Notiziario del Gruppo Alpino ANGET - Anno 13° - N. 44 - marzo 2015 DIAMO IL BENVENUTO AI NUOVI SOCI 2015: Giacomina Priore: (Socia Simpatizzante) essendo una signora, precedenza nell’elenco e niente età. E’ la moglie del Gen. Gesildo Tarquini, Generale di Cavalleria (Ris.), mio Aiutante di Campo quando comandavo le Truppe Alpine a Bolzano Vincenzo Alonzi: (Socio Ordinario) Classe 1947 - nato e residente a Sora (FR) - Ha iniziato il suo servizio militare come Trasmettitore nella sede di Bassano del Grappa (agosto— novembre 1967) e lo ha concluso come Caporale pressil il Quartier generale delle Truppe Carnia e Cadore a San Daniele del Friuli nell’agosto del1968. Giovanni Bergamo Decarli: (Socio Ordinario) Classe 1947 nato e residente a Trento Dopo il primo periodo formativo è stato Sergente alla CPO (Compagnia Pionieri “Orobica”) in Merano, nel periodo dal1966 al 1967 Donato Ranaudo: (Socio Ordinario) Classe 1952 - nato a Lavello (PZ) e residente a Rho (MI) - E’ stato pioniere del genio presso il XIV° btg.g.p./2° Reggimento Genio nel periodo dal 1973 al 27 luglio 1974, quando è stato congedato. Con l’occasione posso anticipare la prossima iscrizione (quando avrà imparato a leggere e scrivere) di una nuova Socia Simpatizzante Italo-Spagnola. Si tratta della mia nipotina Sara, nata a Madrid il 21 novembre scorso per la gioia della mamma Isabel e del papà Daniele. Sommario - Ci scrive Giorgio Cattaneo 2- 4 - Gli ’80 di Sciocchetti (di F.Pellegatta) 5- 7 - Il Genio nelle guerre (Gen. Li Gobbi) 8 - 10 - 2014 - Un anno da dimenticare 11 - Il “Congedo” di G. Montagna 12 - 15 - M.Cengio - Ci scrive il Gen. Liaci 16 - 17 - 4° Raduno di Assoarma 18 - Un po’ di umorismo demenziale 19 - Un lavoro al Vallo Alpino (di P.Pesaresi) 20 - 29 - Un Sindaco eccellente, ma è Canadese 30 - Un saluto particolare del Col. Aldo Micaletto 31 - Compleanni SI, ma con un velo di tristezza 32 Piazza Brembana, 6-11-2014 Ho appena finito di leggere il notiziario del Gruppo Alpino ANGET n. 43 e voglio fare qualche considerazione. Apprezzo anzitutto il suo sfogo verso la minima partecipazione al Raduno al M. Cengio. Ormai anch’io sono un vecchio nonno di due nipotine e l’entusiasmo di qualche anno fa si è alquanto affievolito. Allora, era il 2003, visitai con il mio Gruppo Escursionistico “Amici della Montagna” (da me fondato 25 anni fa) la famosa Strada delle 52 Gallerie e tutto il Pasubio con i suoi Denti Italiano e Austriaco. Ora, purtroppo, mi accontento di guardare le foto di tutte queste belle escursioni. Ho poi letto il bellissimo articolo di Pollini e la tanto bellissima replica da Lei sul fatto del “Nonnismo”. E tutto questo in risposta al mio arrivo a Belluno, alla Comp. Pionieri Cadore. Eravamo tre Cap. Magg. A.S.C. provenienti dalla Scuola Genio Pionieri della Cecchignola, accolti alla stazione dal buon Sergente Furino, con n. 3 cappelli da Alpino, che ci fece indossare sostituendo la bustina della Scuola prima dell’entrata in caserma. Il Serg. Furino ci portò poi a rapporto dal Vice Comandante la Pionieri Cadore (il Comandante, Cap. Peracchio era assente per un Pag. 2 corso) dove ci fece il solito discorso di ambientamento ed alla fine le raccomandazioni sul nonnismo perché era ancora presente in caserma. Ricordo ancora oggi le sue parole: “Non ribellatevi che tutto si aggiusta presto”. Durante la prima marcia nei dintorni di Belluno mi fecero salire su di un larice a cantare “CucùCucù” e tutto finì li. Questo Tenente, Vice Comandante, si chiama Antonio Vecchione, ora Generale in pensione che abita in California, a santa Monica, rintracciato da me in seguito al suo articolo sul Notiziario n, 41 del marzo scorso. E’ stata una bella rimpatriata dopo più di cinquant’anni !!!! Abbiamo intrapreso una fitta corrispondenza, anche perché le nostre passioni attuali combaciano: Filatelia e Fotografia. Avrei tanto da raccontare anche da Sergente alla C.P.O. di Merano. Tanti episodi bellissimi con il Cap. Marchetti ed il Ten. Vacchetta, per parlare poi del “Magiur” (come nomina Mario Rigoni Stern, purtroppo andato avanti, nel bellissimo “Sergente nella neve”) Campeotto. Non mi dilungo oltre, pensando che forse potrei stancare. Con stima e benevolenza, cordialmente La saluto ed un buon augurio a tutti i Peones Giorgio Cattaneo Carissimo Giorgio, la tua lettera, scritta con una bellissima calligrafia che ti invidio e di cui do un esempio qui sotto, per gli eventuali diffidenti, mi offre lo spunto per una montagna di considerazioni. La prima deriva proprio dalla tua riga di apertura: “Signor Gen. Scaranari” Tra di noi, nell’ambito del nostro Gruppo Alpino ANGET, io sono: “Carissimo Roberto” o, per chi non ci riuscisse per effetto di un precedente rapporto di dipendenza gerarchica, potrei essere “Carissimo Comandante” per qualcuno sono abitualmente “Ueh …. Vecio” insomma, chiamami come vuoi ma sostituisci il “Lei” con il “Tu” e sarà molto più facile per tutti e due. A proposito di Raduno del M. Cengio, proprio ieri sera (31 gennaio) stavo preparando il resoconto finanziario del 2014 da presentare al prossimo Consiglio Nazionale ANGET di aprile ed ho così constatato di aver speso per il raduno 699,00 euro per un totale di 25 partecipanti, cioè 28 euro a persona. Se si considera che si è trattato di spese a carattere collettivo (il pernottamento ed i pranzi sono stati pagati dai singoli) tra cui la corona di alloro, l’offerta al Museo della Guerra ed al Forte Combin, camera e vitto per il Cappellano e per l’autista del pulman da BZ—TN oltre che un aiuto per sostenere la spesa del pulman, è facile intuire che se fossimo stati 100 avrei speso esattamente la stessa somma con una spesa pro-capite di 7 euro invece di 28. Ma lasciamo queste considerazioni di carattere finanziario/ economizzatore per non far emergere eccessivamente le mie origini genovesi e passiamo ad altri argomenti. Circa la partecipazione ad attività che prevedano percorsi faticosi o ritenuti adatti solo ai giovani, pur tenendo conto che ognuno ha i suoi problemi che potrebbero limitarne molto la mobilità, vorrei soltanto annotare (non è un cazziatone, mi raccomando) che tu sei del 1939, cioè due anni più “maturo” di me, ma nelle foto del M. Cengio si vede il Generale Borgheresi che è della classe 1922, che ha cioè superato i “….. anta” e che è arrivato con un passo calmo e cadenzato fino in vetta (a questo punto mi piacerebbe che tutti i lettori interrompessero per un attimo la lettura non cambiate canale - per fare fisicamente un applauso al Gen. Borgheresi). La morale vorrebbe essere quella di non sentirsi “vecchietti” prima del tempo. Pag. 3 In merito alle lodi all’articolo di Pollini (te le concedo) ho invece preso atto che il buon Serg. Fiorino, della Pionieri Cadore, ha avuto il buon senso di farvi indossare il cappello Alpino prima di arrivare in caserma e questo, nei confronti dei più anziani (dei “Nonni” come direbbe Germano Pollini) era certamente un bel provvedimento di salvaguardia cui si è aggiunto il suggerimento dell’allora Tenente Vecchione, da Ufficiale conoscitore del proprio reparto e dei suoi uomini, di “non ribellarsi” che tutto si sarebbe appianato presto, come poi è stato. Sono anche felice che queste pagine, su cui molte volte ho seri dubbi circa l’interesse che possono destare nel lettore, siano servite, ad esempio, a farti ritrovare proprio il Gen. Vecchione perché la politica del Tam-Tam serve a diffondere le notizie ed a ravvivare vecchie conoscenze o amicizie. Non immaginavo di scrivere più della tua lettera ma sto per concludere. Hai citato vecchi Comandanti alcuni dei quali, prematuramente, ci hanno lasciato. Mi riferisco ad esempio al Ten. Vacchetta, andato avanti già da parecchi anni e lo stesso vale per il Maresciallo Campeotto, il “Magiur” come lo hai chiamato tu. Ti ricordo che alla C.P.O. avevam o anche il “Magiurin” che era il Serg.Magg., poi Maresciallo” Marconi, anche lui Pag. 4 andato avanti, ed il Maresciallo Baldisserotto (per tutti “Bill”) che invece è vispo e arzillo, è venuto al raduno del M. Cengio, nonostante abbia 5 anni più di te e col quale mi sono incontrato durante la sfilata dell’Adunata Nazionale 2014 a Pordenone, uscendo dai ranghi della Sezione di Como per andare ad abbracciarlo vicino ad una transenna (mi sono beccato anche una sgridata dal Generale Di Dato al quale ho tagliato la strada senza nemmeno mettere la freccia). Tornando a Campeotto, che mi hanno detto fosse un “mago” delle scioline per gli sci da fondo, quando sono arrivato alla C.P.O. nel gennaio 1965, era già stato “regalato” alla Caserma Bosin dove, dicono, non abbia perso una occasione per mettersi in luce (se di lassù riesce a leggere queste righe avrà motivo di sorridere). Sembra infatti che una mattina, per evitare il solito segnale di tromba suonato da un disco di cui si sentiva più il frusciare della puntina che il motivo del ritornello, abbia preferito servirsi del disco “La partita di pallone” cantata da Rita Pavone. Lascio a ciascun lettore immaginare che cosa possa essere successo dopo. E con questo, caro Giorgio, ti ringrazio per la tua lettera graditissima ed invito te e tutti gli altri a mandare i vostri scritti (se fossero in word spediti via internet ancora meglio, così invece di dover scrivere tutto dovrò fare solo qualche aggiustatina). Roberto Scaranari Il 18 ottobre 2014, era un sabato mattina, un gruppo di ex genieri alpini che erano stati effettivi alla Compagnia Genio Pionieri “Orobica” nell'anno 1966 e successivi si è riunito presso l'Hotel Everest di Trento per festeggiare l'80° compleanno del loro Comandante di Compagnia di allora – il Capitano Gian Piero Sciocchetti ora Generale in pensione. Da sottolineare che parecchi non si vedevano da molti anni in pratica dal giorno del congedo, come il Sergente Giovanni Bergamo Decarli e Ferruccio Pellegatta che non si erano più incontrati da 47 Ferruccio Pellegatta (a dx) con Giovanni Bergamo Decarli Da sin.: Carlo Ferrarini, Aldo Bettelli, Giuseppe Bompieri, Decarli, Enzo Stefanoni e Bortolo Chiappini Pag. 5 Il Gen. Sciocchetti appena arrivato all’Hotel Everest. anni e molti altri per periodi molto simili. I primi arrivi sono cominciati verso le 9 del mattino provenienti dalla Provincia di Lecco, subito dopo è arrivato un pulmino con il gruppo della Val Camonica, che ha raccolto praticamente tutti i bresciani. Con mezzi propri sono invece arrivati veronesi e vicentini per un totale di oltre 50 persone. Verso le 11, l'ex Sergente Bernardi di Trento si è recato a casa del Generale Sciocchetti per accompagnarlo all'albergo e al suo arrivo al ristorante la festa e la commozione è stata davvero grande. Molti non avevano più rivisto il loro Comandante di un tempo da quando avevano lasciato la Compagnia e poterlo riabbracciare è stato come tornare miracolosamente ai tempi della vecchia “naja”. Lo scambio di ricordi è continuato a lungo anche perché faceva parte dei radunisti anche il Maresciallo Ferruccio Baldisserotto (detto Bill) che avrebbe compiuto anche lui La targa donata al Gen. Sciocchetti, sulla quale spiccano i due distintivi della CPO ed una immagine della “Rosa dei Venti” della Cesare Battisti, recentemente restaurata da alcuni Peones. Pag. 6 80 anni il giorno successivo - 19 ottobre. In sostanza l'anagrafe ci aveva dato una mano consentendoci di festeggiare due vecchi amici in una botta sola. Alle 12,30 è iniziato il pranzo che è continuato per tutto il pomeriggio. Al Generale Sciocchetti i suoi genieri alpini hanno donato una targa per ricordare la bella giornata di festa passata insieme (filmati e foto sono visibili sul nostro sito internet www.pionieriorobica.it). Ferruccio Pellegatta Dalla destra, il Gen. Gian Piero Sciocchetti, Ferruccio Pellegatta ed il M.M.Aiutante Ferruccio Baldisserotto Colgo questa occasione per scusarmi con te Gian Piero per non aver potuto unirmi al gruppo di peones per partecipare ai festeggiamenti del tuo 80° compleanno ma tu conosci i problemi che mi impediscono di muovermi a mio piacimento per l’Italia e oltre. Anche io sono stato alle tue dipendenze quando comandavi la C.P.O. ed ho quindi i requisiti giusti per farti anche i miei auguri che si aggiungono a quelli che hai già ricevuto. Ti prometto di esserci per festeggiare i 90 ed i 100. Roberto Pag. 7 Il Generale di Divisione Antonio Li Gobbi, quando era Comandante del Genio dell’Esercito, ha realizzato questo sintetico documento che ha messo in un opuscolo e distribuito ai partecipanti ad una eccellente esercitazione effettuata nel poligono Genio della Cecchignola a Roma. Poiché si tratta di un’ottima sintesi, ve la propongo. L’Arma del Genio nella I^ Guerra Mondiale Il nuovo ordinamento dell’Esercito del 1910 porta il Genio a disporre di 6 reggimenti: 2 di zappatori, 1 di telegrafisti, 1 di pontieri, 1 di minatori, 1 di ferrovieri ed 1 battaglione specialisti. Durante la prima guerra mondiale (1915 - 1918), l’Arma mobilita numerosi reparti, creando nuove specialità: lagunari, foto elettricisti, radiotelegrafisti, aerostieri, motoristi, lanciagas, elettricisti, idrici, pompieri, guide fluviale, manovratori, idraulici, colombaie fisse e mobili. Molte di queste specialità nascono a seguito delle nuove esigenze determinate dalla guerra di posizione e dall’introduzione di nuove armi, nonché da specifiche esigenze dettate dall’ambito tattico di operatività delle unità. Avvenuta la smobilitazione dopo la Vittoria, l’Arma si riorganizzò con una struttura più articolata di Uffici, Comandi e Reggimenti: - 1 Ispettorato - 2 Comandi del Genio di Corpo d’Armata e Uffici Fortificazioni - 1 Comando del Genio della Sicilia e Ufficio Fortificazioni - 1 Comando del Genio della Sardegna e Ufficio Fortificazioni - 1 Comando del Genio della Tripolitania - 1 Comando del Genio della Cirenaica - 1 Comando del Genio dell’Eritrea - 12 Reggimenti (Zappatori-Minatori, Telegrafisti e Fotoelettricisti - 2 Reggimenti Pontieri - 1 Reggimento Ferrovieri - 2 Reggimenti Minatori - 1 Gruppo Aerostieri - 1 Officina di costruzione del Genio - 1 Officina R.T. ed E.T. L’Arma del Genio, durante la guerra 1915-1918 costruì 10.000 Km di strade con circa 50 Km di ponti stabili. Scavò 80.000 Km di trincee, costruì numerosissimi ridotti, fortini e baraccamenti. Stese 100.000 Km di linee telefoniche ed installò 1.100 stazioni telegrafiche, telefoniche, ottiche e radiotelegrafiche. Pag. 8 Gittò 250 Km di ponti. Scavò nella roccia 20 Km di gallerie. Costruì 147 Km di armamento e sede stradale per ferrovie e 3.000 metri di ponti ferroviari. Furono inoltre costruite 918 teleferiche con 800 Km di sviluppo e 5.000 Km di fune metallica con un dislivello di 525.000 metri. Le teleferiche trasportarono un peso complessivo di 32 milioni di quintali. Dopo l’armistizio, il Genio riattivò 5.000 Km di strade, ricostruì ponti stabili per una lunghezza complessiva di 13 Km, riparò 30.000 case, eresse 10.000 baracche. Nel 1917, in nove mesi, la 33^ Compagnia Minatori del 5° Reggimento ha costruito la Strada delle 52 gallerie sul Monte Pasubio. ------L’Arma del Genio nella Guerra di Liberazione Il ruolo dell’Arma del Genio, durante la guerra di liberazione, si estrinsecò in un complesso di operazioni militari condotte al fianco degli Alleati, impegnati nella Campagna d’Italia, ove Unità militari italiane del Regio Esercito e di formazioni partigiane (operanti nel quadro della Resistenza) operarono per liberare l’Italia dall’occupazione nazifascista a partire dal settembre 1943 e sino alla fine della seconda guerra mondiale. Numerose furono le attività in cui le Unità del Genio profusero le proprie abilità e diedero dimostrazione del proprio valore, quali: - apertura di varchi bonifica di aree minate creazione di teste di ponte ripristino di strade realizzazione di oleodotti costruzione di ponti stradali e ferroviari ripristino di linee di telecomunicazione Furono neutralizzate e rimosse 35.575 mine, furono riparati 3.770 km di strade e ne furono realizzati ulteriori 120 Km nuovi, vennero costruiti 99 ponti e circa 8 Km di nuova rete ferroviaria; furono scavati oltre 6.000 mc Pag. 9 di pietrame e vennero eretti più di 47.000 mc di muri di sostegno, con una movimentazione di oltre 700.000 tonnellate di materiale. Le Unità del Genio che ricoprirono un ruolo fondamentale nella Guerra di Liberazione operarono nell’ambito di Unità Operative e Divisioni Ausiliarie. Unità Operative - 1° Raggruppamento Motorizzato (5000 u. - Montelungo, Monte Marrone) con il 51° Btg. Misto Genio - Corpo Italiano di Liberazione (24000 u. - Filottrano, Sardegna) Con il 184° Btg. Paracadutisti Nembo ed il 51° Btg. Misto Genio - 6 Gruppi di Combattimento (50000 u. Fiume Senio, Fiume Idice Sannio, Cesano) Friuli-Cremona-Mantova-Folgore-Legnano e Piceno Con i Btg. Misti Genio artieri-teleradio 120°, 144°, 104°, 152°, 184°, 51° Divisioni Ausiliarie (per trasformazione di Divisioni costiere) 8 Divisioni Ausisliarie (200.000 u.) di cui 3 sulla Linea Gotica 210^ + 228^ + 231^ per le quali operarono: - 210° aggruppamento Genio (23° e 103° Btg. Genio) - 5 Btg. Ferrovieri del Genio - 83 Compagnie Genio Ultime annotazioni del Capo Gruppo Che si trattasse di un’ottima sintesi l’ho già scritto in apertura ma è opportuno soffermare l’attenzione sui numeri. Per quanto attiene agli uomini, basti vedere che nella Guerra di Liberazione, sulla Linea Gotica e solo per quanto attiene al Genio, operarono 7 battaglioni e 83 compagnie. Ma spaventano di più i numeri relativi ai materiali movimentati ed alle opere eseguite nella 1^ Guerra Mondiale: furono realizzati 10.000 Km di strade con circa 50 Km di ponti stabili. Furono scavati 80.000 Km di trincee, costruìti ridotti, fortini e baraccamenti. Furono stese 100.000 Km di linee telefoniche ed installate 1.100 stazioni telegrafiche, telefoniche, ottiche e radiotelegrafiche. E si pensi che tutto questo è stato fatto con i mezzi di allora! R.S. Pag. 10 Lo so, è vero, è un brutto titolo, ma se ci dobbiamo dire solo la verità, avrei potuto cercare di indorare un po’ la pillola, ma sempre pillola resta. Dopo la perdita di 26 soci (22 ordinari e 4 simpatizzanti) nel 2013, ne abbiano persi altri 23, tutti ordinari, nel 2014. La situazione è stata resa meno grave dall’arrivo di 6 nuovi soci, 3 ordinari e 3 simpatizzanti. Non servono particolari studi o ricerche per comprendere i motivi di questo fenomeno. C'è un generale “disinnamoramento” nei confronti non solo della nostra Associazione che segue le sorti praticamente di tutte le altre. Come era immaginabile, si tratta di una delle conseguenze del passaggio dalla leva al professionismo e, ovviamente, al contemporaneo invecchiamento delle classi più lontane nel tempo che non trovano un ricambio. Lo abbiamo visto anche nella scarsissima partecipazione al raduno del Monte Cengio. Sotto l’aspetto amministrativo, nonostante le spese sostenute per il citato raduno, la situazione è stabile il che, in una Italia che vede solo bilanci negativi e una ripresa sempre annunciata e mai iniziata, o quasi, il nostro bilancio si mantiene con una linea orizzontale, nonostante il continuo e forte aumento delle spese per l’affrancatura dei notiziari ed il costo invariato da anni della quota di iscrizione. Devo però dare atto a numerosi soci che versano quote anche di molto superiori al dovuto e questo è indubbiamente un grosso aiuto che merita un sincero grazie anonimo (ma gli interessati sanno che parlo di loro). Ecco la tabella del bilancio 2014 che presenterò al Consiglio Nazionale. Come si può vedere, se si tolgono da entrate ed uscite i poco più di 5000 euro connessi con le offerte per il libro “Tasi e Tira” a favore del Museo degli Alpini di Boario Terme, il nostro bilancio annuale si aggira sui 7000 euro all’anno e nonostante il sostegno dato al raduno sul Cengio, la rimanenza in Euro a fine anno è praticamente uguale alla disponibilità iniziale, anzi, leggermente più alta. Chiudo invitandovi a restare fedeli al nostro Gruppo e, se e quando ne avrete l’occasione, fate un po’ di proselitismo. I nuovi soci non dispiacciono mai. R.S. Pag. 11 Giorno imprecisato del mese di settembre 1978 ( probabilmente era l'inizio del mese...), adunata pomeridiana della Compagnia Pionieri alla caserma Battisti di Merano. Il Comandante della compagnia - Capitano Angeletti - è assente, per cui viene sostituito dal Tenente Figliolini. Al termine dell'adunata, mentre la compagnia è ancora schierata sul piazzale, il Tenente Figliolini si rivolge a me ad alta vo- ce, in modo di essere udito da tutti, con le seguenti parole: " Caporal Maggiore Montagna, come mai non ha ancora provveduto a sostituire sulla divisa i gradi di Caporale con i nuovi?" (n.d.r. ero stato nominato caporal maggiore quindici giorni prima...). La mia disarmante risposta (a distanza di decenni non mi spiego ancora perché mi sono uscite di bocca quelle parole...) fu la seguente: " Signor Tenente, io mi congedo Boario Terme - Hotel Sorriso - Una foto recente del Gen. Figliolini (al centro) attorniato dai suoi “Peones” di un tempo. Da Sinistra, Montagna, Agazzi, Figliolini, Brozzoni e Zerbin. Nella fila in secondo piano, da sinistra, Bianzina, Delbarba, Assali, Bonassi e Lorenzini. Pag. 12 ma, se mi concede 10 minuti di tempo, può darsi che la cosa si avveri". Infatti, pochi minuti dopo ritornai al cospetto del Tenente con i gradi nuovi fiammanti. E mi congedai il 3 ottobre. Trascorre qualche settimana....si avvicina la data del congedo. Domenica 1 ottobre 1978 ...... licenze varie terminate, la terza puntura di vaccino è stata fatta ...... ancora due sere da trascorrere alla palazzina Piave della caserma Battisti, poi.....tutto finisce ......mi aspetta il ritorno alla quotidianità. Ma questa è un'altra storia. Dicevamo, domenica 1 ottobre.... sera… io e il buon Pigi Cattaneo di Como ( un anno trascorso insieme, a partire dal primo giorno del C.A.R.) siamo gli unici due congedanti della camerata, che ospita anche altri due o tre peones che si congederanno a novembre ed altri il cui giorno del congedo è più lontano. La nostra camerata si trova al primo piano della palazzina Piave, sul corridoio opposto rispetto a dove è alloggiata la compagnia Controcarri; tutte le camerate ospitano otto letti, e sono il frutto di una ristrutMontagna e Cattaneo in un momento di turazione avvenuta negli ultimi mesi. Cattaneo ed io relax nelle camerate della C.P.O. abbiamo programmato per il 3 ottobre, devo ancora fare 5 giorni di licenza breve ed in più l'ordinaria, per cui mi rimangono pochi giorni nei quali devo indossare la divisa, pertanto non mi sono preoccupato di sostituire i gradi". Altrettanto disarmante la replica, calmissima, del Tenente Figliolini: " E' proprio sicuro di congedarsi il prossimo 3 ottobre?" Divenni paonazzo per la figuraccia appena rimediata ma, fingendo di mantenere la calma, risposi a mia volta: " No, non sono sicuro di congedarmi il 3 ottobre Pag. 13 il lunedi sera la cena di congedo, per cui la serata di domenica la trascorriamo parlando del più e del meno standocene spaparanzati sui rispettivi "cubi". In quel momento siamo gli unici in camerata ..... Poi, all'improvviso, entrano nel locale due novelli peones (mai visti prima .... ma dalle divise e dai modi di fare, un po' spauriti, si capisce che sono appena arrivati in compagnia...). Dopo un cenno di saluto, i due pivellini “preparano” le brande di un paio di congedanti del mese successivo al nostro, e poi se ne escono. La stessa scena si ripete lunedi 2 ottobre, 12 ore prima del nostro congedo, poco prima che io e Cattaneo si esca a cena. Abbiamo appena salutato il sergente Carmine Mercogliano quando rientrano i novelli peones, preparano le solite brande e, a quel punto, chiedo loro il motivo di tanto da fare. Risposta: " Sono le brande dei congedanti del mese di novembre...". Cattaneo ed io ci guardiamo in faccia, stiamo per scoppiare a ridere, poi lui si ricompone e rimane in silenzio. Io, maligno, replico con un : " Già che ci siete non potete fare anche le nostre?" ( ridendo dentro di me ..... non mi sarei mai permesso di impartire un ordine del genere...). Risposta: " Non possiamo, perché, come vi abbiamo già detto, queste sono le brande dei congedanti del mese prossimo. Quando voi vi congederete ve le farete preparare da qualcun altro. A proposito, quando vi congedate?". Altro sguardo Montagna - Cattaneo ..... rispondiamo? Si? Campo estivo 1978. si riconoscono, da sinistra, il M.llo Fais, il Cap. Angeletti, il Ten. Figliolini ed il Seg. Mercogliano Pag. 14 No? Abbiamo pietà? No .... Cattaneo avrebbe pietà, io no e risponde, serafico: " Domani mattina....". Evito il commento sull'espressione che si è dipinta sui volti dei due nuovi arrivati.....che dopo aver fatto i letti per i novembrini sono letteralmente fuggiti..... Martedi 3 ottobre 1978.....i congedanti, al termine dell'adunata dalla quale sono stati esentati, si recano allo spaccio con il capitano Angeletti il quale offre il caffè a tutti, poi i saluti di rito.....un nodo alla gola, una stretta di mano con il " capo".....io che gli dico: " Signor capi- tano, chi lo sa? Forse un giorno ci rivedremo". Risposta (in romanesco, sorridendo....): " A Montà.....vaffan.....". Piove....un ultimo sguardo alla "nostra" caserma....ciao peones, ciao palazzina Piave … oltrepassiamo la porta carraia .... di corsa alla stazione di Maia Bassa, ognuno immerso nei propri pensieri ..... acqua in faccia, piove forte....no, non sono lacrime .... forse.... No, signor capitano, non ci rivedremo. Purtroppo...... Gianfranco Montagna Commento del Capo Gruppo L’articolo che ci ha inviato Gianfranco si rifà sostanzialmente al “filone” della Naja vecchia maniera e del nonnismo ma lo fa con estrema delicatezza, raccontando un episodio che, pur essendo condannabile perché era ovviamente proibito ordinare a chiunque di fare la branda ad altri, non esprime palesemente atteggiamenti di violenza o di prevaricazione che potessero costituire una grave offesa alla personalità dei genieri coinvolti. Anche la successiva richiesta di fare la branda anche allo stesso Montagna ed al suo amico Cattaneo è stata formulata senza astio e cattiveria ma soprattutto per creare un momento di estrema sorpresa nei due più giovani, tanto è vero che ne è stata consentita una rapidissima battuta in ritirata senza alcun atto di forza o di violenza. L’articolo di Gianfranco mi offre però l’occasione per ricordare un vecchio amico, un Ufficiale straordinario, il Capitano Angeletti. Ero Tenente alla CPO e stavamo preparando le escursioni estive quando è arrivato alla CPO il Tenente Angeletti, proveniente da non mi ricordo dove ma, comunque, da un ente territoriale, probabilmente una Direzione Lavori Genio. Ha fatto con me tutte le ricognizioni e poi le escursioni entusiasmandosi e decidendo, alla fine, che avrebbe cercato in ogni modo di tornare a fare il comandante, ed in particolare della CPO. Ho cercato di fargli capire che i 35 giorni circa che ha trascorso con noi erano i più belli di tutto l’anno ma gli altri 330 erano duri da passare. Lo ha voluto la CPO e ci è riuscito. Purtroppo è “andato avanti” un po’ troppo presto ma lo ricordiamo tutti con affetto R.S. Pag. 15 Il Gen.B.(Ris.) Carmelo Liaci è nostro socio ordinario da tempo ma si è fatto vivo soltanto adesso con questa interessante e-mail. Auguriamoci che continui su questa strada. Sono il Gen.le Carmelo Liaci, già comandante della 10^ Compagnia del IV° Battaglione Minatori del 5° Rgt. Genio di Udine. Quanto sto per scrivere, per completezza d'informazione, l'avrei dovuto fare prima del raduno a M. Cengio del 20/21 sett. 2014. Non ho potuto partecipare. Non sono stato molto bene, come non lo sono tuttora. Vengo ai fatti. Nel mese di maggio del 1965 giunse al Rgt. un ordine dello SME, di organizzare un distaccamento lavori sull'Altopiano di Asiago per il proseguimento delle opere indispensabili per l'approssimarsi della celebrazione del Cinquantennale della battaglia del M.Cengio, luogo sacro ai Granatieri di Sardegna, iniziati l'anno precedente da un reparto del Btg. Genio della Divisione. Inefficienze logistiche ed organizzative non avevano dato i risultati che lo SME si aspettava. Oltre al fatto che tutti i mezzi di lavoro e materiali erano stati forniti dal 5° Rgt. la scelta sul reparto da inviare in distaccamento cadde sul IV° Btg. Mn. in memoria di quanto fece il 5° Rgt. Mn. nel periodo 1915/1918. Fui scelto io a comandare il distaccamento in quanto ero il più giovane e provenivo dalla Brg.Alp. “Cadore”. Costituita la base nella vecchia caserma austriaca, in Asiago, i lavori iniziarono ai primi di giugno e proseguirono ininterrottamente fino alla fine di agosto, con soddisfazione di tutti (cittadini di Asiago, turisti che proveni- Pag. 16 vano dai paesi della pianura, come Cogollo del Cengio, che si meravigliavano di come i soldati lavorassero con competenza e diligenza). Continue erano le visite del C.te del Genio della RMNE, Gen. Barco, già mio insegnante prima e poi C.te alla Scuola di Applicazione. A fine agosto rientrammo a Udine con sommo dispiacere di tutti. L'anno successivo (1966), più o meno nello stesso periodo, giunse al C.do di Rgt. l'ordine di riprendere i lavori sull'altopiano, sempre al comando del sottoscritto. Non potete immaginare le richieste di Ufficiali, Sottufficiali e truppa per essere inclusi nell'elenco dei partecipanti. I lavori furono completati addirittura con la bitumatura di tutto il percorso tra l'imbocco dalla S.S. fino al piazzale ove esisteva una piccola trattoria. Settimanalmente ricevevamo la visita del nuovo Com.te del Genio della Regione Militare. A rappresentare il Governo alla cerimonia del Cinquantennale venne l'Onorevole Fornale. Al termine della cerimonia volle ringraziare tutti i militari con un invito a visitare lo stabilimento Marzotto a Valdagno ed a partecipare ad un pranzo presso il Jolly Hotel, tra i primi sorti in Italia. Ottenuta l'autorizzazione dal C.do di Rgt. trascorremmo una giornata di grande contentezza. Ricordo che i soldati non osavano entrare in albergo, tanto era lussuoso. Arriviamo al 1967. Si avvicinava il Cinquantennale della battaglia dell'Ortigara. Puntuale arriva l'ordine dello SME di aprire un distaccamento lavori sempre sotto il mio comando. Il lavoro da eseguire era il miglioramento della strada che portava da M.ga Mandriele alla chiesetta di Lozze, nonché la sistemazione di un grande parcheg- gio per centinaia di autobus. Non potemmo utilizzare la base di Asiago, in quanto troppo lontana dai cantieri di lavoro e pertanto realizzammo un attendamento in zona. Il tempo non ci fu favorevole; neve e pioggia disturbavano il lavoro. Un pomeriggio arrivò sul cantiere il Capo d S.M. della Regione. Era una giornata leggermente piovosa. Dopo i rituali saluti, mi disse "Capitano, come fa a far lavorare i soldati con queste condizioni meteo?" Risposi "Sig, Colonnello, quasi tutti i giorni il tempo fa capricci. Se non si lavora, la cerimonia prevista non potrà essere effettuata". Dopo pochi giorni un corriere mi avvisò che il Sig. Gen. Caccavale mi attendeva presso un osservatorio di tiro. Presentatomi, si congratulò con tutto il personale e mi gratificò con un "Encomio" per quanto avevo fatto Una pala caricatrice Wender al lavoro per fare sull'Altopiano nei tre anni. Circa quarant'anni doil grande parcheggio per gli autobus po, volli tornare ad Asiago per trascorrere un periodo di vacanze. Col titolare dell'albergo accennai alla mia presenza in passato sull'Altopiano e parlai anche della strada del Monte Cengio. Mi disse: "Lo sa che è l'unica strada sull'Altopiano che non risente dei rigori invernali?". Mi sentii particolarmente orgoglioso di quanto, assieme ai miei uomini, avevo fatto nel ricordo di vicende veramente drammatiche. Terminati i lavori era d’obbligo una foto ricordo sulla vetta del Monte Cengio Un cordiale saluto da Carmelo Liaci Pag. 17 Questo Raduno, che si inquadra nelle celebrazioni per il “Centenario”, è rivolto essenzialmente alle Presidenze delle varie Associazioni (tra le quali l’ANGET), ed è stato affidato, sotto l’aspetto organizzativo, al Gruppo “Guastatori”, che ha sede a Udine. Per quanto di interesse del nostro Gruppo, non partecipiamo come Gruppo ma i singoli soci, specialmente quelli residenti a Udine o dintorni, possono partecipare anche solo a parte degli episodi elencati nel programma. Chi fosse interessato può contattare il Consigliere del gruppo Guastatori - Sig. Giovanni Di Nardo (Tel. 0432/580587; cel. 3293162795; mail= [email protected]). Preciso che dal programma originale sono stati tolti gli atti per i quali era necessario prenotarsi assolutamente entro il 28 febbraio. Per gli episodi presenti in questo programma, chi fosse interessato deve comunicarlo al Sig. Di Nardo entro il 31 marzo. PROGRAMMA DI MASSIMA DEL 4° RADUNO ASSOARMA - VENERDI’ 22 MAGGIO : .. Arrivo alla Stazione di Udine del “Treno Storico” proveniente da Torino .. Santa Messa officiata dall’Ordinario Militare nel Tempio Ossario di piazzale XXVI Luglio .. Esibizione di Bande e Fanfare in varie piazze del centro storico di Udine .. Cena libera .. Proiezione di filmati sulla Grande Guerra in una sala cinematografica cittadina .. Concerto di Gala - Orchestra del Conservatorio Tomadini nel Teatro Giovanni da Udine - SABATO 23 MAGGIO: .. 09.00 - 10.00 Ammassamento in via Bassi (tra piazzale Cavedalis e piazzale Diacono) .. 10.00 - 11.00 Cerimonia Militare in piazza Primo Maggio .. 11.00 - 13.00 Sfilata Radunisti .. 13.00 - 15.00 Rancio Tricolore presso Ente Fiera di Torreano di Martignacco .. Visita Mostra Storica presso Ente Fiera di Torreano di Martignacco .. Pomeriggio libero .. Cena libera .. 21.00 Esibizione di Cori Alpini nel Duomo di Udine in piazza Duomo - DOMENICA 24 MAGGIO: .. Pellegrinaggio al Sacrario Militare di Redipuglia .. Cerimonia Militare con onori ai Caduti COSTI - Rancio tricolore presso Ente Fiera di Martignacco (sabato 23): € 15,00 - Zainetto ricordo del Centenario (contiene 1 libro storico, 1 medaglia commemorativa, 2 cartoline con annullo postale e opuscoli illustrativi): € 10,00 cadauno - Pullman per Redipuglia: € 5,00 di contributo a persona Pag. 18 Da tempo circola sul WEB un elenco di aggiornamenti demenziali al nostro vocabolario. Ne ho scelti alcuni tra i più simpatici. > ABBECEDARIO - Espressione di sollievo di chi si è accorto che c'è anche Dario > ADDENDO - Urlo della folla quando a Nairobi stai per pestare una cacca > APPENDICITE - Attaccapanni per scimmie > ASSILLO - Scuola materna sarda > AUTOCLAVE - Armi automatiche dell'età della pietra > BALESTRA - Sala ginnica per gente di colore > BASILICA - Chiesa aromatica > BUCANEVE - Precisa pisciata maschile invernale > CALABRONE - Grosso abitante di Cosenza > CALAMARI - Molluschi responsabili della bassa marea > CAPPUCCETTO ROSSO - Profilattico sovietico > CERVINO - Domanda dei clienti all'oste romano > CONCLAVE - Riunione di cardinali violenti e trogloditi > COREOGRAFO - Studioso delle mappe della Corea > CURRICULUM - Gara gay ai tempi dell'antica Roma > DOPING - Pratica anglosassone del rimandare a più tardi > ECCEDENTE - Frase di un dentista latino dopo un'estrazione > EQUIDISTANTI - Cavalli in lontananza > EQUINOZIO - Zio del cavallo > EUFRATE - Monaco mesopotamico > FAHRENHEIT - Tirar tardi la notte > FANTASMA - Malattia dell'apparato respiratorio dei consumatori di certa aranciata > FONETICA - Disciplina che regola il comportamento degli asciugacapelli > INCUBATRICE - Macchina fabbricatrice di sogni terribili > LATITANTI - Poligoni con molte facce > LUX - Primo tipo in assoluto di FIAT > MARRON GLACES - Testicoli sotto zero > MELODIA - Preghiera di una vergine educata > MESSA IN PIEGA - Funzione religiosa eseguita da un prete in curva ….. Prosegue nel prossimo numero Pag. 19 Premessa Non molti sanno che cosa sia il “Vallo Alpino”, anche perché la storia ne ha condannato la memoria. Iniziato a fine Ottocento, in realtà il Vallo Alpino propriamente detto è stato realizzato negli anni ’30 del secolo scorso, a difesa della nostra frontiera alpina. Le sorti della guerra perduta ne hanno decretato in parte la demolizione e per la gran parte l’espoliazione e l’abbandono. Ora, a distanza di oltre 70 anni, placati gli animi, possiamo osservare, con serenità e obbiettività, uno degli impegni più gravosi affrontati dal Genio Militare italiano dall’Unità d’Italia in poi: quello di difendere i confini della Patria, lungo gli ottomila chilometri di coste e lungo tutto l’arco alpino. Un impegno che ha richiesto uno sforzo finanziario enorme per il giovane Regno d’Italia. Un impegno che ha richiesto un rilevante sforzo culturale, politico, legislativo, organizzativo e tecnico. Un impegno che ha coinvolto la migliore imprenditoria italiana e le braccia di migliaia di operai. Non è nostra intenzione disquisire sulle modalità e le motivazioni che hanno indotto i governi a realizzare sistemi difensivi a protezione dei loro territori, come la Linea Maginot francese, la Sigfrido germanica, la Stalin sovietica. Vorremmo soltanto richiamare i valori insiti nella perizia dei Tecnici del Genio Militare nel sudore degli uomini, impegnati in ambienti aspri come le nostre Alpi, lontani dalle loro case, impegnati a costruire strade e opere fortificate fino a quote anche superiori ai tremila metri. Pag. 20 Ci riferiamo in modo particolare alle fortificazioni realizzate per costituire un formidabile “ridotto” alpino, da Ventimiglia al Friuli, ivi compresi il confine con la Svizzera e quello del Brennero. Il Vallo Alpino. Gli anni ’30 del secolo scorso Negli anni ’30 del secolo scorso, i forti di fine Ottocento, del periodo della Triplice Alleanza, sono ormai superati e vengono utilizzati prevalentemente come depositi di materiali esplosivi ed incendivi. Fanno eccezione i forti Pramand, La Court e Paradiso dotati di 4 pz da 149/35 in cupola corazzata, lo Chaberton con 8 cupole ed il Bramafan con due pz da 120. Le opere del Vallo Alpino avranno una mole minore, ma saranno ravvicinate in modo da incrociare i loro fuochi (nei cosiddetti punti di saldatura) ed armate con armi leggere, secondo gli studi condotti, ancora negli anni ’10, dall’allora Cap. del Genio A. Guidetti (Guidetti A., Fortificazione Permanente, Bertinatti, Torino, 1913), studi seguiti ed adottati in tutte le linee di difesa successive a quella del Vallo Alpino (a Cassino, alla Linea Gotica). Nel 1931 iniziano le operazioni di picchettamento da parte di apposite Commissioni composte da Ufficiali di Artiglieria (e di Fanteria per le armi leggere) e da Ufficiali del Genio. Possono così iniziare le operazioni di esproprio dei terreni per la successiva costruzione dei manufatti del Vallo Alpino: casermette, opere in caverna, caratterizzate dai cosiddetti blocchi (o mal- loppi) con le feritoie e/o le porte di ingresso, osservatori, ostacoli anticarro, bivacchi, trune, ecc. ed uno sviluppo massiccio di strade militari. I lavori iniziano nel 1933 e si intensificano progressivamente fino ad assumere, nel 1940, una vera e propria corsa contro il tempo. Nel maggio 1939 figurano realizzate 460 opere, armate con 1.110 mitragliatrici e 133 pezzi di artiglieria. Si conta di incrementare questi quantitativi, entro lo stesso 1939, con altre opere per 300 mitragliatrici, 280 mortai e 58 batterie. Ma ancora a metà maggio del 1940, pur lavorando di gran lena, la sistemazione difensiva della frontiera non era ultimata e si dovrà attendere fino alla primavera 1941. Nei primi del giugno successivo, Badoglio incitava i comandi responsabili a condurre i lavori di fortificazione, cui erano addetti 30.000 operai civili, tutti i reparti del genio e molti uomini delle altre armi, con tutta l’energia possibile. Le Opere al Colle della Maddalena Per avere un’idea approfondita del modo di operare del Genio Militare di allora in fatto di fortificazione permanente, abbiamo scelto, traendolo da un archivio fortunosamente sottratto al macero, quello dell’Ufficio Staccato del Genio Militare di Cuneo, un faldone in cui è contenuta la contabilità del lavoro di costruzione di alcune opere di difesa della zona del Colle della Maddalena. La progettazione è stata diretta dal Capo Ufficio Fortificazioni di Cuneo, Col. g. Giuseppe Perotti (1895 – 1944): da Generale sarà fucilato a Torino, al poligono del Martinetto, Medaglia d’Oro al V.M. (Al momento della fucilazione – 5 aprile 1944 – comanda ai propri compagni “Signori Ufficiali, At-tenti!” e grida “Viva l'Italia”). I lavori iniziano, per otto Opere, il 25 set 1933 e, per quattro casermette, il 30 ago 1937. Per chi fosse meno pratico di queste zone, ecco una carta con riferimenti che consentono di collocare correttamente il “Collle della Maddalena sul nostro territorio. Pag. 21 cettiva di 20 u. (n. 21 posti a triletto (cantiere n. 12); . viene realizzata una mulattiera di collegamento tra il Colle Feuillas ed il Bric Content della lunghezza di ml 2.850 (cantiere n. 12); . la costruzione della casermetta ricovero al Bric Content per 30 uomini: n.2 biletto e n. 10 triletto = n. 34 p.l. (cantiere n. 11, inizio lavori 30.08.1937); - la seconda zona (cantieri n. 1, 1.bis, 2, 3, 10), Passo Scaletta e Monte Scaletta: . Caverna ricovero A’ alta, cantiere n. 1, della capacità ricettiva di 50 u.; il ricovero misura 3.00 x 17,21 = mq 51,63; La distribuzione topografica delle opere realizzate nella zona del la caverna ha 2 Colle della Maddalena. Nella carta sono evidenziate con un bolli- ingressi; no bianco le opere destinate alla distruzione in forza del Trattato . Caverna ricovero A bassa, cantiere di Pace del feb 1947 (stralcio di una carta della Provincia di Cun. 1.bis, della caneo, archivio F. Traverso e F. Torsoli). pacità di 60 u.; il ricovero utile ha Opere 6 e X, la casermetta al Bric. una superficie di mq 83,70 (3,00 x 27,90); n. 2 ingressi; Per l’esecuzione dei lavori, vengono impiantati 12 cantieri, distribuiti in . Centro di fuoco o Opera n. 3, quattro zone distinte: cantiere n. 2: due feritoie per due mitragliatrici, protette con 2 - la prima al Passo di Feuillas ed al Bric Content (cantieri n 11 e 12): piastre di corazzatura, all’interno di altrettanti “malloppi” o . al Passo di Feuillas, viene costruita una casermetta ricovero da “blocchi” di calcestruzzo; un ingresso; i ricovero interno è di combattimento della capacità riGli interventi vengono effettuati, di norma, a quote superiori ai 2.600 metri e si sviluppano su una distanza topografica di quasi 5 km. Fanno parte del caposaldo “Scaletta” (Sottosettore IV/A del IV Settore): le Caverne ricovero A’ e A, le Opere n. 3 e 4, le casermette al Colle Feuillas, al Bric Content ed al Passo Scaletta. Fanno parte del Caposaldo Repiatta” (Sottosettore III/B del III Settore): le Caverne ricovero B e C, le Pag. 22 Le opere difensive realizzate dal set 1933 al set 1939, sono indicate in due stralci della carta in scala 1:25.000. Sopra. Dall’alto in basso e da sin a dx: la casermetta ricovero da combattimento al Colle di Feuillas; la casermetta al Bric Content; l’Opera n. 3, su due blocchi per mitragliatrici; la Caverna Ricovero A” alta, per 50 u. e Caverna A’ bassa per 60 u.; Opera n. 4 su 3 blocchi e 3 feritoie per mitragliatrici; Sotto. Opera X su due mitr. e 1 fuc. mitr.; Caverna ric. “B” per 60 u.; casermetta sul Bric per 40 u.; Opera 6 su 2 mitr.; la Caverna ricovero “C” per 60 u. al Colle Oserot (elaborazione F. Traverso). Pag. 23 mq 15 (2,50 x 6,00) per 9 u.; . Centro di fuoco o Opera 4, cantiere n. 3, n. 3 feritoie per altrettante mitragliatrici e relativi malloppi, 3 piastre di corazzatura, 1 ingresso, ricovero interno di mq 14,00 (2,35 x 5.93); . Opera 4.bis, cantiere 4.bis, 1 feritoia,1 ingresso: Opera sospesa, soltanto scavata; . casermetta ricovero al Passo Scaletta, q. 2.614, cantiere n. 10, capacità 20 u., posti letto n. 23 (1 biposto, n. 7 triposto); - terza zona, Passo Peroni q. 2.578, Repiatetta, Passo La Due esempi di piante allegate alla contabilità dei lavori. Sopra: la Caverna ricovero A’ alta, della capacità di 50 u., al M.te Scaletta; A destra: la Caverna ricovero A bassa, da 60 u. (dai disegni di contabilità , archivio cit.) Pag. 24 Croce Occidentale (cantieri n. 4, 5, 8, 9): . Centro di fuoco o Opera X, al Passo Peroni, cantiere n. 4, armata con due mitragliatrici ed un fucile mitragliatore, una piastra corazzata, 2 ingressi, un ricovero di 15 mq (3,00 x 5,00) per 8 u.; . Opera 6, loc. Repiatetta, cantiere n. 5, n. 2 feritoie (una bassa verso Servagno ed una alta verso Passo Peroni), 2 piastre corazzate, 1 ingresso, ricovero di mq 51,75 (3,00 x 17,15) per 20 u., n. 23 p.l.; . Caverna ricovero “B”, cantiere n. 8, al Passo La Croce Occidentale, capacità 60 u., n. 2 ingressi, ricovero di mq 86,25 (3,00 x 28,75); . casermetta al Bric o al Passo Peroni, cantiere n. 9, capacità ricettiva 40 u., 60 p.l. (n. 3 biletto e 18 triletto); - quarta zona, al Colle Oserot (cantiere n. 7): - . Caverna ricovero “C”, capacità 60 u., ricovero di mq 89,00 (3,00 La casermetta ricovero al Passo Scaletta a q. 2.840, della capacità ricettiva di 20 u.. Sopra - la pianta tratta dai disegni di contabilità. A dx, un’immagine della casermetta (anno 1993, foto dell’Autore) x 29,67), 2 ingressi. La casermetta ricovero da combattimento al Colle Feuillas Tra le opere sottratte alla demolizione imposta dal Trattato del 1947, figura la casermetta ricovero del Colle Feuillas. I lavori vengono consegnati il 30 agosto 1937 ed ultimati due anni dopo, dal tracciamento dei sentieri (nello stesso giorno 30.08.1937), ai lavori di riempimento e mascheramento della casermetta, ultimati il 31 ago 1939. Ma la durata effettiva dei lavori non supera i 10 mesi, Pag. 25 perché è possibile lavorare soltanto nei mesi da luglio ad ottobre. Nel 2013, la casermetta ricovero è stata recuperata, a nostro avviso grazie anche allo spessore medio di m 1,07 della volta in calcestruzzo. Attualmente è adibita a bivacco, è aperto tutto l’anno ed ha una caA destra la Casermetta Ricovero da combattimento per 20 uomini a ridosso del Col de “Feuillas”, vista in pianta e con alcuni particolari del proget- Sotto, la Casermetta Ricovero da 20 uomini, a quota 2.650 m., recuperata nel 2013 ed ora adibita a bivacco (dal web) to. Pag. 26 L’Ex casermetta, ora Bivacco Enrico e Mario, di proprietà dell’Associazione Montagne senza Frontiere. L’immagine dà un’idea della zona, aspra ed impervia (dal web). pacità ricettiva di 12 posti letto. La contabilità La contabilità dei lavori è contenuta in due Registri Misure (il primo di 385 pagine, il secondo di 428 pagg.), da un Riepilogo, da n. 47 tavole di disegno di contabilità, da 12 computi per il ricavo dei volumi e da 45 Note Settimanali. Il riepilogo dei lavori eseguiti (Mod. n. 17 del R.L.G.M.) riporta, per i 12 cantieri: - manodopera, noli, materiali e trasporti: fabbro gg 29,50; garzone, n. 14,50 gg., scalpellino gg. 8; manovale gg. 1.282,00, muratore gg. 267,25; pietrisco mc 626,14, sabbia di frantoio mc 3,50; fusti di abete di 1^ specie mc 0,56; ferro laminato a sezione sagomata piccola kg 492,28; trasporto di materiali metallici dell’Amm.ne Mil. da Vinadio a pié d’opera q.li 39,41; trasporto di corazze da Borgo San Dalmazzo a pié d’opera q.li 108,18; - lavori a misura: scavo a cielo aperto mc 11.127,031, scavo di galleria a sezione ristretta mc 1.259,77, scavo di galleria a sezione mezzana mc 2.096,38, rivestimento di galleria con calcestruzzo di cemento mc 1.027,12, battuto di cls di cemento mq 1.160,91, muratura di cls di cemento mc 511,96, intonaco di cemenPag. 27 to impermeabilizzante mq 3.750,42, solaio con soletta di c.a. per un sovraccarico di kg/mq 300 mq 86,65, pietrini di cemento mq 45,53, vaso alla turca dim 50x70 n. 18,90; imposte di porte o finestre in lamiera di acciaio kg 7.958; imbianchimento con latte di calce a due strati mq 5.356,44; serbatoi in ardesia artificiale della capacità di 300 lt n. 75,60; condotta murata di tubi di grès ceramico grandi ml 89,93; cassette di ghisa per lavatura latrine n. 18,90; ferro tondino o ferro laminato a sezione sagomata piccola q.li 29,04; muro di pietrame (scapoli) e malta di cemento mc 1.743,67; formazione di drenaggi mc 423,72; gettata di cls di cemento mc 582,622; muro di pietrame (scapoli) a secco mc 11,86; piastre di acciaio in opera kg 4.777,50; ferramenta con ferro laminato o trafilato del 1° genere q.li 0,14; posa in opera di ferramenta varia dell’A.M. q.li15,00; formazione di vespai mc 87,76; messa in opera di corazzature dell’A.M. q.li 15,93; intonaco di cemento mq 3.106,32; ferramenta laminata in opera kg 670,40; stufa parallelepipeda grande comune n. 6,45; stufa in lamiera di ferro con rivestimento interno refrattario piccola n. 6,45; intonavo di cemento retinato mq 746,39; solaio con nervature e soletta in c.a. per un sovraccarico di kg/mq 1.500 mq 809,84; battuto di asfalto naturale mq 840,59; impiantito di pietrini di cemento mq 275,67; tetto con copertura di cartone catramato mq 796,88; imposte di porte o finestre intestate di assicelle di abete mq 106,40; sportelli da invetriata per finestre con tavole di abete mq 44,78; telaio semplice da imposte i porta o finestra con travicelli di castagno o di larice ml 158,59; lettini Pag. 28 in ferro alla marinara kg 5.983,65; serbatoi in ardesia artificiale capacità lt 100 n. 8,60; rinzaffo con malta di cemento mq 209,12; imposte di porta o finestra armate con tavole di larice o castagno con anteposto lamierino di protezione dello spessore di mm 2 mq 36,18; costruzione di mulattiera (dalla Caverna “B” all’incrocio Repiatetta ed altri vari tratti): km 5,184; costruzione di camminamenti (dal sentiero dal cantiere n. 1 all’1.bis; dal cantiere 2 ai cantieri 1 e 1.bis) ml 51,00; costruzione di sentiero in roccia largo m 0,60 (ml 1.975,05 dall’Opera 4 al passo Scaletta, all’opera 3, alla caverna A, al Bric Content), dal Bric Content al colle Feuillas) ml 2.850. In totale ml 4.825,05 Dai Registri misure si rileva: il contratto con cui sono state appaltate le varie opere, porta il numero 949 di repertorio: stipulato in data 06.09.1933 con l’Impresa L. Cidonio di Roma, ha per titolo generico l’esecuzione di “scavi e opere murarie in varie zone del Comune di Bersezio”. L’importo lordo è di £. 1.250.000 che, con il ribasso offerto del 10%, si riduce a £. 1.125.000. Nel corso dei lavori vengono stipulati 4 Atti Aggiuntivi, che portano il Conto di Liquidazione Finale a £. 1.635.357,80: una cifra che, rapportata ad oggi, dovrebbe aggirarsi sui 14 mll. di euro. Dalle 45 Note Settimanali si rileva: Direttore dei Lavori: Ten. g. Giuseppe Robotti (1934); Ten. g. Giulio Cesare Martellini (1935 – 39); Contabilizzatore: Rag. Geom. Giuseppe Ravelli; Assistenti: Jemolo Caccia (nel 1934, 1935), Cesare Nota conclusiva L’aggiornamento del costo di allora è molto aleatorio, per il variare dei vari fattori che lo compongono. Proviamo a fare un tentativo: assumiamo il classico rapporto del 60% della manodopera e del 40% per materiali, ecc. sul costo complessivo dei lavori. Le 22 lire della giornata di 10 ore del manovale, oggi corrisponderebbero a 300 euro = £. 580.000, pari ad un aumento di 26.400 volte. Per cui 0,60 x £. 1.635.357,80 x 26.400 = £. 25.904.067.000. I materiali, ecc. possono rivalutarsi secondo il coefficiente ISTAT, che dal 1933 al 2013 è 2.143,692. Per cui: 0,40 £. 1.635.357,80 x 2.143,692 = £. 1.594.094.400. In totale £. 27.498.161.000. In euro: € 14.201.614,00. Conclusione Abbiamo voluto riportare alla luce un lavoro di ottant’anni fa, non soltanto per fare memoria della fatica degli uomini e del fervido operoso ingegno degli Ufficiali del Genio e dei loro collaboratori di allora, ma soprattutto per illustrare la professionalità, la precisione, l’impegno, la scrupolosità, con cui venivano diretti e contabilizzati i lavori. Piero Pesaresi Chi è Piero Pesaresi? E’ un Generale di Brigata in congedo proveniente dall’Arma del Genio e infatti, dopo aver frequentato il 10° Corso dell’Accademia Militare a Modena e la Scuola di Applicazione a Torino, effettua i suoi periodi di comando da Tenente e Capitano tra il 1957 ed il 1966 in varie sedi a caratterizzazione alpina che vanno da Fossano (CN) a Bolzano (BZ) e Riva del Garda (TN) per finire in Carnia con esercitazioni con la Brigata Jullia. Ancorché proveniente da una maturità classica, si laurea in Ingegneria Civile presso il Politecnico di Milano e nel 1966 inizia una sua lunga e proficua attività nell’ambito del settore “Lavori del Genio” e, per sei anni (1966-1972) è effettivo alla 3^ Direzione Lavori Genio di Milano. Poi, dal 1073 al 1977 è Capo Sezione Staccata Lavori Genio Militare a Genova con tutti i problemi connessi con il governo di un centinaio di dipendenti. Per assolvere a quanto previsto dalla legge di avanzamento, dal set 1977al set 1978 è Cte del 3° btg. Genio “Lario” a Pavia ma, subito dopo, riprende il sopravvento la sua passione per la branca lavori ed è Capo Sezione Lavori e Demanio presso l’ Ispettorato dell'Arma del Genio a Roma. Poi, dal 1981 al 1987, è Direttore della Direzione Autonoma del Genio Militare per la Marina a La Spezia e, dal 1988 al 1989 è Capo Divisione Lavori per la Marina presso la Direzione Generale del Genio del Ministero della Difesa a Roma. E con questo si conclude una sintesi stringatissima del curriculum del Gen. Pesaresi che, rispetto alla versione completa, è stata spurgata di tutti i progetti fatti, delle attività di collaudo, delle pubblicazioni e scritti vari prodotti nonchè delle conferenze effettuate in molteplici sedi ed occasioni. In sostanza, e qui concludo io come Capo gruppo perché lui, da solo, non se lo sarebbe mai scritto, si tratta di un Ufficiale del Genio completo a 360° gradi sferici, che rende onore all’Arma per tutte le sue attività, da Ufficiale al comando di reparti e quindi a contatto con la truppa, a Ingegnere progettista ed esecutore. BRAVO PIERO. R.S. Pag. 29 Voi tutti sapete che il nostro notiziario non tratta argomenti di politica e nemmeno di attualità (uscendo ogni 4 mesi sarebbe sempre in ritardo) ma da più parti giungono notizie di Sindaci che hanno preso posizioni nette nei confronti dei problemi di convivenza tra etnie, usanze e religioni diverse. In particolare mi hanno colpito le determinazioni di un Sindaco Australiano e di uno Canadese che vi trascrivo. Perché un Sindaco canadese non toglie la carne di maiale dalle mense. I genitori musulmani avevano chiesto l’eliminazione della carne di maiale dai menù nelle mense di tutte le scuole della città. Il Sindaco si è rifiutato ed il segretario comunale ha spedito una lettera a tutti i genitori per spiegarne i motivi. Ha scritto che i musulmani devono capire che sono loro a doversi adattare allo stile di vita del Canada, ai suoi costumi ed alle sue tradizioni perché questo è il luogo dove hanno scelto di emigrare. Devono capire che devono integrarsi ed imparare a vivere in Canada. Devono capire che a cambiare stile di vita devono essere loro e non i canadesi che così generosamente li hanno accolti. Devono capire che i canadesi non sono né razzisti né xenofobi: hanno accettato molti immigrati prima dei musulmani (mentre non è vero il contrario; negli stati musulmani non vengono accettati immigrati non-islamici). Come tanti altri popoli, i canadesi non sono disposti a rinunciare alla loro identità o alla loro cultura. E se è vero che il Canada è una terra di ospitalità, non è il Sindaco di questa città che accoglie gli stranieri, ma è tutto il popolo canadese. Gli immigrati devono capire che in Canada, che ha evidenti radici giudaicocristiane, gli alberi di Natale, le chiese e le feste religiose, la religione, insomma, deve restare nella sfera privata. Il Comune di questa città, quindi, era nel giusto quando ha rifiutato qualsiasi concessione all’Islam ed alla Sharia. Per i musulmani che non dovessero condividere questa laicità e non dovessero sentirsi a proprio agio in Canada, ci sono 57 bellissimi paesi islamici nel mondo, la maggior parte dei quali poco popolati e pronti a riceverli a braccia aperte “halal”, cioè in modo conforme alla Sharia. Se avete lasciato il vostro paese per il Canada, e non per altri luoghi musulmani, è perché avete considerato che la vita fosse migliore qui che altrove. Ponetevi la domanda una buona volta: “Perché è meglio in Canada che nel paese da dove venite?”. Forse una mensa che offra anche carne di maiale può essere una parte della risposta. Il Sindaco Mentre la risposta negativa di questo Sindaco canadese è stata, tutto sommato, ferma ma non particolarmente dura, quella del Sindaco australiano ha usato termini molto più drastici proponendo degli aut-aut del tipo “Se non vi va, fuori dai piedi”. Io ricordo quando, qualche anno fa, è stato chiesto di togliere il Crocifisso dalle nostre aule ed inizialmente è stato fatto. Non vorrei sbagliare ma almeno in questo siamo stati capaci di innestare la retromarcia. R.S. Pag. 30 Il Col. Aldo Micaletto mi ha inviato il 23 dicembre scorso la mail che vi trascrivo qui sotto insieme alla foto che inviato in allegato alla stessa mail. Mi è piaciuto molto il fatto che nel comunicarmi di aver terminato il servizio attivo abbia fatto una carrellata sui suoi Comandanti nei vari momenti della sua vita militare attiva. Anche l’aver arricchito la sua mail con la sua foto con i gradi da Colonnello è una ulteriore testimonianza del suo attaccamento all’istituzione militare e questo gli fa certamente onore. Sono convinto di interpretare il pensiero di tutti e specialmente dei tre tra i citati da Micaletto che riceveranno questo notiziario, nell’inviare al nostro amico Aldo un vigoroso “bocca in lupo” per il suo nuovo status, sicuro che scoprirà che le giornate non saranno per niente di assoluto riposo come forse poteva avere immaginato, anzi, lo invito a farci sapere le sue impressioni, diciamo fra 5 o 6 mesi. Ciao Aldo e grazie. R.S. Egregio Signor Generale Scaranari, mi permetto di scriverLe per comunicarLe che dal 12 settembre scorso ho terminato il servizio attivo. Sono transitato infatti in “ausiliaria” ed ho raggiunto i tantissimi amici che mi hanno già preceduto in questa stupenda esperienza di Ufficiale del Genio. In questa circostanza desidero inviare il mio più cordiale saluto ai colleghi che hanno condiviso con me tanti momenti indimenticabili nei Reparti del Genio Alpino e ricordare, in modo particolare, tutti i Comandanti che ho incontrato nella mia carriera cominciando dal Cap. Andriella alla Scuola del Genio, il Cap. Angeletti e Figliolini alla Compagnia Genio Pionieri Orobica, il Cap. Frattini, La Placa e Grieco alla Compagnia Genio Guastatori Tridentina, i Ten. Col. Job, Alfani, Antonelli, Li Gobbi, Musso e Mattozzi al 2° Battaglione Genio Guastatori Iseo a Bolzano ed il Col. Di Donato ed ancora Antonelli al 2° Reggimento Genio Guastatori a Trento. E’ stata un’esperienza bellissima che si è conclusa a Bolzano dopo dieci anni di permanenza al Comando Truppe Alpine nell’incarico di Assistente Militare del Capo di Stato Maggiore. Colgo l’occasione infine per inviarLe il mio nuovo indirizzo di posta elettronica e, vista l’imminenza delle prossime Festività, per rivolgere a Lei e a tutti gli amici del Gruppo Alpino ANGET i miei più sentiti Auguri di un Sereno Natale e di un Felicissimo Anno Nuovo. Aldo Micaletto Pag. 31 Dapunt Christian Mora Marco Sperati Alessandro Adang Ermanno Rossi Piergiorgio Guglielmi Giovanni Bruschi Carlo Alberto Cerretti Paolo Zoppi Enzo Martin Diaz Gabriel Vitale Luigi Leoci Antonio Giusto Giovanni Peloia Massimo Marchetti Nunzio Rivela Gaetano Di Bisceglie Filippo Arcuri Sistino Maj Anselmo Faustinelli Alfio 01 02 03 03 04 04 06 07 08 10 13 16 24 24 25 26 28 28 29 31 Comisso Giuseppe 03 Neri Danilo 05 Buonomini Guido 05 Molinelli Lorenzo 07 Cappellari Giustiniano 07 Bompieri Giuseppe 10 Bellinazzi Franco 11 Giunti Piergiorgio 18 Belfiore Gaetano 19 Vanotti Davide 20 Di Poi Ennio 22 Buonerba Luigi 27 Questo notiziario è visibile a colori, in formato PDF, sul nostro sito www.gruppalpanget.it. Corrà Renato Lombardo Salvatore Berniga Quintino Ciardo Antonino Carosella Paolo Fioretto Giovanni Scandurra Giuseppe Ricci Riccardo Scaranari Andrea Vannini Vannetto Magri Virgilio Ricci Rolando La Placa Giuseppe Beltramini Gianluigi Funaro Italo Meli Eliseo Silveri Franco Cerea Ivano Dorigoni Franco 01 03 03 03 04 05 07 08 10 12 20 20 20 20 23 26 28 28 30 Garzon Andrea Cattaneo Giorgio Malaspina Donato Tagni Silvio Mariolini Gino Di Donato Giuseppe Gabusi Annibale Bonomi Attilio Romelli Angelo Chiarini Ottorino Properzi Piero Carollo Girolamo Filippini Antonio Canziani Luciano Frigerio Enrico Cornali Gianfranco Borgheresi Aldo Munari Antonio Bonassi Piero Boari Filippo 03 04 04 04 05 05 09 09 10 10 10 12 13 17 17 18 18 20 22 27 Il 12 febbraio 2015 è “andato avanti” il nostro socio Maggiore g. (Ris.) Emilio MEGA Iniziato il suo servizio nel IV° Corpo d’Armata come Sottufficiale alla Cp.g.p. “Tridentina”, con encomiabile impegno ha superato le prove per diventare Ufficiale ed ha poi lavorato nell’ambito del C.A. e della Direzione Lavori Genio in BZ. Ci uniamo tutti al dolore della famiglia. Anno 13° - n. 44 - marzo 2015 DIREZIONE e REDAZIONE ISCRIZIONI 2015 (Euro 21.00) IMBUSTATURA e AFFRANCATURA C.C. Postale n. 43041086 intestato a Via di S.Erasmo, 15 Scaranari Roberto-Gruppo Alpino ANGET 00184 Roma Via di S.Erasmo, 15 - 00184 Roma Tel. 348.7924800 e 06.77206968 Per bonifici bancari, il codice IBAN è: e-mail: [email protected] IT12Z0760103200000043041086 DIRETTORE: Roberto Scaranari Collaboratori per questo numero: Giorgio Cattaneo Ferruccio Pellegatta Gianfranco Montagna Carmelo Liaci Antonio Li Gobbi Aldo Micaletto Piero Pesaresi www.gruppalpanget.it - www.angetitalia.it - www.pionieriorobica.it www.iscag.it - www.museoalpinidarfo.it - www.centrostudimilitari.it