Settimanale d’informazione
ANNO LVII- N. 34
www.vocedellavallesina.it euro 1
Jesi, domenica 10 ottobre 2010
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
Pianello Vallesina
Montecarotto
Le celebrazioni
per i 50 anni
dell’Istituto
Salvati
di Ceccarelli e Manieri
11
Scuola
Il paese celebra
il patrono San
Placido, il 10
ottobre
di M. Cristina Coloso
8
diocesi
Intervista
alla dirigente
dell’istituto
Federico II
di Paola Cocola
13
psicologia
Le riflessioni del
quarto convegno
pastorale
di Piccotti, Tobaldi,
Testadiferro
11
La sapienza è
guardare la terra
con lo sguardo
al Cielo
di Federico Cardinali
6
A 100 anni dalla nascita ricordiamo lo scienziato, il politico e l’uomo di fede, il servo di Dio Enrico Medi
Sapeva comunicare la bellezza della vita e del creato
“Enrico Medi tra scienza, impegno civile e
fede”: un progetto per ricordare e celebrare i
cento anni dalla nascita di questo uomo che
è considerato uno dei personaggi più importanti del secolo scorso. Il 26 aprile dell’anno 1911, a Porto Recanati, nasceva Enrico.
I suoi genitori, Arturo e Maria Luisa Mei,
erano originari di Belvedere Ostrense ma
si trasferirono per un breve periodo nella
cittadina di Porto Recanati dove Arturo era
uno stimato medico condotto, dotato anche di grande senso pratico. A cinque anni
si trasferì con la sua famiglia a Belvedere
Ostrense dove, all’età di nove anni ricevette
la Prima Comunione. Dal 1920 visse a Roma
dove si laureò in fisica pura nel 1932 sulle
orme del suo maestro Enrico Fermi e pochi
anni dopo ottenne la libera docenza in fisica terrestre. Nel 1938 si unì in matrimonio
con Enrica Zanini, laureata in chimica e farmacia, ed ebbero sei figlie. Negli anni della
Seconda Guerra Mondiale tornò a Belvedere
Ostrense e cercò in tanti modi di alleviare le
sofferenze della popolazione; si offrì anche
in ostaggio per liberare due persone che stavano per essere fucilate.
Si dedicò all’insegnamento all’Università di
Palermo, dove, nel 1942, vinse il concorso
per la cattedra di fisica sperimentale e poi
all’Università di Roma dal 1952; fu nominato
presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica nel 1949 ed avviò la costruzione di Osservatori Geofisici in tutta Italia. Apprezzatissimo dai suoi studenti per le appassionate
lezioni e impegnato nella ricerca scientifica,
trovò il modo di dedicarsi anche alla politica:
nel 1946 fu eletto membro dell’Assemblea
Costituente per il partito della Democrazia
Cristiana e nel 1948 fu confermato parlamentare come primo eletto della circoscrizione della Sicilia occidentale. Decise poi di
lasciare la politica, nel 1953, per tornare poi
nel 1968 per candidarsi al Senato, nei collegi di Trieste, dove non riuscì però ad essere
eletto, fu eletto come consigliere comunale
di Roma nel 1971 e poi deputato con grande consenso. Si dedicò anche alla divulgazione scientifica attraverso la televisione e
commentò lo sbarco sulla Luna del 20 luglio
1969, da tanti ancora ricordato. Fu chiamato
a ricoprire tanti incarichi nel mondo scientifico ed ecclesiale e sempre il suo impegno
lasciò segni visibili. È rimasto sempre molto
legato al paese di Belvedere tanto che volle
esservi sepolto nella tomba di famiglia. A lui,
ora Belvedere dedica alcune manifestazioni
che prenderanno il via sabato 9 ottobre alle
ore 18,30 con Rad.Art, la scienza proiettata:
saranno infatti proiettate, sulle mura del paese, immagini attinenti ad Enrico Medi e alle
tipologie di radar e le immagini dello sbarco
sulla luna.
“Aveva a cuore la felicità, sua e degli altri vivendo una fede che apre al mondo, alla vita,
alla gente” ha detto don Paolo Gasperini di
Enrico Medi, ricordando che la sua figura
non è conosciuta. “Accade raramente che un
uomo riesca ad esprimere al massimo tante
doti, come politico, studioso, uomo di fede –
ha sostenuto il sindaco di Belvedere Riccardo Piccioni – ed ecco perché ci siamo sentiti
in dovere di realizzare questo programma
che, speriamo, possa contribuire a far accelerare il processo di beatificazione”. Maria
Beatrice Medi, la figlia, ha fatto pervenire
al sindaco un messaggio di apprezzamento
all’impegno assicurando la sua presenza.
Il progetto, a cura del comune di Belvedere
Ostrense, è composto di quattro eventi che
si concluderanno il prossimo 26 marzo; ha
ottenuto il finanziamento della Provincia
di Ancona, nel bando Cohabitat 2010 e si
realizza in collaborazione con la Diocesi di
Senigallia, la Fondazione Cassa di Risparmio
di Jesi, l’Accademia di Belle Arti di Brera e le
associazioni locali.
b.t.
Enrico Medi ai giovani
“... L’uomo è più grande delle stelle. Ecco
la nostra immensa dignità immensa
grandezza dell’uomo, della vita umana.
Giovani, godete di questo dono che a
voi è stato dato e che a noi fu dato. Non
perdete un’ora sola di giovinezza, perché
un’ora di giovinezza perduta non ritorna
più. Non la perdete in vani clamori, in
vane angosce, in vani timori, in folli pazzie, ma nella saggezza e nell’amore, nella gioia e nella festa, nel prepararvi con
entusiasmo e con speranza. Da una cosa
Iddio vi protegga: dallo scetticismo, dal
criticismo e dal cinismo; il giovane sprezzante di tutte le cose è un vecchio che è
risorto dalla tomba. Guai se la giovinezza
perde il canto dell’entusiasmo”.
Convegno pastorale
Le tre giornate dedicate al quarto convegno pastorale hanno proposto tante
riflessioni sul tema “Lasciarsi coinvolgere: esperienza eucaristica e maturità
del cristiano”. Le riflessioni introduttive
e le conversazione di Campanini, della
Bignardi e di Accattoli sono state trasmesse in diretta da Radio Duomo Senigallia in Blu e sono stata registrate in
video: saranno disponibili dalle prossime settimane. La terza sera il vescovo
Gerardo ha proposto le conclusioni che
saranno pubblicate nel numero di domenica 17 ottobre. Il convegno pastorale è
stato anche il contributo della diocesi al
Congresso Eucaristico Nazionale che si
svolgerà ad Ancona, nel settembre del
prossimo anno. Don Mariano Piccotti,
che ha organizzato il convegno, ha esortato a «leggere lo Spirito che parla dentro la storia, dentro la concretezza delle
vicende umane» ed ha invitato a scelte di
vita all’insegna della sobrietà e della solidarietà e che conducono l’Eucaristia sul
piano della quotidianità.
Servizi a pagina 11
Mentre la Cei denuncia personalismi e inconcludenze, la politica si dibatte nelle incertezze di prospettive e nelle divisioni
“Un sogno: possa sorgere una generazione nuova di italiani
“Un sogno ad occhi aperti… grande sconcerto e di acuta dell’Italia, al suo immobiliChe possa sorgere una ge- pena per discordie perso- smo, con accenti tanto forti
nerazione nuova di italiani nali che diventano presto e tanto accorati nel constae di cattolici che sentono pubbliche… e sono diven- tare quanto siamo propensi
la cosa pubblica come fatto tate pretesto per bloccare i “al disconoscimento reciproimportante e decisivo, che pensieri di un’intera nazio- co, alla denigrazione vicencredono fermamente nella ne, quasi non ci fossero altre devole e a quella divisione
politica come forma di ca- preoccupazioni, altri affanni. astiosa che agli osservatori
rità autentica perché volta a ….Siamo angustiati per l’Ita- appare l’anticamera dell’imsegnare il destino di tutti”. É lia concreta fatta di persone plosione… Cambiare si può
questo l’auspicio che il card. e comunità, ricca di risorse e bisogna far presto… FacAngelo Bagnasco ha rivolto umane…”.
ciamo pressione perché siain seno al recente Consiglio Naturalmente Bagnasco trat- no coinvolti i giovani….Ai
nazionale della Conferen- ta anche altri temi quali la cattolici con doti di mente e
za Episcopale Italiana. Egli parrocchia, l’evangelizzazio- di cuore diciamo di buttarsi
prende atto del bene che ne, le persecuzioni, gli abusi nell’agone…”
c’è nella nazione, ma non all’interno della Chiesa, ma, Se a queste autorevoli prepuò chiudere gli occhi di che io ricordi, non era mai occupazioni della situazione
fronte alla difficile situazio- accaduto che un presiden- italiana aggiungiamo, non
ne politica del momento te della Cei dedicasse uno dico quelle dei sindacati e
che “ci rende angustiati per spazio tanto ampio della sua delle opposizioni politiche,
l’Italia… Sono momenti di prolusione ai gravi problemi ma quelle della Confindu-
stria e di un crescente populismo unito alle intolleranze
democratiche, all’attentato
ad un direttore di giornale,
agli sberleffi (scusate l’eufemismo) del presidente del
consiglio, alle pesanti denunce di Marchionne, abbiamo una convergenza di
azioni e di culture tanto diverse che non può non preoccupare.
***
É pur vero che il recente
dibattito parlamentare ha
confermato la fiducia al Cavaliere, ma è altrettanto vero
che proprio all’interno della
maggioranza, permangono
difficoltà che lasciano prevedere vita dura per il governo. C’è chi ha parlato di
un voto “avvelenato” perché
il gruppo finiano – diventato determinante - pur esprimendo parere favorevole
a Berlusconi, si riserva di
considerare attentamente i
singoli provvedimenti all’ordine del giorno, primi fra
tutti, quello sulla giustizia e
la rilevante esigenza di una
nuova legge elettorale. Sembra, insomma, che il rischio
di un ulteriore immobilismo
o quello di elezioni anticipate, non solo non sia superato, ma vada a raddoppiarsi:
avremo immobilismo ed
elezioni anticipate perché
Fini determinerà estenuanti trattative soprattutto sui
provvedimenti ad personam,
ancora attuali. La prospetti-
va del ministro Maroni delle elezioni a marzo, appare
una concreta previsione che,
pertanto, determinerà il
blocco di ogni riforma e una
propaganda elettorale lunga sei mesi. Senza dire che
l’uomo della strada si chiede
a che servano nuove elezioni
visto che, guardando verso il
panorama delle opposizioni
politiche, si scorge soltanto
frammentarismo, incertezze,
polemiche, divergenze.
Se il rimedio all’attuale situazione può essere dato da
una nuova classe dirigente,
come auspica Bagnasco, l’attesa diventa veramente lunga. Urgono nuove creatività.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
2
Del più e del meno
I quaderni di Elia Pegolo
di Giuseppe Luconi
Ancora su Elia Pegolo. Questa terza (e ultima) puntata non era prevista, ma la quantità e la varietà degli scritti che si incontrano
scorrendo i suoi numerosi quaderni sono
una tentazione troppo forte. Chiarisco subito che non ho conosciuto la signora Pegolo. So che il padre si era trasferito a Jesi
dal Veneto per ragioni di lavoro, che si era
sposata e che è morta, ultranovantenne, qualche anno fa.
Nelle pagine del suo diario si
era raccontata:
“Ho sempre amato i poeti,
ho sempre amato le poesie,
i racconti, i romanzi adatti
per le giovinette. Ho sempre
amato gli splendidi tramonti, le serate di luna, il levar
del sole, il glauco mare, così
bello nella sua tranquillità,
così imponente e feroce nella
tempesta, gli alti monti dove
l’occhio può spaziare liberamente, dove l’animo sente il contatto con
Dio stesso. Tutto questo ho amato ed amerò sempre.
“Amo la musica con le sue lunghe nenie che
assomigliano ai singhiozzi di un’anima addolorata. Amo la pittura con gli splendidi
paesaggi. Insomma, amo l’arte tutta. Ed io
di tutto questo non possiedo nulla, nulla!..
La mia anima sente troppo e nessuno mi
ha ancora compresa!...”.
Dopo i “sunti” del ginnasio e le cronache del 1927 (di cui ho scritto negli ultimi numeri), la Pegolo aveva continuato a
scrivere, a riempire pagine su pagine, in
prevalenza con brani che aveva ritenuto
particolarmente significativi, tratti da libri
di più vario genere. Basta scorrere i nomi
dei suoi autori preferiti, da Silvio Pellico a
Nino Salvaneschi, da Alessandro Manzoni
a Sant’Agostino, da San Francesco di Sales
a Giacomo Leopardi, da Francesco Pastonchi a Giovanni Pascoli, ed altri ancora.
Nei quaderni, anche una quantità di citazioni, che aveva diligentemente diviso per
gruppi. Qualche citazione, pescata qua e là.
Tra i proverbi: “Lingua lunga anima corta”;
“Per andare avanti convien
guardarsi indietro”; ”Una
piccola fessura fa affondare un gran naviglio”. Tra
le massime: “Chi semina
spine non vada scalzo”; “Il
carbone o scotta o tinge”;
“Gli elogi sono come il
vino: ubriacano”; “Sempre
stenta chi mai si contenta”. E poi questa pagliuzza
d’oro: “La verità, per quanto nuda e dolorosa, è sempre preferibile all’inganno
più dolce”.
Molto lunga è anche la
raccolta dei pensieri annotati dalla Pegolo
nei suoi quaderni. Anche qui devo limitarmi ad alcuni: “Un amico si cerca lungamente, difficilmente si trova, facilmente si
perde”; “La vita è un mistero, ma il cuore
umano è un mistero ancora più grande”.
“Invidio coloro che possono staccarsi dalle
speranze del mondo e guardare soltanto il
cielo”;“Le lacrime più belle sono quelle non
versate, le parole più belle quelle non dette,
il sogno più bello quello che poteva essere
e che non fu”.
Ci sono anche citazioni sotto il titolo parole buone, come questa: “Un poeta contemplava un giorno un vago rosaio. Peccato
- diss’egli - che queste rose abbiano le spine!.
Passò di lì un cristiano e gli disse: Ringraziamo piuttosto il Signore che permise che
queste spine abbiano delle rose…”.
Celebrazioni a San Francesco d’Assisi
In mostra “l’arte si accende”
Sabato 2 ottobre alle 17 nei
locali della Parrocchia si è
aperta la mostra “L’arte si
accende”, una raccolta di plastici raffiguranti le più belle
opere architettoniche della
nostra regione e non solo
realizzate con una tecnica
unica: comuni fiammiferi da
cucina!
Autore delle opere ospitate in un luogo che sembra
risaltarne la bellezza come
la Chiesetta della Madonna
della Misericordia, uno jesino doc, Giorgio Rocchegiani
(in arte Giò), che da ormai
quindici anni raccoglie consensi e prestigiosi riconoscimenti nell’esercizio di questa
forma d’arte.
Dalla prima miniatura della
Voce della
Vallesina
Cultura e società
10 ottobre 2010
chiesa di San
Nicolò all’ultima fatica in
cui l’artista
ha riprodotto la Chiesa
di San Francesco d’Assisi
sono passati
tanti
anni
durante
i
quali lo stile
di Rocchegiani si è affinato passando
da modellini nati dalla sola
improvvisazione a veri e
propri capolavori portati a
termine dopo mesi di studio
e raccolta di tutte le possibili
informazioni e documentazioni fotografiche riguardanti l’opera da realizzare.
Alla base di tutto, l’innamoramento del soggetto da riprodurre e la passione che
sostiene l’artista nella pratica
quotidiana di collocazione di
ciascuno delle migliaia di fuscelli di cui è composto ogni
suo plastico.
Da sottolineare l’attenzione ai più piccoli particolari,
anche quelli non visibili al
pubblico, come la Madonnina collocata al centro del
modellino che rappresenta il
Santuario di Loreto anch’essa
realizzata rigorosamente con
fiammiferi e cerini.
Nel giorno dell’inaugurazione il vice parroco padre Silvio Capriotti, nel ringraziare
Giorgio per la disponibilità
a esporre le sue opere in occasione dei festeggiamenti
della Parrocchia, ha voluto
ricordare l’apprezzamento
di San Francesco per le tutte
le cose belle che scaturiscono dall’opera umana le quali
contribuiscono a manifestare
la bellezza di Dio creatore.
La mostra rimarrà aperta
fino al primo novembre con
orario 17 – 19.
Fotoservizio
Roberto Trillini
Monte Roberto: i 50 anni del “Salvati”
Una scuola per la nostra terra
L’Istituto Professionale di Stato
per l’Agricoltura
e l’Ambiente “Serafino Salvati” di
Pianello di Monte
Roberto-Pianello
Vallesina compie
c i n q u a n t ’a n n i .
L’evento sarà ricordato sabato 9
ottobre, con inizio alle ore 10,30
presso Villa Salvati, alla presenza di autorità regionali e provinciali, con l’intervento del prof. Rodolfo Santilocchi, preside
della facoltà di Agraria dell’Università
Politecnica di Ancona. A fare gli onori di
casa sarà la prof.ssa Costantina Marchegiani, dirigente dell’Istituto. Per l’occasione è stato dato alle stampe un volume di
oltre 150 pagine che “fotografa” l’Istituto come è oggi con le sue eccellenze nel
campo della sperimentazione agricola e
nell’agroalimentare, tracciando anche un
profilo storico dell’Istituto stesso. Una
scuola professionale, quella di Pianello
Vallesina, che si riallaccia e continua una
tradizione secolare nel’ambito della formazione e della preparazione di operatori
agricoli che nasce con don Angelantonio
Rastelli ai primi dell’Ottocento, continuata
per tutto il secolo e nelle prime decadi del
Novecento con la Società Agraria Jesina,
confluita poi nella Scuola Pratica di Agricoltura voluta da Serafino Salvati e quindi
dal 1960 nell’Istituto Professionale di Stato. Un istituto che non ha fatto mai grande notizia presso il pubblico, considerata
forse la sua specificità, ma determinante
per l’addestramento pratico e professionale delle maestranze agricole a livello
regionale: tra gli anni Sessanta e Ottanta
ebbe dieci scuole coordinate nelle quattro
province marchigiane, da Novafeltria (allora Pesaro) fino a Castel di Lama (Ascoli
Piceno). L’Istituto è dedicato a Serafino
Salvati che morendo nel 1924, lasciò la
sua villa di Pianello e le proprietà limitrofe al fine di costituire una Fondazione
per una Scuola Pratica di Agricoltura che
operò dal 1935 fino agli anni Sessanta,
quando per volontà del prof. Silvio Cinti
che intervenne presso il Ministero della
Pubblica Istruzione fu fondato l’attuale
Istituto. Fu il prof. Ivano Carotti, preside
dal 1960 al 1979, a dare impulso all’istituto e a renderlo protagonista a livello regionale. I dirigenti scolastici susseguitisi
in particolare in quest’ultimo decennio,
con la fattiva collaborazione di un corpo
docente operoso ed attento, hanno reso
l’Istituto all’avanguardia nel suo settore in
particolare nella sperimentazione e nella
preparazione di tecnici altamente qualificati per l’agricoltura e l’ambiente. L’Istituto insomma non è scuola di una serie
inferiore, ma è competitivo nell’istruzione superiore nel comparto agricolo e
ambientale: l’agricoltura, checché se ne
dica, rimane il futuro per tutti, specie per
la nostra Vallesina, non per nulla hanno
chiamato la monografia che ricorda questo cinquantenario, “Una scuola per la
nostra terra”. Un avvenimento importante per Pianello Vallesina-Monte Roberto,
per l’intera provincia di Ancona e per la
regione Marche.
Riccardo Ceccarelli
Un convegno e un libro
L’IPSAA compie cinquant’anni. Per la ricorrenza, il 9 ottobre ci sarà una giornata di
celebrazione che avrà inizio alle ore 10
con un convegno all’interno di Villa Salvati
a Pianello Vallesina. Tra gli ospiti l’agr. Roberto Orlandi, presidente nazionale degli
Agrotecnici, l’agr. Gabriele Santoro, presidente provinciale degli Agrotecnici di Ancona e il prof. Rodolfo Santilocchi, preside
della Facoltà di Agraria all’Università Politecnica delle Marche. Quest’ultimo interverrà sul tema “Dalla mezzadria all’agriturismo”.
Per l’occasione, la preside, i docenti e lo
storico Riccardo Ceccarelli, assessore alla
Cultura di Monte Roberto, presenteranno
il volume “Una scuola per la nostra terra:
50 anni dell’Istituto Salvati”. Una raccolta
di testi ed illustrazioni che riassumono gli
anni e la storia della scuola. Saranno, inoltre, presenti la presidente della Fondazione
S. Salvati, Gelsomina Bartoloni, e i rappresentanti delle istituzioni e delle autorità
locali.
L’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente (IPSAA) “Serafino Salvati” con sede a Villa Salvati di Pianello
Vallesina ha una storia che risale a più di
cinquant’anni fa. Nel lontano 1926, infatti,
un decreto di Vittorio Emanuele III istituiva
la Fondazione di “Scuola Pratica di Agricoltura Serafini” con avvio dei corsi nel 1935.
Solamente nel 1960, però, la Scuola Pratica fu sostituita dall’Istituto Professionale di
Stato per l’Agricoltura Serafino Salvati che
tuttora opera nella proprietà della Fondazione all’interno della villa ottocentesca.
L’IPSAA si conferma, oggi, una valida risorsa
per il territorio in grado di trasmettere agli
studenti competenze relative alla valorizzazione, produzione e commercializzazione
dei prodotti agrari e agroindustriali.
Riccardo Manieri
la quinta GIORNATA DEL CREATO in diocesi: il programma
Domenica 10 ottobre
Ore 11,30: chiesa di San Francesco di Paola,
S. Messa presieduta dal Vescovo; all’inizio
le associazioni ambientaliste esporranno il
programma e proposte per il 2010/11; alla
fine il vescovo Gerardo consegnerà il messaggio del Papa per la giornata della pace
2010: “Se vuoi la pace, difendi il creato”.
Ore 15: percorso a piedi dell’Anello di
Gorgolungo; lunghezza km 5, interamen-
te su strada asfaltata, tempo di circa 2 ore.
Partenza presso la rotatoria in fondo a via
Coppi (oltre chiesa s. Massimiliano Kolbe)
davanti il vivaio “Maurizi Garden”, dietro la
pista pattinaggio. Portare scarpe comode, Kway, qualche bevanda e/o merenda per sosta
a metà del cammino; zainetto e/o sacco per
ripulire i bordi della strada da qualche “cartaccia”. Il cammino sarà effettuato con qualunque tempo e numero di partecipanti.
Voce della
Vallesina
pergolesi
Scusate il bisticcio
Una madre piangeva, inconsolabile
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
PARLA UN FAN[ATICO]
DEL NOTO RAPPER
Bi-cambio di iniziale rhythm & poetry
Quando canta Fabri Fibra
(ch’è del segno della Libra)
tutto l’uditorio vibra.
CANALE MUSSOLINI Ha ottenuto il Premio Strega l’opera prima di uno
scrittore di sinistra, incentrata su un maxi-successo
del mai abbastanza vituperato regime fascista. Come
dire: una vittoria... littoria.
DEFINIZIONI BALORDE MINIERA = periodo - geologico, preistorico, storico
- dalle caratteristiche ben definite; che però - anziché
durare alcuni secoli - dura una manciata di decenni.
GEOGRAFIA DILETTEVOLE
Metrica mnemonica Il Misa non bagna Milano,
il Misa non bagna Misano,
né Pisa o il contado pisano.
Qui mormora placido l’ Arno
(che scorre lontano da Sarno)
PS – Misano (RN) – Sarno (SA).
SORPRESA FUORI LUOGO
Nomi e cognomi
Di tanto in tanto i giornali si occupano di Mao Xinyu,
il nipote (figlio del figlio) del mitico Mao Zedong
(Tse-tung, secondo la vecchia traslitterazione). Al
riguardo, mi è capitato d’imbattermi nel commento
di un giornalista, moderatamente colpito dal fatto
che – ma guarda! - anche in Cina sembrerebbe vigere
l’usanza nostrana di imporre ai nipoti il nome del
nonno.
Che cosa, secondo voi, non quadra in questa
considerazione?
***
Soluzione del gioco precedente
galera - galero
NB – Forse non tutti sanno che galero è sinonimo di
cappello cardinalizio.
La Citazione
a cura di Riccardo Ceccarelli
L’esclusione della religione
Mentre riflettiamo sui moniti dell’estremismo ateo
del ventesimo secolo, non possiamo mai dimenticare
come l’esclusione di Dio, della religione e della virtù
dalla vita pubblica conduce in ultima analisi ad una
visione monca dell’uomo e della società, e pertanto a
“una visione riduttiva della persona e del suo destino”
(Caritas in veritate, 29).
Benedetto XVI, Parco del Palazzo reale di Holyroodhouse, incontrando Elisabetta II, 16 settembre 2010.
3
Con Pergolesi e Bach, in una memorabile esecuzione, concluso il Festival d’Autunno
(ghiribizzi lessicali)
10 ottobre 2010
La Pulce
Nel nuovissimo quartiere Tabor, grande viale dedicato
al Campionissimo. Che, a detta in TV di un suo ora novantenne gregario, riempiva le notti d’albergo durante
le corse con doping e donnine a tavoletta. Manco un vicolo per il grande amico-rivale. Che, a detta dello stesso
nonnino, non faceva né l’una nè l’altra cosa. Chissà: forse
perché era cattolico praticante dichiarato?
….Si era radunata una folla mente, pensò. Forse
in quella piazza di Napoli. era il suo unico figlio.
Erano donne con i capelli ar- Il musicista non diruffati, bambini scalzi, popo- menticò quella scena.
lani che avevano interrotto Più tardi, quando anil loro lavoro di artigiani e di che lui soffriva ed era
venditori ambulanti per assi- prossimo alla morte,
stere all’esecuzione di un gio- gli avrebbe ispirato
vane condannato. Un diffuso uno ‘Stabat Mater’; il
brusio giungeva fino al palco più toccante dei suoi
dove il boia, a braccia con- capolavori.
serte, aspettava. Tutti guar- ……É una delle tante
davano là, come in attesa storie narrate intordell’inizio di uno spettacolo no alla vita di G.B.
di teatro. Poi, ad un tratto, il Pergolesi. Leggenda,
silenzio. Scortato dalle guar- forse, ma ispirata da
die il prigioniero, le mani una verità che l’opera
legate dietro la schiena, la stessa racchiude. Lo
camicia aperta sul petto, ve- ‘Stabat Mater’, ultimo
niva condotto al patibolo.
respiro dell’arte pergolesiaSolo una donna non guar- na, è intriso di un intimismo
dava. Vestita di nero, pal- drammatico quale mai neslida come di cera era acco- suno prima aveva espresso.
vacciata per terra, in fondo, Il dolore è umano, sincero,
all’angolo di una casa. A ma più intuito che turbato,
capo chino piangeva som- agitato, manifestato apermessamente, sopraffatta da tamente. A tratti è espresso
un dolore indicibile. Era sua con dolcezza infinita, a volte
madre.
diventa una preghiera acAnche un musicista era lì e corata, intensa e comunque
osservava la scena da lonta- fiduciosa. Per questo allora
no. Lo colpì il dolore muto commosse profondamente.
di quella donna dal cuore Chi lo ascoltò comprese che
straziato. Forse suo figlio era quello descritto dalla musica
stato condannato ingiusta- era un dolore immenso, su-
blimato dalla fede, ma autentico e universale: per questo
veramente toccante. E anche
oggi non diversamente così
lo si intende.
Musica dalla terra
al cielo
Epurata da qualsiasi inappropriata inflessione retorica e da qualsiasi forzatura
espressiva, lo ‘Stabat Mater’
di Pergolesi, nell’esecuzione dell’Orchestra Mozart
diretta dal M° Claudio Abbado, ha significativamente
Prima, durante e dopo il concerto
Visto, ascoltato, detto
Altro si è visto e di altro anche si è parlato
prima, durante e dopo lo spettacolo. Non
si può mancare di prenderne nota. Va richiamato innanzi tutto il fatto che prima
di entrare in teatro agli intervenuti è stato
cortesemente consegnato un volantino in
cui si denunciava, o meglio si spiegava, la
difficile situazione che sta vivendo oggi la
Filarmonica Marchigiana: un’orchestra che
abbiamo visto nascere e crescere e che, sotto la direzione di eccellenti maestri, ha fatto
ascoltare tanta bellissima musica. L’abbiamo applaudita in decine e decine di occasioni. Ne abbiamo registrato i progressi e i
successi colti anche in città assai distanti dal
teatro Pergolesi. Certo è che fa ormai parte
del patrimonio culturale della regione e sarebbe per questo un vero peccato limitarne
gravemente l’attività o sminuirne il valore.
Oltre le preoccupazioni e le legittime richieste però ha colpito la dignità e la correttezza
con cui la denuncia è stata fatta: non con
grida e strepiti, non con irruzioni in teatro
o impedimenti allo spettacolo, ma con una
semplice, chiara, rigorosa esposizione dei
fatti. Una dimostrazione di civiltà. Anche per
questo l’appello merita di essere ascoltato.
I più attenti fra gli spettatori sono stati i
numerosi giovani allievi della Scuola Musicale ‘G.B. Pergolesi’ che, allineati in fondo
al palcoscenico, hanno ascoltato il concerto
dall’inizio alla fine senza batter ciglio. Era
stato il M° Abbado a chiedere che fossero
presenti accanto a lui e all’orchestra. Ascoltare e osservare innanzi tutto; poi riflettere,
comprendere e imparare per diventare più
tardi nuovi maestri. Avviene nell’arte come
nella vita.
Durante l’intervallo una signora si è avvicinata, palesemente risentita: “Ma perché
non si denuncia a chiare note l’obbrobrio
delle sbarre che sono state fissate in tutti i
palchi?”. Non era, la sua, una voce isolata. Altre dello stesso tono è stato possibile
ascoltare sia dentro che fuori il teatro. La
protesta è raccolta. Impossibile non dare
ascolto ai contestatori e non occorre nemmeno tirare in ballo politica, norme, ordinanze. Basta solo un po’ di sano buon
senso.
Prima incontestabile considerazione. In
duecentoventi anni di vita non è mai accaduto che qualcuno accidentalmente o
deliberatamente si sia buttato giù dagli
spalti del Pergolesi. Nemmeno fatti simili
si sono verificati in tempo di guerra, quando il teatro venne occupato da soldati che
bivaccavano e bisbocciavano allegramente
nei palchi. Il pericolo appare dunque remoto, per non dire inesistente. Ma andiamo oltre e accettiamo come giustificabile
la preoccupazione. A scongiurarla, come
è dimostrabile, il rimedio non sembra per
niente efficace. Le massicce sbarre d’ottone applicate da un lato all’altro dei palchi
non impediscono affatto che un ragazzino possa sgusciare al di sotto e superare
il parapetto o che un adulto si lanci nel
vuoto. Inoltre, essendo parecchio arretrate rispetto al bordo, riducono la visibilità
e lo spazio, costringendo a contorsionismi
estremi chi è seduto ai posti di parapetto.
Così al pericolo supposto e non risolto un
altro, effettivo, se ne aggiunge: quello di
rischiare un torcicollo o di venire garrotati.
A volte il rimedio è peggiore del male.
A.F.C.
concluso il 25 settembre il
Festival d’autunno. Inconfondibile lo stile in cui questa prestigiosa compagine
musicale riesce a trattare
partiture pergolesiane. Specialmente in questa, ma,
come si è constatato lo
scorso anno, anche in altre pagine di musica sacra,
l’esecuzione è raffinatissima,
soffusa di misticismo e sublimata, conformemente ad
un proposito estetico a cui
orchestra e voci concordemente si attengono e che è
caratteristica propria della
direzione del M° Abbado.
Di questa musica ‘trascendentale’ è il ‘Dum emisit
spiritus’ che può ricordare
quasi visivamente gli ultimi
momenti di vita di Pergolesi; ma l’Amen’ finale appare
come una visione gloriosa
che oltre la morte spalanca i
cieli all’anima.
Sono state tratte dalla Passione secondo Matteo e dalla
Passione secondo Giovanni
anche alcune pagine che
compendiano l’arte di un altro grande compositore, J.S.
Bach. Sono state eseguite
con il Concerto in mi magg.
per violino e orchestra in cui
già si rivela tutta la genialità
strumentale del compositore
tedesco allora appena venticinquenne. La dialettica tra
solista e orchestra, descritta
da una scrittura difficilissima e per il tempo innovativa, richiede all’esecutore un
impegno tecnico straordinario quale solo pochi virtuosi
sono in grado di sostenere.
Da elogiare tutti gli interpreti: con l’Orchestra Mozart, Giuliano Carmignola,
violino solista; Julia Kleiter,
un soprano dalla voce di filigrana e Sara Mingardo,
un contralto che senza forzature riesce a scendere fino
ad abissali profondità. Quasi
quindici minuti di applausi
al termine hanno coronato
il successo di un’esecuzione
memorabile.
Augusta Franco Cardinali
Foto Binci
Il libro “Il rifugio dell’aria - Poeti delle Marche” di Francesca Innocenzi
Il confine nella scrittura tra la storia e la vita
Il percorso della poesia negli autori
delle Marche dal secondo Dopoguerra
ad oggi, con schede critiche e biobibliografiche dei principali protagonisti
dello scenario poetico regionale. È la
raccolta antologica curata da Francesca Innocenzi Il rifugio dell’aria- Poeti
delle Marche, pubblicata da Edizioni
Progetto Cultura. Il libro sarà presentato domenica 10 ottobre, alle ore 17,
presso la Sala Verdenelli a San Vittore
di Cingoli. «Il rifugio dell’aria nasce
dall’intento di una sintetica ricostruzione della poesia delle Marche dal
Secondo Dopoguerra ad oggi. –spiega
la Innocenzi- Una panoramica che intercetta i percorsi letterari ed esistenziali di autori che, intorno alla vasta
e polivalente nozione di “confine”- in
senso geografico e culturale - interagiscono costantemente con la storia,
tra vicende personali e collettive che
confluiscono nella scrittura. Lo sfondo è un tessuto epocale in continuo
fermento, dalla fase di ricostruzione
e ripresa economica all’impatto con le
ideologie, dal confronto con la società
globale allo sgorgo di moti di violenza
repressiva nel contesto dell’attuale crisi.» La curatrice dell’opera Francesca
Innocenzi dirige la collana di poesia La
scatola delle parole della casa editrice
Edizioni Progetto Cultura. Scrittrice e
ricercatrice in ambito storico-antropologico-religioso, per Edizioni Progetto Cultura ha pubblicato la raccolta
di versi Giocosamente il nulla (2007)
e le antologie di poeti Rom Versi dal
silenzio (2007) e L’identità sommersa
(2010). Al termine della presentazione
i partecipanti sono invitati ad uno spazio di degustazione enogastronomica
presso Villa La Quercia – via Cicerone
13 – San Vittore di Cingoli.
Tiziana Tobaldi
4
Voce della
Vallesina
attuALITà
10 ottobre 2010
La libertà non è un
salvacondotto per insultare
di Remo Uncini
Si è svolta, l’1 e 2 ottobre,
a Spello, una due giorni
d’incontro per riscoprire, a
cento anni dalla sua nascita e “attraverso i giovani
e i luoghi che hanno contribuito a diffondere il suo
insegnamento”, la figura di
Carlo Carretto, lo scrittore
religioso della congregazione cattolica “Piccoli fratelli
del Vangelo”. L’evento è stato
organizzato dai Comuni di
Spello e Foligno, Azione cattolica italiana (Ac), diocesi
folignese, Istituto Paolo VI e
Comunità dei Piccoli fratelli
del Vangelo.
I suoi amici hanno ricordato l’uomo che ha segnato la
loro esistenza con un incontro, una parola, il ritrovarsi
nella cappella della fraternità in preghiera. Gli storici che hanno parlato di lui
hanno osservato l’uomo che,
nella chiesa negli anni Cinquanta, ha avuto un ruolo
importante per i giovani,
riuscendo a coinvolgerli. Il
2 ottobre del 1985 fratel
Carlo moriva in fraternità,
attorniato dai fratelli, mentre intonava l’inno del Magnificat. Vorrei ricordarlo
anch’io con alcuni episodi
che ho vissuto. Un giorno
in fraternità fratel Carlo mi
disse: «Se qualcuno ti domanda se c’è il prof. Carlo
Carretto digli che è morto.
Se invece vogliono incontrare fratel Carlo digli che è
nel pollaio a dare il mangime ai polli.» Dopo aver trascorso dieci anni a El Abiodh, nel deserto del Sahara,
aveva aperto una fraternità
dei Piccoli Fratelli di Charles de Fuocauld vicino al
cimitero di Spello. Quando
lo incontrai l’esperienza era
agli inizi, in un vecchio convento da ripulire. Mi chiese
di fermarmi. La giornata era
suddivisa in due momenti:
la mattina si lavorava e nel
pomeriggio c’era l’esposizione eucaristica. Le fraternità,
di cui lui faceva parte, erano immerse nelle situazioni
più povere, in ambienti difficili. Sparse per il mondo
cercavano di condividere la
vita dei poveri: vivendo nelle stesse catapecchie o nelle
periferie delle metropoli,
da contemplativi, nascosti.
Solo con l’amicizia e il lavoro si donavano agli altri
e con la preghiera invocano
intercessioni nei confronti
dei poveri con cui stavano
quotidianamente.
Fratel
Carlo è stato una delle figure di maggior rilievo del
mondo cattolico italiano;
ha ricoperto vari incarichi
all’interno dell’Azione Cattolica Italiana, ed è stato
presidente della Giac. È stato colui che organizzò nel
1948 il raduno dei “Baschi
verdi” a Roma, in piazza S.
Pietro, con circa 300.000
giovani provenienti da tutta Italia che esprimevano la
loro fede e il loro impegno
sociale. «A voi, uomini di
governo, noi giovani chiediamo solo due cose, il lavoro e la casa. Dateci lavoro, vi
scongiuriamo; siate coraggiosi! Non deludeteci! Siate
gli iniziatori di una politica
sociale coraggiosa e i giovani vi guarderanno con ammirazione e vi seguiranno».
Anni difficili per l’Italia, con
una fragile democrazia conquistata da poco. Si cercava
di risorgere dalle macerie
del fascismo. Fratel Carlo
visse convinto che la democrazia dovesse essere
sostenuta dai credenti. Non
voleva assolutamente che i
giovani fossero strumentalizzati per progetti autoritari. Rimarcava il ruolo religioso dell’Azione cattolica,
che doveva principalmente
interessarsi all’uomo, ricercare la giustizia e la verità,
in coerenza con il Vangelo,
per costruire una società libera e democratica. Fu preso in mezzo ad una morsa
politica. Allora la paura della venuta del comunismo da
parte della chiesa era forte.
Si faceva strada nel partito
cattolico la convinzione che
forse era meglio allearsi con
quello che l’Italia, con tanta
sofferenza, riuscì a sconfiggere. Tra i due estremi
si sceglieva il male minore! Lui si rifiutò, ribadendo
il valore della democrazia.
Da sola poteva bastare a
sconfiggere gli assolutismi
politici sia di destra e sia
di sinistra. Venne emarginato. Si dimise dall’Azione
Cattolica. Non si rifugiò
nella vita religiosa a causa
di questa delusione. La sua
autentica vocazione nasceva dall’esigenza di vivere le
contraddizioni dalla parte
dei poveri, degli ultimi, con
l’aiuto di una preghiera intima profonda. Aveva la
coscienza di una chiesa che
non poteva stare al di fuori
della storia dell’uomo, ma
che doveva compromettersi
a favore dell’uomo più povero, più emarginato, per
far rinascere la sua libertà e
il suo riscatto. Confondersi
con l’uomo sofferente, per
diventare pane e vino che
si dona. Quando fratel Carlo giunse nella fraternità di
Benis Abbes, il suo maestro
dei novizi fratel Milard lo
invitò a spogliarsi completamente del suo bagaglio
intellettuale. Aveva con sé
gli indirizzi dei suoi amici.
Il maestro lo invitò a farne
un falò. Gli disse: «Bruciali. Rimani solo con Dio.»
Ha vissuto da povero, da
solitario, da innamorato di
Dio. Chi lo incontrava avvertiva quella fede spoglia,
vera. Quando un giorno
alla settimana ci si alzava
per la preghiera notturna,
ricordo che passava per le
celle e gridava: «Fratelli, il
sole è già alto! Il Signore vi
chiama!» Era ancora notte
fonda. Assonnati, di fronte
all’Eucaristia illuminata da
quattro ceri, cercavamo di
bucare l’infinito. È una figura ancora profondamente attuale, un riferimento
importante soprattutto ai
laici. Che siano nella chiesa
popolo di Dio in cammino,
e come lui testimoni del Risorto.
Ho seguito in diretta televisiva l’intervento dell’onorevole Antonio Di
Pietro, il pomeriggio del 29 settembre
nel corso del dibattito sulla fiducia al
governo. Chi se lo avesse perduto può
trovare discorso e video su internet
sul sito dell’onorevole uomo politico.
Mi sono vergognato come cittadino
di questo paese. Proprio per quanto
diceva contro il capo del governo. A
prescindere da chi sia il capo del governo. Ormai siamo abituati ad avercela con lui. Dopo avergli dato altre
volte del “nazista”, del “fascista” del
“magnaccia”, del “corruttore”, del “dittatore sudamericano”, in questa circostanza l’on. Di Pietro gli ha dato
del “Nerone” e dello “stupratore della
democrazia”. La Camera dei deputati
si è trasformata in quel momento in
una malfamata osteria. Il presidente
Fini lo ha richiamato per due-tre volte, la destra protestava, gli altri ascoltavano in silenzio non nascondendo
un certo compiacimento, chiaramente però non dissociandosi. Mi sono
offeso e vergognato come cittadino,
ripeto. Ci sarebbe, è vero, da sentirsi
offesi e di vergognarsi per tante altre
cose che accadono in questo paese,
questa però non lo è da meno, perché è sintomatica di un dialogo che
si fa fra sordi barando sulle parole e
a suon di insulti. C’è da essere offesi
l’asterisco
Ricordi di un innamorato
di Dio...
di Riccardo Ceccarelli
*
perché non era quello il linguaggio
da usare in Parlamento, linguaggio
e tono che erano di una volgarità da
suburra, indegni di un parlamentare
che per quanto, e anche giustamente, contrario al governo e al suo capo,
deve avere un minimo di educazione,
deve avere un comportamento degno
di una persona civile. In questa occasione invece si sono superati tutti i
limiti della buona creanza, tra la soddisfazione di molti che in cuor loro
(ma non solo) dicevano “Finalmente
gliele dice tutte!”. Est modus in rebus,
sostenevano gli antichi, cioè c’è modo
e modo nel dire le cose. Di Pietro non
l’ha usato. Il suo è stato uno show indegno della Camera dei deputati. Insulti dopo altri insulti, detti, o meglio
urlati, da un onorevole che certamente non gli fanno onore. Lui sì, se ne fa
vanto e se ne farà ancora. Contento
lui. Quello che mi ha fatto meraviglia,
e dato pure fastidio, è che di fronte a
questo inveire sconclusionato e indecoroso per il luogo ed il ruolo, molti
non hanno battuto ciglio. Non perché dovevano difendere il capo del
governo ad ogni costo, ma per difendere la dignità del Parlamento e di un
rappresentante del popolo che come
minimo deve avere intelligenza, dignità e correttezza. Il giorno dopo, il
30, il sen. Giuseppe Ciarrapico non è
andato per il sottile nei confronti di
Fini: “Chi ha tradito una volta, tradi-
PILLOLEdiRISORGIMENTO
di Giacomo Galeazzi
Demografia
e famiglia
in Europa
sce sempre. I finiani hanno già ordinato le kippah”, ha detto. Apriti cielo!
Tutti a prendersela giustamente con
il senatore. Una “bufera per i toni antisemiti”, come hanno scritto i giornali il giorno successivo (“Avvenire”
ed altri), e “insorgono le comunità
ebraiche”, nonostante le precisazioni
del senatore. Bufera per il senatore,
calma e bonaccia per Di Pietro. Si ha
l’evidenza di essere di fronte a due
(che dico due! ma più ancora) pesi e
ad altrettante misure. Simpatie, antipatie, ideologie, tessere ed aperta militanza in partiti fanno cambiare pesi,
misure e criteri di giudizio. Fanno
chiudere gli occhi di fronte alle cose
più chiare e lampanti, offendendo la
propria intelligenza. Ma per difendere l’indifendibile, si è pronti anche a
questo. Lo si è visto, ma ci vogliono
i soliti paraocchi per dire di non aver
visto e rendersene conto. Un seggio
parlamentare non è un salvacondotto per l’insulto. Neanche la libertà di
parola e di pensiero è un salvacondotto per l’insulto e l’offesa o per un
linguaggio grossolano e maleducato e
alla fin fine penoso, perché se in questo caso mi hanno fatto vergognare
le parole dette, il personaggio mi ha
fatto più pena.
PS. La libertà di pensiero è non condividere quanto ho scritto, nel rispetto
reciproco però, senza insulti e senza
mandarci in quel paese.
di Massimo Frittelli
Sos dei vescovi europei per le culle vuote
nel Vecchio Continente. L’ultima assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee) si è
svolta a Zagabria, nell’Istituto pastorale
dell’arcidiocesi, su invito del cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria e di
monsignor Marin Srakic, Presidente della
Conferenza episcopale croata. La riunione dei presidenti delle conferenze episcopali d’Europa ha avuto per tema: «Demografia e Famiglia in Europa». In vista di
definire il ruolo dell’istituzione famigliare
nella società europea in riferimento anche all’andamento demografico alle politiche in sostegno alle famiglie adottate dai
singoli Stati ed alla pastorale svolta dalla
Chiesa, i vescovi europei hanno promosso
un’inchiesta tra le conferenze episcopali.
In questo modo sono stati raccolti elementi relativi all’evoluzione demografica,
l’indice di fecondità, il rapporto fra immigrazione e crescita locale, l’incidenza del
cambiamento demografico sulla vita delle
famiglie, sul lavoro e sull’assistenza sociale; e ancora su i programmi d’adozione,
le leggi, i piani e programmi specifici di
sostegno alle famiglie numerose e sulla
definizione dell’istituzione della famiglia
all’interno delle diverse Costituzioni.
La “primavera dei popoli” è
la definizione che viene data
al 1848, alla terza ondata rivoluzionaria della prima metà
dell’Ottocento che ha visto una
partecipazione popolare come
mai prima. A quell’epoca gran
parte delle genti d’Europa si ribellarono chiedendo la ridefinizione dei poteri statali, istanze
di libertà, rappresentanza politica; insomma, migliori condizioni di vita. La contemporaneità dei moti li fece apparire
come movimenti diversi di un
unico processo rivoluzionario.
Ma le rivolte ebbero svolgimenti ed obiettivi differenti anche
se originariamente accomunati da una sentita aspirazione al
cambiamento. Ad incendiare il
“movimento rivoluzionario europeo” fu l’insurrezione di Parigi, il 22 febbraio 1848, e Luigi
Filippo d’Orleans fu costretto ad
abdicare. Proclamata la Seconda
repubblica un governo provvisorio varò provvedimenti democratici tra cui l’eliminazione
dei titoli nobiliari e la riduzione
a 10 ore della giornata lavorativa. Presidente divenne Carlo
Luigi Napoleone Bonaparte che,
avendo partecipato nello Stato
della Chiesa ai moti di Romagna
del 1831, sembrava offrire ga-
ranzie di libertà. Nel 1851, però,
con un colpo di stato sciolse il
parlamento e con due plebisciti riuscì a legittimare il proprio
potere fino ad assumere il titolo
di Imperatore dei francesi. Con
il nome di Napoleone III regnò
diciotto anni fino al 1870; un
cammino destinato ad incrociarsi con le vicende risorgimentali italiane. Cinque giorni dopo
Parigi fu la volta di Vienna, il 27
febbraio. Nel marzo una manifestazione di studenti coinvolse
l’intera popolazione e l’influente
cancelliere austriaco Klemens
von Metternich fu costretto alle
dimissioni. Nove mesi dopo
l’imperatore Ferdinando I abdicò in favore del nipote Francesco Giuseppe. Il nuovo Reggente
resisterà sul trono dell’Impero
d’Austria e del Regno d’Ungheria dal 1848 al 1916. Settantotto
anni di potere con i quali gli Stati italiani preunitari e il Regno
d’Italia si sono dovuti confrontare. In Gran Bretagna, nella
patria della “rivoluzione industriale”, le tensioni sociali vennero sedate con la concessione
di riforme istituzionali, come la
nuova legge elettorale. Frattanto nella Londra “vittoriana” del
febbraio 1848, veniva stampato
Das Manifest der Kommunistischen Partei di Marx ed Engels.
Continua 3
Convegno all’Ospedale Urbani sul trattamento del dolore neoplastico
Iom e medici uniti contro il dolore
Un importante convegno si è svolto
nell’aula della formazione della Zona
Territoriale 5 a Jesi, sabato 25 settembre, sulle linee indirizzo del trattamento farmacologico nel dolore neoplastico nell’adulto. Aperto dall’intervento
del direttore della Zona 5, Maurizio
Bevilacqua, l’incontro è proseguito con
il saluto e il ringraziamento del presidente dell’Associazione Amici dello
Iom Jesi e Vallesina, Anna Quaglieri, la
quale ha ricordato l’importante connubio tra il lavoro dei medici di famiglia
e l’azione del personale e dei volontari
dello Iom, entrambi vicini alle esigenze del malato. L’incontro formativo ha
previsto come riferimento il decreto
che la Giunta Regionale ha di recente
emanato in materia: sono stati trattati
i temi riguardanti il dolore nel paziente e i nuovi approcci terapeutici. Per
l’occasione è stato presentato anche il
nuovo ambulatorio per la terapia del
dolore presso l’ospedale di Jesi, coordinato da Tonino Bernacconi, direttore
di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale, e da Giacomo Zenobi, medico
anestesista.
L’incontro è proseguito con numerosi interventi: Giorgio Rossi e Vitaliano Pieroni, rispettivamente direttore
e medico di Oncologia di Jesi, nonché
di Sergio Cascia, medico di medicina
generale, vista l’importanza dell’argomento riguardo alla continuità assistenziale sul territorio.
Con le linee d’indirizzo del trattamento farmacologico nel dolore neoplastico nell’adulto, la Regione Marche
in aderenza al Piano sanitario intende
promuovere un nuovo modello organizzativo di continuità tra ospedale e
territorio.
Da sottolineare ancora la partecipazione dello Iom, nell’ottica del migliore
raccordo tra sistema non profit e strutture pubbliche a vantaggio dei pazienti.
Marco Cremonesi
Voce della
Vallesina
regione
Luaj: il 10 ottobre si apre l’anno accademico
Lezioni e laboratori per gli iscritti
Domenica 10 ottobre, ore
10, presso la sala della Circoscrizione Ovest in piazzale
San Francesco, si aprirà il
XXIII anno Accademico della
LUAJ (Libera Università per
Adulti di Jesi), con la prolusione tenuta dal prof.ssa Ulla
Schrøder Musarra sul tema “I
luoghi degli scrittori: viaggio letterario in Sicilia”. Lunedì 11 ottobre inizieranno
le lezioni con il prof. Fabio
Bertarelli e il prof. Antonio
Ramini. Settimanalmente le
lezioni saranno tenute nei
giorni di lunedì, martedì e
giovedì, come negli anni passati. I rituali argomenti trattati nelle diverse discipline
(letteratura, filosofia, diritto,
scienze, psicologia, medicina…) saranno arricchiti dagli
interventi del sig. Gastone
Pietrucci, fondatore e animatore del gruppo musicale
“La Macina”, che affronterà
il tema “Nel canto la memoria - Un canto d’amore lungo
quaranta anni”.
Segnaliamo che quest’anno
le lezioni di storia, tenute dal
prof. Agostino Amedoro, saranno incentrate sul Risorgimento, in occasione del centocinquantesimo anniversario
dell’unità d’Italia. Altra novità
rispetto allo scorso anno, sarà
la ripresa dell’insegnamento
della lingua francese.
Accanto a questi incontri culturali l’attività della LUAJ sarà
completata da diversi laboratori, come per il passato: cineforum e uscite di interesse
culturale per visitare mostre,
musei, città d’arte...
Le iscrizioni a questa università sono già iniziate il 27 settembre e saranno aperte fino
al mese di gennaio 2011.
Il Presidente e il Consiglio
Direttivo formulano un sincero augurio di felice anno a
tutti gli iscritti e a quanti con
il loro generoso contributo
operano per il mantenimento
e la continuazione di questo
sodalizio attivo per l’insegnamento permanente e per fini
di solidarietà sociale.
Il presidente
Giancarlo Vecci
La Mediateca delle Marche verso nuove sfide
Unire è ottimizzare le risorse
Le strutture culturali pubbliche in Italia e in Europa si trovano oggi davanti a nuove sfide sia strutturali sia di programmazione, pertanto appare
utile un raccordo tra le istituzioni culturali locali
che ottimizzi le risorse. Il progetto della costituzione di un nuovo soggetto che unisca le funzioni
della Mediateca delle Marche, della Film Commission e dell’Archivio dei Beni Culturali della
Regione, riteniamo sia un obiettivo importante,
fondamentale per il futuro delle attività del cinema, dell’immagine, e della valorizzazione del nostro patrimonio documentale analogico e digitale.
Avere un unico soggetto che si interessi e abbia
competenza sull’intero settore cinematografico e
di valorizzazione dell’immagine è una scelta non
solo necessaria, ma che va verso una maggiore
professionalizzazione delle competenze, dei ruoli
e dell’attività di tutto il sistema artistico e culturale. Unire in questo caso non è solo ottimizzare le
risorse ma anche renderle più funzionali a dare
alla nostra Regione una infrastruttura culturale
che interpreti al meglio l’importante patrimonio
che abbiamo a disposizione e ancora molto da
scoprire e recuperare. Un patrimonio che è anche umano costituito da professionisti e aziende
di grande valore, da un paesaggio che offre numerose e possibili location dove poter ospitare
importanti produzioni e enti e associazioni con
cui concertare e programmare progettualità e
rendere più virtuoso economicamente il nostro
impegno a sostegno del cinema e dell’immagine
nelle Marche.
Sandro Giorgetti
Presidente Mediateca delle Marche
10 ottobre 2010
5
Gli incontri del circolo Ferrini: il prossimo l’8 ottobre
Dalla scuola alla vita del beato Contardo
Martedì 28 settembre si è
svolto il primo incontro
dell’anno sociale al Circolo
Ferrini. Il tema trattato era
“La scuola nel Regno d’Italia”. Si è parlato delle leggi
Casati, Coppino, Gentile,
inerenti alla pubblica Istruzione; interessante un breve
excursus sugli articoli della
Costituzione Repubblicana
in merito al problema. Un
risalto particolare ha assunto la presenza femminile
nel mondo della scuola a
partire dal 1861; sono state citate le testimonianze
dell’epoca legate alla figura
dell’allora giovane maestra
Anna Benfenati di Bologna.
In una sua lettera aveva ricordato con emozione una
frase del Sindaco della sua
città, pronunciata in occasione
dell’inaugurazione
della Scuola Femminile Superiore: “La donna allora
non si vorrà più la schiava di
un tempo dell’uomo, ma la
sua vera compagna …”. Dallo
studio delle vicende storiche
è emerso che la scuola non è
certo perfetta, ma è sempre
pronta a rinnovarsi, senza
abbandonare mai del tutto la
tradizione classica che connota la nostra identità. Questa, infatti, ha radici nella
civiltà greco-romana: è qui
che è stato costruito l’impianto strutturale della nostra memoria culturale, e la
storia che verrà con questa
memoria dovrà fare i conti
sia nell’accettazione di essa,
sia nel rifiuto di qualche suo
elemento di fondo.
M. Costanza Santacroce
Dopo l’incontro tenuto dalla
prof. Santacroce, il prossimo
appuntamento del Circolo
sarà dedicato a conoscere
la vita e l’opera del beato
Contardo Ferrini (Milano, 5
aprile 1859 – Suna, Novara,
17 ottobre 1902). Studioso,
giurista e ricercatore stimato, il Ferrini coltiva anche
una forte spiritualità, che
gli permetterà di distinguersi in un ambiente fortemente anticlericale. Sale
cinematografiche,
circoli
cattolici, scuole, istituti, vie
e piazze sono state in passato intitolate al suo nome,
ma oggi sembra completamente dimenticato. La sua
vita, interamente dedicata
alla scienza, nello sforzo di
perfezionare se stesso, non
presenta tratti miracolistici
ed eclatanti, eppure il papa
che gli era stato amico, Pio
XI, ha affermato che “parve
quasi miracolo la sua fede e
la sua vita cristiana, al suo
posto e nei tempi nostri”.
L’incontro che si svolgerà
al circolo jesino che porta il suo nome, sarà tenuto
dall’ins. Jole Ciarmatori e si
svolgerà venerdì 8 ottobre
alle ore 16,30 presso il teatro del museo diocesano.
Chi lo desidera, potrà ritirare in omaggio un opuscolo
che presenta la vita e l’opera
del beato.
Mostra di Pasquinaccio
Da sabato 9 ottobre a domenica 17,
presso il Palazzo dei Convegni si terrà
una mostra d’arte di Rodolfo Pasquinelli, in arte Pasquinaccio, dal titolo “Linee
mai ferme – ritorno alla sua amatissima terra”. Questo titolo è giustificato
dal fatto che l’artista è vissuto e morto
lontano da questa città, ma si è sentito
sempre jesino perché figlio di genitori
jesini, che per motivi di lavoro si sono
trasferiti altrove. L’arte di Pasquinaccio
si distingue per una sua forte originalità di forme che i visitatori sapranno
apprezzare.
Si comunica che sono state recentemente realizzate al piano terra e al
primo piano di Palazzo Bisaccioni (Piazza Colocci n. 4 – piazza ove è sita la
Biblioteca Comunale) due sale museali, la prima per l’arte contemporanea
e l’altra per l’arte antica e moderna. La visita, con l’illustrazione della guida,
è gratuita e per ottenere il giorno e l’ora dell’attuazione della stessa basta
semplicemente telefonare al numero della Segreteria:
0731/207523 (n. 4 linee)
6
In ricordo di Claudia Cesaroni
La mia felicità?
L’amore
Con il testo che segue vogliamo ricordare Claudia Cesaroni,
mancata la notte tra il ventisette e il ventotto agosto scorso
in un incidente stradale. Il monologo di Claudia nasce da un
percorso sulla tragedia greca svolto nello scorso anno scolastico dall’attuale IIIC del Liceo Classico “V. Emanuele II” di Jesi,
a conclusione del quale i ragazzi sono stati invitati a comporre un personale “monologo sulla felicità”. Leggendo il lavoro
di Claudia si rimane colpiti dalla coerenza del suo pensiero e
dalla concretezza delle sue idee. Claudia scrive della sua felicità, fatta di tutti i momenti della vita quotidiana, da quelli
più difficili a quelli più spensierati, a volte anche con ironia.
Nelle sue parole la scuola, la letteratura diventano pensiero,
vita, messaggio e testimonianza d’amore per i famigliari, gli
amici, gli esseri umani. Il testo si conclude con la citazione di
un famoso verso dell’Antigone di Sofocle che Claudia e i suoi
compagni di classe hanno amato e interiorizzato come esempio di giovane donna che lotta e agisce secondo le “leggi del
cuore”.
Claudia ci ha trasmesso con grande maturità e determinazione il senso della sua felicità: l’amore.
prof.ssa Vera Valletta,
insegnante del Liceo Classico di Jesi
La felicità non cerca definizioni.
La felicità non chiede di essere ostentata, raccontata,
resa superficiale.
La felicità va raggiunta, cercata e soprattutto vissuta.
Eppure è fatta oggetto di
tanta letteratura, di tanto
cinema, di tanto teatro al
punto che viene minacciata, messa in discussione, la
sua stessa esistenza e “consistenza”.
Alcuni hanno creduto o
credono che essa sia un’illusione ma che truce definizione: illusione!
Io al contrario penso che
la felicità esista; la felicità è
una conquista e come ogni
conquista va mantenuta,
curata, protetta, difesa: è
labile.
Siamo gli artefici del nostro
destino, non più sottoposti ad una sorta di volere
divino e come tali, ogniqualvolta la felicità viene
a mancare non possiamo
che attribuire la colpa a noi
stessi.
Abbiamo rivendicato le
nostre capacità razionali e
come esseri ragionevoli e
agenti, la nostra felicità la
costruiamo con le nostre
forze.
Io sono una persona felice,
molto felice, ma ammetto
che questa felicità ha un
prezzo: per questa felicità
soffro, lotto e faccio delle
rinunce, così come si lotta
per amore, per denaro, per
qualsiasi altro valore delle
nostre meravigliose e sorprendenti esistenze.
Sorrido certe volte quando
ascolto qualcuno piangersi
addosso e dire: “ma perché,
perché non posso anch’io
essere felice?” mentre mi
accorgo che magari si tratta di un ragazzo come me,
fortunato, con una famiglia,
con un’istruzione, insomma
con mille possibili prospettive, ma che insegue la propria felicità sedendo nella
Voce della
Vallesina
psicologia e società
10 ottobre 2010
più lurida panchina dei
giardini pubblici a fumare marijuana perché tanto
della sua vita non importa a
nessuno, e la vita è crudele,
mentre la droga, quella sì
che è uno sballo.
Non vorrei peccare di presunzione né tantomeno cadere nella tipologia libretto delle istruzioni: come
raggiungere la felicità? Ma
sono totalmente persuasa
del fatto che la felicità sia
una valore sotteso ad ogni
nostra azione, che sia il fine
ultimo dell’uomo, la molla
che spinge ciascuno a tentare, ad agire: dal ladro che
ruba perché la sua felicità
consiste nell’avere molti
soldi, al missionario per il
quale la felicità è il sorriso
di un bimbo salvo dall’Aids.
Eh già, la felicità è anche
difficilmente concettualizzabile, è una realtà apparentemente così utopica ed
astratta che nel momento
in cui arriva non è quasi
tangibile né riconoscibile.
La mia felicità? L’amore.
È tornare a casa e avere altri
tre cuori che attendono impazientemente il mio arrivo,
un po’ per la fame un po’
per ascoltare le ultime tragedie scolastiche; è ricevere
il messaggio: allora… solito posto solita ora corsetta
scaccia-pensieri o superabbuffata di pizza e gelato?; è
ricevere quel mazzo di fiori
sempre senza alcuna ricorrenza e non avere il bisogno
di ipotizzare il mittente;
è avere qualcuno con cui
piangere, con cui litigare,
con cui parlare, con cui festeggiare, da abbracciare.
Questa è la mia felicità: ricordare che siamo prima di
tutto uomini, che assumiamo un significato solo in relazione agli altri, che siamo
le persone che incontriamo
e che “sono nata per amare
insieme”.
Questo mi rende felice.
Claudia Cesaroni
l’oro e la sapienza
di
Mi colpisce sempre la saggezza che gli uomini, nel
tempo, sanno trovare in sé
stessi e riescono a condividere tra loro. E mi colpiscono
altrettanto la leggerezza e la
velocità con cui, poi, siamo
capaci di perderla. Come se
la nostra mente vivesse in un
movimento oscillatorio continuo. Raggiungiamo punti eccelsi di comprensione
della vita, per poi perderci
in una sorta di labirinto che
non permette di guardare ‘oltre’ né di vedere vie di
uscita percorribili.
Federico Cardinali
ca.
Uno dei miti più conosciuti
nella nostra cultura occidentale ci viene dal racconto
biblico del viaggio dell’antico
popolo ebraico nel deserto,
dall’Egitto alla Terra promessa. Lasciati a loro stessi
da Mosè, che era salito sul
monte per ‘incontrare’ Dio,
gli uomini si costruiscono
un dio fatto con le loro mani
e con il loro oro (Esodo, 32).
Il vitello d’oro è la concretizzazione del rischio di far
diventare dèi le cose di cui
erano circondati.
Ascoltiamo queste parole. “Concedetemi di diventare
Sono di duemila 400 anni fa.
bello di dentro, e che tutte
- Socrate: Non conviene ri- le cose che ho di fuori siano
volgere una preghiera a que- in accordo con quelle che ho
sti dèi prima di metterci in dentro”.
cammino?
Spesso, riflettendo su uno
- Fedro: Come no?
stile di vita che sempre più
- Socrate: Caro Pan, e voi al- caratterizza questi nostri
tri dèi che siete in questo luo- tempi, noi parliamo di culto
go, concedetemi di diventare dell’apparenza. L’apparire è
bello di dentro, e che tutte diventato una specie di nuole cose che ho fuori siano in vo idolo al quale sacrificare
accordo con quelle che ho tante nostre energie. Vestidentro.
ti firmati, costino quel che
Che io possa considerare ric- costino. Perfino per i nostri
co il sapiente e che io possa bambini - salvo poi a tortuavere una quantità di oro rarli perché stiano attenti a
quale nessun altro potrebbe non sporcarsi per non roviprendersi né portar via, se narli… Poco tempo fa ho innon la persona temperante.
contrato una giovane coppia,
entrambi preoccupatissimi
La preghiera agli dèi “prima per cosa mettere alla bimba,
di metterci in cammino”. di quattro mesi, per il giorno
La consapevolezza che il del suo battesimo. Avevano
cammino della vita sulla ter- già girato cinque negozi di
ra non è percorribile senza abiti per bambini, ma non
la compagnia del cielo.
erano ancora soddisfatti!
Perché questo bisogno? Poi i figli vanno a scuola: alDove nasce? E per quale lora scarpe, magliette, perfiscopo? Per non perderci, io no gli zaini. Tutto deve essecredo. Per non perderci nel- re firmato. Non parliamo poi
la confusione dei pensieri e dei ‘ritocchi’ ai quali ormai ci
nel rischio di ‘divinizzare’ le stiamo sottoponendo, a tutti
cose di cui ci circondiamo. i livelli della scala sociale.
È l’esperienza di vita e la ca- Lifting, trapianto di capelpacità di riflettere su di essa li, lampade, seni al silicone…
che ci spinge a questa ricer- Basta, fermiamoci qui.
Il culto dell’esteriorità per
coprire la povertà interiore?
La preghiera di Socrate per
ottenere la bellezza dentro.
Non solo. Va ancora oltre:
la sintonia tra il dentro e
il fuori. L’armonia tra ciò
che appare e ciò che siamo.
Un altro Maestro del passato, quattrocento anni dopo,
chiamava “sepolcri imbiancati” quelli che curavano il
fuori, l’apparire, trascurando
l’interno del cuore (Matteo
23,27-28). Con il risultato
che in pubblico apparivano
puliti e perfetti, ma dentro
erano pieni di vuoto e di falsità. (Proprio questi giorni
ci siamo dovuti sorbire un
capo di governo, maestro
nella cura dell’esteriorità, nel
suo divertirsi, in privato, tra
una bestemmia e un insulto
agli ebrei).
Ancora Socrate: “Che io possa considerare ricco il sapiente e che io possa avere
una quantità di oro quale
nessun altro potrebbe né
prendersi né portar via, se
non la persona temperante”.
Questa parte della preghiera,
forse, è ancora più difficile. Vedere la ricchezza nella sapienza. E desiderare il
possesso di tanta ricchezza
quanta ne vorrebbe per sé la
persona che sa lasciarsi guidare, nei suoi desideri, dalla
temperanza.
Due sono le parole che usa
questo maestro dell’antichità. Le prendiamo nella sua
lingua originale, il greco.
Sof ìa (= sapienza): essa indica la capacità di guardare
la vita, e le vicende che l’accompagnano, con gli occhi
della saggezza umana, arricchita e illuminata dalla luce
del Cielo. La sapienza è la
ricchezza che egli vorrebbe
possedere.
L’altra parola è sofrosýne:
essa indica la modestia, la
moderazione, la temperanza. La capacità di lasciarci
guidare da un sano equilibrio nel desiderio e nell’uso
delle cose e dei beni che ci
servono per vivere. Un sano
equilibrio nella ricerca dei
piaceri della vita e nel saperli
coniugare con l’accettazione
della fatica e della sofferenza
che, inevitabilmente, li accompagnano.
E come si fa a trovare la sapienza? Dove cercarla?
In un testo più recente, trecento anni dopo Socrate, è
scritto: “Chi si alzerà presto
per cercarla non dovrà faticare: la troverà seduta alla
porta di casa. La sapienza
comincia proprio allora:
quando uno desidera essere istruito da lei” (Sapienza
6,14.17). ‘Alzarsi presto’ è
un’immagine per indicare la
necessità di essere svegli, di
non lasciarci incantare dai
‘pifferai magici’ che possiamo incontrare nella vita.
Un ultimo pensiero. La sapienza è una dimensione
della vita che va anche oltre
la scienza. Questa ci arricchisce del sapere, della possibilità di conoscere il mondo
in cui viviamo. La sapienza
è la capacità di guardare le
cose e le esperienze della
vita restando ancorati alla
terra, ma con lo sguardo del
Cielo. E’ la capacità di essere
con i piedi saldi sulla terra,
coltivando, nello stesso tempo, la capacità di volare per
poter guardare le esperienze
della vita dall’alto.
Per questo, non a caso, le
diverse religioni considerano la sapienza come un
dono di Dio.
Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected])
o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI
Medicina: il rapporto tra etica e morale in un convegno a Jesi
Scelte e pluralismo etico
L’impatto della medicina interna
sulle tematiche relative alle terminalità e alla preterminalità è molto
forte ed è per approfondire questo
argomento che l’Accademia Medico
Chirurgica del Piceno ha promosso
un seminario di studi in collaborazione con l’associazione Iom e con
il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. Il dott. Marco Candela, in qualità di presidente
dell’Associazione Internisti Marchigiani, ha inaugurato l’incontro che si
è svolto presso il circolo cittadino di
Jesi. Nel suo saluto, il vicesindaco di
Jesi, Stefano Tonelli, si è soffermato
sulle situazioni nelle quali le persone non riescono ad esprimere la
loro volontà e che si trovano anche
in situazioni drammatiche familiari.
“Lo Iom è nato per la gente e vuole
rimanere tra la gente” ha affermato
la presidente Anna Quaglieri che ha
anche voluto esprimere gratitudine
al dott. Paolo Agostinelli, primario
di medicina interna all’Ospedale
di Jesi che, insieme al suo reparto,
sono sempre sensibili alle necessità
espresse dai pazienti seguiti dall’associazione. Il dott. Agostinelli ha
fortemente voluto il convegno che
ha approfondito il trattamento di
fine vita, il testamento biologico e
è riuscito a semplificare il tema con
questo esempio sulla discrepanza tra morale ed etica: “É morale
assistere una novantenne con una
insufficienza respiratoria? Certo, è
morale. Ma è etico togliere un posto in rianimazione a un ragazzo
di 20 anni vittima di un trama della
strada?”. Il vescovo Gerardo ha preso parte ai lavori ed ha contribuito
con un suo pensiero: “È questo un
argomento che non può non coinvolgerci: le questioni di etica non
sono mai il discorso di partenza ma
dietro c’è sempre la domanda su che
cosa si pensa dell’uomo”. Il direttore sanitario dell’Azienda sanitaria,
zona territoriale di Jesi, Claudio
Martini ha poi detto che “il legame
tra medicina ed etica è inscindibile; di fronte a ogni atto medico c’è
una precisa scelta etica ispirata a
orientamenti culturali diversi e che
riguarda tutti i medici.”
Pasquale Liguori, presidente del
Tribunale del Malato, ha portato le
sue considerazioni ricordando i diritti dei pazienti all’informazione,
all’accoglienza, al rispetto e al consenso informato.
Il convegno è poi proseguito con le
relazioni dei medici tra cui quella
del dott. Massimiliano Marinelli che
ha evidenziato come la tecnologia
in medicina abbia rafforzato il processo di medicalizzazione per cui la
nascita e la morte sono, in qualche
modo, nelle mani della medicina
e le tecnologie impongono spazi
differenti. È necessario poi tenere
conto del pluralismo etico perché
il medico può avere a che fare con
soggetti che hanno una fede diversa
e dovrebbe riuscire a capire la scala
di valori del suo paziente senza mai
presumere di conoscere quale è la
scelta migliore per quell’uomo.
Nella foto il dott.
Paolo Agostinelli
Voce della
Vallesina
vita ecclesiale
LA CHIESA LOCALE
IL DIARIO
DEL VESCOVO
GERARDO
Venerdì 8 ottobre
Ore 9.45: Seminario, incontro con Parroci e CSI
per oratori
Ore 19: Ritiro per Giovani unitalsiani
Sabato 9 ottobre
Ore 19: S. Kolbe, S. Messa e Rito di ammissione
fra i Candidati al Diaconato
Domenica 10 ottobre
Ore 11.30: Parrocchia S. Francesco di P., S. Messa
Ore 15.30: Celebrazione della Giornata del
Malato
Ore 17.30: Montecarotto, Processione nella festa
di San Placido
Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
Vocazionale
Lunedì 11 ottobre
Ore 18.30: Cattedrale, S. Messa e Cresima
Ore 21: Parrocchia Divino Amore, incontro con i
Genitori dei Cresimandi
Martedì 12 ottobre
Ore 15: Il vescovo, dalle 15 in poi, riceve senza
appuntamento in Duomo - cappella di San
Floriano - per colloqui, confessione ecc.
Domenica 17 ottobre
Ore 11: Parrocchia Divino Amore, S. Messa e
Cresima
Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
Vocazionale
Parola
di Dio
Non possiamo fare distinzioni, la fede cristiana è uguale per tutti
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la
Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si
fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di
noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti».
E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito,
tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi
piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono
stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno
che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?».
E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Commento
Gesù, maestro, abbi pietà di noi!
Il verbo usato abbi pietà (eleèo) all’imperativo passato positivo indica il comando
di dare inizio a un’azione nuova. In questo
caso è chiesta un’azione nuova da parte di
questi dieci lebbrosi, cioè essere guariti.
Ciò vuol dire che hanno fiducia in Gesù,
credono che lui possa con verità realizzare
1. Venerdì 8 ottobre, ore 21,00 - inizio percorso EVO
2. Domenica 10 ottobre, ore 16-18,30 - inizio Scuola
di preghiera
3. Venerdì 22 ottobre, ore 21,00 - secondo incontro EVO
4. Domenica 24 ottobre, ore 15,00 – Sentieri di
meditazione ( a San Silvestro di Fabriano)
5. Mercoledì 27 ottobre, ore 19,00 – inizio corso
giovani: “Dimmi come scrivi e ti dirò chi sei”.
Settimanale di ispirazione cattolica
fondato nel 1953
Non ne sono stati purificati dieci?
E gli altri nove dove sono?
Il verbo purificare (katharìzo) ha anche
altri significati: purgare, detergere, nettere ed espiare. È un verbo che riporta anche al senso del peccato, perché al tempo di Gesù si ritiene, da parte dei giudei,
che il male fisico è collegato a un peccato
della generazione precedente o a un peccato attuale della persona che incappa
nella malattia. Inoltre notiamo evidente
il lamentarsi di Gesù per la poca riconoscenza: solo uno su dieci lo ringrazia. E
ci domandiamo: perché? Da una parte
i Giudei non ringraziano, in quanto si
sentono a posto riguardo ai doni di Dio,
considerandoli una cosa dovuta per la
loro osservanza della Legge; dall’altra il
Samaritano, considerato straniero, perché non facente parte dei figli d’Israele,
non pretende alcun diritto nei confronti
di Dio, quindi riceve la guarigione come
un dono della grazia di Dio e sente il bisogno di ringraziare Gesù. E pensare che
i giudei hanno ricevuto, rispetto a tutti gli altri popoli, il dono straordinario
della prima rivelazione di Dio! Questi,
invece di essere riconoscenti, pretendono il diritto di essere ringraziati loro da
parte di Dio. Manca loro l’atteggiamento fondamentale per poter accogliere
la salvezza di Dio: la riconoscenza per i
doni ricevuti. Non riescono e ringraziare,
a lodare e a chiedere perdono, misericordia a Dio. Solo questo straniero, non
irretito da pretenzioni varie di fronte a
Dio, ha la forza della riconoscenza e del
ringraziamento conseguente.
Come cristiano so ringraziare Gesù per
il dono straordinario della vita e della
fede?
P. Silvio Capriotti ofm
Giornata diocesana del malato
Il 10 ottobre in Cattedrale
Domenica 10 ottobre la Diocesi
celebra la Giornata del Malato. Il
programma prevede l’arrivo e l’accoglienza in Cattedrale alle ore
15,30 dove il Vescovo celebrerà la
Santa Messa alle ore 16. Seguirà la
presentazione del tema unitalsiano dell’anno “Il segno della Croce”,
come è stato vissuto nei pellegri-
 Centro di Spiritualità “Sul Monte”Castelplanio (AN)
PROPOSTE DEL MESE DI OTTOBRE
il loro desiderio di una pronta guarigione.
La malattia e la miseria hanno la forza di
unire anche mentalità diverse, al punto da
far superare l’odio nazionalistico fra giudei
e samaritani. I lebbrosi possono entrare
nei villaggi, ma non nelle città murate e
tanto meno a Gerusalemme; poi non possono avvicinarsi alle altre persone, perché
la lebbra è considerata una malattia infettiva, per cui sono considerati «impuri». I
lebbrosi si avvicinano a Gesù chiamandolo «maestro» e gridando di ottenere
«misericordia». Egli è considerato dunque
«dottore della legge» e ricco di potere e di
compassione, quindi rivela il volto ricco di
misericordia di Dio con i suoi gesti. I lebbrosi non sono guariti subito, ma mentre
si recano dai sacerdoti del tempio per essere esaminati circa la loro vera o presunta guarigione, come è prescritto nel libro
del Levitico (Lv 14,2). Nell’obbedienza alla
legge ebraica questi si ritrovano guariti e
anche il samaritano, non appartenente al
popolo giudaico, è guarito. È il segno che
Gesù è venuto per tutti.
Mi rendo conto che la mia fede cristiana è per tutti oppure ancora faccio distinzioni?
Gesù è ancora in viaggio verso Gerusalemme e, venendo dalla Galilea, è obbligato ad
attraversare la Samaria. Solo partendo da
Gerusalemme si possono concepire il suo
viaggio e la sua attività, perché qui, secondo Luca, Gesù ascenderà al cielo. Il fatto
quindi si può collocare in un villaggio samaritano. La Samaria fa da ponte perché
la parola di Gesù possa giungere sia a Gerusalemme e sia nei territori pagani. Nel
cammino di Gesù si intravede già la strada
della comunità cristiana: raggiungere Israele e i pagani.
Mi soffermo su due espressioni: Gesù,
maestro, abbi pietà di noi! (in greco: eleèo)
e poi: Non ne sono stati purificati (in greco: katharìzo) dieci? E gli altri nove dove
sono?
Incontro con il presidente
nato a Pesaro nel 1955, è Direttore della Promozione Istituzionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, autore di
numerosi saggi di storia contemporanea, è vicepresidente
dell’Istituto regionale per la
storia del Movimento di Liberazione nelle Marche e presidente del Centro Studi Storici e
Sociali (Censses).
7
10 ottobre 2010 - 28a domenica del tempo ordinario - anno c
Opera della Regalità: 7 ottobre alle 17
L’associazione “Opera della
Regalità” della diocesi di Jesi
invita, giovedì 7 ottobre presso la Parrocchia Divino Amore,
all’incontro con il presidente
nazionale Ernesto Preziosi. Il
programma prevede alle ore
17 l’incontro, alle ore 18,30 la
celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo e alle 19,45 la
cena di fraternità. Preziosi è
10 ottobre 2010
naggi di Lourdes e di Loreto. L’invito è rivolto a tutti i malati e gli
anziani della diocesi, ai volontari
delle diverse associazioni che cercano di portare sollievo e conforto
a chi è malato.
Chi è disponibile ad accompagnare
in auto coloro che hanno difficoltà
a camminare, può chiedere una au-
torizzazione all’ingresso in piazza
Federico II rivolgendosi a don Aldo
Anderlucci, cappellano dell’Ospedale del Viale oppure alla sede
dell’Avulss in piazza Federico II o
dell’Unitalsi in corso Matteotti.
Questo incontro è organizzato ogni
anno dalla commissione diocesana
per la pastorale della Salute.
In cattedrale, presso la sala della Confraternita
Introduzione allo spirito della liturgia
Corso per comprendere la messa e la liturgia della Chiesa presso la Confraternita del Sacramento del Duomo
La Parrocchia della Cattedrale e la Confraternita del Santissimo Sacramento, in
preparazione anche al Congresso Eucaristico Nazionale che si svolgerà nell’ottobre 2011, proprio ad Ancona, organizza
un corso di due incontri mensili guidato da uno dei più famosi scritti di Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI) che
ha per titolo: “Introduzione allo Spirito
Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
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del 10.1.1953 • Composizione grafica Giampiero Barchiesi • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it •
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redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi
Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo
a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge.
della Liturgia”. Gli incontri, guidati dal
parroco don Cristiano Marasca e da Stefania Marchetti, prevedono l’approfondimento di un capitolo o parte del libro e
la discussione insieme dei contenuti per
approfondire il senso dell’azione liturgica
della Chiesa. Il primo incontro si svolgerà lunedì 11
ottobre presso la Sala della Confraternita del SS.mo Sacramento in Vicolo delle
Terme, 5 dalle 19 alle 20. Per informazioni: www.duomojesi.it - e-mail info@
duomojesi.it ; tel. 0731.212988
8
Porto San Giorgio, primo Congresso della Divina Misericordia
“Dalla tua parte c’è solo Dio”
Domenica 19 settembre,
presso il Palasavelli, oltre
6mila persone hanno partecipato al Primo Congresso
Interdiocesano della Divina Misericordia. Preghiere,
canti e tante testimonianze
di vita e di fede, di dolore e
di speranza, in un palazzetto
dello sport gremito e preso
d’assalto fin dalle prime ore
della mattina, hanno lasciato questa giornata impressa
nei cuori dei fedeli che vi
hanno partecipato. Sono
arrivati da tutto il centro
sud, con oltre 30 pullman e
numerosissime auto. Molti anche in treno. Sul palco
si sono alternati alti prelati
e personaggi di spettacolo
e, ultima ma non certo per
importanza, la veggente Mirijana di Medjugorie.
Le catechesi e le testimonianze sono state di mons.
Luigi Conti, arcivescovo
di Fermo, mons. Girolamo
Grillo, vescovo emerito di
Civitavecchia, mons. Do-
Voce della
Vallesina
pastorale
10 ottobre 2010
È nella preghiera, dunque, la
vera speranza.
Al centro dell’attenzione è
stato anche il giornalista e
scrittore Paolo Brosio che da
mesi ha intrapreso un cammino di fede e conversione
dopo aver trovato, nella misericordia del Signore, l’amore e la forza per cambiar vita.
“Le difficoltà sono medicine
amare - ha detto scoppiando
ad un certo punto in lacrime - che aiutano a superare
i momenti di crisi attraverso la preghiera” ed ha testimoniato di partecipare alla
menico Cancian, vescovo di santa Messa ogni giorno al
Città di Castello, padre Sante mattino presto e di pregare
Pessot, don Amedeo Passe- anche la coroncina alla Divirella, Paolo Brosio, Claudia na Misericordia alle ore 15.
Koll ed altri. Nel pomeriggio Emozionante anche l’ascolto
canti e preghiere hanno fat- della testimonianza di Clauto da preludio all’attesissima dia Koll: “Quando tocchi il
testimonianza della veggente fondo ti accorgi che dalla
di Medjugorje, Mirijana: “La tua parte c’è solo Dio che
mia missione è pregare per dà sempre un’altra possibii non credenti, ossia per co- lità”. Gli applausi, intermiloro che non hanno ancora nabili, hanno sottolineato
conosciuto l’amore di Dio”. la profonda commozione
suscitata nei presenti dalle
testimonianze coraggiose di
chi ha trovato nella Divina
Misericordia l’Amore che
perdona ogni cosa e l’unica
vera ancora di salvezza.
La giornata si è conclusa con
la santa Messa, presieduta
dal vescovo di Fermo, mons.
Luigi Conti, l’Adorazione
Eucaristica e la preghiera
per la guarigione degli ammalati. Presenti numerosissime autorità e personaggi
illustri.
Il prossimo appuntamento
sarà ad Andria, in Puglia, il
24 ottobre.
Il programma e le informazioni sono sul sito: http://
www.gesuconfidointeitalia.it
Giordano Maria Mascioni
Per approfondire, si consiglia
la lettura del libro “Gesù Confido in te”, cod 8130, edito
dall’ editrice SHALOM, (www.
editriceshalom.it. numero
verde 800.03.04.05)
Sinodo
Medio Oriente
Primo anniversario
Mancano pochi giorni
all’inizio dell’assemblea
speciale per il Medio
Oriente del Sinodo dei vescovi. I lavori, che si svolgeranno in Vaticano dal
10 al 24 ottobre, saranno
centrati sul tema: “La
Chiesa cattolica nel Medio
Oriente: comunione e testimonianza. ‘La moltitudine di coloro che erano
diventati credenti aveva
un cuor solo e un’anima
sola’ (At 4, 32)”. Ad aprire l’assise, domenica 10
ottobre, sarà Benedetto
XVI con la celebrazione
eucaristica nella basilica
vaticana. Il conto alla rovescia è iniziato, mentre
si vanno mettendo a punto gli ultimi preparativi. Si
tratta di un’assise sinodale di carattere regionale,
ma significativa per tutta
la Chiesa, considerando
l’importanza del Medio
Oriente, della Terra Santa,
per la Chiesa universale,
anzi per tutti i cristiani.
20-1-1916 22-10-2009
4 ottobre: la festa di San Francesco d’Assisi con il Vescovo
Va’, ripara la mia casa
é il sintomo più evidente
di una crisi profonda, etica,
culturale, spirituale, Francesco d’Assisi può insegnarci le cose che contano nella
vita.
“Né oro né argento,
né sandali…”
Il 3 ottobre del 1226, nei ste parole padre Silvio Capressi della Porziuncola, priotti, Guardiano dei Frati
Francesco d’Assisi, all’età di Minori, ha commentato il
44 anni, passò dalla vita ter- glorioso “Transito” del Sanrena alla vita eterna. Poco to nella chiesa parrocchiale
prima di morire, invitava i di san Francesco d’Assisi.
frati all’abbandono fiducio- Il poeta del celebre “Canso in Dio, all’amore e al ser- tico di frate sole”, Patrono
vizio reciproco. Scrive san dell’Italia, parla certamenBonaventura che narra che te all’uomo di oggi con le
gli ultimi momenti della vita “Stimmate” della sua vita e
del Santo: “Quando, infine, della sua morte indicando
si furono compiuti in lui ad ogni uomo non solo il
tutti i misteri, quell’anima punto d’arrivo, la meta del
santissima, sciolta dal cor- Regno dei cieli, ma anche
po, fu sommersa dall’abisso il punto di partenza per un
della chiarità divina e l’uo- cammino luminoso lungo i
mo beato si addormentò nel tortuosi sentieri della storia.
Signore”.
In tempi tanto difficili, nelle
«Francesco va incontro a nostre società “civili” com“sorella morte” cantando, plesse e secolarizzate, dove
nudo sulla nuda terra, per- la crisi economica è una
ché ha scelto di spogliarsi di realtà concreta che impone
tutto e di morire nudo come l’attenzione ai bisogni priGesù sulla croce». Con que- mari, ma nello stesso tempo
La sera del 4 ottobre, festa
del Santo, Patrono d’Italia,
nella chiesa francescana di
san Pietro Martire, il Vescovo Gerardo ha presieduto la
solenne Liturgia eucaristica,
concelebrata da padre Valentino Natalini, Ministro
provinciale dei Minori, e dal
parroco di san Pietro Martire, padre Ilarino Carosi, con
la partecipazione di altri sacerdoti e religiosi. Felici di
ritrovarsi insieme davanti a
Gesù Eucaristia anche le tre
Fraternità di laici dell’Ordine francescano secolare di
Jesi: san Francesco d’Assisi,
san Pietro Martire, Santa
Maria del Piano.
Nell’omelia il vescovo Gerardo, tracciando il profilo
biografico del giovane Francesco, “ricco, estroso, gaudente, amante delle allegre
brigate…”, ha sottolineato
che “il Signore della misericordia lo aspettava… an-
che attraverso l’esperienza sconfinato di Dio, l’unica
dell’anno di carcere e della ricchezza.
malattia, finché il giovane,
toccato dalla Grazia, scopre La paura della Croce
che “le cose di prima non “Il dramma del mondo – diavevano significato” e cam- chiara don Gerardo - è la
bia vita “per servire il gran paura della Croce, di Gesù
Re”, Gesù povero e umile.
crocifisso, che dovrebbe esLe parole del vangelo “non sere la nostra gioia perché in
prendete né oro argento… Cristo si manifesta la misené sandali…” nel 1208 gli ricordia, l’amore di Dio per
fanno capire che cosa voleva l’uomo. Francesco voleva esdirgli tre anni prima il Cro- sere conquistato totalmente
cifisso di san Damiano con dal Signore e lo pregava così:
le parole: “Francesco, va’ e “Alto e glorioso Dio, illumiripara la mia chiesa che cade na il cuor mio… dammi una
in rovina…”: un nuovo cam- fede retta…”. Nella nostra
mino! Francesco, che riuscì Chiesa “sentiamo oggi due
a fare una sintesi fra con- forti spinte: al rinnovamentemplazione e vita attiva, ci to profondo della Comunità
insegna che “oggi dobbiamo ecclesiale per cui chiediamo
tornare all’essenziale, risco- al Signore di convertirci con
prire la dimensione contem- il dono dello Spirito. L’altra
plativa della vita. L’impegno “spinta” è verso l’evangelizdei nostri sacerdoti deve zazione”.
partire dalla contemplazio- Il Vescovo conclude la sua
ne e dall’ascolto della Parola omelia magistrale con un
di Dio. Oggi il Signore non messaggio di speranza per
è conosciuto ed è necessaria i presbiteri e i fedeli laiuna nuova evangelizzazione. ci: “Mettiamoci alla scuola
“Va’ e ripara la mia Chiesa” di Francesco per diventare
significa anche per noi “il segni credibili che lasciano
mattone della chiesa che é trasparire l’amore di Dio. Il
la nostra persona”: intimità Crocifisso ripete a ciascuno
con Cristo per la conversio- di noi: Va’, anche tu e ripara
ne. Punto fermo della no- la mia Chiesa...”.
stra vita dev’essere l’amore
Maria Crisafulli
Nella Donati
ved. Mancinelli
A tutti coloro che la conobbero e la amarono, nel ricordo del suo fulgido esempio
di sposa e madre cristiana.
Gli iscritti dell’Apostolato
della Preghiera
11° anniversario
24-9-1926 30-9-1999
Carlo Massaccesi
Resterai sempre nel cuore di
quanti ti vollero bene
La moglie e i figli lo ricordano a quanti lo hanno conosciuto e stimato in vita. Una
santa messa di suffragio è
stata celebrata nella chiesa
di San Giuseppe, lo scorso 3
ottobre.
2° anniversario
Alla Chiesa dell’Adorazione
Il programma del giorno
Per incoraggiare e facilitare la presenza degli adoratori,
si fa conoscere il programma orario di ogni giornata.
Ore 9,30
Ore 10,15
Ore 11,15
Inno e Salmi dell’Ora
Terza. Liturgia della
Parola della Messa del
giorno. Esposizione
solenne della Santissima
Eucarestia.
Adorazione personale e
silenziosa
Adorazione comunitaria
Inno e Salmi dell’Ora
Sesta. Ripresa e
commento di una lettura
della Messa del giorno.
Silenzio con risonanze e
intercessioni
Ore 11,45
Ore 16
Ore 17,30
Ore 18,15
Benedizione e reposizione
Recita dell’Ora Nona
ed esposizione della
Santissima Eucarestia.
Adorazione personale e
silenziosa
Rosario meditato
Celebrazione del Vespro.
Benedizione. Reposizione
del Santissimo.
Ogni lunedì l’adorazione inizia con la celebrazione
eucaristica in cui si inserisce la preghiera di Lode.
Ogni giovedì, alle 17, inizia l’ora di adorazione per
le Vocazioni.
Il confessore è presente tutte le mattine e nei pomeriggi di martedì e giovedì.
La presenza degli adoratori è particolarmente efficace ed opportuna al mattino alle 9,30 e al pomeriggio alle 16, nei due momenti in cui si espone il
Santissimo.
È importante capire che il tempo dell’Adorazione
non deve essere occupato dalle pratiche di pietà,
le più svariate, ma dal silenzio e dalla riflessione
sulla Parola di Dio.
Sono a disposizione diversi sussidi, sopra il tavolinetto al centro della chiesa. Se ne segnalano due
che contengono molti testi per l’adorazione: “Fate
questo in memoria di me” e “Gesù Cristo, unico
Salvatore del mondo, pane per la nuova vita”.
Don Gianni Giuliani
Sandro Paolucci
Non si perdono mai coloro
che amiamo perché possiamo amarli in Colui che non
si perde mai.
Sant’Agostino
Domenica 10 ottobre alle
ore 11,15 nella chiesa parrocchiale San Michele Arcangelo di Rosora, verrà
celebrata una Santa Messa
per ricordare il caro Sandro
Paolucci a due anni dalla sua
morte. Si ringrazia quanti
parteciperanno alla Messa
di suffragio.
Voce della
Vallesina
in diocesi
10 ottobre 2010
9
Montecarotto: il programma della festa del patrono San Placido
“Concedici la tua protezione”
Montecarotto si prepara per celebrare la ricorrenza del patrono San
Placido. Domenica scorsa 3 ottobre si è svolta per l’intera giornata
la tradizionale fiera ospitata come
ogni anno per le vie del centro
storico che ha riscontrato la partecipazione di numerosi espositori,
circa 120, e di numerosi visitatori
ed acquirenti, favoriti dal clima
caldo e soleggiato d’inizio autunno. Il programma religioso invece
è ricco di numerose iniziative che
interessano da vicino tutti i montecarottesi. Sabato 2 ottobre i ragazzi del catechismo hanno pregato insieme davanti l’urna del santo
le cui reliquie sono state esposte in
modo ufficiale nella sera, alla messa vespertina, quando la comunità
presente alla liturgia ha rivolto al
patrono una supplica in segno di
profonda devozione. Domenica 3
è stata la volta dei nonni della parrocchia che, insieme ai loro nipotini ed alle famiglie, hanno animato
la messa delle 11,15 con un lieto
momento di raccomandazione al
santo. Lunedì 4 la funzione si è
svolta nella chiesa di san Francesco, in concomitanza della festa
del santo d’Assisi, mentre martedì
5, giorno della ricorrenza di san
Placido, la messa in parrocchia è
stata dedicata agli anziani ed agli
ammalati accompagnati dai familiari ed assistiti dai gruppi di volontariato laico e religioso presenti
nel paese. Alle 21,15 una solenne
adorazione eucaristica ha chiuso
la giornata ricca di appuntamenti.
Le messe vespertine feriali di mercoledì, giovedì e venerdì saranno
precedute dal rosario e si terranno
tutte nella chiesa parrocchiale davanti all’urna del santo.
Festa di S. Teresa di Gesù Bambino
Una maestra di sapienza
Come ogni anno le monache carmelitane
del monastero SS. Trinità di Jesi hanno preparato e celebrato con gioia il triduo per la
festa di S. Teresa di Gesù Bambino, aprendo le porte della chiesa monumentale di san Marco nei
giorni 28, 29 e 30 settembre.
La sera del primo ottobre
il Vescovo di Jesi, Gerardo
Rocconi, ha presieduto la
solenne Liturgia Eucaristica
in memoria di santa Teresa di Lisieux, la più giovane
fra i 31 Dottori della Chiesa.
Teresa nasce ad Alençon, in
Francia, nel 1873 e muore
a Lisieux nel 1897, a soli 24
anni. La sua breve vita fu segnata da una profonda sofferenza fisica e spirituale, ma
lei abbracciò sempre la sua
croce per amore, offrendosi
a Dio come olocausto purissimo per l’umanità.
Durante l’omelia il Vescovo Gerardo ha presentato ai fedeli la figura
di S. Teresa, “maestra di sapienza”. Questa
Santa ci insegna la via della “infanzia spirituale” che ognuno di noi può raggiungere se
siamo capaci di scoprire, come Lei, l’amore
misericordioso di Dio: consapevoli del nostro nulla, lasciamo agire Lui, vedendo nelle
nostre paure e nei nostri fallimenti occasioni speciali per donare noi stessi a Colui
che “ha vinto il mondo” con la sua morte e
risurrezione.
Altra caratteristica della Santa fu l’amore intenso per la Chiesa che è “seme di Dio sulla
terra e che, attraverso Gesù, è ormai parte integrante della storia umana”. “In Lei si
percepiva uno sguardo semplice, intuitivo,
penetrante verso il mistero di Gesù, sguardo profondamente femminile come quello
di Maria che Teresa seppe imitare perfettamente nel suo sentirsi piccola”. Proprio nel
pronunciare queste parole il Vescovo, tanto
Sabato 9 ottobre alle 19, la funzione liturgica sarà animata dai
gruppi di volontariato Avis, Protezione Civile, Croce Rossa, Giovani Oltreconfine, S. Vincenzo
de’ Paoli, Azione Cattolica, Apostolato della Preghiera, Unitalsi.
Alle 21,15, nel teatro comunale,
il gruppo Shalom di Castelplanio
eseguirà un ricco programma di
canti animati.
Domenica 10 ottobre alle 17,30
una solenne processione con l’urna del santo si snoderà lungo le
vie del paese e sarà guidata dal vescovo Gerardo Rocconi. Il corpo
del santo martire san Placido, esumato dal cimitero di S. Calepodio
in Roma, venne donato a Montecarotto da Papa Innocenzo XI nel
Festa di san Vincenzo de’ Paoli
sensibile al valore sublime della “piccolezza”,
non ha potuto nascondere la sua commozione.
Teresa fece anche l’esperienza del miracolo
della solidarietà attraverso la
preghiera di intercessione.
E il 14 settembre 1927 il
papa Pio XI la dichiara, con
San Francesco Saverio, patrona principale di tutte le
missioni cattoliche.
Oggi Santa Teresa di Lisieux
può essere la Stella polare
che indica la rotta in mezzo al mare tempestoso della
vita, in cui le gioie, le speranze, la tristezza, l’angoscia
sono sotto lo sguardo misericordioso di Dio, nella Chiesa,
quella Chiesa che Teresa ha
tanto amato.
I pensieri, le poesie, le preghiere di Santa Teresa sono
stati raccolti in un volume con il titolo “Storia di
un’anima”, che si diffuse ben presto in tutto
il mondo effondendo ovunque la fragranza
del “piccolo fiore primaverile”.
Patrizia Cingolani
Santa Teresa di Gesù Bambino di Lisieux
Nacque ad Alençon in Francia nel 1873; studiò presso le benedettine di Lisieux. A 15
anni, dopo numerosi tentativi e suppliche,
ottenne il permesso di entrare nel monastero
delle Carmelitane di Lisieux. Praticò in modo
particolare l’umiltà, la semplicità evangelica
e la fiducia in Dio e insegnò queste virtù alle
novizie con la parola e con l’esempio. Il 30
settembre 1897 concludeva la sua vita terrena. Fu canonizzata nel 1925. Giovanni Paolo
II l’ha dichiarata Dottore della Chiesa il 19
ottobre 1997. La giovane santa, che aveva
mantenuto la promessa di far cadere dal cielo una pioggia di rose, continua a irrorare la
Chiesa.
Servire per amore
La sera del 28 settembre i Vincenziani della Diocesi si sono riuniti nella
chiesa “Regina della Pace” per celebrare la festa di san Vincenzo de’ Paoli. Il
Vescovo, mons. Gerardo Rocconi, ha
presieduto la solenne Liturgia concelebrata dal parroco don Emilio Campodonico e dal viceparroco don Claudio
Procicchiani, con l’assistenza del diacono Alberto Massaccesi. Nell’omelia
il Vescovo ha paragonato le sofferenze
morali e spirituali di Giobbe a quelle
di San Vincenzo, evidenziando il loro
faticoso cammino, che è poi quello di
ogni cristiano che cerca di superare il
proprio “io”, fino al completo, totale abbandono in Dio.
Dio è la Verità e la Vita, l’unica risposta
al male: Lui, il Crocifisso, è risorto.
San Vincenzo ci dà questo insegnamento: essere un tutt’uno con Gesù
crocifisso e portare il suo Amore
ai piccoli e ai poveri. Insegnamento
estremamente valido sempre, anche a
350 anni dalla sua morte.
Un impegno generoso
Liturgia in forma straordinaria per la festa
San Michele Arcangelo, officiata da don Francesco Ramella, prete originario di Albenga specializzando in Teologia
Dogmatica presso la Pontificia
Università Gregoriana di Roma.
Una recente intervistadocumentario fatta a
don Francesco, proprio
sulla messa in latino, è
andata in onda sulla televisione dal pubblico
strettamente giovanile
MTV (Music Television)
preceduta dagli sboccati
cartoni animati di South Park
e seguita dal classico telefilm
sugli amorazzi adolescenziali
di liceali americani. Il servizio liturgico è stato curato dei
gli emarginati, le famiglie numerose, i
senza fissa dimora, i disoccupati…
I volontari della san Vincenzo, visitando le famiglie, cercano di capire, di
confortare, di consolare, di rispondere
ai loro bisogni con semplicità, concretezza e amore.
Non senza sacrifici e rinunce personali e con impegno generoso offrono alle famiglie ciò che viene donato
all’associazione da persone sensibili ai
problemi dei poveri e dei deboli: viveri, indumenti, medicine, libri scolastici… Quando si può, i Vincenziani pagano un affitto arretrato o una bolletta
scaduta per la quale il povero rischia
di perdere l’allaccio della luce, del gas,
dell’acqua… E cercano di sostenere le
persone che hanno problemi di salute,
di lavoro o che cercano una casa, portando solidarietà, comprensione, incoraggiamento e speranza in un futuro
migliore.
Dove i Vincenziani trovano la motivazione di fondo e il coraggio per continuare ad amare e servire chi soffre?
Senza dubbio nell’ascolto della Parola
di Dio, nella preghiera e in un’intensa
partecipazione all’Eucaristia nella comunità ecclesiale. Gesù ha detto: “Senza di me non potete fare nulla”!
Rita Mattoli Carotti
Nella ricorrenza dei Defunti forse vi
sarà capitato di vedere al cancello
d’ingresso del cimitero alcune signore
infreddolite fare la questua per la San
Vincenzo… E avrete lasciato una moneta o forse di più, ricevendo in cambio una crocetta di cartoncino con il La Società San Vincenzo de’ Paoli
disegno di due crisantemi a ricordo dei “Conferenza Jesi-Centro” (parrocdefunti e con la scritta: “Offri ai poveri chie di San Settimio – Cattedrale,
della Società di San Vincenzo de’ Paoli”. San Pietro Apostolo e di San Filippo
Oggi, come in passato, la Società di san Neri) ringrazia sentitamente la FonVincenzo opera nelle parrocchie della dazione Cassa di Risparmio di Jesi,
città di Jesi e della Vallesina. Predilige sempre generosa e sensibile alle nei più deboli, bambini, anziani, malati; cessità dell’associazione che cerca di
ma si prodiga per tutti coloro che vivo- farsi prossimo a tante realtà di soffeno situazioni di disagio e di difficoltà: renza.
San Michele Arcangelo nella chiesa di S. Pietro Apostolo
Mercoledì 29 settembre ore 19 Jesi,
nella chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, è stata celebrata la Santa Messa Solenne Cantata in terza
(con la partecipazione di un diacono
e di un suddiacono), per la festa di
1686. Fu collocato solennemente
nella nuova urna il 5 ottobre 1948.
In un artistico reliquiario si venera il sangue benedetto del martire
che a Cristo ha dato prova suprema della giovinezza e dell’amore.
Con questa bella preghiera la comunità montecarottese si affida al
patrono: “O Signore, Tu manifesti
vivamente a noi la Tua presenza
e il Tuo volto nella vita dei Santi,
nostri fratelli che, uomini come
noi, sono già perfettamente trasformati nell’immagine di Cristo,
Tuo Figlio. A noi che celebriamo la
memoria del Patrono San Placido
concedi, Ti preghiamo, di godere
della sua protezione e di seguire il
suo esempio. Amen.”
Maria Cristina Coloso
giovani della Santa Messa in Latino
del Santuario di Campocavallo, accompagnata all’organo dal Maestro
Andrea Carradori.
Don Cristiano Marasca
Pellegrinaggio a Bolsena
Il circolo Contardo Ferrini di Jesi organizza la
gita-pellegrinaggio eucaristico presieduto dal
Vescovo G. Rocconi ad
Orvieto e Bolsena, il 22
ottobre. Nell’ambito del
programma diocesano in
preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale
di Ancona del 2011, si
pro­pone questo pellegrinaggio a Bolsena, alla
Basilica di Santa Cristina,
sede del miracolo eucaristico del 1268 e al duomo di Orvieto. L’invito è
rivolto a tutti ed in particolare ai ministri straordinari della Comunione.
Il programma prevede la
partenza da Jesi alle ore
6,30 dal garage di Crognaletti, in via Staffolo,
3; soste all’Arco, piazzale Bramante, Cavalcavia,
porta Valle. Rientro a Jesi
alle ore 21,30. Sono disponibili ancora dei posti nel secondo pulmann.
Quota di partecipazione:
44 euro comprensiva del
viaggio in pullman GT e
pranzo di pesce al ristorante.
Prenotazioni entro il
18 ottobre telefonando
a Bini (0731 209146),
Trillini (0731 204671) o
Maldini (0731 4002). Organizzazione tecnica a
cura di Esitur, Jesi
10
Stagione Lirica del Pergolesi dal 12 novembre
Il New Vocal Ensamble per la comunità di San Francesco
“Laudato si’, mi’ Signore”
Nella chiesa di san Francesco d’Assisi, a Jesi,
la sera del 2 ottobre con un concerto di poesia religiosa si sono aperte le celebrazioni del
50° anniversario della Parrocchia. L’Associazione culturale New Vocal Ensemble di Senigallia, che svolge attività concertistica per
promuovere l’educazione permanente ai valori etici e spirituali, ha realizzato il progetto
di tradurre in musica il celebre “Cantico di
frate sole”. Il progetto ha ottenuto il patrocinio del Centro Culturale Aracoeli, della
Provincia Picena san Giacomo della Marca
dei Frati Minori, della Diocesi di Senigallia
e di Radio Vaticana ed è stato presentato di
recente nella chiesa francescana di S. Maria
Nuova di Fano.“Oggi - dichiara il compositore Marco Ferretti - siamo felici di proporlo qui, nella
chiesa dei Frati Minori di Jesi, in occasione della festa di san Francesco”.
Con flauti, percussioni e strumenti onomatopeici
che imitano i suoni e le voci della natura, il New Vocal Ensemble ha offerto ad un pubblico numeroso di
giovani e adulti, al vescovo Gerardo e ai Frati francescani, una interpretazione suggestiva e avvincente del Cantico che Francesco d’Assisi, afflitto da una
grave infermità agli occhi, compose nell’orticello del
convento di san Damiano nel 1224. Lirica religiosa
unica, originale per ispirazione e linguaggio, un inno
di lode e di ringraziamento al Dio della vita. Nel
concerto si sono alternati le tre voci, il soprano Ornella Politi, il baritono Carlo Giuseppetti, il tenore
Marco Ferretti che è anche il compositore, diplomato in Flauto e in Musica vocale e Direzione di coro
al Conservatorio G. Rossini di Pesaro. Tre eccellenti
interpreti che hanno realizzato un’originale performance assemblando nel Cantico sonorità classiche e
moderne.
Il discorso musicale del Cantico, come ha precisato
Marco Ferretti, inizia con il saluto all’Onnipotente,
cui segue una musica che descrive l’aria, l’acqua, il
fuoco, la terra; l’ultima parte “più intima”, riguarda il
perdono, la “tribulazione” e “sora morte”.
Solenne l’esordio: “Altissimu, onnipotente, bon Signore…” che al ritmo lento del “Te men-to-vare”
sfuma nel silenzio dell’adorazione… Il motivo-guida
Corso per volontari
L’Oikos organizza un corso base di formazione per
volontari, presso la propria sede di Jesi in viale
dell’Industria. Il corso è
gratuito per formare e
reclutare nuovi volontari
da inserire nelle diverse
aree di intervento: minori, tossicodipendenza,
centro studi e prevenzione, segreteria e raccolta
fondi. Il corso si articolerà in otto lezioni per 16
ore totali. Inizierà lunedì
11 ottobre alle ore 20,30.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi all’Oikos,
telefono 0731 213125.
A teatro con
“El Passì”
Le ultime due rappresentazioni della commedia
dialettale “I pastrocchi de
nonno Pie”’ nel teatrino
parrocchiale di San Francesco d’Assisi si svolgeranno venerdì 8 ottobre
alle ore 21 e domenica 10
alle ore 17. La compagnia
El Passì se ‘ngegna sempre
pe’ favve ride e ve spetta a
tutti!
Voce della
Vallesina
cultura e società
10 ottobre 2010
Dalla Butterfly al Trovatore
Madama Butterfly di Giacomo
Puccini inaugura venerdì 12
novembre la 43ª stagione lirica
di tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi. Repliche sabato
13 novembre alle ore 21 e domenica 14 novembre alle ore
16, con un’anteprima giovani
riservata agli studenti che si
terrà giovedì 11 novembre alle
ore 16. La tragedia giapponese
in due atti su libretto di Luigi
Illica e Giuseppe Giacosa dal
dramma Madame Butterfly di
David Belasco sarà proposta
nell’allestimento della Fondazione del Teatro Comunale di
Bologna in una coproduzione
tra Fondazione Pergolesi Spontini, Teatro dell’Aquila di Fermo e Fondazione Nuovo Teatro
Verdi di Brindisi. Sul palcoscenico jesino la parabola tragica
di Butterfly, che da giovane fanciulla si trasforma ben presto in
donna matura, scenicamente si
traduce in un grande labirinto,
dove la farfalla-Butterfly rimane imprigionata.
Il secondo titolo in cartellone,
sabato 27 novembre ore 21 e
domenica 28 novembre ore 16,
sarà Il Trovatore di Giuseppe
Verdi, dramma in quattro parti di Salvatore Cammarano dal
dramma El Trovador di Antonio Garcìa-Gutiérrez. L’opera
sarà proposta in un allestimento di grande successo, quello di
Ravenna Festival 2003, per una
nuova coproduzione tra Fondazione Pergolesi Spontini, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro dell’Aquila di Fermo, Teatro
Rendano di Cosenza, Teatro
del canto “Laudato si’, mi’ Signore”, più volte iterato
a tre voci, culmina nel “grande splendore” del sole
che “de Te, Altissimo, porta si-gni-fi-ca-zio-ne”. Il
cinguettio degli uccelli, il mormorare, l’ululare del
vento, lo scorrere dell’acqua, utile, umile, preziosa
e casta… casta… evocano il bisogno di intima purificazione; e si percepisce anche il crepitìo della
fiamma di “frate focu”, sempre grazie alla delicata
armonia imitativa che abbraccia “nostra madre terra”
con “diversi frutti… coloriti fiori et herba”. Infine la
lode al Signore per “sora nostra morte corporale…”.
Il dramma dell’esistenza si compone nel canto di
speranza della beatitudine eterna per ”quelli ke (la
Morte) troverà nelle Tue santissime volutati…” e con
un invito ai vivi: ”Laudate e benedicete mi’ Signore e
ringraziate/e serviteli cum grande humilitate”.
Grande l’emozione e il consenso del pubblico che ha
fatto l’esperienza di Chiesa in ascolto dello Spirito
che pregava “con gemiti inesprimibili”. Musica dello
Spirito nella contemplazione della bellezza del Creato sulle note a lungo assaporate e vissute a lode e
gloria dell’Altissimo. Ma anche un forte input all’impegno per la fraternità e la pace.
La New Vocal Ensemble ha ringraziato il parroco
padre Bruno Fioretti, il vescovo Gerardo, il Ministro
Provinciale dei Frati Minori, p. Valentino Natalini, la
Diocesi di Senigallia, la Banca Marche per il patrocinio e il contributo alla realizzazione dell’iniziativa.
Maria Crisafulli
Comunale di Ferrara, Teatro
di Pisa. Regia scene e costumi
sono di Cristina Mazzavillani Muti, che propone una lettura moderna ma con continui riferimenti alla tradizione
dell’opera, e l’uso di tecnologie
multimediali innovative come
l’applicazione
dell’immagine
virtuale e la spazializzazione
sonora.
Il dittico Pomme D’Api e Monsieur Choufleuri restera chez
lui le… di Offenbach, da sabato
18 dicembre al Teatro Pergolesi, è proposto nell’allestimento della Fondazione Pergolesi
Spontini e della Fondazione del
Teatro Comunale di Bologna.
Replica domenica 19 dicembre,
anteprima giovani venerdì 17
dicembre.
La 43ª stagione lirica del Teatro Pergolesi di Jesi, organizzata dalla Fondazione Pergolesi
Spontini guidata dall’Amministratore Delegato William Graziosi e del Direttore Artistico
Gianni Tangucci, gode del finanziamento del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali e della
Regione Marche (Assessorato
Beni e Attività Culturali), della
Provincia di Ancona, del sostegno dello sponsor principale
Banca Marche, dei privati riuniti
nel raggruppamento Art Venture (Gruppo Pieralisi, Leo Burnett
Italia, Moncaro, New HollandGruppo Fiat, S.E.DA., Starcom
Italia), della Camera di Commercio di Ancona e della Fondazione
Cassa di Risparmio di Jesi.
Info: tel. 0731-206888, www.fondazionepergolesispontini.com
Monsano: la festa delle famiglie
Grande festa, domenica 12 settembre, nella comunità di Monsano! Presso la chiesa di san Pietro apostolo, con una liturgia
presieduta da don Savino Capogrossi, il paese si è unito attorno
alle numerose coppie di sposi che, espressione di numerose “anzianità”, hanno festeggiato il loro anniversario di matrimonio
e rinnovato gli impegni del sacramento sponsale. Certo, tutti i
festeggiati hanno sperimentato che la vita di ogni giorno è una
misteriosa alternanza di gioie e di dolori, di successi e di sconfitte ma che, alla luce della fede in Gesù, la vocazione può essere
vissuta con impegno e dignità.
Qui l’elenco di coloro che hanno festeggiato; a tutti, in particolare ai giovani, l’augurio di rinnovare nel tempo questo appuntamento e, alle coppie più “datate”, il ringraziamento per la loro
testimonianza di vita e di fedeltà all’amore.
Nozze d’oro, 50 anni: Gianfranco Bellagamba e Lina Gasparrini
Nozze di rubino, 45 anni: Dino Senesi e Giuseppina Spendolini
Nozze di smeraldo, 40 anni: Paolo Veschetti e Paola Palpacelli;
Evenzio Pigliapoco e Paola Gambadori; Alberto Anderlucci e
Assunta Vitali; Luciano Borocci e Mariangela Bolletta
Nozze di perle, 30 anni: Sergio Parasecoli e Graziella Zenobi;
Getulio Bambini e Rosalba Chiariotti
Nozze d’argento, 25 anni: Patrizio Raponi e Donatella Pierantoni;
Aldo Catani e Anna Maria Cardinali; Sandro Belardinelli e Maria
Paola Rucci; Mauro Barocci e Lorella Anibaldi
Nozze di cristallo, 20 anni:
Marco Anderlucci e Stefania Filipponi; Stefano Senesi e Carla
Ceccarelli; Lucio Sabatino e Pierina Andreoni; Nando Mattei
e Laura Ciaschini; Massimo Schiaffi e Patrizia Sabbatini;
Franco Ausili e Manola Mazzarini; Fabio Morbidelli e Roberta
Rinaldoni; Enrico Emiliani e Maria Luisa Ciccarelli
Nozze di porcellana, 15 anni:
Luca Casci e Serenella Paolucci
Nozze di corallo, 10 anni:
Carlo Brazzini e Isabella Silvestri; Emiliano Baldoni e
Serenella Gigli; Stefano Macarra e Isabella Bastari; Riccardo
Zuccaro e Sabina Simonetti; Alessandro Perini e Alida Fabbri
Autoscuole
Corinaldesi s.r.l.
Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale
CAP – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica
Jesi – Via Mura Occidentali, 31 – tel. 0731 209147 c.a. – fax. 0731 212487 - Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 – fax 0731 226215
Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 (Sede Consorzio Cons. A.C.) - Jesi – Via Marx, Zipa – tel. e fax 0731 211481 (Uff. oper. collaudi)
Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi – Adriatica – Falconarese) – Ostra – Marina di Montemarciano – Marzocca di Senigallia
Voce della
Vallesina
Facciamo
il punto
Una piccola diocesi nelle cuore delle
Marche, Jesi, all’arrivo del nuovo Vescovo,
si prepara, eppoi cammina con lui, considerando il suo ministero “episcopale” e
quello di tutto l’“equipaggio” della nave.
Lui, il Vescovo Gerardo, è lieto di considerare la cosa perché, proprio a partire
dal calo dei sacerdoti e dalla mancanza
delle vocazioni si chiede: “Che cosa lo
Spirito ci sta chiedendo?”
Comincia a chiederlo ai preti, i suoi collaboratori più vicini. Sta con loro tre
giorni, quasi interi, e questi ci stanno.
Pregano, si incontrano, dialogano. Era
l’anno del Convegno di Verona che ha coniugato la speranza con la triplice esperienza di Comunione, Collaborazione,
Corresponsabilità. Il Convegno pensava soprattutto ai laici dentro gli incroci
della vita quotidiana fatta di affettività,
lavoro e festa, fragilità, cittadinanza e
trasmissione della fede.
Noi ci siamo messi subito a cercare la
Corresponsabilità, giocando sulla parola che porta in sé la Abilità. Ne abbiamo
fatto un convegno a partire dal sogno di
una chiesa come quella voluta dal Concilio. Abbiamo fatto nascere la Scuola
diocesana per i ministeri. Siamo partiti
dalla presenza qualificata dei laici dentro l’opera di annuncio, celebrazione e
carità delle parrocchie. Questa esperienza è conclusa.
Ora si mette in pratica.
Poi è arrivata l’Agorà dei giovani e tutta
la diocesi si è messa a chiedere la corresposabilità… con i giovani. É nata la
Commissione di Pastorale giovanile e vocazionale. Un prete è stato posto a pieno
servizio. Un prete nuovo è stato ordinato.
Eppoi l’anno sacerdotale e insieme l’anno
in preparazione al Congresso Eucaristico
Nazionale e quindi… facciamo il punto
sulla messa, sull’adorazione, sull’esperienza eucaristica che non può che partire dalla meditazione della Parola e arrivare non solo alla carità verso i poveri di
questa crisi (vari fondi) ma anche verso
un’animazione socio politica (sostenuta
dalla Commissione per la pastorale sociale e del lavoro, costituita finalmente
anche da noi!).
L’anno prima ci siamo accorti che i giovani incontrano la Chiesa nella preparazione al matrimonio. E ci siamo detti
se siamo “Abili” nell’accompagnarli a
scoprire fede e amore e matrimonio. Ecco
che la terza corresponsabilità è proprio
per loro. Nasce il cammino di formazione delle coppie animatrici dei fidanzati,
che continua. E si profila la necessità
della formazione dei giovani e quindi di
un ministero di accompagnamento proprio per loro.
Lavora continuamente tutto l’apparato
di consigli attorno ai Vescovo (in primis il
Consiglio Presbiterale) e nasce finalmente anche il Consiglio pastorale diocesano,
molto rappresentativo. Dà il suo contributo per la linea pastorale della diocesi.
Il Vescovo lo consulta attorno all’Eucaristia da vivere. Arriva anche questo 4°
Convegno Pastorale. Che voleva essere
una chiamata ai laici a mirare alla maturità cristiana a partire dall’Esperienza
Eucaristica. Abbiamo invitato tre personalità di grande respiro e di sintesi, innamorati della laicità e insieme della
spiritualità. Li abbiamo ascoltati con
attenzione, molta attenzione. Così come
abbiamo accolto le stesse meditazioni
delle laiche e le domande dei laici.
Ho voluto ricordare questo cammino per
non smarrirci nella molteplicità degli
impegni e per dare un input centrale: vivere la vita eucaristica, che è vita spirituale e insieme “lavanda dei piedi” cioè
lasciarsi coinvolgere da Cristo e nell’opera di Cristo. Sulla barca abbiamo messo
tante attività. Ma il motore funziona?
L’equipaggio ha voglia di andare a largo?
Ha la benzina?
Una domanda: eravamo poco più che
cento persone ogni sera. E tutti gli altri
dove sono?
Volete andarvene anche voi? (il prossimo
numero continuiamo)
don Mariano Piccotti,
vicario per la pastorale
pastorale
10 ottobre 2010
11
Convegno pastorale diocesano: la prima sera con la relazione del sociologo Campanini
I cattolici si impegnino fino in fondo
Si è aperto il 30 settembre, al seminario di Jesi, il 4° Convegno
Pastorale diocesano sul tema
Lasciarsi coinvolgere: esperienza
eucaristica e maturità del cristiano. La prima delle tre giornate di riflessione e di confronto ha
approfondito il tema della corresponsabilità. Al saluto del vescovo mons. Gerardo Rocconi è seguita la meditazione “Lo Spirito
Santo ci trasformi in un solo corpo e in un solo spirito”. Momento
centrale della giornata è stata la
relazione: Esperienza Eucaristica e corresponsabilità, tenuta dal
prof. Giorgio Campanini, sociologo e storico, docente di Teologia del laicato alla Pontificia Università Lateranense. «L’Eucaristia
è il segno più alto di condivisione
della storia di Dio con l’umanità - ha spiegato Campanini – e
diventa appello per l’uomo alla
condivisione e alla corresponsabilità. Dall’Eucaristia nasce infatti l’impegno del laico cristiano ad
assumersi pienamente le proprie
responsabilità nella Chiesa e ad
essere corresponsabile nei confronti del mondo: perché compito del cristiano è coniugare
speranza escatologia e speranza
storica.» L’Eucaristia è dunque
fonte di impegno, di
condivisione e di trasformazione sociale, e
i cristiani diventano annunciatori e costruttori
di una società fraterna e solidale. «La fede
deve incidere profondamente nelle scelte e
nella vita dei credenti»
ha continuato il prof.
Campanini sottolineando le recenti riflessioni
del cardinal Bertone sul
valore del servizio al
mondo: «È importante
che i cattolici si impegnino fino
in fondo nella costruzione della società. Occorre recuperare
l’ampio arco delle vocazioni (al
sacerdozio, alla politica, al volontariato, all’impegno civile…)
che rappresentano una ricchezza
per la vita personale e sociale.»
Sguardo aperto dunque su una
storia e su un futuro in cui siano
visibili le tracce di Dio attraverso
l’impronta umana: nei percorsi
variegati dei sentieri della vita,
nel respiro ampio verso la dimensione comunitaria e sociale,
nella gestione della politica con
la consapevolezza di svolgere con
giustizia e responsabilmente un
servizio per l’umanità. Orizzonti culturali della riflessione sono
state le idee, gli orientamenti, i
valori, i paradigmi interpretativi
emersi dalle indicazioni dei vescovi, dall’esortazione apostolica
Sacramentum Caritatis, dall’enciclica papale Deus Caritas Est
e dalle sintesi del Convegno Nazionale Ecclesiale di Verona del
2006. Un forte accento è stato
inoltre posto sulla famiglia come
«luogo e fonte di corresponsabilità: fra uomo e donna, fra genitori
e figli, fra ogni famiglia e le altre,
dal quartiere al vasto mondo» Il
tema è stato poi ulteriormente
approfondito da Tommaso Cion-
colini e Giulia Cerioni della commissione famiglia.
Don Mariano Piccotti, che
ha guidato la giornata, ha
evidenziato il valore comunitario dell’Eucaristia,
l’orizzonte più generale del
rapporto tra eucaristia e
vita quotidiana, il significato e il valore della continua
ri-scoperta del quotidiano
nella sua profondità. Ha
sottolineato l’importanza
della tre giorni diocesana
anche come momento di
preparazione al Congresso
Eucaristico Nazionale che si svolgerà ad Ancona, nel settembre
del prossimo anno. Ha esortato a
«leggere lo Spirito che parla dentro la storia, dentro la concretezza delle vicende umane». Ha
invitato a scelte di vita all’insegna
della sobrietà e della solidarietà:
valori che richiamano al senso
pieno della condivisione e a un
autentico spirito di fraternità. E
che conducono l’Eucaristia sul
piano della quotidianità perché
«la Chiesa non ha passeggeri, ma
solo equipaggio, cioè corresponsabili nel mondo.» Un invito a lasciarsi coinvolgere pienamente.
Tiziana Tobaldi
Nella seconda giornata la relazione della Bignardi e la testimonianza di Bevilacqua
Nel dolore impariamo l’essenzialità della vita e la purezza
“Dobbiamo avere particolare fiducia nella
Provvidenza: nella nostra vita, da soli, realizziamo poco ma tutto ci è possibile nella
grazia del Signore”. Così il vescovo Gerardo ha dato inizio alla seconda giornata del
convegno pastorale che si è svolta il primo
ottobre. La sentita riflessione di Olga Solustri sulla sua esperienza di sposa per quaranta anni con Alberto, la sua attività con i
bambini dei gruppi Scout, il volontariato in
Romania, poi la morte del marito nel giorno dell’Ascensione e la preghiera continua
e fiduciosa al Padre: il racconto di una vita
che attualizza la Pasqua di Cristo e che ha
introdotto la relazione del convegno proposta da Paola Bignardi, per anni presidente
dell’Azione Cattolica, autrice e direttrice di
“Dialoghi”, trimestrale dell’Azione Cattolica. “Viviamo in una epoca in cui si coltiva
il mito dell’efficienza - ha detto la Bignardi - ma la malattia c’è ancora, si muore più
drammaticamente che nel passato, gli affetti sono più precari e fragili, tanti sono i
conflitti nella società, i segni di malessere
dei ragazzi e degli adolescenti sono numerosi”. Nella sua conversazione, la Bignardi
ha offerto tante riflessioni su come affrontare la fragilità che andrebbe vissuta come
una occasione per prendere coscienza del
fatto che l’uomo è una creatura. E la domanda: che fare per rendere meno pesante
la fragilità? La Bignardi ha presentato alcuni
atteggiamenti: c’è chi pensa a come rendersi utile agli altri, chi si chiede il senso della
vita, chi cerca di trovare un senso alle fatiche
più drammatiche. “Il dolore è una dimensione scomoda ma inevitabile della vita umana: quando arriva cambia il significato che
diamo alle cose” ha proseguito parlando poi
dell’atteggiamento di Gesù che con dignità
ha affrontato la sua passione. “Attraversando
il dolore, Gesù ha dimostrato che la morte
non è più forte della vita, pensare che nella
nostra vita continua la Passione del Signore
è una forza che ci dà grande serenità. Il cristianesimo è una esperienza di gioia, la testimonianza di come il Vangelo ha cambiato
qualcosa dentro di noi”: alcuni dei passaggi
della relazione che si è conclusa con un invito agli educatori: “Se vogliamo rendere un
servizio alle nuove generazioni dobbiamo
dire loro che è impossibile avere tutto e subito e insegnare a fare i conti con la dimensione più dura dell’esistenza”.
Il direttore generale dell’Azienda Sanitaria,
zona di Jesi, Maurizio Bevilacqua ha offerto poi ai presenti alcune riflessioni nate dal
suo delicato lavoro che lo chiama a gestire la
sanità pubblica a Jesi: 1400 persone e un bilancio di 200milioni euro. “La sanità affronta
ogni giorno problemi e fragilità difficili da
risolvere: la tossicodipendenza, l’handicap,
le malattie oncologiche…, gestisce anche i
fallimenti che, se affrontati con amore, possono dare la forza di andare avanti”: alcune
delle considerazioni del direttore che ha accettato volentieri l’invito di don Mariano. “E
noi parroci siamo capaci di sostenere queste
fragilità? Di creare i ponti nel momento del
bisogno?” gli interrogativi di don Mariano
prima di aprire il dialogo con l’assemblea.
b.t.
Si conclude con Accattoli, la riflessione di sr Anna Maria e le domande di Cingolani
Il cristiano è chiamato ad agire con creatività
La meditazione iniziale della
giornata conclusiva del convegno è stata a cura di sr Anna
Maria Vissani a partire dall’immagine proposta nel manifesto
e realizzata da un sacerdote: è
una icona di Gesù ricurvo su
Pietro che quasi gli dice di lasciarsi amare e servire. “Chi è
l’adulto nella fede se non colui
che si lascia amare? – si chiede
sr Anna Maria - quante volte
abbiamo vissuto momenti di
smarrimento e di schiavitù interiore perché non abbiamo accettato di lasciarci coinvolgere dal
Signore”. Don Mariano Piccotti
ha ricordato poi che
nella nostra diocesi,
nel periodo del preconcilio, c’era una
formazione spirituale molto curata tanto
che, nel 1955, hanno
preso parte agli esercizi spirituali quasi
cinquecento persone provenienti dalle
trenta
parrocchie.
Don Angelo Battistoni aveva scritto
un’opera dal titolo “Fractio pa- apertura il relatore – e mi sono
nis”, nel 1941. in cui ha antici- convinto che bisogna trovare
pato la riforma liturgica. Don il modo di uscire dalla sindroMariano ha quindi proposto un me della infelicità del numero
brano di questa pubblicazione: tenendo conto del fatto che lo
“Presento il rito per farne gu- Spirito può fare di pochi un
stare i bei pensieri e le belle ar- grande fuoco.”
monie, parole nuove e dottrina Una lunga conversazione che ha
antica”.
tenuto conto anche dell’attualiLuigi Accattoli, giornalista dei tà, con riferimenti agli atteggiaquotidiani “La Repubblica” e il menti quotidiani dei cristiani.
“Corriere della Sera”, recanate- “Dall’esperienza eucaristica viese, ha trattato poi l’argomento ne un comando a portare nella
dell’esperienza eucaristica e del- realtà terrena e nel contesto sola libertà del cristiano comune. ciale i valori della convivialità
“Ho sempre lavorato dove i cri- eucaristica e un prolungamento
stiani sono pochi – ha detto in di quello che lì si è appreso e
sperimentato. Come?
Creativamente e nella libertà, nella responsabilità di far
fruttificare quello che
si è sperimentato”. Si
è soffermato poi sul
ruolo dei cristiani in
politica: “Dove vado,
dovrò essere portatore del fermento
cristiano. Il cristiano dovrà influire
sull’ambiente in cui
vive, dove è stimato e può essere
ascoltato. Il cristiano non può
condurre una lotta contro i cristiani di un altro schieramento”.
Nella seconda parte della sua
conversazione ha risposto ad
alcune considerazioni di Paolo
Cingolani, presidente del consiglio comunale di Jesi, dopo che
si era soffermato sulla necessità
che i problemi vengano discussi
affinché la vita ecclesiale interessi anche coloro che hanno
un impegno civile. “Si tratta di
avere la funzione di lievito e di
proposta, nella libertà”.
b.t.
1923
12
Voce della
Vallesina
jesi e vallesina
10 ottobre 2010
Giannetto Magrini espone nell’ex chiesa di S. Bernardo presso il museo delle arti grafiche
Libri da salvare, paesaggi da ricordare
Giannetto Magrini espone dal 2 al 17
ottobre presso l’ex chiesa di S. Bernardo
una collezione di opere recenti, realizzate tra il 2009 e il 2010. Indubbiamente
appropriata la sede scelta: il soggetto più frequentemente rappresentato
dall’artista è infatti il libro, che non può
non richiamare il vicino Museo delle
Arti Tipografiche.
È il giorno dell’inaugurazione e Giannetto Magrini è impegnato a salutare
e a stringere la mano di molti visitatori, amici, artisti, ammiratori. Non dimentica nessuno, così la conversazione viene spesso interrotta. Quello che
ne risulta è un collage estemporaneo
di domande e risposte.
Perché è stato scelto il libro come
tema-guida della mostra?
Perché sono convinto che il libro diventerà una delle archeologie del tempo moderno. Perché credo pure che il
libro sia una delle passioni più belle
dell’uomo.
Nella rappresentazione di libri sono
a volte inseriti degli oggetti simbolici.
Quale è il loro significato?
In questo quadro l’uovo appoggiato al
centro del libro è simbolo della purezza
delle idee che scaturiscono dalla mente.
In quest’altro una spirale suggerisce idealmente la struttura dell’immaginazione
e la creatività. In quello laggiù in fondo
ho voluto richiamare, inserendo l’immagine di uno strano sigillo, la ‘morte’
del libro.
Altro tema ricorrente sono i paesaggi;
stilizzati, semplificati eppure riconoscibili
Sono i miei ‘paesaggi marchigiani della memoria’. Dipingo sempre quello
che ricordo, non quello che vedo.
I colori sono gli stessi già usati in altre opere dello stesso genere: ambra,
ocra, marrone… Come di una terra
ancora calda dopo il tramonto
Sono i colori della maturità. Anni
fa dipingevo a tinte vivaci, violente.
Quasi mai le uso ora.
Belle anche le cornici, antiche, di legno intagliato. Si addicono all’ambiente
Sono cornici d’antiquariato. Ho cercato
dappertutto per averle
Perché è stata scelta questa sede per
l’allestimento della mostra?
Soprattutto perché si viene qui di proposito, per interesse. Non di passaggio,
per caso.
C’è ora in cantiere qualche nuovo
progetto, qualche altra idea, qualche
tema intrigante?
Altro che. Ho in mente altri soggetti, ma
preferisco non parlarne
Per scaramanzia?
Non proprio: piuttosto perché ho paura
che qualche ‘ladro’ me li voglia rubare.
Augusta Franco Cardinali
Foto Vincenzoni
Nella foto da sinistra gli artisti Luigi
Pennacchietti, Giannetto Magrini,
Faliero Tamburi e Angelo Rosetti
CASTELBELLINO: il 150° anniversario dell’Unità d’Italia con la presenza della pronipote dell’eroe
Majolati: istituita la “Spontini d’oro”
Cavour, Garibaldi e la spedizione dei Mille Riconoscimenti cittadini
Il Comune di Castelbellino,
nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario
dell’Unità d’Italia, ospiterà
un Convegno di studi dal
titolo “Cavour, Garibaldi e
la spedizione dei Mille”, il
prossimo 16 ottobre alle ore
16,30, rivolto all’approfondimento dei significati storici
e politici dell’Unità d’Italia.
Al Convegno, organizzato
dall’Associazione Nazionale
Veterani e Reduci Garibaldini Italia – (sez.) Garibalda
Canzio con il patrocinio del
Comune di Castelbellino,
presso il teatro Beniamino
Gigli, interverranno i relatori: Annita Garibaldi Jallet,
presidentessa del “Museo
Garibaldino” di Porta San
Pancrazio di Roma (discendente diretta di Giuseppe ed
Anita Garibaldi, figlia unica
di Sante e nipote di Ricicotti); Gilberto Piccinini, presidente della Deputazione
Storia Patria per le Marche;
Marco Severini, docente
all’Università di Macerata. Le attività culturali della
giornata saranno coordinate
dal prof. Franco Sandroni.
Aprirà il seminario il sindaco di Castelbellino dott.
Demetrio Papadoupulos ed
il presidente dall’Associazione Nazionale Veterani
e Reduci Garibaldini Ita-
lia, dott. Giovanni Caruso. Su questa pagina di storia
I relatori percorreranno le il Comune di Castelbellino
vicende
storico-politiche ospiterà una mostra sul pache consentirono l’Unità di esaggio risorgimentale itaItalia: Cavour favorì l’azione liano dal titolo Album della
di Garibaldi per sottrarre al guerra d’Italia 1860-1861
Papa l’Umbria e le Marche. di Gustavo Strafforello, alleNei fatti del 1860 si trovano stita presso il museo Civico
le vicende militari italiane: di Villa Coppetti, che sarà
l’esercito piemontese nel aperta al pubblico alle 18,30.
1859 aveva dimostrato coe- Il progetto espositivo – parsione e organicità tanto da te integrante del convegno
essere degno della mi­gliore - è stato curato dall’Associatradizione militare perché zione Nazionale Veterani e
combatté vittoriosamente Reduci Garibaldini Italia
nel Sud della penisola ac- – (sez.) Garibalda Cancanto a Giuseppe Garibaldi. zio, dall’Assessorato alla
La battaglia del 18 settem- Cultura di Castelbellino
bre 1860, avvenuta a Castel- e dal comitato scientifico
fidardo, fu l’azione finale che presieduto dal prof. Gilconsentì di liberare le Mar- berto Piccinini, Presidente
che dai moti insurrezionali.
della Deputazione di Sto-
ria Patria per le Marche.
Il percorso didattico-visivo
documenta il paesaggio
italiano nel Risorgimento, dopo la spedizione dei
Mille. L’esposizione rimarrà
aperta dal 16 al 24 ottobre,
tutti i giorni dalle 17,30 alle
19,30 (per eventuali visite guidate a scolaresche o
gruppi tel. 0731.701606 348.3942426).
La mostra, composta da settanta pannelli, è itinerante; le
illustrazioni dell’esposizione
provengono da Castelfidardo e sono tratte dal volume
storico del 1864 Album della guerra d’Italia 1860-’61,
di cui è stata presentata, lo
scorso 13 settembre 2010,
la stampa anastatica all’Auditorium di San Francesco,
durante le celebrazioni della
“Battaglia di Castelfidardo” e
dell’Unità d’Italia.
L’Assessorato alla Cultura ha
voluto valorizzare l’esposizione permanente del museo comunale “Villa Coppetti” composta da donazioni
di documenti e fotografie
provenienti dalla famiglia
di Annita Garibaldi Jallet
per riaccendere l’attenzione sulla figura di Garibalda
Canzio, sedicesima ed ultima figlia di Stefano Canzio e
Teresita Garibaldi, che visse
a lungo a Castelbellino.
 Concorso nazionale di fotografia
È stato presentato a Roma, nella sede della Regione Marche, “Sustainable living in changing economy”, il primo
concorso fotografico nazionale che parte dalle Marche
per informare e promuovere i temi della transizione
energetica e dei processi innovativi indotti dalla Green
Economy. Il concorso è promosso e organizzato da Svim,
l’agenzia di sviluppo della Regione Marche, con il patrocinio della Giunta regionale, del Kyoto club e dell’Alleanza per il Clima Italia. Presidente della giuria sarà Gianni
Berengo Gardin, grande maestro della fotografia. Il concorso è aperto a tutti i fotografi, professionisti ed amatori,
residenti in Italia ed è aperto anche a chi non abbia com-
piuto i 18 anni. La partecipazione è gratuita. Due le sezioni. “Nuova Economia - Green Economy: valori culturali
e opportunità”: personaggi, realtà, luoghi e azioni della
transizione energetica e di un nuovo sistema economico e
produttivo nato dall’innovativo rapporto tra uomo e ambiente, con conseguenti benefici sociali e occupazionali. Il
secondo, “Viaggio nella sostenibilità”: le azioni di un turismo eco-sostenibile illustrando comportamenti, itinerari,
luoghi e avvenimenti improntati a esaltare l’espressività di
un territorio tra tradizione e innovazione. Le immagini
vanno inviate entro il 21 ottobre (modalità su www.bioforenergy.eu).
DAL 1923
Mercoledì 29 Settembre il
Consiglio comunale majolatese ha approvato l’istituzione di una civica benemerenza finalizzata ad additare alla
cittadinanza e a gratificare
coloro che nel volontariato,
nella cultura, nell’industria,
nel lavoro e nello sport contribuiscono alla crescita sociale e civile del territorio. Da
tempo si sentiva l’esigenza di
ringraziare i molti cittadini
che con grande spirito di sacrificio dedicano il loro tempo al volontariato, oppure i
personaggi o le associazioni
che hanno dato lustro al Comune di Majolati, magari in
ambito scientifico, basti pensare a quando si associava il
nome del dott. Carlo Marcelletti a Majolati. Il premio
potrà essere assegnato non
solo alle persone fisiche, ma
anche ad Associazioni o Enti,
che sono molti e ben attivi
sul territorio comunale.
Nel concreto la Civica benemerenza si manifesterà con
una medaglia del diametro
di quattro centimetri, dove
da un lato, al centro, sarà riportato il ritratto di Gaspare
Spontini, ritenuto “più bello”
dalla Contessa di Sant’Andrea, ed al circolo il nome del
Comune di Majolati Spontini insieme al leone gigliato.
Dall’altro lato sarà ricordata
la benemerenza e inciso il
nome del soggetto premiato.
La benemerenza sarà conferita con una solenne cerimonia una volta l’anno, per un
massimo di tre soggetti premiati in ogni edizione. Tutti,
sia singoli cittadini, sia Enti
od Associazioni, potranno
presentare proposte, meglio
se corredate da una specifica
documentazione e da informazioni, che saranno utili
per stilare, in forma sintetica,
la motivazione; a questo proposito saranno affissi dei manifesti che pubblicizzeranno
il premio e la presentazione
dei suggerimenti.
Per giungere ad una scelta la
più condivisa possibile sarà
costituita anche una commissione comunale composta da cinque rappresentanti
del Consiglio comunale, il
Sindaco e quattro consiglieri,
scelti tra maggioranza e minoranza.
Per valorizzare ancora di più
il premio sarà aperto un Registro d’onore su cui saranno
scritti i nomi dei benemeriti
premiati. Il premio, oltre a
proporre alla pubblica opinione il nome del soggetto o
dell’ente meritorio, sarà costituito da un’artistica medaglia realizzata da un illustre
scultore e dalla prima industria italiana medaglistica.
Questo premio non vuole remunerare chi con l’ingegno o
con la filantropia si adopera
a vantaggio della comunità
locale, ma vuole ringraziare,
sostenere comportamenti
virtuosi che costituiranno il
modello per la gioventù e la
tutta la cittadinanza.
Marco Palmolella
Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it
Voce della
Vallesina
in dialogo
10 ottobre 2010
13
ANTIRICICLAGGIO: convegno di Banca Marche. Oltre 15mila operazioni sospette e denunciate
Un modo per essere vicini al territorio
Sono oltre 15mila le operazioni bancarie di cui si sospetta il riciclaggio
segnalate alla Banca d’Italia nel primo semestre 2010. É quanto è emerso
durante il convegno “Organizzazione
dell’impresa, controllo e responsabilità
nelle disciplina delle Spa e dell’attività
bancaria”, che si è svolto l’1 e il 2 ottobre presso l’auditorium del centro direzionale Banca Marche di Jesi.
“Dal 1991, data di entrata in vigore
della prima legge antiriciclaggio italiana – ha dichiarato durante il suo
intervento l’avvocato Ermanno Cappa,
presidente del centro studi Ambrosoli - le banche si sono trovate catapultate in una sorta di regime di collaborazione attiva coatta, finalizzato a
smascherare le operazioni di riciclaggio del denaro transitante. Dopo una
prima fugace fase di smarrimento, il
sistema ha dato prova di collaborare
alacremente, se solo si considera che,
nel primo semestre 2010, le segnalazioni di operazioni sospette pervenute alla Banca d’Italia, sono state oltre
15mila. Si tratta, evidentemente, di
un’attività comportante oneri e costi
organizzativi non indifferenti, appesantiti da un impianto sanzionatorio durissimo. Le finalità della legge,
cioè il contrasto ad una piaga sociale,
quale il riciclaggio del denaro, che rischia di inquinare irrimediabilmente
l’economia, devono peraltro indurre i
vertici bancari a mantenere alto il livello della collaborazione attiva”.
Il convegno, che ha avuto un grande
successo di pubblico, con oltre 400
partecipanti, ha toccato tre macro-argomenti: il primo ha riguardato l’individuazione della fonte da cui deriva il
sistema di organizzazione e controllo
dell’attività d’impresa, la seconda parte ha toccato il tema della sicurezza
sul posto di lavoro, mentre nell’ultima
giornata si è approfondita la materia
della disciplina antiriciclaggio. “Questo
convegno testimonia il nostro modo di
essere banca del territorio, che per noi
non è solo uno slogan, ma si concretizza nella volontà di essere vicini alle
imprese, alle famiglie e ai professionisti”
ha detto il presidente di Banca Marche,
Michele Ambrosini, nel suo indirizzo
di saluto. “Dal nostro osservatorio privilegiato di banca più importante a livello locale vogliamo accompagnare la
parte più sana del territorio alle nuove
sfide a cui siamo chiamati, ripensando
a un modello di sviluppo che ci permetta di uscire definitivamente dalla crisi”.
Il convegno è stato moderato dal presidente di Banca Marche, Michele
Ambrosini, dal professor Enrico Ginevra, ordinario di diritto commerciale dell’università di Bergamo e dal
vicedirettore del Tg1, Gennaro Sangiuliano.
anagrafe
Nati a Jesi, salvo diversa indicazione,
dal 31 agosto al 13 settembre
Walter Stefania in Senigallia, Nada Fari, Vittoria Medici,
Edoardo Cacciamani, Jacopo Bimbo, Edoardo Federici, Aia Jallouli, Mattias Maloku, Andrea Flaminio, Ionela
Smecicas, Yousra Montes, Stella Hamdiu, Ilary Casadio in
Ancona, Rahma Benzid, Valerio Bonci, Nelson Vezi, Michele Marchegiani.
Deceduti a Jesi, salvo diversa indicazione,
dal 31 agosto al 14 settembre
Abdelhakim Lakhoitri (40 anni) del Marocco, Igino Bianchi (86), Giovanni Mastri (87) di S. Maria Nuova, Assunta
Palombini (78), Dante Carosi (80), Aldo Cecchi (86), Angelo Bucci (83) di Poggio S. Marcello, Bianca Lombardo (91)
di Fano, Adriano Cocilova (66), Giovannina Mocchegiani
(80), Thomas Pettinari (16) di Monsano, Maria-Raffaela
Sabbatini (80), Mario Rinaldi (98) di Cupramontana, Rosina Scibilia (86) di Serra S. Quirico, Valeriana Clementi
(63), Gina Mazzarini (99) di Santa Maria Nuova.
Nuova dirigenza all’I.C. “Federico II” di Jesi, la scuola media con la più alta percentuale di immigrati
La nuova dirigente Maria Ambrogini comincia con grinta e determinazione
Determinata e instancabile, Maria - È in quest’ottica che cerAmbrogini - di Falconara Maritti- cherò di orientare il Colma - ha iniziato con grinta e com- legio, affinché vengano inpetenza il suo terzo anno di diri- seriti nel piano dell’offerta
genza scolastica che, con le nuove formativa attività e proassegnazioni, la vede al timone getti volti al recupero ed al
della complessa realtà multiet- rinforzo di lacune emerse
nica dell’Istituto Comprensivo nelle diverse discipline di
“Federico II” di Jesi. Formazione studi ed altri, in direzione
scientifica, laurea in Matematica, del potenziamento e della
impegnata ed attiva nel sociale, valorizzazione dei livelli di
predilige nel suo mandato una apprendimento degli alunleadership diffusa e punta dritta ni più meritevoli”.
ad una collaborazione che non Disponibile all’ascolto e
sia condivisione passiva bensì ad accogliere proposte
impegno a trovare soluzioni per che siano sempre orientail raggiungimento di traguardi di te al miglioramento, non perde
qualità e successo formativo.
di vista il senso e il fine di ogni
“Implementare una scuola che sia iniziativa e attività progettuale,
al contempo di massa e di qualità reggendo il filo di una formaziosignifica soprattutto prestare at- ne del soggetto che risulti adetenzione agli alunni svantaggiati, guata anche alle future esigenze
il cui background socio-culturale del mondo del lavoro.
influenza negativamente il rendi- “Prenderò in esame, insieme a
mento scolastico ma anche pro- tutto il corpo docente, i risultati
muovere iniziative rivolte alle ec- degli esiti della prova scritta nacellenze - sottolinea la dirigente zionale, predisposta dall’Istituto
nazionale per la valutazione del
sistema di istruzione (Invalsi) continua l’Ambrogini - Tale prova, oltre a contribuire ad una più
ampia valutazione dell’alunno, ci
consentirà di rilevare il livello generale degli apprendimenti degli
studenti quindicenni, consentendo una comparazione con le analoghe rilevazioni internazionali”.
Qual è stata la sua prima im-
pressione, arrivando al separare le due classi usufruenFederico II?
do di ore aggiuntive assegnate in
La percezione iniziale del- organico di fatto. Compito di un
la nuova scuola affidata dirigente è infatti ottimizzare le
alla mia dirigenza è stata risorse umane (docenti) in dotapositiva. Un’accoglienza zione all’istituto per migliorare la
speciale e calorosa mi ha qualità dell’ intervento educativo
permesso di affrontare da che, con un idoneo numero di
subito sia i problemi orga- alunni per classe, diventa ottimanizzativi sia quelli atti- le. Come è anche suo obbligo otnenti alla sfera della didat- temperare ai requisiti normativi
tica.
relativi alla sicurezza degli spazi,
Con quale problema si è parametri questi che erano al lidovuta subito misurare?
mite dell’idoneo affollamento delUno dei miei primi inter- le aule.
venti è stato quello relati- Quale è, secondo lei, il punto di
vo allo sdoppiamento di una quin- forza di un istituto?
ta classe della scuola primaria di Sono i docenti la chiave di succesMonsano in quanto, per l’attuale so, la risorsa più importante per il
anno scolastico, era stata autoriz- lavoro di dirigente - commenta
zata solamente una quinta classe a con quel suo sorriso accattivante
tempo pieno, mentre l’anno scorso – E lo sono ancor più per gli alliele due classi quarte funzionavano vi perché si educa attraverso ciò
separatamente come tempo pieno che si dice, di più attraverso ciò
e tempo normale. Per garantire i che si fa, e soprattutto attraverso
due percorsi formativi scelti dalle ciò che si è.
famiglie ho ritenuto opportuno
Fotoservizio Paola Cocola
 dalla provincia di ancona
Patrizia Casagrande raggiunge il 59,8% dei consensi in base
alla classifica nazionale emersa dalla tredicesima edizione
di Monitor Provincia di Fullresearch. Attraverso105.100 interviste telefoniche, l’istituto diretto da Marco Benfatti e
Natascia Turato traduce il gradimento di quindici servizi
(ambiente, rifiuti, agricoltura, caccia e pesca, centri per
l’impiego, formazione, servizi alle imprese, cultura, turismo, viabilità, edilizia, urbanistica, protezione civile e sicurezza) in percentuale di soddisfazione presso i cittadini
delle province italiane. Dalla rilevazione dello scorso anno,
la presidente della provincia di Ancona Patrizia Casagrande guadagna un +2,5% di gradimento, scalando 18 posizioni e raggiungendo il 16° posto nella classifica. “Sono
soddisfatta del risultato perché – dichiara la presidente
Casagrande, - conferme di questo tipo mi aiutano a proseguire su una strada di rigore nel controllo della spesa e di
attenzione alle esigenze del territorio”.
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14
JESI - IL PALAZZO E DINTORNI
Con il CUP è fallito lo scoop
D’accordo, lo scoop non c’è stato o, se
volete, è fallito. Tutta la stampa regionale ne ha parlato e c’è stato chi, dopo
appena una settimana dall’inizio della
nuova sperimentazione, voleva adire
alle vie legali magari per saggiare la funzionalità della class action (tutti insieme
a denunciare il presidente Spacca!!).
Ma sapete che cos’è il CUP? Ve lo dico
io. É il Centro Unico di Prenotazione
istituito dalla Regione in base ad una
delibera di ben tre anni fa ed entrato
in funzione il 13 settembre scorso. Il
principio è straordinario: tu chiami il
numero verde 800.098798 (gratis) oppure il telefono mobile 199.419891 (a
pagamento) e chiedi, in base alla prescrizione medica che hai sotto gli occhi,
di effettuare la tal o tal’altra visita specialistica. Il call center, che è in contatto con tutti gli ospedali della regione, ti
indica dove puoi andare per non attendere 1-5-10-mesi. Insomma, il CUP è la
eliminazione delle file nella sanità: un
miracolo.
Oddio, all’inizio un vero miracolo non
si è dimostrato. Ma è anche vero che il
primo giorno si sono verificate 125.000
telefonate e solo 3.000 prenotazioni. La
gente aveva scambiato il CUP per l’ufficio informazioni. Non va bene! Bisogna rispettare le finalità del call center
che contatta ben 820 sportelli sparsi in
tutto il territorio regionale. Pare che già
le cose vadano molto meglio. Le preno-

tazioni sono, circa, 10.000 al giorno proprio come nelle previsioni del progetto.
Certo, quando il servizio entrerà a regime, quando si sarà fatto le ossa, avremo
veramente uno strumento interessante:
mi danno consigli dove andare, ma posso anche chiedere di andare altrove, se
non mi va di accettare il consiglio. E mi
dicono anche la coda che c’è da fare. Pare
che, per ora, la coda si sia effettivamente
accorciata. Non so se di un giorno o di
un mese o… di un anno (sapete che io ho
aspettato una volta una anno e tre mesi?
E poi mi sono dimenticato di andare!)
Conclusione. Questo CUP non sarà un
miracolo, ma il principio è veramente intelligente, anche perché oggi, date le auto
che abbiamo a disposizione, possiamo
andare facilmente in qualsiasi ospedale
della regione (salvo che, una volta arrivati con tanto di prenotazione CUP, non ci
sia qualche amara sorpresa). Bisognerebbe provare per credere. Intanto io, per le
analisi del tagliando – quelle che ti obbliga il medico di tanto in tanto - continuo
ad andare presso il Centro di via S. Francesco, che è organizzato in modo eccezionale. Qui ho provato… e ho creduto.
Devo anche dire che non è vero che la regione è stata la prima a realizzare il servizio; è vero, invece, che è stata una delle
prime. Va bene. Contentiamoci.
Et censeo sancti Nicolai monumentum liberandum esse
v.m.
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5^ Bando
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Voce della
Vallesina
pagina aperta
10 ottobre 2010
Inviare curriculum vitae completo,
al:
Centro Sportivo Italiano
Comitato Provinciale di Ancona
con sede in Jesi P.za Federico II^, 7
Tel./Fax: 0731-56508
e.mail: [email protected]
Buon compleanno, Iridio!
Il 9 ottobre Iridio Cacciamani compie 71 anni. Da
sempre uomo di poco fumo
e tanto arrosto
(je’ vie’ pure ‘bono)!
Auguri!

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Claudio, Clizia,
Giovanna,
Camy e Càrlot.
Ricordi di scuola elementare
55 anni dopo
Foto di gruppo: quarta
elementare 1955-56 (39
alunni); Scuola San Martino, all’inizio di corso
Matteotti; insegnante il
maestro Goliardo Radi. É
stata scattata nel cortile
interno dell’ex Industriale.
Da questa immagine, uno
di quei… ragazzi (Enrico
Duca) si è messo in testa
di rintracciare tutti gli
ex compagni delle elementari per organizzare
la classica “rimpatriata”.
Duca ha esternato il suo
proposito a tre amici con
i quali era sempre rimasto in contatto: Bravi,
Frulla e Saturni. I quattro sono andati a cercare
nell’archivio della Scuola;
hanno trovato i vecchi registri e, pian piano, sono
riusciti a dare un nome a
quei volti accuratamente schierati nel cortile
dell’ex Industriale. Fatta
la “mappa”, Duca, Bravi,
Frulla e Saturni con tanta grinta sono riusciti a
contattare tutti, anche
coloro che sono “emigrati” all’estero. Sei, purtroppo, non ci sono più,
ma tutti gli altri hanno
risposto all’appello. La vita li ha portati su
strade diverse: ci sono medici, imprenditori,
funzionari di Banca, un giornalista, un carabiniere, perfino una guardia carceraria. Poi
ferrovieri, impiegati comunali, insomma un
po’ tutte le categorie sociali. Stabilito il giorno (18 settembre 2010), l’appuntamento è
stato fissato ai giardini pubblici di viale Cavallotti. La giornata è poi terminata al ristorante Oasi di Coste. Sono arrivati quasi tutti:
abbracci, commozione, tanti ricordi e belle
cose da raccontare. Duca, Bravi, Frulla e Saturni hanno fatto le cose in grande: un ricordino per tutti, le copie dei registri di classe,
la vecchia foto del ’55 con i nomi di tutti. Al
parco pubblico di nuovo in posa, nella stessa disposizione di 55 anni fa. Il tempo ha
cambiato le fisionomie, quei ragazzi sono
diventati uomini, ma sono rimasti il legame
dell’amicizia e la condivisione di un progetto
di vita, nato su quei banchi…
Daniele Bartocci
Disposizione foto (quella attuale)
In alto da sinistra: Martinelli Bruno, Mancini Saverio, Masia Gianfranco, Moretti Carlo,
Frulla Marcello, Felicetti Antonio, Mazzarini Marcello, Sabbatini Aldo.
Seconda fila: Calabrese Piero, Giacani Claudio, Barchiesi Carlo, Famiglini Massimo,
Rossetti Giannetto, Ronconi Sandro, Bravi
Francesco, Manoni Giuliano, Belardinelli
Gioacchino, Rotini Luigi.
Seduti: Falasconi Dino, Possanzini Graziano, Saturni Bruno, Pandolfi Pierfrancesco,
Duca Enrico, Pentericci Aldo, Politi Enzo.
Comune di Jesi: manutenzione e illuminazione
Risparmio energetico
Più sicurezza per pedoni
ed automobilisti; un piccolo ma significativo aiuto
all’ambiente, grazie ad un
risparmio energetico garantito. Questi gli obiettivi che
verranno raggiunti, nell’ottica della già avviata riqualificazione di via XXIV Maggio.
Sono infatti partiti i lavori
di rifacimento dei marciapiedi e dell’impianto di illuminazione dell’ultimo tratto
di via XXIV Maggio, quello
compreso tra le rotatorie di
viale Trieste e via Ricci. Intervento di manutenzione
straordinaria necessario per
garantire più sicurezza, soprattutto di notte, grazie al
miglioramento della percezione di ostacoli e profondità di oggetti ora meglio
illuminati. I lavori appena
avviati prevedono anche la
nuova asfaltatura del manto
stradale, con eventuale sostituzione di condotte idriche e fognarie non più efficienti, ed il rifacimento dei
marciapiedi.
Il nuovo impianto d’illuminazione sarà basato su lampade a led, come quelle già
installate nell’altro tratto di
via XXIV Maggio. Questo
tipo di lampade garantisce
un notevole scarto in termini di risparmio energetico
ed una più efficace illuminazione, grazie ad una luce
di colore bianco che renderà
più visibile il tratto, anche
in condizioni atmosferiche
avverse. Il risparmio energetico è netto, dicevamo: basti
pensare che nell’altro tratto
dove sono state installate
questo tipo di luci, le lampade a led da 60 watt hanno
sostituito quelle ormai obsolete a vapori di mercurio e
vapori a sodio ad alta pressione, con potenze variabili
dai 150 ai 250 watt.
Il risparmio energetico, e
conseguentemente quello
economico, fatto registrare
dal primo tratto già realizzato nel 2009, è stato pari a
circa il 70-75%. Il progetto
di riqualificazione dell’illuminazione è stato realizzato,
per conto del Comune di Jesi,
dallo studio dell’ingegnere
Bruno Stronati. Le lampade a led sono invece fornite
dall’azienda fiorentina Ruud
Lighting, leader mondiale
nella produzione di questo
tipo di illuminazione.
Andrea Antolini
Voce della
Vallesina
sport e tempo libero
10 ottobre 2010
BASKET-FILENI BPA Si gioca sabato 9 alle 20.45.
Banca Marche premia i pensionati
La terza età è d’oro
A Verona in cerca dei primi punti
Sono stati premiati con
2400 euro in sterline d’oro i
due pensionati marchigiani
vincitori del concorso “pensione felice” di Banca Marche. La cerimonia di consegna si è tenuta lo scorso
29 settembre presso la sede
centrale della Banca: i due
pensionati vincitori sono
Francesco Conte di Urbino
e Rina Mogetta di Passo di
Treia. Hanno ricevuto il premio dal presidente Michele
Ambrosini e dal direttore
generale Massimo Bianconi. I due vincitori sono stati
estratti fra tutti i pensionati
che dal 23 aprile al 23 luglio hanno aperto il libretto
di deposito RisparmioMio
di Banca Marche. “La nostra nuova linea di prodotti
“pensione felice” riservata ai
pensionati - ha detto il direttore - dimostra la volontà
dell’istituto di continuare ad
La nuova stagione in
Lega due della Fileni
Bpa è iniziata come
si era chiusa la vecchia: con una sconfitta. Domenica scorsa a
rovinare il debutto in
campionato degli arancio-blu, ci ha pensato
il Reggio Emilia dell’ex
Coen, che ha espugnato il PalaTriccoli vincendo per 79 a 75. Un
ko che ha fatto infuriare il
tecnico jesino, Stefano Cioppi (nella foto di Candolfi). “Al
25mo eravamo 51 a 41 per
noi. Da lì in poi la squadra
non ha più seguito gli ordini. Bastava più attenzione
nei momenti caldi, invece
abbiamo permesso a Reggio
Emilia di rientrare in partita
grazie ai nostri errori banali”.
La classifica dopo la prima
giornata di andata vede a
due punti Barcellona, Casa-
essere vicini non solo ai giovani, alle imprese, alle famiglie ma anche a tutti coloro
che si trovano nella terza età
con una serie di prodotti dedicati, semplici e convenienti. In questa età, secondo
recenti studi, invecchiando,
si guadagna in serenità e felicità e quella della pensione
è la vera età d’oro”. Il presi-
dente ha sottolineato come
l’iniziativa abbia un valore
molto forte sia dal punto di
vista sociale sia da quello
economico perché aiuta le
persone più anziane spesso
prive di competenza finanziaria a trovare la soluzione
più corretta per le proprie
esigenze
Anna Vincenzoni
Se ti piace tirare con l’arco storico,
suonare i tamburi medievali, fare
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Una nuova struttura alberghiera
Chiaravalle ha dedicato una giornata alle
biotecnologie e al risparmio energetico unite
all’impegno sociale. La giornata di sabato 25
settembre si è aperta con il convegno “Economia Locale, Naturale e l’Etica d’Impresa”,
al teatro comunale “Valle”. Hanno partecipato Daniela Montali, sindaco di Chiaravalle, Patrizia Casagrande, presidente dalla
Provincia di Ancona, Marco Meneguzzo,
responsabile del dipartimento di economia
di Tor Vergata di Roma, l’architetto Rainer
Toshikazu Winter, docente di bioedilizia laboratorio Ecoform di Firenze e Perugia, Stefano Pierini, consulente sullo sviluppo locale,
l’ingegner Mirco Mosconi, amministratore
unico dell’E.S.E., gruppo che ha organizzato
l’evento, e che da anni si occupa di innovazione tecnologica, e risparmio energetico,
destinando il 30% degli utili a fini sociali.
Nel pomeriggio, “Passeggiata letteraria” dalla biblioteca comunale, lungo viale delle
Sigaraie, dove sono stati allestiti stand con
prodotti locali tipici ed altri dedicati all’artigianato a risparmio energetico. Hanno
partecipato gruppi musicali giovanili e sono
state organizzate attività di intrattenimento
per i più piccoli con sciampa, truccabimbi,
palloncini e baby-dance.
A chiudere al teatro “Valle”, lo spettacolo “Sogno di una notte di mezza estate” di William
Shakespeare, messo in scena dalla “Scuola di
Teatro Petite Ecole” di Jesi, il cui ricavato è
stato devoluto in beneficienza all’asilo nido
comunale di Chiaravalle, ad indirizzo pedagogico montessoriano. L’iniziativa ha avuto
il patrocinio del Comune di Chiaravalle.
Il 10 inizia la stagione regolare
Nella foto da sinistra Enrico Marconato, Ugo Barei
e Giulio Marconato proprietari dell’Hotel.
Vino e prodotti biologici
CALCIO
Economia ed etica d’impresa
Secondo test match per la Baldi Rugby Jesi
Arcafelice: degustazioni di verdicchio in azienda
Prendono il via le iniziative
serali di Arcafelice, l’azienda
agraria del Comune di Jesi.
Si partirà venerdì prossimo,
alle ore 21, con “Il Verdicchio sull’Aia”, in collaborazione con l’azienda vitivinicola Vignamato di San Paolo
di Jesi, azienda che nasce nel
1952 da Amato Ceci e dalla
moglie Maria. Partecipando al laboratorio si potrà
le Monferrato, Scafati, Forlì,
Venezia, Imola, Pistoia, Reggio Emilia. Le altre, tra cui
anche la Fileni Bpa, a zero.
Oggi, sabato 9 ottobre, gli
arancio-blu sono di scena
sul campo dell’ambiziosa
neo-promossa Verona (ore
20.45). Gli scaligeri, allenati
dall’esperto coach De Raffaele, hanno allestito una squadra in grado di poter lottare
per i piani alti della classifica.
Spiccano nella rosa i due ex
jesini Rombaldoni e
Waleskowski.
Si è chiusa con la cifra
record di 1.578 tessere,
la campagna abbonamenti dell’Aurora Basket. “Non posso che
ringraziare il nostro
pubblico per la bella
risposta – ha detto il
presidente Carlo Barchiesi – Pur venendo
da un’annata non positiva, culminata con una retrocessione, anche se con il
ripescaggio praticamente sicuro, la gente ha dimostrato
concretamente che la fiducia nell’operato della società
è rimasta invariata, anzi il
trend è crescente. Speriamo
di saperla ripagare sul campo”. Lo scorso anno erano
state 1.568 le tessere sottoscritte ma con più tempo a
disposizione.
Giuseppe Papadia
Chiaravalle: una giornata per il risparmio energetico
Arco e tamburi
L’Hotel Pineta è il nuovo hotel che
si trova in Via Cassolo, accanto al
Paradise, completato in due anni.
Nelle Marche è il primo hotel con 74
camere disposte lungo un viale suggestivo, con una illuminazione notturna innovativa e realizzato nel rispetto dell’ambiente. Nelle sale della
struttura è possibile organizzare
cene, riunioni, conferenze con il servizio ristorante collegato al ristorante del Paradise. Gli arredi della camere sono moderni e confortevoli.
avv
15
seguire una degustazione
guidata di quattro versioni
del Verdicchio della cantina.
La degustazione dei vini
comprende anche l’assaggio
del “Vì de visciola” (bevanda
aromatizzata a base di vino
e visciole) e sarà accompagnata da un ricco buffet
di prodotti tipici e biologici dell’Arcafelice, azienda
Agraria del Comune di Jesi
Serie D
I nostri Leoncelli, al “Carotti”,
hanno provato a varcare la porta
del Miglianico in una gara assai
combattuta. Ma inutilmente: la
squadra si è trovata di fronte una
linea Maginot con al centro lo
strepitoso Palena, portiere bunker degli ospiti, sempre prontissimo a neutralizzare gli slanci
delle nostre punte, mandandole
a vuoto. Dall’altra parte, la porta
jesina raramente veniva aggredita con qualche puntata poco pericolosa. I più che duemila spettatori (cifra vera) si sono divertiti
con 300 ettari di terreno
agricolo. Dal 2007 l’azienda
è riconosciuta dalla Regione Marche come “Fattoria
Didattica”.
Il costo della degustazione è
di 9 euro a persona. Per partecipare a questi incontri, la
prenotazione è obbligatoria
entro giovedì 7 chiamando
i numeri 333 4773685 o 339
8322578.
largamente per l’ottima prestazione dei contendenti, anche
perché i leoncelli hanno proseguito da capo a fondo ad aggredire la muraglia degli abruzzesi,
ma Palena e la sua difesa hanno
continuato a vietare l’accesso:
eppure gli jesini ci han provato
fino al 92’. I vari Negro, Gabrielloni, Sassaroli, Costantini, Francioni meritano la segnalazione
e guadagnano da tutti applausi,
arrivando a quota 13 sulla vetta
della classifica, frutto dello zero
a zero non facile di oggi.
Vir
Secondo test match per la
Baldi Rugby Jesi che dopo
due settimane di stop ritorna in campo contro il Rugby
Macerata, compagine combattiva che si è presentata a
Jesi senza timori reverenziali,
il 26 settembre.
É stata una partita a tratti entusiasmante con ottimi spunti di gioco e continui ribaltamenti di fronte; alla fine gli
jesini hanno segnato 6 mete
contro le 2 dei maceratesi.
Ma più che il risultato, è da
sottolineare la grande forza
di volontà e la determinazione che hanno contraddistinto tutti i giocatori jesini;
probabilmente l’utilizzo “del
piede” in alcune circostanze
è stato impreciso, ma sicuramente il carico di lavoro
dell’allenatore Mr. Montesi si
è fatto sentire.
La Baldi Rugby Jesi ha mostrato sin da subito l’intenzione di creare tanto gioco
ma, vuoi la bravura difensiva maceratese, vuoi la stanchezza muscolare (dovuta
alla preparazione atletica
pre-stagione ancora non terminata), è riuscita solo in
parte ad esprimere le proprie
potenzialità.
Nel corso della partita si
sono evidenziati alcuni problemi ancora da risolvere in
mischia chiusa (dopo le modifiche alle regole IRB); molto più brillante è sembrata
invece la rimessa laterale oltre che il gioco sui trequarti.
Domenica prossima inizia la
stagione regolare: i leoncelli
affronteranno in casa l’Amatori Rugby Parma per una
partita piena di incognite.
Ilaria Latini
La Baldi Rugby
Jesi Under16
Buona prestazione della
Baldi Rugby Jesi Under16
che domenica 26 settembre,
nella gara valevole per accedere al Campionato Nazionale Under 16, è riuscita
ad interpretare nella giusta
maniera il gioco del Rugby
Parma ed è riuscita a tener-
la impegnata con la mischia
dove le forze sono state più
equilibrate. La fine del primo tempo vedeva avanti il
Parma per 7 punti a 3. Nel
secondo tempo il Parma
prende meglio le “misure”
e soprattutto nelle rimesse
laterali riesce a spuntarla
sui nostri avanti che restano invece molto organizzati
solo nelle mischie ordinate.
Il maggior possesso di palla
ed un’attenta regia consente al Parma di segnare altre
quattro mete nella seconda
frazione del gioco sfruttando velocità e precisione
della loro linea dei trequarti
che ha sviluppato un gioco
di ottimo livello.
Al termine della gara il risultato resta fissato su 27 a 3
per gli ospiti.
Complimenti ai ragazzi jesini che con generosità hanno
impegnato fino all’ultimo
un avversario dal quale certamente abbiamo molto da
imparare.
Ilaria Latini
16
In una mostra sei anni del centro sociale dell’ Avulss
Per vivere e non sentirsi da soli
Il tempo non si ferma, avanza
implacabile. E a poco a poco
anche a te - che hai corso,
gli hai tenuto il passo e dato
tanto - non chiede più niente. Vanno via i figli, muoiono
i parenti. Niente più lavoro,
niente più patente... Il corpo
è ancora in vita, ma la vita
- piano piano - perde vita. E
allora… Avulss. Avulss per
abbattere il perimetro del
vuoto e della solitudine di
anziani, di disabili, di persone con disagi… Avulss per
attrarli nel sole dell’affetto,
nel calore di una nuova famiglia, nell’allegria di ore consumate insieme.
“Ho ricominciato a festeggiare il compleanno, anche se gli
anni sono tanti, perché qui
sono un valore…”
“Da un po’ di tempo vengo al
Centro… Ora lo sento anche
un po’ mio, come un’altra
casa, dove ritrovarmi con
una nuova famiglia fatta di
amici…”
“È bello consumare la merenda in compagnia, tra chiacchiere e risate…”
“Finalmente qualche pomeriggio in compagnia, così il tem-
Voce della
Vallesina
esperienze
10 ottobre 2010
3 ottobre: ventottesimo di fondazione della Sezione di Monsano
Nona giornata del donatore Avis
colorato. La uso per tenere i Si sa: queste manifestaziobottoni…”
ni recitano il solito copione,
Sono solo alcuni dei tanti perciò ripetono, anno dopo
messaggi visibili sui muri di anno, un cerimoniale ormai
allestimento della mostra desueto; in parte è vero, ma
dedicata - qualche settimana l’altra parte, quella “autenfa al Palazzo dei Convegni - tica” – perché propositiva
ai sei anni di vita del centro di valori – intende grida“Divertirsi insieme” dei vo- re, nelle piazze e sui tetti, il
lontari Avulss di Jesi.
bisogno di perpetuare la
E, assieme alle parole, alle sacrosanta virtù moderna
frasi, ai pensieri - fissati ai della solidarietà: il sangue
muri come perle incastonate è vita, se lo doni salvi vite
in piccoli scrigni aperti - an- umane e questo gesto fa di
che oggetti che parlano del te, donatore, un Samaritano
loro nuovo tempo speso nei che si ferma, lungo la strada
locali “colorati e accoglienti” della Vita, là dove altri hanpo mi passa più veloce. Ciao di via Gramsci, alle spalle no “tirato diritto” pur di non
noia… non sono più sola!”
della Casa di Riposo.
“sporcarsi le mani” (Luca
“Ho scoperto che è divertente Un libretto con i racconti 10,29-37).
recitare! Scegliamo un picco- della gioventù, rappresentati Che cosa ne pensano Mario
lo racconto, a volte in dialet- al teatro studio Valeria Mo- Gasparrini e Stefano Animato… ognuno studia la propria riconi tre anni fa. Giochi con li, monsanesi doc, donatori
parte o si esercita a leggerla la tombola, coi cruciverba, che hanno ampiamente subene. Ci portiamo a casa le con le carte. Sacchetti di erbe perato quota 100? Una cosa
aromatiche dell’orto “pensile”, è ricevere la spilla d’oro con
studiato apposta per non do- smeraldo, altra cosa – ben diversi chinare. Piccoli manu- versa – è quando sentiranno
fatti di ceramica, dipinti e de- queste parole: «In verità io vi
corati; marionette e burattini dico: tutto quello che avete
per un piccolo teatrino ani- fatto a uno solo di questi miei
mato con le loro stesse storie. fratelli più piccoli, l’avete fatE poi il “teatro” per vero, con to a me» (Matteo 25,40).
la storia di San Floriano e i «Ma quello, volendo giustificostumi, gli accessori…
carsi, disse a Gesù: “E chi è il
E ancora, il lungo viaggio mio prossimo?”».
nell’arte, con gli amici dell’as- A questo punto (nel copione)
sociazione “Il Camaleonte”: entra in scena il prof. Romaun’immersione nelle imma- no Zenobi, ma egli non recita
gini e nella musica di luoghi la “solita parte”, perché il suo
lontani, da cui attingere per progetto di sensibilizzazione
cose da preparare: qualche dare sfogo alla creatività: dal degli scolari al dono quale
costume semplice, per il ruo- Brasile, le maschere; dalla fondamento della cultura e
lo da interpretare; qualche Cina, i giochi con le ombre ci- della tradizione dell’Avis è
disegno, per lo sfondo… così nesi e i mandala di semi; dalla coraggioso, è utile, è educail tempo passa meglio anche Russia, le matriosche…
tivo: propone ai giovani una
a casa. Poi arriva il pomerig- E infine gli spettacoli con i riflessione che è la sperangio, ci riuniamo e proviamo… ragazzi de “Il Baule dei sogni”. za su cui si fonda il futuro
e ridiamo tutti insieme”.
Persino i “Gialli” con tanto di della società, la solidarietà,
“A casa conservo una ciotola indagini… e divertimento.
appunto. Educare i giovani
di creta che ho modellato e
Fotoservizio Paola Cocola significa smettere di pian-
Radio Duomo
Senigallia in Blu
(95,2 Mhz)
Preghiera del donatore
O Gesù Salvatore, che hai detto: “Tutto ciò che avete fatto a
uno dei più piccoli dei miei fratelli l’avete fatto a me”, guarda
propizio all’offerta che Ti facciamo.
Le angosce dei sofferenti, tuoi fratelli e nostri, ci spingono a
dare un po’ del nostro sangue, perché ad essi ritorni il vigore
della vita; ma vogliamo che tale dono sia diretto a Te, che hai
sparso il tuo sangue prezioso per noi.
Rendi, Signore, la nostra vita fiaccola di bene per noi, per i nostri cari , per gli ammalati. Sostienici nel sacrificio perché sia
sempre generoso, umile e silenzioso. Fa’ che sappiamo scoprire
con fede il Tuo Volto nei miseri, per soccorrerli prontamente;
ispira e guida le nostre azioni con la pura fiamma della carità,
affinché esse, compiute in unione con Te, raggiungano la perfezione e siano sempre gradite al Padre Celeste. Amen
Giovanni XXIII
gersi addosso, perché in loro
c’è futuro; il problema, tuttavia, va affrontato “in contromano”: qual è lo sforzo che
noi, genitori, facciamo per
formarli alla cultura della
Vita?
Smettiamola, perciò, di
scandalizzarci se essi assumono “pose” provocatorie:
è solo un modo per attirare
l’attenzione quando li emar-
giniamo, perché è scomodo,
e difficile, e impegnativo
prenderci cura di loro quando non sono come vorremmo che fossero…
Oreste Mendolìa Gallino
Nella foto di Andrea
Campanelli, il sindaco
Fioretti, il primario del
Centro Trasfusionale di Jesi,
Gennari e il presidente
Avis, Moretti.
Tutte le mattine alle ore 7,06 e in replica alle 24,00
il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi
Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi
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Sapeva comunicare la bellezza della vita e del creato