Istituto socioterapeutico La Motta CARTA dei SERVIZI L’istituto socioterapeutico La Motta ad orientamento antroposofico, fu fondato nell’anno 1938 dalla dottoressa Ita Wegman, stretta collaboratrice di Rudolf Steiner, il fondatore dell’antroposofia. Da questa collaborazione ebbe gli impulsi l’arte medicinale allargata, appunto la medicina antroposofica, quale ampliamento della medicina convenzionale, e non un’alternativa. La parola antroposofia deriva dalle radici greche “anthropos” (uomo) e “sophia” (sapienza, conoscenza). Rudolf Steiner utilizzò questo termine quando fondò il suo processo di studio spirituale, l’antroposofia quale via della conoscenza. È un percorso spirituale e filosofico che postula l’esistenza di un mondo spirituale obiettivo e intellettualmente comprensibile, accessibile ad una esperienza diretta per mezzo di crescita e sviluppo interiore. Il punto cruciale che scaturisce dall’antroposofia è riuscire a connettere lo spirito nell’uomo con lo spirito universale. La concezione antroposofica dell’uomo, secondo la quale la parte spirituale ed immortale più intima dell’essere umano non può mai essere toccata da una disabilità, è un criterio guida fondamentale per i nostri collaboratori. Gli utenti sono assistiti in base alla loro situazione individuale ed è profuso un grande sforzo per cercare di stimolare al massimo le loro naturali predisposizioni ed incentivare così lo sviluppo delle loro capacità. Dalla molteplicità dei destini e dei gradi d’invalidità degli utenti, si prospetta la sfida per i collaboratori di intraprendere nuovi cammini sociali e terapeutici, potendo in tal modo aprire prospettive di sviluppo per tutti. Attualmente presso La Motta vivono 46 utenti disabili adulti in internato e 5 esterni. Quest'ultimi partecipano insieme agli utenti interni alle variegate attività degli ateliers e sono integrati in un gruppo abitativo per il pranzo e la pausa. L'istituto offre agli utenti cure, accompagnamento e assistenza nel quotidiano, con un'attenzione particolare alla Cura antroposofica definita: "Cura dell'anima", dalla quale scaturisce la socioterapia. FONDAZIONE LA MOTTA - Istituto socioterapeutico - 6614 Brissago Cura dell'anima – terapia Alla base di questa espressione c’è una precisa e circostanziata antropologia, che identifica nell’uomo tre fondamentali parti costitutive, denominate, secondo una terminologia classica, corpo, anima e spirito. Col termine corpo si intende la struttura fisica e vitale della persona; anima, invece, indica tutte le dimensioni interiori, emotive, sentimentali, volitive ed intellettuali, mentre il termine spirito esprime l’individualità unica e irripetibile di cui ciascuno di noi è portatore. Specifico dell’anima è il compito di mediazione fra la dimensione corporea e quella spirituale. Ecco perché Steiner pone soprattutto a questo livello l’ambito degli interventi terapeutici, concentrandosi in particolare sulle tre attività fondamentali dell’anima, ben identificate già da Aristotele, e cioè il pensare, il sentire e il volere. L'azione di Cura educativa - L'agire per scelta cosciente In particolar modo il concetto di Cura dell'anima nel campo educativo de La Motta, si prefigge una presenza attenta, vigile, disponibile ed empatica dell'educatore, di modo che divenga lo strumento principale attraverso il quale l'utente possa divenire nel suo ambiente nella sua espressione più autentica, permettendone così lo sviluppo del potenziale, quale base d'orientamento della sua esistenza. L'avvicinamento alla sua vita interiore del vissuto soggettivo, avviene grazie al sentire dell'educatore che va ad accogliere partendo dalle percezioni sensibili e da un ascolto autentico i sentimenti altrui del "vedo e sento la sua esperienza entro di me". Il suo pensare genera il contesto, dando consistenza e forma e quindi un senso ed uno scopo al sentire, tramite concetti e cognizioni. Il sentire diviene dunque un sentire intelligente (sentire pensante). La figura educativa che sa stare con questo sentire e pensare, accoglie l'esperienza altrui che si "annuncia al suo cospetto". Da qui la volontà permette di trasformare i concetti in rappresentazioni tradotti poi nell'azione di Cura, contraddistinta da un agire per scelta cosciente. L'attenzione terapeutica Quanto citato è importante, poiché la Conoscenza dei tre pilastri fondamentali che ci spingono ad agire, o meglio, del come emerge un'azione di Cura (tramite il sentire che crea il percorso), del perché agiamo (tramite il pensiero che forma il contenuto) e la conoscenza della causa (tramite il volere morale che indica la meta) rende l'azione di Cura il più possibile autentica, coerente e in sintonia con i reali bisogni, risorse, desideri e potenzialità dell'utente con il quale siamo confrontati. Inoltre, la Conoscenza dell'utente nella relazione inter-soggettiva, permette di trarre direttamente dall'esperienza vissuta e non solo da una teoria o da una diagnosi. Ciò avviene tramite l'Amore (come passione per il bene altrui) che spingendoci verso l'utente, ci permette di analizzare e far capo direttamente all'esperienza reale del momento che si percepisce. È quindi necessaria un'attenzione terapeutica che va a rispettare tempi e ritmi, ed è un'alternativa che va a completare l'analisi teorica e puramente razionale. Questo è il luogo dell'incontro e dunque della ricerca spirituale, quale indagine soggettiva nella relazione che va a generare consapevolezza e quindi una Cura autentica. Carta dei servizi La Motta 2015 aggiornato 02.04.2015 kb-sf Pag. 2 a 13 FONDAZIONE LA MOTTA - Istituto socioterapeutico - 6614 Brissago La Consapevolezza di quanto l'educatore sta mettendo in atto, non solo gli permette di conoscere al meglio se stesso ma è anche un fattore molto importante nella propria autoeducazione e della Cura di Sé, quale base di partenza di ogni gesto di Cura. La Conoscenza, l'Amore e la Consapevolezza di quanto stiamo facendo, sono dunque tre elementi essenziali nella nostra offerta di Cura, poiché vanno ad affinare lo strumento principale di ogni nostro intervento: noi stessi nella relazione con l'altro. La socioterapia La socioterapia è dunque la Cura dell'Anima, o meglio la -terapia- offerta dal nostro istituto, all'interno di un contesto istituzionale che ha lo scopo di generare una struttura ed una vita sociale di comunità definita -socio-, che va a favorire ogni nostra azione terapeutica sopra descritta. Vita Comunitaria -socioLa vita comunitaria, composta da piaceri e dispiaceri, da esperienze individuali e sociali, permette all'individuo di emergere e di costituirsi quale persona in contrapposizione all'altro, agendo quale IO il più possibile autonomo. Permette quindi l'espressione spontanea e creativa che va a favorire il suo sviluppo individuale proiettandolo verso il futuro. La memoria storica istituzionale, è pure un fattore importante quale base di partenza che va a generare tale impulso. In merito Rudolf Steiner ha citato: "Raggiungiamo il bene solo se nello specchio dell'anima umana si riflette tutta la comunità e nella comunità vive la forza dell'anima singola". Settore specialistico dell'autismo All'incirca un terzo degli utenti de la Motta sono persone con una diagnosi della sindrome autistica o DPS (disturbi pervasivi dello sviluppo). Vi poniamo un'attenzione particolare a partire dalla conoscenza della scienza dello spirito, la quale indica che l'Io spirituale di queste persone, visto quale essenza originale, ha una difficoltà particolare ad individualizzarsi, acquisire autonomia e sviluppare l'autocoscienza. Conseguentemente le persone tendono a rimanere ostacolate nel confronto con la realtà e il loro vissuto soggettivo cosiddetto animico, sarà carente nella sua elaborazione, poiché dettato unicamente dalla dimensione corporea, dal mondo esterno e dagli abbozzi del proprio sentire, pensare e volere. Hanno difficoltà a percepire la divisione tra oggetto e soggetto e non riconoscendo il mondo, fluttuano in esso e lo vivono come un tutt'uno. Soffrono quindi di disturbi nell'elaborazione delle percezioni, e di un blocco arbitrario del flusso delle loro azioni. Non riuscendo a comprendere e ordinare i nessi del mondo loro circostante, non sono in grado di gestirlo in maniera adeguata. Cura educativa Nella Cura e accompagnamento quotidiano essi dipendono quindi da come noi li vediamo (vedi cura dell'anima). L'obiettivo è però quello di rendere l'utente il meno possibile dipendente e lasciarlo divenire il più possibile nella sua autonomia. Si potrebbe dire che noi siamo il loro specchio, attraverso il quale riescono a percepire il Carta dei servizi La Motta 2015 aggiornato 02.04.2015 kb-sf Pag. 3 a 13 FONDAZIONE LA MOTTA - Istituto socioterapeutico - 6614 Brissago proprio IO spirituale e a costruire la loro identità, a partire proprio dal modo in cui li percepiamo. Le persone con un autismo importante, hanno bisogno attorno a loro per tutte le attività quotidiane la presenza di una persona di riferimento di fiducia. Questa persona, non ha il compito di ridurre le attività dell'ospite bensì tramite la propria presenza dell'IO, "deve far fluire il blocco dell'attività dell'IO altrui". Questo lavoro richiede un apprendimento specifico ed esperienza da parte dell'educatore. Per questo motivo diamo molta importanza alla formazione dei collaboratori, alla supervisione, al lavoro in équipe e ai colloqui sull'ospite. Tutto ciò è necessario per far si che i processi di consapevolezza e autonomia citati, che l'accompagnamento educativo non riesce sempre a rendere facili e fluenti, siano compresi come tali e nella stessa modalità da tutti i collaboratori. Si tratta di un'esperienza di Cura educativa che dovrebbe partire dalla dimensione spirituale (quale luogo dell'essenza dell'IO). E' fondamentale nella comprensione e nel loro accompagnamento quotidiano, poiché si potrebbe presupporre che la loro coscienza agirà e si muoverà piuttosto in questa sfera appartenente al mondo dell'invisibile: "l'essenza c'è ma non vuole manifestarsi". Si potrebbe quindi ipotizzare che l'essere non si manifesta al mondo, ma vive in esso quasi volesse partecipare alla vita unicamente quale osservatore. Considerando le particolarità citate specifiche di questa casistica, l'aspetto educativo e di Cura, può essere ampliato ulteriormente in tal senso. Sviluppo dell'aspetto comunicativo quale espressione del proprio essere Fino a qualche anno fa le persone autistiche erano considerate relativamente deboli a livello sensorio. Siccome non si sapeva che la loro difficoltà stava nel non riuscire a esprimersi, si supponeva che in loro non ci fosse nulla da raccontare. Grazie alla tecnica della comunicazione facilitata proposta nel nostro istituto da circa dieci anni, abbiamo scoperto che queste persone hanno una vita interiore molto ricca che va a compensare i loro disturbi e deficit, e addirittura a livello delle percezioni possiedono delle capacità straordinarie, anche se l'espressione dei loro sentimenti risulta essere caotica; non riescono a differenziarli e a comprenderli. A maggior ragione, è nostro compito aiutarli non solo a nominare ed esprimere sensazioni, cognizioni e sentimenti, ma nello stesso tempo anche a coordinarli e gestirli nel quotidiano, a confrontarli con la realtà e a realizzarli nel loro percorso di vita e di sviluppo individuale. La comunicazione facilitata in breve La comunicazione facilitata (in inglese “Facilitated Communication”: FC), è una tecnica che permette a persone affette da gravi patologie che rendono impossibile, difficoltosa o inattendibile la comunicazione verbale o quella scritta di tipo tradizionale, di poter comunicare efficacemente e in maniera comprensibile, attraverso l’uso di tastiere o di supporti recanti simboli, immagini o lettere dell’alfabeto, e tramite un contatto del partner facilitatore che lo sostiene a livello corporeo. In maniera più specifica e descrittiva, la FC consiste nel sostenere una parte del corpo dell’utente (mano, polso, gomito, braccio) per consentirgli di digitare, attraverso l’indicazione, delle caselle o dei tasti. L’utente progressivamente impara a Carta dei servizi La Motta 2015 aggiornato 02.04.2015 kb-sf Pag. 4 a 13 FONDAZIONE LA MOTTA - Istituto socioterapeutico - 6614 Brissago singolarizzare un dito della mano, qualora questo movimento non fosse ancora padroneggiato in maniera adeguata; il partner che ha il ruolo del facilitatore, sostiene fisicamente l’arto della persona e ne scandisce il movimento senza però mai guidarlo. L’obiettivo di questa strategia è di favorire l’autonomia comunicativa attraverso una riduzione graduale del supporto fisico fornito. La FC per molti praticanti e alcuni scienziati, appartiene ai metodi della comunicazione aumentativa alternativa (CAA), un ramo che si occupa di forme comunicative alternative e complementari per persone che non dispongono di un sistema d’espressione verbale. Ci riferiamo ad ISAAC “The International Society for Augmentative and Alternative Communication”. La differenza sostanziale tra queste due tecniche consiste nel fatto che la FC, si rivolge a soggetti che per vari motivi non sono in grado di eseguire movimenti volontari e finalizzati anche molto semplici; necessitano quindi un contatto corporeo durante il movimento dell’indicazione. Nella CAA avviene autonomamente da parte dell’utente. Per il resto vengono utilizzati gli stessi materiali (oggetti, disegni, simboli, parole e/o lettere). Abbiamo l’intenzione di inserire anche altre forme comunicative appartenenti alla CAA. Stiamo valutando secondo quali modalità e forme vogliamo incominciare ad introdurle nel corso del 2013. Sviluppo della comunicazione facilitata a La Motta Nel percorso della formazione continua, dal 2001 il nostro istituto forma i propri collaboratori nell’apprendimento della tecnica della comunicazione facilitata. Ad oggi, ventisette collaboratori hanno potuto frequentare la nostra formazione interna. Ogni utente in grado di esprimersi tramite la FC (al momento sono diciassette), dispone quindi di svariate persone quali partner della comunicazione. Ampliando la varietà e l'ampiezza della loro possibilità d'espressione, aumenta anche la loro obiettività. Attraverso un inserimento conseguente della FC, per alcuni utenti particolarmente difficili con comportamenti irrazionali, auto-aggressivi e verso terzi, abbiamo conseguito dei miglioramenti notevoli. Siccome sapersi esprimere ed essere compresi è un bisogno remoto di ogni essere umano, diviene comprensibile lo stato d'eccitamento e gli attacchi di furore naturale che insorgono quando questi bisogni non possono essere vissuti ed esauditi. Da quando siamo in grado di aiutare le persone autistiche a esprimersi, si è aperto a noi il loro sorprendente e ricco mondo interiore. In particolar modo siamo sempre più sorpresi della loro naturale e consolidata vita spirituale. Criteri per l’utilizzo della FC a La Motta La nostra finalità consiste nel proporre metodi e strumenti comunicativi con i quali l’utente possa esprimere le proprie esigenze, domande, opinioni e commenti e se lo desidera, lasciare partecipare il prossimo alla sua vita interiore. Queste rivelazioni possono poi confluire nella quotidianità e favorire la riduzione del potenziale aggressivo e la risoluzione di specifici problemi comportamentali, creando e ampliando nel contempo spazi di sviluppo per utenti e collaboratori. In tal senso, ogni ospite de La Motta deve avere la possibilità di ottenere delle proposte di sostegno e sviluppo, secondo le sue capacità comunicative. Il flusso di tali informazioni nel quotidiano diviene rilevante. È importante che vi sia uno scambio tra i diversi ambiti di lavoro in merito a quanto emerso dalla FC, per Carta dei servizi La Motta 2015 aggiornato 02.04.2015 kb-sf Pag. 5 a 13 FONDAZIONE LA MOTTA - Istituto socioterapeutico - 6614 Brissago generare una conseguenza diretta e specifica nella realtà e contesto di vita degli utenti. Modalità d’applicazione per l’utente: dopo una verifica con esito positivo da parte di una persona competente e professionista nel campo della comunicazione (facciamo riferimento alla competenza del Zentrum für gestützte Kommunikation di Zurigo) e in accordo con il rappresentante legale e l’utente, esiste la possibilità di apprendere e attuare la FC nel contesto istituzionale, quale parte integrante del nostro servizio. A La Motta vi sono ventisette collaboratori formati in questa tecnica comunicativa, disposti a svolgere il ruolo di partner facilitatore (sostenitore) nei vari ambiti di vita dell’utente (circa due volte alla settimana). Modalità d’applicazione per il partner sostenitore: è compito del circolo interno di formazione approvare e supervisionare la formazione dei collaboratori. I criteri per l’ammissione alla formazione di sostenitore sono l’interesse per la tematica, la volontà di interessarsi alle novità e la possibilità di applicare la FC con continuità nel quotidiano. In tal senso è data molta importanza alla formazione continua e alla supervisione, per quanto riguarda la gestione e applicazione della FC con i singoli utenti. Vi sono riunioni specifiche per i partner facilitatori, da utilizzare quale luogo di scambio delle esperienze ed al perfezionamento professionale (viene redatto un verbale). Per ulteriori domande o chiarimenti specifici sono a disposizione professionisti interni, enti professionisti esterni e lo psichiatra dell’istituto. I risultati dell’utilizzo di questa tecnica, vengono comunicati nella riunione ISS, durante la discussione riguardante il piano di sviluppo individuale. In generale va rispettata la privacy attorno a quanto emerge nel dialogo tramite FC. L’accesso alle informazioni riguardanti il suo contenuto, si ha soltanto dopo previo accordo delle parti. Dichiarazioni o rilevazioni fatte concernenti violazioni devono però essere annunciate alla direzione. Un obiettivo della FC a La Motta è l’incentivazione dell’autonomia dell’utente, nel senso di una co-determinazione/co-creazione del significato della propria vita, in modo tale da ridurre anche il potenziale conflittuale causato da incomprensioni o da decisioni arbitrarie da parte di terzi. L’obiettivo a lungo termine della nostra offerta, è di offrire all’utente la disponibilità dell’uso della FC sull’arco delle 24 ore. Composizione dei gruppi Le persone autistiche non sono solitamente in grado di filtrare gli stimoli sensoriali provenienti dal loro ambiente, ed essendone immediatamente abbandonati ad essi, diviene indispensabile avere un ambiente adattato e fatto a loro misura. Concerne quindi in particolar modo la composizione dei gruppi, poiché vi è lo stimolo più forte e diretto proveniente dagli altri utenti conviventi. La Motta vi pone particolare attenzione; viene tentato con cura di proteggere le persone autistiche dagli utenti che non riescono a percepire il confine tra Io e Te e che vanno quindi a violare la loro vita interiore. Viene quindi fatto in modo che siano disturbati il meno possibile da questi aspetti e che abbiano sufficiente spazio proprio. Creare l'equilibrio tra stimolo e sufficiente spazio è una sfida nella Cura del quotidiano. Inoltre, siccome le persone con autismo per la maggioranza delle loro mansioni quotidiane hanno bisogno di una persona di riferimento e fanno capo ad un accompagnamento 1:1, di regola non possono vivere più di due in un gruppo abitativo. L'idea di fondare un unico gruppo di soli autistici è stata abbandonata, anche perché viene costantemente osservato che gli utenti con handicap ed abilità Carta dei servizi La Motta 2015 aggiornato 02.04.2015 kb-sf Pag. 6 a 13 FONDAZIONE LA MOTTA - Istituto socioterapeutico - 6614 Brissago diversificate riescono a sostenersi a vicenda. Facciamo continuamente anche l'esperienza di come le persone autistiche accanto al loro bisogno di estraniarsi, hanno pure interesse nel condividere il modo diverso di vivere e di essere degli altri. Oltremodo un gruppo unico di persone autistiche richiederebbe un immenso impegno nell'accompagnamento educativo, siccome tutte le persone autistiche possiedono di deficit similari. Nei gruppi misti, grazie a tempi e contenuti variegati dei bisogni, l'accompagnamento può essere gestito in maniera più razionale. La stessa argomentazione vale anche per il settore occupazionale. Anche in questo caso possono essere integrate solo un numero limitato di persone autistiche nelle rispettive aree lavorative. Sviluppi futuri A La Motta negli ultimi dieci anni, le domande e le sfide in relazione all'autismo sono state intense e prese seriamente in considerazione. Si è quindi creata una base che ha permesso anche ad autistici gravemente disturbati di condurre una vita a loro adeguata. È un fatto straordinario che nel lavoro con autistici non solo facciamo sempre più esperienza del loro mondo, ma anche su noi stessi. Così appare, malgrado tutti i successi, che in alcuni settori siamo solo all'inizio e nel futuro ancora molto di quanto è stato sinora a noi riservato può essere reso possibile. Missione, principi e valori di riferimento in dettaglio La Struttura L'Istituzione è ubicata nel Comune di Brissago, a cinque minuti dal Lago Maggiore e sul fianco della montagna, godendo così di una bellissima vista. Le sette case dell'istituzione sono edificate su ampi terrazzi, fra giardini e una variata vegetazione. Lontani da rumore e traffico, creano gli spazi necessari per accogliere i sette appartamenti, i laboratori, le terapie, la sala multiuso per cento persone, la grande cucina, la lavanderia, l'economato e l'amministrazione. I gruppi abitativi hanno a loro disposizione un appartamento completo, con cucina e un grande salone, ampi servizi adattati, giardinetto o terrazza. Quasi ogni ospite ha una camera singola, con o senza servizio. L'Organizzazione La composizione dei gruppi abitativi e quelli di lavoro nei vari laboratori, rispecchiano la volontà di essere all’ascolto delle varie personalità d’ogni utente, considerando la loro età e biografia, genere, potenzialità e capacità, bisogni, desideri, capacità comunicative e sociali, mobilità, intensità della cura, necessità relativa agli spazi, ev. potenziale aggressivo. Si è preferito creare dei gruppi dove non vi sia una predominanza di un carattere o patologia, cercando quindi un’interazione benefica fra gli utenti. La dotazione del personale è stabilita da un organo Cantonale, sia per l'aspetto quantitativo, sia per le qualifiche minime richieste per il lavoro sociale. Carta dei servizi La Motta 2015 aggiornato 02.04.2015 kb-sf Pag. 7 a 13 FONDAZIONE LA MOTTA - Istituto socioterapeutico - 6614 Brissago Indicativamente, se si guarda l’organizzazione totale, sono 84.5 unità (di cui 64 educatori al 100%) inclusi 14 collaboratori in formazione (és-L, SUPSI-PAP, OSA, SSPSS-OSA) e 12 praticanti annuali che lavorano direttamente con gli utenti (abitazioni, ateliers e arte-terapie); in media sono quasi due collaboratori per utente. Naturalmente questo dato deve essere ben compreso e valutato, essendoci diversi fattori che influiscono nel lavoro, come per esempio le vacanze dei collaboratori e i vari bisogni di cure degli utenti. I famigliari e/o rappresentanti legali, sono coinvolti volentieri alla vita che si svolge nell'istituto La Motta, nel rispetto delle loro possibilità. Fanno parte della rete di persone, con educatori e specialisti, che si occupano dell'utente e sono quindi coinvolti e informati regolarmente al minimo una volta ogni circa quindici mesi, a seguito della riunione sovra-settoriale (ISS) per aggiornare il piano di sviluppo individuale del singolo utente (vedi capitolo “intervento”). Durante tutto l’anno il contatto con i famigliari è mantenuto con la vita culturale che anima l’istituto La Motta, dove numerose occasioni più o meno festive riuniscono famiglie ed amici in momenti simpatici da trascorrere in compagnia. Sono inoltre invitati a partecipare a formazioni interne, come per la comunicazione facilitata o a conferenze su temi legati alla vita sociale. Sporadicamente si organizzano degli incontri ufficiali tra i genitori, ma si favoriscono e forniscono pure loro degli spazi di autogestione, per organizzare degli incontri unicamente tra genitori. Lo scopo è di creare dei momenti d'incontro liberi, per incoraggiare relazioni e permettere scambi di vissuti e problematiche. Anche l'insieme della comunità è coinvolta circa quattro volte l'anno durante l'incontro della grande conferenza, per studiare in modo approfondito la biografia dell’utente. È l'essere umano e le sue caratteristiche, il suo cammino, che sono messi in primo piano, e non la sua patologia. La comunità è pure coinvolta nella formazione continua, e partecipa circa cinque volte l’anno, a conferenze su varie tematiche di interesse sociale, pedagogico e medico. Il lavoro in rete è il punto di partenza per il lavoro d’ogni singolo educatore o terapeuta. Il momento centrale e rilevante a livello organizzativo, avviene nella riunione summenzionata definita ISS. Attraverso uno scambio di punti di vista e osservazioni, si ha la possibilità di ampliare le proprie conoscenze sull'utente, potendo così pianificare al meglio gli obbiettivi da raggiungere e le azioni terapeutiche da intraprendere. L'utente è invitato a parteciparvi, secondo modalità e tempi adattati, prendendo in considerazione anche la volontà dei famigliari o tutori. Ad ogni modo, oltre questa riunione, si lavora in rete con una costante reciprocità. Avendo le terapie e gli ateliers nell'istituto stesso, si ha la possibilità di scambiare le ultime novità, le informazioni o le particolarità della giornata. Questo avviene in particolar modo tramite i verbali dei differenti circoli, ossia ogni due settimane per i gruppi abitativi e i laboratori, mentre ogni settimana per le informazioni dalla direzione. Il calendario istituzionale prevede l’apertura del settore abitativo per tutto l’anno (365 giorni). Mentre il settore occupazionale e terapeutico chiude per dodici settimane l’anno, quasi sempre in concomitanza con le vacanze scolastiche del Cantone. In Carta dei servizi La Motta 2015 aggiornato 02.04.2015 kb-sf Pag. 8 a 13 FONDAZIONE LA MOTTA - Istituto socioterapeutico - 6614 Brissago questo periodo si lascia dunque spazio ad ogni gruppo abitativo di organizzare vacanze e tempo libero. L'istituto socioterapeutico La Motta dal 2000 ha il certificato di qualità riconosciuto dall’Ufficio Federale delle Assicurazioni Sociali (UFAS). L'istituto La Motta è costantemente controllato e stimolato dalla società per la promozione della qualità e responsabilità autonoma istituzionale, ed è certificato da parte dall'ente chiamato “Confidentia”, che ha l'autorizzazione ufficiale dell'ente per l'accreditamento svizzero per audizioni e rilascio di certificazioni di sistemi manageriali secondo il metodo "Vie verso la qualità" e dei criteri dell'UFAS/AI 2000, ed adempie tutte le richieste istituzionali in tema di qualificazione ed indipendenza. Il Personale La motivazione del personale si basa molto sulla volontà propria di voler intraprendere un cammino d’auto-educazione, d’evoluzione della propria persona, al di là del tipo di formazione o meno e dello statuto d'assunzione. Il profilo del collaboratore, oltre ad una motivazione al lavoro sociale, deve rispondere a requisiti ben definiti e sotto costante osservazione da parte dei superiori (educatori responsabili d'équipe) e dai membri della direzione. Queste qualità tengono conto dell'esecuzione del lavoro pratico e delle attitudini e stati d'animo personali nei confronti dell'utenza e dei collaboratori. La formazione del personale educativo è naturalmente una formazione riconosciuta a livello Svizzero e preferibilmente di carattere antroposofica. Seguono poi le formazioni superiori o equivalenti nel campo sociale, pedagogico, d'insegnamento o sanitario. Per i terapeuti è richiesta una formazione specifica nel campo della professione. Vi sono anche collaboratori senza formazione pedagogica, ma con esperienze professionali con persone disabili. Inoltre, quale azienda formatrice, vengono offerti ampi spazi formativi. Gli studenti che sono legati all'istituto per la loro pratica, sono iscritti a scuole antroposofiche o ad un percorso classico. In questo periodo abbiamo studenti della scuola “és-L” (scuola superiore in educazione sociale di Epalinges), della “SUPSI-DSAS” di Manno, e “OSA” di Mendrisio, mentre diamo la possibilità di fare uno stage formativo agli studenti della scuola SSPSS “OSA” di Canobbio. Oltre a ciò, alle persone interessate ad una eventuale formazione sociale, offriamo l'opportunità di compiere un anno come praticante. Oltremodo, all’interno dell’istituto vengono offerti con regolarità dei corsi, giornate formative, conferenze, quale formazione continua del personale. Vengono trattate varie tematiche sociali, pedagogiche, mediche e tematiche specifiche nel campo dell’autismo. La supervisione dell'équipe educativa, è assicurata innanzitutto individualmente da un colloquio annuale chiamato di qualità. Tratta riflessioni e considerazioni sullo sviluppo e la qualifica professionale e segue un protocollo di domande riguardanti diversi aspetti del lavoro in istituzione. Carta dei servizi La Motta 2015 aggiornato 02.04.2015 kb-sf Pag. 9 a 13 FONDAZIONE LA MOTTA - Istituto socioterapeutico - 6614 Brissago Per quanto riguarda il lavoro nelle équipe dei gruppi abitativi e dei laboratori, sono organizzate delle riunioni ogni sette o quindici giorni dal responsabile dell'équipe, che a sua volta deve rendere conto dell'operato nella riunione dei capigruppi o dei laboratori, con la presenza della direzione, e questo anche ogni quindici giorni. A disposizione per ogni responsabile, e su richiesta anche dei collaboratori, si può far capo a un'ulteriore consulenza esterna per la supervisione, ogni sei settimane. L'intervento La qualità degli spazi a disposizione per un'interazione con gli ospiti, oltre a quelli all'aperto, fra giardini e diversi angoli nel verde, che permettono anche delle piccole passeggiate, esistono spazi appositamente adibiti alle attività svolte, come per la panetteria, con un grande forno. Oppure come per l'atelier carta e l'atelier candele, con i loro utensili e macchine, grandi tavoli e porte-finestre che danno la possibilità d'usufruire della terrazza e creare spazi per una migliore gestione del gruppo o situazioni varie. In generale gli spazi interni sono stati creati per far fronte il più possibile alle variegate necessità degli utenti, ponendo particolare attenzione anche minimi dettagli, a partire dalla scelta dei materiali di costruzione, alla grandezza e al colore dei locali. Naturalmente per le cinque terapie svolte nell'istituto (la fisioterapia è praticata direttamente nei vari gruppi) ci sono dei locali a disposizione, riservati e ben equipaggiati (vedi terapie). Inoltre esiste una mensa, una grande sala multiuso con possibilità di proiettare film, un locale fornito di computer, e uno spazio per giocare a ping-pong o calcetto e un campo mini-basket. I nostri modelli d’intervento sono dettati innanzitutto dai principi dei rapporti senza violenza che rappresentano i valori etici dell’istituto. Viene quindi data particolare attenzione alle modalità di gestione e prevenzione della violenza, a titolo istituzionale e individuale (esistono dei concetti individualizzati riguardanti la prevenzione e gestione della violenza, e se necessario dei parametri specifici riguardanti la limitazione della libertà di movimento). Essi sono raffigurati nelle linee guida ed insieme ai dodici campi d’azione del manuale “Vie Verso la qualità” formano la base del contratto di lavoro. Nel manuale emergono le condizioni interne ed esterne da soddisfare per un lavoro qualitativo e dunque anche il codice di condotta da assumere da parte del personale. Sette campi d’azione riguardano l’impegno istituzionale e le condizioni esterne, e altri cinque riguardano il lavoro su se stessi ed il suo effetto sulla comunità. Il documento di base sulla gestione professionale della violenza nelle istituzioni per persone andicappate, “La violenza nelle istituzioni”, creato da INSOS (istituzioni sociali svizzere per persone andicappate) 2009-2012, sta alle fondamenta del nostro modello d'intervento. Questo opuscolo è consegnato a tutti i collaboratori e le collaboratrici, invitandoli a leggerlo attentamente per avere una miglior comprensione generale delle varie forme di violenza (fisica, sessuale, psichica, strutturale/istituzionale, materiale) e della loro prevenzione e gestione, a livello di direzione, personale ed utenza. Carta dei servizi La Motta 2015 aggiornato 02.04.2015 kb-sf Pag. 10 a 13 FONDAZIONE LA MOTTA - Istituto socioterapeutico - 6614 Brissago La protezione ed il benessere della vittima stanno al centro di tutte le riflessioni e le misure. Ci si basa inoltre sul nuovo diritto di protezione degli adulti, art. 360 e ss. CC. Per quanto riguarda l’utente, va nel limite del possibile sensibilizzato e informato, per aiutarlo a riconoscere situazioni di abuso, imparare ad esprimere preoccupazioni e bisogni, saper individuare minacce di violenza ed adottare un comportamento adeguato per proteggersi. In caso di bisogno deve sapere a chi chiedere aiuto o a quale servizio indirizzarsi. I nostri modelli d’intervento sono poi studiati e adattati per ogni individuo nelle riunioni di rete ISS (vedi punto “Organizzazione”). L’aspetto farmacologico alla Motta è composto da un approccio classico con medicine allopatiche, e da un approccio legato all’antroposofia con medicine omeopatiche e antroposofiche (previo accordo con i genitori e/o rappresentante legale). Questo grazie alla collaborazione dei nostri medici. Le cure mediche sono assicurate da un medico psichiatra, un medico generalista e un medico specializzato in medicina antroposofica che, in collaborazione fra loro, comunicano poi con gli educatori (previo accordo con i genitori e/o rappresentante legale – vi è la possibilità di scelta del medico; a volte sono i medici di famiglia i referenti). Questi trattano sia di medicamenti e dei loro rispettivi effetti, che d’indicazioni terapeutiche specifiche, utilizzate poi dall'educatore verso l’utente per trovare un accompagnamento adeguato alle situazioni. Il medico generalista è presente su richiesta ogni settimana per seguire lo stato di salute degli utenti. Secondo le necessità, può indirizzare il paziente verso i rispettivi specialisti. Il medico antroposofico è presente ogni sei settimane per approfondire lo stato d'animo di ogni ospite e aiuta nell'elaborazione delle misure per promuovere il suo sviluppo nei vari settori (abitativo, occupazionale o terapeutico). Il medico psichiatra, oltre alle cure mediche fornite secondo le necessità, è ulteriormente presente come consulente all'incirca ogni otto settimane, per poter trasmettere una comprensione più approfondita sui quadri clinici al gruppo educativo. Per quanto riguarda il livello istituzionale, oltre ai medici, sono invitati diversi relatori specializzati in soggetti medici o sociali che, tramite conferenze, intervengono regolarmente 5-6 volte l’anno a beneficio di tutto il personale. Il piano di sviluppo individuale per ogni utente nasce fra l'incontro, d'una parte, della rete d'intervento interna di La Motta (ISS), composta da educatori, terapeuti, utenti e familiari, e d'altra parte, fra la collaborazione dei medici, che hanno una visione più specifica ed esterna. Al centro di questa dinamica di sguardi più “famigliari” e più specialistici, si cerca di profilare il meglio per il benessere dell'utente. Durante la riunione interna di rete ISS (incentivazione sovrasettoriale) si crea questa opportunità d'incentivare sia l'utente nella sua crescita personale, sia l'educatore nella sua pratica. Lo scopo della riunione è di concentrare l’attenzione verso l’utente, di condividere le varie esperienze e punti di vista sul vissuto dell'anno passato, sul Carta dei servizi La Motta 2015 aggiornato 02.04.2015 kb-sf Pag. 11 a 13 FONDAZIONE LA MOTTA - Istituto socioterapeutico - 6614 Brissago momento presente e ponendo uno sguardo particolare verso il suo futuro. L'obiettivo è di fare emergere nuovi obiettivi per la pianificazione dello sviluppo individuale. Per la supervisione dell'intervento socio-terapeutico, gli educatori dei gruppi abitativi o dei laboratori, sono seguiti una decina di volte l'anno dai vari medici che svolgono anche il ruolo di supervisore (vedi capitolo cure mediche), e da consulenti professionisti. Sono inoltre sotto stretta sorveglianza da parte dei capigruppi, dei responsabili del settore abitativo e diurno e dalla direzione, dai quali ricevono costanti stimoli di crescita e di riflessione. Le attività proposte agli utenti sono differenziate e molto variegate: si possono separare le attività specificamente terapeutiche, lavorative, quelle legate al tempo libero e alla vita culturale e sociale. Le terapie: euritmia curativa, musicoterapia, pittura terapeutica, stimolazione basale, fisioterapia, massaggio, ippoterapia (esterna all’istituto). I laboratori occupazionali / ateliers: panetteria, legno, tessitura, candele, carta, stoffa e pietra, delizia, spazio cultura, manutenzione e giardino, economia domestica/cucina e casa culturale Ciseri (negozio a Ronco s/Ascona). Vita culturale e sociale: La particolarità dell'istituto La Motta è l'offerta di una vita culturale e sociale molto ricca di avvenimenti legati a festività diverse, come per esempio le celebrazioni religiose o le feste annuali e delle stagioni. Un gruppo di lavoro è costantemente impegnato a queste organizzazioni. La cultura è presente anche quotidianamente, aiutando così a percepire in un altro modo il tempo che passa con un certo ritmo: annuale, stagionale, mensile, settimanale, quotidiano. Per chi desidera e nel rispetto delle varie appartenenze religiose, c'è la possibilità di partecipare al culto religioso antroposofico direttamente nell'istituto o al culto religioso cattolico nella chiesa di Brissago. Vacanze e tempo libero: Vacanze e tempo libero sono parte integrante della vita legata alla sfera abitativa, dove gli educatori cercano d’ampliare e approfondire gli aspetti relazionali e sociali con gli utenti, apportando loro possibilità di crescita culturale e umana. Le vacanze sono un gran capitolo, dove ci si può staccare dalla vita istituzionale e avventurarsi verso nuove esperienze, magari cambiando gruppo d'amici o con un gruppo ridotto, questo sempre nell'ottica di dare il meglio per ognuno. Ogni utente ha il diritto di partire per due settimane l'anno, sempre accompagnato dai nostri educatori. Il rimanente tempo libero è trascorso fra istituto e la regione. Oltre a cercare di rispondere ai singoli desideri degli utenti, si partecipa secondo le possibilità a manifestazioni e attività locali. Per agevolare le uscite sono a disposizione quattro veicoli. Carta dei servizi La Motta 2015 aggiornato 02.04.2015 kb-sf Pag. 12 a 13 FONDAZIONE LA MOTTA - Istituto socioterapeutico - 6614 Brissago La collaborazione con enti esterni si è molto sviluppata in questi ultimi anni. Abbiamo il piacere di usufruire delle infrastrutture d’istituzioni nelle vicinanze, come l'istituto Miralago e la Clinica Hildebrand. Siamo membri delle seguenti associazioni: ATIS (Associazione Ticinese degli Istituti Sociali) VAHS (Associazione per la pedagogia curativa antroposofica e la socioterapia) INSOS (Associazione Nazionale di Categoria delle Istituzioni per persone con Handicap) CISS Brissago (Commissione Istituti Socio Sanitari Brissago) Concernente la persona disabile, utente a La Motta La diagnosi è fatta al momento dell’iscrizione all'Assicurazione Invalidità. Criteri d'ammissione: persone disabili in età adulta con rendita AI. Una valutazione funzionale è fatta tramite le osservazioni dell’utente da parte d’educatori e terapeuti che lavorano in rete quasi quotidianamente. Nel dettaglio sia nei gruppi che nei laboratori avviene nel modo seguente: a partire dalla tecnica dell'osservazione, l'approccio socioterapeutico summenzionato relativo alla "Cura dell'Anima" (facendo in specifico riferimento alla modalità e all'attenzione terapeutica) e l’utilizzo mirato e regolare di strumenti quali i diari di bordo quotidiani, i rapporti e le retrospettive (a dipendenza dei singoli reparti possono essere: settimanali-mensili-semestrali-annuali), viene a crearsi una base di valutazione utilizzabile per ogni progettualità. Ambedue settori possiedono delle schede di valutazioni specifiche al loro contesto, con indicati dei fili conduttori per la definizione di deficit, bisogni, capacità, risorse, ev. problematiche e potenziale dell'utente nelle seguenti dimensioni: del corpo (stato e funzioni fisiche, stato e problemi di salute e comportamentali, terapie in corso) del sentire (stato d'animo, sentimenti) del pensare (comunicazione, linguaggio) del volere (desideri, iniziative, perseveranza, temperamento, movimento) del sociale (comportamento e capacità relazionali, gestione dei conflitti, contatti sociali con la rete di amici e conoscenti, relazioni familiari), delle attività quotidiane (frequenza laboratori, tempo libero, vita culturale e sociale, terapie), dei provvedimenti (ev. provvedimenti inerenti la limitazione della libertà di movimento secondo il concetto "gestione e prevenzione della violenza" che considera: eventuali atti di violenza dell'utente, probabili cause scatenanti, azioni preventive da mettere in atto, parametri e modalità d'intervento, conclusione e revisione), e della progettualità (possibilità di sviluppo, obiettivi, metodo e strumenti d'intervento, pianificazione dello sviluppo individuale). Tutte le schede sono state create e vengono adattate sulla base dell'esperienza pratica e secondo le caratteristiche del contesto e degli ospiti. In base ai dati raccolti, semestralmente o annualmente vengono rivisti gli obiettivi generali e specifici da raggiungere per il PSI (piano di sviluppo individuale). Le retrospettive annuali e gli obiettivi messi in atto sia nei gruppi che nei laboratori, vengono portati, condivisi e discussi durante la riunione annuale ISS, alla quale può partecipare anche l'utente. Si discute la retrospettiva annuale, la situazione presente per poi fare emergere dei nuovi obiettivi condivisi futuri, che vanno oltre i vari settori, poiché sono degli obiettivi di vita personali, che vanno poi adattati ai differenti contesti di vita. Carta dei servizi La Motta 2015 aggiornato 02.04.2015 kb-sf Pag. 13 a 13