® © AQUARISTICA Srl, Bologna ISBN 88-85178-07-3 Indice Introduzione - L’acquario di oggi Capitolo 1 - Una scelta di fondo: quale acquario? La posizione Acquario aperto o acquario chiuso ? Cos’è il filtro percolatore? Acquari chiusi Capitolo 2 - Una parola sull’illuminazione corretta Tubi fluorescenti di nuova generazione Capitolo 3 - L’acqua: come trattarla? Il trattamento organico dell’acqua L’importanza della circolazione dell’acqua Pulizia profonda dell’acqua Capitolo 4 - Il fondo e il riscaldamento in acquario La fertilizzazione: Plantalit Pronto AQ Plantalit Depot Plantalit Sistema Come funziona un fondo particolarmente efficiente Capitolo 5 - Perché coltivare piante in acquario? Come far crescere le piante in acquario Planta Plus per acqua di rubinetto Planta Basic per acqua di osmosi Planta 24 Cheiron® Activ Planta Primo per piante d’acquario Il carbonio Capitolo 6 - Pesci Attenti al pesce Gli “spazzini” dell’acquario Il mangime per i pesci Capitolo 7 - Fidarsi è bene, controllare è meglio Guida: L’installazione di un nuovo acquario punto per punto © Copyright: Aquaristica Srl - Bologna 1a edizione: maggio 2007 Testi: Kaspar Horst Progetto, grafica e DTP: Michael Prasuhn Traduzioni: Annalisa Nobile - Bologna Foto: Michael Prasuhn, Kaspar Horst, Horst Linke, Viero Amadei, Juwel, Rowa, Eheim. Disegni: Armando Dozza Kaspar Horst Aquaristica srl, Via Labriola 10-12 Editore: 40010 Sala Bolognese Stampa: SATE srl – Ferrara 22 3 4 4 4 6 7 8 9 11 12 13 15 16 17 17 18 18 18 20 21 21 21 22 22 23 24 25 27 28 30 32 Introduzione L’acquario di oggi L’acquario è un hobby non soltanto bello e dal sapore esotico, ma anche molto istruttivo. Il desiderio di possedere un acquario è grande, da sempre presente e sempre molto sentito. Il bisogno dell’uomo di avere in casa un pezzetto di natura che ricorda terre lontane può essere uno dei motivi di questa forte attrazione. Quando, più di 150 anni fa, i primi acquari apparvero in Europa, vennero considerati come strumenti di istruzione popolare. In effetti, grazie a questo hobby, centinaia di migliaia di acquariofili hanno acquisito ed approfondito le proprie conoscenze in molti campi scientifici, traguardo che non avrebbero mai raggiunto senza il loro acquario. Tra le discipline che l’acquariofilo deve costantemente affrontare e in cui, quindi, ha un continuo apprendimento, possiamo citare la biologia dei pesci e delle piante, la chimica dell’acqua, la fisica in molteplici forme, la geografia e lo studio dei biotopi, l’osservazione sul campo delle barriere coralline, la fotografia e la ripresa cinematografica, la letteratura e la preziosa elaborazione dei dati al computer. Questo nostro “Acquario Navigator” fornisce le cognizioni di base sui principali processi che avvengono in acquario e così, proprio come un normale navigatore, conduce al successo nella gestione dell’acquario, indicando la via più breve e sicura. Esso fornisce una panoramica sintetica della grande varietà di prodotti che rendono l’acquariofilia semplice e agevole donando agli acquariofili la gioia di questo hobby. Si parla, per esempio, di mobiletti in stile moderno, di lampade per un’illuminazione efficace per acquari d’acqua dolce e marini, di tanti prodotti per la cura dei pesci e dell’acquario in generale. Tra questi anche gli strumenti di controllo e misurazione, per verificare e regolare i componenti chimici dell’acqua, come la durezza, il valore pH ed altri parametri essenziali. Speriamo, con queste poche righe, di avere suscitato la vostra curiosità e di avervi convinti ad osare il salto in un hobby interessante e meraviglioso. Il vostro negoziante di fiducia saprà consigliarvi ed aiutarvi. 33 Una scelta di fondo: quale acquario? 1 2 poteva solo sbirciare da sopra quando si sollevava la copertura. Pro e contro degli acquari chiusi e aperti mobili triangolari per arredare un angolo del soggiorno. Naturalmente tutti gli acquari qui proposti hanno la garanzia di una struttura solida e di una lavorazione a regola d’arte. La Posizione Prima di acquistare un acquario è necessario pensare al luogo giusto in cui si intende installarlo. La scelta della posizione determina le dimensioni dell’acquario, quanto questo possa o debba essere lungo, profondo, alto. Essenziale nella scelta è l’assoluta sicurezza: la resistenza del pavimento, l’incidenza della luce solare, la vicinanza di una presa di corrente. E chi poi avesse lì vicino anche un collegamento all’impianto idrico, avrebbe tutte le condizioni ideali per la sistemazione di un acquario. Nelle dimensioni standard, da 60 a 600 litri, si può contare oggi su un’ampia offerta di vasche, di ogni forma e con molte alternative: con o senza gruppo illuminazione, che può essere integrato o applicato, con filtri interni di tutti i tipi o con filtro esterno. Ed infine il mercato degli acquari offre anche sistemi completi, pronti per la messa in esercizio, sia nel marino che nel dolce. E non è tutto. In questo manuale potrete trovare anche acquari con vetro anteriore ricurvo, acquari e 4 Acquario aperto o acquario chiuso? Un’altra decisione aspetta l’esordiente acquariofilo: optare per un acquario chiuso (1), con coperchio superiore, oppure preferire un acquario aperto? (2) Quando più di 150 anni fa l’acquario fece il suo ingresso nel soggiorno di casa, trovò posto in genere vicino alle finestre, in quanto la luce del giorno era l’unica fonte di illuminazione. Il falso papiro (Cyperus alternifolius), la coda di lucertola (Saururus) e le Sagittarie crescevano fuori dall’acquario e sulla superficie dell’acqua fiorivano le ninfee, per esempio N. humboldtiana. I primi acquari, quindi, erano acquari aperti. Quando poi vennero introdotte le calotte di copertura con i tubi fluorescenti, molte piante acquatiche e palustri, vennero sfrattate, rinunciando così anche alla loro fioritura in superficie. La vista dall’alto era impedita, e l’acquario si 1 Vantaggi dell’acquario aperto: Visione globale e libero accesso all’acquario; il mangime si somministra senza problemi; nessuna copertura ostacola l’incidenza della luce; fiori e getti possono svilupparsi liberamente sopra lo specchio dell’acqua. Svantaggi dell’acquario aperto: L’acqua evapora più rapidamente, rendendo necessari rabbocchi più frequenti, meglio se con acqua di osmosi; non tutti i pesci sono adatti:alcuni possono saltare fuori. Vantaggi dell’acquario chiuso: L’evaporazione dell’acqua è limitata, quasi assente; i pesci non possono saltare fuori dall’acquario. Svantaggi dell’acquario chiuso: Visione parziale dell’acquario; viene a mancare il contatto diretto con piante e pesci; la somministrazione del mangime è più difficoltosa. Gli acquari in dettaglio Tra le tante alternative che vengono proposte vorremmo presentarvi alcuni acquari: AquaLand Kompact 104 Questo acquario (3), con dimensioni cm 48x45x48h, ha una capacità lorda di 104 litri. Comprende un fil- 3 5 quario. Per questo il filtro percolatore più efficace è quello che offre ai batteri la superficie più vasta, un vero paese della Cuccagna per i bat- 4 teri che possono trarre nutrimento dall’acqua che attraversa il filtro, mantenendola pulita. Acquari chiusi Naturalmente anche per gli acquari chiusi troviamo una grande varietà di modelli e colori proposti. Le foto mostrano alcuni esempi. TRIGON 190 - Acquario ad angolo con frontale curvo, cm 99x70x60 su mobile alto cm 73. Completo anche di illuminazione sistema T5. LIDO – Acquario a colonna di cm 61x41x58 = ca. 120 litri su mobile alto 73 cm. L’acquario è completo di filtro biologico interno con illuminazione sistema T5. 5 tro biologico con spugne filtranti e spugne Rowaphos, Carbo, integrato con Minikaskade, termoriscaldatore Jäger e pompa Eheim. A coronamento, la plafoniera AQ Mini LitON, dotata di 3 lampade T5/PL 3x36 W. AquaLand Ko mpact 240 Questo acquario (4), con dimensioni cm 92x52x52h, ha una capacità lorda di 240 litri. E’ dotato di filtro biologico, completo come nel 104, composto da 2 litri di Minikaskade, una pompa Eheim da 1000 l e la splendida plafoniera AQ LitON Bridge 4x39 W con tubi HI-Lite T5 da 39W. AquaLand con filtro percolatore Ecco una proposta per i più esigenti: gli acquari delle serie AquaLand 240 e AquaLand 340. AquaLand 240 ha dimensioni 92x52x52 cm (248 litri), mentre AquaLand 340 misura 120x52x55 (340 litri). Entrambi gli acquari sono completi di filtro percolatore (5) con 6 Biokaskade, pompe Eheim e spugne filtranti. Disponibile kit option per riscaldamento del fondo Thermik Set e kit CO2 AQ. Co s’ è i l f i l tr o per c o l at or e? Il principio del filtro percolatore, noto fin dagli albori dell’acquariofilia per la sua efficacia e funzionalità, oggi, grazie alla continua ricerca, ha raggiunto traguardi di assoluto rilievo. Il principio è il seguente: su una struttura particolarmente sviluppata, nel nostro caso le cosiddette Biokaskade, l’acqua scorre costantemente. Sul corpo delle Biokaskade sono insediati diversi batteri molto attivi. Si tratta di batteri eterotrofi e batteri nitrificanti. In un filtro percolatore vivono in genere miliardi di batteri; si nutrono dei prodotti di scarto e dei residui di mangime presenti nell’acqua dell’acquario, ma anche di composti dell’azoto, come nitrati, nitriti ed ammoniaca e di tutti i germi che inquinano l’acqua e l’ac- SCUBALINE 100 - Acquario di linea moderna, bicolore, nelle lunghezze di 80, 100, 120, 130 cm. Il suo mobile può ospitare qualsiasi tipo di filtro ed accessorio. VISION 450– Acquario speciale con frontale curvo, cm 151x61x64 su mobile alto cm 80. Completo anche di illuminazione sistema T5. 7 Una parola sull’illuminazione corretta 2 3 di quello fuori dall’acqua. Non più, quindi, 12 ore, ma al massimo 10 ore si possono considerare per l’accensione delle luci. In acquario questa osservazione è interessante non solo dal punto di vista ecologico, ma anche economico. Presentiamo di seguito una panoramica degli impianti luce sviluppati sulla base delle più recenti osservazioni. Per un approfondimento sugli ultimi sviluppi in campo illuminotecnico, consigliamo la lettura dell’articolo pubblicato su Aquarium oggi 1/06 pag. 45. 1 La luce fornisce l’energia necessaria alla fotosintesi, il processo che governa il metabolismo delle piante. In acquario, inoltre, il sistema d’illuminazione contribuisce a riprodurre le condizioni più adatte per i pesci. La nuova tecnologia T5/T8 ha rivoluzionato i sistemi di illuminazione per l’acquariologia. E’ stata sviluppata per fornire a tutti gli acquari, aperti e chiusi, d’acqua dolce e marini, le migliori condizioni d’illuminazione, che ormai, possiamo dire, sono molto vicine a quelle dei biotopi naturali. Nella scelta dell’impianto d’illuminazione è sufficiente che l’acquariofilo consideri la grandezza, e soprattutto l’altezza, della vasca e determini la durata di accensione luci giornaliera. Le seguenti osservazioni possono essere d’aiuto: il giorno tropicale ha in media una durata di 12 ore esatte. Esistono solo lievi oscillazioni, nell’ordine di qualche minuto, dovute alle stagioni, in base alla vicinanza del biotopo all’equatore. Nel trasferire questo dato in acquariologia, occorre, tuttavia, tenere conto di alcuni fattori presenti nei biotopi naturali. Innanzitutto va detto che i corsi d’acqua, vuoi per il passaggio di nubi, vuoi per l’ombra della vegetazione circostante, non sono esposti alla luce del sole tutto il giorno. Inoltre, dal punto di vista dell’ecosistema, è molto significativa la dipendenza dell’irradiazione dall’angolo di incidenza e da quello di rifrazione della luce solare. Più basso è il livello del sole, più alta è la perdita per riflessione. Secondo W. Schmidt con un angolo d’incidenza di 70° la perdita è già del 13,5%, a 80° del 35% e a 90°, quando i raggi sono paralleli alla superficie dell’acqua, tutta la luce viene riflessa. Da questo deriva la condizione ecologica per cui nelle zone tropicali il giorno sott’acqua è essenzialmente più breve Tubi fluorescenti di nuova generazione La qualità delle polveri di fosforo ha un effetto diretto sulla quantità di luce emessa, la sua qualità e la durata di vita attiva dei tubi stessi. 4 5 2 6 8 9 3 L’acqua: come trattarla? 7 E’ quindi molto importante valutare questi fattori, quando si acquistano nuove lampade per il proprio acquario. Nella foto 4 un programma di lampade con fosfori A1 con una vita attiva fino a 15.000 ore di funzionamento, nelle miscele di colori più adatte all’acquario, come da spettri luminosi (foto 5 e 6). Inoltre un buon riflettore convoglia tutta l’emissione luminosa verso il basso. Nella foto 7, per esempio, lo speciale riflettore HI-Lite nell’esclusiva forma ad ala di gabbiano. Queste lampade offrono un risparmio energetico fino al 60%, che raddoppia quando sono usate in abbinamento al riflettore HI-lite. Sistemi di illuminazione per acquari aperti La nuova tecnologia T5 ha reso possi- bile lo sviluppo di sistemi di illuminazione, da appendere al soffitto o da appoggiare all’acquario, in grado di illuminare efficacemente vasche relativamente profonde. Le basse temperature d’esercizio e lo studio accurato della dispersione del calore consentono anche l’abbinamento di diversi corpi illuminanti in molte potenze e lunghezze: tutto T5, T5 + 1 oppure 2 oppure 3 HQI, 150W oppure 250W. Esiste anche la possibilità di dimmerare le lampade per un’accensione progressiva con curva d’accensione standard oppure programmata attraverso un computer per acquario. Oggi le lampade Liton sono prodotte interamente in alluminio e garantite per qualsiasi applicazione. Nelle foto una panoramica di alcuni modelli e particolari di applicazioni su vasche aperte. 1 2 inversa per trattenere durezza, sostanze organiche e inorganiche. L’acqua ottenuta può essere poi eventualmente trattata con resine a scambio ionico, in grado di eliminare quanto rimasto e dare così acqua totalmente pura. L’acqua così trattata non risponde però più allo schema fisso che i limnologi chiamano “concentrazione di ioni standard”. Gli ultimi sviluppi hanno, tuttavia, consentito di “inventare” una miscela che, disciolta nell’acqua d’osmosi, ripristina il vitale equilibrio ionico standard. Questa miscela non ha nulla in comune con i normali arricchitori di durezza: contiene, infatti, una gamma completa di minerali (calcio, magnesio, potassio, sodio, carbonato, solfato, clururi, ecc.) in rapporto costante tra loro, come avviene nelle acque tropicali, anche 3 In acquario l’acqua è l’elemento più importante. Spesso si utilizza per l’acquario l’acqua così come sgorga dal rubinetto o dal pozzo di casa, senza curarsi della sua qualità, se sia dura o tenera, e senza chiedersi se possa contenere sostanze nocive. Non c’è da meravigliarsi se in tale acqua qualche pesce tropicale non si trova proprio a suo agio. Ma ora anche nel trattamento di acqua per acquario si sta lentamente affermando una pratica comune che gli acquariofili più esperti attuano già da molto tempo. Consiste nel far passare l’acqua, prima dell’uso, attraverso un apparecchio in grado di utilizzare la tecnica dell’osmosi 10 4 11 8 5 quando si varia la concentrazione. In pratica si produce per prima cosa un’acqua pura con tutti i valori a zero, a cui è poi possibile aggiungere le relative sostanze, fino a produrre l’acqua di biotopo desiderata. Di base, per esempio, una dose di Nativa Basic (5) disciolta in 20 litri d’acqua d’osmosi consente di ottenere KH 3, GH 1,5, µS 135 in equilibrio standard ionico. I vantaggi di questa scoperta sono perfettamente descritti nel trattato del Prof. Bayer pubblicato su Aquarium oggi 3/2004 e ripreso successivamente in altri articoli di Kaspar Horst, al quale si deve la messa a punto di questa miscela. Il risultato più eclatante è indubbiamente il successo riproduttivo, mai raggiunto prima, di specie ittiche “difficili”, a testimonianza di un ambiente più idoneo. Il trattamento organico dell’acqua Il trattamento organico consiste, come prima cosa, nell’introduzione 6 in acqua di gruppi selezionati di batteri molto attivi, che si occupano della decomposizione dei prodotti di scarto. Le sostanze nocive sono soprattutto legate ai residui di processi metabolici dei pesci e ai carichi organici presenti nell’acquario. Per questo processo di decomposizione sono necessarie diverse famiglie di batteri. In un acquario ben attivato i diversi gruppi di batteri lavorano in armonia, applicando un vero gioco di squadra. La situazione è grigia, invece, quando i batteri a cui compete la decomposizione dei nitriti non sono ancora presenti in numero sufficiente: i nitriti si accumulano e il loro livello in acquario aumenta. A partire da 0,5 mg/l di NO2 la situazione diventa preoccupante mentre 2,0 mg/l diventano letali. E’ quindi necessario prevedere già nell’acqua di allestimento iniziale l’aggiunta di un preparato come il Bactiva(6) che contiene gruppi di batteri vivi ed avvia/ottimizza la nitrificazione. Sempre in fase di allestimento del- 9 l’acquario, è possibile (ed opportuno) tramite AquaDigest (7) introdurre anche i batteri eterotrofi, assolutamente necessari per degradare i composti del carbonio (es: escrementi, resti di mangime ed altre sostanze inquinanti). Ma non è tutto. All’acqua pura di partenza è possibile aggiungere anche altre sostanze, presenti nelle acque tropicali grazie al contatto con l’ambiente circostante (piante, alberi, radici). Si tratta, per esempio, di aminoacidi, di acidi umici e fulvici, ma anche di pectina, enzimi ed altre sostanze. La somministrazione in acquario può essere effettuata utilizzando Bio.logica (8), il vero biocondizionatore ad ampio spettro in grado di rendere l’acqua accogliente come nei biotopi naturali. Grazie alle sue sostanze organiche in grado di esercitare un’azione battericida, questo prodotto agisce da vero e proprio scudo protettivo prevenendo, tra l’altro, le infiammazioni della pelle e delle pinne. Perfino dall’estrazione di materiali fossili simili ai componenti delle acque scure tropicali si ricava un prodotto utile da aggiungere all’acqua di partenza: Bio.humina(9). Si tratta di un protettivo naturale dei pesci con proprietà anti-infiammatorie in grado di favorire la cicatrizzazione di lesioni cutanee e ferite. Utile anche nelle riproduzioni per difendere le uova. L’importanza della circolazione dell’acqua In acquario la circolazione dell’ac- 10 7 12 13 11 12 13 l’acqua dell’acquario, piovana o del rubinetto, le sostanze indesiderate che altrimenti porterebbero ad un progressivo peggioramento dell’acqua. Appartengono a questa categoria sostanze umiche, urea, sostanze gialle e maleodoranti e in ogni caso i residui di medicinali, nonchè pesticidi, erbicidi, insetticidi e fenoli. Tali sostanze, in acquario, ostacolano anche l’incidenza della luce, riducendo di conseguenza il potere di assimilazione delle piante. Il difficile compito di eliminarle può essere portato a termine solo da un carbone attivo dalle prestazioni elevate. Carbo (14) specifico per l’utilizzo in acquariofilia, è prodotto da carbone fossile privo di cenere sottoposto a lavaggio intensivo per eliminare il più possibile le polveri. È costituito da granuli cilindrici del diametro di circa 1 mm, in grado di sviluppare una superficie attiva di 550.000 mq per litro e di trattenere le sostanze indesiderate senza tornarle a cedere. Carbo è pronto per l’uso, già contenuto nel sacchetto di rete: basta posizionarlo nel filtro o anche direttamente nella vasca, in un punto con buona corrente. L’uso del carbone provoca la rimozione anche delle sostanze nutritive essenziali: in acquario d’acqua dolce occorre reintegrarle con Bio.logica e Planta 24. qua assolve molteplici funzioni. In particolare, essa consente il mantenimento della stessa temperatura in tutti gli strati e la depurazione dell’acqua attraverso il batteri del filtro. Inoltre molti pesci, soprattutto quelli che vivono in branchi, amano nuotare a forte velocità nella zona più superficiale, dove la corrente è più forte. Infine, una buona movi- 14 mentazione dell’acqua assicura un costante ricambio d’acqua nelle dirette vicinanze delle foglie delle piante. In tal modo si realizza un costante apporto alle foglie di sostanze nutritive sempre nuove e un allontanamento delle sostanze organiche di scarto che le foglie stesse eliminano. Nella foto 10 un ruscello tropicale dove l’acqua scorre lentamente, assicura un costante ricambio di sostanze nutritizie alle piante. Le foto 11,12 e 13 illustrano esempi di filtri esterni sempre più pratici e pompe compatte di nuova generazione. 14 Pulizia profonda dell’acqua Talvolta è necessario adsorbire dal- 15 Il fondo e il riscaldamento in acquario (1)Fondo di un ruscello tropicale con Cryptocoryne. Qui i fondali possono essere molto vari, vi si trovano stati d’aggregazione diversi, da ghiaioso-sassoso a ghiaioso-argilloso, sabbioso, fangoso, fino a paludoso. (2)Durante le operazioni di sradicamento, si sollevano mulinelli di terriccio ferroso dal fondo del ruscello tropicale. (3)Apparato radicale di Cryptocoryne albida in un biotopo naturale nella Thailandia meridionale. 4 1 In acquario il fondo non ha solo il compito di ospitare e sostenere le piante; nel fondo hanno luogo anche processi chimici che rivestono un’enorme importanza per l’intero sistema. Quanto detto si può osservare chiaramente nei biotopi naturali, nelle acque originarie delle piante d’acquario. Qui i fondali possono essere molto vari: vi si trovano stati d’aggregazione diversi, da ghiaioso-sassoso a ghiaiosoargilloso, sabbioso, fangoso, fino a crescono le piante. Qui di nuovo precipita ad opera dell’ossigeno presente nell’acqua, si accumula sul fondo, dove si forma un deposito di ferro e oligoelementi. In acquario è necessario ricreare questo processo. Per molti anni è stata utilizzata laterite originale proveniente dai paesi tropicali. Tuttavia, l’esperienza insegna che non tutti i tipi di laterite messi in commercio erano “vera” laterite; spesso si trattava di semplice “ghiaia” non adatta, se non addirittura di bauxite, anch’essa di colore rosso, che viene utilizzata come materia prima per l’estrazione di alluminio e, proprio per l’elevato contenuto di questo metallo, in acquario ha un effetto quasi tossico. paludoso. Ma tutti presentano una caratteristica comune: un elevato contenuto di ferro. L’alto livello di ferro nelle acque tropicali ha la sua origine nei suoli rossi di laterite, presenti solo nelle regioni tropicali, la cui colorazione rossa deriva appunto dal contenuto ferroso molto elevato. In condizioni anaerobiche (carenza di ossigeno) il ferro stabilmente legato si libera, arricchendo l’acqua freatica e giungendo così anche nei ruscelli, dove La soluzione: Plantalit Come deve essere allora il fondo? In pratica, quello che serve in acquario è un substrato efficace ed affidabile, che non contenga calcare (durezza), nè spigoli vivi (pericolosi per i barbigli dei pesci di fondo), in grado di offrire un sostegno per le piante e di fornire tutti gli oligoelementi, oltre al ferro, in quantità sufficiente. Aquaristica propone un sistema del fondo, simile all’originale laterite tropicale, capace di soddisfare tutti questi requisiti, inclusa una colorazione rosso-bruna che risulta anche decorativa per l’acquario. Questo sistema, denominato Plantalit (4), comprende i seguenti prodotti: Plantalit Mix Substrato fertilizzato pronto per l’uso, contenente tutti i nutrienti necessari ad un sano sviluppo delle piante dell’acquario. La sua formula garantisce una lenta e continua cessione del ferro. Sciacquare brevemente prima dell’uso, distribuire sul fondo uniformemente e spargere sulla sua superficie la dose prevista di stimolatore per la crescita delle radici. Ricoprire con un quantitativo almeno doppio di materiale di fondo tipo Pronto AQ, quarzo puro naturale oppure ceramizzato, grana 2-3 mm. Plantalit Base Substrato concentrato nella granulometria 2-5 mm, pronto per l’uso, contiene già tutti i nutrienti necessari per un sano sviluppo delle piante dell’acquario. Usato come unico materiale, Plantalit Base svolge anche la funzione di stabilizzare il pH e di depurare l’acqua mantenendola cristallina a lungo. Il suo colore caldo e naturale consente allestimenti di grande impatto estetico e di qualsiasi stile. Da usare anche in acquari già allestiti come integrazione del fondo. Pronto AQ Ghiaini di quarzi purissimi di varie granulometrie, in materiali naturali o colorati tramite ceramizzazione atossica, selezionati per l’allestimento/completamento del fondo dell’acquario. I materiali di fondo Pronto AQ (foto 5 e 6) sono stati lavati ed essiccati: sono quindi pronti per l’uso previo un breve risciacquo. 2 3 5 4 6 16 17 correnti verticali ed orizzontali permanenti. 9)Schema della circolazione dell’acqua nel materiale di fondo. In natura il flusso orizzontale e verticale imitato in acquario tramite il cavetto riscaldante sul fondo. 10)Seguendo un principio fisico, l’acqua riscaldata dal cavetto del fondo sale verso l’alto e porta con sé l’ossigeno ed i nutrienti elaborati nel fondo. 7 Per l’allestimento di un fondo per acquario si procede in questa sequenza: si fissa prima il cavetto a bassa tensione ordinatamente sul fondo dell’acquario per mezzo di apposite ventose, si distribuisce sopra il materiale fertile da fondo Plantalit Mix con i suoi speciali batteri, si ricopre con quarzo naturale oppure ceramizzato od eventualmente nella zona delle piante di primo piano si usa Plantalit Base. 9 Plantalit Depot Riserva di fertilizzazione del fondo a lenta cessione. Prodotto con lo stesso materiale del Plantalit Base, la sua introduzione in acquario è resa più efficace dalla forma piramidale che consente di inserire questa riserva di fertilizzante in profondità in acquari già allestiti o quando si rende necessario rinnovare il fertilizzante sul fondo. Plantalit Depot (7), con la sua forma a piramide, si inserisce con precisione nel punto dove è richiesta una fertilizzazione supplementare. Plantalit Sistema In abbinamento con un sistema di riscaldamento del fondo, Plantalit riproduce anche il flusso naturale dell’acqua freatica. Per legge fisica l’acqua calda sale verso l’alto, riscal- da l’acqua dell’acquario e determina il conseguente apporto di ossigeno al substrato, prevenendo così lo scurimento del fondo. Come funziona un fondo partico larmente efficiente Per rendere il fondo in acquario efficiente allo stesso modo del fondo dei biotopi naturali tropicali, utilizziamo un sistema di riscaldamento, ovvero posizioniamo sopra il fondo dell’acquario un cavetto riscaldante a basso voltaggio. In pratica succede quanto segue: mediante il riscaldamento noi riproduciamo una corrente sul fondo che, per legge fisica, procede dal basso verso l’alto. In questo modo il fondo riceve un regolare apporto di ossigeno, e non si formano zone morte. In natura questo processo ha luogo grazie a 10 8 11 8) Già i primi acquari di oltre 100 anni fa erano dotati di riscaldamento attraverso il fondo: ecco un acquario con le caratteristiche “gobbe” nel fondo sotto le quali venivano collocati i bruciatori Bursen. 18 11) Un moderno acquario con sistema di riscaldamento del fondo. 19 5 6. Le piante sono rifugio e luogo di deposizione Un’altra importante funzione delle piante d’acquario è quella di offrire protezione ai pesci più piccoli. Inoltre, le piante sono il luogo preferito di molti pesci per la deposizione delle uova. E ancora: sugli steli e sulle foglie delle piante d’acquario vivono piccoli animali di cui i pesci possono cibarsi con facilità. Ergo, le piante vive in acquario sono insostituibili. Perchè coltivare piante in acquario? 1 Considerati i molteplici problemi connessi alla coltivazione delle piante in acquario che gli acquariofili si trovano ad affrontare, non c’è da stupirsi se almeno una volta affiora un drastico pensiero: perché non usare piante di plastica, che spesso sono, nell’aspetto, sorprendentemente simili a quelle naturali? Niente di più sbagliato! Le piante vere, quelle vive (1), adempiono a tutta una serie di funzioni essenziali, vitali per i pesci e per l’acquario nel suo complesso, che le piante artificiali non possono in alcun modo espletare. Ecco le funzioni più importanti delle piante d’acquario “vere”: 1. Le piante forniscono ossigeno Questa è la funzione più evidente delle piante. Con una buona illuminazione esse liberano, senza posa, ossigeno nell’acqua e perfino nel substrato. L’ossigeno viene ceduto all’acqua principalmente disciolto, ma in caso di saturazione si possono anche vedere le bolle fini di ossigeno che salgono verso la superficie (2). 2. Le piante eliminano materiale di scarto Le piante assorbono sostanze che vengono espulse in grande quantità derivanti dal metabolismo dei pesci. Si tratta soprattutto di composti azotati e fosfati. La mancata decomposizione di queste sostanze provoca la tanto temuta crescita di alghe. 3. Le piante prevengono la crescita delle alghe Un acquario ricco di piante è la migliore prevenzione contro le alghe. Nella lotta per le sostanze nutritive le piante acquatiche sono perfino in vantaggio. A patto natu- 20 2 ralmente che la loro crescita sia sana e vitale. 4. Le pi an te e li m in an o s os ta n ze tossiche E’ scientificamente provato che le piante acquatiche sono in grado di eliminare sostanze dannose, come acido salicilico, acido fenico e vari detersivi. 5. Le piante offrono ai batteri una superficie di lavoro In acquario i batteri svolgono un compito quasi invisibile e tuttavia molto importante: essi trasformano e scompongono incessantemente legami chimici pericolosi per l’acquario e per i suoi abitanti. Per fare questo hanno bisogno di molto spazio, che viene loro offerto soprattutto dalle piante che crescono fitte nell’acquario. Come far crescere le piante in acquario Non è compito di questo opuscolo presentare un catalogo delle piante d’acquario, ma vorrei dirvi qualcosa su come assicurare loro una crescita sana e vitale. Abbiamo fin qui parlato di fondo, di luce, di trattamento organico dell’acqua. Ora affronteremo il tema di come coltivare correttamente le piante in acquario. Fondamentalmente in acquario usiamo sia acqua del rubinetto sia acqua d’osmosi. Tra i due tipi di acqua esiste una grande differenza per quanto riguarda il contenuto di minerali. L’acqua di rubinetto contiene cationi bivalenti, soprattutto calcio e magnesio, in grande percentuale, mentre è carente, se non priva, di cationi monovalenti, p.es. il potassio, sostanza nutritiva importantissima per le piante. L’acqua osmotica, invece, è assolutamente priva di minerali. Entrambe sono inadeguate per la crescita delle piante. Nelle acque naturali di tutto il mondo è stata appurata, su basi scientifiche, una cosiddetta “concentrazione di ioni standard”, ovvero si è constatato una forte similitudine nel rapporto reciproco tra gli ioni disciolti nell’acqua (GESSNER, Hydrobotanik Vol. I). Tale concentrazione non si riscontra nelle acque di rubinetto o osmotiche. In entrambi i casi, per ottenere una buona crescita delle piante, occorre prendere opportuni provvedimenti. Aquaristica ha affrontato questo problema e propone le seguenti soluzioni: Planta Plus per acqua di rubinetto Si potrebbe definire questo prodotto un fertilizzate di bilanciamento o fertilizzante integratore (3). E’ costituito da quei componenti che mancano all’acqua di rubinetto, mentre è privo di quei minerali che in genere vi abbondano, come ad esempio calcio, magnesio, calcare, ecc. Necessariamente aumenta il contenuto di sali nell’acqua, come rivela anche l’elevata conducibilità. Molti pesci provenienti da biotopi ad acque tenere non tollerano un livello di sali così elevato, per questo io consiglio essenzialmente di 3 lavorare in parte o totalmente con acqua osmotica per avvicinarsi il più possibile ai biotopi naturali dei pesci e delle piante ospitati in acquario. Usare una compressa di Planta Plus ogni 20 litri al primo allestimento con acqua di rubinetto e ad ogni cambio d’acqua, quando si usa quella di rubinetto. Planta Basic per acqua di osmosi Planta Basic (4) contiene l’intera gamma di minerali di base per acquari con piante, da utilizzare con acqua pura, come acqua di osmosi o distillata. Si tratta di una miscela brevettata di minerali secondo la concentrazione di ioni standard di GESSNER, e precisamente calcio, magnesio, potassio, sodio, solfato e cloruro in un rapporto sempre uguale a quello riscontrato nei biotopi ad acqua tenere del Sud America, dell’Asia e in altre acque d’origine di pesci e piante. Planta Basic contiene, inoltre, una porzione giornaliera di tutte le sostanze nutritive ed oligoelementi necessari alle piante. La somministrazione di tali sostanze viene integrata nei giorni successivi con Planta-24. Una dose di Planta Basic in 20 l d’acqua d’osmosi produce un’acqua d’acquario bilanciata con KH 3, GH 1,5, µS 135, Fe 0,1. Aumentando la concentrazione è consigliabile fare uso anche del Nativa Basic per mantenere inalterato il valore del ferro. Planta Basic viene utilizzato all’allestimento di un nuovo acquario e nei cambi d’acqua, in base alla quantità di acqua d’osmosi aggiunta. 4 21 Planta-24, oligoelementi per tutti i tipi di acqua Planta-24 è un fertilizzante giornaliero in forma liquida adatto a tutte le piante d’acquario in acquari d’acqua dolce. Planta-24 contiene una ventina di oligoelementi, compresi ferro e manganese, che le piante assumono in piccolissime quantità ogni giorno. Non è possibile somministrarle in quantità maggiori (costituendo una riserva), poiché in quel caso potrebbero avere effetto tossico. In Planta-24 gli oligoelementi sono legati a moderni vettori di sostanze nutritive (chelatori) che li mantengono in soluzione impedendone la cristallizzazione e la precipitazione. Il rapporto reciproco tra gli oligoelementi è risultato da anni di ricerche condotte nei biotopi naturali e provato in numerosi esperimenti. Planta 24 Cheiron® Activ E’ di questi giorni il varo di una grande evoluzione per questo prodotto: “Planta 24 formula Cheiron® Activ”. Perché? Negli anni i batteri hanno imparato a sfruttare l’EDTA come fonte di nutrimento, mentre nella nuova formula è contenuta una miscela di nuovi chelatori in grado di superare i limiti di 40 anni di adattamento. Il nutrimento giornaliero Planta 24 ora è molto più efficace e costante, come il test del ferro nuovamente mostrerà. In abbinamento con Planta Basic e Planta Plus, Planta-24 integra e completa in modo ideale la serie di fertilizzanti per piante d’acquario coprendo il loro fabbisogno di sostanze nutritive per 24 ore. Il dosaggio di Planta 24 è di 1 goccia al giorno ogni 50 litri di acqua dell’acquario. Questo vale come regola generale. Siccome il reale fab- bisogno di oligoelementi dipende da vari fattori (luce, massa vegetale, CO2), il dosaggio esatto si ottiene controllando di tanto in tanto il contenuto di ferro, che nelle ore serali dovrebbe essere ancora tra 0,01 e 00,5 mg/l. Planta Primo per piante d’acquario Negli acquari ad acqua tenera (acqua di osmosi) esiste un problema di partenza: fin dall’inizio è necessario somministrare alle piante composti a base di azoto, sostanza nutritiva di base, e di fosforo. Sebbene siano abbondanti nell’acqua di rubinetto (per l’acquario troppo abbondanti), questi composti vengono trattenuti nel processo di depurazione tramite osmosi inversa ed eliminati. In generale, in acquario non c’è carenza di composti di azoto e fosforo, prodotti in quantità sufficienti dai processi metabolici dei pesci sotto forma di ammoniaca e fosfati. Ma solo quando i batteri sono sufficientemente maturi riescono a trasformare gli scarti dei processi metabolici in sostanze nutritive azotate, fosfato e potassio. In genere occorrono parecchi giorni; per questo è consigliabile dare alle piante appena introdotte un aiuto iniziale. Per l’avviamento dell’acquario Aquaristica propone l’uso oculato di Planta Primo A + K che fornisce alle piante le principali sostanze nutritive di cui hanno bisogno. Questo evita una stasi nella crescita nel delicato periodo di avviamento e finché il sistema acquario non sia in grado di produrre da sé queste sostanze. Il controllo di nitrati e nitriti è utile per osservare questo interessante processo. Quando il test di nitrati dà risultato positivo, l’uso di Planta Primo A va interrotto. Molto interessante e di grande sod- 5 disfazione troverete anche il flacone di Planta Primo K, un integratore di potassio da somministrare alle piante quando si riscontra una carenza di questo elemento: l’ingiallimento delle foglie, nonostante un apporto abbondante di ferro è un chiaro sintomo. Il carbonio Non si può fare a meno, anche in un piccolo opuscolo come questo, di spendere due parole per il carbonio. Per tutte le piante della terra il carbonio è la sostanza nutritiva più importante dal punto di vista quantitativo e questo vale anche per le piante acquatiche. Le piante emerse assumono il carbonio dall’anidride carbonica (CO2) presente nell’aria. Per esse questa è l’unica fonte possibile. Le piante acquatiche hanno, invece, maggiori opportunità: 1 si servono sia dell’anidride carbonica “libera” (CO2), come fanno le piante emerse, sia di quella disciolta in acqua in forma gassosa, sia della CO2 presente nell’aria (quando l’apparato fogliare si trova a contatto con l’aria: es. la parte superiore di foglie galleggianti oppure foglie fuoruscite dall’acqua). 2 attingono dal carbonio “liquido”, ovvero l’acido carbonico, 3 utilizzano il carbonio “legato” presente nei carbonati. Siccome le alternative 2 e 3 in acquario sono alquanto complicate, nella pratica acquariofila si è affermata l’alternativa 1. In questo modo, oltre all’apporto di carbonio alle piante, regoliamo con la CO2 in forma gassosa anche il valore pH, quindi il grado di acidità dell’acqua. Per le piante che crescono sommerse il gas anidride carbonica (CO2) è la fonte di carbonio più gradita e più comoda. Tuttavia, se non viene somministrata di continuo, è una fonte che si esaurisce rapidamente, poiché oltre all’assunzione da parte delle piante, la CO2 nell’acqua ha la tendenza di raggiungere l’equilibrio con il contenuto di CO2 nell’aria, quindi ad evaporare lentamente dall’acqua. Diventa così spesso una sostanza carente e l’acqua diventa alcalina in base alla durezza carbonatica. E’ necessario, quindi, prodigarsi per un apporto costante. In commercio vengono oggi proposti moltissimi apparecchi per la somministrazione di CO2 nell’acqua dell’acquario. Si va dal metodo semplice con lievito e zucchero, che però non lavora in modo del tutto affidabile e stabile, fino ai sistemi completamente automatici, in grado di mantenere stabile il livello di CO2 e il valore pH per settimane. Sono composti essenzialmente da una bombola di CO2 (di varie dimensioni), un riduttore di pressione e un’elettrovalvola che, in collegamento con un apparecchio elettronico di misurazione e controllo, apre all’occorrenza la fonte di CO2, consentendo al gas di diffondersi tramite un cosiddetto reattore di diffusione o anche semplicemente tramite una pietra porosa. 6 22 23 6 Pesci 3 4 Anche in questo capitolo, come già nel capitolo riguardante le piante, preferisco evitare un mero elenco di nomi di pesci e spiegare, invece, a cosa è necessario fare attenzione nel popolamento di un acquario, affinché i pesci possano integrarsi al meglio con tutto il sistema. Anche in questo caso c’è l’imbarazzo della scelta e il difficile compito di fare quella giusta. Per prima cosa occorre considerare le dimensioni della vasca. E’ chiaro ad ogni acquariofilo che in un acquario piccolo non si possono allevare pesci troppo grandi, che discus e scalari devono essere ospitati in vasche da almeno 100 litri ed anche che l’abbinamento delle diverse specie deve essere affrontato con avvedutezza. Sull’argomento si possono trovare oggi molti libri, articoli su riviste specializzate e informazioni su internet. Da queste fonti si può imparare qualcosa sull’origine dei pesci, sulle temperature dell’acqua, la salinità (conducibilità), la durezza e altri parametri, fino alle analisi complete dei biotopi originali. Molto utile ed interessante sarà la lettura dei due articoli del dr. A. 1 Mancini pubblicati su Aquarium oggi 3/06 pag. 13 e 2/07 pag. 24. Nativa Basic si usa per la produzione di acqua per l’allevamento che ha la stessa composizione chimica dei biotopi originali. I dati di durezza e conducibilità vi aiutano a fornire all’acqua di osmosi, grazie all’impiego di Nativa Basic (o Planta Basic in acquario con piante), le medesime condizioni chimiche dei biotopi naturali. Basta aggiungere Nativa Basic o Planta Basic fino a raggiungere la conducibilità del biotopo d’origine. In mancanza di un misuratore di conducibilità, è possibile utilizzare, per orientarsi, i valori di durezza totale o carbonatica. Fin dal primo allestimento è bene impiegare anche pesci noti per la loro voracità nei confronti delle alghe, prevenendo così fin da subito il rischio di una infestazione di alghe. Pensiamo soprattutto ai piccoli Otocinclus affinis e O. vittatus che raschiano ininterrottamente le 1)Nativa Basic viene utilizzato per produrre acqua ideale per l’allevamento, con composizione chimica uguale a quella dei biotopi naturali. 2)Gyrinocheilus aymonieri, un apprezzato mangiatore di alghe. 2 24 alghe sulle foglie, sugli steli e sulle radici presenti in acquario. Da citare anche i vivaci guppy, Poecilia reticulates, che rosicchiano senza posa la vegetazione minuta che cresce sulle foglie. E fa parte della combriccola anche il cosiddetto Black Molly, Poecilia shenops, che pure si ciba dal mattino alla sera di cespugli di alghe, perfino delle temute alghe verdi e verdi-azzurre filamentose. Ma la cerchia dei pesci “mangiatori di alghe” è ancora più vasta. Negli acquari un po’ più grandi può valere la pena introdurre i Platy, Xyphopherus maculatus o X. variatus. Questi pesci vengono proposti in varie forme d’allevamento e si cibano volentieri di alghe filamentose. Esistono, in ogni caso, anche altre specie che mostrano una predilezione per le alghe, che tuttavia sono adatti solo ad acquari con almeno 60 litri di capacità. E’ vero che questi pesci si trovano in commercio molto piccoli, ma diventano poi troppo grandi per i mini acquari. E’ il caso, per esempio, di Crossocheilos siamensis, che soprattutto da giovane è un grande mangiatore di alghe e per giunta predilige le alghe a pennello, tanto temute in acquario. Tuttavia, negli acquari più piccoli è possibile ospitare solo esemplari giovani, che successivamente devo- 3) Un pesce d’acquario molto apprezzato e utile fin dall’inizio: Otocinclus affinis o O. vittatus. 4) Questo è un pesce da evitare se in acquario vi sono esemplari di Echinodorus: le foglie avrebbero presto questo aspetto. no essere trasferiti in acquari adeguati alla loro lunghezza che raggiunge i 15-18 cm. Per gli acquari di maggiori dimensioni è adatto anche Gyrinocheilus aymonieri, spesso chiamato amichevolmente „pulivetro“ dagli acquariofili. Tuttavia questo pesce con l’età tende a diventare un “mangiatore di alghe” piuttosto pigro e a sviluppare una certa aggressività nei confronti degli altri pesci. Se dedico così ampio spazio ai pesci mangia-alghe in questo contesto, non è certo senza motivo. Le alghe sono il nemico più infido dell’acquariofilo. Si propagano in men che non si dica e l’acquariofilo perde presto l’entusiasmo in questo hobby e lo attacca al chiodo. Attenti al pesce Vorrei, però, mettere in guardia da uno dei pesci “mangiatori di alghe” spesso raccomandati. Si tratta di Ancistrus dolichopterus: con i dentini affilati raschia le foglie delle pian- 25 5 6 5) Alghe filamentose su una foglia di Echinodorus. Le alghe rosse, cui appartiene anche questo tipo di alga, sono in genere segno di un’eccessiva presenza di silicio, fosfato e nitrato. 6) Le temute alghe “a pennello” su una foglia di Cryptocoryne. 7) Corydoras paleatus. 8) Corydoras trilineatus. Gli “spazzini” dell’acquario La parola “spazzino” non deve essere intesa qui come discriminante. Al contrario, si tratta di pesci molto belli; tutte le specie del genere Corydoras (C. paleatus, C. panda, C. schwartzi, C. aeneus, C trilineatus, solo per citarne alcune) sono pesci di branco pacifici, piccoli e vivaci, che vivono di preferenza nei pressi del fondo. E qui svolgono una funzione davvero utile per l’acquario: spazzano e raccolgono tutti i resti di mangime che altrimenti si depositerebbero tra i granelli di ghiaia e mar- cendo verrebbero ricoperti da funghi. In cambio di questo prezioso lavoro, l’acquariofilo deve assicurare un fondo fine e morbido, poiché una ghiaia con spigoli vivi ferirebbe i loro barbigli. In questo caso può essere utile un anello posizionacibo, che fa sì che il mangime secco affondando si concentri sempre nello stesso punto dell’acquario invece di spargersi su tutto il fondo. Tale punto deve essere allestito con sabbia o ghiaia molto fine e arrotondata per risultare particolarmente “morbido”. 9 diverse Ceratopteris. Si tratta di una felce galleggiante molto interessante e, in acquario, anche molto decorativa. te d’acquario così a fondo da provocare danni alla superficie della lamina fogliare, soprattutto nelle specie Echinodorus. La foglia di conseguenza marcisce e alla fine ne rimane solo lo scheletro. Piante contro alghe L’acquariofilo attento osserverà che alcune piante vengono risparmiate dalle alghe. Ma c’è di più: alcune possono essere impiegate nella lotta contro le alghe in acquario. Diversi autori, infatti, sottolineano l’azione preventiva anti-alghe di La chimica contro le alghe? I preparati chimici appositamente studiati per eliminare le alghe devono essere utilizzati esclusivamente in caso di estremo bisogno. In genere mirano a disturbare la crescita. Ma siccome le alghe sono parenti delle piante superiori, non è da escludere che anche queste ultime subiscano danni e rallentamenti nella crescita. Del danneggiamento delle piante ne approfittano, in ultima analisi, proprio quelle alghe che si volevano combattere. 7 10 8 26 27 11 13 Il mangime per i pesci All’alimentazione buona e corretta dei nostri pesci dovremmo dedicare la massima attenzione che invece spesso è carente. L’alimentazione oggi non è più un problema, poiché abbiamo a disposizione mangimi ad alta qualità per quasi tutte le specie. La gamma offerta va dai mangimi secchi, in varie forme (granulare di varie dimensioni in base alla bocca dei pesci, pastiglie adesive studiate per i pesci di fondo, mangime in fiocchi) fino ai mangimi surgelati e liofilizzati. Energy Gran di Aquaristica (12) è un mangime granulare disponibile in varie granulometrie. Il particolare processo produttivo a basse temperature assicura un’elevata stabilità delle vitamine in esso contenute. Energy Gran è quindi un mangime completo adatto alla maggior parte dei pesci d’acquario e con una digeribilità del 94%. Possiamo così riassumere le caratteristiche di questo mangime: 1. E’ disponibile in varie granulometrie in base alle dimensioni della bocca dei pesci; si può quindi sce- 12 gliere la granulometria esatta (i pesci mangiano i cibo a pezzetti); 2. è stabile in acqua, anche dopo un lungo contatto con il fondo; 3. contiene tutte le sostanze nutritive necessarie; 4. ha un contenuto stabile di vitamine; 5. è pressoché asettico; 6. si mantiene a lungo inalterato; 7. evidenzia il colore dei pesci; 8. favorisce la salute dei pesci; 9. è privo di coloranti e conservanti. Energy Gran ha inoltre una caratteristica molto apprezzabile: è un mangime a tre livelli. Appoggiato con attenzione sull’acqua, il mangime galleggia, mentre alcuni granelli affondano. Pesci di branco hanno così la possibilità di nutrirsi sia in superficie sia ai livelli medi dell’acquario. Una parte raggiunge il substrato e viene riservata ai pesci di fondo. Ogni quanto si somministra il mangime? Il dosatore è senz’altro il mezzo migliore, semplice ed igienico, per somministrare il mangime Energy Gran. Sono sufficienti una o due dosi, in base al numero di pesci ospitati. Si somministra il mangime più volte al giorno, ma in ogni caso solo nella quantità che possa essere consumata entro pochi minuti. Mangimi sp ec ifici per situazioni particolari Vorrei presentare, inoltre, alcune “specialità” studiate per soddisfare esigenze particolari: Energy Gran Micro Energy Gran Micro è un mangime d’accrescimento, specifico per nutrire gli avannotti, gli avventori più piccoli dell’acquario, e i pesci che non superano i 2 cm. E’ costituito da granulare con microparticelle 0,2-0,4 mm, pressato a freddo. Straordinariamente ricco di vitamine, ha un elevato contenuto di proteine altamente digeribili, un particolare apporto di energia, un corretto rapporto di aminoacidi (tra cui cisteina e metionina) e il 13% di acidi grassi specifici, come gli Omega 3. Energy Gran K1 Energy K1 (13) è un mangime completo per tutti i pesci d’acquario che vivono sul fondo. Rappresenta, inoltre, un alimento integrativo per tutti i pesci, grazie al contenuto di vitamina K1, beta-carotene, vitamine A, D3, E, C, nonchè le nuove sostanze beta-glucano e nucleoitidi. Energy K1 è composto da molluschi e crostacei, latte e derivati del latte, estratto di lievito, è ricco di beta-glucano e nucleotidi, uovo e derivati dell’uovo, cereali, sostanze vegetali, vitamine e sostanze minerali, quali lecitina. Energy K1 è utile sia nella profilassi, sia come adiuvante delle terapie. Viene utilizzato per rendere stabile, giorno dopo giorno, la salute del pesce. Grazie alla sua forma concava, Energy K1 aderisce facilmente al vetro anteriore dell’acquario. EmulVita Questa premiscela iperattiva con emulsione di preziose (13) vitamine A, D3, C, K1, beta-carotene e lecitina, altamente concentrata e liposolubile, è utile per integrare ed ottimizzare la dieta giornaliera composta da mangime secco o surgelato, in fiocchi o granulare. La composizione vitaminica è ben bilanciata e contribuisce a mantenere il pesce in buona salute. Andar per stagni: in o out? Una volta gli acquariofili avevano l’abitudine di andar per stagni o per maceri per raccogliere cibo vivo per i propri pesci; un’attività oggi purtroppo molto limitata. I “raccoglitori di cibo per pesci” sono diventati rari. I laghetti vengono spesso dati in affitto o si trovano su proprietà private. Se nel macero ci sono pesci, c’è il pericolo di portare in acquario assieme al cibo anche malattie o parassiti dei pesci. Chi necessita assolutamente di cibo vivo per determinate esigenze di allevamento, ha la possibilità di allevarlo da sé, come nel caso di Artemia e vermetti Grindal e Enchitrei, per piccoli pesci e avannotti. Inoltre, sono oggi disponibili ottimi mangimi liofilizzati, garantiti esenti da germi patogeni, come ad esempio Energy FDArtemiaplus, EnergyFDChironomusplus, EnergyFDTubiflexplus che comodamente risolvono il problema (14-16). 15 14 28 16 29 7 Fidarsi è bene, controllare è meglio L’acqua è un mezzo molto eterogeneo e con grande reattività, oltre ad essere un solvente eccellente per numerosi sali e gas. E come ambiente vitale per pesci e piante è essenzialmente più sensibile di quanto lo sia l’aria per l’uomo e per i mammiferi. Se si conducesse un’analisi chimica accurata nei tanti acquari europei, si rimarrebbe stupiti dal risultato: difficilmente si troverebbero due acquari con gli stessi valori dell’acqua. Cosa succede chimicamente nel fondo … Solo quando l’acquario è completamente allestito, con fondo, acqua, pesci e piante, i processi chimici iniziano a svolgersi a pieno. Nel fondo si forma una quantità di gas, per esempio metano, anidride carbonica e acido solfidrico, ma succedono anche altre cose: l’azoto ripercorre in qualche modo tutte le fasi chimiche dal nitrato all’ammonio. Il ferro trivalente, difficilmente solubile, si trasforma in ferro bivalente solubile. Numerosi legami reagiscono e tutte queste reazioni nel fondo influenzano naturalmente anche l’acqua. ... e nell’acqua Nell’acqua, dal punto di vista chimico, i processi sono più vivaci. Il metabolismo e la fotosintesi delle piante si svolgono grazie alla luce. L’acido carbonico e il bicarbonato vengono consumati, scissi nelle piante e il carbonio viene trasformato. L’ossigeno viene ceduto all’acqua. Ma accade anche qualcos’altro. Quando le piante traggono carbonio dagli idrogenocarbonati e, in casi estremi, dai carbonati, l’acqua si arricchisce di idrossidi di calcio e di magnesio. A seguito di 30 queste reazioni chimiche il valore pH aumenta, l’acqua diventa alcalina. Le piante, però, traggono dall’acqua anche altre sostanze nutritive, quali azoto, potassio, fosforo, zolfo ecc. trasformando a loro volta l’ambiente chimico. ... e poi i pesci Anche i materiali di scarto prodotti dai pesci, urina ed escrementi, in acqua reagiscono chimicamente. I pesci respirano ossigeno e liberano anidride carbonica. Quest’ultima si lega con l’acqua formando acido carbonico, un agente in grado di scomporre composti di calcio, influenzando la durezza e l’acidità. Questo naturalmente non vale solo per i pesci, ma anche per tutte le altre creature che vivono nell’acquario: le lumache, i gamberetti e – oddio! – i batteri. Infine anche i resti di mangime e le parti vegetali in decomposizione influiscono notevolmente sull’ambiente chimico tramite i composti da essi derivati: acidi umici ed amminoacidi. Anche i filtri introdotti nell’acquario, siano essi meccanici o biologici, fanno la loro parte nell’ambiente chimico. E tutto questo accade in un contenitore relativamente piccolo, in quanto se anche l’acquario fosse di dimensioni notevoli, in confronto alle dimensioni dei biotopi naturali sarebbe sempre una pozzanghera. Per i motivi sopra elencati vorrei raccomandarvi di tenere d’occhio i processi chimici nel vostro acquario. Vi consiglierò di seguito alcune misurazioni standard fondamentali da effettuare ogni tanto (o anche abbastanza spesso), per tenere sotto controllo i parametri fondamentali. D’altronde eseguire queste “analisi” è divertente e dà l’opportunità di approfondire la chimica dell’acqua, anche al di là dell’acquario. La durezza dell’acqua Tutti avrete già sentito parlare di durezza dell’acqua. La si incontra non solo in acquario, ma anche nella vita di tutti i giorni. Ha una sua importanza quando si cucina, quando si prepara il tè, nel fare una doccia o una lavatrice, e diventa pericolosa quando a causa del deposito di calcare i tubi dell’acqua si deteriorano. Esistono due tipi di durezza: per prima la durezza totale, formata dai cationi calcio e magnesio; la chimica moderna parla anche di “somma di metalli alcalino-terrosi”. Vi è poi la durezza carbonatica, anch’essa un concetto antico in acquariofilia e pur sempre moderno. Il chimico parla di “capacità tampone” o meglio capacità tampone fino a pH 4,3. E questo spiega ancor meglio il significato della durezza carbonatica: esprime la capacità tampone dell’acqua nel neutralizzare gli acidi. Entrambe le durezze hanno una grande importanza in acquariofilia: nell’allevamento dei pesci, nella fertilizzazione delle piante e nel controllo del valore pH. Ecco una breve classifica generale delle durezze totali: 0 - 3° dH: acqua molto tenere 4 – 5° dH: acqua tenera 6 – 10° dH: acqua media 10 – 15° dH: acqua dura > 15° dH: acqua molto dura Tenere sotto controllo le due durezze non è un problema. In commercio si trovano test a goccia molto semplici. Il test GH è composto da un misurino da 6 e 12 ml e da un contagocce con il reagente di misurazione. Si riempie il contagocce con 6 ml di acqua d’acquario e si aggiunge goccia a goccia il reagente fino a quando si ottiene una variazione di colore da rosso violetto a blu. Ecco fatto. La durezza dell’acqua è uguale alle gocce versate. Se avete utilizzato 8 gocce, significa 8° dH. Semplice, no? Altrettanto semplice è la misurazione della durezza carbonatica. Potete aumentare la precisione della misurazione, se invece di 6 ml usate 12 ml di acqua dell’acquario. In questo caso ad ogni goccia corrisponde 0,5 °dKH. Il valore pH in acquario Cosa ci dicono i singoli campi del valore pH? Un pH inferiore a 6 significa che l’acquario è decisamente nel campo acido. Attenzione! Il valore non deve scendere oltre. Il valore ideale a cui tendere è tra 6,0 e 8,0 °dKH. I motivi per cui il valore pH si abbassa troppo (<5,5 °dKH) possono essere una durezza carbonatica troppo bassa o un’eccessiva presenza di acido carbonico. Per esempio, a causa di una crescita non ottimale le piante potrebbero non adempiere alla loro funzione di consumatori di anidride carbonica. Anche un valore pH superiore a 8.0 deve mettere in allarme. Alcuni pesci non lo sopportano. Il valore pH troppo elevato potrebbe essere determinato dalla troppa luce (irradiazione solare). Le piante consumano troppo acido carbonico che sottraggono ai carbonati. Per questo la reazione dell’acqua si sposta nel campo alcalino. Primo rimedio: abbreviare i tempi di illuminazione. Naturalmente esistono anche altri motivi che suggeriscono di mantenere il valore di pH al di sotto di 8,3° dKH. Per esempio quando nell’acqua è presente troppo ammonio. Ad un valore di pH superiore a 8,3 °dKH l’ammonio si trasforma in ammoniaca, altamente tossica per i pesci. Misurare il valore pH è facile quanto misurare la durezza. Si riempie il misuratore con 12 ml di acqua dell’acquario a cui si aggiungono 5 gocce di reagente. Dopo avere agitato il misuratore per alcuni secondi si confronta il risultato con la carta colorimetrica. Al momento dell’acquisto occorre far attenzione, poiché esistono test per diversi campi di pH, per esempio 4-10, 6-7,2 e 7,3-8,5. Nessuna chance ai nitriti Qualcosa è già stato detto sulla nitrificazione all’inizio del capitolo. Anche la misurazione dei nitriti non è più difficile di quella della durezza e del pH. Il solito misuratore viene riempito con 6 ml di acqua dell’acquario, vi si aggiunge un misurino colmo di polvere, si agita un po’ il contenitore e dopo tre minuti si confronta il colore ottenuto con la scala colorimetrica. E subito sapete se il livello di nitriti è normale o pericoloso per i vostri pesci. La fertilizzazione delle piante è a posto? Tra le misurazioni standard da effettuare in acquario c’è anche il test del ferro. Utile per rilevare il contenuto di ferro, il test è anche un indicatore importante per i restanti oligoelementi. Nel fertilizzante Aqua Planta24 una ventina di oligoelementi è legata a chelatori; tra essi il ferro assume una funzione basilare. In pratica, se il test stabilisce un livello di ferro sufficiente, si può assumere che anche i rimanenti oligoelementi (manganese, litio, stagno, zinco, alluminio ecc.) siano presenti in quantità sufficiente. Anche questa misurazione è semplice e agevole. Si riempie il misuratore con 12 ml di acqua dell’acquario, si aggiunge un misurino colmo di reagente e si attende 3 minuti. Infine si passa a confrontare il colore ottenuto con la carta colorimetrica. Il campo ottimale è tra 0,05 e 0,1 mg/l di Fe. 31 L’installazione di un nuovo acquario punto per punto Esempio: un acquario da 100 litri 1. Fare una lista di tutto il materiale occorrente per l’allestimento. 2. Scegliere il luogo dove collocare la vasca tenendo conto di: incidenza della luce, base d’appoggio che deve essere pari, tipo di pavimento (parquet, moquette) e sua portata, collegamento elettrico ben accessibile, ciabatta con almeno 5 prese. 3. Montare il mobile in posizione stabile; può essere utile una livella. 4. Eseguire le installazioni all’interno del mobile: prese distributore secondo le utenze, installazione di eventuale filtro, sistema CO2 (bombola). 5. Posizionare sopra il mobile degli ammortizzatori, quale base d’appoggio dell’acquario per protezione contro le vibrazioni dovute al traffico stradale, ferroviario, ecc. 6. Pulire l’acquario accuratamente sia all’interno che all’esterno. 7. Se si usa un riscaldatore del fondo, posizionare bene i cavi fissandoli al fondo con silicone o ancoraggi appositi. 8. Gli strumenti di regolazione e comando di riscaldamento e CO2 vengono montati all’esterno dell’acquario in posizione accessibile e visibile; fissare le sonde mediante ventose all’interno dell’acquario. 9. Adattare e fissare uno sfondo naturale all’interno o, eventualmente, all’esterno dell’acquario. 10. Preparare il fondo: lavare la ghiaia. Per un acquario da 100 litri 32 si consigliano le seguenti miscele a scelta: 11-12 litri, costituiti da una miscela di 3 litri Plantalit Mix attivato con gli appositi batteri e 8 kg di quarzo. 11. A questo punto introdurre il materiale di decorazione: rocce, radici, legni di palude, ecc (assicurarsi che sia tutto ben pulito). 12. Riempire il filtro con il materiale filtrante scelto. 13. Installare tubi e cavi speciali. 14. Installare le pompe di circolazione. La gabbia di aspirazione deve essere montata ad almeno 5 cm di distanza dal fondo. 15. Ultimi preparativi tecnici: collegare il timer del sistema illuminazione (10 ore) e la mangiatoria automatica. 16. Introdurre il materiale di fondo preparato, come descritto nel Capitolo 4, senza acqua, predisporre le terrazze, linea di prospettiva verso il retro. 17. Riempire l’acquario lentamente con acqua temperata. Consiglio: collegare il tubo per il cambio dell’acqua in bagno o in cucina mediante un normale collegamento a vite. Non far scorrere l’acqua da un lato, meglio distribuirla con l’aiuto di un piatto o simile, in modo da non smuovere il fondo. 18. Riempire l’acquario con acqua solo fino a metà. 19. Disporre le piante secondo il progetto precedentemente studiato. 1 Estrarre le piante dal vasetto, eliminare completamente la lana di roccia, accorciare le radici ed eliminare le foglie più brutte. Lavare le piante per eliminare i residui di nutrienti della coltura in terra. Molto pratico nell’allestimento e decorazione il Kit AQ Paesaggio composto da rastrello, forbici e pinze, disponibili anche separatamente (1). 20. Finire di riempire con l’acqua. 21. Aggiungere il fertilizzante per le piante e i prodotti per il trattamento dell’acqua. In caso di acqua d’osmosi: Planta Basic, Planta-24, Bio.logica, Bactiva, AquaDigest, Planta Primo. In caso di acqua di rubinetto: Planta Plus, Planta-24, Bio.logica, Bactiva, AquaDigest, Planta Primo. 22. Montare l’impianto CO2 e metterlo in funzione seguendo le istruzioni. 23: Montare la valvola di non ritorno sul circuito CO2. 24: Consiglio: misurare ora per la prima volta la durezza carbonatica. 25. Montare il test CO2 con indicatore, riempito con acqua dell’acqua- rio, visibile per il controllo della CO2. 26. Applicare il termometro in posizione visibile. 27. Impostare il termostato dell’acquario sui 25-26°C. 28. Accendere le pompe di circolazione e del filtro. 29. Eliminare i resti di piante dalla superficie dell’acqua. 30. Pulire con cautela i vetri dall’interno (2). AQ-up è il tergivetro magnetico galleggiante, rende facile e veloce la pulizia dei vetri. 31. Adattare l’eventuale coperchio; negli acquari aperti la vista dell’acquario è globale. 32. Accendere l’impianto di illuminazione ...Ooooh! 33. Controllo funzionale di tutti i componenti importanti: a) tempo di accensione luci b) riscaldamento c) impianto CO2 34. Diario di bordo: si consiglia di tenere un quaderno per il controllo dell’acquario: data di allestimento, annotazione dei parametri misurati: temperatura, grado di durezza, valore pH, livello di ferro, ecc. Annotare anche le date di installazione delle lampade neon (sostituzione dopo 12 mesi). 35. È ora di inserire i pesci! Non dimenticate: Crossocheilus siamensis, Poecilia sphenops, Otocinclus affinis o O. vittatus. 36. Per le prime due settimane somministrare il mangime con molta cautela. Successivamente utilizzare la mangiatoia o un dosatore. 37. Controllo delle piante nei primi tre mesi: eliminare tempestivamente le alghe. Sostituire le piante che presentano una cattiva crescita. 38: Buona navigazione: godetevi l’acquario per lunghi anni! 33 La nuova strada NewLine Stiamo aprendo una nuova strada per offrire ai nostri pesci e alle nostre piante un ambiente sempre più sano e naturale. Dalle ricerche sulla “concentrazione di ioni standard” delle acque tropicali nasce AQUA New Line, la nuova linea di prodotti per un acquario veramente tropicale. Ci presentiamo 40 intensi anni di know how e lavoro sono le radici di Aquaristica e ne ispirano le linee guida. La Mission di Aquaristica Quando alla fine del 1986 Pina Franceschelli e Lisa Cagimanolis fondano la loro società a Bologna, dopo un lungo periodo di esperienze pionieristiche in campo acquariologico, hanno ben chiaro che i tempi sono pronti per un’acquariofilia diversa, dove i pesci sani nuotano nella cor- loro Aquaristica è distributore nazionale, cura l’informazione (nella foto 5 il dr. Viero Amadei) ed il servizio di assistenza post-vendita tramite un’equipe commerciale qualificata e dinamica presente sul territorio (foto 6 e 7) in collaborazione con i tanti centri specializzati nella vendita al pubblico. rente e le piante lussureggianti sotto una luce tropicale escono dall’acqua e fioriscono. Decidono quindi di indirizzare tutta la loro attività in questa direzione: prendono contatti con aziende che sentono vicine a questi ideali e selezionano prodotti utili per il sistema acquario e in grado di risolvere i problemi degli acquariofili (foto 1, 2 e 3). Aquaristica ed Aqua New Line Negli ultimi anni l’acquariofilia ha compiuto progressi enormi. Con la tecnologia siamo riusciti a raggiungere traguardi mai immaginati prima; così facendo però abbiamo scoperto nuove barriere apparentemente invalicabili: pesci che non si riproducono in cattività, batteri che hanno imparato a “rubare” il nutrimento alle nostre piante e molto altro ancora. Kaspar Horst e Aquaristica: solo chi ha inventato l’acquario ottimale, può migliorarlo! Dal 2003 Kaspar Horst, il padre di tutti i sistemi per l’acquario ottimale, accetta di proseguire assieme ad Aquaristica lo sviluppo della filosofia dell’acquario ottimale (foto 8). In L’attività editoriale A rendere tangibile questo percorso, si cura la pubblicazione di alcuni libri che oggi rappresentano vere pietre miliari per la cultura acquariologica italiana comprendendo anche la rivista Aquarium Oggi che da 14 anni forma gli appassionati verso l’acquariofilia di domani, vitale e sostenibile (foto 4). Aquaristica: partner di grandi marchi Sono molte le aziende che hanno scelto come Partner previlegiato la nostra Società: sono aziende storiche che lavorano in sintonia ai principi di Aquaristica, producono prodotti di qualità, utili alla vita in acquario. Per 6 5 1 12 questa nuova fase vengono coinvolti scienziati e ricercatori di chiara fama come ad esempio il dott. Prof. Rolf Geisler (foto 9). Anche per la grafica e la fotografia si impiega un personaggio di grande esperienza: Michael Prasuhn (foto 10). Sono questi anni di duro lavoro: si ricercano soluzioni a problemi affrontati oltre 40 anni prima: ma già oggi sono molti i prodotti innovativi che fanno parte del nuovo programma AQUA New Line introdotto dall’Acquario Navigator. Aquaristica e la moderna acquariofilia di domani: con lo stesso entusiasmo di questi quarant’anni, Aquaristica guarda al futuro con la sua AQUA New Line, aprendo una strada che non rinnega le radici di quella percorsa ma guarda ad un’acquariofilia moderna sempre più vicina alla natura e sempre più generosa di soddisfazioni. Questo piccolo Acquario Navigator sia la guida sicura verso un profondo interesse per l’acquariofilia assieme all’augurio di tutti noi a restare acquariofili per tantissimi anni. 3 4 5 10 8 7 9 34 35 Rivenditore selezionato