AltaValle Seriana PREMOLO Araberara - 23 Settembre 2011 “L’ecomuseo deve ampliarsi o morirà. Roggerini? Pessima scelta!” MESE DI OTTOBRE Menu km ZERo antipasto Polenta di “rostrato rosso” con lardo, salame d’Ardes e miele rovettese PRIMO Casoncelli clusonesi al burro, salvia e pancetta SECONDO Capù alla bergamasca DOLCE Tortino di patate “desirée” e cioccolato 00 , 5 2 Euro Via S. Defendente, 67 24023 CLUSONE Tel. 0346 25215 Ar.Ca. Ammutinati. I dipendenti del Comune di Parre hanno proclamato lo stato di agitazione del personale che sarà revocato solo qualora si raggiunga un’intesa. Insomma tutti con le braccia incrociate. E tutti contro il sindaco Francesco Ferrari. Motivo? Le… donne. Già e la donna in questione è la moglie del sindaco, Loredana Olivari, da una vita dipendente del Comune, ‘promossa’ dal sindaco consorte a responsabile di servizio. Una decisione che ha mandato su tutte le furie gli altri dipendenti. Tutto comincia a luglio quando il sindaco Ferrari decide di riorganizzare gli uffici e nominare la moglie responsabile di servizio. I dipendenti infuriati convocano un’assemblea per il 14 luglio assieme alle organizzazioni sindacali: “C’è stata una riorganizzazione generale degli uffici – spiegano i sindacati – senza la necessaria preventiva informazione riscontrando un comportamento antisindacale. Il provvedimento adottato non può essere funzionale ad una razionale organizzazione del lavoro e dei Settori sottoposti a riorganizzazione, 8 responsabili di servizio su 11 dipendenti con una popolazione di circa 2.900 abitanti è sicuramente un aggravio ed un appesantimento delle procedure amministrative”. E così i sindacati mandano una lettera al segretario del Comune di Parre, al sindaco e alla giunta dove vanno giù duri: “…inoltre – scrivono – è stato tenuto un atteggiamento poco rispettoso nei confronti di alcuni dipendenti, contrario alla dignità del lavoro e della professionalità degli stessi e certamente in contrasto con le attuali disposizioni nazionali e comunitarie in materia di correttezza dei rapporti tra i lavoratori ed il datore di lavoro”. La lettera è stata inviata il 14 luglio, giusto dopo l’assemblea e i sindacati tentarono un accordo prima di partire con lo sciopero: “…prima di procedere ad ogni successiva forma di rivendicazione, compreso lo Stato di Agitazione del personale dipendente con il relativo intervento dell’autorità Prefettizia, per arrivare a una positiva conclusione e ad un conseguente ripensamento delle decisioni intraprese (ritiro dei Decreti Sindacali emanati e condivisione di una nuova razionale Riorganizzazione degli uffici) e ad un nuovo sistema di relazioni con i Dipendenti e con le organizzazioni sindacali ed il naturale miglioramento del clima interno chiediamo: l’annullamento dei decreti sindacali in parola considerati dagli scriventi come una vera e propria ritorsione nei confronti dei dipendenti e palesemente irregolari, la convocazione di un incontro di concertazione al fine di dirimere le problematiche esposte e di discutere della IL DOCUMENTO Ed ecco il testo della lettera inviata anche al Prefetto e firmata anche da tutti i dipendenti comunali che rischia di far diventare Parre un caso nazionale. “A seguito delle numerose richieste di incontro per dirimere le problematicità aperte dalla riorganizzazione degli Uffici e delle connesse responsabilità alle quali non è stata data da parte dell’amministrazione una risposta positiva, il personale del Comune di Parre, riunito in Assemblea, ha dato mandato alle organizzazioni sindacali firmatarie della presente lettera ed alla RSU di dichiarare lo stato di agitazione dei dipendenti del Comune. Le motivazioni che hanno portato i dipendenti a formulare la suddetta richiesta riguardano, prioritariamente, l’incomunicabilità che gli stessi lamentano con l’amministrazione comunale a seguito di numerosi tentativi di poter avere chiarimenti sulla riorganizzazione in atto. Richieste di incontro formali, che alleghiamo alla presente, non sono mai state accolte dal Sindaco e quindi rendono indispensabile l’intervento di una autorità terza (il Prefetto) per un necessario chiarimento. Il Sindaco, in data 1 luglio 2011, ha decretato una nuova distribuzione delle responsabilità all’interno della struttura organizzativa del Comune non informando preventivamente, come previsto dall’articolo 7 CCNL 1/4/1999, le organizza- La lettera al Prefetto “Atteggiamenti intimidatori del sindaco, violenza verbale e attacchi personali” zioni sindacali, senza condividere con i dipendenti le scelte e coinvolgerli nelle medesime, come sempre auspicabile per un corretto funzionamento della struttura amministrativa. Questo probabilmente a seguito di alcune dichiarazioni espresse in consiglio comunale dalla minoranza riguardanti la possibilità di nomina, da parte del Sindaco, di parenti come responsabili. La riorganizzazione è stata effettuate nei giorni immediatamente successivi ai fatti sopraesposti. Le modalità e i tempi fanno apparire questa scelta come una ritorsione contro i responsabili e gli altri dipendenti, colpevoli, ad avviso del Sindaco, di avere informato le minoranze circa le eventuali intenzioni dello stesso in senso opposto. La scelta di procedere alle nuove nomine senza informativa preventiva è configurabile chiaramente come un comportamento antisindacale, in quanto lesive delle prerogative contrattuali previste nei CCNL vigenti e non modificate, alla data di emanazioni dei decreti, dalla normativa corrente. Peraltro il provvedimento adottato, nel merito, non può certamente essere considerato funzionale ad una razionale organizzazione del lavoro e dei Settori sottoposti a riorganizzazione (8 responsabili di servizio su 11 dipendenti con una popolazione di circa 2900 abitanti è sicuramente ROVETTA Una piscina impantanata Due cavalli brucano dell’erba cresciuta sul materiale scavato. Il tetto c’è, il piazzale è un pantano di fango dopo le piogge dei giorni scorsi. Il cartello dei lavori è desolatamente bianco, nemmeno un’indicazione. Nient’altro. C’è un ultimatum che sta scadendo, ma il sopralluogo è rimandato di qualche giorno, non si sa cosa fare, riunioni su riunioni, i termini slittano sul fango e sulle promesse. Una piscina impantanata. Ultimatum spostato. Lavori che sono ripresi faticosamente. Si dà fiducia. Per ora. vostra proposta di riorganizzazione degli Uffici”. Niente da fare, il sindaco non ci sta e va avanti per la sua strada, così i dipendenti e le organizzazioni sindacali scrivono al Prefetto Camillo Andreana e alla Commissione di Garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero a Roma e incrociano le braccia. Il clima si scalda e lo scontro è totale. E la lettera è pesantissima, si parla di ‘atteggiamenti intimidatori del sindaco con situazioni di violenza verbale e attacchi personali diretti anche alla presenza degli utenti’. un aggravio ed un appesantimento delle procedure amministrative). Questo avvenimento è solo l’ultimo atto formale di un rapporto personale tra Sindaco e dipendenti del Comune che è da tempo minato da atteggiamenti intimidatori del Sindaco con situazioni di violenza verbale e attacchi personali diretti anche alla presenza di altri utenti. Ricordiamo che la collabora- zione dei dipendenti, che finora non era mai venuta meno, ha permesso il risparmio del triennio precedente di circa 130.000 euro per la mancata sostituzione delle colleghe in maternità e dei colleghi cessati dal servizio e che questa collaborazione era dovuta all’ottimo clima organizzativo interno, basato sul dialogo ed il coinvolgimento del personale. A fronte di tutto ciò sarebbe quindi stata quantomeno dovuta una spiegazione ai dipendenti e non certo l’utilizzo di questi metodi che non potranno portare a nulla di diverso da una conflittualità continua. A decorrere dalla data odierna e fino alla chiusura dello stato di agitazione, il personale del Comune di Parre attuerà misure crescenti di lotta a partire dall’immediato blocco degli straordinari (tranne che per quelli necessari alle operazioni censuarie, che, come atto di responsabilità dei dipendenti non verranno coinvolte nella mobilitazione) e si atterrà strettamente alle indicazioni che perverranno dai Responsabili neo nominati nel loro lavoro”. La lettera oltre che da 10 dipendenti è firmata anche dal funzionario FP CGIL Dino Pusceddu e dal funzionario CISL FP Massimo Catania. (Ci-Ba) Dopo le elezioni di maggio che hanno decretato la vittoria di Valter Quistini, non si era ancora sentita la voce dell’ex sindaco Giampiero Calegari. Dieci anni di governo del più grande paese della Val del Riso dopo la presidenza della Comunità Montana. Oggi si trova nei banchi dell’opposizione e per correttezza nei confronti del capogruppo Italo Serturini (suo ex assessore) non ha mai voluto rilasciare dichiarazioni “autonome”. Ma c’è un argomento sul quale ha deciso di rendere pubbliche le sue opinioni: l’Ecomuseo. Una “sua” creatura nata nel 2009 dopo “pesanti” vicissitudini proprio in comunità montana dove era consigliere: “Bisogna che qualcuno glielo ricordi alla gente… “L’Ecomuseo delle Miniere di Gorno - il viaggio dello zinco tra alpeggi e miniere- nasce dopo una, lasciamelo dire, coraggiosa fuoriuscita di Gorno dal progetto di ecomuseo messo insieme frettolosamente e senza obiettivi strategici, dall’allora presidenza di Lucio Fiorina. Mi ricordo che la mia decisione di creare un museo autonomo fece ridere tutti. Ebbene più tardi ho riso io quando il nostro ecomuseo fu l’unico riconosciuto in tutta la bergamasca. Riconosciuto e finanziato dalla Regione Lombardia con ben 360 mila euro in soli due anni”. Calegari mi cita date e progetti con un entusiasmo crescente. Fa specie per uno che non è più nei “giochi” amministrativi ne tantomeno in quelli del museo. Più volte si era proposto per il museo prima delle elezioni, sostenendo che avrebbe potuto mettere a frutto la sua esperienza per portare a Gorno altri progetti finanziati. Ma non è andata così. Oggi col museo Giampiero non ha più nulla a che fare. Gli chiedo se si sarebbe aspettato di avere un ruolo: “Da loro? Assolutamente no”. Oggi il nuovo referente è il suo ex assessore Dario Roggerini, che ne pensa? “Pessima scelta. E’ stato semplicemente ripagato per quanto svolto contro di noi. Queste cose accadono anche qui, nei piccoli paesi … non solo a Roma”. Eppure era in giunta con lei come assessore alla scuola e alla cultura: “Già, vuoi sapere alcune chicche del suo operato? Eccone qualcuna. Ha impiegato ben quattro anni per riuscire a non pubblicare un piccolo opuscolo, per altro già realizzato sulla famiglia Guerinoni. È arrivato dopo le sue dimissioni Furia che l’ha portato a termine in pochi mesi! Ora Dario sta lavorando ad un libro riguardante la famiglia Roggerini. Sicuramente sarà molto più veloce!”. Calegari ride e poi risponde al telefono. Riparte con un’altra stoccata all’ex collaboratore:”Una cosa grave però è stata aver letteralmente buttato alle ortiche un finanziamento della Regione Lombardia, riguardante il gemellaggio con l’Australia. Potevamo e dovevamo, con quei soldi, mandare alcuni ragazzi di Gorno gratuitamente in Australia! Non si dedicò al progetto fino a che scadde e dovetti rimandare i fondi a Milano, col risultato che per tre anni poi non si poterono più chiedere fondi sullo stesso capitolo (così prevede lo statuto della Regione n.d.r)”. Calegari è ancora arrabbiato: “Il fatto più grave però è stato che Roggerini sia rimasto capogruppo di maggioranza fino al giorno delle elezioni benché non abbia mai, e dico mai, convocato un gruppo. Anzi, è mancato ad alcuni consigli comunali senza neppure avvisare”. Però ad un certo punto si è dimesso da assessore: “ Sì ma se non avesse condiviso l’operato dell’amministrazione, avrebbe potuto continuare a svolgere il ruolo di consigliere, ma assolutamente dimettersi da capogruppo..evidentemente mancanza assoluta di stile”. Vorrei tornare al tema miniere: “Per quanto riguarda le miniere, vorrei ricordare che Costa Jels, è stata sistemata ed allestita dalla nostra amministrazione grazie ad alcuni volontari e ai fondi erogati dalla R.L. Ma costa jels non può vivere da sola, da sola morirebbe o non avrebbe senso per lo sviluppo del paese. Nello scorso anno ha avuto solo un migliaio di visitatori. Niente per pensare di avere un peso per il paese in termini turistici. Costa Jels deve essere la ciliegina sulla torta che prevede, per un futuro sviluppo turistico, l’acquisizione della Laveria dall’Agenzia del Demanio, la sua ristrutturazione ed il suo sviluppo”. Ma col federalismo demaniale non è già di proprietà del comune? “No, il federalismo demaniale di fatto non è ancora partito. Comunque non so se davvero questa amministrazione porterà avanti i documenti per diventarne proprietaria…ti dirò di più, anche la pista ciclabile, completamente finanziata senza costi a carico del comune ed in fase di realizzazione grazie alla nostra amministrazione, deve essere vista in funzione dell’utilizzo della laveria e delle miniere alla località ‘turbina’. Questo è il futuro dell’Ecomuseo il resto sono chiacchiere”. Però per mettere in sicurezza ed aprire al pubblico la “laveria” ci vorranno milioni di euro: “Certo, almeno due, logicamente non a carico del bilancio comunale. Bisogna alzare il sedere dalla sedia ed andare costantemente a Milano a portare progetti seri e condivisi e chiedere senza arrendersi i finanziamenti. Credi che in passato gli 8 milioni avuti dal nostro gruppo per Gorno siano stati portati da Formigoni in Val del Riso chiedendo chi li voleva?”. Giampiero ride e mi racconta le battaglie fatte in passato per ottenere ogni centesimo: “Comunque, al di la delle parole, vorrei ricordare i finanziamenti a fondo perduto ottenuti dalla mia amministrazione: miniere 987mila euro a fondo perduto. Faccio i miei auguri a Dario in fondo questi importi si possono sempre superare”. Hai qualche consiglio? “Sì, uno ma importante: non fare come per i finanziamenti per il viaggio degli studenti in Australia!”. 11 AltaValle Seriana PARRE: BUFERA IN GORNO L’ex Sindaco Calegari: MUNICIPIO Rispunta Il Sindaco promuove la moglie l’ipotesi della Rivolta di tutti i 10 colleghi di lavoro centrale elettrica 11 dipendenti, 8 responsabili di servizio (En.Ba) Se ne era già parlato nei passati mandati amministrativi ma poi era sceso il silenzio fino ai giorni scorsi, quando l’idea è tornata alla ribalta. Un’azienda infatti si è fatta avanti per poter utilizzare l’acqua di Valmora a scopo idroelettrico: in pratica si tratterebbe di realizzare sul territorio di Premolo una centrale idroelettrica. L’Amministrazione Comunale, ritenendo che l’acqua dell’acquedotto premolese potrebbe essere sfruttata dal Comune stesso anziché da società esterne, a sua volta ha rispolverato questa idea che da qualche anno giaceva chiusa in un cassetto. Venerdì 9 settembre dunque, ufficializzando l’ipotesi, l’Amministrazione ha presentato una domanda in Provincia. Il sindaco Emilio Rota spiega la decisione del Comune: “L’intenzione è sfruttare il tubo dell’acquedotto che scende da Valmora; stiamo cercando di capire se potremmo creare noi a livello comunale una piccola centrale. Si produrrebbero circa 200 mila kilowatt di energia elettrica all’anno, anche se è una cifra puramente indicativa perché la portata è variabile. L’azienda ha presentato Emilio Rota domanda in Provincia il 10 agosto, entro 30 giorni da questa data si potevano presentare le domande di concorrenza, ed è quanto abbiamo fatto noi, consegnando la nostra domanda venerdì 9 settembre. Ora comincia l’iter provinciale che terminerà con l‘assegnazione della concessione a uno dei richiedenti. Ci vorranno almeno un paio d’anni per ricevere una risposta”. Insomma la tempistica è dilatata e anche l’opera in sé - sempre che la Provincia acconsenta all’avvio del progetto - dovrebbe risultare complessa e costosa. Novità su un altro fronte: sono infatti iniziati i lavori di regimazione delle acque di Belloro, annunciati da qualche mese: “I primi di settembre”, commenta il sindaco, “hanno preso il via i tanto attesi lavori in Belloro che fanno seguito alle opere in Val Dossana. Dal Baracù a scendere è stato predisposto lo scavo per il tubo fino alla Valle Ludrigno. Ora devono far passare il tubo al di sotto della strada e a lato devono costruire una vasca di drenaggio per l’acqua e il materiale che scenderà a valle”. A proposito invece del parchetto che l’Amministrazione vorrebbe realizzare sotto al cimitero, la burocrazia sta creando delle difficoltà, e l’accordo con i proprietari del terreno non è ancora stato trovato: “A fine mese”, spiega Rota, “vorremmo portare in Consiglio Comunale una decisone: l’accordo bonario oppure l’esproprio, a seconda di come procede il dialogo. Speriamo che si arrivi all’accordo bonario”. L’auspicio del sindaco affinché si giunga all’accordo bonario si avvererà? Stiamo a vedere. Araberara - 23 Settembre 2011 10 SCIOPERO DEI DIPENDENTI COMUNALI, LETTERA AL PREFETTO