Settimanale d’informazione ANNO LVII- N. 34 www.vocedellavallesina.it euro 1 Jesi, domenica 10 ottobre 2010 Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi Pianello Vallesina Montecarotto Le celebrazioni per i 50 anni dell’Istituto Salvati di Ceccarelli e Manieri 11 Scuola Il paese celebra il patrono San Placido, il 10 ottobre di M. Cristina Coloso 8 diocesi Intervista alla dirigente dell’istituto Federico II di Paola Cocola 13 psicologia Le riflessioni del quarto convegno pastorale di Piccotti, Tobaldi, Testadiferro 11 La sapienza è guardare la terra con lo sguardo al Cielo di Federico Cardinali 6 A 100 anni dalla nascita ricordiamo lo scienziato, il politico e l’uomo di fede, il servo di Dio Enrico Medi Sapeva comunicare la bellezza della vita e del creato “Enrico Medi tra scienza, impegno civile e fede”: un progetto per ricordare e celebrare i cento anni dalla nascita di questo uomo che è considerato uno dei personaggi più importanti del secolo scorso. Il 26 aprile dell’anno 1911, a Porto Recanati, nasceva Enrico. I suoi genitori, Arturo e Maria Luisa Mei, erano originari di Belvedere Ostrense ma si trasferirono per un breve periodo nella cittadina di Porto Recanati dove Arturo era uno stimato medico condotto, dotato anche di grande senso pratico. A cinque anni si trasferì con la sua famiglia a Belvedere Ostrense dove, all’età di nove anni ricevette la Prima Comunione. Dal 1920 visse a Roma dove si laureò in fisica pura nel 1932 sulle orme del suo maestro Enrico Fermi e pochi anni dopo ottenne la libera docenza in fisica terrestre. Nel 1938 si unì in matrimonio con Enrica Zanini, laureata in chimica e farmacia, ed ebbero sei figlie. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale tornò a Belvedere Ostrense e cercò in tanti modi di alleviare le sofferenze della popolazione; si offrì anche in ostaggio per liberare due persone che stavano per essere fucilate. Si dedicò all’insegnamento all’Università di Palermo, dove, nel 1942, vinse il concorso per la cattedra di fisica sperimentale e poi all’Università di Roma dal 1952; fu nominato presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica nel 1949 ed avviò la costruzione di Osservatori Geofisici in tutta Italia. Apprezzatissimo dai suoi studenti per le appassionate lezioni e impegnato nella ricerca scientifica, trovò il modo di dedicarsi anche alla politica: nel 1946 fu eletto membro dell’Assemblea Costituente per il partito della Democrazia Cristiana e nel 1948 fu confermato parlamentare come primo eletto della circoscrizione della Sicilia occidentale. Decise poi di lasciare la politica, nel 1953, per tornare poi nel 1968 per candidarsi al Senato, nei collegi di Trieste, dove non riuscì però ad essere eletto, fu eletto come consigliere comunale di Roma nel 1971 e poi deputato con grande consenso. Si dedicò anche alla divulgazione scientifica attraverso la televisione e commentò lo sbarco sulla Luna del 20 luglio 1969, da tanti ancora ricordato. Fu chiamato a ricoprire tanti incarichi nel mondo scientifico ed ecclesiale e sempre il suo impegno lasciò segni visibili. È rimasto sempre molto legato al paese di Belvedere tanto che volle esservi sepolto nella tomba di famiglia. A lui, ora Belvedere dedica alcune manifestazioni che prenderanno il via sabato 9 ottobre alle ore 18,30 con Rad.Art, la scienza proiettata: saranno infatti proiettate, sulle mura del paese, immagini attinenti ad Enrico Medi e alle tipologie di radar e le immagini dello sbarco sulla luna. “Aveva a cuore la felicità, sua e degli altri vivendo una fede che apre al mondo, alla vita, alla gente” ha detto don Paolo Gasperini di Enrico Medi, ricordando che la sua figura non è conosciuta. “Accade raramente che un uomo riesca ad esprimere al massimo tante doti, come politico, studioso, uomo di fede – ha sostenuto il sindaco di Belvedere Riccardo Piccioni – ed ecco perché ci siamo sentiti in dovere di realizzare questo programma che, speriamo, possa contribuire a far accelerare il processo di beatificazione”. Maria Beatrice Medi, la figlia, ha fatto pervenire al sindaco un messaggio di apprezzamento all’impegno assicurando la sua presenza. Il progetto, a cura del comune di Belvedere Ostrense, è composto di quattro eventi che si concluderanno il prossimo 26 marzo; ha ottenuto il finanziamento della Provincia di Ancona, nel bando Cohabitat 2010 e si realizza in collaborazione con la Diocesi di Senigallia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, l’Accademia di Belle Arti di Brera e le associazioni locali. b.t. Enrico Medi ai giovani “... L’uomo è più grande delle stelle. Ecco la nostra immensa dignità immensa grandezza dell’uomo, della vita umana. Giovani, godete di questo dono che a voi è stato dato e che a noi fu dato. Non perdete un’ora sola di giovinezza, perché un’ora di giovinezza perduta non ritorna più. Non la perdete in vani clamori, in vane angosce, in vani timori, in folli pazzie, ma nella saggezza e nell’amore, nella gioia e nella festa, nel prepararvi con entusiasmo e con speranza. Da una cosa Iddio vi protegga: dallo scetticismo, dal criticismo e dal cinismo; il giovane sprezzante di tutte le cose è un vecchio che è risorto dalla tomba. Guai se la giovinezza perde il canto dell’entusiasmo”. Convegno pastorale Le tre giornate dedicate al quarto convegno pastorale hanno proposto tante riflessioni sul tema “Lasciarsi coinvolgere: esperienza eucaristica e maturità del cristiano”. Le riflessioni introduttive e le conversazione di Campanini, della Bignardi e di Accattoli sono state trasmesse in diretta da Radio Duomo Senigallia in Blu e sono stata registrate in video: saranno disponibili dalle prossime settimane. La terza sera il vescovo Gerardo ha proposto le conclusioni che saranno pubblicate nel numero di domenica 17 ottobre. Il convegno pastorale è stato anche il contributo della diocesi al Congresso Eucaristico Nazionale che si svolgerà ad Ancona, nel settembre del prossimo anno. Don Mariano Piccotti, che ha organizzato il convegno, ha esortato a «leggere lo Spirito che parla dentro la storia, dentro la concretezza delle vicende umane» ed ha invitato a scelte di vita all’insegna della sobrietà e della solidarietà e che conducono l’Eucaristia sul piano della quotidianità. Servizi a pagina 11 Mentre la Cei denuncia personalismi e inconcludenze, la politica si dibatte nelle incertezze di prospettive e nelle divisioni “Un sogno: possa sorgere una generazione nuova di italiani “Un sogno ad occhi aperti… grande sconcerto e di acuta dell’Italia, al suo immobiliChe possa sorgere una ge- pena per discordie perso- smo, con accenti tanto forti nerazione nuova di italiani nali che diventano presto e tanto accorati nel constae di cattolici che sentono pubbliche… e sono diven- tare quanto siamo propensi la cosa pubblica come fatto tate pretesto per bloccare i “al disconoscimento reciproimportante e decisivo, che pensieri di un’intera nazio- co, alla denigrazione vicencredono fermamente nella ne, quasi non ci fossero altre devole e a quella divisione politica come forma di ca- preoccupazioni, altri affanni. astiosa che agli osservatori rità autentica perché volta a ….Siamo angustiati per l’Ita- appare l’anticamera dell’imsegnare il destino di tutti”. É lia concreta fatta di persone plosione… Cambiare si può questo l’auspicio che il card. e comunità, ricca di risorse e bisogna far presto… FacAngelo Bagnasco ha rivolto umane…”. ciamo pressione perché siain seno al recente Consiglio Naturalmente Bagnasco trat- no coinvolti i giovani….Ai nazionale della Conferen- ta anche altri temi quali la cattolici con doti di mente e za Episcopale Italiana. Egli parrocchia, l’evangelizzazio- di cuore diciamo di buttarsi prende atto del bene che ne, le persecuzioni, gli abusi nell’agone…” c’è nella nazione, ma non all’interno della Chiesa, ma, Se a queste autorevoli prepuò chiudere gli occhi di che io ricordi, non era mai occupazioni della situazione fronte alla difficile situazio- accaduto che un presiden- italiana aggiungiamo, non ne politica del momento te della Cei dedicasse uno dico quelle dei sindacati e che “ci rende angustiati per spazio tanto ampio della sua delle opposizioni politiche, l’Italia… Sono momenti di prolusione ai gravi problemi ma quelle della Confindu- stria e di un crescente populismo unito alle intolleranze democratiche, all’attentato ad un direttore di giornale, agli sberleffi (scusate l’eufemismo) del presidente del consiglio, alle pesanti denunce di Marchionne, abbiamo una convergenza di azioni e di culture tanto diverse che non può non preoccupare. *** É pur vero che il recente dibattito parlamentare ha confermato la fiducia al Cavaliere, ma è altrettanto vero che proprio all’interno della maggioranza, permangono difficoltà che lasciano prevedere vita dura per il governo. C’è chi ha parlato di un voto “avvelenato” perché il gruppo finiano – diventato determinante - pur esprimendo parere favorevole a Berlusconi, si riserva di considerare attentamente i singoli provvedimenti all’ordine del giorno, primi fra tutti, quello sulla giustizia e la rilevante esigenza di una nuova legge elettorale. Sembra, insomma, che il rischio di un ulteriore immobilismo o quello di elezioni anticipate, non solo non sia superato, ma vada a raddoppiarsi: avremo immobilismo ed elezioni anticipate perché Fini determinerà estenuanti trattative soprattutto sui provvedimenti ad personam, ancora attuali. La prospetti- va del ministro Maroni delle elezioni a marzo, appare una concreta previsione che, pertanto, determinerà il blocco di ogni riforma e una propaganda elettorale lunga sei mesi. Senza dire che l’uomo della strada si chiede a che servano nuove elezioni visto che, guardando verso il panorama delle opposizioni politiche, si scorge soltanto frammentarismo, incertezze, polemiche, divergenze. Se il rimedio all’attuale situazione può essere dato da una nuova classe dirigente, come auspica Bagnasco, l’attesa diventa veramente lunga. Urgono nuove creatività. Vittorio Massaccesi [email protected] 2 Del più e del meno I quaderni di Elia Pegolo di Giuseppe Luconi Ancora su Elia Pegolo. Questa terza (e ultima) puntata non era prevista, ma la quantità e la varietà degli scritti che si incontrano scorrendo i suoi numerosi quaderni sono una tentazione troppo forte. Chiarisco subito che non ho conosciuto la signora Pegolo. So che il padre si era trasferito a Jesi dal Veneto per ragioni di lavoro, che si era sposata e che è morta, ultranovantenne, qualche anno fa. Nelle pagine del suo diario si era raccontata: “Ho sempre amato i poeti, ho sempre amato le poesie, i racconti, i romanzi adatti per le giovinette. Ho sempre amato gli splendidi tramonti, le serate di luna, il levar del sole, il glauco mare, così bello nella sua tranquillità, così imponente e feroce nella tempesta, gli alti monti dove l’occhio può spaziare liberamente, dove l’animo sente il contatto con Dio stesso. Tutto questo ho amato ed amerò sempre. “Amo la musica con le sue lunghe nenie che assomigliano ai singhiozzi di un’anima addolorata. Amo la pittura con gli splendidi paesaggi. Insomma, amo l’arte tutta. Ed io di tutto questo non possiedo nulla, nulla!.. La mia anima sente troppo e nessuno mi ha ancora compresa!...”. Dopo i “sunti” del ginnasio e le cronache del 1927 (di cui ho scritto negli ultimi numeri), la Pegolo aveva continuato a scrivere, a riempire pagine su pagine, in prevalenza con brani che aveva ritenuto particolarmente significativi, tratti da libri di più vario genere. Basta scorrere i nomi dei suoi autori preferiti, da Silvio Pellico a Nino Salvaneschi, da Alessandro Manzoni a Sant’Agostino, da San Francesco di Sales a Giacomo Leopardi, da Francesco Pastonchi a Giovanni Pascoli, ed altri ancora. Nei quaderni, anche una quantità di citazioni, che aveva diligentemente diviso per gruppi. Qualche citazione, pescata qua e là. Tra i proverbi: “Lingua lunga anima corta”; “Per andare avanti convien guardarsi indietro”; ”Una piccola fessura fa affondare un gran naviglio”. Tra le massime: “Chi semina spine non vada scalzo”; “Il carbone o scotta o tinge”; “Gli elogi sono come il vino: ubriacano”; “Sempre stenta chi mai si contenta”. E poi questa pagliuzza d’oro: “La verità, per quanto nuda e dolorosa, è sempre preferibile all’inganno più dolce”. Molto lunga è anche la raccolta dei pensieri annotati dalla Pegolo nei suoi quaderni. Anche qui devo limitarmi ad alcuni: “Un amico si cerca lungamente, difficilmente si trova, facilmente si perde”; “La vita è un mistero, ma il cuore umano è un mistero ancora più grande”. “Invidio coloro che possono staccarsi dalle speranze del mondo e guardare soltanto il cielo”;“Le lacrime più belle sono quelle non versate, le parole più belle quelle non dette, il sogno più bello quello che poteva essere e che non fu”. Ci sono anche citazioni sotto il titolo parole buone, come questa: “Un poeta contemplava un giorno un vago rosaio. Peccato - diss’egli - che queste rose abbiano le spine!. Passò di lì un cristiano e gli disse: Ringraziamo piuttosto il Signore che permise che queste spine abbiano delle rose…”. Celebrazioni a San Francesco d’Assisi In mostra “l’arte si accende” Sabato 2 ottobre alle 17 nei locali della Parrocchia si è aperta la mostra “L’arte si accende”, una raccolta di plastici raffiguranti le più belle opere architettoniche della nostra regione e non solo realizzate con una tecnica unica: comuni fiammiferi da cucina! Autore delle opere ospitate in un luogo che sembra risaltarne la bellezza come la Chiesetta della Madonna della Misericordia, uno jesino doc, Giorgio Rocchegiani (in arte Giò), che da ormai quindici anni raccoglie consensi e prestigiosi riconoscimenti nell’esercizio di questa forma d’arte. Dalla prima miniatura della Voce della Vallesina Cultura e società 10 ottobre 2010 chiesa di San Nicolò all’ultima fatica in cui l’artista ha riprodotto la Chiesa di San Francesco d’Assisi sono passati tanti anni durante i quali lo stile di Rocchegiani si è affinato passando da modellini nati dalla sola improvvisazione a veri e propri capolavori portati a termine dopo mesi di studio e raccolta di tutte le possibili informazioni e documentazioni fotografiche riguardanti l’opera da realizzare. Alla base di tutto, l’innamoramento del soggetto da riprodurre e la passione che sostiene l’artista nella pratica quotidiana di collocazione di ciascuno delle migliaia di fuscelli di cui è composto ogni suo plastico. Da sottolineare l’attenzione ai più piccoli particolari, anche quelli non visibili al pubblico, come la Madonnina collocata al centro del modellino che rappresenta il Santuario di Loreto anch’essa realizzata rigorosamente con fiammiferi e cerini. Nel giorno dell’inaugurazione il vice parroco padre Silvio Capriotti, nel ringraziare Giorgio per la disponibilità a esporre le sue opere in occasione dei festeggiamenti della Parrocchia, ha voluto ricordare l’apprezzamento di San Francesco per le tutte le cose belle che scaturiscono dall’opera umana le quali contribuiscono a manifestare la bellezza di Dio creatore. La mostra rimarrà aperta fino al primo novembre con orario 17 – 19. Fotoservizio Roberto Trillini Monte Roberto: i 50 anni del “Salvati” Una scuola per la nostra terra L’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente “Serafino Salvati” di Pianello di Monte Roberto-Pianello Vallesina compie c i n q u a n t ’a n n i . L’evento sarà ricordato sabato 9 ottobre, con inizio alle ore 10,30 presso Villa Salvati, alla presenza di autorità regionali e provinciali, con l’intervento del prof. Rodolfo Santilocchi, preside della facoltà di Agraria dell’Università Politecnica di Ancona. A fare gli onori di casa sarà la prof.ssa Costantina Marchegiani, dirigente dell’Istituto. Per l’occasione è stato dato alle stampe un volume di oltre 150 pagine che “fotografa” l’Istituto come è oggi con le sue eccellenze nel campo della sperimentazione agricola e nell’agroalimentare, tracciando anche un profilo storico dell’Istituto stesso. Una scuola professionale, quella di Pianello Vallesina, che si riallaccia e continua una tradizione secolare nel’ambito della formazione e della preparazione di operatori agricoli che nasce con don Angelantonio Rastelli ai primi dell’Ottocento, continuata per tutto il secolo e nelle prime decadi del Novecento con la Società Agraria Jesina, confluita poi nella Scuola Pratica di Agricoltura voluta da Serafino Salvati e quindi dal 1960 nell’Istituto Professionale di Stato. Un istituto che non ha fatto mai grande notizia presso il pubblico, considerata forse la sua specificità, ma determinante per l’addestramento pratico e professionale delle maestranze agricole a livello regionale: tra gli anni Sessanta e Ottanta ebbe dieci scuole coordinate nelle quattro province marchigiane, da Novafeltria (allora Pesaro) fino a Castel di Lama (Ascoli Piceno). L’Istituto è dedicato a Serafino Salvati che morendo nel 1924, lasciò la sua villa di Pianello e le proprietà limitrofe al fine di costituire una Fondazione per una Scuola Pratica di Agricoltura che operò dal 1935 fino agli anni Sessanta, quando per volontà del prof. Silvio Cinti che intervenne presso il Ministero della Pubblica Istruzione fu fondato l’attuale Istituto. Fu il prof. Ivano Carotti, preside dal 1960 al 1979, a dare impulso all’istituto e a renderlo protagonista a livello regionale. I dirigenti scolastici susseguitisi in particolare in quest’ultimo decennio, con la fattiva collaborazione di un corpo docente operoso ed attento, hanno reso l’Istituto all’avanguardia nel suo settore in particolare nella sperimentazione e nella preparazione di tecnici altamente qualificati per l’agricoltura e l’ambiente. L’Istituto insomma non è scuola di una serie inferiore, ma è competitivo nell’istruzione superiore nel comparto agricolo e ambientale: l’agricoltura, checché se ne dica, rimane il futuro per tutti, specie per la nostra Vallesina, non per nulla hanno chiamato la monografia che ricorda questo cinquantenario, “Una scuola per la nostra terra”. Un avvenimento importante per Pianello Vallesina-Monte Roberto, per l’intera provincia di Ancona e per la regione Marche. Riccardo Ceccarelli Un convegno e un libro L’IPSAA compie cinquant’anni. Per la ricorrenza, il 9 ottobre ci sarà una giornata di celebrazione che avrà inizio alle ore 10 con un convegno all’interno di Villa Salvati a Pianello Vallesina. Tra gli ospiti l’agr. Roberto Orlandi, presidente nazionale degli Agrotecnici, l’agr. Gabriele Santoro, presidente provinciale degli Agrotecnici di Ancona e il prof. Rodolfo Santilocchi, preside della Facoltà di Agraria all’Università Politecnica delle Marche. Quest’ultimo interverrà sul tema “Dalla mezzadria all’agriturismo”. Per l’occasione, la preside, i docenti e lo storico Riccardo Ceccarelli, assessore alla Cultura di Monte Roberto, presenteranno il volume “Una scuola per la nostra terra: 50 anni dell’Istituto Salvati”. Una raccolta di testi ed illustrazioni che riassumono gli anni e la storia della scuola. Saranno, inoltre, presenti la presidente della Fondazione S. Salvati, Gelsomina Bartoloni, e i rappresentanti delle istituzioni e delle autorità locali. L’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente (IPSAA) “Serafino Salvati” con sede a Villa Salvati di Pianello Vallesina ha una storia che risale a più di cinquant’anni fa. Nel lontano 1926, infatti, un decreto di Vittorio Emanuele III istituiva la Fondazione di “Scuola Pratica di Agricoltura Serafini” con avvio dei corsi nel 1935. Solamente nel 1960, però, la Scuola Pratica fu sostituita dall’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura Serafino Salvati che tuttora opera nella proprietà della Fondazione all’interno della villa ottocentesca. L’IPSAA si conferma, oggi, una valida risorsa per il territorio in grado di trasmettere agli studenti competenze relative alla valorizzazione, produzione e commercializzazione dei prodotti agrari e agroindustriali. Riccardo Manieri la quinta GIORNATA DEL CREATO in diocesi: il programma Domenica 10 ottobre Ore 11,30: chiesa di San Francesco di Paola, S. Messa presieduta dal Vescovo; all’inizio le associazioni ambientaliste esporranno il programma e proposte per il 2010/11; alla fine il vescovo Gerardo consegnerà il messaggio del Papa per la giornata della pace 2010: “Se vuoi la pace, difendi il creato”. Ore 15: percorso a piedi dell’Anello di Gorgolungo; lunghezza km 5, interamen- te su strada asfaltata, tempo di circa 2 ore. Partenza presso la rotatoria in fondo a via Coppi (oltre chiesa s. Massimiliano Kolbe) davanti il vivaio “Maurizi Garden”, dietro la pista pattinaggio. Portare scarpe comode, Kway, qualche bevanda e/o merenda per sosta a metà del cammino; zainetto e/o sacco per ripulire i bordi della strada da qualche “cartaccia”. Il cammino sarà effettuato con qualunque tempo e numero di partecipanti. Voce della Vallesina pergolesi Scusate il bisticcio Una madre piangeva, inconsolabile Peter Pun (con la u) www.peterpun.it PARLA UN FAN[ATICO] DEL NOTO RAPPER Bi-cambio di iniziale rhythm & poetry Quando canta Fabri Fibra (ch’è del segno della Libra) tutto l’uditorio vibra. CANALE MUSSOLINI Ha ottenuto il Premio Strega l’opera prima di uno scrittore di sinistra, incentrata su un maxi-successo del mai abbastanza vituperato regime fascista. Come dire: una vittoria... littoria. DEFINIZIONI BALORDE MINIERA = periodo - geologico, preistorico, storico - dalle caratteristiche ben definite; che però - anziché durare alcuni secoli - dura una manciata di decenni. GEOGRAFIA DILETTEVOLE Metrica mnemonica Il Misa non bagna Milano, il Misa non bagna Misano, né Pisa o il contado pisano. Qui mormora placido l’ Arno (che scorre lontano da Sarno) PS – Misano (RN) – Sarno (SA). SORPRESA FUORI LUOGO Nomi e cognomi Di tanto in tanto i giornali si occupano di Mao Xinyu, il nipote (figlio del figlio) del mitico Mao Zedong (Tse-tung, secondo la vecchia traslitterazione). Al riguardo, mi è capitato d’imbattermi nel commento di un giornalista, moderatamente colpito dal fatto che – ma guarda! - anche in Cina sembrerebbe vigere l’usanza nostrana di imporre ai nipoti il nome del nonno. Che cosa, secondo voi, non quadra in questa considerazione? *** Soluzione del gioco precedente galera - galero NB – Forse non tutti sanno che galero è sinonimo di cappello cardinalizio. La Citazione a cura di Riccardo Ceccarelli L’esclusione della religione Mentre riflettiamo sui moniti dell’estremismo ateo del ventesimo secolo, non possiamo mai dimenticare come l’esclusione di Dio, della religione e della virtù dalla vita pubblica conduce in ultima analisi ad una visione monca dell’uomo e della società, e pertanto a “una visione riduttiva della persona e del suo destino” (Caritas in veritate, 29). Benedetto XVI, Parco del Palazzo reale di Holyroodhouse, incontrando Elisabetta II, 16 settembre 2010. 3 Con Pergolesi e Bach, in una memorabile esecuzione, concluso il Festival d’Autunno (ghiribizzi lessicali) 10 ottobre 2010 La Pulce Nel nuovissimo quartiere Tabor, grande viale dedicato al Campionissimo. Che, a detta in TV di un suo ora novantenne gregario, riempiva le notti d’albergo durante le corse con doping e donnine a tavoletta. Manco un vicolo per il grande amico-rivale. Che, a detta dello stesso nonnino, non faceva né l’una nè l’altra cosa. Chissà: forse perché era cattolico praticante dichiarato? ….Si era radunata una folla mente, pensò. Forse in quella piazza di Napoli. era il suo unico figlio. Erano donne con i capelli ar- Il musicista non diruffati, bambini scalzi, popo- menticò quella scena. lani che avevano interrotto Più tardi, quando anil loro lavoro di artigiani e di che lui soffriva ed era venditori ambulanti per assi- prossimo alla morte, stere all’esecuzione di un gio- gli avrebbe ispirato vane condannato. Un diffuso uno ‘Stabat Mater’; il brusio giungeva fino al palco più toccante dei suoi dove il boia, a braccia con- capolavori. serte, aspettava. Tutti guar- ……É una delle tante davano là, come in attesa storie narrate intordell’inizio di uno spettacolo no alla vita di G.B. di teatro. Poi, ad un tratto, il Pergolesi. Leggenda, silenzio. Scortato dalle guar- forse, ma ispirata da die il prigioniero, le mani una verità che l’opera legate dietro la schiena, la stessa racchiude. Lo camicia aperta sul petto, ve- ‘Stabat Mater’, ultimo niva condotto al patibolo. respiro dell’arte pergolesiaSolo una donna non guar- na, è intriso di un intimismo dava. Vestita di nero, pal- drammatico quale mai neslida come di cera era acco- suno prima aveva espresso. vacciata per terra, in fondo, Il dolore è umano, sincero, all’angolo di una casa. A ma più intuito che turbato, capo chino piangeva som- agitato, manifestato apermessamente, sopraffatta da tamente. A tratti è espresso un dolore indicibile. Era sua con dolcezza infinita, a volte madre. diventa una preghiera acAnche un musicista era lì e corata, intensa e comunque osservava la scena da lonta- fiduciosa. Per questo allora no. Lo colpì il dolore muto commosse profondamente. di quella donna dal cuore Chi lo ascoltò comprese che straziato. Forse suo figlio era quello descritto dalla musica stato condannato ingiusta- era un dolore immenso, su- blimato dalla fede, ma autentico e universale: per questo veramente toccante. E anche oggi non diversamente così lo si intende. Musica dalla terra al cielo Epurata da qualsiasi inappropriata inflessione retorica e da qualsiasi forzatura espressiva, lo ‘Stabat Mater’ di Pergolesi, nell’esecuzione dell’Orchestra Mozart diretta dal M° Claudio Abbado, ha significativamente Prima, durante e dopo il concerto Visto, ascoltato, detto Altro si è visto e di altro anche si è parlato prima, durante e dopo lo spettacolo. Non si può mancare di prenderne nota. Va richiamato innanzi tutto il fatto che prima di entrare in teatro agli intervenuti è stato cortesemente consegnato un volantino in cui si denunciava, o meglio si spiegava, la difficile situazione che sta vivendo oggi la Filarmonica Marchigiana: un’orchestra che abbiamo visto nascere e crescere e che, sotto la direzione di eccellenti maestri, ha fatto ascoltare tanta bellissima musica. L’abbiamo applaudita in decine e decine di occasioni. Ne abbiamo registrato i progressi e i successi colti anche in città assai distanti dal teatro Pergolesi. Certo è che fa ormai parte del patrimonio culturale della regione e sarebbe per questo un vero peccato limitarne gravemente l’attività o sminuirne il valore. Oltre le preoccupazioni e le legittime richieste però ha colpito la dignità e la correttezza con cui la denuncia è stata fatta: non con grida e strepiti, non con irruzioni in teatro o impedimenti allo spettacolo, ma con una semplice, chiara, rigorosa esposizione dei fatti. Una dimostrazione di civiltà. Anche per questo l’appello merita di essere ascoltato. I più attenti fra gli spettatori sono stati i numerosi giovani allievi della Scuola Musicale ‘G.B. Pergolesi’ che, allineati in fondo al palcoscenico, hanno ascoltato il concerto dall’inizio alla fine senza batter ciglio. Era stato il M° Abbado a chiedere che fossero presenti accanto a lui e all’orchestra. Ascoltare e osservare innanzi tutto; poi riflettere, comprendere e imparare per diventare più tardi nuovi maestri. Avviene nell’arte come nella vita. Durante l’intervallo una signora si è avvicinata, palesemente risentita: “Ma perché non si denuncia a chiare note l’obbrobrio delle sbarre che sono state fissate in tutti i palchi?”. Non era, la sua, una voce isolata. Altre dello stesso tono è stato possibile ascoltare sia dentro che fuori il teatro. La protesta è raccolta. Impossibile non dare ascolto ai contestatori e non occorre nemmeno tirare in ballo politica, norme, ordinanze. Basta solo un po’ di sano buon senso. Prima incontestabile considerazione. In duecentoventi anni di vita non è mai accaduto che qualcuno accidentalmente o deliberatamente si sia buttato giù dagli spalti del Pergolesi. Nemmeno fatti simili si sono verificati in tempo di guerra, quando il teatro venne occupato da soldati che bivaccavano e bisbocciavano allegramente nei palchi. Il pericolo appare dunque remoto, per non dire inesistente. Ma andiamo oltre e accettiamo come giustificabile la preoccupazione. A scongiurarla, come è dimostrabile, il rimedio non sembra per niente efficace. Le massicce sbarre d’ottone applicate da un lato all’altro dei palchi non impediscono affatto che un ragazzino possa sgusciare al di sotto e superare il parapetto o che un adulto si lanci nel vuoto. Inoltre, essendo parecchio arretrate rispetto al bordo, riducono la visibilità e lo spazio, costringendo a contorsionismi estremi chi è seduto ai posti di parapetto. Così al pericolo supposto e non risolto un altro, effettivo, se ne aggiunge: quello di rischiare un torcicollo o di venire garrotati. A volte il rimedio è peggiore del male. A.F.C. concluso il 25 settembre il Festival d’autunno. Inconfondibile lo stile in cui questa prestigiosa compagine musicale riesce a trattare partiture pergolesiane. Specialmente in questa, ma, come si è constatato lo scorso anno, anche in altre pagine di musica sacra, l’esecuzione è raffinatissima, soffusa di misticismo e sublimata, conformemente ad un proposito estetico a cui orchestra e voci concordemente si attengono e che è caratteristica propria della direzione del M° Abbado. Di questa musica ‘trascendentale’ è il ‘Dum emisit spiritus’ che può ricordare quasi visivamente gli ultimi momenti di vita di Pergolesi; ma l’Amen’ finale appare come una visione gloriosa che oltre la morte spalanca i cieli all’anima. Sono state tratte dalla Passione secondo Matteo e dalla Passione secondo Giovanni anche alcune pagine che compendiano l’arte di un altro grande compositore, J.S. Bach. Sono state eseguite con il Concerto in mi magg. per violino e orchestra in cui già si rivela tutta la genialità strumentale del compositore tedesco allora appena venticinquenne. La dialettica tra solista e orchestra, descritta da una scrittura difficilissima e per il tempo innovativa, richiede all’esecutore un impegno tecnico straordinario quale solo pochi virtuosi sono in grado di sostenere. Da elogiare tutti gli interpreti: con l’Orchestra Mozart, Giuliano Carmignola, violino solista; Julia Kleiter, un soprano dalla voce di filigrana e Sara Mingardo, un contralto che senza forzature riesce a scendere fino ad abissali profondità. Quasi quindici minuti di applausi al termine hanno coronato il successo di un’esecuzione memorabile. Augusta Franco Cardinali Foto Binci Il libro “Il rifugio dell’aria - Poeti delle Marche” di Francesca Innocenzi Il confine nella scrittura tra la storia e la vita Il percorso della poesia negli autori delle Marche dal secondo Dopoguerra ad oggi, con schede critiche e biobibliografiche dei principali protagonisti dello scenario poetico regionale. È la raccolta antologica curata da Francesca Innocenzi Il rifugio dell’aria- Poeti delle Marche, pubblicata da Edizioni Progetto Cultura. Il libro sarà presentato domenica 10 ottobre, alle ore 17, presso la Sala Verdenelli a San Vittore di Cingoli. «Il rifugio dell’aria nasce dall’intento di una sintetica ricostruzione della poesia delle Marche dal Secondo Dopoguerra ad oggi. –spiega la Innocenzi- Una panoramica che intercetta i percorsi letterari ed esistenziali di autori che, intorno alla vasta e polivalente nozione di “confine”- in senso geografico e culturale - interagiscono costantemente con la storia, tra vicende personali e collettive che confluiscono nella scrittura. Lo sfondo è un tessuto epocale in continuo fermento, dalla fase di ricostruzione e ripresa economica all’impatto con le ideologie, dal confronto con la società globale allo sgorgo di moti di violenza repressiva nel contesto dell’attuale crisi.» La curatrice dell’opera Francesca Innocenzi dirige la collana di poesia La scatola delle parole della casa editrice Edizioni Progetto Cultura. Scrittrice e ricercatrice in ambito storico-antropologico-religioso, per Edizioni Progetto Cultura ha pubblicato la raccolta di versi Giocosamente il nulla (2007) e le antologie di poeti Rom Versi dal silenzio (2007) e L’identità sommersa (2010). Al termine della presentazione i partecipanti sono invitati ad uno spazio di degustazione enogastronomica presso Villa La Quercia – via Cicerone 13 – San Vittore di Cingoli. Tiziana Tobaldi 4 Voce della Vallesina attuALITà 10 ottobre 2010 La libertà non è un salvacondotto per insultare di Remo Uncini Si è svolta, l’1 e 2 ottobre, a Spello, una due giorni d’incontro per riscoprire, a cento anni dalla sua nascita e “attraverso i giovani e i luoghi che hanno contribuito a diffondere il suo insegnamento”, la figura di Carlo Carretto, lo scrittore religioso della congregazione cattolica “Piccoli fratelli del Vangelo”. L’evento è stato organizzato dai Comuni di Spello e Foligno, Azione cattolica italiana (Ac), diocesi folignese, Istituto Paolo VI e Comunità dei Piccoli fratelli del Vangelo. I suoi amici hanno ricordato l’uomo che ha segnato la loro esistenza con un incontro, una parola, il ritrovarsi nella cappella della fraternità in preghiera. Gli storici che hanno parlato di lui hanno osservato l’uomo che, nella chiesa negli anni Cinquanta, ha avuto un ruolo importante per i giovani, riuscendo a coinvolgerli. Il 2 ottobre del 1985 fratel Carlo moriva in fraternità, attorniato dai fratelli, mentre intonava l’inno del Magnificat. Vorrei ricordarlo anch’io con alcuni episodi che ho vissuto. Un giorno in fraternità fratel Carlo mi disse: «Se qualcuno ti domanda se c’è il prof. Carlo Carretto digli che è morto. Se invece vogliono incontrare fratel Carlo digli che è nel pollaio a dare il mangime ai polli.» Dopo aver trascorso dieci anni a El Abiodh, nel deserto del Sahara, aveva aperto una fraternità dei Piccoli Fratelli di Charles de Fuocauld vicino al cimitero di Spello. Quando lo incontrai l’esperienza era agli inizi, in un vecchio convento da ripulire. Mi chiese di fermarmi. La giornata era suddivisa in due momenti: la mattina si lavorava e nel pomeriggio c’era l’esposizione eucaristica. Le fraternità, di cui lui faceva parte, erano immerse nelle situazioni più povere, in ambienti difficili. Sparse per il mondo cercavano di condividere la vita dei poveri: vivendo nelle stesse catapecchie o nelle periferie delle metropoli, da contemplativi, nascosti. Solo con l’amicizia e il lavoro si donavano agli altri e con la preghiera invocano intercessioni nei confronti dei poveri con cui stavano quotidianamente. Fratel Carlo è stato una delle figure di maggior rilievo del mondo cattolico italiano; ha ricoperto vari incarichi all’interno dell’Azione Cattolica Italiana, ed è stato presidente della Giac. È stato colui che organizzò nel 1948 il raduno dei “Baschi verdi” a Roma, in piazza S. Pietro, con circa 300.000 giovani provenienti da tutta Italia che esprimevano la loro fede e il loro impegno sociale. «A voi, uomini di governo, noi giovani chiediamo solo due cose, il lavoro e la casa. Dateci lavoro, vi scongiuriamo; siate coraggiosi! Non deludeteci! Siate gli iniziatori di una politica sociale coraggiosa e i giovani vi guarderanno con ammirazione e vi seguiranno». Anni difficili per l’Italia, con una fragile democrazia conquistata da poco. Si cercava di risorgere dalle macerie del fascismo. Fratel Carlo visse convinto che la democrazia dovesse essere sostenuta dai credenti. Non voleva assolutamente che i giovani fossero strumentalizzati per progetti autoritari. Rimarcava il ruolo religioso dell’Azione cattolica, che doveva principalmente interessarsi all’uomo, ricercare la giustizia e la verità, in coerenza con il Vangelo, per costruire una società libera e democratica. Fu preso in mezzo ad una morsa politica. Allora la paura della venuta del comunismo da parte della chiesa era forte. Si faceva strada nel partito cattolico la convinzione che forse era meglio allearsi con quello che l’Italia, con tanta sofferenza, riuscì a sconfiggere. Tra i due estremi si sceglieva il male minore! Lui si rifiutò, ribadendo il valore della democrazia. Da sola poteva bastare a sconfiggere gli assolutismi politici sia di destra e sia di sinistra. Venne emarginato. Si dimise dall’Azione Cattolica. Non si rifugiò nella vita religiosa a causa di questa delusione. La sua autentica vocazione nasceva dall’esigenza di vivere le contraddizioni dalla parte dei poveri, degli ultimi, con l’aiuto di una preghiera intima profonda. Aveva la coscienza di una chiesa che non poteva stare al di fuori della storia dell’uomo, ma che doveva compromettersi a favore dell’uomo più povero, più emarginato, per far rinascere la sua libertà e il suo riscatto. Confondersi con l’uomo sofferente, per diventare pane e vino che si dona. Quando fratel Carlo giunse nella fraternità di Benis Abbes, il suo maestro dei novizi fratel Milard lo invitò a spogliarsi completamente del suo bagaglio intellettuale. Aveva con sé gli indirizzi dei suoi amici. Il maestro lo invitò a farne un falò. Gli disse: «Bruciali. Rimani solo con Dio.» Ha vissuto da povero, da solitario, da innamorato di Dio. Chi lo incontrava avvertiva quella fede spoglia, vera. Quando un giorno alla settimana ci si alzava per la preghiera notturna, ricordo che passava per le celle e gridava: «Fratelli, il sole è già alto! Il Signore vi chiama!» Era ancora notte fonda. Assonnati, di fronte all’Eucaristia illuminata da quattro ceri, cercavamo di bucare l’infinito. È una figura ancora profondamente attuale, un riferimento importante soprattutto ai laici. Che siano nella chiesa popolo di Dio in cammino, e come lui testimoni del Risorto. Ho seguito in diretta televisiva l’intervento dell’onorevole Antonio Di Pietro, il pomeriggio del 29 settembre nel corso del dibattito sulla fiducia al governo. Chi se lo avesse perduto può trovare discorso e video su internet sul sito dell’onorevole uomo politico. Mi sono vergognato come cittadino di questo paese. Proprio per quanto diceva contro il capo del governo. A prescindere da chi sia il capo del governo. Ormai siamo abituati ad avercela con lui. Dopo avergli dato altre volte del “nazista”, del “fascista” del “magnaccia”, del “corruttore”, del “dittatore sudamericano”, in questa circostanza l’on. Di Pietro gli ha dato del “Nerone” e dello “stupratore della democrazia”. La Camera dei deputati si è trasformata in quel momento in una malfamata osteria. Il presidente Fini lo ha richiamato per due-tre volte, la destra protestava, gli altri ascoltavano in silenzio non nascondendo un certo compiacimento, chiaramente però non dissociandosi. Mi sono offeso e vergognato come cittadino, ripeto. Ci sarebbe, è vero, da sentirsi offesi e di vergognarsi per tante altre cose che accadono in questo paese, questa però non lo è da meno, perché è sintomatica di un dialogo che si fa fra sordi barando sulle parole e a suon di insulti. C’è da essere offesi l’asterisco Ricordi di un innamorato di Dio... di Riccardo Ceccarelli * perché non era quello il linguaggio da usare in Parlamento, linguaggio e tono che erano di una volgarità da suburra, indegni di un parlamentare che per quanto, e anche giustamente, contrario al governo e al suo capo, deve avere un minimo di educazione, deve avere un comportamento degno di una persona civile. In questa occasione invece si sono superati tutti i limiti della buona creanza, tra la soddisfazione di molti che in cuor loro (ma non solo) dicevano “Finalmente gliele dice tutte!”. Est modus in rebus, sostenevano gli antichi, cioè c’è modo e modo nel dire le cose. Di Pietro non l’ha usato. Il suo è stato uno show indegno della Camera dei deputati. Insulti dopo altri insulti, detti, o meglio urlati, da un onorevole che certamente non gli fanno onore. Lui sì, se ne fa vanto e se ne farà ancora. Contento lui. Quello che mi ha fatto meraviglia, e dato pure fastidio, è che di fronte a questo inveire sconclusionato e indecoroso per il luogo ed il ruolo, molti non hanno battuto ciglio. Non perché dovevano difendere il capo del governo ad ogni costo, ma per difendere la dignità del Parlamento e di un rappresentante del popolo che come minimo deve avere intelligenza, dignità e correttezza. Il giorno dopo, il 30, il sen. Giuseppe Ciarrapico non è andato per il sottile nei confronti di Fini: “Chi ha tradito una volta, tradi- PILLOLEdiRISORGIMENTO di Giacomo Galeazzi Demografia e famiglia in Europa sce sempre. I finiani hanno già ordinato le kippah”, ha detto. Apriti cielo! Tutti a prendersela giustamente con il senatore. Una “bufera per i toni antisemiti”, come hanno scritto i giornali il giorno successivo (“Avvenire” ed altri), e “insorgono le comunità ebraiche”, nonostante le precisazioni del senatore. Bufera per il senatore, calma e bonaccia per Di Pietro. Si ha l’evidenza di essere di fronte a due (che dico due! ma più ancora) pesi e ad altrettante misure. Simpatie, antipatie, ideologie, tessere ed aperta militanza in partiti fanno cambiare pesi, misure e criteri di giudizio. Fanno chiudere gli occhi di fronte alle cose più chiare e lampanti, offendendo la propria intelligenza. Ma per difendere l’indifendibile, si è pronti anche a questo. Lo si è visto, ma ci vogliono i soliti paraocchi per dire di non aver visto e rendersene conto. Un seggio parlamentare non è un salvacondotto per l’insulto. Neanche la libertà di parola e di pensiero è un salvacondotto per l’insulto e l’offesa o per un linguaggio grossolano e maleducato e alla fin fine penoso, perché se in questo caso mi hanno fatto vergognare le parole dette, il personaggio mi ha fatto più pena. PS. La libertà di pensiero è non condividere quanto ho scritto, nel rispetto reciproco però, senza insulti e senza mandarci in quel paese. di Massimo Frittelli Sos dei vescovi europei per le culle vuote nel Vecchio Continente. L’ultima assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee) si è svolta a Zagabria, nell’Istituto pastorale dell’arcidiocesi, su invito del cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria e di monsignor Marin Srakic, Presidente della Conferenza episcopale croata. La riunione dei presidenti delle conferenze episcopali d’Europa ha avuto per tema: «Demografia e Famiglia in Europa». In vista di definire il ruolo dell’istituzione famigliare nella società europea in riferimento anche all’andamento demografico alle politiche in sostegno alle famiglie adottate dai singoli Stati ed alla pastorale svolta dalla Chiesa, i vescovi europei hanno promosso un’inchiesta tra le conferenze episcopali. In questo modo sono stati raccolti elementi relativi all’evoluzione demografica, l’indice di fecondità, il rapporto fra immigrazione e crescita locale, l’incidenza del cambiamento demografico sulla vita delle famiglie, sul lavoro e sull’assistenza sociale; e ancora su i programmi d’adozione, le leggi, i piani e programmi specifici di sostegno alle famiglie numerose e sulla definizione dell’istituzione della famiglia all’interno delle diverse Costituzioni. La “primavera dei popoli” è la definizione che viene data al 1848, alla terza ondata rivoluzionaria della prima metà dell’Ottocento che ha visto una partecipazione popolare come mai prima. A quell’epoca gran parte delle genti d’Europa si ribellarono chiedendo la ridefinizione dei poteri statali, istanze di libertà, rappresentanza politica; insomma, migliori condizioni di vita. La contemporaneità dei moti li fece apparire come movimenti diversi di un unico processo rivoluzionario. Ma le rivolte ebbero svolgimenti ed obiettivi differenti anche se originariamente accomunati da una sentita aspirazione al cambiamento. Ad incendiare il “movimento rivoluzionario europeo” fu l’insurrezione di Parigi, il 22 febbraio 1848, e Luigi Filippo d’Orleans fu costretto ad abdicare. Proclamata la Seconda repubblica un governo provvisorio varò provvedimenti democratici tra cui l’eliminazione dei titoli nobiliari e la riduzione a 10 ore della giornata lavorativa. Presidente divenne Carlo Luigi Napoleone Bonaparte che, avendo partecipato nello Stato della Chiesa ai moti di Romagna del 1831, sembrava offrire ga- ranzie di libertà. Nel 1851, però, con un colpo di stato sciolse il parlamento e con due plebisciti riuscì a legittimare il proprio potere fino ad assumere il titolo di Imperatore dei francesi. Con il nome di Napoleone III regnò diciotto anni fino al 1870; un cammino destinato ad incrociarsi con le vicende risorgimentali italiane. Cinque giorni dopo Parigi fu la volta di Vienna, il 27 febbraio. Nel marzo una manifestazione di studenti coinvolse l’intera popolazione e l’influente cancelliere austriaco Klemens von Metternich fu costretto alle dimissioni. Nove mesi dopo l’imperatore Ferdinando I abdicò in favore del nipote Francesco Giuseppe. Il nuovo Reggente resisterà sul trono dell’Impero d’Austria e del Regno d’Ungheria dal 1848 al 1916. Settantotto anni di potere con i quali gli Stati italiani preunitari e il Regno d’Italia si sono dovuti confrontare. In Gran Bretagna, nella patria della “rivoluzione industriale”, le tensioni sociali vennero sedate con la concessione di riforme istituzionali, come la nuova legge elettorale. Frattanto nella Londra “vittoriana” del febbraio 1848, veniva stampato Das Manifest der Kommunistischen Partei di Marx ed Engels. Continua 3 Convegno all’Ospedale Urbani sul trattamento del dolore neoplastico Iom e medici uniti contro il dolore Un importante convegno si è svolto nell’aula della formazione della Zona Territoriale 5 a Jesi, sabato 25 settembre, sulle linee indirizzo del trattamento farmacologico nel dolore neoplastico nell’adulto. Aperto dall’intervento del direttore della Zona 5, Maurizio Bevilacqua, l’incontro è proseguito con il saluto e il ringraziamento del presidente dell’Associazione Amici dello Iom Jesi e Vallesina, Anna Quaglieri, la quale ha ricordato l’importante connubio tra il lavoro dei medici di famiglia e l’azione del personale e dei volontari dello Iom, entrambi vicini alle esigenze del malato. L’incontro formativo ha previsto come riferimento il decreto che la Giunta Regionale ha di recente emanato in materia: sono stati trattati i temi riguardanti il dolore nel paziente e i nuovi approcci terapeutici. Per l’occasione è stato presentato anche il nuovo ambulatorio per la terapia del dolore presso l’ospedale di Jesi, coordinato da Tonino Bernacconi, direttore di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale, e da Giacomo Zenobi, medico anestesista. L’incontro è proseguito con numerosi interventi: Giorgio Rossi e Vitaliano Pieroni, rispettivamente direttore e medico di Oncologia di Jesi, nonché di Sergio Cascia, medico di medicina generale, vista l’importanza dell’argomento riguardo alla continuità assistenziale sul territorio. Con le linee d’indirizzo del trattamento farmacologico nel dolore neoplastico nell’adulto, la Regione Marche in aderenza al Piano sanitario intende promuovere un nuovo modello organizzativo di continuità tra ospedale e territorio. Da sottolineare ancora la partecipazione dello Iom, nell’ottica del migliore raccordo tra sistema non profit e strutture pubbliche a vantaggio dei pazienti. Marco Cremonesi Voce della Vallesina regione Luaj: il 10 ottobre si apre l’anno accademico Lezioni e laboratori per gli iscritti Domenica 10 ottobre, ore 10, presso la sala della Circoscrizione Ovest in piazzale San Francesco, si aprirà il XXIII anno Accademico della LUAJ (Libera Università per Adulti di Jesi), con la prolusione tenuta dal prof.ssa Ulla Schrøder Musarra sul tema “I luoghi degli scrittori: viaggio letterario in Sicilia”. Lunedì 11 ottobre inizieranno le lezioni con il prof. Fabio Bertarelli e il prof. Antonio Ramini. Settimanalmente le lezioni saranno tenute nei giorni di lunedì, martedì e giovedì, come negli anni passati. I rituali argomenti trattati nelle diverse discipline (letteratura, filosofia, diritto, scienze, psicologia, medicina…) saranno arricchiti dagli interventi del sig. Gastone Pietrucci, fondatore e animatore del gruppo musicale “La Macina”, che affronterà il tema “Nel canto la memoria - Un canto d’amore lungo quaranta anni”. Segnaliamo che quest’anno le lezioni di storia, tenute dal prof. Agostino Amedoro, saranno incentrate sul Risorgimento, in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia. Altra novità rispetto allo scorso anno, sarà la ripresa dell’insegnamento della lingua francese. Accanto a questi incontri culturali l’attività della LUAJ sarà completata da diversi laboratori, come per il passato: cineforum e uscite di interesse culturale per visitare mostre, musei, città d’arte... Le iscrizioni a questa università sono già iniziate il 27 settembre e saranno aperte fino al mese di gennaio 2011. Il Presidente e il Consiglio Direttivo formulano un sincero augurio di felice anno a tutti gli iscritti e a quanti con il loro generoso contributo operano per il mantenimento e la continuazione di questo sodalizio attivo per l’insegnamento permanente e per fini di solidarietà sociale. Il presidente Giancarlo Vecci La Mediateca delle Marche verso nuove sfide Unire è ottimizzare le risorse Le strutture culturali pubbliche in Italia e in Europa si trovano oggi davanti a nuove sfide sia strutturali sia di programmazione, pertanto appare utile un raccordo tra le istituzioni culturali locali che ottimizzi le risorse. Il progetto della costituzione di un nuovo soggetto che unisca le funzioni della Mediateca delle Marche, della Film Commission e dell’Archivio dei Beni Culturali della Regione, riteniamo sia un obiettivo importante, fondamentale per il futuro delle attività del cinema, dell’immagine, e della valorizzazione del nostro patrimonio documentale analogico e digitale. Avere un unico soggetto che si interessi e abbia competenza sull’intero settore cinematografico e di valorizzazione dell’immagine è una scelta non solo necessaria, ma che va verso una maggiore professionalizzazione delle competenze, dei ruoli e dell’attività di tutto il sistema artistico e culturale. Unire in questo caso non è solo ottimizzare le risorse ma anche renderle più funzionali a dare alla nostra Regione una infrastruttura culturale che interpreti al meglio l’importante patrimonio che abbiamo a disposizione e ancora molto da scoprire e recuperare. Un patrimonio che è anche umano costituito da professionisti e aziende di grande valore, da un paesaggio che offre numerose e possibili location dove poter ospitare importanti produzioni e enti e associazioni con cui concertare e programmare progettualità e rendere più virtuoso economicamente il nostro impegno a sostegno del cinema e dell’immagine nelle Marche. Sandro Giorgetti Presidente Mediateca delle Marche 10 ottobre 2010 5 Gli incontri del circolo Ferrini: il prossimo l’8 ottobre Dalla scuola alla vita del beato Contardo Martedì 28 settembre si è svolto il primo incontro dell’anno sociale al Circolo Ferrini. Il tema trattato era “La scuola nel Regno d’Italia”. Si è parlato delle leggi Casati, Coppino, Gentile, inerenti alla pubblica Istruzione; interessante un breve excursus sugli articoli della Costituzione Repubblicana in merito al problema. Un risalto particolare ha assunto la presenza femminile nel mondo della scuola a partire dal 1861; sono state citate le testimonianze dell’epoca legate alla figura dell’allora giovane maestra Anna Benfenati di Bologna. In una sua lettera aveva ricordato con emozione una frase del Sindaco della sua città, pronunciata in occasione dell’inaugurazione della Scuola Femminile Superiore: “La donna allora non si vorrà più la schiava di un tempo dell’uomo, ma la sua vera compagna …”. Dallo studio delle vicende storiche è emerso che la scuola non è certo perfetta, ma è sempre pronta a rinnovarsi, senza abbandonare mai del tutto la tradizione classica che connota la nostra identità. Questa, infatti, ha radici nella civiltà greco-romana: è qui che è stato costruito l’impianto strutturale della nostra memoria culturale, e la storia che verrà con questa memoria dovrà fare i conti sia nell’accettazione di essa, sia nel rifiuto di qualche suo elemento di fondo. M. Costanza Santacroce Dopo l’incontro tenuto dalla prof. Santacroce, il prossimo appuntamento del Circolo sarà dedicato a conoscere la vita e l’opera del beato Contardo Ferrini (Milano, 5 aprile 1859 – Suna, Novara, 17 ottobre 1902). Studioso, giurista e ricercatore stimato, il Ferrini coltiva anche una forte spiritualità, che gli permetterà di distinguersi in un ambiente fortemente anticlericale. Sale cinematografiche, circoli cattolici, scuole, istituti, vie e piazze sono state in passato intitolate al suo nome, ma oggi sembra completamente dimenticato. La sua vita, interamente dedicata alla scienza, nello sforzo di perfezionare se stesso, non presenta tratti miracolistici ed eclatanti, eppure il papa che gli era stato amico, Pio XI, ha affermato che “parve quasi miracolo la sua fede e la sua vita cristiana, al suo posto e nei tempi nostri”. L’incontro che si svolgerà al circolo jesino che porta il suo nome, sarà tenuto dall’ins. Jole Ciarmatori e si svolgerà venerdì 8 ottobre alle ore 16,30 presso il teatro del museo diocesano. Chi lo desidera, potrà ritirare in omaggio un opuscolo che presenta la vita e l’opera del beato. Mostra di Pasquinaccio Da sabato 9 ottobre a domenica 17, presso il Palazzo dei Convegni si terrà una mostra d’arte di Rodolfo Pasquinelli, in arte Pasquinaccio, dal titolo “Linee mai ferme – ritorno alla sua amatissima terra”. Questo titolo è giustificato dal fatto che l’artista è vissuto e morto lontano da questa città, ma si è sentito sempre jesino perché figlio di genitori jesini, che per motivi di lavoro si sono trasferiti altrove. L’arte di Pasquinaccio si distingue per una sua forte originalità di forme che i visitatori sapranno apprezzare. Si comunica che sono state recentemente realizzate al piano terra e al primo piano di Palazzo Bisaccioni (Piazza Colocci n. 4 – piazza ove è sita la Biblioteca Comunale) due sale museali, la prima per l’arte contemporanea e l’altra per l’arte antica e moderna. La visita, con l’illustrazione della guida, è gratuita e per ottenere il giorno e l’ora dell’attuazione della stessa basta semplicemente telefonare al numero della Segreteria: 0731/207523 (n. 4 linee) 6 In ricordo di Claudia Cesaroni La mia felicità? L’amore Con il testo che segue vogliamo ricordare Claudia Cesaroni, mancata la notte tra il ventisette e il ventotto agosto scorso in un incidente stradale. Il monologo di Claudia nasce da un percorso sulla tragedia greca svolto nello scorso anno scolastico dall’attuale IIIC del Liceo Classico “V. Emanuele II” di Jesi, a conclusione del quale i ragazzi sono stati invitati a comporre un personale “monologo sulla felicità”. Leggendo il lavoro di Claudia si rimane colpiti dalla coerenza del suo pensiero e dalla concretezza delle sue idee. Claudia scrive della sua felicità, fatta di tutti i momenti della vita quotidiana, da quelli più difficili a quelli più spensierati, a volte anche con ironia. Nelle sue parole la scuola, la letteratura diventano pensiero, vita, messaggio e testimonianza d’amore per i famigliari, gli amici, gli esseri umani. Il testo si conclude con la citazione di un famoso verso dell’Antigone di Sofocle che Claudia e i suoi compagni di classe hanno amato e interiorizzato come esempio di giovane donna che lotta e agisce secondo le “leggi del cuore”. Claudia ci ha trasmesso con grande maturità e determinazione il senso della sua felicità: l’amore. prof.ssa Vera Valletta, insegnante del Liceo Classico di Jesi La felicità non cerca definizioni. La felicità non chiede di essere ostentata, raccontata, resa superficiale. La felicità va raggiunta, cercata e soprattutto vissuta. Eppure è fatta oggetto di tanta letteratura, di tanto cinema, di tanto teatro al punto che viene minacciata, messa in discussione, la sua stessa esistenza e “consistenza”. Alcuni hanno creduto o credono che essa sia un’illusione ma che truce definizione: illusione! Io al contrario penso che la felicità esista; la felicità è una conquista e come ogni conquista va mantenuta, curata, protetta, difesa: è labile. Siamo gli artefici del nostro destino, non più sottoposti ad una sorta di volere divino e come tali, ogniqualvolta la felicità viene a mancare non possiamo che attribuire la colpa a noi stessi. Abbiamo rivendicato le nostre capacità razionali e come esseri ragionevoli e agenti, la nostra felicità la costruiamo con le nostre forze. Io sono una persona felice, molto felice, ma ammetto che questa felicità ha un prezzo: per questa felicità soffro, lotto e faccio delle rinunce, così come si lotta per amore, per denaro, per qualsiasi altro valore delle nostre meravigliose e sorprendenti esistenze. Sorrido certe volte quando ascolto qualcuno piangersi addosso e dire: “ma perché, perché non posso anch’io essere felice?” mentre mi accorgo che magari si tratta di un ragazzo come me, fortunato, con una famiglia, con un’istruzione, insomma con mille possibili prospettive, ma che insegue la propria felicità sedendo nella Voce della Vallesina psicologia e società 10 ottobre 2010 più lurida panchina dei giardini pubblici a fumare marijuana perché tanto della sua vita non importa a nessuno, e la vita è crudele, mentre la droga, quella sì che è uno sballo. Non vorrei peccare di presunzione né tantomeno cadere nella tipologia libretto delle istruzioni: come raggiungere la felicità? Ma sono totalmente persuasa del fatto che la felicità sia una valore sotteso ad ogni nostra azione, che sia il fine ultimo dell’uomo, la molla che spinge ciascuno a tentare, ad agire: dal ladro che ruba perché la sua felicità consiste nell’avere molti soldi, al missionario per il quale la felicità è il sorriso di un bimbo salvo dall’Aids. Eh già, la felicità è anche difficilmente concettualizzabile, è una realtà apparentemente così utopica ed astratta che nel momento in cui arriva non è quasi tangibile né riconoscibile. La mia felicità? L’amore. È tornare a casa e avere altri tre cuori che attendono impazientemente il mio arrivo, un po’ per la fame un po’ per ascoltare le ultime tragedie scolastiche; è ricevere il messaggio: allora… solito posto solita ora corsetta scaccia-pensieri o superabbuffata di pizza e gelato?; è ricevere quel mazzo di fiori sempre senza alcuna ricorrenza e non avere il bisogno di ipotizzare il mittente; è avere qualcuno con cui piangere, con cui litigare, con cui parlare, con cui festeggiare, da abbracciare. Questa è la mia felicità: ricordare che siamo prima di tutto uomini, che assumiamo un significato solo in relazione agli altri, che siamo le persone che incontriamo e che “sono nata per amare insieme”. Questo mi rende felice. Claudia Cesaroni l’oro e la sapienza di Mi colpisce sempre la saggezza che gli uomini, nel tempo, sanno trovare in sé stessi e riescono a condividere tra loro. E mi colpiscono altrettanto la leggerezza e la velocità con cui, poi, siamo capaci di perderla. Come se la nostra mente vivesse in un movimento oscillatorio continuo. Raggiungiamo punti eccelsi di comprensione della vita, per poi perderci in una sorta di labirinto che non permette di guardare ‘oltre’ né di vedere vie di uscita percorribili. Federico Cardinali ca. Uno dei miti più conosciuti nella nostra cultura occidentale ci viene dal racconto biblico del viaggio dell’antico popolo ebraico nel deserto, dall’Egitto alla Terra promessa. Lasciati a loro stessi da Mosè, che era salito sul monte per ‘incontrare’ Dio, gli uomini si costruiscono un dio fatto con le loro mani e con il loro oro (Esodo, 32). Il vitello d’oro è la concretizzazione del rischio di far diventare dèi le cose di cui erano circondati. Ascoltiamo queste parole. “Concedetemi di diventare Sono di duemila 400 anni fa. bello di dentro, e che tutte - Socrate: Non conviene ri- le cose che ho di fuori siano volgere una preghiera a que- in accordo con quelle che ho sti dèi prima di metterci in dentro”. cammino? Spesso, riflettendo su uno - Fedro: Come no? stile di vita che sempre più - Socrate: Caro Pan, e voi al- caratterizza questi nostri tri dèi che siete in questo luo- tempi, noi parliamo di culto go, concedetemi di diventare dell’apparenza. L’apparire è bello di dentro, e che tutte diventato una specie di nuole cose che ho fuori siano in vo idolo al quale sacrificare accordo con quelle che ho tante nostre energie. Vestidentro. ti firmati, costino quel che Che io possa considerare ric- costino. Perfino per i nostri co il sapiente e che io possa bambini - salvo poi a tortuavere una quantità di oro rarli perché stiano attenti a quale nessun altro potrebbe non sporcarsi per non roviprendersi né portar via, se narli… Poco tempo fa ho innon la persona temperante. contrato una giovane coppia, entrambi preoccupatissimi La preghiera agli dèi “prima per cosa mettere alla bimba, di metterci in cammino”. di quattro mesi, per il giorno La consapevolezza che il del suo battesimo. Avevano cammino della vita sulla ter- già girato cinque negozi di ra non è percorribile senza abiti per bambini, ma non la compagnia del cielo. erano ancora soddisfatti! Perché questo bisogno? Poi i figli vanno a scuola: alDove nasce? E per quale lora scarpe, magliette, perfiscopo? Per non perderci, io no gli zaini. Tutto deve essecredo. Per non perderci nel- re firmato. Non parliamo poi la confusione dei pensieri e dei ‘ritocchi’ ai quali ormai ci nel rischio di ‘divinizzare’ le stiamo sottoponendo, a tutti cose di cui ci circondiamo. i livelli della scala sociale. È l’esperienza di vita e la ca- Lifting, trapianto di capelpacità di riflettere su di essa li, lampade, seni al silicone… che ci spinge a questa ricer- Basta, fermiamoci qui. Il culto dell’esteriorità per coprire la povertà interiore? La preghiera di Socrate per ottenere la bellezza dentro. Non solo. Va ancora oltre: la sintonia tra il dentro e il fuori. L’armonia tra ciò che appare e ciò che siamo. Un altro Maestro del passato, quattrocento anni dopo, chiamava “sepolcri imbiancati” quelli che curavano il fuori, l’apparire, trascurando l’interno del cuore (Matteo 23,27-28). Con il risultato che in pubblico apparivano puliti e perfetti, ma dentro erano pieni di vuoto e di falsità. (Proprio questi giorni ci siamo dovuti sorbire un capo di governo, maestro nella cura dell’esteriorità, nel suo divertirsi, in privato, tra una bestemmia e un insulto agli ebrei). Ancora Socrate: “Che io possa considerare ricco il sapiente e che io possa avere una quantità di oro quale nessun altro potrebbe né prendersi né portar via, se non la persona temperante”. Questa parte della preghiera, forse, è ancora più difficile. Vedere la ricchezza nella sapienza. E desiderare il possesso di tanta ricchezza quanta ne vorrebbe per sé la persona che sa lasciarsi guidare, nei suoi desideri, dalla temperanza. Due sono le parole che usa questo maestro dell’antichità. Le prendiamo nella sua lingua originale, il greco. Sof ìa (= sapienza): essa indica la capacità di guardare la vita, e le vicende che l’accompagnano, con gli occhi della saggezza umana, arricchita e illuminata dalla luce del Cielo. La sapienza è la ricchezza che egli vorrebbe possedere. L’altra parola è sofrosýne: essa indica la modestia, la moderazione, la temperanza. La capacità di lasciarci guidare da un sano equilibrio nel desiderio e nell’uso delle cose e dei beni che ci servono per vivere. Un sano equilibrio nella ricerca dei piaceri della vita e nel saperli coniugare con l’accettazione della fatica e della sofferenza che, inevitabilmente, li accompagnano. E come si fa a trovare la sapienza? Dove cercarla? In un testo più recente, trecento anni dopo Socrate, è scritto: “Chi si alzerà presto per cercarla non dovrà faticare: la troverà seduta alla porta di casa. La sapienza comincia proprio allora: quando uno desidera essere istruito da lei” (Sapienza 6,14.17). ‘Alzarsi presto’ è un’immagine per indicare la necessità di essere svegli, di non lasciarci incantare dai ‘pifferai magici’ che possiamo incontrare nella vita. Un ultimo pensiero. La sapienza è una dimensione della vita che va anche oltre la scienza. Questa ci arricchisce del sapere, della possibilità di conoscere il mondo in cui viviamo. La sapienza è la capacità di guardare le cose e le esperienze della vita restando ancorati alla terra, ma con lo sguardo del Cielo. E’ la capacità di essere con i piedi saldi sulla terra, coltivando, nello stesso tempo, la capacità di volare per poter guardare le esperienze della vita dall’alto. Per questo, non a caso, le diverse religioni considerano la sapienza come un dono di Dio. Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected]) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI Medicina: il rapporto tra etica e morale in un convegno a Jesi Scelte e pluralismo etico L’impatto della medicina interna sulle tematiche relative alle terminalità e alla preterminalità è molto forte ed è per approfondire questo argomento che l’Accademia Medico Chirurgica del Piceno ha promosso un seminario di studi in collaborazione con l’associazione Iom e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. Il dott. Marco Candela, in qualità di presidente dell’Associazione Internisti Marchigiani, ha inaugurato l’incontro che si è svolto presso il circolo cittadino di Jesi. Nel suo saluto, il vicesindaco di Jesi, Stefano Tonelli, si è soffermato sulle situazioni nelle quali le persone non riescono ad esprimere la loro volontà e che si trovano anche in situazioni drammatiche familiari. “Lo Iom è nato per la gente e vuole rimanere tra la gente” ha affermato la presidente Anna Quaglieri che ha anche voluto esprimere gratitudine al dott. Paolo Agostinelli, primario di medicina interna all’Ospedale di Jesi che, insieme al suo reparto, sono sempre sensibili alle necessità espresse dai pazienti seguiti dall’associazione. Il dott. Agostinelli ha fortemente voluto il convegno che ha approfondito il trattamento di fine vita, il testamento biologico e è riuscito a semplificare il tema con questo esempio sulla discrepanza tra morale ed etica: “É morale assistere una novantenne con una insufficienza respiratoria? Certo, è morale. Ma è etico togliere un posto in rianimazione a un ragazzo di 20 anni vittima di un trama della strada?”. Il vescovo Gerardo ha preso parte ai lavori ed ha contribuito con un suo pensiero: “È questo un argomento che non può non coinvolgerci: le questioni di etica non sono mai il discorso di partenza ma dietro c’è sempre la domanda su che cosa si pensa dell’uomo”. Il direttore sanitario dell’Azienda sanitaria, zona territoriale di Jesi, Claudio Martini ha poi detto che “il legame tra medicina ed etica è inscindibile; di fronte a ogni atto medico c’è una precisa scelta etica ispirata a orientamenti culturali diversi e che riguarda tutti i medici.” Pasquale Liguori, presidente del Tribunale del Malato, ha portato le sue considerazioni ricordando i diritti dei pazienti all’informazione, all’accoglienza, al rispetto e al consenso informato. Il convegno è poi proseguito con le relazioni dei medici tra cui quella del dott. Massimiliano Marinelli che ha evidenziato come la tecnologia in medicina abbia rafforzato il processo di medicalizzazione per cui la nascita e la morte sono, in qualche modo, nelle mani della medicina e le tecnologie impongono spazi differenti. È necessario poi tenere conto del pluralismo etico perché il medico può avere a che fare con soggetti che hanno una fede diversa e dovrebbe riuscire a capire la scala di valori del suo paziente senza mai presumere di conoscere quale è la scelta migliore per quell’uomo. Nella foto il dott. Paolo Agostinelli Voce della Vallesina vita ecclesiale LA CHIESA LOCALE IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Venerdì 8 ottobre Ore 9.45: Seminario, incontro con Parroci e CSI per oratori Ore 19: Ritiro per Giovani unitalsiani Sabato 9 ottobre Ore 19: S. Kolbe, S. Messa e Rito di ammissione fra i Candidati al Diaconato Domenica 10 ottobre Ore 11.30: Parrocchia S. Francesco di P., S. Messa Ore 15.30: Celebrazione della Giornata del Malato Ore 17.30: Montecarotto, Processione nella festa di San Placido Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento Vocazionale Lunedì 11 ottobre Ore 18.30: Cattedrale, S. Messa e Cresima Ore 21: Parrocchia Divino Amore, incontro con i Genitori dei Cresimandi Martedì 12 ottobre Ore 15: Il vescovo, dalle 15 in poi, riceve senza appuntamento in Duomo - cappella di San Floriano - per colloqui, confessione ecc. Domenica 17 ottobre Ore 11: Parrocchia Divino Amore, S. Messa e Cresima Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento Vocazionale Parola di Dio Non possiamo fare distinzioni, la fede cristiana è uguale per tutti Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,11-19) Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Commento Gesù, maestro, abbi pietà di noi! Il verbo usato abbi pietà (eleèo) all’imperativo passato positivo indica il comando di dare inizio a un’azione nuova. In questo caso è chiesta un’azione nuova da parte di questi dieci lebbrosi, cioè essere guariti. Ciò vuol dire che hanno fiducia in Gesù, credono che lui possa con verità realizzare 1. Venerdì 8 ottobre, ore 21,00 - inizio percorso EVO 2. Domenica 10 ottobre, ore 16-18,30 - inizio Scuola di preghiera 3. Venerdì 22 ottobre, ore 21,00 - secondo incontro EVO 4. Domenica 24 ottobre, ore 15,00 – Sentieri di meditazione ( a San Silvestro di Fabriano) 5. Mercoledì 27 ottobre, ore 19,00 – inizio corso giovani: “Dimmi come scrivi e ti dirò chi sei”. Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Il verbo purificare (katharìzo) ha anche altri significati: purgare, detergere, nettere ed espiare. È un verbo che riporta anche al senso del peccato, perché al tempo di Gesù si ritiene, da parte dei giudei, che il male fisico è collegato a un peccato della generazione precedente o a un peccato attuale della persona che incappa nella malattia. Inoltre notiamo evidente il lamentarsi di Gesù per la poca riconoscenza: solo uno su dieci lo ringrazia. E ci domandiamo: perché? Da una parte i Giudei non ringraziano, in quanto si sentono a posto riguardo ai doni di Dio, considerandoli una cosa dovuta per la loro osservanza della Legge; dall’altra il Samaritano, considerato straniero, perché non facente parte dei figli d’Israele, non pretende alcun diritto nei confronti di Dio, quindi riceve la guarigione come un dono della grazia di Dio e sente il bisogno di ringraziare Gesù. E pensare che i giudei hanno ricevuto, rispetto a tutti gli altri popoli, il dono straordinario della prima rivelazione di Dio! Questi, invece di essere riconoscenti, pretendono il diritto di essere ringraziati loro da parte di Dio. Manca loro l’atteggiamento fondamentale per poter accogliere la salvezza di Dio: la riconoscenza per i doni ricevuti. Non riescono e ringraziare, a lodare e a chiedere perdono, misericordia a Dio. Solo questo straniero, non irretito da pretenzioni varie di fronte a Dio, ha la forza della riconoscenza e del ringraziamento conseguente. Come cristiano so ringraziare Gesù per il dono straordinario della vita e della fede? P. Silvio Capriotti ofm Giornata diocesana del malato Il 10 ottobre in Cattedrale Domenica 10 ottobre la Diocesi celebra la Giornata del Malato. Il programma prevede l’arrivo e l’accoglienza in Cattedrale alle ore 15,30 dove il Vescovo celebrerà la Santa Messa alle ore 16. Seguirà la presentazione del tema unitalsiano dell’anno “Il segno della Croce”, come è stato vissuto nei pellegri- Centro di Spiritualità “Sul Monte”Castelplanio (AN) PROPOSTE DEL MESE DI OTTOBRE il loro desiderio di una pronta guarigione. La malattia e la miseria hanno la forza di unire anche mentalità diverse, al punto da far superare l’odio nazionalistico fra giudei e samaritani. I lebbrosi possono entrare nei villaggi, ma non nelle città murate e tanto meno a Gerusalemme; poi non possono avvicinarsi alle altre persone, perché la lebbra è considerata una malattia infettiva, per cui sono considerati «impuri». I lebbrosi si avvicinano a Gesù chiamandolo «maestro» e gridando di ottenere «misericordia». Egli è considerato dunque «dottore della legge» e ricco di potere e di compassione, quindi rivela il volto ricco di misericordia di Dio con i suoi gesti. I lebbrosi non sono guariti subito, ma mentre si recano dai sacerdoti del tempio per essere esaminati circa la loro vera o presunta guarigione, come è prescritto nel libro del Levitico (Lv 14,2). Nell’obbedienza alla legge ebraica questi si ritrovano guariti e anche il samaritano, non appartenente al popolo giudaico, è guarito. È il segno che Gesù è venuto per tutti. Mi rendo conto che la mia fede cristiana è per tutti oppure ancora faccio distinzioni? Gesù è ancora in viaggio verso Gerusalemme e, venendo dalla Galilea, è obbligato ad attraversare la Samaria. Solo partendo da Gerusalemme si possono concepire il suo viaggio e la sua attività, perché qui, secondo Luca, Gesù ascenderà al cielo. Il fatto quindi si può collocare in un villaggio samaritano. La Samaria fa da ponte perché la parola di Gesù possa giungere sia a Gerusalemme e sia nei territori pagani. Nel cammino di Gesù si intravede già la strada della comunità cristiana: raggiungere Israele e i pagani. Mi soffermo su due espressioni: Gesù, maestro, abbi pietà di noi! (in greco: eleèo) e poi: Non ne sono stati purificati (in greco: katharìzo) dieci? E gli altri nove dove sono? Incontro con il presidente nato a Pesaro nel 1955, è Direttore della Promozione Istituzionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, autore di numerosi saggi di storia contemporanea, è vicepresidente dell’Istituto regionale per la storia del Movimento di Liberazione nelle Marche e presidente del Centro Studi Storici e Sociali (Censses). 7 10 ottobre 2010 - 28a domenica del tempo ordinario - anno c Opera della Regalità: 7 ottobre alle 17 L’associazione “Opera della Regalità” della diocesi di Jesi invita, giovedì 7 ottobre presso la Parrocchia Divino Amore, all’incontro con il presidente nazionale Ernesto Preziosi. Il programma prevede alle ore 17 l’incontro, alle ore 18,30 la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo e alle 19,45 la cena di fraternità. Preziosi è 10 ottobre 2010 naggi di Lourdes e di Loreto. L’invito è rivolto a tutti i malati e gli anziani della diocesi, ai volontari delle diverse associazioni che cercano di portare sollievo e conforto a chi è malato. Chi è disponibile ad accompagnare in auto coloro che hanno difficoltà a camminare, può chiedere una au- torizzazione all’ingresso in piazza Federico II rivolgendosi a don Aldo Anderlucci, cappellano dell’Ospedale del Viale oppure alla sede dell’Avulss in piazza Federico II o dell’Unitalsi in corso Matteotti. Questo incontro è organizzato ogni anno dalla commissione diocesana per la pastorale della Salute. In cattedrale, presso la sala della Confraternita Introduzione allo spirito della liturgia Corso per comprendere la messa e la liturgia della Chiesa presso la Confraternita del Sacramento del Duomo La Parrocchia della Cattedrale e la Confraternita del Santissimo Sacramento, in preparazione anche al Congresso Eucaristico Nazionale che si svolgerà nell’ottobre 2011, proprio ad Ancona, organizza un corso di due incontri mensili guidato da uno dei più famosi scritti di Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI) che ha per titolo: “Introduzione allo Spirito Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Composizione grafica Giampiero Barchiesi • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) • Comitato di redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge. della Liturgia”. Gli incontri, guidati dal parroco don Cristiano Marasca e da Stefania Marchetti, prevedono l’approfondimento di un capitolo o parte del libro e la discussione insieme dei contenuti per approfondire il senso dell’azione liturgica della Chiesa. Il primo incontro si svolgerà lunedì 11 ottobre presso la Sala della Confraternita del SS.mo Sacramento in Vicolo delle Terme, 5 dalle 19 alle 20. Per informazioni: www.duomojesi.it - e-mail info@ duomojesi.it ; tel. 0731.212988 8 Porto San Giorgio, primo Congresso della Divina Misericordia “Dalla tua parte c’è solo Dio” Domenica 19 settembre, presso il Palasavelli, oltre 6mila persone hanno partecipato al Primo Congresso Interdiocesano della Divina Misericordia. Preghiere, canti e tante testimonianze di vita e di fede, di dolore e di speranza, in un palazzetto dello sport gremito e preso d’assalto fin dalle prime ore della mattina, hanno lasciato questa giornata impressa nei cuori dei fedeli che vi hanno partecipato. Sono arrivati da tutto il centro sud, con oltre 30 pullman e numerosissime auto. Molti anche in treno. Sul palco si sono alternati alti prelati e personaggi di spettacolo e, ultima ma non certo per importanza, la veggente Mirijana di Medjugorie. Le catechesi e le testimonianze sono state di mons. Luigi Conti, arcivescovo di Fermo, mons. Girolamo Grillo, vescovo emerito di Civitavecchia, mons. Do- Voce della Vallesina pastorale 10 ottobre 2010 È nella preghiera, dunque, la vera speranza. Al centro dell’attenzione è stato anche il giornalista e scrittore Paolo Brosio che da mesi ha intrapreso un cammino di fede e conversione dopo aver trovato, nella misericordia del Signore, l’amore e la forza per cambiar vita. “Le difficoltà sono medicine amare - ha detto scoppiando ad un certo punto in lacrime - che aiutano a superare i momenti di crisi attraverso la preghiera” ed ha testimoniato di partecipare alla menico Cancian, vescovo di santa Messa ogni giorno al Città di Castello, padre Sante mattino presto e di pregare Pessot, don Amedeo Passe- anche la coroncina alla Divirella, Paolo Brosio, Claudia na Misericordia alle ore 15. Koll ed altri. Nel pomeriggio Emozionante anche l’ascolto canti e preghiere hanno fat- della testimonianza di Clauto da preludio all’attesissima dia Koll: “Quando tocchi il testimonianza della veggente fondo ti accorgi che dalla di Medjugorje, Mirijana: “La tua parte c’è solo Dio che mia missione è pregare per dà sempre un’altra possibii non credenti, ossia per co- lità”. Gli applausi, intermiloro che non hanno ancora nabili, hanno sottolineato conosciuto l’amore di Dio”. la profonda commozione suscitata nei presenti dalle testimonianze coraggiose di chi ha trovato nella Divina Misericordia l’Amore che perdona ogni cosa e l’unica vera ancora di salvezza. La giornata si è conclusa con la santa Messa, presieduta dal vescovo di Fermo, mons. Luigi Conti, l’Adorazione Eucaristica e la preghiera per la guarigione degli ammalati. Presenti numerosissime autorità e personaggi illustri. Il prossimo appuntamento sarà ad Andria, in Puglia, il 24 ottobre. Il programma e le informazioni sono sul sito: http:// www.gesuconfidointeitalia.it Giordano Maria Mascioni Per approfondire, si consiglia la lettura del libro “Gesù Confido in te”, cod 8130, edito dall’ editrice SHALOM, (www. editriceshalom.it. numero verde 800.03.04.05) Sinodo Medio Oriente Primo anniversario Mancano pochi giorni all’inizio dell’assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi. I lavori, che si svolgeranno in Vaticano dal 10 al 24 ottobre, saranno centrati sul tema: “La Chiesa cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza. ‘La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola’ (At 4, 32)”. Ad aprire l’assise, domenica 10 ottobre, sarà Benedetto XVI con la celebrazione eucaristica nella basilica vaticana. Il conto alla rovescia è iniziato, mentre si vanno mettendo a punto gli ultimi preparativi. Si tratta di un’assise sinodale di carattere regionale, ma significativa per tutta la Chiesa, considerando l’importanza del Medio Oriente, della Terra Santa, per la Chiesa universale, anzi per tutti i cristiani. 20-1-1916 22-10-2009 4 ottobre: la festa di San Francesco d’Assisi con il Vescovo Va’, ripara la mia casa é il sintomo più evidente di una crisi profonda, etica, culturale, spirituale, Francesco d’Assisi può insegnarci le cose che contano nella vita. “Né oro né argento, né sandali…” Il 3 ottobre del 1226, nei ste parole padre Silvio Capressi della Porziuncola, priotti, Guardiano dei Frati Francesco d’Assisi, all’età di Minori, ha commentato il 44 anni, passò dalla vita ter- glorioso “Transito” del Sanrena alla vita eterna. Poco to nella chiesa parrocchiale prima di morire, invitava i di san Francesco d’Assisi. frati all’abbandono fiducio- Il poeta del celebre “Canso in Dio, all’amore e al ser- tico di frate sole”, Patrono vizio reciproco. Scrive san dell’Italia, parla certamenBonaventura che narra che te all’uomo di oggi con le gli ultimi momenti della vita “Stimmate” della sua vita e del Santo: “Quando, infine, della sua morte indicando si furono compiuti in lui ad ogni uomo non solo il tutti i misteri, quell’anima punto d’arrivo, la meta del santissima, sciolta dal cor- Regno dei cieli, ma anche po, fu sommersa dall’abisso il punto di partenza per un della chiarità divina e l’uo- cammino luminoso lungo i mo beato si addormentò nel tortuosi sentieri della storia. Signore”. In tempi tanto difficili, nelle «Francesco va incontro a nostre società “civili” com“sorella morte” cantando, plesse e secolarizzate, dove nudo sulla nuda terra, per- la crisi economica è una ché ha scelto di spogliarsi di realtà concreta che impone tutto e di morire nudo come l’attenzione ai bisogni priGesù sulla croce». Con que- mari, ma nello stesso tempo La sera del 4 ottobre, festa del Santo, Patrono d’Italia, nella chiesa francescana di san Pietro Martire, il Vescovo Gerardo ha presieduto la solenne Liturgia eucaristica, concelebrata da padre Valentino Natalini, Ministro provinciale dei Minori, e dal parroco di san Pietro Martire, padre Ilarino Carosi, con la partecipazione di altri sacerdoti e religiosi. Felici di ritrovarsi insieme davanti a Gesù Eucaristia anche le tre Fraternità di laici dell’Ordine francescano secolare di Jesi: san Francesco d’Assisi, san Pietro Martire, Santa Maria del Piano. Nell’omelia il vescovo Gerardo, tracciando il profilo biografico del giovane Francesco, “ricco, estroso, gaudente, amante delle allegre brigate…”, ha sottolineato che “il Signore della misericordia lo aspettava… an- che attraverso l’esperienza sconfinato di Dio, l’unica dell’anno di carcere e della ricchezza. malattia, finché il giovane, toccato dalla Grazia, scopre La paura della Croce che “le cose di prima non “Il dramma del mondo – diavevano significato” e cam- chiara don Gerardo - è la bia vita “per servire il gran paura della Croce, di Gesù Re”, Gesù povero e umile. crocifisso, che dovrebbe esLe parole del vangelo “non sere la nostra gioia perché in prendete né oro argento… Cristo si manifesta la misené sandali…” nel 1208 gli ricordia, l’amore di Dio per fanno capire che cosa voleva l’uomo. Francesco voleva esdirgli tre anni prima il Cro- sere conquistato totalmente cifisso di san Damiano con dal Signore e lo pregava così: le parole: “Francesco, va’ e “Alto e glorioso Dio, illumiripara la mia chiesa che cade na il cuor mio… dammi una in rovina…”: un nuovo cam- fede retta…”. Nella nostra mino! Francesco, che riuscì Chiesa “sentiamo oggi due a fare una sintesi fra con- forti spinte: al rinnovamentemplazione e vita attiva, ci to profondo della Comunità insegna che “oggi dobbiamo ecclesiale per cui chiediamo tornare all’essenziale, risco- al Signore di convertirci con prire la dimensione contem- il dono dello Spirito. L’altra plativa della vita. L’impegno “spinta” è verso l’evangelizdei nostri sacerdoti deve zazione”. partire dalla contemplazio- Il Vescovo conclude la sua ne e dall’ascolto della Parola omelia magistrale con un di Dio. Oggi il Signore non messaggio di speranza per è conosciuto ed è necessaria i presbiteri e i fedeli laiuna nuova evangelizzazione. ci: “Mettiamoci alla scuola “Va’ e ripara la mia Chiesa” di Francesco per diventare significa anche per noi “il segni credibili che lasciano mattone della chiesa che é trasparire l’amore di Dio. Il la nostra persona”: intimità Crocifisso ripete a ciascuno con Cristo per la conversio- di noi: Va’, anche tu e ripara ne. Punto fermo della no- la mia Chiesa...”. stra vita dev’essere l’amore Maria Crisafulli Nella Donati ved. Mancinelli A tutti coloro che la conobbero e la amarono, nel ricordo del suo fulgido esempio di sposa e madre cristiana. Gli iscritti dell’Apostolato della Preghiera 11° anniversario 24-9-1926 30-9-1999 Carlo Massaccesi Resterai sempre nel cuore di quanti ti vollero bene La moglie e i figli lo ricordano a quanti lo hanno conosciuto e stimato in vita. Una santa messa di suffragio è stata celebrata nella chiesa di San Giuseppe, lo scorso 3 ottobre. 2° anniversario Alla Chiesa dell’Adorazione Il programma del giorno Per incoraggiare e facilitare la presenza degli adoratori, si fa conoscere il programma orario di ogni giornata. Ore 9,30 Ore 10,15 Ore 11,15 Inno e Salmi dell’Ora Terza. Liturgia della Parola della Messa del giorno. Esposizione solenne della Santissima Eucarestia. Adorazione personale e silenziosa Adorazione comunitaria Inno e Salmi dell’Ora Sesta. Ripresa e commento di una lettura della Messa del giorno. Silenzio con risonanze e intercessioni Ore 11,45 Ore 16 Ore 17,30 Ore 18,15 Benedizione e reposizione Recita dell’Ora Nona ed esposizione della Santissima Eucarestia. Adorazione personale e silenziosa Rosario meditato Celebrazione del Vespro. Benedizione. Reposizione del Santissimo. Ogni lunedì l’adorazione inizia con la celebrazione eucaristica in cui si inserisce la preghiera di Lode. Ogni giovedì, alle 17, inizia l’ora di adorazione per le Vocazioni. Il confessore è presente tutte le mattine e nei pomeriggi di martedì e giovedì. La presenza degli adoratori è particolarmente efficace ed opportuna al mattino alle 9,30 e al pomeriggio alle 16, nei due momenti in cui si espone il Santissimo. È importante capire che il tempo dell’Adorazione non deve essere occupato dalle pratiche di pietà, le più svariate, ma dal silenzio e dalla riflessione sulla Parola di Dio. Sono a disposizione diversi sussidi, sopra il tavolinetto al centro della chiesa. Se ne segnalano due che contengono molti testi per l’adorazione: “Fate questo in memoria di me” e “Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo, pane per la nuova vita”. Don Gianni Giuliani Sandro Paolucci Non si perdono mai coloro che amiamo perché possiamo amarli in Colui che non si perde mai. Sant’Agostino Domenica 10 ottobre alle ore 11,15 nella chiesa parrocchiale San Michele Arcangelo di Rosora, verrà celebrata una Santa Messa per ricordare il caro Sandro Paolucci a due anni dalla sua morte. Si ringrazia quanti parteciperanno alla Messa di suffragio. Voce della Vallesina in diocesi 10 ottobre 2010 9 Montecarotto: il programma della festa del patrono San Placido “Concedici la tua protezione” Montecarotto si prepara per celebrare la ricorrenza del patrono San Placido. Domenica scorsa 3 ottobre si è svolta per l’intera giornata la tradizionale fiera ospitata come ogni anno per le vie del centro storico che ha riscontrato la partecipazione di numerosi espositori, circa 120, e di numerosi visitatori ed acquirenti, favoriti dal clima caldo e soleggiato d’inizio autunno. Il programma religioso invece è ricco di numerose iniziative che interessano da vicino tutti i montecarottesi. Sabato 2 ottobre i ragazzi del catechismo hanno pregato insieme davanti l’urna del santo le cui reliquie sono state esposte in modo ufficiale nella sera, alla messa vespertina, quando la comunità presente alla liturgia ha rivolto al patrono una supplica in segno di profonda devozione. Domenica 3 è stata la volta dei nonni della parrocchia che, insieme ai loro nipotini ed alle famiglie, hanno animato la messa delle 11,15 con un lieto momento di raccomandazione al santo. Lunedì 4 la funzione si è svolta nella chiesa di san Francesco, in concomitanza della festa del santo d’Assisi, mentre martedì 5, giorno della ricorrenza di san Placido, la messa in parrocchia è stata dedicata agli anziani ed agli ammalati accompagnati dai familiari ed assistiti dai gruppi di volontariato laico e religioso presenti nel paese. Alle 21,15 una solenne adorazione eucaristica ha chiuso la giornata ricca di appuntamenti. Le messe vespertine feriali di mercoledì, giovedì e venerdì saranno precedute dal rosario e si terranno tutte nella chiesa parrocchiale davanti all’urna del santo. Festa di S. Teresa di Gesù Bambino Una maestra di sapienza Come ogni anno le monache carmelitane del monastero SS. Trinità di Jesi hanno preparato e celebrato con gioia il triduo per la festa di S. Teresa di Gesù Bambino, aprendo le porte della chiesa monumentale di san Marco nei giorni 28, 29 e 30 settembre. La sera del primo ottobre il Vescovo di Jesi, Gerardo Rocconi, ha presieduto la solenne Liturgia Eucaristica in memoria di santa Teresa di Lisieux, la più giovane fra i 31 Dottori della Chiesa. Teresa nasce ad Alençon, in Francia, nel 1873 e muore a Lisieux nel 1897, a soli 24 anni. La sua breve vita fu segnata da una profonda sofferenza fisica e spirituale, ma lei abbracciò sempre la sua croce per amore, offrendosi a Dio come olocausto purissimo per l’umanità. Durante l’omelia il Vescovo Gerardo ha presentato ai fedeli la figura di S. Teresa, “maestra di sapienza”. Questa Santa ci insegna la via della “infanzia spirituale” che ognuno di noi può raggiungere se siamo capaci di scoprire, come Lei, l’amore misericordioso di Dio: consapevoli del nostro nulla, lasciamo agire Lui, vedendo nelle nostre paure e nei nostri fallimenti occasioni speciali per donare noi stessi a Colui che “ha vinto il mondo” con la sua morte e risurrezione. Altra caratteristica della Santa fu l’amore intenso per la Chiesa che è “seme di Dio sulla terra e che, attraverso Gesù, è ormai parte integrante della storia umana”. “In Lei si percepiva uno sguardo semplice, intuitivo, penetrante verso il mistero di Gesù, sguardo profondamente femminile come quello di Maria che Teresa seppe imitare perfettamente nel suo sentirsi piccola”. Proprio nel pronunciare queste parole il Vescovo, tanto Sabato 9 ottobre alle 19, la funzione liturgica sarà animata dai gruppi di volontariato Avis, Protezione Civile, Croce Rossa, Giovani Oltreconfine, S. Vincenzo de’ Paoli, Azione Cattolica, Apostolato della Preghiera, Unitalsi. Alle 21,15, nel teatro comunale, il gruppo Shalom di Castelplanio eseguirà un ricco programma di canti animati. Domenica 10 ottobre alle 17,30 una solenne processione con l’urna del santo si snoderà lungo le vie del paese e sarà guidata dal vescovo Gerardo Rocconi. Il corpo del santo martire san Placido, esumato dal cimitero di S. Calepodio in Roma, venne donato a Montecarotto da Papa Innocenzo XI nel Festa di san Vincenzo de’ Paoli sensibile al valore sublime della “piccolezza”, non ha potuto nascondere la sua commozione. Teresa fece anche l’esperienza del miracolo della solidarietà attraverso la preghiera di intercessione. E il 14 settembre 1927 il papa Pio XI la dichiara, con San Francesco Saverio, patrona principale di tutte le missioni cattoliche. Oggi Santa Teresa di Lisieux può essere la Stella polare che indica la rotta in mezzo al mare tempestoso della vita, in cui le gioie, le speranze, la tristezza, l’angoscia sono sotto lo sguardo misericordioso di Dio, nella Chiesa, quella Chiesa che Teresa ha tanto amato. I pensieri, le poesie, le preghiere di Santa Teresa sono stati raccolti in un volume con il titolo “Storia di un’anima”, che si diffuse ben presto in tutto il mondo effondendo ovunque la fragranza del “piccolo fiore primaverile”. Patrizia Cingolani Santa Teresa di Gesù Bambino di Lisieux Nacque ad Alençon in Francia nel 1873; studiò presso le benedettine di Lisieux. A 15 anni, dopo numerosi tentativi e suppliche, ottenne il permesso di entrare nel monastero delle Carmelitane di Lisieux. Praticò in modo particolare l’umiltà, la semplicità evangelica e la fiducia in Dio e insegnò queste virtù alle novizie con la parola e con l’esempio. Il 30 settembre 1897 concludeva la sua vita terrena. Fu canonizzata nel 1925. Giovanni Paolo II l’ha dichiarata Dottore della Chiesa il 19 ottobre 1997. La giovane santa, che aveva mantenuto la promessa di far cadere dal cielo una pioggia di rose, continua a irrorare la Chiesa. Servire per amore La sera del 28 settembre i Vincenziani della Diocesi si sono riuniti nella chiesa “Regina della Pace” per celebrare la festa di san Vincenzo de’ Paoli. Il Vescovo, mons. Gerardo Rocconi, ha presieduto la solenne Liturgia concelebrata dal parroco don Emilio Campodonico e dal viceparroco don Claudio Procicchiani, con l’assistenza del diacono Alberto Massaccesi. Nell’omelia il Vescovo ha paragonato le sofferenze morali e spirituali di Giobbe a quelle di San Vincenzo, evidenziando il loro faticoso cammino, che è poi quello di ogni cristiano che cerca di superare il proprio “io”, fino al completo, totale abbandono in Dio. Dio è la Verità e la Vita, l’unica risposta al male: Lui, il Crocifisso, è risorto. San Vincenzo ci dà questo insegnamento: essere un tutt’uno con Gesù crocifisso e portare il suo Amore ai piccoli e ai poveri. Insegnamento estremamente valido sempre, anche a 350 anni dalla sua morte. Un impegno generoso Liturgia in forma straordinaria per la festa San Michele Arcangelo, officiata da don Francesco Ramella, prete originario di Albenga specializzando in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Una recente intervistadocumentario fatta a don Francesco, proprio sulla messa in latino, è andata in onda sulla televisione dal pubblico strettamente giovanile MTV (Music Television) preceduta dagli sboccati cartoni animati di South Park e seguita dal classico telefilm sugli amorazzi adolescenziali di liceali americani. Il servizio liturgico è stato curato dei gli emarginati, le famiglie numerose, i senza fissa dimora, i disoccupati… I volontari della san Vincenzo, visitando le famiglie, cercano di capire, di confortare, di consolare, di rispondere ai loro bisogni con semplicità, concretezza e amore. Non senza sacrifici e rinunce personali e con impegno generoso offrono alle famiglie ciò che viene donato all’associazione da persone sensibili ai problemi dei poveri e dei deboli: viveri, indumenti, medicine, libri scolastici… Quando si può, i Vincenziani pagano un affitto arretrato o una bolletta scaduta per la quale il povero rischia di perdere l’allaccio della luce, del gas, dell’acqua… E cercano di sostenere le persone che hanno problemi di salute, di lavoro o che cercano una casa, portando solidarietà, comprensione, incoraggiamento e speranza in un futuro migliore. Dove i Vincenziani trovano la motivazione di fondo e il coraggio per continuare ad amare e servire chi soffre? Senza dubbio nell’ascolto della Parola di Dio, nella preghiera e in un’intensa partecipazione all’Eucaristia nella comunità ecclesiale. Gesù ha detto: “Senza di me non potete fare nulla”! Rita Mattoli Carotti Nella ricorrenza dei Defunti forse vi sarà capitato di vedere al cancello d’ingresso del cimitero alcune signore infreddolite fare la questua per la San Vincenzo… E avrete lasciato una moneta o forse di più, ricevendo in cambio una crocetta di cartoncino con il La Società San Vincenzo de’ Paoli disegno di due crisantemi a ricordo dei “Conferenza Jesi-Centro” (parrocdefunti e con la scritta: “Offri ai poveri chie di San Settimio – Cattedrale, della Società di San Vincenzo de’ Paoli”. San Pietro Apostolo e di San Filippo Oggi, come in passato, la Società di san Neri) ringrazia sentitamente la FonVincenzo opera nelle parrocchie della dazione Cassa di Risparmio di Jesi, città di Jesi e della Vallesina. Predilige sempre generosa e sensibile alle nei più deboli, bambini, anziani, malati; cessità dell’associazione che cerca di ma si prodiga per tutti coloro che vivo- farsi prossimo a tante realtà di soffeno situazioni di disagio e di difficoltà: renza. San Michele Arcangelo nella chiesa di S. Pietro Apostolo Mercoledì 29 settembre ore 19 Jesi, nella chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, è stata celebrata la Santa Messa Solenne Cantata in terza (con la partecipazione di un diacono e di un suddiacono), per la festa di 1686. Fu collocato solennemente nella nuova urna il 5 ottobre 1948. In un artistico reliquiario si venera il sangue benedetto del martire che a Cristo ha dato prova suprema della giovinezza e dell’amore. Con questa bella preghiera la comunità montecarottese si affida al patrono: “O Signore, Tu manifesti vivamente a noi la Tua presenza e il Tuo volto nella vita dei Santi, nostri fratelli che, uomini come noi, sono già perfettamente trasformati nell’immagine di Cristo, Tuo Figlio. A noi che celebriamo la memoria del Patrono San Placido concedi, Ti preghiamo, di godere della sua protezione e di seguire il suo esempio. Amen.” Maria Cristina Coloso giovani della Santa Messa in Latino del Santuario di Campocavallo, accompagnata all’organo dal Maestro Andrea Carradori. Don Cristiano Marasca Pellegrinaggio a Bolsena Il circolo Contardo Ferrini di Jesi organizza la gita-pellegrinaggio eucaristico presieduto dal Vescovo G. Rocconi ad Orvieto e Bolsena, il 22 ottobre. Nell’ambito del programma diocesano in preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona del 2011, si propone questo pellegrinaggio a Bolsena, alla Basilica di Santa Cristina, sede del miracolo eucaristico del 1268 e al duomo di Orvieto. L’invito è rivolto a tutti ed in particolare ai ministri straordinari della Comunione. Il programma prevede la partenza da Jesi alle ore 6,30 dal garage di Crognaletti, in via Staffolo, 3; soste all’Arco, piazzale Bramante, Cavalcavia, porta Valle. Rientro a Jesi alle ore 21,30. Sono disponibili ancora dei posti nel secondo pulmann. Quota di partecipazione: 44 euro comprensiva del viaggio in pullman GT e pranzo di pesce al ristorante. Prenotazioni entro il 18 ottobre telefonando a Bini (0731 209146), Trillini (0731 204671) o Maldini (0731 4002). Organizzazione tecnica a cura di Esitur, Jesi 10 Stagione Lirica del Pergolesi dal 12 novembre Il New Vocal Ensamble per la comunità di San Francesco “Laudato si’, mi’ Signore” Nella chiesa di san Francesco d’Assisi, a Jesi, la sera del 2 ottobre con un concerto di poesia religiosa si sono aperte le celebrazioni del 50° anniversario della Parrocchia. L’Associazione culturale New Vocal Ensemble di Senigallia, che svolge attività concertistica per promuovere l’educazione permanente ai valori etici e spirituali, ha realizzato il progetto di tradurre in musica il celebre “Cantico di frate sole”. Il progetto ha ottenuto il patrocinio del Centro Culturale Aracoeli, della Provincia Picena san Giacomo della Marca dei Frati Minori, della Diocesi di Senigallia e di Radio Vaticana ed è stato presentato di recente nella chiesa francescana di S. Maria Nuova di Fano.“Oggi - dichiara il compositore Marco Ferretti - siamo felici di proporlo qui, nella chiesa dei Frati Minori di Jesi, in occasione della festa di san Francesco”. Con flauti, percussioni e strumenti onomatopeici che imitano i suoni e le voci della natura, il New Vocal Ensemble ha offerto ad un pubblico numeroso di giovani e adulti, al vescovo Gerardo e ai Frati francescani, una interpretazione suggestiva e avvincente del Cantico che Francesco d’Assisi, afflitto da una grave infermità agli occhi, compose nell’orticello del convento di san Damiano nel 1224. Lirica religiosa unica, originale per ispirazione e linguaggio, un inno di lode e di ringraziamento al Dio della vita. Nel concerto si sono alternati le tre voci, il soprano Ornella Politi, il baritono Carlo Giuseppetti, il tenore Marco Ferretti che è anche il compositore, diplomato in Flauto e in Musica vocale e Direzione di coro al Conservatorio G. Rossini di Pesaro. Tre eccellenti interpreti che hanno realizzato un’originale performance assemblando nel Cantico sonorità classiche e moderne. Il discorso musicale del Cantico, come ha precisato Marco Ferretti, inizia con il saluto all’Onnipotente, cui segue una musica che descrive l’aria, l’acqua, il fuoco, la terra; l’ultima parte “più intima”, riguarda il perdono, la “tribulazione” e “sora morte”. Solenne l’esordio: “Altissimu, onnipotente, bon Signore…” che al ritmo lento del “Te men-to-vare” sfuma nel silenzio dell’adorazione… Il motivo-guida Corso per volontari L’Oikos organizza un corso base di formazione per volontari, presso la propria sede di Jesi in viale dell’Industria. Il corso è gratuito per formare e reclutare nuovi volontari da inserire nelle diverse aree di intervento: minori, tossicodipendenza, centro studi e prevenzione, segreteria e raccolta fondi. Il corso si articolerà in otto lezioni per 16 ore totali. Inizierà lunedì 11 ottobre alle ore 20,30. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi all’Oikos, telefono 0731 213125. A teatro con “El Passì” Le ultime due rappresentazioni della commedia dialettale “I pastrocchi de nonno Pie”’ nel teatrino parrocchiale di San Francesco d’Assisi si svolgeranno venerdì 8 ottobre alle ore 21 e domenica 10 alle ore 17. La compagnia El Passì se ‘ngegna sempre pe’ favve ride e ve spetta a tutti! Voce della Vallesina cultura e società 10 ottobre 2010 Dalla Butterfly al Trovatore Madama Butterfly di Giacomo Puccini inaugura venerdì 12 novembre la 43ª stagione lirica di tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi. Repliche sabato 13 novembre alle ore 21 e domenica 14 novembre alle ore 16, con un’anteprima giovani riservata agli studenti che si terrà giovedì 11 novembre alle ore 16. La tragedia giapponese in due atti su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa dal dramma Madame Butterfly di David Belasco sarà proposta nell’allestimento della Fondazione del Teatro Comunale di Bologna in una coproduzione tra Fondazione Pergolesi Spontini, Teatro dell’Aquila di Fermo e Fondazione Nuovo Teatro Verdi di Brindisi. Sul palcoscenico jesino la parabola tragica di Butterfly, che da giovane fanciulla si trasforma ben presto in donna matura, scenicamente si traduce in un grande labirinto, dove la farfalla-Butterfly rimane imprigionata. Il secondo titolo in cartellone, sabato 27 novembre ore 21 e domenica 28 novembre ore 16, sarà Il Trovatore di Giuseppe Verdi, dramma in quattro parti di Salvatore Cammarano dal dramma El Trovador di Antonio Garcìa-Gutiérrez. L’opera sarà proposta in un allestimento di grande successo, quello di Ravenna Festival 2003, per una nuova coproduzione tra Fondazione Pergolesi Spontini, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro dell’Aquila di Fermo, Teatro Rendano di Cosenza, Teatro del canto “Laudato si’, mi’ Signore”, più volte iterato a tre voci, culmina nel “grande splendore” del sole che “de Te, Altissimo, porta si-gni-fi-ca-zio-ne”. Il cinguettio degli uccelli, il mormorare, l’ululare del vento, lo scorrere dell’acqua, utile, umile, preziosa e casta… casta… evocano il bisogno di intima purificazione; e si percepisce anche il crepitìo della fiamma di “frate focu”, sempre grazie alla delicata armonia imitativa che abbraccia “nostra madre terra” con “diversi frutti… coloriti fiori et herba”. Infine la lode al Signore per “sora nostra morte corporale…”. Il dramma dell’esistenza si compone nel canto di speranza della beatitudine eterna per ”quelli ke (la Morte) troverà nelle Tue santissime volutati…” e con un invito ai vivi: ”Laudate e benedicete mi’ Signore e ringraziate/e serviteli cum grande humilitate”. Grande l’emozione e il consenso del pubblico che ha fatto l’esperienza di Chiesa in ascolto dello Spirito che pregava “con gemiti inesprimibili”. Musica dello Spirito nella contemplazione della bellezza del Creato sulle note a lungo assaporate e vissute a lode e gloria dell’Altissimo. Ma anche un forte input all’impegno per la fraternità e la pace. La New Vocal Ensemble ha ringraziato il parroco padre Bruno Fioretti, il vescovo Gerardo, il Ministro Provinciale dei Frati Minori, p. Valentino Natalini, la Diocesi di Senigallia, la Banca Marche per il patrocinio e il contributo alla realizzazione dell’iniziativa. Maria Crisafulli Comunale di Ferrara, Teatro di Pisa. Regia scene e costumi sono di Cristina Mazzavillani Muti, che propone una lettura moderna ma con continui riferimenti alla tradizione dell’opera, e l’uso di tecnologie multimediali innovative come l’applicazione dell’immagine virtuale e la spazializzazione sonora. Il dittico Pomme D’Api e Monsieur Choufleuri restera chez lui le… di Offenbach, da sabato 18 dicembre al Teatro Pergolesi, è proposto nell’allestimento della Fondazione Pergolesi Spontini e della Fondazione del Teatro Comunale di Bologna. Replica domenica 19 dicembre, anteprima giovani venerdì 17 dicembre. La 43ª stagione lirica del Teatro Pergolesi di Jesi, organizzata dalla Fondazione Pergolesi Spontini guidata dall’Amministratore Delegato William Graziosi e del Direttore Artistico Gianni Tangucci, gode del finanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Marche (Assessorato Beni e Attività Culturali), della Provincia di Ancona, del sostegno dello sponsor principale Banca Marche, dei privati riuniti nel raggruppamento Art Venture (Gruppo Pieralisi, Leo Burnett Italia, Moncaro, New HollandGruppo Fiat, S.E.DA., Starcom Italia), della Camera di Commercio di Ancona e della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. Info: tel. 0731-206888, www.fondazionepergolesispontini.com Monsano: la festa delle famiglie Grande festa, domenica 12 settembre, nella comunità di Monsano! Presso la chiesa di san Pietro apostolo, con una liturgia presieduta da don Savino Capogrossi, il paese si è unito attorno alle numerose coppie di sposi che, espressione di numerose “anzianità”, hanno festeggiato il loro anniversario di matrimonio e rinnovato gli impegni del sacramento sponsale. Certo, tutti i festeggiati hanno sperimentato che la vita di ogni giorno è una misteriosa alternanza di gioie e di dolori, di successi e di sconfitte ma che, alla luce della fede in Gesù, la vocazione può essere vissuta con impegno e dignità. Qui l’elenco di coloro che hanno festeggiato; a tutti, in particolare ai giovani, l’augurio di rinnovare nel tempo questo appuntamento e, alle coppie più “datate”, il ringraziamento per la loro testimonianza di vita e di fedeltà all’amore. Nozze d’oro, 50 anni: Gianfranco Bellagamba e Lina Gasparrini Nozze di rubino, 45 anni: Dino Senesi e Giuseppina Spendolini Nozze di smeraldo, 40 anni: Paolo Veschetti e Paola Palpacelli; Evenzio Pigliapoco e Paola Gambadori; Alberto Anderlucci e Assunta Vitali; Luciano Borocci e Mariangela Bolletta Nozze di perle, 30 anni: Sergio Parasecoli e Graziella Zenobi; Getulio Bambini e Rosalba Chiariotti Nozze d’argento, 25 anni: Patrizio Raponi e Donatella Pierantoni; Aldo Catani e Anna Maria Cardinali; Sandro Belardinelli e Maria Paola Rucci; Mauro Barocci e Lorella Anibaldi Nozze di cristallo, 20 anni: Marco Anderlucci e Stefania Filipponi; Stefano Senesi e Carla Ceccarelli; Lucio Sabatino e Pierina Andreoni; Nando Mattei e Laura Ciaschini; Massimo Schiaffi e Patrizia Sabbatini; Franco Ausili e Manola Mazzarini; Fabio Morbidelli e Roberta Rinaldoni; Enrico Emiliani e Maria Luisa Ciccarelli Nozze di porcellana, 15 anni: Luca Casci e Serenella Paolucci Nozze di corallo, 10 anni: Carlo Brazzini e Isabella Silvestri; Emiliano Baldoni e Serenella Gigli; Stefano Macarra e Isabella Bastari; Riccardo Zuccaro e Sabina Simonetti; Alessandro Perini e Alida Fabbri Autoscuole Corinaldesi s.r.l. Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale CAP – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi – Via Mura Occidentali, 31 – tel. 0731 209147 c.a. – fax. 0731 212487 - Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 – fax 0731 226215 Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 (Sede Consorzio Cons. A.C.) - Jesi – Via Marx, Zipa – tel. e fax 0731 211481 (Uff. oper. collaudi) Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi – Adriatica – Falconarese) – Ostra – Marina di Montemarciano – Marzocca di Senigallia Voce della Vallesina Facciamo il punto Una piccola diocesi nelle cuore delle Marche, Jesi, all’arrivo del nuovo Vescovo, si prepara, eppoi cammina con lui, considerando il suo ministero “episcopale” e quello di tutto l’“equipaggio” della nave. Lui, il Vescovo Gerardo, è lieto di considerare la cosa perché, proprio a partire dal calo dei sacerdoti e dalla mancanza delle vocazioni si chiede: “Che cosa lo Spirito ci sta chiedendo?” Comincia a chiederlo ai preti, i suoi collaboratori più vicini. Sta con loro tre giorni, quasi interi, e questi ci stanno. Pregano, si incontrano, dialogano. Era l’anno del Convegno di Verona che ha coniugato la speranza con la triplice esperienza di Comunione, Collaborazione, Corresponsabilità. Il Convegno pensava soprattutto ai laici dentro gli incroci della vita quotidiana fatta di affettività, lavoro e festa, fragilità, cittadinanza e trasmissione della fede. Noi ci siamo messi subito a cercare la Corresponsabilità, giocando sulla parola che porta in sé la Abilità. Ne abbiamo fatto un convegno a partire dal sogno di una chiesa come quella voluta dal Concilio. Abbiamo fatto nascere la Scuola diocesana per i ministeri. Siamo partiti dalla presenza qualificata dei laici dentro l’opera di annuncio, celebrazione e carità delle parrocchie. Questa esperienza è conclusa. Ora si mette in pratica. Poi è arrivata l’Agorà dei giovani e tutta la diocesi si è messa a chiedere la corresposabilità… con i giovani. É nata la Commissione di Pastorale giovanile e vocazionale. Un prete è stato posto a pieno servizio. Un prete nuovo è stato ordinato. Eppoi l’anno sacerdotale e insieme l’anno in preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale e quindi… facciamo il punto sulla messa, sull’adorazione, sull’esperienza eucaristica che non può che partire dalla meditazione della Parola e arrivare non solo alla carità verso i poveri di questa crisi (vari fondi) ma anche verso un’animazione socio politica (sostenuta dalla Commissione per la pastorale sociale e del lavoro, costituita finalmente anche da noi!). L’anno prima ci siamo accorti che i giovani incontrano la Chiesa nella preparazione al matrimonio. E ci siamo detti se siamo “Abili” nell’accompagnarli a scoprire fede e amore e matrimonio. Ecco che la terza corresponsabilità è proprio per loro. Nasce il cammino di formazione delle coppie animatrici dei fidanzati, che continua. E si profila la necessità della formazione dei giovani e quindi di un ministero di accompagnamento proprio per loro. Lavora continuamente tutto l’apparato di consigli attorno ai Vescovo (in primis il Consiglio Presbiterale) e nasce finalmente anche il Consiglio pastorale diocesano, molto rappresentativo. Dà il suo contributo per la linea pastorale della diocesi. Il Vescovo lo consulta attorno all’Eucaristia da vivere. Arriva anche questo 4° Convegno Pastorale. Che voleva essere una chiamata ai laici a mirare alla maturità cristiana a partire dall’Esperienza Eucaristica. Abbiamo invitato tre personalità di grande respiro e di sintesi, innamorati della laicità e insieme della spiritualità. Li abbiamo ascoltati con attenzione, molta attenzione. Così come abbiamo accolto le stesse meditazioni delle laiche e le domande dei laici. Ho voluto ricordare questo cammino per non smarrirci nella molteplicità degli impegni e per dare un input centrale: vivere la vita eucaristica, che è vita spirituale e insieme “lavanda dei piedi” cioè lasciarsi coinvolgere da Cristo e nell’opera di Cristo. Sulla barca abbiamo messo tante attività. Ma il motore funziona? L’equipaggio ha voglia di andare a largo? Ha la benzina? Una domanda: eravamo poco più che cento persone ogni sera. E tutti gli altri dove sono? Volete andarvene anche voi? (il prossimo numero continuiamo) don Mariano Piccotti, vicario per la pastorale pastorale 10 ottobre 2010 11 Convegno pastorale diocesano: la prima sera con la relazione del sociologo Campanini I cattolici si impegnino fino in fondo Si è aperto il 30 settembre, al seminario di Jesi, il 4° Convegno Pastorale diocesano sul tema Lasciarsi coinvolgere: esperienza eucaristica e maturità del cristiano. La prima delle tre giornate di riflessione e di confronto ha approfondito il tema della corresponsabilità. Al saluto del vescovo mons. Gerardo Rocconi è seguita la meditazione “Lo Spirito Santo ci trasformi in un solo corpo e in un solo spirito”. Momento centrale della giornata è stata la relazione: Esperienza Eucaristica e corresponsabilità, tenuta dal prof. Giorgio Campanini, sociologo e storico, docente di Teologia del laicato alla Pontificia Università Lateranense. «L’Eucaristia è il segno più alto di condivisione della storia di Dio con l’umanità - ha spiegato Campanini – e diventa appello per l’uomo alla condivisione e alla corresponsabilità. Dall’Eucaristia nasce infatti l’impegno del laico cristiano ad assumersi pienamente le proprie responsabilità nella Chiesa e ad essere corresponsabile nei confronti del mondo: perché compito del cristiano è coniugare speranza escatologia e speranza storica.» L’Eucaristia è dunque fonte di impegno, di condivisione e di trasformazione sociale, e i cristiani diventano annunciatori e costruttori di una società fraterna e solidale. «La fede deve incidere profondamente nelle scelte e nella vita dei credenti» ha continuato il prof. Campanini sottolineando le recenti riflessioni del cardinal Bertone sul valore del servizio al mondo: «È importante che i cattolici si impegnino fino in fondo nella costruzione della società. Occorre recuperare l’ampio arco delle vocazioni (al sacerdozio, alla politica, al volontariato, all’impegno civile…) che rappresentano una ricchezza per la vita personale e sociale.» Sguardo aperto dunque su una storia e su un futuro in cui siano visibili le tracce di Dio attraverso l’impronta umana: nei percorsi variegati dei sentieri della vita, nel respiro ampio verso la dimensione comunitaria e sociale, nella gestione della politica con la consapevolezza di svolgere con giustizia e responsabilmente un servizio per l’umanità. Orizzonti culturali della riflessione sono state le idee, gli orientamenti, i valori, i paradigmi interpretativi emersi dalle indicazioni dei vescovi, dall’esortazione apostolica Sacramentum Caritatis, dall’enciclica papale Deus Caritas Est e dalle sintesi del Convegno Nazionale Ecclesiale di Verona del 2006. Un forte accento è stato inoltre posto sulla famiglia come «luogo e fonte di corresponsabilità: fra uomo e donna, fra genitori e figli, fra ogni famiglia e le altre, dal quartiere al vasto mondo» Il tema è stato poi ulteriormente approfondito da Tommaso Cion- colini e Giulia Cerioni della commissione famiglia. Don Mariano Piccotti, che ha guidato la giornata, ha evidenziato il valore comunitario dell’Eucaristia, l’orizzonte più generale del rapporto tra eucaristia e vita quotidiana, il significato e il valore della continua ri-scoperta del quotidiano nella sua profondità. Ha sottolineato l’importanza della tre giorni diocesana anche come momento di preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale che si svolgerà ad Ancona, nel settembre del prossimo anno. Ha esortato a «leggere lo Spirito che parla dentro la storia, dentro la concretezza delle vicende umane». Ha invitato a scelte di vita all’insegna della sobrietà e della solidarietà: valori che richiamano al senso pieno della condivisione e a un autentico spirito di fraternità. E che conducono l’Eucaristia sul piano della quotidianità perché «la Chiesa non ha passeggeri, ma solo equipaggio, cioè corresponsabili nel mondo.» Un invito a lasciarsi coinvolgere pienamente. Tiziana Tobaldi Nella seconda giornata la relazione della Bignardi e la testimonianza di Bevilacqua Nel dolore impariamo l’essenzialità della vita e la purezza “Dobbiamo avere particolare fiducia nella Provvidenza: nella nostra vita, da soli, realizziamo poco ma tutto ci è possibile nella grazia del Signore”. Così il vescovo Gerardo ha dato inizio alla seconda giornata del convegno pastorale che si è svolta il primo ottobre. La sentita riflessione di Olga Solustri sulla sua esperienza di sposa per quaranta anni con Alberto, la sua attività con i bambini dei gruppi Scout, il volontariato in Romania, poi la morte del marito nel giorno dell’Ascensione e la preghiera continua e fiduciosa al Padre: il racconto di una vita che attualizza la Pasqua di Cristo e che ha introdotto la relazione del convegno proposta da Paola Bignardi, per anni presidente dell’Azione Cattolica, autrice e direttrice di “Dialoghi”, trimestrale dell’Azione Cattolica. “Viviamo in una epoca in cui si coltiva il mito dell’efficienza - ha detto la Bignardi - ma la malattia c’è ancora, si muore più drammaticamente che nel passato, gli affetti sono più precari e fragili, tanti sono i conflitti nella società, i segni di malessere dei ragazzi e degli adolescenti sono numerosi”. Nella sua conversazione, la Bignardi ha offerto tante riflessioni su come affrontare la fragilità che andrebbe vissuta come una occasione per prendere coscienza del fatto che l’uomo è una creatura. E la domanda: che fare per rendere meno pesante la fragilità? La Bignardi ha presentato alcuni atteggiamenti: c’è chi pensa a come rendersi utile agli altri, chi si chiede il senso della vita, chi cerca di trovare un senso alle fatiche più drammatiche. “Il dolore è una dimensione scomoda ma inevitabile della vita umana: quando arriva cambia il significato che diamo alle cose” ha proseguito parlando poi dell’atteggiamento di Gesù che con dignità ha affrontato la sua passione. “Attraversando il dolore, Gesù ha dimostrato che la morte non è più forte della vita, pensare che nella nostra vita continua la Passione del Signore è una forza che ci dà grande serenità. Il cristianesimo è una esperienza di gioia, la testimonianza di come il Vangelo ha cambiato qualcosa dentro di noi”: alcuni dei passaggi della relazione che si è conclusa con un invito agli educatori: “Se vogliamo rendere un servizio alle nuove generazioni dobbiamo dire loro che è impossibile avere tutto e subito e insegnare a fare i conti con la dimensione più dura dell’esistenza”. Il direttore generale dell’Azienda Sanitaria, zona di Jesi, Maurizio Bevilacqua ha offerto poi ai presenti alcune riflessioni nate dal suo delicato lavoro che lo chiama a gestire la sanità pubblica a Jesi: 1400 persone e un bilancio di 200milioni euro. “La sanità affronta ogni giorno problemi e fragilità difficili da risolvere: la tossicodipendenza, l’handicap, le malattie oncologiche…, gestisce anche i fallimenti che, se affrontati con amore, possono dare la forza di andare avanti”: alcune delle considerazioni del direttore che ha accettato volentieri l’invito di don Mariano. “E noi parroci siamo capaci di sostenere queste fragilità? Di creare i ponti nel momento del bisogno?” gli interrogativi di don Mariano prima di aprire il dialogo con l’assemblea. b.t. Si conclude con Accattoli, la riflessione di sr Anna Maria e le domande di Cingolani Il cristiano è chiamato ad agire con creatività La meditazione iniziale della giornata conclusiva del convegno è stata a cura di sr Anna Maria Vissani a partire dall’immagine proposta nel manifesto e realizzata da un sacerdote: è una icona di Gesù ricurvo su Pietro che quasi gli dice di lasciarsi amare e servire. “Chi è l’adulto nella fede se non colui che si lascia amare? – si chiede sr Anna Maria - quante volte abbiamo vissuto momenti di smarrimento e di schiavitù interiore perché non abbiamo accettato di lasciarci coinvolgere dal Signore”. Don Mariano Piccotti ha ricordato poi che nella nostra diocesi, nel periodo del preconcilio, c’era una formazione spirituale molto curata tanto che, nel 1955, hanno preso parte agli esercizi spirituali quasi cinquecento persone provenienti dalle trenta parrocchie. Don Angelo Battistoni aveva scritto un’opera dal titolo “Fractio pa- apertura il relatore – e mi sono nis”, nel 1941. in cui ha antici- convinto che bisogna trovare pato la riforma liturgica. Don il modo di uscire dalla sindroMariano ha quindi proposto un me della infelicità del numero brano di questa pubblicazione: tenendo conto del fatto che lo “Presento il rito per farne gu- Spirito può fare di pochi un stare i bei pensieri e le belle ar- grande fuoco.” monie, parole nuove e dottrina Una lunga conversazione che ha antica”. tenuto conto anche dell’attualiLuigi Accattoli, giornalista dei tà, con riferimenti agli atteggiaquotidiani “La Repubblica” e il menti quotidiani dei cristiani. “Corriere della Sera”, recanate- “Dall’esperienza eucaristica viese, ha trattato poi l’argomento ne un comando a portare nella dell’esperienza eucaristica e del- realtà terrena e nel contesto sola libertà del cristiano comune. ciale i valori della convivialità “Ho sempre lavorato dove i cri- eucaristica e un prolungamento stiani sono pochi – ha detto in di quello che lì si è appreso e sperimentato. Come? Creativamente e nella libertà, nella responsabilità di far fruttificare quello che si è sperimentato”. Si è soffermato poi sul ruolo dei cristiani in politica: “Dove vado, dovrò essere portatore del fermento cristiano. Il cristiano dovrà influire sull’ambiente in cui vive, dove è stimato e può essere ascoltato. Il cristiano non può condurre una lotta contro i cristiani di un altro schieramento”. Nella seconda parte della sua conversazione ha risposto ad alcune considerazioni di Paolo Cingolani, presidente del consiglio comunale di Jesi, dopo che si era soffermato sulla necessità che i problemi vengano discussi affinché la vita ecclesiale interessi anche coloro che hanno un impegno civile. “Si tratta di avere la funzione di lievito e di proposta, nella libertà”. b.t. 1923 12 Voce della Vallesina jesi e vallesina 10 ottobre 2010 Giannetto Magrini espone nell’ex chiesa di S. Bernardo presso il museo delle arti grafiche Libri da salvare, paesaggi da ricordare Giannetto Magrini espone dal 2 al 17 ottobre presso l’ex chiesa di S. Bernardo una collezione di opere recenti, realizzate tra il 2009 e il 2010. Indubbiamente appropriata la sede scelta: il soggetto più frequentemente rappresentato dall’artista è infatti il libro, che non può non richiamare il vicino Museo delle Arti Tipografiche. È il giorno dell’inaugurazione e Giannetto Magrini è impegnato a salutare e a stringere la mano di molti visitatori, amici, artisti, ammiratori. Non dimentica nessuno, così la conversazione viene spesso interrotta. Quello che ne risulta è un collage estemporaneo di domande e risposte. Perché è stato scelto il libro come tema-guida della mostra? Perché sono convinto che il libro diventerà una delle archeologie del tempo moderno. Perché credo pure che il libro sia una delle passioni più belle dell’uomo. Nella rappresentazione di libri sono a volte inseriti degli oggetti simbolici. Quale è il loro significato? In questo quadro l’uovo appoggiato al centro del libro è simbolo della purezza delle idee che scaturiscono dalla mente. In quest’altro una spirale suggerisce idealmente la struttura dell’immaginazione e la creatività. In quello laggiù in fondo ho voluto richiamare, inserendo l’immagine di uno strano sigillo, la ‘morte’ del libro. Altro tema ricorrente sono i paesaggi; stilizzati, semplificati eppure riconoscibili Sono i miei ‘paesaggi marchigiani della memoria’. Dipingo sempre quello che ricordo, non quello che vedo. I colori sono gli stessi già usati in altre opere dello stesso genere: ambra, ocra, marrone… Come di una terra ancora calda dopo il tramonto Sono i colori della maturità. Anni fa dipingevo a tinte vivaci, violente. Quasi mai le uso ora. Belle anche le cornici, antiche, di legno intagliato. Si addicono all’ambiente Sono cornici d’antiquariato. Ho cercato dappertutto per averle Perché è stata scelta questa sede per l’allestimento della mostra? Soprattutto perché si viene qui di proposito, per interesse. Non di passaggio, per caso. C’è ora in cantiere qualche nuovo progetto, qualche altra idea, qualche tema intrigante? Altro che. Ho in mente altri soggetti, ma preferisco non parlarne Per scaramanzia? Non proprio: piuttosto perché ho paura che qualche ‘ladro’ me li voglia rubare. Augusta Franco Cardinali Foto Vincenzoni Nella foto da sinistra gli artisti Luigi Pennacchietti, Giannetto Magrini, Faliero Tamburi e Angelo Rosetti CASTELBELLINO: il 150° anniversario dell’Unità d’Italia con la presenza della pronipote dell’eroe Majolati: istituita la “Spontini d’oro” Cavour, Garibaldi e la spedizione dei Mille Riconoscimenti cittadini Il Comune di Castelbellino, nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ospiterà un Convegno di studi dal titolo “Cavour, Garibaldi e la spedizione dei Mille”, il prossimo 16 ottobre alle ore 16,30, rivolto all’approfondimento dei significati storici e politici dell’Unità d’Italia. Al Convegno, organizzato dall’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini Italia – (sez.) Garibalda Canzio con il patrocinio del Comune di Castelbellino, presso il teatro Beniamino Gigli, interverranno i relatori: Annita Garibaldi Jallet, presidentessa del “Museo Garibaldino” di Porta San Pancrazio di Roma (discendente diretta di Giuseppe ed Anita Garibaldi, figlia unica di Sante e nipote di Ricicotti); Gilberto Piccinini, presidente della Deputazione Storia Patria per le Marche; Marco Severini, docente all’Università di Macerata. Le attività culturali della giornata saranno coordinate dal prof. Franco Sandroni. Aprirà il seminario il sindaco di Castelbellino dott. Demetrio Papadoupulos ed il presidente dall’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini Ita- lia, dott. Giovanni Caruso. Su questa pagina di storia I relatori percorreranno le il Comune di Castelbellino vicende storico-politiche ospiterà una mostra sul pache consentirono l’Unità di esaggio risorgimentale itaItalia: Cavour favorì l’azione liano dal titolo Album della di Garibaldi per sottrarre al guerra d’Italia 1860-1861 Papa l’Umbria e le Marche. di Gustavo Strafforello, alleNei fatti del 1860 si trovano stita presso il museo Civico le vicende militari italiane: di Villa Coppetti, che sarà l’esercito piemontese nel aperta al pubblico alle 18,30. 1859 aveva dimostrato coe- Il progetto espositivo – parsione e organicità tanto da te integrante del convegno essere degno della migliore - è stato curato dall’Associatradizione militare perché zione Nazionale Veterani e combatté vittoriosamente Reduci Garibaldini Italia nel Sud della penisola ac- – (sez.) Garibalda Cancanto a Giuseppe Garibaldi. zio, dall’Assessorato alla La battaglia del 18 settem- Cultura di Castelbellino bre 1860, avvenuta a Castel- e dal comitato scientifico fidardo, fu l’azione finale che presieduto dal prof. Gilconsentì di liberare le Mar- berto Piccinini, Presidente che dai moti insurrezionali. della Deputazione di Sto- ria Patria per le Marche. Il percorso didattico-visivo documenta il paesaggio italiano nel Risorgimento, dopo la spedizione dei Mille. L’esposizione rimarrà aperta dal 16 al 24 ottobre, tutti i giorni dalle 17,30 alle 19,30 (per eventuali visite guidate a scolaresche o gruppi tel. 0731.701606 348.3942426). La mostra, composta da settanta pannelli, è itinerante; le illustrazioni dell’esposizione provengono da Castelfidardo e sono tratte dal volume storico del 1864 Album della guerra d’Italia 1860-’61, di cui è stata presentata, lo scorso 13 settembre 2010, la stampa anastatica all’Auditorium di San Francesco, durante le celebrazioni della “Battaglia di Castelfidardo” e dell’Unità d’Italia. L’Assessorato alla Cultura ha voluto valorizzare l’esposizione permanente del museo comunale “Villa Coppetti” composta da donazioni di documenti e fotografie provenienti dalla famiglia di Annita Garibaldi Jallet per riaccendere l’attenzione sulla figura di Garibalda Canzio, sedicesima ed ultima figlia di Stefano Canzio e Teresita Garibaldi, che visse a lungo a Castelbellino. Concorso nazionale di fotografia È stato presentato a Roma, nella sede della Regione Marche, “Sustainable living in changing economy”, il primo concorso fotografico nazionale che parte dalle Marche per informare e promuovere i temi della transizione energetica e dei processi innovativi indotti dalla Green Economy. Il concorso è promosso e organizzato da Svim, l’agenzia di sviluppo della Regione Marche, con il patrocinio della Giunta regionale, del Kyoto club e dell’Alleanza per il Clima Italia. Presidente della giuria sarà Gianni Berengo Gardin, grande maestro della fotografia. Il concorso è aperto a tutti i fotografi, professionisti ed amatori, residenti in Italia ed è aperto anche a chi non abbia com- piuto i 18 anni. La partecipazione è gratuita. Due le sezioni. “Nuova Economia - Green Economy: valori culturali e opportunità”: personaggi, realtà, luoghi e azioni della transizione energetica e di un nuovo sistema economico e produttivo nato dall’innovativo rapporto tra uomo e ambiente, con conseguenti benefici sociali e occupazionali. Il secondo, “Viaggio nella sostenibilità”: le azioni di un turismo eco-sostenibile illustrando comportamenti, itinerari, luoghi e avvenimenti improntati a esaltare l’espressività di un territorio tra tradizione e innovazione. Le immagini vanno inviate entro il 21 ottobre (modalità su www.bioforenergy.eu). DAL 1923 Mercoledì 29 Settembre il Consiglio comunale majolatese ha approvato l’istituzione di una civica benemerenza finalizzata ad additare alla cittadinanza e a gratificare coloro che nel volontariato, nella cultura, nell’industria, nel lavoro e nello sport contribuiscono alla crescita sociale e civile del territorio. Da tempo si sentiva l’esigenza di ringraziare i molti cittadini che con grande spirito di sacrificio dedicano il loro tempo al volontariato, oppure i personaggi o le associazioni che hanno dato lustro al Comune di Majolati, magari in ambito scientifico, basti pensare a quando si associava il nome del dott. Carlo Marcelletti a Majolati. Il premio potrà essere assegnato non solo alle persone fisiche, ma anche ad Associazioni o Enti, che sono molti e ben attivi sul territorio comunale. Nel concreto la Civica benemerenza si manifesterà con una medaglia del diametro di quattro centimetri, dove da un lato, al centro, sarà riportato il ritratto di Gaspare Spontini, ritenuto “più bello” dalla Contessa di Sant’Andrea, ed al circolo il nome del Comune di Majolati Spontini insieme al leone gigliato. Dall’altro lato sarà ricordata la benemerenza e inciso il nome del soggetto premiato. La benemerenza sarà conferita con una solenne cerimonia una volta l’anno, per un massimo di tre soggetti premiati in ogni edizione. Tutti, sia singoli cittadini, sia Enti od Associazioni, potranno presentare proposte, meglio se corredate da una specifica documentazione e da informazioni, che saranno utili per stilare, in forma sintetica, la motivazione; a questo proposito saranno affissi dei manifesti che pubblicizzeranno il premio e la presentazione dei suggerimenti. Per giungere ad una scelta la più condivisa possibile sarà costituita anche una commissione comunale composta da cinque rappresentanti del Consiglio comunale, il Sindaco e quattro consiglieri, scelti tra maggioranza e minoranza. Per valorizzare ancora di più il premio sarà aperto un Registro d’onore su cui saranno scritti i nomi dei benemeriti premiati. Il premio, oltre a proporre alla pubblica opinione il nome del soggetto o dell’ente meritorio, sarà costituito da un’artistica medaglia realizzata da un illustre scultore e dalla prima industria italiana medaglistica. Questo premio non vuole remunerare chi con l’ingegno o con la filantropia si adopera a vantaggio della comunità locale, ma vuole ringraziare, sostenere comportamenti virtuosi che costituiranno il modello per la gioventù e la tutta la cittadinanza. Marco Palmolella Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it Voce della Vallesina in dialogo 10 ottobre 2010 13 ANTIRICICLAGGIO: convegno di Banca Marche. Oltre 15mila operazioni sospette e denunciate Un modo per essere vicini al territorio Sono oltre 15mila le operazioni bancarie di cui si sospetta il riciclaggio segnalate alla Banca d’Italia nel primo semestre 2010. É quanto è emerso durante il convegno “Organizzazione dell’impresa, controllo e responsabilità nelle disciplina delle Spa e dell’attività bancaria”, che si è svolto l’1 e il 2 ottobre presso l’auditorium del centro direzionale Banca Marche di Jesi. “Dal 1991, data di entrata in vigore della prima legge antiriciclaggio italiana – ha dichiarato durante il suo intervento l’avvocato Ermanno Cappa, presidente del centro studi Ambrosoli - le banche si sono trovate catapultate in una sorta di regime di collaborazione attiva coatta, finalizzato a smascherare le operazioni di riciclaggio del denaro transitante. Dopo una prima fugace fase di smarrimento, il sistema ha dato prova di collaborare alacremente, se solo si considera che, nel primo semestre 2010, le segnalazioni di operazioni sospette pervenute alla Banca d’Italia, sono state oltre 15mila. Si tratta, evidentemente, di un’attività comportante oneri e costi organizzativi non indifferenti, appesantiti da un impianto sanzionatorio durissimo. Le finalità della legge, cioè il contrasto ad una piaga sociale, quale il riciclaggio del denaro, che rischia di inquinare irrimediabilmente l’economia, devono peraltro indurre i vertici bancari a mantenere alto il livello della collaborazione attiva”. Il convegno, che ha avuto un grande successo di pubblico, con oltre 400 partecipanti, ha toccato tre macro-argomenti: il primo ha riguardato l’individuazione della fonte da cui deriva il sistema di organizzazione e controllo dell’attività d’impresa, la seconda parte ha toccato il tema della sicurezza sul posto di lavoro, mentre nell’ultima giornata si è approfondita la materia della disciplina antiriciclaggio. “Questo convegno testimonia il nostro modo di essere banca del territorio, che per noi non è solo uno slogan, ma si concretizza nella volontà di essere vicini alle imprese, alle famiglie e ai professionisti” ha detto il presidente di Banca Marche, Michele Ambrosini, nel suo indirizzo di saluto. “Dal nostro osservatorio privilegiato di banca più importante a livello locale vogliamo accompagnare la parte più sana del territorio alle nuove sfide a cui siamo chiamati, ripensando a un modello di sviluppo che ci permetta di uscire definitivamente dalla crisi”. Il convegno è stato moderato dal presidente di Banca Marche, Michele Ambrosini, dal professor Enrico Ginevra, ordinario di diritto commerciale dell’università di Bergamo e dal vicedirettore del Tg1, Gennaro Sangiuliano. anagrafe Nati a Jesi, salvo diversa indicazione, dal 31 agosto al 13 settembre Walter Stefania in Senigallia, Nada Fari, Vittoria Medici, Edoardo Cacciamani, Jacopo Bimbo, Edoardo Federici, Aia Jallouli, Mattias Maloku, Andrea Flaminio, Ionela Smecicas, Yousra Montes, Stella Hamdiu, Ilary Casadio in Ancona, Rahma Benzid, Valerio Bonci, Nelson Vezi, Michele Marchegiani. Deceduti a Jesi, salvo diversa indicazione, dal 31 agosto al 14 settembre Abdelhakim Lakhoitri (40 anni) del Marocco, Igino Bianchi (86), Giovanni Mastri (87) di S. Maria Nuova, Assunta Palombini (78), Dante Carosi (80), Aldo Cecchi (86), Angelo Bucci (83) di Poggio S. Marcello, Bianca Lombardo (91) di Fano, Adriano Cocilova (66), Giovannina Mocchegiani (80), Thomas Pettinari (16) di Monsano, Maria-Raffaela Sabbatini (80), Mario Rinaldi (98) di Cupramontana, Rosina Scibilia (86) di Serra S. Quirico, Valeriana Clementi (63), Gina Mazzarini (99) di Santa Maria Nuova. Nuova dirigenza all’I.C. “Federico II” di Jesi, la scuola media con la più alta percentuale di immigrati La nuova dirigente Maria Ambrogini comincia con grinta e determinazione Determinata e instancabile, Maria - È in quest’ottica che cerAmbrogini - di Falconara Maritti- cherò di orientare il Colma - ha iniziato con grinta e com- legio, affinché vengano inpetenza il suo terzo anno di diri- seriti nel piano dell’offerta genza scolastica che, con le nuove formativa attività e proassegnazioni, la vede al timone getti volti al recupero ed al della complessa realtà multiet- rinforzo di lacune emerse nica dell’Istituto Comprensivo nelle diverse discipline di “Federico II” di Jesi. Formazione studi ed altri, in direzione scientifica, laurea in Matematica, del potenziamento e della impegnata ed attiva nel sociale, valorizzazione dei livelli di predilige nel suo mandato una apprendimento degli alunleadership diffusa e punta dritta ni più meritevoli”. ad una collaborazione che non Disponibile all’ascolto e sia condivisione passiva bensì ad accogliere proposte impegno a trovare soluzioni per che siano sempre orientail raggiungimento di traguardi di te al miglioramento, non perde qualità e successo formativo. di vista il senso e il fine di ogni “Implementare una scuola che sia iniziativa e attività progettuale, al contempo di massa e di qualità reggendo il filo di una formaziosignifica soprattutto prestare at- ne del soggetto che risulti adetenzione agli alunni svantaggiati, guata anche alle future esigenze il cui background socio-culturale del mondo del lavoro. influenza negativamente il rendi- “Prenderò in esame, insieme a mento scolastico ma anche pro- tutto il corpo docente, i risultati muovere iniziative rivolte alle ec- degli esiti della prova scritta nacellenze - sottolinea la dirigente zionale, predisposta dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione (Invalsi) continua l’Ambrogini - Tale prova, oltre a contribuire ad una più ampia valutazione dell’alunno, ci consentirà di rilevare il livello generale degli apprendimenti degli studenti quindicenni, consentendo una comparazione con le analoghe rilevazioni internazionali”. Qual è stata la sua prima im- pressione, arrivando al separare le due classi usufruenFederico II? do di ore aggiuntive assegnate in La percezione iniziale del- organico di fatto. Compito di un la nuova scuola affidata dirigente è infatti ottimizzare le alla mia dirigenza è stata risorse umane (docenti) in dotapositiva. Un’accoglienza zione all’istituto per migliorare la speciale e calorosa mi ha qualità dell’ intervento educativo permesso di affrontare da che, con un idoneo numero di subito sia i problemi orga- alunni per classe, diventa ottimanizzativi sia quelli atti- le. Come è anche suo obbligo otnenti alla sfera della didat- temperare ai requisiti normativi tica. relativi alla sicurezza degli spazi, Con quale problema si è parametri questi che erano al lidovuta subito misurare? mite dell’idoneo affollamento delUno dei miei primi inter- le aule. venti è stato quello relati- Quale è, secondo lei, il punto di vo allo sdoppiamento di una quin- forza di un istituto? ta classe della scuola primaria di Sono i docenti la chiave di succesMonsano in quanto, per l’attuale so, la risorsa più importante per il anno scolastico, era stata autoriz- lavoro di dirigente - commenta zata solamente una quinta classe a con quel suo sorriso accattivante tempo pieno, mentre l’anno scorso – E lo sono ancor più per gli alliele due classi quarte funzionavano vi perché si educa attraverso ciò separatamente come tempo pieno che si dice, di più attraverso ciò e tempo normale. Per garantire i che si fa, e soprattutto attraverso due percorsi formativi scelti dalle ciò che si è. famiglie ho ritenuto opportuno Fotoservizio Paola Cocola dalla provincia di ancona Patrizia Casagrande raggiunge il 59,8% dei consensi in base alla classifica nazionale emersa dalla tredicesima edizione di Monitor Provincia di Fullresearch. Attraverso105.100 interviste telefoniche, l’istituto diretto da Marco Benfatti e Natascia Turato traduce il gradimento di quindici servizi (ambiente, rifiuti, agricoltura, caccia e pesca, centri per l’impiego, formazione, servizi alle imprese, cultura, turismo, viabilità, edilizia, urbanistica, protezione civile e sicurezza) in percentuale di soddisfazione presso i cittadini delle province italiane. Dalla rilevazione dello scorso anno, la presidente della provincia di Ancona Patrizia Casagrande guadagna un +2,5% di gradimento, scalando 18 posizioni e raggiungendo il 16° posto nella classifica. “Sono soddisfatta del risultato perché – dichiara la presidente Casagrande, - conferme di questo tipo mi aiutano a proseguire su una strada di rigore nel controllo della spesa e di attenzione alle esigenze del territorio”. IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA MATERIALI PER BAGNI TERMOIDRO di GIANFRANCO MUZI Via Giuseppe Guerri, 17 JESI Tel. 0731 200337 - 335.247108 Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 - www.fazibattaglia.com Latte Fresco Alta Qualità 14 JESI - IL PALAZZO E DINTORNI Con il CUP è fallito lo scoop D’accordo, lo scoop non c’è stato o, se volete, è fallito. Tutta la stampa regionale ne ha parlato e c’è stato chi, dopo appena una settimana dall’inizio della nuova sperimentazione, voleva adire alle vie legali magari per saggiare la funzionalità della class action (tutti insieme a denunciare il presidente Spacca!!). Ma sapete che cos’è il CUP? Ve lo dico io. É il Centro Unico di Prenotazione istituito dalla Regione in base ad una delibera di ben tre anni fa ed entrato in funzione il 13 settembre scorso. Il principio è straordinario: tu chiami il numero verde 800.098798 (gratis) oppure il telefono mobile 199.419891 (a pagamento) e chiedi, in base alla prescrizione medica che hai sotto gli occhi, di effettuare la tal o tal’altra visita specialistica. Il call center, che è in contatto con tutti gli ospedali della regione, ti indica dove puoi andare per non attendere 1-5-10-mesi. Insomma, il CUP è la eliminazione delle file nella sanità: un miracolo. Oddio, all’inizio un vero miracolo non si è dimostrato. Ma è anche vero che il primo giorno si sono verificate 125.000 telefonate e solo 3.000 prenotazioni. La gente aveva scambiato il CUP per l’ufficio informazioni. Non va bene! Bisogna rispettare le finalità del call center che contatta ben 820 sportelli sparsi in tutto il territorio regionale. Pare che già le cose vadano molto meglio. Le preno- tazioni sono, circa, 10.000 al giorno proprio come nelle previsioni del progetto. Certo, quando il servizio entrerà a regime, quando si sarà fatto le ossa, avremo veramente uno strumento interessante: mi danno consigli dove andare, ma posso anche chiedere di andare altrove, se non mi va di accettare il consiglio. E mi dicono anche la coda che c’è da fare. Pare che, per ora, la coda si sia effettivamente accorciata. Non so se di un giorno o di un mese o… di un anno (sapete che io ho aspettato una volta una anno e tre mesi? E poi mi sono dimenticato di andare!) Conclusione. Questo CUP non sarà un miracolo, ma il principio è veramente intelligente, anche perché oggi, date le auto che abbiamo a disposizione, possiamo andare facilmente in qualsiasi ospedale della regione (salvo che, una volta arrivati con tanto di prenotazione CUP, non ci sia qualche amara sorpresa). Bisognerebbe provare per credere. Intanto io, per le analisi del tagliando – quelle che ti obbliga il medico di tanto in tanto - continuo ad andare presso il Centro di via S. Francesco, che è organizzato in modo eccezionale. Qui ho provato… e ho creduto. Devo anche dire che non è vero che la regione è stata la prima a realizzare il servizio; è vero, invece, che è stata una delle prime. Va bene. Contentiamoci. Et censeo sancti Nicolai monumentum liberandum esse v.m. 5^ Bando Voce della Vallesina pagina aperta 10 ottobre 2010 Inviare curriculum vitae completo, al: Centro Sportivo Italiano Comitato Provinciale di Ancona con sede in Jesi P.za Federico II^, 7 Tel./Fax: 0731-56508 e.mail: [email protected] Buon compleanno, Iridio! Il 9 ottobre Iridio Cacciamani compie 71 anni. Da sempre uomo di poco fumo e tanto arrosto (je’ vie’ pure ‘bono)! Auguri! Claudio, Clizia, Giovanna, Camy e Càrlot. Ricordi di scuola elementare 55 anni dopo Foto di gruppo: quarta elementare 1955-56 (39 alunni); Scuola San Martino, all’inizio di corso Matteotti; insegnante il maestro Goliardo Radi. É stata scattata nel cortile interno dell’ex Industriale. Da questa immagine, uno di quei… ragazzi (Enrico Duca) si è messo in testa di rintracciare tutti gli ex compagni delle elementari per organizzare la classica “rimpatriata”. Duca ha esternato il suo proposito a tre amici con i quali era sempre rimasto in contatto: Bravi, Frulla e Saturni. I quattro sono andati a cercare nell’archivio della Scuola; hanno trovato i vecchi registri e, pian piano, sono riusciti a dare un nome a quei volti accuratamente schierati nel cortile dell’ex Industriale. Fatta la “mappa”, Duca, Bravi, Frulla e Saturni con tanta grinta sono riusciti a contattare tutti, anche coloro che sono “emigrati” all’estero. Sei, purtroppo, non ci sono più, ma tutti gli altri hanno risposto all’appello. La vita li ha portati su strade diverse: ci sono medici, imprenditori, funzionari di Banca, un giornalista, un carabiniere, perfino una guardia carceraria. Poi ferrovieri, impiegati comunali, insomma un po’ tutte le categorie sociali. Stabilito il giorno (18 settembre 2010), l’appuntamento è stato fissato ai giardini pubblici di viale Cavallotti. La giornata è poi terminata al ristorante Oasi di Coste. Sono arrivati quasi tutti: abbracci, commozione, tanti ricordi e belle cose da raccontare. Duca, Bravi, Frulla e Saturni hanno fatto le cose in grande: un ricordino per tutti, le copie dei registri di classe, la vecchia foto del ’55 con i nomi di tutti. Al parco pubblico di nuovo in posa, nella stessa disposizione di 55 anni fa. Il tempo ha cambiato le fisionomie, quei ragazzi sono diventati uomini, ma sono rimasti il legame dell’amicizia e la condivisione di un progetto di vita, nato su quei banchi… Daniele Bartocci Disposizione foto (quella attuale) In alto da sinistra: Martinelli Bruno, Mancini Saverio, Masia Gianfranco, Moretti Carlo, Frulla Marcello, Felicetti Antonio, Mazzarini Marcello, Sabbatini Aldo. Seconda fila: Calabrese Piero, Giacani Claudio, Barchiesi Carlo, Famiglini Massimo, Rossetti Giannetto, Ronconi Sandro, Bravi Francesco, Manoni Giuliano, Belardinelli Gioacchino, Rotini Luigi. Seduti: Falasconi Dino, Possanzini Graziano, Saturni Bruno, Pandolfi Pierfrancesco, Duca Enrico, Pentericci Aldo, Politi Enzo. Comune di Jesi: manutenzione e illuminazione Risparmio energetico Più sicurezza per pedoni ed automobilisti; un piccolo ma significativo aiuto all’ambiente, grazie ad un risparmio energetico garantito. Questi gli obiettivi che verranno raggiunti, nell’ottica della già avviata riqualificazione di via XXIV Maggio. Sono infatti partiti i lavori di rifacimento dei marciapiedi e dell’impianto di illuminazione dell’ultimo tratto di via XXIV Maggio, quello compreso tra le rotatorie di viale Trieste e via Ricci. Intervento di manutenzione straordinaria necessario per garantire più sicurezza, soprattutto di notte, grazie al miglioramento della percezione di ostacoli e profondità di oggetti ora meglio illuminati. I lavori appena avviati prevedono anche la nuova asfaltatura del manto stradale, con eventuale sostituzione di condotte idriche e fognarie non più efficienti, ed il rifacimento dei marciapiedi. Il nuovo impianto d’illuminazione sarà basato su lampade a led, come quelle già installate nell’altro tratto di via XXIV Maggio. Questo tipo di lampade garantisce un notevole scarto in termini di risparmio energetico ed una più efficace illuminazione, grazie ad una luce di colore bianco che renderà più visibile il tratto, anche in condizioni atmosferiche avverse. Il risparmio energetico è netto, dicevamo: basti pensare che nell’altro tratto dove sono state installate questo tipo di luci, le lampade a led da 60 watt hanno sostituito quelle ormai obsolete a vapori di mercurio e vapori a sodio ad alta pressione, con potenze variabili dai 150 ai 250 watt. Il risparmio energetico, e conseguentemente quello economico, fatto registrare dal primo tratto già realizzato nel 2009, è stato pari a circa il 70-75%. Il progetto di riqualificazione dell’illuminazione è stato realizzato, per conto del Comune di Jesi, dallo studio dell’ingegnere Bruno Stronati. Le lampade a led sono invece fornite dall’azienda fiorentina Ruud Lighting, leader mondiale nella produzione di questo tipo di illuminazione. Andrea Antolini Voce della Vallesina sport e tempo libero 10 ottobre 2010 BASKET-FILENI BPA Si gioca sabato 9 alle 20.45. Banca Marche premia i pensionati La terza età è d’oro A Verona in cerca dei primi punti Sono stati premiati con 2400 euro in sterline d’oro i due pensionati marchigiani vincitori del concorso “pensione felice” di Banca Marche. La cerimonia di consegna si è tenuta lo scorso 29 settembre presso la sede centrale della Banca: i due pensionati vincitori sono Francesco Conte di Urbino e Rina Mogetta di Passo di Treia. Hanno ricevuto il premio dal presidente Michele Ambrosini e dal direttore generale Massimo Bianconi. I due vincitori sono stati estratti fra tutti i pensionati che dal 23 aprile al 23 luglio hanno aperto il libretto di deposito RisparmioMio di Banca Marche. “La nostra nuova linea di prodotti “pensione felice” riservata ai pensionati - ha detto il direttore - dimostra la volontà dell’istituto di continuare ad La nuova stagione in Lega due della Fileni Bpa è iniziata come si era chiusa la vecchia: con una sconfitta. Domenica scorsa a rovinare il debutto in campionato degli arancio-blu, ci ha pensato il Reggio Emilia dell’ex Coen, che ha espugnato il PalaTriccoli vincendo per 79 a 75. Un ko che ha fatto infuriare il tecnico jesino, Stefano Cioppi (nella foto di Candolfi). “Al 25mo eravamo 51 a 41 per noi. Da lì in poi la squadra non ha più seguito gli ordini. Bastava più attenzione nei momenti caldi, invece abbiamo permesso a Reggio Emilia di rientrare in partita grazie ai nostri errori banali”. La classifica dopo la prima giornata di andata vede a due punti Barcellona, Casa- essere vicini non solo ai giovani, alle imprese, alle famiglie ma anche a tutti coloro che si trovano nella terza età con una serie di prodotti dedicati, semplici e convenienti. In questa età, secondo recenti studi, invecchiando, si guadagna in serenità e felicità e quella della pensione è la vera età d’oro”. Il presi- dente ha sottolineato come l’iniziativa abbia un valore molto forte sia dal punto di vista sociale sia da quello economico perché aiuta le persone più anziane spesso prive di competenza finanziaria a trovare la soluzione più corretta per le proprie esigenze Anna Vincenzoni Se ti piace tirare con l’arco storico, suonare i tamburi medievali, fare le figure di guerra, i balli medievali, maneggiare la spada e fare i tornei … Vieni con noi. Gli Arcieri Medievali Aesis Milites del Contado di Maiolati Spontini – Jesi sono a Maiolati Spontini i sabati dalle ore 16:00 alle ore 20:00 ed a Jesi i lunedì dalle ore 20 alle ore 22. Info: [email protected]; [email protected].∙ 333-2655659/4 ; 0731-201468 Una nuova struttura alberghiera Chiaravalle ha dedicato una giornata alle biotecnologie e al risparmio energetico unite all’impegno sociale. La giornata di sabato 25 settembre si è aperta con il convegno “Economia Locale, Naturale e l’Etica d’Impresa”, al teatro comunale “Valle”. Hanno partecipato Daniela Montali, sindaco di Chiaravalle, Patrizia Casagrande, presidente dalla Provincia di Ancona, Marco Meneguzzo, responsabile del dipartimento di economia di Tor Vergata di Roma, l’architetto Rainer Toshikazu Winter, docente di bioedilizia laboratorio Ecoform di Firenze e Perugia, Stefano Pierini, consulente sullo sviluppo locale, l’ingegner Mirco Mosconi, amministratore unico dell’E.S.E., gruppo che ha organizzato l’evento, e che da anni si occupa di innovazione tecnologica, e risparmio energetico, destinando il 30% degli utili a fini sociali. Nel pomeriggio, “Passeggiata letteraria” dalla biblioteca comunale, lungo viale delle Sigaraie, dove sono stati allestiti stand con prodotti locali tipici ed altri dedicati all’artigianato a risparmio energetico. Hanno partecipato gruppi musicali giovanili e sono state organizzate attività di intrattenimento per i più piccoli con sciampa, truccabimbi, palloncini e baby-dance. A chiudere al teatro “Valle”, lo spettacolo “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, messo in scena dalla “Scuola di Teatro Petite Ecole” di Jesi, il cui ricavato è stato devoluto in beneficienza all’asilo nido comunale di Chiaravalle, ad indirizzo pedagogico montessoriano. L’iniziativa ha avuto il patrocinio del Comune di Chiaravalle. Il 10 inizia la stagione regolare Nella foto da sinistra Enrico Marconato, Ugo Barei e Giulio Marconato proprietari dell’Hotel. Vino e prodotti biologici CALCIO Economia ed etica d’impresa Secondo test match per la Baldi Rugby Jesi Arcafelice: degustazioni di verdicchio in azienda Prendono il via le iniziative serali di Arcafelice, l’azienda agraria del Comune di Jesi. Si partirà venerdì prossimo, alle ore 21, con “Il Verdicchio sull’Aia”, in collaborazione con l’azienda vitivinicola Vignamato di San Paolo di Jesi, azienda che nasce nel 1952 da Amato Ceci e dalla moglie Maria. Partecipando al laboratorio si potrà le Monferrato, Scafati, Forlì, Venezia, Imola, Pistoia, Reggio Emilia. Le altre, tra cui anche la Fileni Bpa, a zero. Oggi, sabato 9 ottobre, gli arancio-blu sono di scena sul campo dell’ambiziosa neo-promossa Verona (ore 20.45). Gli scaligeri, allenati dall’esperto coach De Raffaele, hanno allestito una squadra in grado di poter lottare per i piani alti della classifica. Spiccano nella rosa i due ex jesini Rombaldoni e Waleskowski. Si è chiusa con la cifra record di 1.578 tessere, la campagna abbonamenti dell’Aurora Basket. “Non posso che ringraziare il nostro pubblico per la bella risposta – ha detto il presidente Carlo Barchiesi – Pur venendo da un’annata non positiva, culminata con una retrocessione, anche se con il ripescaggio praticamente sicuro, la gente ha dimostrato concretamente che la fiducia nell’operato della società è rimasta invariata, anzi il trend è crescente. Speriamo di saperla ripagare sul campo”. Lo scorso anno erano state 1.568 le tessere sottoscritte ma con più tempo a disposizione. Giuseppe Papadia Chiaravalle: una giornata per il risparmio energetico Arco e tamburi L’Hotel Pineta è il nuovo hotel che si trova in Via Cassolo, accanto al Paradise, completato in due anni. Nelle Marche è il primo hotel con 74 camere disposte lungo un viale suggestivo, con una illuminazione notturna innovativa e realizzato nel rispetto dell’ambiente. Nelle sale della struttura è possibile organizzare cene, riunioni, conferenze con il servizio ristorante collegato al ristorante del Paradise. Gli arredi della camere sono moderni e confortevoli. avv 15 seguire una degustazione guidata di quattro versioni del Verdicchio della cantina. La degustazione dei vini comprende anche l’assaggio del “Vì de visciola” (bevanda aromatizzata a base di vino e visciole) e sarà accompagnata da un ricco buffet di prodotti tipici e biologici dell’Arcafelice, azienda Agraria del Comune di Jesi Serie D I nostri Leoncelli, al “Carotti”, hanno provato a varcare la porta del Miglianico in una gara assai combattuta. Ma inutilmente: la squadra si è trovata di fronte una linea Maginot con al centro lo strepitoso Palena, portiere bunker degli ospiti, sempre prontissimo a neutralizzare gli slanci delle nostre punte, mandandole a vuoto. Dall’altra parte, la porta jesina raramente veniva aggredita con qualche puntata poco pericolosa. I più che duemila spettatori (cifra vera) si sono divertiti con 300 ettari di terreno agricolo. Dal 2007 l’azienda è riconosciuta dalla Regione Marche come “Fattoria Didattica”. Il costo della degustazione è di 9 euro a persona. Per partecipare a questi incontri, la prenotazione è obbligatoria entro giovedì 7 chiamando i numeri 333 4773685 o 339 8322578. largamente per l’ottima prestazione dei contendenti, anche perché i leoncelli hanno proseguito da capo a fondo ad aggredire la muraglia degli abruzzesi, ma Palena e la sua difesa hanno continuato a vietare l’accesso: eppure gli jesini ci han provato fino al 92’. I vari Negro, Gabrielloni, Sassaroli, Costantini, Francioni meritano la segnalazione e guadagnano da tutti applausi, arrivando a quota 13 sulla vetta della classifica, frutto dello zero a zero non facile di oggi. Vir Secondo test match per la Baldi Rugby Jesi che dopo due settimane di stop ritorna in campo contro il Rugby Macerata, compagine combattiva che si è presentata a Jesi senza timori reverenziali, il 26 settembre. É stata una partita a tratti entusiasmante con ottimi spunti di gioco e continui ribaltamenti di fronte; alla fine gli jesini hanno segnato 6 mete contro le 2 dei maceratesi. Ma più che il risultato, è da sottolineare la grande forza di volontà e la determinazione che hanno contraddistinto tutti i giocatori jesini; probabilmente l’utilizzo “del piede” in alcune circostanze è stato impreciso, ma sicuramente il carico di lavoro dell’allenatore Mr. Montesi si è fatto sentire. La Baldi Rugby Jesi ha mostrato sin da subito l’intenzione di creare tanto gioco ma, vuoi la bravura difensiva maceratese, vuoi la stanchezza muscolare (dovuta alla preparazione atletica pre-stagione ancora non terminata), è riuscita solo in parte ad esprimere le proprie potenzialità. Nel corso della partita si sono evidenziati alcuni problemi ancora da risolvere in mischia chiusa (dopo le modifiche alle regole IRB); molto più brillante è sembrata invece la rimessa laterale oltre che il gioco sui trequarti. Domenica prossima inizia la stagione regolare: i leoncelli affronteranno in casa l’Amatori Rugby Parma per una partita piena di incognite. Ilaria Latini La Baldi Rugby Jesi Under16 Buona prestazione della Baldi Rugby Jesi Under16 che domenica 26 settembre, nella gara valevole per accedere al Campionato Nazionale Under 16, è riuscita ad interpretare nella giusta maniera il gioco del Rugby Parma ed è riuscita a tener- la impegnata con la mischia dove le forze sono state più equilibrate. La fine del primo tempo vedeva avanti il Parma per 7 punti a 3. Nel secondo tempo il Parma prende meglio le “misure” e soprattutto nelle rimesse laterali riesce a spuntarla sui nostri avanti che restano invece molto organizzati solo nelle mischie ordinate. Il maggior possesso di palla ed un’attenta regia consente al Parma di segnare altre quattro mete nella seconda frazione del gioco sfruttando velocità e precisione della loro linea dei trequarti che ha sviluppato un gioco di ottimo livello. Al termine della gara il risultato resta fissato su 27 a 3 per gli ospiti. Complimenti ai ragazzi jesini che con generosità hanno impegnato fino all’ultimo un avversario dal quale certamente abbiamo molto da imparare. Ilaria Latini 16 In una mostra sei anni del centro sociale dell’ Avulss Per vivere e non sentirsi da soli Il tempo non si ferma, avanza implacabile. E a poco a poco anche a te - che hai corso, gli hai tenuto il passo e dato tanto - non chiede più niente. Vanno via i figli, muoiono i parenti. Niente più lavoro, niente più patente... Il corpo è ancora in vita, ma la vita - piano piano - perde vita. E allora… Avulss. Avulss per abbattere il perimetro del vuoto e della solitudine di anziani, di disabili, di persone con disagi… Avulss per attrarli nel sole dell’affetto, nel calore di una nuova famiglia, nell’allegria di ore consumate insieme. “Ho ricominciato a festeggiare il compleanno, anche se gli anni sono tanti, perché qui sono un valore…” “Da un po’ di tempo vengo al Centro… Ora lo sento anche un po’ mio, come un’altra casa, dove ritrovarmi con una nuova famiglia fatta di amici…” “È bello consumare la merenda in compagnia, tra chiacchiere e risate…” “Finalmente qualche pomeriggio in compagnia, così il tem- Voce della Vallesina esperienze 10 ottobre 2010 3 ottobre: ventottesimo di fondazione della Sezione di Monsano Nona giornata del donatore Avis colorato. La uso per tenere i Si sa: queste manifestaziobottoni…” ni recitano il solito copione, Sono solo alcuni dei tanti perciò ripetono, anno dopo messaggi visibili sui muri di anno, un cerimoniale ormai allestimento della mostra desueto; in parte è vero, ma dedicata - qualche settimana l’altra parte, quella “autenfa al Palazzo dei Convegni - tica” – perché propositiva ai sei anni di vita del centro di valori – intende grida“Divertirsi insieme” dei vo- re, nelle piazze e sui tetti, il lontari Avulss di Jesi. bisogno di perpetuare la E, assieme alle parole, alle sacrosanta virtù moderna frasi, ai pensieri - fissati ai della solidarietà: il sangue muri come perle incastonate è vita, se lo doni salvi vite in piccoli scrigni aperti - an- umane e questo gesto fa di che oggetti che parlano del te, donatore, un Samaritano loro nuovo tempo speso nei che si ferma, lungo la strada locali “colorati e accoglienti” della Vita, là dove altri hanpo mi passa più veloce. Ciao di via Gramsci, alle spalle no “tirato diritto” pur di non noia… non sono più sola!” della Casa di Riposo. “sporcarsi le mani” (Luca “Ho scoperto che è divertente Un libretto con i racconti 10,29-37). recitare! Scegliamo un picco- della gioventù, rappresentati Che cosa ne pensano Mario lo racconto, a volte in dialet- al teatro studio Valeria Mo- Gasparrini e Stefano Animato… ognuno studia la propria riconi tre anni fa. Giochi con li, monsanesi doc, donatori parte o si esercita a leggerla la tombola, coi cruciverba, che hanno ampiamente subene. Ci portiamo a casa le con le carte. Sacchetti di erbe perato quota 100? Una cosa aromatiche dell’orto “pensile”, è ricevere la spilla d’oro con studiato apposta per non do- smeraldo, altra cosa – ben diversi chinare. Piccoli manu- versa – è quando sentiranno fatti di ceramica, dipinti e de- queste parole: «In verità io vi corati; marionette e burattini dico: tutto quello che avete per un piccolo teatrino ani- fatto a uno solo di questi miei mato con le loro stesse storie. fratelli più piccoli, l’avete fatE poi il “teatro” per vero, con to a me» (Matteo 25,40). la storia di San Floriano e i «Ma quello, volendo giustificostumi, gli accessori… carsi, disse a Gesù: “E chi è il E ancora, il lungo viaggio mio prossimo?”». nell’arte, con gli amici dell’as- A questo punto (nel copione) sociazione “Il Camaleonte”: entra in scena il prof. Romaun’immersione nelle imma- no Zenobi, ma egli non recita gini e nella musica di luoghi la “solita parte”, perché il suo lontani, da cui attingere per progetto di sensibilizzazione cose da preparare: qualche dare sfogo alla creatività: dal degli scolari al dono quale costume semplice, per il ruo- Brasile, le maschere; dalla fondamento della cultura e lo da interpretare; qualche Cina, i giochi con le ombre ci- della tradizione dell’Avis è disegno, per lo sfondo… così nesi e i mandala di semi; dalla coraggioso, è utile, è educail tempo passa meglio anche Russia, le matriosche… tivo: propone ai giovani una a casa. Poi arriva il pomerig- E infine gli spettacoli con i riflessione che è la sperangio, ci riuniamo e proviamo… ragazzi de “Il Baule dei sogni”. za su cui si fonda il futuro e ridiamo tutti insieme”. Persino i “Gialli” con tanto di della società, la solidarietà, “A casa conservo una ciotola indagini… e divertimento. appunto. Educare i giovani di creta che ho modellato e Fotoservizio Paola Cocola significa smettere di pian- Radio Duomo Senigallia in Blu (95,2 Mhz) Preghiera del donatore O Gesù Salvatore, che hai detto: “Tutto ciò che avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli l’avete fatto a me”, guarda propizio all’offerta che Ti facciamo. Le angosce dei sofferenti, tuoi fratelli e nostri, ci spingono a dare un po’ del nostro sangue, perché ad essi ritorni il vigore della vita; ma vogliamo che tale dono sia diretto a Te, che hai sparso il tuo sangue prezioso per noi. Rendi, Signore, la nostra vita fiaccola di bene per noi, per i nostri cari , per gli ammalati. Sostienici nel sacrificio perché sia sempre generoso, umile e silenzioso. Fa’ che sappiamo scoprire con fede il Tuo Volto nei miseri, per soccorrerli prontamente; ispira e guida le nostre azioni con la pura fiamma della carità, affinché esse, compiute in unione con Te, raggiungano la perfezione e siano sempre gradite al Padre Celeste. Amen Giovanni XXIII gersi addosso, perché in loro c’è futuro; il problema, tuttavia, va affrontato “in contromano”: qual è lo sforzo che noi, genitori, facciamo per formarli alla cultura della Vita? Smettiamola, perciò, di scandalizzarci se essi assumono “pose” provocatorie: è solo un modo per attirare l’attenzione quando li emar- giniamo, perché è scomodo, e difficile, e impegnativo prenderci cura di loro quando non sono come vorremmo che fossero… Oreste Mendolìa Gallino Nella foto di Andrea Campanelli, il sindaco Fioretti, il primario del Centro Trasfusionale di Jesi, Gennari e il presidente Avis, Moretti. Tutte le mattine alle ore 7,06 e in replica alle 24,00 il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20