Revisione del programma del partito Prima parte: un’analisi chiara Le sfide Berna, agosto 2008 www.ps-ticino.ch 2 Indice Introduzione..................................................................................................................... 3 0. Il socialismo democratico nell’epoca della globalizzazione................................. 5 1. Demografia ......................................................................................................... 6 2. Economia e lavoro .............................................................................................. 7 3. Disparità sociali................................................................................................... 8 4. Sicurezza sociale................................................................................................ 9 5. Società del sapere ............................................................................................ 10 6. Tecnologie ........................................................................................................ 11 7. Società dell’informazione.................................................................................. 12 8. Ecologia............................................................................................................ 13 9. Pianificazione del territorio e urbanizzazione.................................................... 14 10. Multiculturalità................................................................................................... 15 11. Settore non profit .............................................................................................. 16 12. Stato ................................................................................................................. 17 13. Sicurezza .......................................................................................................... 18 14. Sanità ............................................................................................................... 19 15. Cambiamento dei valori .................................................................................... 20 Allegato, elenco delle analisi scientifiche.......................................................... 21 www.ps-ticino.ch 3 Introduzione Al congresso del partito di Briga, tenutosi nell’ottobre 2004, la Direzione del PSS è stata incaricata di rielaborare il programma del partito del 1982. Questa revisione dev’essere il frutto del dialogo con la base del partito. A tale scopo, essa si articola in tre parti: prima parte: un’analisi chiara seconda parte: obiettivi sicuri terza parte: un’applicazione avveduta Oggi, la Direzione del PSS presenta il rapporto «Un’analisi chiara», elaborato da un gruppo di coordinamento presieduto da Hans-Jürg Fehr, affinché la base del partito possa discuterne tra ottobre 2008 e febbraio 2009 nell’ambito di momenti di riflessione organizzati dalle sezioni cantonali, regionali e comunali del partito o da altri organi del partito interessati (cfr. www.ps-programma-del-partito.ch). Il gruppo di coordinamento integrerà gli elementi risultanti dalla discussione nella versione finale del presente rapporto, dando così avvio all’elaborazione della seconda parte della revisione («Obiettivi sicuri»). La società odierna e quella futura Il gruppo di coordinamento ha analizzato approfonditamente la seguente questione: in che società viviamo oggi? E come evolverà, con ogni probabilità, tale società nei prossimi vent’anni? Dopo aver definito 15 ambiti sociali che rivestono un’importanza politica fondamentale, la commissione ha incaricato degli esperti provenienti da importanti scuole universitarie svizzere di redigere un rapporto sullo stato attuale e sui probabili sviluppi nel loro settore di competenza specifica. Sulla base di questi documenti è stato quindi elaborato il presente rapporto, che comprende 15 capitoli dedicati ai vari ambiti sociali specifici, in cui si descrivono la situazione attuale e le tendenze per il futuro. Non si tratta però di sviluppi ineluttabili, cui sottomettersi senza reagire, ma piuttosto di tendenze probabili, che possono essere modificate dall’azione politica. Ogni capitolo si conclude con le sfide che risulteranno da tali sviluppi. In tal modo sarà possibile definire le priorità politiche di azione e discuterne in modo concreto. I 15 capitoli sono preceduti dal testo redatto da un gruppo di lavoro diretto da Willy Spieler intitolato «Il socialismo democratico nell’epoca della globalizzazione», in cui figurano tutte le sfide che ci attendono e un breve riassunto del testo «Il socialismo democratico nell’epoca della globalizzazione». Il testo serve a facilitare la discussione sui vari temi. www.ps-ticino.ch 4 Come organizzare un momento di riflessione e discussione Per organizzare i momenti di riflessione e di discussione scrivere un mail a [email protected] (per informazioni è inoltre possibile telefonare allo 031 329 69 69). Gli incontri verranno moderati dai membri del gruppo di coordinamento, che si rallegrano sin d’ora di poter partecipare a discussioni intense e appassionate. Testimonianze I membri del partito sono invitati a esprimere la loro opinione scrivendo all’indirizzo internet www.ps-programma-del-partito.ch. Materiali Sul sito www.ps-programma-del-partito.ch potete scaricare la versione completa del rapporto «Un’analisi chiara» in tedesco e francese, i singoli capitoli e le varie analisi degli esperti, nonché l’opuscolo con il riassunto delle sfide che ci attendono. Il rapporto è inoltre stato pubblicato sul numero 2/2008 di «Rote Revue», uscito nell’agosto 2008, di cui potete ordinare copie supplementari ai seguenti indirizzi: PSS Spitalgasse 34 3011 Berna [email protected] o [email protected]. www.ps-ticino.ch 5 0. Il socialismo democratico globalizzazione nell’epoca della La globalizzazione ha diversi volti… anche uno di sinistra! Occorre quindi stabilire di che globalizzazione vogliamo parlare: di quella che sfrutta gli esseri umani e la natura o di quella della solidarietà? Oggigiorno, chi parla di globalizzazione pensa soprattutto all’economia. La globalizzazione economica parte dal presupposto neoliberista di un mercato mondiale e totale, che causa una concorrenza tra siti produttivi e una concorrenza fiscale per la quale gli Stati abdicano ai loro poteri a scapito dei più deboli. I neoliberisti considerano lo Stato sociale come un residuo della guerra fredda e rivendicano un’economia di mercato «pura». Tuttavia, questa economia di mercato, che non è né sociale né ecologica, mette a repentaglio i suoi stessi presupposti: la pace sociale e un uso sostenibile delle risorse naturali. La crescente disparità e lo sfruttamento eccessivo della natura sono soprattutto un problema di potere. Tra le 100 principali entità economiche del pianeta vi sono 49 Stati e 51 gruppi industriali, mentre le multinazionali continuano a crescere, tra l’altro, anche grazie alla privatizzazione dei beni pubblici. La deregulation economica tramite la politica permette all’economia di regolare la politica. Privando sempre più gli Stati del loro potere, la globalizzazione economica minerà le basi della democrazia. Il neoliberismo non è altro che il capitalismo selvaggio che mostra il suo vero volto. La socialdemocrazia riuscirà ad ammansire questo capitalismo senza avere ragione della sua vera essenza? È ancora possibile controllare e rendere democratico il potere economico, come prevedevano finora i programmi di partito? E quali benefici se ne trarrebbero a livello nazionale e internazionale per la giustizia sociale e lo sviluppo sostenibile? www.ps-ticino.ch 6 1. Demografia 1. L’evoluzione demografica rimette in discussione il patto generazionale. Il tasso di popolazione attiva tra i 55 e i 65 anni, per ora ancora elevato, sta erodendo, visto che questa fascia di lavoratori è sempre meno richiesta dal mercato del lavoro. Il rapporto tra i «giovani anziani», sottoccupati ma capaci e disposti a lavorare, e la popolazione attiva sta evolvendo negativamente, anche perché il calo delle nascite sembra destinato a perdurare. Occorre porre rimedio a questo squilibrio: da un lato incoraggiando l’integrazione dei «giovani anziani» nella vita professionale e nella società civile e, dall’altro, raccogliendo le sfide risultanti dall’immigrazione e dal multiculturalità, perché la Svizzera continuerà a dipendere dall’immigrazione. 2. A livello sociopolitico, si fanno sempre più marcate le differenze strutturali e culturali tra le famiglie e le loro esigenze nei confronti della società. Nei centri urbani, i single e le coppie senza figli che stanno bene finanziariamente vivono accanto a una concentrazione di «gruppi a rischio» come le famiglie monoparentali, gli stranieri e i disoccupati. Le famiglie con figli tendono a trasferirsi in periferia o nelle zone rurali. 3. Assisteremo a una polarizzazione tra chi sceglie di avere una famiglia e chi no: un numero crescente di uomini e donne rinunciano ad avere figli. Questa situazione risulterà in un maggiore bisogno di cure da parte degli anziani, che non potranno far capo a una rete famigliare. Se non verranno create nuove strutture di solidarietà, l’assistenza e la cura delle persone anziane sarà quasi interamente a carico dello Stato. www.ps-ticino.ch 7 2. Economia e lavoro 1. La capacità d’innovazione dell’economia svizzera a livello tecnologico e socioorganizzativo è fondamentale per garantire la piena occupazione e il benessere nel nostro Paese. 2. L’economia dev’essere al servizio degli esseri umani. La supremazia globale del fattore «capitale» sul fattore «lavoro» e la relativa «globalizzazione dall’alto», che non ha legittimità democratica, nessuno scrupolo sociale e che distrugge l’ambiente, violano questo principio. Finora non si è ancora riusciti a creare un contropotere mondiale che venga «dal basso», dalla società civile, né a rendere più democratiche le organizzazioni internazionali, né a imporre altri diritti di partecipazione ai lavoratori. 3. Altre sfide politiche: realizzare la parità salariale tra donne e uomini; aumentare il numero di donne a capo di aziende; aprire all’altro sesso le professioni tradizionalmente riservate a un sesso, per avere un mix equilibrato, che permetta di ottimizzare il potenziale innovativo. 4. Il ruolo della Svizzera e l’immagine che il nostro paese ha di se stesso a livello mondiale, soprattutto nei suoi rapporti con l’UE, sono molto importanti per il nostro futuro, di conseguenza vanno analizzati più a fondo. 5. Anche nell’epoca della globalizzazione, la Svizzera è molto più di un semplice polo economico. Occorre trovare sistemi per garantire, anche in un’economia di mercato, il diritto al lavoro e condizioni di lavoro dignitose e per evitare il precariato. Per prevenire lo sfruttamento, la criminalità, il deterioramento dell’ambiente e lo spreco delle risorse, si rendono quindi indispensabili regole e controlli sovranazionali. 6. Il consumo privato rappresenta circa il 60 per cento del prodotto interno lordo del nostro Paese e quindi costituisce il principale fattore economico. Di conseguenza, risultano particolarmente importanti le misure che promuovono il potere di acquisto, quali l’aumento dei salari reali o l’adeguamento al livello europeo dei prezzi dei beni di consumo e d’investimento. 7. Rispetto alle normative europee, il diritto svizzero in materia di consumo è superato e va quindi migliorato. www.ps-ticino.ch 8 3. Disparità sociali 1. Le disparità sociali non dipendono unicamente dalla ripartizione dei redditi e delle sostanze, ma anche dalla formazione e dal potere decisionale. Sarà molto difficile superare o almeno ridurre le disparità sociali finché gli individui non parteciperanno alle decisioni politiche, sociali e soprattutto economiche che riguardano loro e i loro figli. 2. Chi vuole lavorare ma è poco qualificato e/o disabile, in futuro correrà rischi maggiori di venir escluso dal mercato del lavoro. I sistemi d’incentivazione attuali non pongono sufficientemente rimedio a questo fenomeno. 3. Le discriminazioni che tuttora esistono nel mondo del lavoro (lavoro a tempo parziale contrapposto al lavoro a tempo pieno, attività non remunerata contrapposta all’attività remunerata, le donne rispetto agli uomini, gli stranieri rispetto agli svizzeri ecc.) sono ingiuste oltre che economicamente inefficienti. 4. In Svizzera, l’accesso alla formazione, alla prevenzione delle malattie, alle istituzioni mediche e alle cure non è garantito a tutti in modo equo. 5. La parità effettiva tra uomini e donne e le pari opportunità in tutti i settori economici e sociali sono lungi dall’essere state raggiunte. www.ps-ticino.ch 9 4. Sicurezza sociale 1. Lo Stato sociale viene sempre più messo in discussione dalle ideologie neoconservatrici e neoliberiste. Esso deve inoltre imporsi a livello politico e finanziario contro la concorrenza internazionale selvaggia sui costi e tra i poli economici. 2. Il cambiamento, a livello sociale, dei modi di vivere e la globalizzazione economica hanno messo sotto pressione il settore informale, che rischia di non riuscire più a svolgere nella misura odierna la sua missione di sostegno essenziale alla sicurezza sociale. 3. Per finanziare il sistema sociale occorre trovare nuove modalità che tengano conto della società quadrigenerazionale, della riorganizzazione del mondo del lavoro, delle questioni ambientali e dei cambiamenti a livello globale. 4. Le pari opportunità nel settore della formazione rappresentano una delle sfide principali per uno Stato sociale previdente. 5. È indispensabile chiarire in maniera approfondita quali siano i diritti individuali alle prestazioni sociali e quali le eventuali contropartite. Occorre discutere e definire in quali casi lo Stato deve intervenire (a partire dall’aiuto sociale obbligatorio per legge, all’ampliamento delle assicurazioni sociali per contrastare il fenomeno dei working poor, al reddito minimo garantito). www.ps-ticino.ch 10 5. Società del sapere 1. Il sistema educativo svizzero presenta carenze a livello di riuscita scolastica e di pari opportunità. La possibilità di sfruttare appieno il proprio potenziale indipendentemente dalle origini, dalle condizioni sociali, dal sesso e dallo stato di salute e di accedere individualmente al sapere e alla formazione continua non è data a tutti. 2. Le scuole elementari, l’offerta prescolastica e di accompagnamento non sono abbastanza orientate a eliminare al più presto gli svantaggi legati alle origini. I vari talenti e le competenze individuali vengono sviluppati in maniera insufficiente e, nell’ambito del processo educativo, la diversità culturale e sociale del paese viene sfruttata in maniera insufficiente. Sono ancora troppi gli allievi che lasciano la scuola senza prospettive professionali. 3. Una delle sfide principali nell’ambito della formazione professionale duale è offrire un numero sufficiente di posti di tirocinio. La sempre crescente internazionalizzazione dei gruppi industriali, la specializzazione delle aziende e il trasferimento di posti di lavoro in settori che non sono tradizionalmente orientati alla formazione professionale duale, non permettono di raggiungere questo obiettivo. 4. Le scuole universitarie svizzere non sono né abbastanza legate tra loro, né posizionate con sufficiente chiarezza a livello delle discipline. A causa di una politica di stanziamento dei fondi non particolarmente generosa, le scuole universitarie faticano sempre più a svolgere il loro compito a livello di ricerca, insegnamento e trasferimento di conoscenze all’economia, e quindi a svolgere il loro ruolo fondamentale nell’ambito della società globalizzata del sapere. 5. Le principali sfide nel settore della formazione continua sono l’accesso, l’offerta, la partecipazione e l’ammontare del finanziamento pubblico. 6. Le aspettative nei confronti del corpo insegnante sono profondamente cambiate. Il riconoscimento sociale non corrisponde più alle nuove esigenze dei genitori, dell’economia e dell’opinione pubblica. www.ps-ticino.ch 11 6. Tecnologie 1. La Svizzera si è guadagnata una posizione di tutto prestigio a livello mondiale con le sue scuole universitarie e le sue aziende tecnologiche di punta, una posizione che conviene mantenere e rafforzare in un contesto globalizzato, anche tenendo conto della nostra responsabilità a livello mondiale. 2. Occorre sfruttare la posizione eccezionale della Svizzera nel campo delle biotecnologie e delle nanotecnologie, nonché in determinati ambiti dell’informatica. 3. Le conquiste della scienza e della tecnologia non trovano lo stesso grado di accettazione nell’opinione pubblica. Nella biotecnologia, l’uso dell’ingegneria genetica è ben accolto se serve a estrarre materie prime dalle fonti rinnovabili, ma ha echi meno positive quando si tratta di risolvere problemi medici, per non parlare dello scetticismo che suscita quando viene utilizzata per modificare geneticamente le piante. I dibattiti sui rischi delle tecnologie informatiche, invece, vertono soprattutto sulla protezione dei dati. D’altro canto, non si è ancora indagato a sufficienza sui rischi sanitari della nanotecnologia. Gli sviluppi futuri rimetteranno in discussione la consolidata differenza tra «materiale sintetico» e «materiale vivo». La sfida principale consiste nell’identificare i rischi effettivi e nell’elaborare misure plausibili per prevenire i danni affinché la tecnologia possa svilupparsi nel rispetto dell’essere umano. 4. A questo scopo occorre valutare le conseguenze dei rischi in modo responsabile sia dal punto di vista etico che politico. 5. A causa dello scarso coinvolgimento in Svizzera delle donne nelle discipline scientifiche e tecniche (compresa l’informatica), in questi settori si registrano sviluppi unilaterali e non si utilizza in un vasto potenziale. www.ps-ticino.ch 12 7. Società dell’informazione 1. Se la messa in rete globale tramite le tecnologie della comunicazione e dell’informazione offre grandi possibilità culturali ed economiche, essa comporta anche nuovi rischi come la criminalità, l’uso abusivo dei dati e l’ingerenza nella sfera privata. 2. Sia a livello globale che nazionale si sta creando un fossato digitale a scapito delle pari opportunità. 3. Il bisogno da parte della popolazione di comunicare, informarsi e svagarsi sarà sempre più soddisfatto dalle società mediatiche che operano su scala internazionale e che quindi non si curano eccessivamente dei diversi punti di vista e dell’identità culturale. La tendenza predominante sarà piuttosto quella di un’offerta mediatica orientata al profitto e banale. Tenendo conto della grande importanza che i mass media continueranno ad avere anche in futuro, occorre che possano conservare la loro influenza politica e che al centro dell’azione politica vengano messe le esigenze della società civile e della democrazia. www.ps-ticino.ch 13 8. Ecologia 1. L’accento della politica ambientale viene tuttora posto in modo eccessivo sulla limitazione dei danni e sugli interventi successivi invece che sulla prevenzione. Per registrare una riduzione a livello quantitativo e una crescita a livello qualitativo, occorre procedere a un cambiamento ecologico della nostra economia. 2. Visto che i costi esterni non vengono assunti dalla collettività, i prodotti inquinanti costano troppo poco e causano un’economia irresponsabile degli sprechi. 3. Lo sfruttamento delle risorse naturali e il riscaldamento climatico dovuto alle emissioni eccessive di CO2 rappresentano una notevole minaccia per l’umanità. Il passaggio a un’economia sostenibile, rispettosa della natura e dell’essere umano è una necessità per tutto il pianeta, ma resta molto controverso. Gli interessi a breve dominano su quelli a lungo termine, i Paesi poveri e quelli emergenti temono di vedersi ridurre il loro benessere. Occorre quindi trovare degli incentivi adeguati, in modo da non ostacolare lo sviluppo economico e sociale. 4. Le principali fonti di energia importate finora (il petrolio, il gas naturale e l’uranio) presentano parecchi rischi e danneggiano l’ambiente. Le riserve si stanno esaurendo rapidamente e bisogna trovare altre fonti energetiche. Le alternative esistono e sono tecnologicamente mature. Un uso più razionale dell’energia e le energie rinnovabili basterebbero a coprire il fabbisogno futuro. La sfida è di natura politica e consiste nel convincere la maggioranza sulla bontà di queste alternative. 5. L’uso di mezzi di trasporto privati è troppo elevato rispetto all’uso dei trasporti pubblici. 6. Senza una protezione avveduta della natura e una precisa politica agricola e di pianificazione del territorio, basata su principi ecologici, il nostro Paese offrirà ben poche prospettive alle generazioni future, gravandole invece di ipoteche ambientali irresponsabili. www.ps-ticino.ch 14 9. Pianificazione del territorio e urbanizzazione 1. Senza un intervento da parte del mondo politico, le differenze tra i tre grandi poli (Zurigo, Basilea e Ginevra-Losanna), i due secondari (Berna e l’Insubria, costituita dal Ticino, Como e Varese) e altri agglomerati più piccoli continueranno ad aumentare. La politica deve affrontare il delicato compito di contenere l’allargamento di questo divario economico. Tenendo conto della scarsità dei mezzi messi a disposizione dallo Stato, il mondo politico potrebbe vedersi obbligato a fare una scelta difficile: promuovere i tre grandi poli per salvaguardare la loro competitività o ridistribuire i mezzi a disposizione tra tutte le regioni del Paese, in base al principio della solidarietà tra le regioni, correndo però il rischio che tutta la società ne subisca le conseguenze? 2. Gli agglomerati devono trovare una loro identità politica. Dal punto di vista socioeconomico e ideologico sono divisi in tre aree: i centri urbani, le zone suburbane e quelle periurbane. Spesso si tratta di zone d’insediamento senza un’anima politica propria, dove le istituzioni non sono più in grado di trovare soluzioni legittime in caso di conflitti d’interesse sociali. Per far fronte a questa situazione e per permettere agli agglomerati di sviluppare un’identità politica propria, bisogna venire a capo di questa divisione in tre zone e rafforzare il senso di comunità all’interno degli agglomerati. 3. Se lo Stato deve adottare provvedimenti per gli agglomerati, le istanze decisionali devono godere di una legittimità democratica. Si potrebbe prevedere di procedere ad aggregazioni tra comuni, di far eleggere dai cittadini i membri dei consigli di agglomerato o di delegare a terzi la facoltà di prendere determinate decisioni che riguardano direttamente gli agglomerati. 4. Anche le città e gli agglomerati devono trovare il loro posto nell’ambito della politica svizzera. Solo recentemente gli agglomerati hanno cominciato a essere considerati un elemento della politica federale e occorre ancora testare i modelli di cooperazione. Con ogni probabilità, le interazioni politiche tra comuni, cantoni e Confederazione si modificheranno e si intensificheranno. L’efficacia dei provvedimenti statali nelle questioni legate agli agglomerati dipende direttamente da un processo di negoziazione, il più possibile senza attriti, tra i tre livelli. www.ps-ticino.ch 15 10. Multiculturalità 1. Fino ad oggi, il sistema educativo e la politica delle lingue non hanno sostenuto a sufficienza il multilinguismo e la multiculturalità svizzeri. Occorre quindi elaborare una politica delle lingue che contribuisca alla coesione nazionale e sociale. 2. Occorre promuovere la consapevolezza che la Svizzera è un Paese d’immigrazione e che ciò rappresenta un’opportunità e una qualità particolare per il nostro Paese. 3. L’impegno di tutti i gruppi di popolazione a rispettare i diritti umani e lo Stato di diritto democratico resta il presupposto fondamentale per la riuscita dell’integrazione. 4. Per poter parlare d’integrazione riuscita, occorre trovare un equilibrio tra i diritti e i doveri. Integrazione significa che gli immigrati partecipano a tutti gli ambiti sociali. 5. Fino ad oggi, i diritti e i doveri degli immigrati non sono stati abbastanza equilibrati per poter parlare d’integrazione riuscita nella società svizzera, a vantaggio di tutte le persone coinvolte. Le misure atte a incoraggiare l’integrazione sono state insufficienti: occorre quindi adeguarle. www.ps-ticino.ch 16 11. Settore non profit 1. L’autorganizzazione, l’iniziativa personale e il volontariato stanno alla base del settore non profit nel nostro Paese. Si tratta di organizzazioni che, aiutando a risolvere insieme i problemi sociali e a costi contenuti, svolgono un compito complementare a quello del mercato e dello Stato. Gli sviluppi previsti a livello sociale rischiano, però, di mettere seriamente in pericolo questo settore. La sfida consiste nel mantenere l’autorganizzazione e il volontariato nel senso di solidarietà sociale tra gli abitanti del nostro Paese. 2. Gran parte del lavoro non retribuito non rientra nel lavoro di volontariato al servizio della collettività: è invece il risultato della suddivisione classica dei ruoli tra uomini (che svolgono l’attività lucrativa) e donne (che si occupano della casa e della famiglia). La parità garantita dalla Costituzione esige che il lavoro domestico venga remunerato e/o che si giunga a una suddivisione equa tra uomini e donne dell’attività lucrativa e dei lavori domestici. www.ps-ticino.ch 17 12. Stato 1. L’evoluzione socioeconomica reale rimette in causa la struttura federalista dei 26 cantoni e degli oltre 3000 comuni. Le possibilità di reagire a questo stato di cose sono essenzialmente due: una maggior collaborazione al di là dei confini esistenti o una riforma territoriale di fondo. 2. Il Consiglio degli Stati non garantisce la partecipazione politica delle città, dei grandi agglomerati e delle regioni linguistiche. Inoltre, la partecipazione dei cantoni alle decisioni prese a livello federale tramite il Consiglio degli Stati e le organizzazioni parallele risulta poco efficace e trasparente. È quindi lecito chiedersi se non sia il caso di dare vita una «seconda camera» diversa per riuscire a dare maggior peso alle varie entità territoriali quando si prendono decisioni di portata nazionale. 3. I governi, i parlamenti e le altre autorità e istituzioni politiche non dispongono di un numero sufficiente di mezzi e di risorse al passo con i tempi per svolgere le loro funzioni in modo ottimale, mentre i partiti non hanno i mezzi finanziari per fare un lavoro professionale e diversificato. 4. La popolazione straniera non viene coinvolta a sufficienza nei processi decisionali. 5. Un’ulteriore sfida consisterà nel gestire la perdita di sovranità dello Stato nazionale a vantaggio delle organizzazioni internazionali continentali conseguenza della globalizzazione e dell’integrazione europea. www.ps-ticino.ch o mondiali, 18 13. Sicurezza 1. La tradizionale politica svizzera della neutralità armata non risponde più in maniera efficace alle minacce del mondo moderno (terrorismo, catastrofi ambientali o pandemie planetarie). Occorre quindi sostituirla con una protezione della popolazione che tenga maggiormente conto dei rischi attuali. A tale scopo occorre concentrarsi sulla cooperazione internazionale adeguata alle singole minacce. Ciò vale soprattutto per la lotta al terrorismo e alla criminalità economica internazionale. 2. Il senso di sicurezza percepito soggettivamente dalla popolazione è totalmente diverso dalla situazione di minaccia oggettiva del nostro Paese. 3. La difesa contro le minacce terroristiche e gli sforzi della polizia e dei servizi segreti per prevenire o indagare sulle attività che minacciano il nostro Paese sono sempre più un pretesto per limitare le libertà individuali e i diritti umani. 4. Il servizio militare obbligatorio è superato. Bisogna interrogarsi sulla necessità di trasformare il servizio civile attuale (che affianca il servizio militare obbligatorio) in un servizio civile volontario, il che rafforzerebbe anche il settore non profit. 5. I servizi di sicurezza civili vanno strutturati ed equipaggiati in modo tale che in Svizzera l’esercito possa essere usato solo come aiuto in caso di catastrofe. www.ps-ticino.ch 19 14. Sanità 1. Ognuno dovrebbe assumersi la responsabilità per la propria salute. Tuttavia, è chiaro che alcuni fattori patogeni non sono unicamente imputabili al comportamento personale, bensì alle condizioni di lavoro, alla situazione nel quartiere in cui si vive, in famiglia e alle condizioni ambientali. Ciò giustifica altresì la responsabilità politica di un settore sanitario che non si limita agli slogan per responsabilizzare gli individui, ma che dà particolare importanza alla prevenzione e fissa degli obiettivi. 2. Gli alti livelli di qualità e accessibilità che caratterizzano il settore sanitario svizzero sono in pericolo a causa sia dell’evoluzione demografica sia della diminuzione delle risorse finanziarie, risultato di una precisa volontà politica. La prevenzione è quindi passata in secondo piano. 3. La politica sanitaria deve sempre andare di pari passo con la politica ambientale, sociale ed economica. La sfida consiste a evitare di contenere la cosiddetta esplosione dei costi nel settore sanitario riducendo determinate prestazioni per motivi puramente politici. Ciò significherebbe aprire le porte a una medicina a due velocità, che per altro sta già prendendo piede. 4. Il finanziamento socialmente accettabile del settore sanitario tramite un sistema assicurativo che tenga conto della capacità economica dei suoi assicurati, creando nel contempo degli incentivi per un comportamento rispettoso della salute e dei costi, è una questione di volontà politica mirata alla solidarietà. 5. L’organizzazione prettamente cantonale del settore sanitario richiede un miglior coordinamento. www.ps-ticino.ch 20 15. Cambiamento dei valori 1. Nel confronto internazionale, il nostro Paese ha raggiunto un livello di benessere e di sicurezza molto elevato. Queste conquiste verranno messe in causa dall’ulteriore apertura in materia di politica estera e dalla globalizzazione, in particolare a causa dell’immigrazione di culture molto diverse dalla nostra. Ciò mette sotto pressione anche il nostro attuale sistema di valori. La sfida consiste nel resistere a questa pressione. 2. Il principale conflitto ideologico attuale è quello tra i cosiddetti «cosmopoliti compassionevoli» e i «tradizionalisti onesti». La sfida consiste nel saper gestire il conflitto e nel riuscire a risolverlo a nostro favore. 3. Il conflitto sociale, invece, che la globalizzazione ha contribuito a inacerbire, non può essere ridotto a una contrapposizione tra «cosmopoliti» e «tradizionalisti». Il suo percorso è trasversale. La nuova contrapposizione sociale vede schierati da un lato i «modernisti efficientisti», che pretendono dalla popolazione maggior flessibilità e disponibilità e che vogliono sottoporre l’economia e lo Stato a una «cura dimagrante» per raccogliere le sfide della globalizzazione. Questi modernisti sono figli delle élite sociali e quindi hanno nello loro mani parecchio potere. Tuttavia, sul totale della popolazione, essi rappresentano solo una piccola percentuale. Sull’altro fronte vi sono gli «emarginati sociali»: un gruppo che si trova ai piedi della scala sociale e che è stato emarginato a tutti gli effetti dalla globalizzazione. Essi chiedono una garanzia per il welfare state e una protezione dall’immigrazione e dalla concorrenza. La sfida sta nel reintegrare questi emarginati. 4. Dal 1989, il cambiamento dei valori implica anche un riorientamento ideologico: ci si è allontanati dall’economia sociale di mercato e si sono delegati al mercato e alla responsabilità del singolo i problemi legati alla garanzia di sussistenza. Assistiamo a una «lotta di classe dall’alto», giustificata anche dall’ideologia neoliberista della concorrenza fiscale e tra i poli economici. www.ps-ticino.ch 21 Allegato Nell’allegato sono elencati, nello stesso ordine dei capitoli del presente rapporto, i contributi e le analisi scientifiche sull’evoluzione della situazione in Svizzera, nonché altri documenti utilizzati per redigere il rapporto. Le conclusioni degli esperti non riflettono o non corrispondono necessariamente a quelle del gruppo di coordinamento. Tutti i documenti menzionati qui di seguito possono essere consultati all’indirizzo www.psprogramma-del-partito.ch. 1. Demografia Trendanalyse Demographie Zum Wandel der schweizerischen Bevölkerung Fux Beat, Università di Zurigo, dicembre 2005 2. Economia e lavoro Die Wirtschaft sozial und ökologisch gestalten PSS, Programma economico 2006-2015 3. Disparità sociali Inégalités sociales Flückiger Yves, Università di Ginevra, 2005 4. Sicurezza sociale Su questo capitolo non è stato condotto nessuno studio specifico. 5. Società del sapere Wissensgesellschaft, Bildung Criblez Lucien, Fachhochschule Nordwestschweiz, Wabern, gennaio 2006 6. Tecnologie Wissenschaft, Technologie-Entwicklung und Technologie-Politik in der Wissens-/Risikogesellschaft Maasen Sabine / Lieven Oliver, Università di Basilea, novembre 2005 7. Società dell’informazione Informationsgesellschaft: Standortbestimmung und Themenanalyse Meier Werner A. / Trappel Josef, Università di Zurigo, novembre 2005 www.ps-ticino.ch 22 8. Ecologia Zustandsbeschreibung zum Themengebiet „Ökologie“ Seidl Irmi, edit., Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio FNP 9. Pianificazione del territorio e urbanizzazione Rapporto sullo sviluppo territoriale 2005 Steiger Urs et al, Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni DATEC, Ufficio federale dello sviluppo territoriale ARE. Da richiedere a: UFCL, Vendita pubblicazioni federali, 3003 Berna, Fax 031 325 50 58 www.bbl.admin.ch/bundespublikationen, n. art.: 812.045.1.i, disponibile anche in francese e tedesco e Urbanisierung und Metropolisierung Szenarien, Chancen und Herausforderungen für die Politik in der Schweiz bis 2030, Kübler Daniel, Università di Zurigo, ottobre 2005 10. Multiculturalità La Suisse: de la pluralité culturelle nationale à la pluralité culturelle globalisé Fibbi Rosita / D’Amato Gianni, Università di Neuchâtel, novembre 2005 11. Settore non profit Non-Profit-Bereich und Entwicklung der Zivilgesellschaft Nollert Michael, Università di Friborgo, novembre 2005 12. Stato Etat Papadopoulos Yannis, Università di Losanna, 2005 www.ps-ticino.ch 23 13. Sicurezza Zur äusseren Sicherheit der Schweiz Goetschel Laurent / Krummenacher Heinz, Università di Basilea, 2005 e Entwicklungsperspektiven im Bereich von Sicherheit und Kriminalität Killias Martin, Università di Losanna, 2006 14. Sanità Gesundheitswesen, Diagnose und Therapieoptionen Sommer Jürg H., Università di Basilea, ottobre 2005 e Welches Gesundheitswesen? Beiträge zu einer grundlegenden Debatte vpod, Fachkommission Gesundheitswesen, Zurigo, gennaio 2006 15. Cambiamento dei valori Wertewandel in der Schweiz Hermann Michael / Leuthold Heiri, Università di Zurigo, 2005 www.ps-ticino.ch