CIRCOLARE ICSS
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Fondata nel 1997 e pubblicata semestralmente dalla Commissione
Internazionale per gli Studi Salesiani (ICSS) degli Oblati di S. Francesco di Sales
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30° ANNIVERSARIO DELLA
COMMISSIONE
INTERNAZIONALE
DI STUDI SALESIANI
Quest’anno (2006) segna il 30°
anniversario
della
costituzione
della
Commissione Internazionale di Studi Salesiani
(ICSS) secondo le direttive del 14° Capitolo
Generale degli Oblati di San Francesco di
Sales (1976). Questa pietra miliare costituisce
una gradita opportunità per rivedere il lavoro
della ICSS in questi tre decenni, come pure
per considerare il suo cammino futuro.
Le origini
Figura 1 . La ICSS è stata costituita nel 1976: fa parte
della risposta degli Oblati di S. Francesco di Sales alla
richiesta del Concilio Vaticano II, nel Perfectæ
Caritatis (a sinistra), di un rinnovamento della vita
consacrata attraverso il ritorno degli istituti religiosi
alle fonti della loro fondazione per recuperare il loro
carisma al fine di riscoprirne il significato e il
messaggio per il mondo contemporaneo. A destra si
vede l’edizione del 1998 dello Statuto della ICSS (in
inglese, francese e tedesco), pubblicato da Franz Sales
Verlag di Eichstätt in Germania.
I
Capitoli
Generali
degli
anni
immediatamente successivi al Concilio Vaticano II
erano noti come “capitoli di rinnovamento” perché
il loro lavoro era in diretta risposta alla richiesta del
Vaticano II di un “adeguato rinnovamento della
vita religiosa”. Il Perfectæ Caritatis, il Decreto del
Concilio sull’Adeguato Rinnovamento della Vita
Religiosa, indicava che tale rinnovamento
implicava “due processi simultanei: 1) un continuo
ritorno alle fonti di ogni vita cristiana e all’ispirazione originaria degli istituti e 2) l’adattamento di
questi istituti alle mutate condizioni dei tempi” (n. 2). Perciò il Concilio prevedeva che gli istituti
ritornassero alle loro fonti fondazionali per recuperare il loro carisma al fine di renderlo adatto e
attraente per il mondo contemporaneo. A questo scopo il Capitolo Generale del 1972, tenuto a
Eichstätt in Germania, autorizzava il Superiore Generale a costituire una commissione che redigesse
uno statuto per una Commissione Internazionale di Studi Salesiani da presentare al successivo
Capitolo Generale. L’allora Superiore Generale, P. William Ward, designò i padri Anton Nobis,
Daniel Gambet e Alexander Pocetto per svolgere tale compito. Il loro lavoro fu approvato dal 14°
Capitolo Generale (1976).
Lo Statuto approvato dal Capitolo definisce “Studi Salesiani” quelli “relativi a San Francesco
di Sales, Santa Giovanna di Chantal, P. Brisson, Madre Maria de Sales Chappuis, le Suore della
Visitazione di Santa Maria, gli Oblati di San Francesco di Sales, le Oblate di San Francesco di
Sales, l’Istituto Secolare di S. Francesco di Sales e l’intera famiglia salesiana”. Inoltre l’ambito
degli Studi Salesiani è definito mediante tre cerchi concentrici: il cerchio più interno è la ricerca di
base; intorno a questo centro si collocano due cerchi più ampi: quello divulgativo, che “[rende] le
scoperte della ricerca di base accessibili alle persone non interessate alla ricerca scientifica, ma
interessate a conoscere ea vivere la dottrina salesiana”, e quello pastorale, che comprende “persone
che sono attivamente impegnate nella diffusione del pensiero e dello spirito salesiani attraverso la
stampa, i media, la predicazione e la direzione spirituale” (Statuto ICSS, I).
Il principale veicolo per la promozione degli Studi Salesiani a un livello mondiale era una
Commissione Internazionale costituita da tre Oblati, “preferibilmente specialisti di Studi Salesiani”,
rappresentanti le lingue principali della Congregazione: “Uno di essi deve rappresentare l’area
linguistica inglese, uno quella francese e italiana, uno quella tedesca e olandese” (Statuto ICSS,
II.1). I membri della Commissione sono designati dal Superiore Generale dopo consultazione con le
rispettive Province e Regioni.
Retrospettiva storica: 1976-2005
P. Anton Nobis, della provincia dell’Austria e della Germania del Sud, fu designato come
primo presidente della ICSS. Gli succedette P. James Langelaan (1985-1992) che era membro
fondatore della Commissione. Il terzo presidente fu P. Alexander Pocetto che ricoprì l’incarico dal
1992 fino al 2002; a lui è succeduto P. Joseph Chorpenning. Altri Oblati che sono stati membri
della ICSS sono i padri Bernard Baussand, Jean Brachet, Michel Tournade, Jean Gayet, Konrad
Eßer, Herbert Winklehner e Dirk Koster.
Per incoraggiare gli Oblati a lavorare su progetti di Studi Salesiani lo Statuto della ICSS ha
provveduto ad assegnare modeste borse di studio. Le richieste di queste borse di studio sono
sottoposte alla ICSS e da essa valutate; le sue segnalazioni vengono poi trasmesse al Superiore
Generale e al suo Consiglio per l’approvazione. Nel corso degli anni sono state istituite numerose
borse di studio relative a uno o all’altro dei tre cerchi concentrici indicati nello Statuto della ICSS.
Queste borse di studio hanno contribuito a finanziare progetti come la pubblicazione dello Jahrbuch
für salesianische Studien [Rivista annuale di studi salesiani] dell’Arbeitsgemeinschaft für
Salesianische Studien [Gruppo di lavoro per gli studi salesiani] fondato dalla provincia dell’Austria
e della Germania del Sud e il Salesian Scholars Seminar [Seminario degli Studiosi Salesiani]
iniziato da P. Joseph Power. Altre borse di studio hanno finanziato progetti multimediali utilizzati
in vari modi per promuovere gli Studi Salesiani e farne oggetto di insegnamento.
Di sua iniziativa la ICSS ha tradotto e pubblicato per uso privato, nel 2000, il dotto studio
pionieristico dell’archivista della Congregazione, P. Roger Balducelli, sulla causa di beatificazione
della Buona Madre, studio che confuta magistralmente le accuse infondate di P. Watrigant. Per
commemorare il 400° anniversario della consacrazione episcopale di San Francesco di Sales, così
come il 125° anniversario della sua dichiarazione a Dottore della Chiesa, la ICSS ha pubblicato, nel
2002, l’opuscolo Leadership in the Salesian Tradition [L’autorità nella tradizione salesiana].
Un’altra iniziativa intrapresa dalla ICSS è la sponsorizzazione e la preparazione di un volume di
saggi inediti di studiosi salesiani per commemorare il 4° centenario del primo incontro, nel 1604, di
San Francesco di Sales e Santa Giovanna di Chantal: Human Encounter in the Salesian Tradition
[L’incontro umano nella tradizione salesiana]. La risposta all’invito a sottoporre lavori su questo
argomento ha superato ogni aspettativa. Questo volume, contenente venti saggi nelle tre lingue della
Congregazione (inglese, francese e tedesco) renderà disponibile una gran quantità di informazioni e
di materiale, insieme a una grande varietà di approcci metodologici, preziosi per la riflessione e la
diffusione a vari livelli: accademico, divulgativo e pastorale. Sarà pubblicato nel 2006.
Nel 1997 il Consiglio Generale espresse preoccupazione riguardo alla natura e all’ambito di
alcune richieste di borse di studio e raccomandò alla ICSS di rivedere il suo Statuto limitando a tre
il numero di anni per i progetti in corso di finanziamento e assicurandosi di non porre troppa enfasi
su Internet e sui mezzi elettronici nel compiere la sua missione. In risposta a queste preoccupazioni
nello Statuto della ICSS furono apportate delle modifiche così come altri cambiamenti per
adeguarlo all’effettivo funzionamento della commissione stessa. Nel 2005 la ICSS propose di
emendare e di cancellare diversi punti del suo Statuto che fu in seguito approvato dal Consiglio
Generale.
Uno dei compiti importanti della ICSS è raccogliere e diffondere informazioni su “istituzioni,
attività, studi e progetti dentro e fuori la Congregazione” nell’area degli Studi Salesiani nel mondo
(Statuto ICSS, III.2.a). Con questa finalità P. Pocetto, come curatore, e abilmente assistito dai PP.
Winklehner e Gayet, nel 1997 ha inaugurato la pubblicazione della Circolare della ICSS, che è
tradotta in francese, tedesco e, più recentemente, in spagnolo e portoghese. L’assistenza tecnica e
grafica è stata generosamente offerta dal sig. Thomas McNamara, direttore delle pubblicazioni alla
De Sales University.
Quando è diventato presidente della ICSS e conseguentemente curatore della Circolare P.
Chorpenning, la grafica e la stampa della stessa sono passate a Philadelphia alla Saint Joseph’s
University Press, di cui P. Chorpenning è anche direttore editoriale. A partire dal gennaio 2004 la
Circolare della ICSS ha assunto grafica, formato e stile nuovi. Ogni numero, oltre ai consueti
articoli di notizie da tutto il mondo salesiano, ha ora un editoriale e altre rubriche, quali una
bibliografia salesiana e l’occasionale recensione di libri. L’intento dell’editoriale è di presentare una
riflessione su un argomento importante, magari trascurato o inesplorato, della nostra eredità
salesiana che sia ad un tempo fondato scientificamente e accessibile a un ampio pubblico di non
specialisti in modo da nutrire e sostenere coloro che sono impegnati nella pastorale e nella
divulgazione del nostro carisma salesiano. Con la sua caratteristica condiscendenza e generosità, P.
Pocetto, che ha avuto un ruolo decisivo nel dare inizio alla ICSS e nel suo sviluppo per molti anni
ed è stato l’ideatore e curatore della Circolare, ha accettato l’invito del suo successore ad essere il
capocronista della stessa.
Prima della pubblicazione della Circolare della ICSS, nel 1995 è stato elaborato da P. Pocetto
un sito web, col supporto dell’esperienza e delle ampie possibilità informatiche della De Sales
University. Il sito è stato uno dei primi a promuovere gli Studi Salesiani su scala mondiale. Nel
2003 P. Winklehner, membro della ICSS, ha assunto la responsabilità di webmaster. Partendo dal
pionieristico lavoro di P. Pocetto, ha reimpostato il sito, rendendolo ancora più attraente e
accessibile, e continua a compiere un notevole lavoro di aggiornamento. Il sito della ICSS
(www.franz-von-sales.de) mette a disposizione molte fonti salesiane (bibliografie, una biblioteca
virtuale delle opere di San Francesco di Sales nelle varie lingue, articoli, i numeri arretrati delle
Circolari, musica e iconografia), così come i collegamenti (links) a numerosi Oblati e siti salesiani
connessi. Su questo sito si sta ora inserendo l’edizione di Annecy delle Opere. Recentemente P.
Winklehner ha lanciato un sito dedicato a P. Brisson (www.louisbrisson.org) che col tempo conterrà
l’édition millénaire delle opere del fondatore degli Oblati di San Francesco di Sales. Attraverso
queste iniziative gli Studi Salesiani sono entrati a far parte dell’era elettronica come mai in
precedenza e tutto questo sotto gli auspici della ICSS.
L’ICSS entra nel suo 4° decennio
Cominciando il suo 4° decennio, la ICSS, attraverso la sua Circolare semestrale, continuerà a
comunicare alla Congregazione, e al di fuori della Congregazione, “ciò che esiste e ciò che è stato
compiuto” (Statuto ICSS, II.3.a) nel mondo della ricerca salesiana, a prestare aiuto economico ai
progetti salesiani realizzati dagli Oblati di San Francesco di Sales e a promuovere in un grado
ancora maggiore progetti di ricerca salesiana a nome di e per il bene della Congregazione e del più
ampio mondo degli Studi Salesiani. Molte congregazioni e ordini religiosi hanno un organismo
finanziato ufficialmente che guida i loro sforzi nel riscoprire il loro patrimonio spirituale attraverso
il sostegno economico e la promozione della ricerca scientifica sulle fonti primarie dello stesso.
L’ICSS adempie questa funzione per la nostra Congregazione, come per tanta parte della più ampia
cerchia salesiana.
Nel suo lavoro la ICSS è guidata dal suo Statuto oltre che dai principi del carisma salesiano
stesso. Per esempio, il primato dell’amicizia umana e della dimensione relazionale nella concezione
spirituale salesiana suggerisce un modo fresco e più concreto di comprendere la relazione dinamica
e vitale che deve necessariamente esistere tra i tre cerchi concentrici degli Studi Salesiani. La
ricerca salesiana che attinge alle fonti primarie è compiuta da una comunità internazionale di
studiosi sia Oblati che non Oblati. Inoltre, questa non è semplicemente ricerca in nome della
ricerca; piuttosto le nuove intuizioni proposte dai ricercatori salesiani che lavorano sulle fonti
primarie alimentano e aiutano a mantenere viva la diffusione del carisma salesiano sia a livello
pratico che pastorale, ambiti in cui altrimenti si rischia di perdere ogni dinamismo e perfino di
restare senza vitalità. Nel promuovere la ricerca sulle fonti primarie della nostra eredità e del nostro
patrimonio salesiani ci deve essere un impegno tanto deciso quanto è grande la cura che ci si prende
nel coltivare e sostenere la divulgazione del carisma e la pastorale.
Un’altra caratteristica della spiritualità salesiana che guida la ICSS è la sollecita attenzione ai
“nostri tempi”, al discernere la presenza della mano della Divina Provvidenza negli eventi ordinari e
nelle circostanze della vita quotidiana. Guardando ai “nostri tempi” scopriamo che, nel corso dei
prossimi sedici anni, non meno di cinque importanti anniversari salesiani offriranno singolari (una
volta per secolo!) opportunità di diffondere il nostro carisma salesiano: nel 2008 il centenario della
morte di P. Brisson; nel 2009 il 4° centenario della pubblicazione della Introduzione alla Vita
Devota; nel 2010 il 4° centenario della fondazione dell’ordine della Visitazione; nel 2016 il 4°
centenario della pubblicazione del Trattato dell’Amor di Dio e nel 2022 il 4° centenario della morte
di San Francesco di Sales. Di conseguenza, è più che opportuno che questi anniversari storici siano i
punti focali delle iniziative che verranno intraprese dalla ICSS nei prossimi anni, come indicato nel
Piano Strategico quinquennale (2006-2011) formulato e adottato dalla ICSS nel suo incontro di
Roma nell’aprile 2005.
Allo Statuto della ICSS così come al Piano Strategico quinquennale si può accedere sul sito
della ICSS: www.franz-von-sales.de
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LA MITEZZA E L’UMILTA’ SALESIANE IN AZIONE:
L’APOSTOLATO MISSIONARIO DI S. FRANCESCO DI SALES
NELLO CHABLAIS
La Missio ad gentes e la Nuova Evangelizzazione
Avery Dulles, SJ, nel suo magistrale studio The Splendor of Faith: The Theological Vision of
Pope John Paul II (Lo splendore della fede: la concezione teologica di Giovanni Paolo II), situa la
grande enciclica del papa sull’attività missionaria, Redemptoris missio (1990), nel contesto del
dibattito in corso nella Chiesa tra le due scuole di pensiero nell’ambito della missiologia. Secondo il
Cardinale Dulles una scuola più tradizionale tende a restringere il campo dell’espressione “attività
missionaria” all’evangelizzazione delle regioni dove la fede non è ancora stata impiantata, mentre
una scuola più innovativa sostiene che nel mondo contemporaneo l’attività missionaria deve essere
portata avanti ovunque, anche nelle parti del mondo tradizionalmente cristiane. Secondo quest’ultimo modo di vedere, l’espressione “missioni estere” dovrebbe essere abbandonata perché riflette la
mentalità colonialistica che deve essere superata. La prima scuola replica che parlare di tutto il
mondo come paese di missione distoglierebbe l’attenzione, i fondi e le risorse umane dalle regioni
del mondo dove la Chiesa dipende ancora dall’aiuto proveniente dai paesi dove la Chiesa è
saldamente radicata e fiorente.[1]
Il Cardinale Dulles osserva che nella Redemptoris missio Giovanni Paolo II assume “una
posizione intermedia” tra le due scuole, quella tradizionale e quella innovativa, di missiologia.
Il papa usa l’espressione latina missio ad gentes come equivalente di quelle che erano definite
“missioni estere”, venendo così incontro alle preoccupazioni del gruppo più tradizionalista. Ma dice
anche, con la scuola innovativa, che molte parti del mondo tradizionalmente cristiane non sono più
cristiane tranne forse nel nome e necessitano di quella che chiama “rievangelizzazione”. Alla fine fa
una triplice distinzione (RMis 33):
(a)
(b)
(c)
Là dove la popolazione è complessivamente cristiana e praticante è necessaria l’attività
pastorale.
Dove la fede è stata dominante, ma non è più vitale è necessaria la rievangelizzazione o nuova
evangelizzazione.
Dove non è stato ancora proclamato il Vangelo o dove non è stata impiantata la Chiesa è
necessaria la missio ad gentes o l’attività missionaria in senso stretto. Il suo scopo immediato è
portare alla conversione e impiantare la Chiesa (ibid., 46 - 48).
Non è la prima volta nella storia che la Chiesa si è impegnata nell’attività missionaria, per così
dire, su due fronti. Una situazione simile esisteva al tempo di Francesco di Sales (1567 – 1622). Il
cattolicesimo dell’inizio dell’età moderna si dedicò ad una vigorosa attività missionaria sia in terre
straniere che in Europa, dove cercò di arginare la marea crescente del protestantesimo nelle aree
dove la Riforma era una minaccia e di rivitalizzare la pietà e la dottrina cattoliche nelle zone che
non si trovavano sotto tale minaccia. La missione di Francesco nello Chablais (1594 – 1598), che
cercò di ricondurre al cattolicesimo una regione che era caduta nel calvinismo, è un esempio
genuino dell’attività missionaria della Chiesa in Europa all’inizio dell’età moderna che offre un
precedente per la nuova evangelizzazione all’alba del terzo millennio cristiano.[2]
Tuttavia, storicamente, le comunità religiose appartenenti alla tradizione salesiana, come gli
Oblati di S. Francesco di Sales, hanno assunto la missione di Francesco nello Chablais come
modello del loro apostolato nelle missioni estere, come confermano le Costituzioni della nostra
Congregazione (approvate definitivamente dalla Santa Sede il 29 giugno 1989). La Costituzione
199 dichiara: “I missionari Oblati continuano l’opera di S. Francesco di Sales, che iniziò la sua vita
sacerdotale con tale ruolo”. Questo punto è evidenziato nella Costituzione 202: “l’Oblato che opera
nelle missioni cercherà di acquisire le virtù dell’Apostolo dello Chablais”. Inoltre il
sovvenzionamento stabilito dal 17° Capitolo Generale degli Oblati di S. Francesco di Sales (2000)
per rendere possibile la vita a lungo termine delle nostre missioni estere da un punto di vista
finanziario si chiama “Fondo Chablais” (Statuto Generale 42).
La nostra Congregazione si trova davanti alla sfida di elaborare una “posizione intermedia”,
analoga a quella di Giovanni Paolo II nella Redemptoris missio, tra la concezione tradizionale che
vede la missione di Francesco nello Chablais come prototipo per la missio ad gentes degli Oblati di
S. Francesco di Sales, e la concezione più recente, basata sul recupero del contesto storico originale
della missione nello Chablais, che nella nuova evangelizzazione vede l’equivalente contemporaneo
di questo episodio chiave della vita e del ministero di Francesco. Mentre si va sviluppando questa
posizione, è utile prendere spunto dall’accento posto da Francesco, nella sua evangelizzazione dello
Chablais, sul ritorno a ciò che è comune.[3] In questo caso, abbiamo in comune la nostra missione
come Congregazione: “imitare Cristo e servire la Chiesa nel mondo moderno vivendo e
diffondendo la dottrina salesiana. Il nostro intento è di imitare S. Francesco di Sales e di insegnare e
diffondere la sua dottrina nel mondo. [Detto con le parole del nostro fondatore, P. Brisson] ‘Noi non
siamo solo coloro che imitano S. Francesco di Sales, ma siamo coloro che continuano la sua opera
…’”, nei nostri ministeri, che “possono assumere tutte le forme che la nostra epoca richiede”
(Costituzioni 11-12).
Visto in questa prospettiva, il ministero di Francesco nello Chablais ha un’applicazione e un
interesse più ampi di quanto forse ci si sia resi conto prima d’ora. La presentazione delle principali
virtù salesiane, la mitezza e l’umiltà, solitamente offre un’esposizione basata su ciò che Francesco
dice di queste virtù nei suoi scritti. Ma nella missione di Francesco nello Chablais la mitezza e
l’umiltà salesiane si vedono in azione: sono esemplificate e modellate concretamente da Francesco
per essere imitate dai suoi figli e dalle sue figlie di ogni epoca e in ogni circostanza e attività della
vita, si tratti del ministero, della vita comunitaria o delle relazioni umane. Il seguito di questa
riflessione si concentra su come la missione di Francesco nello Chablais offra tale paradigma.
Le sfide e il metodo salesiano nella missione dello Chablais
La missione nello Chablais è uno degli episodi più complessi della vita di Francesco; questo
in buona parte a causa della situazione politica e religiosa della regione, estremamente complessa a
quel tempo.[4] Anche dopo che Francesco ebbe concluso con successo la sua missione durata quattro
anni, lo Chablais continuò ad essere per lui un “grattacapo amministrativo” (de la Bedoyere, 71),
soprattutto durante il suo episcopato. I particolari delle sfide che Francesco affrontò nella sua
missione per riconvertire lo Chablais, dal quale la fede cattolica era stata praticamente eliminata da
oltre mezzo secolo, sono esposti minuziosamente nelle biografie classiche del nostro santo: non solo
la situazione religiosa, ma anche le deplorevoli condizioni materiali e l’impoverimento economico,
risultato di anni di guerra e di conflitti; i pericoli e le privazioni fisiche, la solitudine e la
depressione, frustrazione e delusione continue; l’ostilità degli abitanti dello Chablais, francesi per
lingua e cultura e soggetti agli svizzeri, verso l’italiano duca di Savoia e il cattolicesimo bellicoso
associato con l’Italia e la Spagna; la tendenza alla superstizione da parte della popolazione, che
credeva nelle streghe e nei lupi mannari e pensava che i papisti fossero posseduti dal demonio.[5]
Lo sforzo di Francesco, il cui esito in molti momenti fu dubbio, di restaurare il cattolicesimo
nello Chablais, ebbe infine successo. A determinare questo successo contribuirono diversi fattori,
ma nessuno forse fu tanto importante quanto il metodo e l’approccio di Francesco nel compiere
questa missione e nel superare le sfide che essa poneva. Il modello personale di Francesco nella sua
missione nello Chablais è Gesù, in modo particolare il Gesù di Matteo 11, 29 (il versetto della
Scrittura preferito da Francesco), che si rivela come “mite ed umile di cuore”, mentre porta avanti la
Sua missione salvifica attraversando la Galilea e la Giudea (Cfr. Lajeunie, I, 194). Il Gesù mite ed
umile offre il metodo e l’approccio che Francesco segue nello Chablais.
Fin dalla sua giovinezza Francesco fu attirato a contemplare il cuore di Gesù, a riposarvi e a
trovarvi conforto.[6] Nello Chablais l’assimilazione di Francesco al cuore mite ed umile di Gesù
avrebbe raggiunto una profondità ancora maggiore. Questa nuova profondità fu forgiata nel
crogiuo-
lo di avversità che in certi
momenti devono essere sembrate
schiaccianti. Allo stesso tempo, fu
alimentata da lunghe ore di
preghiera nella cappella della
fortezza degli Allinges (dove
Figura 2. Cristo nella gloria (X –XII
sec.), con un disegno moderno di questo
affresco che permette di identificare i vari
elementi della sua iconografia. Cappella
della Fortezza degli Allinges (Francia).
Francesco cercava rifugio ogni notte) davanti all’affresco romanico del Cristo che include quattro
figure, tre delle quali sono identificate come le (“piccole”) virtù della carità, dell’umiltà e della
pazienza (Fig. 2). André Ravier, SJ, osserva che nel corso di questi anni Francesco si scosta
dall’intransigenza del giurista riguardo al protestantesimo per assumere un approccio pastorale e
apostolico che cerca di restaurare l’unità attraverso la riconciliazione (92-93). In altre parole,
“dobbiamo distinguere tra l’atteggiamento [di Francesco] nei confronti dell’eresia visto come un
male politico [cuius regio, eius religio] e il suo atteggiamento verso la persona dell’eretico” (de la
Bedoyere, 65). Per Francesco la cosa più importante era dare ai suoi conterranei dello Chablais una
vaga idea del volto del Gesù mite ed umile nella sua persona e nel suo ministero verso di loro. Il
contrasto con il rigore del calvinismo e della sua dottrina sulla predestinazione non poteva essere
più drammatico.[7]
“[Chiunque] conquista il cuore di una persona, ha conquistato tutta la persona”
È stato osservato che ancora più significativo del successo finale della missione dello Chablais
è che essa “confermò l’intuizione del giovane [Francesco] che la persuasione, espressa da un cuore
amante, fosse preferibile alle battaglie, sia combattute con le armi che sotto forma di ingiuriosi
dibattiti intellettuali” (Wright, 29). Il metodo di Francesco della persuasione mite nel suo apostolato
nello Chablais assunse varie forme. Consideriamo tre esempi notevoli.
Primo. I calvinisti avevano usato la forza e la repressione per estirpare il cattolicesimo nello
Chablais. Francesco, al contrario, non voleva saperne di uso della forza. Quando il barone d’Hermance, governatore della fortezza degli Allinges, propose a Francesco di far accompagnare lui e il
cugino Luigi da una scorta armata, Francesco rifiutò di compiere la sua missione “all’ombra di
picche e alabarde” (Ravier, 76).
[Poiché] il de Sales, quale persona di profondo intuito spirituale, comprendeva molto bene la
differenza tra il metodo dell’amore e della carità cristiana e il metodo della forza, politica o militare
che fosse, personalmente era interessato solo a conversioni ottenute con mezzi puramente spirituali.
“Vi assicuro che non ho mai usato invettive o aspri rimproveri senza esserne dispiaciuto”, confessava.
“Dobbiamo ritenere come una verità indiscutibile che gli uomini fanno di più per amore e carità che
per severità e rigore” (de la Bedoyere, 66).
Secondo. Francesco intraprese il suo apostolato principalmente attraverso il contatto personale
e la disponibilità verso chiunque volesse parlare con lui: “Sono pronto con tutto il mio cuore ad
ascoltare chiunque sia in dubbio [qualora] voglia parlare con me a questo riguardo. Gli presterò
attenzione con tutto il rispetto” (citato da Koster, 64). Francesco “trattò con rispetto e carità quei
protestanti che si tenevano lontani da lui, che talvolta lo insultarono o lo aggredirono, soprattutto li
prese sul serio …. Con le parole, indubbiamente, ma soprattutto con tutta la sua vita …, doveva
rivelare ai suoi fratelli separati lo spirito e il cuore [mite ed umile] di Gesù Cristo” (Ravier, 76-77).
James Cryan, OSFS, fa notare incisivamente la centralità del dialogo nella missione dello Chablais,
non solo riuscendo a penetrare in modo prezioso nella persona di Francesco, ma esplicitando anche
che cosa la missione dello Chablais implica per i suoi discepoli di ogni età e di ogni luogo.
Nella sua missione dello Chablais Francesco si allontanò dallo stile polemico … e scelse il
dialogo. Il dialogo obbliga il proprio io …. Il dialogo è una convocazione etica. Esige la conoscenza
dell’altro. Francesco di Sales scriveva nel “linguaggio semplice dei savoiardi” e usava le costruzioni
retoriche popolari tra i calvinisti. “Voglio discutere, non litigare”, disse a Beza.
[Francesco] sapeva che la convocazione etica del dialogo è messa a rischio se si ignora la
concretezza storica (particolarità) dell’altro. Il dialogo rifiuta di considerare l’altro come
un’astrazione ….
Il dialogo cerca un terreno comune, cerca di superare la divergenza. È orientato all’altro, il
bisogno invece è orientato a sé. Nel dialogo non promuoviamo un nostro programma; rispondiamo
agli interessi di un altro; ci prendiamo a cuore …
Tale capovolgimento di ruoli, un auto-svuotamento che permette la sostituzione dell’altro a sé,
pervade tutto il pensiero salesiano ….[8]
Terzo. Un’altra forma assunta dal metodo della persuasione mite di Francesco fu la
predicazione. La Riforma aveva ottenuto successo principalmente attraverso la predicazione e fu
soprattutto riabilitando il pulpito che Francesco cercò di contrapporsi al fascino del calvinismo.
Francesco si allontanò dalla disputa teologica volgendosi a uno stile costruttivo di predicazione che
fosse chiaro, accessibile a tutti, sintetico, dialettico. La sua predicazione era “edificante” in quanto
mirava a formare progressivamente la fede cattolica nei suoi ascoltatori (Lajeunie, I, 199-202; 294).
La predicazione [di Francesco] … puntava sulla bellezza della fede cattolica in tutta la sua ricca
simmetria piuttosto che su esposizioni negative o anche su questioni dottrinali disputate. “Il cuore
parla al cuore”, insegnava già Francesco, in questo momento della sua carriera. Il cuore radicato nel
Cuore di Dio suscita quell’amore negli altri cuori.
Ma l’arte della conversazione rispettosa, dell’apologetica costruttiva e della predicazione
persuasiva non era per il giovane [Francesco] semplicemente un mezzo per ottenere un fine. I suoi
metodi rispettosi erano fondati su una reale affermazione della dignità e del valore intrinseci di ogni
singola persona che deve essere profondamente rispettata come tale, perfino quando, forse soprattutto
quando, le idee che ha o i “partiti” che la reclamano la rendono un “nemico”. … Francesco di Sales fu
un uomo di autentica riconciliazione, un uomo per il quale l’amore e la sua realizzazione non erano
semplicemente il fine, ma il mezzo.[9]
Sarebbe un errore pensare che il metodo di Francesco di conquistare i cuori con una
persuasione mite fosse universalmente approvato e accettato. Era un metodo nuovo che si
distingueva dalle strategie missionarie aggressive e provocatorie dei gesuiti, dei cappuccini e anche
di S. Carlo Borromeo, che Francesco ammirava e stimava grandemente. Il metodo salesiano era
criticato (dal collaboratore di Francesco nella missione dello Chablais, il frate cappuccino Chérubin
de Maurienne, e perfino dal suo caro amico Antoine Favre) per essere troppo mite e pacifico, non
sufficientemente zelante e intransigente e troppo lento nel produrre risultati. Ma Francesco andò
avanti per la sua strada, convinto che questo fosse il modo evangelico di procedere. Era perfino
circospetto riguardo a uno zelo, che portasse alla divisione e al settarismo, impedendo alla Chiesa di
servire da strumento di pace e di riconciliazione. L’obiettivo di Francesco era convincere e
conquistare i cuori, non sconfiggerli e dal Combattimento spirituale dello Scupoli aveva imparato
che questo si ottiene più efficacemente con una certa spassionatezza.[10] Oltre dieci anni dopo, nel
suo libro più noto e più venduto, l’Introduzione alla Vita Devota (1609), Francesco scriverà:
“chiunque conquista il cuore di una persona, ha conquistato tutta la persona” (III, 23). Questo è il
fine su cui era sempre fisso l’occhio di Francesco.
L’umiltà salesiana a servizio della Chiesa e di una missione in équipe.
Il recente studio di Jill Fehleison sulla missione nello Chablais (vd. sotto nota 4) ne ha messo
in rilievo il carattere di collaborazione, soprattutto nella sua seconda fase (1597-98). Dal 1594 al
1597, Francesco lavorò da solo e in tandem con suo cugino Luigi. Nel 1597 Francesco e Luigi
ricevettero rinforzi, un piccolo gruppo comprendente due cappuccini (Chérubin de Maurienne e
Esprit de Beaulme), un gesuita (Jean Saunier) e il parroco di Annemasse appena insediato (Jean
Maniglier). Il gruppo si riunì ad Annemasse per progettare la strategia e la linea di condotta nella
fase successiva della missione. Chérubin de Maurienne in particolare giocò un ruolo formativo nella
nuova direzione della missione introducendo l’idea di tenere le Quarantore ad Annemasse. Padre
Chérubin era un dotto oratore di talento, anche se focoso. Il suo zelo, i suoi scatti emotivi e le sue
minacce lo resero una figura controversa che finì per scontrarsi con il duca di Savoia per il suo stile
eccessivamente ardente. Il contrasto con la personalità di Francesco e il metodo salesiano non poteva
essere più marcato.
Questo gruppo tuttavia lavorò insieme per preparare le celebrazioni delle Quarantore ad
Annemasse e a Thonon, la capitale dello Chablais, che furono un autentico successo. In questo
difficile processo di collaborazione, fu Francesco a mediare tra il duca, il vescovo, il nunzio
apostolico e i missionari. Sebbene rispettato e ammirato, non fu sempre ascoltato ed obbedito e
talvolta fu sfidato. Ciononostante, Francesco conseguì il suo scopo, esattamente per il suo
comportamento mite, la sua umiltà, la sua assoluta mancanza di amor proprio e di desiderio di
mettersi in vista.
Si manteneva umile, distaccato, sempre modesto e pronto a mettere o a lasciare ognuno al suo posto.
Si metteva in secondo piano dietro ai suoi collaboratori, sapendo che l’umiltà e la mitezza sono i
requisiti indispensabili per l’unità. Gli altri salivano alla ribalta, ma lui stava in disparte; predicava
molto spesso, ma tenendosi in secondo piano, secondo il bisogno e le richieste … e senza
ostentazione … (Lajeunie, I, 340).
Un altro singolare esempio dell’umiltà di Francesco è la sua indifferenza alle voci riguardo a
una sua possibile nomina a coadiutore del Vescovo di Ginevra. La missione nello Chablais,
compiuta con tanta devozione e genialità, gli procurò fama. Il duca di Savoia lo salutò come
“l’apostolo dello Chablais” e si adoperò per farlo promuovere a coadiutore del vescovo de Granier e
quindi suo successore come principe-vescovo di Ginevra. Francesco non si lasciò mai prendere in
questo vortice, restando coi piedi per terra e mantenendo indifferenza e riserbo. In seguito, quando
questa prospettiva divenne realtà, vi aderì solo con la massima riluttanza.
Conclusione
Questa riflessione non intende essere uno studio esaustivo della condotta di Francesco nella
missione dello Chablais. Piuttosto ha cercato di dimostrare con alcuni esempi come il suo
apostolato missionario per ricondurre lo Chablais alla Chiesa cattolica dia un volto umano alla
pratica delle principali virtù salesiane della mitezza e dell’umiltà, che Francesco sostiene tanto
ardentemente e instancabilmente nei suoi libri, nelle sue lettere, nella direzione spirituale, nelle
prediche e nelle conferenze. Questi esempi ci ricordano che la promozione di queste virtù da parte
di Francesco non era semplicemente a livello teorico, ma era radicata nella sua esperienza
personale; sapeva bene che cosa costa praticarle. Per coloro che professano di seguire il Santo
Gentiluomo, non c’è altro modo di procedere che camminare sulla via della mitezza e dell’umiltà
salesiane indicata dall’Apostolo dello Chablais.
Nella Redemptoris missio Papa Giovanni Paolo II parla della priorità nell’attività missionaria
dell’annuncio accompagnato dalla testimonianza di una vita cristiana (nn. 42-45). Nel suo
apostolato nello Chablais, Francesco realizza questa integrazione dell’annuncio e della
testimonianza incarnando nella sua persona il Gesù mite e umile che proclamava. S. Giovanna di
Chantal testimoniò che “il modo di vivere [di Francesco] era una predica efficace come la sua
dottrina”.[11] Quale modello e patrono migliore potrebbe avere la Chiesa del terzo millennio per la
sua missio ad gentes e per la nuova evangelizzazione?
Joseph F. Chorpenning, OSFS
STUDI SALESIANI NEL MONDO
Africa
BENIN
Nell’ultimo numero della Circolare del Generale (settembre-ottobre 2005), P. Fiorelli
riferisce: “Un momento molto speciale della mia visita nel Sud Africa sarà il 10 settembre
l’ordinazione diaconale di tre Oblati del Bénin … La comunità francese nel Bénin sta cominciando
a fiorire con grande gioia della Provincia Francese e con il fraterno incoraggiamento dell’intera
Congregazione”.
Come riferito nell’ultimo numero di La Lettre RES [=Recherches et Etudes Salésiennes], n.
11, un convegno salesiano sul tema “L’Esprit Saint et l’ésprit salésien” è stato tenuto in questa ex
colonia francese nel 1998 al Centre Marial di Dassa-Zoumé. Hanno partecipato circa 40 persone.
Tra queste c’erano dei Salesiani di Don Bosco, le Figlie e i Figli di San Francesco di Sales, gli
Oblati di San Francesco di Sales, i Preti di San Francesco di Sales (PSFS), le Suore Missionarie
Salesiane di Maria Immacolata (SMMI), novizi, aspiranti, seminaristi e laici. Di questo convegno
compaiono in questo numero i seguenti interventi: “L’Esprit Saint et son action dans l’Eglise et le
monde d’aujourd’hui” (Lo Spirito Santo e la sua azione nella Chiesa e nel mondo d’oggi) di Sr.
Martha Radoinamalala, SMMI; “L’Esprit, source de vie intérieure à la lumière de saint François de
Sales” (Lo Spirito, sorgente di vita interiore alla luce di San Francesco di Sales) di P. Jean-Luc
Leroux, OSFS; “L’Esprit Saint et les valeurs spirituelles salésiennes et africaines” (Lo Spirito
Santo e i valori spirituali salesiani e africani) di P. Martin Adjou, PSFS; “L’Esprit Saint dans la vie
du jeune disciple africain de Saint François de Sales” (Lo Spirito Santo nella vita del giovane
discepolo africano di San Francesco di Sales) di Adolphe Odjo e Benoît Ahouangonnou.
Regione Asiatica
FILIPPINE
La morte improvvisa di P. Anthony Ceresko, OSFS, della Provincia di Toledo-Detroit, ha
lasciato un vuoto profondo nella Congregazione e nel progetto di sviluppo degli Oblati nelle
Filippine. P. Ceresko è stato l’avanguardia non solo per le missioni indiane, ma anche, più
recentemente, per una fondazione degli Oblati nelle Filippine, dove ha insegnato Sacra Scrittura nel
Divine Word Seminary a Tagaytay City, Cavite. L’ultimo numero della Circolare della ICSS
(luglio-agosto 2005) annunciava la pubblicazione del nuovo libro di P. Ceresko, St. Francis de
Sales and the Bible (Bangalore: SFS Publications/Asian Trading Corporation, 2005), una raccolta di
nove dei suoi articoli già pubblicati sul significato della spiritualità salesiana e sulle Scritture in
dialogo con il mondo moderno e soprattutto con le culture del terzo mondo. Tutti gli Oblati e, in
particolare i missionari Oblati, troveranno in questi scritti una ricca e abbondante risorsa per vivere
e predicare il Vangelo nello spirito di San Francesco di Sales. P. Ceresko, camminando umilmente
e semplicemente davanti a Dio, ha dato a tutti noi un eccellente esempio da seguire.
Nonostante la grande perdita di P. Ceresko, P. Josef Költringer, OSFS, che è stato un
importante strumento per fondare solidamente le missioni degli Oblati in India, sta procedendo con
tranquilla determinazione per consolidare la presenza degli Oblati nelle Filippine. Da un’anziana
vedova ha ricevuto un generoso dono di circa 2,3 acri di terra, con la possibilità di utilizzare per
dieci anni una casa vicina a questa proprietà, collocata a circa 10 km da Lipa. Se uno o due Oblati
potessero unirsi a lui, tra circa un paio di mesi, P. Költringer potrebbe cominciare ad accettare
candidati per far loro seguire il programma di formazione. Qualsiasi Oblato fosse interessato, può
avere ulteriori informazioni sulla fondazione contattando P. Költringer al seguente indirizzo:
[email protected]. La fondazione delle Filippine è partita dall’India. La comunità degli Oblati
dell’India sta crescendo e maturando rapidamente. Il progetto è di far assumere agli Oblati indiani la
piena responsabilità di questa fondazione entro il 2009. P. Költringer è stato aiutato molto dai
Missionari di San Francesco di Sales e dalle Figlie di San Francesco di Sales che sono arrivati
prima degli Oblati. Le Filippine, a suo parere, saranno un eccellente trampolino per evangelizzare le
immense popolazioni delle vicine nazioni dell’Asia Orientale, come la Cina, il Vietnam, l’Indonesia
e Taiwan, che desiderano ascoltare la buona novella del Vangelo.
INDIA
La crescita degli Oblati in India ha superato ogni aspettativa. Attualmente fanno parte del
progetto India settantaquattro uomini, trentasette dei quali professi e dodici ordinati, che rendono
questa realtà, per consistenza numerica, paragonabile alla provincia di Toledo-Detroit. Come
ricordato nel numero scorso di questa lettera circolare, è stato aperto un convitto per ragazzi, ora in
piena attività, nell’ex noviziato della proprietà di Samapanaram vicino a Bangalore. È interessante
che diversi seminaristi Oblati stiano facendo il loro percorso formativo con i Salesiani di Don
Bosco nel Nord-Est dell’India (Assam e Meghalaya). P. Baiju Paul OSFS, ex superiore della
comunità degli Oblati di Salespuram nel Kerala, ora si trova nella comunità degli Oblati di Wills
Hall e sta studiando per ottenere un master in pedagogia alla De Sales University. Spera di tornare
in India per fondarvi una scuola degli Oblati.
Per non essere da meno dei loro confratelli Oblati di Samapanaram, i giovani aspiranti Oblati
di Salespuram hanno iniziato la pubblicazione di una propria lettera circolare, Point Alpha. Sia
OSAI, la circolare degli Oblati di Samapanaram, che la più recente pubblicazione lasciano
trasparire uno spirito di giovane ottimismo e di gioia e una viva gratitudine per la loro vocazione di
Oblati, espressa generalmente in un modo piuttosto fantasioso. Essi sembrano essere stati sedotti e
ispirati dallo spirito e dal carisma salesiano-oblato. Questo promette bene per la crescita e
l’espansione continue degli Oblati in questo paese.
Regione dell’America Centrale e del Sud
HAITI
P. Tom Hagan, OSFS, scrive da Haiti: “Sono profondamente coinvolto nella realtà di questa
zona. Abbiamo sette scuole per un totale di 4.000 ragazzi. C’è poi la nostra clinica che serve 20.000
persone. In una sola settimana nutriamo oltre 500.000 persone. L’articolo [sul New York Times] non
ci nomina, ma l’unica organizzazione che può entrare è Hands Together (Mani Insieme). Cerco di
non dare nell’occhio e tento di essere apolitico. A dire il vero “Dred”, un capobanda, ha provato a
contattarmi prima di essere ucciso il 6 luglio. Tutte le bande ci conoscono e ci rispettano perché
stiamo aiutando la loro gente. Tuttavia anche quest’anno abbiamo subito la perdita di 16 lavoratori e
di parecchi ragazzi. La settimana scorsa quattro dei miei più stretti collaboratori sono stati rapiti, ma
fortunatamente siamo stati in grado di negoziare il loro rilascio. Quattro di queste scuole nei
quartieri poveri hanno ricevuto il nome di santi salesiani, la più recente dei quali è S. Léonie Aviat.
A metà settembre sette aspiranti partiranno per il Brasile e altri sei per quest’anno resteranno qui.
Pur in mezzo a tutta questa situazione indescrivibile di conflittualità, di corruzione e di malvagità,
vediamo che l’azione di Dio per il bene prosegue.
BRASILE
L’anno prossimo gli Oblati celebreranno il 100° anniversario della loro presenza nello stato
Rio Grande do Sul, nel Sud del Brasile. Per commemorare l’evento gli Oblati della Regione del
Brasile hanno pubblicato un calendario del 2006 con un ritratto di S. Francesco di Sales e una carta
geografica dell’America del Sud, su cui sono segnati molti raggi che indicano la propagazione della
Buona Novella nello spirito salesiano-oblato a partire da questa area e dall’Uruguay. In
concomitanza con questo avvenimento è stato tradotto in portoghese da P. Laurentius van der
Raadt, OSFS, e pubblicato da Città Nuova l’adattamento dell’Introduzione alla vita devota, Un
monde à aimer, di P. Michel Tournade, col titolo Un amigo a ser descoberto.
Europa
PROVINCIA FRANCESE
La notizia della morte improvvisa, il 3 dicembre 2005, di Sr. Marie Patricia Burns, VSM,
archivista del monastero della Visitazione di Annecy, è stata appresa con forte emozione e profonda
tristezza da tutto il mondo salesiano. Un ricordo di questa insigne e amata studiosa salesiana
apparirà nel prossimo numero della Circolare della ICSS.
P. Henri L’Honoré definì se stesso così: “…Normand par naissance, je suis devenu tout
savoyard et tout salésien” (“… normanno di nascita, sono diventato completamente savoiardo e
salesiano”). Questo pensiero è riferito dalla signora Nicole Schneider, segretaria dell’Accademia
Florimontana di Annecy e autrice dell’articolo “Le Père Henri L’Honoré, OSFS, 1917-2001, ”
Revue Savoisienne” (2003). Ella mette in risalto l’amore appassionato del P. L’Honoré per
Francesco di Sales e quanto egli abbia lavorato instancabilmente per promuovere la spiritualità del
santo e l’insegnamento dello stesso specialmente attraverso le “Journées Salésiennes”, fondate
attorno al 1950 da P. Franz Reisinger, Oblato austriaco, il quale passò il testimone a p. L’Honoré
nel 1969. L’articolo riporta un’ interessante fotografia di P. L’Honoré seduto tra l’Oblato italiano P.
Ruggero Balboni e l’allora cardinale Albino Luciani, il futuro papa Giovanni Paolo I. La foto è stata
scattata durante un convegno salesiano tenuto in Italia a Venezia nel 1976, mentre essi stavano
ascoltando una conferenza sulla lettera apostolica Sabaudiae Gemma di papa Paolo VI, tenuta da P.
Antonio Brunelli. Chi fosse interessato ad avere una copia dell’articolo può scrivere a: Académie
Salésienne, 18, Avenue de Trésun, 74000 Annecy, France.
Riconoscendo le magnifiche qualità di P. Michel Tournade, OSFS, Provinciale della Provincia
Francese, il Vescovo di Annecy lo ha nominato responsabile diocesano per la Pastorale Giovanile.
Con il suo consueto stile discreto, P. Tournade lavora per diffondere lo spirito e il carisma
salesiano-oblato soprattutto tenendo numerose conferenze su S. Francesco di Sales ai laici e
organizzando varie iniziative per i giovani.
Il suo collega e ex membro della ICSS, p. Jean Gayet, ha appena completato la
digitalizzazione del 22° volume delle Oeuvres di S. Francesco di Sales della edizione di Annecy.
Dobbiamo profonda gratitudine a P. Gayet per questa sua “fatica d’amore”.
La Lettre RES, n. 11, comprende in aggiunta agli studi menzionati sopra (vd. “Africa:
Bénin”): Hélène Bordes, “La Rencontre: ‘Rencontre’ et ‘dialogue’ dans la vie humaine, selon
François de Sales” (“L’incontro: ‘incontro’ e ‘dialogo’ nella vita umana secondo Francesco di
Sales”), “Lire à la fois les Pères et François de Sales dans La Liturgie des Heures” (“Leggere
contemporaneamente i Padri e Francesco di Sales nella Liturgia delle Ore”), “Dossier: Monseigneur
Maissonier” e “‘Bouquets de dévotion’ à la fin du Traité de l’amour de Dieu” (“‘Bouquets di
devozione’ alla fine dello studio del Trattato dell’amor di Dio”) ; Suzy Rio, FSFS, un profilo
biografico di Madeleine de Malaret e una recensione di Sr. Marie Patricia Burns, VSM, FrançoiseMadeleine de Chaugy; Philippe Legros, “Recension des Livres I à IV du Traité de l’Amour de
Dieu” (Uno sguardo ai libri I-IV del Trattato dell’Amor di Dio); e Jean-Luc Leroux, OSFS, “Traité
de l’Amour de Dieu: Introduction au livre XII” (Trattato dell’Amor di Dio: introduzione al libro
XII).
PROVINCIA DELL’AUSTRIA E DELLA GERMANIA DEL SUD
La rivista salesiana LICHT (Luce) nel 2006 celebra il suo centesimo anniversario. Il suo
primo numero fu pubblicato il 15 gennaio 1906. Il promotore e il fondatore di questa rivista fu P.
Joseph Lebeau, OSFS, primo Provinciale degli Oblati di S. Francesco di Sales in Austria. Nella sua
presentazione al primo numero, egli descrisse gli scopi che LICHT persegue fino ad oggi: divulgare
informazioni sugli Oblati di S. Francesco di Sales e sulla famiglia salesiana di tutto il mondo e far
conoscere la vita, l’insegnamento, l’opera e la spiritualità di S. Francesco di Sales, come pure
commentare gli eventi della Chiesa e del mondo dal punto di vista della spiritualità salesiana. Nel
2006 una serie di articoli tratteranno della storia della rivista. Inoltre il Superiore Generale degli
Oblati di S. Francesco di Sales, P. Lewis S. Fiorelli, OSFS, fornirà uno di una serie di articoli
riguardanti gli aspetti essenziali della spiritualità salesiana. P. Fiorelli ha presentato le sue
felicitazioni per questo anniversario con le seguenti parole:
La provincia dell’Austria e della Germania del Sud ha dato molti significativi contributi alla Chiesa
e alla Congregazione nel corso degli ultimi cento anni. Desidero esprimere la mia personale
riconoscenza agli Oblati, di ieri e di oggi, di questa provincia per tutto ciò che hanno fatto per
promuovere il gioioso ottimismo di S. Francesco di Sales tra la gente che hanno servito così
generosamente lungo tutti questi anni. LICHT è stato un importante veicolo di diffusione
dell’affascinante spirito del Santo Gentiluomo negli ultimi cento anni. Possa esserlo ancora per altri
cento anni!
P. Herbert Winklehner, attuale redattore capo della rivista, ha realizzato una presentazione
Power Point sugli ultimi cento anni di LICHT, la quale racconta come LICHT abbia sempre cercato
di diffondere il carisma e la spiritualità salesiani tra la gente di lingua tedesca, malgrado le
molteplici sfide del ventesimo secolo, cioè la crisi economica mondiale degli anni ‘20, la dittatura
nazista e la Seconda Guerra mondiale.
Il 21-22 ottobre 2005 l’Arbeitsgemeinschaft für alesianische Studien (Gruppo di lavoro per gli
studi salesiani) si è incontrato al Salesianum Rosental ad Eichstätt in Baviera. Sono intervenuti a
questa riunione del Gruppo di lavoro circa venti membri da Germania, Austria, Svizzera e Paesi
Bassi. Il principale argomento dell’incontro era l’edizione tedesca delle lettere di S. Giovanna
Francesca di Chantal, la cui edizione completa (sei volumi) è attualmente disponibile solo in
francese. Alcuni membri del Gruppo stanno lavorando a questa traduzione da parecchi anni. Una
prima bozza di traduzione di tutte le lettere è stata completata; è necessaria ora un’accurata
revisione. A questo scopo è stato istituito un team editoriale sotto la guida di P. Gottfried Prinz,
OSFS, che già aveva la responsabilità del lavoro di traduzione. Non è stata fissata nessuna data per
la pubblicazione della traduzione finale, data l’ingente quantità di lavoro richiesto.
Un altro argomento dell’incontro era la diffusione della spiritualità salesiana attraverso la
tecnologia moderna, quale il computer e/o il Web. A tal fine P. Herbert Winklehner, membro della
ICSS, ha fatto una introduzione dettagliata sui diversi siti salesiani in tutto il mondo, specialmente
sul sito della ICSS (www.franz-von-sales.de). Egli ha messo in rilievo le meravigliose possibilità
che Internet offre per promuovere e far conoscere S. Francesco di Sales, la sua spiritualità e i diversi
Istituti della famiglia salesiana.
Sotto la guida di Markus Kraxberger, OSFS, parecchi studenti della scuola superiore degli
Oblati di Dachsberg, nell’Austria del Nord, hanno realizzato un video che presenta tre eminenti
Oblati di S. Francesco di Sales dell’Austria e della Germania: P. Richard Köckeis di Ried im
Innkreis (Austria del Nord), il fratello Stanislaus Tempelmeier di Eichstätt (Baviera) e P. Hans
Wessling di Paderborn (Nordrhein-Westfalen). Il titolo del video è “Freaks” (“Tipi fuori del
comune”) ed è disponibile contattando Markus all’indirizzo: [email protected].
P. Winklehner ha realizzato parecchie presentazioni Power Point su argomenti salesiani: “La
vita di S. Francesco di Sales”, “Francesco di Sales e la mistica”, “Francesco di Sales e le virtù”,
“Vivere Dio nella vita di ogni giorno: consigli dalla spiritualità salesiana”, “Cento anni della rivista
salesiana LICHT (1906-2006)”. Chi fosse interessato a queste presentazioni può contattare P.
Winklehner via e-mail: [email protected]. Per poter usare queste presentazioni è necessario un
computer con CD-Rom e con il software Microsoft Power Point.
P. Winklehner inoltre ha diretto una giornata di ritiro a circa 130 impiegati della diocesi di
Eichstätt in Baviera. L’argomento era “Vivere Dio nella vita di ogni giorno: consigli dalla
spiritualità salesiana”.
Per celebrare la solennità di S. Francesco di Sales, il 20 gennaio 2006 è stata tenuta una
conferenza dallo scrittore austriaco Josef Dirnbeck dal tema: “Un santo triste è un triste santo”. In
questa occasione, il sig. Dirnbeck ha presentato il suo nuovo libro: Gott lacht: Ein fröhlicher
Crashkurs des christlichen Glaubens (Dio ride: un allegro corso intensivo sulla fede cristiana). La
festa vera e propria è stata celebrata domenica 29 gennaio con una S. Messa presieduta dal vescovo
ausiliare di Münster, Friedrich Ostermann. Dal 2001 il vescovo Ostermann è presidente della
Commissione per i Mass Media della Conferenza Episcopale Tedesca ed è molto ben informato sul
suo patrono, S. Francesco di Sales.
LA COMUNITÀ SVIZZERA
Dall’agosto 2005 la comunità svizzera degli Oblati di S. Francesco di Sales ha un proprio sito
web: www.osfs.ch. Il sito ben organizzato e decisamente avvincente contiene dettagliate
informazioni sulla spiritualità di S. Francesco di Sales come sulle attività degli Oblati in Svizzera.
La comunità svizzera ha pubblicato anche un piccolo opuscolo con citazioni di S. Francesco di
Sales e immagini meditative. L’argomento dell’opuscolo è “Vertrautheit mit Gott” (Intimità con
Dio) ed è stato curato da Alice e Ivo Baeriswyl. Questo opuscolo e altre pubblicazioni si possono
ordinare all’indirizzo: www.osfs.ch.
LE FIGLIE E I FIGLI DI S. FRANCESCO DI SALES
Nell’agosto del 2005, trenta persone si sono incontrate a St. Maurice per i ritiri delle Figlie e
dei Figli di S. Francesco di Sales guidati da mons. Noyer della Francia. Il tema è stato: “Diventare
un figlio e una figlia di Dio”. Durante il ritiro è stato dato un caloroso benvenuto a P. Roduit di St.
Maurice, responsabile dei gruppi religiosi della Svizzera di lingua francese. Questi giorni di ritiro
hanno offerto la possibilità di incrementare la comunicazione fra i diversi gruppi delle Figlie e dei
Figli di S. Francesco di Sales e coloro che vi hanno partecipato sono ripartiti con la sensazione di
essere stati arricchiti.
Le Figlie di S. Francesco di Sales della regione austriaca nel 2006 intendono fare un
pellegrinaggio nei luoghi salesiani di Annecy e dintorni come pure a Lione, dove S. Francesco di
Sales è morto. In questo modo le Figlie sperano di approfondire la loro spiritualità salesiana.
ITALIA
P. Giuseppe Boenzi, SDB, già noto su queste pagine, sta facendo a Roma un anno sabbatico.
Sta collaborando con P. Morand Wirth, che è stato coordinatore di un gruppo di studiosi salesiani a
Lione e poi Provinciale della Francia del Sud, in un corso incentrato sui “contesti” per l’attività
salesiana. Terrà pure il corso di P. Wirth su S. Francesco di Sales per questo semestre, mentre p.
Wirth continua il suo lavoro di ricerca. P. Wirth ha recentemente pubblicato uno studio innovatore
intitolato François de Sales et l’Èducation nella collana Scienze dell’Educazione, curato da Guy
Avanzino e pubblicato dalle Éditions Don Bosco di Parigi. Questo lavoro analizza Francesco di
Sales da diverse prospettive che sono radicate nei suoi studi e nella sua formazione personale: (a)
l’istruzione umanistica di Francesco, 1567-1593; (b) Francesco al servizio della formazione e
dell’educazione; (c) l’umanesimo olistico: sviluppo dell’intera persona; (d) l’umanesimo pratico: la
persona e la società; (e) l’umanesimo integrato: l’apertura alla trascendenza. P. Boenzi commenta
questo studio nel modo seguente: “In molti modi, dice Wirth, Francesco presenta una anatomia
della natura umana esplorando i movimenti interiori della personalità e le sue manifestazioni esterne
con la pazienza di un biologo, la precisione di un orologiaio, la sollecitudine di un medico.
Francesco è qui presentato come il grande educatore del cuore umano”. È già in corso una
traduzione italiana. La versione francese è disponibile presso le Éditions Don Bosco a:
www.editions-don-bosco.com.
Stati Uniti
PROVINCIA DI TOLEDO-DETROIT
Fra i nuovi libri del catalogo del De Sales Resources & Ministries non menzionati
precedentemente in questa circolare ci sono i seguenti: Belonging to God: A Personal Training
Guide for a Deeper Catholic Spiritual Life (Appartenere a Dio: un cammino di formazione
personale per una più profonda vita spirituale cattolica), una rielaborazione della Introduzione alla
vita devota da parte di mons. Charles M. Murphy; Spiritual Combat Revisited (Combattimento
spirituale rivisitato), una versione riveduta del Combattimento spirituale dello Scupoli ad opera di
Jonathan Robinson; Sermon in a Sentence: A Treasury of Quotations on the Spiritual Life from the
Writings of St. Francis de Sales (Un sermone in una frase: un tesoro di citazioni sulla vita spirituale
tratte dagli scritti di S. Francesco di Sales), una raccolta di centinaia di citazioni e brevi massime di
Francesco di Sales, organizzate secondo le principali virtù della vita cristiana e altri argomenti
spirituali, a cura di John P. McLernon; Don Bosco di Teresio Bosco che cerca di collocare il santo
nel suo contesto storico usando uno stile narrativo popolare. Questi libri si possono trovare e
ordinare online a: www.desalesresource.org/Cart/newreleases.asp.
Con il tema: “Viva Gesù: sfida per l’oggi”, si è svolta a Durham nel Nord Carolina, dal 4 al 7
agosto 2005 la 23° Conferenza Salesiana Annuale sulla spiritualità di S. Francesco di Sales e S.
Giovanna Francesca di Chantal, intitolata a Joseph F. Power, OSFS e sponsorizzata dal Centro De
Sales Resources & Ministries. Gli oltre 170 partecipanti, dopo le relazioni principali, hanno avuto
l’opportunità di essere attivamente coinvolti nel dibattito e di confrontarsi in piccoli gruppi.
Attualmente gli Oblati nel Nord Carolina hanno circa 15 parrocchie, fatto questo che ha reso più
facile la presenza degli Oblati del posto e dei loro parrocchiani.
Sr. Mary Grace Flynn della Visitazione di Wheeling ha fatto la recensione del libro: God
Desires You: St. Francis de Sales on Living the Gospel (Dio ti desidera: vivere il Vangelo secondo
S. Francesco di Sales) di P. Eunan McDonnell, SDB, sul numero di Bondings dell’estate 2005. Sr.
Mary Grace raccomanda entusiasticamente il libro perché: “Lo stile è salesiano: amabile,
incoraggiante, leggibile e rispettoso verso il lettore”.
PROVINCIA DI WILMINGTON-PHILADELPHIA
Il fratello Harry McGovern, OSFS, archivista della Provincia, ha creato una “Heritage Room”
(“Sala dell’eredità [storico-spirituale]”) nell’ex refettorio di Childs nel Maryland. L’ambiente è
stato sistemato con molto buon gusto, con ampi spazi e con la possibilità di esibire il ricco
patrimonio degli archivi e di accogliere coloro che desiderano lavorare negli stessi. A fratel Harry
vanno il nostro grazie e le nostre congratulazioni per la grande creatività, per il tempo e gli sforzi
profusi in questa impresa. Per ulteriori informazioni lo si può contattare via e-mail:
[email protected].
Il De Sales Spirituality Center (Centro di spiritualità salesiana) annuncia una nuova sezione
del suo sito web intitolata “Spirituality Bulletins” (Bollettini di spiritualità), che si basa sulla serie,
a scopo divulgativo, “Salesian Perspective” (In prospettiva salesiana). Ogni testo (senza domande
per la discussione o proposte per ulteriori letture) è stato formattato (come un file PDF) per essere
più facilmente incluso come inserto nel bollettino circolare. I volumi 1-5 dei “Spirituality Bulletins”
si possono ora scaricare gratuitamente. Un’altra sezione, ora in preparazione, presenterà una
versione più attuale delle dieci meditazioni che si trovano nella I Parte dell’Introduzione alla vita
devota di S. Francesco di Sales. Vi si può accedere all’indirizzo: http://oblates.org/spirituality/.
Un articolo di Tami Quigley sul giornale della diocesi di Allentown, l’A.D. Times, riporta una
riflessione su P. James Finnegan, OSFS, ex membro della facoltà e presidente del dipartimento di
filosofia e teologia alla De Sales University, e su quanto ha realizzato nell’apostolato della
sofferenza. P. Finnegan ha iniziato nella parrocchia dell’Assunzione della B.V. Maria a Colesville
dei gruppi di sostegno, che aiutano coloro che hanno perso una persona cara a causa della morte, del
matrimonio, della separazione o del divorzio. Il programma è iniziato con sessioni informali in
canonica e si è poi esteso con successo in tutta la diocesi. Per assistere le persone impegnate in
questo servizio, P. Finnegan ha redatto in collaborazione con Carol Barron una serie di opuscoli che
vengono usati durante queste sessioni. P. Finnegan, che è morto nel giugno 2005, è l’iniziatore di
questi meravigliosi programmi che offrono alle persone nella sofferenza un posto dove andare e
l’aiuto per superare questo momento difficile della loro vita. Va sottolineato che P. Finnegan aveva
una base molto solida di spiritualità salesiana. Ha fatto la sua tesi di dottorato all’Università di
Friburgo in Svizzera su “Il cristocentrismo nella meditazione e nella contemplazione secondo S.
Francesco di Sales”. La sua tesi è disponibile nella Trexler Library della De Sales University.
Oltre a essere uno studioso salesiano, P. Joseph Chorpenning, OSFS, presidente della ICSS, è
anche uno specialista della teologia e della storia del culto di S. Giuseppe. P. Chorpenning è stato
ampiamente citato nello speciale religioso su S. Giuseppe nel numero del 19 dicembre 2005 della
rivista Time (pp. 67-74) per la quale egli lavora come consulente principale. Sebbene P.
Chorpenning avesse chiesto che S. Francesco di Sales fosse menzionato nell’articolo, non è stato
possibile esaudire la sua richiesta. Nondimeno il titolo dell’articolo include alcuni vocaboli
prettamente salesiani: “Padre e Figlio: la Scrittura non dà enfasi al ruolo di S. Giuseppe neppure a
Natale, ma la relazione tra S. Giuseppe e Gesù ha ispirato generazioni a ricercare le sue virtù
nascoste”. Questo articolo di David Van Biema, incaricato degli articoli religiosi di Time, è
disponibile all’indirizzo: www.time.com, dove è corredato da uno studio fotografico su S. Giuseppe
nell’arte. Questo articolo e il relativo studio fotografico fanno pendant a un articolo e studio
fotografico similari sulla Vergine Maria sul numero del dicembre 2004 di Time.
Thomas Vresics, da lungo tempo membro della facoltà della Salesianum High School di
Wilmington nel Delaware, è il coordinatore del De Sales Seeds of Service (Semi di Servizio) nella
scuola. Egli sta portando nella diocesi di Allentown la riuscitissima Giornata di Educazione
Religiosa Cristiana per Adulti del Salesianum (SACRED), su invito dell’Ufficio per la Formazione
alla Fede degli Adulti. L’obiettivo primario del SACRED è una maggior comprensione della fede
cattolica attraverso le lenti della concretezza e dell’ottimismo della spiritualità salesiana. Per
saperne di più circa questo programma visitate il sito web del Salesianum:
www.salesianum.org/sacred.
Il Salesian Center for Faith and Culture (SCFC= Centro Salesiano per la Fede e la Cultura) ha
intrapreso tre nuove iniziative. Per iniziativa del consiglio di amministrazione della De Sales
University l’“Associazione Interconfessionale per l’Etica nei luoghi di lavoro” è diventata un ente
affiliato all’Università dal 1° gennaio 2006, sotto l’amministrazione del SCFC. La missione dell’Associazione è “di offrire alle persone opportunità di trovarsi insieme per studiare, riflettere,
parlare e intraprendere iniziative su questioni etiche sul posto di lavoro”. Insieme a questa
organizzazione il SCFC sarà in grado di ampliare la sua missione di impegno sociale nel mondo
delle aziende e di trarre profitto dalle relazioni che questo gruppo ha già stabilito nella comunità
lavorativa della Lehigh Valley. Una simile collaborazione avrebbe sicuramente entusiasmato P.
Brisson che aveva una così profonda comprensione della dignità del lavoro.
Il SCFC, in collaborazione con un gruppo di giudici e avvocati eminenti della Lehigh Valley,
il 24 gennaio 2006, solennità di S. Francesco di Sales, ha costituito la St. Thomas More Society.
Composta tipicamente da avvocati, giudici, funzionari e studenti in legge cattolici, questa società
offre delle possibilità per la condivisione della fede, per una crescita professionale permanente e per
diffondere una consapevolezza delle questioni etiche nel campo legale. Attraverso il suo legame con
questa società, il SCFC estende la sua missione di coniugare fede e cultura negli ambiti socialmente
significativi della legge e della politica, soprattutto perché questi ambiti sono collegati alla vita e
all’eredità di S. Francesco di Sales.
Sotto la direzione del SCFC, la De Sales University dal 22 al 26 gennaio 2006 ha organizzato
una nuova “Heritage Week”, una settimana per ricordare e valorizzare la vita e l’eredità di S.
Francesco di Sales. Le iniziative comprendevano la messa di S. Francesco di Sales, a cui è stato
invitato a celebrare e a predicare mons. Charles Murphy (autore di Belonging to God: A Personal
Training Guide for the Deeper Catholic Spiritual Life); un forum di bioetica su “Il dilemma della
decisione nella sanità di oggi”; uno spettacolo televisivo con P. John Bartunek, LC (consigliere
teologico di Mel Gibson per il film “La passione di Cristo”); la conferenza tenuta da mons.
Aloysius Callaghan (rettore e vice presidente della scuola di teologia del St. Paul Seminary e ex
segretario del vescovo Joseph McShea, uno dei fondatori della De Sales University), che si tiene
ogni anno per commemorare R. Wayne Kraft.
Altre nuove pubblicazioni
LIBRI
P. Hyacinthe Vulliez, Saint François de Sales: L’amour au coeur [San Francesco di Sales :
l’amore nel cuore] (Annecy : Èditions Le Vieil Annecy, 2002). Quest’opera riproduce e illustra
alcune importanti opere figurative salesiane inedite.
P. Noel Rebello, MSFS, Salesian Spirituality: A Source Book [Spiritualità salesiana: una
raccolta di documenti] (Mumbai: JJ & J Prints, 2000)
Lo Jahrbuch für Salesianische Studien , volume 37, curato dall’Arbeitsgemeinschaft für
Salesianische Studien (Eichstätt: Franz Sales, Verlag, 2005) contiene i seguenti studi e articoli:
Franz Wehrl, OSFS, “L’umanesimo cristiano di S. Francesco di Sales”; Reinhard Gesing, SDB, “Il
dottore del discernimento: la pratica e la dottrina del discernimento spirituale secondo S. Francesco
di Sales); Antony Ceresko, “Interpretazione del Cantico dei Cantici secondo S. Francesco di Sales”
; Raymund Fobes, “Risposte agli interrogativi fondamentali dell’umanità attraverso l’incontro della
spiritualità salesiana con la logoterapia di Viktor E. Frankl”; Franz Wehrl, OSFS, “Commento sulla
documentazione dei due testamenti di S. Francesco di Sales”. (Tutti questi articoli sono in tedesco)
ARTICOLI
Un dipinto di S. Francesco di Sales è riportato sulla copertina della rivista Liguorian
dell’ottobre 2005 insieme al titolo dello speciale di questo numero: “S. Francesco di Sales ci guida
alla vita devota” curato dal rev. Harry A. Grille, CSsR.
P. Benoy Veliyathu, MSFS, “Eco-spiritualità di Francesco di Sales”, Indian Journal of
Spirituality 16 (ott. – dic. 2004): pp. 486-503.
P. Noel Rebello, MSFS, “La missione profetica nell’era della globalizzazione: una prospettiva
salesiana”, Indian Journal of Spirituality 17 (apr. – giu. 2004): pp. 87-94.
Jill R. Fehleison, “Attirare i sensi: le celebrazioni delle Quarantore nel ducato dello Chablais,
1597-98”, Sixteenth Century Journal (Il giornale del secolo XVI), 36 (2005): pp. 375-96.
Il Little Treatise on Holy Communion (Il piccolo trattato sulla S. Comunione) di S. Francesco
di Sales composto per Anne Bourgeois è stato tradotto da P. A. Pocetto, OSFS, ed è ora disponibile
online all’indirizzo: http://www4.desales.edu/SCFC/news.htm. É interessante leggere questo trattato
alla luce dell’enciclica di Giovanni Paolo II Eucharistia de Ecclesia e vedere come il santo aveva
compreso la vita di Maria in chiave eucaristica, specialmente nella preghiera del Magnificat.
Franz Wehrl, “Mystik christlichen Handelns - Franz von Sales (La mistica della pratica
cristiana – Francesco di Sales)” in Mariano Delgado, Gotthard Fuchs: Die Kirchenkritik der
Mystiker. Prophetie aus Gotteserfahrung (Gotthard Fuchs: la critica dei mistici alla Chiesa. La
profezia a partire dall’esperienza di Dio), vol. II, Frühe Neuzeit [Inizio dell’età moderna],
(Stuttgart: Kohlhammer, 2004).
La Circolare della ICSS è stata fondata nel 1997 ed è pubblicata semestralmente dalla Commissione
Internazionale per gli Studi Salesiani (ICSS) degli Oblati di S. Francesco di Sales (Joseph F. Chorpenning,
OSFS, Presidente; Herbert Winklehner, OSFS; Dirk Koster, OSFS). Il suo obiettivo principale è diffondere
su scala mondiale le informazioni relative agli Studi Salesiani (S. Francesco di Sales; S. Giovanna di
Chantal; P. Louis Brisson, fondatore degli Oblati di S. Francesco di Sales; gli Oblati di S. Francesco di Sales;
le Oblate di S. Francesco di Sales; la Visitazione di S. Maria; Istituti Laicali e Religiosi, membri della
famiglia salesiana).
Direttore: Joseph F. Chorpenning, OSFS (Saint Joseph’s University Press, 5600 City Avenue, Philadelphia,
PA 19131-1395, USA; e-mail: [email protected])
Capocronista: Alexander T. Pocetto, OSFS. Le notizie per i numeri futuri devono essere spedite a P. Pocetto
via e-mail ([email protected]), fax (610/282-2059), o per posta (De Sales University, 2755
Station Avenue, Center Valley, PA 18034-9568, USA).
Grafica, composizione e stampa presso il Printing Office della Saint Joseph’s University Press, 5600 City
Avenue, Philadelphia, PA 19131-1395,USA.
[1]
(New York: Crossroad Publishing Company, 1999), 55.
[2]
Vd., per es., L. Châtellier, The Religion of the Poor: Rural Missions in Europe and the Formation of Modern
Catholicism, c.1500 - c.1800 [La religione dei poveri: le missioni rurali in Europa e la formazione del cattolicesimo
moderno], trad. di B. Pearce (New York: Cambridge Univ. Press, 1997), 19-20, 23. Il libro di Châtellier originariamente
è stato pubblicato in francese (Paris: Aubier, 1993). È degno di nota che uno dei biografi di Francesco, Michel de la
Bedoyere faccia notare la differenza tra le missioni estere e la missione di Francesco nello Chablais (François de Sales
[New York: Harper & Brothers, 1960], 56-57).
[3]
Vd., per es., A. Ravier, Francis de Sales: Sage & Saint [Francesco di Sales: un dotto e un santo, trad. di Bruno
Pistocchi, Milano, Ed. Jaca Book, 1987, p. 82], trad. di J. Boiler (San Francisco: Ignatius Press, 1988), 93, che fa
rilevare la convinzione di Francesco che un ritorno alle fonti comuni della fede cristiana (la Bibbia, il Vangelo, i Padri)
avrebbe riunito le menti e i cuori.
[4]
Per relazioni di facile lettura dei fattori religiosi e politici che condizionavano lo Chablais al tempo di Francesco, vd.
P. Siegel, “The Unsung Hero of the Reformation: Saint Francis de Sales” [L’eroe non celebrato della Riforma: San
Francesco di Sales], in War and Its Uses: Conflict and Creativity [La guerra e i suoi usi: conflitto e creatività] a cura
di J. Kleist e B. Butterfield (New York: Peter Lang, 1999), 47-59, e J. Fehleison, “Appealing to the Senses: The Forty
Hours Celebrations in the Duchy of Chablais, 1597-98” [Attirare i sensi: le celebrazioni delle Quarantore nel Ducato
dello Chablais], Sixteen Century Journal [Il giornale del secolo Sedicesimo] 36 (2005): 375-96, spec. 377-78.
[5]
Vd., per es., de la Bedoyere, 44-79; E.-L. Lajeunie, Saint Francis de Sales: The Man, The Thinker, His Influence
[San Francesco di Sales: l’uomo, il pensiero, l’azione], trad. di R. O’Sullivan, 2 voll. (Bangalore, India: S.F.S.
Publications, 1986-1987), 1:178-340; Ravier, 61-95; e D. Koster, Francis de Sales (Norden: Bert Post, 2000), 51-77.
[6]
Vd. W. Wright, Heart Speaks to Heart: The Salesian Tradition [Il cuore parla al cuore: la tradizione salesiana]
(Mariknoll, N.Y.: Orbis Books, 2004), 26-28.
[7]
Cfr. D. MacCulloch, The Reformation: A History [La Riforma: una storia] (New York: Viking, 2003), 461.
[8]
“Alterity: At the Heart of the Salesian Matrix” [L’alterità: al cuore della matrice salesiana], in Human Encounter in
the Salesian Tradition [L’incontro umano nella tradizione salesiana], che sarà pubblicato dalla ICSS nel 2006.
[9]
W. Wright, Seeking God’s Will Together: Discernment in the Salesian World of Hearts [Cercare insieme la volontà
di Dio: il discernimento nel mondo salesiano dei cuori] (Wilmington, De.: Provincia di Wilmington-Philadelphia,
Oblati di S. Francesco di Sales, 2003), 5.
[10]
Lajeunie, I, 203, 269, 299, 302-303; MacCulloch, 404, 479. Per uno studio comparativo delle strategie missionarie
dei gesuiti, dei redentoristi e dei vincenzini, vd. D. Gentilcore, “’Adapt Yourselves to the People’s Capabilities’:
Missionary Strategies, Methods and Impact in the Kingdom of Naples, 1600-1800” [‘Adattatevi alle capacità della
gente’: le strategie, i metodi e l’impatto missionari nel Regno di Napoli, 1600-1800], Journal of Ecclesiastical History
[Giornale di storia ecclesiastica] 45 (1994): 269-96. Il metodo missionario di S. Vincenzo de’ Paoli era simile a quello
di Francesco e per questo lo si considera il continuatore del metodo salesiano del conquistare i cuori con la persuasione
mite: vd. MacCulloch, 404, 463.
[11]
St. Francis de Sales: A Testimony by St. Chantal [S. Francesco di Sales: una testimonianza di S. Giovanna di
Chantal], curato e trad. da E. Stopp e con una sua introduzione (London: Faber and Faber/Hyattsville, Md: Institute of
Salesian Studies, 1967), 104.
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ICSS 17