REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI ALESSANDRIA BOSCO MARENGO Volume I PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PIANO DI EMERGENZA Aggiornato al 2004 INDICE GENERALE • Introduzione e guida alla lettura del piano pag. 3 • Piano di emergenza per rischio meteoidrologico pag. 13 • Rischio meteoidrologico nel territorio di Bosco Marengo pag. 40 • Piano di emergenza per rischio sismico pag. 48 • Piano di emergenza per rischio chimico-industriale pag. 61 • Piano di emergenza per rischio incendi pag. 77 • Schede informative pag. 87 -2- INTRODUZIONE • Concetto e gestione del rischio e piani di emergenza pag. 4 • Guida alla lettura del piano pag. 11 -3- CONCETTO E GESTIONE DEL RISCHIO E PIANI DI EMERGENZA Il Rischio Un Piano di Protezione Civile, come tutti i Piani di Emergenza, deve consentire il massimo contenimento delle conseguenza negative di un evento calamitoso sia quando questo è di origine naturale (alluvioni, nevicate eccezionali, terremoti, eruzioni vulcaniche) sia quando è di origine antropica (grandi incendi, esplosioni, dispersione di prodotti pericolosi, dispersione di sostanze radioattive, ecc.), ma non può garantire la sicurezza assoluta. L’esperienza dimostra che non è possibile raggiungere la sicurezza assoluta qualunque siano gli espedienti adottati e pertanto all’esigenza di una tranquillità assoluta (assenza totale di rischio), che nasce dal più profondo istinto di sopravvivenza dell’uomo, si può rispondere soltanto con un rischio razionalmente accettabile, cioè minimizzato quanto più possibile, ma che non potrà mai essere annullato. Al riguardo si può dare una rappresentazione grafica del possibile andamento della sicurezza reale (la sicurezza raggiungibile con un Piano di Emergenza) considerando un sistema di assi cartesiani in cui si pongono nelle ascisse le risorse impegnate ai fini della sicurezza e nelle ordinate il grado di sicurezza. Come si può vedere la curva della sicurezza reale si avvicina asintoticamente (quindi senza mai raggiungerla) alla retta orizzontale di ordinata 1 che viene posta come massimo grado di sicurezza (sicurezza assoluta). Il temine rischio indica l’eventualità di subire un danno per cause o circostanze più o meno prevedibili e le componenti che determinano l’entità del rischio sono essenzialmente due: 1. entità delle conseguenze negative (danni) 2. probabilità o frequenza con cui le cause o le circostanze possono verificarsi Il rischio può essere considerato come il prodotto della frequenza F del verificarsi di un determinato evento per la grandezza o magnitudo M delle conseguenza negative che da esso derivano: Rischio = F x M -4- Pertanto il massimo rischio si ha quando è alta sia la frequenza F dell’evento calamitoso, sia la magnitudo M dei danni da esso causati. Ma se il rischio non può essere annullato, può essere ridotto entro valori “accettabili” attraverso misure preventive e protettive, che possono essere sia di natura tecnica che organizzativa e che costituiscono delle misure di salvaguardia atte a limitare danni a persone, beni e ambiente. La soglia di accettabilità del rischio non può essere definita in modo assoluto in quanto può variare a seconda dei casi, dipendendo da diversi fattori come l’origine e la natura del probabile evento calamitoso, le risorse e i mezzi ( sia tecnici che economici ) disponibili, la magnitudo delle conseguenze negative ecc.. Di certo la soglia di accettabilità dipende molto dal rapporto costi/benefici. Quando l’evento temuto è di origine naturale il rischio può essere ridotto agendo sul secondo fattore del prodotto F x M in quanto difficilmente si può intervenire sul primo, mentre quando l’evento temuto è legato all’attività umana il rischio può essere ridotto intervenendo su entrambi i fattori con la possibilità quindi di raggiungere una migliore soglia di accettabilità del rischio. La Gestione del Rischio Poiché il rischio non può essere annullato in ogni caso, sia esso di origine naturale che antropico, occorre, tramite un sistema integrato di misure preventive e protettive, ricondurre entro una soglia di accettabilità la probabilità e l’entità degli effetti dannosi nel caso di eventi naturali, mentre nel caso di eventi che dipendono dall’attività umana, anche la probabilità del verificarsi dell’evento calamitoso. Questo sistema integrato di misure preventive e protettive viene definito “Piano di Emergenza”. Infatti un piano di emergenza non è altro che un sistema organico di provvedimenti a carattere organizzativo e tecnico, atti a gestire una situazione di pericolo in modo da limitare quanto più possibile le conseguenze negative. I Piani di Emergenza vengono classificati a seconda del livello di operatività territoriale da essi affrontato: • piani di emergenza aziendali • piani di emergenza comunali (Piani Comunali di Protezione Civile) • piani di emergenza comprensoriali • piani di emergenza provinciali • piani di emergenza regionali • piani di emergenza nazionali • piani di emergenza internazionali. Le caratteristiche essenziali di un Piano di Emergenza devono essere le seguenti: • Operabilità Le azioni previste per affrontare l’emergenza devono essere di attuabilità pratica e nei tempi compatibili con la stessa. • Essenzialità Devono essere previste soltanto le azioni fondamentali e indispensabili, che non entrino nel dettaglio, per non far diventare il piano complesso e farraginoso. • Flessibilità Il piano deve potersi adattare anche a circostanze imprevedibili o non del tutto prevedibili. Quindi un piano è tanto più efficace quanto più è semplice e flessibile. L’imperatore Ottaviano Augusto aveva già espresso questo concetto più di duemila anni fa, affermando che il valore di un piano diminuisce con l’aumentare della sua complessità. -5- Da qui nasce il nome “Augustus” che è stato dato alla nuova metodologia di elaborazione dei Piani di Protezione Civile. Piani di Emergenza di Protezione Civile La pianificazione dell’Emergenza nell’ambito della Protezione Civile è la diretta conseguenza di un’attività di programmazione intesa come previsione e prevenzione dei rischi e gestione dell’emergenza. Previsione E’ l’insieme di quelle attività volte allo studio e alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi che da essi derivano ed alla individuazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi. Prevenzione E’ l’insieme di quelle attività dirette ad evitare o ridurre al minimo la probabilità che si verifichino i danni conseguenti agli eventi calamitosi individuati nella fase di previsione. Gestione emergenza E’ l’insieme organico dei provvedimenti di carattere organizzativo e tecnico da intraprendere, una volta che si è verificato l’evento calamitoso, per limitare gli effetti dannosi soprattutto sulla popolazione e gli animali. Il progetto di tutte quelle attività e procedure atte a fronteggiare qualsiasi evento calamitoso costituisce il Piano di Protezione Civile. Un piano di Protezione Civile si struttura in tre parti fondamentali: 1. Parte generale La parte generale deve contenere le informazioni relative alla conoscenza del territorio, alle reti di monitoraggio, alla elaborazione degli scenari di rischio. 2. Lineamenti di pianificazione. Nella Pianificazione devono essere indicati gli obiettivi da conseguire per ogni emergenza. 3. Modello di intervento. Nel modello di intervento vengono stabilite le responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze, viene stabilito il sistema di scambio delle informazioni, nonché il sistema di utilizzazione razionale delle risorse. Ma un piano di emergenza per poter essere messo in atto necessita della presenza una apposita struttura operativa che si concretizza in un sistema di risorse umane e materiali qui di seguito illustrato. Centro Operativo Comunale (C.O.C.) Affinchè un Piano Comunale di Protezione Civile possa essere messo in atto con efficacia il Sindaco deve avvalersi del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), una struttura operativa che il Sindaco costituisce con un provvedimento nel quale vanno indicati la sede, gli strumenti e i mezzi messi a disposizione dal Comune, le procedure di utilizzazione dei volontari, nonchè le modalità di finanziamento dell’attività e il potenziamento dei mezzi a disposizione. La struttura organizzativa del C.O.C. è di tipo gerarchico: al vertice il Sindaco, con compiti di coordinamento generale; seguono i responsabili delle singole funzioni di supporto i quali riferiscono al Sindaco e coordinano le attività e gli addetti relativi alle funzioni stesse. Le funzioni di supporto sono finalizzate ad organizzare e svolgere le attività necessarie ad affrontare le criticità che si manifestano nel corso dell’evento calamitoso. Ogni -6- funzione, rispetto alle altre assume un rilievo differente a seconda degli effetti causati dal singolo evento. Attraverso l’attivazione del C.O.C. si rende efficace ed efficiente il piano di protezione civile. In particolare mediante il C.O.C.: • si individuano i responsabili di ogni funzione ed il loro coordinatore; • si affida ad un responsabile il controllo dell’operatività e l’aggiornamento dei dati relativi alle risorse pubbliche e private al fine di garantirne la piena disponibilità: • in caso di emergenza i singoli responsabili di funzione assumono la veste di operatori specializzati nell’ambito della propria funzione di supporto. In relazione alla dimensione territoriale e demografica del singolo comune, la responsabilità di più funzioni può essere affidata alla medesima persona. Normalmente le funzioni di supporto che ogni C.O.C. comunale deve assolvere sono le seguenti dodici: 1. Tecnica e pianificazione (Tecnici comunali) 2. Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria (A.S.L. – C.R.I – Volontariato SocioSanitario) 3. Volontariato (Coordinamento delle Associazioni Comunali e Locali) 4. Informazioni 5. Materiali e Mezzi) (Aziende Pubbliche e Private, Volontariato, C.R.I., Risorse dell’Amministrazione Locale) 6. Trasporti 7. Telecomunicazioni (Società Telecomunicazioni) 8. Essenziali e Attività Scolastica (Energia elettrica, Gas, Acquedotto, Smaltimento Rifiuti, Aziende Municipalizzate, Ditte Distribuzione Carburante, Provveditorato agli Studi) 9. Censimento Danni a Persone e Cose (Squadre Comunali di Rilevamento, Comuni, Comunità Montane, Provincia, Regione, VV.F, Gruppi Nazionali e Servizi Tecnici Nazionali) 10. Strutture Operative Locali e Viabilità (Vigili urbani, Volontariato) 11. Logistica 12. Amministrativa Le funzioni di supporto previste per ogni C.O.C. potranno essere istituite o aggiornate, a ragion veduta, in maniera flessibile in base agli scenari di rischio incombenti sulla realtà territoriale di rischio. Un schema di possibile Struttura Organizzativa Comunale è illustrato nella pagina seguente. -7- Organigramma della Struttura Organizzativa Comunale C.O.C. di………………… (organigramma) ………………………. (Sindaco coordinatore) ……………………… (Vice coordinatore) Strutture Operative Locali, Viabilità …………………………….. Responsabile materiali e mezzi ……………………………. Telecomunicazioni (possibilmente un tecnico radio) ………………………… (Funzione Tecnica e Pianificazione) ……………………………. Collaboratore sala operativa (assistenza alla Popolazione) …………………………….. (Funzione Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria) …………………………….. (Volontariato) ……………………………… (Servizi Essenziali e Attività Scolastica) …………………………….. (Censimento Danni a Persone e Cose) -8- Sala Operativa Comunale La Sala Operativa Comunale deve essere un locale o, in mancanza della disponibilità di un locale intero, della parte conveniente di un locale, possibilmente posto nel palazzo comunale, destinato esclusivamente all’insediamento della componente direzionale del C.O.C. all’insorgere, durante lo svolgimento e dopo la conclusione di un evento calamitoso. Durante il suddetto periodo il Sindaco, il Vice Sindaco, il Responsabile della funzione Telecomunicazioni (possibilmente un operatore radio autorizzato) dovranno essere costantemente presenti nella Sala Operativa per garantire le comunicazioni con altri organismi preposti alla gestione delle calamità (COM di appartenenza, Prefettura, Provincia ecc.) e per decidere e coordinare tutte le operazioni di prevenzione, soccorso e successiva normalizzazione. La Sala Operativa dovrà essere dotata di un tavolo sufficientemente grande da ospitare un computer con relativa stampante, un telefax e una radio ricetrasmittente con caratteristiche tali da poter comunicare senza difficoltà con il COM di appartenenza. Inoltre, poiché la situazione più frequente durante una calamità è la mancanza di energia elettrica, sarebbe opportuna la disponibilità un gruppo elettrogeno atto ad alimentare le suddette apparecchiature e l’illuminazione della sala operativa. Normalmente la Sala Operativa dovrebbe trovarsi nel palazzo comunale, ma se questo, in caso di evento calamitoso, non dovesse dare sufficienti garanzie perché si trova in zona a rischio di esondazione e/o perchè strutturalmente fragile in caso di evento sismico, bisognerà allestire la Sala Operativa in un edificio che dia le più ampie garanzie sia dal punto di vista di evento calamitoso idrogeologico che sismico o, in mancanza di questo, in apposita tenda. Volontariato Il volontariato rappresenta una risorsa umana importantissima nell’ambito dell’attuazione di un piano di protezione civile. Il volontariato può essere costituito dai Gruppi Comunali di Protezione Civile, da gruppi di volontari di protezione civile non comunali, ma convenzionati con il comune e da associazioni varie come alpini e carabinieri in congedo. Affinché i volontari possano dare in caso di calamità un apporto valido ed in piena sicurezza, devono avere un adeguato addestramento da acquisire attraverso appositi corsi di formazione integrati da esercitazioni periodiche. Logistica e Risorse Attivabili L’attivazione di un piano di emergenza comporta la disponibilità di luoghi (magazzini, aree destinabili ai fini di protezione civile), materiali vari (di conforto, tecnici, di emergenza) e mezzi (movimento terra, trasporto persone e trasporto cose) adatti. Natura quantità e caratteristiche di tali luoghi, materiali e mezzi, da ricercarsi nell’ambito delle risorse appartenenti ad enti locali, volontariato, o privati, devono essere conosciuti e censiti mediante apposite schede che vanno periodicamente aggiornate. La conoscenza dei luoghi e dei materiali disponibili ai fini di protezione civile consente inoltre ai responsabili di funzione e al coordinatore generale di evidenziare con tempestività carenze che non possono essere coperte a livello comunale e richiedono pertanto l’attivazione di altre strutture, quali il C.O.M e la prefettura. Il responsabile di funzione e il coordinatore generale dovranno altresì conoscere lo stato di vulnerabilità dei luoghi e dei mezzi. -9- La stessa struttura del C.O.C, definita dai responsabili, addetti e collaboratori designati formalmente, può fare riferimento, a ulteriori risorse che, per caratteristiche organizzative, competenze, disponibilità di materiali o personale specialistico, sono attivabili in caso di emergenza (tipicamente le associazioni di volontariato). - 10 - GUIDA ALLA LETTURA DEL PRESENTE PIANO Struttura del Piano Il presente Piano Comunale di Protezione Civile è strutturato per volumi secondo il seguente schema. 1 Volume Primo: Introduzione - Piano di Emergenza 2 Volume Secondo: Atlante Cartografico 3 Volume Terzo: Strumenti 4 Volume Quarto: Riferimenti legislativi e metodologici 5 Volume Quinto: CD Rom con Applicativo di consultazione del Piano 6 Volume Sesto: Opuscolo divulgativo per la popolazione VOL.1° Introduzione - Piano di Emergenza Questo volume contiene l’introduzione che descrive il concetto generale di rischio da calamità e i livelli di accettabilità dello stesso, la gestione del rischio e il concetto generale di Piano di Emergenza di Protezione Civile. Il Piano di Emergenza e si compone di quattro capitoli. • Piano di Emergenza Meteoidrologico • Piano di Emergenza per Rischio Sismico • Piano di Emergenza per Rischio Chimico • Schede Informative VOL. 2° Atlante Cartografico Contiene la cartografia completa del territorio comunale, rappresentandone le caratteristiche, i possibili scenari di evento e le risorse disponibili. E’ organizzato come un atlante in tavole formato A3. VOL. 3° Strumenti di Supporto Questo volume raccoglie tutti gli strumenti di supporto alle attività previste per le diverse funzioni. • Schede e moduli Schede di censimento, moduli per le funzioni di supporto,moduli accessori. • Ordinanze Schemi di ordinanze che il Sindaco può emettere in caso di evento calamitoso. • Manifesti Sono una serie di schemi, facilmente adattabili alle varie situazioni e immediatamente utilizzabili a livello comunale che costituiscono gli strumenti atti a facilitare ed indirizzare le attività del Sindaco e dei preposti alle Funzioni di Supporto operanti nel Centro Operativo Comunale. VOL. 4° Obiettivi del PCPC Illustra gli obiettivi generali del Piano Comunale di Protezione Civile (PCPC), la relativa metodologia ed i necessari riferimenti normativi ed organizzativi. Oltre alla descrizione del modello generale di intervento, secondo il metodo Augustus (assegna responsabilità nei vari livelli di comando e di controllo per la gestione delle emergenze), illustra nel dettaglio i criteri e le modalità da adottare nella redazione dei PCPC. - 11 - VOL. 5° Applicazione Informatica su CD Rom E’ costituito da un’applicazione informatica su CD Rom, realizzata per consentire, mediante personal computer, una consultazione guidata del Piano e l’utilizzo interattivo della relativa modulistica. VOL. 6° Opuscolo Divulgativo E’ un opuscolo divulgativo contenente tutte quelle conoscenze e norme comportamentali atte a far si che, durante un’emergenza, i comportamenti della popolazione siano il più possibile atti all’autoprotezione e al non intralciare le operazioni di soccorso. Si raccomanda un’attenta lettura del volume 1°, anche di quelle parti che descrivono azioni che non sono di competenza del C.O.C. (Centro Operativo Comunale), ma la cui conoscenza serve per capire ed interpretare meglio i metodi di informazione regionali sull’avvicinarsi, il verificarsi e l’evolversi di un evento di calamità naturale. In questo volume si è fatto largo uso di schemi e tabelle, alcune elaborate dalla Regione Piemonte, per renderne più spedita la consultazione. - 12 - PIANO DI EMERGENZA PER RISCHIO METEOIDROLOGICO • Generalità pag. 14 • Codici dei Rischi, tipi di Criticità e codici di Allertamento pag. 16 • Previsione e Monitoraggio pag. 20 • Documenti Informativi pag. 21 • Modalità operative pag. 33 - 13 - GENERALITA’ I piani Comunali di Protezione Civile costituiscono l’insieme delle procedure operative d’intervento da attuarsi nel caso si verifichi un evento atteso e contemplato in apposito scenario. E’ pertanto fondamentale l’importanza della corretta identificazione degli scenari, relativamente alle situazioni di pericolosità/rischio individuate e gravanti sul territorio. Gli scenari identificano e rappresentano gli eventi che possono interessare il territorio, in termini sia di tipologia che di magnitudo attesa per ciascun processo, considerando anche la possibile concomitanza di eventi e sinergie. Bisogna comunque tener presente che ogni evento può evolversi secondo dinamiche proprie, spesso imprevedibili, pertanto la validità di un sistema di gestione dell’emergenza consiste nell’adozione di procedure atte a determinare azioni capaci di adattarsi a situazioni di criticità in rapido mutamento e che non sempre si possono predire a priori. Quindi le carte di scenario vengono rappresentate ipotizzando il verificarsi contemporaneo dei diversi fenomeni di instabilità idrogeologica, considerando che questi si manifestino secondo la massima magnitudo valutata (scenario di codice 3). Nelle carte di scenario sono rappresentate diverse classi di pericolosità che delimitano zone di territorio caratterizzate da una maggiore o minore possibilità di essere coinvolte dagli effetti dei processi considerati. Le carte di scenario sono state elaborate in modo da essere coerenti con il sistema di allertamento regionale (v. tabelle seguenti), dove i diversi codici distinguono le diverse situazioni di criticità. E’ importante quindi precisare che la valutazione del grado di criticità fatta dalla regione, essendo espressa rispetto all’intero ambito regionale, può non esprimere correttamente situazioni di emergenza a livello locale e pertanto una situazione di moderata criticità a livello regionale può comunque comportare situazioni di emergenza a livello locale. Per quanto riguarda il rischio meteoidrologico il Settore Regionale Protezione Civile ha suddiviso il territorio regionale in Zone di Allertamento, cioè in ambiti territoriali caratterizzati da una risposta meteorologica e/o idrologica omogenea in occasione dell’insorgenza del rischio. Ha quindi individuato alcune particolari Situazioni Meteoidrologiche, articolate secondo livelli crescenti di criticità, caratterizzate dai seguenti elementi: • Precursore: stato meteorologico favorevole all’insorgenza del rischio; • Indicatore: misura le variazioni dello stato idrologico (livello pluviometrico, idrometrico e nivometrico) che segue il precursore; • Livello di attenzione: valore dell’indicatore indicante una Situazione Meteoidrologica da monitorare attentamente in quanto potrebbe precedere il superamento della Soglia; • Soglia: valore critico dell’indicatore al quale segue l’attivazione dello Scenario; • Scenario: sintesi dello stato idrogeologico corrispondente agli effetti sul territorio conseguenti al superamento della soglia. La valutazione delle Situazioni Meteoidrologiche critiche avviene attraverso una Fase Previsionale ed una Fase di Monitoraggio. Nel caso in cui in entrambe le fasi vengano superati i prefissati valori di Soglia si passa, a seconda della gravità dei casi, ad una Situazione meteoidrologica di Ordinaria Attenzione (Codice 1- assenza di criticità), ad una di Moderata Criticità (Codice 2) o di Elevata Criticità (Codice 3).Nel caso in cui la situazione di criticità (Codici 2 e 3) sia attesa a più di 36 ore dal momento di emissione delle previsioni, si genera una situazione di Criticità. Prevista a Lungo Termine (Codice 1P). - 14 - Le informazioni relative alla situazione attesa (Fase Previsionale) e osservata (Monitoraggio) vengono rappresentate all’interno di Documenti Informativi che vengono inviati agli organi preposti alla gestione dell’emergenza secondo una determinata Procedura di Trasmissione. - 15 - CODICI RISCHI CRITICITA’ ALLERTAMENTO La durata temporale della validità di un codice di allertamento è di 36 ore a partire dal momento dell’emissione delle previsioni. TABELLA “A” CODICE “a” Codici dei rischi contemplati nel sistema di allertamento NOME CAUSA EFFETTI Idrogeologico Precipitazioni intense e 1. Superamento di livelli idrometrici diffuse su uno o più critici lungo i corsi d’acqua principali, alluvionale bacini idrografici principali, da alcune centinaia a qualche migliaio di chilometri quadrati 2. 3. “b” Idrogeologico Precipitazioni intense e 1. localizzate su porzioni di localizzato bacini idrografici principali, da alcune decine a qualche centinaio di chilometri quadrati 2. 3. “c” Nevicata eccezionale a bassa quota Precipitazioni solide prolungate ed intense su uno o più bacini idrografici principali, da alcune centinaia a qualche migliaio di chilometri quadrati 1. con conseguente sviluppo di fenomeni alluvionali. Superamento di livelli idrometrici critici lungo i corsi d’acqua a regime torrentizio con conseguente esteso sviluppo di fenomeni di trasporto in massa e di inondazione. Superamento dei livelli pluviometrici critici sui settori montuosi e collinari con conseguente esteso sviluppo di fenomeni franosi Superamento di livelli idrometrici critici lungo la rete idrografica minore e di smaltimento delle acque piovane, con conseguente sviluppo di fenomeni di inondazione in ambito urbano per insufficiente smaltimento delle acque piovane. Superamento di livelli idrometrici critici lungo i corsi d’acqua a regime torrentizio co conseguente sviluppo di fenomeni di trasporto in massa e di inondazione localizzati. Superamento dei livelli idrometrici critici sui settori montuosi e collinari con conseguente sviluppo di fenomeni franosi localizzati Superamento dei livelli nivometrici critici sui settori montuosi, collinari e di pianura, con conseguenti gravi difficoltà di svolgimento di fondamentali attività umane Dalla precedente tabella si può notare come i tre codici di rischio siano legati all’estensione territoriale (codici “a” e “b”) e alla tipologia delle precipitazioni (codice “c” in caso di precipitazione nevosa). Il codice “a” si riferisce a precipitazioni piovose su un intero bacino o su più bacini idrografici principali interessando territori a scala regionale (più province con centinaia o migliaia di kmq). Pertanto questo tipo di rischio contempla esondazioni non solo dei corsi d’acqua principali, ma anche di quelli minori a regime torrentizio. Prevede inoltre il possibile sviluppo di fenomeni franosi nelle zone montuose e collinari. - 16 - Inoltre il rischio con codice “a” può interessare anche territori in cui non si sono verificate precipitazioni piovose. Infatti queste zone, generalmente di pianura, possono subire l’esondazione ad opera dei corsi d’acqua principali provenienti dalle zone in cui si sono verificate le precipitazioni. In questi casi i tempi del verificarsi dell’esondazione possono essere previsti con buona precisione. Il codice “b” si riferisce a precipitazioni piovose intense su porzioni di bacini idrografici principali interessando territori a scala provinciale (uno o più comuni con decine o qualche centinaio di kmq). Pertanto questo codice contempla inondazioni localizzate dovute ai corsi d’acqua minori e al sistema di smaltimento delle acque piovane e fenomeni di trasporto in massa dei rii a regime torrentizio. In questo caso, il codice prevede anche fenomeni franosi localizzati nei settori montuosi e collinari conseguenti al superamento dei livelli pluviometrici critici. Il codice “c” si riferisce a precipitazioni nevose prolungate ed intense su uno o più bacini idrografici principali ineteressando territori a scala regionale (più province con centinaia o qualche migliaio di kmq). Questo tipo di rischio contempla gravi ripercussioni negative sullo svolgimento di fondamentali attività umane, prime fra queste la viabilità. TABELLA “B” Tipi di situazioni di criticità NOME Ordinaria attenzione Moderata criticità CODICE 1 2 CRITICITA’ • • Elevata criticità 3 • Criticità prevista a lungo termine 1P • • Assente Moderata, cioè in grado di coinvolgere ambiti territoriali ristretti (a scala comunale o provinciale) e/o provocare danni di media gravità a scala regionale Elevata, cioè in grado di coinvolgere ambiti territoriali estesi (a scala provinciale e regionale) e/o provocare danni di gravità rilevante a scala regionale Assente nel periodo di validità del codice (36 ore); Da moderata ad elevata, ma incerta nel periodo successivo Questa tabella indica i gradi di criticità (associando ad ognuna un codice) ed i relativi ambiti territoriali di riferimento. Moderata Criticità: è una situazione in grado di generare i seguenti fenomeni di dissesto. • Versanti: limitati fenomeni di instabilità con possibile attivazione di singoli fenomemeni di instabilità di grandi dimensioni, in aree note, legati a contesti geologici particolarmente critici. • Corsi d’acqua a regime torrentizio: limitati fenomeni di trasporto in massa con parziale attivazione di conoidi, contenuta attività erosiva e modesti fenomeni di inondazione ed alluvionamento; possibile attivazione di singoli fenomeni di grande dimensione. - 17 - • Corsi d’acqua principali: fenomeni di inondazione connessi al passaggio della piena con coinvolgimento di significative aree golenali e prossimali al corso d’acqua, marcati fenomeni di erosione spondale (livello di piena pluridecennale). L’evoluzione di tali fenomeni può determinare: • Versanti: danni ai singoli edifici e limitate interruzioni alla viabilità (in particolare sulle strade a modesta percorrenza). • Corsi d’acqua a regime torrentizio: danni ai singoli edifici ed interruzioni delle vie di comunicazione limitatamente alle aree prossimali ai corsi d’acqua e agli sbocchi vallivi; danneggiamento di modeste opere di attraversamento (piccoli ponti o passerelle) e fenomeni di occlusione parziale o totale delle rispettive luci; danni modesti alle opere di regimazione dei corsi d’acqua. • Corsi d’acqua principali: si possono verificare modesti o significativi danni alle attività agricole vicine al corso d’acqua, ai cantieri di lavoro presenti lungo le sponde, alle opere di arginatura e contenimento ed alle opere di attraversamento. Elevata Criticità (possibile solo con il tipo di rischio “a”, idrogeologico alluvionale): è la situazione più catastrofica, in grado di generare i seguenti fenomeni di dissesto: • Versanti: numerosi ed estesi fenomeni di instabilità; • Corsi d’acqua a regime torrentizio: numerosi e marcati fenomeni di trasporto in massa con riattivazione di estesi settori di conoide e notevoli fenomeni di inondazione ed alluvionamento; • Corsi d’acqua principali: estesi fenomeni di inondazione connessi al passaggio della piena con coinvolgimento di aree distanti dal corso d’acqua, intensi fenomeni di erosione e di alluvionamento (livello di piena eccezionale, corrispondente al transito di una piena pluricentenale). L’evoluzione di tali fenomeni può rispettivamente determinare: • Versanti: danni ad interi centri abitati e numerose interruzioni della viabilità minore e principale; • Corsi d’acqua a regime torrentizio: danni ad interi centri abitati ed interruzione delle vie di comunicazione nelle aree attraversate dai corsi d’acqua ed in corrispondenza degli sbocchi vallivi; danneggiamento o completa distruzione di opere di attraversamento e fenomeni di occlusione parziale o totale delle luci dei ponti stessi: danni marcate alle opere di regimazione dei corsi d’acqua; • Corsi d’acqua principali: danni gravi alle attività agricole ed agli insediamenti residenziali ed industriali sia vicini che distanti al corso d’acqua, danni e distruzione di centri abitati, rilevati ferroviari o stradali, opere di arginatura e contenimento ed opere di attraversamento. Criticità a Lungo Termine Si ha questo tipo di criticità quando il tempo di attesa del verificarsi del fenomeno supera le 36h dal momento di emissione delle previsioni. - 18 - TABELLA “C” Codici di allertamento corrispondenti alle tipologie di rischio e di criticità Tipo di rischio Rischio “a” Idrogeologico alluvionale Rischio “b” Idrogeologico localizzato Rischio “c” Nevicata eccezionale Situazione meteoidrologica Moderata criticità Elevata criticità Criticità a lungo termine Moderata criticità Criticità a lungo termine Codice di allertamento 2° 3° 1Pa 2b 1Pb Moderata criticità 2c Criticità a lungo termine 1Pc Zone di allertamento regionali Codice Nome A B C D E F G H I L Toce Sesia – Bassa Dora Baltea Orco – Bassa Dora Riparia – Sangone Alta Dora Riparia – Po Varaita – Stura di Demonte Alto Tanaro Belbo – Orba Scrivia Pianura Settendrionale Pianura Meridionale – Colline Piemontesi Alta Dora Baltea M - 19 - Province interessate VB BI, TO, VC TO CN, TO CN CN AL, AT, CN AL BI, NO, TO, VC AL, AT, CN, TO Valle d’Aosta PREVISIONE MONITORAGGIO E PROCEDURE DI TRASMISSIONE Fase Previsionale La fase di previsione si articola in due momenti: • previsione meteorologica (precipitazioni nevose e piovose) • previsione degli effetti sul territorio delle precipitazioni La prima viene assicurata dal Gruppo Meteorologico attraverso l’analisi della situazione trascorsa ed in atto, mentre la seconda viene fornita dal Gruppo Idrologico e Nivologico, confrontando i valori previsti con le soglie adottate e valutando l’influenza delle condizioni climatiche stagionali sull’evoluzione dei fenomeni. Fase di Monitoraggio In questa fase si effettua il monitoraggio degli eventi atmosferici per avere conferma della situazione prevista o un aggiornamento nel caso in cui si abbia un’evoluzione imprevista dell’evento meteorologico. Il monitoraggio consiste nell’osservazione dei livelli pluviometrici e nivometrici, misurati dalle stazioni della rete regionale integrata, che vengono confrontati con i livelli prestabiliti (soglie) di Piena Ordinaria e di Piena Straordinaria. - 20 - DOCUMENTI INFORMATIVI Documenti Previsionali Bollettino di Allertamento per Rischio Idrogeologico Con tale documento, emesso dal Lunedì alla Domenica entro le ore 13:00 locali, viene quotidianamente fornita a tutti gli enti istituzionali interessati, una valutazione della situazione attesa relativamente ai rischi “a”, “b”, “c”, codificata su livelli crescenti di criticità, per ciascuna delle 10 zone (v. tabella D). La trasmissione avviene tramite fax e sulla rete RUPAR ( Rete telematica Unitaria delle Pubbliche Amministrazioni Regionali). E’ di fondamentale importanza la corretta lettura ed interpretazione del Bollettino di Allertamento nel quale compaiono i seguenti elementi: • numero progressivo a partire dall’inizio dell’anno e data di emissione; • orari di emissione, validità e aggiornamento: il periodo di validità è compreso tra le 13:00 locali del giorno di emissione e le 24:00 locali del giorno successivo, per un totale di 36 ore; • Zone di allertamento (codice e nome); • Codice e nome della Situazione Meteoidrolocica attesa (“1”, “2”, “3”, o “1P”).Le situazioni critiche Previste a Lungo Termine vengono evidenziate con l’emissione del codice “1P” per invitare gli organi territoriali preposti alla gestione dell’emergenza e a seguire con attenzione l’evoluzione dei fenomeni; • Sigla delle province che insistono sulle zone di allertamento; • Codice e nome del tipo di rischio (“a”, “b”, “c”,); • Scenario di Rischio atteso descritto in forma sintetica. A seconda dei casi lo scenario del Rischio “a” può descrivere situazioni di criticità riferibili all’intera zona o ai deflussi dei suoi corsi d’acqua; • Previsione di pioggia media nelle 24 ore espressa come classe quantitativa di precipitazione (Assente = 0 mm; Debole = 0-15 mm; Moderata = 15-45 mm; Forte = 45-90 mm; Molto Forte = > 90 mm); • Limite delle nevicate espresse in metri sul livello del mare; • Spazio riservato all’inserimento di eventuali note; • Nome e Cognome del Responsabile della Sala Situazioni Rischi Naturali addetto alla redazione del documento e del Tecnico di Sala addetto alla trasmissione via fax e via RUPAR del documento in ambito regionale; • Prospetto di trasmissione contenente l’elenco dei destinatari istituzionali del bollettino, Nome e Cognome dell’Operatore di Protezione Civile addetto alla trasmissione via fax del documento agli enti riportati nell’elenco e numero di protocollo; Il tipo di situazione meteoidrologica attesa per i tre rischi considerati verrà riportato nella medesima colonna in quanto il verificarsi di “Nevicata Eccezionale” esclude il verificarsi degli altri due rischi. Qualora si determini una situazione di Codice 2 o 3 per rischio Idrogeologico Alluvionale e per rischio Idrogeologico Localizzato comparirà solo il rischi “a”, che rappresenta quello più problematico. Nella pagina che segue è rappresentato un esempio di Bollettino di Allertamento per Rischio Idrogeologico. - 21 - DIREZIONE REGIONALE SERVIZI TECNICI DI PREVENZIONE - Settore Meteoidrografico e Reti di Monitoraggio BOLLETTINO DI ALLERTAMENTO PER RISCHIO IDROGEOLOGICO Bollettino n° 139/2001 del 15/05/2001 AMBITO TERRITORIALE Zona di Allertamento e Sigla della Provincia Situazione Meteo Idrologica Emissione Martedì 15/05/2001 ore 13:00 Locali Inizio validità: Fine validità: Aggiornamento: Martedì 15/05/2001 ore 13:00 Locali Mercoledì 16/05/2001 ore 24:00 Locali Mercoledì 16/05/2001 ore 13:00 Locali INFORMAZIONI AGGIUNTIVE Previsione per le Scenario prossime 24 ore Pioggia Quota neve media (metri slm) Tipo di Rischio VB 1 Ordinaria Attenzione - - Assente - BI TO VC 1P PreAvviso di Criticità a Idrogeologico Alluvionale - Debole 1900 TO 1P PreAvviso di Criticità b Idrogeologico Localizzato - Assente - CN TO 1P PreAvviso di Criticità c Nevicata Eccezionale - Debole 2000 E Stura di Demonte CN 2 Moderata Criticità a Idrogeologico Alluvionale Limitate frane ed inondazioni Forte 2000 F Alto Tanaro CN 3 Elevata Criticità a Alluvionale Numerose frane Estese inondazioni Molto forte 1800 G Orba AL AT CN 2 Moderata Criticità b Localizzato Forte 1700 H Scrivia AL 2 Moderata Criticità c Forte 500 I Pianura Settentrionale BI NO TO VC 2 Moderata Criticità a Moderata 1600 Pianura Meridionale L Colline Piemontesi AL AT CN TO 3 Elevata Criticità Moderata 1600 A Toce Sesia B Bassa Dora Baltea Orco C Bassa Dora Riparia Sangone D Alta Dora Riparia Po Varaita Belbo Idrogeologico Localizzati fenomeni di frana e di inondazione Viabilità e servizi Nevicata interrotti; possibile Eccezionale crollo di coperture Inondazioni limitate Idrogeologico dovute ai deflussi dei Alluvionale corsi d'acqua Idrogeologico a Inondazioni estese Idrogeologico dovute ai deflussi dei Alluvionale corsi d'acqua Note: N. B. Per una corretta interpretazione consultare sempre il manuale d'uso Responsabile Sala Situazione Rischi Naturali Verifica di Trasmissione al Settore Protezione Civile Prospetto di trasmissione via fax - Riservato al Settore Protezione Civile Dal Settore Protezione Civile agli Enti contrassegnati in elenco A L A T BI C N N O T O VB VC P V Ag. Naz. di Protezione Civile Prefetture Commissariato di Governo Province Operatore Settore Protezione Civile Protocollo n. Documenti di Monitoraggio I documenti di monitoraggio si dividono in due gruppi: 1°Gruppo • Bollettino di Aggiornamento sulla Situazione Meteoidrologica • Bollettino Straordinario sulla Situazione Meteoidrologica Questi documenti riportano una sintesi della situazione in atto e vengono trasmessi agli enti istituzionali tramite fax o rete RUPAR. 2° Gruppo • Tabelle di dettaglio dei livelli Pluviometrici • Tabelle di dettaglio dei livelli Idrometrici • Tabelle di dettaglio di livelli Nivometrici Questi documenti riportano informazioni di dettaglio sulla situazione in atto e vengono trasmessi agli enti istituzionali tramite fax o rete RUPAR. Bollettino di Aggiornamento sulla situazione Meteoidrologica Tale documento viene emesso alle ore 9:00 e 21:00 in caso di Codice 2 e alle ore 6:00, 12:00, 18:00 e 24:00 in caso di Codice 3. I riferimenti orari sono espressi nel sistema G.M.T. , che rispetto all’ora locale è indietro di 1 ora nel periodo invernale e di 2 ore nel periodo estivo (ora legale). Gli elementi fondamentali che compaiono in questo Bollettino sono: • Zona di Allertamento alle quale il Bollettino si riferisce; • Numero progressivo di eventi a partire dall’inizio dell’anno e riferimento al Bollettino di allertamento cui il bollettino si riferisce (tale riferimento evidenzia il legame tra la previsione e il monitoraggio in quanto le informazioni riportate nel Bollettino di Aggiornamento sulla Situazione Meteoidrologica si riferiscono a quelle previste nel corrispondente Bollettino di Allertamento). • Numero progressivo in corso di evento (corrispondente al numero di Bollettini di Aggiornamento inviati nell’ambito del medesimo evento), giorno e ora ai quali si riferiscono i dati, giorno e ora di emissione e di aggiornamento del documento; • Modalità con la quale evidenziare i valori che superano la soglia da codice 2 (sfondo giallo) e quella del codice 3 (sfondo rosso); • Giorno e ora di inizio evento inteso come momento in cui, all’interno di una Zona di Allertamento, il fenomeno incomincia a manifestarsi; • Descrizione testuale della situazione osservata per quanto riguarda i livelli pluviometrici, idrometrici e nivometrici, nella quale riportare fra l’altro la tendenza delle precipitazioni e le situazioni critiche di cui si è a conoscenza; • Dati pluviometrici significativi: per la Zona di Allertamento si riporta la pioggia cumulata media da inizio evento espressa in millimetri, le relative soglie da codice 2 e codice 3 (per eventi di durata superiore alle 24 ore cioè problematici a scala di zona) e l’intensità oraria media da inizio evento espressa in millimetri/ora; per ciascuna stazione viene riportato il Bacino Idrografico, il Comune e la Provincia di appartenenza, il nome della Stazione, la pioggia cumulata a partire dall’inizio dell’evento, la pioggia cumulata nelle ultime 24 ore con relative soglie da codice 2 e codice 3 (al di sotto delle 24 ore tali valori si riferiscono ad intervalli di tempo variabili tra 1 e 24 ore) e l’intensità oraria massima nelle ultime 6 ore; • Dati Idrometrici significativi: per ciascun idrometro viene indicato il bacino idrografico, il Comune, la Provincia ed il Nome del Corso d’Acqua di appartenenza con relativa sezione di misura, il massimo dell’evento, il livello - 23 - attuale con relative soglie da codice 2 e codice 3 e la tendenza del livello (in diminuzione, stazionario,in aumento); • Dati Nivometrici significativi: per ciascuna stazione viene riportato il Settore Geografico, il Comune e la Provincia di appartenenza, il Nome della Stazione e la relativa quota espressa in metri sul livello del mare, l’altezza della neve al suolo attuale, la neve fresca caduta nel giorno di emissione del documento, nel giorno precedente e nel corso dell’intero evento; • Nome e Cognome del Responsabile della Sala Situazioni Rischi Naturali addetto alla redazione del documento; • Spazio nel quale contrassegnare l’invio ai destinatari istituzionali del bollettino e dove inserire il numero di protocollo ed il nome e cognome del Tecnico di Sala addetto alla trasmissione del documento via fax e via RUPAR a tutti gli utenti. Il numero di pagine di questo documento può variare in funzione della quantità di dati ritenuta significativa e della tipologia di dati necessaria per la descrizione dei fenomeni in atto (pioggia livelli, idrometrici, neve). Un esempio di Bollettino di Aggiornamento sulla Situazione Meteoidrologica viene riportato nella pagina seguente. Bollettino Straordinario sulla Situazione Meteoidrologica Tale documento è identico al precedente, ma viene emesso nel momento in cui si accerta (tramite la Rete Meteoidrografica e del Sistema Radar) una situazione da codice 2 o da codice 3 imprevista. - 24 - DIREZIONE REGIONALE SERVIZI TECNICI DI PREVENZIONE - Settore Meteoidrografico e Reti di Monitoraggio ZONA A BOLLETTINO DI AGGIORNAMENTO SULLA SITUAZIONE METEOIDROLOGICA Toce Progressivo in corso di evento n° 3 Dati di Sabato 14/10/2000 ore 16:30 GMT Rif. Boll. di Allertamento per Rischio Emissione Sabato 14/10/2000 ore 18:00 locali Idrogeologico n° 253/2000 di Sa 14/10/00 Aggiornamento Sabato 14/10/2000 ore 24:00 locali Evento n° 5 dell'anno 2000 n.p.= non pervenuto sfondo giallo I valori che si riferiscono a situazioni di MODERATA CRITICITA' (CODICE 2) sono rappresentati come segue: I valori che si riferiscono a situazioni di ELEVATA CRITICITA' (CODICE 3) sono rappresentati come segue: sfondo rosso I dati, salvo dove diversamente specificato, sono elaborati a partire dall'inizio dell'evento: Venerdì 13/10/2000 ore 14:00 GMT Pioggia media areale (mm) Precipitazioni di moderata intensità continuano ad interessare il VerbanoIntensità oraria Cusio-Ossola. Si segnalano molte situazioni di criticità nei comuni montani. Le Cumulata Codice 2 Codice 3 media (mm/ora) precipitazioni per le prossime 6 ore sono previste in lieve aumento. 126,8 66,7 87,1 Dati pluviometrici significativi (mm) Bacino idrografico Comune e Provincia Nome Stazione Cumulata evento Ultime 24 h Cumulata Codice 2 Codice 3 20,7 Intensità oraria massima ultime 6 ore (mm/ora) Toce Bognanco VB Lago Paione 369,8 295,2 147 174 10,6 Toce Toce Toce Bognanco Varzo Antrona VB Pizzanco VB Varzo VB Alpe Cheggio 363,6 301,2 281,2 292,8 240,8 260,8 167 144 168 208 173 210 16,4 8,8 11,8 Toce Macugnaga VB Macugnaga - Pecetto 196,8 182,4 136 167 16,6 Dati idrometrici significativi (cm) Bacino idrografico Comune e Provincia Nome Corso d'Acqua e Sezione Massimo evento Valore Livello attuale Codice 2 Codice 3 Tendenza del livello Toce Alto Ticino Toce Mergozzo Verbania Domodossola VB Toce a Candoglia Q.a. VB Pallanza VB Bogna a Pontecaddo 865 618 457 855 618 243 500 500 250 700 600 350 in diminuzione in aumento in diminuzione Toce Toce Toce Toce Crevoladossola Villadossola Masera Montecrestese VB VB VB VB 402 361 221 202 339 305 138 150 280 300 230 170 350 430 300 250 in diminuzione in diminuzione in aumento in diminuzione Toce Toce Piedimulera Crevoladossola VB Anza a Piedimulera VB Toce a Pontemaglio 202 196 128 159 200 220 300 320 in diminuzione in diminuzione Diveia a Crevola Ovesca a Villadossola Melezzo a Masera Isorno a Pontetto Dati nivometrici significativi (cm) Settore geografico Comune e Provincia Nome Stazione e Quota espressa in metri sul livello del mare Neve al suolo Ieri Neve fresca Oggi Totale evento Alpi Lepontine Baceno VB Alpe Devero 1634 45 15 28 44 Alpi Pennine Alpi Lepontine Macugnaga Montecrestese VB Macugnaga - Pecetto VB Larecchio 1360 1837 7 3 2 1 5 3 7 4 N. B. Per una corretta interpretazione consultare sempre il manuale d'uso Responsabile Sala Situazione Rischi Naturali : Prospetto di trasmissione via fax Dal Settore Meteoidrografico e Reti di Monitoraggio agli Enti contrassegnati in elenco AL AT BI C N NO TO VB VC PV Settore Protezione Civile Prefetture AG. Naz. di Protezione Civile Province Commissariato di Governo Verifica di Trasmissione Protocollo n. Tabelle di dettaglio dei Livelli Pluviometrici Tale documento viene emesso nei giorni in cui si instaura una situazione da codice 2a-b o da codice 3°, aggiornato in tempo reale e reso disponibile su rete RUPAR ogni ora. Al fine di consentire un aggiornamento in tempo reale del documento è stato predisposto un modello che contiene valori numerici automaticamente compilati, non valicati. Si ricorda che i riferimenti orari sono espressi nel sistema G.M.T., che rispetto all’ora locale è in dietro di un’ora nel periodo invernale (ora solare) e di due ore nel periodo estivo (ora legale). Le parti fondamentali che compaiono sono le seguenti: • Zona di allertamento alla quale si riferisce la Tabella; • Numero progressivo di eventi a partire dall’inizio dell’anno, riferimento al Bollettino di Allertamento cui la tabella si riferisce (tale riferimento evidenzia il legame tra previsione e monitoraggio in quanto le informazioni riportate sulla tabella si riferiscono a quelle previste nel corrispondente bollettino di allertamento); • Numero progressivo in corso di evento corrispondente al numero di Messaggi di Aggiornamento (primo valore) ed al numero di Tabelle (secondo valore), emessi nel corso dell’evento; giorno e ora ai quali si riferiscono i dati, giorno e ora di emissione, giorno e ora del successivo aggiornamento; • Modalità con la quale evidenziare i valori che superano la soglia da codice 2 (sfondo giallo) e quella da codice 3 (sfondo rosso). Le soglia che compaiono nel documento sono quelle da codice 2; qualora questa vengano superate compaiono quelle da codice 3; • Giorno e ora di inizio evento inteso come momento in cui, all’interno di una Zona di Allertamento , il fenomeno incomincia a manifestarsi; • Sintesi dei dati pluviometrici della Zona di Allertamento elaborati da inizio evento: pioggia cumulata media (corredata di soglia) e massima espresse in millimetri, intensità orarie media e massima espresse in millimetri/ora; • Dettaglio riferito alle stazioni pluviometriche appartenenti alla Zona di Allertamento, con i seguenti, con i seguenti elementi 1. Dati anagrafici della stazione (Bacino Idrografico, Comune, Provincia e Nome Stazione); 2. Pioggia cumulata giornaliera (riferita al giorno di emissione del documento e ai tre precedenti) ed il totale dell’evento – valori espressi in millimetri: 3. Pioggia nelle ultime 24 ore (pioggia trioraria e massimi di 6, 12, 24 ore con relative soglie) – valori espressi in millimetri; 4. Intensità oraria massima nelle ultime 6 ore – valori espressi in millimetri/ora. Il numero di pagine di questo documento è variabile e dipende dalla Zona di Allertamento coinvolta nel corso dell’evento. Nella pagina seguente viene riportato un esempio di Tabella di Dettaglio dei Livelli Pluviometrici - 26 - DIREZIONE REGIONALE DEI SERVIZI TECNICI DI PREVENZIONE - Settore Meteoidrografico e Reti di Monitoraggio TABELLE DI DETTAGLIO DEI LIVELLI PLUVIOMETRICI: ZONA A Progressivo in corso di evento n° 3/30 Evento n° 5 dell'anno 2000 Dati di Sabato 14/10/2000 ore 16:30 GMT Emissione Sabato 14/10/2000 ore 18:00 locali Aggiornamento Sabato 14/10/2000 ore 19:00 locali Riferimento al Bollettino di Allertamento per Rischio Idrogeologico n° 253/2000 di Sabato 14/10/00 I valori che si riferiscono a situazioni di MODERATA CRITICITA' (CODICE 2) sono rappresentati come segue: I valori che si riferiscono a situazioni di ELEVATA CRITICITA' (CODICE 3) sono rappresentati come segue: Nel documento compaiono le soglie da CODICE 2; qualora queste vengano superate compaiono le soglie da CODICE 3 I dati, salvo dove diversamente specificato, sono elaborati a partire dall'inizio dell'evento: Venerdì 13/10/2000 ore 14:00 GMT n.p.= dato non pervenuto sfondo giallo sfondo rosso SINTESI Cumulata media della Zona Valore (mm) Soglia (mm) 126,8 Intensità oraria media della Zona (mm/ora) 87,1 Cumulata massima della Zona Comune Valore (mm) 20,7 Bognanco - Lago Paione 643.6 Intensità oraria massima della Zona Comune Valore (mm) Macugnaga - Pecetto 16,6 DETTAGLIO Bacino Toce Toce Toce Toce Toce Toce Toce Toce Alto Ticino Alto Ticino Toce Nome Stazione Comune e Provincia Bognanco Bognanco Varzo Antrona Montecrestese Macugnaga Formazza Baceno Trontano Cossogno Valstrona VB VB VB VB VB VB VB VB VB VB VB Lago Paione Pizzanco Varzo Alpe Cheggio Larecchio Macugnaga - Pecetto Formazza Bruggi Alpe Devero Mottac Cicogna Sambughetto Piogge cumulate (mm) ME GIO VE Oggi Tot i i i i i i i i i i i 0 28,8 30,2 30,8 54,4 27,4 35,8 39,6 66,6 75 38,4 80,4 39,6 25,8 24,6 53,4 18 38,6 39,6 68,8 68 49,4 404,4 345,8 271 232,8 132,6 153,8 144,2 167,2 96,2 95,2 121,6 158,8 165,4 134,8 171,8 90,8 117,8 90,8 54 52,2 45 61,6 643,6 579,6 461,8 460 331,2 317 309,4 300,4 283,8 283,2 271 Ultime 24 ore: Pioggia ogni 3 ore e Massimi di 6, 12, 24 ore con relative Soglie - (mm) Ultime 6 ore: Intensità oraria massima (mm/ora) 18-21 21-0 0-3 3-6 6-9 9-12 12-15 15-18 M6h S6 M12h S12 M24h S24 M1h 45,8 60,8 54,8 49 5 27,2 17,2 19,8 0,2 0,2 0,4 61,6 47,2 31,6 15,2 8,2 22,6 9,4 12,2 10,2 0,8 0,2 25 31 30 36,6 19,4 12,2 26,8 8,8 14,8 0,2 0,2 66,8 32,8 50 46,4 11,8 19 13,6 6,6 8,2 2,6 9,6 28,2 37,8 23,4 37,8 34,8 27,6 27,4 7 13,4 29,6 15,4 21,2 33 16,6 28,6 8,4 31 9,2 13,4 3,4 1 11,4 12 26 12 17,6 12,4 23,4 10 13,4 9 8,2 23,6 5,6 4,8 2,8 4,8 4 4,6 3,8 4,8 3,4 3,4 1,4 110,4 115 96,6 100,2 50,6 61,4 48,8 46,4 31 33 36,8 86 96 89 98 90 65 88 79 110 114 118 204,2 175,2 169,8 155,2 80,6 102,2 86,6 69,2 49 44,6 60,2 123 142 125 143 130 94 127 114 159 162 169 295,2 292,8 240,8 260,8 120,4 182,4 141,8 110,6 69,8 47,2 91,4 174 208 173 210 187 167 184 166 229 230 241 10,6 16,4 8,8 11,8 7 16,6 6,4 6,4 5,2 3,8 15,4 Pagina 1 di 2 Tabelle di dettaglio dei Livelli Idrometrici Tale documento viene emesso nei giorni in cui si instaura una situazione da codice 2a – b o da codice 3a, aggiornato in tempo reale e reso disponibile sulla rete RUPAR ogni ora. Al fine di consentire un aggiornamento in tempo reale del documento è stato predisposto un modello che contiene valori numerici automaticamente compilati, non valicati. Si ricorda che i riferimenti orari sono espressi nel sistema G.M.T., che rispetto all’ora locale è in dietro di un’ora nel periodo invernale (ora solare) e di due ore nel periodo estivo (ora legale). Le parti fondamentali che vi compaiono sono le seguenti: • Numero progressivo di eventi a partire dall’inizio dell’anno, riferimento al Bollettino di Allertamento cui la tabella si riferisce (tale riferimento evidenzia il legame tra previsione e monitoraggio in quanto le informazioni riportate sulla tabella si riferiscono a quelle previste nel corrispondente bollettino di allertamento); • Numero progressivo in corso di evento corrispondente al numero di Messaggi di Aggiornamento (primo valore) ed al numero di Tabelle (secondo valore), emessi nel corso dell’evento; giorno e ora ai quali si riferiscono i dati, giorno e ora di emissione, giorno e ora del successivo aggiornamento; • Modalità con la quale evidenziare i valori che superano la soglia da codice 2 (sfondo giallo) e quella da codice 3 (sfondo rosso). • Per ciascun idrometro sono riportati i seguenti elementi: 1. Dati anagrafici della stazione (Zona di allertamento, Bacino Idrografico Provinciale, Corso d’acqua e relativa sezione di misura, Comune e Provincia di appartenenza); 2. Dati idrometrici espressi in centimetri: • Minimo livello registrato nel corso dell’evento con data e ora di raggiungimento; • Massimo livello registrato nel corso dell’evento con data e ora di raggiungimento; • Livello attuale corredato delle soglie da codice 2 e codice 3; • Livelli delle ultime 24 ore registrati ogni tre ore: Il numero di pagine di questo documento è variabile e dipende dal numero di zone coinvolte nel corso dell’evento. Nella pagina seguente viene riportato un esempio di Tabella di Dettaglio dei Livelli Idrometrici - 28 - DIREZIONE REGIONALE DEI SERVIZI TECNICI DI PREVENZIONE - Settore Meteoidrografico e Reti di Monitoraggio TABELLE DI DETTAGLIO DEI LIVELLI IDROMETRICI Progressivo in corso di evento n° 3/30 Dati di Sabato 14/10/2000 ore 16:30 GMT Emissione Sabato 14/10/2000 ore 18:00 locali Aggiornamento Sabato 14/10/2000 ore 19:00 locali Evento n° 5 dell'anno 2000 Riferimento al Bollettino di Allertamento per Rischio Idrogeologico n° 253/2000 di Sabato 14/10/00 I valori che si riferiscono a situazioni di MODERATA CRITICITA' (CODICE 2) sono rappresentati come segue: I valori che si riferiscono a situazioni di ELEVATA CRITICITA' (CODICE 3) sono rappresentati come segue: I dati, salvo dove diversamente specificato, sono elaborati a partire dall'inizio dell'evento: Venerdì 13/10/2000 ore 14:00 GMT Zona e Bacino Corso d'Acqua e Sezione Minimo Evento data ora cm GMT Comune e Provincia Massimo Evento data ora cm GMT n.p.= dato non pervenuto sfondo giallo sfondo rosso Livello Attuale (cm) Soglia Valore cod 2 cod 3 18 Livello delle ultime 24 ore ogni 3 ore (cm) 21 0 3 6 9 12 15 A A A A A A A Toce Alto Ticino Toce Toce Toce n.p. Toce Toce a Candoglia Q.a. Pallanza Diveia a Crevola Ovesca a Villadossola Bogna a Pontecaddo Strona a Gravellona Toce a Pontemaglio Mergozzo Verbania Crevoladossola Villadossola Domodossola Gravelloa Toce Crevoladossola VB VB VB VB VB VB VB 13/10/00 13/10/00 13/10/00 13/10/00 14/10/00 14/10/00 13/10/00 14:00 14:00 14:00 15:00 16:00 05:00 20:30 446 497 268 179 230 167 136 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 13/10/00 13/10/00 13/10/00 13:30 16:30 08:00 10:00 16:30 19:30 18:30 865 855 618 402 361 457 226 196 618 339 305 243 189 159 500 500 280 300 250 n.p. 220 700 600 350 430 350 n.p. 320 679 516 303 198 393 212 179 767 531 341 276 319 193 169 819 547 360 306 284 184 158 846 559 343 303 282 179 168 838 573 359 333 305 173 168 829 584 386 344 288 178 166 856 597 374 343 278 192 177 865 610 335 327 255 189 191 A A A A A A B B Toce Toce Toce Toce Toce Toce Dora Baltea Alto Sesia Melezzo a Masera Melezzo a Masera Isorno a Pontetto Melezzo a Masera Melezzo a Masera Anza a Piedimulera Dora a Tavagnasco Sesia a Borgosesia Masera Masera Montecrestese Masera Masera Piedimulera Tavagnasco Borgosesia VB VB VB VB VB VB TO VC 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 13/10/00 14/10/00 14:00 14:00 02:00 13:00 13:00 04:30 14:00 06:30 135 135 140 131 131 101 156 171 13/10/00 13/10/00 13/10/00 13/10/00 13/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 15:00 15:00 19:30 18:00 18:00 08:00 15:00 09:00 200 200 202 221 221 202 370 312 152 152 150 138 138 128 369 249 230 230 170 230 230 200 220 300 300 300 250 300 300 300 300 450 163 221 169 163 221 129 216 223 151 145 188 151 145 169 240 247 151 147 145 151 147 156 275 215 146 142 141 146 142 139 270 205 149 136 154 149 136 117 284 181 143 137 152 143 137 183 344 312 136 134 174 136 134 155 343 274 136 143 150 136 143 146 370 295 B D D D Alto Sesia Dora Riparia Dora Riparia Dora Riparia Sessera a Pray Dora a Susa Dora a Beaulard Dora a Oulx Pray Susa Beaulard Oulx BI TO TO TO 14/10/00 13/10/00 14/10/00 13/10/00 04:00 18:30 04:00 14:00 153 103 49 38 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14:30 07:30 10:00 09:00 305 252 88 67 227 188 80 57 300 250 150 150 380 300 200 200 181 104 83 38 187 116 58 39 165 122 50 41 158 131 51 44 157 195 84 53 184 160 85 67 239 175 84 57 299 174 82 55 Pagina 1 di 2 Tabelle di dettaglio dei Livelli Nivometrici Tale documento viene emesso nei giorni in cui si instaura una situazione da codice 2c, aggiornato in tempo reale e reso disponibile su rete RUPAR ogni ora. Al fine di consentire un aggiornamento in tempo reale del documento è stato predisposto un modello che contiene valori numerici automaticamente compilati, non valicati. Si ricorda che i riferimenti orari sono espressi nel sistema G.M.T., che rispetto all’ora locale è in dietro di un’ora nel periodo invernale (ora solare) e di due ore nel periodo estivo (ora legale). Le parti fondamentali che vi compaiono sono le seguenti: • Numero progressivo di eventi a partire dall’inizio dell’anno, riferimento al Bollettino di Allertamento cui la tabella si riferisce (tale riferimento evidenzia il legame tra previsione e monitoraggio in quanto le informazioni riportate sulla tabella si riferiscono a quelle previste nel corrispondente bollettino di allertamento); • Numero progressivo in corso di evento corrispondente al numero di Messaggi di Aggiornamento (primo valore) ed al numero di Tabelle (secondo valore), emessi nel corso dell’evento; giorno e ora ai quali si riferiscono i dati, giorno e ora di emissione, giorno e ora del successivo aggiornamento; • Per ogni nevometro sono riportati i seguenti elementi: 1. Dati anagrafici della stazione (Zona di Allertamento, Settore Geografico, Comune, Provincia, Nome Stazione e Quota espressa in metri sul livello del mare); 2. Livelli nivometrici espressi in cm: • Neve al suolo (massimo livello registrato nel corso dell’evento con data e ora di raggiungimento e livello attuale); • Neve fresca (valore misurato nel giorno di emissione della Tabella, nel giorno precedente e nel corso dell’intero evento). Nella pagina seguente viene riportato un esempio di Tabella di Dettaglio dei Livelli Nivometrici - 30 - DIREZIONE REGIONALE DEI SERVIZI TECNICI DI PREVENZIONE - Settore Meteoidrografico e Reti di Monitoraggio TABELLE DI DETTAGLIO DEI LIVELLI NIVOMETRICI 3/30 Riferimento al Bollettino di Allertamento per Rischio Idrogeologico n° 253/2000 di Sabato 14/10/00 I dati sono elaborati a partire dall'inizio dell'evento: Zona Settore Geografico A A A A A A Alpi Alpi Alpi Alpi Alpi Alpi A B B B B C C C C C D D D D D Lepontine Pennine Lepontine Pennine Lepontine Lepontine Dati di Sabato 14/10/2000 ore 16:30 GMT Emissione Sabato 14/10/2000 ore 18:00 locali Aggiornamento Sabato 14/10/2000 ore 19:00 locali Venerdì 13/10/2000 ore 14:00 GMT Riferimenti geografici delle stazioni nivometriche Comune e Nome Provincia Stazione Quota metri slm Neve al suolo in cm Data - Ora GMT Massimo n.p. = dato non pervenuto Valore Attuale Ieri Neve fresca in cm Oggi Totale Evento Baceno Macugnaga Montecrestese Antrona Formazza Formazza VB VB VB VB VB VB Alpe Devero Macugnaga - Pecetto Larecchio Alpe Cheggio Formazza Formazza Bruggi 1634 1360 1837 1460 2450 1230 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 10:30 08:00 07:00 06:00 00:30 12:00 28 5 4 5 50 5 28 5 4 5 42 5 12 2 2 1 0 1 15 2 1 4 3 4 28 5 3 5 4 1 Alpi Pennine Alpi Pennine Alpi Pennine Alpi Pennine Alpi Pennine Alpi Graie Alpi Graie Alpi Graie Alpi Graie Macugnaga Trivero Andrate Piedicavallo Alagna Valsesia Groscavallo Balme Locana Clleretto Castelnuovo VB BI TO BI VC TO TO TO TO Passo Del Moro Camparient Andrate Piedicavallo Alagna Forno Alpi Graie Rifugio Gastaldi Lago Di Valsoera Colleretto 2820 n.p. 1500 1040 2410 1215 2659 2365 1300 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 16:30 06:30 01:30 00:00 00:00 03:00 03:00 12:30 08:30 90 1 3 1 7 1 53 7 6 90 0 3 1 1 2 50 6 6 17 1 1 0 0 0 9 0 2 6 1 1 0 0 1 5 5 4 24 2 2 0 0 2 15 5 6 Alpi Alpi Alpi Alpi Alpi Alpi Ceresole Reale Venaus Cesana Pragelato Salbertrand Prali TO TO TO TO TO TO Lago Agnel Barcenisio Colle Bercia Clot Della Soma Le Selle Praly 2304 1525 2200 2150 1950 1385 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 14/10/00 09:00 07:00 02:30 09:00 15:00 07:00 13 16 19 8 7 6 6 16 9 2 5 6 1 0 1 0 2 2 2 16 7 1 3 3 0 16 8 3 6 6 Graie Cozie Cozie Cozie Cozie Cozie Pagina 1 di 2 Attività di Acquisizione, Elaborazione e Diffusione dei Dati Meteorologici Nella Sala Rischi Naturali con l’instaurarsi di condizioni critiche, vengono svolte le seguenti attività: • Analisi delle Situazione Meteorologica in atto e prevista a breve e medio termine; • Analisi dalle Situazione Idrologica osservata e prevista a breve e medio termine; • Intensificazione del monitoraggio dei livelli pluviometrici, idrometrici e nivometrici attraverso l’osservazione della Rete Meteoidroigrafica in Tempo Reale e del Sistema Radar; • Verifica del buon funzionamento delle apparecchiature di misura e di acquisizione dei dati meteorologici ed ideologici; • Validazione di primo livello dei dati acquisiti i tempo reale basata sulle seguenti attività: 1. confronto dei valori registrati coni range strumentali; 2. individuazione dei dati con andamenti anomali; 3. controllo della congruenza dei dati provenienti da ambiti territoriali vicini; 4. correlazione di parametri meteopluviometrici diversi; 5. verifica dell’attendibilità dei dati anomali, attraverso testimonianze locali. • Produzione di documenti informativi e loro trasmissione agli enti preposti alla gestione dell’emergenza. I documenti redatti sia durante la fase previsionale che di monitoraggio vengono inoltrati agli organi territoriali competenti per la gestione dell’emergenza attraverso la procedura di trasmissione sintetizzata nei modelli illustrati nelle pagine precedenti e nei quali vengono messi in evidenza i seguenti elementi: • Orari di operatività della Sala Situazione Rischi Naturali; • Documenti emessi; • Orari di trasmissione dei documenti; • Modalità di trasmissione dei documenti; • Elenco dei destinatari. - 32 - MODALITA’ OPERATIVE Come espresso nella tabella “C” il sistema di allertamento è strutturato in 4 codici ai quali è associata la codifica delle tipologie di rischio atteso. Il Bollettino di Allertamento viene trasmesso ai Comuni, via fax dalla prefettura o dal C.O.M., solo a partire dal codice 1P. A questo punto si attiva la procedura operativa del Piano di Emergenza del Comune che viene suddivisa in fasi denominate Livelli di Allerta (Attenzione, Preallarme, Allarme, Emergenza) che sono funzionali ad una crescente criticità. I livelli di Attenzione e Preallarme vengono attivati automaticamente tramite Bollettino della Sala Situazione Rischi Regionale (tramite la prefettura o il C.O.M.), mentre gli altri 3 livelli, quello precedente (Normale Attenzione) e i due susseguenti (Allarme ed Emergenza) vengono attivati dal C.O.C. ed in particolare dal Sindaco, essendo legati alla: • Interpretazione e Mediazione di dati trasmessi dalla Regione (tramite Prefettura e C.O.M.) e di quelli rilevati tramite i monitoraggio locale dell’evento; • Evoluzione dei fenomeni; - 33 - LIVELLO DI ALLERTA “1”: NORMALE ATTENZIONE • Nessuna attivazione del Piano di Emergenza Comunale ad opera del C.O.C. LIVELLO DI ALLERTA “1P”: ATTENZIONE (Criticità prevista a lungo termine) • • • • Il Responsabile del C.O.C. al ricevimento del codice di attenzione 1P informa il Sindaco che dispone l’insediamento della Sala Operativa Comunale e del suo presidio eventualmente con turni sulle 24 ore. Il Responsabile di turno verifica i messaggi e i bollettini di aggiornamento inviati dalla prefettura o dal C.O.M. in base alle informazioni fornite dalla Sala Situazione Rischi Regionale, e li comunica al Sindaco che informa della situazione anche i responsabili delle funzioni di supporto i quali a partire da quel momento garantiscono la reperibilità. Il Sindaco coordinandosi con la prefettura ed il C.O.M. per mezzo dei media locali e regionali informa la popolazione sulla situazione meteorologica. Il C.O.C. in dettaglio compie le azioni indicate nella seguente tabella RICEZIONE BOLLETTINO COMUNICAZIONE AI SETTORI INERNI E AI RESPONSABILI DI FUNZIONE INFORMAZIONE AGLI ENTI ISTITUZIONALI SOVRAORDINATI VALUTAZIONE DEI BOLLETTINI PREVISIONALI VERIFICA SCENARIO DI RISCHIO IN REALZ. ALL’EVENTO POTENZIALE DIVULGAZIONE BOLLETTINI PREVISIONALI TRAMITE MEDIA LOCALI ATTIVAZIONE PIANO DI TURNAZIONE PREAVVISO DI MOBILITAZ. DELLA STRUTTURA COMUN. DI VOLONT. PREAVVISO DI MOBILITAZIONE AI DETENTORI DI RISORSE SORVEGLIANZA E VIGILANZA - 34 - AMMINISTRATIVA LOGISTICA STRUTTURE OPERATIVE CENSIMENTO DANNI SERVIZI ESSENZIALI TELECOMUNICAZIONI TRASPORTI VOLONTARIATO INFORMAZIONI TECNICA IL C.O.C. DEVE COMPIERE LE SEGUENTI AZIONI SANITARIA “1P” ATTENZIONE MATERIALI E MEZZI FUNZIONI DI SUPPORTO CORRISPONDENTI LIVELLO DI ALLERTA “2/3”: PREALLARME (Moderata Criticità) • • • Il Sindaco attiva la Sala Operativa Comunale convocando tutti i membri del C.O.C. Il Sindaco, a partire da questa fase, è presente al C.O.C., dirige personalmente le operazioni, invia un suo rappresentante al C.O.M. ed informa la popolazione del cambiamento della situazione. Il C.O.C. in dettaglio compie le azioni indicate nella seguente tabella ATTIVAZIONE SALA OPERATIVA E VEGILA IDRAULICA ATTIVAZIONI FUNZIONI DI SUPPORTO ATTIVAZIONE PERSONALE IN REPERIBILITA’ C.O.C. ATTIVAZIONE STRUTTURE VIGILANZA DEL PIANO COMUNALE COMINICAZIONE PRE-ALLARME AI GESTORI SERVIZI RICOGNIZIONI AREE RISCHIO ISTITUZIONE DEI PRESIDI DI VIGILANZA E MONITORAGGIO IMPIEGO DEL VOLONTARIATO NELLE ATTIVITA’ DI CONC. AL MONIT. RAFFORZAMENTO SERVIZIO DI VIGILANZA E INFORMAZIONE CONTROLLO TRAFFICO E CIRCOLAZIONE ANALISI SULL’EVOLUZIONE DELL’EVENTO VERIFICA DISPONIBILITA’ RISORSE VERIFICA SITI DI STOCCAGGIO VERIFICA MODALITA’ DI MOVIMENTAZIONE DELLE RISORSE VERIFICA DELLA VIABILITA’ VERIFICA FUNZIONALITA’ AREE DI ATTESA VERIFICA FUNZIONALITA’ E DISPONIBILITA’ STRUTTURE SOCIO-ASSISTENZIALI. GESTIONE DI SEGRETERIA DELLE FUNZIONI RACCOLTA INFORMAZIONI ED EMISSIONE COMUNICATI STAMPA - 35 - AMMINISTRATIVA LOGISTICA STRUTTURE OPERATIVE CENSIMENTO DANNI SERVIZI ESSENZIALI TELECOMUNICAZIONI TRASPORTI VOLONTARIATO INFORMAZIONI TECNICA IL C.O.C. DEVE COMPIERE LE SEGUENTI AZIONI SANITARIA “2/3” PREALLARME MATERIALI E MEZZI FUNZIONI DI SUPPORTO CORRISPONDENTI LIVELLO DI ALLERTA “2/3”: ALLARME (Elevata Criticità) La fase di Allarme indica la prossimità dell’evento calamitoso. • • • Il Sindaco, al verificarsi della previsione meteo,dispone l’attivazione di tutte la risorse umane preposte, informa la popolazione attraverso i media locali, fornisce le misure minime di autoprotezione e di riduzione di esposizione dei beni. Il Sindaco attiva una ronda che nell’ambito delle zone a rischio, così come indicato negli scenari, verifichi la diffusione delle informazioni e assista la popolazione Il C.O.C. in dettaglio compie le azioni indicate nella seguente tabella RICOGNIZIONE ZONE POTENZIALMENTE INONDABILI RICOGN. ZONE CRITICHE (ALVEI, CANTIERI, SCAVI, OSTACOLI AL DEFLUSSO) INTENSIFICAZIONE MONITORAGGIO CON ATTIVITA’ ORE 24/24 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI E DELLE RISORSE ATTIVAZIONE 118 ALLERTAMENTO DELLA POPOLAZIONE ALLERTAMENTO GESTORI STRUTTURE STRATEGICHE AREE A RISCHIO CONTATTI ENTI ESTERNI ATTIVAZIONE TURNI PRESIDIO TELEFONICO ATTIVAZIONE RADIOCOMUNICAZIONI OSSERVAZIONI STRUMENTALI ELABORAZIONI DATI AGGIORNAMENTO SITUAZIONI COMPILAZIONE REGISTRO DELLE SEGNALAZIONI ATTIVAZIONE PERSONALE TECNICO (ACQUA, GAS, ENERGIA, TEL.) ATTIVAZIONE PROCEDURA RACCOLTA SEGNALAZIONE DANNI PERSIDIO AREE DI ATTESA PER LA POPOLAZIONE (MEETING POINT) OTTIMIZZAZIONE DEI FLUSSI LUNGO LE VIE DI FUGA INDIVIDUAZIONE PERCORSI ALTERNATIVI REGOLAMENTAZIONE AFFLUSSI E DEFLUSSI DISPONIBILITA’ RISORSE DI PROPRIETA’ VERIFICA FUNZIONALITA’ AREE DI ACCOGLIENZA E AMMASSAMENTO VERIFICA FUNZIONALITA’ STRUTTURE RICETTIVE - 36 - AMMINISTRATIVA STRUTTURE OPERATIVE LOGISTICA CENSIMENTO DANNI SERVIZI ESSENZIALI TELECOMUNICAZIONI TRASPORTI VOLONTARIATO INFORMAZIONI TECNICA IL C.O.C. DEVE COMPIERE LE SEGUENTI AZIONI SANITARIA “2/3” ALLARME MATERIALI E MEZZI FUNZIONI DI SUPPORTO CORRISPONDENTI APPRONTAMENTO RISORSE VALUTAZIONE ASPETTI COMPORTAMENTALI DELLA POPOLAZIONE RACCOLTA INFORMAZIONI ED EMISSIONE COMUNICATI STAMPA GESTIONE SEGRETERIA DELLE FUNZIONI GESTIONE IMPEGNI DI SPESA (BADGET FUNZIONI) - 37 - LIVELLO DI ALLERTA “3”: EMERGENZA (Evento in corso) • • • Il Sindaco informa la popolazione colpita, monitorando gli effetti dell’evento su popolazione, strade, ferrovie, infrastrutture a rete, edifici, corsi d’acqua, opere idrauliche ed invasi, definendone il quadro e mantenendolo aggiornato. Il Sindaco attua le misure di salvaguardia e assistenza alla popolazione, garantisce lo sgombro delle vie di comunicazione stradale, individuando eventuali percorsi alternativi per i mezzi di soccorso e sfollamento, dispone il rinforzo delle difese degli edifici e attiva le unità socio-assistenziali e di assistenza sanitaria ed il ripristino dei servizi essenziali (acqua, enel, gas e telefoni). Il C.O.C. in dettaglio compie le azioni indicate nella seguente tabella SOCCORSO TECNICO URGENTE CONTROLLO ED INTERDIZIONE TRAFFICO STRADALE MESSA IN SICUREZZA EMISSIONE ORDINANZE DI SGOMBRI, REQUISIZIONI, DEMOLIZIONI EMISSIONE ORD. DI SOSPENSIONE ATTIVITA’ E MESSA IN SICUREZZA EMISSIONE ORDINANZE A CARATTERE IGIENICOANITARIO EVACUAZIONE AREE ABITATE MESSA IN SICUREZZA CATEGORIE DEBOLI (ANZIANI E DISABILI) INTERVENTI PER RIPRISTINO SERVIZI PREDISPOSIZIONE E PRSIDIO DEI CANCELLI QUANTIFICAZIONE DANNI A PERSONE, EDIFICI, INFRASTRUTTURE CONCORSO DELLA P.M. IN OPERAZIONI ANTISCIACCALLAGGIO ATTIVITA’ ESPLETATE IN FASE DI ALLARME COORDINAMENTO INTERVENTI TECNICI IN PRESENZA DI CRITICITA’ OPERE PROVVISIONALI ELIMINAZIONI OSTACOLI IN ALVEO ED IMBOCCHI TOMBINATURE PREDISPOSIZIONI IMPIANTI PER AREE DI EMERGENZA MOBILITAZIONE RISORSE ATTIVAZ. MEZZI MECCANICI PER SGOMBERI, RIOMZ. E SVUOTAMENTI RIFACIMENTI TRATTI SEDE STRADALE DANNEGGIATI ATTIVAZIONE DISPONIBILITA’ GRUPPI ELETTROGENI ALLESTIMENTO CAMPI DI ACCOGLIENZA SUPPORTO TECNICO ALLESTIMENTO AREE DI ACCOGLIENZA - 38 - AMMINISTRATIVA STRUTTURE OPERATIVE LOGISTICA CENSIMENTO DANNI SERVIZI ESSENZIALI TELECOMUNICAZIONI TRASPORTI VOLONTARIATO INFORMAZIONI TECNICA IL C.O.C. DEVE COMPIERE LE SEGUENTI AZIONI SANITARIA “3” EMERGENZA MATERIALI E MEZZI FUNZIONI DI SUPPORTO CORRISPONDENTI SUPPORTO LOGISTICO E SOCIO-ASSIST. AREE DI ACCOGLIENZA GESTIONE ASPETTI SOCIO-ASSISTENZIALI E IGIENICOSANITARI FORNITURA MATERIALE DI PRIMA NECESSITA’ GESTIONE SERVIZIO IN AREE PROVVISORIE PIANIFICAZIONE TRASPORTI ECCEZIONALI E TRASPORTO RISORSE VERIFICA DELLE AUTORIZZAZIONI PER LE MOVIMENTAZ. SPECIALI RACCOLTA INFORMAZIONI ED EMISSIONE COMUNICATI STAMPA INFORMAZIONI SULL’EVENTO E SULLE AZIONI INTRAPRESE - 39 - RISCHIO METEOIDROLOGICO NEL TERRITORIO DI BOSCO M. • • • Inquadramento amministrativo-territoriale pag. 41 Struttura organizzativa di Comunale pag. 42 • Logistica e risorse attivabili pag. 43 • Caratteristiche del territorio comunale pag. 44 • Scenari di evento idrogeologico pag. 46 - 40 - INQUADRAMENTO AMMINISTRATIVO-TERRITORIALE Posizione geografica Bosco Marengo si trova sulla ex SS che collega Basaluzzo con Alessandria. Confina con i comuni : Basaluzzo, Fresonara, Frugarolo, Predona, Casal Cervelli, Novi L., Bozzolo, Tortona, Alessandria. Provincia di appartenenza Alesssandria Distanza dal capoluogo Km 15 Punto Geografico (coord. UTM) Est 475567.00 Posizione altimetrica Quota min. 109m slm, quota max 153m slm, quota capoluogo m 121 slm. Economia Essenzialmente agricola, ma sono presenti importanti insediamenti industriali. Superficie territoriale Kmq 44,77 Abitanti N°2.542 (Istat 2001) Frazioni Nessuna Vie di comunicazione S.P. 180 Spinetta Marengo – Basaluzzo, S.P. 150 della Fraschetta, S.P. 148 Quattrocascine–Rivalta, S.P. 149 di Levata, S.P. 181 Boscomarengo-Novi, ex SS 35bis dei Giovi, linea ferroviaria. Corsi d’acqua Torrente Orba, Rio Cervino, Roggia di Bosco, Roggia di S. Michele, Rio Marinone, Rio Fossaletto, Rio Lovassina Precipitazione media annua mm 759,0 Orografia Territorio eminentemente pianeggiante. C.O.M Predosa Unione di comuni - 41 - Nord 4963022.00 STRUTTURA ORGANIZZATIVA COMUNALE DI BOSCO MARENGO C.O.C di BOSCO MARENGO (organigramma) LAMBORIZIO ANGELA (Sindaco coordinatore) MELATO LUIGI (Vice coordinatore) Strutture Operative Locali, Viabilità MEONI CESARE MORENO Responsabile materiali e mezzi FONFONE GIOVANNI Responsabile sala operativa (Tecnico radio) ZUCCOTTI PIO (Funzione Tecnica e Pianificazione) BISIO MASSIMO Collaboratore sala operativa (assistenza alla Popolazione) MASINI ISABELLA (Funzione Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria) MANTELLI LORENZA (Volontariato) RAGAZZI GIUSEPPINA (Servizi Essenziali e Attività Scolastica) GORBETTA PIO (Censimento Danni a Persone e Cose) - 42 - LOGISTICA E RISORSE ATTIVABILI DAL COMUNE DI BOSCO MARENGO MagazzinoComunale Vi sono ubicati i materiali e mezzi del comune Scheda M1 Aree destinabili ai fini P.C. Impianti sportivi (schede N1; N2) Strutture destinabili ai fini P.C. Palestra (scheda G1); scuole elementari e asilo (scheda G2); scuola media (scheda G3) Casa di riposo nel capoluogo (scheda G4) Materiali tecnici e di emergenza 1 gruppo elettrogeno (K1), 1 motosega (K2), 1 vomere spartineve (K3), 1 turbina spartineve (K4), 1 martello battente (K5), 1 spargisale (K6) 1 pompa idrovora a scoppio (K7), 1cisterna per acqua (K8). Impianti produttivi Abbigliamento (schede U2; U3; U7; U17), campeggio e nautica (U5), macellazione e vendita carni (U9; U22), trasporto materiali (U12), macchine per trivellazioni e pompaggi (U11). Macchine e mezzi di trasporto Comunali: N°2 autocarri, N°1 trattore lamborghini dt con vomero spartineve, N°1 macchina operatrice terna, N°1 motocarro Ape e 2 autovetture (scheda J1). Infrastrutture di trasporto Fermata autobus di linea ARFEA (scheda T1); - 43 - CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO DI BOSCO MARENGO Inquadramento idrografico Il comune di Bosco Marengo appartiene al Piano Stralcio Fasce Fluviali (P.S.F.F..) del reticolo idrografico del fiume Bormida (che però scorre fuori dal territorio comunale) e i corsi d’acqua che l’attraversano sono specificati nella seguente tabella. Nome Tipologia Direzione Odine Rio di IV Sud-Nord ordine Orba (tributario destro del fiume Bormida) Rio Rio di V Est - Ovest Cervino ordine Larghezza alveo 7 -8 m 4-5m Roggia di Rio di V Sud -Nord Bosco ordine 2–3m Roggia di Rio di IV Sud - Nord San ordine Michele 4–5m Rio Marinone Rio di V Sudestordine Nordovest 2- 3 m Rio Fossaletto Rio di V Sudestordine Nordovest 2- 3 m - 44 - Tipologia alveo Attraversamenti Inciso in depositi Interessa il alluvionali territorio comunale nel settore occidentale. Inciso in depositi Piccoli ponti che alluvionali in condizioni normali non creano particolare ostacolo al deflusso delle acque Inciso in depositi Piccoli ponti che alluvionali in condizioni normali non creano particolare ostacolo al deflusso delle acque Inciso in depositi Piccoli ponti che alluvionali in condizioni normali non creano particolare ostacolo al deflusso delle acque Inciso in depositi Parzialmente alluvionali combinato in corrispondenza del concentrico; possibili problemi di rigurgito Inciso in depositi Piccoli ponti che alluvionali in condizioni normali non creano particolare Rio Lovassina Rio di V Sud - Nord ordine 2- 3 m ostacolo al deflusso delle acque Inciso in depositi Piccoli ponti che alluvionali in condizioni normali non creano particolare ostacolo al deflusso delle acque Inquadramento geologico e geomorfologico Tutto il territorio comunale è caratterizzato, dal punto di vista litologico, da alternanze di sabbie e ghiaie con intercalazioni di limi ed argille. Tali affioramenti presentano un andamento praticamente pianeggiante in tutto il territorio Le coperture continentali proseguono quindi con le alluvioni post glaciali olopleistoceniche, per finire con le alluvioni attuali dell’alveo attivo del torrente Orba e dei suoi tributari. Il fluviale antico è caratterizzato da alluvioni prevalentemente sabbioso-siltoso-argillose, fortemente alterate con prodotti di alterazione rossastri e caratteri di veri e propri paleosuoli. I depositi del fluviale recente – postglaciale sono generalmente caratterizzati da terreni prevalentemente sabbiosi – limosi, localmente sabbiosi – argillosi con aumento della frazione ghiaioso sabbiosa verso il basso. Localmente e nella porzione superficiale si osservano argille sabbiose brune, frammiste a ghiaie e ciottoli. Caratteristiche geomorfologiche locali La morfologia della pianura in esame è stata condizionata sia dalla struttura del substrato prequaternario che dal comportamento idrologico dei vari corsi d’acqua, in particolare del torrente Orba. In relazione alla struttura del substrato appare evidente la convergenza delle pendenze del piano di campagna verso la zona di Alessandrina a quote ancora più basse, dove si colloca un basso strutturale. All’attività dei corsi d’acqua appaiono invece legate le numerose discontinuità con i relativi terrazzamenti che interessano i vari ripiani morfologici, i quali sono stati prodotti soprattutto dalle migrazioni laterali degli alvei lungo le generatrici dei conoidi. Le formazioni geologiche che costituiscono i terrazzi sono ricoperte da strati di alterazione più o meno potenti in relazione alla loro antichità e di colore diverso, dovuto all’alterazione differenziale dei depositi alluvionali. La morfologia è generalmente pianeggiante, a volte sono presenti terreni lievemente degradanti in corrispondenza di terrazzi ormai mascherati. Le formazioni alluvionali quaternarie si presentano quindi in regolare successione stratigrafica e senza alcuna lacuna. Quadro del dissesto a scala comunale Nel territorio comunale non sono stati segnalati dissesti in atto a causa della prevalente morfologia pianeggiante dello stesso. - 45 - SCENARIO DI EVENTO IDROGEOLOGICO Rischi idrogeologici I principali rischi connessi al territorio possono ascriversi a processi di allagamento e di attività erosiva da parte dei corsi d’acqua a seguito di eventi meteorici di particolare intensità. I principali responsabili di tali dissesti sono rappresentati dal torrente Orba e dal rio Cervino. Le manifestazioni dissestive possono generare una vasta esondazione nel settore sud ovest del territorio comunale. Si tratta di una zona caratterizzata da un’elevata densità idrografica, con numerose confluenze che possono amplificare gli effetti alluvionali; il settore è interessato dalla presenza di diverse cascine sparse. Il Rio Lovassina, pur avendo subito recentemente interventi di sistemazione, può in caso di precipitazioni eccezionali sondare in corrispondenza della ex SS AlessandriaNovi. Il Rio Marinone può dar luogo a fenomeni di esondazione per la presenza di un intubamento in corrispondenza del concentrico. Data la morfologia dei luoghi, si esclude il rischio di dissesti franosi. • • Scenario di evento idrogeologico localizzato – Codice 2b Scenario di evento idrogeologico alluvionale – Codice 2c CORSO D’ACQUA T. Orba T. Orba T. Orba T. Orba T. Orba T. Orba T. Orba T. Orba T. Orba T. Orba T. Orba e tributari Rio Marinone -----R. Marinone ZONA INTERESSATA Cascina Orsina Cascina San Michele Cascina del Crocefisso Zona Crocefisso Cascina Vecchia Cascina Roncarzino Cascina San Domenico Cascina Roncarezzo Cascina Marchesina Cascina Maccario Località Valgelata CODICE SCHEDA TAVOLA 2 -3 2-3 2-3 3 3 2-3 2-3 2-3 2-3 2-3 3 Z1 Z2 Z3 Z4 Z5 Z6 Z7 Z8 Z9 Z10 Z11 TAV A TAV A TAV A TAV D TAV B/E TAV C/F TAV C TAV C TAV C TAV C TAV D Cascina Ciacrotto 3 Z12 TAV H Bastioni Mezzogiorno e Mezzanotte Via XX sett. Via Piave Via Tranvai 3 Z13 TAV D 3 Z14 TAV D - 46 - TABELLA DELLE CRITICITA’ DI BOSCO MARENGO scheda Località Z1 Z2 Z3 Z4 Z5 Z6 Scenario Criticità interessato 2-3 Tratto arginale o Cascina di sponda Orsina potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tempo di ritorno: 30 e 500 anni Tratto arginale o Cascina San 2- 3 di sponda Michele potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tempo di ritorno: 30 e 500 anni 3 Tratto arginale o Casa del di sponda Crocefisso potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tempo di ritorno: 500 anni 3 Tratto arginale o Zona di sponda Crocefisso potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tempo di ritorno: 500 anni 3 Tratto arginale o Cascina di sponda Vecchia potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tempo di ritorno: 500 anni 2-3 Tratto arginale o Cascina di sponda Roncarzino potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose - 47 - Monitoraggio Azioni consigliate Controllo della Evacuazione popolazione crescita dei livelli idrici rispetto a punti coinvolta di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Controllo della Evacuazione crescita dei livelli popolazione idrici rispetto a punti coinvolta di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Controllo della Evacuazione crescita dei livelli popolazione idrici rispetto a punti coinvolta di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Controllo della Evacuazione crescita dei livelli popolazione idrici rispetto a punti coinvolta di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Controllo della Evacuazione crescita dei livelli popolazione idrici rispetto a punti coinvolta di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Controllo della Evacuazione crescita dei livelli popolazione idrici rispetto a punti coinvolta di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Z7 Cascina San 2 - 3 Domenico Z8 2-3 Cascina Roncarezzo Z9 Cascina Marchesina 2 -3 Z10 Cascina Maccario 2-3 Z11 Località Valgelata 3 Z12 Cascina Ciacrotto 3 Z13 3 Bastioni Mezzogiorno e Mezzanotte Tempo di ritorno: 30 e 500 anni Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tempo di ritorno: 30 e 500 anni Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tempo di ritorno: 30 e 500 anni Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tempo di ritorno: 30 e 500 anni Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tempo di ritorno: 30 e 500 anni Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tempo di ritorno: 500 anni Attività fluviotorrentizia Tempo di ritorno: 500 anni Potenziali crolli Tempo di ritorno: 500 anni - 48 - Controllo della Evacuazione crescita dei livelli popolazione idrici rispetto a punti coinvolta di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Controllo della Evacuazione crescita dei livelli popolazione idrici rispetto a punti coinvolta di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Controllo della Evacuazione crescita dei livelli popolazione idrici rispetto a punti coinvolta di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Controllo della Evacuazione crescita dei livelli popolazione idrici rispetto a punti coinvolta di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Controllo della Evacuazione crescita dei livelli popolazione idrici rispetto a punti coinvolta di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Controllo di eventuali lesioni Evacuazione popolazione coinvolta Transennamento strada, istituzione viabilità Z14 Via XX sett. Via Piave Via Tranvai 3 Tratto interessato da allagamenti a causa del fenomeno di rigurgito a carico della tombinatura del rio Marinone - 49 - Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento. alternativa Evacuazione popolazione coinvolta Transennamento strada, istituzione viabilità alternativa PIANO DI EMERGENZA PER RISCHIO SISMICO • Evento sismico e scale di intensità pag. 51 • Il Rischio Sismico pag. 53 • Monitoraggio dei sismi operato dalla Regione pag. 55 • Rischio sismico nel territorio di Bosco Marengo pag. 59 • Cosa fare in caso di evento sismico pag. 62 - 50 - EVENTO SISMICO E SCALE DI INTENSITA’ Cos’è un evento sismico Un evento sismico o terremoto è un movimento oscillatorio del terreno causato da onde sismiche che si propagano come cerchi concentrici a raggio crescente. Il centro di questi cerchi viene detto epicentro e l’intensità di queste onde viene misurata secondo 2 scale: Mercalli e Richter. Generalmente una scossa sismica viene seguita da altre scosse di intensità decrescente che vengono chiamate scosse di assestamento. Scosse minori possono verificarsi anche prima della scossa principale (scosse premonitrici). La previsione dei terremoti Purtroppo la scienza non è ancora in grado di prevedere il tempo ed il luogo in cui avverrà il prossimo terremoto. Le uniche previsioni possibili sono quelle a carattere statistico, basate sulla conoscenza della sismicità che storicamente ha interessato un dato territorio e quindi sulla ricorrenza dei terremoti in esso. Si può prevedere che in un certo arco di tempo in una certa zona potrà verificarsi un terremoto, ma non si può assolutamente dire quando. Se in una zona negli ultimi 100 anni sono verificati 4 terremoti significa che in quella zona, in base alla statistiche, ogni 25 anni si verifica un terremoto, ma non si può assolutamente dire a che distanza di tempo, dall’ultima scossa, si può verificare. La scienza ha fatto notevoli progressi nello studio dei cosiddetti Precursori Sismici, ossia di quei parametri chimici e fisici del suolo e del sottosuolo che subiscono variazioni osservabili prima del verificarsi di un terremoto. Ma siamo ancora alla fase sperimentale e pertanto questo tipo di informazioni non consentono una correlazione sufficientemente attendibile con il verificarsi di un sisma. Capacità portante e deformabilità del terreno durante un moto sismico Le conoscenze oggi disponibili non consentono di formulare criteri generali e affidabili circa la previsione delle variazioni della capacità portante e dalla deformabilità del terreno durante il moto sismico. E’ possibile, tuttavia, fare delle considerazioni di carattere generale. Le rocce lapidee non subiscono in genere variazioni apprezzabili. Fanno eccezione le formazioni molto fessurate e alterate nelle quali i fenomeni vibratori possono favorire l’innesco di superfici di rottura. I terreni coesivi manifestano alterazioni costitutive che frequentemente determinano una diminuzione della resistenza. I cedimenti causati dall’incremento di deformabilità sono comunque molto modesti. I terreni non coesivi sono senza dubbio i più suscettibili a subire alterazioni di rilievo. Soprattutto se poco addensati, possono venire compattati dalle azioni cicliche del terremoto dando luogo a cedimenti spesso importanti. E’ importante rilevare che la realizzazione di strutture a cavallo di diverse formazioni, in ogni caso sconsigliato, risulta in zona sismica quanto mai pericolosa, proprio in virtù delle alterazioni diversificate che lo scuotimento tellurico può comportare in terreni diversi. La scala Mercalli Questa scala è divisa in 12 gradi di intensità crescente si basa sull’osservazione degli effetti del terremoto partendo da un valore 1 (impercettibile) ad un valore 12 (totalmente catastrofico). L’intensità di questa scala viene chiamata appunto intensità. - 51 - GRADO I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII SCALA MERCALLI TIPO DI SCOSSA EFFETTI PRODOTTI Viene percepita solo dai sismografi (strum. di Scossa strumentale rilevamento) Viene percepita solo da persone in riposo ai Scossa leggerissima piani superiori Oscillazione di oggetti sospesi nelle case Scossa leggera Movimento di porte e finestre, tintinnio di vetri Scossa mediocre Percepita all’esterno, movimento di quadri e di Scossa forte porte Percepita da tutti, barcollare di persone e Scossa molto forte rottura di mobili Difficoltà nel mantenersi in piedi, rottura di Scossa fortissima mobili Danni ai muri, crolli di edifici, crepacci nel Scossa rovinosa terreno Distruzione di edifici, rottura di Scossa disastrosa tubature,crepacci rilevanti Distruzione di costruzioni, frane, deviazione di Scossa rotaie disastrosissima Rotaie completamente deviate, tubature fuori Scossa catastrofica servizio Spostamento di masse rocciose, oggetti Scossa lanciati in aria ultracatastrofica Come si può notare a partire dall’ottavo grado si hanno scosse che producono evento calamitoso con caratteristiche sempre più disastrose fino ad arrivare al grado più alto e cioè alla scossa ultracatastrofica. La scala Richter Questa scala misura invece l’energia sviluppata dalla zona secondo una scala che va da valori bassi, anche negativi, fino a valori compresi tra 8 e 9, misurati da specifici strumenti. L’intensità di questa scala viene chiamata magnitudo. La tabella che segue stabilisce un’equivalenza tra la scala Richter e la scala Mercalli. EQUIVALENZA TRA SCALA RICHTER E SCALA MERCALLI Grado Richter TNT equivalente Grado Mercalli Minore di 2 Minore di 10^15 erg I° 2,5 10^15 erg II° 2,8 10^16 erg III° 3,2 10^16,8 erg IV° 3,8 10^17,5 erg V° 4,2 10^18,3 erg VI° 4,8 10^19erg VII° 5,3 10^19,8 erg VIII° 5,9 10^20,7 erg IX° 6,4 10^21,7 erg X° - 52 - IL RISCHIO SISMICO Cos’è il Rischio Sismico Con il termine Rischio Sismico si intende una previsione statistica delle perdite complessive causate da un terremoto che può interessare in un determinato periodo una determinata area. Questa stima può essere fatta in diversi modi: • attraverso il costo dei danni subiti dagli edifici; • attraverso il costo complessivo in termini economici e sociali subito a dalla popolazione dell’intero paese; • attraverso il numero prevedibile di morti e feriti. Per determinare il Rischio Sismico di una zona bisogna conoscere: • la Pericolosità Sismica dell’area, ossia la probabilità che in un certo intervallo di tempo, questa sia interessata da forti terremoti che possono produrre danni; • quali sono le opere costruite dall’uomo presenti nell’area, la loro importanza e la loro resistenza alle scosse sismiche; • le caratteristiche del terreno del territorio (i terreni soffici, al contrario di quelli duri attutiscono la trasmissione delle onde sismiche); • la densità di popolazione della zona, le attività economiche che vi si svolgono, i beni culturali presenti, quindi la sua esposizione al terremoto. Pertanto le aree con elevata Pericolosità Sismica (terremoti frequenti e di forte intensità), ma disabitate il Rischi Sismico è praticamente nullo, mentre nelle aree densamente popolate e con molte costruzioni poco resistenti ai terremoti, il Rischio Sismico può essere elevato anche con una Pericolosità Sismica bassa. Poiché l’uomo non può agire sulla Pericolosità Sismica, che è una caratteristica fisica del territorio, bisogna agire sull’esposizione e sulla vulnerabilità che sono fatti antropici, cioè che dipendono dall’opera dell’uomo. Solo in questo modo può essere sviluppata un’adeguata riduzione del Rischio Sismico. Pertanto bisogna costruire investendo di più nella parte strutturale degli edifici in modo da edificare con un alto grado di resistenza sismica (rispettando con scrupolo le norme tecniche antisismiche nelle zone in cui queste sono previste) e educando la popolazione all’osservanza e alla pratica delle regole dell’autoprotezione. Il Rischio Sismico in Piemonte La Regione Piemonte ha recentemente raccolto ed elaborato una serie di dati riguardanti l’intero territorio per definire le mappe di rischio relative a diversi fenomeni, naturali ed antropici. Dai rilievi effettuati è emerso che i terremoti in Piemonte si manifestano lungo due direttrici principali: - una segue la direzione principale dell’Arco Alpino Occidentale nella sua parte interna in corrispondenza del massimo gradiente orizzontale della gravità; - l’altra, più dispersa, segue l’allineamento dei massicci cristallini esterni in corrispondenza del minimo gravimetrico delle Alpi Occidentali francesi. Le due fasce convergono nella zona del Cuneese per aprirsi a ventaglio verso la costa interessando il Nizzardo e l’Imperiese. Poi vi è una terza zona lungo il bordo padano più dispersa nella quale l’unico allineamento individuale è il Canavese. In generale si può affermare che l’intero territorio piemontese è stato ed è tuttora sede di un’attività sismica modesta come intensità e notevole come frequenza. - 53 - Prevenzione di un Rischio Sismico Purtroppo le attuali conoscenze sui fenomeni sismici non consentono di stabilire alcuna azione specifica di prevenzione, ma suggeriscono una seria di misure di protezione che hanno lo scopo di ridurre le conseguenze del fenomeno. Attraverso una capillare campagna di informazione e sensibilizzazione, occorre educare la popolazione a quelle misure di autoprotezione da prendere e a quei comportamenti da tenere al verificarsi delle scosse o immediatamente dopo. Nel Volume VI° (Opuscolo divulgativo) del presente Piano Comunale di Protezione Civile sono illustrate tutte le misure di autoprotezione ed i comportamento da tenere durante e dopo un evento sismico - 54 - MONITORAGGIO DEI SISMI OPERATO DALLA REGIONE PIEMONTE La Regione Piemonte tramite il Servizio di Previsione e Monitoraggio dei Rischi Naturali emette i seguenti bollettini per quanto riguarda l’attività sismica : Documenti Emessi e Ora di Trasmissione RIEPILOGO QUOTIDIANO dell'Attività Sismica Rilevata dalla Rete Regionale Modalità di Trasmissione e Destinatari Fax dati non validati ore 9:15 RIEPILOGO SETTIMANALE dell'Attività Sismica Rilevata dalla Rete Regionale dati validati ore 9:15 SEGNALAZIONE DI SCOSSA SISMICA Rete RUPAR Fax Rete RUPAR Fax dati non validati emessa con magnitudo superiore a 4.0 Rete RUPAR Organismi della Protezione Civile Settore Protezione Civile (GIUNTA REGIONALE) - Prefetture - componenti del Centro Coordinamento Soccorsi - Province - Centri Operativi Misti - Comuni Agenzia Nazionale di Protezione Civile - Commissariato di Governo Magistrato per il Po di Parma - Dipartimento dei Servizi Tecnici Nazionali Direzioni Regionali dell'Unità di Crisi - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. Organismi della Protezione Civile Settore Protezione Civile (GIUNTA REGIONALE) - Prefetture - componenti del Centro Coordinamento Soccorsi - Province - Centri Operativi Misti Comuni - Agenzia Nazionale di Protezione Civile - Commissariato di Governo - Magistrato per il Po di Parma - Dipartimento dei Servizi Tecnici Nazionali Direzioni Regionali dell'Unità di Crisi - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. Organismi della Protezione Civile Settore Protezione Civile (GIUNTA REGIONALE) - Prefetture - componenti del Centro Coordinamento Soccorsi - Province - Centri Operativi Misti Comuni - Agenzia Nazionale di Protezione Civile - Commissariato di Governo - Magistrato per il Po di Parma - Dipartimento dei Servizi Tecnici Nazionali Direzioni Regionali dell'Unità di Crisi - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. A titolo di esempio si riportano, nelle pagine seguenti, un bollettino quotidiano ed uno settimanale - 55 - REGIONE PIEMONTE DIREZIONE REGIONALE SERVIZI TECNICI DI PREVENZIONE RIEPILOGO ATTIVITÀ SISMICA RILEVATA DALLA RETE REGIONALE GESTITA DAL SETTORE METOIDROGRAFICO E RETI DI MONITORAGGIO SALA SITUAZIONE RISCHI NATURALI Tel. 011.3168203 – Fax. 011.3168860 NON SONO STATI RILEVATI EVENTI EVENTI NON VALIDATI X Rilevati dalle ore 7:00 GMT del 12/03/03 alle ore 7:00 GMT del 13/03/03 Data 12/3/2003 Ora (GMT) 23:47:14 Comuni prossimi Province HAUTES-ALPES Magnitudo Magnitudo Profondità durata ampiezza (Km) (gradi Richter) (gradi Richter) 2.7 2.6 0 2.3 2.2 1 ALPES-DE-HAUTEPROVENCE 13/3/2003 2:18:45 HAUTES-ALPES ALPES-DE-HAUTEPROVENCE Il prossimo aggiornamento verrà emesso il giorno 14/03/03 alle ore 09:00 Nota: le ore GMT sono riferite al Meridiano di Greenwich e corrispondono all’ora locale diminuita di 1 ora in inverno e di 2 ore durante il periodo di validità dell’ora legale. Documento Numero: SM-IO-014-02 Data edizione documento: 04/01 Pagina 1 di 1 Ed. 2 REGIONE PIEMONTE DIREZIONE REGIONALE SERVIZI TECNICI DI PREVENZIONE RIEPILOGO SETTIMANALE DELL’ATTIVITÀ SISMICA RILEVATA DALLA RETE REGIONALE GESTITA DAL SETTORE METOIDROGRAFICO E RETI DI MONITORAGGIO SALA SITUAZIONE RISCHI NATURALI Tel. 011.3168203 – Fax. 011.3168860 EVENTI VALIDATI NON SONO STATI RILEVATI EVENTI EVENTI VALIDATI X Rilevati dalle ore 00:00 GMT del 03/03/03 alle ore 24:00 GMT del 09/03/03 Data 4/3/2003 Ora (GMT) Comuni prossimi 11:41:33 Province Magnitudo Magnitudo Profondità durata ampiezza (Km) (gradi Richter) (gradi Richter) 2.1 2.1 8 MASSA-CARRARA 2 2 6 HAUTES-ALPES 2.1 2.1 2 2.4 2.4 2 1.9 1.9 0 2 2 1 2.4 2.4 1 HAUTES-ALPES 1.9 1.9 2 CUNEO 2.5 2.5 17 HAUTES-ALPES 2.1 2.1 5 FIVIZZANO MASSA-CARRARA GIUNCUGNANO LUCCA MINUCCIANO PIAZZA AL SERCHIO 6/3/2003 1:8:58 LICCIANA NARDI FIVIZZANO 6/3/2003 11:30:51 ALPES-DE-HAUTEPROVENCE 6/3/2003 16:47:41 ALPES-MARITIMES ALPES-MARITIMES 7/3/2003 1:52:55 CANOSIO HAUTES-ALPES CUNEO 7/3/2003 4:7:57 ROCCASPARVERA CUNEO ALPES- BORGO SAN DALMAZZO MARITIMES ALPESMARITIMES 7/3/2003 6:16:33 DEMONTE VALDIERI CUNEO ALPESMARITIMES ALPESMARITIMES 8/3/2003 2:46:35 8/3/2003 3:27:49 SAN DAMIANO MACRA CARTIGNANO DRONERO 8/3/2003 3:36:59 ALPES-DE-HAUTE- Documento Numero: SM-IO-014-02 Data edizione documento: 04/01 Pagina 1 di 2 Ed. 2 PROVENCE 8/3/2003 8:44:51 ACCEGLIO HAUTES-ALPES 1.3 1.3 20 1.9 1.9 9 CUNEO 1.9 1.9 14 HAUTES-ALPES 2.7 2.7 2 CUNEO 2 2 15 CUNEO ALPES- 2.1 2.1 2 2.2 2.2 0 2.2 2.2 6 CUNEO ALPES-DEHAUTE-PROVENCE 8/3/2003 9:47:0 BARDONECCHIA OULX SAVOIE TORINO HAUTES-ALPES 8/3/2003 14:50:57 SAN DAMIANO MACRA DRONERO 9/3/2003 14:27:5 ALPES-DE-HAUTEPROVENCE 9/3/2003 15:2:8 SAN DAMIANO MACRA DRONERO PRADLEVES 9/3/2003 18:18:26 DEMONTE MARITIMES ALPESMARITIMES 9/3/2003 20:56:59 HAUTES-ALPES ALPES-DE-HAUTEPROVENCE 9/3/2003 23:46:34 SAVOIE Il prossimo aggiornamento verrà emesso il giorno 19/03/03 alle ore 09:00 Nota: le ore GMT sono riferite al Meridiano di Greenwich e corrispondono all’ora locale diminuita di 1 ora in inverno e di 2 ore durante il periodo di validità dell’ora legale. Documento Numero: SM-IO-014-02 Data edizione documento: 04/01 Pagina 2 di 2 Ed. 2 RISCHIO SISMSICO NEL TERRITORIO DI BOSCO MARENGO RISCHIO SISMICO A LIVELLO COMUNALE Il rischio sismico di ciascun agglomerato urbano è dato da due fattori: livello base di pericolosità (macrozonazione sismica): è la probabilità che un determinato evento, di una certa intensità, avvenga in quel territorio in un determinato tempo di ritorno; livello locale di vulnerabilità (microzonazione sismica): è determinato dalle caratteristiche del patrimonio edilizio esistente, dall’esposizione urbanistica e dalle caratteristiche dei terreni. Il territorio comunale, ai sensi delle più recenti normative sismiche, è stato individuato all’interno della 4° categoria sismica. In base alla mappa della massima intensità macrosismica risentita in Italia prodotta dal S.S.N. il Comune di Bosco Marengo si trova in un’area in cui l’intensità massima delle onde sismiche è stata del 7° grado della Scala Mercalli. La microzonazione sismica consiste nell’individuazione delle risposte sismiche locali; essa individua la presenza di terreni dinamicamente instabili, quelli cioè che in caso di sollecitazione sismica possono essere soggetti a deformazioni permanenti quali frane, liquefazione, addensamento, ecc. Anche la tipologia insediativi ha il suo peso nella valutazione della suscettività sismica locale: edifici in muratura subiranno maggiori danni rispetto ai manufatti realizzati in cemento armato. Sulla base dei criteri precedentemente esposti, il territorio comunale è stato suddiviso in tre classi distinte, in considerazione della suscettività sismica valutata: a) stabilità buona: nei settori privi di elementi morfo-litologici limitanti; b) stabilità discreta: dove questi sono presenti; c) stabilità mediocre: quando ai fattori del punto b) si unisce la preponderanza di tipologie costruttive antiquate (muratura prevalente sul cemento armato, ad esempio nei centri storici). La tipologia dei massimi danni attesi è la seguente: classe a): formazione di lesioni non importanti a carico dei fabbricati più deboli; classe b): danneggiamento non strutturale di diversi edifici; lesioni diffuse a carico di numerosi manufatti; classe c): possibili crolli di porzioni dei fabbricati più antichi; alcuni danneggiamenti strutturali con conseguente inagibilità; numerosi casi di danneggiamento non strutturale diffuso; crisi temporanea della funzionalità del sistema urbano. PERICOLOSITA’, VULNERABILITA’ ED ESPOSIZIONE DEL TERRITORIO DI BOSCO MARENGO Un recente studio del S.S.N. (“La Microzonazione Sismica: metodi, esperienze e normativa”) ha effettuato una stima preliminare del rischio sismico del territorio italiano distinta per ogni singolo comune. La pericolosità è stata valutata col metodo di Cornell utilizzando il codice di calcolo Seisrisk III. Si è fatto riferimento alla zonazione sismogenetica proposta dal GNDT nel 1992 ed al catalogo PFG – 85, sottoposto a filtraggio ed analisi di completezza, con una revisione di tutti gli elementi di intensità superiore a VIII. La vulnerabilità del patrimonio edilizio abitativo è stata stimata ripartendo le abitazioni in tre classi sulla base di indicatori, relativi alla tipologia ed all’epoca di costruzione, - 59 - ricavati dal censimento ISTAT del 1991 e opportunamente tarati mediante i dati rilevati sul campo dal GNDT. La correlazione intensità-vulnerabilità-danno è stata valutata utilizzando il metodo delle matrici di probabilità di danno sviluppato in seguito al terremoto dell’Irpinia del 1980. L’esposizione è stata valutata facendo ricorso ai soli dati ISTAT sulla popolazione, al fine di poter stimare l’ordine di grandezza del numero medio di persone coinvolte in crolli di abitazioni in un prefissato periodo di tempo. I risultati forniscono una stima degli ordini di grandezza del fenomeno che sono confrontabili con i danni provocati dai terremoti degli ultimi decenni. L’impiego delle matrici di probabilità di danno consente di stimare, assegnata l’intensità del sisma e la classe di vulnerabilità, la percentuale di abitazioni che subiscono un determinato livello di danno. Per ogni comune, nota la frequenza di appartenenza delle abitazioni alle tre classi di vulnerabilità e le occorrenze annue dei valori di intensità macrosismica, è stata calcolata la frequenza annua del livello di danno. Moltiplicando per il numero totale delle abitazioni del comune si ottiene il numero medio di abitazioni che subiscono il corrispondente livello di danno. La vulnerabilità di una costruzione riflette la sua capacità di rispondere alle sollecitazioni sismiche ed è misurata dal danno (effetto) che la costruzione subisce a fronte di un evento sismico di data intensità. A posteriori, la valutazione della vulnerabilità di una costruzione è immediata e corrisponde al rilevamento diretto del danno prodotto dall’evento sismico. A priori la vulnerabilità può essere valutata attraverso l’attribuzione della costruzione ad una certa tipologia strutturale individuata da poche caratteristiche essenziali (es. tipo di strutture verticali e orizzontali), per la quale viene definita una matrice di probabilità di danno. Gli indicatori estratti dal Sistema Informativo del SSN e analizzati al fine di valutarne la possibile correlazione con la vulnerabilità delle abitazioni sono: a) tipologia della costruzione: percentuale di abitazioni realizzate in cemento armato (piano terra aperto e chiuso), in altra tipologia (interpretata come muratura) o in tipologia non individuata; b) epoca della costruzione: percentuale di abitazioni realizzate nei diversi intervalli temporali disponibili nella base dati ISTAT; c) numero di piani. Gli edifici sono stati distinti in quattro classi così distinte: • classe C2: abitazioni in edifici in cemento armato con piano terra chiuso; • classe C1: edifici in muratura di recente costruzione con al massimo due piani; • classe B: abitazioni in edifici in cemento armato con piano terra aperto o in edifici in muratura di recente costruzione con numero di piani compreso tra 3 e 5; • classe A: abitazioni in edifici in muratura con più di cinque piani di qualunque età o in edifici in muratura antichi con 3 – 5 piani. Per la stima delle conseguenze sulla popolazione è stata presa come base di riferimento la distribuzione della popolazione residente rilevata dai censimenti ISTAT in termini di abitanti per Kmq. Di seguito si riporta una tabella contenente i dati specifici stimati a livello comunale. Le abitazioni di Bosco Marengo (1254 totali) sono state ripartite nelle quattro classi di cui sopra. I risultati sono i seguenti: - 60 - Il 50,7% degli edifici è costituito da abitazioni in muratura con più di cinque piani o da abitazioni antiche in muratura; in essi risiede il 46,5% della popolazione. Il 18,5% degli edifici è costituito da edifici in cemento armato con piano terra aperto o in muratura di recente costruzione, con numero di piani compreso tra 3 e 5: in essi risiede il 16,8% della popolazione. Il 4,6% degli edifici è costituito da edifici in muratura di recente costruzione con al massimo due piani; in essi risiede il 4,6% della popolazione Il 26,2% degli edifici infine è costituito da edifici in cemento armato; il 32,1% della popolazione occupa tali fabbricati. Prendendo a modello le stime del S.S.N. ed ipotizzando il verificarsi di un evento sismico con l’intensità prevista dallo studio sopra citato si verificherebbero danni contenuti con questo ordine di grandezza (non è possibile essere rigorosi, ma solo indicare grossolanamente l’incidenza dei danni): • • • nessun edificio crollato; un edificio inagibile appartenente alla classe A (la categoria sismicamente più debole); due edifici danneggiati in maniera sensibile. Risulta evidente che, esprimendosi in termini di ordini di grandezza e non di numeri puri, è lecito attendersi un numero di edifici inagibili estremamente basso, non necessariamente uno solo, comunque indicativamente inferiore a 10. Dalle considerazione esposte sopra si evince in ogni caso che lo scenario di evento sismico rappresenta una realtà molto meno impattante sul territorio considerato rispetto ad altri eventi naturali o umani, presi in esame dal Piano Comunale di Protezione Civile. Caratteristiche sismiche dei terreni interessati dall’edificato di Bosco Marengo Caratteristiche del territorio dal punto di vista Sismico (in base alla classificazione del questionario GNDT TASK 3.2) IL 0 – 10% dell’edificato all’interno del territorio comunale ricade su rocce e terreni duri. Il 90 - 100% ricade su terreni soffici. Dell’edificato su terreni soffici il 90 – 100% ricade su terreni soffici con spessore > 20 m Dell’edificato su terreni soffici lo 0 – 10 % ricade su terreni soffici con spessore < 20 m I terreni soffici poggiano su un substrato costituito da ROCCIA Non c’è edificato costruito sulla sommità di un colle o di una cresta. Non c’è edificato direttamente su aree in frana. - 61 - COSA FARE IN CASO DI EVENTO SISMICO Cosa deve fare il C.O.C. Subito dopo la prima scossa, anche se questa non ha provocato danni, il C.O.C. con a capo il Sindaco si deve attivare nel seguente modo: Csa deve fare il Sindaco • si reca alla sala operativa • comunica la sua attivazione al Prefetto • predispone i presidi nelle aree di attesa I Responsabili delle Funzioni di Supporto • si recano alla sala operativa Il Personale dell’Ufficio Tecnico • si reca alla sala operativa e si mette a disposizione del Sindaco Il Personale Comunale • parte si reca al punto di incontro • parte si reca a presidiare le Aree di attesa Volontari • • • parte presidia le aree di attesa parte si reca nelle zone più vulnerabili ed indirizzano la popolazione nelle aree di attesa comunica via radio la situazione alla sala operativa Il Cittadino Prima che arrivi un terremoto è importante sapere: • se si è in zona a rischio • quali sono i punti più sicuri della propria abitazione e dei luoghi di lavoro (dove sono i muri portanti e le travi in cemento armato) • dove sono gli interruttori generali della luce, del gas e dell’acqua; • se vi sono uscite di emergenza; • dove sono gli spazi aperti sicuri vicino alla propria casa e al luogo di lavoro; • assicurarsi che tutte le persone che vivono con noi sappiano cosa fare; • tenere pronte delle torce elettriche con pile di ricambio, una radio portatile a batteria e materiale di sopravvivenza. Durante un terremoto non c’è molto tempo per riflettere, bisogna sapere subito cosa fare. E’ importante rimanere calmi ed agire con prontezza ovunque ci si trovi. Il pericolo maggiore è quello di essere colpiti da oggetti che cadono. - 62 - Quando la scossa è finita, ci possono essere danni agli edifici o addirittura morti e feriti. E’ molto importante verificare lo stato di salute di chi ci sta vicino ed è necessario accertarsi che non vi siano principi di incendio. Bisogni quindi raggiungere gli eventuali centri di raccolta stabiliti dal piano di emergenza e collaborare con la Protezione Civile. Usare il telefono solo in caso di assoluta necessità. NOTA Se i locali della sala operativa, in seguito alla scossa risultassero inagibili, occorre allestire la Sala Operativa in altri locali o sotto apposita tenda. Le aree di attesa del comune di BOSCO MARENCO, in caso di evento sismico, sono le seguenti: • campo sportivo comunale - 63 - PIANO DI EMERGENZA PER RISCHIO CHIMICO - INDUSTRIALE • L’industria chimica pag. 65 • Pericolosità delle sostanze trattate dall’industria chimica pag. 66 • Trasporto via terra di sostanze pericolose pag. 69 • Modalità di trasporto su strada pag. 70 • Codici di pericolo (numero Kemler) pag. 72 • Codici della materia (numero ONU) pag. 73 • Etichette indicanti la natura del pericolo pag. 74 • Collocazione dei cartelli di pericolo sugli automezzi pag. 76 • Rischio viabilità e trasporti pag. 77 • Cosa fare in caso di evento chimico pag. 80 - 64 - L’INDUSTRIA CHIMICA L’attività industriale L’attività industriale si articola in vari settori a seconda del tipo di processo produttivo e delle materie prime trattate: alimentare, chimica, farmaceutica, meccanica, nucleare, tessile, del legno, della plastica e del petrolio. L’industria inoltre per i sui processi produttivi impiega notevoli quantità di energia che può provenire dal carbone, dal petrolio, da combustibili nucleari, ma soprattutto dall’elettricità. Il progresso tecnico-scientifico ha reso sempre più produttivi i processi di produzione industriale e questo comporta accumuli sempre più elevati di materie prime, semilavorati e prodotti finiti che a loro volta necessitano di essere trasportati. Fra tutti i tipi di industrie quella che può essere maggiormente fonte di eventi calamitosi sicuramente è l’industria chimica. In relazione alle dimensioni degli impianti e a seconda del grado di specializzazione dei prodotti ottenuti , l’industria chimica si può dividere in tre comparti fondamentali descritti nella seguente tabella: COMPARTI DELL’INDUSTRIA CHIMICA CHIMICA DI BASE Organici di base ed intermedi, inorganici, materie plastiche, resine sintetiche, elastomeri, concimi, fibre sintetiche CHIMICA FINE Inchiostri, pitture e vernici, prodotti per la casa, prodotti per l’igiene e cosmesi, farmaci da banco, biomedicali e diagnostici, esplosivi, chimica agraria, impermeabilizzanti per l’edilizia, prodotti per l’industria alimentari, gas tecnici. CHIMICA DELLE SPECIALITA’ Coloranti e pigmenti organici, organici fini, essenze naturali e sintetiche, principi attivi per fitofarmaci, materie prime farmaceutiche, adesivi e sigillanti. Rischi dell’Industria chimica I rischi che derivano dall’industria chimica possono essere suddivisi come segue: • Rischio connesso alle sostanze lavorate e prodotte Questo tipo di rischio è legato ai rischi intrinseci alle stesse sostanze lavorate (materie prime) che prodotte (infiammabilità, tossicità ecc.). • Rischio di processo produttivo Questo tipo di rischio deriva da tutti i trattamenti cui vengono sottoposte le materie prime durante il processo produttivo (surriscaldamento, raffreddamento a basse temperature, sovrappressioni, reazioni violente ecc.). • Rischio di layout E’ il rischio legato alla disposizione degli impianti produttivi e alle loro caratteristiche. - 65 - PERICOLOSITA’ DELLE SOSTANZE TRATTATE DALL’INDUSTRIA CHIMICA L’industria chimica tratta un numero notevole di sostanze (circa 4 milioni), ma per quanto riguarda la loro pericolosità possono essere suddivise nei seguenti gruppi. SOSTANZE OSSIDANTI Si definiscono ossidanti quelle sostanze che possono (generalmente per cedimento di ossigeno) causare o comunque contribuire a causare la combustione di altre: ossigeno liquido, i clorati, i nitrati, i perclorati e i perossidi. SOSTANZE CHE IN PRESENZA DI ACQUA GENERANO GAS COMBUSTIBILI Sono le sostanze di per se non infiammabili, ma che allo stato naturale, oppure ad elevate temperature, reagiscono con l’acqua generando gas combustibili: carburi, idruri di sodio e dei metalli alcalini. GAS INFIAMMABILI A BASSA DENSITA’ Sono quei gas che a temperature e pressione ambiente sono più leggeri dell’aria e pertanto tendono a salire verso l’alto: idrogeno e metano. Questi gas all’aperto si disperdono e quindi sono relativamente meno soggetti a rischi di incendio ed esplosioni. GAS INFIAMMABILI AD ALTA DENSITA’ Sono gas che a temperatura e pressione ambiente sono più pesanti dell’aria e quindi tendono a scendere verso il basso mantenendosi per lungo tempo a contatto con il terreno: L’ammoniaca, e il gas di petrolio liquefatto (GPL). LIQUIDI INFIAMMABILI Sono liquidi i cui vapori sono in grado di bruciare se opportunamente miscelati con l’aria oppure se in contatto con sostanze ossidanti. Questi liquidi sono normalmente stoccati in serbatoi chiusi, a pressione atmosferica. La loro pericolosità è indicata dalla temperatura di infiammabilità: più è bassa, più essi sono pericolosi. Se la temperatura di infiammabilità di questi liquidi è inferiore a quella di stoccaggio o di utilizzazione degli stessi, significa che si è in costante presenza di vapori infiammabili e quindi in una situazione di costante pericolo. STOCCAGGIO CRIOGENICO Si tratta di sostanze stoccate allo stato liquido refrigerato a temperature molto basse (anche fino a -200°C) e alla pressione di poche atmosfere: ossigeno, azoto, aria, idrogeno, metano ed etilene. Nel caso in cui si verifichi una fuga, il liquido evapora rapidamente producendo un vapore freddo e denso. Quando la temperatura di stoccaggio è al di sotto dei -30°C il contenitore deve essere realizzato in materiale speciale. POLVERI COMBUSTIBILI OD INFIAMMABILI Il pericolo derivante da queste polveri è dovuto al fatto che quando sono in sospensione nell’aria, formano con essa una miscela infiammabile con comportamento simile a quella di una miscela di gas infiammabile-aria. Le caratteristiche combustibili di queste polveri dipendono essenzialmente dalle dimensioni dei singoli grani: una polvere molto fine può essere trasportata più facilmente dall’aria, restare in sospensione più a lungo ed incrementare quindi il rischio di esplosione. - 66 - RISCALDAMENTO ED ACCENSIONE SPONTANEA Questo tipo di sostanze ha la caratteristica di autoriscaldarsi durante lo stoccaggio fino a giungere ad un’accensione spontanea: carbone, alcuni perossidi organici, il ditionato di sodio, il solfuro di ferro e il fosforo. POLIMERIZZAZIONE SPONTANEA La polimerizzazione è una reazione chimica attraverso la quale molecole semplici, monomeri, si uniscono in sequenza formando un composto di elevato peso molecolare. Con alcune sostanze questo processo di polimerizzazione avviene in modo esotermico (emissione di calore): l’ossido di etilene, lo stirolo, il butadiene, acido cianidrico e il metacrilato. TENDENZA ALLA DECOMPOSIZIONE ESPLOSIVA La decomposizione esplosiva è una reazione chimica accompagnata dalla formazione di grandi quantità di gas caldi, che si sviluppa così velocemente da dare luogo a fenomeni esplosivi: l’etilene ad alta pressione, il vapore di ossido di etilene, l’acetilene, il vapore di nitrato di propile. Vi sono sostanze che hanno la capacità di detonare per conto proprio in fase gassosa se compresse al di sopra di 20 atmosfere come l’acetilene, il tetrafluoroetilene e il vapore di perossido di idrogeno se concentrato. TOSSICITA’ Sono definite tossiche quelle sostanze che quando sono introdotte in un organismo vivente, in particolare nell’uomo, agiscono recando danni, a volte irreversibili e mortali, al sistema nervoso centrale, al sistema emopoietico e a determinati organi come il fegato, la milza, i polmoni, i reni ecc.. Generalmente queste sostanze vengono introdotte all’interno dell’organismo umano (ma anche animale) per inalazione (quindi il primo organo ad essere danneggiato sono i polmoni) meno spesso per contatto e raramente per ingestione. I danni causati all’organismo dai vapori tossici inspirati sono i seguenti • Polmoni Esercitano un’azione corrosiva ed irritante sulle vie respiratorie diminuendo la superficie polmonare attiva (cloro,anidride solforosa, bromo, iodio, aldeide acrilica) o agendo sugli alveoli polmonari (vapori nitrosi, ozono, fosgene). • Sistema nervoso Alcune di queste sostanze tossiche (definite veleni) agiscono principalmente sul sistema nervoso, determinando una più o meno spiccata azione narcotica (l’acido cianidrico, i cianuri, i composti del mercurio e del fosforo, i composti organo metallici ed i solventi in generale). La facilità e la rapidità con la quale queste sostanze vengono assimilate attraverso la milza, il fegato ed i reni porta anche gravi conseguenze per questi organi. • Sangue Le sostanze tossiche una volta sciolte nel sangue impediscono l’assorbimento dell’ossigeno da parte del sangue stesso (ossido di carbonio, composti nitrici), oppure bloccano lo scambio dell’ossigeno del sangue ai tessuti (acido cianidrico),provocando danni irreversibili più o meno gravi in funzione della concentrazione delle sostanze e del tempo di esposizione ad esse. • Cute Oltre che attraverso le vie respiratorie le sostanze tossiche agiscono anche attraverso la pelle, causando dermatiti e aprendo la via ad infezioni da microrganismi. - 67 - • Gravidanza In caso di gravidanza le sostanze tossiche possono esplicare sul feto un’azione teratogena (alterazione dell’evoluzione del feto). • Cancro Le sostanze tossiche introdotte nell’organismo possono esercitare anche un’azione cancerogena. • Azione mutagena Questo tipo di danno è differito nel tempo in quanto agisce a danno del materiale genetico (trasmissione dei caratteri ereditari) alterandolo. Negli USA sono state stabiliti due valori di soglia di concentrazioni nocive al di sotto delle quali non si verificano danni alla salute di chi è esposto a sostanze tossiche: • TWA (Time Weighted Average), che corrisponde ad una concentrazione di sostanze nocive alla quale un operaio può essere suesposto per 8 ore lavorative al giorno senza subire danno. • STEL (Short Term Exposure Level), che è la concentrazione massima cui il lavoratore può essere esposto per 15 minuti. Il Ministero dei Lavori Pubblici, ai fini della valutazione dell’estensione delle aree di danno relative alla dispersione di gas e vapori tossici, ha preso a riferimento i seguenti parametri (decreto 9-5-2001): • IDLH (Immediately dangerous to life and Healt) equivale la concentrazione di sostanza tossica fino alla quale l’individuo sano, in seguito ad esposizione di 30 minuti, non subisce per inalazione danni irreversibili alla salute e sintomi tali da impedire l’esecuzione delle appropriate azioni protettive. • LC50, concentrazione di sostanza tossica, letale nel 50% dei soggetti esposti per 30 minuti. Il primo stabilisce la distanza di danno riferita alle lesioni irreversibili, mentre il secondo determina la distanza di danno riferita all’elevata letalità. COMPORTAMENTI PARTICOLARI L’esano, miscelato col 20% di alchile al contatto con l’aria si incendia spontaneamente, mentre alcuni perossidi sono esplosivi particolarmente suscettibili come l’etere isopropilico. Rischio chimico nel territorio di Fresonara Nel territorio di Fresonara non esistono industrie potenzialmente pericolose e pertanto l’unica fonte di disastro chimico può derivare da un eventuale incidente in cui rimane coinvolto un treno o un automezzo in transito per l’autostrada A26, che trasportino sostanze pericolose. - 68 - TRASPORTO VIA TERRA DI SOSTANZE PERICOLOSE Modi di trasporto e regolamenti di sicurezza per le sostanze pericolose Per modi di trasporto si intendono i vari tipi di trasporto sia via acqua (mare laghi e fiumi) che via terra e via aria. Nel nostro caso sono importanti i due tipi di trasporto via terra: • su strada • su ferrovia Affinché il trasporto do sostanze pericolose possa avvenire nelle condizioni di soddisfacente sicurezza, organismi internazionali come l’ONU, per tutti i tipi di trasporto e l’AIEA (Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica) per il trasporto di materiale fissile o radioattivo, hanno elaborato delle prescrizioni fondamentali riguardanti i seguenti aspetti: • definizione e classificazione delle materie pericolose • imballaggio ed etichettatura delle medesime • attrezzatura per il trasporto • maneggio • ammissione ed esclusione al trasporto di determinate merci pericolose. Altre organizzazioni internazionali hanno invece messo a punto norme specifiche per il trasporto di merci pericolose su terra: • il Comitato dei Trasporti Interni della Commissione per l’Europa per i trasporti sia ferroviari che stradali; • l’Ufficio Centrale dei Trasporti Internazionali ferroviari per i trasporti ferroviari. L’insieme di tutte queste raccomandazioni e direttive hanno portato all’elaborazione di regolamenti internazionali dei quali quelli riguardanti il trasporto su terra sono: • R.I.D. Regolamento internazionale relativo al trasporto merci pericolose per ferrovia. • A.D.R. Accordo europeo relativo al trasporto internazionale di merci pericolose su strada. - 69 - MODALITA’ DI TRASPORTO SU STRADA Come è stato già detto le modalità del trasporto su strada sono stabilite dall’accordo ADR che detta disposizioni riguardo a: • Criteri e modalità di classificazione delle merci pericolose indicando altresì le norme e le prove atte a determinare al classificazione; • Condizioni di imballaggio e caratteristiche dei contenitori • Modalità costruttive dei veicoli • Formazione dei conducenti e prescrizioni relative al carico e allo scarico delle merci • Formazione del consulente per la sicurezza Classificazione delle sostanze pericolose L’ADR suddivide le merci pericolose in 13 classi fondamentali con una numerazione che va da 1 a 9 in quanto raggruppa alcune di esse, considerate con pericolo simile, sotto lo stesso indice numerico seguito da un punto e da un altro numero. L’indice numerico relativo ad ogni sostanza viene riportato anche nella segnaletica di sicurezza per indicare il relativo pericolo. Ogni classe è a sua volta in gruppi e sottogruppi per tener conto dei diversi livelli di pericolo delle varie sostanze che presentano una stessa tipologia di pericolo. Ulteriori classificazioni vengono poi fatte per l’individuazione dei limiti di esenzione e per la correlazione dei vari tipi di imballaggi. Contenitori ed autoveicoli L’ONU ha stabilito i requisiti essenziali per il trasporto di tutte le merci pericolose in base alle caratteristiche delle stesse suddividendole in tre gruppi: • GRUPPO I (merci più pericolose) • GRUPPO II (merci mediamente pericolose) • GRUPPO III (merci meno pericolose) Ed ha classificati i contenitori in tre gruppi corrispondenti: • X • Y • Z Che sono rispettivamente idonei al gruppo I, II, III. L’idoneità dei contenitori viene riconosciuta a seguito di specifiche prove e certificata mediante marchiatura, dalla quale risultano tutte le caratteristiche del contenitore, le classi ed i gruppi di sostanze che può contenere. Un procedimento simile avviene per i veicoli, la cui idoneità al trasporto di merci pericolose viene riconosciuta dal Ministero dei Trasporti tramite la Motorizzazione Civile. La certificazione dell’idoneità dell’autoveicolo viene riportata nella carta di circolazione. Conducenti I conducenti dei mezzi adibiti al trasporto di merci pericolose devono avere una particolare abilitazione ottenuta attraverso appositi corsi vertenti sulla conoscenza dei rischi connessi al trasporto, al carico e allo scarico di sostanze pericolose. Una volta superato il corso viene rilasciata loro un certificato di abilitazione comunemente detto “patentino ADR “. - 70 - L’ADR individua e prescrive anche gli equipaggiamenti e i dispositivi di protezione individuale che devono essere tenuti a bordo del veicolo ed indossati dal conducente in caso di emergenza e durante le operazioni di carico e scarico. Segnaletica di sicurezza Gli autoveicoli che trasportano sostanze pericolose, ai sensi dei DD.MM. 25/02/86 e 21/03/86 devono recare un cartello arancione con bordature nere avente misure 30x40cm, nel quale è scritto nella parte superiore il codice di pericolo ( numero Kemler) e nella parte inferiore il codice della materia (numero ONU): Codice di pericolo Codice della materia (numero O.N.U.) 1. La prima cifra indica il pericolo principale, la seconda e la terza indicano il pericolo secondario. Il raddoppi di una delle cifre indica il rafforzamento del relativo pericolo, quindi il raddoppio della prima cifra indica il rafforzamento del pericolo principale, mentre il raddoppio della seconda o della terza indica il rafforzamento del pericolo secondario. Quando il numero Kemler è preceduto da una X significa che la sostanza trasportata reagisce pericolosamente con acqua. 2. Il codice della materia (numero ONU) è riportato nelle parte inferiore del cartello ed è formato da 4 cifre ed indica la materia pericolosa trasportata. Pericolo principale Pericolo accessorio - 71 - CODICI DI PERICOLO (numero KEMLER) Pericolo principale 2 Gas 3 Liquido infiammabile 4 Solido infiammabile 5 Comburente 6 Tossico 7 Radioattivo 8 Corrosivo 9 Pericolo di reazione violenta spontanea Pericolo accessorio 1 Esplosione 2 Emanazione gas 3 Infiammabile 5 Comburente 6 Tossico 8 Corrosivo 9 Reazione violenta (decomposizione spontanea) Casi particolari 22 Gas fortemente refrigerato. 44 Materia infiammabile che, a temperatura elevata, si trova allo stato fuso. 90 Materie pericolose diverse - 72 - CODICI DELLA MATERIA (numero ONU) Nella seguente tabelle vengono riportati i numeri ONU di alcune delle materie pericolose più comuni. N. Descrizione N. Descrizione 1001 acetilene 1223 kerosene 1005 ammoniaca anidra 1230 alcool metilico 1011 butano 1267 petrolio 1016 ossido di carbonio 1268 olio lubrificanti motori 1017 cloro 1381 fosforo 1027 ciclopropano 1402 carburo di calcio 1028 freon 12 1428 sodio 1038 etilene 1547 anilina 1040 ossido di etilene 1613 acido cianidrico 1045 fluoro 1654 nicotina 1049 idrogeno 1680 cianuro potassio 1050 acido cloridrico 1710 trielina 1053 acido solfidrico 1779 acido formico 1072 ossigeno 1791 ipoclorito di sodio 1075 gpl 1805 acido fosforico 1076 fosgene 1823 soda caustica 1079 anidride solforosa 1869 magnesio 1089 acetaldeide 1888 cloroformio 1090 acetone 1971 metano 1114 benzolo 2015 acqua ossigenata 1134 clorobenzene 2209 formaldeide 1170 alcool etilico 2304 naftalina 1202 gasolio 2761 ddt 1203 benzina 9109 solfato di rame - 73 - ETICHETTE INDICANTI LA NATURA DEL PERICOLO Gli autoveicoli che trasportano sostanze pericolose devono essere dotati anche di etichette romboidali che riportano immagini e colori indicanti immediatamente la natura del pericolo. Per esempio i liquidi infiammabili vengono indicati con una fiamma nera su sfondo rosso, gli esplosivi con il simbolo della bomba su campo arancione, i perossidi con cerchi e fiamma nera su sfondo giallo. Esplosivi Esplodibili Gas non tossici non infiammabili Infiammabili (Gas o Liquidi) Infiammabili (Solidi) Accensione spontanea Sviluppo di gas infiammabili a contatto con l'acqua Comburenti (favoriscono l'incendio) Tossici - 74 - Nocivi Corrosivi Radioattivi Materie pericolose diverse Rifiuti speciali tossici nocivi - 75 - COLLOCAZIONE DEI CARTELLI DI PERICOLO SUGLI AUTOMEZZI Di seguito vengono indicate le posizioni dei cartelli di pericolo sui mezzi di trasporto. Questa posizione è determinata dalle norme A.D.R. e valgono anche per i containers. Cisterna montata su semirimorchio trasportante un'unica materia prima. Cisterna a comparti separati montata su motrice o semirimorchio, trasportante nei vari comparti differenti materie pericolose. Cisterna montata su semirimorchio trasportante un'unica materia prima. Cisterna a comparti separati montata su motrice o semirimorchio, trasportante nei vari comparti differenti materie pericolose. - 76 - RISCHIO VIABILITA’ E TRASPORTI Dati e linee di attività nella valutazione del rischio Il rischio trasporti è rappresentato dal trasporto su gomma, ferrovie ed aerei di merci pericolose che viaggiano e sostano anche in centri abitati, con potenziale pericolo di incidente, non facilmente identificabile nello spazio e nel tempo. Il rischio di incidenti nel sistema dei trasporti è relativo soprattutto al trasporto di materiali pericolosi; tale rischio può in modo diverso essere definito come rischio chimico dovuto al trasporto di sostanze pericolose. Il rischio chimico dovuto al trasporto di sostanze pericolose è costituito dalla possibilità che durante il trasporto stradale, ferroviario ed aereo di una sostanza pericolosa, si verifichi un incidente in grado di provocare danni alle persone, alle cose ed all’ambiente. Si tratta di un rischio particolarmente importante, poiché contrariamente a quanto avviene per gli impianti fissi, i materiali trasportati possono venire a trovarsi molto più vicini alla popolazione; possono essere messi in contenitori non sufficientemente resistenti ed inoltre le modalità di intervento potrebbero rivelarsi molto più complesse e difficoltose non essendo ovviamente possibile conoscere a priori la località in cui potrà verificarsi un eventuale incidente. I trasporti pericolosi su strada in Europa sono regolamentati, sotto la supervisione del Comitato dei Trasporti Interni della Commissione Economica per l’Europa dell’ONU, dall’Accordo Internazionale per il trasporto su strada di merci pericolose (Adr). I trasporti su strada ferrata sono normati dal Regolamento internazionale concernente il trasporto di merci pericolose per ferrovia (Rid) che costituisce l’allegato 1 della Convenzione internazionale concernente il trasporto di merci per ferrovia (Cim). Le norme ICAO regolamentano, invece, i trasporti aerei a carattere internazionale. Le merci pericolose, pertanto, vengono ad essere manipolate da vari attori, che in gradi diversi si assumono la responsabilità riguardo all’intrinseca sicurezza del vettoriamento. Un eventuale disaccordo e/o una scarsa coordinazione tra gli attori può avere un’influenza notevole sulla sicurezza del trasporto, contribuendo all’aggravio del rischio. I materiali pericolosi generalmente trasportati sono i liquidi e i solidi infiammabili, le sostanze corrosive, i gas in pressione, gli agenti ossidanti, le sostanze velenose (tossiche), le materie radioattive, gli esplosivi. In accordo con il sistema di classificazione delle Nazioni Unite, i materiali pericolosi sono classificati in 9 categorie, basate sui rischi primari inerenti al loro trasporto e/o alle loro caratteristiche. Queste categorie sono: Cat. 1 Sostanze e prodotti esplosivi; prodotti riempiti con sostanze esplosive; accenditori, fuochi d’artificio e merci similari. Cat. 2 Gas in pressione, liquefatti o in soluzione sotto alta pressione. Cat. 3 Liquidi infiammabili. Cat. 4 Solidi infiammabili, sostanze soggette a combustione spontanea; sostanze che a contatto con acqua, emettono gas infiammabili. Cat. 5 Sostanze ossidanti, perossidi organici. Cat. 6 Sostanze tossiche, sostanze ripugnanti e sostanze responsabili di causare infezioni. Cat. 7 Sostanze radioattive. Cat. 8 Sostanze corrosive. Cat. 9 Sostanze che presentano un rischio a lungo termine per la salute oppure un rischio per l’ambiente, e che non possono essere classificate sotto altre categorie. - 77 - La valutazione delle conseguenze di un incidente relativo alla spedizione di sostanze pericolose dipende da molti fattori che comprendono: • • • • • Proprietà fisiche e chimiche ed effetti sulla salute dei materiali rilasciati; Quantità dei materiali rilasciati; Tipologia ed uso del territorio nella zona adiacente al sito dell’incidente; Caratteristiche della popolazione nella zona adiacente al sito dell’incidente; Condizioni meteorologiche al momento dell’incidente. Diversi altri fattori possono influenzare sia la probabilità di accadimento dell’evento calamitoso che le conseguenze, tra i quali possiamo elencare: genere di traffico, progettazione del veicolo, proprietà strutturali degli automezzi, esistenza di dispositivi di protezione, ispezione del veicolo e prassi di manutenzione, livello di conformità alle restrizioni e/o ai regolamenti, ore del giorno, della settimana/mese dell’anno, etc. In sintesi il rischio associato al trasporto di sostanze pericolose può essere espresso come funzione di tre parametri: - la frequenza degli incidenti di traffico sulle vie di trasporto; - la probabilità di avere un rilascio, in seguito ad un incidente di traffico; - le conseguenze di un rilascio delle sostanze trasportate. Si definisce rischio da traffico e trasporti quel complesso di impatti negativi gravanti sulle persone e sui beni, derivante sia dagli incidenti stradali che ferroviari, dovuti alla dispersione di sostanze pericolose trasportate. Si tratta dunque di due scenari incidentali: - quello legato al vero e proprio incidente da traffico, con danni alle persone ed alle cose, derivanti da scontro o urto violento fra veicoli, persone e cose; - quello legato al trasporto di sostanze e merci che, in seguito ad incidente, possono diffondersi nell’ambiente circostante determinando danni alle persone o alle cose. Il rischio legato al traffico in senso proprio, comporta danni alle persone ed alle cose e può essere sostanzialmente prevenuto e limitato: - con adeguati sistemi di controllo della circolazione, di tipo impiantistico, di tipo repressivo, di tipo educativo; - predisponendo sistemi di soccorso tempestivo, sia nel caso di assistenza ai feriti, che di sostegno alle persone che siano rimaste intrappolate nei tratti stradali prossimi all’incidente. Il rischio legato al trasporto merci comporta la dispersione di oggetti e sostanze che possono causare danni di vario genere: meccanici (intralcio, urto, esplosione), chimici (sversamento sostanze), liberazione di gas o nubi tossiche. In termini di danno sociale, i dati statistici in materia di traffico e trasporti riportano valori di mortalità e di danno ai vertici di tutti i settori di rischio. Emerge con evidenza il confronto con gli incidenti industriali, rivelando il fatto che il numero di incidenti stradali nei quali sono coinvolti trasporti di sostanze pericolose è sensibilmente superiore agli incidenti localizzati nelle sedi industriali. Sempre più frequente si sta rivelando anche il problema degli incidenti autostradali che, per l’impossibilità di consentire rapide deviazioni di flusso, in caso di incidente imprigionano un ingente numero di persone e di mezzi. Le caratteristiche di questi eventi rendendo assai ardua la possibilità di soccorso ai feriti e di assistenza alle persone intrappolate nei tratti autostradali interessati. Particolare indagine deve essere effettuata sulle gallerie e sui rischi ad esse connesse. - 78 - Attività di previsione e prevenzione Occorre anche adeguare i controlli stadali ed aumentare così il rispetto di norme e sanzioni agli automobilisti che troppo spesso e con sistematicità disattendono il codice della strada. Esiste un problema relativo alla segnaletica ed alla cartellonistica stradale; infatti, accanto ad una segnaletica non sempre esplicativa a sufficienza, la presenza della cartellonistica pubblicitaria, distoglie dalla guida l’attenzione degli automobilisti e spesso influenza la leggibilità della segnaletica stradale stessa. Da analisi statistiche effettuate si deduce che gli autocarri trasportanti materiali speciali rappresentano circa il 5 – 10% del parco autocarri circolante. Un autorevole studio inglese (“Risk Assessment on Road Transport” – Cordiglia and Gandolfi) ha stabilito la frequenza di accadimento per incidenti coinvolgenti autocarri: t = 0.62 * 10-6 * I/(km * a) sostituendo ai parametri tra parentesi rispettivamente la percorrenza media annua per autocarro ed il numero di autocarri circolanti sulle strade indagate trasportanti sostanze pericolose, si ottiene un valore indicativo annuo del numero di incidenti. Le stesse fonti hanno inoltre calcolato la frequenza di rilasci pericolosi, con la formula sotto indicata, in cui i parametri hanno il medesimo significato. f = 0.017 * 10-6 rilasci/( km * a) Si sottolinea che i parametri indicati rappresentano solo un’ordine di grandezza e non hanno la pretesa di precisione matematica. - 79 - COSA FARE IN CASO DI INCIDENTE In caso di incidente occorre attivarsi immediatamente osservando scrupolosamente le seguenti prescrizioni: • Non avvicinarsi • Allontanare i curiosi • Portarsi sopravvento rispetto al carro o alla cisterna • Non fumare • Non provocare fiamme né scintille • Non toccare l’eventuale prodotto fuoriuscito • Non portare alla bocca mani o oggetti “contaminati” • Non camminare nelle pozze del prodotto liquido disperso • Evacuare la zona interessata o invitare la popolazione a chiudersi in casa o in altri luoghi chiusi avendo cura di sigillare accuratamente porte e finestre con nastro adesivo • Contattare subito il 115 (Vigili del Fuoco) • Contattare subito il 112 – 113 (Forze dell’ordine) per isolare l’area • In caso di feriti e/o contaminati contattare il 118 I compoponenti del C.O.C., i volontari del Gruppo Protezione Civile ed l’eventuale personale sanitatrio, dovrebbero essere equipaggiati con opportuni dispositivi di protezione in modo da poter operare durante il verificarsi dell’emergenza. - 80 - PIANO DI EMERGENZA PER RISCHIO INCENDI • Il rischio incendi pag. 82 • Rischio incendi urbani pag. 83 • Rischio incendi boschivi pag. 85 • Cosa deve fare in caso di incendio pag. 88 - 81 - IL RISCHIO INCENDI IL Rischio Incendi in Italia Un incendio, in particolari condizioni ambientali, può trasformarsi in un arco di tempo molto breve (bastano pochi minuti) in una grave calamità capace di coinvolgere estese zone del territorio causando gravi danni alle persone, agli animali e alla cose. Pertanto il rischio incendi è un rischio che non va assolutamente sottovalutato specialmente nel periodo estivo e quando si ha nel territorio la presenza di estese zone boschive o di attività che trattano materiali e/o sostanze infiammabili o, peggio ancora, esplosive. Gli incendi possono essere di due tipi: 1. Urbano 2. Boschivo Le cause che possono provocare un incendio possono essere: • Le cause naturali possono essere costituite dai fulmini, dalle eruzioni vulcaniche o dall’auto combustione. • Le cause antropiche involontarie sono costituite essenzialmente da atti di negligenza o di disattenzione degli uomini (il classico mozzicone di sigaretta, il fuoco acceso, ma non controllato e/o non spento con la cura necessaria da gitanti domenicali o da agricoltori). • Le cause antropiche volontarie sono gli incendi appiccati volontariamente dall’uomo per i motivi più disparati: particolari interessi economici, risentimento verso il proprietario del terreno, oppure stupidità e disordine mentale. Ogni anno, specialmente nel periodo estivo, migliaia di incendi boschivi flagellano l’Italia devastando centinaia di migliaia di ettari di territorio con danni al paesaggio, all’ecosistema e all’economia ingenti e a volte incalcolabili. Zone bellissime del nostro territorio, che costituivano un prezioso patrimonio di tutti, sono state devastate da incendi quasi sempre di origine antropica e spesso addirittura di origine dolosa. Ogni estate migliaia di ettari di bosco e di macchia mediterranea vengono distrutti dagli incendi nonostante il massiccio impiego di mezzi e di uomini e il prodigarsi con grande spirito di sacrificio di questi ultimi. Pertanto nel caso del rischio incendi è fondamentale la prevenzione e la vigilanza e tutti dobbiamo sentirci coinvolti in queste due azioni. La Prevenzione degli Incendi Prevenire un incendio significa impedire con estrema cura ed attenzione che possano crearsi situazioni tali da poter favorire o addirittura causare l’insorgere di un incendio: • Se si opera in impianti produttivi che trattano sostanze infiammabili o facilmente infiammabili attenersi sempre e scrupolosamente alle norme di sicurezza in vigore nell’impianto. • In presenza di sostanze infiammabili o facilmente infiammabili non fumare e non accendere fuochi. • Specialmente nel periodo estivo, ma non solo, non gettare mozziconi di sigaretta o accendere fuochi, nei sottoboschi e/o nei campi in cui sono presenti erba secca o stoppie. • Nella necessità di accendere un fuoco scegliere sempre una radura priva di erba secca e sufficientemente ampia da mantenere a distanza di sicurezza l’erba secca e le piante, tenere sempre sotto controllo il fuoco evitando la formazione di fiamme alte, spegnere sempre con cura il fuoco evitando assolutamente la permanenza di brace. • Se si parcheggia un’auto in un bosco assicurarsi sempre che la marmitta non sia a contatto con erba secca. • Non abbandonare rifiuti nei boschi o nelle discariche abusive per evitare che possano prender fuoco per fermentazione. • Non accendere fuochi in ogni caso in presenza di vento. La Vigilanza Quando si è in campagna o nei boschi stare sempre vigili onde rilevare tempestivamente il verificarsi di un incendio e segnalarlo nel più breve tempo possibile agli organi competenti: Vigili del Fuoco e Corpo Forestale dello Stato. - 82 - RISCHIO INCENDI URBANI Valutazione del rischio Il rischio incendio e' costituito dalla possibilità che, per gravità propria o per le possibili conseguenze legate alla presenza del fuoco, si verifichi un incendio in grado di rappresentare un grave pericolo per l'incolumità della popolazione, dei beni e per la salvaguardia dell'ambiente. La combustione dipende dalla contemporanea esistenza di tre elementi essenziali: - Ossigeno, per supportare la combustione stessa; - Sostanza combustibile, in quantità sufficiente per propagare l'ignizione; - Energia di innesco risultante dall'adduzione di energia da parte di una sorgente di ignizione. L'eliminazione di uno di questi tre elementi è sufficiente a prevenire o a controllare la combustione, mentre l'eliminazione di due su tre di essi (comburente e temperatura o combustibile e temperatura) costituisce un'addizionale misura di sicurezza in alcuni casi particolari. Nella prima fase detta di ignizione, esiste sempre la possibilità di un arresto spontaneo della combustione dovuto per esempio a carenza di combustibile, o ad insufficienza di apporto di energia. Al di là del punto cosiddetto di "flashover" inizia la seconda fase, detta di incendio generalizzato, in cui e' estremamente improbabile un arresto della combustione senza esaurimento di combustibile o intervento di estinzione esterno. Si parla di incendi urbani quando la combustione si origina negli ambienti e nelle attività civili ed industriali. I danni di un incendio urbano, si dividono in danni sulle persone e sulle cose. Si è riscontrato che sul 100% dei decessi avvenuti in seguito ad un incendio, in una percentuale variabile dal 60% all'80%, le cause non risultano imputabili a ustioni o ad esposizione al calore, bensì di intossicazione provocata da inalazione di gas nocivi, principalmente ossido di carbonio .(in percentuale superiore all' 1,3 %) e poi acido cianidrico. Comunque le persone che perdono la vita in un incendio in genere sono per ogni incendio in numero limitato e si hanno le perdite maggiori nelle abitazioni. Considerando l'incendio semplicemente come un fenomeno accidentale di natura chimica (combustione), non voluto e incontrollabile dall'uomo, a cui partecipano materiali combustibili, non destinati a questo specifico scopo, e che si sviluppa in ambienti non predisposti a tal fine, i prodotti finali si possono sinteticamente raggruppare in quattro categorie: gas di combustione, calore, fiamma, e fumo. Quindi è importante sottolineare che la pericolosità di un incendio non è dovuta soltanto al contatto con la fiamma, ma anche al calore e all’inalazione dei gas tossici che si sviluppano con al combustione. Gas tossici La mortalità per incendio è dovuta, nella maggior parte dei casi, all’inalazione di ossido di carbonio e di altri gas di combustione caldi od a deficienza di ossigeno. I morti a seguito di ustioni costituiscono una percentuale molto inferiore. Calore Il calore è l'energia termica liberata dall'incendio ed è la causa principale dei danni arrecati alle strutture ed agli impianti, ovviamente l'esposizione prolungata a temperature elevate costituisce un pericolo anche per l'organismo umano (temperature superiori a 1000C hanno sull'uomo effetti mortali in pochi minuti). Fumo L'incolumità delle persone in caso di incendio e seriamente compromessa dall'opacità dei fumi, scaturiti dalla combustione, in particolare in quelli ambienti che accolgono un elevato - 83 - numero di persone, dove la mancanza di visibilità lungo le vie di esodo, prolunga la durata di esposizione dell'organismo umano alle sostanze tossiche. Previsione e Prevenzione La legge che ha istituito i primi obblighi in materia di prevenzione incendi è la n. 966 del 1965 (che ha istituito il certificato di prevenzione incendi), seguita dal DPR n. 577 del 1982, che ha introdotto l'obbligo di chiedere l'esame del progetto delle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. Fino al 1998 non sono intervenute novità di rilievo, ma da quell’anno si è assistito ad un profondo mutamento delle procedure di prevenzione incendi. Con l’emanazione del DPR 37 (del 12 gennaio 1998), del Decreto 10 marzo e del Decreto 4 maggio, sono stati risolti alcuni dei nodi che, nel corso degli anni, si erano manifestati in modo sempre più evidente. La legge 966, vigente dal 1965, aveva istituito il certificato di prevenzione incendi per le attività a particolare pericolo di incendio (il cui primo elenco del 1965 è stato aggiornato con il decreto 16 febbraio 1982). Il DPR 577, vigente dal 1982, aveva introdotto l’esame del progetto e le procedure di deroga per le attività non pienamente conformi alle prescrizioni normative. Certamente, nell’approvare il DPR 577/82, si è dovuto fare riferimento ad una realtà nella quale il numero complessivo di domande di certificato di prevenzione incendi era limitato ed alla portata della normale attività dei Comandi provinciali VV.F. Nel 1994 una seconda novità ha mutato i riferimenti essenziali del mondo della sicurezza: il Decreto Legislativo 626/94. Tra le altre cose, l’innovazione di questo decreto è stata tale da comportare la necessità di formare ed informare circa i nuovi indirizzi legislativi. Sull’intera materia relativa alla disciplina di sicurezza dei luoghi di lavoro, inoltre, non si può dimenticare che, a partire dal 1955 (DPR 547, con importanti modifiche introdotte proprio dal D.Lgs 626/94), esistono diversi atti regolamentari che impongono i rispetto di misure di sicurezza specifiche, la cui inosservanza, tra l’altro, è sanzionata penalmente e che è sempre stata oggetto di controllo nell’attività istituzionale dei Vigili del Fuoco. Il decreto 10 marzo 1998 è reputato come uno dei più leggibili tra le disposizioni tecniche di prevenzione incendi; riteniamo importante sottolineare l’aspetto relativo alla novità dell’approccio alla valutazione dei rischi: per la prima volta una disposizione di prevenzione incendi ha seguito la strada, più ardua ma più lungimirante, della spiegazione di criteri da seguire piuttosto che della imposizione di misure dall’alto, anticipando il principio che giace alla base dell'utilizzazione delle tecniche di analisi ingegneristica della sicurezza antincendio, introdotte anch'esse da una direttiva comunitaria. Ed infatti, si può sostenere che tale scelta è stato un atto dovuto, in ossequio alle scelte compiute in sede legislativa italiana ed approvate con diversi atti, di cui il più importante è il D.Lgs 626 del 1994. La riduzione del rischio di incendio urbano si attua sostanzialmente attraverso la Prevenzione Incendi, la cui definizione secondo la legislazione italiana e' la seguente: 'Per Prevenzione incendi si intende la materia di rilevanza interdisciplinare, nel cui ambito vengono promossi, studiati, predisposti e sperimentati misure, provvedimenti, accorgimenti e modi di azioni intesi ad evitare, secondo le Norme emanate dagli organi competenti, l'insorgenza di un incendio e a limitarne le conseguenze" (Art.2 del DPR 29 Luglio 1982, N.577). Esistono due criteri generali di prevenzione incendi: - Protezione antincendi passiva; - Protezione antincendi attiva. − La protezione passiva comprende una serie di misure, provvedimenti, accorgimenti atti a limitare le conseguenze di un incendio, la protezione attiva comprende una serie di misure, provvedimenti e accorgimenti atti a ridurre la probabilità di insorgenza e del successivo propagarsi di un incendio. - 84 - RISCHIO INCENDI BOSCHIVI Dati e linee di attività nella valutazione del rischio La legge-quadro nazionale in materia di incendi boschivi numero 353 del 21 novembre 2000 recita all’articolo 2: “Per incendio boschivo si intende un fuoco con suscettibilità a espandersi su aree boscate, cespugliate o erborate, comprese eventuali strutture e infrastrutture antropizzate poste all’interno delle predette aree, oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi a dette aree”. Vale altresì la definizione data dagli esperti di settore: “viene definito incendio boschivo una combustione che: si propaghi in un bosco e che sia vasta, diffusibile, difficile da spegnere. L’incendio viene considerato come boschivo anche se non riguarda rigidamente aree coperte da bosco, ma incolti, cespugliati, pascoli o altre coperture vegetali” (G. Bovio, 1996). Tipologie di incendi Il fuoco è un fattore ecologico naturale importante quanto il vento o le precipitazioni nel determinare la struttura e la funzione di molti ecosistemi del pianeta. Gli incendi possono essere divisi in tre grandi categorie: - incendi sotterranei (non si osserva fuoco superficiale, in quanto le fiamme bruciano gli apparati radicali ed attraverso questi si diffonde enormemente; non è una situazione frequente perché richiede condizioni particolari del suolo e la presenza di un gran numero di ceppaie marcescenti); - incendi radenti o di superficie (il fuoco brucia rapidamente lo strato arbustivo, quello erbaceo e la lettiera; lambisce la base dei fusti senza procurare grossi danni); - incendi di chioma (incendi che si propagano attraverso le chiome degli alberi, partendo sempre dalla superficie: si verificano quando esiste continuità tra i diversi orizzonti vegetazionali; a volte può lasciare intatti i fusti). Vari termini tecnici sono utilizzati per definire un incendio, tra questi durata, intensità e velocità di propagazione. Gli incendi si verificano maggiormente nella stagione secca che si presenta in differenti periodi dell’anno a seconda delle aree geografiche. Fasi di un incendio Un incendio boschivo per svilupparsi, generalmente, segue tre fasi distinte: • Fuoco basso che prende origine da foglie, arbusti, specie nel periodo estivo, quando il calore solare fa evaporare l’acqua contenuta nelle piante, • Fuoco medio che avvolge le chiome delle piante più basse; • Fuoco generale che prende possesso del bosco intero Tra la prima e la terza fase generalmente intercorre un certo periodo di tempo che può variare da mezzore a circa un’ora e mezza. Le superfici forestali in Piemonte Le foreste costituiscono probabilmente la più importante risorsa naturale del Piemonte. Secondo l’Inventario Forestale Nazionale del 1985 la superficie forestale risultava pari a 743.000 ettari, corrispondenti al 29,3% della superficie territoriale - 85 - complessiva. Il dato complessivo deve essere attualmente aumentato almeno del 10%. Secondo l’ISTAT il 67,8% del patrimonio forestale piemontese è di proprietà privata, e questa superficie riguarda in particolare la fascia pedemontana, la collina e le zone di pianura, cioè i terreni più fertili e produttivi; mentre le proprietà comunali, che rappresentano il 28,5%, sono localizzate prevalentemente in montagna, alle altitudini maggiori, e generalmente nelle aree meno fertili e più accidentate. Le quote possedute dallo Stato e dalla Regione, cioè le aree demaniali, sono assai ridotte e rappresentano solo l’1,1%, mentre quelle gestite da Enti, Consorzi, Aziende, corrispondono al 2,5%. Quasi il 50% della superficie boscata regionale è costituito da cedui di proprietà privata mentre le fustaie private comprendono in realtà anche i popolamenti specializzati, come i pioppeti ed i castagneti da frutto. I danni prodotti dagli incendi Ogni anno in Europa si sviluppano circa 45.000 incendi. Fra il 1989 ed il 1993, nella sola area mediterranea del continente, sono stati distrutti dal fuoco 2,6 milioni di ettari boschivi. Come se ogni cinque anni venisse cancellato dalla carta geografica un territorio equivalente a quello del Belgio. La causa della maggior parte di questi incidenti è l’uomo. Ma sono fattori naturali quali la siccità, la velocità del vento o la configurazione dei luoghi a determinare la propagazione degli incendi e a provocare effetti devastanti. Il numero degli incendi boschivi è in continuo incremento: 5.660 nel 1980, 9479 nel 1990, 11.612 nel 1997. Per quanto riguarda le superfici forestali bruciate, si è toccato il massimo nel 1993, con oltre 116 mila ettari, pari all’1,2% della superficie boscata nazionale. Il 1999, caratterizzato da un andamento climatico più umido, ha fatto registrare un numero di incendi molto inferiore. Il 2000 ha fatto registrare di nuovo un incremento con 8.595 incendi in corrispondenza di un’estate più siccitosa. Le regione più colpite nel 2000, sono state, per le superfici boscate, la Calabria con 14.527 ha, la Sicilia con 7.990 ha, la Campania con 5.889 ha. Il maggior numero di incendi si è registrato in Sardegna (2.157), Calabria (1.275) e Campania (915). Sempre nel 2000, il mese con il maggior numero di incendi, è stato agosto (2.901), che fa registrare ogni anno nel nostro Paese la situazione più grave. Oltre ad agosto, i mesi più “caldi” sono risultati luglio, settembre e marzo, caratterizzato, quest’ultimo da una forte aridità invernale, che favorisce la propagazione degli incendi soprattutto nelle regioni settentrionali (Liguria e Piemonte), in corrispondenza dei versanti prealpini e collinari, non protetti dalla presenza di copertura nevosa. Attività di previsione e prevenzione Qualsiasi strategia di prevenzione e lotta al fuoco, per quanto valida nei suoi principi ispiratori, è destinata a fallire se non sostenuta dalla partecipazione della gente, sia in termini di convincimenti che di azioni materiali. Di qui la necessità di indicare alcuni orientamenti volti ad integrare il piano organizzativo antincendio, soprattutto quando lo studio delle cause del fenomeno induce a ritenere che il comportamento dell’uomo, doloso o colposo che sia (83,5%), è all’origine del diffondersi degli incendi boschivi della distruzione dei delicati equilibri ambientali. I materiali di risulta dall’agricoltura o della ripulitura dei boschi, le paglie, un tempo risorse da utilizzare negli allevamenti zootecnici, oggi sono considerati solo uno scarto - 86 - da distruggere con l’incendio. Da questi fuochi disseminati nelle campagne si origina un consistente numero di incendi, cosiddetti “involontari”, riconducibili, alla stregua della bruciatura delle stoppie, soprattutto nell’Italia meridionale, alla medesima preoccupante tendenza al disinteresse e alla disattenzione per le risorse naturali. Una più assidua vigilanza sull’osservanza delle norme, statali e regionali, che vietano tali operazioni nei periodi di massimo rischio per gli incendi, sicuramente circoscriverebbe la proporzione del fenomeno. L’analisi dell’incidenza percentuale degli incendi sul tipo di proprietà sul tipo di bosco bruciato evidenzia come le superfici colpite da maggiori aggressioni siano quelle in cui coesistono la proprietà privata e la presenza del ceduo, tipo di bosco più frequentemente destinato all’abbandono. Lo studio analitico del fenomeno evidenzia che molti incendi si verificano lungo le ferrovie, strade ed autostrade, a partire dalle scarpate e dalle cunette interessate spesso da vegetazione facilmente infiammabile, oppure lungo le piste ed i sentieri che si addentrano nei boschi. Questi fuochi possono essere prevenuti sia con azioni tendenti a rendere più consapevole e responsabile il comportamento dell’uomo, che con interventi di vigilanza delle amministrazioni preposte. Per la prevenzione degli incendi volontari, che spesso assumono la forma dell’atto vandalico o del ricatto alle istituzioni, è opportuno attuare tutte le misure tendenti a ridurre le tensioni sociali che potrebbero degenerare nell’uso del fuoco. - 87 - COSA FARE IN CASO DI INCENDIO Procedure operative La comunicazione del verificarsi di un incendio può avvenire in due modi: 1. tramite un Organo istituzionale 2. tramite privato cittadino ( in questo caso rilevare nome, cognome, telefono ed indirizzo, verificando ed eventualmente completando la notizia). Ricevuta la notizia il Sindaco ed i Responsabili di Funzione si recano alla sala operativa Il Sindaco 1. Attiva la sala operativa 2. Comunica la sua attivazione alla Provincia 3. Allerta i referenti istituzionali: • Corpo Forestale dello Stato ( solo in caso di incendio boschivo) • Vigili del Fuoco • Carabinieri • Polizia di Stato • Polizia Stradale • Azienda Sanitaria Locale Il responsabile della Funzione Tecnica e Pianificazione Coordinandosi con il responsabile materiali e mezzi fornisce le indicazioni circa le tipologie di intervento da operare. Il responsabile della Funzione Materiali e Mezzi Invia uomini, mezzi e materiali (transenne, segnaletica stradale, materiale antincendio, ecc) dove richiesto ed in ausilio alle unità del Corpo Forestale e di Vigili del Fuoco qualora si rivelasse necessario. Il responsabile della Funzione Volontariato Attiva il gruppo volontari mettendoli a disposizione del responsabile della funzione materiali e mezzi e organizzando interventi di soccorso qualora fosse necessario. Il responsabile della Funzione Censimento Danni Organizza il censimento di eventuali danni. Il cittadino Se si avvista un incendio, ma non si è coinvolti: telefonare immediatamente al numero 115 (Vigili del Fuoco) oppure al numero 1515 (Corpo Forestale dello Stato) specificando nel corso della telefonata quanto segue. • Nome e cognome. • Luogo esatto da dove si scorge il fumo. • Luogo esatto dell’area che sta bruciando. • L’entità del fumo: un leggero fumo, una colonna di fumo, più fumi, fumo poco visibile. • La presenza sul posto di persone che stanno provvedendo a spegnere le fiamme. - 88 - • La presenza sul luogo dell’incendio di abitazioni, linee elettriche, strade utilizzabili da mezzi meccanici. Se si è coinvolti da un incendio • Cercare una via di fuga sicura, possibilmente una strada o un corso d’acqua. • Non sostare in luoghi verso i quali soffia il vento. • Se non si ha altra scelta, cercare di attraversare il fuoco dove è meno intenso per passare nella parte già bruciata. • Stendersi a terra in un luogo dove non c’è vegetazione incendiabile: il fumo tende a salire. Se è possibile respirate attraverso un panno bagnato. • Non uscite di casa se non avete vie di fuga sicure. Sigillate porte e finestre con panni bagnati e segnalate la vostra presenza. • Un incendio non è uno spettacolo, non parcheggiate, intasandole, lungo le strade che servono ai mezzi di soccorso. Non tenete occupate inutilmente le linee telefoniche. - 89 - SCHEDE INFORMATIVE Inquadramento territoriale del Comune (Scheda A) Edifici pubblici rilevanti Presidi territoriali (Schede F) Strutture sanitarie (Schede H) Strutture di interesse collettivo Edifici storico-culturali (Schede B) Edifici rilevanti (Schede E) Case di riposo (Schede R) Scuole (Schede S) Strutture turistico e ricreative Campeggi (Schede C) Alberghi (Schede D) Impianti sportivi (Schede I) Strutture produttive e di trasporto Stazioni delle infrastrutture di trasporto (Schede T) Impianti produttivi (Schede U) Risorse umane disponibili Associazioni di volontariato (Schede W) Risorse umane (Schede X) Risorse strumentali Mezzi di proprietà comunale (Schede J) Materiali e attrezzature (Scheda K) Strutture utilizzabili ai fini di Protezione Civile (Schede G) Magazzini (Schede M) Aree utilizzabili ai fini di Protezione Civile (Schede N) Mezzi di proprietà privata (Schede P) Segnalazioni di criticità Reti ed Enti gestori (Schede L) Persone a ridotta capacità motoria (Schede O) Segnalazioni di criticità e azioni di monitoraggio (Scheda Z) - 90 - COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE A INQUADRAMENNTO TERRITORIALE Localizzazione Denominazione BOSCO MARENGO Coordinata EST (UT Codice comune ISTA006021 oordinata NORD (UTM) 475567 Comuni confinan Indirizzo 4963022 CAP Telefono Alessandria Piazza Libertà n°1 15100 0131/515111 Fax Basaluzzo V. Nuova n°7 15060 0143/480147 Bozzole V. Municipio n°1 15040 0142/60214 Casalcermelli Piazza G. Marconi n °23 15072 0131/279142 0131/279556 Fresonara Piazza Italia n°9 15640 0143/480166 0143/480385 Frugarolo V. Cavour n°2 15085 0131/296022 0131/296244 Novi Ligure Via P. Giacometti n°22 15067 0143/2412 Predosa Piazza Matteotti n°2 15077 0131/71224 Tortona Via Amm. Mirabello n°1/3 13304 0131/8607 0143/489370 0131/71644 Sede municipio Via S. Pio V n. 4 CAP 15062 Numero telefonico 0131/299342 Numero fax 0131/299686 e-mail [email protected] COM Castellazzo www comune.boscomarengo.al.it Prefettura Alessandria Comune capofila Comunità montana Reticolo idrografico Bacino prevalente Fiume Bormida Codice SIBAPO Denominazione Sez. di riferimento Sub. Bacino sotteso Portata (mq/sec TR30 TR500 ) Densità reticolo idrografico km/kmq Invasi artificiali enominaz. Invaso Volume invaso mc Pluviometria 759 Precipitazione media annua m Stazioni di monitoraggio Codice Tipologia Denominazione Località 115 M Alessandria Lobbi 230 Ti Ovada 212 M Basaluzzo EST NORD Quota 8°42'10"44°56'17" 90 Cappellette 8°38'12"44°38'54" 230 Basaluzzo 149 8°40'55"44°45'47" scheda A pag 1 Caratt. Strutturali edificato % struttura in C.A. Struttura in mur. Portan Caratteristiche morfologich Superficie kmq 44,77 Quota capoluogo 120 Quota minima m s l 103 Quota massima 150 Superficie per fasce altimetriche Fascie altimetriche Superficie kq <400m % 100 44,77 400><700m 700><1.500m 1.500m Superficie per fasce di acclività Fasce di acclività Superficie kmq % 44,77 100 <10% (<6°) 10%><27% (6°><15 27%><45%(15°><25 >45% (>25°) Caratteristiche geologiche Tipologia Superficie kq % 44,77 100% Supericie kmq % Unità sedimentarie prevalentemente calcree Unità sedimentarie prevalentemente argilose Unità sedimentarie flyschoidi Unità cristalline Unità metamorfiche a comportamento fragile Unità metamorfiche a comportamento duttile Unità della copertura (detriti - morene) Deposiri alluvionali Superficie in frana Uso del suolo Destinazione d'uso 10 Aree totalmente urbanizzate Are urbanizzate entro la fascia di 300m dai corsi d'acqua Boschi 3Ha Superfici agricole 35 Seminativi 30 Scheda A pag.2 Vigneti/Frutteti Incolte Specchi d'acqua Popolazione ed abitazioni ISTAT 91 Popolazione residente totale 2542 Famiglie residenti totali 1099 Popolazione < 10 anni 211 Abitazioni totali 880 Popolazione > 70 anni 449 Abitazioni occupate 870 Popolazione residente attiva totale 1882 Abitazioni non occupate 10 Popolazione residente non attiva tot 660 Aggornamenti 2000 Popolazione residente (anagrafe co Data aggiornamento popolaz. Resid 17/02/2006 Presenze stagionali 100 Periodo presenze massime Estivo Frazioni Pop. Resid 4 Cascine 228 Pollastra 262 Levata 142 S. Quirico 29 Donna 98 Periodo max presenze Pres. Stag Altitudine Attività produttive - Industria ISTAT 91 Numero industrie Numero addetti Attività produttive - Agricoltur Totale generale aziende Totale aziende con allevamenti ISTAT 91 70 4 Totale capi bovini e bufalini Totale vacche Totale capi suini Totale capi ovini 250 * * solo svernamento Totale capi Caprini Note Il compilatore Aggiornamento Scheda A pag.3 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Complesso Monumentale di S. Croce Tipologia Chiesa Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Codice via Via Coordinata Est Giorgio Vasari 8 40 53 006021 Codice comune N° Civ Alessandria Tel 0131/299410 (Custode) Coordinata Nord Referente Cognome Funzione Comune di Bosco M. Nome Tel 0131/299342 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento 44 49 41 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 2 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Chiesa di S.Pietro Tipologia Chiesa parrocchiale Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Codice via Piazza Coordinata Est Cardinal Boggiani 8 40 33 006021 Codice comune N° Civ Alessandria 1 Tel Coordinata Nord Referente Cognome Funzione Parroco Nome Tel 0131/299341 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento 44 49 19 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 3 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Chiesa di S.Rocco Tipologia Chiesa sconsacrata Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Codice via Piazza Coordinata Est strada Donna 8 40 50 006021 Codice comune N° Civ Alessandria 1 Tel Coordinata Nord Referente Cognome Funzione Comune Nome Tel 0131/299342 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento 44 49 25 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 4 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Chiesa di S.Antonio Tipologia Chiesa Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Codice via Piazza Coordinata Est N° Civ Gatti 8 40 37 006021 Codice comune Alessandria 1 Tel Coordinata Nord Referente Cognome Funzione Parroco Nome Tel 0131/299341 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento 44 49 28 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 5 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Chiesa Della Trinità Tipologia Chiesa Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Codice via Via Coordinata Est Roma 8 40 35 006021 Codice comune N° Civ Alessandria 1 Tel Coordinata Nord Referente Cognome Funzione Parroco Nome Tel 0131/299341 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento 44 49 18 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 6 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Chiesa Della Crocefisso Tipologia Chiesa sconsacrata Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Codice via Via Coordinata Est Strada Lemme 8 40 18 006021 Codice comune N° Civ Alessandria 1 Tel Coordinata Nord Referente Cognome Funzione Comune Nome Tel 0131/299342 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento 44 49 06 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 7 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Mulino di Bosco Tipologia Antico mulino Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Codice via Via Coordinata Est Marconi 8 40 33 006021 Codice comune N° Civ Alessandria 1 Tel Coordinata Nord Referente Cognome Funzione Comune Nome Tel 0131/299342 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento 44 49 15 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 8 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Palazzo Calleri Gamondi Tipologia Palazzo antico ristrutturato Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Codice via Via Coordinata Est S. Pio V 8 40 44 006021 Codice comune N° Civ 41 Alessandria Tel 0131/299666 Coordinata Nord Referente Cognome Roncati Nome Enzo Funzione Proprietario Tel 0131/299666 Note/Commenti Note Compilatore Ospita l'unico ristorante con albergo del comune Aggiornamento 44 49 13 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 9 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Bastioni vecchie mura Tipologia Ruderi di opera fortificata Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Codice via Via Coordinata Est Marconi 8 40 27 006021 Codice comune N° Civ 41 Alessandria Tel 0131/299666 Coordinata Nord 44 49 24 Referente Cognome Funzione Comune Nome Tel 0131/299342 Note/Commenti Note Compilatore Oltre a costituire una costruzione dal grande valore storico, in caso di evento sismico o fortissimo evento piovoso, potrebbe costituire un rischio per la sottostante via Marconi (crolli improvvisi) Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 10 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Chiesa di S. Michele Arcangelo Tipologia Chiesa Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Quattro Cascine Via Milano Coordinata Est 006021 Codice comune 8 45 15 Alessandria Codice via N° Civ 41 Tel 0131/299666 Coordinata Nord 44 50 43 Referente Cognome Funzione Parroco Nome Tel 0131/298165 Note/Commenti Note Compilatore Oltre a costituire una costruzione dal grande valore storico, in caso di evento sismico o fortissimo evento piovoso, potrebbe costituire un rischio per la sottostante via Marconi (crolli improvvisi) Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 11 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Chiesa della Purità di Maria Tipologia Chiesa Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Pollastra Via Novi Coordinata Est 006021 Codice comune Codice via N° Civ 8 45 19 Alessandria Tel 0131/298165 Coordinata Nord 44 50 56 Referente Cognome Funzione Parroco Nome Tel 0131/298165 Note/Commenti Note Compilatore Oltre a costituire una costruzione dal grande valore storico, in caso di evento sismico o fortissimo evento piovoso, potrebbe costituire un rischio per la sottostante via Marconi (crolli improvvisi) Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 12 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Villa Luisa Tipologia Ex convento Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Pollastra Via Bastioni Mezzanotte Coordinata Est 006021 Codice comune 8 40 27 Alessandria Codice via N° Civ 10 Tel 0131/299149 Coordinata Nord Referente Cognome Giraudi Nome Ermanno Funzione Proprietario Tel Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento 44 49 24 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 13 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Oratorio S. Maria Maddalena Tipologia Chiesa non in uso Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Levata Via Della Chiesa Coordinata Est 006021 Codice comune 8 46 27 Alessandria Codice via N° Civ 10 Tel 0131/299149 Coordinata Nord Referente Cognome Funzione Parroco Nome Tel 0131/298165 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento 44 50 35 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 14 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Oratorio S. Maria Maddalena Tipologia Chiesa non in uso Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Levata Via Della Chiesa Coordinata Est 006021 Codice comune 8 46 22 Alessandria Codice via N° Civ 8 Tel Coordinata Nord Referente Cognome Funzione Parroco Nome Tel 0131/298165 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento 44 50 43 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA B 15 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI STORICO CULTURALI Denominazione Denominazione Madonnina del Tempio Tipologia Chiesa Specificare una delle seguenti tipologie Edifici di culto: Basilica, Basilica, Basilica con parco, Battistero, Chiesa, Cappella, Monastero, Via crucis, Pieve, Sinagoga, Moschea Fortificazioni: Castello, Castello con parco, Opera fortificata, Ponte fortificato, Ruderi di castello, Ruderi di opera fortificata, Torre Dimore: Palazzo, Palazzo con parco, Villa, Villa con parco Edifici agricoli: Cascina, Cascina A corte, Cascina con parco, Cascina a corte con parco Antichi opifici: Fucina, Filanda, Fornace, Mulino Siti archeologici: Città romana, Villa romana, Acquedotto romano, Teatro romano, Necropoli Siti paesaggistici: Nucleo rurale, Villaggio alpino, Belvedere Vie e piazze: Strada/piazza di valore ambientale, Via e/o piazza porticata, Sistema di vie porticate Zone urbanistiche Centro storico di tipo F1, Centro storico di tipo F2, Centro storico di tipo F3, Centro storico di tipo F4 Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Provincia Frazione Donna Via Donna Coordinata Est 006021 Codice comune 8 42 55 Alessandria Codice via N° Civ 8 Tel Coordinata Nord Referente Cognome Funzione Parroco Nome Tel 0131/299341 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento 44 49 10 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° D 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE ALBERGHI Denominazione Denominazione Ristorante Pio V Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Frazione Codice com. 6021 Località/Regione Via S. Pio V Coordinata Est 8 40 44 Tel N° Civ Coordinata Nord 44 49 13 Codice via Referente Cognome Roncati Nome Enzo Funzione Proprietario Tel 0131/299666 Caratteristiche Periodo apertura Annuale Num. piani fuori terra 2 Numero piani interrati Num. Camere 10 Num. Posti letto Num. Servizi igienici 10 Disp. Cucina x 1 20-25 Disp. Ascensore Accessibiltà Tipo di strada Comunale Statale; Provinciale; Comunale; Altro (specificare) Larghezza strada Dist. Dalla viab. Princ. km Tipo di fondo Asfalto 3,5m><5m Specificare se la larghezza è <3,5m; 3,50m><5,00m; <5,00m Asfalto, acciottolato, sterrato, altro (specificare) Limiti di accesso Portata ponti; Altezza sottopassi; Pendenze>10% Note/Commenti Note Compilatore 0 Unico albergo del comune e coicidente con l'edificio storico alla scheda 8 Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° E 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI RILEVANTI Denominazione Denominazione Museo Vasariano Tipologia Museo Attuale utilizzo della struttura(Teatro, Cinema, Chiesa parrocchiale, Chiesa oratorio, Supermercato, Museo, Biblioteca, Circolo/centro sociale, Associazioni Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Coordinata Est Via Codice comune 8 40 53 Giorgio Vasari Coordinata Nord 44 49 41 N° Civ 006021 Codice via Tel Referente Cognome Funzione Comune Nome Tel 0131/299342 Note/Commenti Note Compilatore E' all'interno dell'ex convento di Santa Croce Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° E 2 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI RILEVANTI Denominazione Denominazione Biblioteca comunale Tipologia Chiesa Attuale utilizzo della struttura(Teatro, Cinema, Chiesa parrocchiale, Chiesa oratorio, Supermercato, Museo, Biblioteca, Circolo/centro sociale, Associazioni Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Coordinata Est Codice comune 8 40 35 Via Coordinata Nord 44 49 20 N° Civ 006021 Codice via Tel 0131/299342 Referente Cognome Funzione Comune Nome Tel 0131/299342 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° E 3 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI RILEVANTI Denominazione Denominazione Casa Natale di S. Pio V Tipologia Museo Attuale utilizzo della struttura(Teatro, Cinema, Chiesa parrocchiale, Chiesa oratorio, Supermercato, Museo, Biblioteca, Circolo/centro sociale, Associazioni Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Coordinata Est Piazza Codice comune 8 40 28 Castelvecchio Coordinata Nord 44 49 23 N° Civ 006021 Codice via Tel Referente Cognome Funzione Comune Nome Tel 0131/299342 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° E 4 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE EDIFICI RILEVANTI Denominazione Denominazione Castellazzo Soccorso Tipologia Centro con eliporto Attuale utilizzo della struttura(Teatro, Cinema, Chiesa parrocchiale, Chiesa oratorio, Supermercato, Museo, Biblioteca, Circolo/centro sociale, Associazioni Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Coordinata Est Via Codice comune 8 40 54 Coordinata Nord Corso Dante 44 49 24 N° Civ 006021 Codice via Tel Referente Cognome Castellazzo Soccorso Nome Funzione Sede Centrale Tel 0131/270027 Note/Commenti Note Compilatore Comunica con impianti sportivi e le scuole essendo un'unica grande area Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE SCHEDA N° F 1 EDIFICI PUBBLICI Denominazione Denominazione Municipio Tipologia Palazzo comunale Attuale utilizzo della struttura Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Concentrico Provincia Alessandria Codice comune Frazione Via Coordinata Est 006021 Codice via S. Pio V 8 40 35 N° Civ Tel 0131/299342 4 Coordinata Nord 44 49 20 Referente Cognome Polizzia municipale Funzione Nome Tel 0131/299342 Caratteristiche Numero piani fuori terr 2 Numero piani interrati Numero camere 70 Tipologia struttura 1 Mur. Portante C.A. ; Muratura port. Numero servizi igienic 5 Presenza ascensore Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE SCHEDA N° F 2 EDIFICI PUBBLICI Denominazione Denominazione Ufficio Postale Tipologia Attuale utilizzo della struttura Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione Codice comune Frazione Codice via Piazza Coordinata Est Boggiani 8 40 35 N° Civ 006021 Tel 131299371 1 Coordinata Nord 44 44 20 Referente Cognome Direttore Funzione Nome Tel 0131/299018 0131299371 Caratteristiche Numero piani fuori terr 1 Numero piani interrati Numero camere 6 Tipologia struttura 0 Mur. Port. C.A. ; Muratura port. Numero servizi igienic 2 Presenza ascensore Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° G 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURE UTILIZZABILI AI FINI DI PROTEZIONE CIVILE Denominazione Denominazione Palestra Tipologia Palestra Attuale utilizzo (Materna; Elementare; Media Inf.; Media Sup; Università) Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Codice comune Frazione Codice via Via/Piazza Strada Chiare Coordinata Est 8 40 54 N° Civ 006021 Tel Coordinata Nord 44 49 24 Referente Cognome Nome Comune Funzione Tel 0131/299342 Caratteristiche Num. piani fuori terra 1 Numero piani interrati Num camere 1 Numero possibili posti letto Num. Servizi igienici 15 Disp. Cucina/mensa Superficie tot mq 800 Accessibiltà Tipo di strada Provinciale Statale; Provinciale; Comunale; Altro (specificare) Larghezza strada Asfalto, acciottolato, sterrato, altro (specificare) Nessuno Portata ponti; Altezza sottopassi; Pendenze>10% Note/Commenti Note Compilatore 0 Tipo di fondo Asalto 8m Specificare se la larghezza è <3,5m; 3,50m><5,00m; <5,00m Limiti di accesso Dist. Dalla viab. Princ. km Contigua con l'area di "Castellazzo Soccorso" Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° G 2 STRUTTURE UTILIZZABILI AI FINI DI PROTEZIONE CIVILE Denominazione Denominazione Scuole Pio Boggiani Tipologia Scuola elementare e materna Attuale utilizzo (Materna; Elementare; Media Inf.; Media Sup; Università) Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Codice comune Frazione Codice via Via/Piazza N° Civ Strada Ghiare Coordinata Est 8 40 54 006021 Tel 0131/299455 Coordinata Nord 44 49 24 Referente Cognome Nome Direzione didattica Castellazo Funzione Tel 0131/270500 Caratteristiche Num. piani fuori terra 2 Numero piani interrati Num camere 30 Numero possibili posti letto Num. Servizi igienici 15 Disp. Cucina/mensa x Superficie tot mq 1 300 700 Accessibiltà Tipo di strada Provinciale Statale; Provinciale; Comunale; Altro (specificare) Larghezza strada Asfalto, acciottolato, sterrato, altro (specificare) Nessuno Portata ponti; Altezza sottopassi; Pendenze>10% Note/Commenti Note Compilatore 0 Tipo di fondo Asalto 8m Specificare se la larghezza è <3,5m; 3,50m><5,00m; <5,00m Limiti di accesso Dist. Dalla viab. Princ. km Contigua con l'area di "Castellazzo Soccorso" Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° G 3 STRUTTURE UTILIZZABILI AI FINI DI PROTEZIONE CIVILE Denominazione Denominazione Scuole Tenente Colonnello Ettore Verde Tipologia Scuola scuola media Attuale utilizzo (Materna; Elementare; Media Inf.; Media Sup; Università) Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Codice comune Frazione Codice via Via/Piazza N° Civ Corso Dante/via Ghiare Coordinata Est 8 40 54 006021 Tel 0131/299361 Coordinata Nord 44 49 24 Referente Cognome Nome Direzione didattica Castellazo Funzione Tel 0131/270500 Caratteristiche Num. piani fuori terra 2 Numero piani interrati Num camere 14 Numero possibili posti letto Num. Servizi igienici 15 Disp. Cucina/mensa Superficie tot mq 1 140 500 Accessibiltà Tipo di strada Provinciale Statale; Provinciale; Comunale; Altro (specificare) Larghezza strada Asfalto, acciottolato, sterrato, altro (specificare) Nessuno Portata ponti; Altezza sottopassi; Pendenze>10% Note/Commenti Note Compilatore 0 Tipo di fondo Asalto 8m Specificare se la larghezza è <3,5m; 3,50m><5,00m; <5,00m Limiti di accesso Dist. Dalla viab. Princ. km Contigua con l'area di "Castellazzo Soccorso" Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° G 4 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURE UTILIZZABILI AI FINI DI PROTEZIONE CIVILE Denominazione Denominazione Casa di riposo S. Antonio e Caterina Tipologia Ricovero anziani Attuale utilizzo (Materna; Elementare; Media Inf.; Media Sup; Università) Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Codice comune Frazione Codice via Via/Piazza Ospedale Coordinata Est 8 40 54 N° Civ 006021 Tel 0131/299404 3 Coordinata Nord 44 49 24 Referente Cognome Buffrini Nome Rita Funzione Presidente Tel 0131/299123 Caratteristiche Num. piani fuori terra 3 Numero piani interrati Num camere 34 Numero possibili posti letto Num. Servizi igienici 37 1 Quelli disp. Superficie tot mq x Accessibiltà Tipo di strada Provinciale Statale; Provinciale; Comunale; Altro (specificare) Larghezza strada Asfalto, acciottolato, sterrato, altro (specificare) Nessuno Portata ponti; Altezza sottopassi; Pendenze>10% Note/Commenti Note Compilatore 0 Tipo di fondo Asalto 8m Specificare se la larghezza è <3,5m; 3,50m><5,00m; <5,00m Limiti di accesso Dist. Dalla viab. Princ. km Contigua con l'area di "Castellazzo Soccorso" Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° H 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURE SANITARIE Denominazione Denominazione Farmacia Gragnolati Patrizia Tipologia Farmacia Attuale utilizzo ( Ospedale pubblico; Ospedale priv.; Casa di cura pubblica; casa di cura priv.; Ambulatorio pubblico) Localizzazione Comune Provincia Bosco Marengo Alessandria Località/Regione Codice comune Frazione Codice via Via Coordinata Est N° Civ XX Settembre 8 40 37 006021 Tel 0131/299591 20 Coordinata Nord 44 79 24 Referente Cognome Gragnolati Funzione/Ruolo Proprietaria Nome Patrizia Tel 0131/299591 Caratteristiche Numero piani f.t. 1 Numero piani interrati Struttura Mista C.A., muratura, mista, metallica, prefabbricata Servizi dispon. Numero posti letto Num. sale operatorie Num. Ascensori Numero serv. igienici Num. montacarichi Reparti Elenco reparti presenti (Chirurgia; Medicina; Maternità; Ortopedia; ecc.) Note/Commenti Note Compliatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° H 2 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURE SANITARIE Denominazione Denominazione Croce Rossa Tipologia Ambulatorio prelievi Attuale utilizzo ( Ospedale pubblico; Ospedale priv.; Casa di cura pubblica; casa di cura priv.; Ambulatorio pubblico) Localizzazione Comune Provincia Bosco Marengo Alessandria Località/Regione Codice comune Frazione Codice via Via Coordinata Est N° Civ S. Pio V 006021 Tel 0131/299342 20 Coordinata Nord 8 40 35 44 49 20 Referente Cognome Municipio/Croce Rossa Funzione/Ruolo Proprietaria Nome 0131/299342 Tel 0131/68669 Caratteristiche Numero piani f.t. 1 Numero piani interrati Struttura Mista C.A., muratura, mista, metallica, prefabbricata Servizi dispon. Numero posti letto Num. sale operatorie Num. Ascensori Numero serv. igienici Num. montacarichi Reparti Elenco reparti presenti (Chirurgia; Medicina; Maternità; Ortopedia; ecc.) Note/Commenti Note Compliatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° H 3 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURE SANITARIE Denominazione Denominazione Varricchio Amina Tipologia Ambulatorio medico Attuale utilizzo ( Ospedale pubblico; Ospedale priv.; Casa di cura pubblica; casa di cura priv.; Ambulatorio pubblico) Localizzazione Comune Provincia Bosco Marengo Alessandria Località/Regione Codice comune Frazione Codice via Via Coordinata Est N° Civ Verde 006021 Tel 0131/299154 20 Coordinata Nord 8 40 35 44 49 20 Referente Nome Amina Cognome Varricchio Funzione/Ruolo Proprietaria/titolare Tel 0131/299154 Caratteristiche Numero piani f.t. 1 Numero piani interrati Struttura Mista C.A., muratura, mista, metallica, prefabbricata Servizi dispon. Numero posti letto Num. sale operatorie Num. Ascensori Numero serv. igienici Num. montacarichi Reparti Elenco reparti presenti (Chirurgia; Medicina; Maternità; Ortopedia; ecc.) Note/Commenti Note Compliatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° H 4 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURE SANITARIE Denominazione Denominazione Studio Medico Associato Tipologia Ambulatorio Attuale utilizzo ( Ospedale pubblico; Ospedale priv.; Casa di cura pubblica; casa di cura priv.; Ambulatorio pubblico) Localizzazione Comune Provincia Bosco Marengo Alessandria Località/Regione Codice comune Frazione Codice via Via Coordinata Est N° Civ Della Madonnina 006021 Tel 0131/296369 20 Coordinata Nord 8 40 31 44 49 18 Referente Cognome Dott. Aprile, Dott. Gazzaniga Funzione/Ruolo Nome Tel 0131/296685 Caratteristiche Numero piani f.t. 1 Numero piani interrati Struttura Mista C.A., muratura, mista, metallica, prefabbricata Servizi dispon. Numero posti letto Num. sale operatorie Num. Ascensori Numero serv. igienici Num. montacarichi Reparti Elenco reparti presenti (Chirurgia; Medicina; Maternità; Ortopedia; ecc.) Note/Commenti Note Compliatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° H 5 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURE SANITARIE Denominazione Denominazione Dott. Marinoni Tipologia Studio dentistico Attuale utilizzo ( Ospedale pubblico; Ospedale priv.; Casa di cura pubblica; casa di cura priv.; Ambulatorio pubblico) Localizzazione Comune Provincia Bosco Marengo Alessandria Località/Regione Codice comune Frazione Codice via Via Coordinata Est N° Civ Piazza Mercato 006021 Tel 20 Coordinata Nord 8 40 31 44 49 18 Referente Cognome Dr. Marinoni Funzione/Ruolo Titolare Nome Tel Caratteristiche Numero piani f.t. 1 Numero piani interrati Struttura Mista C.A., muratura, mista, metallica, prefabbricata Servizi dispon. Numero posti letto Num. sale operatorie Num. Ascensori Numero serv. igienici Num. montacarichi Reparti Elenco reparti presenti (Chirurgia; Medicina; Maternità; Ortopedia; ecc.) Note/Commenti Note Compliatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° I 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE IMPIANTI SPORTIVI Denominazione Denominazione Palestra Tipologia Palestra Attuale utilizzo della struttura ( Palestra/Palazzetto; Stadio/Campo sportivo Localizzazione Comune Bosco Marengo Codice comune Località/Regione Provincia Frazione Codice via Via Coordinata Est Alessandria N° Civ Strada Ghiare 006021 Tel Coordinata Nord 8 40 54 44 49 24 Referente Cognome Nome Comune Funzione Tel 0131/299342 Caratteristiche Sup. totale mq 1 Ha Sup. coperta (se sono presenti fabbricati) mq 800mq Servizi dispon. Servizi igienici x Fognatura x Numero serv. igienici 15 Cucina x Riscaldamento x Acquedotto x Linea Elettrica x Illum. Notturna x Linea telefonica Accessibiltà Tipo di strada Provinciale Statale; Provinciale; Comunale; Altro (specificare) Larghezza strada Tipo di fondo 8m 0 Asfalto Asfalto, acciottolato, sterrato, altro (specificare) Specificare se la larghezza è <3,5m; 3,50m><5,00m; <5,00m Limiti di accesso Dist. Dalla viab. Princ. km Nessuno Portata ponti; Altezza sottopassi; Pendenze>10% Note/Commenti Note Comunica con l'area di Castellazzo siccorso. Ha un grande piazzale antistante Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° I 2 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE IMPIANTI SPORTIVI Denominazione Denominazione Campo sportivo Tipologia Campo di calcio Attuale utilizzo della struttura ( Palestra/Palazzetto; Stadio/Campo sportivo Localizzazione Comune Bosco Marengo Codice comune Località/Regione Provincia Frazione Codice via Via Coordinata Est Alessandria N° Civ Strada Ghiare 006021 Tel Coordinata Nord 8 40 54 44 49 24 Referente Cognome Nome Comune Tel Funzione 0131/299342 Caratteristiche Sup. totale mq 1 Ha Sup. coperta (se sono presenti fabbricati) mq Servizi dispon. Servizi igienici x Fognatura x Numero serv. igienici 10 Cucina x Riscaldamento x Acquedotto x Linea Elettrica x Illum. Notturna x Linea telefonica Accessibiltà Tipo di strada Provinciale Statale; Provinciale; Comunale; Altro (specificare) Larghezza strada Tipo di fondo 8m Specificare se la larghezza è <3,5m; 3,50m><5,00m; <5,00m Limiti di accesso Dist. Dalla viab. Princ. km 0 Asfalto Asfalto, acciottolato, sterrato, altro (specificare) Nessuno Portata ponti; Altezza sottopassi; Pendenze>10% Note/Commenti Note Comunica con l'area di Castellazzo siccorso. Ha un grande piazzale antistante Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° I 3 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE IMPIANTI SPORTIVI Denominazione Denominazione Campo sportivo Tipologia In disuso Attuale utilizzo della struttura ( Palestra/Palazzetto; Stadio/Campo sportivo Localizzazione Comune Bosco Marengo Codice comune Località/Regione Provincia Frazione Quattrocascine Via Strada Ghiare Coordinata Est 006021 Alessandria Codice via N° Civ Tel Coordinata Nord 8 45 32 44 51 00 Referente Cognome Nome Comune Funzione Tel 0131/299342 Caratteristiche Sup. totale mq Sup. coperta (se sono presenti fabbricati) mq 1500 Servizi dispon. Servizi igienici Fognatura Numero serv. igienici Cucina Acquedotto x Riscaldamento Illum. Notturna Linea Elettrica Linea telefonica Accessibiltà Tipo di strada Comunale Statale; Provinciale; Comunale; Altro (specificare) Larghezza strada Tipo di fondo < 3,5m 0 Sterrata Asfalto, acciottolato, sterrato, altro (specificare) Specificare se la larghezza è <3,5m; 3,50m><5,00m; <5,00m Limiti di accesso Dist. Dalla viab. Princ. km Nessuno Portata ponti; Altezza sottopassi; Pendenze>10% Note/Commenti Note Comunica con l'area di Castellazzo siccorso. Ha un grande piazzale antistante Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° L 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE RETI ED ENTI Localizzazione Comune Bosco Marengo Denominazione Tipologia rete Rete elettrica Referente Nome gestore ENEL Distribuzione Tipo di gestore Privato Specificare se il gestore è pubblico o privato Indirizzo sede gestore Città Via N°Civ Via N°Civ Numero tel sede gest. Indirizzo ufficio operat Città Numero tel. uff. operat Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° L 2 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE RETI ED ENTI Localizzazione Comune Bosco Marengo Denominazione Tipologia rete Acquedotto Referente Nome gestore ACOS Tipo di gestore Privato Specificare se il gestore è pubblico o privato Indirizzo sede gestore Città Novi Ligure Via C.so Italia N°Civ Via N°Civ Numero tel sede gest. Indirizzo ufficio operat Città Numero tel. uff. operat Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° L 3 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE RETI ED ENTI Localizzazione Comune Bosco Marengo Denominazione Tipologia rete Gas Referente Nome gestore Ardegas Tipo di gestore Privato Specificare se il gestore è pubblico o privato Indirizzo sede gestore Città Castellazzo B. Via Madonna Grande N°Civ Via N°Civ Numero tel sede gest. Indirizzo ufficio operat Città Numero tel. uff. operat Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° L 4 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE RETI ED ENTI Localizzazione Comune Bosco Marengo Denominazione Tipologia rete Telefonica Referente Nome gestore Telecom Tipo di gestore Privato Specificare se il gestore è pubblico o privato Indirizzo sede gestore Città Via N°Civ Via N°Civ Numero tel sede gest. Indirizzo ufficio operat Città Numero tel. uff. operat Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° L 5 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE RETI ED ENTI Localizzazione Comune Bosco Marengo Denominazione Tipologia rete Fognatura Referente Nome gestore AMIAS Tipo di gestore Privato Specificare se il gestore è pubblico o privato Indirizzo sede gestore Città Novi Ligure Via N°Civ Via N°Civ Numero tel sede gest. Indirizzo ufficio operat Città Numero tel. uff. operat Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° J 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MEZZI DI PROPRIETA' DEL COMUNE Ubicaz. Mezzi Comune Bosco Marengo Ubicazione mezzi Via Montegrappa - via S. Pio V Provincia Alessandria Regione/frazione Codice com. 006021 Via Referente Tel 3357876971 Geom Zuccotti Pio Funzione N Coord. Est 8 40 46 Coord. Nord 44 49 12 Sindaco; assessore; dipendente comunale; altro Mezzi e Strumenti N Marca & modello kw Tipologia 1 1 Ford 655 Terna 2 1 FIAT 130 3 1 4 KG Aliment. Trazione Per. Trasp. 6980 Diesel Doppia Autocarro 109 12600 Diesel Post Cose IVECO Daily Autocarro 66,1 3500 Diesel Post Cose 1 Landini Trattore 67,5 4000 Diesel Doppia 5 2 Ape Piaggio Motocarro 7,5 1160 miscela Post Cose 6 1 Panda Fiat Autovettura 20 6000 Benzina Doppia 4 Persone 7 1 Fiat Ritmo Autovetture pol. Mun. 20 7000 Benzina Semplice 4 Persone 8 9 N=quantità; HP= potenza; KG=peso; Aliment.=diesel; benzina; GPL; metano Trazione=semplice; doppia; cingolato Per. Trasp.=numero di persone trasportabili Tipologia=autovettura; autobus; autolettiga; autocarro; trattore; rimorchio; mezzo d'opera; Note/commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° K 1 MATERIALI ED ATTREZZATURE DEL COMUNE DESTINATE ALLA P.C. Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Codice comune 006021 Tipologia Descrizione Materiali di conforto Abbigliamento; Alimentari: Sanitari; Altro (specificare Descrizione Materiali tecnici Mat. Da costruzione; Mat. Elettrico; Mat. Combustibili; Altro Attrezz. di emergenza 1 gruppo elettrogeno Mosa Descrizione kw 5 Ricovero temporaneo (tende, roulottes, campers, containers); Produzione pasti (cucine ecc); Sistemi antincendio; Sistemi di disinguinamento/spurghi; Sistemi di pompaggio; Sistemi di illuminazione; Gruppi elettrogeni; Sistemi di telecomunicazione; Anagrafica Addetto Vedere scheda risorse umane Ubicazione Magazzino comunale Via Coordinata Est N° Civico Coordinata Nord Note/Commenti Note Compilatore Aggornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° K 2 MATERIALI ED ATTREZZATURE DEL COMUNE DESTINATE ALLA P.C. Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Codice comune 006021 Tipologia Materiali di conforto Descrizione Abbigliamento; Alimentari: Sanitari; Altro (specificare Descrizione Materiali tecnici Mat. Da costruzione; Mat. Elettrico; Mat. Combustibili; Altro Attrezz. di emergenza 1 Motosega Usquarna Descrizione Lama da 60cm Ricovero temporaneo (tende, roulottes, campers, containers); Produzione pasti (cucine ecc); Sistemi antincendio; Sistemi di disinguinamento/spurghi; Sistemi di pompaggio; Sistemi di illuminazione; Gruppi elettrogeni; Sistemi di telecomunicazione; Anagrafica Addetto Vedere scheda risorse umane Ubicazione Magazzino comunale Via Coordinata Est N° Civico Coordinata Nord Note/Commenti Note Compilatore Aggornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° K 3 MATERIALI ED ATTREZZATURE DEL COMUNE DESTINATE ALLA P.C. Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Codice comune 006021 Tipologia Descrizione Materiali di conforto Abbigliamento; Alimentari: Sanitari; Altro (specificare Descrizione Materiali tecnici Mat. Da costruzione; Mat. Elettrico; Mat. Combustibili; Altro Attrezz. di emergenza 1 Lama spartineve Descrizione Lama da 60cm Ricovero temporaneo (tende, roulottes, campers, containers); Produzione pasti (cucine ecc); Sistemi antincendio; Sistemi di disinguinamento/spurghi; Sistemi di pompaggio; Sistemi di illuminazione; Gruppi elettrogeni; Sistemi di telecomunicazione; Anagrafica Addetto Vedere scheda risorse umane Ubicazione Magazzino comunale Via Coordinata Est N° Civico Coordinata Nord Note/Commenti Note Compilatore Aggornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° K 4 MATERIALI ED ATTREZZATURE DEL COMUNE DESTINATE ALLA P.C. Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Codice comune 006021 Tipologia Materiali di conforto Descrizione Abbigliamento; Alimentari: Sanitari; Altro (specificare Descrizione Materiali tecnici Mat. Da costruzione; Mat. Elettrico; Mat. Combustibili; Altro Attrezz. di emergenza 1 Turbina spartineve Ferrari Descrizione Ricovero temporaneo (tende, roulottes, campers, containers); Produzione pasti (cucine ecc); Sistemi antincendio; Sistemi di disinguinamento/spurghi; Sistemi di pompaggio; Sistemi di illuminazione; Gruppi elettrogeni; Sistemi di telecomunicazione; Anagrafica Addetto Vedere scheda risorse umane Ubicazione Magazzino comunale Via Coordinata Est N° Civico Coordinata Nord Note/Commenti Note Compilatore Aggornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° K 5 MATERIALI ED ATTREZZATURE DEL COMUNE DESTINATE ALLA P.C. Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Codice comune 006021 Tipologia Descrizione Materiali di conforto Abbigliamento; Alimentari: Sanitari; Altro (specificare Descrizione Materiali tecnici Mat. Da costruzione; Mat. Elettrico; Mat. Combustibili; Altro Attrezz. di emergenza 1 Martello battente Kango Descrizione Ricovero temporaneo (tende, roulottes, campers, containers); Produzione pasti (cucine ecc); Sistemi antincendio; Sistemi di disinguinamento/spurghi; Sistemi di pompaggio; Sistemi di illuminazione; Gruppi elettrogeni; Sistemi di telecomunicazione; Anagrafica Addetto Vedere scheda risorse umane Ubicazione Magazzino comunale Via Coordinata Est N° Civico Coordinata Nord Note/Commenti Note Compilatore Aggornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° K 6 MATERIALI ED ATTREZZATURE DEL COMUNE DESTINATE ALLA P.C. Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Codice comune 006021 Tipologia Materiali di conforto Descrizione Abbigliamento; Alimentari: Sanitari; Altro (specificare Descrizione Materiali tecnici Mat. Da costruzione; Mat. Elettrico; Mat. Combustibili; Altro Attrezz. di emergenza 1 Spargisale Epoke Descrizione Ricovero temporaneo (tende, roulottes, campers, containers); Produzione pasti (cucine ecc); Sistemi antincendio; Sistemi di disinguinamento/spurghi; Sistemi di pompaggio; Sistemi di illuminazione; Gruppi elettrogeni; Sistemi di telecomunicazione; Anagrafica Addetto Vedere scheda risorse umane Ubicazione Magazzino comunale Via Coordinata Est N° Civico Coordinata Nord Note/Commenti Note Compilatore Aggornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° K 7 MATERIALI ED ATTREZZATURE DEL COMUNE DESTINATE ALLA P.C. Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Codice comune 006021 Tipologia Descrizione Materiali di conforto Abbigliamento; Alimentari: Sanitari; Altro (specificare Descrizione Materiali tecnici Mat. Da costruzione; Mat. Elettrico; Mat. Combustibili; Altro Attrezz. di emergenza 1 pompa idrovora a scoppio Descrizione Ricovero temporaneo (tende, roulottes, campers, containers); Produzione pasti (cucine ecc); Sistemi antincendio; Sistemi di disinguinamento/spurghi; Sistemi di pompaggio; Sistemi di illuminazione; Gruppi elettrogeni; Sistemi di telecomunicazione; Anagrafica Addetto Vedere scheda risorse umane Ubicazione Magazzino comunale Via Coordinata Est N° Civico Coordinata Nord Note/Commenti Note Compilatore Aggornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° K 8 MATERIALI ED ATTREZZATURE DEL COMUNE DESTINATE ALLA P.C. Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Codice comune 006021 Tipologia Materiali di conforto Descrizione Abbigliamento; Alimentari: Sanitari; Altro (specificare Descrizione Materiali tecnici Mat. Da costruzione; Mat. Elettrico; Mat. Combustibili; Altro Attrezz. di emergenza 1 Cisterna per acqua da 1000 litri Descrizione Ricovero temporaneo (tende, roulottes, campers, containers); Produzione pasti (cucine ecc); Sistemi antincendio; Sistemi di disinguinamento/spurghi; Sistemi di pompaggio; Sistemi di illuminazione; Gruppi elettrogeni; Sistemi di telecomunicazione; Anagrafica Addetto Vedere scheda risorse umane Ubicazione Magazzino comunale Via Coordinata Est N° Civico Coordinata Nord Note/Commenti Note Compilatore Aggornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA M 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MAGAZZINI DEL COMUNE O PUBBLICI Denominazione Denominazione Magazzino comunale Tipologia Magazzino Localizzazione Comune Bosco Marengo Codice comune Località/Regione Provincia Frazione Codice via Via Coordinata Est Montegrappa / S.Pio V N° Civ 006021 Alessandria 1 Tel 0131/289006 Coordinata Nord 8 40 46 44 49 12 Referente Cognome Zuccotti Nome Pio Funzione Tecnico comunale Tel 335/7876971 Caratteristiche Sup. coperta mq Num. piani fuori terra 300 1+soppalco Struttura C.A. Altezza del singolo piano ml 10 Numero piani interrati Stato di conservazione Ottimo Accessibiltà Tipo di strada Comunale Statale; Provinciale; Comunale; Altro (specificare) Larghezza strada Dist. Dalla viab. Princ. km Tipo di fondo Asfalto 3,5m Specificare se la larghezza è <3,5m; 3,50m><5,00m; <5,00m Asfalto, acciottolato, sterrato, altro (specificare) Limiti di accesso Portata ponti; Altezza sottopassi; Pendenze>10% Note/Commenti Note Compilatore 50 Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di SCHEDA N° N 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE AREE UTILIZZABILI AI FINI DI PROTEZIONE CIVILE Denominazione Denominazione Campo sportivo Possibile utilizzo Tendopoli; Roulottopoli; Moduli abitativi; Ammassamento soccorritori; Eliporto Tendopoli; Roulottopoli; Moduli abitativi; Ammassamento soccorritori; Eliporto Attuale utilizzo Campo da pallone Localizzazione Comune Bosco Marengo Codice comune 006021 Provincia Alessandria Località/Regione/Fraz Via N°Civ Coordinata Est 8 40 54 Tel Coordinata Nord 44 49 24 Codice via Referente Cognome Nome Comune Tel 0131/299342 Funzione Caratteristiche Superficie mq Morfologia 1ha Pianeggiante; Acclive Sup. coperta mq (se presenti fabbricati) Tipo di Fondo Terra; Erba; Ghiaia; Asfalto Servizi Fognatura x x Acquedotto x Linea Elettrica x Illum. Notturna x Accessibilità Tipo di strada Dist. Dalla viab. princ. Km 0 Provinciale Statale; Provinciale; Comunale; Altro Tipo di Fondo Asalto Larghezza strada ml 8m Specificare se è:<3,50; 3,50><5,00; >5,00 Asfalto; Sterrato; Acciottolato; Altro Note/Commenti Note Compilatore Contigua con l'area di Castellazzo soccorso e la zona delle scuole Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di SCHEDA N° N 2 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE AREE UTILIZZABILI AI FINI DI PROTEZIONE CIVILE Denominazione Denominazione Campo sportivo Abbandonato Possibile utilizzo Ammassamento soccorritori; Eliporto Tendopoli; Roulottopoli; Moduli abitativi; Ammassamento soccorritori; Eliporto Attuale utilizzo Non utilizzato Localizzazione Comune Bosco Marengo Codice comune Provincia Alessandria Località/Regione/Fraz Quattrocascine Via Coordinata Est Tel N°Civ 8 45 32 006021 Coordinata Nord 44 51 00 Codice via Referente Cognome Nome Comune Tel 0131/299342 Funzione Caratteristiche Superficie mq Morfologia 1500 Pianeggiante; Acclive Sup. coperta mq (se presenti fabbricati) Tipo di Fondo Terra; Erba; Ghiaia; Asfalto Servizi Fognatura Acquedotto x Linea Elettrica Illum. Notturna Accessibilità Tipo di strada Dist. Dalla viab. princ. Km 0 Comunale Statale; Provinciale; Comunale; Altro Tipo di Fondo Sterrato Larghezza strada ml <3,5m Specificare se è:<3,50; 3,50><5,00; >5,00 Asfalto; Sterrato; Acciottolato; Altro Note/Commenti Note Compilatore Contigua con l'area di Castellazzo soccorso e la zona delle scuole Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° O 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PERSONE CON RIDOTTA CAPACITA' MOTORIA Denominazione Cognome Nome Localizzazione Comune Frazione/Regione Via Bosco Marengo Provincia Alessandria Coord. Est Cod. com. 006021 Coord. Nord N. civ. Codice via Telefono Presenza ascensore Numero del piano Tipo di invalidità Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO PROVINCIA DI ALESSANDRIA SCHEDA N° P 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MEZZI DI PROPRIETA' PRIVATA Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia. Alessandria Codice comune 006021 Proprietà Ditta Via Coordinata Est N coordinata Nord Referente Tel Ruolo Proprietario; Amministratore; Altro Mezzi e Strumenti N Marca & modello Tipologia HP KG Aliment. Trazione Per. Trasp. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 N=quantità; HP= potenza; KG=peso; Aliment.=diesel; benzina; GPL; metano Trazione=semplice; doppia; cingolato Per. Trasp.=numero di persone trasportabili Tipologia=autovettura; autobus; autolettiga; autocarro; trattore; mezzo d'opera; altro. Note/commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA R 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE CASE DI RIPOSO Denominazione Denominazione S. Antonio e Caterina Localizzazione Comune Bosco Marengo Codice comune Località/Regione Provincia Frazione Codice via 006021 Alessandria Via Opspedale N° Civ Coordinata Est 8 40 31 Coordinata Nord 3 Tel 0131/299404 44 49 25 Referente Cognome Funzione Nome Laura Buffrini Tel Presidente 0131/299123 Caratteristiche Num. piani fuori terra 3 Numero piani interrati 1 Struttura Mista C.A., muratura, mista, metallica, prefabbricata Num camere 34 Num. Servizi igienici 37 Num. p. letto 64 Num. Montacarichi 1 Disp. Cucina/mensa x Num. Ascensori 1 Disp. Infermeria x Accessibiltà Tipo di strada Comunale Statale; Provinciale; Comunale; Altro (specificare) Larghezza strada Tipo di fondo Asalto 3,5m Specificare se la larghezza è <3,5m; 3,50m><5,00m; <5,00m Limiti di accesso Dist. Dalla viab. 50m Princ. km Asfalto, acciottolato, sterrato, altro (specificare) nessuno Portata ponti; Altezza sottopassi; Pendenze>10% Note/Commenti Note COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° S 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE SCUOLE Denominazione Denominazione Scuole S. Pio Boggiani Tipologia Attuale utilizzo (Indicare il tipo di scuola o impianto sportivo o altro) Localizzazione Comune Bosco Marengo Codice com. 006021 Località/Regione Provincia Alessandria Frazione Via/Piazza Corso Dante/via Ghiare Coordinata Est 8 40 54 Tel 131299455 N° Civ Coordinata Nord 44 49 24 Codice via Referente Cognome Nome Direzione didattica Castellazzo Funzione Tel 0131/270500 Caratteristiche Num. piani fuori terra 2 Num. piani entro terra 1 Struttura Muratura C.A., muratura, mista, metallica, prefabbricata Num camere 30 Num. alunni Num. Servizi igienici 15 47+66 Num. Ascensori Disp. Cucina/mensa x Num. montacarichi Superficie tot mq 700 Accessibiltà Tipo di strada Provinciale Statale; Provinciale; Comunale; Altro (specificare) Larghezza strada Asfalto, acciottolato, sterrato, altro (specificare) Nessuno Portata ponti; Altezza sottopassi; Pendenze>10% Note/Commenti Note 0 Tipo di fondo Asfalto 8m Specificare se la larghezza è <3,5m; 3,50m><5,00m; <5,00m Limiti di accesso Dist. Dalla viab. Princ. km COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria N° SCHEDA S 2 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE SCUOLE Denominazione Denominazione Scuole Tenente Colonnello Ettore Verde Tipologia Scuola Media Attuale utilizzo (Indicare il tipo di scuola o impianto sportivo o altro) Localizzazione Comune Bosco Marengo Codice com. 006021 Località/Regione Provincia Alessandria Frazione Via/Piazza Corso Dante/via Ghiare Coordinata Est 8 40 54 Tel 131299361 N° Civ Coordinata Nord 44 49 24 Codice via Referente Cognome Nome Direzione didattica Castellazzo Funzione Tel 0131/270500 Caratteristiche Num. piani fuori terra 2 Num. piani entro terra 1 Struttura Mista C.A., muratura, mista, metallica, prefabbricata Num camere 14 Num. alunni Num. Servizi igienici 15 77 Num. Ascensori Disp. Cucina/mensa Num. montacarichi Superficie tot mq 500 Accessibiltà Tipo di strada Provinciale Statale; Provinciale; Comunale; Altro (specificare) Larghezza strada Asfalto, acciottolato, sterrato, altro (specificare) Nessuno Portata ponti; Altezza sottopassi; Pendenze>10% Note/Commenti Note 0 Tipo di fondo Asfalto 8m Specificare se la larghezza è <3,5m; 3,50m><5,00m; <5,00m Limiti di accesso Dist. Dalla viab. Princ. km COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° T 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STAZIONI ED IMPIANTI DELLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO Denominazione Denominazione Fermata autobus Tipologia Autobus di linea Ente gestore ARFEA Attuale utilizzo della struttura (stazione ferroviaria, stazione funivia, stazione pullman Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Codice comune Coordinata est 8 40 50 Via Incrocia strada per fraz. Donna Coordinata Nord 44 49 25 N° Civ Codice via Tel Referente Cognome Funzione ARFEA-Alessandria via Milite Ignot Nome Tel Note/Commenti Note Compilatore 006021 Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° T 2 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STAZIONI ED IMPIANTI DELLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO Denominazione Denominazione Stazione ferroviaria Tipologia Stazione ferroviaria Ente gestore Ferrovie dello stato Attuale utilizzo della struttura (stazione ferroviaria, stazione funivia, stazione pullman Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Donna Coordinata est 8 42 55 Codice comune Coordinata Nord Via 44 49 10 N° Civ Codice via Tel Referente Cognome Funzione Ferrovie dello Stato Comp. Torino Nome Tel Note/Commenti Note Compilatore 006021 Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 1 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Garbelli & C S.A.S. Tipologia Pavimenti autobloccanti ceramiche Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 N° Civ SS bis dei Giovi 8 43 51 Coordinata Nord 9 Tel 0131291003 44 50 21 Codice via Referente Cognome Garbelli Nome Piergiorgio Funzione/ruolo Proprietario Tel 0131/298367 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 2 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione GammaBimbi Tipologia Abbigliamento infanzia Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 S.S. 32bis dei Giovi 8 44 11 Coordinata Nord N° Civ 16 Tel 0131291816 44 50 03 Codice via Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel 0131/291816 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 3 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Moro Adelino Tipologia Gommista Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 S.S. 32bis dei Giovi 8 44 13 Coordinata Nord N° Civ 31 Tel 0131/298122 44 50 01 Codice via Referente Cognome Moro Nome Davide Funzione/ruolo Proprietario Tel 0131/298122 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° U 4 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione ALL METAL di Re Mauro & c S.N.C Tipologia Ferramenta Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 Strada Vecchia Reale 8 43 51 Coordinata Nord N° Civ 4 Tel 0131291850 44 50 31 Referente Cognome Funzione/ruolo Re Nome Mauro Tel Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento Codice via COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 5 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Baluschi Sport Tipologia Nautica campeggio Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 SS Alessandria-Novi 8 43 40 Coordinata Nord N° Civ 4 Tel 0131298159 44 50 31 Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento Codice via COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 6 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Dal Pantuflè Tipologia Calzature abbigliamento sportivo Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 N° Civ SS bis dei Giovi 8 44 13 Coordinata Nord 15 Tel 0131298387 44 50 01 Codice via Referente Cognome Funzione/ruolo Riis Nome Alessandra Tel Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 7 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Barboglio srl Tipologia Ingrosso abbigliamento Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 N° Civ SS bis dei Giovi 8 44 31 Coordinata Nord Tel 0131291042 44 49 44 Codice via Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel 0131/291821 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 8 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione ISA Impianti Tipologia Impianti elettrici Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 N° Civ Strada Donna 8 44 26 Coordinata Nord 71 Tel 0131298807 44 49 49 Codice via Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel 0143/298808 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 9 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Fara Pieraldo & C S.a.S. Tipologia Macellazione e lavorazione carni Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 Strada Emilia Levata 8 46 36 Coordinata Nord N° Civ 10 Tel 0131298329 44 50 30 Referente Cognome Funzione/ruolo Fara Nome Pieraldo Tel Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento Codice via COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 10 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Italzinco Tipologia Zincatura a caldo Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 SS 35bis dei Giovi 8 43 59 Coordinata Nord N° Civ 55 Tel 0131298167 44 50 14 Codice via Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel Note/Commenti Note Compilatore Gli acidi utilizzati costituiscono una potenziale fonte di inquinamento Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 11 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Hydro Drilling International S.p.A. Tipologia Trivellazioni per ricerche petrolifere Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 SS 35 bis dei giovi 8 43 45 Coordinata Nord N° Civ 13 Tel 0131298219 44 50 26 Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento Codice via COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 12 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione L'Europea Tipologia Trasporti internazionali Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 SS bis dei Giovi/Via Vecchia Re 8 44 31 Coordinata Nord N° Civ Tel 0131291000 44 49 44 Referente Cognome Funzione/ruolo Bosio Nome Maurizio Tel Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento Codice via COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 13 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Fratelli Lombardi & C. Tipologia Recupero rottami metallici Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 v. Vecchia Reale (zona ind.) 8 44 23 Coordinata Nord N° Civ Tel 0131/298363 44 49 52 Codice via Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel Note/Commenti Note Compilatore Possiede mezzi idonei allo scarico e alla movimentazione di containers Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 15 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Luna Rossa Tipologia Discoteca Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 SS 35bis dei Giovi 8 43 50 Coordinata Nord N° Civ Tel 0131/298319 44 50 25 Codice via Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel Note/Commenti Note Compilatore Parcheggio utilizzabile per gli elicotteri. In caso di presenze superiori alle 2000 unità deve avere sul posto una squadra di Vigili del Fuoco Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 16 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Metlac Tipologia vernici/inchiostri Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 N° Civ SS bis dei Giovi 8 43 58 Coordinata Nord 55 Tel 0131/291200 44 50 16 Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel Note/Commenti Note Compilatore Utilizza materiali potenzialmente inquinanti Aggiornamento Codice via COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 17 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Mapien Tipologia Ingrosso abbigliamento Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 SS 35bis dei Giovi 8 43 40 Coordinata Nord N° Civ 5 Tel 0131/298129 44 50 31 Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento Codice via COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 18 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione CLL Tipologia Magazzino pannolini Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 SS 35bis dei Giovi 8 44 41 Coordinata Nord N° Civ Tel 0131/2913 11 44 49 36 Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento Codice via COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 19 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione L'Autosalone Tipologia Autosalone Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 SS 35bis dei Giovi 8 44 39 Coordinata Nord N° Civ Tel 0131/298257 44 49 41 Codice via Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel 0131/298411 Note/Commenti Note Compilatore Vende anche carrelli elevatori Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° U 20 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione F.U. Fabbricazioni Nucleari Tipologia Deposito materiale radioattivo Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 SS 35bis dei Giovi 8 44 39 Coordinata Nord Tel N° Civ 44 49 41 Codice via Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel 0131/298411 Note/Commenti Note Compilatore Struttura presidiata militarmente. Sono presenti 40t di materiale radioattivo sigillato in specifici fusti che lo rendono inerte. Non ci sono lavorazioni in atto. Le linee di produzioni sono ancora esistenti. Rischi: terrorismo e/o incidente aereo. In caso di becessità intervengono direttamente da Roma. Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 21 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Saibt Gobain Condotte Tipologia Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 Strada Vecchia Reale 8 44 06 Coordinata Nord N° Civ Tel 0131/298409 44 50 08 Codice via Referente Cognome Nome Funzione/ruolo Tel 0131/298411 Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° U 22 IMPIANTI PRODUTTIVI Denominazione Denominazione Bocchio Tipologia Ingrosso carni Attuale utilizzo della struttura(Centrale di produzione/trasformazione energia. Grande allevamento zootecnico, industria a rischio, Azienda agricola). Localizzazione Comune Provincia Alessandria Bosco Marengo Località/Regione/Fraz Via Coordinata Est Codice comune 006021 N° Civ Asti 8 41 03 Coordinata Nord 3 Tel 0131/299464 44 49 35 Codice via Referente Cognome Bocchio Nome Giuseppe Funzione/ruolo Titolare Tel 0131/299764 Note/Commenti Note Compilatore Macellano 40 capi alla settimana e forniscono la grande distribuzione in Piemonte e Liguria Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° W 1 ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO E FORZE DI POLIZZIA Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Codice comune 006021 Anagrafica Denominazione Carabinieri Specializzazione Pubblica assistenza; Soccorso alpino; Radioamatori; Gruppocinofilo; Unità fuori strada di soccorso; Sommozzatori; Carabinieri; Polizia; Guardia di Finanza; vigli del fuoco; Corpo Forestale ecc. Indirizzo: Via/Piazza Dante Coordinata Est 8 40 54 Tel. 0131/299350 N° Coordinata Nord 44 49 24 Referente Funzione ruolo Cognome Residenza: Città Via Telefono fisso Telefono mobile Caratteristiche Disp. Materiali di conforto Descrizione Disp. Materiali tecnici Descrizione Disp. Attrezzature di emrgenza Descrizione Numero mezzi movimento terra Descrizione Numero mezzi trasporto persone Descrizione Numero mezzi trasporto cose Descrizione Note/Commenti Note Nome Roberto Milano N° COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° X 1 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PERSONALE COMUNALE CON FUN ZIONE DI P.C. E DI STAFF Localizzazione Comune Bosco Marengo Caratteristiche Funzione di supporto Materiale e mezzi Coordinamento generale (Sindaco); Coordinamento tecnico scientifico; Pianificazione; Sanità; Assistenza sociale; Veterinaria; Volontariato; Materiale e mezzi; Servizi essenziali; Attività scolastica; Censimento danni; Strutture operative; Telecomunicazioni; Assistenza popolazIone Unità operativa Incarico ai fini P.C. Addetto al coordinamento del personale Coordinatore generale; Responsabile di funzione; Responsabile ad interim; Addetto alla funzione; Collaboratore Mansione Agente polizia municipale Amministrativa; Tecnica; di Collegamento; di Sostegno Qualifica Dipendente comunale Dipendente comunale; Volontario iscritto ruolino prefettizio; Volontario organizzazione iscritta registri regionali; Volontario organizzazione/gruppo comunale iscritto elenco nazionale; Privato cittadino Data inizio Data fine Anagrafica Cognome Anno di nascita 16/11/1961 Codice fiscale FNFGNN61M16B071B Residenza Nome Fonfone Città Telefono fisso Boscomarengo 0131/299527 Luogo di nascita Bosco Marengo Professione Via Istrutt, pol, municipale Grindelli Telefono mobile 3357876969 Note/Commenti Ha seguito: corso di pronto soccorso; corso antincendio Note Giovanni N° 10 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° X 2 PERSONALE COMUNALE CON FUN ZIONE DI P.C. E DI STAFF Localizzazione Comune Bosco Marengo Caratteristiche Funzione di supporto Materiale e mezzi Coordinamento generale (Sindaco); Coordinamento tecnico scientifico; Pianificazione; Sanità; Assistenza sociale; Veterinaria; Volontariato; Materiale e mezzi; Servizi essenziali; Attività scolastica; Censimento danni; Strutture operative; Telecomunicazion Unità operativa Incarico ai fini P.C. Responsabile di funzione Coordinatore generale; Responsabile di funzione; Responsabile ad interim; Addetto alla funzione; Collaboratore Mansione Tecnica Amministrativa; Tecnica; di Collegamento; di Sostegno Qualifica Dipendente comunale Dipendente comunale; Volontario iscritto ruolino prefettizio; Volontario organizzazione iscritta registri regionali; Volontario organizzazione/gruppo comunale iscritto elenco nazionale; Privato cittadino Data inizio Data fine Anagrafica Cognome Anno di nascita 06/04/1973 Codice fiscale MNECRM73D06I819X Residenza Città Telefono fisso Note/Commenti Note Nome Meoni Novi Ligure Cesare Moreno Luogo di nascita Somma Lombarda Professione Via Cantoniere Castel Dragone Telefono mobile 3357876974 N° 75 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° X 3 PERSONALE COMUNALE CON FUN ZIONE DI P.C. E DI STAFF Localizzazione Comune Bosco Marengo Caratteristiche Funzione di supporto Materiale e mezzi Coordinamento generale (Sindaco); Coordinamento tecnico scientifico; Pianificazione; Sanità; Assistenza sociale; Veterinaria; Volontariato; Materiale e mezzi; Servizi essenziali; Attività scolastica; Censimento danni; Strutture operative; Telecomunicazion Unità operativa Incarico ai fini P.C. Responsabile di funzione Coordinatore generale; Responsabile di funzione; Responsabile ad interim; Addetto alla funzione; Collaboratore Mansione Tecnica Amministrativa; Tecnica; di Collegamento; di Sostegno Qualifica Dipendente comunale Dipendente comunale; Volontario iscritto ruolino prefettizio; Volontario organizzazione iscritta registri regionali; Volontario organizzazione/gruppo comunale iscritto elenco nazionale; Privato cittadino Data inizio Data fine Anagrafica Cognome Anno di nascita 22/07/1958 Codice fiscale SPNCRL58L22H199H Residenza Città Bosco Marengo Carlo Luogo di nascita Ravenna Professione Via Cantoniere Ghiare Telefono mobile 3357876975 Telefono fisso Note/Commenti Patente C Note Nome Espinosa N° 1 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° X 4 PERSONALE COMUNALE CON FUN ZIONE DI P.C. E DI STAFF Localizzazione Comune Bosco Marengo Caratteristiche Funzione di supporto Materiale e mezzi Coordinamento generale (Sindaco); Coordinamento tecnico scientifico; Pianificazione; Sanità; Assistenza sociale; Veterinaria; Volontariato; Materiale e mezzi; Servizi essenziali; Attività scolastica; Censimento danni; Strutture operative; Telecomunicazion Unità operativa Incarico ai fini P.C. Responsabile di funzione Coordinatore generale; Responsabile di funzione; Responsabile ad interim; Addetto alla funzione; Collaboratore Mansione Tecnica Amministrativa; Tecnica; di Collegamento; di Sostegno Qualifica Dipendente comunale Dipendente comunale; Volontario iscritto ruolino prefettizio; Volontario organizzazione iscritta registri regionali; Volontario organizzazione/gruppo comunale iscritto elenco nazionale; Privato cittadino Data inizio Data fine Anagrafica Cognome Anno di nascita 06/09/1972 Codice fiscale BTTGCR72P06A182H Residenza Nome Bittolo Città GianCarlo Luogo di nascita Alessandria Bosco Marengo Professione Via Cantoniere Coltella Telefono mobile 3357876972 Telefono fisso Note/Commenti Patente D Note Abil guida ambulanze Patente nautica entro 1 miglio N° 8 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° X 5 PERSONALE COMUNALE CON FUN ZIONE DI P.C. E DI STAFF Localizzazione Comune Bosco Marengo Caratteristiche Funzione di supporto Materiale e mezzi Coordinamento generale (Sindaco); Coordinamento tecnico scientifico; Pianificazione; Sanità; Assistenza sociale; Veterinaria; Volontariato; Materiale e mezzi; Servizi essenziali; Attività scolastica; Censimento danni; Strutture operative; Telecomunicazion Unità operativa Incarico ai fini P.C. Responsabile di funzione Coordinatore generale; Responsabile di funzione; Responsabile ad interim; Addetto alla funzione; Collaboratore Mansione Tecnica Amministrativa; Tecnica; di Collegamento; di Sostegno Qualifica Dipendente comunale Dipendente comunale; Volontario iscritto ruolino prefettizio; Volontario organizzazione iscritta registri regionali; Volontario organizzazione/gruppo comunale iscritto elenco nazionale; Privato cittadino Data inizio Data fine Anagrafica Cognome Anno di nascita 23/06/1958 Codice fiscale MLTLNN58H23A182R Residenza Città Telefono fisso Note/Commenti Note Nome Melato Bosco Marengo 0131/298410 Luigi Luogo di nascita Alessandria Professione Via Decoratore Milano-4Cascine Telefono mobile 3356104518 N° 58 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° X 6 PERSONALE COMUNALE CON FUN ZIONE DI P.C. E DI STAFF Localizzazione Comune Bosco Marengo Caratteristiche Funzione di supporto Coordinamento generale (Sindaco); Coordinamento generale (Sindaco); Coordinamento tecnico scientifico; Pianificazione; Sanità; Assistenza sociale; Veterinaria; Volontariato; Materiale e mezzi; Servizi essenziali; Attività scolastica; Censimento danni; Strutture operative; Telecomunicazion Unità operativa C.O.C. Incarico ai fini P.C. Coordinatore generale; Coordinatore generale; Responsabile di funzione; Responsabile ad interim; Addetto alla funzione; Collaboratore Mansione Amministrativa Amministrativa; Tecnica; di Collegamento; di Sostegno Qualifica Sindaco Dipendente comunale; Volontario iscritto ruolino prefettizio; Volontario organizzazione iscritta registri regionali; Volontario organizzazione/gruppo comunale iscritto elenco nazionale; Privato cittadino Data inizio Data fine Anagrafica Cognome Anno di nascita 29/09/1941 Codice fiscale LMBNGL41P69A182E Residenza Città Telefono fisso Note/Commenti Note Nome Lamborizio Bosco Marengo 0131/299327 Angela Luogo di nascita Alessandria Professione Via Pensionata Fresonara Telefono mobile 3355796243 N° 16 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA N° X 7 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PERSONALE COMUNALE CON FUN ZIONE DI P.C. E DI STAFF Localizzazione Comune Bosco Marengo Caratteristiche Funzione di supporto Coordinamento tecnico Coordinamento generale (Sindaco); Coordinamento tecnico scientifico; Pianificazione; Sanità; Assistenza sociale; Veterinaria; Volontariato; Materiale e mezzi; Servizi essenziali; Attività scolastica; Censimento danni; Strutture operative; Telecomunicazion Unità operativa C.O.C. Incarico ai fini P.C. Responsabile di funzione Coordinatore generale; Responsabile di funzione; Responsabile ad interim; Addetto alla funzione; Collaboratore Mansione Tecnica Amministrativa; Tecnica; di Collegamento; di Sostegno Qualifica Dip. Comunale, funz. Uff. tecnico Dipendente comunale; Volontario iscritto ruolino prefettizio; Volontario organizzazione iscritta registri regionali; Volontario organizzazione/gruppo comunale iscritto elenco nazionale; Privato cittadino Data inizio Data fine Anagrafica Cognome Anno di nascita 29/09/1941 Codice fiscale ZCCPIO60R24B071R Residenza Città Telefono fisso Note/Commenti Note Nome Zuccotti Bosco Marengo 0131/299570 Pio Luogo di nascita Bosco Marengo Professione Via Geometra S.pio Telefono mobile 3357876971 N° 55 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° X 8 PERSONALE COMUNALE CON FUN ZIONE DI P.C. E DI STAFF Localizzazione Comune Bosco Marengo Caratteristiche Funzione di supporto Coordinamento tecnico Coordinamento generale (Sindaco); Coordinamento tecnico scientifico; Pianificazione; Sanità; Assistenza sociale; Veterinaria; Volontariato; Materiale e mezzi; Servizi essenziali; Attività scolastica; Censimento danni; Strutture operative; Telecomunicazion Unità operativa C.O.C. Incarico ai fini P.C. Addetto alla funzione Coordinatore generale; Responsabile di funzione; Responsabile ad interim; Addetto alla funzione; Collaboratore Mansione Tecnica Amministrativa; Tecnica; di Collegamento; di Sostegno Qualifica Dip. Comunale, funz. Uff. tecnico Dipendente comunale; Volontario iscritto ruolino prefettizio; Volontario organizzazione iscritta registri regionali; Volontario organizzazione/gruppo comunale iscritto elenco nazionale; Privato cittadino Data inizio Data fine Anagrafica Cognome Anno di nascita 11/01/1953 Codice fiscale GRBPIO53A11B071D Residenza Città Telefono fisso Note/Commenti Note Nome Gorbetta Spinetta Marengo 0131/619953 Pio Luogo di nascita Bosco Marengo Professione Via Geometra Levata Telefono mobile 3357876970 N° 10 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° X 9 PERSONALE COMUNALE CON FUN ZIONE DI P.C. E DI STAFF Localizzazione Comune Bosco Marengo Caratteristiche Funzione di supporto Coordinamento tecnico Coordinamento generale (Sindaco); Coordinamento tecnico scientifico; Pianificazione; Sanità; Assistenza sociale; Veterinaria; Volontariato; Materiale e mezzi; Servizi essenziali; Attività scolastica; Censimento danni; Strutture operative; Telecomunicazion Unità operativa C.O.C. Incarico ai fini P.C. Collaboratore Coordinatore generale; Responsabile di funzione; Responsabile ad interim; Addetto alla funzione; Collaboratore Mansione Amministrativa Amministrativa; Tecnica; di Collegamento; di Sostegno Qualifica Impiegata comunale Dipendente comunale; Volontario iscritto ruolino prefettizio; Volontario organizzazione iscritta registri regionali; Volontario organizzazione/gruppo comunale iscritto elenco nazionale; Privato cittadino Data inizio Data fine Anagrafica Cognome Anno di nascita 21/12/1962 Codice fiscale RGLGPP62T61A182O Residenza Nome Ragazzi Città Telefono fisso Bosco Marengo 0131/299381 Luogo di nascita Professione Via Alessandria Impiegata Marconi Telefono mobile 3392368185 Note/Commenti Sa usare trattori agricoli e mezzi di sollevamento Note Giuseppina N° 62 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° X 10 PERSONALE COMUNALE CON FUN ZIONE DI P.C. E DI STAFF Localizzazione Comune Bosco Marengo Caratteristiche Funzione di supporto Coordinamento tecnico Coordinamento generale (Sindaco); Coordinamento tecnico scientifico; Pianificazione; Sanità; Assistenza sociale; Veterinaria; Volontariato; Materiale e mezzi; Servizi essenziali; Attività scolastica; Censimento danni; Strutture operative; Telecomunicazion Unità operativa C.O.C. Incarico ai fini P.C. Collaboratore Coordinatore generale; Responsabile di funzione; Responsabile ad interim; Addetto alla funzione; Collaboratore Mansione Amministrativa Amministrativa; Tecnica; di Collegamento; di Sostegno Qualifica Impiegata comunale Dipendente comunale; Volontario iscritto ruolino prefettizio; Volontario organizzazione iscritta registri regionali; Volontario organizzazione/gruppo comunale iscritto elenco nazionale; Privato cittadino Data inizio Data fine Anagrafica Cognome Anno di nascita 23/08/1971 Codice fiscale RCCVNI71M63A182W Residenza Città Bosco Marengo Luogo di nascita Professione Via ivana Alessandria Impiegata Pancaldi Telefono mobile 3332029143 Telefono fisso Note/Commenti Patente B Note Nome Rocco N° 20 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° X 11 PERSONALE COMUNALE CON FUN ZIONE DI P.C. E DI STAFF Localizzazione Comune Bosco Marengo Caratteristiche Funzione di supporto Coordinamento tecnico Coordinamento generale (Sindaco); Coordinamento tecnico scientifico; Pianificazione; Sanità; Assistenza sociale; Veterinaria; Volontariato; Materiale e mezzi; Servizi essenziali; Attività scolastica; Censimento danni; Strutture operative; Telecomunicazion Unità operativa C.O.C. Incarico ai fini P.C. Collaboratore Coordinatore generale; Responsabile di funzione; Responsabile ad interim; Addetto alla funzione; Collaboratore Mansione Amministrativa Amministrativa; Tecnica; di Collegamento; di Sostegno Qualifica Impiegata comunale Dipendente comunale; Volontario iscritto ruolino prefettizio; Volontario organizzazione iscritta registri regionali; Volontario organizzazione/gruppo comunale iscritto elenco nazionale; Privato cittadino Data inizio Data fine Anagrafica Cognome Anno di nascita 02/12/1962 Codice fiscale MSNSLL62T42B071I Residenza Città Telefono fisso Bosco Marengo 0131/299358 Note/Commenti Patente B Note Nome Masini Luogo di nascita Professione Via Isabella Bosco Marengo Impiegata Pancaldi Telefono mobile 3332029143 N° 5 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° X 12 PERSONALE COMUNALE CON FUN ZIONE DI P.C. E DI STAFF Localizzazione Comune Bosco Marengo Caratteristiche Funzione di supporto Coordinamento tecnico Coordinamento generale (Sindaco); Coordinamento tecnico scientifico; Pianificazione; Sanità; Assistenza sociale; Veterinaria; Volontariato; Materiale e mezzi; Servizi essenziali; Attività scolastica; Censimento danni; Strutture operative; Telecomunicazion Unità operativa C.O.C. Incarico ai fini P.C. Collaboratore Coordinatore generale; Responsabile di funzione; Responsabile ad interim; Addetto alla funzione; Collaboratore Mansione Amministrativa Amministrativa; Tecnica; di Collegamento; di Sostegno Qualifica Impiegata comunale (uff. anagrafe) Dipendente comunale; Volontario iscritto ruolino prefettizio; Volontario organizzazione iscritta registri regionali; Volontario organizzazione/gruppo comunale iscritto elenco nazionale; Privato cittadino Data inizio Data fine Anagrafica Cognome Anno di nascita 10/02/1959 Codice fiscale MNTLNZ59B51A182L Residenza Città Telefono fisso Bosco Marengo 0131/299204 Note/Commenti Patente B Note Nome Mantelli Lorenza Luogo di nascita Professione Via Alessandria Impiegata s. Pio V Telefono mobile 3332029143 N° 31 COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 1 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Cascina Orsina Coord. Est 8 39 16 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 48 33 Tipo di Criticità Tipi di criticità Criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose. Tempo di ritorno: 30 e 500 anni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento. Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Evacuazione popolazione cinvolta Azione consigliata Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 2 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Cascina S. Michele Coord. Est 8 39 15 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 48 54 Tipo di Criticità Tipi di criticità Criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose. Tempo di ritorno:30 e 500anni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Evacuazione popolazione coinvolta Azione consigliata Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 3 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Cascina del CrocefissoCoord. Est Provincia Alessandria 8 40 15 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 49 06 Tipo di Criticità Tipi di criticità Criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose. Tempo di ritorno: 500 anni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Evacuazione popolazione coinvolta Azione consigliata Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 4 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Zona Crocefisso Coord. Est 8 40 18 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 49 06 Tipo di Criticità Tipi di criticità Criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose. Tempo di ritorno 500 anni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi: verifica dei livelli di sovralluvionamento Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Evacuazione popolazione coinvolta Azione consigliata Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 5 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Cascina vecchia Coord. Est 8 39 67 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 48 01 Tipo di Criticità Tipi di criticità Criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose. Tempo di ritorno 500 anni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi: verifica livelli di sovralluvionamento Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Evacuazione popolazione coinvolta Azione consigliata Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 6 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Cascina Roncarzino Coord. Est 8 40 01 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 47 34 Tipo di Criticità Tipi di criticità Criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Tratto arginale di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose. Tempo di ritorno 30 e 500 anni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi: verifica dei livelli di sovralluvionamento Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Evacuazione popolazione coinvolta Azione consigliata Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 7 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Cascina S. Domenico Coord. Est Provincia Alessandria 9 39 38 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 46 45 Tipo di Criticità Tipi di criticità Criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose. Tempo di ritorno 30 e 500anni. Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi; vrifica livelli di sovralluvionamento. Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Evacuazione popolazione coinvolta Azione consigliata Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 8 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Cascina Roncarezzo Coord. Est 8 39 41 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 47 16 Tipo di Criticità Tipi di criticità Criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose. Tempo di ritorno 30 e 500 anni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Evacuazione popolazione coinvolta Azione consigliata Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 9 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Cascina Marchesina Coord. Est 8 39 20 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 47 05 Tipo di Criticità Tipi di criticità Criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose. Tempo di ritorno 30 e 500 anni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Evacuazione popolazione coinvolta Azione consigliata Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 10 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Cascina Maccario Coord. Est 8 39 54 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 46 59 Tipo di Criticità Tipi di criticità Criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose. Tempo di ritorno 30 e 500 anni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Evacuazione popolazione coinvolta Azione consigliata Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 11 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Valgelata Coord. Est 8 40 33 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 49 15 Tipo di Criticità Tipi di criticità Criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose. Tempo di ritorno 500 anni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Evacuazione popolazione coinvolta Azione consigliata Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 12 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Cacina Ciacrotto Coord. Est 8 41 57 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 48 23 Tipo di Criticità Tipi di criticità Criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Attività fluviotorrentizia Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Evacuazione popolazione coinvolta / interruzione della viabilità Azione consigliata Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 13 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Provincia Alessandria Località/Regione Bastioni Coord. Est 8 40 27 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 49 24 Tipo di Criticità Tipi di criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Potenziali crolli Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Criticità Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo di eventuali lesioni Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Interruzione della viabilità. Transennamento via Marconi. Istituzione viabilità Azione consigliata alternativa Note/Commenti Note Compilatore Possono verificarsi crolli anche a seguito di scosse sismiche Aggiornamento COMUNE DI BOSCO MARENGO Provincia di Alessandria SCHEDA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE N° Z 14 SEGNALAZIONI DI CRITICITA' E AZIONI DI MONITORAGGIO CONSIGLIATE Localizzazione Comune Bosco Marengo Località/Regione Via XXsettembre, via Coord. Est Piave e via Tranvai Provincia Alessandria 8 40 43 Codice com. 006021 Coord. Nord 44 49 23 Tipo di Criticità Tipi di criticità Criticità Attività fluvio torrentizia Opera di attraversamento su corso d'acqua che può manifestare criticità in caso di piene gravose Opera di attraversamento su corso d'acqua potenzialmente soggetto a violenta attività torrentizia Tratto arginale o di sponda potenzialmente sormontabile in caso di piene gravose Tratto potenzialmente esondabile da tombini o dal reticolo minore di piogge intense Frane; Crolli Colate di fango Scorrimenti rotazionali Scivolamenti planetari Altro (specificare) Tratto interessato da allagamenti a causa del fenomeno di rigurgito a carico della tombinatura del Rio Marinone Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi Tipi di monitoraggio Controllo di materiale flottante (trochi, vegetazioe, ecc.) trasportato dalla corrente,verificando possibili ostruzioni delle luci degli attraversamenti Controllo del materiale solido trasportato dalla corrente e verifica del livello di sovra alluvionamento dell'alveo Ossevazioni del possibile ringiovanimento della nicchia di distacco e/o dell'apertua di fessure nel terreno Controllo di eventuali lesioni Monitoraggio Controllo della crescita dei livelli idrici rispetto a punti di riferimento fissi; verifica livelli di sovralluvionamento Azioni consigliate Interruzione della viabilità Tipi di azione Evacuazione aree circostanti Rimozione di sedimenti e di vegetazione dall'alveo con mezzi meccanici Allontanamentoacque con idrovore Altro specificare Evacuazione popolazione coinvolta Azione consigliata Note/Commenti Note Compilatore Aggiornamento