OPUSCOLO INFORMATIVO DEI LAVORATORI (ai sensi degli artt. 36 e 37 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.) LA SICUREZZA NEGLI UFFICI a cura del RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE del Centro ENEA di Brindisi tel. +39 0831 201216 – fax +39 0831201251 e-mail: [email protected] INDICE PREMESSA L’ORGANIZZAZIONE Le normative di riferimento Le definizioni La tutela del lavoro I compiti del datore di lavoro e dei dirigenti Gli obblighi previsti per i lavoratori L’organizzazione per la prevenzione La programmazione della sicurezza Scheda di analisi dei rischi LA SICUREZZA NEGLI UFFICI pag. 3 4 4 5 5 7 9 11 12 13 1 I PRINCIPALI RISCHI DA UFFICIO Gli ambienti e le postazioni da lavoro L’altezza, la cubatura e la superficie Il microclima e l’illuminazione Microclima Illuminazione Le principali attrezzature da ufficio Fotocopiatrici e stampanti laser Macchina rilegatrice, per incollaggio e taglierina elettrica Le scale a mano (portatili) I componenti di arredo Il lavoro al computer Il rischio elettrico La movimentazione manuale dei carichi Rumore La raccolta differenziata dei rifiuti Il fumo passivo Stili di vita e stress Stili di vita Stress Fattori potenziali di rischio stress nel lavoro La tutela della maternità La guida degli automezzi aziendali (indicazione per gestire i viaggi) La gestione delle emergenze Il piano di emergenza ed evacuazione Il pronto soccorso sanitario in ufficio COMUNICAZIONE E SEGNALETICA DI SICUREZZA Segnali di avvertimento (pericolo) Segnali di divieto Segnali di prescrizione (obbligo) Segnali di salvataggio e soccorso (emergenza e evacuazione) Segnali di lotta contro gli incendi (prevenzione incendi) Le comunicazioni di emergenza (esempi) Numeri telefonici utili interni ed esterni LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 15 15 16 16 16 17 18 19 20 20 22 24 26 30 32 34 35 37 37 37 38 40 41 42 44 45 47 48 49 49 50 50 51 52 2 PREMESSA Il Decreto legislativo n. 81 del 9 aprile del 2008, Testo Unico per la salute e la sicurezza del lavoro, oltre a riunificate e armonizzare la normativa esistente prevede precise disposizioni a carico dei lavoratori, dei preposti e dei dirigenti e dei datori di lavoro. In particolare questi ultimi, secondo il Decreto, devono fornire ai dipendenti / collaboratori, che svolgono le proprie attività all’interno e/o per l’impresa, un’adeguata informazione, formazione, istruzione, e (se necessario), addestramento, sul lavoro da svolgere. Questo opuscolo è uno strumento di sensibilizzazione e di richiamo alla responsabilità di ognuno per la tutela del lavoro. In esso sono raccolti, come spunto di riflessione e di approfondimento, i principali temi della salute e della sicurezza che riguardano gli ambienti e le attività lavorative di ufficio. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 3 L’ORGNANIZZAZIONE LE NORMATIVE DI RIFERIMENTO Oltre alle prescrizioni raccolte nel Testo Unico completano il quadro normativo: le disposizioni legislative emanate su tematiche specifiche, quali ad esempio la tutela delle lavoratrici madri e dei minori, i portatori di handicap e l’abbattimento delle barriere architettoniche, il fumo passivo e le norme di prevenzione incendi; le norme tecniche, le prescrizioni e i regolamenti aziendali, le norme regionali, e infine: le norme volontarie applicate dalle aziende per la realizzazione di una propria Politica della Sicurezza volte al miglioramento dell’attività secondo quanto previsto dai sistemi di gestione applicati. Da osservare: Le disposizioni di legge Le norme tecniche, Le prescrizioni, I regolamenti aziendali, Le norme regionali Le norme volontarie previste dai modelli organizzativi e dai sistemi di gestione LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 4 LE DEFINIZIONI Si intende per infortunio sul lavoro: “… ogni evento avvenuto per causa violenta, in occasione di lavoro, da cui derivi inabilità fisica permanente o temporanea, o la morte, e che comporti l’assenza dal lavoro per più di un giorno escluso quello dell’evento …”. L’infortunio accaduto al di fuori dell’occasione di lavoro, viene considerato malattia ai fini assicurativi e previdenziali. Si intende per malattia professionale nel lavoro: “… un evento dannoso che si manifesta in maniera non violenta e in modo progressivo nel tempo e che deve essere contratta nell’esercizio e a causa del lavoro …”. Fra le malattie professionali più note ricordiamo quella causata dalla Silice (Silicosi molto comune tra i minatori ed i lavoratori di ceramica o vetro) e dall’amianto (Asbestosi) e di recente dall’infiammazione al “tunnel carpale” del polso dovuta principalmente al lavoro svolto con uso di videoterminale. Si intende per infortunio in itinere: “… l’infortunio accaduto sul normale percorso dall’abitazione al luogo di lavoro e viceversa; da un luogo di lavoro ad un altro e, nel caso non sia presente una mensa aziendale, sul percorso di andata e ritorno dal luogo di lavoro al luogo abituale di consumazione dei pasti …”. Si tratta di una vera e propria estensione temporale e spaziale della tutela oltre l’orario di lavoro anche se è sottoposta a regole specifiche di controllo da parte dell’INAIL (che possono variare caso per caso, regione per regione). LA TUTELA DEL LAVORO Lo scopo principale dell’azione di prevenzione e protezione è la tutela del lavoratori secondo quanto definito “in modo esemplare” dal legislatore degli anni 40 nella elaborazione dell’articolo 2087 del Codice Civile, che cita: LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 5 “L’imprenditore è tenuto ad adottare, nell’esercizio dell’impresa, le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. articolo 2087 Codice Civile E’ chiaro che la tutela della integrità fisica e della personalità morale sono concetti più “ampi” e più “alti” rispetto alla riduzione del numero degli infortuni e delle malattie professionali che ne sono solo una conseguenza. Il metodo è la prevenzione, che si realizza attraverso la partecipazione attiva di tutti, con la segnalazione delle anomalie e soprattutto dei fatti negativi accaduti (near miss / mancati incidenti) in modo da intervenire e ridurre la possibilità che gli stessi possano ripetersi. Ogni rischio deve essere valutato e raccolto nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), obbligatorio per tutte le attività e ora anche in forma standardizzata (per le aziende a basso rischio). Essenziale strumento di controllo e di programmazione della sicurezza. Le misure di prevenzione e protezione che ne derivano devono abbattere il rischio alla fonte o ridurlo in condizioni minime accettabili (rischio poco influente) e tenerlo sotto controllo nel tempo anche in ragione delle variazioni e dei cambiamenti aziendali. Riferimenti aziendali per la sicurezza Chi sono i riferimenti per la sicurezza? I riferimenti sono soprattutto interni all’azienda: Datore di lavoro, Dirigenti per la sicurezza e preposti, che intervengono quotidianamente nell’indirizzare e controllare il processo di lavoro. Essi devono partecipare attivamente nell’applicazione delle norme e nella realizzazione degli adempimenti richiesti dalle norme stesse, in particolare dal Decreto 81/08, per la tutela del lavoro. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI DATORE DI LAVORO DIRIGENTI PREPOSTI LAVORATORI 6 Il Datore di lavoro è individuato, per vicinanza di rapporto, non più come il legale rappresentante ma come il capo dell’organizzazione. Esso può delegare, con atto specifico, il proprio ruolo (salvo l’obbligo di rendiconto) ma rimangono in lui l’obbligo non delegabile di designare il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e quello di valutare tutti i rischi aziendali con l’elaborazione di un documento specifico (DVR). Il Dirigente per la salute e la sicurezza, è la figura che, in ragione delle competenze professionali e dei poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa. Non tutti i Dirigenti aziendali sono anche Dirigenti per la sicurezza, alcuni di essi risultano nell’organizzazione solo come preposti. Il Preposto per la salute e per la sicurezza, è la figura che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarichi conferitogli, sovrintende all’attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione, da parte dei lavoratori, ed esercitando un funzionale potere di iniziativa. In questo senso il preposto è il primo interlocutore / operatore per la sicurezza che l’azienda pone come riferimento dei lavoratori a garanzia del lavoro. E’ opportuno in ogni attività formalizzare i ruoli e gli incarichi affidati a tutte le persone coinvolte nell’organizzazione, anche se poi nella prassi la normativa riconosce una responsabilità di fatto per chi opera, anche solo per alcune operazioni o adempimenti, richiamata esplicitamente dall’articolo 299 del Decreto Legislativo 81/08 e s.m.i.. I COMPITI DEL DATORE DI LAVORO E DEI DIRIGENTI PER LA SICUREZZA I compiti del Datore di lavoro e dei Dirigenti si possono riassumere in: attuare le disposizioni di legge, utilizzando le informazioni, i mezzi tecnici ed il personale messo a disposizione; LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 7 informare e formare i propri collaboratori sui rischi e le misure individuali e collettive di prevenzione affidate; affidare i compiti ai lavoratori, tenendo conto delle loro capacità e delle condizioni di salute; vigilare ed esigere l’osservanza, da parte dei singoli lavoratori, delle norme e delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza; aggiornare le misure di prevenzione e protezione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi aziendali ed in base all’evoluzione della tecnica; consentire ai collaboratori, tramite i propri rappresentanti, di verificare l’applicazione delle misure di salute e sicurezza adottate, e al rappresentante per la sicurezza (RLS) di accedere alle informazioni e alla documentazione aziendale; e inoltre curare: l’adeguamento, entro i termini previsti, dei luoghi di lavoro, degli impianti e delle attrezzature alle norme di legge; l’applicazione delle procedure di prevenzione incendi, di primo soccorso sanitario e di evacuazione dei lavoratori in situazioni di emergenza; attuare informare formare affidare vigilare esigere aggiornare consentire applicare adeguare adottare l’adozione, dove necessario, di dispositivi di protezione individuale (DPI), l’addestramento al loro uso corretto da parte dei lavoratori interessati e la verifica della loro efficienza; LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 8 la predisposizione delle incombenze necessarie per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria, dove prescritta; l’applicazione delle prescrizioni di tutela sanitaria ed ergonomica a favore dei lavoratori che movimentano manualmente i carichi; l’applicazione delle prescrizioni di tutela sanitaria ed ergonomica a favore dei lavoratori adibiti principalmente ad apparecchiature dotate di videoterminale; l’adozione di misure per il controllo delle situazioni in caso di emergenza e per l’abbandono dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, evitando di richiedere, salvo eccezioni debitamente motivate, la ripresa dell’attività lavorativa se persistono le condizioni di pericolo; la consegna al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) di una copia aggiornata del documento di valutazione dei rischi (DVR) La tutela con il Testo Unico è estesa oltre al lavoratore titolare di un rapporto di lavoro fisso anche a tutti coloro che operano con contratti diversi, di collaborazione o atipici (es. borsisti, assegnasti ecc…), fino a coloro che prestano la propria attività all’interno dell’azienda anche a titolo gratuito (es. stagisti, volontari ecc…). GLI OBBLIGHI PREVISTI PER I LAVORATORI Anche i lavoratori devono rispettare gli obblighi normativi per i quali è prevista, in caso di inosservanza, una responsabilità non solo civile ma anche di tipo penale. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 9 La norma cita: “… ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal Datore di lavoro …”. Tali obblighi si possono riassumere nel: contribuire all’adempimento di tutti gli obblighi imposti dalle autorità competenti o comunque necessari per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori nel lavoro; partecipare ai programmi di formazione, informazione e addestramento; sottoporsi ai controlli sanitari periodici predisposti dal medico competente; osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dall’azienda; utilizzare correttamente i macchinari e le attrezzature di lavoro; utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione individuale (DPI) messi a disposizione; eliminare, in caso di emergenza, in base alle proprie competenze e possibilità le condizioni di pericolo grave e incombente e segnalare prontamente le anomalie in atto; non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza, di segnalazione e di controllo; non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di competenza o che possono compromettere la sicurezza propria e quella degli altri lavoratori; LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 10 segnalare immediatamente al Datore di lavoro, al dirigente e al preposto le deficienze dei mezzi e delle attrezzature e qualsiasi altra condizione di pericolo di cui vengono a conoscenza. SEGNALARE PER PREVENIRE Intervenendo sulle anomalie (condizioni pericolose / UNSEFE CONDITION) e sui mancati incidenti (NEAR MISS) con la segnalazione di ciò che accade e che potrebbe riaccadere, eliminando le cause e riducendo le conseguenze, si riduce la base della piramide e di conseguenza la possibilità che possano verificarsi gli eventi specialmente quelli gravi. INCIDENTI MORTALI INCIDENTI GRAVI INCIDENTI LIEVI MANCATI INCIDENTI ANOMALIE Piramide statistica della manifestazione degli eventi L’ORGANIZZAZIONE PER LA PREVENZIONE Il Servizio di Prevenzione e Protezione (interno o esterno) a sostegno di tutta l’organizzazione aziendale (lavoratori compresi) si compone di: Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP). Capo del servizio stesso, nominato direttamente dal Datore di lavoro, in possesso di competenze e capacità specifiche nella materia, persona di fiducia e di riferimento di tutta la struttura aziendale. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 11 Il Medico Competente (MC). Medico, con professionalità specifica nel lavoro, incaricato per la tutela della salute, dispensatore dei giudizi di idoneità al lavoro e responsabile del programma di sorveglianza sanitaria. (Nominato solo quando sussistono rischi per la salute. Es. operatori addetti al videoterminale, rischi da agenti chimici, agenti cancerogeni, radiazioni ionizzanti, radiazioni ottiche artificiali, agenti biologici, rumore, lavoro notturno ecc…). Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS). Persona o persone di riferimento scelte dai lavoratori con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, rappresentante di tutti i lavoratori nella programmazione degli interventi e sulle misure di prevenzione e protezione da adottare. Gli Addetti alle emergenze (con un Caposquadra). Lavoratori designati dalla Direzione aziendale a supporto delle emergenze (di tutti i tipi – es. incendio, primo soccorso ecc…) e per la gestione dell’evacuazione. LA PROGRAMMAZIONE DELLA SICUREZZA Con cadenza annuale, occorre convocare almeno una – Riunione periodica – di verifica e di programmazione della salute e della sicurezza (obbligatoria per le azienda con più di 15 dipendenti), dove sono chiamati a partecipare il Datore di lavoro o un suo rappresentante (qualificato per sostituirlo), il Responsabile del servizio di Prevenzione e protezione, il Medico competente ove nominato, il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (composizione minima). Nel corso della riunione devono essere esaminati i seguenti argomenti: LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 12 il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR); l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali e della sorveglianza sanitaria (da registro infortuni); i criteri di scelta, le caratteristiche tecniche e l’efficacia dei dispositivi di protezione individuale utilizzati (DPI); i programmi di informazione e formazione dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori ai fini della sicurezza e della protezione della loro salute. Inoltre possono essere trattati: i codici di comportamento e le buone prassi per prevenire i rischi di infortuni e di malattie professionali; gli obiettivi di miglioramento dell’azione di prevenzione e protezione sulla base delle linee guida per la piena realizzazione di un sistema di gestione della salute e della sicurezza sul lavoro. Scheda di analisi dei rischi FATT. POTENZ. RISCHIO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Ambiente di lavoro Postazione di lavoro Rischio meccanico generale Attrezzature (apparecchiature e macchinari) Rischio elettrico generale Rischio incendio Rischio di scoppio ed esplosione Emergenze Rischio chimico Rischio biologico LA SICUREZZA NEGLI UFFICI RISCHI RILEVANTI ELENCO AZIENDA PERICOLI PRESENTI N. RISCHI DEGLI IMPIEGATI CHE USANO VDT Elenco riassuntivo dei principali rischi a cui possono essere esposti i lavoratori che operano presso gli uffici, con evidenziati quelli per gruppo omogeneo degli “impiegati che operano al videoterminale” e quelli ritenuti secondo la valutazione rilevanti. Scheda di esempio: X X X X X X X X X X 13 FATTORI POTENZIALI DI RISCHIO Esposizione a Nebbie, oli, fumi, vapori, polveri Rischio cancerogeno Microclima Illuminazione Rischio rumore Rischio vibrazione Movimenti ripetuti Movimentazione manuale dei carichi Movimentazione con mezzi meccanici Campi magnetici ed elettromagnetici Radiazioni ionizzanti Radiazioni ottiche artificiali Rischio di caduta dall’alto e lavori in elevazione Rischio da videoterminale Rischio da stress da lavoro-correlato Lavoratrici gestanti Lavoratori stranieri Interferenze con terzi Viabilità Guida automezzi Altri rischi RISCHI RILEVANTI RISCHI DEGLI IMPIEGATI CHE USANO VDT 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 ELENCO AZIENDA PERICOLI PRESENTI N. X X X X X X X X X X X X X X X X X L’analisi e la valutazione svolta nell’attività deve tenere conto di tutti i fattori esistenti, che possono influire sui rischi, e pertanto può variare sensibilmente anche tra soggetti appartenenti allo stesso gruppo omogeneo di rischio (lavoratori che per astrazione sono soggetti, almeno inizialmente, allo stesso rischio) con la necessità di creare sottogruppi. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 14 I PRINCIPALI RISCHI DA UFFICIO GLI AMBIENTI E LE POSTAZIONI DI LAVORO Si intendono per luoghi di lavoro gli ambienti destinati ad ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno di una azienda o di una unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile ai lavoratori nell’ambito del proprio lavoro. I luoghi di lavoro devono essere strutturati tenendo conto, se presenti, dei lavoratori disabili. In particolare, riguardo alle porte, alle vie di circolazione, agli ascensori e relative pulsantiere, alle scale e agli accessi alle medesime, alle docce, ai gabinetti ed ai posti di lavoro utilizzati dagli stessi. Nella realizzazione degli ambienti e delle postazioni di lavoro occorre tenere conto dell’adeguatezza e dell’idoneità delle seguenti tematiche (tutte riportate nell’allegato IV del Decreto Legislativo 81/08 e s.m.i.): la stabilità e la solidità delle strutture; l’altezza e la cubatura e la superficie; i pavimenti, i muri, i soffitti, le finestre e i lucernari dei locali, le scale e i marciapiedi mobili, le banchine e le rampe di carico; le vie di circolazione, le zone di pericolo, i pavimenti e i passaggi; le vie e le uscite di emergenza; le porte e i portoni; le scale; i posti di lavoro e di passaggio e i luoghi di lavoro esterni; il microclima; l’illuminazione naturale ed artificiale dei luoghi di lavoro; i locali di riposo e refezione; gli spogliatoi e gli armadi per il vestiario; i servizi igienico assistenziali; i dormitori. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 15 L’ALTEZZA, LA CUBATURA E LA SUPERFICIE I limiti minimi destinati al lavoro, nelle aziende industriali che occupano più di cinque lavoratori ed in quelle che eseguono lavorazioni che comportano la sorveglianza sanitaria, sono i seguenti: altezza netta non inferiore ai 3 metri; cubatura non inferiore ai 10 m3 per lavoratore; superficie di almeno 2 m2. I valori relativi alla cubatura e alla superficie si intendono lordi cioè senza deduzione dei mobili, delle macchine e degli impianti fissi. L’altezza netta dei locali è misurata dal pavimento all’altezza media della copertura dei soffitti o delle volte. Quando le necessità tecnico aziendali lo richiedono, l’organo di vigilanza competente per territorio può consentire altezze inferiori a quelle sopra indicate e prescrivere che siano installati adeguati mezzi di ventilazione dell’ambiente. Per i locali destinati o da destinarsi ad uso ufficio, indipendentemente dal tipo di azienda, e per quelli delle aziende commerciali, i limiti di altezza sono quelli individuati dalla normativa urbanistica vigente (regolamenti comunali locali). IL MICROCLIMA E L’ILLUMINAZIONE Microclima Dalle condizioni del microclima dipende il benessere della persona, questo è anche influenzato dalla percezione soggettiva dell’individuo. Il microclima è costituito dai fattori fisiologici e fisici che regolano gli scambi termici tra l’individuo e l’ambiente, questi fattori sono innanzitutto: LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 16 la temperatura dell’aria; l’umidità relativa; la ventilazione. In presenza di condizioni microclimatiche non idonee si avvertono dei disagi che, a lungo andare, possono dar luogo a disturbi o a danni per l’organismo umano. E’ importante, quindi, che nell’ambiente di lavoro ci siano requisiti idonei affinché i lavoratori possano operare in condizioni di benessere termico. CONDIZIONI DI BENESSERE TERMICO (dati indicativi di rif.nto per attività sedentarie) TEMPERATURE INVERNALI 20 – 22 C° con UMIDITA’ RELATIVA tra 40% e 60% TEMPERATURE ESTIVE < 26 °C Per mantenere delle buone condizioni microclimatiche occorre intervenire su: la regolazione del riscaldamento in inverno e del condizionamento in estate; l’umidificazione corretta degli ambienti di lavoro; la garanzia di sufficienti ricambi e di salubrità dell’aria; la pulizia e l’efficienza degli impianti, con controlli e manutenzioni periodiche; il contenimento dell’esposizione ai raggi solari. Illuminazione L’illuminazione dei posti di lavoro deve avvicinarsi il più possibile a quella naturale per consentire una buona visione e un corretto svolgimento del lavoro in tutte le ore del giorno e in tutte le stagioni. Un’illuminazione (naturale o artificiale) insufficiente comporta la riduzione della capacità visiva con conseguenti disturbi fisici, diretti e indiretti, tra cui: LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 17 l’affaticamento visivo – con mal di testa, bruciore agli occhi e lacrimazione; i disturbi muscolo-scheletrici; l’affaticamento mentale e lo stress – con ansietà, depressione e insonnia. In media ogni postazione di lavoro, in un ambiente ad uso ufficio, deve avere una intensità di illuminazione compresa tra i 300 Lux ed i 500 Lux. 300 – 500 Lux Per mantenere delle buone condizioni di illuminazione occorre intervenire su: l’utilizzo di lampade preferibilmente a luce bianca (consigliato); il contenimento degli abbagliamenti diretti e di quelli di riflesso; la limitazione delle zone d’ombra; la pulizia e la manutenzione delle lampade e delle plafoniere; la sostituzione e il controllo delle lampade fluorescenti (neon). LE PRINCIPALI ATTREZZATURE DA UFFICIO Il Datore di lavoro, con i propri collaboratori, provvedono ad informare i lavoratori sui rischi specifici a cui sono esposti durante l’uso delle attrezzature da lavoro in dotazione e su quelle presenti nell’ambiente circostante anche se da loro non utilizzate. Le principali attrezzature presenti negli uffici sono: i videoterminali, le stampanti, le fotocopiatrici, le rilegatrici ecc… Spesso si tratta di macchine alimentate da energia elettrica. Molti piccoli incidenti o infortuni che accadono negli uffici, durante le normali attività, sono provocati dall’utilizzo scorretto o disattento di forbici, tagliacarte, temperini od altri oggetti taglienti o appuntiti. È da evitare l’abitudine di riporre oggetti appuntiti o taglierini privi di protezione nelle tasche o nei portamatite. Le taglierine manuali possono essere fonte di infortunio, qualora usate senza l’opportuna accortezza; occorre non manomettere le protezioni della lama e lasciare la lama stessa, al termine dell’operazione di taglio, in posizione abbassata. La cucitrice a punti può divenire pericolosa quando, in caso di blocco o inceppamento, si tenta di liberarla dai punti incastrati. Il sollevamento e la movimentazione manuale di oggetti pesanti e/o ingombranti, risme di carta, scatoloni, imballi vari, se eseguiti in modo scorretto, possono essere fonte di infortunio o di patologie muscolo-scheletriche. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 18 Fotocopiatrici e stampanti laser Le fotocopiatrici cosi come le stampanti laser utilizzano per stampare una polvere finissima chiamata “toner” che facilmente si disperde nell’aria e che per le sue particolarità viene classificata tra le sostanze volatili, molto sottili, tossiche per l’uomo e inquinanti per l’ambiente. Per le sue caratteristiche (da scheda di sicurezza) l’utilizzo scorretto di queste sostanze (toner) può rivelarsi dannoso per gli operatori. Pertanto occorre ricordarsi di utilizzare guanti (usa e getta) durante la sostituzione del toner esaurito (se questa operazione non è affidata ad una ditta specializzata) che dovrà essere smaltito in appositi contenitori per rifiuti e ritirato da personale autorizzato. Il toner va conservato in un luogo fresco e buio lontano da fonti di calore (sostanza infiammabile). E’ buona norma tenere immagazzinata solo la quantità strettamente necessaria. Infine nei locali dove sono situati fotocopiatrici e stampanti laser deve essere garantita una sufficiente aereazione e ricambio dell’aria. La chiusura del pannello copri piano durante l’utilizzo delle macchine permette all’operatore di lavorare senza affaticamento, fastidio o danno alla vista. I problemi cui può dar luogo un utilizzo prolungato della fotocopiatrice sono la liberazione di fumi, vapori e sostanze chimiche (es. ozono) che possono essere fonte di allergie, infiammazioni agli occhi e alle vie respiratorie. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 19 Macchina rilegatrice, per incollaggio e taglierina elettrica e manuale E’ importante che queste macchine siano protette nelle loro parti più pericolose, cioè quelle in movimento (taglio) e quelle che presentano parti calde in temperatura (scottature). Inoltre è opportuno controllare la presenza ed il funzionamento dell’interruttore di emergenza (tasto normalmente rosso) che deve essere visibile e raggiungibile per ogni evenienza. E’ buone norma tenere vicino ad ogni singola attrezzatura il proprio libretto di uso e di manutenzione con le prescrizioni del costruttore. Le scale a mano (portatili) Spesso nel lavoro di ufficio si utilizzano scale portatili a pioli, di diverse misure, per le operazioni di archiviazione da eseguire in alto. E’ necessario che le scale siano scelte tra quelle conformi alle direttive vigenti, siano adatte per le operazioni da eseguire e siano dotate di dispositivi di stabilità e antiscivolo. La scala quando supera la quota di due metri da terra (2 metri) diventa pericolosa e comunque, essendo un elemento instabile, non può considerarsi un luogo di lavoro fisso. Periodicamente occorre controllare che tutte le attrezzature in uso mantengano le proprie caratteristiche e i requisiti di sicurezza. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 20 Le precauzioni minime che occorre osservare per una giusta scelta e successivo corretto utilizzo delle scale a mano (portatili) sono: LA SICUREZZA NEGLI UFFICI utilizzare scale di altezza tale da sporgere almeno un metro oltre il piano di accesso; utilizzare scale pieghevoli doppie. Le scale semplicemente appoggiate sono meno sicure, in particolare su pavimenti sdrucciolevoli; indossare scarpe chiuse con suola antisdrucciolo al fine di evitare di inciampare e scivolare sui pioli della scala; prima di salire sulla scala assicurarsi sempre di averla stabilmente appoggiata al suolo; durante la salita e la discesa procedere sempre con il viso rivolto verso la scala accertandosi di posizionare correttamente il piede sul gradino in particolare in discesa; mantenere il proprio baricentro più all'interno possibile all’apertura della scala, senza sbilanciarsi verso l'esterno, per evitare il ribaltamento della scala pieghevole; prima di salire accertarsi che la scala pieghevole sia stata allungata al massimo e sia stato inserito il distanziale di sicurezza. Qualora lo spazio disponibile non consenta il massimo allargamento, è bene rinunciare all'impiego della scala; assicurare con ganci o altri sistemi gli utensili in uso per impedirne la caduta accidentale; prestare attenzione quando s’impiegano attrezzature o si effettuano lavori ingeneranti spinte orizzontali, che potrebbero far scorrere la scala sul pavimento, specialmente se sdrucciolevole; per controbilanciare le spinte è bene assicurarsi della collaborazione di una seconda persona; prestare attenzione se la base della scala è stata collocata su asperità del terreno o in prossimità di un gradino. 21 I COMPONENTI DI ARREDO Arredare significa organizzare lo spazio scegliendo i mobili in funzione dell’utilità e distribuirli nella posizione più opportuna, prevedendo le esigenze di movimento e garantendo l’uso senza intralci e senza compiere sforzi inutili. Tutti i componenti di arredo devono essere scelti secondo la vigente normativa UNI (standard italiani), EN (standard europei), ed ISO (standard internazionali), a cui fare riferimento per le specifiche tecniche; gli arredi devono essere commercializzati accompagnati dalla certificazione CE rilasciata dal fabbricante (opportuno richiedere tali certificazioni all’atto del preventivo o dell’ordine e verificarne la presenza all’atto della consegna; è possibile subordinare l’accettazione o il pagamento del materiale dopo la verifica degli arredi). I mobili devono essere mantenuti puliti ed in buone condizioni, senza difetti o schegge. Si deve verificare l’assenza di spigoli vivi e parti sporgenti e/o taglienti e variare la disposizione degli elementi di arredo in funzione dell’illuminazione, ed eventuali ostacoli pericolosi (es. sportelli dei quadi elettrici, rubinetti dei termosifoni ecc…) e verificare la collocazione di classificatori, armadi, cassetti di scrivanie e schedari che potrebbero essere causa di urto o inciampo. Si deve verificare la facilità dell’alimentazione elettrica delle attrezzature necessarie sul piano di lavoro, cercando di evitare attraversamenti di fili elettrici volanti. Occorre valutare anche il peso degli arredi, in funzione della portata dei solai. Il datore di lavoro è tenuto ad adottare le misure necessarie affinché i lavoratori utilizzino gli arredi stessi in modo da salvaguardargli dai rischi derivanti da: urti contro le ante degli armadi e i cassetti delle scrivanie e degli schedari lasciati aperti dopo il loro utilizzo; caduta di materiale disposto in modo disordinato e non razionale sui ripiani degli armadi o sulle mensole, ovvero caduta delle mensole per eccessivo carico; caduta per l’utilizzo “improprio” di sedie o dei ripiani delle scaffalature; ribaltamento di scaffalature non opportunamente fissate al muro o di schedari non provvisti di dispositivi che impediscono la contemporanea apertura di più cassetti; caduta per urti contro attrezzature posizionate nelle aree di passaggio o per scivolamento sul pavimento bagnato; rilascio di formaldeide dagli arredi. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 22 Cos’è la formaldeide e perché potremo trovarla nei mobili? La formaldeide è un gas incolore volatile e solubile in acqua dal forte e pungente odore ampiamente utilizzata nella produzione di resine a loro volta usate nella produzione di pannelli. A causa di fenomeni chimici, chiamati di idrolisi, la formaldeide viene liberata dalla resina di cui è composto il pannello e rilasciata nell’aria nel corso degli anni con conseguenze dannose per la nostra salute. L’esposizione alla formaldeide può provocare dermatiti da contatto, asma, oltre a disturbi psicologici e neurologici come la perdita della memoria a breve termine. L’ADUC (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) consiglia di evitare l'acquisto di mobili con formaldeide cercando quelli con il marchio CQAFormaldehyde E1 che contraddistingue le produzioni di pannelli a bassa emissione di formaldeide, rispondenti ai requisiti imposti dalle normative internazionali in materia. Se si scopre o si sospetta di avere mobili che rilasciano formaldeide, il consiglio è di migliorare la ventilazione (mantenendo un’umidità pari al 40%-60%) e utilizzare piante (come la dracena, l’aloe, il clorofito, il crisantemo, la gerbera, il giglio, la peperomia, la sansevieria o il ficus) che per loro natura sono in grado di metabolizzare sostanze chimiche pericolose presenti nell’aria delle stanze. Per garantire delle buone condizioni di sicurezza occorre assicurarsi quindi di: LA SICUREZZA NEGLI UFFICI richiudere le ante degli armadi, soprattutto se realizzate in vetro trasparente, senza bordo, poco visibili, avendo cura di evidenziarle con appositi segnali visivi; manovrare le ante scorrevoli utilizzando le apposite maniglie, al fine di evitare possibili schiacciamenti delle dita; disporre la documentazione, il materiale cartaceo ed i raccoglitori sui ripiani degli armadi e scaffalature in modo ordinato e razionale, osservando una corretta distribuzione dei carichi; utilizzare scalette portatili a norma per raggiungere i libri o la documentazione riposta sui ripiani alti della libreria e degli scaffali; utilizzare cassettiere e schedari provvisti di dispositivi che impediscano la contemporanea apertura di più cassetti, al fine di impedirne il ribaltamento; fissare saldamente al muro tutte le scaffalature e le mensole. 23 IL LAVORO AL COMPUTER Si tratta di una attività che comporta l’uso di attrezzature munite di videoterminale. Si intende per: VIDEOTERMINALE: uno schermo alfa numerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato; POSTO DI LAVORO con terminale: un insieme che comprende le attrezzature munite di videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro sistema di immissione dati, incluso il mouse, il software per l’interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali, le apparecchiature connesse, comprendenti le unità a dischi, il telefono, il modem, la stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro nonché l’ambiente di lavoro immediatamente circostante; LAVORATORE videoterminalista: colui che utilizza un attrezzatura munita di videoterminale, in modo sistematico o abituale, per 20 ore settimanali. videoterminale posto di lavoro lavoratore videoterminalista Le misure di prevenzione e protezione per chi lavora con il computer: Il lavoratore, ha diritto ad una interruzione della sua attività mediante pause ovvero cambiamento di attività. In assenza di una disposizione contrattuale riguardante l’interruzione, il lavoratore comunque ha diritto ad una pausa di 15 minuti ogni 120 minuti di applicazione continuativa al videoterminale. una pausa di 15 minuti ogni 120 minuti di lavoro continuativi al videoterminale LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 24 Le modalità e la durata delle interruzioni possono essere stabilite, a livello individuale, ove il medico competente ne evidenzi la necessità. E’ comunque esclusa la cumulabilità delle interruzioni all’inizio ed al termine dell’orario di lavoro. La pausa è considerata a tutti gli effetti parte integrante dell’orario di lavoro e, come tale, non è riassorbibile all’interno di accordi che prevedano la riduzione dell’orario complessivo di lavoro. Come organizzare il proprio posto di lavoro al videoterminale. L’altezza della sedia (di tipo ergonomico) deve consentire che le gambe siano posizionate a 90 gradi e che i piedi poggino direttamente sul pavimento. Le gambe debbono potersi inserire sotto la scrivania senza difficoltà e senza urto. Lo schienale della sedia deve essere reclinato in modo da supportare e sostenere l’intera zona lombare. L’inclinazione ottimale è compresa in una angolazione tra i 90 e 110 gradi. La distanza dell’operatore dal monitor deve essere compresa tra i 50 e i 70 centimetri ( da aumentare proporzionalmente in caso di monitor più grandi) e lo sguardo degli occhi deve essere in linea o al disopra della parta alta dello schermo. Tra la tastiera e il bordo della scrivania ci deve essere uno spazio sufficiente per poggiare completamente i polsi e gli avambracci, mantenendo una apertura tra braccio e avambraccio superiori ai > 90 gradi. Per evitare i riflessi e gli abbagliamenti lo schermo deve essere posto perpendicolarmente alle fonti di luce naturali provenienti dalle finestre e a 60 gradi rispetto alla fonte di luce artificiale diffusa dalle lampade al soffitto. Le lampade al soffitto non devono provocare abbagliamenti e se necessario devono essere schermate. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 25 IL RISCHIO ELETTRICO Il datore di lavoro è tenuto ad adottare le misure necessarie affinché i materiali, le apparecchiature e gli impianti elettrici messi a disposizione dei lavoratori siano progettati, costruiti, installati, utilizzati e mantenuti in modo da salvaguardare dai rischi di natura elettrica ed in particolare da quelli derivanti da: LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 26 contatti elettrici diretti; contatti elettrici indiretti; innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi elettrici e radiazioni; innesco di esplosioni; fulminazione diretta ed indiretta; sovratensioni; altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili. E’ di buona norma controllare preventivamente i collegamenti elettrici evitando di: utilizzare in maniera impropria e continuativa prolunghe, prese multiple e adattatori; utilizzare componenti non certificati (IMQ o altro ente qualificato); superare i limiti di portata dei componenti (sovraccarichi); intervenire sui quadi elettrici o sui collegamenti operando modifiche; lasciare liberi sul pavimento cavi e componenti elettrici di alimentazione e di raccordo (causa di inciampo, contatto accidentale con acqua e formazione di polvere). E’ necessario che ogni intervento sull’impianto elettrico o su parti di esso sia effettuato da personale autorizzato e qualificato. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 27 Generalmente in un ufficio si possono trovare tre tipi di apparecchiature: 1. Apparecchiatura di classe I: apparecchio la cui protezione contro la scossa elettrica è affidata, oltre all'isolamento principale, al collegamento delle parti accessibili conduttrici (ad es. gli involucri) alla terra dell'impianto fisso di alimentazione, mediante il conduttore di protezione (ad es. PC non portatili); la spina dell’apparecchiatura di classe I ha tre poli. 2. Apparecchiatura di classe II: apparecchio la cui protezione contro la scossa elettrica è affidata all'isolamento rinforzato, o ad un suo analogo, doppio isolamento (ad es. casse acustiche); per queste apparecchiature la spina è sprovvista del contatto di terra. 3. Apparecchiatura di classe III: apparecchio la cui protezione contro la scossa elettrica è insita nel fatto di essere alimentato in modo sicuro da un sistema a bassissima tensione, e dunque non pericoloso. Ogni operatore è tenuto a segnalare anomalie, ivi compreso l’eccessivo riscaldamento di parti elettriche, parti danneggiate di apparecchiature, al Preposto o Dirigente per la sicurezza; secondo il caso, non utilizzarle ed impedirne l’uso. Non aprire né modificare le esistenti apparecchiature commerciali; una violazione rispetto a quanto asserito nel libretto di uso e manutenzione comporta, generalmente, la perdita di garanzia da parte del costruttore. Relativamente alle apparecchiature di classe I, occorre garantire sempre il collegamento tra gli involucri e l’impianto di messa a terra, cioè tra la massa della spina e la terra dell’impianto (le spine di tipo tedesco, Shuko, hanno i contatti per la messa a terra sui lati del corpo isolante ed il possibile inserimento di queste spine in prese di tipo italiano, a tre poli allineati, non consente il collegamento a terra delle attrezzature). Non eliminare da una spina di tipo italiano, lo spinotto di messa a terra (quello centrale), l’apparecchiatura diventerebbe così pericolosa. Per operare in condizioni minime di sicurezza è sufficiente seguire le seguenti indicazioni: Evitare che i cavi di alimentazione delle attrezzature attraversino liberamente ambienti e passaggi; se necessario, al fine di evitare possibili inciampi o cadute, occorre proteggere i cavi mediante apposite canaline; LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 28 Evitare di collegare tante spine ad una sola presa di corrente, attraverso multiprese tipo “triple e ciabatte”; relativamente a queste ultime occorre sempre verificare che la potenza complessiva degli apparecchi collegati a valle sia inferiore a quella indicata sulle prese multiple e/o ciabatte stesse (in caso contrario, se le apparecchiature sono accese tutte contemporaneamente, si provoca un forte riscaldamento della multipresa stessa, anche con pericolo di incendio). Generalmente è meglio collegare ad ogni presa una sola apparecchiatura, gli adattatori sono consentiti solo per un uso temporaneo; Evitare la vicinanza ed escludere la possibilità di contatto tra cavi elettrici, multiprese ed in genere tutte le apparecchiature elettriche e oggetti/superfici/mani bagnate o eccessivamente umide; l’acqua è un ottimo conduttore di elettricità e amplifica notevolmente gli effetti di una possibile elettrocuzione; Evitare che i cavi elettrici entrino in contatto con eccessive fonti di calore (ad es. termosifoni) in quanto tale situazione accorcia la vita dei cavi stessi; Inserire e/o disinserire le spine dalle prese con le apparecchiature spente; Non tirare i cavi elettrici delle attrezzature per togliere la spina. In caso contrario si rischia di staccare il cavo dalla spina o, per prese non ben fissate alla parete, di staccare addirittura la presa dal muro con un conseguente aumentato pericolo; Non utilizzare adattatori che permettono di inserire una spina di 16 A in prese da 10 A. Va considerata la pericolosità di adattatori che permettono di inserire una spina da 16 A in una presa da 10 A. Infatti si ha la possibilità di assorbire una corrente maggiore di quella sopportabile dalla presa, senza che nessuna protezione intervenga (surriscaldamento). Inoltre i vecchi adattatori, non hanno il contatto di terra, pur consentendo l'inserimento di spine dotate del contatto centrale. Per il sovraccarico bisogna porre molta cautela anche utilizzando degli adattatori tripli (nella foto un tipo vecchio e pericoloso), che consentono l'inserimento di 3 spine da 10 A in una presa da 10 A, e quindi un assorbimento teorico di 30 A. Anche lo stesso adattatore non è costruito per sopportare tale corrente. L'attenzione, quindi, sta nel non superare un assorbimento di 10 A. Non ci sono problemi, invece, nell'utilizzare adattatori che consentono di inserire una spina da 10 A in una presa da 16 A. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 29 LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI Per movimentazione manuale dei carichi si intendono le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni di sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari. Gli elementi da analizzare, per ridurre o contenere il rischio sono: NO le caratteristiche del carico; lo sforzo fisico richiesto; le caratteristiche dell’ambiente di lavoro; le esigenze connesse all’attività. Il limite massimo di sollevamento (in condizioni ottimali), previsto dalle norme tecniche di riferimento, superato il quale aumenta la possibilità di danno, e di: 15 kg per le donne adulte 25 kg per gli uomini adulti 25 kg 15 kg PER GLI UOMINI ADULTI PER LE DONNE ADULTE Gli effetti dannosi della movimentazione sono: Lo schiacciamento delle mani o dei piedi durante l’esecuzione delle operazioni e le lesioni dell’apparato dorso-lombare (danni spesso irreversibili). LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 30 Raccomandazioni da osservare movimentazione manuale: in caso sia necessario effettuare una sollevare i carichi, a schiena diritta, piegando le ginocchia ed usando i muscoli delle gambe; tenere il carico più vicino al corpo senza inarcare la schiena; utilizzare piani di carico e scarico regolabili o, comunque rialzati in modo da operare sempre ad un’altezza superiore ai 60 cm da terra; regolare i piani di carico o salire su un rialzo in modo da operare sempre ad un’altezza inferiore a quella delle spalle, mantenendo la schiena diritta. In generale è preferibile utilizzare strumenti meccanici per qualsiasi tipo di movimentazione. Nei casi particolari e obbligati, perché non si ha la disponibilità immediata di attrezzature o si superano i limiti di sollevamento indicati dalle norme tecniche, è opportuno effettuare le operazioni di movimentazione manuale con l’aiuto di uno o più colleghi. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 31 RUMORE Il Datore di lavoro, nel valutare l’esposizione al rumore, deve analizzare: le caratteristiche del rumore, la sua entità, la durata dell’esposizione; le ricadute sulla salute dei lavoratori; i problemi di sicurezza che possono derivare dall’interferenza con i segnali di avvertimento; la fattibilità di alcune misure di prevenzione e protezione. Il rumore viene calcolato come esposizione giornaliera per 8 ore o settimanali per 40 ore di lavoro o come rumore istantaneo impulsivo (rumore di picco). Entrambe le esposizioni vanno tenute sottocontrollo. 1 - Condotto uditivo 3 - Catena degli ossicini 5 - Chiocciola (coclea) interna 7 - Nervo uditivo 9 - Tromba di Eustachio LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 2 - Timpano 4 - Finestra vocale 6 - Membrana basilare 8 - Apparato dell’equilibrio 32 Sono definiti valori di azione (inferiore e superiore) i valori oltre i quali occorre procedere nell’applicazione delle misure previste dalla legge a tutela dei lavoratori esposti. VALORI DI AZIONE inferiore 80 dBa (media giornaliera o settimanale) 135 dBc (livello di picco) VALORI DI AZIONE superiore 85 dBa (media giornaliera o settimanale) 137 dBc (livello di picco) Sono definiti valori limiti quelli oltre i quali non è consentito lavorare, dove sussiste una grave situazione di pericolo, e che prevedono interventi immediati e urgenti per rientrare nei termini consentiti. VALORI LIMITE 87 dBa (media gior. o sett.) 140 dBc (livello di picco) 87 db 140 db LIVELLO DI PICCO MEDIA GIORNALIERA O SETTIMANALE Il rumore si misura con il fonometro in dB (decibel) secondo curve diverse di ponderazione. La misurazione deve essere effettuata, da personale qualificato, con cadenza almeno quadriennale o quando si realizzano importanti cambiamenti nel processo o nell’ambiente di lavoro o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne confermino la necessità. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 33 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI I rifiuti prodotti in un ambiente ad uso ufficio sono classificabili come “urbani” o “assimilati”. Corre l’obbligo, comunque, in base alla normativa vigente sia livello nazionale che locale (circolari specifiche Regionali) di effettuare la raccolta differenziata di alcune tipologie, che variano, però da comune a comune. Tra le principali tipologie di raccolte differenziate possiamo ricordare: CARTA e CARTONE VETRO LATTINE PLASTICA TONER FARMACI SCADUTI PILE ESAUSTE NEON E COMPONENTI ELETTRONICI (R.A.E.E.) LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 34 IL FUMO PASSIVO Il fumo è il principale inquinante dell’aria che respiriamo negli ambienti confinati. Il fumo di tabacco contiene più di 4000 sostanze chimiche, alcune delle quali dotate di marcate proprietà irritanti ed altre, circa 60, che sono sostanze sospettate o riconosciute cancerogene. Negli ambienti di lavoro il 28% degli uomini e il 23% delle donne sono esposte a fumo passivo. Questa esposizione comporta effetti nocivi per la salute, il più grave dei quali è costituito dalle malattie cardiovascolari, per cui non è necessaria una esposizione prolungata. Seguono altri gravi effetti, tra cui il cancro del polmone ed una lunga serie di problemi respiratori. Tra gli effetti meno importanti dal punto di vista della salute, ma non per questo trascurabile, è il senso di fastidio che alcuni operatori avvertono in presenza di fumo passivo negli ambienti di lavoro; irritazione agli occhi, mal di gola, mal di testa, vertigini e nausea sono i principali sintomi manifestati. Dall’insieme dei risultati scientifici emerge che esiste un eccesso di rischio statisticamente significativo di cancro del polmone tra i non fumatori che vivono con fumatori il cui ordine di grandezza è attorno al 20% per le donne e al 30% per gli uomini. Inoltre studi effettuati su un campione di soggetti non fumatori esposti al fumo passivo sul luogo di lavoro mostrano un aumento del rischio di cancro del polmone tra il 16% e il 19%. Diversi studi hanno mostrato in modo inequivocabile che l’esposizione a fumo passivo aumenta il rischio di malattie cardiache nei non fumatori. E’ stato però notato che, diversamente dal rischio di cancro del polmone, questo rischio non aumenta proporzionalmente all’entità e alla durata dell’esposizione: una esposizione a fumo passivo di lieve entità ha un effetto importante sul cuore ed ulteriori esposizioni hanno effetti aggiuntivi relativamente modesti. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 35 E’ stato inoltre dimostrato che il fumo passivo, come del resto il fumo attivo, aumenta il rischio di ictus cerebrale. L’entità dell’incremento è pari all’82%. In confronto i fumatori attivi hanno un rischio 4 volte maggiore di contrarre un ictus rispetto ai non fumatori o agli ex fumatori che hanno smesso da almeno 10 anni. Il fumo passivo ha un lieve ma significativo impatto sull’apparato respiratorio degli adulti non fumatori provocando aumento del rischio di tosse, produzione di muco, riduzione della funzione respiratoria. Gli adulti esposti a fumo passivo in ambiente domestico o sul luogo di lavoro hanno un rischio di asma bronchiale aumentato del 40-60% rispetto ad adulti non esposti. E’ stato stimato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che i figli di madri fumatrici hanno un eccesso di rischio del 70% di avere malattie delle basse vie respiratorie rispetto ai figli di madri non fumatrici. Il fumo materno è la maggior fonte di fumo passivo, a causa dell’effetto cumulativo dell’esposizione durante la gravidanza ed i primi mesi di vita. Il fumo materno durante la gravidanza è la principale causa di morte improvvisa del lattante e di altri effetti sulla salute, incluso il basso peso alla nascita, ridotta funzionalità respiratoria, asma cronica. L’esposizione a fumo passivo nell’infanzia è anche associata ad otite media acuta e cronica. In ottemperanza a quanto sancito dalla normativa specifica (Legge 11/11/1975 n° 584, D.P.C.M. del 14/12/1995, Legge 16 gennaio 2003 n. 3) si è valutato di dare piena applicazione al divieto di fumo mediante l’emanazione di un apposito regolamento interno (Circolare 1/2005 Centro di Brindisi). In base a tale regolamento, sono stati individuati, quali locali ove vige il divieto di fumo tutte le aree “chiuse” di pertinenza ENEA (gli uffici, i laboratori, i locali di servizio, le sale riunioni, le hall, i corridoi, le scale non esterne, i servizi igienici, gli ascensori ecc…). Il regolamento vale anche per il personale esterno all’Agenzia come i visitatori, gli ospiti, i lavoratori di ditte esterne ecc… Si specifica che il divieto comprende anche tutti i locali occupati da un solo soggetto fumatore, nel caso in cui gli stessi risultino fruibili anche da altri utenti o dal pubblico, ove per “utente” viene identificato addirittura lo stesso lavoratore dipendente. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 36 STILI DI VITA E STRESS Stili di vita E’ buona norma, per evitare le conseguenze negative di una vita sedentaria, cercare di camminare molto, di salire le scale a piedi e di praticare, regolarmente una attività sportiva. Un’alimentazione equilibrata, le abitudini positive (non bere alcolici e non fumare), il movimento quotidiano e una buona organizzazione del tempo e del riposo, incidono significativamente sugli aspetti psicologici e su quelli di salute e andrebbero tenuti in considerazione ai fini di una corretta ed efficace valutazione dei rischi del lavoro e di una conseguente azione di prevenzione. Stress Lo STRESS in generale viene definito come: “condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura psicologica o sociale in conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado si corrispondere alle richieste e alle aspettative riposte in loro”. Nell’ambito del lavoro questo stato si manifesta nel momento in cui il lavoratore non si sente in grado di portare a termine i compiti che gli sono stati affidati. Lo stress non è una malattia, ma una esposizione prolungata allo stato di stress può ridurre l’efficienza sul lavoro e causare problemi di salute. Lo stress individuale presenta anche fattori di variabilità dovuti specifica condizione sociale e familiare, oltre che lavorativa, alla capacità soggettiva di reazione , alle relazioni interpersonali costruite. Per questo motivo, la valutazione del rischio da stress da lavoro correlato al lavoro, non viene riferita al singolo soggetto, ma ad un individuo collettivo, rappresentato da un gruppo omogeneo di lavoratori. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 37 La valutazione nelle condizioni individuali viene invece lasciata al Medico Competente, il quale, se necessario, può coinvolgere altri professionisti / specialisti. Fattori potenziali di rischio stress nel lavoro I FATTORI AMBIENTALI DOVUTI ALL’ESPOSIZIONE A: Rumorosità; Vibrazioni; Variazioni di temperatura, ventilazione, umidità; Carenze nell’igiene ambientale. I FATTORI PSICO-SOCIALI, DOVUTI A LORO VOLTA: a) al contesto di lavoro: funzione e cultura organizzativa; ruolo nell’organizzazione; sviluppo di carriera; modalità di presa di decisione, stili di gestione e di controllo; relazioni interpersonali; mobilità e trasferimenti; scarso equilibrio tra lavoro e vita privata. b) al contenuto del lavoro: tipo di compito; carico, ritmi e orari di lavoro. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 38 Sono considerati eventi “SENTINELLA” potenziali segnali di manifestazione del rischio, da monitorare nel tempo: gli infortuni e l’andamento degli indici infortunistici; le assenze per malattia; i frequenti cambiamenti nel lavoro (turnover); i procedimenti e le sanzioni comminate ai lavoratori; le segnalazioni raccolte da parte del Medico Competente; le segnalazioni formalizzate da parte dei Lavoratori o dai loro Rappresentanti. In caso di manifestazioni potenziali o acclarate di stress l’indagine si svolgerà tenendo conto degli elementi dell’organizzazione del lavoro che possono avere inciso sull’evento, quali: L’orario di lavoro organizzato in modo da evitare conflitti con esigenze e responsabilità extralavorative; gli orari dei turni a rotazione devono essere stabili e prevedibili, con rotazione in avanti (mattino, pomeriggio, notte). La partecipazione e il controllo occorre consentire ai lavoratori di partecipare alle decisioni o alle misure che hanno ripercussioni sul loro lavoro. La quantità di lavoro assegnato gli incarichi affidati devono essere compatibili con le capacità e le risorse del lavoratore e consentire la possibilità di recupero dopo l’esecuzione di compiti particolarmente impegnativi sul piano fisico o mentale. Il contenuto delle mansioni le mansioni vanno stabilite in modo che il lavoro risulti dotato di significato, stimolante, compiuto e fornisca l’opportunità di esercitare le proprie competenze. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 39 I ruoli assegnati o ricoperti i ruoli e le responsabilità di lavoro vanno definiti con chiarezza. L’ambiente sociale bisogna offrire la possibilità di interazione sociale, ivi inclusi il sostegno emotivo e sociale fra collaboratori. Le prospettive future è necessario evitare ambiguità per quanto riguarda la sicurezza del posto di lavoro e le prospettive di sviluppo professionale; bisogna, inoltre, promuovere la formazione permanente e la capacità di inserimento professionale. LA TUTELA DELLA MATERNITA’ A tutela della maternità sono previste alcune limitazioni: è vietato adibire al lavoro le donne da 2 mesi prima a 3 mesi dopo la data presunta del parto (art. 16 del D.Lgs. 151/2001). è vietato adibire al lavoro le donne dalle ore 24 alle ore 6 dall’accertamento della gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino nascituro (art. 53 del D.Lgs. 151/2001). LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 40 E’ obbligatorio da parte del Datore di lavoro, in collaborazione con il Medico Competente, diffondere preventivamente alle lavoratrici donne l’informativa sui rischi specifici della gravidanza nel lavoro ai fini di una tempestiva segnalazione e di una conseguente verifica e eventuale intervento per la tutela della maternità in atto. Nelle attività di ufficio, non ci sono divieti specifici ma potrebbero insorgere durante la gravidanza, per le lavoratrici gestanti, disturbi atti a giustificare una modifica temporanea delle condizioni (postazione e ambiente) e dell’orario di lavoro (secondo quanto indicato nelle Linee guida d’uso dei videoterminali). LA GUIDA DEGLI AUTOMEZZI AZIENDALI (indicazione per gestire i viaggi) Per gestire al meglio un viaggio è necessario: Pianificare il Viaggio Prima di partire occorre considerare: i percorsi e gli orari di minor traffico; le condizioni metereologiche e delle strade; la distanza da percorrere; un buon margine di tempo sull’orario di arrivo. Controllare il veicolo Prima di partire occorre assicurarsi che il veicolo abbia effettuato la manutenzione periodica e controllare: le condizioni generali del mezzo; il funzionamento delle luci e dei sistemi di segnalazione; l’efficacia dei freni e lo stato dei pneumatici; la pulizia dei vetri e la regolazione degli specchietti retrovisori. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 41 Guidare con prudenza Durante il viaggio occorre: tenere allacciate le cinture di sicurezza sia avanti che dietro; prendere dimestichezza con il veicolo per i primi chilometri; rispettare la segnaletica; alla guida telefonare o rispondere al telefono solo in caso di estrema necessità e in ogni caso con il vivavoce o l’auricolare. In casi differenti è obbligatorio fermarsi in un area di sosta e poi ripartire dopo la chiamata. Tenere conto dei fattori di pericolo Cause più frequenti d’incedente sono: il mancato rispetto dei limiti di velocità e delle distanze di sicurezza; l’esecuzione di manovre azzardate; l’uso di alcool e droghe; la stanchezza e la distrazione; l’uso di farmaci in condizioni fisiche particolari; l’uso improprio del cellulare. LA GESTIONE DELLE EMERGENZE Per EMERGENZA si intende ogni improvvisa situazione di pericolo che può causare feriti o danni. Tra gli eventi di emergenza si possono distinguere quelli direttamente collegati ai rischi dell’attività lavorativa (l’innesco di incendio, l’esplosione, l’infortunio sul lavoro, il malore, ecc…) e quelli dovuti a cause esterne all’attività svolta (gli allagamenti, i terremoti, gli eventi metereologici estremi, ecc…). LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 42 Il Datore di lavoro, con i propri lavoratori, deve: organizzare i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di: primo soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell’emergenza; designare preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione e protezione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza; informare tutti i lavoratori che possono essere esposti a un pericolo grave e immediato circa le misure predisposte e i comportamenti da adottare; programmare gli interventi, prendere i provvedimenti e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave e immediato che non può essere evitato, possono cessare la loro attività, o mettersi al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di lavoro; adottare i provvedimenti necessari affinché qualsiasi lavoratore, in caso di pericolo grave ed immediato per la propria sicurezza o per quella di altre persone e nell’impossibilità di contattare il competente superiore gerarchico, possa prendere le misure adeguate per evitare le conseguenze di tale pericolo, tenendo conto delle sue conoscenze e dei mezzi tecnici a disposizione; garantire la presenza di mezzi di estinzione idonei alla classe di incendio e alla classe di rischio presenti sul luogo di lavoro, tenendo anche conto delle particolari condizioni in cui possono essere usati. Nel designare i lavoratori incaricati il Datore di lavoro tiene conto delle dimensioni e dei rischi specifici dell’azienda o dell’unità produttiva. I lavoratori non possono, se non per giustificato motivo, rifiutare la designazione. Essi devono essere formati, essere in numero sufficiente, coprire tutti i turni di lavoro e disporre di attrezzature adeguate, tenendo conto delle dimensioni e dei rischi specifici dell’azienda o dell’unità produttiva. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 43 Il Piano di Emergenza e di Evacuazione In ogni attività deve essere predisposto un Piano di Emergenza ed Evacuazione che deve contenere le disposizioni comportamentali per tutti gli eventi che plausibilmente potrebbero verificarsi nell’attività. E’ necessario che all’interno di ogni attività lavorativa ognuno dei presenti conosca i segnali di allarme, i sistemi di comunicazione degli eventi, le persone e i numeri telefonici di riferimento per l’emergenza, i percorsi di fuga e i luoghi di ritrovo in caso di evacuazione. Tutte le esercitazioni, comprese le prove generali di evacuazione, sono utili per testare la funzionalità e la completezza dei Piani. Disposizioni comportamentali valide in caso di emergenza con evacuazione dell’attività: mantenere la calma, affrontare con ponderazione qualsiasi stato di pericolo ed evitare di aggravare la situazione con comportamenti impropri; interrompere il lavoro, anche in fase di allerta. Nel caso mantenersi pronti in attesa delle indicazioni successive; dirigersi verso l’esterno in un luogo sicuro (punto di raccolta), seguendo i percorsi e le vie di fuga più vicine; aprire le porte con circospezione verificando, con il dorso della mano, che le maniglie non siano surriscaldate; non utilizzare gli ascensori come via di fuga; non portare oggetti nella fuga; procedere chini a terra nei locali invasi da fumo (nocivo, tossico) in quanto l’ossigeno è normalmente più pesante degli altri gas. Proteggere le vie aeree con un fazzoletto bagnato, per limitare la respirazione degli agenti presenti; LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 44 seguire le indicazioni degli addetti delle squadre e del personale di soccorso; arrivare al punto di raccolta, non fermarsi prima e non sostare nei pressi della struttura; non prendere iniziative isolate e non rientrare nella struttura prima che siano concluse le operazioni di verifica di agibilità. Il Pronto Soccorso sanitario in ufficio Cassetta di pronto soccorso Pacchetto di medicazione Per aziende del gruppo A e B secondo il Decreto 388 del 2003 ad alto e medio rischio con più di tre dipendenti Per aziende del gruppo C secondo il Decreto 388 del 2003 a basso e medio rischio con meno di tre dipendenti Il contenuto si differenzia per le qualità e quantità dei presidi sanitari che devono essere presenti in una azienda. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 45 Casi possibili di emergenza sanitaria in ufficio: ferite; stati di malessere e tensione; contusioni; arresto cardiaco; caso di arresto e/o uso di defibrillatore automatico o semiautomatico (SAE) o altri dispositivi salvavita. Allo stato attuale tali dispositivi NON sono obbligatori per gli uffici ma possono diventare necessari in base alla valutazione dei rischi, per scelta aziendale, in funzione della grandezza e del tipo di azienda. CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO (Allegato n. 1 del D.M. 388/2003) LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 46 CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE (Allegato n. 2 del D.M. 388/2003) COMUNICAZIONE E SEGNALETICA DI SICUREZZA La segnaletica di sicurezza, riferita ad un oggetto, ad una attività o ad una situazione determinata, è quella che fornisce una indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza o la salute sul luogo di lavoro, e che utilizza, a secondo dei casi, un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 47 La segnaletica è sempre di tipo convenzionale ed è considerata attualmente lo strumento più semplice, più completo e diretto di comunicazione a disposizione dell’azienda. Le principali famiglie di segnali esistenti sono secondo le disposizioni previste dalle norme comunitarie e riportate nei decreti di riferimento: segnali di avvertimento (pericolo); segnali di divieto; segnali di prescrizione (obbligo); segnali di salvataggio e soccorso (emergenza ed evacuazione); segnali per la lotta contro gli incendi (prevenzione incendi). ATTENZIONE: La segnaletica riportata nel seguito è conforme alla norma UNI EN ISO 7010. Alcuni segnali possono differire rispetto a quanto contenuto nel D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., ma come è stato chiarito da una circolare ministeriale, l’uso della segnaletica contenuta nella norma ISO non è affatto in contrasto con quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 48 LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 49 LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 50 COMUNICAZIONE DI EMERGENZA esempio di schema dei dati da comunicare agli enti di soccorso esterni es. sono Mario Bianchi, dipendente dell’ENEA Centro Ricerche Brindisi che svolge attività di ricerche scientifiche 1 NOME E COGNOME la QUALIFICA DI CHI TELEFONA e l’INDICAZIONI SULL’ATTIVITA’ 2 es. si è innescato un principio di IL TIPO DI EVENTO incendio nel magazzino di e LA GRAVITA’ DELL’EMERGENZA cancelleria che sta coinvolgendo il resto dell’edificio 3 LUOGO ED INDIRIZZO DOVE SI E’ MANIFESTATO L’EVENTO es. la sede della società è a Brindisi sulla Strada Statale 7 direzione Taranto al km 706 presso il comprensorio Cittadella della Ricerca 4 LO STATO DELLA SITUAZIONE e IL NUMERO DI PERSONE COINVOLTE es. l’incendio è in corso, sono state coinvolte 5 persone, intossicate lievemente dai fumi e tutte in salvo 5 IL RECAPITO TELEFONICO DELLA STRUTTURA E SE POSSIBILE DI CHI PARLA es. telefono fisso 0831 201111 e cellulare 333 5554422 6 es. è necessario fare venire sul ALTRE (se necessario) posto delle ambulanze per gli INDICAZIONI DI COMPLETAMENTO infortunati LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 51 NUMERI TELEFONICI UTILI INTERNI ED ESTERNI da utilizzare in caso di emergenza NUMERI TELEFONICI UTILI INTERNI COORDINATORE DELL’EMERGENZA (REPERIBILE DI TURNO) AMBULATORIO (MEDICINA DEL LAVORO) SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE 1001 335 8398722 333 216 DATORE DI LAVORO ISER (Ing. Marco Citterio) 1082 3703 DATORE DI LAVORO DTE (ing. Gian Piero Celata) 1082 3905 DATORE DI LAVORO SSPT (dott. Roberto Morabito) DATORE DI LAVORO FSN (ing. Aldo Pizzuto) 1082 4933 1083 5664 NUMERI TELEFONICI UTILI ESTERNI (aggiungere il numero 0 se si usa un telefono fisso interno) VIGILI DEL FUOCO 115 CARABINIERI 112 EMERGENZA AMBULANZE 118 POLIZIA VIGILANZA COMPRENSORIO CITTADELLA DELLA RICERCA ASL BR/1 PREFETTURA DI BRINDISI COMUNE DI BRINDISI VIGILI URBANI DI BRINDISI LA SICUREZZA NEGLI UFFICI 113 0831 507444 0831 510434 0831 5761 0831 229111 0831 555409 52