all'improvviso il suo sguardo ha incrociato il mio. È durato un attimo, troppo veloce perché lui se ne accorgesse, ma abbastanza per sentirmi interpellato e ispezionato nel più intimo del cuore. Adesso mi sento turbato. Subito ho chiuso gli occhi, come gli scuri di una casa quando passa un funerale. Non voglio confessarmi! Se lo faccio, sarà da solo con Dio, con il Mio dio! Signore, cosa hai fatto ? Senza preavviso, hai sparato una tua freccia contro la muragli dei miei presupposti e del mio orgoglio. Hai aperto una breccia e sei entrato con tutta la tua Luce e la tua Verità. Hai messo in crisi le mie certezze. Le mie sicurezze crollano come muri in rovina. Come un fuggiasco, vorrei scappare lontano dalla tua presenza per nascondermi nelle macerie delle mie vuote preoccupazioni. Sono caduto. Adesso giaccio a terra, nudo e sporco. Sto là, inerme, innanzi a Te. "Allora il giovane rientrò in se stesso e disse: quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!" (Lc 15,17). Quando la sofferenza è tanta, è molto pericoloso tenersela tutta dentro. C 'è il rischio di esplodere! Parlare è necessario e liberatorio! "Mi leverò andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te" (Luca 15,18). Chi ascolterà il mio sfogo ? Ci saranno ancora due orecchie per un cuore che piange ? Ci sarà una persona che perderà il suo tempo prezioso per asciugare le mie lacrime, come la mamma accarezza sulle ginocchia, il suo piccolo che si è fatto male e strilla? Su, amico mio, rialza il capo e incamminati sulla 'strada' che ti porta al Padre. La 'strada' da percorrere ti aspetta nel sacerdote seduto all'angolo della chiesa: ha due mani per accoglierti, ha due orecchie per ascoltarti, ha una bocca per perdonarti, ha un cuore per amarti. Ma quando egli ti accoglie, sono Io che ti accolgo, quando egli ti parla, sono Io che ti parlo, quando egli ti perdona, sono Io che ti perdono. Il sacerdote è il mio servo attraverso cui ti garantisco la mia tenerezza e la tua... libertà. "Io ti assolvo dai tuoi peccati nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen!". "Va' in pace, la tua FEDE ti ha salvato". e a capo... il Sacramento della Riconciliazione “ricostruisce il cuore” della nostra relazione di fede Prepararci a condividere la gioia per la memoria della Resurrezione di nostro Signore, e mentre siamo al lavoro per costruire la Chiesa nella comunità cristiana e civile, è indispensabile comunque ricostruire per primo il nostro rapporto di verità con il Signore e con gli altri, ristabilendo coerenza e impegno nella fedeltà. Se non mi costruisco, non posso costruire bene... Come talvolta abbiamo fatto, eccetto per i giovanissimi e i ragazzi, non realizzeremo celebrazioni comunitarie della Riconciliazione. Ciascuno si organizzi con i tempi, il prete e la Chiesa a lui più congeniale. Cercheremo di mettere orari che coprono i vari momenti della giornata, così da dar modo a tutti di poter celebrare il Sacramento della Riconciliazione. Proviamo a “ripassare” gli elementi importanti che compongono il percorso per vivere bene questo Sacramento. La conversione e il pentimento sono le condizioni essenziali per un vero processo di Riconciliazione. Quanto più è vera la conversione e quanto più è sincero il pentimento, tanto più ha senso il Sacramento. Le condizioni necessarie: Esame di Coscienza Preghiera allo Spirito Santo Ascolto della Parola La Parola di Dio è l’appello che motiva e sostiene il pentimento, essa è sempre rivolta “a me”: corro a chiedere perdono perché il Padre a ciò mi chiama ed attira. Nei giorni precedenti la celebrazione scelgo i testi biblici sui quali soffermarsi per l’esame di coscienza. La confessione dei peccati è il momento della celebrazione nel quale il discepolo pentito bussa alla porta per ritornare a casa. Per molti è il momento più difficile perché entrano in gioco i caratteri e le sensibilità diverse. Per confessarsi bene occorre: semplicità che scioglie ogni scrupolo e vince la paura spirito di fede, non è solo a un fratello peccatore come te, che stai confessando i tuoi peccati, ma è alla Chiesa che in Cristo è una cosa sola. completezza: la confessione deve comprendere tutti i peccati gravi sicuramente non confessati, commessi dall’ultima confessione. Tutto ciò che comunque è di ostacolo nel mio rapporto con il Signore e con gli altri e mi implicano la fedeltà al Vangelo. Il ringraziamento che si unisce a una preghiera che sottolinei il mio pentimento, mettendo in evidenza la bontà di Dio. Il proposito - la Penitenza l’impegno serio di evitare le mancanze appena confessate partendo da un impegno penitenziale scelto insieme al sacerdote, perché segni concretamente la mia volontà di conversione. E’ necessario che l’impegno penitenziale abbia lo stile della gioia “Tu invece quando digiuni, profanati il capo” (Mt.6,17) Stato? Ho assolto i miei doveri di cittadino con competenza e coscienza? Mi sono impegnato, secondo le mie possibilità, a favore del bene comune oppure ho favorito l'ingiustizia e la corruzione? Ho fatto il mio dovere nei confronti di chi ha bisogno? Ho accolto iniziative a favore dei poveri vicini e lontani, oppure sono rimasto indifferente? Ho frodato qualcuno? Ho risarcito i danni provocati? Ho tentato di far soldi in modo illecito? Ho pagato o ricevuto piccole tangenti? Ho denunciato alle Assicurazioni incidenti falsi per ricevere denaro? IMPEGNO NELLA CHIESA Ho partecipato attivamente alla vita della mia parrocchia, mettendo a disposizione i miei talenti per il bene della Chiesa? Mi sento corresponsabile della vita della Chiesa? Sento amore per la mia comunità e per il mio parroco? Ho accolto le iniziative di formazione e di carità promosse dalla mia parrocchia? Ho criticato inutilmente e con cattiveria il parroco e i laici che si impegnano in parrocchia, senza mettermi mai in gioco, per pigrizia, orgoglio o presunzione? Non ce la farò mai a confessarmi Un po' di pudore, per favore!! Perché dovrei svelare ad uno straniero l'intimità della mia persona, come il malato che si spoglia davanti al medico per essere visitato ? Perché dovrei raccontare tutta la mia vita ad un sacerdote, uomo come altri e addirittura, peccatore come tutti ? Appena sono entrato in chiesa, l'ho visto seduto in un angolo. È li che aspetta silenzioso e paziente come il pescatore lungo il corso d'acqua. È solo. Medita e prega. Non guarda nessuno. È quasi assente. Eppure Ho tradito, anche solo con il cuore, mio marito o mia moglie? Ho operato per la riconciliazione di coniugi amici o li ho spinti alla separazione? Ho sempre accettato la vita nascente, oppure ho praticato, consigliato o, per quanto possibile, non ostacolato l'aborto? VITA PERSONALE Ho avuto sufficiente cura per la mia salute? Mi "avveleno" con alcool, fumo, droghe? Sono avido o senza limiti nel mangiare e nel bere? Ho saputo guidare con intelligenza e prudenza il mio corpo, oppure mi sono fatto dominare dalle mie fantasie sessuali, dai miei desideri e dalle mie azioni? Ho reso volgare la sessualità con un linguaggio scurrile, con discorsi o con film e giornali lascivi? Nel partner ho visto una persona da trattare con rispetto, attenzione, senso di responsabilità, fedeltà, oppure soltanto un oggetto di piacere? Il mio stile di vita è dispendioso? Sono esagerato nel mangiare, nel vestire, nei divertimenti, o penso a chi non può permettersi niente? Me la sono passata bene a spese degli altri? Sono avaro? Uso il mio denaro soltanto per me? Ho cura delle mie cose e dell'ambiente che mi circonda? So accettare le critiche con umiltà, mi rendo conto dei miei errori, oppure sono superbo e arrogante con chi mi corregge? IMPEGNO SOCIALE Mi sono sforzato di dare il meglio nel lavoro, oppure sono sta- to pigro, indolente, irresponsabile? Ho sfruttato gli altri? Ho concesso loro il necessario tempo libero? Ho sempre pagato le tasse? Ho rubato nei confronti dello Un aiuto per un buon esame di coscienza... VITA CON DIO La fede è una grazia di Dio, per la quale non potremo mai abbastanza ringraziarlo, ma è anche un dono che va preservato, difeso, fatto crescere e sempre più approfondito. Ho cercato di vedere tutto alla luce della fede? Ho avuto sempre il coraggio di dirmi cristiano? Ho sempre professato la mia fede con fierezza e gioia, oppure me ne sono vergognato e, quando mi è convenuto, o per paura, l'ho addirittura rinnegata? Ho costruito la mia vita sulla fede oppure mi faccio dominare dalla superstizione o anche esclusivamente dai miei calcoli? Ci sono "altri dei" che determinano la mia vita? Il lavoro eccessivo? Il denaro? La carriera...? Mi sono affidato fiduciosamente alla Provvidenza, oppure ogni difficoltà mi porta alla disperazione, alla rassegnazione, alla mancanza di speranza? Mi sono preso il tempo per la preghiera quotidiana oppure ho sempre dato la precedenza ad altre cose, lasciandomi assorbire completamente dalle preoccupazioni terrene? Sono stato per tanto tempo senza pregare? Prego solo quando ho bisogno di aiuto, oppure rendo spesso grazie a Dio per i tanti segni di amore che mi ha dimostrato? Ho accusato e giudicato Dio per quelle cose che non sono andate come io avrei voluto, o sono stato capace di accettare con fiducia la sua volontà? Ho bestemmiato il suo nome? Mi sono servito del nome di Dio per qualche futile giuramento? Ho sempre desiderato di amare Dio con tutto il cuore, oppure mi sono accontentato di rimanere un cristiano mediocre? GIORNI DEL SIGNORE Sono andato regolarmente a Messa nei giorni festivi e la do menica? Ho vissuto la Messa unicamente come soddisfazione di un precetto, o come incontro con Cristo e con la Chiesa? Ho cercato di ricevere consapevolmente e senza superficialità il Sacramento dell'Eucaristia? L'Eucaristia ha effetto sulla mia vita ed è il centro della mia vita? Mi è accaduto spesso di arrivare in ritardo alla Messa per negligenza? Di partecipare alla Messa distrattamente? Di rimanere davanti alla Chiesa senza entrare o di fermarmi in fondo alla Chiesa con l'atteggiamento di chi vuole rimanere "mezzo dentro e mezzo fuori" per non compromettersi troppo? Ho vissuto la domenica veramente come "giorno del Signore", oppure l'ho dedicata al secondo lavoro (praticato non per necessità, ma per sete di guadagno) o unicamente agli svaghi, senza mettere al centro il Signore? Sono invidioso di ciò che gli altri hanno o sanno fare? Mi ral «Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35) VITA FAMILIARE I miei genitori (figli) possono fidarsi di me? Li aiuto? Prego VITA CON IL PROSSIMO Non dobbiamo credere di essere perfettamente a posto solo per il fatto che non abbiamo mai avuto a che fare con la Polizia o perché siamo civilmente irreprensibili. Tenderemo verso la perfezione solo quando avremo fatto della carità la misura e l'anima di tutte le nostre azioni. I miei sentimenti sono stati sempre rivolti al bene del prossi- mo e l'ho aiutato a superare le difficoltà, oppure sono stato scontroso, egoista, geloso, intrattabile, prepotente? Ho insultato, criticato malignamente, offeso, calunniato qualcuno? Ho sentito il desiderio di vendicarmi su qualcuno? Ho augurato il male? Ho mai detto di una persona "quello per me non esiste più, è come se fosse morto"? legro delle disgrazie altrui? Ho aiutato, oppure scoraggiato chi aveva bisogno di conforto? Ho perdonato chi mi ha fatto del male? Ho tradito qualche amicizia, ferendo i sentimenti di chi si fida di me? Sono disposto a condividere? Sono ospitale? per loro? Mi occupo di loro? So accettare la critica? Sono aperto, disponibile al dialogo, ubbidiente? Ho contrastato arrogantemente i miei genitori? Li ho mortificati? Ho parlato loro con disprezzo? Li ho insultati o maltrattati? Ho disubbidito su cose importanti? Sono rispettoso di quello che fanno per me, collaboro per il bene della famiglia, o li tratto da "servi", considerando la mia casa un albergo e facendo fare a loro quello che potrei fare da solo? Ho abbandonato i genitori anziani nella vecchiaia e nel bisogno? Ho rifiutato loro il sostentamento dovuto? Ho approfittato dei loro soldi e delle loro cose? Ho litigato o spezzato la comunione in famiglia per motivi di interesse, di spartizioni di eredità? Ho cercato di far crescere la mia famiglia secondo la volontà di Dio? Ho pregato insieme ai miei famigliari? Ho parlato di Dio ai miei bambini o, con il mio comportamento e il mio linguaggio, li ho allontanati dal Signore?