CORSIVI IN PUNTA DI BIC
• Le 120 giornate di Seregno e Gomorra •
o, non vi parlerò dell’assessore leghista della
N
provincia di Monza Brianza, delle accuse rivoltegli da due “Giovani Padani”, promesse della
stessa corrente della Lega Nord del politico in
questione, e nemmeno della trista vicenda che lo
vedrebbe protagonista, se fosse accertata la verità del racconto dei due ragazzi,un maschio e una
femmina, su uno dei peggiori scandali sessuali
della storia repubblicana. No, la cosa che mi ha
più lasciato basito, in questa vicenda, è il commento di Salvini, l’uomo che a Milano viene indicato come il possibile vice-sindaco se tornasse a
vincere la Moratti. Secondo Salvini infatti Luca
Talice è una brava persona, che ha dato fastidio
ai poteri forti della sua provincia, opponendosi ai
tentativi di infiltrazione mafiosa e alla speculazione edilizia, e in questo modo si vuole metterlo
fuori gioco. Ciumbia, sapevo della lupara bianca,
delle teste mozzate di cavallo, ma della/ del giovane compagno di partito nel letto mi mancava.
Peccato che non ci abbiano pensato anche quelli
che hanno sparato in faccia al sindaco di Pollice,
Angelo Vassallo. A marzo, quando andrete a votare, valutate anche il quoziente intellettivo dei
collaboratori del Sindaco, o la loro faccia di bronzo. Perché Salvini, o ci è, o ci fa.
• Letizia augura a tutti buone feste •
o girato parecchio la mia città un po’ infelice
H
in questo Natale di crisi. Mi è sembrata una
vecchia puttana di casino,eccessivamente imbellettata, in certe vie come corso Buenos Aires, dove le luminarie erano assolutamente fuori tema,
orribili rose rosa più adatte alla festa della
Mamma che al Natale. Sembrava una città di
pazzi in via Giambellino, dove a illuminare la
strada c’erano le frasi di Mike Buongiorno, compresa “Ahi, ahi, ahi signora Longari!” corredata
da uno splendido uccello (nel senso di volatile) luminoso per completare la frase che il presentatore negò tutta la vita di avere pronunciato.
Sembrava una città “fiera” (purtroppo non nel
senso di orgogliosa); una specie di gigantesco lu-
napark, con tanto di montagne russe fornite dalle buche del selciato, che costellano tutte le vie. Il
Duomo poi, con l’albero dello schiaffo alla miseria, era particolarmente deprimente. Brutto l’albero, cretina la gente che faceva la fila, indecente quella che porgeva loro tè caldo nell’attesa,
mentre un chilometro più in là un senzadimora
moriva al freddo. Non mi è piaciuta la mia città,
mi ha reso cattivo e depresso in queste feste. Solo
Piazza della Scala era bella, con i suoi fili luccicanti semplici ed eleganti. Poi, anche lì, è comparsa la scritta: “Il sindaco augura buone feste”,
e anche piazza della Scala mi è andata di traverso. L’anno venturo o cambia il sindaco o mi tocca
cambiare città.
LE MORATTÌADI
a cura di Angelo Longhi ([email protected])
Una campagna elettorale da milioni di euro
Alla faccia di chi subisce la crisi.
etizia Moratti a metà legislatura aveva già speL
dito a tutti i milanesi una brochure autocelebrativa (“El nost Milan”), inutile e pagata con le nostre
tasse (costo: un po’ meno di 300 mila euro). A giugno
2010 ha dato il via a “Milano 2015”, la prima televisione al mondo creata per eleggere un sindaco,in onda sul digitale terrestre, pagata con i soldi del marito petroliere (costo:300 mila euro dati a Telenova per
l’affitto del canale per un anno), in cui Lei nei filmati è sempre in mezzo a gente comune, perché come
dice Albertini “la sindaca miliardaria vuole farci dimenticare la sua ‘dimensione aristocratica’”.
A settembre ha fatto deliberare dal Comune 280 mila euro del bilancio 2010 per pubblicizzare le “meravigliose”delibere della sua aministrazione,iniziativa
inutile e pagata con le nostre tasse. A ottobre con i
nostri soldi ha regalato 22 mila biglietti di cinema e
teatri alle donne milanesi, per “premiarle”. Il 1° novembre, sempre alla faccia nostra, ha fatto distribuire a Milano Ristorazione, società controllata dal
Comune, 10 mila tazze di tè e caffè caldo, come ristoro ai milanesi che uscivano dai camposanti.A dicembre ha invaso Milano con giganteschi cartelli pubblicitari con un presuntuoso “Noi facciamo”. Gli altri
sono tutti perdi tempo.A gennaio dovrebbero arrivare a 600.000 (seicentomila, avete letto bene) famiglie
milanesi due diversi opuscoli propagandistici (si spera pagati dal marito di Letizia e non da noi):una brochure con i 100 punti del vecchio programma con lo
stato dell’arte di quello che sostiene di aver fatto, e
una sorta di guida ai servizi personalizzata per ogni
zona. Una guida redatta in 18 diverse versioni, due
per ogni zona, che ambisce a essere una guida personalizzata dei servizi di quartiere, con elenchi e numeri di telefono di asili, centri anziani, biblioteche...
che sono lì da cento anni... ma naturalmente migliorati da lei, il “sindaco del fare”, che ha adottato non
solo il linguaggio del Cavaliere, ma si circonda sempre di più di fedelissimi del premier. Come la sondaggista di Silvio Alessandra Ghisleri, Antonio
Palmieri responsabile della comunicazione online
del partito e del capo, Marco Pavanello direttore
marketing e comunicazione di Atm. E a tirare le fila
c’è Fabrizio Miserocchi, braccio destro di Andrea
Muccioli a San Patrignano. È lui lo stratega del
“Letizia dream team”, che si riunisce settimanal-
mente e di cui fanno parte anche il pranoterapeuta
Mario Azzoni, promosso presidente dell’associazione del sindaco “Casa Letizia”, e Roberto Poletti, il giornalista direttore di “Milano2015”, che
dallo scorso giugno si occupa anche “dello sviluppo dei canali di informazione e di relazione con i
clienti” di Atm. Dove, ma guarda tu il caso, riporta direttamente a Pavanello. Una grande famiglia. Chi paga i loro stipendi?
Di certo penserete che con una squadra di cervelli di
tal fatta chissà quali iniziative e soluzioni per i problemi di Milano avranno individuato. Ebbene eccovi
due esempi recentissimi della politica della giunta.In
seguito ai tagli dei finanziamenti del governo la
Regione ha dovuto aumentare il prezzo dei biglietti
dei treni per i pendolari. Letizia Moratti ha invece dichiarato che il Comune non avrebbe aumentato il costo del biglietto. Solo che per rimpinguare le esauste
casse comunali nell’anno delle elezioni i soldi li ha
prelevati direttamente dal bilancio Atm (50 milioni)
con il risultato di impoverire l’azienda,rarefare le corse, peggiorare il servizio, bloccarne gli investimenti: il
tutto affermando spudoratamente ai giornali di non
aver messo le mani nelle tasche dei milanesi.
Possiamo dire che sono bugie dalle gambe corte?
Particolarmente “astuta” poi la previsione di Palazzo
Marino che nel 2011 prevede di incassare 25 milioni in meno dalle multe agli automobilisti rispetto al
2010. Capito? Nell’anno delle elezioni niente vigili a
comminare quelle antipopolari multe che potrebbero alienare la simpatia degli elettori. È come prendere atto che nel 2011 saremo impuniti, al diavolo il codice della strada, tanto ci sono le elezioni. Sempre
nel 2011 il Comune prevede in calo anche gli introiti dell’ecopass (meno due milioni) e della tassa sui rifiuti (meno 10 milioni), la Tarsu aumenterà solo a
partire dal 2012 (dati tratti dal Bilancio del
Comune). Ma il colpo di genio alle teste d’uovo è venuto proponendo di impiegare i vigili evidentemente liberati dall’incombenza delle multe in un nuovo
servizio per garantire la sicurezza ai cittadini. Pattuglieranno a velocità ridotta i quartieri, addirittura
con i lampeggianti sempre accesi! Totò con il suo megafono e il martellante “votaAntonio votaAntonio
votaAntonio” aveva fatto di meglio.
([email protected])
Solo cinque giorni per pagare le multe
in modo da evitare le spese di notifica
Giorgio Meliesi
Comune accorcia il termine entro cui si
I11lpossono
pagare le multe senza l’aggravio di
euro per le spese di notifica, 14 euro per chi
risiede fuori Milano. Oggi si hanno 15 giorni
dal momento dell’infrazione per saldare il
verbale in forma “leggera”, e non farselo spedire a casa. Ma dalla metà di gennaio i giorni
sono diventati 5.
Per Marco Donzelli, presidente di Codacons,
“il Comune introduce un’ulteriore vessazione ai danni dei già tartassati automobilisti.
A ciò si aggiunge che 11 euro per le spese di
notifica sono troppi, la cifra andrebbe ridotta, soprattutto ora che si prepara la stangata sui verbali”. Dal primo gennaio 2011 in
tutta Italia scatterà l’adeguamento biennale all’inflazione sull’importo delle multe,
con un aumento medio del 3,5 per cento.
ONA NOVE 8
A chi non vorrà pagare nei 5 giorni, comunque, il verbale sarà mandato a casa come avviene oggi. E non cambierà nulla. Il multato
avrà 60 giorni dalla ricezione della multa per
pagare gli 11 euro di spese di notifica oltre alla sanzione. Dopo quel periodo, per chi si ostina a non pagare, il prezzo della multa raddoppia. Facciamo un esempio. Una multa per divieto di sosta “costa” 38 euro se pagata subito
(cioè entro 15 giorni finora, 5 da oggi). Paga invece 49 euro (i 38 della sanzione più gli 11 di
notifica) chi salda entro 60 giorni da quando
la multa arriva a casa. Oltre quel limite la
multa schizza a 76 euro e la pratica passa alla società di riscossione Equitalia, che carica
le proprie spese. Per le multe date con le telecamere, che arrivano direttamente a casa, gli
11 euro di notifica sono da pagare comunque.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
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