La Regione ringrazia la Protezione civile: «Grande impegno per aiutare l’Abruzzo» Grazie per quello che avete fatto. È questo il significato dei riconoscimenti che il governatore Roberto Formigoni, affiancato dall’assessore alla Protezione civile, Polizia locale e Prevenzione, Stefano Maullu, ha consegnato questo pomeriggio ai volontari impegnati in Abruzzo fin dalle primissime ore dopo il terremoto del 6 aprile. La cerimonia, che si è svolta ieri al teatro Dal Verme, è stata fortemente voluta da Regione Lombardia come segno concreto della riconoscenza nei confronti delle 2.000 persone appartenenti ai corpi di Protezione civile della nostra Regione che hanno concretamente e tenacemente contribuito a far tornare l'Abruzzo a vita normale il prima possibile. «Oggi - ha detto il presidente - voglio ringraziare tutte quelle donne e quegli uomini figli della terra lombarda che ancora una volta si sono dimostrati prontissimi a scattare nel momento del bisogno». A sole 8 ore di distanza dal sisma, infatti, Giovanni Caldiroli, funzionario del Pirellone, Cristiano Cozzi del 118 di Milano e Alessandro Caretti di A2a sono partiti da Milano a bordo di una jeep per mandare alla sala di operativa di Regione Lombardia tutte le notizie utili per predisporre poi l'intervento di uomini e mezzi. Lo stesso giorno, alle 14.30, è partita la colonna mobile regionale con 240 volontari. Quella notte non hanno dormito e all’alba del giorno successivo hanno servito bevande calde e brioche agli sfollati che avevano pernottato in macchina per paura di nuove scosse o perché non avevano più un tetto. In tempi record si sono poi dati da fare per allestire le tende da campo nell’area di Monticchio 1 e Monticchio 2, e successivamente di Paganica 5 e Rocca di Mezzo. «Non è un caso isolato - ha specificato Formigoni - la nostra Protezione civile si era già distinta in occasione del terremoto dell’Umbria del 1997, del sisma del Molise del 2002, di quello di Salò del 2004 e in Kosovo. Questo significa che in Lombardia esiste un corpo speciale che vive la vita di tutti i giorni, ma che trova il tempo di mettersi a disposizione degli altri nei momenti di difficoltà. E lo fa non facendosi mai trovare impreparato». Formigoni ha anche raccontato di «ricevere continuamente messaggi, lettere e telefonate di ringraziamento dalle istituzioni e dagli abruzzesi che sono grati per l’opera dei nostri volontari». «Un aiuto - ha aggiunto l’assessore Maullu - che non è stato solamente materiale, anzi. È stato carico di umanità, ricco di solidarietà, ma soprattutto offerto nel modo e nel momento giusto». E la soddisfazione sicuramente più bella è che è stato da tutti riconosciuto e apprezzato. Vertice Fao, fino a mercoledì off limits Circo Massimo e Caracalla Roma, 16 novembre – Da lunedì 16 a mercoledì 18 novembre la sede della Fao ospita il Vertice Internazionale sulla "Sicurezza alimentare". Da domenica 15 modifiche per viabilità e trasporto pubblico, riguardanti in particolare la Zona del Circo Massimo. Previste una zona interdetta alla circolazione e la deviazione di 16 linee di bus, compresi tre collegamenti notturni, sulle direttrici aperte al traffico. Chiusa, inoltre, dalle 8 di domenica 15 fino a mercoledì 18 novembre, la stazione Circo Massimo della linea B del metrò, dove i treni transiteranno senza fermarsi. L'area di sicurezza individuata dalla Questura, e chiusa a partire dalla mattina di domenica 15 sia al traffico privato che a quello pubblico, inclusi i taxi, comprende: piazza di Porta Capena (con esclusione dellla circolazione da via San Gregorio a via dei Cerchi); viale delle Terme di Caracalla (da piazza di Porta Capena a via Antonina); via Guido Baccelli (da largo Vittime del Terrorismo a largo Fioritto), viale Aventino (da piazza Albania a piazza di Porta Capena e via del Circo Massimo (da piazzale Ugo La Malfa a viale Aventino). Questi gli assi lungo i quali è possibile circolare: via di San Gregorio/via dei Cerchi, viale della Piramide Cestia/via di Santa Prisca/via delle Terme Deciane, via Druso/Cristoforo Colombo, lungotevere/via Marmorata. Divieto di parcheggiare, già da venerdì 13, nelle seguenti strade: via del Circo Massimo (su entrambi i lati), piazza di Porta Capena, viale Aventino (entrambi i lati), via Aventina, via Baldassarre Peruzzi, largo Fioritto, via di Santa Balbina, largo Baldinotti, via Antonina, viale delle Terme di Caracalla (entrambi i lati), largo Vittime del Terrorismo, via di Valle delle Camene, via dei Cerchi, via della Fonte di Fauno. Sempre da venerdì, divieti anche in alcune strade del Centro: via Vittorio Emanuele Orlando, via Romita, via Sistina, piazza Trinità dei Monti. Le 16 linee bus interessate alle deviazioni sono: 3, 60 Express, 75, 81, 85, 87, 118, 160, 175, 271, 628, 673, 715, n2, n10 e n11. I dettagli del piano salvatrasporti sul sito www.atac.roma.it. Sui problemi di mobilità che alla città derivano dal vertice Fao, il Sindaco ha telefonato al Questore di Roma e al Capo di Gabinetto del Ministero degli Interni, per chiedere che le misure di sicurezza siano studiate in modo da ridurre il più possibile i disagi. Alemanno ha così riferito i suoi colloqui: "Ho chiesto al Questore e al Ministero una maggiore flessibilità e la massima sobrietà nell'organizzare le misure di sicurezza e le scorte per i Capi di Stato e di Governo che parteciperanno al vertice Fao che comincia domani. Già nella giornata di ieri si sono verificati gravi ingorghi stradali per la massiccia presenza di scorte e di sbarramento al traffico. Dobbiamo cercare di evitare che da domani la città rimanga paralizzata. Comprendo la necessità di tutelare al massimo la sicurezza di ospiti internazionali così importanti e credo che il vertice Fao rappresenti una grande occasione per combattere la piaga della fame nel mondo, per cui tanti bambini e tante persone muoiono ogni giorno, ma sono convinto che con flessibilità e sobrietà tutto questo possa non essere pagato con gravissimi disagi dei cittadini romani. Il Questore e il Prefetto mi hanno garantito il massimo impegno in questo senso e da parte mia ho offerto la piena collaborazione del Comune e della Polizia Municipale". Lombardia MONZA: LA POLIZIA LOCALE SEQUESTRA 1.500 GIOCATTOLI PERICOLOSI di Riccardo Rosa-(Annunci Google del 13.11.2009) 16/11/2009 Tags: Monza e dintorni Sequestrati oltre 1.500 giocattoli fuori legge. Martedì alle 10 di mattina una squadra di agenti della polizia locale ha effettuato un blitz in uno dei numerosi negozi di proprietà di cinesi aperti in questi ultimi anni sul territorio comunale monzese. Al termine degli accertamenti, i vigili hanno individuato e messo sotto sequestro numerosi giocattoli destinati ai bambini. Si tratta di bambole, elicotteri, modelli di auto della Formula uno, puntatori laser e yo-yo ad acqua, tutti potenzialmente pericolosi per la salute perchè privi del marchio di garanzia della Comunità europea. La titolare del negozio, una donna cinese di 35 anni, è stata denunciata e adesso la Procura darà avvio a una serie di indagini per accertare la provenienza degli oggetti. Il comandante della polizia locale, Silvio Scotti, ha sottolineato che il controllo è frutto di un attività mirata. Da alcune settimane, infatti, il comando di via Mentana ha dato avvio a una serie di controlli che hanno come obiettivo proprio i giocattoli, che in vista delle feste di Natale diventano oggetto di regali. “Con la polizia locale abbiamo messo a punto una strategia ben precisa per combattere la concorrenza sleale – conclude l’assessore alla Sicurezza di Monza, Massimiliano Romeo -. Stiamo cercando di intercettare tutte quelle attività commerciale che vendono prodotti di dubbia provenienza sotto costo”. Recentemente è stato anche chiuso un centro massaggi gestito da cinesi nel quartiere San Biagio. Emilia Romagna PARMA: IL SINDACO DICHIARA GUERRA ALLA PROSTITUZIONE IN CASA di (RepubblicaParma.it del 14.11.2009) 16/11/2009 Una nuova ordinanza anti lucciole che parte dall’idea di combattere il fenomeno della prostituzione e arriva fino all’ipotesi delle case chiuse “io le riaprirei”, dice l’assessore alla sicurezza Urbana Fabio Fecci. Parma, città della Carta della sicurezza, scende in campo con un altro decreto comunale: dopo quella per la prostituzione in strada (multe di 450 euro per lucciole e clienti), adesso arriva divieto per la prostituzione in casa. Multe da 300 euro per chi esercita “il più antico mestiere del mondo” arrecando disturbo a condomini e vicini. Sanzioni applicabili anche ai clienti. Una ordinanza “di contrasto ai comportamenti che turbano la convivenza civile e offendono la pubblica decenza negli spazi di edifici condominiali”. In pratica, lo speciale Nucleo di sicurezza urbana composto da forze dell’ordine e polizia municipale, potrà multare tutte quelle lucciole “che disturbano i vicini, che lasciano rifiuti in spazi pubblici, che possono offendere la civile convivenza. Vietati comportamenti quali schiamazzi, eccesso di rumore, aggressioni verbali”. Insomma, un bel giro di vite “per contrastare il racket della prostituzione”, dice il sindaco, ribadendo che “si tratta di un tentativo, diciamolo chiaramente. Non abbiamo la pretesa di fermare il fenomeno, ma in attesa di una legge chiara e precisa usiamo le armi che abbiamo per arginarlo”. (di giacomo talignani). Ipotesi “case chiuse” Arginarlo, multarlo, relegarlo. Viene fuori anche questa possibilità, durante l’incontro sulla sicurezza a cui hanno preso parte sindaco, questore, comandante dei carabinieri e della municipale, comitati di zona e presidenti di quartiere: “Non facciamo i puritani – dice l’assessore alla sicurezza Fabio Fecci – l’idea dell’eros center lanciata dal ministro Maroni, delle case chiuse, è da valutare”. Un tentativo contro il degrado. Si parte dunque con un primo tentativo, simile a quello di Verona ma con delle innovazioni in più, per debellare “questa piaga che sta portando problemi ai cittadini, soprattutto nei borghi del centro, in via Saffi e varie zone della città”. In mano agli agenti più armi a disposizione: “Oltre a multare lucciole e clienti (tra l’altro come disincentivo nei borghi verranno montate nuove telecamere, ndr), su segnalazione dei cittadini opereremo anche con accertamenti dei contratti d’affitto e di tutte quelle situazioni, ad esempio condomini dove convivono prostitute e famiglie con minori, dove si possono verificare situazioni di degrado” dice Vignali. I dubbi Ovvio che qualche dubbio sulla efficacia del provvedimento di colpire la prostituzione tra le mura domestiche ci sia, come si fa a entrare dentro un domicilio? Ci vuole un ordine del magistrato. In Italia la prostituzione non è reato ma solo lo sfruttamento della stessa . E inoltre tutti i condominii hanno una decenza? E cosa riguarda la situazione esteriore o solo quella interiore? Dubbi che bisogna porsi. Situazione migliorata in via Saffi e via Trento. I comitati plaudono. Tutte le cifre dei controlli. Per ora, le prime attività congiunte di Polizia municipale, polizia di Stato e Carabinieri nelle zone di via Saffi, via Trento e via Palermo hanno comunque dato ottimi risultati. A dirlo sono soprattutto i comitati di quartiere, i cittadini stessi, che presenti alla tavola rotonda hanno applaudito al lavoro svolto negli ultimi 15 giorni. E poi ci sono i dati. Circa un 100 le multe anti-lucciole fatte finora. Due notti fa sono state fermate e multate altre 7 prostitute e 2 clienti. Contro il degrado, nelle ultime settimane 134 persone identificate, 98 i veicoli controllati, 5 persone indagate in stato di libertà, 5 assoggettate a espulsione e 9 fogli di via obbligatori emessi; 3 sequestri di merce contraffatta, 27 contestazioni per violazioni amministrative. Liguria NOVI LIGURE: OPERAZIONE SICUREZZA AL VIA, PIÙ CONTROLLI SULLE STRADE di Marzia Persi-(Annunci Google del 13.11.2009) 16/11/2009 Limiti di velocità in centro e campagna di informazione porta a porta. Pronta al via la nuova campagna di sensibilizzazione in tema di sicurezza stradale decisa dalla Polizia Municipale. Nei prossimi giorni a tutti i capifamiglia di Novi Ligure arriverà un opuscolo (stampato in 14 mila copie) con suggerimenti e consigli dei vigili urbani per ridurre i rischi e vivere in sicurezza. «Si tratta di un pieghevole di facile lettura – dice il sindaco, Lorenzo Robbiano - Abbiamo voluto metterci anche i numeri utili ai quali rivolgersi in caso di necessità. L’obiettivo di questa iniziativa è quello di attivare una costante opera di informazione rivolta in particolar modo alle cosiddette “fasce deboli” della società». Oltre all’elenco di numeri utili da chiamare in caso di necessità, il depliant contiene tutta una serie di consigli e regole di comportamento come ad esempio non aprire la porta agli sconosciuti, non lasciarsi tentare dalle vendite facili, evitare di riscuote la pensione in contanti eccetera, per evitare situazioni di pericolo, quali borseggi, raggiri e truffe. L’altra iniziativa, quella sulla sicurezza stradale è il primo “frutto” delle giunte aperte che il sindaco e assessori hanno tenuto nelle settimane scorse nei diversi quartieri cittadini. «In tutte le “sedute aperte” che abbiamo avuto - sottolinea il sindaco - i cittadini hanno rimarcato il problema della velocità delle autovetture. Per questo abbiamo deciso di intraprendere subito un’iniziativa per sensibilizzare gli automobilisti a guidare con maggiore prudenza» Riguardo a tale problema verrà realizzato un manifesto che sarà affisso in diversi punti della città dove è riportata la scritta “Sulle strade ci siamo anche noi” e sullo sfondo un gruppo di bambini. «Terremo in debito conto i suggerimenti – spiega Armando Caruso, comandante della Polizia Municipale- emersi durante le giunte aperte da parte dei cittadini. Sappiamo perfettamente che le strade di maggior traffico sono quelle di penetrazione come via Raggio, via Antica Genova e via Ovada. Potenzieremo comunque i controlli». Così come è stato fatto a seguito di una petizione da parte degli abitanti di via Cassano. «In strada Cassano abbiamo aumentato i controlli della velocità - prosegue Caruso - cambiando più volte orario in una giornata. Posso dire che solo in un’ora sono state elevate undici contravvenzioni per eccesso di velocità. Addirittura un automobilista è stato fermato mentre andava a 106 chilometri all’ora mentre in quel tratto di strada la velocità consentita è di 50 chilometri orari». I comportamenti non corretti da parte degli automobilisti sono, purtroppo, all’ordine del giorno, il parcheggio”selvaggio” è uno di quelli più frequenti. «A Milano - prosegue il comandante della Polizia Municipale - saranno sulle strade ben 300 agenti muniti di palmare e telecamere proprio per controllare chi non lascia l’auto in modo adeguato. Anche nella nostra città, purtroppo, si assiste in certe zone e in alcuni momenti della giornata al parcheggio indiscriminato. Noi non avremo palmare e telecamere ma saremo particolarmente attenti a contrastare questo malcostume». La campagna per la sicurezza stradale proseguirà per tutto il 2010 attraverso varie iniziative pubbliche che prevedono, tra l’altro, i corsi di guida sicura rivolti agli studenti delle scuole cittadine. «Anche la giornata della festa della Polizia Municipale - sottolinea il sindaco - avrà come tema quello della sicurezza». Sentenze CASSAZIONE: I VIGILI URBANI SON TENUTI AD OBBEDIRE AI SUPERIORI di D.ssa Cristiana Lenoci-Guidaconsumatore (Blog) 04/11/2009 La Corte di Cassazione richiama un orientamento della giurisprudenza, in base al quale gli agenti di polizia municipale rientrano nella categoria degli “agenti di forza pubblica” (o meglio, agenti di polizia giudiziaria). La sentenza in oggetto, la n. 38119/2009, stabilisce che il vigile urbano deve obbedire ai superiori, altrimenti rischia di incorrere nella condanna prevista dall’art. 329 del codice penale. Il vigile protagonista del caso di specie si era rifiutato di effettuare due sopralluoghi ed un posto di controllo, e per questo motivo era stato più volte ripreso dal suo superiore. La Suprema Corte ha perciò confermato la condanna che i giudici di merito avevano precedentemente statuito, ribadendo che gli agenti di polizia municipale sono agenti di polizia giudiziaria, e per questo a loro risulta applicabile l’art. 329 c.p., se rifiutano di prestare obbedienza ai superiori. La qualità di agente della forza pubblica richiede però che il soggetto in questione sia titolare di un potere di coercizione esercitabile direttamente su cose e persone, per tutelare l’ordine e la pubblica sicurezza. Il richiamo a tale “potere coercitivo” esclude che sussista un reato quando la condotta omissiva riguarda lo svolgimento di un’attività di tipo amministrativo. Nella categoria “agenti di forza pubblica” rientrano guardia di finanza, carabinieri, militari, i vigili del fuoco, agenti di custodia e “persone ad esse equiparate”. La precisazione di “agenti di forza pubblica” non è solo terminologica, perchè ci sono implicazioni di tipo pratico, come per esempio l’obbligo di obbedienza che abbiamo visto. I vigili urbani sono tenuti a svolgere una serie di attività per assicurare l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini. Per questo i loro poteri dovrebbero essere maggiormente potenziati e definiti, non solo dal punto di vista amministrativo. Insomma, perchè non farli diventare a tutti gli effetti “agenti al servizio dei cittadini”, invece di ridurli spesso a meri esecutori di multe. Lombardia MILANO: SÌ AL CAMBIO DI RESIDENZA ONLINE, CARTA D'IDENTITÀ A DIECI ANNI Via libera al ddl taglia-burocrazia - Obbligo giuramento per neo-assunti di (Corriere della Sera del 12 novembre 2009) 16/11/2009 Tutti gli statali al momento dell'assunzione dovranno prestare giuramento, pena il licenziamento. Via libera del consiglio dei ministri al disegno di legge taglia-burocrazia. Il provvedimento prevede, tra l'altro, la carta dei doveri della pubblica amministrazione. «In fondo, se volete, è acqua fresca. Ma dalla parte dei cittadini» ha detto il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, mettendo in risalto che le novità previste dal ddl collegato alla Finanziaria realizzano talvolta idee semplici ma innovative. «Da oggi diciamo stop alle molestie della pubblica amministrazione nei confronti dei cittadini», ha aggiunto il ministro. LE NOVITÀ - Il ddl taglia-burocrazia è un collegato alla Finanziaria ed è composto da tre titoli e 35 articoli. Nel provvedimento sono contenute anche norme concordate con i ministri della Giustizia, degli Esteri, della Gioventù e della Semplificazione. È quanto ha spiegato in conferenza stampa Brunetta, illustrando il provvedimento che comprende anche la delega al governo per l’emanazione della Carta dei doveri della pubblica amministrazione. Tra le novità il provvedimento introduce il giuramento per i dipendenti neo assunti della pubblica amministrazione. Secondo il ddl, tutti i dipendenti pubblici al momento dell'assunzione dovranno prestare giuramento, altrimenti saranno licenziati. Nel testo sono previste anche sanzioni per mancata comunicazione delle assenze per malattia da parte della p.a. al Dipartimento della funzione pubblica. Le norme - ha detto il ministro - garantiscono maggiore «semplificazione e ammodermanento» oltre che «minor peso» della burocrazia e «più dignità, basti pensare al giuramento». Il provvedimento anti-burocrazia prevede inoltre la possibilità di effettuare il cambio di residenza senza recarsi fisicamente allo sportello (sarà infatti possibile effettuarlo online). Novità anche per la carta d'identità che sarà rilasciata a coloro che hanno compiuto i dieci anni anzichè a 15. GLI AUGURI VIA E-MAIL - Nel giorno del via libera al ddl taglia-burocrazia Brunetta ha anche firmato una circolare con la quale invita le amministrazioni pubbliche a utilizzare la posta elettronica per lo scambio degli auguri, in particolare di quelli nel periodo natalizio. Napoli, benzina su bimbi e vigili Abusivismo, 20 persone identificate Alcune donne hanno cosparso di benzina i propri bambini e loro stesse per protestare contro l'abbattimento delle proprie case abusive a Pianura, quartiere della periferia di Napoli. Poi, hanno lanciato il liquido anche contro i vigili urbani arrivati per procedere alla demolizione degli edifici che è comunque stata portata a termine. Venti persone che hanno partecipato alla protesta sono state identificate dalle forze dell'ordine. Secondo quanto ricostruito dalla polizia municipale, nella notte, circa quaranta cittadini hanno fatto resistenza alle forze dell'ordine bloccando le strade con auto e con alberi abbattuti, cospargendo di benzina perfino i loro bimbi e lanciando il liquido anche contro la stessa polizia municipale. I vigili sono riusciti, comunque, a procedere all'abbattimento non solo della struttura prevista, di circa 150 metri quadrati, ma anche di un'altra, adiacente, di circa 250 metri quadrati, divisa in due appartamenti e sequestrata nel 2004. Già due giorni fa i residenti minacciarono di dar fuoco ai figli pur di evitare l'abbattimento: la scorsa notte la cosa si è ripetuta. Alcune donne hanno persino ingerito della benzina e sono state accompagnate in ospedale. 13-11-09 SICUREZZA STRADALE: FONDAZIONE ANIA, PIU' RISORSE A FORZE ORDINE (ASCA) - Roma, 13 nov - ''Il 7,8% di morti in meno sulle strade italiane nel 2008 e' un risultato incoraggiante, ma comunque inferiore alle nostre attese. Se manteniamo questo trend e' impossibile raggiungere l'obiettivo fissato dalla UE di ridurre del 50% le vittime della strada entro il 2010!''. Lo afferma Sandro Salvati, presidente della Fondazione ANIA per la Sicurezza stradale, commentando la pubblicazione dei nuovi dati ACI-Istat che analizzano lo stato dell'incidentalita' stradale in Italia nel corso del 2008. ''Dobbiamo tutti prendere coscienza che ci troviamo di fronte ad una vera emergenza nazionale - avverte Salvati - e, come tale, questa deve essere affrontata. Senza piu' effetti annuncio o ritardi negli interventi occorre che vengano varate norme coerenti e le pene vengano applicate senza indulgenza fuori luogo. I comportamenti scorretti o criminali di chi guida cambieranno solo se Istituzioni pubbliche e private, Forze dell'Ordine, scuola, famiglie, tutti faremo sistema per attuare massicci progetti di educazione e prevenzione alla guida''. ''Come Fondazione delle Compagnie di assicurazione - conclude Salviati stiamo investendo in questo piu' del sistema pubblico. Chiediamo al Governo di destinare risorse adeguate all'encomiabile lavoro delle forze dell'ordine e alle iniziative tese a creare una reale cultura della civilta' su strada in Italia''. Giustizia e famiglia: quando i bambini vengono allontanati dai famigliari. Inchiesta di Panorama Autore: Giorgiogal Mai come in questo periodo si è parlato del dramma dei bambini strappati dalle loro famiglie dal sistema giustizia e finiti in comunità o in affido familiare. Si intrecciano accuse di superficialità dei servizi sociali, di interessi economici di presunti professionisti dell'accoglienza, di troppo interventismo degli organi di giustizia: in mezzo ai tanti casi di effettiva necessità sono stati recenti errori a far salire alla ribalta della cronaca il problema. Il periodico PANORAMA è uscito in questi giorni con un articolo-indagine che cerca di fare luce. Ne pubblichiamo una parte liberamente tratta da Panorama. In Italia sono più di 32000 mila i bambini che vengono chiusi nelle comunità o dati in affido a un'altra famiglia. Il più delle volte vengono allontanati dalle loro famiglie per motivi giustificati, come gli abusi sessuali, e maltrattamenti o l'indigenza. Altre per ragioni fumose e impalpabili. Negli ultimi 10 anni il loro numero è aumentato del 29,3%. Più della metà finisce in affidamento ad altre famiglie, mentre il resto finisce in quelli che prima erano chiamati istituti, dal 2001 formalmente ribattezzati servizi residenziali: oltre un migliaio di comunità che ospitano 15.624 ragazzini. Un numero enorme che costa allo Stato mezzo miliardo di euro all'anno solo in rette giornaliere. Ma la cifra, calcolano vari esperti di giustizia minorile, andrebbe più che raddoppiata. Oggi, però, è tutto il sistema a essere sistematicamente messo in discussione. Battagliere associazioni e libri-verità parlano di “bambini rubati dalla giustizia”. Raccontano di assistenti sociali troppo interventisti, di psicologi disattenti, di una magistratura flemmatica, di interessi economici. E di errori giudiziari sempre più frequenti. Come quello in cui sono incappati due fratellini di Basiglio, ricco paesino alle porte di Milano. Il più grande ha 14 anni, la sorella dieci. Il 14 marzo 2008 la polizia locale li preleva da casa e li porta in due comunità protette. Un disegno malinterpretato, esattamente come quello che nel 1995 avvia la macchina giudiziaria nel caso di Angela L.: la sua storia è raccontata nel libro, pubblicato dalla Rizzoli, Rapita dalla giustizia. Il padre di Angela viene accusato di abusi sessuali: un falso da cui la Cassazione lo scagionerà completamente nel 2001. Ma la figlia, di appena sei anni, prima viene reclusa in due centri d’affido temporaneo per quasi 36 mesi; poi è data in adozione a un’altra famiglia. Angela tornerà dai genitori solo nel maggio 2006: a quasi 18 anni, ben dieci dopo il suo “rapimento legalizzato “. Uno sbaglio tragico e clamoroso. Tanto che la Corte europea per i diritti dell’uomo nell’ottobre 2008 ha condannato lo Stato italiano a risarcire la famiglia: 80 mila euro per un “buco esistenziale” durato un decennio. Ogni giorno vengono portati via 80 bambini. Li chiudono in un centro protetto per anni, e costano allo Stato in media 200 euro al giorno”. Una cifra che farebbe lievitare considerevolmente la spesa ufficiale per l’accoglienza, stimata in mezzo miliardo di euro. Basta fare due calcoli: 200 euro al giorno fanno un totale di 73 mila euro all’anno per ogni minorenne. Che moltiplicati per i 15.624 ospiti dei centri significa oltre 1,1 miliardi di euro: più del doppio di quanto riveli la cifra in mano ai ministeri, probabilmente troppo prudente. Chi finisce in queste comunità? Mancando dati nazionali, si può fare riferimento a quelli della Lombardia: per il 34 per cento sono ragazzi dai 15 ai 17 anni; il 28,1 per cento ha dagli 11 ai 14 anni; il 19,4 dai 6 ai 10 anni. Le percentuali sono simili in Veneto, dove i minori fuori famiglia sono quasi 1.700. L’età media è quindi piuttosto alta. Anche perché la permanenza in queste strutture è lunga: a Milano il 53 per cento ci resta più di due anni. Questo significa che centinaia di migliaia di euro vengono spesi per ogni ragazzino. Ciò che accade alla fine di questi allontanamenti forzati è sorprendente: in Piemonte, per esempio, quasi la metà torna a casa. C’è un altro dato che inquieta: quasi il 77 per cento dei minori viene allontanato per “metodi educativi non idonei” e per l’”impossibilità di seguire i figli”. “Motivi soggettivi, non reali come i maltrattamenti o l’abbandono ” denuncia Gian Luca Vignale, consigliere regionale del Pdl. Il Piemonte, chiarisce, spende 35 milioni di euro all’anno per mantenere 1.179 minorenni nelle comunità. “Mentre solo un terzo di questi soldi viene stanziato per sostegni alle famiglie” considera Vignale. Coppia di falsi vigili chiedeva «offerte» ai titolari di locali per evitare controlli Spacciandosi per agenti in borghese e fantomatici sindacalisti della polizia municipale di Fiumicino, estorcevano denaro per decine di migliaia di euro a ignari commercianti e gestori di bar, ristoranti e stabilimenti balneari di Maccarese, Fregene, Fiumicino e Focene, in cambio della loro protezione. A scoprire la singolare truffa escogitata da una coppia di romani, 40 anni lei, 55 il suo compagno, entrambi pregiudicati con reati specifici, sono stati dopo mesi di indagini e pedinamenti, gli investigatori del Nai, il nucleo attività investigative creato un anno fa dal nuovo comandante della Polizia locale, Gianfranco Petralia. La coppia è stata denunciata in stato di libertà alla Procura di Civitavecchia e ora dovrà rispondere dei reati per truffa e oltraggio al Corpo della polizia locale. I due avevano intrapreso la loro losca attività all’inizio dell’anno, adottando sempre lo stesso metodo: si presentavano dai commercianti chiedendo loro un contributo - da 30 a 200 euro - per sovvenzionare a volte la festa per il nuovo capo della polizia locale di Fiumicino, altre volte un’associazione sindacale di vigili, rilasciando perfino fatture false e un adesivo con il logo «Sindacato professionale polizia locale» che i negozianti avrebbero dovuto esporre sulla vetrine dei loro locali. I truffatori facevano intendere alle loro vittime che ciò avrebbe comportato una serie di agevolazioni e soprattutto avrebbe evitato controlli da parte della Polizia locale. Per sorprenderli in flagrante gli investigatori del Nai, che nel frattempo avevano ricevuto decine di segnalazioni da parte dei commercianti taglieggiati, si sono improvvisati titolari di uno stabilimento balneare di Maccarese. Lo stesso impianto in cui i due si erano recati i due per chiedere l’ennesimo contributo. Soddisfatto per l'esito dell’operazione il comandante che ha coordinato le indagini. «In 40 anni di carriera in polizia giudiziaria ne ho viste di tutti i colori, ma questa mi mancava - ha spiegato Petralia -. Questa truffa rischiava di infangare la dignità del corpo di polizia, che invece è sempre animato da un grande spirito di onestà, professionalità e correttezza». Ronda fai da te a Terni di trentenni nulla facenti Per adesso sono stati deneunciati a piede libero, ma le indagini proseguono per accertare quale fosse il vero fine della loro mascherata Due nullafacenti e un venditore ambulante di Terni, probabilmente per averne illeciti vantaggi avevano dato vita a una vera e propria ronda non autorizzata e forse cercavano di farsi passare per normali agenti. Infatti si muovevano con una Alfa 33 munita di lampeggiante di colore blu, del tipo in dotazione alle forze di polizia, nonchè di una paletta per segnalazione stradale. Indossavano pettorine rifrangenti e avevano tesserini e placche di identificazione, non autorizzate, con la scritta polizia locale. La polizia ha poi perquisito l'abitazione di quello che è considerato il capo del terzetto e si faceva chiamare maresciallo. Hanno così sequestrato - secondo quanto si è appreso in questura - una carabina ad aria compressa, ricetrasmittenti, un registro nel quale sono annotati nomi degli appartenenti alla ronda, i compiti che dovevano svolgere, le quote di iscrizione versate. Tutto il materiale è stato sequestrato e le indagini proseguono anche per accertare se i tre avessero eventualmente avanzato richiesta alla prefettura per fare parte di ronde. I tre giovani ternani, tutti trentenni, sono denunciati a piede libero, dalla squadra volante della questura di Terni, per il momento con l’accusa di utilizzo ed uso di «distintivi o documenti in uso ai corpo di polizia ovvero oggetti o documenti che ne simulino la funzione». Dagli accertamenti è tra l'altro emerso che: poco prima avevano compiuto un controllo nei confronti di un uomo agli arresti domiciliari per droga, accusandolo di avere rubato una vettura, lasciando l'abitazione dopo avergli rivolto diverse domande. La riforma Brunetta è legge Manette per chi si assenta dal lavoro e per il medico compiacente di Giuseppe Di Bella E’ diventata legge la riforma fortemente voluta dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta e dal Governo Berlusconi. Notevoli le novità introdotte in merito alla disciplina giuridica del rapporto di lavoro di oltre tre milioni di pubblici dipendenti, con l’ introduzione espressa del reato di assenza arbitraria e quello di falsa attestazione di malattia, che coinvolge anche i medici. Nuove cause di licenziamento La prima rilevante innovazione riguarda il rapporto fra procedimento disciplinare e quello penale. Infatti da ora in poi sarà possibile concludere il procedimento disciplinare anche se questo ha per oggetto, in tutto o in parte, fatti in relazione ai quali procede l’autorità giudiziaria, senza attendere l’emanazione della sentenza. Oltre che per i casi già previsti dalla legge e dai Contratti collettivi, si applica comunque la sanzione disciplinare del licenziamento, in presenza di una falsa attestazione della presenza in servizio, conseguita mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente. La previsione si riferisce evidentemente, anche all’ipotesi di chi dopo aver timbrato la presenza lascia il luogo di lavoro senza giustificato motivo di servizio, ma anche all’ipotesi del timbrare un cartellino altrui e comunque a tutti i casi di frode e truffa operata con falsa attestazione della presenza, comunque ottenuta. Soggiace al licenziamento anche il dipendente che giustifica l’ assenza mediante una certificazione medica materialmente falsa o che attesti falsamente uno stato di malattia. La sanzione disciplinare del licenziamento sarà applicata anche: 1) Per l’assenza priva di valida giustificazione per un numero di giorni, anche non continuativi, superiore a tre in un biennio o per più di sette giorni nel corso degli ultimi dieci anni, o nel caso di mancata ripresa del servizio nel termine fissato dall’amministrazione. 2) Qualora l’ impiegato rifiuti, senza giustificato motivo, il trasferimento disposto dall’ Amministrazione per esigenze di servizio. 3) In caso di falsità materiali o ideologiche poste in essere in occasione dell’instaurazione del rapporto di lavoro o di procedure relative a progressioni di carriera. 4) Per la reiterazione nell’ambiente di lavoro di gravi condotte aggressive, moleste, minacciose, ingiuriose o comunque lesive dell’onore e della dignità personale altrui. 5) In caso di condanna penale definitiva, per la quale sia prevista l’ interdizione perpetua dai pubblici uffici o l’estinzione del rapporto di lavoro. 6) Il licenziamento è disposto altresì, nel caso di prestazione lavorativa, riferibile ad un arco temporale non inferiore al biennio, per la quale l’amministrazione di appartenenza formula, ai sensi delle disposizioni concernenti la valutazione del personale, un giudizio di insufficiente rendimento. L’assenza arbitraria diventa reato. Pene gravissime anche per i medici compiacenti L’art. 55 quinquies, della nuova normativa, titolato “False attestazioni o certificazioni”, prevede testualmente che: “Il lavoratore dipendente di una pubblica amministrazione che attesta falsamente la propria presenza in servizio, mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, ovvero giustifica l’assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa o falsamente attestante uno stato di malattia è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro 400 ad euro 1.600. La medesima pena si applica al medico e a chiunque altro concorre nella commissione del delitto”. Inoltre il lavoratore è obbligato a risarcire il danno patrimoniale determinato dall’assenza nonché il danno all’immagine subito dall’amministrazione. Abbiamo visto che la grave sanzione della reclusione da uno a cinque anni, si applica anche ai medici che si rendono complici del dipendente. Appare evidente la complessità della determinazione di una tale responsabilità, in quanto il dolo del medico sarà difficilmente accertabile in modo compiuto e certo. Inoltre, la sentenza definitiva di condanna per tale reato comporta, per il medico, la sanzione disciplinare della radiazione dall’albo ed altresì, se dipendente di una struttura sanitaria pubblica o se convenzionato con il servizio sanitario nazionale, il licenziamento per giusta causa o la decadenza dalla convenzione. Le stesse sanzioni disciplinari si applicano inoltre se il medico, in relazione all’assenza dal servizio, rilascia certificazioni che attestano dati clinici non direttamente constatati né oggettivamente documentati. Le nuove norme, più severe di quanto immaginabile, hanno destato sorpresa ed incredulità sia negli ambienti del pubblico impiego che in quelli medici. Le gravissime pene previste, in particolare la reclusione da uno a cinque anni, estesa anche ai medici “compiacenti”, sono sembrate veramente eccessive ed il paragone con quanto sta accadendo in ambito di riforma del processo penale, è risultato immediato, inevitabile e alquanto sconcertante. Nuove competenze in tema di procedimento disciplinare La competenza dei dirigenti delle Strutture viene aumentata fino alla sanzione della sospensione dal servizio fino a 9 giorni. Infatti è stato previsto che per le infrazioni per le quali è prevista l’irrogazione di sanzioni inferiori alla sospensione dal servizio per più di dieci giorni, il procedimento disciplinare, se il responsabile della struttura ha qualifica dirigenziale, è di sua diretta competenza. Nel sistema precedente, in genere, la sanzione applicabile dal Dirigente della struttura, arrivava alla multa. Salario accessorio Viene confermata la già delineata virata stretta verso la meritocrazia e il divieto di distribuzione in maniera indifferenziata, di incentivi e premi (ovvero a pioggia). Confermata la divisione degli incentivi secondo tre fasce: 1) il 25% è collocato nella fascia di merito alta, alla quale corrisponde l’ attribuzione del cinquanta per cento delle risorse destinate al trattamento accessorio collegato alla performance individuale; 2) il 50% è collocato nella fascia di merito intermedia, alla quale corrisponde l’attribuzione del cinquanta per cento delle risorse destinate al trattamento accessorio 3) il 25% è collocato nella fascia di merito bassa, alla quale non corrisponde l’ attribuzione di alcun trattamento accessorio. E’ stata inoltre creata la “Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche”, fortemente voluta da Brunetta e non molto gradita al Ministro Tremonti, il cui costo sarà di due milioni di euro per l’anno 2009 e a 8 milioni di euro a decorrere dall’anno 2010. La Commissione si esprimerà anche in merito all’istituito “Premio annuale per l’innovazione”. Infatti il provvedimento prevede che ogni amministrazione pubblica istituisce un premio annuale per l’innovazione, che viene assegnato al miglior progetto realizzato nell’anno, in grado di produrre un significativo cambiamento dei servizi offerti o dei processi interni di lavoro, con un elevato impatto sulla performance dell’organizzazione. Progressioni economiche Nei limiti delle risorse economiche disponibili, le amministrazioni pubbliche procedono selettivamente alle progressioni economiche sulla base di quanto previsto dai contratti collettivi nazionali e integrativi di lavoro. Non del tutto chiara la previsione che “La collocazione nella fascia di merito alta, per tre anni consecutivi, ovvero per cinque annualità anche non consecutive, costituisce titolo prioritario ai fini dell’attribuzione delle progressioni economiche”, infatti questo risultato e la conseguente collocazione, sono relativi ad interi settori e non a singoli impiegati. Limitazione agli incarichi di direzione E’ stato stabilito che non possono essere conferiti “incarichi di direzione di strutture deputate alla gestione di personale, a soggetti che rivestano o abbiano rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali o che abbiano avuto negli ultimi due anni rapporti continuativi di collaborazione o di consulenza con le predette organizzazioni”. La costituzionalità di questa previsione è da verificare. Controlli sulle assenze, certificazioni e visite fiscali Non vi sono in questo campo grandi novità rispetto al precedente Decreto, salvo l’obbligo per i medici di trasmissione telematica dei certificati. E’ stato ribadito che nell’ipotesi di assenza per malattia protratta per un periodo superiore a dieci giorni, e dopo il secondo evento di malattia nell’anno solare, l’assenza viene giustificata esclusivamente mediante certificazione medica rilasciata da una struttura sanitaria pubblica o da un medico convenzionato con il Servizio sanitario nazionale. Questa disposizione, per la maggior parte delle Amministrazioni, non costituisce elemento di novità, ma di contro ci induce ad una domanda: “Quali altri soggetti sono titolati a rilasciare certificazioni mediche per il primo episodio e comunque per i periodi inferiori ai primi dieci giorni nell’ anno?” La risposta è “gli stessi”. Infatti né i medici non convenzionati, né le strutture mediche ed ospedaliere private, possono rilasciare certificazioni valide ai fini della giustificazione dell’assenza dal servizio. L’articolato pare un retaggio della primitiva disposizione, poi corretta, in base alla quale per giustificare l’assenza vi era bisogno di un certificato rilasciato da una Struttura sanitaria pubblica. La certificazione medica è inviata necessariamente per via telematica, direttamente dal medico o dalla struttura sanitaria che la rilascia, all’Istituto nazionale della previdenza sociale, secondo le modalità stabilite per la trasmissione telematica dei certificati medici nel settore privato. Viene confermato che l’Amministrazione dispone il controllo in ordine alla sussistenza della malattia del dipendente anche per le assenze di un solo giorno, “tenuto conto delle esigenze funzionali e organizzative”. Per quanto attiene alle fasce orarie di reperibilità del lavoratore, entro le quali devono essere effettuate le visite mediche fiscali, la nuova disciplina sarà adottata con emanando decreto del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione. Nelle more restano ferme le vecchie fasce di reperibilità 10 – 12 e 17- 19.