NOIGENITORI
3
2009
Un Progetto
per l'accoglienza
Prima i bambini
...e le loro comunità
Narrare
proposte per la scuola
4
6
10
12
Noi Genitori n. 03 Ottobre 2009
Pubblicazione della Cooperativa
Servizi Scuole Materne
Via della Rocca, 16 | 25122 Brescia
 030.295466
fax. 030.280136
www.fismbrescia.it
Iscrizione Registro Nazionale della Stampa
n° 5694 del 7/3/1997
Autoriz. Trib. di Brescia n. 13 del 9/4/1987
€ 1,03
Presidente:
Lorenzo Albini
Redazione:
Mario Sissa
Direttore Responsabile:
Luigi Morgano
grafica:
Maurizio Castrezzati
realizzazione:
Cidiemme - Brescia
Quale
educazione
religiosa
nelle scuole
dell'infanzia
di ispirazione
cristiana
A CURA DI DON ANGELO
Beata e indimenticabile quella Suora
che in seduta pubblica, mentre si rifletteva insieme ad alta voce “sul modo di
non ghettizzare i primi stranieri di altre
religioni presenti nelle nostre scuole,
sbottò a dire: “Caro lei: non sono gli
stranieri di altra religione che ci creano
problemi in riferimento all’educazione
religiosa; sono i nostri genitori “battezzati e cresimati” che non coltivano
a casa l’educazione religiosa dei loro
bambini, rendendo vano anche quello
che noi facciamo a scuola!”.
Ancora oggi sono convinto che la Suora, nella franchezza del suo linguaggio,
abbia ben fotografato la situazione. E
che quindi la nostra riflessione e proposta debba tener conto della situazione reale.
Un Progetto che educa
3
Cari genitori, le scuole dell’infanzia
aderenti all’ADASM sono “fondate nel
loro essere e operare” su valori cristiani e a questo non devono venir meno
sia di fronte all’agnosticismo religioso
di tanti dei nostri, sia di fronte ai bambini i cui genitori professano una religione diversa da quella cristiana.
Il nostro Progetto educativo provinciale, che continuiamo a rinnovare nella grafica e oggi proponiamo in varie
lingue, dice con chiarezza: “La scuola materna autonoma paritaria, fedele
alla sua tradizione, incarna il principio
della libertà dell’uomo e per l’uomo,
espresso dal messaggio evangelico e
dai valori dell’educazione cristiana”.
Questo principio generale provo a declinarlo: l'identità della scuola cattolica e della scuola di ispirazione cristiana (diverse nella genesi giuridica, ma
uguali nella sostanza) è costituta dai
seguenti fattori:
– Una visione vera della persona umana
e di ogni sua dimensione quale riceviamo dalla Grande Tradizione della Chiesa, nella convinzione che il bambino è
in senso pieno una persona umana: con
gli stessi desideri di verità, di bene e di
amore propri di ogni persona umana.
– L’azione educativa consiste nell’introdurre il bambino nella realtà, interpretata nella luce della Tradizione Cristiana. La realtà, fatta di cose e persone, è opera di Dio creatore che vi ha
inserito un senso.
– La relazione con la persona del bambino deve adeguarsi allo sguardo con
cui Cristo guardava ai bambini: venerazione e rispetto; amorevolezza ed
autorevolezza; condivisione del loro
destino.
– La corresponsabilità attiva dei genitori: corresponsabilità della proposta e
della conduzione educativa.
In concreto
“La crescita religiosa è ritmata dal
tempo”. Anche quella del bambino
quindi (crescita religiosa non si identifica con la professione della fede
cristiana per il bambino; mentre tale
professione esplicita dovrebbe essere
propria dei genitori, in quanto adulti).
Ogni crescita è ritmata dal tempo che,
nelle nostra tradizione, è il Tempo liturgico. Perciò:
– La celebrazione della festa (la domenica, che spetta direttamente ai
genitori cristiani) e la celebrazione
delle feste fondamentali della chiesa (Natale, Pasqua, Pentecoste) che il
bambino è impegnato a conoscere con
apposito insegnamento storico-culturale e a vivere con segni e strumenti
idonei alla sua età dentro la Scuola,
per poterle poi vivere nella comunità
con i genitori.
– La trasmissione della “dottrina cristiana” nei suoi elementi fondamentali
e didatticamente accessibili alla conoscenza dei bambini (“Dio, Gesù Cristo,
la Chiesa”: sono le unità di apprendimento concordate con lo Stato italiano
anche per le scuole dell’infanzia di non
esplicita “ispirazione cristiana”).
– La trasmissione della dottrina cristiana avviene anche mediante l’introduzione di uno stile di vita (stile di gioco,
dello stare a tavola, del rapporto con
gli amici, di segni e simboli - comprese le preghiere -) che sostanzia nella
concretezza le verità della Tradizione
Cristiana, imparate e celebrate.
– La scuola aiuta il bambino alla socializzazione, inserendolo con strumenti
adeguati alla sua età nella comunità
ecclesiale e civile in cui ha sede la
scuola, anche se la famiglia non ha
quivi la residenza.
I “valori cristiani” obbligano a non porre alcuna discriminazione di razza,
religione o altro (con riferimento alla
diversità di stato civile dei genitori).
Nell’iscrizione dei bambini la scuola
è scelta dai genitori (anche nelle località in cui c'è solo la scuola di “ispi-
razione cristiana” sono sempre i genitori a scegliere per i loro bambini la
scuola!).
Per i genitori agnostici o di altra religione la scuola non rinuncia ai principi
ispiratori cristiani e ai processi didattici
idonei all’educazione religiosa propria,
nell’assunzione totale di un principio
universale: l’essere umano è per sua
natura religioso.
Educazione religiosa, scuola,
famiglia
Accanto al progetto educativo, per i
genitori di religione diversa o agnostici per scelta, si è predisposto un documento apposito da consegnare all’inizio dell’anno dal titolo: Nota per i genitori in riferimento all’educazione religiosa, in cui sono declinati i rapporti tra
scuola e famiglia (vedi a pp. 4 e 5).
Mentre non dubitiamo della pedagogia cristiana e dell’educazione religiosa espressa dal collegio docenti di
ogni scuola, è doveroso evidenziare il
problema arduo: la cointerazione con
la famiglia.
Non tocca a noi dire alla famiglia cosa gli compete fare per l’educazione
religiosa dei bambini fuori dal tempo
03
scolastico, mentre pedagogicamente ci pare doveroso richiamare
tutti i genitori a non contribuire a fare dei propri bambini degli esseri
spezzati: cristiani a scuola e acristiani, quando non addirittura pagani, in famiglia. Amore fraterno a scuola e educazione xenofoba a casa; apertura alla comunicazione con gli altri a scuola e ghettizzazione in famiglia; risposta alle domande di senso a scuola e negazione
di risposte a casa, segni e simboli religiosi a scuola e assenza degli
stessi a casa.
Il bambino ha il diritto a crescere come unità ed è male che scuola
e famiglia contribuiscano a spezzarla e a soffocarla in un magma di
contraddizioni.
Sappiamo benissimo che non possiamo scadere in un moralismo retorico per rispetto ai tanti genitori che, per la loro fede vissuta da adulti,
esigono coerenza dalla scuola; ai tanti o pochi genitori che “battezzati
e comunicati” hanno rischiato di perdere per strada la fede, ci pare
bello e doveroso dire: “Recuperate gli elementi fondanti della pratica
religiosa attraverso i vostri bambini!”.
Un caro vescovo emerito di Brescia diceva spesso: “I bambini possono essere i nuovi catechisti dei loro genitori!”. Noi a questo crediamo
profondamente e abbiamo esperienza di tanti genitori che, attraverso
i loro bambini, hanno riscoperto la bellezza del credere e praticare.
Come concludere? Che i genitori imparino a vedere. oltre ai loro angeli custodi adulti, nei loro bambini gli Angeli Custodi piccoli, che li
prendono per mano per aiutarli a incontrare l’altro, così lontano per
l'intelligenza e così vicino per la fede.
Un documento
da sottoscrivere
Nota
per i genitori
in riferimento
all’educazione
religiosa
Le scuole dell’infanzia aderenti
all’Adasm sono rette da due principi
fondamentali:
i contenuti e lo spirito del Progetto
Educativo dell’Adasm-Fism
di Brescia in cui si afferma:
“La scuola materna autonoma
fedele alla sua tradizione,
incarna il principio della libertà
dell'uomo e per l'uomo, espresso
dal messaggio evangelico e dai
valori dell’educazione cristiana”;
l’accettazione delle norme
discendenti dalla legge 62/2000
per cui ogni singola scuola è
accreditata nel sistema scolastico
italiano col titolo di “paritaria”
e con un proprio POF.
Da questo discende:
L’autonomia dei principi fondanti
(richiamati più sopra ed espressi nel
POF); l’autonomia organizzativa di
tempi e modi operativi,
laddove non contrastino
esplicitamente con norme generali
della Costituzioni Italiana e di leggi
specifiche.
Essendo le nostre scuole per loro
natura “scuole della comunità”
devono essere accoglienti verso tutti
i bambini della comunità, eliminando
ogni discriminazione di sesso,
di razza, di religione e di qualità
personale del singolo bambino.
Essendo le nostre scuole
di “ispirazione cristiana” hanno
il dovere di organizzarsi in modo
da essere attrezzate per accogliere
con particolare attenzione i
bambini “poveri”(economicamente,
culturalmente, con forme di disagio
personale, familiare e/o sociale).
Dal nostro progetto educativo inoltre
discende, che il servizio scolastico,
pur conservando la sua autonomia,
resta sussidiario alla famiglia
(qualunque sia la sua forma e
composizione) e quindi attiva il
massimo di interazione con coloro che
hanno generato i bambini e/o ne hanno
primaria responsabilità giuridica.
Per quanto riguarda in particolare
L’Educazione Religiosa:
Affermato che “l'essere umano
è per natura religioso”
Affermato che il patrimonio religioso
delle nostre scuole, per tradizione
e per scelta, si ispira e si attiva
attraverso contenuti, segni e simboli
della tradizione cristiano-cattolica
Fa presente ai genitori:
Che i segni e i simboli religiosi esposti
nelle nostre scuole fanno riferimento
alla tradizione cristiana-cattolica
(quadri, statue, manifesti …).
Che i bambini saranno educati alla
preghiera e alla relazione con l’ALTRO
con segni quotidiani cristiani-cattolici.
Che la partecipazione alla vita religiosa
della comunità cattolica
è riferimento primario e indispensabile
per inserire i bambini nella “tradizione
religiosa locale”.
Che ogni scuola, nella sua
programmazione, esprime “vita
religiosa” attraverso iniziative particolari
(feste religiose, presenza dei sacerdoti
cattolici nella scuola, racconto della
Storia Biblica, Vangeli compresi …).
In ogni scuola i sacerdoti della
comunità sono sollecitati a far visita
ai bambini, ad incontrare i genitori e le
educatrici per momenti informali e per
momenti formativi specifici da inserire
nel piano didattico; le scuole sono
chiamate a condividere il cammino
religioso della comunità.
Invita i genitori a non privare
i propri figli e loro stessi del “patrimonio
religioso in cui sono inseriti”
e a non mettere in atto situazioni
che costringano la scuola
ad azioni di “discriminazioni religiose”
tra i bambini.
Riconosce ai genitori di religioni
diverse dalla Cristiano-Cattolica
il diritto ad essere preventivamente
informati quando la scuola si attiva
o partecipa a forme ufficiali di culto
cristiano-cattolico,
lasciando ai genitori stessi la
responsabilità di sottrarre i propri
bambini a tali manifestazioni,
avvisando preventivamente
la coordinatrice della scuola e
provvedendo in proprio a sottrarre
dalla scuola i propri bambini per il
tempo di tali atti di culto e a reinserirli
nella scuola, in orari e forme concordati
con la coordinatrice.
In fede
Firma di un genitore
Firma della coordinatrice
Data
05
Il Progetto educativo
elaborato dall’Adasm
di Brescia, che ispira
la proposta delle
263 scuole associate,
è stato tradotto
in inglese, francese,
arabo e indiano.
Un’iniziativa che
intende avvicinare i
genitori di tanti bambini
stranieri frequentanti.
Ne parliamo con il
presidente dell’Adasm
Lorenzo Albini.
Scuola e integrazione dei bambini
extracomunitari: un problema
sempre più sentito nella scuola
italiana. A questo proposito,
come se la cavano le scuole
dell’infanzia?
Le “nostre” scuole sono frequentate
da oltre 2300 bambini stranieri,
che provengono da diverse etnie
e che vengono accolti al pari
degli altri bambini.
Ogni scuola attiva progetti
per favorire un’integrazione serena
e graduale.
In questo senso un grosso aiuto
possono darlo le figure dei mediatori
culturali – quando vengono messi
a disposizione dagli enti locali
– che rappresentano spesso un
indispensabile tramite fra
le educatrici e i genitori stranieri,
soprattutto dal punto di vista
adasm fism
Un Progetto
per l’accoglienza
L'école maternelle paritaire à l'intérieur
du système scolastique national
Progetto
educativo
Educational project
Projet éducatif
‫يوبرتلا عورشملا‬
bwlvwVI iviDAk pirXojnw
Tradition, nouveauté, continuité
Les écoles maternelles paritaires d'inspiration chrétienne vivent et expriment activement, dans
tous les coins de la province, le vocabulaire de la présence: liberté, popularité, autonomie,
solidarité, qualité éducative. Elles se situent dans le sillon de la tradition et développent en
même temps la nouveauté et la continuité d'une culture pédagogique, qui entre constamment
dans le débat actuel.es écoles maternelles paritaires d'inspiration chrétienne vivent et
expriment activement, dans tous les coins de la province, le vocabulaire de la présence: liberté,
popularité, autonomie, solidarité, qualité éducative. Elles se situent dans le sillon de la tradition
et développent en même temps la nouveauté et la continuité d'une culture pédagogique, qui
entre constamment dans le débat actuel. Les écoles maternelles paritaires d'inspiration
chrétienne vivent et expriment activement, dans tous les coins de la province, le vocabulaire de
la présence: liberté, popularité, autonomie, solidarité, qualité éducative. Elles se situent dans le
sillon de la tradition et développent en même temps la nouveauté et la continuité d'une culture
pédagogique, qui entre constamment dans le débat actuel.Les écoles maternelles paritaires
d'inspiration chrétienne vivent et expriment activement, dans tous les coins de la province, le
vomps la nouveLes Les écoles maternelles paritaires d'inspiration chrétienne vivent et
expriment activement, dans tous les coins de la province, le vocabulaire de la présence: liberté,
popularité, autonomie, solidarité, qualité éducative. Elles se situent dans le sillon de la tradition
et développent en même temps la nouveauté et la continuité d'une culture pédagogique, qui
entre constamment dans le débat actuel.es écoles maternelles paritaires d'inspiration
chrétienne vivent et expriment activement, dans tous les coins de la province, le vocabulaire de
la présence: liberté, popularité, autonomie, solidarité, qualité éducative. Elles se situent dans le
sillon de la tradition et développent en même temps la nouveauté et la continuité d'une culture
pédagogique, qui entre constamment dans le débat actuel. Les écoles maternelles paritaires
d'inspiration chrétienne vivent et expriment activement, dans tous les coins de la province, le
vocabulaire de la présence: liberté, popularité, autonomie, solidarité, qualité éducative. Elles se
situent dans le sillon de la tradition et développent en même temps la nouveauté et la continuité
d'une culture pédagogique, qui entre constamment dans le débat actuel.Les écoles maternelles
paritaires d'inspiration chrétienne vivent et expriment activement, dans tous les coins de la
Les écoles maternelles paritaires d'inspiration chrétienne vivent et expriment activement, dans
tous les coins de la province, le vocabulaire de la présence: liberté, popularité, autonomie,
solidarité, qualité éducative. Elles se situent dans le sillon de la tradition et développent en
même temps la nouveauté et la continuité d'une culture pédagogique, qui entre constamment
dans le débat actuel.es écoles maternelles paritaires d'inspiration chrétienne vivent et
expriment activement, dans tous les coins de la province, le vocabulaire de la présence: liberté,
popularité, autonomie, solidarité, qualité éducative. Elles se situent dans le sillon de la tradition
et développent en même temps la nouveauté et la continuité d'une culture pédagogique, qui
entre constamment dans le débat actuel. Les écoles maternelles paritaires d'inspiration
chrétienne vivent et expriment activement, dans tous les coins de la province, le vocabulaire de
la présence: liberté, popularité, autonomie, solidarité, qualité éducative. Elles se situent dans le
sillon de la tradition et développent en même temps la nouveauté et la continuité d'une culture
pédagogique, qui entre constamment dans le débat actuel.Les écoles maternelles paritaires
d'inspiration chrétienne vivent et expriment activement, dans tous les coins de la province, le
vomps la nouveLes Les écoles maternelles paritaires d'inspiration chrétienne vivent et
expriment activement, dans tous les coins de la province, le vocabulaire de la présence: liberté,
Tradition, nouveauté, continuité
13
Les écoles maternelles paritaires d'inspiration chrétienne vivent et expriment activement, dans
tous les coins de la province, le vocabulaire de la présence: liberté, popularité, autonomie,
solidarité, qualité éducative. Elles se situent dans le sillon de la tradition et développent en
même temps la nouveauté et la continuité d'une culture pédagogique, qui entre constamment
dans le débat actuel.es écoles maternelles paritaires d'inspiration chrétienne vivent et
expriment activement, dans tous les coins de la province, le vocabulaire de la présence: liberté,
popularité, autonomie, solidarité, qualité éducative. Elles se situent dans le sillon de la tradition
et développent en même temps la nouveauté et la continuité d'une culture pédagogique, qui
entre constamment dans le débat actuel. Les écoles maternelles paritaires d'inspiration
chrétienne vivent et expriment activement, dans tous les coins de la province, le vocabulaire de
la présence: liberté, popularité, autonomie, solidarité, qualité éducative. Elles se situent dans le
sillon de la tradition et développent en même temps la nouveauté et la continuité d'une culture
pédagogique, qui entre constamment dans le débat actuel.Les écoles maternelles paritaires
d'inspiration chrétienne vivent et expriment activement, dans tous les coins de la province, le
vomps la nouveLes Les écoles maternelles paritaires d'inspiration chrétienne vivent et
expriment activement, dans tous les coins de la province, le vocabulaire de la présence: liberté,
popularité, autonomie, solidarité, qualité éducative. Elles se situent dans le sillon de la tradition
Scuole dell’infanzia
Adasm Fism di Brescia
della lingua e della comprensione
reciproca.
Che scopo vi prefiggete
con la traduzione
del Progetto educativo?
Innanzitutto vogliamo… farci
conoscere. Intendiamo cioè mettere
in condizione i genitori stranieri
di comprendere che le scuole
associate all’Adasm non sono
realtà riservate, ma rappresentano
istituzioni educative cristianamente
ispirate, che condividono valori
come la pace, l’amicizia, il rispetto
reciproco, l’accoglienza… In
questo senso sono scuole aperte a
chiunque ne condivida i principi di
fondo che sono, appunto, universali
e comuni a più culture.
Anche chi viene da lontano e
abbraccia una religione non cristiana
potrà decidere perciò di condividere
il nostro Progetto educativo
ed iscrivere il proprio figlio ad una
scuola-Adasm…
Anzi, in un futuro prossimo non
escludo la traduzione del Progetto
educativo anche in altri idiomi
orientali, per raggiungere tante
famiglie di quei lontani paesi che
sono ormai residenti nella
nostra provincia.
Un’iniziativa ambiziosa,
i cui risultati si valuteranno
in tempi lunghi…
L’integrazione e l’accoglienza
del “diverso” richiedono,
competenza, impegno e tanta
pazienza - in questo senso l’Adasm
è impegnata anche sul fronte
dell’integrazione dei bambini disabili,
che sono attualmente 167-.
Oltre a proporre iniziative
di formazione e aggiornamento
a educatrici e coordinatrici,
cerchiamo di privilegiare la
collaborazione con le pubbliche
amministrazioni per favorire
l’accoglienza nelle singole scuole,
allo scopo di evitare
la formazione di ghetti
autoreferenziali e per aiutare
i genitori italiani a superare la
naturale paura del “diverso”.
A questo proposito sono convinto
che le scuole dell’infanzia
rappresentino un luogo ideale
per sperimentare forme
di accoglienza e di integrazione
assolutamente efficaci,
perché la spontanea amicizia fra
tutti i bambini è un ponte naturale
che è premessa per buone relazioni
anche fra i genitori e la scuola.
L’Adasm-Fism (Associazione degli Asili e delle Scuole Materne autonome) è nata a Brescia nel 1966. Oggi associa 263 scuole dell’infanzia di città e provincia. Nelle scuole associate operano circa 1.400 educatrici, accogliendo ogni giorno oltre 20.000 bambini, fra i quali
circa 2.300 stranieri. L’organizzazione delle scuole Adasm-Fism si ispira a un preciso Progetto educativo e consente di rispondere anche alle esigenze di 160 bambini disabili, inseriti quotidianamente in oltre 100 scuole. Negli ultimi anni sono stati aperti 70 asili nido,
che ospitano attualmente circa 1.300 bambini e occupano oltre 140 educatrici. La gestione amministrativa di tutte le scuole Adasm-Fism Brescia impegna ogni anno oltre 1.200 amministratori che svolgono il loro incarico con passione, dedizione, competenza e gratuità.
C’è un filo rosso che collega tutte
le nostre scuole: il Progetto educativo
dell’Adasm-Fism di Brescia.
Intorno ai temi ed ai contenuti di questo
importante documento si realizza
l’identità di ogni scuola.
Proviamo a immaginare strumenti
e contenuti che possano aiutare tutte
le scuole a declinare, anno dopo anno,
i temi più importanti che il Progetto
educativo propone.
Il fine è quello di sensibilizzare e
coinvolgere tutti: bambini e genitori,
educatrici e amministratori,
paesi e comunità, intorno ai temi generatori
della nostra azione educativa.
Ogni anno una proposta
La proposta di quest’anno si intitola
“Prima i bambini”: sarebbe bello che aspetti
quali “l’attenzione all’infanzia” e “la scuola
come motore educativo della propria comunità”,
venissero valorizzati durante l’anno e le
proposte e le azioni di ogni scuola dell’infanzia.
Fra gli appuntamenti che sono stati preparati,
innanzitutto la Conferenza annuale
delle coordinatrici.
Un momento nuovo e stimolante dove fare
il punto a proposito dei contenuti e delle
modalità migliori per realizzare in ogni scuola
il Progetto educativo. Un appuntamento per
confrontarsi a proposito dei bisogni formativi e
dei supporti necessari alle scuole ed alla loro
attività didattica ed educativa.
Inoltre, alcuni materiali a disposizione, come:
il Manifesto del tema annuale, da appendere
all’ingresso della scuola, così, per ricordare a
tutti alcune cose importanti da non dimenticare.
Il calendario murale, da appendere in ogni
sezione e da utilizzare come strumento
quotidiano di lavoro.
Il percorso a tema: alcuni suggerimenti
e strumenti operativi utili per chi vuole declinare
lo sfondo tematico annuale anche con i
bambini, le famiglie, le comunità.
Prima
i bambini
Il progetto annuale
delle scuole
Adasm Fism di Brescia
Motivi di fondo
Ma cosa significa che la scuola
dell’infanzia è il cuore
della comunità?
In primo luogo gli educatori devono
vivere in prima persona
i valori della comunità,
aver chiaro il senso
dei riti che ne definiscono
l’identità e conoscere
gli usi e i costumi
che rendono peculiare
l’appartenenza al territorio.
Senza queste condizioni
anche le feste e i contenuti
della tradizione
vengono fagocitati
dalla spirale consumistica,
annullati nel loro significato
e destinati alla dispersione.
Una comunità senza identità
non è più tale,
diventa “liquida” come
gli ambienti metropolitani.
In secondo luogo
le scuole associate all’ADASM
si differenziano dalle
altre scuole pubbliche
per il maggior radicamento
nella comunità locale;
esse infatti sono state tutte istituite,
per lo più in anni lontani,
per iniziativa delle popolazioni locali,
contando sulla partecipazione
della gente ed usufruendo
della liberalità di qualche cittadino
benestante.
Gli intenti poi si sono concretizzati
grazie alla disponibilità
delle religiose di diversi ordini
presenti sul territorio.
Dopo l’istituzione della scuola
dell’infanzia statale,
a seguito di una regolamentazione
sempre più complessa,
la scuola paritaria può continuare
a vivere solo se legittimata
dalla comunità locale:
la comunità tutta deve maturare
la consapevolezza che l’educazione
dei bambini non è solo un affare
privato delle famiglie,
ma è un fatto che deve mobilitare
le energie di tutti proprio perché
di tutti sono i bambini
che rappresentano il futuro.
Liberi di progettare
Queste idee si traducono in un
progetto che non è già confezionato,
ma nasce dal desiderio di offrire
alcuni “spuntini” per ideare.
Il materiale proposto è legato
alla tematica della comunità,
che non si esaurisce
certamente con questi semplici
suggerimenti,
ma intende fungere da stimolo
per ricercarne altri ancora.
Può diventare il filo conduttore
della progettazione
didattica annuale o,
semplicemente,
lo sfondo per iniziative a tema
più semplici: la settimana
della comunità, la festa del paese,
lo spettacolo di carnevale…
A disposizione delle scuole anche
una storia, disegni, canzoni,
attività, laboratori, da utilizzare
nella realizzazione del progetto e
dei vari temi - la famiglia, il paese,
i paesi lontani - che a partire da
esso si possono declinare in attività
concrete con i bambini.
09
Pennellino.
Sulle orme di Patch Adams
(di Franca Ferrari)
Dedicato a tutti i”nasi rossi”,
questo libro racconta le emozioni
e le empatie che si vivono in
una corsia di ospedale con il
camice colorato e il naso del
pagliaccio. “Pennellino”, nome
d’arte dell’autrice, spiega come
curare con il sorriso, attraverso la
clownterapia, sia un’esperienza
straordinaria, la cui evidente
efficacia nel sollevare i malati
riversa gioia e ottimismo anche in
coloro che accettano di impegnarvi
parte della loro vita.
(San Paolo, € 11,00)
10 cose che posso fare
per aiutare il mio pianeta
(di M. Walsh)
Un tenero vademecum, che illustra
dieci piccoli gesti quotidiani
da fare insieme a mamma e papà,
“buone pratiche” per educarsi
ad uno stile di vita sostenibile
e rispettoso dell’ambiente.
Attraverso grandi disegni e in
modo divertente il bambino impara
a “Spegnere la luce quando si esce
dalla stanza”, “Usare i due lati dei
fogli”, “Piantare un seme e curare
una pianta”, come, per esempio,
“Fare la raccolta differenziata”
e “Andare a scuola a piedi”…
(Editoriale Scienza, € 14,90)
Il grande mondo
dei piccoli
I bambini da 0 a 5 anni
(di S. Bourcier)
Il bambino e la sua famiglia;
le emozioni e i comportamenti;
il rapporto tra famiglia
e asilo nido o scuola materna,
con l’importante momento
dell’inserimento.
Un manuale pratico rivolto
a genitori ed educatori che tratta
temi e preoccupazioni legate alla
prima infanzia, tentando
di spiegare, per esempio,
le paure, l’aggressività,
la gelosia dei piccoli,
come il delicato rapporto
con gli “oggetti transizionali”
(ciuccio, coperta o bambola
preferita).
(San Paolo, € 13,50)
La narrazione è stata al centro del
corso promosso dall’Adasm-Fism
di Brescia a Montichiari il 27
e 28 agosto scorsi (con replica a
Bienno il 5 e 12 settembre), a cui
sono intervenute alcune centinaia
di educatrici dell’infanzia.
Raccontare... raccontarsi
... Raccontiamo dunque questi due
giorni durante i quali le insegnanti delle scuole dell’infanzia paritarie
aderenti all’Adasm si sono soffermate
a riflettere sul significato e sul valore
del raccontare, del raccontarsi nella
scuola materna e nel nido. All’inizio è
stato un allegro “raccontarsi tra insegnanti”, il cui cordiale ritrovarsi non ha
lasciato molti dubbi su quanto possano riuscire a vivacizzare le scuole in
cui operano.
Attento e partecipato è stato l’intervento di Gianfranco Staccioli (docente di metodologia del gioco all'Università di Firenze), che ha affermato
con grande chiarezza come lavorare
sulla narrazione in modo innovativo
non implichi proporre fantasticherie,
bensì una rielaborazione della realtà
raccontandone tutte le piccole cose
di ogni giorno, giocando con la parola
detta e scritta, con le immagini, con i
disegni, con le cose che appartengono alla quotidianità.
Tempo e contesto
del narrare
Il narrare è sempre un atto di co-narrazione, è un atto di interazione favorito dal contesto in cui il racconto
avviene: di questo contesto grande
responsabilità organizzativa è di insegnanti e genitori.
Il contesto e il tempo della narrazione,
un tempo lungo ormai spesso perduto sia a scuola che a casa, sono gli
elementi che permettono di narrare e
di narrarsi la vita, le storie di vita che
hanno un senso.
Perché i bambini raccontano e vogliono sentirsi raccontare il senso: il senso
della vita della loro maestra bambina,
il senso dell’allevare api e caprette…
e questo vale fin da piccoli, anche per
i neonati. Come? Ma un bimbo di sei
mesi non sa raccontarsi! Lui no, ma
un’educatrice, un genitore sì: e dunque raccontiamo anche ai bimbi piccoli, commentiamo la loro vita quoti-
diana raccontando come siano stati
bravi a fare la nanna, a giocare con
cucchiai e pentolini, con scarpette e
calzine…
Il bambino cerca nel racconto un modello, cerca di sapere come funziona
la vita e questo, per dirla col poeta Sepulveda, avviene “al andar se hace el
camino se hace el camino al andar”,
procedendo lentamente.
Ed è questo stesso leit-motif che ha ripreso Rodolfo Apostoli (presidente del
CEMEA di Milano) quando ha proposto
le proprie riflessioni circa “La narrazione autobiografica”. È infatti nel rispetto dei tempi narrativi del bambino che la scuola materna si deve impegnare per creare un ambiente che
gli permetta di esprimersi, qualunque
sia in quel momento, la sua capacità di farlo.
Attraverso il linguaggio al bambino
viene offerta la possibilità di organizzare le idee, di interiorizzarle e di dare significato alle proprie esperienze:
è grande quindi l’opportunità che l’insegnante può offrire al bambino quando lo aiuta ad entrare nel “focus” del
suo oggetto comunicativo e lo aiuta
ad espanderne i significati.
Creare la possibilità di una conversazione lenta intorno alla famiglia, alla
casa, ai giochi, alle scoperte, con il
disegno, con il gioco simbolico, con
l’atteggiamento di chi cerca di capire
più che di contraddire, rende possibile
il parlare, il conversare, il narrare di sé
e degli eventi conosciuti: tutto ciò si
realizza se si predispone per il bambino una situazione di benessere.
L'uccello con tre ali
È seguito l’intervento di Bruno Tognolini
(scrittore, autore di testi per trasmissioni televisive per bambini e ragazzi)
con il contributo trascinante e convincente “L’uccello con tre ali”.
È lui stesso un Piccolo Principe della poesia che non fatica a trovare le
parole della leggerezza e della bel-
lezza per comunicare alle insegnanti come la Poesia, questo uccello con
tre ali, possa riuscire a far crescere
un “angolo di giardino nell’orto della classe”.
Con esempi ricchi e fioriti, che hanno
strappato più volte l’applauso, le insegnanti comprendono come la rima
e il ritmo (ala del Suono) e il senso
(ala del Senso) debbano abbracciare
la terza ala che una volta trovata crea
ed educa il gusto, tanto che poi si sa
cosa cercare, non ci si accontenta di
niente di meno.
Narrare, anche al nido
Parallelamente al percorso per la formazione del personale della scuola
dell’infanzia, è stato organizzato un
intervento specifico per le educatrici
degli asili nido, affidato a Mariangela
Agostini, (bibliotecaria, esperta di libri
per bambini e ragazzi).
“Dai libri alla lettura divertendosi” è
stata un’esperienza di vero e piacevole contatto con il meglio delle proposte bibliografiche rivolte ai bambini
da zero a tre anni. Libri senza parole,
con fotografie, quelli che rispecchiano le esperienze quotidiane del bambino e quelli per creare giochi con la
voce o il movimento, i pop-up e quelli di stoffa, libri tutti da leggere e da
raccontare.
Ogni titolo è stato segnalato con il relativo autore e/o illustratore, casa editrice e collana, ma soprattutto è stato vissuto attraverso una lettura ora
sussurro, ora gioco magico di tanti
toni di voce, ora sguardo su colori e
figure reali, fantastiche quasi vere, ora
richiamo di odori… tipicamente infantili… Beh, una presentazione veramente coinvolgente che si è conclusa
con l’intonazione corale e spontanea
di una canzone da cui è nato un libro
per bambini bello e prezioso come il
messaggio della canzone stessa: “Ci
vuole un fiore”.
Pietro Reghenzi
La fiaba
I tre orsi
C’erano una volta tre orsi, che vivevano in una casetta nel
bosco. Uno era un Orsetto Piccino, uno era un Orso Medio e
il terzo era un Orso Grande e Grosso. Ognuno aveva la sua
tazza per la colazione: una piccola tazza per l’Orsetto Piccino, una tazza così così per l’Orso Medio e un gran tazzone
per l’Orso Grande e Grosso. E ognuno aveva la sua sedia,
una piccola sedia per l’Orsetto Piccino, una sedia così così
per l’Orso Medio e una gran seggiolona per l’Orso Grande
e Grosso. E ognuno aveva il suo letto, un piccolo letto per
l’Orsetto Piccino, un letto così così per l’Orso Medio e un
gran lettone per l’Orso Grande e Grosso.
Un giorno, dopo essersi preparati una zuppa d’avena per
colazione, la versarono nelle tre tazze e uscirono a fare una
passeggiata nel bosco mentre la zuppa si freddava, perché
non volevano scottarsi la bocca a mangiarla troppo presto.
Mentre gli orsi erano a passeggio, arrivò alla casetta una
bambina che si chiamava Chioma d’Argento. Prima guardò
dalla finestra, poi sbirciò dal buco della serratura, e vedendo
che in casa non c’era nessuno, girò la maniglia. La porta non
era chiusa a chiave, perché gli orsi erano bravi orsi che non
avrebbero fatto male a una mosca e che perciò non si aspettavano mai il male da nessuno. Cosi Chioma d’Argento apri la
porta ed entrò, e fu ben contenta di trovare la colazione pronta. Se fosse stata una brava bambina, avrebbe aspettato che
gli orsi tornassero a casa, e magari loro le avrebbero offerto
di Joseph Jacobs
un po’ di zuppa d’avena, perché erano proprio dei bravi orsi,
magari un po’ scorbutici, si sa come sono gli orsi, ma molto
di buon cuore e molto ospitali. La bambina assaggiò prima
la zuppa dell’Orso Grande e Grosso, e la trovò troppo calda.
Poi assaggiò la zuppa dell’Orso Medio, e la trovò troppo fredda. Poi passò a quella dell’Orsetto Piccino, e non la trovò né
troppo calda né troppo fredda, ma proprio giusta; e le piacque
talmente che se la mangiò tutta. Poi la piccola Chioma d’Argento si sedette sulla sedia dell’Orso Grande e Grosso, e la
trovò troppo dura. Poi si sedette sulla sedia dell’Orso Medio,
e la trovò troppo soffice. Poi si sedette sulla sedia dell’Orsetto Piccino, e non la trovò né troppo dura né troppo soffice,
ma proprio giusta. Cosi restò seduta lì finché non la sfondò e
piombò per terra di schianto. Allora la piccola Chioma d’Argento salì nella camera da letto dei tre orsi. Prima si sdraiò
sul letto dell’Orso Grande e Grosso, ma lo trovò un po’ troppo
alto in cima. Poi si sdraiò sul letto dell’Orso Medio, ma lo trovò
un po’ troppo alto in fondo. Poi si sdraiò sul letto dell’Orsetto
Piccino, e non lo trovò troppo alto né in cima né in fondo, ma
proprio giusto. Cosi si sistemò ben bene sotto le coperte e si
addormentò in un baleno.
Intanto i tre orsi avevano deciso che ormai la zuppa d’avena
doveva essersi freddata abbastanza, perciò tornarono a casa per fare colazione. Ma Chioma d’Argento aveva lasciato il
cucchiaio nella tazza dell’Orso Grande e Grosso. “Qualcuno
A CURA DI PATRIZIA ENZI
ha toccato la mia zuppa!” disse l’Orso Grande e Grosso con
la sua vociona fonda e ruvida. E quando l’Orso Medio guardò
la sua tazza, vide che anche lì c’era il cucchiaio. “Qualcuno
ha toccato la mia zuppa!” disse l’Orso Medio con la sua voce
così così. Allora l’Orsetto Piccino guardò la sua tazza e vide
che anche lì c’era il cucchiaio, ma la zuppa non c’era più.
“Qualcuno ha toccato la mia zuppa, anzi, me l’ha mangiata
tutta!” disse l’Orsetto Piccino con la sua piccola vocetta. A
questo punto i tre orsi decisero di dare un’occhiata in giro,
dato che evidentemente qualcuno era entrato in casa loro
e si era mangiato la colazione dell’Orsetto Piccino. E Chioma d’Argento non aveva rimesso ben dritto il cuscino troppo
duro dell’Orso Grande e Grosso. “Qualcuno si è seduto sulla
mia sedia!” disse l’Orso Grande e Grosso con la sua vociona
fonda e ruvida. E la piccola Chioma d’Argento aveva schiacciato il cuscino troppo soffice dell’Orso Medio. “Qualcuno si
è seduto sulla mia sedia!” disse l’Orso Medio con la sua voce così così. E voi sapete benissimo cos’aveva fatto Chioma
d’Argento alla terza sedia. “Qualcuno si è seduto sulla mia
sedia, anzi, me l’ha sfondata!” disse l’Orsetto Piccino con
la sua piccola vocetta. Allora i tre orsi ritennero necessarie
delle indagini ulteriori, e salirono al piano di sopra, in camera
da letto. E la piccola Chioma d’Argento aveva lasciato fuori posto il cuscino dell’Orso Grande e Grosso. “Qualcuno si
è sdraiato sul mio letto!” disse l’Orso Grande e Grosso con
la sua vociona fonda e ruvida. E Chioma d’Argento aveva
lasciato fuori posto il copriletto dell’Orso Medio. “Qualcuno
si è sdraiato sul mio letto!” disse l’Orso Medio con la sua
voce così così. Quando l’Orsetto Piccino guardò il suo letto, vide che il cuscino era al suo posto, e il copriletto era al
suo posto, e tra cuscino e copriletto c’era la bella testolina
di Chioma d’Argento, che non era al suo posto proprio per
niente. “Qualcuno si è sdraiato sul mio letto, anzi, c’è ancora!” disse l’Orsetto Piccino con la sua piccola vocetta. La
piccola Chioma d’Argento aveva udito nel sonno la vociona
fonda e ruvida dell’Orso Grande e Grosso, ma dormiva così
profondamente che l’aveva sentita come il ruggito del vento o il rombo del tuono. Aveva udito anche la voce così così
dell’Orso Medio, ma era stato come sentire qualcuno che
parlava in un sogno. Ma la piccola vocetta dell’Orsetto Piccino, era così aspra e acuta che quando la sentì si svegliò
immediatamente. Balzò su, e quando vide i tre orsi a un lato
del letto, rotolò giù dall’altro e corse alla finestra. La finestra era aperta perché gli orsi, bravi e ordinati com’erano,
appena si alzavano al mattino aprivano subito la finestra.
Chioma d’Argento saltò giù, si allontanò di corsa nel bosco,
e i tre orsi non la videro mai più.
Questo testo, raccolto da Joseph Jacobs nel 1890, è una rielaborazione di
una precedente versione scritta da Robert Southey, in cui la protagonista
era una vecchina. Tratta dalla raccolta: “English Fairy Tales”, 1980.
In questa fiaba manca la risoluzione del conflitto
e non c’è un lieto fine, anche se la bambina riesce a darsela
a gambe e a sfuggire ai tre orsi. Non ci sono cattivi,
ma solamente tre orsi ingenui e una ragazzina in cerca di sé
stessa che tenta di spiare i misteri della vita adulta.
Sono trattati simbolicamente alcuni aspetti connessi
con lo sviluppo del bambino: la ricerca dell’identità,
il complesso edipico e la rivalità tra fratelli
(tra la fanciulla e l’orsetto piccolo).
La fonte originale di questa fiaba è un’antica leggenda
scozzese che parla di tre orsi il cui terreno viene violato
da una volpe femmina, che poi verrà sbranata dagli stessi.
La volpe, nelle versioni successive, diventa una vecchia e poi
una giovinetta. Comunque, rimane l’ammonimento a rispettare
la proprietà e la privacy altrui.
La storia di Riccioli d’oro assomiglia a quella di Biancaneve:
una fanciulla si perde nel bosco e trova rifugio in una casetta
che, all’inizio, non si sa da chi sia abitata.
“Boccoli d’oro
è la figlia maggiore
alle prese con
una particolare fase
dei suoi conflitti edipici:
il rapporto ambivalente
con la madre. […]
è la persona pre-adolescente
che cerca di affrontare
tutti gli aspetti
della situazione edipica”.
(B. Betthelheim)
“I genitori vorrebbero
che le loro figlie rimanessero
eternamente le loro bambine
e le bambine vorrebbero
credere che sia possibile
sottrarsi alla lotta
del processo di crescita”.
(B. Betthelheim)
13
dalle scuole
Scuola materna “A. M. Borghese”
di Portese - San Felice del Benaco
Una gita all’isola del Garda
Scuola Materna
di Bornato
Ricordo di Santo Sardini
Dopo i temporali di fine settimana, è una
giornata bellissima: temperatura mite,
cielo limpido, sole splendente, lago calmo! I bambini, formando una lunga fila,
scendono verso il porto, c’è molto fervore
nelle loro voci: questa volta non si tratta di
andare a osservare il lago: la sua acqua
limpida, il volo dei gabbiani, le anatre che
si inseguono, i cigni che scivolano lenti
sull’acqua, ma prenderemo un piccolo
battello che ci porterà all’isola del Garda,
tragitto emozionante!
Arrivati all’isola ci accoglie la mamma
del nostro “piccolo” Patrick, la signora
Cavazza.
La famiglia Cavazza è propietaria da generazioni di questa bellissima e suggestiva isola, incastonata tra il golfo di Salò e
quello di Manerba.
Con molta dolcezza e attenzione per i
bambini ci fa da guida lungo un percorso
che si snoda tra giardini all’inglese bordati da piante aromatiche, ulivi secolari e
palme altissime.
Improvvisamente giovedì 22 Ottobre
2009 all’età di 79 anni si è spento Santo Sardini. Egli è stato e sempre sarà nel
nostro ricordo una figura di grande rilievo nella lunga storia della scuola materna di Bornato.
Ha sempre considerato l’Asilo - come lui
lo chiamava - un bene prezioso per l’intera comunità, impegnandosi con grande passione e zelo nella collaborazione
con i vari organi che lo compongono: con
i consigli di amministrazione che si sono
succeduti nel tempo, con le insegnanti,
con le suore, con i bambini, con le famiglie. Il suo obiettivo primario è sempre
stato quello di operare nella direzione
del bambino e delle famiglie, cercando
di offrire un servizio scolastico ed educativo rispondente il più possibile ai loro bisogni.
Ha creduto nel patrimonio dei valori cristiani che lui “sentiva e viveva” e ai quali
la scuola si ispira; ha intrattenuto durante
questi lunghi anni un rapporto di premurosa attenzione verso le reverende suore
alle quali guardava con profondo rispetto e stima.
Intanto racconta, racconta la storia dell’isola e dei personaggi che vi hanno vissuto, dai frati francescani - anzi San
Francesco stesso - che l’hanno scelta come luogo di meditazione, preghiera e lavoro (ci sono ancora le loro celle),
a Dante Alighieri, sino a Napoleone. Infine ci racconta della
bisnonna, che ha fatto di quest’isola un gioiello di bellezza, con il suo splendido palazzo veneziano, immerso in un
giardino botanico ricco di ogni specie di piante.
Lei racconta e i bambini se ne stanno attenti e silenziosi coi
loro nasini rivolti all’insù ad ammirare la torre del palazzo,
la chioma bluastra di un’altissima palma blu, il fiore altissimo di un’agave che una volta appassito il fiore morirà!
Poi c’è la sorpresa della casa con la stanza dei giochi dei
bambini, così diversi dai giochi di oggi, così “strani” ma
anche affascinanti.
I bambini guardano incuriositi, commentano, confrontano, raccontano.
Il tempo trascorre veloce, dopo il pic-nic in un grande prato verde ombreggiato da cedri e querce secolari si gioca
sino al momento di riprendere il battello.
È stata una magnifica esperienza per tutti, grandi e piccoli, che ci ha riempito di meraviglia e di gioia, tanto che
anche la ripida salita che ci riporta a scuola sembra un
po’ meno impegnativa!
Guardando a esempio alla Famiglia di
Nazareth, nutriva grande considerazione verso l’ordine delle Piccole Suore
della Sacra Famiglia, alle quali dedicava tempo e affetto.
“Un’anima bella”- come lo ha definito
in questi giorni la superiora.
Come non ricordare i suoi quotidiani
appuntamenti, ogni mattina dopo la
messa, a scuola, immerso in scartoffie
burocratiche e piacevoli conversazioni!
Nel suo operare, si è sempre contraddistinto per semplicità e fermezza cercando di trovare soluzione ai problemi,
coniugando dialogo e ascolto.
Negli ultimi tempi, per motivi di salute,
aveva lasciato a malincuore l’incarico
di presidenza trentennale della scuola, preferendo rimanere nel Consiglio
di Amministrazione in qualità di consigliere, fiducioso e sicuro del suo ideale
di scuola che condivideva con chi gli
succedeva. Di natura riservata e mite
lascia a tutti noi un grande esempio
di umiltà e professionalità, spese con
passione gratuita per i bambini e l’intera comunità. La nostra riconoscenza
e il nostro grazie va a lui e a quanto ha
saputo trasmetterci negli anni.
Pochi giorni fa aveva consegnato la
sua lettera di dimissioni dal Consiglio
di Amministrazione.
Questa contiene un elenco infinito di
grazie verso tutti coloro che in questi
anni lo avevano sostenuto.
Forse non si è reso conto di quanto lui
abbia sostenuto gli altri, di quanto lui
sia stato la colonna portante della nostra scuola!
Termina la sua lettera scrivendo:
“con l’occasione porgo cordiali saluti
e auguri a tutti affinché in questo Ente, caro a tutta la comunità di Bornato,
l’ultima parola sia sempre e comunque
spesa a salvaguardare le funzioni storico-religiose a tutela del bambino”.
Quella che ci lascia è una preziosa eredità della quale siamo chiamati tutti a
fare tesoro.
AdasmFismBrescia 2009/10
A S S O C I A Z I O N E D E G L I A S I L I E D E L L E S C U O L E M A T E R N E
La scuola
dell’infanzia
è il cuore
della comunità
Scarica

noi genitori - Adasm Fism Brescia