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© AQUARISTICA Srl, Bologna
ISBN 88-85178-07-3
Indice
Introduzione - L’acquario di oggi
Capitolo 1 - Una scelta di fondo: quale acquario?
La posizione
Acquario aperto o acquario chiuso ?
Cos’è il filtro percolatore?
Acquari chiusi
Capitolo 2 - Una parola sull’illuminazione corretta
Tubi fluorescenti di nuova generazione
Capitolo 3 - L’acqua: come trattarla?
Il trattamento organico dell’acqua
L’importanza della circolazione dell’acqua
Pulizia profonda dell’acqua
Capitolo 4 - Il fondo e il riscaldamento in acquario
La fertilizzazione: Plantalit
Pronto AQ
Plantalit Depot
Plantalit Sistema
Come funziona un fondo
particolarmente efficiente
Capitolo 5 - Perché coltivare piante in acquario?
Come far crescere le piante in acquario
Planta Plus per acqua di rubinetto
Planta Basic per acqua di osmosi
Planta 24 Cheiron® Activ
Planta Primo per piante d’acquario
Il carbonio
Capitolo 6 - Pesci
Attenti al pesce
Gli “spazzini” dell’acquario
Il mangime per i pesci
Capitolo 7 - Fidarsi è bene, controllare è meglio
Guida: L’installazione di un nuovo acquario punto per punto
© Copyright: Aquaristica Srl - Bologna
1a edizione: maggio 2007
Testi:
Kaspar Horst
Progetto, grafica e DTP: Michael Prasuhn
Traduzioni: Annalisa Nobile - Bologna
Foto:
Michael Prasuhn, Kaspar Horst,
Horst Linke, Viero Amadei,
Juwel, Rowa, Eheim.
Disegni:
Armando Dozza
Kaspar Horst
Aquaristica srl, Via Labriola 10-12
Editore:
40010 Sala Bolognese
Stampa:
SATE srl – Ferrara
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Introduzione
L’acquario
di oggi
L’acquario è un hobby non soltanto bello e dal sapore esotico,
ma anche molto istruttivo. Il
desiderio di possedere un acquario è grande, da sempre presente
e sempre molto sentito. Il bisogno dell’uomo di avere in casa
un pezzetto di natura che ricorda terre lontane può essere uno
dei motivi di questa forte attrazione.
Quando, più di 150 anni fa, i
primi acquari apparvero in
Europa, vennero considerati
come strumenti di istruzione
popolare. In effetti, grazie a questo hobby, centinaia di migliaia
di acquariofili hanno acquisito
ed approfondito le proprie conoscenze in molti campi scientifici,
traguardo che non avrebbero
mai raggiunto senza il loro
acquario. Tra le discipline che
l’acquariofilo deve costantemente affrontare e in cui, quindi, ha
un continuo apprendimento,
possiamo citare la biologia dei
pesci e delle piante, la chimica
dell’acqua, la fisica in molteplici
forme, la geografia e lo studio
dei biotopi, l’osservazione sul
campo delle barriere coralline,
la fotografia e la ripresa
cinematografica, la letteratura e
la preziosa elaborazione dei
dati al computer.
Questo nostro “Acquario
Navigator” fornisce le cognizioni di base sui principali processi
che avvengono in acquario e
così, proprio come un normale
navigatore, conduce al successo
nella gestione dell’acquario,
indicando la via più breve e
sicura. Esso fornisce una panoramica sintetica della grande
varietà di prodotti che rendono
l’acquariofilia semplice e agevole donando agli acquariofili la
gioia di questo hobby. Si parla,
per esempio, di mobiletti in stile
moderno, di lampade per un’illuminazione efficace per acquari d’acqua dolce e marini, di
tanti prodotti per la cura dei
pesci e dell’acquario in generale. Tra questi anche gli strumenti di controllo e misurazione,
per verificare e regolare i componenti chimici dell’acqua,
come la durezza, il valore pH ed
altri parametri essenziali.
Speriamo, con queste poche
righe, di avere suscitato la
vostra curiosità e di avervi convinti ad osare il salto in un
hobby interessante e meraviglioso. Il vostro negoziante di
fiducia saprà consigliarvi ed aiutarvi.
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Una scelta
di fondo: quale
acquario?
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poteva solo sbirciare da sopra quando si sollevava la copertura.
Pro e contro degli acquari chiusi e
aperti
mobili triangolari per arredare un
angolo del soggiorno. Naturalmente
tutti gli acquari qui proposti hanno
la garanzia di una struttura solida e
di una lavorazione a regola d’arte.
La Posizione
Prima di acquistare un acquario è
necessario pensare al luogo giusto in
cui si intende installarlo. La scelta
della posizione determina le dimensioni dell’acquario, quanto questo
possa o debba essere lungo, profondo, alto. Essenziale nella scelta è l’assoluta sicurezza: la resistenza del
pavimento, l’incidenza della luce
solare, la vicinanza di una presa di
corrente. E chi poi avesse lì vicino
anche un collegamento all’impianto
idrico, avrebbe tutte le condizioni
ideali per la sistemazione di un
acquario.
Nelle dimensioni standard, da 60 a
600 litri, si può contare oggi su
un’ampia offerta di vasche, di ogni
forma e con molte alternative: con o
senza gruppo illuminazione, che
può essere integrato o applicato, con
filtri interni di tutti i tipi o con filtro
esterno. Ed infine il mercato degli
acquari offre anche sistemi completi,
pronti per la messa in esercizio, sia
nel marino che nel dolce.
E non è tutto. In questo manuale
potrete trovare anche acquari con
vetro anteriore ricurvo, acquari e
4
Acquario aperto o acquario chiuso?
Un’altra decisione aspetta l’esordiente acquariofilo: optare per un acquario chiuso (1), con coperchio superiore, oppure preferire un acquario
aperto? (2) Quando più di 150 anni
fa l’acquario fece il suo ingresso nel
soggiorno di casa, trovò posto in
genere vicino alle finestre, in quanto
la luce del giorno era l’unica fonte di
illuminazione. Il falso papiro
(Cyperus alternifolius), la coda di
lucertola (Saururus) e le Sagittarie
crescevano fuori dall’acquario e sulla
superficie dell’acqua fiorivano le ninfee, per esempio N. humboldtiana.
I primi acquari, quindi, erano acquari aperti. Quando poi vennero introdotte le calotte di copertura con i
tubi fluorescenti, molte piante
acquatiche e palustri, vennero sfrattate, rinunciando così anche alla loro
fioritura in superficie. La vista dall’alto era impedita, e l’acquario si
1
Vantaggi dell’acquario aperto:
Visione globale e libero accesso all’acquario;
il mangime si somministra senza problemi;
nessuna copertura ostacola l’incidenza
della luce;
fiori e getti possono svilupparsi liberamente sopra lo specchio dell’acqua.
Svantaggi dell’acquario aperto:
L’acqua evapora più rapidamente, rendendo necessari rabbocchi più frequenti, meglio se con acqua di osmosi;
non tutti i pesci sono adatti:alcuni possono saltare fuori.
Vantaggi dell’acquario chiuso:
L’evaporazione dell’acqua è limitata,
quasi assente;
i pesci non possono saltare fuori dall’acquario.
Svantaggi dell’acquario chiuso:
Visione parziale dell’acquario;
viene a mancare il contatto diretto
con piante e pesci;
la somministrazione del mangime è
più difficoltosa.
Gli acquari in dettaglio
Tra le tante alternative che vengono
proposte vorremmo presentarvi alcuni acquari:
AquaLand Kompact 104
Questo acquario (3), con dimensioni cm 48x45x48h, ha una capacità
lorda di 104 litri. Comprende un fil-
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quario. Per questo il filtro percolatore più efficace è quello che offre
ai batteri la superficie più vasta, un
vero paese della Cuccagna per i bat-
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teri che possono trarre nutrimento
dall’acqua che attraversa il filtro,
mantenendola pulita.
Acquari chiusi
Naturalmente anche per gli acquari chiusi troviamo una grande varietà di modelli e colori proposti. Le foto mostrano alcuni esempi.
TRIGON 190 - Acquario
ad angolo con frontale
curvo, cm 99x70x60 su
mobile alto cm 73.
Completo anche di illuminazione sistema T5.
LIDO – Acquario a colonna di cm 61x41x58 = ca. 120 litri su mobile alto
73 cm. L’acquario è completo di filtro biologico interno con illuminazione
sistema T5.
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tro biologico con spugne filtranti e
spugne Rowaphos, Carbo, integrato con Minikaskade, termoriscaldatore Jäger e pompa Eheim. A coronamento, la plafoniera AQ Mini
LitON, dotata di 3 lampade T5/PL
3x36 W.
AquaLand Ko mpact 240
Questo acquario (4), con dimensioni cm 92x52x52h, ha una
capacità lorda di 240 litri. E’ dotato di filtro biologico, completo
come nel 104, composto da 2 litri
di Minikaskade, una pompa
Eheim da 1000 l e la splendida
plafoniera AQ LitON Bridge 4x39
W con tubi HI-Lite T5 da 39W.
AquaLand con filtro percolatore
Ecco una proposta per i più esigenti: gli acquari delle serie AquaLand
240 e AquaLand 340. AquaLand
240 ha dimensioni 92x52x52 cm
(248 litri), mentre AquaLand 340
misura 120x52x55 (340 litri).
Entrambi gli acquari sono completi di filtro percolatore (5) con
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Biokaskade, pompe Eheim e spugne filtranti. Disponibile kit
option per riscaldamento del
fondo Thermik Set e kit CO2 AQ.
Co s’ è i l f i l tr o per c o l at or e?
Il principio del filtro percolatore,
noto fin dagli albori dell’acquariofilia per la sua efficacia e funzionalità, oggi, grazie alla continua
ricerca, ha raggiunto traguardi di
assoluto rilievo. Il principio è il
seguente: su una struttura particolarmente sviluppata, nel nostro
caso le cosiddette Biokaskade, l’acqua scorre costantemente. Sul
corpo delle Biokaskade sono insediati diversi batteri molto attivi. Si
tratta di batteri eterotrofi e batteri
nitrificanti.
In un filtro percolatore vivono in
genere miliardi di batteri; si nutrono dei prodotti di scarto e dei residui di mangime presenti nell’acqua dell’acquario, ma anche di
composti dell’azoto, come nitrati,
nitriti ed ammoniaca e di tutti i
germi che inquinano l’acqua e l’ac-
SCUBALINE 100 - Acquario di
linea moderna, bicolore, nelle lunghezze di 80, 100, 120, 130 cm.
Il suo mobile può ospitare qualsiasi
tipo di filtro ed accessorio.
VISION 450– Acquario speciale con frontale curvo, cm 151x61x64 su
mobile alto cm 80. Completo anche di illuminazione sistema T5.
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Una parola
sull’illuminazione
corretta
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di quello fuori dall’acqua.
Non più, quindi, 12 ore, ma al massimo 10 ore si possono considerare
per l’accensione delle luci. In acquario questa osservazione è interessante non solo dal punto di vista
ecologico, ma anche economico.
Presentiamo di seguito una panoramica degli impianti luce sviluppati
sulla base delle più recenti osservazioni. Per un approfondimento
sugli ultimi sviluppi in campo illuminotecnico, consigliamo la lettura
dell’articolo
pubblicato
su
Aquarium oggi 1/06 pag. 45.
1
La luce fornisce l’energia necessaria
alla fotosintesi, il processo che
governa il metabolismo delle piante. In acquario, inoltre, il sistema
d’illuminazione contribuisce a
riprodurre le condizioni più adatte
per i pesci.
La nuova tecnologia T5/T8 ha rivoluzionato i sistemi di illuminazione
per l’acquariologia. E’ stata sviluppata per fornire a tutti gli acquari,
aperti e chiusi, d’acqua dolce e
marini, le migliori condizioni d’illuminazione, che ormai, possiamo
dire, sono molto vicine a quelle dei
biotopi naturali.
Nella scelta dell’impianto d’illuminazione è sufficiente che l’acquariofilo consideri la grandezza, e soprattutto l’altezza, della vasca e determini la durata di accensione luci
giornaliera.
Le seguenti osservazioni possono
essere d’aiuto: il giorno tropicale ha
in media una durata di 12 ore esatte. Esistono solo lievi oscillazioni,
nell’ordine di qualche minuto,
dovute alle stagioni, in base alla
vicinanza del biotopo all’equatore.
Nel trasferire questo dato in acquariologia, occorre, tuttavia, tenere
conto di alcuni fattori presenti nei
biotopi naturali. Innanzitutto va
detto che i corsi d’acqua, vuoi per il
passaggio di nubi, vuoi per l’ombra
della vegetazione circostante, non
sono esposti alla luce del sole tutto il
giorno. Inoltre, dal punto di vista dell’ecosistema, è molto significativa la
dipendenza dell’irradiazione dall’angolo di incidenza e da quello di rifrazione della luce solare. Più basso è il
livello del sole, più alta è la perdita
per riflessione. Secondo W. Schmidt
con un angolo d’incidenza di 70° la
perdita è già del 13,5%, a 80° del
35% e a 90°, quando i raggi sono
paralleli alla superficie dell’acqua,
tutta la luce viene riflessa. Da questo
deriva la condizione ecologica per
cui nelle zone tropicali il giorno sott’acqua è essenzialmente più breve
Tubi fluorescenti di nuova
generazione
La qualità delle polveri di fosforo ha
un effetto diretto sulla quantità di
luce emessa, la sua qualità e la durata di vita attiva dei tubi stessi.
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L’acqua: come
trattarla?
7
E’ quindi molto importante valutare questi fattori, quando si acquistano nuove lampade per il proprio
acquario. Nella foto 4 un programma di lampade con fosfori A1 con
una vita attiva fino a 15.000 ore di
funzionamento, nelle miscele di
colori più adatte all’acquario, come
da spettri luminosi (foto 5 e 6).
Inoltre un buon riflettore convoglia
tutta l’emissione luminosa verso il
basso. Nella foto 7, per esempio, lo
speciale riflettore HI-Lite nell’esclusiva forma ad ala di gabbiano. Queste
lampade offrono un risparmio energetico fino al 60%, che raddoppia
quando sono usate in abbinamento
al riflettore HI-lite.
Sistemi di illuminazione per acquari
aperti
La nuova tecnologia T5 ha reso possi-
bile lo sviluppo di sistemi di illuminazione, da appendere al soffitto o da
appoggiare all’acquario, in grado di
illuminare efficacemente vasche
relativamente profonde. Le basse
temperature d’esercizio e lo studio
accurato della dispersione del calore
consentono anche l’abbinamento di
diversi corpi illuminanti in molte
potenze e lunghezze: tutto T5, T5 +
1 oppure 2 oppure 3 HQI, 150W
oppure 250W. Esiste anche la possibilità di dimmerare le lampade per
un’accensione progressiva con curva
d’accensione standard oppure programmata attraverso un computer
per acquario. Oggi le lampade Liton
sono prodotte interamente in alluminio e garantite per qualsiasi applicazione. Nelle foto una panoramica di
alcuni modelli e particolari di applicazioni su vasche aperte.
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inversa per trattenere durezza,
sostanze organiche e inorganiche.
L’acqua ottenuta può essere poi
eventualmente trattata con resine a
scambio ionico, in grado di eliminare quanto rimasto e dare così acqua
totalmente pura.
L’acqua così trattata non risponde
però più allo schema fisso che i limnologi chiamano “concentrazione
di ioni standard”. Gli ultimi sviluppi hanno, tuttavia, consentito di
“inventare” una miscela che,
disciolta nell’acqua d’osmosi, ripristina il vitale equilibrio ionico standard. Questa miscela non ha nulla
in comune con i normali arricchitori di durezza: contiene, infatti, una
gamma completa di minerali (calcio, magnesio, potassio, sodio, carbonato, solfato, clururi, ecc.) in rapporto costante tra loro, come avviene nelle acque tropicali, anche
3
In acquario l’acqua è l’elemento più
importante. Spesso si utilizza per
l’acquario l’acqua così come sgorga
dal rubinetto o dal pozzo di casa,
senza curarsi della sua qualità, se
sia dura o tenera, e senza chiedersi
se possa contenere sostanze nocive.
Non c’è da meravigliarsi se in tale
acqua qualche pesce tropicale non
si trova proprio a suo agio. Ma ora
anche nel trattamento di acqua per
acquario si sta lentamente affermando una pratica comune che gli
acquariofili più esperti attuano già
da molto tempo. Consiste nel far
passare l’acqua, prima dell’uso,
attraverso un apparecchio in grado
di utilizzare la tecnica dell’osmosi
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quando si varia la concentrazione.
In pratica si produce per prima cosa
un’acqua pura con tutti i valori a
zero, a cui è poi possibile aggiungere le relative sostanze, fino a produrre l’acqua di biotopo desiderata.
Di base, per esempio, una dose di
Nativa Basic (5) disciolta in 20 litri
d’acqua d’osmosi consente di ottenere KH 3, GH 1,5, µS 135 in equilibrio standard ionico.
I vantaggi di questa scoperta sono
perfettamente descritti nel trattato
del Prof. Bayer pubblicato su
Aquarium oggi 3/2004 e ripreso
successivamente in altri articoli di
Kaspar Horst, al quale si deve la
messa a punto di questa miscela. Il
risultato più eclatante è indubbiamente il successo riproduttivo, mai
raggiunto prima, di specie ittiche
“difficili”, a testimonianza di un
ambiente più idoneo.
Il trattamento organico dell’acqua
Il trattamento organico consiste,
come prima cosa, nell’introduzione
6
in acqua di gruppi selezionati di batteri molto attivi, che si occupano
della decomposizione dei prodotti di
scarto. Le sostanze nocive sono
soprattutto legate ai residui di processi metabolici dei pesci e ai carichi
organici presenti nell’acquario. Per
questo processo di decomposizione
sono necessarie diverse famiglie di
batteri. In un acquario ben attivato i
diversi gruppi di batteri lavorano in
armonia, applicando un vero gioco
di squadra. La situazione è grigia,
invece, quando i batteri a cui compete la decomposizione dei nitriti non
sono ancora presenti in numero sufficiente: i nitriti si accumulano e il
loro livello in acquario aumenta. A
partire da 0,5 mg/l di NO2 la situazione diventa preoccupante mentre
2,0 mg/l diventano letali. E’ quindi
necessario prevedere già nell’acqua
di allestimento iniziale l’aggiunta di
un preparato come il Bactiva(6) che
contiene gruppi di batteri vivi ed
avvia/ottimizza la nitrificazione.
Sempre in fase di allestimento del-
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l’acquario, è possibile (ed opportuno) tramite AquaDigest (7) introdurre anche i batteri eterotrofi, assolutamente necessari per degradare i composti del carbonio (es: escrementi,
resti di mangime ed altre sostanze
inquinanti).
Ma non è tutto. All’acqua pura di partenza è possibile aggiungere anche
altre sostanze, presenti nelle acque
tropicali grazie al contatto con l’ambiente circostante (piante, alberi,
radici). Si tratta, per esempio, di aminoacidi, di acidi umici e fulvici, ma
anche di pectina, enzimi ed altre
sostanze. La somministrazione in
acquario può essere effettuata utilizzando Bio.logica (8), il vero biocondizionatore ad ampio spettro in grado
di rendere l’acqua accogliente come
nei biotopi naturali. Grazie alle sue
sostanze organiche in grado di esercitare un’azione battericida, questo
prodotto agisce da vero e proprio
scudo protettivo prevenendo, tra l’altro, le infiammazioni della pelle e
delle pinne.
Perfino dall’estrazione di materiali
fossili simili ai componenti delle
acque scure tropicali si ricava un prodotto utile da aggiungere all’acqua di
partenza: Bio.humina(9). Si tratta di
un protettivo naturale dei pesci con
proprietà anti-infiammatorie in
grado di favorire la cicatrizzazione di
lesioni cutanee e ferite. Utile anche
nelle riproduzioni per difendere le
uova.
L’importanza della circolazione
dell’acqua
In acquario la circolazione dell’ac-
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l’acqua dell’acquario, piovana o del
rubinetto, le sostanze indesiderate
che altrimenti porterebbero ad un
progressivo peggioramento dell’acqua. Appartengono a questa categoria sostanze umiche, urea, sostanze
gialle e maleodoranti e in ogni caso
i residui di medicinali, nonchè
pesticidi, erbicidi, insetticidi e fenoli. Tali sostanze, in acquario, ostacolano anche l’incidenza della luce,
riducendo di conseguenza il potere
di assimilazione delle piante. Il difficile compito di eliminarle può
essere portato a termine solo da un
carbone attivo dalle prestazioni elevate. Carbo (14) specifico per l’utilizzo in acquariofilia, è prodotto da
carbone fossile privo di cenere sottoposto a lavaggio intensivo per eliminare il più possibile le polveri. È
costituito da granuli cilindrici del
diametro di circa 1 mm, in grado di
sviluppare una superficie attiva di
550.000 mq per litro e di trattenere le sostanze indesiderate senza
tornarle a cedere. Carbo è pronto
per l’uso, già contenuto nel sacchetto di rete: basta posizionarlo nel filtro o anche direttamente nella
vasca, in un punto con buona corrente.
L’uso del carbone provoca la rimozione anche delle sostanze nutritive essenziali: in acquario d’acqua
dolce occorre reintegrarle con
Bio.logica e Planta 24.
qua assolve molteplici funzioni. In
particolare, essa consente il mantenimento della stessa temperatura in
tutti gli strati e la depurazione dell’acqua attraverso il batteri del filtro. Inoltre molti pesci, soprattutto
quelli che vivono in branchi, amano
nuotare a forte velocità nella zona
più superficiale, dove la corrente è
più forte. Infine, una buona movi-
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mentazione dell’acqua assicura un
costante ricambio d’acqua nelle
dirette vicinanze delle foglie delle
piante. In tal modo si realizza un
costante apporto alle foglie di
sostanze nutritive sempre nuove e
un allontanamento delle sostanze
organiche di scarto che le foglie
stesse eliminano.
Nella foto 10 un ruscello tropicale
dove l’acqua scorre lentamente,
assicura un costante ricambio di
sostanze nutritizie alle piante.
Le foto 11,12 e 13 illustrano esempi di filtri esterni sempre più pratici
e pompe compatte di nuova generazione.
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Pulizia profonda dell’acqua
Talvolta è necessario adsorbire dal-
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Il fondo e il
riscaldamento
in acquario
(1)Fondo di un ruscello tropicale
con Cryptocoryne. Qui i fondali possono essere molto vari, vi si trovano
stati d’aggregazione diversi, da ghiaioso-sassoso a ghiaioso-argilloso,
sabbioso, fangoso, fino a paludoso.
(2)Durante le operazioni di sradicamento, si sollevano mulinelli di terriccio ferroso dal fondo del ruscello
tropicale.
(3)Apparato radicale di Cryptocoryne
albida in un biotopo naturale nella
Thailandia meridionale.
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In acquario il fondo non ha solo il
compito di ospitare e sostenere le
piante; nel fondo hanno luogo
anche processi chimici che rivestono un’enorme importanza per l’intero sistema. Quanto detto si può
osservare chiaramente nei biotopi
naturali, nelle acque originarie
delle piante d’acquario. Qui i fondali possono essere molto vari: vi si
trovano stati d’aggregazione diversi, da ghiaioso-sassoso a ghiaiosoargilloso, sabbioso, fangoso, fino a
crescono le piante. Qui di nuovo
precipita ad opera dell’ossigeno
presente nell’acqua, si accumula
sul fondo, dove si forma un deposito di ferro e oligoelementi.
In acquario è necessario ricreare
questo processo. Per molti anni è
stata utilizzata laterite originale
proveniente dai paesi tropicali.
Tuttavia, l’esperienza insegna che
non tutti i tipi di laterite messi in
commercio erano “vera” laterite;
spesso si trattava di semplice “ghiaia” non adatta, se non addirittura di
bauxite, anch’essa di colore rosso,
che viene utilizzata come materia
prima per l’estrazione di alluminio
e, proprio per l’elevato contenuto di
questo metallo, in acquario ha un
effetto quasi tossico.
paludoso. Ma tutti presentano una
caratteristica comune: un elevato
contenuto di ferro. L’alto livello di
ferro nelle acque tropicali ha la sua
origine nei suoli rossi di laterite,
presenti solo nelle regioni tropicali,
la cui colorazione rossa deriva
appunto dal contenuto ferroso
molto elevato. In condizioni anaerobiche (carenza di ossigeno) il
ferro stabilmente legato si libera,
arricchendo l’acqua freatica e giungendo così anche nei ruscelli, dove
La soluzione: Plantalit
Come deve essere allora il fondo?
In pratica, quello che serve in
acquario è un substrato efficace ed
affidabile, che non contenga calcare
(durezza), nè spigoli vivi (pericolosi
per i barbigli dei pesci di fondo), in
grado di offrire un sostegno per le
piante e di fornire tutti gli oligoelementi, oltre al ferro, in quantità sufficiente. Aquaristica propone un
sistema del fondo, simile all’originale laterite tropicale, capace di soddisfare tutti questi requisiti, inclusa
una colorazione rosso-bruna che
risulta anche decorativa per l’acquario. Questo sistema, denominato
Plantalit (4), comprende i seguenti
prodotti:
Plantalit Mix
Substrato fertilizzato pronto per
l’uso, contenente tutti i nutrienti
necessari ad un sano sviluppo delle
piante dell’acquario. La sua formula
garantisce una lenta e continua cessione del ferro. Sciacquare brevemente prima dell’uso, distribuire
sul fondo uniformemente e spargere sulla sua superficie la dose prevista di stimolatore per la crescita
delle radici. Ricoprire con un quantitativo almeno doppio di materiale
di fondo tipo Pronto AQ, quarzo
puro naturale oppure ceramizzato,
grana 2-3 mm.
Plantalit Base
Substrato concentrato nella granulometria 2-5 mm, pronto per l’uso,
contiene già tutti i nutrienti necessari per un sano sviluppo delle
piante dell’acquario. Usato come
unico materiale, Plantalit Base svolge anche la funzione di stabilizzare
il pH e di depurare l’acqua mantenendola cristallina a lungo.
Il suo colore caldo e naturale consente allestimenti di grande impatto estetico e di qualsiasi stile. Da
usare anche in acquari già allestiti
come integrazione del fondo.
Pronto AQ
Ghiaini di quarzi purissimi di varie
granulometrie, in materiali naturali
o colorati tramite ceramizzazione
atossica, selezionati per l’allestimento/completamento del fondo
dell’acquario. I materiali di fondo
Pronto AQ (foto 5 e 6) sono stati
lavati ed essiccati: sono quindi
pronti per l’uso previo un breve
risciacquo.
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correnti verticali ed orizzontali permanenti.
9)Schema della circolazione dell’acqua nel materiale di fondo. In
natura il flusso orizzontale e verticale imitato in acquario tramite il
cavetto riscaldante sul fondo.
10)Seguendo un principio fisico,
l’acqua riscaldata dal cavetto del
fondo sale verso l’alto e porta con
sé l’ossigeno ed i nutrienti elaborati nel fondo.
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Per l’allestimento di un fondo per
acquario si procede in questa
sequenza: si fissa prima il cavetto a
bassa tensione ordinatamente sul
fondo dell’acquario per mezzo di
apposite ventose, si distribuisce
sopra il materiale fertile da fondo
Plantalit Mix con i suoi speciali batteri, si ricopre con quarzo naturale
oppure ceramizzato od eventualmente nella zona delle piante di
primo piano si usa Plantalit Base.
9
Plantalit Depot
Riserva di fertilizzazione del fondo
a lenta cessione. Prodotto con lo
stesso materiale del Plantalit Base,
la sua introduzione in acquario è
resa più efficace dalla forma piramidale che consente di inserire questa
riserva di fertilizzante in profondità
in acquari già allestiti o quando si
rende necessario rinnovare il fertilizzante sul fondo.
Plantalit Depot (7), con la sua forma
a piramide, si inserisce con precisione nel punto dove è richiesta una fertilizzazione supplementare.
Plantalit Sistema
In abbinamento con un sistema di
riscaldamento del fondo, Plantalit
riproduce anche il flusso naturale
dell’acqua freatica. Per legge fisica
l’acqua calda sale verso l’alto, riscal-
da l’acqua dell’acquario e determina il conseguente apporto di ossigeno al substrato, prevenendo così lo
scurimento del fondo.
Come funziona un fondo partico larmente efficiente
Per rendere il fondo in acquario efficiente allo stesso modo del fondo
dei biotopi naturali tropicali, utilizziamo un sistema di riscaldamento,
ovvero posizioniamo sopra il fondo
dell’acquario un cavetto riscaldante
a basso voltaggio. In pratica succede
quanto segue: mediante il riscaldamento noi riproduciamo una corrente sul fondo che, per legge fisica,
procede dal basso verso l’alto. In
questo modo il fondo riceve un
regolare apporto di ossigeno, e non
si formano zone morte. In natura
questo processo ha luogo grazie a
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8) Già i primi acquari di oltre 100 anni fa erano dotati di
riscaldamento attraverso il fondo: ecco un acquario con le
caratteristiche “gobbe” nel fondo sotto le quali venivano collocati i bruciatori Bursen.
18
11) Un moderno acquario con sistema
di riscaldamento del fondo.
19
5
6. Le piante sono rifugio e luogo di
deposizione
Un’altra importante funzione delle
piante d’acquario è quella di offrire
protezione ai pesci più piccoli.
Inoltre, le piante sono il luogo preferito di molti pesci per la deposizione delle uova.
E ancora: sugli steli e sulle foglie
delle piante d’acquario vivono piccoli animali di cui i pesci possono
cibarsi con facilità.
Ergo, le piante vive in acquario
sono insostituibili.
Perchè coltivare
piante in acquario?
1
Considerati i molteplici problemi
connessi alla coltivazione delle
piante in acquario che gli acquariofili si trovano ad affrontare, non c’è
da stupirsi se almeno una volta
affiora un drastico pensiero: perché
non usare piante di plastica, che
spesso sono, nell’aspetto, sorprendentemente simili a quelle naturali? Niente di più sbagliato! Le piante
vere, quelle vive (1), adempiono a
tutta una serie di funzioni essenziali, vitali per i pesci e per l’acquario
nel suo complesso, che le piante
artificiali non possono in alcun
modo espletare.
Ecco le funzioni più importanti
delle piante d’acquario “vere”:
1. Le piante forniscono ossigeno
Questa è la funzione più evidente
delle piante. Con una buona illuminazione esse liberano, senza posa,
ossigeno nell’acqua e perfino nel
substrato. L’ossigeno viene ceduto
all’acqua principalmente disciolto,
ma in caso di saturazione si possono anche vedere le bolle fini di ossigeno che salgono verso la superficie
(2).
2. Le piante eliminano materiale di
scarto
Le piante assorbono sostanze che
vengono espulse in grande quantità
derivanti dal metabolismo dei
pesci. Si tratta soprattutto di composti azotati e fosfati. La mancata
decomposizione di queste sostanze
provoca la tanto temuta crescita di
alghe.
3. Le piante prevengono la crescita
delle alghe
Un acquario ricco di piante è la
migliore prevenzione contro le
alghe. Nella lotta per le sostanze
nutritive le piante acquatiche sono
perfino in vantaggio. A patto natu-
20
2
ralmente che la loro crescita sia
sana e vitale.
4. Le pi an te e li m in an o s os ta n ze
tossiche
E’ scientificamente provato che le
piante acquatiche sono in grado di
eliminare sostanze dannose, come
acido salicilico, acido fenico e vari
detersivi.
5. Le piante offrono ai batteri una
superficie di lavoro
In acquario i batteri svolgono un
compito quasi invisibile e tuttavia
molto importante: essi trasformano
e scompongono incessantemente
legami chimici pericolosi per l’acquario e per i suoi abitanti. Per fare
questo hanno bisogno di molto spazio, che viene loro offerto soprattutto dalle piante che crescono fitte
nell’acquario.
Come far crescere le piante in
acquario
Non è compito di questo opuscolo
presentare un catalogo delle piante
d’acquario, ma vorrei dirvi qualcosa
su come assicurare loro una crescita
sana e vitale.
Abbiamo fin qui parlato di fondo, di
luce, di trattamento organico dell’acqua. Ora affronteremo il tema di
come coltivare correttamente le
piante in acquario.
Fondamentalmente in acquario
usiamo sia acqua del rubinetto sia
acqua d’osmosi. Tra i due tipi di
acqua esiste una grande differenza
per quanto riguarda il contenuto di
minerali.
L’acqua di rubinetto contiene cationi bivalenti, soprattutto calcio e
magnesio, in grande percentuale,
mentre è carente, se non priva, di
cationi monovalenti, p.es. il potassio, sostanza nutritiva importantissima per le piante. L’acqua osmotica, invece, è assolutamente priva di
minerali. Entrambe sono inadeguate per la crescita delle piante. Nelle
acque naturali di tutto il mondo è
stata appurata, su basi scientifiche,
una cosiddetta “concentrazione di
ioni standard”, ovvero si è constatato una forte similitudine nel rapporto reciproco tra gli ioni disciolti nell’acqua (GESSNER, Hydrobotanik
Vol. I). Tale concentrazione non si
riscontra nelle acque di rubinetto o
osmotiche. In entrambi i casi, per
ottenere una buona crescita delle
piante, occorre prendere opportuni
provvedimenti.
Aquaristica ha affrontato questo
problema e propone le seguenti
soluzioni:
Planta Plus per acqua
di rubinetto
Si potrebbe definire questo prodotto un fertilizzate di bilanciamento o
fertilizzante integratore (3). E’
costituito da quei componenti che
mancano all’acqua di rubinetto,
mentre è privo di quei minerali che
in genere vi abbondano, come ad
esempio calcio, magnesio, calcare,
ecc. Necessariamente aumenta il
contenuto di sali nell’acqua, come
rivela anche l’elevata conducibilità.
Molti pesci provenienti da biotopi
ad acque tenere non tollerano un
livello di sali così elevato, per questo io consiglio essenzialmente di
3
lavorare in parte o totalmente con
acqua osmotica per avvicinarsi il
più possibile ai biotopi naturali dei
pesci e delle piante ospitati in
acquario. Usare una compressa di
Planta Plus ogni 20 litri al primo
allestimento con acqua di rubinetto
e ad ogni cambio d’acqua, quando si
usa quella di rubinetto.
Planta Basic per acqua di osmosi
Planta Basic (4) contiene l’intera
gamma di minerali di base per
acquari con piante, da utilizzare
con acqua pura, come acqua di
osmosi o distillata. Si tratta di una
miscela brevettata di minerali
secondo la concentrazione di ioni
standard di GESSNER, e precisamente
calcio, magnesio, potassio, sodio,
solfato e cloruro in un rapporto
sempre uguale a quello riscontrato
nei biotopi ad acqua tenere del Sud
America, dell’Asia e in altre acque
d’origine di pesci e piante.
Planta Basic contiene, inoltre, una
porzione giornaliera di tutte le
sostanze nutritive ed oligoelementi
necessari alle piante. La somministrazione di tali sostanze viene integrata nei giorni successivi con
Planta-24. Una dose di Planta Basic
in 20 l d’acqua d’osmosi produce
un’acqua d’acquario bilanciata con
KH 3, GH 1,5, µS 135, Fe 0,1.
Aumentando la concentrazione è
consigliabile fare uso anche del
Nativa Basic per mantenere inalterato il valore del ferro. Planta Basic
viene utilizzato all’allestimento di
un nuovo acquario e nei cambi d’acqua, in base alla quantità di acqua
d’osmosi aggiunta.
4
21
Planta-24, oligoelementi per tutti i
tipi di acqua
Planta-24 è un fertilizzante giornaliero in forma liquida adatto a tutte
le piante d’acquario in acquari d’acqua dolce. Planta-24 contiene una
ventina di oligoelementi, compresi
ferro e manganese, che le piante
assumono in piccolissime quantità
ogni giorno. Non è possibile somministrarle in quantità maggiori (costituendo una riserva), poiché in quel
caso potrebbero avere effetto tossico. In Planta-24 gli oligoelementi
sono legati a moderni vettori di
sostanze nutritive (chelatori) che li
mantengono in soluzione impedendone la cristallizzazione e la precipitazione. Il rapporto reciproco tra
gli oligoelementi è risultato da anni
di ricerche condotte nei biotopi
naturali e provato in numerosi
esperimenti.
Planta 24 Cheiron® Activ
E’ di questi giorni il varo di una
grande evoluzione per questo prodotto: “Planta 24 formula
Cheiron® Activ”. Perché? Negli
anni i batteri hanno imparato a
sfruttare l’EDTA come fonte di
nutrimento, mentre nella nuova
formula è contenuta una miscela
di nuovi chelatori in grado di superare i limiti di 40 anni di adattamento. Il nutrimento giornaliero
Planta 24 ora è molto più efficace
e costante, come il test del ferro
nuovamente mostrerà.
In abbinamento con Planta Basic e
Planta Plus, Planta-24 integra e
completa in modo ideale la serie di
fertilizzanti per piante d’acquario
coprendo il loro fabbisogno di
sostanze nutritive per 24 ore.
Il dosaggio di Planta 24 è di 1 goccia al giorno ogni 50 litri di acqua
dell’acquario. Questo vale come
regola generale. Siccome il reale fab-
bisogno di oligoelementi dipende
da vari fattori (luce, massa vegetale,
CO2), il dosaggio esatto si ottiene
controllando di tanto in tanto il contenuto di ferro, che nelle ore serali
dovrebbe essere ancora tra 0,01 e
00,5 mg/l.
Planta Primo per piante
d’acquario
Negli acquari ad acqua tenera
(acqua di osmosi) esiste un problema di partenza: fin dall’inizio è
necessario somministrare alle piante composti a base di azoto, sostanza nutritiva di base, e di fosforo.
Sebbene siano abbondanti nell’acqua di rubinetto (per l’acquario
troppo abbondanti), questi composti vengono trattenuti nel processo
di depurazione tramite osmosi
inversa ed eliminati. In generale, in
acquario non c’è carenza di composti di azoto e fosforo, prodotti in
quantità sufficienti dai processi
metabolici dei pesci sotto forma di
ammoniaca e fosfati. Ma solo quando i batteri sono sufficientemente
maturi riescono a trasformare gli
scarti dei processi metabolici in
sostanze nutritive azotate, fosfato e
potassio. In genere occorrono parecchi giorni; per questo è consigliabile dare alle piante appena introdotte
un aiuto iniziale.
Per l’avviamento dell’acquario
Aquaristica propone l’uso oculato di
Planta Primo A + K che fornisce alle
piante le principali sostanze nutritive di cui hanno bisogno. Questo
evita una stasi nella crescita nel delicato periodo di avviamento e finché
il sistema acquario non sia in grado
di produrre da sé queste sostanze. Il
controllo di nitrati e nitriti è utile
per osservare questo interessante
processo. Quando il test di nitrati dà
risultato positivo, l’uso di Planta
Primo A va interrotto.
Molto interessante e di grande sod-
5
disfazione troverete anche il flacone
di Planta Primo K, un integratore di
potassio da somministrare alle
piante quando si riscontra una
carenza di questo elemento: l’ingiallimento delle foglie, nonostante
un apporto abbondante di ferro è
un chiaro sintomo.
Il carbonio
Non si può fare a meno, anche in un
piccolo opuscolo come questo, di
spendere due parole per il carbonio.
Per tutte le piante della terra il carbonio è la sostanza nutritiva più
importante dal punto di vista quantitativo e questo vale anche per le
piante acquatiche. Le piante emerse
assumono il carbonio dall’anidride
carbonica (CO2) presente nell’aria.
Per esse questa è l’unica fonte possibile. Le piante acquatiche hanno,
invece, maggiori opportunità:
1 si servono sia dell’anidride carbonica “libera” (CO2), come fanno le
piante emerse, sia di quella disciolta
in acqua in forma gassosa, sia della
CO2 presente nell’aria (quando l’apparato fogliare si trova a contatto
con l’aria: es. la parte superiore di
foglie galleggianti oppure foglie
fuoruscite dall’acqua).
2 attingono dal carbonio “liquido”,
ovvero l’acido carbonico,
3 utilizzano il carbonio “legato”
presente nei carbonati.
Siccome le alternative 2 e 3 in
acquario sono alquanto complicate,
nella pratica acquariofila si è affermata l’alternativa 1.
In questo modo, oltre all’apporto di
carbonio alle piante, regoliamo con
la CO2 in forma gassosa anche il
valore pH, quindi il grado di acidità
dell’acqua.
Per le piante che crescono sommerse il gas anidride carbonica (CO2) è
la fonte di carbonio più gradita e più
comoda. Tuttavia, se non viene
somministrata di continuo, è una
fonte che si esaurisce rapidamente,
poiché oltre all’assunzione da parte
delle piante, la CO2 nell’acqua ha la
tendenza di raggiungere l’equilibrio
con il contenuto di CO2 nell’aria,
quindi ad evaporare lentamente dall’acqua. Diventa così spesso una
sostanza carente e l’acqua diventa
alcalina in base alla durezza carbonatica. E’ necessario, quindi, prodigarsi
per un apporto costante.
In commercio vengono oggi proposti
moltissimi apparecchi per la somministrazione di CO2 nell’acqua dell’acquario. Si va dal metodo semplice
con lievito e zucchero, che però non
lavora in modo del tutto affidabile e
stabile, fino ai sistemi completamente automatici, in grado di mantenere
stabile il livello di CO2 e il valore pH
per settimane. Sono composti essenzialmente da una bombola di CO2 (di
varie dimensioni), un riduttore di
pressione e un’elettrovalvola che, in
collegamento con un apparecchio
elettronico di misurazione e controllo, apre all’occorrenza la fonte di
CO2, consentendo al gas di diffondersi tramite un cosiddetto reattore di
diffusione o anche semplicemente
tramite una pietra porosa.
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6
Pesci
3
4
Anche in questo capitolo, come già
nel capitolo riguardante le piante,
preferisco evitare un mero elenco di
nomi di pesci e spiegare, invece, a
cosa è necessario fare attenzione
nel popolamento di un acquario,
affinché i pesci possano integrarsi al
meglio con tutto il sistema. Anche
in questo caso c’è l’imbarazzo della
scelta e il difficile compito di fare
quella giusta. Per prima cosa occorre considerare le dimensioni della
vasca. E’ chiaro ad ogni acquariofilo
che in un acquario piccolo non si
possono allevare pesci troppo grandi, che discus e scalari devono essere ospitati in vasche da almeno 100
litri ed anche che l’abbinamento
delle diverse specie deve essere
affrontato con avvedutezza.
Sull’argomento si possono trovare
oggi molti libri, articoli su riviste
specializzate e informazioni su
internet. Da queste fonti si può
imparare qualcosa sull’origine dei
pesci, sulle temperature dell’acqua,
la salinità (conducibilità), la durezza e altri parametri, fino alle analisi
complete dei biotopi originali.
Molto utile ed interessante sarà la
lettura dei due articoli del dr. A.
1
Mancini pubblicati su Aquarium
oggi 3/06 pag. 13 e 2/07 pag. 24.
Nativa Basic si usa per la produzione di acqua per l’allevamento che
ha la stessa composizione chimica
dei biotopi originali.
I dati di durezza e conducibilità vi
aiutano a fornire all’acqua di osmosi, grazie all’impiego di Nativa Basic
(o Planta Basic in acquario con
piante), le medesime condizioni
chimiche dei biotopi naturali. Basta
aggiungere Nativa Basic o Planta
Basic fino a raggiungere la conducibilità del biotopo d’origine. In mancanza di un misuratore di conducibilità, è possibile utilizzare, per
orientarsi, i valori di durezza totale
o carbonatica.
Fin dal primo allestimento è bene
impiegare anche pesci noti per la
loro voracità nei confronti delle
alghe, prevenendo così fin da subito
il rischio di una infestazione di
alghe. Pensiamo soprattutto ai piccoli Otocinclus affinis e O. vittatus
che raschiano ininterrottamente le
1)Nativa Basic viene utilizzato per
produrre acqua ideale per l’allevamento, con composizione chimica
uguale a quella dei biotopi naturali.
2)Gyrinocheilus aymonieri, un
apprezzato mangiatore di alghe.
2
24
alghe sulle foglie, sugli steli e sulle
radici presenti in acquario. Da citare
anche i vivaci guppy, Poecilia reticulates, che rosicchiano senza posa la
vegetazione minuta che cresce sulle
foglie. E fa parte della combriccola
anche il cosiddetto Black Molly,
Poecilia shenops, che pure si ciba dal
mattino alla sera di cespugli di
alghe, perfino delle temute alghe
verdi e verdi-azzurre filamentose.
Ma la cerchia dei pesci “mangiatori
di alghe” è ancora più vasta. Negli
acquari un po’ più grandi può valere la pena introdurre i Platy,
Xyphopherus maculatus o X. variatus. Questi pesci vengono proposti
in varie forme d’allevamento e si
cibano volentieri di alghe filamentose.
Esistono, in ogni caso, anche altre
specie che mostrano una predilezione per le alghe, che tuttavia sono
adatti solo ad acquari con almeno
60 litri di capacità. E’ vero che questi pesci si trovano in commercio
molto piccoli, ma diventano poi
troppo grandi per i mini acquari. E’
il caso, per esempio, di Crossocheilos
siamensis, che soprattutto da giovane è un grande mangiatore di alghe
e per giunta predilige le alghe a pennello, tanto temute in acquario.
Tuttavia, negli acquari più piccoli è
possibile ospitare solo esemplari
giovani, che successivamente devo-
3) Un pesce d’acquario molto
apprezzato e utile fin dall’inizio:
Otocinclus affinis o O. vittatus.
4) Questo è un pesce da evitare se
in acquario vi sono esemplari di
Echinodorus: le foglie avrebbero
presto questo aspetto.
no essere trasferiti in acquari adeguati alla loro lunghezza che raggiunge i 15-18 cm.
Per gli acquari di maggiori dimensioni è adatto anche Gyrinocheilus
aymonieri, spesso chiamato amichevolmente „pulivetro“ dagli acquariofili. Tuttavia questo pesce con
l’età tende a diventare un “mangiatore di alghe” piuttosto pigro e a sviluppare una certa aggressività nei
confronti degli altri pesci.
Se dedico così ampio spazio ai pesci
mangia-alghe in questo contesto,
non è certo senza motivo. Le alghe
sono il nemico più infido dell’acquariofilo. Si propagano in men che
non si dica e l’acquariofilo perde
presto l’entusiasmo in questo
hobby e lo attacca al chiodo.
Attenti al pesce
Vorrei, però, mettere in guardia da
uno dei pesci “mangiatori di alghe”
spesso raccomandati. Si tratta di
Ancistrus dolichopterus: con i dentini affilati raschia le foglie delle pian-
25
5
6
5) Alghe filamentose su una foglia
di Echinodorus. Le alghe rosse, cui
appartiene anche questo tipo di
alga, sono in genere segno di un’eccessiva presenza di silicio, fosfato e
nitrato.
6) Le temute alghe “a pennello” su
una foglia di Cryptocoryne.
7) Corydoras paleatus.
8) Corydoras trilineatus.
Gli “spazzini” dell’acquario
La parola “spazzino” non deve essere intesa qui come discriminante. Al
contrario, si tratta di pesci molto
belli; tutte le specie del genere
Corydoras (C. paleatus, C. panda, C.
schwartzi, C. aeneus, C trilineatus,
solo per citarne alcune) sono pesci
di branco pacifici, piccoli e vivaci,
che vivono di preferenza nei pressi
del fondo. E qui svolgono una funzione davvero utile per l’acquario:
spazzano e raccolgono tutti i resti di
mangime che altrimenti si depositerebbero tra i granelli di ghiaia e mar-
cendo verrebbero ricoperti da funghi. In cambio di questo prezioso
lavoro, l’acquariofilo deve assicurare un fondo fine e morbido, poiché
una ghiaia con spigoli vivi ferirebbe
i loro barbigli. In questo caso può
essere utile un anello posizionacibo, che fa sì che il mangime secco
affondando si concentri sempre
nello stesso punto dell’acquario
invece di spargersi su tutto il fondo.
Tale punto deve essere allestito con
sabbia o ghiaia molto fine e arrotondata per risultare particolarmente
“morbido”.
9
diverse Ceratopteris. Si tratta di una
felce galleggiante molto interessante e, in acquario, anche molto decorativa.
te d’acquario così a fondo da provocare danni alla superficie della lamina fogliare, soprattutto nelle specie
Echinodorus. La foglia di conseguenza marcisce e alla fine ne rimane
solo lo scheletro.
Piante contro alghe
L’acquariofilo attento osserverà che
alcune piante vengono risparmiate
dalle alghe. Ma c’è di più: alcune
possono essere impiegate nella
lotta contro le alghe in acquario.
Diversi autori, infatti, sottolineano
l’azione preventiva anti-alghe di
La chimica contro le alghe?
I preparati chimici appositamente
studiati per eliminare le alghe devono essere utilizzati esclusivamente
in caso di estremo bisogno. In genere mirano a disturbare la crescita.
Ma siccome le alghe sono parenti
delle piante superiori, non è da
escludere che anche queste ultime
subiscano danni e rallentamenti
nella crescita. Del danneggiamento
delle piante ne approfittano, in ultima analisi, proprio quelle alghe che
si volevano combattere.
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Il mangime per i pesci
All’alimentazione buona e corretta
dei nostri pesci dovremmo dedicare
la massima attenzione che invece
spesso è carente. L’alimentazione
oggi non è più un problema, poiché
abbiamo a disposizione mangimi
ad alta qualità per quasi tutte le specie. La gamma offerta va dai mangimi secchi, in varie forme (granulare
di varie dimensioni in base alla
bocca dei pesci, pastiglie adesive
studiate per i pesci di fondo, mangime in fiocchi) fino ai mangimi surgelati e liofilizzati.
Energy Gran di Aquaristica (12) è
un mangime granulare disponibile
in varie granulometrie. Il particolare processo produttivo a basse temperature assicura un’elevata stabilità delle vitamine in esso contenute.
Energy Gran è quindi un mangime
completo adatto alla maggior parte
dei pesci d’acquario e con una digeribilità del 94%.
Possiamo così riassumere le caratteristiche di questo mangime:
1. E’ disponibile in varie granulometrie in base alle dimensioni della
bocca dei pesci; si può quindi sce-
12
gliere la granulometria esatta (i
pesci mangiano i cibo a pezzetti);
2. è stabile in acqua, anche dopo un
lungo contatto con il fondo;
3. contiene tutte le sostanze nutritive necessarie;
4. ha un contenuto stabile di vitamine;
5. è pressoché asettico;
6. si mantiene a lungo inalterato;
7. evidenzia il colore dei pesci;
8. favorisce la salute dei pesci;
9. è privo di coloranti e conservanti.
Energy Gran ha inoltre una caratteristica molto apprezzabile: è un
mangime a tre livelli. Appoggiato
con attenzione sull’acqua, il mangime galleggia, mentre alcuni granelli
affondano. Pesci di branco hanno
così la possibilità di nutrirsi sia in
superficie sia ai livelli medi dell’acquario. Una parte raggiunge il substrato e viene riservata ai pesci di
fondo.
Ogni quanto si somministra il mangime?
Il dosatore è senz’altro il mezzo
migliore, semplice ed igienico, per
somministrare il mangime Energy
Gran. Sono sufficienti una o due
dosi, in base al numero di pesci
ospitati. Si somministra il mangime
più volte al giorno, ma in ogni caso
solo nella quantità che possa essere
consumata entro pochi minuti.
Mangimi sp ec ifici per situazioni
particolari
Vorrei presentare, inoltre, alcune
“specialità” studiate per soddisfare
esigenze particolari:
Energy Gran Micro
Energy Gran Micro è un mangime
d’accrescimento, specifico per
nutrire gli avannotti, gli avventori
più piccoli dell’acquario, e i pesci
che non superano i 2 cm. E’ costituito da granulare con microparticelle 0,2-0,4 mm, pressato a freddo.
Straordinariamente ricco di vitamine, ha un elevato contenuto di proteine altamente digeribili, un particolare apporto di energia, un corretto rapporto di aminoacidi (tra cui
cisteina e metionina) e il 13% di
acidi grassi specifici, come gli
Omega 3.
Energy Gran K1
Energy K1 (13) è un mangime completo per tutti i pesci d’acquario che
vivono sul fondo. Rappresenta,
inoltre, un alimento integrativo per
tutti i pesci, grazie al contenuto di
vitamina K1, beta-carotene, vitamine A, D3, E, C, nonchè le nuove
sostanze beta-glucano e nucleoitidi.
Energy K1 è composto da molluschi e crostacei, latte e derivati del
latte, estratto di lievito, è ricco di
beta-glucano e nucleotidi, uovo e
derivati dell’uovo, cereali, sostanze
vegetali, vitamine e sostanze minerali, quali lecitina.
Energy K1 è utile sia nella profilassi, sia come adiuvante delle terapie.
Viene utilizzato per rendere stabile,
giorno dopo giorno, la salute del
pesce. Grazie alla sua forma concava, Energy K1 aderisce facilmente
al vetro anteriore dell’acquario.
EmulVita
Questa premiscela iperattiva con
emulsione di preziose (13) vitamine A, D3, C, K1, beta-carotene e lecitina, altamente concentrata e liposolubile, è utile per integrare ed
ottimizzare la dieta giornaliera
composta da mangime secco o surgelato, in fiocchi o granulare. La
composizione vitaminica è ben
bilanciata e contribuisce a mantenere il pesce in buona salute.
Andar per stagni: in o out?
Una volta gli acquariofili avevano
l’abitudine di andar per stagni o per
maceri per raccogliere cibo vivo per
i propri pesci; un’attività oggi purtroppo molto limitata. I “raccoglitori di cibo per pesci” sono diventati
rari. I laghetti vengono spesso dati
in affitto o si trovano su proprietà
private. Se nel macero ci sono pesci,
c’è il pericolo di portare in acquario
assieme al cibo anche malattie o
parassiti dei pesci. Chi necessita
assolutamente di cibo vivo per
determinate esigenze di allevamento, ha la possibilità di allevarlo da
sé, come nel caso di Artemia e vermetti Grindal e Enchitrei, per piccoli pesci e avannotti. Inoltre, sono
oggi disponibili ottimi mangimi liofilizzati, garantiti esenti da germi
patogeni, come ad esempio Energy
FDArtemiaplus, EnergyFDChironomusplus, EnergyFDTubiflexplus che
comodamente risolvono il problema (14-16).
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Fidarsi è bene,
controllare è meglio
L’acqua è un mezzo molto eterogeneo e con grande reattività, oltre ad
essere un solvente eccellente per
numerosi sali e gas. E come ambiente vitale per pesci e piante è essenzialmente più sensibile di quanto lo
sia l’aria per l’uomo e per i mammiferi. Se si conducesse un’analisi chimica accurata nei tanti acquari europei,
si rimarrebbe stupiti dal risultato: difficilmente si troverebbero due acquari con gli stessi valori dell’acqua.
Cosa succede chimicamente nel
fondo …
Solo quando l’acquario è completamente allestito, con fondo, acqua,
pesci e piante, i processi chimici iniziano a svolgersi a pieno. Nel fondo si
forma una quantità di gas, per esempio metano, anidride carbonica e
acido solfidrico, ma succedono anche
altre cose: l’azoto ripercorre in qualche modo tutte le fasi chimiche dal
nitrato all’ammonio. Il ferro trivalente, difficilmente solubile, si trasforma
in ferro bivalente solubile. Numerosi
legami reagiscono e tutte queste reazioni nel fondo influenzano naturalmente anche l’acqua.
... e nell’acqua
Nell’acqua, dal punto di vista chimico, i processi sono più vivaci. Il metabolismo e la fotosintesi delle piante si
svolgono grazie alla luce. L’acido carbonico e il bicarbonato vengono consumati, scissi nelle piante e il carbonio viene trasformato. L’ossigeno
viene ceduto all’acqua. Ma accade
anche qualcos’altro. Quando le piante traggono carbonio dagli idrogenocarbonati e, in casi estremi, dai carbonati, l’acqua si arricchisce di idrossidi
di calcio e di magnesio. A seguito di
30
queste reazioni chimiche il valore pH
aumenta, l’acqua diventa alcalina. Le
piante, però, traggono dall’acqua
anche altre sostanze nutritive, quali
azoto, potassio, fosforo, zolfo ecc. trasformando a loro volta l’ambiente
chimico.
... e poi i pesci
Anche i materiali di scarto prodotti
dai pesci, urina ed escrementi, in
acqua reagiscono chimicamente. I
pesci respirano ossigeno e liberano
anidride carbonica. Quest’ultima si
lega con l’acqua formando acido carbonico, un agente in grado di scomporre composti di calcio, influenzando la durezza e l’acidità. Questo
naturalmente non vale solo per i
pesci, ma anche per tutte le altre creature che vivono nell’acquario: le
lumache, i gamberetti e – oddio! – i
batteri.
Infine anche i resti di mangime e le
parti vegetali in decomposizione
influiscono notevolmente sull’ambiente chimico tramite i composti da
essi derivati: acidi umici ed amminoacidi.
Anche i filtri introdotti nell’acquario,
siano essi meccanici o biologici,
fanno la loro parte nell’ambiente chimico.
E tutto questo accade in un contenitore relativamente piccolo, in quanto
se anche l’acquario fosse di dimensioni notevoli, in confronto alle
dimensioni dei biotopi naturali
sarebbe sempre una pozzanghera.
Per i motivi sopra elencati vorrei raccomandarvi di tenere d’occhio i processi chimici nel vostro acquario. Vi
consiglierò di seguito alcune misurazioni standard fondamentali da effettuare ogni tanto (o anche abbastanza
spesso), per tenere sotto controllo i
parametri fondamentali. D’altronde
eseguire queste “analisi” è divertente
e dà l’opportunità di approfondire la
chimica dell’acqua, anche al di là dell’acquario.
La durezza dell’acqua
Tutti avrete già sentito parlare di
durezza dell’acqua. La si incontra
non solo in acquario, ma anche nella
vita di tutti i giorni. Ha una sua
importanza quando si cucina, quando si prepara il tè, nel fare una doccia
o una lavatrice, e diventa pericolosa
quando a causa del deposito di calcare i tubi dell’acqua si deteriorano.
Esistono due tipi di durezza: per
prima la durezza totale, formata dai
cationi calcio e magnesio; la chimica
moderna parla anche di “somma di
metalli alcalino-terrosi”. Vi è poi la
durezza carbonatica, anch’essa un
concetto antico in acquariofilia e pur
sempre moderno. Il chimico parla di
“capacità tampone” o meglio capacità tampone fino a pH 4,3. E questo
spiega ancor meglio il significato
della durezza carbonatica: esprime la
capacità tampone dell’acqua nel neutralizzare gli acidi. Entrambe le
durezze hanno una grande importanza in acquariofilia: nell’allevamento dei pesci, nella fertilizzazione
delle piante e nel controllo del valore
pH.
Ecco una breve classifica generale
delle durezze totali:
0 - 3° dH: acqua molto tenere
4 – 5° dH: acqua tenera
6 – 10° dH: acqua media
10 – 15° dH: acqua dura
> 15° dH: acqua molto dura
Tenere sotto controllo le due durezze
non è un problema. In commercio si
trovano test a goccia molto semplici.
Il test GH è composto da un misurino da 6 e 12 ml e da un contagocce
con il reagente di misurazione. Si
riempie il contagocce con 6 ml di
acqua d’acquario e si aggiunge goccia
a goccia il reagente fino a quando si
ottiene una variazione di colore da
rosso violetto a blu. Ecco fatto. La
durezza dell’acqua è uguale alle
gocce versate. Se avete utilizzato 8
gocce, significa 8° dH. Semplice, no?
Altrettanto semplice è la misurazione della durezza carbonatica. Potete
aumentare la precisione della misurazione, se invece di 6 ml usate 12
ml di acqua dell’acquario. In questo
caso ad ogni goccia corrisponde 0,5
°dKH.
Il valore pH in acquario
Cosa ci dicono i singoli campi del
valore pH? Un pH inferiore a 6 significa che l’acquario è decisamente nel
campo acido. Attenzione! Il valore
non deve scendere oltre. Il valore
ideale a cui tendere è tra 6,0 e 8,0
°dKH. I motivi per cui il valore pH si
abbassa troppo (<5,5 °dKH) possono essere una durezza carbonatica
troppo bassa o un’eccessiva presenza
di acido carbonico. Per esempio, a
causa di una crescita non ottimale le
piante potrebbero non adempiere
alla loro funzione di consumatori di
anidride carbonica.
Anche un valore pH superiore a 8.0
deve mettere in allarme. Alcuni pesci
non lo sopportano. Il valore pH troppo elevato potrebbe essere determinato dalla troppa luce (irradiazione
solare). Le piante consumano troppo
acido carbonico che sottraggono ai
carbonati. Per questo la reazione dell’acqua si sposta nel campo alcalino.
Primo rimedio: abbreviare i tempi di
illuminazione. Naturalmente esistono anche altri motivi che suggeriscono di mantenere il valore di pH al di
sotto di 8,3° dKH. Per esempio quando nell’acqua è presente troppo
ammonio. Ad un valore di pH superiore a 8,3 °dKH l’ammonio si trasforma in ammoniaca, altamente tossica per i pesci.
Misurare il valore pH è facile quanto
misurare la durezza. Si riempie il
misuratore con 12 ml di acqua dell’acquario a cui si aggiungono 5
gocce di reagente. Dopo avere agitato
il misuratore per alcuni secondi si
confronta il risultato con la carta
colorimetrica.
Al momento dell’acquisto occorre far
attenzione, poiché esistono test per
diversi campi di pH, per esempio
4-10, 6-7,2 e 7,3-8,5.
Nessuna chance ai nitriti
Qualcosa è già stato detto sulla nitrificazione all’inizio del capitolo.
Anche la misurazione dei nitriti non
è più difficile di quella della durezza
e del pH. Il solito misuratore viene
riempito con 6 ml di acqua dell’acquario, vi si aggiunge un misurino
colmo di polvere, si agita un po’ il
contenitore e dopo tre minuti si confronta il colore ottenuto con la scala
colorimetrica.
E subito sapete se il livello di nitriti è
normale o pericoloso per i vostri
pesci.
La fertilizzazione delle piante
è a posto?
Tra le misurazioni standard da effettuare in acquario c’è anche il test del
ferro. Utile per rilevare il contenuto di
ferro, il test è anche un indicatore
importante per i restanti oligoelementi. Nel fertilizzante Aqua Planta24 una ventina di oligoelementi è
legata a chelatori; tra essi il ferro assume una funzione basilare. In pratica,
se il test stabilisce un livello di ferro
sufficiente, si può assumere che
anche i rimanenti oligoelementi
(manganese, litio, stagno, zinco, alluminio ecc.) siano presenti in quantità
sufficiente.
Anche questa misurazione è semplice e agevole. Si riempie il misuratore
con 12 ml di acqua dell’acquario, si
aggiunge un misurino colmo di
reagente e si attende 3 minuti. Infine
si passa a confrontare il colore ottenuto con la carta colorimetrica. Il campo
ottimale è tra 0,05 e 0,1 mg/l di Fe.
31
L’installazione di un
nuovo acquario punto
per punto
Esempio: un acquario
da 100 litri
1. Fare una lista di tutto il materiale
occorrente per l’allestimento.
2. Scegliere il luogo dove collocare
la vasca tenendo conto di: incidenza
della luce, base d’appoggio che deve
essere pari, tipo di pavimento (parquet, moquette) e sua portata, collegamento elettrico ben accessibile,
ciabatta con almeno 5 prese.
3. Montare il mobile in posizione
stabile; può essere utile una livella.
4. Eseguire le installazioni all’interno del mobile: prese distributore
secondo le utenze, installazione di
eventuale filtro, sistema CO2 (bombola).
5. Posizionare sopra il mobile degli
ammortizzatori, quale base d’appoggio dell’acquario per protezione
contro le vibrazioni dovute al traffico stradale, ferroviario, ecc.
6. Pulire l’acquario accuratamente
sia all’interno che all’esterno.
7. Se si usa un riscaldatore del
fondo, posizionare bene i cavi fissandoli al fondo con silicone o ancoraggi appositi.
8. Gli strumenti di regolazione e
comando di riscaldamento e CO2
vengono montati all’esterno dell’acquario in posizione accessibile e
visibile; fissare le sonde mediante
ventose all’interno dell’acquario.
9. Adattare e fissare uno sfondo
naturale all’interno o, eventualmente, all’esterno dell’acquario.
10. Preparare il fondo: lavare la
ghiaia. Per un acquario da 100 litri
32
si consigliano le seguenti miscele a
scelta: 11-12 litri, costituiti da una
miscela di 3 litri Plantalit Mix attivato con gli appositi batteri e 8 kg di
quarzo.
11. A questo punto introdurre il
materiale di decorazione: rocce,
radici, legni di palude, ecc (assicurarsi che sia tutto ben pulito).
12. Riempire il filtro con il materiale filtrante scelto.
13. Installare tubi e cavi speciali.
14. Installare le pompe di circolazione. La gabbia di aspirazione deve
essere montata ad almeno 5 cm di
distanza dal fondo.
15. Ultimi preparativi tecnici: collegare il timer del sistema illuminazione (10 ore) e la mangiatoria
automatica.
16. Introdurre il materiale di fondo
preparato, come descritto nel
Capitolo 4, senza acqua, predisporre le terrazze, linea di prospettiva
verso il retro.
17. Riempire l’acquario lentamente
con acqua temperata. Consiglio:
collegare il tubo per il cambio dell’acqua in bagno o in cucina
mediante un normale collegamento
a vite. Non far scorrere l’acqua da
un lato, meglio distribuirla con
l’aiuto di un piatto o simile, in
modo da non smuovere il fondo.
18. Riempire l’acquario con acqua
solo fino a metà.
19. Disporre le piante secondo il
progetto precedentemente studiato.
1
Estrarre le piante dal vasetto, eliminare completamente la lana di roccia, accorciare le radici ed eliminare
le foglie più brutte. Lavare le piante
per eliminare i residui di nutrienti
della coltura in terra.
Molto pratico nell’allestimento e
decorazione il Kit AQ Paesaggio
composto da rastrello, forbici e
pinze, disponibili anche separatamente (1).
20. Finire di riempire con l’acqua.
21. Aggiungere il fertilizzante per
le piante e i prodotti per il trattamento dell’acqua. In caso di acqua
d’osmosi: Planta Basic, Planta-24,
Bio.logica, Bactiva, AquaDigest,
Planta Primo. In caso di acqua di
rubinetto: Planta Plus, Planta-24,
Bio.logica, Bactiva, AquaDigest,
Planta Primo.
22. Montare l’impianto CO2 e metterlo in funzione seguendo le istruzioni.
23: Montare la valvola di non ritorno sul circuito CO2.
24: Consiglio: misurare ora per la
prima volta la durezza carbonatica.
25. Montare il test CO2 con indicatore, riempito con acqua dell’acqua-
rio, visibile per il controllo della
CO2.
26. Applicare il termometro in
posizione visibile.
27. Impostare il termostato dell’acquario sui 25-26°C.
28. Accendere le pompe di circolazione e del filtro.
29. Eliminare i resti di piante dalla
superficie dell’acqua.
30. Pulire con cautela i vetri dall’interno (2).
AQ-up è il tergivetro magnetico galleggiante, rende facile e veloce la
pulizia dei vetri.
31. Adattare l’eventuale coperchio;
negli acquari aperti la vista dell’acquario è globale.
32. Accendere l’impianto di illuminazione ...Ooooh!
33. Controllo funzionale di tutti i
componenti importanti:
a) tempo di accensione luci
b) riscaldamento
c) impianto CO2
34. Diario di bordo: si consiglia di
tenere un quaderno per il controllo
dell’acquario: data di allestimento,
annotazione dei parametri misurati: temperatura, grado di durezza,
valore pH, livello di ferro, ecc.
Annotare anche le date di installazione delle lampade neon (sostituzione dopo 12 mesi).
35. È ora di inserire i pesci! Non
dimenticate: Crossocheilus siamensis, Poecilia sphenops, Otocinclus
affinis o O. vittatus.
36. Per le prime due settimane
somministrare il mangime con
molta cautela. Successivamente utilizzare la mangiatoia o un dosatore.
37. Controllo delle piante nei primi
tre mesi: eliminare tempestivamente le alghe. Sostituire le piante che
presentano una cattiva crescita.
38: Buona navigazione: godetevi
l’acquario per lunghi anni!
33
La nuova strada
NewLine
Stiamo aprendo una nuova strada per
offrire ai nostri pesci e alle nostre
piante un ambiente sempre più sano
e naturale. Dalle ricerche sulla “concentrazione di ioni standard” delle
acque tropicali nasce AQUA New
Line, la nuova linea di prodotti per un
acquario veramente tropicale.
Ci presentiamo
40 intensi anni di know how e lavoro
sono le radici di Aquaristica e ne ispirano le linee guida.
La Mission di Aquaristica
Quando alla fine del 1986 Pina
Franceschelli e Lisa Cagimanolis fondano la loro società a Bologna, dopo
un lungo periodo di esperienze pionieristiche in campo acquariologico,
hanno ben chiaro che i tempi sono
pronti per un’acquariofilia diversa,
dove i pesci sani nuotano nella cor-
loro Aquaristica è distributore nazionale, cura l’informazione (nella foto
5 il dr. Viero Amadei) ed il servizio di
assistenza post-vendita tramite
un’equipe commerciale qualificata e
dinamica presente sul territorio (foto
6 e 7) in collaborazione con i tanti
centri specializzati nella vendita al
pubblico.
rente e le piante lussureggianti sotto
una luce tropicale escono dall’acqua
e fioriscono. Decidono quindi di indirizzare tutta la loro attività in questa
direzione: prendono contatti con
aziende che sentono vicine a questi
ideali e selezionano prodotti utili per
il sistema acquario e in grado di risolvere i problemi degli acquariofili
(foto 1, 2 e 3).
Aquaristica ed Aqua New Line
Negli ultimi anni l’acquariofilia ha
compiuto progressi enormi. Con la
tecnologia siamo riusciti a raggiungere traguardi mai immaginati prima;
così facendo però abbiamo scoperto
nuove barriere apparentemente invalicabili: pesci che non si riproducono
in cattività, batteri che hanno imparato a “rubare” il nutrimento alle
nostre piante e molto altro ancora.
Kaspar Horst e Aquaristica: solo chi
ha inventato l’acquario ottimale, può
migliorarlo!
Dal 2003 Kaspar Horst, il padre di
tutti i sistemi per l’acquario ottimale,
accetta di proseguire assieme ad
Aquaristica lo sviluppo della filosofia
dell’acquario ottimale (foto 8). In
L’attività editoriale
A rendere tangibile questo percorso,
si cura la pubblicazione di alcuni
libri che oggi rappresentano vere pietre miliari per la cultura acquariologica italiana comprendendo anche la
rivista Aquarium Oggi che da 14
anni forma gli appassionati verso
l’acquariofilia di domani, vitale e
sostenibile (foto 4).
Aquaristica: partner di grandi marchi
Sono molte le aziende che hanno
scelto come Partner previlegiato la
nostra Società: sono aziende storiche
che lavorano in sintonia ai principi di
Aquaristica, producono prodotti di
qualità, utili alla vita in acquario. Per
6
5
1
12
questa nuova fase vengono coinvolti
scienziati e ricercatori di chiara fama
come ad esempio il dott. Prof. Rolf
Geisler (foto 9).
Anche per la grafica e la fotografia si
impiega un personaggio di grande
esperienza: Michael Prasuhn (foto
10). Sono questi anni di duro lavoro:
si ricercano soluzioni a problemi
affrontati oltre 40 anni prima: ma già
oggi sono molti i prodotti innovativi
che fanno parte del nuovo programma AQUA New Line introdotto
dall’Acquario Navigator.
Aquaristica e la moderna acquariofilia di domani: con lo stesso entusiasmo di questi quarant’anni,
Aquaristica guarda al futuro con la
sua AQUA New Line, aprendo una
strada che non rinnega le radici di
quella percorsa ma guarda ad un’acquariofilia moderna sempre più vicina alla natura e sempre più generosa
di soddisfazioni. Questo piccolo
Acquario Navigator sia la guida sicura verso un profondo interesse per
l’acquariofilia assieme all’augurio di
tutti noi a restare acquariofili per tantissimi anni.
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Rivenditore selezionato
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Acquario Navigator