p r o t e s t a in n o m e della libertà contro l'oscurantismo del Governo, contro i m e t o d i d'arbitrio della polizia e contro l'arret r a t e z z a degli studi nel E e g n o , che io ho r i t r o v a t o nelle carte del Ministero di Grazia e Giustizia nell'Archivio di S t a t o di Napoli, inedita fin'ora. Eccola : « Eccellenza E e v . m a , Or sono pochi giorni mi è s t a t a favorita la di lei risposta all'opuscolo detto i bilanci del sig. Scialoja, ed in esso lei ho rilevato q u a n t o questo nostro infelicissimo regno è d e g r a d a t o e avvilito. I n v e r o se u n P r e l a t o come E l l a è mentisce così solennemente, cosa m a i si dovrà dire degli altri ì Se la verità non si r i t r o v a sulle l a b b r a d ' u n religioso, d ' u n sacerdote,- d ' u n vescovo ci dobbiamo poi lagnare che in esso regno vi domina d a u n a p a r t e la viltà, la tirannide dall'altra ? Questa non è forse originata da quella ì Ella incomincia la p r e d e t t a risposta con le m e m o r a n d e seguenti parole « in u n t e m p o in cui sono a t t a c c a t i con ogni maniera di calunnie i miglior regolati governi, travolte le più r e t t e intenzioni, e le più sacre persone così i n i q u a m e n t e aggredite, o insultate, è dovere d i ogni uomo svelare le menzogne e m e t t e r e le cose nel loro vero a s p e t t o ». cavaliere di più ordini e confessore di monache. Dopo il 1860, tenne a Napoli finché visse le veci di nunzio pontificio, d'accordo tra la Santa Sede e l'ex re, per cui non si concedeva dignità episcopale nell'ex regno senza sua proposta e beneplacito. Non andò immune da sospetti simoniaci. Mori nel 1 8 9 0 lasciando una fortuna. Era ghiotto di dolciumi, di maccheroni, di gelati, che chiamava 'o stracchino, e di ogni altro cibo napoletano ; delle sue ghiottonerie non faceva mistero, accettava pranzi e nell'insieme aveva qualche cosa di pulcinellesco. Fu lui che pronunciò in Santa Chiara l'elogio di Ferdinando II praesente cadavere. Coi nuovi tempi perde l'ufficio, e temendo, paurosissimo com'era, d'essere arrestato, emigrò in Francia ; tornò, e dal nuovo governo non ebbe molestie, né limitazioni nell'esercizio dei tanti incarichi, lucrosi tutti, ottenuti dalla Santa Sede. Una parte del mondo guelfo, e legittimista di Napoli lo detestava, e il padre Curci ne discorreva con profondo disprezzo ». D E C E S A R E , op. cit., parte I, p. 1 7 1 e s.