Report
Giornate Formative
per l’accoglienza
alle vittime
di furti e scippi
Relatore:
Dr. Marco Bertoluzzo - Criminologo
Criminologo,, Gruppo Abele - Torino
Staff:
Dr.sse Viola Poggi e Silvia Taravan
 30 ottobre 2014 a Torino Fnp Torino - Cuneo - Valle d’Aosta (29 partecipanti)
 10 novembre 2014 a Novara Fnp Piemonte Orientale (21 partecipanti)
 17 novembre 2014 ad Alessandria Fnp Alessandria - Asti (21 partecipanti)
Introduzione FNP CISL Piemonte di Gianni Vizio
La FNP del Piemonte ha avviato nello scorso febbraio un approfondimento sul tema della Sicurezza
degli anziani, organizzando un apposito Seminario, con la partecipazione di esperti esterni. Partendo
dalla valorizzazione della “Cassa di Solidarietà per Furti e Scippi”, una tutela riservata agli iscritti FNP,
nel Seminario, tra le tante riflessioni sviluppate, sono emersi due aspetti cruciali:
1)
C’è la necessità di svolgere un’opera di sensibilizzazione e prevenzione verso gli anziani sulle
precauzioni da adottare nella vita quotidiana per limitare il rischio di truffe e raggiri, stando
attenti però a fornire i consigli giusti. Purtroppo abbiamo constatato che, anche in buona fede,
sovente i vari “Decaloghi sulla sicurezza” che vengono diffusi sui giornali e sulle riviste
rischiano di accentuare la solitudine e l’isolamento delle persone (troppi inviti a chiudersi in
casa, non aprire a nessuno, a non fidarsi, ecc…).
2)
I nostri iscritti quando sono vittime di furti, scippi e raggiri subiscono un danno economico, ma
spesso il danno maggiore è quello di ordine psicologico, poiché fanno aumentare la paura,
l’insicurezza, la fragilità e il senso di colpa. Per questo è molto importante avere con le persone
che si rivolgono alle nostre sedi un approccio corretto e un’accoglienza adeguata: bisogna
innanzitutto ascoltare la persona e aiutarla a liberarsi dal dolore e dal peso delle
preoccupazioni interiori.
Per migliorare quindi la qualità del nostro lavoro nelle sedi, abbiamo organizzato con il dr. Bertoluzzo
e il suo staff una prima giornata formativa, con lo scopo di acquisire strumenti, conoscenze e
consigli.
In tal modo i nostri collaboratori FNP hanno a disposizione oltre ai materiali già diffusi, altre riflessioni
particolarmente utili per allargare e diffondere nei propri territori una maggiore sensibilità sul tema,
così tanto sentito dagli anziani.
Intervento del Dott. Marco Bertoluzzo, criminologo, Gruppo Abele di Torino
Questi incontri hanno una duplice funzione: quella di aiutarci a svolgere al meglio il servizio di accoglienza
e ascolto dei nostri associati e quella di sensibilizzarci sull’importanza della prevenzione nei confronti dei reati
commessi in danno delle persone anziane. Se scorriamo le statistiche giudiziarie alla ricerca di informazioni sui
reati inerenti la problematica delle truffe e dei raggiri commessi ai danni delle persone anziane, saremo senza
dubbio colpiti dall’esiguità delle denunce. Ma se prestiamo attenzione a racconti di amici o conoscenti sulle
persone coinvolte in queste problematiche, il numero diventerebbe assolutamente rilevante. In altre parole ci
accorgeremmo facilmente che i delitti effettivamente commessi sono di gran lunga superiori a quelli denunciati.
E’ questo il fenomeno del cosiddetto numero oscuro che rende quanto meno discutibile l’analisi quantitativa del
fenomeno criminale.
E’ sempre un’operazione complessa e difficile accogliere le vittime di reato. Ma quando si ascolta una persona
anziana vittima di truffa o se ne legge il racconto si è assaliti da sensazioni quasi contrapposte: da un lato si
provano sdegno e rabbia per come qualcuno sia riuscito ad approfittare, per trarne profitto, di una condizione
di estrema debolezza, dall’altra incredulità rispetto all’apertura esagerata di un credito di fiducia che l’anziano
ha fatto nei confronti di una persona estranea.
E’ certo che l’essere stato vittima segna in modo indelebile la vita di una persona anziana e dei suoi familiari;
all’anziano fa toccare con mano la propria debolezza, dà un segnale di inadeguatezza e di ulteriore
invecchiamento; per i familiari inizia un periodo di grande preoccupazione, attraversato dalla paura che quanto
avvenuto riaccada, che la persona anziana non sia più in grado di proteggersi. Questo stato di ansia rischia di
riversarsi sulla vittima, tradotto dai parenti con mille raccomandazioni, con richieste di maggiore attenzione
negli incontri fuori casa e di maggior cautela nell’aprire la porta agli sconosciuti. Succede poi con una certa
frequenza che i parenti stretti dell’anziano valutino l’accaduto come la prova che lo stesso non sia più in grado di
gestirsi autonomamente e che quindi vadano presi dei provvedimenti quali un’assistenza più o meno
continuativa o addirittura il ricovero in una casa di riposo.
La vittima di reato va posta al centro del “nostro accogliere”. Per offrire una buona accoglienza occorre usare
particolare attenzione al luogo. Una stanza tranquilla, senza transito di persone estranee, la predisposizione di
sedie comode, qualche caramella, una tazza di caffè… Nella comunicazione con la persona sono importantissimi
i gesti (il sorriso, lo sguardo attento, la delicatezza delle domande...). Poi non è necessario porsi un limite di
tempo: è la persona accolta che decide quanto raccontare e per quanto tempo. E’ fondamentale imparare a
stare in silenzio e ascoltare. Infine potrebbe essere utile proporsi come un punto di riferimento anche nei
confronti dei familiari (spesso la persona anziana non si sente in grado di parlarne ai propri familiari, da sola).
Saper ascoltare presuppone la capacità di stare in silenzio, di essere attenti ai bisogni dell’altra persona
concedendo tutto il tempo necessario. E’ utile non dare giudizi, non interpretare quanto raccontato e non
eccedere in consigli.
Per contrastare il fenomeno di tali reati (perché di questo si tratta, non certo di illuderci di eliminare
radicalmente la problematica) occorrono strategie di intervento che vedono coinvolti innanzitutto gli Enti Locali,
poi le Forze dell’Ordine e infine soggetti che, a diverso titolo, offrono occasioni di incontro agli anziani (centri
ricreativi, parrocchie, sindacati) o, perché no, hanno nell’anziano un cliente fidelizzato (istituti bancari,
supermercati, farmacie). Gli obiettivi dell’intervento sono quelli di affrontare apertamente la questione ovvero
aprire momenti di dialogo e confronto sul tema per sensibilizzare e suggerire comportamenti corretti ed efficaci.
Più che allarmare le persone e portarle a ridurre le uscite da casa o spingerle ad asserragliarsi nella propria
abitazione, sarebbe più utile invitarle a creare una rete di “punti di appoggio”, di luoghi o di persone a cui far
riferimento nel momento di difficoltà. Utile per esempio, per la persona anziana, avere a portata di mano il
numero di un conoscente o di un parente perché anche solo il gesto di cercare un confronto con qualcuno,
accompagnato dalla frase “sento un attimo mio figlio per un consiglio sul da farsi”, coglie di sorpresa il
malintenzionato che spesso abbandona “la preda e la scena” e si dilegua.
Alcuni consigli sulla sicurezza degli anziani e sull’accoglienza alle vittime
ACCOGLIENZA
PREVENZIONE
 Farli accomodare possibilmente in un locale riservato
 Suggerire di andare al cimitero in gruppo (visto che molti furti
 Chiedere se si è fatta denuncia alle autorità ed si subiscono lì): è anche un modo per fare rete e mantenere i
eventualmente fare insieme l’elenco degli oggetti rubati
 Mai giudicare, ma rassicurare e cercare di calmare la
persona, offrendo magari un caffè o un bicchiere d’acqua
contatti, visto che il principale nemico degli anziani è la
solitudine
 Tenere sempre la borsa dal lato del muro quando si cammina
per strada e il portafoglio nella tasca interna della giacca
 Ascoltare senza mai interrompere
 Nell’ascolto empatico sono molto importanti i gesti:  Portare con sé il minimo indispensabile in termini di denaro e
documenti e tenere il codice PIN separato dal Bancomat
guardare la persona negli occhi, sistemare le sedie una
accanto all’altra, mostrarsi attenti
 Diffidare di persone che si presentano a nome di familiari o
 Ricordarsi che una truffa o uno scippo sono forme di
affermano di conoscervi e si offrono di accompagnarvi a casa o
nelle vostre commissioni
violenza psicologica, quindi ascoltare senza fare critiche
 Cercare di guardare oltre il fatto, trovando una chiave  Cercare sempre di prendere tempo: la cosa migliore è fare una
positiva, dicendo ad esempio che l’importante è che la
persona non abbia subito violenza fisica
telefonata a un vicino di casa, un familiare o un amico
 Tenere poco denaro contante in casa
 Fotografare i gioielli e conservare le foto: è l’unico modo per
(Ha collaborato Carmela Venezia - RLS Galliate)
recuperarli in caso di ritrovamento della refurtiva dopo un furto
Opuscolo “La sicurezza degli anziani”
disponibile nelle sedi FNP CISL
Per qualsiasi informazione rivolgiti alle nostre sedi e recapiti che trovi
sul nostro sito web: www.fnpcislpiemonte.it
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