PROGETTO AMBIENTE
“Adottiamo un sentiero”
Istituto comprensivo: Scuola media” Cap.G.Leopardi”
82036 – Solopaca /BN Tel.0824.977871
Anno scolastico 2001/2002/2003
Preside:
Luigi Fucci
Coordinatrice :
Francesca D’Onofrio
Docenti:
Maria Rosa Gentilcore
Giselda Izzo
Gabriele Tancredi
Maria Corvino
Alunni:
tutte le classi
Progetti realizzati
OPUSCOLO ILLUSTRATIVO E CD-ROM DAL TITOLO:
“PROGETTO AMBIENTE: ADOTTIAMO UN SENTIERO”
Comitato di redazione:
Docenti: F. D’Onofrio, M. R. Gentilcore
Alunni: tutte le classi
Consulente esterno: A. Rivellini
VIDEO E DIAPOSITIVE
Docenti: F. D’Onofrio e M. R. Gentilcore
Alunni: classi 3b e 3a
Consulente esterno: R. Mattei
MOSTRA FOTOGRAFICA
Docente: G. Izzo, M. Corvino
Alunni: classi 2a e 2b
ITINERARI DI TRAKKING
Docenti: F. D’Onofrio, M. R. Gentilcore, G. Tancredi, G. Izzo, M Corvino.
Alunni: tutte le classi
ORTO BOTANICO:
1
Docenti: F. D’Onofrio, G. Izzo
Consulente esterno: I. Tedesco
Alunni: tutte le classi
2
“A tutti i ragazzi della
Scuola Media che
hanno partecipato al
Progetto Ambiente”
3
PRESENTAZIONE
La
conoscenza del proprio territorio e dell’ambiente circostante è il
presupposto fondamentale per stimolare nei giovani la maturazione di una propria
sensibilità interpretativa sui temi della tutela, della salvaguardia e della
valorizzazione del paesaggio e delle risorse. Costituisce inoltre elemento
essenziale per favorire il senso di appartenenza alla propria comunità. Ciò
significa imparare ad individuarne gli elementi archeologici, storici e naturali
essenziali, riconoscerne la flora e la fauna , riscoprirne gli aspetti umani ed
antropologici ed apprezzarne sempre di più il valore insostituibile.
Da questa esigenza nasce il progetto ambiente dal titolo “adottiamo un
sentiero” che la Scuola Media di Solopaca ha proposto a partire dall’anno
scolastico 2001-2002.
Il progetto propone un percorso didattico che, coinvolgendo attivamente
insegnanti e studenti, indirizza alla conoscenza dei caratteri e della qualità che
identificano il paesaggio e l’ambiente circostante attraverso una “ricerca sul
campo” che presuppone contatti ed esperienze dirette.
Ciò significa osservare il paesaggio, imparare a distinguere gli elementi che
caratterizzano i singoli luoghi, a conoscerne la varietà, il colore, la bellezza ad
individuare la flora e la fauna essenziale a saper leggere le testimonianze del
passato prendendo coscienza di come il tutto converga a costituire l’identità della
comunità solopachese, frutto di condivisione di cultura, tradizioni, usi e costumi.
Al fine di agevolare e rendere più incisivo il lavoro intrapreso il Progetto,
prevede la costruzione di alcuni “Itinerari” e di un “Orto botanico”.
La prima parte sarà realizzata attraverso percorsi di trekking realizzati
direttamente da noi al fine di imparare a conoscere da vicino una parte del nostro
territorio nei suoi aspetti essenziali: flora, fauna e caratteri geomorfologici, a
individuare le tracce archeologiche e storiche presenti, a misurare e rilevare i dati
del percorso, a sistemare la segnaletica necessaria secondo gli standards CAI, a
riconoscere ed individuare piante ed erbe medicinali ed aromatiche, a camminare
e comportarci correttamente lungo i sentieri. Impareremo anche ad utilizzare
correttamente il materiale a disposizione e l’equipaggiamento personale,
individuando e fornendo regole ed istruzioni.
La seconda fase del progetto riguarda la realizzazione di un piccolo orto
botanico: mettere a dimora alcune piante medicinali e aromatiche accuratamente
scelte e catalogate, con l’aiuto di un esperto esterno.
Tutto il materiale raccolto e prodotto sarà utilizzato per creare una banca
dati informativa, per realizzare un video, o un cd-rom e comunque sintetizzato nel
presente lavoro, dedicato a tutti i ragazzi della scuola media che hanno
partecipato al progetto con il fine di farne tesoro da trasmettere anche alle nuove
generazioni.
Il comitato di redazione
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SOLOPACA
Comune in provincia di Benevento
Abitanti: 4500
Altitudine: 170/250 m.l.m.
La città di Solopaca, situata sulla sponda sinistra del
fiume Calore, si snoda lungo la costa del massiccio
Taburno-Camposauro per circa 3 km.
Come attestano le testimonianze storicoarcheologiche presenti sul territorio, ha un’origine molto
antica. A partire dall’epoca preistorica, poi sannita, romana
e longobarda, si ritrovano infatti numerosi reperti: tombe,
ruderi di ville e fortificazioni ancora oggi visibili. Di origine
normanna è l’attuale centro storico, con i resti del Castello
di San Martino e di altri nuclei abitativi come quello di
Capriglia, posti nelle varie zone del paese. Successivamente questi nuclei si
svilupparono fino ad unirsi fra di loro nella forma allungata che comprende
attualmente il Corso Stefano Cusani, Via Roma, Corso Umberto I e Via Capitano
Leopardi.
Dal 1574 al 1764 fu governata dai Ceva-Grimaldi, una delle famiglie feudali più
importanti dell’epoca. Ad essi risale il Palazzo Ducale: monumento storico di rara
bellezza che ancora oggi conserva intatto il fascino e la potenza del suo tempo.
Del patrimonio settecentesco
fanno parte inoltre la Chiesa del
SS.Corpo di Cristo con il famoso
campanile di stile vanvitelliano, la
Chiesa di San Martino e la Chiesa di
San Mauro.
E poi ancora, nell’abitato, i numerosi
Palazzi signorili con giardini, cantine e
vecchi frantoi, attestano la presenza di
nobili casate e ricchi proprietari terrieri
di antiche origini.
Non lontano dal centro abitato,
sulle sponde del fiume Calore, si vedono i resti del Ponte Maria Cristina, raro
esemplare di ponte pensile, fatto edificare da Ferdinando II di Borbone nel 1832
Andando verso il monte, a mezza costa, il Santuario della Madonna del
Roseto, l’Abbazia Benedettina risalente al XII secolo.
5
SOLOPACA: Cultura, Tradizione e Folklore.
Il Comune ha dato i natali ad illustri personaggi di
fama locale, regionale e nazionale, che hanno dato
impulso alle arti, alla cultura, alla scienza, ecc. Ne
ricordiamo alcuni:
Decio Frascadore (1691-1772) e Lucantonio
D’Onofrio (1708-1772), pittori solopachesi, autori di
affreschi ed altre opere importanti conservati nelle
chiese locali ed altri luoghi della provincia;
Stefano Cusani (1815-1846), filosofo e letterato
eccellente, di fama nazionale. Con i suoi scritti di
filosofia, di storia, di economia e di diritto, contribuì
all’affermazione dei valori patriottici e liberali a favore
dell’Unità d’Italia.
Nicola Abbamondi (18261888), medico e scienziato,
fece conoscere ed apprezzare le qualità salutari delle
acque solfuree di Telese e Solopaca;
Sebastiano Di Massa (1900-1976) scrittore e poeta, autore di numerose poesie e
canti popolari locali.
Dal 1 al 15 Settembre di ogni anno,
Solopaca vive un momento culturale
e sociale di notevole interesse e
spessore. Si svolge infatti la
tradizionale manifestazione della
Festa dell’Uva, con la sfilata di carri
allegorici e del Corteo Storico la II
domenica di settembre. Essa
costituisce
un
momento
promozionale importante per la
valorizzazione
e
commercializzazione del vino di
Solopaca,
principale
prodotto
dell’economia del paese.
Non mancano altre occasioni e
momenti culturali e ricreativi di rilievo
legati a ricorrenze religiose e civili
durante l’intero anno, come pure
iniziative tendenti a valorizzare e far
conoscere altri prodotti tipici locali
quali l’olio, le ciliegie, ecc.
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Fin dall’antichità, la popolazione di Solopaca ha saputo trarre beneficio dalle sue
risorse naturali ed il connubio borgo-montagna ha favorito il formarsi di una
identità culturale documentata e trasmessa da tradizioni, usi e costumi, storie e
leggende. Come non ricordare in proposito le tracce di civiltà rurale: i gruppi di
donne che salivano all’alba lungo i
sentieri della montagna per procurare
cibo, frutta e legna, e poi ridiscendere
nell’abitato per continuare altre attività e
mestieri. Oppure storie e leggende legate
al fenomeno del brigantaggio e ad altri
episodi storico-sociali. Il tutto permeato
da quel senso spirituale e religioso
attestato dalla presenza di numerose
Chiese e parrocchie, ma soprattutto
dall’Abbazia
Benedettina
della
Madonna del Roseto che, più di tutte,
sembra perpetrare il vincolo spirituale
del presente con il passato e con il futuro
di tutte le genti della valle su cui si erge
maestosa e protettrice.
7
… La riscoperta e la valorizzazione di tutto questo patrimonio, vuole essere
l’impegno prioritario del nostro lavoro al fine di meglio salvaguardarlo e
tutelarlo perché anche le generazioni future possano conoscerlo ed
apprezzarlo..
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SOLOPACA ED IL PARCO DEL TABURNO-CAMPOSAURO
L’area del Taburno-Camposauro
occupa una superficie di circa 400
Kmq da cui emergono il Monte
Taburno (1394 m) ed il Monte di
Camposauro (1390 m). i due
complessi
costituiscono
un
massiccio
calcareo
isolato
dall’Appennino Campano.
I versanti sud ed ovest si ergono con
pendii ripidi sulla Valle Caudina
mentre il versante orientale degrada
con una serie di colline nella Valle Telsina e fino alla Conca Beneventana
attraversata dal fiume Calore.
La Regione Campania, da tempo impegnata nella difesa del proprio patrimonio
ambientale, ha istituito nel 1993 le “Aree naturali protette della Campania” di cui fa
parte anche il Parco del Taburno-Camposauro.
Solopaca, insiema ad altri Comuni della Provincia di BN(circa 16), ricade quasi
interamente nell’area del Taburno-Camposauro e quindi nel Parco di cui ne
esprime le tipiche caratteristiche ambientali, culturali ed economiche.
Il suo territorio si presenta fertile e rigoglioso:
a valle con le grandi estensioni di vigneti ed
uliveti, ubicati in una fertile zona di pianura
favorita da numerose strade che la collegano
ad importanti arterie viarie come la
superstrada Caianello-Benevento o la statale
per Caserta-Sud; a monte con i suoi boschi
ricchi di flora, fauna e risorse idriche
Tale fascia è caratterizzata da una
vegetazione boschiva mista: Castagni, Aceri,
Faggi, Abeti, Carpeni, Cerri, ecc, intervallati da ampie valli, rupi, conche boschi,
doline e grotte. Le numerose conche
carsiche e le profonde falde acquifere
rendono la zona ricca di acqua. Nel
sottobosco è possibile ammirare le stupende
fioriture di Viole e Orchidee, Selci e fiori di
Fragole, Ginestre e Rose canine. Numerose
le erbe aromatiche ed officinali come la
Salvia, L’Erba di San Giovanni, la
Polmonaria, ecc, come pure copiosa e
variegata la presenza di Funghi che crescono in tutto il periodo dell’anno.
Anche la Fauna si presenta comune a quella dell’intero comprensorio:
allevamento ovino e bovino e presenza di fauna selvatica come la Volpe, il
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Cinghiale, il Riccio, la Lepre, la Faina, il Tasso e varie specie di Rettili. Numerose
anche le specie di Uccelli tra cui il Pettirosso, il Picchio, il Colombaccio, ecc.
Solopaca, insieme agli altri comuni del Parco, fa parte della Comunità Montana del
Taburno con sede a Frasso Telesino
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ITINERIO 1A / 1B
(sentiero dei monaci)
ITINERARIO 1A (percorso giallo)
Partenza > Solopaca (Scuola Media Statale G. Cap. Leopardi)
Arrivo > Santuario Maria SS. Del Roseto
Tempo di percorrenza > 2 ore
Distanza > 3 Km
ITINERARIO 1B (percorso rosso)
Partenza > Santuario Maria SS. Del Roseto
Arrivo > Solopaca (Scuola Media Statale G. Cap. Leopardi)
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Tempo di percorrenza > 2 ore
Distanza > 3 Km
12
Percorso urbano >>Solopaca tra storia e tradizione
SCUOLA MEDIA
Il nostro itinerario ha inizio dalla Scuola Media di Solopaca
in Via Pozzocampo. Il nome è Cap.G.Leopardi, in onore
dell’omonimo capitano morto in Macedonia per prestare
servizio alla patria, durante la prima guerra mondiale, dando
prova di grande coraggio e tenacia.
PALAZZO
DUCALE
Fu costruito per
volere
della
famiglia dei CevaGrimaldi. Il duca
Antonio Maria, nel
1680
fece
costruire
l’enorme
edificio
in
contrada “lo Murillo”,
a monte della
Valle
Telesina.
Dopo la morte
dell’ultimo
erede
della
famiglia
Ceva-Grimaldi,
il
palazzo passò al
Regio
Fisco
e
successivamente
venduto a privati. Solo nel 1986 fu acquistato dall’Amministrazione Comunale di
Solopaca come monumento storico da salvaguardare. Il Palazzo è ricco di
testimonianze che ne ricordano le molteplici funzioni: dapprima come sede
residenziale ed amministrativa, poi utilizzato come carcere, ed infine come scuola,
ecc. Attualmente è in fase di ristrutturazione e speriamo presto possa diventare il
simbolo per eccellenza dei monumenti storici della nostra cittadina.
CHIESA DI SAN MAURO MARTIRE
La Chiesa è posta a monte
dell’omonima piazza. Fu costruita nello
stesso periodo del Palazzo ducale dal
Duca Antonio Maria Ceva-Grimaldi. I
documenti dell’epoca recitano. “il Duca
Antonio Maria con la moglie Fortunata
Dentice, insieme a tutto il popolo
solopachese, in processione solenne,
posero la “prima pietra nell’anno 1682”.
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La Chiesa conserva all’interno numerosi affreschi degli artisti locali dell’epoca:
Decio Frascadore e Lucantonio D’Onofrio, oltre a numerose statue lignee ed altri
arredi. Famosa è la campana del Campanile della Chiesa realizzata da artigiani
altamente qualificati. Su di essa splende il rilievo della Madonna del Roseto.
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VIA TENENTE TANCREDI
sempre nella zona del rione Capriglia,
Via Tenente
Tancredi è sicuramente una delle strade più antiche di
Solopaca. Conserva ancora intatte numerose testimonianze
come: portali in pietra decorati con preziosi stemmi di
famiglia su tipici palazzi signorili, oratori, cortili interni,
cantine, ecc..
ORATORIO GIARDINO
La Chiesetta, situata in Via Tenente Tancredi, fu
costruita dai coniugi Angelo Giardino e Maria Tazza con
le offerte dei fedeli. Angelo Giardino è stato un
solopachese di profonda religiosità. Amato per la sua
bontà d’animo e semplicità da tutti i solopachese e dai
tanti fedeli che accorrono a visitare la sua tomba nel
Cimitero di Solopaca e questa casa di preghiera che
conserva le statue del Sacro Cuore di Maria e del Sacro
Cuore di Gesù, quest’ultima di cartapesta.
Edificato nel ‘700 dalla
Abbamondi
di
cui
portale in pietra un
stemma di famiglia. Per
tradizione, durante la
SS.Maria del Roseto, il
giugno, la statua della
portata
all’interno
per il cosiddetto “cambio
PALAZZO
ABBAMONDI
famiglia
conserva sul
imponente
antica
discesa della
primo lunedì di
Vergine viene
dell’abitazione
del mantello”.
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Casa natale di
SEBASTIANO DI MASSA
La lapide marmorea posta sul muro della casa natale del
poeta e scrittore solopachese recita: ”In questa casa
nacque l’8 marzo 1900/Sebastiano di Massa/appassionato
studioso della poesia e della canzone napoletana”./La
moglie pose/Solopaca 31/10/1979.
ANTO SCURO
Antico borgo di origine medievale. Conserva la sua
struttura originaria di piccolo agglomerato urbano con
spazi chiusi ed aperti, locali per abitazioni, cortili con
vasche e pozzi e ambienti per custodire animali ed altre
necessità.
PALAZZO CUSANI
Tipico palazzo settecentesco con cortile aperto verso il
giardino, ma completamente ristrutturato e modificato a
seguito dei lavori post-terremoto. Sulla facciata di ingresso
è posta una lapide in memoria del filosofo Stefano Cusani:
“In questa casa nacque STEFANO CUSANI (Solopaca
1815 - Napoli 1846) / Qui trascorse gli anni della sua
fanciullezza / Qui approfondì in cinque anni di “volontaria
prigionia” gli studi filosofici e letterari / Qui forgiò il suo
animo di patriota che lo volle iscritto ancora imberbe alla
“Giovane Italia” / La Pro Loco di Solopaca volle ricordare /
Solopaca IV-I-MCMXCVII”.
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Inizio “sentiero dei Monaci” 1A >> zona pedemontana (205 m. –
212m.)
Da questo punto inizia la misurazione del sentiero che
segue in parte un antico “tratturo” di collegamento
Solopaca-Abbazia del Roseto.
Lungo il percorso si possono osservare
sistemi di coltivazione antichi e moderni
soprattutto per la coltura dell’olivo, tipica
pianta del nostro territorio. Ne sono
testimonianza le innumerevoli piante di
ulivo secolari presenti un po’ ovunque in
questa zona.
Non mancano piantagioni di ciliegi; ne è un esempio
questa immagine in cui vediamo nello sfondo il Monte delle
Rose.
17
Ecco un olivo secolare, simbolo di una delle principali coltivazioni del nostro paese
insieme alla vite.
18
“sentiero dei Monaci” 1A >>inizio salita al Postiglione (212 m. –
332m.)
Lasciandoci alle spalle ogni traccia di civiltà moderna, ci
inoltriamo nel sottobosco per affrontare la salita al Monte
delle Rose
Questa foto ritrae un resto di “Calecara” e cioè un luogo
dove venivano prodotti i mattoni per la costruzione dei
palazzi del centro urbano.
Lungo il percorso sono presenti enormi masse rocciose dai
diversi nomi. Questo è chiamato Ciesco....
Procediamo
lungo la salita del
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sentiero che si presenta a tratti molto stretto e quindi bisogna camminare in fila
indiana.
La ricca vegetazione fa registrare la presenza di un enorme varietà di piante
erbacee e ad alto fusto, tra cui la ginestra, Il pungitopo, la bardana, ed il
popolarissimo Asparago selvatico molto usato nella nostra cucina tradizionale.
Non manca l’occasione per svelare qualche curiosità sulla
flora presente lungo il percorso.
Dopo un tratto di sentiero in salita siamo giunti finalmente in
prossimità della località chiamata “Postiglione”; essa
costituisce la tappa intermedia prima di affrontare l’ultima
salita al Monte delle Rose.
La fatica è sicuramente attenuata dalla
vista del piacevole panorama che si può
ammirare da questo punto.
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“sentiero dei Monaci” 1A >>salita al monte delle rose (332 m. –
608m.)
Lasciandoci alle spalle lo splendido
panorama che si vede dalla località
Postiglione, iniziamo l’ultima salita del
Monte delle rose.
Questo monte è
così chiamato per
la
copiosa
presenza
di
cespugli di rosa
canina;
non
mancano,
tuttavia, piantine
commestibili.
di
ciclamino
selvatico
e
funghi
Una breve pausa
a metà salita ci
consente
di
riprendere fiato e
di
fare il punto della
situazione:
verificare
le
misurazioni,
raccogliere dati ecc.
21
Riprendiamo il trekking, sempre camminando con attenzione per evitare cadute o
altri pericoli.
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A questo punto lasciamo per un attimo il sentiero e
procediamo lungo la strada asfaltata prima di inoltrarci nel
tratto successivo.
Dopo un breve tratto di strada asfaltata, ci inoltriamo in una
bellissima pineta, ultima parte del percorso prima di arrivare
al Santuario del Roseto. Il sentiero è costeggiato da pini e
cipressi; da questo punto è possibile ammirare splendidi
panorami della valle telesina e della valle Caudina. Ci
stiamo avvicinando all’Abbazia della Madonna del Roseto,
punto più alto del nostro attuale percorso (alt.m.608).
Santuario della Madonna
del Roseto
Alle spalle di Solopaca, tra i verdi monti del
massiccio del Taburno, si innalza maestoso il
Santuario della Vergine del Roseto.
L’attuale Chiesa sorge sui resti di una antica
Abbazia Benedettina sorta intorno all’anno 1000 per
custodire, secondo la leggenda, una immagine della
Madonna col Bambino rinvenuta in un cespuglio di
rose selvatiche.
La preziosa statua lignea di stile romanico è infatti custodita all’interno della
Chiesa. I numerosi ritocchi non hanno impedito di conservare intatto il suo fascino
di “vigile sentinella” sull’intera Valle Telesina.
Per antica tradizione, ogni anno,il primo lunedì di giugno, la statua viene portata in
solenne processione in Solopaca ove rimane fino al primo lunedì di settembre
quando viene riportata all’Abbazia da tutti i fedeli,mentre la prima domenica di
agosto è dedicata ai festeggiamenti in onore della Vergine.
23
“sentiero dei Monaci” 1B >> discesa al paese (608 m. – 205m.)
Ci siamo fermati presso l’abbazia per una sosta prima di
iniziare il ritorno.
Tutti i ragazzi che hanno partecipato al trekking hanno
potuto sperimentare che la discesa non è poi così facile, sia
per il terreno scosceso che per la presenza di materiale
scivoloso e difficoltà di movimento.
Stiamo per scendere sulla strada asfaltata prima di girare a
sinistra lungo il sentiero che ci conduce al luogo chiamato
Rotta Ruotolo.
Rotta Ruotolo
La grotta Ruotolo non è segnata sulla carta, anche se risulta censita
da speleologi.
E’ un inghiottitoio classico. Il passaggio dell’acqua piovana può
avvenire normalmente.
L’inghiottitoio è ramificato con altri che raccolgono e confluiscono
l’acqua nel fiume Calore. Infatti, la portata del fiume nel tratto PonteTelese è maggiore che negli altri tratti.
Al lato della diapositiva si vede in parte l’immagine di Luigi Tagliaferri,
guida CAI, (Club, Alpino, Italiano) che ci ha guidato per l’intero
percorso, fornendoci notizie ed indicazioni utili per il nostro lavoro. A
Luigi un grazie affettuoso.
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ITINERIO 2A / 2B
(Sulle tracce dell’Arcangelo)
ITINERARIO 2A
(percorso giallo)
Partenza > Solopaca (P.zza Vittoria)
Arrivo > Pozzo l’Aria
Tempo di percorrenza > 5 ore
Distanza > 7 Km
ITINERARIO 2B (percorso rosso)
Partenza > Pozzo l’Aria
Arrivo > Santa Maria della Grotta (ritorno: Pozzo l’Aria – Solopaca)
Tempo di percorrenza > 3 ore
Distanza > 3 Km
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Percorso urbano >>Solopaca tra storia e tradizione
PIAZZA VITTORIA
La piazza delimita l’antico complesso
religioso del centro urbano di Solopaca,
costituito dalla Chiesa del SS.Corpo di
Cristo con annessi: la Sacrestia, il
Campanile “Vanvitelliano” e la Chiesa di
Maria SS.Addolorata.
Anticamente la piazza era molto più
piccola, tanto è che nel 1910 furono
demoliti la Cappella laterale destra della
Chiesa e , intorno agli anni ’60, il
vecchio cinema “Minerva” . La piazza è
inoltre testimone di un’antica fonderia di
campane dove venivano realizzate non
soltanto le campane delle chiese
di
Solopaca ma anche di altri comuni.
Oggi vi è la statua del Santo Padre Pio.
La piazza è delimitata dall’antica stradina
in pietra di via Iannone dove sorge la casa
che un tempo fu di Antonio Di Santo, il
leggendario brigante, capo degli Armigeri
di scorta al duca Bartolomeo II Ceva –
Grimaldi.
CHIESA DEL SS. CORPO DI CRISTO
La Chiesa del SS. Corpo di Cristo fu costruita dall’antica famiglia feudale dei Ceva
– Grimaldi nel 1616 e completata nel 1660.
La facciata, di stile vanvitelliano, simile a quella del Palazzo Ducale, è decorata
con bassorilievi geometricamente definiti da rosoni floreali che segnano uno
schema a fasce orizzontali.
La Chiesa fu progettata ad impianto cinquecentesco ad unica navata. Nell’interno
si conservano numerosi affreschi realizzati da pittori locali come Lucantonio
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D’Onofrio e Decio Frascadore, l’altare settecentesco e le cappelle con preziose
statue lignee.
Le cappelle oggi esistenti sono quattro e tutte posizionate sul lato sinistro della
navata. Una delle più importanti è la Cappella del Sacro Monte dei Morti o di San
Pietro.
Nella Chiesa fu sepolto l’ultimo duca di Solopaca, Marcello Ceva-Grimaldi insieme
a sua moglie la Contessa di Hornes che donò la reliquia della Croce ancora oggi
custodita nel reliquario dell’altare del braccio sinistro del transetto.
Il campanile, posizionato sul lato sinistro della chiesa, si eleva per circa 34,35
metri. E’ comunemente attribuito al Vanvitelli dalla tradizione orale, la sua
costruzione risale ai primi del ‘600 ma fu terminato solo nel 1794. Si sviluppa su
quattro ordini sovrapposti ed è sormontato da una cupola, ricoperta da mattonelle
di ceramica di colore giallo e verde in modo da formare un disegno a margherita.
All’interno c’è il “campanone” con incisa l’immagine della Madonna del Roseto ed
altre campane più piccole.
Sul lato frontale il campanile presenta l’antico orologio della torre e la lapide
commemorativa in memoria dei caduti solopachesi durante le due guerre mondiali;
lateralmente sono evidenti lo stemma di Solopaca ed altri elementi ornamentali.
CONGREGA DEI SETTE DOLORI
Nel centro del paese, fra i due casali più
importanti – Procusi e Caprigliaaffiancata esternamente alle mura del
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castello, sorse in età medievale la Chiesa Parrocchiale di san Martino, oggi
dedicata a Maria SS. Addolorata.
Dai carteggi dell’archivio del SS:Corpo di Cristo risulta essere Chiesa Arcipretale
ancora col titolo di San Martino fino al 1706 e cioè fino quando non fu costruita
l’attuale Chiesa di San Martino nel rione Procusi. Da allora, avendo ospitato la
Confraternita religiosa che aveva come principale culto quello dell’Addolorata, la
Chiesa è stata comunemente chiamata “Congrega dell’Addolorata”. Infatti essa
custodisce l’antica statua della Vergine con le mani ed il volto in legno. Il culto per
la Madonna ha ispirato numerosi riti religiosi, poi trasformatosi nel tempo, come la
“Festa dell’Uva”, sorta originariamente come tributo alla Madonna per il buon
raccolto dell’uva.
L’antico impianto medioevale ha subito nel tempo alcune trasformazioni. Nel 1700
si aggiunse la facciata ed il bel portale in pietra.
PIAZZA CASTEL SAN MARTINO
Quando i Ceva Grimaldi acquistarono il feudo di Telese e Solopaca, quest’ultimo
era diviso in tre nuclei abitativi: Capriglia, Castello e Procusi.
Il castello – di forma quadrangolare – era presidiato da quattro torri cilindriche
ancora oggi individuabili nel tessuto urbano.
La rete viaria interna si componeva di un asse Est-Ovest, aperto a ponente
sull’ingresso principale del castello e di tre assi secondari Nord-sud, oggi
denominati 1°, 2° e 3° Piazzetta, che
portavano presso il centro del castello
nella grande piazza rettangolare.
Probabilmente il castello oltre alle torri e
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alle mura di cinta, aveva anche il “fossato”, poi colmato, di cui rimane ricordo nella
dizione popolare “coppa ‘o fuosso”. La base di una delle torri, individuata solo da
pochi anni, è antistante piazza Castello e Via Abbamondi, che costituiscono una
delle più antiche zone del paese.
PIAZZA MUNICIPIO
La piazza costituisce lo spazio antistante il Palazzo del
Comune di Solopaca e sorge sull’asse viario di Corso
Cusani che, alla fine del 1800, ha congiunto in un’unica
soluzione i principali centri urbani della città.
La piazza, di recente ammodernamento e sistemazione,
presenta al centro lo stemma di Solopaca: il sole nascosto
tra tre montagne e, alla base, il corso del fiume Calore. In
qualche modo lo stemma spiega il
significato
del
nome del nostro
paese: Solopaca,
deriva da “opaca
opaco, a causa
non
ne
lunga
secondo gli storici
solis” e cioè sole
delle montagne che
favoriscono
una
esposizione.
VIA BRINCHI
Questo
tratto
Cusani a via Procusi
Piazza Castel San Martino a Largo Onofri
congiunge Corso
che si snoda da
PALAZZO CUTILLO
L’edificio è posto nel cuore del rione di S. Martino, nella piazza antistante la chiesa
dedicata al santo. I lavori di costruzione furono iniziati nel 1826 da Bernardo
Cutillo.
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Nel 1900, la moglie Amalia Marcarelli, provvide all’istituzione di un opera di
beneficenza ( asilo Infantile ) dedicata alla famiglia Cutillo. In seguito fu tramutato
in Ente Morale per accogliere i bambini poveri e successivamente in “Colonia “ per
accogliere i bambini durante il periodo estivo.
Negli anni del fascismo il giardino veniva utilizzato per la preparazione dei “Balilla “
e delle “ Piccole Italiane “ per le sfilate di rito.
Per effetto della legge del 1984 sulla soppressione di alcuni enti, il comune di
Solopaca divenne proprietario sia del palazzo che del giardino. Il palazzo
recentemente ristrutturato, sarà sede di un Museo enologico mentre il giardino
costituisce la villa comunale del paese, aperto anche sul Corso Stefano Cusani.
CHIESA SAN MARTINO
Alla fine del XVI sec.le autorità del paese, con l’aumento della popolazione e con
l’accresciuta esigenza dei fedeli proposero di costruire una nuova chiesa che
sorse fuori dall’antico castello murato e fu chiamata chiesa di San Martino.
Molto interessante si presenta la scalinata antistante la chiesa, costruita verso la
fine del 1700 per superare il dislivello fra la strada e la base della chiesa che si
apre lungo la salita di Via San Martino.
La chiesa si presenta ad unica navata. All’interno sono conservate numerose
statue in legno tra cui quella di San Martino protettore di Solopaca e l’antica Fonte
Battesimale in pietra a foggia ottagonale.
Un tratto di Via Procusi
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VIA VEGLIANTI
Un’ antica e bellissima storia dà il nome a “Via Veglianti”. Sembra infatti che
questa strada prenda il nome dalla famiglia che in tempi remoti esercitava una
funzione di vigilanza per difendere
Solopaca da eventuali attacchi provenenti da altre zone. In Via Veglianti si ci
ritrova in mezzo a costruzioni, vicoli e
porticati molto antichi. Alcune abitazioni
conservano locali adiacenti a pozzi,
cantine, antichi frantoi, granai ed altro
che attestano la presenza di antiche
famiglie benestanti dedite all’agricoltura
ed alla produzione di olio, vino ed altri
prodotti della terra.
Tratto di collegamento tra Via Veglianti
e Pedemontana
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PERCORSO NATURALISTICO
“sentiero 2A “>> verso Pozzo L’aria.
Siamo nelle vicinanze del grande serbatoio dell’acqua che attesta la presenza
delle copiose falde acquifere presenti nel nostro territorio. I serbatoi alimentano
molti paesi della provincia di Benevento.
Dopo questo punto ha inizio il sentiero
naturalistico individuato per il trekking
lungo la montagna di Camposauro,
Il percorso si snoda in forte salita,
attraversando profondi strapiombi e
pendii ricoperti di rocce, arbusti, alberi
ad alto fusto e ricca vegetazione.
La guida C.A.I. Luigi Tagliaferri precede
e guida il gruppo lungo la salita.
Nel sottobosco troviamo cespugli, piante
e fiori di ogni genere tra cui numerose
specie di piante officinali, note per le
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loro proprietà benefiche e curative e per questo usate anche in fitoterapia.
Un vecchio casolare in pietra la
“Masseria Tammari” testimonia un’antica
presenza contadina dedita
all’agricoltura.
Il sentiero si restringe e si inerpica lungo la montagna. Giunti al bivio si imbocca il
sentiero a sinistra che conduce a
“Cerzito”. Cerzito è una zona ampia del
versante solopachese del massiccio
Camposauro; il nome deriva dalla
presenza di numerosi alberi di quercia
(cerza).
Nelle zone brulle e pietrose è frequente
la ginestra pianta che, oltre a profumare
e colorare le pendici, è capace di fornire
fibre tessili mediante un trattamento di
macerazione analogo a quello che
subisce la canapa.
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Numerose rocce e massi calcarei caratterizzano il
paesaggio. Spesso assumono forme particolari ed originali
come la roccia in figura che prende il nome di “Ciesco ‘e
Cuorvo” per la sua somiglianza ad un corvo.
Salendo per il sentiero è possibile ammirare sulla sinistra il
panorama di Solopaca; siamo ad un’altezza di circa 500 mt.
La grotta di “Cerzito” è una larga cavità
nella roccia che in antichità veniva
spesso usata da pastori e briganti come
rifugio o riparo per la notte.
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Anche in tempi recenti durante i bombardamenti della II guerra mondiale è stata
utilizzata come rifugio dagli abitanti di Solopaca provenienti dalla zona Procusi.
Lungo il sentiero è possibile scorgere dei segnali che indicano la strada da
seguire. Questi segnali sono costituiti da due strisce di colore bianco e rosso che
vengono disegnate sui tronchi degli alberi o sulle pietre al margine del sentiero.
La rosa canina è un fiore molto comune delle nostre montagne. I monaci
Benedettini ne facevano largo uso per essenze e sciroppi.
Giunti alla fine
del sentiero in
salita
che
conduce
a
Cerzito, la strada
si
ricongiunge
con il “sentiero
dei
Monaci”
proveniente
dall’Abbazia
della Madonna del Roseto.
Questa zona, che si trova a circa 650 mt. di quota,
presenta tratti, a volte pianeggianti, ricchi di piccoli avvallamenti che favoriscono il
deposito di acqua piovana; questi avvallamenti sono chiamati “Stazzi” e
consentono l’abbeveramento della fauna presente in tutta la zona; sulla destra è
possibile ammirare e costeggiare il “Vallone Matierno” che dalle pendici del
massiccio del Pizzo Alto di Camposauro scende fino al fiume Calore.
Tutta la zona è ricca di piante e fiori tra cui:
L’Atropa Belladonna è una pianta alquanto rara nella
nostra zona; come si evince dal nome si presenta con
colori vivaci e bella nell’aspetto ma purtroppo è pianta
velenosissima.
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Il Biancospino è un arbusto dal tronco
ben ramificato con fiori bianchi e
profumati raccolti in corimbi rigogliosi.
Valeriana, chiamata anche “erba
da
gatto”,
presenta
una
infiorescenza
terminale
ad
ombrello. Diffusa lungo le scarpate,
prati umidi e pendii soleggiati.
La valeriana è utilizzata in cucina
ed è anche una pianta curativa
come calmante.
la
località
monte
“Puzzill
o”.
A nord
si
intravedono le pareti del monte
In località Pozzo l’aria termina
prima parte del sentiero
dell’Arcangelo; questa zona è
attraversata
dalla
strada
asfaltata che da Solopaca
conduce verso Vitulano. La
è inserita nell’ampia valle tra il
“Pizzuto”,
“Sazzarana”,
e
“Drago” su cui sorge l’Abbazia della
Madonna della grotta.
Lasciando la strada asfaltata,
ci si
reimmette nell’antico sentiero che tra salite e
avvallamenti conduce all’antica abbazia
della “Madonna della Grotta”.
Si prosegue lungo il “Vallone Secco” fino
all’attraversamento per il monte Drago.
Si fa il punto della situazione; il preside Luigi Fucci, guida
CAI, dà delle informazioni sui luoghi ed indicazioni tecniche
per proseguire.
Il Massiccio del Camposauro è molto
ricco di cavità naturali; una delle più
conosciute della zona è senza dubbio la
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“Grotta dell’Arcangelo”; situata in una zona molto impervia e pericolosa è stata
probabilmente la dimora di un eremita in tempi molto remoti. L’interno presenta
pareti levigate con fessure che hanno favorito la formazione di stalattiti e
stalagmiti, effetto della penetrazione e gocciolamento dell’acqua. Nella parte
sinistra della cavità, l’erosione ha provocato la formazione di una roccia a forma di
sedile.
Si scorge su una delle pareti della grotta l’immagine dell’Arcangelo Michele dipinta
su un preesistente graffito, testimonianza del nome che da sempre ha identificato
la grotta.
“sentiero 2B”>>Santa Maria della Grotta.
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SANTA MARIA DELLA GROTTA
I ruderi testimoniano la presenza dell’imponente complesso che costituiva l’antico
Monastero di Santa Maria della Grotta. Il monastero è appoggiato a nord-est su
una ripida parete rocciosa, chiamata “Funno” e domina il corridoio che dalla valle
Telesina conduce verso Benevento. Esso comprendeva un vasto territorio che si
estendeva fino ad abbracciare beni e possedimenti appartenenti al feudo di Telese
e quindi di Solopaca, per poi essere inglobato nei tenimenti di Paupisi e Vitulano.
Il nome del monastero si riferisce sicuramente alla presenza di alcune grotte
sotterranee su cui fu costruito.
L’edificio è oggi allo stato di rudere e quasi per miracolo rimane in piedi solo la
parte terminale con l’abside. La vegetazione ha avuto modo di crescere senza
problemi all’interno delle antiche mura e questo rende ancora più misterioso
questo luogo. Non si hanno notizie certe sugli ordini religiosi che lo hanno
occupato e sulla data di costruzione, sembra tuttavia che vi abbiano dimorato i
monaci Benedettini per molti anni a partire dal 1200, venendo così in contatto con
i monaci Benedettini dell’Abbazia della Madonna del Roseto di Solopaca. Ne sono
testimonianza i sentieri di montagna, come il “Sentiero dei Monaci”
precedentemente descritto, e le attività legate alla coltura del baco da seta e di
erbe medicinali introdotte dai monaci.
Si ritorna indietro lungo la strada che dall’abbazia, attraverso la località Puzzillo
conduce nuovamente a Pozzo l’Aria dove ha termine il secondo itinerario di
trekking.
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APPENDICE A
Il trekking
Trekking è un termine che deriva dal boero e letteralmente significa
“Camminare
lungo le orme lasciate dai carri trainati dai buoi”.Il significato di questa parola
è lievemente mutato nell’arco di alcuni anni, diventando sinonimo di “ camminare”
percorrendo sentieri che si snodano in mezzo alla natura.
Trekking è camminare per conoscere, vivere, leggere e riscoprire l’ambiente
intorno a noi, imparando a rispettarlo a vivere in armonia con esso, concorrendo
alla formazione di una nuova mentalità che porti ad un maggiore equilibrio tra
uomo e natura
I comandamenti
Prima di intraprendere una qualsiasi escursione importante conoscere alcune
regole:
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Affrontare ogni escursione con grande senso di responsabilità verso se stessi,
con conoscenza preparandosi seriamente a ogni uscita.
Essere coscienti dei propri limiti.
Essere certi dei propri itinerari, percorrerli in compagnia. Bisogna inoltre partire
presto e tornare presto.
Bisogna munirsi di cartine se si vuole intraprendere un nuovo sentiero.
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Preoccuparsi delle condizioni del tempo e dell’evoluzione della situazione del
meteo.
Avere particolare cura nell’ approntare l’attrezzatura da montagna rispondente
alle tue esigenze personali.
Prima di partire, preoccuparsi del carico dello zaino.
E’ importante effettuare una corretta alimentazione lungo la durata del percorso
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Scarica

Solopaca, (BN) situato sulla sponda sinistra del fiume Calore, si