Teatro Comunale San Teodoro di Cantù
Vi invita
Giovedì 29 gennaio ore 19.00
GIUBIANA FANS CLUB DAY
Giovedì 29 gennaio alle 19, Teatro Comunale San Teodoro vi invita al primo
grande raduno dei fans canturini della Giubiana, la tradizionale festa
celebrata l’ultimo giovedì del mese di gennaio.
Il ritrovo per tutti è al bar del teatro per un aperitivo con ricco buffet dalle
19.00 a ingresso libero accompagnato dal celeberrimo risotto giallo con
luganega preparato dal presidente della Cooperativa mondovisione, Andrea
Zorzetto, oltre che da altre gustose pietanze.
A seguire ci si recherà tutti insieme in Piazza Garibaldi per il corteo, il rogo della
giubiana e lo spettacolo pirotecnico seguito da una grande festa nel bar del
teatro!
Prima e dopo in teatro:
LIVE + DJ SET con EMIL, LUCHE E PILLI (from LABRADORS)
INGRESSO GRATUITO
Infoline: [email protected]
LA GIUBIANA
La Giubiana o “Festa della Giobia”
è una festa tradizionale molto
popolare nell'Italia Settentrionale,
in
particolare
in
Lombardia
(Brianza, Altomilanese, Varesotto
e Comasco). L'ultimo giovedì del
mese di gennaio vengono accesi
dei grandi falò (o roghi) nelle
piazze e bruciata la Giubiana, un
grande fantoccio di paglia vestito
di stracci. Il rogo assume valori
diversi a seconda della località in
cui
ci
si
trova,
mantenendo
sempre uno stretto legame con le
tradizioni popolari del luogo.
A Cantù ad essere simbolicamente immolata su una pira di legno posta nel
centro di piazza Garibaldi, nel centro cittadino, è una giovane bellissima che
secondo la tradizione rappresenta una castellana che ebbe l'ardire di tradire la
città in un lontano passato, forse nella guerra tra milanesi e comaschi del XII
secolo. Cantù, alleata a Milano contro la città lariana, subì infatti una dura
sconfitta ma la guerra fu infine vinta dai milanesi che conquistarono Como
decretando così, secondo questa interpretazione della leggenda, anche la
condanna al rogo della giovane. Una tremenda sentenza che viene
simbolicamente ricordata ogni anno nella serata dell'ultimo giovedì di gennaio.
Non a caso prima del rogo a Cantù si organizza un corteo con costumi storici: su
un carro trascinato a mano e scortato da armigeri, frati e un boia viene caricata la
Giubiana, ossia un manichino di donna esposto giorni prima in un locale di via
Dante, a due passi da piazza Garibaldi, ad un ipotetico pubblico ludibrio. Durante
il corteo, che raggiunge poi il municipio e quindi la piazza centrale per il rogo,
viene anche data lettura della condanna. Si tratterebbe comunque di una
leggenda visto che non esistono fonti che leghino alla verità storica questi fatti.
Nel 1998 la Biblioteca comunale di Mariano Comense distribuì nelle scuole
elementari della zona del canturino un opuscolo contenente una ipotetica storia
della Giubiana. Il libretto, fuori commercio, è il frutto di un'abile collaborazione
tra Giancarlo Montorfano, Ariel Macchi e l'illustratore Filippo Brunello: il piccolo
opuscolo riscontra un successo imprevisto alla vigilia non solo tra i bambini ma
anche tra quelli più grandi non solo per la suggestiva narrazione ma anche per i
riscontri storici che sono contenuti in essa.
La storia racconta che la notte di un giovedì di gennaio di settecento anni fa
bussò a uno degli ingressi del borgo di Canturio una bellissima donna. Padre
Lorenzo, scambiando la giovane ragazza con la Madonna, aprì inconsciamente la
porta della città. Il frate rimase esterrefatto dai suoi occhi, mentre la giovane lo
ipnotizza fissandolo nelle pupille. Lei gli ordinò: "Dammi le chiavi della città".
Conquistate le chiavi, la donna poté così aprire i pesanti battenti della porta ai
Visconti che si insediarono immobilizzando le guardie nelle varie torri. I milanesi
si erano anche impadroniti della vicina Marliano (l'odierna Mariano Comense) e i
Grassi, signori di Canturio, erano stati spodestati e cacciati. Della giovane non si
sentì più parlare dalla fine di gennaio di tanto tempo fa. Ancora oggi ci si chiede
chi fosse questa bella ragazza, se una guerriera come Bradamante o una creatura
demoniaca.
Un'usanza cominciò però a diffondersi l'ultimo giovedì di gennaio: bruciare
insieme alle stoppie del granoturco un fantoccio di pezza, colorato, con le
fattezze di una donna. Una volta l'anno gli abitanti di molti paesi della Brianza si
divertono a danzare urlanti attorno ad un enorme falò. Scacciano i ricordi di un
passato sfortunato e si augurano un futuro più felice.
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