ATTUALITÀ 25 novembre 2012 vita trentina 7 Quel battito di fragili ali La storia di Giovanni Gibertoni, “bambino farfalla” di due anni e mezzo, raccontata da papà Davide: la diagnosi terribile, le prime delicate cure, le prospettive di vita che passano anche dalla val di Non, dove vivono i nonni materni E di Diego Andreatta adesso, come sta Giovanni? Si sentono i suoi urletti in sottofondo... “Bene, molto bene, è qui con noi – rispondono al telefono dalla bottega di Pegognaga (MN) papà Davide e mamma Daniela, trentina di Romeno – anche se sappiamo che la malattia andrà sempre tenuta sott’occhio, ogni giorno. Ha due anni e mezzo e quando non mangia, ci chiediamo subito perchè....”. È l’epidermolisi bollosa che i coniugi Gibertoni hanno scoperto poche ore dopo la nascita – un puntino rosso sulla lingua, poi delle strane bollicine sulla pelle - fino al trasferimento d’urgenza in terapia intensiva all’ospedale di Mantova (“c’è la possibilità che non ce la faccia”). Poi, la diagnosi definitiva, un mese dopo: Giovanni ha questa malattia genetica rarissima, in forma però “semplice”. Prima gli hanno messo intorno una pellicola protettiva, ora (e per sempre) lo sguardo attento dei familiari difende la pelle delicata di Giovanni che non deve “strapparsi”, come le fragili ali di una vivace farfalla. Ma il battito vitale di “dottor Sorriso” (come lo hanno soprannominato per quelle sue allegre smorfie ) accompagna e solleva i lettori fin dalle prime commoventi pagine del diario che papà Davide ha dato alle stampe, spinto da alcuni amici e sostenuto da un coraggioso editore, al fine di raccogliere fondi per gli altri malati. “Scrivere gli appunti di quest’esperienza grande e profonda che custodivo nel mio cuore, mi ha aiutato a condividerla e a donarla agli altri – riflette Davide Gibertoni, a pochi giorni dalla “prima” trentina del libro in quel di Romeno, dove abitano i nonni materni e dove la famiglia va in vacanza – ma ora vorrei che il libro fosse contagioso e rassicurante come la manina calda di mia figlia Anna, quando tornavo molto tardi dall’ospedale”. Accanto alla tenerezza della sorellina, questo contagio passa dal cuore tenace di mamma Daniela, dalla sua tenacia d’amore che sa resistere nel durissimo momento in cui – nella gioia del dopo parto – “ti strappano qualcosa dentro”. Ma il racconto, da leggere tutto d’un fiato fino al giorno felice del battesimo, aiuta tutti quanti sono travolti dal dolore improvviso, da una diagnosi infausta; per passare dal disorientamento alla reazione: “Non serve agitarsi, cercare capri espiatori, colpe dentro di sé. Non serve rassegnazione improduttiva, ma vedere la realtà, viverla e conquistarla ogni giorno”, scrive la psicoterapeuta Maria E Il libro di papà Davide si presenta a Romeno L’autore Davide Gibertoni presenta per la prima volta in Trentino il libro “Il sorriso di una farfalla” domenica 25 novembre alle 17 nel teatro parrocchiale di Romeno per iniziativa del Comune e dell’editore “L’Arcobaleno” in collaborazione con la parrocchia, la Biblioteca e la Pro Loco di Romeno. Interverranno la scrittrice trentina Chiara M., il parroco di Romeno e decano di Fondo don Mauro Leonardelli, il sindaco di Romeno Lorenzo Widmann l’assessore comunale alla cultura Marisa Bott e l’editore Gualtiero Palmieri. Modera Diego Andreatta, giornalista di Vita Trentina. malattia rarissima Raccolta fondi con le ricette l libro con la storia di Giovanni è accompagnato da un Ifascicolo di ricette a misura di bambino (suggerite da chef amici di papà Davide e illustrate dagli asilotti mantovani), in un cofanetto in vendita a 22 euro. Con i proventi l’editore L’Arcobaleno insieme a Davide Gibertoni intendono così sostenere le famiglie di altri bambini affetti da epidermolisi bollosa e contribuire alla ricerca medica. Altre informazioni su questo progetto di solidarietà nel sito www.larcobaleno.net Colpisce in forme varie un nascituro su 85 mila l’epidermolisi bollosa, malattia molto rara causata da una mutazione dei geni: essa non fa produrre alle cellule della pelle alcune proteine, per cui le cellule stesse non riescono più a rimanere attaccate. Usando l’immagine della pelle come il rivestimento di un muro, la pediatra Simona Boccacci spiega così ai piccoli lettori del libro: “Se l’impasto di cemento o la colla per la carta parati vengono prodotti male, alcune mattonelle o la carta si sollevano e si staccano dalla base, rendendo fragile il muro che si può rompere se toccato con forza. La pelle diventa una bravo muratore che mette a posto le mattonelle. Si ripara da sola, costruisce nuove mattonelle, ma nell’attesa le parti ferite devono essere pulite e protette da un ‘cemento’, una pomata speciale che mamma e papà possono spalmare”. Purtroppo quelle mattonelle continueranno a produrre in modo sbagliato il cemento per tutta la vita, per cui la pelle dei bambini con epidermolisi bollosa è delicata. Come le ali di una farfalla. Assunta Giusti, sottolineando il ruolo prezioso degli operatori sanitari: “Mi ricordo una dolcissima infermiera – scrive papà Davide – coperta integralmente dal camice di sala operatoria e da una mascherina, dalla quale si vedevano solo gli occhi. Uno sguardo che lasciava trapelare paura e sofferenza nell’accudire Giovanni. Le dissi: ‘Prova a sorridere...’. Appena gli occhi svelarono il sorriso, Giovanni lo incrociò e immediatamente si calmò, per farsi fare, come sempre, tutto quello che era necessario”. “Il sorriso di una farfalla”, corredato Il piccolo Giovanni, assieme a papà Davide, alla sorellina Anna di 5 anni e mezzo e a mamma Daniela, nonesa di Romeno foto per gentile concessione dell’editore anche da un opuscolo di ricette “prestate” dagli amici chef, non è un consolante libretto a lieto fine. E’ uno sguardo limpido d’amore sulle prove della vita, uno squarcio di luce cristiana dentro il buio fitto del dolore bambino. Ed uno uno sguardo raro, regalatoci questa volta da un papà (è il titolo a cui più tiene Davide, “salumiere di provincia”), esemplare rispetto ad altre figure paterne che si piegano presto quando le avversità picchiano duro. Un diario non chiuso per sempre sull’ultima pagina (altre impegnative ne seguiranno per la famiglia Gibertoni), appena aperto ad aiutare tante altre famiglie chiamate a fare i conti quotidiani con la disabilità, dovendo superare talvolta anche i pregiudizi e le paure di chi non riesce ad avvicinarsi al dolore nelle forme più rare. E invece ci sono “tante farfalle più grandi, che passano inosservate e stanno un po’ in disparte, farfalle che soffrono in silenzio, con altri colori sulle ali”, come osserva nella splendida post fazione la scrittrice trentina Chiara M. (“farfalla-Chiara”), che pure da anni ormai vola con le ruote della sua carrozzina ed ha raggiunto con le “ali scribacchine” dei suoi libri tante città, case e persone. “Capito Giovanni? - scrive Chiara M., dopo essersi innamorata pagina dopo pagina di questo “piccolo grande uomo” - possiamo volare dappertutto, possiamo far sorridere chi non riesce più a farlo, possiamo dare speranza e coraggio (tu hai dimostrato di averne in quantità notevole!) a chi pensa di aver finito le scorte, possiamo accarezzare i cuori di chi crede di non poter più amare, possiamo fare il solletico alle lacrime e farle fuggire via”. l