dj di Rca – primo fra – amanti delle calde pulsioni ritmiche generate datutti il resident Gianluca Polverari New Wave, Elettronica, Punk, Highpop, Stoner, Crossover Indie, 80’s Rock e Brit pop. Se non dovesse bastare, fatevi un giro intorno… a una fontana posta al centro di una sala concepita come una rotonda da cui fugano a con un suo corso. Una vi conduce nei ritmi freestyle,raggiera diverse strade, ognuna per trovare promettenti ballerini break; un’altra si dirama verso zone r’n’b, soul; quindi, house e, su tutti, un piccolo spazio interamente dedica per gli incorreggibili, la sala to a etnica, reggae e spirito freak. Al venerdì dell’Alpheus si incrociano differen ti codici: ambienti su ambienti, musica su musica, all’interno di un contenitore framme riprodurre le zone underground della metropoli. Il disorie ntato che sembrerebbe ntamento è l’unica chiave di lettura, per il resto è divertimento senza condizioni. Per dicembre: Berg Sans Nipple (Francia), il 3; Q And Not U (Usa), il10; Slowmotion (Italia), il 17. www.radiocittaperta.it Alpheus, Via del Commercio 36, Roma. Info: 065747 826 Flavia Lazzarini è una dj che ama le atmosfere ‘casalinghe’. Regna sulle consolle del La Maison e del LivingRoom di Roma e ha l’house nel sangue Ritornano le notti firmate Glamnight a La Maison, “salotto francese” di Roma. Marchio che vuol dire musica house e bossanova, ambiente fashion e atmosfere eleganti. Flavia Lazzarini alla consolle e Marco Longo conduttore della parte artistica, confezionano Dimanche, appuntamento dedicato all’ultimo giorno della settimana. Tra il nuovo rosa antico delle pareti, i colori scuri dei divani vintage e la lucentezza dei sontuosi lampadari, Glamnight vuole ancora cucire performance seducenti e sofisticate atmosfere da boudoir. Più spinti invece i beat della serata inaugurata lo scorso 29 ottobre al LivingRoom, nuovissimo locale nel quartiere Esquilino di Roma: 5 sale color arancio, lacche rosse dai toni orientali, 3 zone bar, luci crepuscolari e visual art. Quando hai cominciato? Nel 1990, quando la scena elettronica in Italia era al suo esordio. Qual è l’idea di base che porti in consolle? Negli anni ho arricchito molto la mia cultura musicale. Mi ritengo abbastanza eclettica. Mi piace spaziare tra stili diversi adattandomi facilmente al tipo di locale in cui mi trovo a suonare. Ci racconti le tue esperienze all’estero? Ho suonato al Pacha di Madrid, al Folies Pialle di Parigi. Suonare all’estero mi dà la possibilità di confrontarmi con realtà diverse e arricchire il mio bagaglio musicale scoprendo nuove tendenze da poter importare in Italia. Hai incontrato difficoltà come dj-donna? Solo all’inizio della mia carriera, quando eravamo contate. Proporsi è stato difficile, ma credo che ora le cose siano molto cambiate: avere una djdonna in consolle è diventato una moda. La Maison, Vicolo dei Granari 4 - Roma. Info: [email protected] LivingRoom, Via Solferino 9 a. Info: [email protected] www.flavialazzarini.com Nu jazz and broken beats, la tensione ModeRn di vecchi as co lti re m un dj che ha già lasciato un ixata da ’impronta nel genere e si Una rassegna itinerante chefa chiamare Solko , a tre anni dall’inaugu razione Club di Gaeta, si è resa già famosa in diversi club del cen allo Zulu adesso ci prova anche al nord tro-sud e esplorare i suoni soulful, brok . Modern, questo il suo nome, “vuole provenienti dalla scena club, en beats, future jazz e nu latin-brazilian molti italiani protagonisti di fucina di nuovi generi musicali, che vede conosciuti”: parola di Davidequesta rivoluzione dei ritmi fino ad ora presidente dell’Associazion Rossillo, direttore artistico dell’evento e agenzia di booking di eventi e Italiana Cultura Elettronica, rinomata Come dicevamo, una sera elettronici. ta girovaga che tende la sua tra il Polyritmia di Montesarchi ragnatela di Napoli, il Fake e La Palm o (Bn), il B2 di Latina; il Rising south life. Il resident della serata a di Roma, all’interno dell’evento Re:: è dj Solko, l’ingegnere (ele di fatto) dei ritmi spezzati, ogg ttronico lo è broken beatz e future jazz in i tra i più rappresentativi della scena Italia del ´91 quando acquista i suo . Inizia la sua carriera nel maggio i primi dischi firmati Africa Bam e Crystal Waters. Vanta un min baata piatti dell’Elysèe Montmartre, i-tour a Parigi che lo ha visto dietro i dell al Bundolo Club e We got Bee ’OPA e del Folies Pialle; in Finlandia, Droom con Squadra Bossa. f re-mix club e, in Belgio, al Muziek-oal Solko Ensemble, con l’inteNegli ultimi tempi ha dato anche origine nto di realizzare uno scambi e la live session di strumentisti o tra il djing la vj crew dei Pixel Orchestra. jazz, e a un progetto audio-video con Info: www.culturaelettronica. it 32 di alberto traversi notte.NORD bazar 12 2004 www.bazarweb.info Etnico a Milano Q–ui si fa festa! Il mondo è un vociare sommesso dove solo le grandi realtà politico-economiche hanno il privilegio di farsi sentire. Fuori dal branco, i piccoli popoli, o meglio, le etnie dimenticate dal grande circuito della globalizzazione sociale faticano a schiarirsi la voce e dialogano col mondo attraverso la loro storia e la loro cultura: un passato ricco di tradizioni e intuizioni artistiche che stanno diventando punto di riferimento per nuovi trend. Dalla musica agli abiti, agli spazi d’aggregazione, a Parigi, come a New York, i locali ispirati ad etnie, più o meno sconosciute, stanno crescendo a vista d’occhio e Milano, capitale della moda e del divertimento del Nord Italia non poteva segnare il passo davanti a questa esplosione. Tra gli Stati Uniti e il Messico, precisamente in quella lingua di terra chiamata Baja California c’è una cittadina che racchiude nel suo spirito la leggendaria allegria ispanica e il tipico cosmopolitismo in stile stelle e strisce della vicina, e quasi omonima, California. Il suo nome, Mexicali è stato preso a prestito per un nuovo locale, nato negli spazi riadattati di un ex import export, ironia della sorte, proprio di prodotti messicani. La zona è lo Scalo Farini, area non nuova a questo tipo di operazioni che, grazie anche alla presenza di De Sade e Alcatraz si sta sempre più affermando come polo d’interesse per il popolo della notte. Al Mexicali non c’è niente di troppo messicano e niente di troppo americano. Tutto dall’architettura in stile “Santa Fe”, alla musica latin-lounge, ai complementi d’arredo in pietra viva e materiali naturali, è pensato per gente metropolitana che dell’etnico ama soprattutto i sapori genuini e un certo modo un po’ understatement di stare a tavola. Dall’altra parte della città, in zona Ripamonti, nell’isolato che comprende il supertrendy Magazzini Generali, c‘è l’Ekatana, risto-bar che rispecchia appieno, a livello architettonico, l’ultima tendenza ethno-tech di origine giapponese. La struttura, ricavata da un ex magazzino adibito alla lavorazione del merluzzo, presenta un mega-loft su due livelli dove, a un’area relax dominata da un bancone e un piccolo soppalco di legno ricco di divanetti e sedie in stile asiatico, si sovrappone un’importante struttura a ringhiera sopraelevata, destinata al ristorante. I materiali scelti per l’interno, fortemente ispirato all’antica tradizione delle locande giapponesi, sono legno naturale, bambù, foglia di banano per i complementi d’arredo, e ferro grezzo, calce lavorata e mattone vivo per le strutture portanti. Si ispira, invece, all’Africa di Wilbur Smith, ma anche alla leggenda di Tarzan e a quella di Mowgli, protagonista del „Libro della Giungla“ un locale che, tra il serio e il faceto, si propone come angolo di selva tropicale a due passi dal Centro cittadino. A pochi metri da viale Forlanini, il Crazy Jungle si sviluppa su un’area immensa che comprende un ristorante da 200 coperti specializzato in fusion africana ( provare i piatti al bisonte e all’antilope) un discobar caratterizzato da un chiringuito in midollino e palme, e un dehor dove trovano posto la pista da ballo e la cabina del dj incastonata nel tronco di un finto baobab. In tutti gli spazi, l’arredo riprende le forme e i colori di un’Africa disneyana dove, accanto a gigantografie in cartapesta di leoni, coccodrilli e serpenti a grandezza naturale, si affiancano sedute maculate, finte palme e tendaggi dal gusto coloniale. Dall‘Africa all‘India, parlando di locali, il passo è breve: colori, suoni e icone tra le più tipiche della terra di Gandhi adornano il Maharaja creatura di Giorgio Santambrogio, fondatore della plurigettonata agenzia di modelle Fashion. Sui due piani del locale abbellito da un’importante boiserie e dipinto con gli ori e le tinte forti tipiche del Rajastan è possibile non solo cenare ma anche sorseggiare un aperitivo accompagnato da un ottimo buffet. La vita dei gaucho della Pampa, almeno per quel che riguarda la parte dedicata al cibo, è la vera attrazione del Paso de los Toros, ristorante-cerveceria dove è possibile gustare asado e tanti altri tipi di carne alla griglia. Tra bancone e sala predomina il legno e la voglia di divertirsi con musica ad alto volume. Sempre l’Argentina è la protagonista del Café del Tio dove tra bandoneon e chitarre flamenco l’atmosfera caliente del tango è sostenuta da musiche a tema e cocktail tipici. Particolare non trascurabile, questo è l’unico locale dove si può anche gustare il mitico Pata Negra, per gli intenditori il miglior prosciutto del mondo. Dove? Al nuovissimo Q di Padova, locale glam dalle ambientazioni lounge. Ma anche a Milano, tra i migliori locali di gusto urban-etnico. Per notti selvagge a metà strada tra giungla e asfalto. Q Lounge a Padova Prende il posto dello storico cinema Quirinetta il Q, nuovo styloso locale piazza Insurrezione a Padova. Disposto su due piani, il “Q”, dal nome di mai essenziale, si sviluppa su cinquecento metri quadri arredati con più che dall’architetto milanese Cadamuro. Due gli spazi principali: il Loungemaestria trovano posto il palcoscenico e la pista da ballo, e il Dinner, un’area Bar, dove ex galleria contraddistinta da un magnifico lampadario Svarowsky e nata nella da un privé molto speciale realizzato in una stanza di vetro insonorizzata con musica e bagno privati, per incontri di lavoro semiseri e party originali. Per quanto riguarda la programmazione, grande spazio al jazz soprattutto il martedì quando entra in scena quello d’autore selezionato dalla direzione artisticasera in collaborazione con l’Associazione Veneto Jazz. A dare il battesimo al Q ci hanno pensato David Hazeltine al piano, Joe Farnsworth allamusicale John Webber al contrabbasso, tre fuoriclasse del genere che hanno batteria e inondato il nuovo locale con una pioggia di note di altissimo livello. Jazz a parte, quanto riguarda la club culture, l’appuntamento principale è il mercoledper ì chillout, che vede alla consolle due volte al mese il dj Ravin, quotato seleziona tore del Buddha Bar e Marco Fullone di Radio Montecarlo. Tutti i concerti iniziano alle 22.30. Il Q, aperto dalle 18, offre anche degustazioni tipiche e propone un angolo ristorante di alto livello. Nel dopo cena l’ingresso è libero, con consumazione obbligatoria a otto euro. Q Ristorante lounge bar, vicolo dei Dotto, Piazza Insurrezione – Padova. 0498751680 - sito: www.q-bar.it - Orario 19.00-04.00 / Chiuso il lunedì Tel. Mexicali via Valtellina, 33. Tel. 0260830042 Ekatana via Pietrasanta ang. Pompeo Leoni. Tel. 0255230797 Crazy Jungle via Cavriana, 26. Tel. 0270009831 Maharaja viale Gorizia ang. Via Mortara – Tel. 0289416581 Paso de los Toros via L.Palazzi, 7 – Tel. 022049870 Café del Tio piazzale Bacone, 8 – Tel. 022046550 www.bazarweb.info bazar 12 2004 notte di andrea lisi 33 Ci siamo. Il momento è stramaturo per spingervi a un faccia incondizionato con il sound della etichetta tedesca intorno a faccia a cui gira tutto il baraccone della punk-dance degli ultimi anni: la Interna dj gigolò di Monaco di Baviera. Ne abbiamo parlato a iosa, tional riprese, in passato. Dicesi punk-dance una miscela assolut a più accattivante di pose rockettare, nichilismo postpunk, amente electro disco e techno che triturano tutto lo scibile della ritmiche degli ultimi 25 anni, trasformando in materiale di recupe musica che una volta era sperimentazione, creazione di contesti ro quella percettivi nuovi. Il postmodernismo strumentale dell’avanguardia precipi tato in postmodernismo finale, strategia di sopravvivenza di un di sciacalli euforici e privi di futuro che banchettano sull’uni branco co cibo rimasto in circolazione: gli avanzi. Meno ingenuo e solare del big beat anni 90, smaliziato esperto di marketing sufficientemente cinico per sedurre come un ma anche abbastanza intelligente per disgustarsi, il suono della Gigolò appare cchia idealmente festini decadenti elettrici irresistibili, dove si passa con disinvoltura dallo scatenamento delle passioni all’irrig idimento cerebrale, dalle stoccate di gran classe agli sbracamenti pop. Molta ruffianeria e molta posa ma anche un sottofondo di humou sprazzi un’eleganza che fanno la differenza in un panoramar noir e a di prodotti intrisi di analoga musicalità. Aprire il catalogo dallaaffollato sexpistolsiana è scoprire come gran parte dei tormentoni grafica delle stagioni post 11 settembre sia marchiata International più arty dj Gigolò: dagli inni electro techno di David Carretta, monumento vivente della dance puramente europea, agli inventori dell’electroclash Miss kittin and The hacker e Fischerspooner con tutto il nutrito drappe llo di interpreti del genere: Steril, Mt sims, Cross over, Plastique de reve, Zombie Nation, Fat Truckers, oltre ai technomani internazionali, sua maestà Dave Clarke a Richard Bartz, all’oscuro Terence Fixmer. da pluralismo di linguaggi predomina un’attitudine epica, una consist Sul sonora ed emotiva, un’intransigenza teutonica che emerge enza bene nelle produzioni del gran capo dell’etichetta, il supergimolto golò, l’istrionico, mattatore Dj Hell. Ormai veterano del circuito europeo dei club, dopo essere stato considerato per anni un eccentrico provocatore per la sua maniera di presentarsi e per le scelte nostalgiche e compromesse con il rock e il pop, è ormai riconosciuto come punto di riferimento essenziale delle notti del ventunesimo secolo. Ogni suo set è letteralmente uno spettacolo perchè personaggio e personalità sono la stessa cosa quando sale in consolle. Anzi, è proprio lui ad aver dato slancio Ovvero strategia di sopravvivenza di un branco definitivo alla pratica del dj-ing come di sciacalli intorno all’unico cibo rimasto in performance annullando ogni residua circolazione: gli avanzi della punk dance. differenziazione tra un selezionatore e il front man di una rock band, pratica ampliamente imitata negli ultimi anni. Per la seconda volta in Italia in meno di un anno, questo mese sarà possibile ascolta ballare Dj Hell il 3 ai Magazzini Generali di Milano e il 4 al Cocoricre e ò di Riccione. Da approfittare. Su www.gigolo-records.de oltre ad avere l’elenco comple to delle pubblicazioni dell’etichetta e un saggio del suo stile, a disposi anche la playlist del momento di Dj Hell, tanto per farvi un’idea zione .. Ma a dicembre, sempre il 3, al Totem di Vicenza, si affaccia anche l’altro membro dello stato maggiore dell’ International in Italia l’oriundo greco Savas Pascalidis esperto in tracce di impresdj gigolò, carica travolgente, un po’ disco europea hi energy, un po’sionante house, un po’ techno, autore di numerosi riempipista delle elettro stagioni. Più gioviale di Dj HellI, la sua musica è ideale anche passate per party dove l’inquietudine è indesiderata. Quindi, divertimento assicura to. Nel suo caso, essendo l’artista anche boss di un’altra label topica per il sound del momento, la Lasergun, per la quale incide anche Superastronaut e Universal Power, è altamente consigliabile come un giro intorno a www.lasergun-records.com Post techno, new wave techno, glam techno 34 di claudio coccoluto notte.nottetempo bazar 12 2004 www.bazarweb.info Balliamo come ci pare, ci muoviamo liberi seguendo quel flusso energetico di ritmi e suoni che arriva dagli altoparlanti. Una libertà conquistata grazie alla musica house un bel po’ di anni fa. Una magia che unisce corpi e note in un’unica coreografia A volte, concentrato come sono, quando mi trovo intento a mixare, la mia attenzione viene rapita da qualche ragazzo/a che in pista si muove in piena sintonia con i suoni che sto proponendo, con le tipiche movenze fluide e sognanti di chi è completamente perso nella musica, come se i suoi movimenti possano essere stati suggeriti da un coreografo invisibile che conosce perfettamente quelle note: magico! E magicamente cubisti e cubiste, professionisti delle piroette si polverizzano al confronto; è chiaro, sto parlando non dello stile, ma della sincerità dei gesti, che quando si è immersi in un buon suono diventano belli. E si, scusate, ma se nelle disco generaliste si possono ammettere distrazioni dal sonoro causa donne, champagne e altre amenità, nei club che frequento io questi cali d’attenzione, non dovrebbe proprio accadere mai. Un tantino di rigore ecumenico dovrebbe essere garantito! Con tutte le pretese di avanguardia discografica e di costume che hanno i locali underground, il minimo dovrebbe essere porsi rispetto all’audio con orecchie e pori della pelle ben aperti e pronti ad accogliere ogni mutazione molecolare e umorale possa arrivare dal flusso energetico degli altoparlanti. D’altra parte alla musica house, cioè a quel sound che 15 anni fa azzerò ogni parametro musicale, è un piccolo tributo che si può giustamente corrispondere rispetto alla libertà acquisita di ballare come a ognuno pare e piace, oggi irrinunciabile e sacrosanto diritto di tutte le etnie i sessi e le classi: Dance, Dance, Dance! o t u b i tr e s u o h all’ 36 di chiara spegni gusti bazar 12 2004 www.bazarweb.info Le ultime frontiere del cioccolato? Da scoprire tra le ricette per cucinare con la Nutella e i baci perugina, ma anche tra chi osa spolverare con il cacao risotti alla zucca e formaggi… Cioccolato! foto www.oltremara.com Da mangiare con gli occhi Frutto divino, il cacao è un regalo di Quetzalcoatl agli Aztechi, che lo usavano anche come moneta di scambio. Gli spagnoli l’hanno portato nelle corti europee, poi nel Seicento sono comparse le chocolate houses e le prime creazioni delle pasticcerie. Appassionati di cioccolato “puro”, ma anche drogati dalla Nutella, gli italiani sono stati tra i primi del Vecchio Mondo a godere della scoperta. Le mille declinazioni del cioccolato sviluppate dalle aziende italiane sono ormai un vanto nazionale. Versatile in cucina, il cioccolato trionfa nei dolci, ma non disdegna altri accostamenti insoliti! A seconda dell’origine, il cacao compare in tre varietà: il criollo messicano, il forastero dell’Amazzonia, e il trinitario, specie ibrida frutto dell’incrocio delle altre due. In cima alla classifica dei golosi di cioccolato sono gli svizzeri (9,8 kg per abitante ogni anno), (ma non si conta quello comprato dai turisti…). L’Italia ne consuma, naturalmente più al Nord che al Sud, circa 3,2 kg per abitante. I luoghi in cui si produce il cioccolato, sia per motivi climatici (il cioccolato si conserva in un’atmosfera asciutta e temperata) sia per ragioni di sviluppo economico, non sono quelli dove si acquista il prodotto finito. Così le bontà e le invenzioni degli artigiani, dopo la scoperta dell’America, sono appannaggio di altri Paesi, come la Sacher in Austria, le praline belghe, il cacao in polvere di Van Houten in Olanda, la ganache dei cioccolatai francesi, la tavoletta degli inglesi Richard e George Cadbury, il gianduia alla nocciola dell’italiano Caffarel, la “conciatura” di Lindt e la tavoletta “Milka” in Svizzera, oppure le barrette della Mars in Minnesota, solo per citarne alcune. Per la cronaca, gli svizzeri la ricetta del cioccolato l’hanno avuta dai torinesi! Cosa contiene il cioccolato? I maniaci delle diete lo evitano, ma basta non abusarne. Fondente, con il 70% di cacao, per 100 gr. contiene 520 calorie, ma anche tanto potassio, magnesio e fosforo. I titoli da leggere sono tanti: c’è chi guarda anche alle immagini, chi invece si concentra più sulle ricette. Un percorso fotografico dall’albero di cacao alla tavoletta in “Cioccolato dolce e salato”, di Mario Bisso e Carlo Vischi, ed. il Gusto della Gribaudo, a 19,95 euro; una miniera di informazioni, inclusa una sezione “luoghi e modi del cioccolato” come festival, saloni e musei, in “Cioccolato”, nuove armonie, di Rosalba Gioffré, ed. Giunti, 19,50 euro; storia, curiosità, varietà e 150 appetitose ricette in “Il grande libro del cioccolato” di Sara Jayne-Stanes a 12,55 euro; una guida compatta è “Cioccolato” della collana grandi classici, ed. Gribaudo Parragon, 8,99 euro; altra collana “la grande cucina” con “Cioccolato”, 120 ricette illustrate passo dopo passo da Jacqueline Bellefontaine, ed. Parragon, 12,95 euro; altre irresistibili tentazioni con le 300 ricette per golosi di “cioccolato e cioccolato”, della De Agostini, 19,50 euro; dalla degustazione agli effetti benefici sull’organismo, storia, curiosità, ricette e belle illustrazioni in “Il cioccolato” di Gilles Brochard, ed. L’Ippocampo, 6,50 euro; “per apprezzare i piaceri della vita” la ricchissima “Piccola enciclopedia del cioccolato” della Rizzoli, a 9,90 euro; forme e stampi, fusione e temperaggio, ricette testate e belle foto, sotto la guida di Nicoletta Negri in “Cioccolato che passione”, ed. Mondadori, a 23 euro; ricette classiche per tipi classici in “cioccolato”, ed. Logos, a 5,95 euro; un altro classico “le migliori ricette, dolci al cioccolato”, con 58 ricette dei grandi pasticceri e ristoratori, ed. Fabbri a 9 euro; nella collana “delicatezze in cucina” è la volta di “cioccolato”, golose tentazioni ed. Demetra a 6,90 euro; nei quaderni di cucina ed. Food editore “Crema e cioccolato”: creme di base, dolci cremosi, soffici, freddi, ottimo per principianti, coloratissimo, a 8 euro; essenziale il librino di Franca Feslikenian “In cucina con cacao e cioccolato”, ed. Gribaudo; nei “peccati di gola”, sempre Gribaudo, anche “cioccolato”, a 1,69 euro; idea regalo “Il cofanetto del cioccolato”, L’Ippocampo a 19,95 euro, dove forse è più bella la confezione del contenuto; “cioccolato” della collana “La cucina italiana”, ed. Piemme, a 12,50 euro; torte, dolci, pasticcini e altre golosità in “Il cioccolato”, di Enrico Medail e Marie Gosset, ed. De Vecchi a 9,90 euro; dolci belli da vedere e da mangiare in “tutto cioccolato” di Nicoletta Negri e Nathalie Aru, ed. Fabbri, 17,50 euro; magnifica la guida di Chantal Coady “cioccolatini”, con una descrizione delle migliori qualità in giro per il mondo: produttori, schede sulla degustazione, specialità artigianali, come distinguere il cioccolato artigianale da quello industriale; per i viaggiatori invece non può mancare anche la guida del Touring Club, “L’Italia del cioccolato”, 18,50 euro, fresca di stampa. www.bazarweb.info Chicche da non perdere Cosa distingue il cioccolato di Modica dagli altri? Nasce da una ricetta antica e non subisce la raffinazione, ma è lavorato a mano con rulli di pietra (all’Antica Dolceria Buonajuto: Corso Umberto I, Modica. Tel. 0932941225). Non dimentichiamo poi che a dicembre la manifestazione eurochocolate sarà a Napoli: www.eurochocola te.perugia.it. Chi volesse invece testare le proprie conoscenze può cliccare su: http://www.cioccoweb.it/cioccoquiz/campi.htm; http: //www.arcobaleno.net/curiosita/cioccolatotest-domande.htm; http: //www.semplicemente.it/Attivita/Test16.htm. Altre informazioni su www.chococlub.com Cucinare con Nutella e baci perugina Gigi Padovani “Nutella, un mito italiano”, Rizzoli a 15 euro: origini, storia, leggenda dal 20 aprile 1964, cioè dal primo vasetto fino ad oggi; Paola Balducchi, con le sue 300 ricette semplici e originali per cucinare con la Nutella, grandi manuali Newton a 10,90 euro: dall’albero di pandoro alla zuppa rustica. Altra invenzione italiana, altro mito: “300 semplici, originali ricette con i BACI”, di Laura Rangoni, sempre Grandi manuali Newton, 8,72 euro; da segnalare un saggio che è tutto un programma “I piaceri del cioccolato”, il giro del mondo in 80 tavolette senza dimenticare cioccolato in tazza, Garzanti 15 euro. Per la serie “amore e cibo”, un’idea sempre stuzzicante, il guru da seguire è uno solo, si chiama Murray Langham, terapeuta neozelandese, chef, diplomato in ipnoterapia clinica, che non ha dubbi: “Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”. Lo fa in “Cioccolatoterapia: la nuova via ai segreti del vostro più intimo io”, ed. Salami a 7,80 euro, e anche in “Cioccolatoterapia dell’amore”, per assaporare le relazioni di coppia, ed. Salami a 11 euro. Cosa sceglie il vostro partner? Le preferenze parlano delle relazioni: amore e sesso sulla base del cioccolato. Per chi non l’avesse ancora fatto, è d’obbligo immergersi in “Chocolat” di Joanne Harris o “Come l’acqua per il cioccolato” di Laura Esquivel, oppure, se si preferisce, con Nanni Moretti e il supervaso di Nutella in “Bianca”. Golosi romani Una bella GOLOSATA tutti i mercoledì alle 21.30 da “Chocolat”, cioccolatini d’autore, in via della Dogana Vecchia 12-13 (angolo S.Eustachio), tel. 0668135545. I menu cambiano sempre, ma per dare l’idea assaggiamone uno: sangria, formaggio pastore sardo; fichi, miele e cacao; tartufini di formaggio spolverati di cacao; torta bruna di melanzane; zucca ripiena con risotto spolverato di cacao; marroni al cioccolato e brandy. E se non vogliamo spostarci da casa, la proprietaria prepara anche intere cene su ordinazione. Per Natale, particolari scatole di cioccolatini, fatte a mano. Per chi invece vuole entrare in una pasticceria “d’epoca”, dove sembra di tuffarsi direttamente in una confezione di cioccolata, l’indirizzo giusto è da “Moriondi e Gariglio”, una “maison” fondata da due cioccolatai torinesi trasferiti a Roma dopo l’unità d’Italia al seguito dei Savoia. Entrano nell’atmosfera di altri tempi in via del Pié di Marmo 21-22 (tel. 066990856) oltre ai famosi kri-kri, praline, croccanti e nocciolati, anche fondant, canditi, lacrime d’amore, marron glacé e splendide confezioni in rosso e nero, come “tu ed io” e “solo per te”, create per il fidanzamento e il matrimonio di Maria José con Umberto di Savoia. Bellissimi anche i cuori rossi per S. Valentino. bazar 12 2004 gusti di chiara spegni 37 L’altra ricetta La torta di Valentina è una goduria creata per chi soffre di celiachia e magari è anche allergico al latte, ma viene divorata da chiunque ami la cioccolata. Ingredienti: 300 gr. di cioccolato fondente, 6 uova, 180 gr. di zucchero, 60 gr. di maizena, 1⁄2 bicchiere di olio di semi. La prima cosa da fare è montare bene le chiare a neve, perché in assenza di lievito, sono loro a far montare l’impasto. A parte amalgamare i 6 rossi d’uovo con i 180 gr. di zucchero, la maizena e la cioccolata, fusa a bagnomaria. Alla fine incorporare l’olio e unire le chiare montate a neve. Infornare per 35 minuti a forno caldo (180°). Per offrire cioccolatini alternativi, http: //www.mangiarebene.com/accademia/gusti/cioccolato/brie.htm propone i cioccolatini di brie! Con 300 g di formaggio brie, 250 g di cioccolato fondente (meglio copertura), insalata novella, per 6 persone. Tagliate il formaggio a piccoli rombi regolari partendo dalla punta della fetta del formaggio. Riducete il cioccolato in piccoli pezzi e fatelo sciogliere a bagnomaria prestando molta attenzione che non entrino schizzi d’acqua. Mescolate continuamente: il cioccolato deve essere caldo, ma non bollente. (40-50° C) Togliete il bagnomaria da fuoco prendete 2/3 del cioccolato e versatelo su un piano di marmo (tavolo o tagliere) e con una spatola, con movimenti ritmici e regolari, allargate e raccogliete il cioccolato fino a portarlo a 27°. Rimettete il cioccolato insieme al restante rimasto nella ciotola, scaldate di nuovo a bagnomaria e riportate il cioccolato alla temperatura di 32°. Infilzate ogni rombo di formaggio con uno spiedino ed intingetelo nel cioccolato fuso facendo in modo che il cioccolato ricopra perfettamente il formaggio. Infilzate ogni spiedino in una mezza patata utilizzata per far asciugare e colare il cioccolato in eccesso. Una volta asciutti riporre i rombi di formaggio in frigorifero per almeno un’ora prima di servire. Serviteli adagiati su un piatto con insalata novella. Da scoprire: il Museo Caffarel, via Gianavello 41, Luserna S. Giovanni (Torino) tel. 800807046 e il Museo storico della Perugina, strada Pievaiola, San Sisto (Perugia) tel. 0755276796. Scuole e associazioni utili: C.A.S.T. Alimenti, Centro Arte Scienza e tecnologia dell’alimento: il cioccolato dalla A alla Z, via Serenissima 5, Brescia tel. 0302350076; Scuola e Master del cioccolato – scuola dell’alimentazione presso l’Università dei sapori, via Tornetta 1, Perugia tel. 0755732625; Scuola di cioccolato, Tavoletta del Monferrato, via della stazione 5, Cocconato (Asti) tel. 0141907083; Scuola del cioccolato della Perugina (Perugia), tel. 80043443; in visita a Perugia potrete alloggiare al piano Gianduia, al Latte o Fondente, andare al chocostore e degustare a volontà, all’ Etruscan Chocohotel (via Campo di Marte 134, tel. 07558373). Per viaggiare a tema invece, c’è chocotravels, [email protected]; Tel. 02733547 - 3334860753. Ottima la produzione tutta naturale, indicata anche per i celiaci, dei vasetti di “Nuts & Cream S.r.l.”, un mondo da spalmare, tel. 0761270244; email: [email protected]. L’appuntamento è tutte le domeniche, dalle 16 alle 18. La pasticceria Mosaico, ad Aquileia, attira golosi da ogni dove, pronti ad addentare i favolosi krapfen caldi, appena sfornati, da riempire a piacere. Dal classico cioccolato alla crema vaniglia, la marmellata, lo zabaione, fino alla sola panna (90 centesimi l’uno). L’occasione è buona per divorare anche le tavolette di cioccolato preparate in 25 modi diversi, oppure le praline. Non ci sono prodotti pronti. Mario Zerbini e la moglie sono sempre in laboratorio a scegliere e dosare gli ingredienti, per nuove irresistibili creazioni. Le tavolette hanno varie gradazioni di cacao: dal 55, 72 e 100%. Thé, tabacco da pipa, liquirizia, yerba mate, vaniglia, nocciola, senza zucchero, senza latte, speziate come la “montezuma” al peperoncino e cannella, un latte/fondente da scoprire: sono tante le varietà di tavolette disponibili. Le praline sono al caffè, nocciola, mandorla, sesamo, pinoli, cocco, riso soffiato, agrumi, pistacchio, castagna. Vera specialità i cioccolatini alla grappa, di un’azienda agricola locale, e al cabernet, vino corposo che si sposa bene con il cacao. Per i golosi a casa anche due creme spalmabili (fondente e gianduia) e blocchetti ad alta densità di cacao, anche aromatizzati, per avere la cioccolata in tazza: basta immergerli nel latte o nell’acqua (3,80 euro per 1 litro di cioccolata). Poi ci sono cioccolatini allo zenzero, cannella, cardamomo, finocchio, rosmarino, latte e noce moscata. Per Natale altre specialità: il dolce di Natale (una bomba di frutta secca d’origine austriaca) e il cioccolatoso “tronco di Natale”. La pasticceria Mosaico è aperta dalle 7 alle 19 d’inverno e dalle 7 alle 24 d’estate; chiusa il lunedì; Piazza Capitolo 16/A, Aquileia (Udine); tel. 0431919592. 38 di chiara tacconi gusti bazar 12 2004 www.bazarweb.info NORD De Coll’ - Eurociok Via Monviso 7, None (Torino). Tel. 011 9863465 Dal produttore al consumatore: l’azienda legata al rinomato marchio di cioccolata De Coll’ mette a disposizione del pubblico un punto vendita a fianco dei laboratori. Una lavorazione artigianale tutta da gustare in forma di tavolette, gianduiotti (siamo o non siamo a Torino?), gianduia con nocciole intere, creme spalmabili. Arricchiscono la golosa offerta i cru Domori e la cioccolata biologica. Il punto vendita è aperto tutti i giorni fino alle 17 esclusi il giovedì pomeriggio e la domenica; anche presso L’Oasi del Cioccolato a Torino, in corso Francia 197d. CENTRO Luca Mannori Via Lazzerini 2, 59100 Prato. Tel. e fax 0574 21628 Assaggiare la mitica torta Setteveli, che ha fatto guadagnare a Luca Mannori il titolo di campione del mondo di pasticceria, è un’esperienza tutta da provare. Nel suo locale di Prato Mannori ha creato un’area riservata alla degustazione delle praline e degli altri prodotti di cioccolateria, perché è una gioia da assaporare lentamente e senza essere disturbati. Il pasticcere ha da poco pubblicato “Come Musica - Elementi di Pasticcer ia”, libro nel quale condivide segreti e passioni della meravigliosa arte della dolcezza con professionisti e semplici appassionati. Golosità che fanno bene Boutique di cioccolato con qualcosa in più: la cioccolata biologica, i cioccolatini dalle potenzialità terapeutiche e una torta creata dal campione del mondo di pasticceria… SUD Maglio Arte Dolciaria Via San Giuseppe, 54 Maglie - (LE). 0836423831 Stanno per festeggiare i 130 anni di attività, naturalmente a base di cioccolata: gli eredi di Antonio Maglio, che nel 1875 fondò l’azienda di “Arte Dolciaria”, continuano la tradizione artigiana. Oltre alle tavolette e alle praline classiche, qui si possono assaggiare i sapori del sud racchiusi in una golosa copertura di cioccolata: noci, datteri, prugne, fichi ripieni di mandorle e scorzette di limone, filetti di arance canditi, mandorle pralinate, frutta disidratata tuffata nei distillati e pasticcini alle mandorle. New entry Q 16 Rosso Via Stimigliano 16, Roma. Tel. 0686211816 Chiuso il lunedì Tipo di cucina mediterranea innovativa Specialità del locale tagliata di filetto allo scalogno e aceto balsamico Spesa media 25/30 euro (antipasto, primo, secondo/contorno) vino escluso Dolci della casa, alcuni espressi Vino consigliato Rodaro e Feudi Principi di Butera Piatti dietetici vegetariani Particolarità atmosfera retrò (Parigi primo Novecento), colori predominanti rosso e nero Numero coperti 32 Carte di credito Visa, Mastercard Musica pop, lounge, ambient ed eventualmente a tema dell’evento in corso Gentilezza personale ottima Servizi per disabili no Sale per fumatori no Illuminazione soffusa, candele Tradizionale Malia Via Scopeti, 130 San Casciano in Val di Pesa (Firenze). Tel. 055828140 Chiuso il lunedì Tipo di cucina toscana rivisitata Specialità del locale gnocchi al tartufo Spesa media 25/30 euro con vino della casa Dolci della casa Vino consigliato Chianti Piatti dietetici no Particolarità niente menu, ci si affida allo chef che ogni sera propone portate diverse Numero coperti 32 Carte di credito no Musica no Gentilezza personale ottima Servizi per disabili no Sale per fumatori no Illuminazione soffusa, candele Etnico Ristorante Africano Adal Via Vasari 7, Bologna Tel. 051374991. Chiuso il lunedì Tipo di cucina africana Specialità del locale zighnì Spesa media 20 euro Dolci della casa Vino consigliato bevande tipiche: ginger e bissap Piatti dietetici vegetariani Particolarità piatti speciali su prenotazione (zighnì di pesce, cous cous di pesce, fagioli con osso buco in agrodolce, polenta eritrea) Numero coperti 50 Carte di credito sì Musica danze, spettacoli, percussioni dal vivo Gentilezza personale ottima Servizi per disabili no Sale per fumatori no Illuminazione soffusa, candele bazar 12 2004 www.bazarweb.info gusti di chiara tacconi 39 Trento Un brindisi con le Bollicine su La città del Concilio, dei mercatini di Natale e degli spumanti mette in mostra il meglio di sé dal 26 novembre al 19 dicembre con Bollicine su Trento. Il Trentino produce quasi il 40% degli spumanti nazionali, ed è proprio nel cuore del capoluogo, Palazzo Roccabruna, appena restaurato, quello che ospitò il Concilio, che si terrà la manifestazione dedicata alle bollicine nazionali. Degustazioni e curiosità per conoscere da vicino il mondo frizzante dello spumante, assaggiando bottiglie esclusive e tuffandosi nel passato con affiche d’epoca e pubblicità di altri tempi. Concerto al cioccolato Ha aperto da pochi giorni a Milano, nel cuore di Brera, Cioccol atopuro, una boutique tutta dedicata a praline, tavolette, creme, gelati monoporzione, ovviamente a base di cacao. Le esperienze gustative del cioccolato sprigionano una miriade di sensazioni e richiami che questo nuovo locale vuole indirizzare verso “l’arte di vivere”. Nutrirsi con gusto e coscienza, prima di tutto, sfatando il luogo comune che vuole il cacao e i suoi derivati solo peccati di gola e non sostanze nutritive amiche; ed ecco che Cioccolatopuro allega ai propri prodotti una piccola scheda informativa sulle potenzialità terapeutiche del cacao e degli alimenti naturali ad esso combinati: la nocciola, ricca di fibre e vitamina E, il sesamo, un naturale schermo solare e le noci, che abbassano il colesterolo. E poi, la produzione di un cd musicale, Jouer du chocolat, per accompagnare, con le note di Mozart, Schubert, Chopin, Schuma nn, Brahms, Debussy e Ravel, la degustazione del cioccolato. Musiche accuratamente abbinate ai vari momenti di incontri con il gusto, dal “preludio all’esperienza” al “conflitto dinanzi alla tentazione” arrivando finalmente all’appagamento dei sensi. E senza dimenticare che il pianofor te è già un richiamo evidente all’accostamento di bianco e nero, latte e cacao, panna e cioccola to. Cioccolatopuro è a Milano in piazza del Carmine 1, tel. 0272022584. Enoteca Ristorante enoteca Locanda del Vinattiere Via Fontana 10, Valverde (Catania). Tel. 0957211865 Chiuso il martedì Tipo di cucina siciliana rivisitata Specialità del locale maccheroni di casa al pettine con ragù bianco di cinghialetto e carciofi Spesa media menu degustazione enoteca 30 euro Dolci della casa Vino consigliato dalla carta (cantina storica visitabile) Piatti dietetici menu biodinamici, vegetariani, per celiaci, per intolleranti al lattosio e bambini Particolarità lista di circa 36 olii extra vergini di oliva provenienti da tutta Italia, aceti balsamici, lista delle acque oligominerali e minerali Numero coperti 60 Carte di credito tutte Musica no Gentilezza personale ottima Servizi per disabili sì Sale per fumatori sì Illuminazione soffusa Design Marghera 37 Via Marghera 37, Milano. Tel. 024814386 Chiuso il mercoledì Tipo di cucina mediterranea Specialità del locale pizza fritta Spesa media cena 20 euro Dolci della casa Vino consigliato del Sud Italia Piatti dietetici no Particolarità colori predominanti marrone e oro, con due piante secolari in mezzo alla sala Numero coperti 100 Carte di credito sì Musica sì Gentilezza personale ottima Servizi per disabili sì Sale per fumatori sì Illuminazione calda, soffusa 40 di eva buiatti gusti.mangia come leggi bazar 12 2004 Libri da mangiare e piatti da leggere da tutti i Paesi del mondo per occasioni www.bazarweb.info diverse poblano Mole “Con entusiasmo si era messa a preparare il mole per il battesimo. Pedro, che era i. Il baccano delle nella sala accanto e la sentiva cucinare, provò nuove sensazion a voce di Tita melodios la comal, sul pentole, l’odore delle mandorle abbrustolite L. Esquivel, sessuale” istinto suo il o risvegliat avevano o, cucinand che cantava Dolce come il cioccolato, ed. Garzanti. in grani, tre Procuratevi mezza tacchina giovane tagliata a pezzi. Fatene un brodo molto ristretto, con poca acqua, tutti gli odori, pepe di mandorle spellate foglie d’alloro e tre chiodi di garofano (deve bollire circa un’ora e mezzo). In una padella tostate leggermente un pugno una stella di anice, e due cucchiai di semi di sesamo, e mettete da parte. Preparate sul banco di cucina: una cipolla rossa, tre spicchi d’aglio, di cioccolata cinque chiodi di garofano, una stecca di cannella, un peperone giallo, dieci peperoncini freschi, zucchero, mezza tavoletta grande tegame (ci fondente (o 3⁄4 se avete coraggio), una fetta biscottata. Tritate finemente la cipolla e l’aglio, e mettete a soffriggere in un privati dei semi e deve entrare tutto il tacchino) con un fondo abbondante di burro. Quando sarà ben dorato, aggiungete i peperoncini giallo tagliato a peperone il e cannella la garofano, di chiodi i l’anice, adesso Aggiungete parte. da metterli poi per leggermente soffriggeteli nel tegame i Mettete soffritto. al nuovo di aggiungeteli e bollente acqua in peperoncini i Scottate minuti. dieci per fettine e lasciate cuocere Estraete adesso il pezzi di tacchino, salate al gusto e insaporiteli con mezzo bicchiere di vino bianco, fino a che non avranno preso colore. a ebollizione con tacchino e mettetelo da parte. Aggiungete alla salsa le mandorle, metà del sesamo e la fetta biscottata sbriciolata e portate risultare piuttosto una tazza del brodo, lasciando cuocere 10 minuti. Adesso passate nel mixer la salsa (meno l’anice e la cannella), che deve Se il tutto fosse densa. Rimettetela nel solito tegame, aggiungete di nuovo il tacchino, e (atto di estremo coraggio!) la cioccolata in pezzetti. dare al piatto un troppo appiccicoso, aggiungete ancora mezzo bicchiere di brodo. Assaggiate senza paura: occorre ancora lo zucchero per nello stesso tegame, gusto dolce-forte (sta a voi trovare la dose giusta). Appena la salsa si raddensa sul fuoco basso, spengete il fuoco e servite spolverando con il sesamo rimasto. infatti di affidarsi alla Se oserete presentare questo piatto in occasione del Natale, fatemelo sapere: avrete tutta la mia ammirazione! Si tratta cos il Natale se tradizione pi profonda e antica, ma una tradizione completamente “altra, radicata nelle campagne messicane. Festeggiate degli istinti pi vitali, avete con voi degli amici equi, solidali e teneramente globalizzati, anche sereni e non spaventati di fronte alla liberazione intimit lasciar aleggiare senza vergogna ad apparire come sono, sapendo che gli altri a quel tavolo appariranno cos a loro volta. D un senso di sia un camino o un che qualunque, fuoco un accendete potete se piuttosto finestra, la aprite non sesamo; del e mandorle delle il profumo qualche buccia di di l’aggiunta con (magari brucia che legno del l’odore stanza: alla mezzo in fal un follia, improvvisa braciere o, in preda a da single: non solo arancia) fa parte dell’incanto di un piatto che dovrebbe essere cucinato in campagna. Evitate di prepararlo per una cena sareste subissati dalla quantit, ma dopo averlo mangiato non sapreste cosa fare di voi stessi. pappa, latte, neonati e E’ a suo tempo famoso (ne hanno fatto un film), molto femminile, un po’ selvatico, che mescola senza pudore sesso e se leviamo uno a uno i nostro anche ma strano essere questo attrae mi e nato, dove Messico il molto ricorda me A crudelt. e donne, dolcezza avere, oppure se non di pensato mai avreste non che pazzesco amore un avete se Leggetelo cipolla. una di buccia la nostri strati esterni, come lo avete ma lo vorreste. Non fidatevi delle ricette del libro: vanno modificate per renderle accettabili. Dolce come il cioccolato, di Laura Esquivel - edizioni Garzanti, 179pp., 7,50. Se c’ è un libro che vi piace, con un personaggio che mangia con gusto, e vi siete sempre domandati che sapore avrebbe il suo piatto, scrivete a: [email protected] Troverete prossimo la ricetta sul numero di Bazar! 42 di lorella scacco arti bazar 12 2004 i polazioni tion ges sug e olit Ins mani alle lia bottig in e chius e Dalle utopi genetico-artistiche. Dalla città che diventa laboratorio alle sculture che rappresentano diagrammi di stati d’animo. Lasciamoci suggestionare www.bazarweb.info Bottiglie e anarchia Francesco Bocchini Cento bottiglie di latta disposte su un tavolo di ferro lungo 7 metri. L’artista romagnolo ha posto all’esterno di ogni bottiglia il nome di un anarchico, come “un’etichetta che garantisce il contenuto”, poiché ciascuna di esse contiene i lori pensieri, sogni e utopie. Sulle pareti della galleria vi sono poi grandi e piccoli meccanismi a parete, sempre in lamiera, dove il suono dei metalli si accorpa alla vivacità degli smalti e della ruggine. E’ il titolo “Bulgarico” a coronare questa mostra che rievoca il mondo circense dei Balcani non tanto per le rappresentazioni ma per quelle atmosfere di allegra melanconia che lo caratterizzano. La scultura di Francesco Bocchini continua così a raccontare con poesia, intelligenza e ilarità la complessità dell’essere al mondo. Galleria L’Affiche, Via dell’ Unione 6 , Milano, tel: 02 804978 – 02 86450124, affiche.galleria@ libero.it, orari: da martedì a sabato 16 – 19, fino all’11 dicembre Manipolazioni artisticamente genetiche Myriam Laplante dall’artista e performer canadese per la sua nuova E’ “Elisir” il nome prescelto mostra a Roma. Volume!, lo spazio no-profit romano che offre agli artisti di operare direttamente sul luogo, è stato trasformato da Myriam Laplante in un laboratorio di ricerca in campo genetico dove uno scienziato esegue le proprie assurde sperimentazioni. L’insolita scenografia vuole essere stimolo alla riflessione sulla recente manipolazione genetica come metafora della mistificazione mediale e dei condizionamenti psichici, temi cari all’artista e da lei già indagati in passato. VOLUME!, Via San Francesco di Sales 86/88 – Roma, info: tel e fax 39 06 6892431– www.volumefnucci.it, fino al 22 dicembre Arte Citta’ Paesaggio: Matera Contemporanea La mostra è un progetto che accompagna l’evento culturale “Metamorphosis di una città: architettura contemporanea a Matera” presentando i lavori di noti artisti che si sono relazionati con l’urbanistica e l’architettura. Tra i partecipanti: Henri Cartier Bresson, Pietro Consagra, Oskar Kokoschka, Emilio Vedova. Interessante ricordare come gli storici Rioni Sassi di Matera siano entrati a far parte dell’Unesco, mentre la città è nel frattempo divenuta laboratorio per l’architettura contemporanea, con interi quartieri disegnati da architetti come Aymonino, De Carlo e Quadroni. Fondazione SoutHeritage, via Francesco Paolo Volpe 6, Matera – Chiesa S. Pietro Barisano, Rioni Sassi, Matera – info: 0835.240348 –southeritagepress@southeritage .org - orari: martedì – venerdì 16 – 19- ingresso libero – fino al 28 gennaio 2005 AS IS WHEN: l’arte della nnica stampa brita grafica britannica degli anni Sessanta. Una mostra sulla Il titolo dell’esposizione, difficilmente traducibile in italiano, proviene da una serie di stampe serigrafiche realizzate da Eduardo Paolozzi nel 1965 e dedicate al filosofo Ludwig Wittgenstein. Ma perché realizzare una mostra di questo tipo? Il British Council ha scelto di rendere visibile la propria collezione per festeggiare il suo 60° anniversario e far conoscere al pubblico italiano un decennio davvero rivoluzionario per l’arte della stampa britannica. Partendo da Paolozzi e Richard Hamilton, e poi passando per Kitaj, Hockey, Tilson, ecc., gli artisti elaborarono nuove tecniche e nuovi codici estetici, come la non espressività dei loro personaggi e l’uso di mezzi anonimi. Istituto Nazionale per la Grafica / Calcografia, via della Stamperia, 6, Roma, info: tel. 06 699801, orari: lunedì – domenica 10 – 19, dal 15 dicembre 2004 al 7 febbraio 2005 Diagrammi dell’anima Giovanni Rizzoli a Giovanni Rizzoli sono esposte negli spazi della galleria Nuovi disegni e sculture dell’artist e Venezia, romana in pieno centro storico. Dopo aver realizzato i suoi studi tra Londra Biennale di l’artista ha esposto in importanti mostre personali e collettive come la 48°sculture non Venezia del 1999 e la Triennale di Scultura a Stoccarda nel 1998. Le sue , rievocano descrivono o rappresentano qualcosa ma sono ‘diagrammi di stati d’animo’ che nascono momenti e sensazioni bloccati dalla / nella materia. E’ per questo motivo prima in cera per poi essere fuse in bronzo, acciaio o alluminio. 858, Galleria Alessandra Bonomo, via del Gesù 62, Roma, info: tel. 0669925 www.bonomogallery.com, dal 1 dicembre www.bazarweb.info bazar 12 2004 arti di luca beatrice 43 Natale di merda E’ il titolo provocatorio di una delle mostre programma a dicembre. Per chi questo mesine è alla ricerca di un sano antidoto ai panettoni… Luigi Presicce Fucking Christmas (ovvero Natale di merda) è l’attacco non solo concettuale alla normalità ipocrita e alle convenzioni Il giovane pittore pugliese di nascita e milanese di adozionsociali. uno dei migliori dell’ultima generazione, sceglie il paesagge, io innevato come scenario in cui si perdono le certezze e i punti di riferimento. Presicce espone una serie di quadri in cui il bianco fa da padrone nascondendo le tracce di inquieta verità sottosta la nte. In catalogo un’intervista con Nico Vascellari, performer e cantante del gruppo punk With Love. Luigi Presicce. Fucking Christmas. Studio d’Arte Cannaviello, via Stoppani 15, Milano tel. 0220240428, fino all’8 gennaio 2005. orario: martedì-sabato 10.30-19.30, chiuso lunedì e festivi. Audrey Nervi “Enfant terribile” della giovane arte francese, Audrey Nervi, trentenne di Lione, lavora su una pittura politica che prende spunto da viaggi verso luoghi contradditori, come I’m not a Gringo in Messico e Etat des Lieux in Bosnia e, più di recente, la serie ZAT (Zona d’Autonomia Temporanea) nata da immagini di rave party e centri sociali occupati. Utilizza una tecnica iperrealista che le permette di conservare l’immediatezza della fotografia e restituire la realtà il più oggettivamente possibile. Audrey Nervi, Galerie Frank, 7 rue SaintClaude 75003 Parigi, tel. 0033 1 48875004 www.galeriefrank.net, fino al 20 gennaio, orario: martedì-sabato 10-18, chiuso lunedì e festivi. Martin Kippenberger Kippenberger era un punk con il vestito su misura. Genio e sregolatezza, talento vitalistico votato all’autodistruzione. Pittore di talento a cui la pittura non bastava, vicino al punk berlinese prima che crollasse il Muro. Celebri le sue irruzioni in cui vestito da tirolese marciava al passo dell’oca, i quadri dai titoli assurdi che sbeffeggiavano il mondo dell’arte e le sue convenzioni. Kippenberger è stato una cometa di straordinaria intensità, scomparsa prematuramente nel 1997. Oggi Madrid gli dedica la più completa retrospettiva europea, assolutamente da non perdere. Martin Kippenberger, Palacio Velazquez, Parque del Retiro, 28009 Madrid, tel. 0034-91-5746614, fino al 10 gennaio 2005. orario: lunedì-sabato 10-18, domenica e festivi 10-16, chiuso martedì. m e Durha Jimmi(nato è poeta, scrittore e artista in Arkansas nel 1940), Jimmie Durham o Cherokee Movement negli anni ’70, ha partecipat visivo. Attivista dell’American Indiantra cui Documenta e le Biennali di nali nazio ssor alle maggiori rassegne inter York. Di recente è stato visting profe Venezia, Sidney e del Whitney a Newta magnetico che riconduce il lavoro Artis o. Com alla Fondazione Ratti di alla presa di distanza dalle certezze. all’esperienza umana, al nomadismo, am è per la prima volta in una galleria Durh ie Jimm Affascinante ma difficile, italiana. Contemporanea, via Rossini 23 Jimmie Durham, FrancoSoffiantino ffiantino.it, fino a metà febbraio, coso .fran www Torino, tel. 011837743, ì e festivi. luned o chius 9, orario: martedì-sabato 14-1 Sussurri e grida è ispirato al famoso film di Ingmar Bergman, accosta il Natale… Dedicato a chi odia ha smascherato le vere In Fuga dal Natale John Grisham intenzioni sulla festa più bella e costosa dell’anno, più amata e più odiata, con la sua potenza consumistica e il suo ingombrante moralismo. E’ un piccolo libro sferzante e ironico che consigliamo a tutti quelli che dal 20 dicembre all’Epifania entrano in ansia di iperalimentazione e vanno in crisi per colpa di parenti invadenti. Anche se è impossibile sfuggire del tutto ad alberi, presepi e regali, queste mostre potrebbero alleviarci/vi la sofferenza. Sinossi: Luther e Nora Krank sono un’affiatata coppia di mezza età, abituata a vivere secondo le tradizioni. Quando la figlia Blair decide di partire come volontaria per il Sudamerica, cominciano a chiedersi che senso ha trascorrere il Natale senza di lei, e decidono di evitarlo a tutti i costi… Fuga dal Natale, di John Grisham, edizioni Mondadori, pp. 153, 15. La mostra, il cui titolo il lavoro di due artisti in apparenza diversi. Wolfgang Tillmans (tedesco ma vive a Londra) è noto al pubblico non solo per le sue intense fotografie di vita quotidiana esposte nei più importanti musei del mondo (che gli sono valse il Turner Prize), ma anche per i ritratti della techno generation d’Europa. Chloe Piene (figlia d’arte, suo padre apparteneva al Gruppo Zero) è una giovanissima americana che passa dal disegno alle foto e al video, mettendo in scena un universo cupo e inquietante, dominato dai suoni dark e da atmosfere sataniche. Un ottimo antidoto ai panettoni… Sussurri e grida. Duet artgallery, via San Martino 5, Varese tel. 03322310033 www.duetart.com, fino al 15 dicembre 2004. orario: martedì-sabato 15.30-19.30, chiuso lunedì e festivi. st o 11.55 low co10.25 d a pretozzi i e Madri A Parig arriv nza parte lia Alita diret volo i Parig ta e ritorno Torino 272 anda diretto Alitalia partenza 9.10 arrivo 11.20 297 andata e ritorno Roma Parigi volo diretto Alitalia partenza 9.35 arrivo 12.05 volo rid Mad 174 andata e ritorno Roma diretto Alitalia partenza 9.55 arrivo 12.10 volo rid Mad 175 andata e ritorno Milano i indicati di seguito sono per biglietti prezz I t. dia.i Per altre informazioni www.espe e le spese. Se l’itinerario richiede biglietti cartacei ci sarà tasse elettronici e includono tutte le un ulteriore addebito. 44 di marzia di mento arti bazar 12 2004 www.bazarweb.info tti al museo Bo Apre il primo museo al mondo dedicato agli esplosivi, per nti a la gioia di Willy il Coyote! Ma dopo rilassiamoci dava olato ciocc del o una tazza di cioccolata bollente al muse oppure andiamo a cercare qualche idea al museo austriaco dell’albero di Natale. E’ nato a Parma il primo Museo dell’Esplosivistica. Ideato da Danilo Coppe (che di mestiere fa per l’appunto l’esplosivista) e inaugurato nell’ottobre scorso, conserva dispositivi, ordigni e accessori dal 1800 ai giorni nostri. E’ il museo dell’esplosivistica “buona”, di tutto ciò che riguarda quindi applicazioni non militari, come quelle civili e minerarie. In circa 100 mq sono esposti 300-400 campioni: esplositori come quelli di Willy il Coyote, diversi generi di detonatori, micce e dinamite, macchinari di antiche fabbriche, fino al manichino del vecchio minatore con tutti i suoi accessori rigorosamente originali. Poi i moderni dispositivi utilizzati nell’antiterrorismo, nella lotta alle calamità naturali e nei diversi settori della sicurezza. Infine una raccolta di reperti della Polizia Scientifica e del RIS dei Carabinieri relativi ad attentati dinamitardi, testimonianze dell’opera di sminamento umanitario e di demilitarizzazione di ordigni. Insomma, i dispositivi dell’antico e moderno esplosivista, con esplositori di tutti i tipi e di tutte le età. Si tratta di un’iniziativa unica al mondo, che ha tra gli scopi principali la lotta all’uso criminale di bombe e affini e quello di mettere in luce gli aspetti benefici dell’uso corretto degli esplosivi, riqualificando quindi gli operatori del settore. Indimenticabile l’inaugurazione: date le circostanze, il museo è stato salutato facendo esplodere un “festone” di dinamite! Scuola-Museo dell’Esplosivistica Civile, Forense, della Sicurezza e dell’Emergenza Via Trento 10, 43100 Parma. Tel. 0521784906 [email protected], www.esplosivistica.it Ingresso: previa prenotazione, dal lunedì al venerdì in orari d’ufficio, e il sabato mattina. Biglietto: offerta libera Cioccolata da imparare Aperto nel 1995 a Norma (LT) il museo ha come protagonista assoluto il cioccolato. Dalla “bevanda degli Dei” della civiltà maya, a Cristoforo Colombo fino ai salotti del 1800, il museo ripercorre tutte le fasi storiche e i diversi ruoli e significati avuti nelle civiltà, dalle origini ai giorni nostri. Poi tutta la lavorazione del cacao, la piantagione, la raccolta, la fermentazione, l’essiccazione, la tostatura, soffermandosi sulle diverse fasi del processo, spiegandole con l’aiuto di ricostruzioni e ambientazioni. Il museo ha lo scopo preciso di fornire indicazioni didattiche ai consumatori e di metterli in guardia dai finti cioccolati. Commovente la fontana che zampilla cioccolata calda. Museo del Cioccolato, via Colle Catilina 20, Norma (LT). Tel. 0773354548 [email protected] Ingresso: aperto da settembre a maggio, da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.00; nei giorni festivi su prenotazione e solo per gruppi. Biglietto: Ingresso libero A tutti i visitatori verrà offerta una degustazione di cioccolata. Altri musei del cioccolato si trovano a Perugia, a Genova e a Caslano, nei pressi di Lugano, in Svizzera. Nuova apertura prevista a Torino. Storia e cultura dell’albero di Natale (e tante idee da copiare…) in Austria, ed espone oggetti raccolti da Elfriede Questo curioso museo si trova a Steyr, dei vecchi tempi”, al Kreuzberg dal 1830 al 1945. Al pianterreno sono in mostra oggetti del “Natale fabbrica degli angeli”. primo piano “il Natale da tutto il mondo”, mentre in soffitta è ospitata “la carta, per un totale di oltre Comprende antiche decorazioni in vetro, porcellana, metallo, cartone o a di Biedermeier (dal centomila decorazioni per l’albero di natale. Inoltre duemila ostie dall’epocdalla signora Kreuzberg. 1815 al1848) alla seconda guerra mondiale, tutte collezionate e decorate – 0 - 7252/80659 Museo austriaco del Natale, Michaelerplatz 2 A – 4400 Steyr. Tel. 0043 [email protected], www.tourism-steyr.at alle 17.00; tutto l’anno Ingresso: dal 20 novembre 2004 al 9 gennaio 2005, tutti i giorni dalle 10.00 su prenotazione. Biglietto: Adulti 3 euro, gruppi 2 euro, bambini 1.50 euro Steyr si può raggiungere in treno da Vienna o Salisburgo. La vita nella casa - grotta La città dei Sassi Matera, costruita e scavata nella pietra e dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità nasconde un luogo da scoprire e nel 1993 visitare. E’ la Casa Grotta di vico Solitario, una tipica abitazione d’epoca, una delle tante grotte utilizzate a partire dal 1800 come ricovero per persone e animali. E’ con mobili e attrezzi originali: visitarla può aiutare a comprendere la ancora arredata qualità della vita e le abitudini dei suoi abitanti, costretti a dividere in undici, con asini metri quadri disponibili. La casa-grotta è stata abbandonata nel 1952,e galline, i pochi a seguito delle leggi speciali di De Gasperi, che fece trasferire circa 15.000 persone, la metà della popolazione, nei nuovi rioni. Da allora il 70% dei Sassi è proprietà del demanio dello stato, compresa la casa grotta di vico Solitario. Casa Grotta di Vico Solitario, vicinato di vico Solitario 11, Sasso Caveoso , Matera. Tel.: 0835310118 - [email protected], www.casagrotta.i t Ingresso: 1.50 euro www.bazarweb.info 46 di luca carboni arti.skizzi bazar 12 2004 www.bazarweb.info www.bazarweb.info bazar 12 2004 viaggi di andrea mugnaini 47 I l fa sc in o si n is del Guatemala tro Terra dalla bellezza tragica e amara. Terra amata. Dagli studenti per studiare lo spagnolo , dai viaggiatori per confrontarsi con una cult ura antica e una natura inviolata 5 cose da non perdere 1. Scalare il vulcano Pacaya 2. Le chiese di Antigua 3. I villaggi sperduti dei monti Cuchumatanes 4. Arrivare a Livingston attraverso il Rio Dulce 5. La foresta di Tikal Cosa vedere Vulcani, terremoti, guerra civile. La storia del Guatemala è segnata dalle conseguenze di eventi tragici. Le tracce del passato sono tuttora visibili e continuano a condizio il presente. In primo luogo ad Antigua, completamente distrutta da nare e a influenzare nel 1773. Alcune delle numerose chiese della città sono state restaurat un terribile terremoto una facciata molto elaborata dai colori senape e bianco. Altre, come e come La Merced, con il Colegio de San Jeronimo, sono rimaste abbandonate, ma non per questo risultano meno affascina su cui incombono i vulcani Fuego, Aqua e Acatenango, è una città vivace nti. Oggi Antigua, studenti, soprattutto americani, l’hanno scelta come sede per frequent e piacevole. Molti are corsi di lingua spagnola (il sito www.guatemala365.com è un’ottima fonte di informazione e consigli pratici per scegliere quella giusta). Antigua è anche la base per scalare il vulcano Pacaya, il più accessibile al giorno per 8 dollari molte agenzie organizzano escursioni (un buone anche uno dei pochi ancora in attività. Due volte 00502.8322071). Ci vogliono due ore di cammino un po’ faticose, maindirizzo è Paraiso Maya, 5 Calle Poniente n.6, tel. arrivati in vetta lo spettacolo è magnifico. Anche sul lago Atitlan il paesaggio è dominato dai vulcani. Dei paesini comodo per visitare i dintorni ma anche il più turistico. Noi consiglia che si affacciano sul lago, Panajachel è il più escursioni a cavallo (Excursion Big Foot tel. 00502.2046267) e riposarsi mo San Pedro La Laguna dove è possibile fare nelle calde acque termali (Thermal Waters tel. 00502.2069658). Livingston, affacciata sul golfo del Messico, è l’unica città del Guatema africani, e si può raggiungere solo via acqua. E’ un luogo piacevole dovela popolata da garifuna, discendenti degli schiavi passare qualche giorno con possibili escursioni lungo le gole del Rio Dulce, alle cascate di Siete Altares o alla splendid rivolgersi è Exotic Travel, presso il ristorante Bahia Azul (tel. 00502.94a spiaggia di Playa Blanca. La migliore agenzia a cui 70049). Chichicastenango in genere è un luogo di arrivo per visitare il suo splendid o ma inflazionatissimo mercato del giovedì e della domenica. Sarebbe invece bello che fosse un punto di partenza dei Cuchumatanes dove sopravvivono ancora intatte le tradizioni e la per visitare il triangolo Ixil e i paesi dell’altipiano cultura maya. Imperdibili, infine, le rovine maya di Tikal, immerse nella foresta popolata di scimmie urlatrici e coloratis simi uccelli. Dal tempio n. 5, recentemente restaurato, si gode una vista mozzafiato. Comprare Gli abiti e le stoffe dai mille colori, tessuti a mano dalle donne maya, sono tra gli oggetti più interessanti per i turisti. Il mercato settimanale è il luogo migliore dove poterli acquistare. Quello di Chichicastenango è il più conosciuto (ogni giovedì e domenica) ma anche quello dove vengono scaricate orde di turisti dei viaggi organizzati. Noi consigliamo il mercato del venerdì di San Francisco el Alto o di Solola. Splendide ceramiche vengono realizzate a San Antonio Palopo sul lago Atitlan in un atelier nei pressi della chiesa principale. Ad Antigua, Nim Po’t (5 Avenida Norte 29) è una specie di grande magazzino con molti e variegati vestiti, oltre a stoffe e oggetti di artigianato. Tutto a prezzi ragionevoli. foto di andrea mugnaini Leggere il Guatemala Rigobert a Menchu, donna maya nata in un villaggio della Sierra Madre, ha ottenuto il premio Nobel per la pace nel 1992 per l’impegno in difesa dei diritti umani in Guatemala e della popolazione indigena; ha raccontato la sua vita nel libro Mi chiamo Rigoberta Menchù (Giunti, 1999). Nel romanzo Antigua, vita mia (Feltrinelli, 2000), la scrittrice cilena Marcela Serrano riesce a evocare attraverso un’opera di fantasia la magia reale di questa magnifica città. Il Guatemala vanta un altro premio Nobel, questa volta della letteratura. Miguel Angel Asturias ha ottenuto l’onorificenza nel 1967. La sua opera più famosa è Il signor presidente (Feltrinelli, 1975), romanzo che descrive la malvagità di un dittatore sudamericano insensibile e corrotto. Dormire Panajachel, Hotel Utz Jay (Calle 15 Febrero, tel.00502 7620217) Livingston, Hotel Doña Alida (tel.00502 9470027) Antigua, Hotel Los Nazarenos (Callejon Camposeco 3-D, tel. 00502 78323201) Chichicastenango, Santo Tomas (7 Avenida 5-32, tel. 00502 7561061) Flores, Hospedaje Doña Goya (tel.00502 9263538) Mangiare Ad Antigua, da non perdere le colazioni al Kaffee Fernando (7 Avenida Norte 43) e i dolci al Doña Maria Gordillo Dulces Tipicos (4 Calle Oriente 11). Per i pranzi consigliamo La Cuevita de Los Urquizu (2 Calle Oriente 9). Per un cocktail dopocena il Café No Sé (1 Avenida Sur #11C) dove organizzano mostre e serate con musica dal vivo. A San Pedro La Laguna il ristorante Luna Azul (400 mt sulla destra arrivando in barca) ha una vista splendida. A Livingston buone cene a base di pesce al Tiburon Gato (tel. 00502 9470631). http://www.tikalpark.com Informazioni e notizie sul parco di Tikal http://www.mayaparadise.com Guida alla regione del Rio Dulce: informazioni turistiche, storia geografia http://www.frmt.org Sito ufficiale della Fondazione Rigoberta Menchu http://www.guatemalaweb.com Sito molto completo e aggiornato per preparare un viaggio in Guatemala 48 di agnese ananasso essere bazar 12 2004 Me lo sono scordato ! www.bazarweb.info Si fa presto a dire “ti ricordi?”. Ma cosa vuol dire ricordare? Quali meccanismi si nascondono dietro la memorizzazione? Un processo lungo e delicato che mette in moto una parte importante del nostro cervello, che non sempre funziona perché quasi sempre si dimentica senza accorgersene. La memorizzazione è un processo delicato come l’immagazzinamento dei dati in un computer, il cosiddetto storage, che in un’azienda è la base di tutto il sistema informatico. Allo stesso modo, ma senza l’utilizzo dei software, avviene nell’essere umano. Ricordare è vivere, formare un’identità. Perdere la memoria è come perdere una parte della propria storia personale, del modo d’essere. Conservare le informazioni è una delle capacità più importanti del cervello umano- cellulare la memoria Nuove cure: zona dove risiede la memoria, anzi questa risiede memoria I luoghi della specifico del cervello dove risiede la memoria, Non esiste un luogo ma ci sono delle aree che vengono stimolate di più rispetto alle altre, l’ippocampo e l’amigdala, e altre che vengono coinvolte nella formazione di una configurazione neuronale determinata. Questa distribuzione puntiforme permette che le informazioni non vengano perdute facilmente e anzi, siano recuperate. Anche il sistema libico, responsabile delle emozioni, viene coinvolto nel processo, è per questo che le emozioni e i sentimenti influenzano fortemente il ricordo, l’apprendimento e la dimenticanza. I tipi di memoria oni ricevute dall’esterno compiono un Gli stimoli e le informazi percorso, passando per tre diverse tipologie di memoria: Memoria sensoriale Si divide in iconica o visiva, ed eroica o uditiva. La memoria sensoriale, capace di trattenere le informazioni per soli due secondi, scarta il 75% delle informazioni che colpiscono il sistema sensoriale e del restante 25%, solo l’1% arriva alla memoria a breve termine. Memoria a breve termine Quell’1% delle informazioni permane nella memoria a breve termine per 30 secondi, poi comincia a deteriorarsi, a meno che non ci sia una reiterazione del ricordo. Quello che “sopravvive” viene trattenuto grazie alla creazione di schemi e categorizzazioni mentali. Memoria a lungo termine Le informazioni trattenute grazie alla schematizzazione passano alla memoria a lungo termine, che costituisce il magazzino da cui attingiamo i ricordi della vita passata, il sapere enciclopedico, le emozioni. Così formiamo il nostro comportamento, la gestualità, sviluppiamo le abilità cognitive. rla C’è chi sceglie di perde perché alcuni preferiscono Se la memoria è un bene così prezioso perderla? La rivista Nature ha pubblicato i risultati di una ricerca di due psicologi dell’Università dell’Oregon, che confermano la teoria freudiana che il cervello possa rimuovere ricordi spiacevoli. Secondo il loro esperimento le persone possono spingere i ricordi fuori dalla coscienza e causare la loro dimenticanza. Ad esempio è possibile che bambini vittime di abusi sessuali usino una strategia simile per convivere con i loro ricordi scioccanti. Quando un bambino subisce un abuso da una persona a lui vicina può succedere che dica di averlo dimenticato perché così attiva una difesa nei confronti dell’aggressore. Stesso evento si verifica nei soggetti con disturbi da stress post-traumatico (Ptsd), che rivivono sempre ricordi terribili. Forse provano a sopprimere il ricordo degli eventi senza riuscirci perché qualcosa interferisce con i processi inibitori. Il cervello non è l’unica in tutte le cellule del corpo. Si parla di memoria cellulare quando il nostro corpo è in grado di immagazzinare ricordi a livello di ogni singola cellula e influenzare i nostri comportamenti, anche quelli di routine. Se a seguito di stress o trauma emozionale non si rimarginano le ferite, la libertà di . azione può rimanere limitata nel tempo e portare anche a delle patologie Lavorando sull’energia che risiede nelle cellule, quindi nel nostro corpo,i si opera il cosiddetto rilascio di memoria cellulare per guarire i cosiddett disturbi emozionali. Con questo metodo si va ad agire direttamente sulla muscolatura e sull’energia che risiede in essa. Questa tecnica si chiama bio-feedback, è ancora poco conosciuta ma informazioni si possono trovare sul sito internet www.cellularmemory.net, o in libreria in The power of Now di Eckhart Tolle (Editore New World Library, pp.224 13,12) e “Il codice del cuore” di Paul Pearsall (edizioni Rizzoli, pp. 318 4,65). ettive dal Dna Nuove prosp Nazionale delle Ricerche) hanno scoperto, in Al CNR (Consiglio collaborazione con scienziati americani, che l’apprendimento dipende anche dal Dna, cioè dai geni del cervello, 140 per la precisione. La ricerca è stata pubblicata su Proceedings of National Academy of Science. La scoperta rappresenta una svolta nello studio delle terapie per la cura delle malattie celebro-degenerative, come l’Alzheimer e altre malattie della memoria. Tramite moderne tecniche di indagine sul genoma, gli studiosi sono riusciti a implicare nel processo di apprendimento e memorizzazione 140 geni, identificati con funzioni diverse e in grado di frenare la degenerazione delle funzioni della memoria. Questo tipo di terapia, abbinata all’utilizzo di molecole, come il Growth Factor-18 (ancora in fase di studio), potrebbe migliorare le capacità cognitive in condizioni patologiche. memoria imparino a memoria le Imparare ache i bambini a scuola La tradizione vuole poesie perché in questa maniera si dovrebbe incamerare lo “scibile umano”. Intere generazioni hanno adottato tale strada per sviluppare l’apprendimento degli alunni ma negli ultimi anni si sono sviluppate nuove teorie di insegnamento, secondo le quali imparare a memoria sviluppa dei risultati positivi, è vero, ma bisogna affiancarvi anche un tipo di didattica che tiri fuori le inclinazioni e la creatività, per far crescere non solo la cultura ma anche il bambino-persona. Per saperne di più, Howard Gardner, Educare al comprendere (Edizioni Feltrinelli, euro 33,60) www.bazarweb.info bazar 12 2004 avere di giulia premilli 49 Cosa mettere sotto l’albero? I “Culandari”, le nuove borse a 45 giri, cioccolata all’assenzio o il formaggio introvabile… chi più ne ha più ne compri! Sono solo alcuni dei “consigli” da mettere sotto l’albero dei Bazariani, lettori cool in cerca di regali ironici! Per Natale regala … il tuo sedere! lo insegnano insigni pubblicitari che Non c’è fine al piacere del “di dietro”. Cei glutei. Però in Italia c’è chi ha fatto o ngon per vendere una macchina espo (quasi) esatta. Oronzo Ricci, artista di della conoscenza del “popò” una scienza catalogare le infinite tipologie di sederi nel to alizza fama internazionale, si è speci italica, a mandolino e molti altri ancora dividendoli per categorie. A pera, a mela za di sua invenzione che è una branca scien Una . tutti descritti nella Pigheologia forma delle natiche per trarre indizi sul della fisiognomica, che tiene conto della ni cosa fa? In pratica invece di ritrarti soldo in ta carattere delle persone. Ma l’artis “retroritratto” del tuo “popò”. I suoi il volto…. ti ritrae le natiche, fornendoti un che l’idea funziona lo studioso ha visto e ruba e quadri, manco a dirlo, vanno il Culandario dove in dodici mesi vi messo in produzione un calendario, anzi, . Attenzione, i “retroritratti” sono solo sciuti cono ri descrive le categorie dei sede di signore! costerà indicativamente 15.00 Il Calendario Pigheologico (Culandario), e Rosse di Firenze. Si può , sarà presentato il 3 dicembre alle Giubb re, tel. 0585787527, e-mail ordinare all’editore, Roberto Meiattini Edito [email protected] Gira con il a disco! La nuov borsa a 33 giri ia Sono le curiose borse realizzate da Claud zionato Capogreco, il primo modello di bag confe 33 e 45 utilizzando vinili originali, nella versione con giri. Le creazioni possono essere realizzate nola, collezioni a tema (musica classica, spag dosi italiana, rock, punk ecc.), oppure sbizzarren disc, 78 con modelli speciali (dischi rari, picture ando giri ecc.). Le borse vengono prodotte utilizziere stoffe colorate unite ai vinili che puoi scegl … da anche tu. L’effetto è esorbitante, il costo provare. Per informazioni: [email protected] La ciocectiolata dei po etti maled Olanda dal sapor di cumino, è sorprendente! E’ il traditional leiden cheese, il Boeren – Leise. Formaggio estremamente delicato dalla consistenza compatta dove prende posto il cumino come unico gusto di contrappunto. Fa parte dei 100 prodotti tipici nazionali olandesi in via di estinzione. La ricetta viene da lontano, si narra che era già presente nelle tavole d’Olanda nel 1500. Nei secoli si è persa la lavorazione proprio perchè il gusto particolare dato dal cumino, spezia decisa e difficilmente abbinabile, non era apprezzato da tutti. In Italia non ha distributori, per averne una forma è possibile contattare lo 00310317427500 oppure hielke.vander [email protected] Costo: 8 euro al Kg rlare di olata! Ma per pa Facile dire ciocc io, il top lo raggiunge nz se e che cacao all’as ccolateria cunees In Venchi, antica cio cao doc. ca l ne iga od pr um, si dal 1878 si di 45g, la Absinthi una confezione za del puro cacao (75%) en ss l’e alcolico racchiude mente ad estratto unito equilibrata thium (5%). Dal gusto sin ab a tondo di Artemisi te alcolico, torna zione. pieno, leggermen lla degusta de ire fin l ne nte zati e persiste mpagnia, accarez Da provare in co ggestioni dei poeti su ide cerin, dalle morb rino si trova al Bi maledetti… A To duecento anni tenuto da da ale storico loc minile. solo personale femda 45g, 2,50 euro Costo: confezione Manna? Esiste! In quanti sanno che la manna non è solo un racconto biblico ma uno squisito dolcetto prodotto proprio in Sicilia? In contrada Labbra, nel Pollina (Pa) se ne . produce ancora con l’antica tecnica araba La manna, dolcificante dal gusto leggero (granuloso come lo zucchero filato si i scioglie sulla lingua) è indicato per obes e diabetici. Si ricava da incisioni praticate con un coltello speciale nella corteccia dei frassini, dove, dopo avervi aggiunto un filo di seta, il liquido viene fatto sgocciolare perpendicolarmente formando lunghe ta il concrezioni. La resina indurendosi diven prelibato dolce. Non contiene saccarosio ne’ sostanze amidacee. E’ ottima con i dessert e si i. abbina molto bene a vini liquorosi e secch Vicino a Palermo l’azienda Agricola di Biologica di Valeri Onorato ne produce ottima qualità. 76 Per info: tel. 0921910083 – cell. 33321990 www.mannadisicilia.it Costo: una confezione da 20g 3 euro 50 di agnese ananasso hi-tech bazar 12 2004 www.bazarweb.info Pl as ma o cristalli? Sappiamo veramente di cosa parliamo? O un televisore al plasma è per noi un elettrodomestico che funziona col sangue? Tra pixel, fonti elettromagnetiche ed elettrodi, Bazar cerca di trovare un disordine sensato Lcd La televisione si evolve, e almeno dal punto di vista tecnolog ico anche il televisore. Da un paio di anni si fa un gran parlare di digitale terrestre (Ddt), canali satellitari e alta definizione, senza mai capire cosa si sta parlando ma soprattutto: cosa servirà alla genteveramente di per poterne usufruire? I nuovi standard digitali non cambieranno radicalmente la nostra momento in cui ci troveremo davanti alla scelta tra tubo catodicvita, se non nel o, schermo al plasma o a cristalli liquidi. Questo sarà il vero cambiamento, del terzo millennio, il televisore. Infatti il caro vecchio televiso quello del focolaio re analogico (Crt, Catodic Ray Technology) non è strutturato per supportare l’alta nuovo standard Hd – High definition - dovrebbe arrivare in Italiadefinizione (il a breve) che richiede schermi di grandi dimensioni e, poiché le dimensioni e l’ingombro sono direttamente proporzionali alla grandezza dello schermo, non in media oltre i 36 pollici in formato panoramico. Lo scherm si può andare o di un analogico inoltre è troppo sensibile ai disturbi esterni e alle fonti elettrom agnetiche e questo porta alla produzione di immagini disturbate. Le nuove oltre a prestarsi alle grandi dimensioni per la forma ultrasotv digitali invece, ttile ed essere splendidi oggetti d’arredamento, offrono immagini ad alta risoluzio più perfette, grazie alla tecnologia digitale. Ma anche gli scherm ne, sempre i al plasma e a cristalli liquidi (Lcd, Liquid crystal display) presentano delle differen ze, da non sottovalutare quando si acquista. Plasma Quella al plasma è un’immagine istantanea e di gran definizio ne, che si realizza uniformemente fino agli angoli esterni dello schermo senza effetti di distorsione e sfarfallio. Questo perché nella tecnologia al plasma, differente da quella dei display tradizionali, in ogni singolo pixel completamente del mondo in digitale) viene generata contemporaneamente (l’unita di misura luce. Elettrodi carichi affacciati sulle superfici di un pannellouna sorgente di provocano l’esplosione di scariche di un gas speciale, che creanopiano di vetro l’emissione di luce ultravioletta. Questa va a eccitare i fosfori verdi, rossi e blu degli schermi. I pixel quindi si “accendono” tutti insieme, al contrario di quello che avviene coi normali tubi a raggi catodici, dove l’immagine viene creata scansione dello schermo. La superficie ricoperta di fosforo con una rapida direttamente e non si affida a una immagine proiettata viene stimolata sullo schermo. Questo fa sì che il display al plasma possa offrire angoli di visibilità eccezionalmente ampi, per questo per schermi di grandi dimensi pollici in su. Il record dello schermo al plasma più grande del mondo, oni, dai 40 dalla Samsung, col prototipo di 80 pollici. Lo schermo al plasma è detenuto risulta più caro di uno a cristalli liquidi ma in effetti, se si osservano le dimensioni, si equivalgono. I cristalli liquidi sono composti organici che possono avere sia le proprietà dei liquidi sia le proprietà dei cristalli: come i liquidi possono essere versati ma come i cristalli mantengono una struttura molecolare ordinata. Quando viene applicato un campo elettrico, le molecole si allineano parallelamente tra loro. Il cristallo liquido, a forma elicoidale, ha la proprietà di cambiare la polarizzazione della luce polarizzata di 90° o riflettere la luce incidente. I pixel sono accesi da un apposito transistor. Rispetto al plasma cambia quindi la composizione di quello che sta “dietro” al vetro. I monitor a cristalli liquidi hanno numerosi vantaggi: alta risoluzione, uniformità nello spazio e nel tempo (perché ogni singolo pixel può essere indirizzato separatamente e non viene influenzato dai pixel adiacenti). Inoltre sono sottili (1-2 centimetri) e leggeri, necessitano di una potenza elettrica molto bassa, non espongono l’utente ai pericoli dei raggi catodici e possono essere utilizzati anche per schermi di videocamere e retroproiettori. I cristalli liquidi si prestano a dimensioni più piccole, fino a un massimo di 40-42 pollici. Rispetto al plasma risulta più duraturo nel tempo. Entrambi permettono di utilizzare tutti i sistemi multimediali, dal DVD all’Home Theatre, con una resa pressoché perfetta, possibilità che un televisore tradizionale non offre. Scegliere Non è facile scegliere anche se molti mediastore (Trony, Mediaworld, Euronics) presentano offerte allettanti con pagamenti agevolati. Certo, Lcd e plasma costano più di un televisore a tubo catodico ma i prezzi sono calati molto in quest’ultimo periodo. Basti considerare che gli schermi Lcd sono già arrivati alla settima generazione dopo meno di tre anni. Questo vuol dire migliore tecnologia a minor prezzo. Lasciando da parte i top di gamma, come la nuova serie di Samsung Lcd LW 32A33W da 32 pollici (con angolo visuale a 170 gradi con sensore di luminosità ambientale dello schermo in base alla luce circostante), una buona tv a schermo piatto Lcd di 26-30 pollici si può acquistare con una spesa che va dai 400 ai 700 euro, come il Samsung LW15M23C, 15 pollici o l’LG RZ20LA70. Nella fascia 1.300-1.600 euro rientrano il Samsung LE 26 A41 26 pollici, il Philips 30 PF 9975 30 pollici. Salendo un po’ di prezzo, intorno a i 2.700 euro si trovano schermi a 37 pollici, come l’LG RZ 37LZ30 o a 32 pollici come il Sony KLV L32M1B. Di recente le maggiori case hanno cominciato a produrre anche dei modelli portatili wireless, leggeri e maneggevoli ma è meglio aspettare che si perfezioni la tecnologia in questo senso prima di acquistarne uno. Passando al plasma, con 2.500-3000 euro se ne può comprare uno da 42 pollici, come il JVC PD 42B50 o il Sony KE P42M1S. Quelli nominati sono modelli di buon livello, senza troppe pretese ma con un buon rapporto qualità-prezzo. www.bazarweb.info bazar 12 2004 Un concorso porta a Tokio i giovani designer Alla grande manifestazione di Tokio Designer’s Week 2004, conclusasi nel mese di ottobre 2004, l’Italia ha partecipato con due iniziative, collegate dal tema comune del Italiano, riletto come spazio ibrido per eccellenza,Living contaminazione linguistica e funzionale, territorio luogo della di molteplici interpretazioni sul tema dell’abitare, di coabitazione al contributo dell’Istituto nazionale per il Comm realizzate grazie ercio Estero. La prima è la mostra intitolata “Open Living” che si è tenuta alla Spiral Hall, allestita sotto la direzione del famos o designer Denis Santachiara seguendo il progetto di allesti Sani. Visitandola, si ha modo di viaggiare attrav mento di Davide erso i vari modi di rileggere il tema dell’abitare, del “living” nel nostro paese, interpretato dai designer contemporanei, in modo così, un’antropologia moderna dell’abitare italian da delineare, o. La seconda è l’installazione nell’ambito dell’ “Open Living in Container”, in una città provvisoria formata da sull’isola artificiale di Odaiba: qui il vincitore dellavecchi container consultazione- architetture di oliva muratore 51 premio per giovani designer sotto i 40 anni d’età (bandito recentemente dall’Istituto nazionale per il Commercio Estero con l’intento di valorizzare e dare visibilità alla creatività dei giovani nell’architettura, design e arti) ha potuto visualizzare i nuovi scenari della creatività riferiti al mondo del design italiano, realizzando la sua installazione. Nel loro complesso entrambi gli eventi hanno dunque come scopo finale quello di offrire alla riflessione del visitatore una visione complessiva dello stato attuale della produzione e della ricerca italiana nell’ambito del living: con la prima iniziativa, infatti, si proporranno i prodotti che al momento risultano essere all’avanguardia nel campo del design italiano; con la seconda saranno protagonisti i possibili scenari futuri della produzione nostrana, grazie alle proposte dei giovani architetti, designer e artisti frutto della competizione. Per informazioni: ICE - Istituto Nazionale Per Il Commercio Estero - via Liszt 21, 00144 Roma; Tel 0659921; fax 0659926869; email [email protected]. Liv ing generation I luoghi dell’abitare diventano il tema di un concorso a Tokio che lancerà i designer del futuro. Intanto anche la quotidianità di una tazz a di tè chiede creatività… Il tè si butta nel design - Twinings Design Competition Il tè Twinings, attraverso il distributore in Italia D&C, entra nel mondo del design con il concorso Twinigs Design Competition, riservato ad architetti e designer under 35 per realizzare il nuovo design per il rito del consumo del tè nella società contemporanea. Con il supporto del Consorzio Poli.design, sotto il patrocinio della Facoltà del design del Politecnico di Milano e con la collaborazione della rivista Interni il premio invita i concorrenti a liberare la loro creatività affrontando gli oggetti legati al tè: teiere, zuccheriere, tazzine, tea caddy, colini, vassoi. D&C e Twinings metteranno in produzione il progetto vincitore che sarà proclamato da una giuria competente: sarà premiato il progetto più innovativo e aderente agli scenari delineati sul tema e che avrà come punto di partenza lo studio della relazione tra tè e “sistema servizio”: luoghi/ambienti del vissuto quotidiano e differenti contesti in cui il tè viene oggi preparato e consumato. La relazione tra la linea di prodotti per il consumo del tè e le nuove culture emergenti, e le conseguenti possibili occasioni di consumo, è uno dei quattro i punti fondamentali sui quali definire i presupposti per sviluppare i progetti. Iscrizioni e consegna del materiale entro il 17 dicembre. www.polidesign.net, www.polidesign.net o www.dec.it. Da sfogliare tutto il meglio dell’oggettistica 2002 Il volume presenta una interessante selezione dei migliori oggetti prodotti in Italia nel 2002. Un annuario da consultare prima di acquistare mobili e lampade, ma anche per scoprire quali sono le automobili, i siti web, e perfino gli articoli sportivi più interessanti realizzati di recente. Adi Design Index 2003, Edizioni Compositori CLAC - Mostra gioco sul design “Cos’è?” La mostra gioco sul design, ideata da MUBA, è organizzata dal Comune di Cantù presso il CLAC, Galleria del Design e dell’Arredamento. “Come nascono le cose? Come viene disegnata la loro forma, come si decide con quale materiale realizzarle?” La mostra è un percorso di gioco che si propone di far capire ai bambini come dietro ogni oggetto ci sia un progetto creativo, strettamente connesso alla sua funzione e al materiale in cui viene prodotto. Il percorso è incentrato su oggetti semplici e familiari, ognuno dei quali è “testimonial” di un diverso materiale. I giochi proposti consentono di capire il perchè della forma degli oggetti, di conoscere i processi produttivi, di scoprire i segreti dei diversi materiali, alcuni dei quali accompagnano da molto tempo la storia dell’uomo, come legno e metallo. Dopo l’esperienza compiuta nelle diverse installazioni di gioco, via libera alla creatività: nel laboratorio i bambini possono progettare e costruire oggetti assistiti da animatori specializzati. CLAC - Piazza Garibaldi, 5 - Cantù Fino al 5 dicembre 2004 Info e prenotazioni: Ellecistudio, Segreteria organizzativa tel.031301037 - fax 031299028 52 di matteo bianchini piccoli bazar 12 2004 www.bazarweb.info TUTTI AL COVENGNO..SUI BIMBI In genere un convegno è motivo di lontananza dai nostri piccoli. Stavolta no. Quello organizzato a Genova ci aiuta a capirli meglio e ad aiutarli. E se non bastasse… un libro, un film e un sito faranno la loro parte Genova “capitale europea della cultura 2004” accoglie e promuove un confronto sulle trasformazioni sociali e culturali che si riflettono sul mondo dell’infanzia, sulle scelte e sulle pratiche educative :in un panorama in rapido cambiamento. Il Gruppo Nazionale Nidi Infanzia, con la collaborazione della rivista “Bambini” organizza il XV Convegno Nazionale dei Servizi Educativi per l’Infanzia “Le culture dell’infanzia trasformazioni, confronti, prospettive” che si terrà a Genova, dal 2 al 4 dicembre 2004 Presso il Centro Congressi Porto Antico – Magazzini del Cotone Come si sceglie un libro per bambini? Oggi si legge, e molto più che in passato, nelle scuole e nelle istituzion proprio per questo ci si interroga sempre più spesso sulla scelta dei i per l’infanzia. Ma e valutare le storie da leggere? Quali libri sono più adatti, e a quali libri. Come scegliere partecipazione dei bambini? E quando sono troppo difficili o astratti? età, per catturare la e storie difficili” risponde a queste domande mettendo al centro la Il volume “Storie facili storie, come condizione della partecipazione e del coinvolgimentocomprensibilità delle sulle storie e i testi narrativi, da sempre quelli più letti e prediletti infantili. E si centra scuola dell’infanzia e del primo ciclo della scuola primaria. Frutto di , per i bambini della di analisi dei testi narrativi per piccoli e di esperienze di lettura a un lavoro pluriennale scuola, il libro elenca e discute una ricca serie di criteri di analisi e valutazione dei libri per bambini e illustra i modi in cui l’adulto può produttivamente mediare il rapporto tra bambino puntuale di celebri libri per bambini (da Arcobaleno a Elmer l’elefanti e testo. L’analisi no) conduce poi a una ridefinizione e verifica critica degli strumenti teorici ricavati dalla più accreditata ricerca cognitivista. Una vasta serie di esempi ed esercizi per il lettore rende il testo uno strumento utile e operativo per coloro che, a vario titolo, vogliono diagnosi della difficoltà dei testi e della loro accessibilità e intendono dotarsi di capacità di possedere attrezzi per favorire la comprensione e il coinvolgimento dei bambini nelle attività Storie facili e storie difficili. 16,30, autore: Roberta Cardarelli. Pp.:di lettura. 184 INDIRIZZI • Centro Congressi Porto Antico / Biblioteca De Amicis / Città dei Bambini Magazzini del Cotone, Genova, via al Porto Antico • Acquario Genova, Ponte Spinola • Facoltà di Scienze della Formazione – Università degli Studi di Genova Genova, corso Andrea Podestà 2 informazioni: Servizi ai bambini 0/6 anni telefono 0105577489 iscrizioni e prenotazioni alberghiere BC congressi, telefono 0105957060 quota di iscrizione: 100 euro State formando una famiglia? Avete bambini o siete in attesa? Un sito può aiutarvi! Il sito www.informafamiglie.it nato dalla collaborazione tra l’Assesso Regionale Politiche Sociali e i Centri per le Famiglie di alcuni comunirato emilianoromagnoli ha organizzato una Banca Dati relativa al territorio della regione Emilia Romagna dove troverete tantissime informazioni che vi semplific la vita, raccolte e organizzate dai Centri per le famiglie in collaborazioneheranno con l´Assessorato Regionale Politiche Sociali. Tante sono le informazioni che si possono trovare inerenti molteplic fare un bambino, Salute bambini, Scuole e servizi educativi peri tematiche: l’infanzia, l’adolescenza, le famiglie straniere, il Sostegno alle famiglie, Aiuti economi ci alle famiglie, Tutela dei minori, Accoglienza familiare, Il tempo libero, I bambini, la città, l’ambiente. La Banca Dati Informafamiglie & bambini è curata da una redazione e, attualmente, da quattordici redazioni cittadine: Piacenza, Parma, regionale Reggio Emilia, Carpi, Modena, Bologna, Ferrara, Imola, Lugo, Faenza, Ravenna , Forlì, Cesena e Rimini. Il film “Due fratelli”? Vediamolo a casa Dopo il grande successo nelle sale cinematografiche uscirà, a giorni, in home video (dvd e vhs) l’ultimo bel film di J.J Annoud da gustarsi, sul divano, con tutta la famiglia. La Trama Indocina. Anni ‘20. Due tigrotti, uno timido e gentile, l’altro coraggioso e forte crescono tra le rovine di Angkor. Un brutto giorno al tempio che fa loro da tana giunge una spedizione di cacciatori di tesori guidata dallo scrittore Aidan McRory. Mamma tigre viene uccisa e i cuccioli separati. Il più timido dei due, chiamato Kumal, finisce in un circo, l’altro, Sangha, viene regalato al figlio del governatore, ma poi ceduto, perché considerato una minaccia, al principe, collezionista di animali da combattimento. Kumal e Sangha si ritroveranno, ormai adulti, in un’arena per scontrarsi all’ultimo sangue. Riconosciutisi al primo sguardo, i fratelli anziché azzannarsi iniziano a giocare, tra lo stupore dei presenti, e insieme fuggono dal luogo dello scontro, riparando nella foresta. Cresciuti in cattività, Kumal e Sangha non sanno cacciare e questo li porta a depredare gli uomini che organizzano una spedizione per sopprimerli. A cacciare le due tigri sarà proprio McRory, che però, maturata la consapevolezza del male fatto loro e affezionatosi a Kumal, cui offriva caramelle, le risparmia, lasciandole sparire nella foresta con papà tigre nel frattempo ritrovato. Jean Jacques Annaud prosegue il suo viaggio nel mondo animale: dall’orso alle tigri sedici anni dopo aver seguito le avventure di un orso rimasto orfano che lotta per la sopravvivenza, questa volta i protagonisti sono due felini, la cui interpretazione è stata costruita grazie all’apporto di trenta diversi esemplari, che, con smorfie e sguardi scintillanti, sono le star assolute di questa storia che piace ai più piccoli perché non ha l’andamento dei documentari sulla natura realizzati per la Tv. Due fratelli, pur rifacendosi ad alcuni elementi della tradizione cinematografica di Annaud, non riesce a somigliare a nessuno dei suoi lavori precedenti. Il regista francese muta visuale abbassandosi verso lo sguardo intenso e partecipe di due tigri a cui viene affidato il compito non di riprodurre ma di creare e provare naturalmente una emozione. Kumal e Sangha, i due protagonisti, si muovono con sicurezza e morbidezza mettendo a disposizione delle telecamere quegli occhi capaci di gioire, disperarsi e piangere. Quelle pupille fiammeggianti di orgoglio che sole riescono ad amplificare una commozione, offrendo ad Annaud la possibilità di realizzare un’opera molto coinvolgente sia per grandi sia per piccini. DUE FRATELLI IN DVD Titolo originale: Two Brothers Durata: 109 min. (colore) Paese: Francia / Gran Bretagna Anno: 2004 Genere: Avventura, Drammatico Regia: Jean-Jacques Annaud FILM www.bazarweb.info SETTANTA METRI. E UNA FRECCIA bazar 12 2004 sport di valerio cammarano 53 È la distanza che nella gara olimpica di tiro con l’arco separa l’arciere dal bersaglio. Un’immensità. Ma non per tutti… Se per i comuni mortali settanta metri sono davvero un’immensità, è solo ordinaria amministrazione per gente come Marco Galiazzo, che ad Atene nella specialità ha conquistato uno splendido oro nell’individuale, dimostrando una volta di più la verità del detto secondo cui l’apparenza inganna. Sì, perché questo ragazzone dall’aria timida, quasi dimessa, cui a prima vista non si darebbe un centesimo, una volta entrato sul campo di gara si trasforma in una specie di uomo bionico, capace di centrare un cerchietto di pochi centimetri posto, appunto, a settanta metri da lui (ma possono essere anche 90). Galiazzo e soci sono eredi di una tradizione antichissima. L’arco ha accompagnato l’uomo per migliaia di anni come strumento di caccia e di guerra, prima di essere soppiantato dalle armi da fuoco. Solo in anni relativamente recenti si è trasformato in uno sport con regole precise. In Italia, ad esempio, gli appassionati si sono organizzati in Federazione solo nel 1961. Da allora la FITARCO di strada ne ha fatta tanta, al punto che oggi l’Italia è una delle nazioni leader nel mondo. A dimostrazione del seguito di questo sport nel nostro paese, basti dire che alla Federazione aderiscono quasi 500 società, il cui elenco si trova sul sito della FITARCO (www.fitarco-italia.org) alla pagina www.fitarco-italia.org/societa/mappa.asp. Trovare un posto dove cominciare, dunque, non è un problema. Anche perché la maggior parte dei club organizza corsi per principianti con fornitura di tutto il materiale necessario. Ovviamente, se poi ci si appassiona e ci si vuole dedicare alla disciplina con continuità, a livello amatoriale o agonistico, bisogna attrezzarsi di tutto punto. E qui cominciano i dolori dal punto di vista economico, almeno per chi è sempre alla ricerca del meglio. Un arco professionale, di quelli che usa Galiazzo, può arrivare a costare diverse centinaia di euro. Ma ci sono anche modelli per neofiti che si possono acquistare con molto meno. Esistono diverse tipologie di arco. Qui ci limitiamo a descrivere quelli utilizzati nelle gare, che sono di tre tipi: arco nudo, arco olimpico (o stile libero) e compound. Il primo, come si evince dal nome, ha pochissimi orpelli e assomiglia molto – almeno per la tecnica di tiro – a quelli usati dai nostri antenati. Rispetto all’arco nudo, lo stile libero (o arco olimpico) monta degli stabilizzatori e un mirino. Il compound, ultimo ritrovato della tecnica, è invece una specie di macchina da guerra che, oltre agli ammennicoli sopra citati, è dotata di carrucole (cam) che permettono di diminuire lo sforzo di trazione dell’arciere, oltre a un mirino con lente di ingrandimento che consente tiri molto più precisi. Inutile dire che è anche il più costoso. Un piccolo concentrato di tecnologia sono pure le frecce. Costruite quasi sempre in alluminio, carbonio o materiale composito, devono essere perfettamente equilibrate per essere balisticamente al meglio. La “messa a punto” dei dardi avviene attraverso l’inserimento di punte e inserti di vario peso a seconda delle condizioni del campo di gara. Gli appuntamenti del mese TIRO CON L’ARCO 8 dicembre - Catania: gara Indoor 25+18 metri 11-12 dicembre - Basiglio (Mi): Indoor 18 metri 11-12 dicembre - Caorle: Coppa Italia Centri Giovanili SCHERMA 6-8 dicembre - Salerno: Prima prova Torneo Nazionale Under 14 (Fioretto maschile e femminile) 11-12 dicembre - Ravenna: Prima prova Qualificazione Nazionale (6 armi) 18 dicembre - Lucca: Trofeo Città di Lucca - Coppa del Mondo Fioretto femminile Under 20 18-19 dicembre - Ariccia: Prima prova Torneo Nazionale Under 14 (Sciabola maschile e femminile, Spada maschile e femminile) E a proposito di gare… I regolamenti della Federazione internazionale, fatti propri dalla FITARCO, prevedono competizioni all’aperto e indoor. In entrambi i casi, le distanze degli arcieri dal bersaglio sono variabili: nell’outdoor 90, 70, 50 e 30 metri per gli uomini e 70, 60, 50 e 30 metri per le donne; al chiuso 18 e 25 metri per entrambi i sessi. Ma c’è anche un altro tipo di gara, la Caccia e Campagna, la quale, nonostante il nome, non ha nessuna finalità venatoria (anche se, purtroppo, c’è anche chi si dedica alla caccia con l’arco). Semplicemente, si svolgono in mezzo ai boschi, su percorsi divisi in due parti: nella prima i partecipanti conoscono in anticipo le distanze dai bersagli, nella seconda no. Il tiro con l’arco non è pericoloso. Le frecce non possono partire per sbaglio, come invece può accadere con il fucile o, per rimanere in un ambito simile, con la balestra. Per scoccare bisogna tirare la corda (ci scusiamo con i puristi della disciplina per la terminologia usata). È’ solo a quel punto che chi si aggira intorno all’arciere rischia qualcosa. Ma, se non si commettono imprudenze, incidenti non ne capitano. A meno che un atleta in gara improvvisamente impazzisca e decida di puntare all’avversario o ai giudici invece che al bersaglio. Finora non è mai accaduto. MA GLI SPORTIVI LEGGONO? “L’Arte della Spada” (titolo originale By the Sword) è un saggio sulla scherma che, nell’edizione italiana, può fregiarsi dell’introduzione di uno dei più grandi campioni che il nostro paese abbia mai avuto, Edoardo Mangiarotti, vincitore di 13 medaglie olimpiche (6 d’oro), l’atleta più vincente nella storia dei Giochi. A scriverlo l’inglese Richard Cohen. Dall’arte della costruzione della spada alle tecniche di combattimento, dall’equipaggiamento dei duellanti alle regole dei duelli, dalle implicazioni psicologiche e sociali insite nelle sfide d’onore alla “guerra” tra Scuola Italiana e Scuola Francese, dalle prime esibizioni “sportive” all’esasperazione agonistica degli ultimi decenni, insomma tutto ciò che appartiene al pianeta scherma entra a far parte del saggio di Cohen. Il quale, oltre alla capacità di rendere piacevole anche la lettura delle parti più tecniche, ha il gusto degli aneddoti e il dono di saperli raccontare. È impossibile fare l’elenco dei tanti personaggi storici che, con le loro storie, costituiscono la vera forza del libro. Lasciamo a voi il piacere della scoperta. Avvertendovi, per dovere di cronaca, che il libro in questione, edito dalla Sperling & Kupfer, costa 19 euro. E li vale tutti. 54 di angelita peyretti sciocchina bazar 12 2004 www.bazarweb.info “i vicini” disegno di marco begani L’ASCENSORE Chi di voi non ha mai affrettato il passo per non trovarsi chiuso in ascensore con il vicino di casa noioso e pletorico alzi la mano… Pianerottolo. L’ascensore scende lentamente. Armeggiare di chiavi da fuori. “Muoviti ascensore, dai arriva!”. Niente più sferragliare, ha trovato la chiave giusta. “Dai coraggio”, solo due piani, circa nove secondi. Infila la chiave nella toppa. “No! Dio mio, muoviti, dai che ce la facciamo”. Il portoncino d’ingresso si apre, si chiude sbattendo, si sentono dei passi. Un piano, un piano solo, “Dannazione, muoviti!” Trattengo il respiro. Un momento… Sì, si è fermato alla buca delle lettere, sì, la posta!! Perfetto, mezzo piano, dai tre ai quattro secondi, ce la posso ancora fare. Tre, due, uno, eccolo, si apre. Passi che si avvicinano. Mi introduco lesta in ascensore, una gatta… la mano mi trema ma corre alla pulsantiera, ce l’ho quasi fatta. “Mi aspetti!” Un brivido lungo la schiena. Fai che non sia Gramucci, fai solo che non sia Gramucci! “Salgo anch’io!” È Gramucci. “Oh, non l’avevo sentita arrivare… prego, entri.” Al momento di schiacciare il tasto del suo piano, la frase è di rito: “Eh, sbarco prima io!” “Uh… già…” “Uff, questo caldo umido… appena ci si muove, si suda.” Ma quale caldo e caldo, sono quelli che sono contenti solo quando fanno la nuvoletta respirando. “Sarà questo effetto serra.” “Eh, sarà…” “Ma lei è giovane!” E che c’entra adesso questo? Non attaccherà con la storia di noi giovani che abbiamo tutto… “Siete abituati troppo bene voi!” Dovevo prendere le scale. “Come l’ascensore, queste cose qui, le date per scontate!” La prossima volta prendo le scale, lo giuro. “È perché avete tutto lì, a portata di mano, non andate neanche più al cinema!” E qui lo prendo in castagna: “L’altro ieri sono andata a vedere il secondo Harry Potter …” “Eh, ma il secondo non è mai come il primo…” E già, ti pareva, sciocca sciocchina. Aspetta che ti faccio vedere io: “Certo il libro è sempre meglio del film!” Ciapa lì, vediamo come incassi questo, Gramucci. “Ma tanto ormai non si legge più, con questa televisione!” Che faccia tosta, a chi la racconta con quel colorino carta da zucchero sulla pelle? Lo sento di notte che si attacca al video e non molla più. Come quando esce sul balcone, calzini e ciabatte, e cinturone portatelecomando. “Ai miei tempi la domenica si andava a passeggiare in montagna, non si stava a dormire come fanno i giovani adesso…” Ma sì, lascialo dire, tanto ora arriva il quinto piano, poi il sesto, e ci siamo. Provo a improvvisare: “Oh, come ha ragione! A me per esempio piace molto andare in montagna.” “Eh...” Eh cosa? Maledetto barotto padano. Che significa eh? Cosa guardi nel tappetino dell’ascensore eh? Che cosa ci vedi con quell’aria rassegnata da cadavere? “Bisogna stare attenti in montagna, che la discesa è più faticosa della salita…” Ma che diavolo dici razza di imbecille? Sei mai stato in montagna? Hai presente la salita? Dico, hai presente la differenza fra salire e scendere? “Che poi per stare nella natura non occorreva andare tanto lontano: qua una volta era tutto prato…” Prato? Ma se questa casa è del Settecento! “Era un altro modo di vivere, ci si divertiva con niente… S’aveva niente, ma s’aveva tutto!” Per esempio? Di che parla, del Bravo Simac? E allora perché adesso ha il cellulare cucito al lobo? Ma non è lui che ha un negozio di elettrodomestici? “Non sapete apprezzare quello che avete!” Si sta scaldando Gramucci, è passato a dirmi voi… Ah sì eh? E che cosa avremmo che non sappiamo apprezzare? Dov’è questo paradiso terrestre in cui viviamo eh? Brutta carogna, che è tutta colpa vostra! E che ci posso fare io se quando sono nata c’era già il telefono? Chi è stato, lei o io a comprare la Play Station per il bambino eh? Razza di bidone della spazzatura! “Sempre in viaggio, su questi aerei, per andare chissà dove, a casa del diavolo!” A sì? Eh, caro Gramucci, io lo so dove vuole andare a parare lei, ma che mi dice di queste porte dell’ascensore che si aprono? Ah! che goduria, che bello! Se ne va! A mai più Gramucci! … Che fa? Non scende? Indugia, maledetto. Mi viene da piangere, con un piede fuori e uno dentro l’ascensore sta di nuovo per dar fiato alle trombe… “Con tutti i bei posti…” …No, non lo dica Gramucci, la prego non lo faccia! “Con tutti i bei posti che abbiamo in Italia, andiamo sempre all’estero…” Ecco, l’ha detto. Respiro, sono tranquilla, la mia mente vola oltre, immagina una vendetta sublime: se ci fossero ancora i Pasolini, i Calvino, che farebbero di quest’uomo? No, non sono nervosa, ho fatto sei anni di yoga apposta per queste occasioni, la mente si libera, la fantasia volteggia ancora, un fiore, il mare, ecco, mi sento meglio… “Uff, io non vi capisco voi giovani, non so proprio che cosa andate a cercare!” Ma sì, che importa? Una montagna… le dune del deserto… i cavi dell’ascensore, un incidente… la tromba delle scale… “Oh, è stata una tale disgrazia…” le voci dei vicini… “Che fa signorina lì impalata, non sale?” “Eh? A sì… “ “Comunque, signorina, non si scoraggi, che c’è anche dei bravi.” “…Eh povero Gramucci, un giorno ci siamo, il giorno dopo chissà…” i vicini… “Gramucci! Aspetti, l’accompagno alla porta!” bazar 12 2004 www.bazarweb.info corsi di valeria cecilia 55 Imparare il movimento Dire danza significa aprire un mondo ito di possibilità di movimento: dalla street dance che fonde funk e hip hopinfin , al liryc jazz che contamina classica e contemporanea. Dalla nuova danza egiziana aialritm alla danza da musical. Fino alla danza terapia. Cor i africani, dai balli cortigiani si per tutti. Street dance fusion Napoli - Il LabArt Dance propone corsi di tutte le discipli in particolare corsi a frequentazione libera (open class) ne moderne di danza. Segnaliamo corso L.A. Groove propone uno stile ideato e definito che uniscono discipline differenti: il dall’insegnante Marco Auggiero, nato dalla fusione tra due filoni di street-dance il funk e l’hip-ho sono le lezioni di Lirycal jazz, stile coreografico attualm p. Sempre in stile open class ci emergenti, frutto dell’evoluzione della danza jazz attraveente utilizzato da maestri e coreografi rso le contaminazioni con la tecnica classica, la danza contemporanea e la street-dance. per fluidità, velocità, sospensione del corpo, continuoQuesta forma di danza jazz si caratterizza cambio di livello nello spazio e teatralità espressiva. LabArt Dance Studio, via Riviera di Chiaia, 36 Napoli. Tel 0817618132 www.labartdancestudio.it Danza Terapia La danza può esser vissuta anche come terapia per sbloccare, curare, imparare di nuovo a esprimersi. Inrilassare, caso, l’analisi razionale che si fa nella psicoterapia, si questo movimento del corpo, il suo relazionarsi con gli spazi,fa tramite il i ritmi della musica e il contatto con altri corpi. Milano - Formazione triennale di danzaterapia metodo MARIA FUX www.risvegli.it - via Vittadini, 3 Milano Tel 0258317883 Palermo - Tecniche di Rilassamento e Meditazione, lavoro creare un flusso interattivo corpo-psiche-mente. Via Danimper arca n. 48 Palermo. Tel 091513232 - www.artedanza.com La nuova danza egiziana Ritmi italo - africani Reggio Emilia- L’associazione Lo Moussa, si legge sul sito web, “è nata dall’incontro tra la cultura italiana e quella dell’Africa occidentale, ed è fortemente caratterizzata da entrambe. Lo scopo principale dell’associazione è promuovere lo scambio tra culture e creare tra esse dialogo e comunicazione”. Presso il centro Lo Moussa si può vivere l’arte africana in molte delle sue affascinanti espressioni, tra cui la danza, la musica, gli spettacoli. www.afrodanzalo.it/corsi.htm Sala polivalente comunale, via Amendola 3 - 42020 Puianello di Quattro Castella (RE) Tel. 0522602009 Danza di altri tempi: i balli cortigiani Bologna – Per i più romantici, l’accademia di danza antica organizza corsi di ballo rinascimentale, con lezioni di danze di corte, balli e saltarelli quattrocenteschi. Le tecniche sono riprese dalle trascrizioni di antichi manoscritti. Per informazioni Accademia di Danza Antica, via Goito 14 Tel. 051238876 www.comune.bologna.it/iperbole/danzantica/ Milano - Il 12 e 13 Dicembre c’è un grande occasione per chi ama i ritmi egiziani: uno stage di Hilal Dance la danza egiziana inventata da Suraya Hilal, che terrà di persona le lezioni, con l’accompagnamento di Ibrahim El Minyawi alle percussioni. Suraya Hilal è una danzatrice nota in tutto il mondo ed è un’autorità indiscussa nel campo della danza dell’Egitto. La sua ricerca espressiva la porta a ricostruire le danze della tradizione egiziana in una danza nuova, rispettosa delle proprie origini ma del tutto rivolta al futuro e al mondo contemporaneo. La Hilal Dance ha un fortissimo impatto sullo spettatore, perché il danzatore è così fluido e presente da rendere “visibile” la musica stessa. Il segreto di questa magia è accessibile a tutti, e si chiama Integrazione Olistica del Corpo. Il movimento si espande nel corpo e nello spazio senza limiti perché tutte le membra ne vengono invase, senza ostacoli. Mosaico arti danze culture, via Giulio Romano 11 Milano (MM3 Porta Romana) Tel 0258317962 Stage di Musical Dance Ravenna - 23-24 dicembre 2004 Un intensissimo appuntamento per chi vuole diventare artista nei musical, con le tre discipline fondamentali: cantare, ballare, recitare. Due giornate a tempo pieno insieme ai migliori professionisti italiani, con possibilità di scegliere tra due sedi: la Scuola di danza Nancy di Palermo (via Zappalà 49/E) o il Centro Studi La Torre di Ravenna (via Paolo Costa 2). Centro Studi “La Torre”, IDA, via P. Costa 2, 48100 Ravenna. Tel. 054434124 www.cslatorre.it - www.dance.it/evento.asp?ID=10 56 di GIULIANO CANGIANO fenomeni bazar 12 2004 www.bazarweb.info i nativ alter nno finea di i Bott e nei locali più sociali Tutto quanto fermenta da sud a nord nei centri underground del tessuto urbano nell’attesa del nuovo anno parla di 27, 28, 29, 30 e Inizio campanilisticamente dalle mie parti, presentandovi una cinque giorni (almeno il planning mentre scrivo rosso (sta a voi scoprire di che si naturalmente 31) di iniziative edonistico-estetico-culturali che vanno dalla sfilata transgender al capodanno in più rock). Tutto questo, e chissà tratta), con tanto di live-performance artistiche per il veglione e tripla dance hall (reggae, chillout e una un po’ settembre 2004, stessa quanto altro, avrà luogo al C.S.A. AURO di Catania, reduce, come ricorderete (vd. Fermenti indipendenti, bazarweb vera e propria fucina artistica e rubrica), da una ventata di cambiamenti interni che da qualche settimana a questa parte hanno reso il posto una di trasformazione nella più grande culturale irrefrenabile con l’avvio di laboratori di ogni genere (dalla biodanza agli djembé) e con la prospettiva zona, fate un salto e non ve ne galleria underground del meridione. Ma questa è un’altra storia. Intanto da Santo Stefano in poi, se vi trovate nella pentirete. C.S.A. AURO via Santa Maria del Rosario, 28 Catania X, dopo un imperdibile Sempre l’ultima notte dell’anno, a Bologna, i ragazzi di Livello 57, confermano un festone denominato BrainstormM con annessa Cannabis parade, CapaRezza live in Stalingrad (dove per stalingrad o substalingrad si intendono i locali vicino Porta Mascarella), la performance del previsto per il 13. Non posso aggiungere molto su quest’ultima parata, ma sicuramente posso invogliarvi a presenziare dei giorni nostri. Approfitto, grande Capa rebelde che, malgrado le (mie) incertezze iniziali, devo dire si è rivelato una specie di Dante-santone sedi diverse, la storica di via inoltre, per informare chi non ne fosse a conoscenza, che al momento il Livello 57 divide le sue iniziative tra due (o via delle Bisce). Stalingrado (dove oltre ad alcuni eventi continueranno a tenersi i laboratori) e il “posto nuovo” di via Battirame Livello 57 via Stalingrado e via Battirame Bologna www.ecn.org/livello57 (un sitone tutto da spulciare). con selezione musicale Dark, Andando ancora a ritroso, verso inizio mese troviamo il 10 al Valtorto di Ravenna una bella New Wave Night The Slow Band + Fluws Gothic, New Wave, Electro e Industrial gestita da un trittico di DJs. Anche se assai più intrigante appare la serata gli altri su Coolissimo stay-up (giorno 4) che vedrà Fluws, appunto, promettente fumettista della città (trovate le sue opere, un po’ acerbe, tra Band. magazine) esibirsi in un live painting col background musicale degli altrettanto ravennati musicisti della The Slow Valtorto via Faentina, 216 Ravenna www.valtorto.net www.coolissimo.it enochè il grande Raiz che, In contemporanea (il 4 dicembre) strizzerà la sua portentosa ugola al Villaggio Globale di Roma nientepopodim a presentare la sua prima fatica abbandonato il suo ruolo da frontman degli Almamegretta (che tornano a essere un “collettivo aperto”), è pronto il partenopeo apolide esprime da solista al pubblico più affezionato: Raiz.Wop, disco con pezzi in tre lingue (napoletano, italiano e inglese) dove l’attimo, di lasciarsi cullare dal “un inno panteista alla vita, sospeso tra la rabbia per quello che tutti vediamo attorno a noi e la voglia di cogliereitaliani in america. Fate un po’ voi… respiro sensuale di una donna, ma anche di madre natura”. Giusto una curiosità: i wop erano i primi emigranti Villaggio Globale Lungotevere Testaccio (ex-Mattatoio) Roma http://www.ecn.org/villaggioglobale http://www.raiz.it (con la sottolineata Per concludere vi segnalo in volata un festival Indie Rock il 7 dicembre al C.S.O.A. Terra di Nessuno di Genova o, due interessanti partecipazione di Toxic Picnic e Starfish) e giovedì 2 dicembre allo ZK di Ostia, per la rassegna A rota de cinematograf proiezioni: Per grazia ricevuta (di R. Garzia) e Matti da slegare (di M. Belloccio). CSOA Terra di Nessuno via B. Bianco, 4 Genova http://www.ecn.org/csoatdn Lo ZK tiene la rassegna cinematografica all’Ateneo occupato di via O. Fattiboni, 2 a Ostia http://www.tmcrew.org/zk www.bazarweb.info bazar 12 2004 net di valeria cecilia 57 AGIRE SUL WEB Per cambiare le cose. Oppure per partecipare al prim per sottoscrivere una campagna contro il pagamentoo blog di grafica. Ma anche biblioteca. O per scrivere una nuova storia collettiva dei libri in prestito in … Social design, il primo blog della grafica, compie un anno. E festeggia con un libro. Poco più di un anno fa è nato un blog un po’ atipico , ricco non solo di parole, riflessioni, testimonianze, scambi, ma sulla forza delle immagini. Si tratta del primo fondato soprattutto dall’Aiap, (Associazione Italiana per l’Arte Visiva) blog grafico, ideato etici e sociali. Un luogo virtuale in cui il graphi incentrato su temi c design recupera un ruolo partecipe nella vita di tutti i giorni, relazio nandosi con politica, sociale, spazi pubblici, urbanistica. Il sito funzion blog, costruito sui liberi contributi (scritti e disegn a proprio come un i) di autori diversi. E se è interessante per gli addetti ai lavori, lo è altrett anto per tutte le persone che si pongono delle domande di fronte a manifesti pubblicitari, campagne politiche, spot tv, volantinaggi, tenden primo anno di vita, il sito del social design italianze del design. Nel suo o ha raccolto migliaia di contributi di giovani e maestri del settore, appas sionati e giornalisti, che hanno dato vita a gallerie, articoli, interve nti, ricerche. Quanto a temi, l’argomento statisticamente predominante dell’anno è stato, inevitabilmente, la guerra in Irak. Ora, il lavoro di vita del blog della grafica attiva, è raccolto in di questo primo anno un libro, il “Dizionario del social design”, in uscita questo mese in libreria , ma acquistabile anche on line. http://socialdesignzine.aiapnet.it Globalrising.org - Per partecipare al cambiamento globale, cosa posso fare io? Qui si parte da un libro e si arriva a un sito web. Il libro è “the Age of Consent” l’età del consenso di George Monbiot, l’altra bibbia del cambiamento globale, insieme a quella di Noemi Klein, “No Logo”. Secondo l’attivista e giornalista Monbiot, per contrastare la rotta intrapresa dai governi mondiali verso un sistema di sempre maggiori ingiustizie e disparità, i movimenti di opposizione devono entrare nella fase operativa, uscire dalla fase dell’opposizione e del lamento, iniziare a costruire. Ecco la fase del consenso: perché se cambiare le istituzioni esistenti non è possibile, bisogna iniziare a costruire un altro governo globale sul modello del world social forum. Come fare? È chiaro che le tecnologie hanno un grande ruolo nella capacità di aggregazione delle forze e nella diffusione della conoscenza. Intanto oltre al libro, Monbiot risponde alle domande di chi volesse darsi da fare per un futuro migliore, tramite il suo sito. Su www.monbiot.com si possono leggere gli articoli dello scrittore, commentarli e discuterne con lui. Poi c’è il sito www.globalrising.org che offre una mappa mondiale di indirizzi di organizzazioni attive che lavorano nell’ambito del cambiamento politico, finanziario e della giustizia. www.monbiot.com www.globalrising.org Tutto su Pierpaolo. E’ pasolini.net “Questo sito è frutto del lavoro indipendente, appassionato, gratuito e senza alcuno scopo di lucro”. Così si presenta il sito dedicato al grande scrittore e regista, Pier Paolo Pisolini. Le pagine del sito web a lui dedicato contengono tantissime informazioni e approfondimenti sulla vita, la prosa, l’ideologia dell’autore. C’è anche una documentazione su tutti i processi a cui fu sottoposto lo scrittore, una galleria di immagini e infine una sala d’ascolto, in cui si possono rivivere le grandi musiche che hanno fatto da sfondo ai suoi film. www.pasolini.net Per amore di birra Storie inedite, curiosità, informazioni per gli amanti della birra internazionale. http://birra.virtuale.org/ Campagne sempre attive: nopago di leggere Contro il prestito a pagamento dei libri in biblioteca è ancora attiva la campagna no pago.org, da sottoscrivere on line. La campagna risponde alla decisione dell’unione europea di aprire un procedimento di infrazione contro alcuni paesi tra cui l’Italia, “colpevoli” di non aver introdotto la remunerazione degli autori e degli editori per i prestiti effettuati in biblioteca. www.nopago.org Soultube.org, finito un viaggio ne inizia un altro Ricordate soultube? Il sito del viaggio in metropolitana con scrittura collettiva, ne abbiamo parlato qualche mese fa in queste pagine. Bene, il primo viaggio è concluso, il treno è arrivato alla stazione di fermata ed è possibile ora leggere i racconti che sono stati scritti (anche su di voi, se a suo tempo avete preso coraggio e siete saliti in metro). Per chi avesse voglia di un altro viaggio, un nuovo vagone si sta riempiendo. Si può ancora saltare su, osservare gli altri, e scrivere, sognando delle storie www.soultube.org 58 di guido dolara noi bazar 12 2004 www.bazarweb.info Avete intenzione di passare il capodanno on the road? Dalla festa gaelica di Hogmanay a Edimburgo fino ai sedici rintocchi di Dublino o (perché no?) la ghiacciata Piazza Rossa moscovita, ecco tutte le dritte per una notte senza freni WE ♥ NYE Passati i bagordi del Natale, il capodanno è una festa celebrata in tutta Europa. Festa poco religiosa, che trascende le distinzioni di identità nazionale e di fede nell’Europa multiculturale. È una festa da passareetnica, con amici, cercando di dimenticare tutte le dinamiche, i litigi e le nostalgie del Natale in famiglia. Ma è anche una serata che permette ai locali raddoppiare i prezzi senza raddoppiare i servizi. Per questo sempredi persone preferiscono festeggiare in piazza finchè la temperatura lo più aspettando fuochi d’artificio, campane o altri segnali dell’ arrivo del permette, nuovo anno. Tutte le metropoli del continente offrono grandi eventi in piazza, Puerta del Sol di Madrid, alla Piazza San Venceslao di Praga, a tuttodalla il centro di Amsterdam (un suggerimento per chi va in Olanda, il posto per vedere i fuochi è il tetto di NEMO, il museo disegnato da Renzo con vista su tutto il porto- www.e-nemo.nl). La festa di strada forsePiano nota d’Europa è quella di Edimburgo, chiamata con il nome gaelicopiù di Hogmanay (sito ufficiale www.edinburghshogmanay.org), e nata proprio dallo spirito protestante scozzese che aveva poca simpatia per la festa semipagana del Natale. L’evento attira centinaia di migliaia di visitatori e quattro giorni. Comprende fiaccolate, teatro di strada, feste carnevaldura esche e un party di strada finale con fuochi d’artificio il 31 dicembre. Per entrare in centro occorre un biglietto gratuito da prenotare sul sito ufficiale della in modo di evitare folle eccessive. Quest’anno il concerto finale vedrà festa, la partecipazione di Blondie e degli Scissor Sisters (www.scissorsisters.com) - questi ultimi pur essendo di New York ormai sono diventati parte del panorama locale. Vivono infatti a Londra e incarnano forse meglio di chiunque lo zeitgeist europeo di quest’anno, sottilmente impegnato ma anche profondamente confuso. Anche gli irlandesi, cugini celtici degli scozzesi , festeggiano l’arrivo del nuovo anno per le strade di Dublino. La mezzano è segnata da sedici rintocchi della Christ Church Cathedral, uso consono tte alla cattolicissima Irlanda. Le folle che si trovano in centro si riversano poi nelle centinaia di pub del centro della città. L’inizio del 2005 sarà invece marcato primo gennaio per le strade del centro da otto bande in parata. I moscov il iti, che delle feste fanno da secoli un’arte, celebrano l’arrivo del nuovo anno sulla Piazza Rossa davanti al Cremlino. Date le temperature impossib però la maggior parte preferisce finire presto a casa di amici, preparan ili enorme tavolo di zakuski (antipasti), carni e dolci annaffiati da champagdo un di produzione locale e, ovviamente, litri di vodka intervallati da lunghiss ne brindisi sentimentali. Meglio ancora per chi può portare la festa lontanoimi angusti appartamenti della metropoli in qualche casetta di campagn dagli dacha, soprattutto se ben riscaldata da un caminetto e con sauna. a, o Security alert Nel clima di allarme per la sicurezza degli ultimi anni le feste in piazza sono sempre così semplici da organizzare. A Londra per esempio non non ci sarà il tradizionale megaraduno a Trafalgar Square. Rimangoquest’anno no però per festeggiare le innumerevoli nottate extralong in discoteca. Quest’an segnalare il ritorno della festa glamour di Madame Pushca che organizzno da club Egg a King’s Cross un party in stile Parigi XVIII secolo pre-rivolu a al zionaria con obbligo di vestito d’epoca. Per fare buon uso del proprio costume maschera, si può cominciare la serata alla cena medievale stile Enrico in ottavo all’Ivory House di St Katharine’s Dock, accanto alla Torre di Londra. Per un sound più alternativo, si possono seguire i Chemical Brothers segneranno la mezzanotte nel roboante Turnmills (www.turnmills.co che together) . Per una festa nel quartiere immagine di Hoxton bisogna .uk/ tenere d’occhio il sito della discoteca 333 (www.333mother.com). Chi la sera primo gennaio ha ancora voglia di bagordi, può spostarsi su Bruxellesdel un rapido trasbordo in treno e andare a La Demence (www.lademence.con com), uno dei rave gay più pazzi d’ Europa. Il miglior film per il capodanno Tradizione immancabile del capodanno russo è guardare il film “L’ ironia del destino” (Ирония Судьбы, Или С Лёгким Паром!), trasmesso dal Canale 1 ogni anno. Il film, girato nel 1975, racconta la storia di un simpatico moscovita che ubriaco la sera di capodanno si trova all’aeroporto di medico e viene imbarcato per sbaglio su un volo per Leningrado. Ignaro di Mosca arrivato in un’altra città trova una casa che ha esattamente lo stessoessere (le strade sovietiche avevano un pool di nomi limitatissimo) e la sua indirizzo chiave di Mosca gli permette di entrare nell’appartamento. La bellissima padrona inizialmente lo rifiuta, ma tra una canzone e l’altra piano piano si arrende all’ironia della sorte e allo spirito dell’anno nuovo. www.bazarweb.info bazar 12 2004 loro di franco andreucci 59 Libertà e religione: possibile? Dal giuramento di fedeltà alla bandiera, che ogni mattina si recita in tutte le scuole americane, al fondamentalismo della Bible Belt. L’affascinante ambiguità dell’America Ogni giorno, in migliaia e migliaia di scuole americane, milioni di di fedeltà alla bandiera americana. All’inizio delle lezioni, alzandobambini e ragazzi recitano la Pledge of allegiance, solenne promessa guardano la bandiera degli Stati Uniti e dicono: “I pledge allegian si in piedi, la mano destra orizzontale sul cuore con le dita unite, which it stands, one nation under God, indivisible, with liberty and ce to the flag of the United states of America, and to the Republic for e alla repubblica che essa rappresenta, una nazione sotto il segno justice for all” (Giuro fedeltà alla bandiera degli Stati uniti d’America Si tratta di un giuramento patriottico nato alla fine dell’Ottocentodi Dio, indivisibile, nella quale esiste libertà e giustizia per tutti). americana. Le parole under God (sotto il segno di Dio) furono e che si è progressivamente adattato alle caratteristiche della cultura aggiunte nel 1954, anche per simboleggiare la differenza fra nazione americana e nazioni senza-dio, come allora alcuni chiamavano i paesi comunisti. Oggi, la Pledge of allegiance è anche un argomento di polemica in un paese attraversato da serpeggianti conflitti religiosi . Due anni fa, un ateo californiano chiese a un tribunale l’eliminazione dell’espressione under God, a suo avviso politically incorrect, sostenen do che essa imponeva ad atei o a religioni senza un dio (come ad esempio il buddismo) la fedeltà a un’entità che essi non riconoscevano. la Pledge of allegiance incostituzionale. Ne nacque una controversia Un tribunale riconobbe la validità dell’argomento e dichiarò il ministro della giustizia che sostenevano invece non solo la legittim nazionale nella quale intervennero i corpi legislativi, il Presidente, giuramento di fedeltà. Repubblicani e democratici, divisi su molte ità dell’espressione under God, ma anche il valore simbolico del come un testo dell’identità nazionale, nel quale il richiamo a Dio cose, erano però d’accordo nel considerare la Pledge of allegiance si legava alla bella espressione sulla libertà e la giustizia per tutti. in alcuni paesi a maggioranza cattolica che prevedono l’insegnamento Come chiedere che i loro figli siano esentati dal recitare la Pledge of allegian della religione, del resto, anche in America i genitori possono ce, ma la cosa finisce piuttosto col suggerire discriminazioni che non rappresentare libertà religiosa. Dal punto di vista della religione, gli Stati Uniti sono un paese molto libertà e della coesistenza delle fedi. Non solo perché in quel paese complicato. Essi rappresentano la massima espressione della (cattolici, protestanti, ebrei, musulmani, buddisti, ecc.), non solo coesistono enormi comunità appartenenti a religioni differenti perché chiunque può creare la sua Chiesa e la sua religione (e molti lo fanno), ma anche perché la tradizione liberale dello stato è molto Cesare. Al tempo stesso, come ha dimostrato la recente campagna chiara nel rispettare la differenza fra ciò che è di Dio e ciò che è di slogan e parole d’ordine, una parte degli americani sembra aderire elettorale e i temi religiosi (i “valori”) che sono stati utilizzati come Belt (letteralmente la cintura della Bibbia) nell’elezione del presidea una religiosità fondamentalista e intollerante. Il ruolo della Bible Si è parlato e scritto molto, durante la campagna elettorale america nte Bush lo dimostra chiaramente. Che cos’è la Bible Belt? L’espressione designa un’area geografica na, della Bible Belt e del significato della religione nella vita pubblica. (più o meno il quarto sudorientale degli Stati Uniti, dalla Carolin del Nord all’Oklahoma, dalla Florida al Texas) ma soprattutto un’area a culturale, caratterizzata dalla forte presenza di gruppi protestanti fondamentalisti. E’ difficile definire con precisione il contenuto del sette molto numerose, sia perché il suo carattere estremista facilita fondamentalismo protestante, sia perché si compone di chiese e convinzioni religiose articolate attorno all’idea della fondamentale schematismi e semplificazioni in chi lo interpreta. E’ un insieme di carattere dogmatico e assoluto dell’insegnamento della Bibbia, ed cattiveria dell’uomo, della sua disponibilità naturale al peccato, del scienza e al suo ruolo nella vita civile, intollerante e bigotta, insofferè al tempo stesso una cultura popolare antimoderna, contraria alla Non c’è dubbio che una parte dell’identità americana sia segnata ente di ogni libertà che non sia contemplata nei Dieci comandamenti. compassione. Ma bisogna anche aggiungere che preoccuparsene da questi pregiudizi più che dai valori cattolici della pietà e della troppo è ingiusto e rischia di contrapporre visioni apocalittiche all’Armageddon dell’estremismo biblico. Il fascino degli Stati Uniti ma anche quello nel quale il movimento dei diritti civili scorre più sta anche nella loro ambiguità: sono il paese del Ku Klux Klan, costituzione che chiaramente difendono la libertà di coscienza. intenso. Speriamo che sappiano conservare quei principi della loro 60 di cristiana scoppa migrazioni bazar 12 2004 nne. Inutili? No Per molti esperti sono inutili quando si tratta di avviare un progetto di sviluppo in un villaggio africano oppure in una comunità dell’India. Judi Aubel invece sostiene esattamente il contrario. Senza le nonne, non può esserci sviluppo per nessuno. E spiega perché Vive in Italia da poco, ma l’intervista è stata fatta in francese. Perché il francese è la lingua dell’Africa occidentale, quella porzione di mondo dove Judi Aubel, antropologa con un master in Public Health (Sanità pubblica) ha passato – seppure in maniera discontinua – quasi vent’anni della propria vita. E dove per la prima volta ha “scoperto” le nonne. “Mi sono sempre occupata di programmi di salute e sviluppo a base comunitaria, rivolti cioè al miglioramento delle condizioni di vita collettive, in Africa e non solo, anche in Asia e in America Latina. Circa dieci anni fa ho cominciato a notare che c’era una discrepanza profonda tra ruolo ricoperto e rispetto accordato alle donne anziane dai diversi membri della comunità e ruolo e rispetto accordato loro dai programmi di sviluppo, che in realtà era nullo”. Dopo anni di osservazione, Aubel arriva alla conclusione che al di là di differenze culturali e abitudini pratiche, le donne anziane, le nonne, svolgono ovunque nel mondo determinati ruoli essenziali che comprendono innanzitutto “sovrintendere al benessere di tutti i membri della famiglia, dando consigli in base alla loro riconosciuta saggezza e competenza, in particolare in caso di malattia: sono loro il primo ‘pronto soccorso’ cui si ricorre, laddove il primo presidio sanitario vero sta a chilometri di distanza”. Poi, non da meno, “consigliare le donne più giovani, in materia di gravidanza e allevamento dei bambini: quando una figlia si sposa, o una nuora si trasferisce presso la famiglia del marito, è quasi sempre la madre (di lei, di lui) a essere cercata per sapere cosa fare di fronte a un problema, un’esperienza nuova quale la gravidanza, una febbre improvvisa del piccolo, certi malesseri, o anche problemi di relazioni con altri parenti”. “Nelle società dove c’è una netta divisione di ruoli tra uomini e donne - fa ancora notare Aubel - alle nonne spetta anche la guida, l’organizzazione e la gestione dell’unità familiare, comprese tutte le sue attività produttive”. Infine c’è il ruolo di “custodi della tradizione: con l’educazione e la socializzazione dei più piccoli, ma anche nel rapporto con le donne più giovani, le nonne supervisionano l’evoluzione culturale della comunità e ne garantiscono la coerenza con i valori tradizionali”. Forse è anche per questo che i programmi di sviluppo non le hanno – volutamente – prese in considerazione: “Chi scrive progetti, spesso sulla base www.bazarweb.info di teorie e non dell’esperienza pratica, considera le nonne inutili, se non un ostacolo alle attività: un fattore di resistenza alle novità introdotte, ai miglioramenti che esulano dalla traduzione. Ritengono che non riuscirebbero comunque a imparare nulla di nuovo, e poi, perché investirci delle risorse se la loro vita sta volgendo al termine? Meglio investire su persone giovani, sui bambini”. Proprio in questo preconcetto e smisurato errore di valutazione sta, secondo Aubel, “il fallimento di molti programmi nell’ambito della salute riproduttiva delle donne e della salute neonatale e infantile. La difficoltà però è stata convincere chi decide, cioè chi finanzia programmi di sviluppo, per esempio organizzazioni internazionali come l’Unicef, a cambiare approccio”. Essenziale per questo uno studio realizzato in Laos che confermava “l’enorme influenza delle nonne nel sistema sanitario familiare”. Una seconda fase del progetto ha visto lo sviluppo di metodologie di apprendimento non formale per le nonne. Poi “si è trattato di convincere chi finanziava il progetto che le nonne erano in grado di cambiare mentalità, imparare cose nuove, promuovere nuove pratiche sanitarie che avrebbero permesso di prevenire e curare meglio le malattie infantili, obiettivo ultimo del progetto”. Le nozioni sono passate attraverso canzoni, storie, racconti e gruppi di discussione che hanno consentito alle nonne di trovare da sole le soluzioni ai problemi, valutando a partire dalla propria esperienza e dal proprio buon senso le proposte dei formatori. Non solo hanno imparato, ma si è verificato proprio quel cambiamento di mentalità e di pratiche che tanti ritengono impossibile in donne avanti negli anni. “Questo approccio - fa notare ancora Aubel - ha avuto un altro pregio: quello di migliorare le relazioni tra donne giovani e anziane. Le anziane hanno avuto a disposizione le stesse informazioni delle giovani, così hanno smesso di temere i cambiamenti che le giovani donne proponevano, quell’emancipazione che in fondo anche in Occidente è stata criticata e temuta non solo dagli uomini, ma anche dalle generazioni di donne più avanti negli anni. Mentre le giovani hanno avuto accanto delle donne anziane più aperte e disponibili nei loro confronti, che hanno smesso per esempio di accusarle di pigrizia se al nono mese di gravidanza chiedevano un po’ di riposo e non si comportavano da ‘donne forti’ come la tradizione voleva, un comportamento che può essere molto dannoso sia per la puerpera che per il bambino”. A questo primo progetto ne sono seguiti molti altri, in Mali, Senegal, Albania, Uzbekistan. Judi Aubel e la sua amica Elisabeth Mealey, giornalista australiana, hanno dato vita al “Grandmothers Project”, organizzazione non governativa internazionale che ha l’obiettivo di fare documentare il ruolo e aumentare il coinvolgimento delle donne anziane nei progetti di sviluppo, anche quando l’obiettivo è il miglioramento delle condizioni delle nuove generazioni, donne e bambini. Ora che vive in Italia il suo sguardo comincia a posarsi anche sulla nostra società post industriale e occidentale, con famiglie nucleari e un alto senso di individualità e privacy. Società dove quel processo di emancipazione e miglioramento della condizione delle donne, di pari opportunità e pari diritti pur nel rispetto di differenze biologiche e di progetti di vita, è se non completato, almeno acquisito come imprescindibile per gli uomini e le donne di domani. “Anche qui, come ovunque, il ruolo di consigliera delle donne più giovani resta, seppure molto ridotto. Diventa più decisivo quando viene al mondo un figlio. Però allora possono succedere due cose, stando a quello che mi è stato detto - osserva cautamente Aubel - da un lato i valori e le pratiche di cui sono portatrici le nonne sono investiti di un tale giudizio negativo, che le giovani madri non fanno quasi vedere i loro figli alle nonne, soprattutto non li lasciano soli con loro e si guardano bene dal seguire qualsiasi suggerimento venisse da quella parte. Dall’altro, invece, vista la percentuale sempre crescente di donne che lavorano, aumenta la dipendenza dalle nonne in chiave professionale, perché sono loro a occuparsi dei nipotini come o al posto di una baby sitter. Ed è un po’ triste fare riferimento alla nonna solo perché si ha bisogno della sua mano d’opera”. Sottinteso: quando hanno così tanto altro da offrire. Proprio come in Senegal o in Mali. www.bazarweb.info bazar 12 2004 gender di giulia premilli 61 Sta scoppiando la Gendermania Gender come appartenenza, cambiamento, rmazione… gender come voglia di andare oltre gli schemtrasfo i, riscop rirsi nuovi nell’armonia dell’evoluzione. Dicembre è un mese molto Gender! Corsi di formazione per gender amministratori, uomini semp re più attenti all’area domestica… E’ Gendermania! Per essere Gender , ora ci sono i corsi! Partono le prenotazioni per il corso di form dai 19 ai 65 anni. 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Pubbliche Relazioni: conferenze stam pubblicità; organizzazione dei media. pa; comunicati stampa; contatti con la stampa; cooperazione con i media; definizion e dei target; mezzi di Management di progetti: pianificazione management dei processi; organizzazione di progetti; piano a rete; piano a colonne; esecuzione dei piani; piano di finan Il corso viene finanziato dall’Ufficio FSE dei mezzi imprenditoriali; gestione dei problemi; controllo degli obiettivi raggiunti.ziamento; controllo esecutivo; Informazioni ed iscrizioni: Urania Mer della Provincia Autonoma di Bolzano ed è gratuito per i partecipanti. an, via Ortwein 6, I-39012 Merano; www.uraniameran.it Tel. 0473230219, fax 211242, uran [email protected], Nessuno è perfetto, neanche gli uomini! Possono migliorare, e sono sulla giusta strada. Stiamo parlando del maschio latino, quello che ringraziando il cielo sta abbandonando il pelo dell’orso per dedicar armonia con se stessi. La conferma arriva dal recente studio effettua si al bello di sentirsi in sessuologi Donne dove emerge che l’uomo italicus si sta addolce to dall’Associazione campione di 1200 coppie (eterosessuali) in età compresa tra i 25 ndo. Come? Su un il 22% degli uomini ha fatto il bucato nell’ultimo mese, il 37% none i 45 anni si scopre che spignattare almeno due volte alla settimana, il 12% fa le marmellate si riguarda se c’è da e il 58% si diletta a fare la spesa…I misteri della “buona educazione”. Se la vita ruota E’ nato finalmente il primo libro vademecu per i disabili. Nasce dalla collaborazione m che affronta il problema della fertilità e del sesso dei Centri Ospedalieri di Torino, Firenzetra medici e ricercatori delle UNITA’ SPINALI e Magenta che curano le persone con lesion midollare. e Il curatore dell’opera è Giulio Del Popo lo, respo nsabile del reparto di Neuro-Urologia dell’Unità Spinale di Firenze. Il titolo del problema della fertilità spiegando le tecni manuale è “Se la vita ruota”, affronta il ed è un valido vademecum per superare che che permettono di concepire un bambino come quello della sessualità. Il libro non le incertezze su un argomento molto delicato è in vendita ma si può richiedere gratuitame www.disabili.com nte a 62 di mario morcellini cortei bazar 12 2004 La sconfitta di Kerry, più della vittoria di Bush, offre motivi di lettura decisivi to sulla società americana di oggi, ma anche suggestioni sul suo complica rapporto con media e tv. Anzi, gli elementi che emergono parlano pure alla vecchia Europa. Riguardano anche noi. a La società americana appare in trasparenza attraverso questa gigantesc indagine demoscopica che sono le elezioni presidenziali; e le tendenze A socio-culturali parlano un linguaggio persino più netto delle cifre. e parità di condizioni, la mobilitazione dei valori e soprattutto l’insistent lavorio sulla paura prevalgono nettamente sulla rappresentanza degli interessi economici e sociali messi in discussione dalla crisi. Ma bisogna dirlo più chiaramente: il conflitto elettorale negli USA si è manifestato, senza ambiguità, come un contrasto culturale. Da un lato, l’America colta, intellettuale, giovanile (neanche tutta) e filoeuropea, protesa a elaborare di la paura del terrorismo in un tentativo generoso ma illuministico , razionalizzazione e di passaggio d’epoca. Dall’altro, l’America profonda invisibile ai media e persino poco leggibile per la geografia dei sondaggi perché senza voce, senza una rappresentanza simbolica della sua paura. Ripiegata nel suo guscio nazionale. A questa seconda America, Bush o ha saputo offrire risposte convincenti e selettive, ha saputo soprattutt e sintonizzarsi senza snobismi sulle frequenze d’onda dell’ansia sociale interpretarla. Non c’è allora da domandarsi perché questa America sia quantitativamente più forte. Certo, è facile parlarne dopo. Ma la risposta è nelle cose, nei precedenti, nella storia e psicologia di quella grande nazione che vive,: come altre, il disagio della modernità. Intanto, la rendita di posizione un Presidente uscente occupa nell’immaginario sociale uno spazio ingombrante, che si può rimuovere soltanto facendo un diverso appello alla mitologia collettiva. Kerry ci ha provato, ma con un arsenale linguistico e un set di argomenti concepiti più per l’opinione pubblica e per i media che per quella che chiamiamo convintamene opinione-pubblico. Si può anzi azzardare il paradosso che l’abbraccio dei media sia stato un indizio pericoloso per lo sfidante, perché ha ufficializzato le differenze rispetto all’appeal popolare di Bush, sanzionando quasi diverse affinità e alleanze sociali. Persino le adesioni dello star–system hanno rappresentato un abbraccio mortale, configurando un’élite politica contrapposta a una moltitudine senza voce. E quando una moltitudine è senza voce cerca un’identificazione nel personaggio che le sembra meno distante sul piano culturale, che parlae un linguaggio riconoscibile, a metà tra paternalismo rassicurante la stile predicatorio, quasi evocando sullo sfondo la garanzia di curare paura. Colpisce che i media e i sondaggi abbiano vissuto quasi un’altra campagna: hanno immaginato di essere alla vigilia di un cambiamento www.bazarweb.info culturale, ignorando che la diffusione della paura e l’emerge nza terroristica militano sempre per rinviare il cambiamento e chiedono rafforzare la rassicurazione e lo status quo. Dobbiamo prendere atto di che il nuovo mondo è quello in cui evapora, almeno in parte, la forza politica dei media. Essi sono capaci di rimettere in corsa un candidato ma non di dargli la vittoria. La dinamica dei “vaticini” circa la vittoria dell’uno o dell’altro candidato ne sono una prova indiretta. La rielezione di data quasi per scontata nella prima fase delle Presidenziali, quando Bush, le Primarie non avevano consegnato a Kerry lo scettro di front-runancora stata progressivamente avvolta da un’aurea di incertezza per poi ner, è sfumare dopo la prima conta dei voti, la notte scorsa. In realtà, già quasi ore dopo il primo dibattito presidenziale le certezze sulla rielezione dipoche Bush avevano cominciato a vacillare pesantemente quando anche l’autorev ole Gallup aveva dichiarato Kerry in vantaggio di una manciata di punti. Lo stesso risultato si è ripetuto nelle analisi che hanno seguito i dibattiti successivi quando un freddo e professionale Kerry “impone” i suoi a un Bush sulla difensiva che non riesce a sfoderare sino in fondo temi della guerra al terrore. Bisogna tornare indietro di qualche mese l’arma memoria per ricordare come siano stati proprio i “media” a portare con la la battaglia più dura contro il Presidente in carica. Basta pensare a avanti quanto si sono spesi in favore del candidato Democratico (o, più propriam contro quello Repubblicano) personaggi di rilievo internazionale ente, Springsteen o Eminem che gira addirittura un video in odore dicome spot anti-Repubblicano. O, ancora, ricordare l’endorsement dei più autorevo quotidiani statunitensi e, ancora, non sottovalutare il peso di MoveOnli movimento della società civile pacifista che attraverso Internet ha raccolto, circa due milioni di aderenti, un numero impressionante per un Paese che aveva raggiunto picchi di apatia politica senza precedenti. Cosa è successo allora? Cosa non ha funzionato o ha provocato un cortocircuito nella complessa macchina mediale statunitense? Forse, con queste elezioni anche finita un’epoca in cui si poteva sostenere con confortante tranquilli è tà che i media, se non determinanti per l’esito politico di un partito o candidato, erano comunque in grado di rappresentare gli umori, la di un della società civile nelle moderne democrazie occidentali. In questopancia non solo la televisione ha restituito un’immagine distorta della caso, società civile americana ma neanche è stata in grado di mantenere le “promess e elettorali” della vigilia. Pur con i dovuti distinguo, un caso non molto dissimile da quanto accaduto in Italia nelle ultime elezioni europee quando il partito mediaticamente più forte ha dovuto registrare un’emorr agia di consensi elettorali (dati Mediamonitor - DISC 2004). Si tratta, ovviamen te, di un dato in questo momento secondario rispetto alla gioia dei vincitori e allo stile che, comunque, va riconosciuto agli sconfitti. Ma quando acque dell’America laica e di quella confessionale si saranno calmate le sarà necessario che su questo dato si promuova una seria riflessione. M e d ia e e le zi on i U S A L’eroe medio dell’America invisibile e le nuove dinamiche della comunicazione politica www.bazarweb.info bazar 12 2004 gerenza 63 HANNO COLLABORATO IN QUESTO NUMERO DI BAZAR: BAZAR Via Bradano 30, 00199 Roma [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE - Eugenia Romanelli [[email protected]] VICEDIRETTORE - Vera Risi [[email protected]] DIRETTORE ARTISTICO - Mara Codalli [[email protected]] Claudio Amendola Marcello Amoruso Agnese Ananasso Franco Andreucci Giulia Baldi Luca Beatrice Marco Begani Alessandro Benvenuti Ciro Bertini Matteo Bianchini Nancy Brilli Eva Buiatti Valerio Cammarano Giuliano Cangiano Luca Carboni Valeria Cecilia Claudio Coccoluto Marzia Di Mento Guido Dolora Pietro D’Ottavio Fabrizio Gianuario Caterina Gonnelli Andrea Lisi Enrico Lo Verso Mario Morcellini Andrea Mugnaini Oliva Muratore Fabio Murru Angelita Peyretti Roberto Pisoni Giulia Premilli Lorella Scacco Cristiana Scoppa Gabriella Serusi Chiara Spegni Studenti La Sapienza Chiara Tacconi Alberto Traversi www.bazarweb.info