l’Escursionista
la rivista della Sotto Sezione CAI UET
aprile 2015
Rivista realizzata dalla Sotto Sezione CAI UET e distribuita gratuitamente a tutti i soci del CAI Sezione di Torino
Q.M.P.G.A.
Questo Mio Piccolo Grande Amore
Chiusura del 36° corso di sci di fondo UET
Sulle magiche nevi della Val Ferret
La rete escursionistica piemontese
Una ragnatela di sentieri
I moschettieri della Val Sangone
1910 L’inizio del cinema muto a Trana
W l a fo c a c c i a !
Premiata focaccia dell’Unione Escursionisti Torinesi
Anno 3 – Numero 22/2015
Autorizzazione del Tribunale 18 del 12/07/2013
aprile 2015 / l’Escursionista / 1
Editoriale
riflessioni della presidente
Partecipiamo tutti!
Carissimi Uetini,
venerdì 10 aprile p.v. alle ore 21 presso il Centro Incontri del Monte dei
Cappuccini di Torino, si terrà l’Assemblea generale dell’Unione,
momento istituzionale importante nella vita sociale UET.
In quella sede faremo il punto sulle attività svolte nel 2014, che sono
state molte e diverse in tutto l’arco dell’anno, a volte impegnative come i
lavori condotti durante l’estate che hanno portato alla ristrutturazione del
rifugio Toesca con la realizzazione di accoglienti stanzette a due, tre,
quattro posti arredate e complete di ogni necessità che hanno sostituito
l’unica grande camerata del primo piano, in altri casi di tipo istituzionale
come l’aver messo mano al regolamento organizzativo.
Infatti, proprio per tener conto dell’evoluzione dell’attuale mondo
associativo CAI, abbiamo elaborato un nuovo regolamento che
auspichiamo possa rispondere alle nuove necessità di sviluppo
dell’Unione.
L’Unione ha poi dedicato molti sforzi per rilanciare la Rivista
L’Escursionista, nostro storico organo di informazione. Con il 2015
entreremo nel terzo anno di pubblicazione della Rivista, in quanto, come
ricorderete, l’autorizzazione del Tribunale di Torino risale al maggio
2013. Questa iniziativa ci continua ad impegnare costantemente
considerata la nostra scelta di pubblicarla mensilmente.
Credetemi, per assicurare che l’Escursionista sia sempre interessante e
susciti curiosità, non pochi sforzi sono stati fatti e vengono
continuamente fatti da tutta la Redazione, introducendo tematiche di
interesse attuale, trattando problematiche generali, oltrechè richiamando
l’attenzione sulle attività contenute nei programmi uetini, non
sottovalutando le informazioni e le comunicazioni volte a offrire consigli
utili per affrontare la montagna con maggior sicurezza e, infine,
dedicando una sezione speciale ai giochi, ai cruciverba e agli enigmi con
richiami di montagna.
Stiamo inoltre coinvolgendo nella Redazione anche collaboratori esterni,
avvalendoci in particolare dell’esperienza di giornalisti e scrittori che
appartengono a realtà estranee all’Unione.
Nell’Assemblea Generale si incardina un’assemblea straordinaria per
l’approvazione del regolamento organizzativo da parte dei soci,
regolamento che tiene conto degli impegni assunti in questi anni
dall’Unione per dotarsi di un nuovo sistema contabile informativo e della
volontà di aggiornare le disposizioni sulle attività propugnate dall’Unione.
Prima e quarta di copertina di questo mese: rifugio “Maria Luisa” quota 2.157 metri in Val Formazza ed il paese di Riale
in Val Formazza dal quale parte il sentiero per il rifugio “Maria Luisa” (fotografie by Giorgio Venturini)
aprile 2015 / l’Escursionista / 2
Editoriale
riflessioni della presidente
In un secondo momento, l’assemblea ordinaria sarà il momento portante
della serata in quanto, oltre ad approvare il rendiconto per l’anno sociale
2014 e recepire la relazione del Presidente sull’anno sociale 2014, sulla
quale si innestano le relazioni dei coordinatori delle attività svolte, si
nominerà l’organico del prossimo Consiglio Direttivo e il suo Presidente.
Cari soci, sono passati ben 12 anni da quel lontano 2003 in cui,
all’unanimità, mi eleggeste a Vostro Presidente. Come ho detto più
volte, tante cose sono state fatte e altrettante dovranno essere
soddisfatte.
E’ stata un’esperienza forte di volontariato, in cui ho messo in gioco tutta
me stessa. Spesso i risultati ottenuti in seno all’Unione sono stati
brillanti, grazie ai molti amici che con me hanno condiviso e gareggiato
per traguardare obiettivi importanti. Non nego che ho incontrato sul
percorso difficoltà, a volte incomprensioni. Si dice che sia il sale della
vita.
Comunque, ad majora semper! O come dicono gli anglosassoni Never
stop thinking big!
Dunque vi aspetto con l’attuale Consiglio direttivo per venerdì 10 aprile
alle ore 21.
Nec discendere nec Morari!
Laura Spagnolini
(C’era una volta un gruppo d’amici, non molto numeroso, ma irrequieto assai, che
rifuggiva per antica consuetudine dal passare a Torino i giorni, i pochi giorni, liberi da
ogni cura d’ufficio. E quegli amici sollecitando col desiderio ardente che si squagliassero
le nevi sulla montagna, ai primi sorrisi del sole uscivano trepidanti di gioia a perpetrare le
loro grandi imprese, pensate, volute, sognate un inverno intero. Grandi non perché
fossero alte, ma perché tornavano faticosamente improbe: e si capisce, se uscivano da
un complotto che s’era imposti due termini che difficilmente si conciliano: tempo limitato,
volontà illimitata. Ed erano faticose. Nello zaino provviste commisurate al ventricolo ed ai
muscoli d’un mulo, nel pensiero la convinzione che una sola dovesse essere la forza
della volontà e quella delle gambe(E passato il giorno, tornati a Torino, sotto mentite
spoglie, era caso riconoscere l’incontrato lassù, così che dei gruppi d’amici, ammalati
della stessa passione, restavano sempre estranei l’un all’altro e questo non era bello ed
a questo bisognava ovviare. Troviamoci, pensavo io, facciamo come una famiglia a noi
che ha un ritrovo a Torino: di tante cognizioni, di tante pratiche singole facciamone una
sola e grande a vantaggio comune, di tante forze sole isolate facciamo una gran forza
comune, e chissà quante cose belle potremo fare noi tutti uniti. E poi(chissà(un
campo vastissimo e fecondo, oggi uno, domani dieci ed il resto?(chi può dirlo il
resto?(
Silvestro Fiore, 1902 fondatore UET
aprile 2015 / l’Escursionista / 3
Sommario
aprile 2015
Chiusura del 36° corso di sci di fondo UET
Rivista mensile della
sottosezione CAI UET
di Torino
05
Q.M.P.G.A. Questo Mio Piccolo Grande Amore 08
Gian Barudda
12
La rete escursionistica piemontese:
una ragnatela di sentieri
14
La Gigia l'ei malada
17
W la focaccia! Premiata focaccia
dell’Unione Escursionisti Torinesi
19
I moschettieri della Val Sangone
22
Un anello sui monti del Selvaggio
25
La carne fa veramente male?
29
Auguri ad un Amico!
32
Consigli UTILI per affrontare la montagna
con maggior sicurezza
33
Strizzacervello
34
Relazioni con il CAI Torino
Francesco Bergamasco
Intensa primaveraG
41
123a Assemblea Generale dei soci UET
42
Redazione CAI UET Torino
Programma 2015 di Escursionismo Estivo
43
6° Corso di Alpinismo Giovanile
46
Escursione nella collina torinese
47
Color seppia
48
I Consigli della Redazione
49
Anno 3 – Numero 22/2015
Autorizzazione del Tribunale
18 del 12/07/2013
Redazione, Amministrazione e Segreteria
Salita al CAI TORINO n. 12 - 10131 Torino tel.
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aprile 2015 / l’Escursionista / 4
Pistaaa !
la rubrica dello Sci di fondo
L’ ultima giornata del corso di sci di fondo in
val Ferret è stata un vero successo!
Domenica 22/03 al solito punto di ritrovo in
corso Regina eravamo un po’ preoccupati
perché le previsioni del tempo non erano
buone: si parlava di neve per tutto il giorno.
L’idea di andare in val Ferret però ci
stimolava. Per anni questa è stata la meta
finale del corso di sci di fondo. Negli ultimi
tempi, temendo di essere ripetitivi, l’avevamo
abbandonata in favore di altre località
prestigiose (Notre Dâme, CogneG), poi la
nostalgia ha avuto il sopravvento.
Siamo partiti in perfetto orario, cosa succesa
di rado.
A La Palud, dove si lascia il pullman per
prendere la navetta che porta all’inizio delle
piste, abbiamo avuto una sorpresa: il
parcheggio era chiuso a casa di una frana e la
stazione delle navette era stata spostata ad
Entrèves, sul piazzale delle cabinovie.
Arrivati a Planpincieux ci siamo fermati al
Centro fondo, dove abbiamo ritirato i
giornalieri, affittato gli armadietti e ci siamo
cambiati. Poi siamo andati a fare colazione
distribuendoci su tre bar. E qui abbiamo
cominciato a dare il meglio di noi consumando
torte di mele, di nocciole, brioches, cioccolata
con panna e così via.
Mezz’ora dopo ci siamo ritrovati all’inizio delle
piste per partire.
Durante la sesta uscita del corso, come
sempre, non è prevista la lezione, e quindi
tutti potevano decidere di sciare liberamente:
da soli, in gruppo, da assatanati o da amanti
del paesaggio invernaleG
Chiusura del 36° corso di sci
di fondo UET
A noi si era unito anche il maestro Fabrizio,
mancava invece la maestra Francesca
impegnata con il lavoro.
Sulle magiche nevi della Val Ferret
Finalmente abbiamo potuto verificare come
scia Fabrizio, perché l’abbiamo sempre visto
percorrere solo pochi metri durante le lezioni.
Possiamo confermare: é davvero bravo!
aprile 2015 / l’Escursionista / 5
Con il mio gruppo siamo saliti facendo tutte le
deviazioni possibili, compresi i tratti di pista
nera che avevano lasciato aperti, perché
sicuri dalla slavina.
Ad un certo punto abbiamo sentito una
valanga brontolare, mentre scendeva lungo i
pendii sul versante del monte Bianco. Non
vedevamo nulla perché la visibilità era scarsa
e questo ci rendeva ancora più timorosi.
Arrivati a Lavachey, accompagnati sempre
dalla neve che scendeva fitta, dando un
aspetto magico al paesaggio, abbiamo fatto
una sosta al bar Mont Dolent dove io e Marisa
avevamo da tempo un appuntamento con una
coppa di castagne sciroppate con panna.
Anche Luisa, Elisabetta e Luigi hanno scelto
un dolce, mentre Marina e Mario, persone
notoriamente più serie, hanno ordinato
rispettivamente una zuppa valpellinense e un
mega-panino.
Siamo ritornati al centro fondo, accompagnati
dal rumore sordo di un’altra slavina.
Abbiamo raccolto sci e borse e siamo saliti
sulla navetta per raggiungere il pullman.
Gli ultimi ad arrivare sono stati Enrico e Beppe
che hanno percorso due volte la pista, per
concludere degnamente la stagione!
Anche Piero, il “nonno” si è comportato
splendidamente!
Il pullman ci ha portati ad Arnad, al ristorante
“Armanac de Toubïe” dove ci aspettava la
“merenda sinoira”. Prima di entrare nel locale
abbiamo fatto le foto di rito dopo che Fabrizio
e Enrico, a causa di una momentanea
regressione all’infanzia, si erano divertiti beati
su un dondolo.
Abbiamo mangiato molto bene, il menu era
originale ed interessante e le porzioni
abbondanti.
Siamo stati trattati con grande cortesia e
disponibilità e
sono state agevolate le
persone con intolleranze alimentari.
Al termine della cena sono stati distribuiti gli
attestati ai corsisti.
Tutto lo staff, con il pile blu “di ordinanza” si è
complimentato con gli allievi che hanno
distribuito baci e abbracci.
Purtroppo mancavano alcuni corsisti, due
molto speciali: il piccolo Gabriele e Nazalie,
entrambi ammalati. Per Nazalie avevamo
aprile 2015 / l’Escursionista / 6
preparato un attestato di riconoscimento
particolare .Questa allieva, domenica 22
febbraio, non era riuscita ad arrivare al
pullman per partecipare alla 3a lezione.
Non si era persa d’animo e aveva
deciso, comunque, di raggiungerci a
Brusson, servendosi del treno fino a
Verres e poi del pullman di linea per la
Valle d’Ajas. Era arrivata, tra lo stupore
di tutti noi, alle ore 11,45, giusto in
tempo per partecipare alla lezione
successiva.
Volevamo premiarla per la sua grande
determinazione, lo spirito di iniziativa
non
comune
e
soprattutto
l’attaccamento al 36° Corso di sci di
fondo UET!!! Lo faremo sicuramente in
altra sede.
C’è stato poi un gran lavorio di
macchine fotografiche e telefonini e
finalmente siamo ripartiti.
A Torino, dopo i saluti e gli abbracci di
rito, siamo riusciti a strappare ai corsisti
la promessa di tornare con noi alla
prossima stagione invernale e qualcuno
probabilmente parteciperà anche alle
uscite di escursionismo estivo.
Nonostante qualche problema di scarso
innevamento, la stagione di sci di fondo
è andata veramente bene.
Ornella Isnardi
aprile 2015 / l’Escursionista / 7
Ciastre
la rubrica dell’Escursionismo invernale
La
sabbia
della
clessidra
scorre
inesorabilmente ed è con questo sentimento
di “attesa” – come quello dell’innamorato che
attende la sua amata - che arrivo all’ennesimo
week end sulla neve.
Questa volta la meta prescelta è il passo San
Giacomo nella parte alta della bellissima val
Formazza.
Il rifugio prescelto per l’avvicinamento è il
“Maria Luisa” posto in una conca situata vicino
al lago del Toggia ad una quota di 2157 metri
sul livello del mare. Anni addietro eravamo già
stati qui e gratificati dall’accoglienza del posto
e dal posto, abbiamo deciso per un ritorno che
ci permetta di completare quello che il
maltempo allora ci aveva impedito.
L’orario del ritrovo è, come sempre capita
quando la meta è così lontana, impietoso.
Sono le 6.15 quando con Carlo a bordo
dell’auto, arrivo in corso Regina (zona Vigili
del Fuoco) dove, Alberto a parte, trovo tutti i
partecipanti.
Questa volta abbiamo con noi delle new
entryG Donatella ed Antonio si sono aggiunti
alla nostra “cricca”, sperando che non ne
abbiano a pentirsiG
Caricata sulla panda Giovanna con tanto di
“bagagli”, salutato Ettore come sempre suo
puntuale accompagnatore, partiamo.
Q.M.P.G.A.
Questo
Mio
Piccolo
Grande
Amore
La prima tappa la effettueremo molto dopo.
Autostrada Torino-Milano svincolo GravellonaToce al primo autogrill direzione Domodossola
confine di Stato. Caffè, brioche, macchina e
via!
La strada è ancora lunga. Solo molto tempo
dopo arriviamo a Formazza e finalmente Riale
ultimo paese del fondo valle che immerso
nella neve sembra quasi una località da fiaba.
Ovviamente dei due ampi parcheggi
predisposti, quello più comodo è anche quello
già strapieno.
Per fortuna l’altro è praticamente deserto ed è
qui che parcheggiamo le nostre sole tre
aprile 2015 / l’Escursionista / 8
vetture.
Con calma, percorrendo a piedi il breve tratto
che ci distanzia dalla pista di fondo già
frequentata, arriviamo al punto di partenza.
Controllo ARTVA, radio, racchette da neve.
Aiutiamo Donatella al non facile compito (lei è
alla sua “prima volta” in assoluto) di calzare gli
“strumenti” e poi si va, seguendo inizialmente
la sterrata estiva! Per un paio di volte
incrociamo la pista di fondo. La strada,
ottimamente battuta, sale dolcemente ma noi
tanto per non annoiarci, intervalliamo la quiete
della salita con brevi tratti di ripidi pendii (tra
un tornante e l’altro).
Inizia a far caldo. Questo comporta
logicamente una sosta per bere, per
spogliarsi, guardarsi attorno, ricompattarsi. La
neve è tanta ma non proprio bella e piuttosto
ventata con presenza di croste non portanti.
Ottima la giornata con la consueta presenza
del vento che alterna momenti di tranquillità
ad altri di sferzanti raffiche.
D’un tratto compare la diga. Ormai siamo
arrivati, guarda che casoG ed è anche ora di
pranzo!
Ma si sa, in ogni gruppo che si rispetti ci sono
gli instancabili, stacanovisti del cammino che
questa volta sono Valter, Antonio e Donatella
(?!) e che decidono di proseguire la strada.
Solo più tardi li ritroveremo al rifugio.
Quest’ultimo semisepolto dalla neve (come
era già stato per il GattascosaG un mese fa)
è stupendo!
Piccolino, con un corpo centrale più elevato e
due parti laterali più basse.
Dispone di un locale deposito per gli sci e le
racchette (in verità un po’ piccolo), di un
disimpegno per gli scarponi, bastoncini,
picozze e ramponi e di altre sale ancora.
Infatti a parte le camerette da 4/6 posti letto ci
sono la sala ristorante, la sala bar ed una
piccola saletta biblioteca dove ci si può
immergere nella lettura.
La struttura è stata inaugurata nel 1937
incorporando i caseggiati serviti per la
direzione dei lavori della diga ed è dedicata
alla signora Maria Luisa Milani moglie del
presidente del CAI di Busto Arsizio, sodalizio
aprile 2015 / l’Escursionista / 9
tuttora proprietario.
leggero russare, Alberto dorme, beato lui.
Tornando ai fatti è ovvio che il resto della
comitiva (sette persone) arrivata al rifugio si
accomodi al tavolo prontamente allestito,
giusto in tempo per sbocconcellare qualcosa
ed è altrettanto ovvio che subito dopo si ritiri
nelle camerette per sistemarsi e concedersi
un po’ di giusto riposo.
Ho convinto tutti della necessità di alzarsi e
partire presto. Alle 5.30 non ne posso più e mi
alzo.
Ben presto comunque ci troviamo tutti nella
saletta bar anche perché dovrò pur “torturare”
gli aspiranti accompagnatori ASE, o no?
Quindi studio della cartina, AZIMUT di andata
e ritorno, curve di livello e pendii, orari di
partenza, di arrivo, di ritornoG
Si decide di tentare un percorso ad anello sul
versante destro orografico del lago di Toggia
per poi tornare indietro scendendo ai laghi di
Bolden e da qui di nuovo al rifugio. Ma una
prima visione del percorso ed una
chiacchierata con la signora che gestisce il
rifugio ci consigliano di effettuare l’eventuale
percorso ad anello solo al contrario e
comunque non passando sulla sterrata
essendo questo tratto rischioso. Quando
smettiamo noi ad esercitarci, iniziano i gruppi
di scialpinisti anche loro alle prese con
cartine, percorsi, autosoccorsoG E così il
pomeriggio sfuma lentamente mentre fuori
piano piano le ombre della sera sovrastano il
giorno.
Se per pranzo polenta con contorni era
bastato, ora per cena si inizia con lasagne,
carne con purea di patate, dolce, caffè,
genepyG volpe? Beh, quella sarà la sorpresa
della serata. Nel bel mezzo della cena infatti,
una bestiola curiosa si avvicina alle finestre
della sala ristorante, provocando un
pandemonio di urla e goffi tentativi fotografici.
Come confermato dopo dalla signora, questa
volpe è diventata un po’ la mascotte del rifugio
provvedendo a spazzolare avanzi di suo
gradimento buttati appositamente per lei sulla
neve circostante.
Prendiamo accordi per la colazione ed i
thermos da riempire e poi via a nanna.
Le camerette contrariamente alle aspettative
sono belle calde, si sta bene.
Sono le 3.30 quando apro gli occhi: un
chiarore pallido entra dalla finestrella, mentre
nella camera è il silenzio assoluto. Dall’altra
parte, nella stanzetta adiacente si sente un
Giovanna sopra di me ha il respiro tranquillo
di chi è profondamente addormentato.
Acchiappo la camicia, i pantaloni, la maglia ed
esco nel corridoio recandomi in bagno per la
toilette mattutina. Compare Carlo, poi Antonio.
La vita riprende a scorrere.
Sono le 5.45 e facciamo (almeno noi tre)
colazione. Alle 6 precise vado a svegliare la
camerata in cui dormivo io: fuori gente!
Sono le 7 quando, dopo aver recuperato
racchette e bastoncini nella skiroom,
partiamo.
La giornata si presenta stupenda con le cime
dipinte di rosa che circondano il rifugio. Per
curiosità proseguiamo inizialmente per la
sterrata fino al suo naturale termine e dopo
esserci
sincerati
sull’impossibilità
di
attraversare il lago, ridiscendiamo. Aggirata la
diga nei pressi di un casotto vediamo una
breve traccia. Questa, più le indicazioni
ricevute la sera ci consentono di dirigere i
nostri passi attraverso una divertente
alternanza di dossi e collinette, nella giusta
direzione.
Più che vederli, i laghetti del Bolden si
intuiscono e solo l’altimetro ci conferma di
essere sul giusto percorso. Il mio sguardo è
attirato dalla Bocchetta di Valmaggia che
indico a Carlo ed Antonio.
Come sempre il paesaggio è gratificante.
Ora la marcia è facilitata da una pistona
tracciata da più motoslitte e da numerosi
sciatori.
Il tutto, però, dopo aver risalito un’ultima dura
asperità, si interrompe sulla spianata
dominata dalla Rupe del Gesso. Qui tutti
insieme decidiamo di fermarci anche perché
per raggiungere il passo sarebbe necessario
scendere e percorrere un bel pezzo di pendio
su neve non ancora battuta.
Antonio prima, poi Carlo, poi Giorgio risalgono
un punto della rupe mentre noi “comodosi”
riparandoci dalle folate del vento ci riposiamo
un po’.
Ancora una volta la tabella di marcia è
aprile 2015 / l’Escursionista / 10
rispettata. Consulto rapido e poi giù,
imbocchiamo la strada di rientro verso le
macchine.
Seguendo la strada effettuando solo brevi
tagli (Carlo, Valter ed Antonio saranno gli
unici trasgressori del gruppo) arriviamo
senza intoppi alle macchine.
I problemi “veri” stranamente iniziano qui.
Già durante la discesa infatti il continuo
incrociarsi con comitive varie di
escursionisti più o meno numerose,
avrebbe dovuto insospettirci. Così come
la presenza di numerosi sciatori sulle
piste di fondo avrebbe dovuto essere
l’ultimo campanello di allarme.
Parcheggi strapieni! Macchine infilate
dappertutto! Gente in ogni dove. Quello
che sabato mattina era uno spazio ampio
con poche vetture al suo interno, si è
trasformato in una bolgia infernale di
lamiere e fango.
Celermente ci cambiamo. I morsi della
fame e della sete accelerano i movimenti.
Uscire da quel caos non è facile ed anche
sulla strada preghiamo di non incrociare
nessuno. Un serpentone di auto
parcheggiate sul bordo della strada rende
i passaggi stretti ed angusti ed è con
sollievo che finalmente ci allontaniamo
dal posto.
Solo a Formazza troveremo il giusto
riposo davanti a panini, toast, birre e
bevande varie.
Il ritorno a Torino lo troverò come sempre
“eterno” e solo un ulteriore “tappa caffè”
mi permetterà di tornare in corso Regina
indenne.
Arriva Ettore, ciao Giò.
Accompagno Carlo, adesso sono solo in
macchina e per un attimo il mio pensiero
va a tutti quelli che con me hanno
condiviso questi due indimenticabili
giorni: Donatella, Giovanna, Monica,
Laura, Antonio, Valter, Carlo, Giorgio,
AlbertoG a tutti voi, grazie!
Franco Griffone
aprile 2015 / l’Escursionista / 11
Gian Barudda
C'era una volta in un paesino della Liguria un
certo Gian Barudda che, avendo lavorato
onestamente per tutta la vita, era riuscito a
mettersi da parte ben poche cose per la
vecchiaia: una casetta con l'orto, con in casa
una poltrona e nell'orto un bell'albero di fichi.
Ma, anche se adesso non lavorava più a
causa dell'età e della salute non proprio
buona e quindi poteva fare la guardia giorno e
notte, di fichi sull'albero ne vedeva ben pochi
perché i monelli del paese glieli rubavano tutti
alla faccia sua.
E gli mancava pure la compagnia: infatti non
aveva uno straccio di moglie e anche i vecchi
amici non si facevano quasi mai vedere,
perché abitava un po' fuori mano.
Ma ecco che un giorno riceve una visita
inattesa ed eccezionale: arriva Gesù con tutti
e dodici gli apostoli al suo seguito.
Sulle prime Gian Barudda rimane un po'
sconcertato perché ha ben poco da offrire a
degli ospiti così illustri, ma poi si fa coraggio e
apre con tutto il cuore le porte di casa sua al
celeste corteo.
Gesù rimane incantato dalla sua semplicità e
gli dice: <<In cambio della tua ospitalità, puoi
chiedermi ciò che vuoi>>.
Il cantastorie
Fiabe, saghe e leggende delle Alpi
Il pover'uomo rimane perplesso, anche perché
non ha grandi esigenze, ma poi gli viene in
mente la rabbia che lo prende tutte le volte
che scopre che gli hanno rubato un'altra volta
i fichi e allora dice: <<Vorrei tanto che tutti
quelli che salgono sul mio albero di fichi ci
rimangano fino a quando non gli darò il
permesso di scendere>>.
<<Non c'è problema, ma mi sembra un po'
poco. Chiedimi qualcos'altro>>, gli risponde
Gesù.
<<Va bene: dato che siete così generoso, vi
chiedo la stessa cosa per la mia poltrona.
Quelli che si siederanno sopra ci rimarranno
attaccati finché lo vorrò io>>, aggiunge Gian
Barudda.
<<Puoi star sicuro che sarà proprio così>>,
conclude Gesù, che poi si congeda con i suoi
dodici apostoli.
Passano gli anni e un giorno arriva la Morte
che gli dice: <<E' ora che tu venga con me>>.
Il vecchietto gli risponde che va bene, basta
che gli dia il tempo di andare a salutare gli
amici. Nel frattempo, la Morte può
accomodarsi sulla poltrona: il giro sarà veloce
e sarà subito di ritorno.
Ma invece la visita agli amici dura un anno
intero, durante il quale la Morte rimane
incollata alla poltrona, per cui non muore più
nessuno. Al suo ritorno, per liberarla Gian
Barudda le chiede altri centocinquant'anni di
vita.
Ma la Morte tiene conto del tempo che passa
e, alla scadenza, si presenta puntuale e
irremovibile a prelevare il nostro Gian
Barudda.
Ed ecco che quest'ultimo chiede di poter
soddisfare un'ultima voglia: vorrebbe tanto
farsi una scorpacciata di quei fichi grossi e
maturi che piegano a terra l'albero del
giardino.
La Morte, che in fondo ha il cuore tenero, si
offre di andarglieli a prendere lei e così rimane
appiccicata ai rami.
aprile 2015 / l’Escursionista / 12
Gian Barudda ci guadagna altri
cent’anni ma, più il tempo passa, più la
voglia di vivere gli viene meno.
Tanto che, quando la Morte si presenta
al terzo appuntamento, si dichiara
subito disposto a seguirla, chiedendo
soltanto di essere portato via sulla sua
poltrona.
La Morte, come sempre, lo accontenta
e così, mentre passano per il paese a
salutare gli amici, il furbetto ne
approfitta per attaccare a quella
magica poltrona tutti quelli che
vorrebbe portare con sé nell'aldilà.
Cammina e cammina la Morte arriva
alle
porte
del
Paradiso
dove
abbandona Gian Barudda e i suoi
amici.
Ed ecco farsi avanti san Pietro che, nel
vedere quel lungo corteo, rimane
perplesso e chiede a Gesù: <<E
adesso che cosa ne facciamo di tutta
questa gente?>>
E Gesù gli risponde: <<Non ti ricordi
più che ci ha aperto la sua porta e che
ci ha fatto entrare tutti? Facciamo né
più né meno quello che ha fatto lui. . .
>>
E fu così che Gian Barudda si ritrovò in
Paradiso, insieme a quel codazzo di
amici da cui non voleva separarsi
neanche con la morte.
Mauro Zanotto
aprile 2015 / l’Escursionista / 13
La rete escursionistica piemontese:
una ragnatela di sentieri
Se pensiamo all’intero territorio, di pianura,
collina e montagna, le vie di collegamento
prima che venissero tracciate le “Strade”,
comunali, provinciali, statali, erano i sentieri,
le mulattiere che venivano percorse dalla
popolazione locale che si muoveva tra i paesi
collinari, tra i villaggi e gli alpeggi alpini.
Così nel passato i sentieri montani erano
frequentati per lo più dai villani che si
spostavano per compiere le tradizionali attività
economiche di montagna. Mi viene in mente,
ad esempio, i traffici commerciali, più o meno
leciti, che transitavano sui passi di montagna.
Oggi, allo stesso modo, si percorrono i
sentieri, anche e soprattutto a seguito dello
sviluppo turistico di un determinato territorio e
alla valorizzazione delle sue potenzialità.
Al patrimonio escursionistico fatto di sentieri si
sono aggiunte le vie ferrate e i siti di
arrampicata. In tal modo si è sviluppata una
particolare forma di turismo, non solo
escursionistico, ma anche creando siti di
interesse
sportivo,
come
l’arrampicata
sportiva, o come la creazione o recupero di
vie ferrate in quei determinati territori, ove le
attività economiche sono sempre state
carenti.
Terre Alte
Riflessioni sull’ambiente alpino
nascere l’esigenza di una loro manutenzione
per garantire standard di sicurezza che non
possono più essere trascurati e l’interesse al
recupero storico di certi sentieri molto
frequentati nei secoli passati.
A questo importante settore, la Regione
Piemonte già nel 2010 ha dedicato una
particolare attenzione approvando una legge
regionale volta appunto al recupero e alla
valorizzazione del patrimonio escursionistico
(l.r. 12 del 18 febbraio 2010) e dotandosi nel
2012 di un regolamento di attuazione
(Regolamento 9/R del 16 novembre 2012).
La costruzione del catasto regionale del
patrimonio escursionistico ha permesso di
censire in modo univoco la rete dei sentieri
escursionistici.
Si è creato un database che raccoglie in modo
organizzato tutta una serie di informazioni e
dati di ciascun percorso.
Il lavoro è durato tre anni e ha permesso di
organizzare la rete catastale che, ogni due
Quindi la percorribilità di queste vie ha fatto
aprile 2015 / l’Escursionista / 14
anni, dovrà essere rivista da parte delle
province. Così si determinerà un incremento
di nuovi tracciati ma anche la possibile
eliminazione o modifica di alcuni.
Il territorio nazionale quindi è stato mappato in
zone, aree e settori. Le “zone” sono i territori
riferiti alle regioni e alle province e ciascuna
provincia riporta la codifica regionale in base a
una convenzione con il CAI.
Al Piemonte è stata attribuita la codifica con la
lettera E. Una zona corrispondente ad una
provincia può essere suddivisa in aree, che di
solito non sono più di due e sono demarcate
normalmente da un corso d’acqua, da una
catena montuosa, da una direttrice stradale.
All’interno di ogni area, il territorio con
caratteristiche geografiche e morfologiche
omogenee è definito settore, che può
contenere non più di un centinaio di sentieri o
percorsi codificati da 00 a 99 e che sono
demarcati da linee di cresta, fondi vallivi o
direttrici stradali.
Non so se tutti sapete, il Piemonte vanta una
ricca rete sentieristica, che, ad oggi,
comprende otto aree provinciali, 14.837 km,
3140 percorsi accatastati.
Ogni percorso quindi è stato codificato
secondo un preciso sistema informativo di
gestione tecnica che tiene conto di attributi
fisici e qualitativi connessi alle caratteristiche
storico-culturali, al tipo di fruizione e al grado
di organizzazione dei servizi turistici.
Il riconoscimento e l’accatastamento del
sentiero avviene a seguito di un accordo tra le
amministrazioni pubbliche locali su cui insiste
il percorso e i soggetti interessati all’opera,
pubblici e privati, comprese le associazioni
come il CAI, con l’impegno di monitorare
l’infrastruttura al fine di promuoverla,
valorizzarla e mantenerla nel tempo.
Da qui la possibilità di avviare azioni integrate
e coordinate per promuovere l’offerta turistica
collegata alla rete sentieristica a livello non
solo regionale ma anche nazionale e
aprile 2015 / l’Escursionista / 15
internazionale.
Per quanto ci riguarda come uetini, che
abbiamo in affidamento il rifugio Toesca al
Pian del Roc situato nel Parco regionale
del’Orsiera-Rocciavrè, è del 29 ottobre
2014 l’accordo tra i soggetti aderenti alla
manifestazione di interesse per la
registrazione nel catasto escursionistico
regionale e per la valorizzazione
dell’itinerario
denominato
“Giro
dell’Orsiera”, tra le parti attive dell’accordo
non solo i Comuni attraversati da codesto
percorso, la Provincia e l’Ente Parco, ma
anche i soggetti proprietari e gestori delle
strutture
ricettive
localizzate
lungo
l’itinerario, appunto il nostro rifugio.
Questo è un metodo diverso rispetto al
passato di fare politica attiva sul territorio,
in ambito turistico e anche in ambito
facendo
leva
sulla
economico,
responsabilità e sulla partecipazione dei
soggetti interessati. Del resto, si concilia
questo tipo di impostazione con la
definizione della Commissione europea di
responsabilità sociale.
Essere socialmente responsabili significa
infatti non solo soddisfare pienamente gli
obblighi giuridici applicabili, ma anche
andare al di là investendo “di più” nel
capitale umano, nell’ambiente e nei
rapporti con le parti interessate.
L’esperienza che le parti, pubbliche e
private, acquisiscono suggerisce di
andare oltre gli obblighi della legislazione.
L’applicazione di norme sociali che
superano gli obblighi giuridici può avere
un impatto diretto sulla produttività.
In tal modo si apre una strada che
consente di gestire il cambiamento e di
conciliare lo sviluppo sociale con una
maggiore competitività.
Ogni inizio contiene una magia che ci protegge e a
vivere ci aiuta
Herman Hesse – Gradini -
Laura Spagnolini
aprile 2015 / l’Escursionista / 16
La Gigia l'ei malada
Canta che ti passa !
La Gigia l'ei malada
ohimè ohimè ohimè ohimè
l'è malada ciamè ciamè l'dotore
ciamè l'dotore che la guarirà
Dotore l'entra 'n camera
ohimè ohimè ohimè ohimè
l'entra 'n camera
ghe palpa palpa 'l polso
la vostra figlia l'è malà d'amor
Ohi figlia ohi cara figlia
ohimè ohimè ohimè ohimè
dimmi tuta la vera verità
chi l'è 'l papà
di questo bel bambin
Papà di sto bambino
ohimè ohimè ohimè ohimè
il papà di sto bambino
l'è l'Ufizial di Sanità
la rubrica del Coro Edelweiss
Canto allegro del Lombardo/Veneto che
racconta in forma scherzosa le avventure
amorose della bella Gigia che purtroppo
rimane in dolce attesa per colpa di un Ufficiale
che si spera rimanga gentiluomo
Armonizzatore: Luigi Pigarelli (noto anche con
lo pseudonimo Pierluigi Galli; Trento, 15
dicembre 1875 – 25 aprile 1964) è stato un
compositore e magistrato italiano.
Biografia
Magistrato dal 1902 al 1949, fu docente di diritto
e
successivamente
Procuratore
della
Repubblica ed infine Consigliere di Cassazione.
Parallelamente agli studi universitari in
giurisprudenza all’università di Graz, in Austria,
Pigarelli si dedicò con viva passione allo studio
della musica, in particolar modo del pianoforte e,
successivamente diresse la sua attenzione alla
musica
corale
e
al
canto
popolare
armonizzando 94 canti popolari per il coro della
SAT di Trento.
Tra i brani più famosi si ricordano La Paganella
del 1925, Serenada a Castel Toblin del 1926, e
l'armonizzazione della famosissima canzone La
Montanara.
Nel 1900 divenne Segretario della Società
Filarmonica di Trento quindi presidente dal 1946
al 1958. Il 24 giugno del 1944 fu testimone, per
la magistratura, dell’eccidio nazista che toccò da
vicino la cittadinanza di Riva del Garda.
Fu lui infatti, all’indomani della strage, a recarsi
nella
città
trentina
per
raccogliere
documentazione sull’accaduto, che fu però
successivamente occultata dai suo superiori.
A lui è intitolata la via dirimpetto all'entrata
principale del Tribunale Civile e Penale di
Trento.
Valter Incerpi
aprile 2015 / l’Escursionista / 17
Nasce nel 1950 il Coro Edelweiss del CAI di Torino, da un gruppo di giovani ed entusiasti amanti del
canto di montagna. Conta oggi 35 elementi, tutti rigorosamente dilettanti. Nella sua lunga storia, ha visto
passare oltre 180 coristi, 5 diversi maestri, ha eseguito centinaia di concerti in Italia e all’estero e inciso
numerosi dischi e CD. Il Coro Edelweiss intende portare il proprio contributo alla salvaguardia e alla
conservazione del formidabile patrimonio artistico e culturale del canto di montagna. Il repertorio del
Coro, che spazia su tutta l’ampia produzione dei canti tradizionali alpini, è di circa 150 brani, di cui una
trentina con armonizzazioni proprie.
aprile 2015 / l’Escursionista / 18
W la focaccia!
Avanti, dite la verità( chi di voi riesce
resistere alla tentazione di una bella focaccia
profumata,
appena
sfornata,
lasciata
intiepidire ed accompagnata ad un buon
calice di prosecco?
Beh, io no di sicuro, anzi, rincasando la sera
faccio ben attenzione a non transitare davanti
ad una certa focacceria di mia conoscenza,
altrimenti( addio cena!
E poi cosa c’è di più sfizioso di un bel tagliere
di tranci di focaccia magari accompagnati con
una fettina di lardo o un tocchetto di grana o
perché no contrastati nel sapore da qualche
verdurina dell’orto di stagione (provate un con
affettatino di foglie di carciofo, due rapanelli e
qualche anellino di porro( e vedrete!) come
“pretesto” per organizzare un simpatico ed
economico apericena con i vostri amici del
cuore?
Bene, se anche voi la pensate così, quelle di
questo mese sono le ricette che fanno per voi!
Ricette semplici, economiche, di sicuro
risultato sia nella qualità finale del prodotto
sfornato
sia
nella
soddisfazione
dei
commensali che avrete invitato.
E poi, questo mese( grande novità, una
ricetta esclusiva per tutti gli amici della Sotto
Sezione UET: “La focaccia dell’Unione
Escursionisti Torinesi”.
Quindi( che aspettate ancora? Datevi da fare
ad
infornare
e(
Buon
Appetito
dall’Escursionista!
Focaccia classica
INGREDIENTI
• 350 gr di farina tipo “0”
• 15 gr di lievito di birra
• 4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
• 1 cucchiaino di sale grosso
• 1 cucchiaio raso di sale semi grosso
• Per la teglia: olio extravergine di oliva
PREPARAZIONE
Prendete un decilitro e mezzo di acqua.
Diluite il lievito in mezzo bicchiere d’acqua
tiepida e fate altrettanto con il sale.
Setacciate la farina in una larga zuppiera e
intridetela con il lievito sciolto, aggiungendo
Il mestolo d’oro
Ricette della tradizione popolare
gradualmente l’acqua rimanente, sempre
tiepida, poi l’acqua salata e infine due cucchiai
d’olio.
Rovesciate la pasta sulla spianatoia e
lavoratela con energia per 10-15 minuti, fino a
quando risulta sufficientemente omogenea ed
elastica.
Coprite l’impasto con un telo umido e
lasciatelo lievitare per circa un’ora in un
ambiente tiepido.
Riprendete a lavorare l’impasto, sgonfiandolo
e manipolandolo per qualche minuto ancora.
Spolveratolo con la farina, spianatelo con le
dita direttamente nella teglia di cottura o sulla
placca
del
forno,
che
avrete
abbondantemente unto d’olio, fino ad ottenere
uno spessore di circa mezzo centimetro,
evitando però di lisciare eccessivamente la
superficie, che dovrà risultare un po’
grossolana.
Ungete la superficie della focaccia con due
cucchiai d’olio e poi cospargetela con il sale
semi grosso.
Cuocete a 200°C in forno già caldo per circa
25 minuti, fino a quando la superficie risulterà
ben dorata.
Focaccia integrale
INGREDIENTI
• 200 gr di farina tipo “0”
• 150 gr di farina integrale
• 15 gr di lievito di birra
• 3 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
• ½ cucchiaio scarso di sale grosso
• 1 cucchiaino di sale semi grosso
PREPARAZIONE
Prendete un decilitro e mezzo di acqua.
Stemperate il lievito in mezzo bicchiere
d’acqua tiepida e fate altrettanto con il sale
grosso.
Setacciate insieme i due tipi di farina in una
aprile 2015 / l’Escursionista / 19
zuppiera e intrideteli con il lievito,
aggiungendo gradualmente l’acqua rimanente
intiepidita e infine l’acqua salata ed un
cucchiaio d’olio.
Rovesciate la pasta sulla spianatoia e
lavoratela per almeno 10 minuti, fino a quando
diventa elastica.
Lascatela lievitare per un paio d’ore e poi
manipolate ancora per qualche minuto.
Stendete la pasta fino ad ottenere uno strato
spesso poco più di mezzo centimetro.
Cospargete la superficie della focaccia prima
con il sale semi grosso e poi con due cucchiai
d’olio, infine cuocete in forno già caldo a
200°C per 25 minuti.
Focaccia di patate
INGREDIENTI
• 300 gr di farina tipo “00”
• 3 patate
• 15 gr di lievito di birra
• 10 pomodorini a grappolo
• ½ bicchiere di latte
• Olio extra vergine d’oliva
• Origano
• Sale
PREPARAZIONE
Lessate le patate in abbondante acqua,
lasciatele raffreddare, sbucciatele e passatele
allo schiacciapatate, raccogliendo la purea in
una terrina.
Farinata
INGREDIENTI
• 500 gr di farina di ceci
• ½ bicchiere d’olio extravergine d’oliva
• ½ cucchiaio scarso di sale
• Pepe in grani
PREPARAZIONE
Prendete un litro d’acqua. Sciogliete il sale in
mezzo bicchiere d’acqua.
A parte, setacciate la farina in una ciotola e
intridetela prima con l’acqua salata e poi con
l’acqua rimasta, seguitando a mescolare fino
ad ottenere un impasto liquido ben
omogeneo, che lascerete riposare per 4 ore.
Durante il riposo l’impasto produrrà una
schiuma che dovrete eliminare con l’aiuto di
una schiumarola.
Trascorso il periodo di riposo, mescolate il
composto ancora per qualche minuto
incorporando a filo d’olio, in maniera che
l’amalgama risulti omogenea.
Versate la farinata liquida sulla placca del
forno e passate a cottura per almeno 20
minuti in forno già caldo a 280°C.
La farinata è cotta quando i bordi appaiono
dorati e la superficie cosparsa di bollicine.
Sfornate e cospargete di pepe macinato al
momento.
Incorporatevi la farina, il lievito sciolto nel latte
tiepido e una presa di sale e lavorate il tutto
per amalgamare gli ingredienti fino ad
ottenere un impasto morbido. Se necessario
unite a filo dell’acqua tiepida.
Lasciate lievitare il composto per un paio d’ore
coprendolo con un canovaccio umido.
Passato questo tempo, stendete l’impasto
sulla piastra del forno ricoperta con l’apposita
carta forno.
Tagliate i pomodorini a metà e schiacciateli
sull’impasto.
Irrorate con dell’olio a filo, spolverate con
abbondate origano e passate in forno a 200°C
per almeno mezz’ora.
aprile 2015 / l’Escursionista / 20
Premiata
Focaccia
Escursionisti Torinesi
dell’Unione
INGREDIENTI
• 350 gr di farina tipo “00”
• 15 gr di lievito di birra
• Olio extravergine d’oliva
• 1 rametto di rosmarino
• ½ cucchiaino di sale grosso
• Sale semi grosso
• Pepe in grani
PREPARAZIONE
Sciogliete il lievito in mezzo bicchiere d’acqua
tiepida e il sale grosso in altrettanta acqua.
Setacciate la farina e raccoglietela in una
larga zuppiera, quindi cominciate a intriderla
con il lievito aggiungendo gradualmente
mezzo bicchiere d’acqua, l’acqua salata e un
bicchiere d’olio.
lievitare per circa 2 ore, dopodichè manipolate
ancora per qualche minuto incorporando il
rosmarino che avrete mondato, lavato,
asciugato e tritato finemente.
Stendete la pasta con le dita, fino ad ottenere
uno spessore di poco più di mezzo
centimetro, poi spennellate con l’olio,
dopodichè cospargete con il pepe macinato al
momento e il sale semi grosso.
Cuocete a 200°C per circa 25 minuti, quindi
sfornate e attendete che intiepidisca prima di
servire in tavola.
Mauro Zanotto
Rovesciate la pasta sulla spianatoia e
lavoratela per almeno 10 minuti, poi lasciatela
aprile 2015 / l’Escursionista / 21
I moschettieri della Val Sangone
C’era una volta
<<Dov’è Edoardo?>> Domandò Giovanni alla
moglie, appena entrato in cucina.
<<E chi lo sa!>> Rispose Maria mentre
aggiungeva un ciocco di gaggia nel camino.
<<Ho fame e non aspetterò che arrivi, sarà in
giro come al solito a fantasticare!>>
Maria alzò leggermente le spalle. Quelle
lamentele le sentiva spesso.
<<Tu proteggilo e vedrai che bel fagnan a
mnìrà!>>
<<Siediti, la minestra è pronta ed Edoardo
arriverà subito. Non lamentarti, a scuola è
bravo e ubbidiente, che male c’è se ha molta
fantasia? Lascialo fantasticare, i nostri vecchi
non ci hanno lasciato fare nemmeno quello!>>
Edoardo arrivò trafelato e rosso in viso, con
una spada di legno in mano fatta con due
listelli di cassetta, annunciandosi come
d’Artagnan.
<<Dì, ma nòstr fieul a l’é fòl?>> Chiese
Giovanni alla moglie mentre affogava il
cucchiaio nella zuppa.
Ricordi del nostro passato
<<Ma no, a scuola avranno parlato dei
moschettieri>>.
Maria era abituata all’immaginazione del figlio,
quindi non si stupì mentre entrava in cucina il
giorno dopo, sentirlo gridare: <<Mamma,
mamma, domani io e Fausto faremo i paggetti
del re!>>
La sera dopo però, quando lo vide vestito con
pantaloni a sbuffo e giacchetta di broccatello
azzurro con in capo un cappello piumato, la
poveretta s’inquietò.
<<Chi ti ha dato quella roba?>> Gridò Maria,
terrorizzata che il figlio li avesse rubati.
<<Te l’avevo detto che avrei fatto il paggetto,
mica ho rubato nulla, tra pochi giorni, quando
finiranno di girare il film, dovrò restituire tutto e
pensa, mi daranno anche qualche cosa!>>
Maria
aveva
sentito
parlare
di
quella
aprile 2015 / l’Escursionista / 22
<<droleria>> , ma la considerava un lusso e un capriccio dei ricchi
signori torinesi, così lasciò che Edoardo finisse di parlare.
<<Sono tanti, e arrivano al mattino con il treno delle sei. Scaricano
macchinari strani, borse e valigie. E’ da una di quelle che hanno
preso il mio costume. Ti piace? Se io e Fausto fossimo stati più alti
avremmo fatto i moschettieri!>> Disse eccitato e a voce alta
Edoardo.
<<Dimmi la verità!>> chiese gridando Maria prendendolo per il
braccio.
<<Mi fai male, lasciami! E’ la verità, ti dico! Anche a lui hanno dato
il costume, siamo noi due i paggetti. Chiedi a sua madre se non ci
credi>>.
Edoardo era offeso, ma l’ira della madre non andava sottovalutata,
così la implorò di recarsi a casa dell’amico per avere conferma.
<<Sicur che vadu! Pensi che creda a questa storia?>> Maria, che
continuava a tenere per il braccio il figlio come se questo dovesse
fuggire, si buttò uno scialle sulle spalle e uscì tenendolo sempre
stretto.
<<No, non lo sgridi, anche Fausto è arrivato conciato così. Sono
andata in parrocchia e il curato ha confermato la storia dei ragazzi.
E’ una Manifattura del cinema di Torino e sono venuti qui per fare
un film su LuigiGin ricordu pi nen che numer, e cercano gente del
paese che si vesta in costume e poi non soG, ma visto che i nòsti
masnà sono alti uguale, li hanno scelti per fare i paggetti, non è
contenta? Gli danno anche qualche centesimo>>.
<<Ricu al minusié sta già lavorando per loro e Vigiu gli ha affittato
il cavallo! E’ una fortuna per Trana e la val Sangone. I signori di
Torino e di altre città vedranno i nostri boschi, il torrente e la torre
degli Orsini, anche se un po’ malandata, e magari gli venderemo
qualche toma e qualche bolè!>>
<<Ma, ma - s’inciampò Maria incredula - vedranno anche i nostri
figli?>>
<<Certo! Mi ha detto il
priore, che si rivedono
tutte le immagini su un
lenzuolo bianco e si
riconoscono
luoghi
e
persone! Io non l’ho mai
visto, ma mi piacerebbe
tanto, anche se monsignor
Giacomo dice che è
meglio starne lontano!>>
Maria tornò a casa
frastornata con Edoardo
pimpante
che
si
pavoneggiava
per
la
strada.
Era la primavera del 1910
e l’inizio del cinema muto
a Trana e nella valle,
evento che portò per una
dozzina d’anni nei boschi
e sulle rive del torrente
Sangone,
guasconi,
gladiatori,
avventurieri,
guerrieri, odalische e tanti
sogni che la tramvia
trasportava ogni mattina
da Torino, per divertire e
stupire l’Italia intera.
Sergio Vigna
anno 2010
"Magia della montagna: Storia e
storie
della Val Sangone",
concorso letterario seconda
edizione indetto
dall'associazione Cultura Alpina
Valsangone.
aprile 2015 / l’Escursionista / 23
Sergio Vigna è nato a
Torino nel 1945 e vive a S.
Bernardino di Trana dal
1969.
Coniugato, con due figlie
sposate e due nipoti,
Sergio Vigna ha sempre
scritto, ma solamente dal
2000, anno in cui ha
smesso di girare l’Italia e
parte d’Europa come
direttore commerciale di
un’azienda tessile, si è
dedicato in modo più
continuativo alla scrittura.
Il suo primo libro è stato
per ragazzi, ”Rasim”,
seguito dal primo libro per
adulti, “Prodigio a piè
dell’Alpi” (introduzione di
Federico Audisio Di
Somma) e dal suo
secondo libro per adulti,
“La lunga strada”
(introduzione di
Alessandro Barbero).
In questi anni Sergio Vigna
ha scritto molto per
giornali ed associazioni,
vincendo premi letterari
regionali e scrivendo una
pièce teatrale
rappresentata al teatro
Juvarra di Torino.
Ha appena terminato un
nuovo romanzo per adulti
che uscirà in autunno.
A Pratovigero (Pravigé) sarebbe meglio
esserci stati, almeno una volta, in
pellegrinaggio. Frazione di Trana, borgata
fantasma, Pratovigero è una specie di far
west in val Sangone. Se non fosse così
fuori mano, così malridotta, così autentica,
il forestiero potrebbe immaginare che
qualcuno l’ha costruita con lo scopo di set
cinematografico e subito abbandonata per
fallimento della produzione.
Nessuno la andrebbe a cercare nella
Guida Michelin. Ma qualcuno vi capita, per
abitudine, per scelta o per caso, e può
perfino succedere che, in una certa
condizione d’animo, la porti impressa in un
particolare tabernacolo della memoria. E
se è in grado di ascoltarne il genius loci
può anche avvenire che ne diventi il
trovatore.
A Sergio Vigna è successo. La pioggia, il
trovare riparo in una baita abbandonata,
una pietra mossa per caso, una scatola di
biscotti arrugginita, un vecchio libriccino,
una cronaca sul punto di squagliarsi in
polvere: ecco l’idea letteraria. Pratovigero
ha generato dalle sue rovine un racconto,
quasi volesse dare voce alle sue creature,
desiderando suggerirlo al viandante
scrittore. Nasce Rinaldo, protagonista
d’invenzione, e con lui il miracolo di una
novella che reca il gusto e la sensibilità
delle buone cose antiche(
Federico Audisio di Somma
I personaggi di Sergio Vigna
sono imprigionati in una
situazione tristemente
emblematica della nostra epoca:
un matrimonio fallito, una figlia
indesiderata, una relazione
clandestina, il trauma della
separazione, i disturbi
comportamentali.
Ma da questo groviglio
soffocante la storia decolla per
un viaggio minuziosamente
realistico eppure favoloso.
Partendo da solo in caravan con
la sua bambina che non parla più
alla ricerca del paese di Babbo
Natale, Filippo non sa neppure
lui se sta fuggendo da un dolore
insopportabile o inseguendo una
guarigione non prevista da
nessun medico.
La risposta arriverà nel gelo del
nord, con un incontro che
ribalterà le parti e trasformerà
Corinna nella vera protagonista
del romanzo.
aprile 2015 / l’Escursionista / 24
A chi mi chiede se è ancora possibile parlare
di “esplorazione” quando ci riferiamo alle
nostre valli, alle nostre montagne, senza
quindi far volare il pensiero alle grandi vette di
continenti lontani, la mia risposta è( SI, è
ancora possibile!
E’ possibile perché qualunque escursione
condotta anche solo in una delle nostre valli
“dietro a casa” può trasformarsi in una vera e
propria esplorazione di territori oggi solitari,
selvaggi ed inospitali, in cui l’uomo da anni è
assente e sui quali i resti della
“antropizzazione” dovuta alla sua presenza
sociale, religiosa o culturale sono ormai visibili
solo agli occhi attenti di chi và per monti con
lo spirito dell’esploratore.
In questa rubrica vi racconterò quindi non solo
ciò che durante le mie escursioni avrò
osservato ma anche ciò che avrò immaginato
o capito dalla “lettura” dei segnali del passato
che il territorio ancora conserva.
Così facendo, idealmente sarà un po’ come
se l’escursione l’avessimo fatta insieme,
viaggiando come un Marco Polo del nostro
tempo, “Esplorando( per Monti e Valli”!
Un anello sui monti del Selvaggio
•
Località di partenza: Santuario del
Selvaggio mt. 690
•
Dislivello: mt. 624
•
Tempo complessivo: 5 ore c.ca
•
Difficoltà: E
•
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale
1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè
– Val Sangone – Collina di Rivoli
Fraternali Editore
Sui boscosi, ripidi pendii alle spalle del
Selvaggio, borgata della val Sangone tra
Giaveno e Coazze, nel punto in cui la
vegetazione
s’apre,
emergono
piccoli
insediamenti, detti “Prese”, oggi non più abitati
se non nei fine settimana o durante il periodo
estivo: come in tanti altri posti.
Dove arriva la strada, degli interventi di
riqualificazione
hanno
permesso
si
Marco Polo
Esplorando( per Monti e Valli
ristrutturare alcuni edifici; altri, lasciati
all’abbandono,
sono in rovina.
Pare
impossibile, ma qui, come nella vicina valle
del Sangonetto, la gente ci viveva e dalla terra
traeva sussistenza.
Partendo dal Selvaggio, per sentieri, borgate
e piloni, si raggiunge il crinale tra questa valle
e quella di Susa, dove transita uno stradello
che si percorre lungamente. Giunti al colle
Remondetto, si torna a valle transitando per il
bellissimo bosco “Ugo Campagna; scesi al
pilone di Pian Aschiero, passando ancora per
altre Prese, si ritorna infine al Selvaggio.
Considerando che non si raggiungono cime
significative e si coprono modesti dislivelli,
percorrere stradelli e sentieri su questi monti
diventa cosa piacevole, specie nelle stagioni
di transizione, anche d’inverno, perché la
neve poco si ferma su questo assolati
versanti.
La gita non può dirsi conclusa se non quando,
prima di partire, si è visitato al Selvaggio il
santuario dedicato alla Madonna di Lourdes
all’interno del quale è stata realizzata una
grotta similare a quella delle apparizioni di
Massabielle.
Giunti alla rotonda davanti alla parrocchiale di
Giaveno, si prosegue in direzione di Avigliana
sino alla successiva dove si piega a sinistra
seguendo l’indicazione per Coazze e
Selvaggio.
La strada s’inoltra in moderata ascesa
costeggiando inizialmente il rio Ollasio, poi
borghi e case isolate, giungendo infine in vista
del Santuario del Selvaggio.
Qui giunti, lasciata la strada che prosegue per
Coazze, si prende a destra subito trovando
l’ampio parcheggio posto a margine dove
conviene lasciare l’auto.
Ora si scende per un tratto verso il rigagnolo a
valle, con il vicino pilone votivo, il primo di
tanti che s’incontreranno, che si attraversa
addentrandosi la strada tra le case di
Selvaggio Rio al fondo delle quali sorge
aprile 2015 / l’Escursionista / 25
Architettura rurale a Bagagera
ancora un altro pilone votivo, che si sorpassa.
Subito la strada si fa stradello e, al primo bivio, si prende a
sinistra scendendo al rio Tortorello, che si guada salendo
oltre verso monte, sempre restando su questo che diventa
poi una pista forestale. Proseguendo ci si inoltra nel bosco
dove, salendo con pendenza costante, s’incontrano alcuni
ruderi oltre i quali si ritorna via via verso l’alveo del rio, che si
costeggia per un tratto, sino al punto in cui si scorge,
sull’opposto versante, una traccia che s’inerpica al di là del
corso d’acqua.
Lasciata la pista forestale, attraversato il rio, la si prende per
poi salire un ripido, faticoso pendio con una serie di svolte
ravvicinate che, percorse, consentono alla sommità di uscire
alle case della borgata Brusino, quasi tutte ristrutturate.
Tra le case, in basso, sgorga una fresca sorgente. Tornando
sui propri passi, si prosegue per un tratto lungo lo stradello
che lascia l’insediamento, raggiungendo, più avanti, un bivio
dominato da una grande croce in pietra dove si piega a
sinistra per Bagagera che può essere raggiunta per strada
oppure prendendo il sentiero che parte alla destra di quella
che era una sbarra d’interdizione.
Salendo, giunti alla borgata, anziché addentrarsi le case, si
prende lo stradello che le sorpassa a monte subito trovando
l’indicazione per salire alle Prese delle Rose.
La traccia prende a salire un ripido pendio nel bosco sino alla
svolta che immette su una dorsale, che si percorre
faticosamente, guadagnando alla sommità le poche case,
quasi tutte dirute. Le Prese delle Rose sono raggiunte da una
strada proveniente dal colle Braida, che si percorre per un
tratto, sino al punto in cui, sulla sinistra, affiorano delle rocce
con segni di vernice gialla, rossa e blu.
Lasciata la strada, ci si inoltra
lungo il sentiero che sale e
che, ancora aggirata una
dorsale, raggiunge i prati e poi
le case Giacone, oltre le quali
si prosegue, ora quasi in piano,
terminando la traccia, più
avanti, sulla strada proveniente
dal colle Braida, sulla quale ci
s’immette, che si percorrerà
fedelmente per un lungo tratto.
Fatte un paio di svolte
ravvicinate,
raggiunto
un
colletto sul crinale dov’è
presente una piccola area
attrezzata, la traccia si porta
sul versante della val di Susa
passando di poco sotto la
rocciosa cima del monte Presa
Vecchia, facilmente accessibile
da questa parte, per poi ancora
continuare
lungamente.
Superati,
più
avanti,
gli
insignificanti colli del Temine e
della Biaviri, si giunge infine al
colle Remondetto, mt. 1314,
punto più elevato dell’itinerario.
3 ore c.ca dal Selvaggio.
Lasciato lo stradello che
prosegue per i Tre Roc, le
Prese Brunetti e, volendolo,
sino al col Bione segnalato a
50 minuti c.ca, abbandonato il
crinale, si prende a sinistra
seguendo l’indicazione per le
Prese delle Rose che si
raggiungeranno attraversando
il bosco Ugo Campagna.
Il segnato tratto dal colle
Remondetto al bivio Prese
delle Rose – Pian Aschiero, è
certamente una delle cose più
interessanti dell’itinerario.
Scesi brevemente più sotto,
ancora si piega a sinistra
subito sorpassando la modesta
fontana Biaviri e poi il bivio per
le Prese Tessa e la borgata
Giaconera. Con un lungo
aprile 2015 / l’Escursionista / 26
traverso, dove tratti in piano si
alternano ad altri dove si scende,
sempre di poco, la bella traccia si
addentra
nel
bosco
Ugo
Campagna, frutto di un passato
intervento di riforestazione a
seguito di un devastante incendio,
passando di poco sotto l’ammasso
roccioso del monte Presa Vecchia,
ora visto da sotto.
Più avanti, ad un caratteristico
roccione presso una dorsale, si
prosegue allo stesso modo, ora
quasi in piano, sino a che si
raggiunge il punto in cui si
incrociano dei sentieri dove
troviamo alcune indicazioni.
Di poco sulla sinistra, sul sentiero
per le Prese delle Rose, sorge un
bellissimo pilone votivo dedicato
alla Madonna con Bambino e poco
più avanti un altro ancora. Al bivio
si prende a destra per Valsinera e
Pian
Aschiero
subito
Crinale Pietraborga - Montagnassa
Il santuario del Selvaggio
abbandonando la traccia che scende alla prima località.
Più sotto, lasciato l’ampio stradello, si piega a sinistra
scorgendo, al limitare del pianoro, l’elevato pilone votivo
costruito alla sommità di un roccione.
Per tornare si prospettano ora due possibilità: seguitare
sul sentiero 438 che, rasentato un rudere, si porta verso
la borgata Bagagera dove parte uno stradello verso valle
che, fedelmente percorso, termina al Selvaggio, oppure
prendere il sentiero che scende a valle transitando per la
Prese Franca e Colonnello. In questo secondo caso si
prosegue a destra del pilone votivo, per un breve tratto in
piano, sino a che il pendio si fa ripido quando si percorre
aprile 2015 / l’Escursionista / 27
Nel bosco Ugo Campagna
una boscosa dorsale con le ripetute svolte che
consentono di raggiungere al fondo lo
stradello di cui s’è detto, proveniente da
Bagarera, subito giungendo ai prati posto
attorno alla Presa Franca che si sorpassa.
Rimanendo sempre sullo sterrato che scende,
ora più ampio, fatta la terza svolta, si
raggiungono le Prese Colonnello, chiuse dal
bosco. Anche qui si può scegliere di
proseguire lungo la strada, oppure prendere il
sentiero che traversa a monte, un tempo assai
percorso.
Lasciando le case, si affrontano poi le dolci
svolte discendenti nel bosco misto di castagni,
betulle e pini, che percorrendo di nuovo una
dorsale, ritrovano al fondo ancora la strada
dopo aver rasentato dei prati recintati nel
punto in cui il bosco termina.
Al bivio che segue è indifferente la scelta che
si fa portando entrambi gli stradelli al
Selvaggio: meglio però prendere a sinistra.
Così facendo, raggiunto al fondo il pilone
votivo, rifacendo un tratto di strada già
percorso, non è difficile ritornare al parcheggio
del Santuario dove questo anello si chiude.
2 ore c.ca dal colle Remondetto.
Beppe Sabadini
Il bel pilone alle Prese delle rose
aprile 2015 / l’Escursionista / 28
Negli ultimi anni, la carne è salita sul banco
degli
imputati,
accusata
di
essere
responsabile dì molti mali del nostro tempo, e
in particolare di provocare patologie tumorali.
La carne fa veramente male?
Per vederci chiaro e capire cosa è vero o no
in questo argomento da un punto di vista
prettamente scientifico, dati alla mano, ne
abbiamo parlato con il dottor Luca Speciani e
abbiamo scoperto che, come capita spesso, la
verità non è assoluta, ma ha tante sfumature.
Nessun alimento è buono o cattivo di per sé,
ma è l'uso che ne facciamo, oltre allo stile di
vita, che incide sul nostro stato di salute.
Parlando di carne, c'è un errore di fondo dal
punto di vista procedurale: chi la demonizza,
spesso non si rende conto di basarsi su
statistiche poco affidabili. Anche nel campo
della ricerca non è tutto oro quello che luccica,
e spesso si fanno affermazioni sulla base di
lavori che di scientifico hanno ben poco.
Come quegli studi che confrontano i
consumatori di carne con i vegetariani e
scoprono che i secondi godono di un miglior
stato di salute, senza andare a considerare
che, di solito, i vegetariani sono persone molto
attente a ciò che mangiano e preferiscono
cibo genuino, biologico e integrale...
Quindi è l'insieme di tutte queste componenti
a incidere positivamente sulla loro salute.
Ciò detto, è innegabile che qualche
problematica legata al consumo di carne
esista. E sulla base dei soli dati scientifici
affidabili, il nostro esperto evidenzia tre
principali fattori che andrebbero tenuti sotto
stretto controllo. Vediamo quali sono.
Nitriti e nitrati
Il
primo
elemento
potenzialmente
cancerogeno che un eccessivo consumo di
carne può portare con sé è la presenza di
nitriti nitrati, usati come conservanti all'interno
delle carni processate, vale a dire salumi,
salsicce, carne in scatola, prodotti affumicati e
così via.
In particolare, sono i
maggiore,
perché
si
nitriti il pericolo
trasformano
in
Il medico risponde
Le domande e le risposte
sulla nostra salute
nitrosamine,
sostanze
effettivamente cancerogene.
che
sono
Il loro uso nell'industria alimentare è ammesso
perché in piccole quantità non comportano
rischi.
Ma se si consuma molto spesso questo tipo di
carni, il carico di nitriti si aggiunge a quello
che si trova anche nell'acqua, per esempio (e
di conseguenza in verdure e altri alimenti), e
allora il rischio sale.
Il consiglio, dunque, è di non esagerare con
questo tipo di carni e se vogliamo
consumarne, preferiamo prodotti DOP, come
certi prosciutti che per disciplinare non ne
contengono, oppure artigianali, o quelli che si
distinguono proprio per l'assenza di nitriti e
nitrati in etichetta, che si trovano solitamente
nei supermercati e nei negozi del biologico.
Un secondo elemento pericoloso è legato al
metodo di cottura, che può aggravare i rischi
per la salute se particolarmente violento.
Il nero che si forma sulla superficie della carne
quando viene cotta alla griglia o in padella
contiene sostanze cancerogene al pari del
bruciato di una sigaretta.
Terzo elemento da tenere d'occhio è la
presenza di estrogeni nella carne che
consumiamo.
Questi particolari ormoni vengono utilizzati da
alcuni allevatori senza scrupoli perché
"gonfiano" la carne: il bovino trattato con
estrogeni si riempie di acqua, la carcassa
quindi pesa di più e così facendo si vende
acqua al prezzo di carne.
Estrogeni
e
altri
ormoni
utilizzati
nell'allevamento possono essere cancerogeni
o causare problemi all'apparato endocrino,
nonché anomalie dello sviluppo e della
pubertà.
La buona notizia è che in Italia l'utilizzo di
estrogeni è vietato (viene considerato reato di
frode alimentare), mentre in altri paesi, alcuni
anche europei, è consentita. La bistecca
aprile 2015 / l’Escursionista / 29
estrogenata si riconosce perché una volta
messa in padella, mentre si cuoce si riduce
quasi della metà, osserva il nostro consulente.
Per fortuna, l'obbligo di tracciatura del
prodotto ci consente di conoscere la
provenienza della carne che compriamo.
Scegliendone una 100% italiana, oppure
estera ma da allevamento biologico, ci
teniamo al riparo da questi pericoli.
Attenzione ai grassi saturi
Il tema è delicato e importante. Le proteine
sono fondamentali perché nutrono la crescita
cellulare, quindi le ossa sono più forti, i capelli
cadono di meno, l'occhio vede meglio, cresce
la
massa
muscolare
e
così
via.
Nell'alimentazione normale, servono e non
vanno eliminate.
Come sì sa, i grassi saturi, prevalentemente di
origine animale, sono tra i responsabili
dell'aumento del colesterolo LDL (cattivo) nel
sangue, con conseguenti maggiori rischi
cardiovascolari, e sembrerebbero tra le cause
scatenanti di alcune forme tumorali (colon,
retto,
seno).
La carne rossa contiene notevoli quantitativi di
grassi saturi (in media 15 g per etto), e questo
è un motivo in più per consumarla con
moderazione e preferire comunque i tagli
magri. Più salutare, da questo punto di vista,
la carne bianca, che ne contiene circa l'1,5%,
e apporta maggiori quantità di grassi insaturi
(quelli "buoni").
C'è da dire che le proteine della carne (a
differenza di quelle di origine vegetale)
contengono tutti gli amminoacidi essenziali in
quantità elevate. Quindi, per ottenere la
stessa
completezza
proteica
senza
consumare carne, è necessario avere una
dieta molto variata e attenta. Inoltre, la carne
contiene elevate quantità di ferro e zinco in
forma altamente biodisponibile (soprattutto
quella rossa), nonché di vitamina B12.
È solo nel caso della patologia tumorale in
atto che sarebbe meglio diminuirne il
consumo, così da limitare il nutrimento alle
cellule malate, che quindi si riprodurranno più
lentamente. Una persona sana, se vuole stare
bene, invece, deve consumare proteine, che
provengano dalla carne (in piccole quantità) e
da altre fonti.
Da non dimenticare anche la presenza, in
particolare nella carne rossa, di carnitina,
sostanza che aiuta ad abbassare il livello di
trigliceridi
e
lipoproteine
responsabili
dell'infarto, e ad aumentare il colesterolo
buono (HDL), oltre ad avere un ruolo
importante nel bruciare i grassi e produrre
energia.
L'importanza delle proteine
C'è poi un ulteriore elemento da prendere in
considerazione, e cioè il consumo di carne,
ma sarebbe più corretto dire di alimenti
proteici in generale, quando la patologia
tumorale è già in essere, in questo caso, più
proteine si introducono e più si nutre la
crescita del cancro.
aprile 2015 / l’Escursionista / 30
La carne di manzo ne contiene fino a 150 mg
per etto, contro i 3-5 mg delle carni bianche e i
livelli minori presenti nei prodotti caseari, in
alcune verdure e nei legumi come la soia.
Infatti, chi segue una dieta vegana potrebbe
andare incontro a un deficit di carnitina
(eventualmente da assumere con integratori,
sotto controllo medico).
Quanta carne mangiare? Qual’è la quantità
giusta di carne da consumare?
Le proteine non si trovano solo nella carne,
ma anche in pesce, uova, frutta secca,
legumi, pasta e pane integrali, latte e latticini.
Considerato che consumiamo ben 21 pasti
alla settimana, possiamo tranquillamente
permetterci di variare la fonte proteica!
Queste variazioni, tra l'altro, aiutano a evitare
di cadere nel problema delle intolleranze
alimentari, anche se c'è da dire che le
intolleranze alla carne sono molto più rare
rispetto a quelle ai latticini, ai prodotti lievitati,
al frumento e alla soia".
A differenza delle carni rosse, le carni
bianche, anche quelle di origine italiana, se
non biologiche possono contenere residui di
antibiotici.
Negli allevamenti intensivi di pollame, infatti, si
usano abitualmente "a calendario", cioè non si
aspetta che l'animale si ammali, ma vengono
somministrati antibiotici a scopo preventivo
(con il consenso della legge).
Quindi, per l’acquisto di carni bianche e di
uova, il consiglio per evitare sostanze
indesiderate è di comprare prodotti biologici e
provenienti da allevamenti a terra.
LA GARANZIA DELLA CARNE
ITALIANA
Consigli per l'acquisto della carne.
100%
Colore: deve essere luminoso e brillante.
Quanto alla quantità di carne, i pareri sono
discordanti: secondo l'Harvard School of
Medicine, sarebbe bene limitarsi a consumare
le carni rosse due volte alla settimana, in
porzioni dì non più di 80 g; il World Cancer
Research, sempre per la carne rossa, arriva a
un consumo massimo di 300 g alla settimana.
Il manzo è di color rosso acceso, mentre il
vitello tende al rosa; la carne di maiale è rosa
e perlacea, quella di agnello è di un rosa
vivace.
Grasso: anche questo deve essere luminoso,
bianco o giallo chiaro.
Consistenza: non deve essere secca e deve
risultare tenera al tatto.
Tracciabilità: allevata e macellata in Italia,
oppure biologica.
Ecco qualche consiglio per mantenere la
carne tenera dopo la cottura:
Conclusioni
•
prima di metterla sul fuoco, tenete la carne
qualche minuto fuori dal frigorifero per
evitare che le fibre si induriscano per
effetto dello sbalzo termico.
•
scottatela sempre 30 secondi per lato, sia
per la cottura in padella che per quella in
forno, in modo che si formi una crosticina
che trattiene i suoi succhi.
•
dopo la cottura, lasciatela riposare coperta
per la stessa quantità di tempo che ha
impiegato a cuocersi; in caso di cotture
molto lunghe, bastano 15 minuti. Il sale va
aggiunto a fine cottura.
Come abbiamo visto, una ristretta quantità di
proteine animali provenienti dalla carne (100%
italiana o biologica e cotta con criterio) non ha
conseguenze negative sulla salute.
È bene, tuttavia, limitare il consumo dì carni
rosse, carni lavorate e insaccati, preferendo,
per il necessario apporto proteico, le carni
bianche oltre, naturalmente, al pesce, alle
uova, ai prodotti caseari di qualità e alle
proteine di origine vegetale.
Claudio Tedeschi
Attenzione alle carni bianche!
aprile 2015 / l’Escursionista / 31
Auguri ad un Amico!
All’inizio del mese il nostro amico e socio
UET, Luigi Sitia ha raggiunto le 90 primavere:
mi piace ricordarlo per l’amicizia che ci lega
da tanto tempo.
Luigi è stata una persona importante per
l’UET per il suo carisma, l’esperienza e
l’umanità con le quali ha affrontato la sua vita
privata e l’associazione.
Pensiero libero
Quello che mi và di raccontare
E’ stato presidente UET dal febbraio 1982
all’ottobre 1984, ed è piacevole ricordare quel
periodo con i fine settimana sulla neve: si
partiva al venerdì notte e si ritornava la
domenica sera.
La meta era quasi sempre il Trentino, dove si
incontrava
Vladimir
Paçl:
fondista
organizzatore ed allenatore della squadra
nazione femminile di sci fondo, ed ha fatto
conoscere la tecnica Telemark e l’orientiring a
mezza Europa.
A quel tempo eravamo più giovani!
Questa fotografia ritrae Luigi con l’amico Piero Reposi;
non ricordo dove è stata scattata ma penso sia
importante ricordarlo con questo sua grande amico.
Da quando si è trasferito a Mango non ha più
frequentato l’UET ma è sempre rimasto in
contatto con i soci più anziani.
Anche se non frequenta più materialmente la
montagna, ne è pur sempre in contatto per
mezzo degli articoli che scrive.
Buon Compleanno Luigi !
Domenica Biolatto
aprile 2015 / l’Escursionista / 32
Consigli UTILI per affrontare la
montagna con maggior sicurezza
Conoscere
Preparate con cura il vostro itinerario anche
quello che vi sembra facile. Affrontate sentieri
di montagna sconosciuti solo in compagnia di
persone esperte. Informatevi delle difficoltà
dell'itinerario. Verificate sempre la situazione
meteorologica e rinunciate in caso di
previsioni negative.
Informare
Non iniziate da soli un'escursione e
comunque informate sempre del vostro
itinerario i vostri conoscenti e il gestore del
rifugio.
Preparazione fisica
L'attività escursionistico/alpinista richiede un
buon stato di salute. Per allenarvi, scegliete
prima escursioni semplici e poi sempre più
impegnative.
Preparazione tecnica
Ricordate che anche una semplice escursione
in montagna richiede un minimo di
conoscenze tecniche e un equipaggiamento
sempre adeguato anche per l'emergenza.
Abbigliamento
Curate l'equipaggiamento, indossate capi
comodi e non copritevi in modo eccessivo.
Proteggetevi dal vento e difendetevi dal sole,
soprattutto sulla neve, con abiti, creme e
occhiali di qualità.
Alimentazione
E’ importante reintegrare i liquidi persi con
l'iperventilazione e per la minore umidità
dell'alta quota. Assumete cibi facilmente
digeribili privilegiando i carboidrati e
aumentando l'apporto proteico rispetto a
quello lipidico.
Rinuncia
Occorre saper rinunciare ad una salita se la
propria preparazione fisica e le condizioni
ambientali non sono favorevoli. Le montagne
ci attendono sempre. Valutate sempre le
difficoltà
prima
di
intraprendere
un'ascensione.
Emergenze
In caso di incidente, è obbligatorio prestare
soccorso.
Per
richiamare
l'attenzione
utilizzare i segnali internazionali di soccorso
alpino:
CHIAMATA di soccorso. Emettere richiami
acustici od ottici in numero di 6 ogni
minuto (un segnale ogni 10 secondi) un
minuto di intervallo.
RISPOSTA di soccorso. Emettere richiami
acustici od ottici in numero di 3 ogni
minuto (un segnale ogni 20 secondi) un
minuto di intervallo
S.O.S. Montagna
In montagna munitevi di un fischietto in modo
che eventualmente, in caso di pericolo o
d’incidente vi si possa localizzare e portarvi
soccorso: fischiate 2 volte brevi e consecutive
ogni 10 o 15 secondi
aprile 2015 / l’Escursionista / 33
Strizzacervello
L’angolo dei giochi enigmistici
IL REBUS del mese
(Ornella)
Ciascuno dei soggetti illustrati è contenuto nel nome di un rifugio piemontese: trovali!
(la soluzione verrà pubblicata nel numero di MAGGIO dell’Escursionista)
aprile 2015 / l’Escursionista / 34
IL CRUCIVERBA del mese
(prodotto da www.crucienigmi.it)
(la soluzione verrà pubblicata nel numero di MAGGIO dell’Escursionista)
aprile 2015 / l’Escursionista / 35
ORIZZONTALI:
VERTICALI:
1. Una società di capitali (sigla)
4. Una striscia di stoffa colorata
10. Antonio di Pietro Averlino architetto
11. Onda da stadio
12. Si accompagnano agli altri
13. Tubercolosi polmonare
15. Enrico famoso tenore italiano
16. Servizio che provvede al recapito di lettere
17. Figura minore della mitologia greca che
induce al peccato
18. Un pianeta del sistema solare
19. Targa di Torino
20. Giorgio che è stato un commentatore
sportivo italiano
23. Personaggi dello spettacolo presto
dimenticati
24. Le vocali d'arte
25. Luoghi d'imbarco e di sbarco
26. Noleggio con conducente
27. Cotto in acqua bollente
28. Non frazionate
29. Si tende per scoccare
30. Istituto Nazionale delle Assicurazioni
31. Il codice segreto del bancomat
32. Inumiditi, bagnati leggermente
33. L'ospite che proprio non si aspettava
34. Il nome della Zoppelli.
1. Fotografia con contorni confusi
2. Se ne lavò le mani
3. Tirare la gomena
4. Pannello posto davanti al guidatore
5. Il più importante fiume dell'Emilia-Romagna
dopo il Po
6. Associazione Temporanea d'Imprese
7. Ai lati della valle
8. Malinconici, sconsolati
9. Riempie i polmoni
13. Dolci per festeggiamenti
14. Queste in tre lettere
16. Istituzione che assiste i cittadini
18. Famoso statista cinese
20. Lo è il cielo limpido e trasparente
21. Un numero pari
22. La sua capitale è Groznyj
23. Molle, floscia
24. Soldati di confine dell’Impero Bizantino
25. Il segno che moltiplica
26. Una repubblica federale dell'Asia
meridionale
27. Divinità domestiche latine
28. Agnese in Spagna
30. Profonde per il poeta
32. Antico do.
aprile 2015 / l’Escursionista / 36
CRUCIVERBA CON SCHEMA
(Franco)
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37
39
40
41
42
(la soluzione verrà pubblicata nel numero di MAGGIO dell’Escursionista)
aprile 2015 / l’Escursionista / 37
ORIZZONTALI:
1. Lo si può avere sullo stomaco
5. LacerazioneG alla regola
11. Esaltazione, eccitazione
13. L’inizio della partenza
14. Antica popolazione ellenica
15. Si rende indipendente dalla Spagna
nel 1821
18. Una pesata in centro
19. Erano spesso propiziatori
20. Popolano un continente
24. Diminutivo femminile
25. Ci sono state quelle della gleba
26. Confidente, persona fidata
28. Dottrina cristologica
31. Riuscire ad avere
32. Aosta
33. Attratta
34. Illustrissimo in breve
35. Se ne parla con il meno
36. Più di venti
38. Una scritta sulla croce
39. Soprannominato “il ragno delle
Dolomiti”
40. Le vocali dell’oca
41. I notiziari televisivi
42. Me stesso!
VERTICALI:
1.
2.
3.
4.
5.
Impregnata, penetrata
Un colosso petrolifero
Le dispari del lato
Affermazione straniera
Penisola di forma triangolare del vicino
oriente
6. Tempo atomico internazionale
7. Roso le ha diverse
8. Larghi, comodi, con confini, lontani
9. Può esserlo un innamorato
10. Riunisce le Nazioni
12. Sorreggere, tenere sollevato
16. Pianta erbacea della famiglia delle
graminacee
17. C’è quella di arrivo
19. Guardare e riguardare
21. Pipistrello della famiglia dei
vespertillionidi
22. Un pupo regista
23. C’era una G piccolina in Canadà!
27. Profonde
29. Fu consorte di Alfonso XIII
30. Locale del sottotetto
32. Non noi!
33. Volano di fiore in fiore
34. Interrogativo in breve
37. La culla del sole
aprile 2015 / l’Escursionista / 38
Le soluzioni dei giochi del mese di MARZO
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aprile 2015 / l’Escursionista / 40
Prossimi passi
Calendario delle attività UET
Intensa primavera&
Ci attende un’intensa primavera piena di escursionismo. Le giornate più miti e con una maggior
durata in termini di luce ci permettono di dedicarci alle camminate prive di difficoltà.
Il programma del mese di aprile si apre con la consueta passeggiata primaverile nella Collina di
Torino. Domenica 12 aprile è programmato il percorso tra Gassino torinese e Bussolino.
Segue una bella uscita sociale in Liguria, domenica 19 aprile, al Giogo di Toirano nell’entroterra
di Savona. Un percorso ad anello, in compagnia degli amici del Gruppo giovanile, partiremo da
Bardineto e per l’antica Chiesa di San Pietro nei Monti in prossimità del Monte Carmo potremo
godere dei profumi e dei panorami liguri.
Gli organizzatori ci introdurranno a questa uscita sociale venerdì 17 aprile alle ore 21 al Centro
Incontri del Monte dei Cappuccini, in cui si svolgerà la prima serata dell’iniziativa 2015
“Raccontare un territorio”. Verremo condotti alla scoperta dei profumi e dei panorami liguri. Gli
organizzatori ci delizieranno sugli aspetti naturalistici dell’entroterra di Loano. Dunque
intervenite!
Mi preme ricordare il progetto “Montagna e Cultura: sui sentieri della fede”, iniziativa che
abbiamo voluto avviare nel mese di maggio 2015 e che ricorda i progetti, già condotti nel passato
con ottimo risultato, con le Biblioteche civiche torinesi. Così vi anticipo che domenica 3 maggio
avverrà il percorso della Sindone nelle Valli di Lanzo. Partendo da Ciriè, tramite pulmini e, in alcuni
tratti, a piedi ci sposteremo per le Valli di Lanzo su uno dei percorsi più significativi del nostro
Piemonte: il percorso della Sindone.
Le Biblioteche civiche di Torino, attraverso la dott.ssa Valeria Calabrese, ci supporteranno per gli
aspetti di cultura, di documentazione e di informazione. Chi di voi ci ha seguito negli anni passati
ricorderà con piacere gli opuscoli curati per l’occasione nelle uscite di Susa e Asti e nella visita del
Borgo medioevale a Torino.
Oltrechè ricorderete la serata organizzata per festeggiare i 120 anni dell’Unione, ove Valeria e le
Biblioteche civiche furono con noi per festeggiare i 120 anni in cammino della UET con un
opuscoletto che andò praticamente a ruba sulle origini e sui protagonisti dell’Unione.
La prof.ssa Elena Romanello, studiosa dell’arte, che già nel passato ci ha accompagnato nelle
nostre visite artistiche, sarà con noi per intrattenerci durante il cammino lungo i diversi luoghi delle
Valli di Lanzo percorsi dalla Sindone. Saremo accompagnati nelle diverse visite dei luoghi sacri
toccati dalla Sindone da oratori e amanti della storia.
Che ne dite? Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità.
Vi aspettiamo!
Laura Spagnolini
aprile 2015 / l’Escursionista / 41
Prossimi passi
Carissimo Uetino
Altri Eventi
Ti invitiamo a partecipare alla
123a Assemblea GENERALE dei soci UET
che si terrà
VENERDI’ 10 aprile 2015 alle ore 21
presso la Sala degli Stemmi del
Centro Incontri del Monte dei Cappuccini Salita al CAI Torino, n.12.
L’anno sociale 2014 è stato per l’Unione un periodo molto intenso, ricco di attività, invernali ed
estive, impegnativo per i lavori che hanno portato alla realizzazione delle camerette al Rifugio
Toesca e per i notevoli sforzi volti al rilancio della rivista L’Escursionista.
Anche sul piano istituzionale, l’Unione ha rivisto la sua organizzazione elaborando un regolamento
che tenga conto dell’evoluzione dell’attuale mondo associativo e, nel contempo, che risponda il
meglio possibile alle sue nuove necessità di sviluppo.
Convinta che il suo storico motto “Nec descendere nec morari” sia sempre e più che mai attuale,
con l’Unione Ti invitiamo ad intervenire a questo momento statutario importante nella vita sociale
UET.
Al fine di adempiere alle nuove disposizioni regolamentari, si terrà un’ ASSEMBLEA
STRAORDINARIA sul seguente punto:
-
Regolamento organizzativo, regolamento contabile e disposizioni sulle attività dell’Unione.
Seguirà l’Assemblea ORDINARIA sui seguenti punti:
1) relazione sociale del Presidente sull’attività 2014 e sui programmi 2015;
2) relazione dei Responsabili sull’andamento di ciascuna attività svolta nel 2014 e nuove proposte
per l’anno in corso;
3) approvazione del rendiconto relativo all’anno sociale 2014;
4) nomina dei candidati al Consiglio Direttivo;
5) varie ed eventuali.
Ai sensi del regolamento dell’Unione, hanno diritto al voto i suoi soci in regola con la quota sociale
dell’anno in corso, come da elenco che verrà depositato prima dell’apertura del seggio. In
particolare, la tessera CAI scade con il mese di marzo 2015 e, pertanto, qualora non avessi già
provveduto al rinnovo, Ti invitiamo a provvedere anche durante questa serata.
Ti salutiamo e Ti aspettiamo VENERDI’ 10 aprile p.v. h. 21.00.
Il Presidente ed il Consiglio direttivo UET
aprile 2015 / l’Escursionista / 42
Attività escursionistica 2015
L'UET, Unione Escursionisti Torino, sottosezione della
Sezione di Torino del Club Alpino Italiano, all'interno dei suoi
calendari di attività, propone un programma di gite sociali
rivolto sia a chi, pur non essendo un frequentatore abituale
dell'ambiente alpino, voglia essere gradualmente introdotto
alla pratica dell'escursionismo, sia a chi, già pratico di
escursionismo, voglia impegnarsi in salite di maggior
impegno, coadiuvato da accompagnatori titolati che offrono
gratuitamente il loro supporto tecnico.
Prossimi passi
Altri Eventi
L'escursione non deve essere una corsa ma l'occasione per
conoscere la montagna e i suoi ambienti naturali, storici e
culturali, che sono luoghi di esperienza da condividere con
altre persone.
Legenda delle difficoltà: (T) = turistica, (E) = escursionistica,
(EE) = escursionisti esperti, (EEA) = escursionisti esperti con
attrezzatura, (F) = alpinistica facile
(ASE) = accompagnatore sezionale di escursionismo
(AE) = accompagnatore di escursionismo titolato 1 liv.
CLUB ALPINO ITALIANO - SEZIONE DI TORINO
SOTTOSEZIONE
UNIONE ESCURSIONISTI TORINO
(ANE) = accompagnatore nazionale di escursionismo 2 liv.
Progetto “Raccontare un territorio”
Nel suo terzo anno, l’iniziativa ha lo scopo di presentare tre
uscite sociali scelte nel programma escursionistico. Con
incontri serali del venerdì sera racconteremo la storia, gli
aspetti culturali e ambientali dei territori che visiteremo.
Programma 2015
Escursionismo Estivo
Montagna e Cultura…sui sentieri della fede
L’iniziativa è condotta in collaborazione con le Biblioteche
civiche di Torino, che ci affiancheranno.
Informazione ed iscrizioni
Per la partecipazione alla gita è necessaria l'iscrizione presso
la sede sociale entro il venerdì precedente la gita presso il
Centro Incontri del Monte dei Cappuccini dalle ore 21 alle ore
23; per uscite di due o più giorni è gradita la prenotazione
entro 10 giorni prima della gita. Ad ogni iscritto è richiesta la
presa visione ed accettazione del regolamento dell’attività ed
il versamento della quota di partecipazione.
Info: www.uetcaitorino.it
Mail: [email protected]
Costi
•
spese organizzative: 3 euro; se più gg. 2 euro dal 2°
giorno;
•
spesa dei trasporti in pullman: varia in base alla distanza;
all’atto dell' iscrizione verrà chiesto un acconto, che
comunque in caso di assenza della persona non verrà
restituito; per il trasporto con mezzi propri (auto), chi dà
la disponibilità del mezzo, potrà richiedere un contributo
per le spese sostenute;
•
spese di pernottamento, nelle gite di più giorni.
•
l’assicurazione infortunio individuale è già compresa
nella quota associativa CAI. I non soci sono tenuti a
pagarla di volta in volta fornendo data e luogo di nascita
entro il giovedì precedente l’uscita.
collage di foto di animali di montagna
scattate dagli uetini
aprile 2015 / l’Escursionista / 43
Regolamento di partecipazione
1. L' ammissione alle attività è subordinata all'insindacabile
giudizio del responsabile dell'uscita per quanto riguarda
l'idoneità fisico-psichica e tecnica.
2. Per la partecipazione all'uscita è richiesto il possesso del
necessario equipaggiamento specifico elencato per ciascuna
attività.
3. Durante l'escursione l'accompagnatore responsabile, tiene
l'andatura adeguata alla comitiva uniformandosi al passo del
più debole dei partecipanti e non deve essere superato in
nessun caso dai partecipanti. Lo scopo delle escursioni sociali
è di condurre alla meta tutti i partecipanti,
è da escludere qualsiasi forma, seppur amichevole, di
agonismo.
4. Sia in salita che in discesa la comitiva dovrà restare il più
possibile unita, salvo cause di forza maggiore. Durante
l'escursione è fatto divieto di allontanarsi dalla comitiva senza
il consenso dei responsabili.
5. Per il buon andamento dell'attività ciascun partecipante
dovrà rispettare orari, itinerari ed in genere tutte le indicazioni
fornite dai responsabili
6. Gli organizzatori hanno facoltà di modificare la meta ed il
percorso stabilito qualora si rendesse necessario. Le iscrizioni
possono inoltre essere limitate per esigenze tecnico
organizzative.
7. Gli organizzatori non rispondono degli incidenti
eventualmente occorsi ai partecipanti che volutamente
ignorano le disposizioni impartite.
8. Dato il progressivo aumento dell'impegno (tempi,
percorrenza, difficoltà delle gite) è necessario partecipare alle
uscite iniziali per essere ammessi alle successive.
9. L'iscrizione al CAI comporta l'automatica copertura
assicurativa per il Soccorso Alpino, anche all'estero.
Sede Sociale
Centro Incontri CAI - Monte dei Cappuccini
Salita CAI Torino 12 – 10131 Torino
ogni venerdì dalle ore 21 alle 23
Presidenza
Laura Spagnolini (ANE) – 011/43.66.991 – 328/8414678
Direzione
Domenica Biolatto (AE) - 011/96.77.641
Coordinamento tecnico
Luisella Carrus (AE) - 011/89.86.942 – 349/26.30.930
Uscite sociali
12 aprile – COLLINA DI TORINO
Percorso tra Gassino Torinese e Bussolino
Partenza: Bussolino Basso – dislivello m. 300 - tempo
h. 4 – difficoltà: T
Camminata primaverile vicino a Torino
Responsabili:A.e M. Micheletta, Marchello e
Bergamasco AE
19 aprile – GIOGO DI TOIRANO M. 807
Liguria (SV)
Partenza Bardineto (SV) m. 800 circa – dislivello m.
582 – tempo h. 5 - difficoltà: E trasporti: pullman
Anello per l’antica chiesa di S. Pietro nei Monti m. 891
e Monte Carmo m. 1389. Con il Gruppo Giovanile
Responsabili: Bravin e Bergamasco AE, Isnardi, Miceli
3 maggio – IL PERCORSO DELLA SINDONE ♥
Valle Lanzo (TO)
Partenza (pullman): Ciriè – tempo h. 4 - difficoltà: T
Sui sentieri della fede, uscita organizzata con le
Biblioteche civiche di Torino.
Responsabili: Previti, Carrus AE, Spagnolini ANE,
Rovera
17 maggio – Escursione LPV DA ALBENGA A
LAIGUEGLIA (ALTA VIA BAIA DEL SOLE)
Liguria – organizzata dal CAI Albenga
Responsabili: Biolatto AE, Padovan, Spagnolini ANE
31 maggio – MONTE CORNO M. 1506 Valle Gesso
(CN)
Partenza: Tetti Violin m. 1044 - dislivello m. 590 –
tempo h. 2 - difficoltà: E
Visita alle falesie di Entracque
Responsabili: Mura, Traversa, Biolatto AE, Incerpi
14 giugno – BECCA D’AVER M. 2469
Valtournanche (AO)
Partenza Chesulaz di S. Denis m. 1620 – dislivello m.
850 circa - tempo h. 3 – difficoltà: E
Classica punta della Valle d’Aosta
Responsabili: Chiovini AE, Santoiemma, Padovan,
Zanotto
28 giugno – MONTE MURETTO M. 2277 Val Susa
(TO)
Partenza : Adret m. 1100
dislivello m. 1177 tempo totale h. 4 difficoltà: E
A due passi da Torino…
Responsabili: Volpiano e Bravin AE, Traversa
11-12 luglio – RIFUGIO FEDERICI MARCHESINI
AL PAGARI’ M. 2627 Valle Gesso (CN)
1 g. Partenza S. Giacomo di Entracque m. 1213 –
dislivello m.1414 tempo h. 5 - difficoltà: E
2 g. Partenza Rifugio (m. 2627) – Lago Bianco del
Gelas (m. 2523) – tempo h. 4 difficoltà E/EE
Lungo itinerario che richiede allenamento.
Responsabili: Carrus e Griffone AE, Sandroni, Garrone
aprile 2015 / l’Escursionista / 44
19 luglio – PUNTA RAMIERE M. 3303
Valle Thures (TO)
Partenza Rhuilles m. 1668 - dislivello m. 1600 – tempo
h. 6 - difficoltà: EE
Lunga camminata su strade militari che richiede
allenamento
Responsabili: Incerpi, Previti, Griffone AE
24-25 ottobre -FESTA SOCIALE AL RIFUGIO
TOESCA
Valle di Susa
Partenza: Travers a mont 1250m
dislivello m. 450 - tempo h. 1,30 - difficoltà: E
Tradizionale festa sociale di fine attività.
Responsabili: Belli, Dosio
25-26 luglio - BLINNENHORN M. 3375
Val Formazza
1g. Partenza Lago Morasco m.1815 - dislivello m.895 tempo h. 3 – diff.: EE pernottamento rif. Claudio e
Bruno (m. 2710)
2 g. salita alla vetta dislivello m. 665 tempo h. 3 e
ritorno difficoltà EEA
E’ richiesto un buon allenamento
Responsabili: Griffone AE EEA, Traversa, Santoiemma
8 novembre – PASSO DELLA CROCE M. 1254
Val Ceronda
Partenza San Rocco di Vallo Torinese m. 660 –
dislivello m. 654 - tempo h. 3 - difficoltà: E
Tra la Val Ceronda e la Valle di Viù
Responsabili: Marchello, Bergamasco e Aruga AE,
Mura, Padovan.
2-9 agosto TREKKING dalla Valle Strona al Colle
del Sempione Responsabile: Luigi Bravin AE
6 settembre - COLLE E RIFUGIO
DELL’ASSIETTA M. 2472 (Valle Susa ) ***
Partenza Enfers m. 1750 – dislivello 720 m - tempo h. 3
- difficoltà: E
Sui sentieri della storia
Responsabili: Traversa, Mura, Padovan, Zanotto,
Biolatto AE
13 settembre – MONTE PAGLIETTA M. 2476
Valle Gran San Bernardo (AO)
Partenza Eternod m. 1646 – dislivello m.830 m tempo
h. 3 - difficoltà: E
Tra costoni erbosi e alpeggi…vista su monti svizzeri
Responsabili: Santoiemma, Chiovini AE, Previti.
27 settembre – Escursione regionale organizzata da
CAI GR Piemonte al Colle Don Bosco ♥
Collina Astigiana
Partenza: Asti (percorso lungo)-Cortazzone (percorso
breve) – difficoltà: E – tempo h. 7,30 o h. 2,30
In occasione del Bicentenario della nascita di Don
Bosco…sui sentieri della fede. Uscita organizzata con
le Biblioteche civiche di Torino
Responsabili: Spagnolini ANE, Rovera, Padovan, Mura
11 ottobre – SENTIERO STORICO DELLA
FORMAZIONE PARTIGIANA M. 1880 ***
Valle Stura di Demonte
Partenza: Gorrè di Rittana m.1097 – dislivello m. 430 –
difficoltà E – tempo h. 3,40
Percorso ad anello attraverso Paralup, S. Matteo,
Monte Tamone (m. 1393), Chiot Rosa. Sui passi di
Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco e Nuto
Revelli…
Responsabili: Spagnolini ANE, Incerpi, Traversa,
Rovera
22 novembre – PIAN BRACON M. 830
Val di Ala di Stura
Partenza: Traves m. 628 – dislivello 200 m circa tempo h. 2 - difficoltà: E
Anello per il Colle Cormet (m. 724)
Responsabili: Marchello e Aruga AE, Mura, Traversa.
Progetto “Raccontare un territorio”
*** uscite inserite nel Programma “Conoscere il
Territorio”
Questa iniziativa vuole evidenziare il valore storico e
naturalistico delle Terre Alte del Piemonte e, in
occasione di tre uscite sociali inserite nel programma, si
svolgeranno al Monte dei Cappuccini tre venerdì
“speciali”:
17 aprile – I profumi e i panorami liguri
Aspetti naturalistici dell’entroterra di Loano
4 settembre – L’ASSIETTA
Una grande battaglia della storia
9 ottobre – Sui sentieri partigiani
Il ricordo di Dante Livio Bianco, Duccio Galimberti e
Nuto Revelli
Montagna e Cultura…sui sentieri della fede
♥
domenica 3 maggio 2014 – Il percorso della Sindone
nelle Valli di Lanzo.
♥ domenica 27 settembre 2014 – Ricorrenza del
bicentenario della nascita di Don Bosco.
Le Biblioteche civiche di Torino saranno con noi per gli
aspetti di cultura, di documentazione e di informazione
delle due uscite sociali
aprile 2015 / l’Escursionista / 45
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Altri Eventi
aprile 2015 / l’Escursionista / 46
Prossimi passi
Altri Eventi
aprile 2015 / l’Escursionista / 47
Color seppia
Cartoline dal nostro passato
Nei boschi di Favria
13 aprile 1924
Inaugurazione del
gagliardetto della
Sezione Canavesana
UET
(foto P. Crocetti, tratta
da “L’Escursionista”
luglio 1924)
aprile 2015 / l’Escursionista / 48
I Consigli della Redazione
I posti in cui ci siamo trovati bene !
Dispone al piano terra di una sala da pranzo
con una capienza di 48 coperti. Al primo piano
vi è la zona notte con eleganti camerette da 2
e 4 posti letto ciascuna, per un totale di 24
posti letto.
Alcune nostre proposte:
- pernottamento: sconto del 50% ai soci
Giovani iscritti al Club Alpino Italiano (<18
anni);
-pranzo/cena cmpleto: primo+secondo e
contorno+dolce oppure antipasto+polenta e
contorno+dolce);
- mezza pensione in camerata: cena,
pernottamento e colazione);
- pensione completa in cameretta: cena,
pernottamento, colazione e pranzo)
Le tariffe non comprendono le bevande;
gratuità per bimbi sotto i 5 anni; sconto del
50% per i bimbi tra 5 e 11 anni sulle tariffe di
mezza pensione e pensione completa.
Per consentire un'efficace gestione del
trasporto delle provviste ed evitare inutili
sprechi invitiamo gentilmente chi volesse
pranzare o pernottare al rifugio a prenotare:
Parco Orsiera-Rocciavrè
San Giorio di Susa – Cortavetto
(parcheggio auto) – Sentiero 513 poi 510
per Località Pian del Roc
Tel rifugio 0122 49526
La Libreria La Montagna dal 1974 svolge
un’accurata attività di catalogazione delle
edizione italiane e straniere, pubblicando un
repertorio aggiornato semestralmente.
Grazie al considerevole impegno di Marianna
Leone e Maurizio Bovo, titolari dal 1983, e la
costante attenzione alle novità editoriali in
continuo aumento, il lavoro della libreria risulta
di importante sostegno alla diffusione di un
genere – il libro di montagna – che raramente
trova spazio nelle librerie generaliste.
Una parte delle attività è inoltre rivolta alla
stesura delle segnalazioni delle novità
editoriali sulle principali riviste del settore, Alp
e La Rivista della Montagna; rilevante è anche
il costante rapporto con numerosi autori,
supportati dai titolari nelle loro ricerche
bibliografiche.
Via Paolo Sacchi, 28 bis Torino 10128
Tel/Fax 011 5620024
E-mail [email protected]
www.librerialamontagna.it
Cell gestore xxx xxxxxxx
Aperta dal martedì al sabato 9:30-12:30 / 15:30-
E-mail [email protected]
19:30, mercoledì orario continuato, lunedì chiuso
www.rifugiotoesca.it
tutto il giorno
aprile 2015 / l’Escursionista / 49
A tutti i lettori della rivista ed a tutti i
soci CAI UET che presenteranno
questa pagina( Cristina e
Costantino riconosceranno uno
SCONTO del 15% su capi di
ABBIGLIAMENTO e
ATTREZZATURA!!!
I Consigli della Redazione
I posti in cui ci siamo trovati bene
Da sempre appassionati di montagna, operiamo nel settore a TORINO dal 1985, ma è
soprattutto andando in montagna che abbiamo imparato a scegliere i prodotti migliori.
Specializzati in alpinismo, escursionismo, trekking, climbing, arrampicata, dry tooling, ferrate,
sci alpinismo e outdoor, abbiamo, già in passato, avuto sempre il coraggio ed il fiuto di proporre e
lanciare marchi nuovi, che hanno poi trovato la strada della popolarità.
Ancora oggi questo impegno si rinnova quotidianamente e continua con la scelta di partners quali
MILLET, LAFUMA, HAGLOFS, PEAK PERFORMANCE e molti altri all´avanguardia oltre che per lo
stile anche per la tecnologia.
In tutto questo un aspetto fondamentale è l´attenzione alla sicurezza ed alla tutela dell´ambiente, che
ci fa affrontare il nostro lavoro così come si affronta una montagna: rifiutando, con coraggio ed
entusiasmo ogni schema precostituito.
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aprile 2015 / l’Escursionista / 50
Rivista realizzata dalla Sotto Sezione CAI UET e distribuita gratuitamente a tutti i soci del CAI Sezione di Torino
amicizia, cultura, passione per la Montagna:
questi sono i valori che da 120 anni ci tengono
insieme !
vieni a conoscerci al CAI UET
noi aspettiamo proprio TE !
Vuoi entrare a far parte della Redazione
e scrivere per la rivista “L’Escursionista” ?
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aprile 2015 / l’Escursionista / 51
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