Anno XXXIII – n. 216 – Giugno 2011
NOTIZIARIO
Provincia di Lombardia “S. Carlo Borromeo”
dei Frati Minori
0
1
INDICE
COMPI
3
NORD ITALIA
Verbale Incontro dei Ministri provinciali - Brescia, 25 Giugno 2011
4
VITA DELLA PROVINCIA
La fraternità definitoriale informa - Castelveccana (VA) 20-24 Giugno 2011
7
TESTIMONIANZE DI VITA FRATERNA
Fr. Carmelo Confalonieri
Venti anni fa
9
10
DAI MONASTERI
Visita alle sorelle Clarisse di Cademario - 18 Giugno 2011
Professione di sr. Rita Maria - 19 Giugno 2011
11
13
DALLA POSTULAZIONE DEI SANTI
Cronaca delle celebrazioni per il I Centenario dell‟ordinazione sacerdotale
di p. Ireneo Mazzotti
14
DIALOGO
Dialogo con Islam
Lettera del Custode del Marocco
22
26
NOTIZIE DI CASA
30
2
COMPI
ELEZIONI DEFINITORIO
Provincia Tridentina di S. Vigilio dei Frati Minori
CXXI CAPITOL0 PROVINCIALE - 2011
Nella casa delle Suore della Misericordia a Villa Moretta di Pergine Valsugana (TN) il giorno 09 giugno
2011, dai Frati vocali riuniti in Capitolo, presenti in numero di 23, sotto la presidenza di Fr. Francesco Patton,
Ministro Provinciale, é stata fatta la elezione dei Definitori provinciali della Provincia Tridentina di S. Vigilio dei
Frati Minori.
Nel primo e unico scrutinio risultano eletti, in quanto hanno ricevuto il richiesto numero di voti, i
Definitori provinciali:
FR. CIRO ANDREATTA
FR. PIETRO STABLUM
FR. PAOLO MOSER
FR. TARCISIO BORTOLI
CAPITOL0 CUSTODIALE della SARDEGNA - 2011
Nei giorni 27 giugno - 1 luglio, nel convento di Fonni è stato celebrato il primo Capitolo custodiale
della Sardegna sotto la presidenza del Delegato generale Fr. Fedele Pradella e con la partecipazione
del Ministro provinciale della Provincia Umbra, Fr. Bruno Ottavi.
Nella sessione iniziale del Capitolo, il Presidente ha letto il decreto di erezione della Custodia di
S. Maria delle Grazie, dipendente dalla Provincia serafica di S. Francesco in Assisi, e ha comunicato
l'elezione del Governo custodiale fatta dal Definitorio generale.
Il Consiglio della Custodia risulta così composto:
FR. MARIO SOLINAS, CUSTODE
FR. LUCA FUSO, Consigliere
FR. SIMONE FARCI, Consigliere
FR. STEFANO M. COGONI, Consigliere
FR. PIETRO COGONI, Consigliere.
3
NORD ITALIA
VERBALE DELL’INCONTRO DEI MINISTRI PROVINCIALI DEL NORD ITALIA
Brescia, 25 Giugno 2011
Presiede l‟incontro fr. Francesco Bravi; sono presenti fr. Bruno Bartolini, fr. Mario Vaccari, fr.
Gabriele Trivellin, fr. Antonio Scabio e fr. Francesco Patton, inoltre a parte dell‟incontro partecipano fr.
Franco Mirri Segretario FES e fr. Federico Righetti Coordinatore MEV, inoltre Enrico Delama e Maurizio
Serofilli di Diathesis.
Dopo un momento di preghiera francescana ispirata a FF 820, alle ore 9.45 iniziano i lavori del
Collegio dei Ministri.
1. Incontro col Segretario Formazione e Studi
Fr. Franco Mirri introduce il lavoro fatto dal Segretariato nel corso di quest‟anno per ripensare la
formazione iniziale. La grossa distinzione è tra la fase di discernimento (dalla CPV fino al Noviziato) e la
fase della Professione, da intendere come tempo della maturazione, nel quale il candidato si rafforza e
progredisce nella scelta fatta.
Nel successivo dialogo i Ministri intervengono ed evidenziano:
- l‟importanza del chiarimento tra discernimento e maturazione della vocazione e della scelta;
- la lettura positiva della crisi come passaggio di maturazione che va però accompagnato;
- la possibilità di dare continuità ai due anni di Postulato in rapporto alla fase dell‟accoglienza
vocazionale facendoli diventare anche tempo di conoscenza del nostro territorio;
- la debolezza del Postulato nel non avere un rito di iniziazione come il Noviziato, che facilita un
processo di tipo simbolico-psicologico;
- l‟importanza di reimpostare la formazione tenendo conto dei mutamenti antropologici e culturali di
questi ultimi 20 anni, approfondendo categorie legate alla consacrazione, in questa prospettiva
allungare il discernimento o il Postulato significa darsi tempo per accompagnare una conversione
dalle categorie “liquide” del postmoderno a categorie più “solide”;
- il Noviziato viene comunque visto come lo spartiacque tra un prima e un poi proprio grazie al suo
essere “tempo della prova”;
- è importante riprendere il discorso sulla rilettura delle priorità in modo dinamico;
- va chiarito che le fraternità nelle quali inserire i giovani in formazione sono quelle a forte
progettualità e carismaticamente significative.
Emergono anche alcune perplessità da parte di qualche Ministro:
- sul rischio di pensare che il prolungamento del discernimento o del Postulato possa risolvere
automaticamente i problemi emersi in questi anni,
- sul far coincidere FAV e Postulato nello stesso luogo;
- sul ritenere il tempo della professione temporanea come tempo di maturazione anziché di
discernimento, dato che è un tempo di “scelta aperta”.
Fr. Franco Mirri sottolinea infine che il Segretariato FES chiede integrazioni per poter
approfondire ulteriormente e che il progetto formativo sembra comunque richiedere un allungamento del
tempo del discernimento. È importante anche che ci sia un luogo stabile di confronto tra i formatori e i
Maestri, e questo è – in gran parte – proprio il Segretariato.
4
2. Incontro col Coordinatore ME
Introdotto da fr. Francesco B., fr. Federico Righetti presenta il lavoro del Coordinamento Missioni
ed Evangelizzazione (CMEV). Il Coordinamento si è ritrovato due volte. Il mandato era quello di portare
avanti le proposte emerse ad Armeno, individuare i possibili coordinatori di settore e aiutarli a cominciare
il proprio lavoro, chiarire se l‟assistenza OFS fa parte dell‟CMEV e lavorare sul progetto per le due nuove
fraternità (“Fraternità inserita” e “Fraternità per le Missioni al Popolo”).
Tutti i settori sono riusciti a ritrovarsi due volte, sono stati loro suggeriti obiettivi minimi per l‟inizio
(conoscersi, descrivere l‟esistente e cominciare a riflettere sulla propria azione pastorale in prospettiva
futura). Gli incontri hanno prodotto delle schede di presentazione delle varie realtà e schede sinottiche.
Si è poi tentato con Diathesis di individuare una griglia aperta per aiutare i coordinatori e i settori a
lavorare in chiave progettuale. Gli incontri sono stati positivi seppur con presenza discontinua.
I Ministri esprimono apprezzamento per il lavoro svolto nel corso di quest‟anno dal Coordinatore
di quest‟area e dai coordinatori dei singoli settori, fanno alcune considerazioni ed osservazioni relative ai
singoli settori, infine formulano un‟ipotesi di composizione del Segretariato unico per le Missioni e
l‟Evangelizzazione:
o Un Segretario:
o I coordinatori/delegati dei 5 settori (parrocchie, santuari, carità, missioni Ad Gentes,
missioni al popolo)
o 2 frati nominati dal Collegio dei Ministri
3. Mappatura: schema IL per l’Assemblea di Assisi; mappatura sui servizi interni
Fr. Francesco B. dà la parola a Diathesis che introduce il testo preparato in vista dell‟Assemblea
di Assisi 2011.
Ci si confronta:
- su cosa inserire tra le questioni su cui deliberare, esprimere osservazioni, informare;
- su come impostare la giornata col Ministro generale;
- sui chiarimenti e le indicazioni a Diathesis per correggere l‟IL;
- sull‟opportunità di affiancare a fr. Giuseppe Maffeis (MI) un aiuto Segretario per l‟Assemblea.
Terminata questa parte fr. Francesco B. ringrazia Enrico Delama e Maurizio Serofilli di Diathes e
li congeda.
4. Comunicazioni sul Capitolo provinciale di TN e il Consiglio plenario di GE
Fr. Francesco P. e fr. Mario V. danno comunicazione su quanto il Capitolo di Trento e il Consiglio
plenario di Genova hanno deciso riguardo al cammino verso la nuova Entità.
5. Capitolo delle stuoie (10-12 aprile 2012)
Si dà lettura del verbale inviato da fr. Fabio Piasentin coordinatore della FoPe interprovinciale. Si
prevede di invitare il Ministro generale, che si è reso disponibile per l‟11 aprile.
5
Per ora il titolo proposto per il Capitolo è “Regola e vita: l‟attualità del Vangelo”. Durante la
prossima Assemblea dei guardiani sarà opportuno trovare uno spazio per presentare il Capitolo delle
Stuoie e consegnare una scheda per l‟iscrizione dei frati.
6. Under 10
E‟ stata costituita la Commissione Under 10, che si è incontrata con i delegati delle Province per
programmare a livello interprovinciale il cammino per il prossimo anno.
- L‟incontro degli Under 10 si terrà dall‟1-3 dicembre 2011;
- gli esercizi spirituali saranno dal 27 febbraio al 2 marzo 2012 a Rezzato, animati da fr. Pietro
Maranesi ofmcapp.
Al termine di questa presentazione del verbale il Collegio dei Ministri decide di nominare fr. Fabio
Piasentin Moderatore Interprovinciale per la Formazione Permanente, mentre nelle Province rimangono i
moderatori Fo.Pe. come suoi collaboratori a livello locale. Placet omnibus.
7. Varie:
Al termine vengono prese in considerazione alcune “varie”, tra le quali fr. Antonio S. ricorda che
l‟avviso per la settimana fitness è stato già inviato ai Guardiani e che ci sono 25 posti in tutto.
L‟incontro si conclude alla ore 17.17 con l‟agimus tibi gratias
Il verbalista
Fr. Francesco Patton
6
VITA DELLA PROVINCIA
XX CONGRESSO DEFINITORIALE
Castelveccana (VA), 20-24 Giugno 2011
Il Definitorio si è riunito a Castelveccana (Lago Maggiore)
presso la Villa Immacolata, dal 20 al 24 giugno u.s., per vivere il
tempo forte della revisione e della programmazione.
Il Ministro aggiorna il Definitorio circa gli eventi significativi
dell‟ultimo periodo. Il 20 Maggio u.s. a Verona ha presieduto la
celebrazione eucaristica nella quale sono stati conferiti i ministeri del
lettorato a fr. Gabriele Dall‟Acqua e fr. Simone Menoni. Si fa memoria
grata anche dell‟ordinazione sacerdotale di fr. Raffaele Casiraghi
avvenuta l‟11 giugno u.s. nel Duomo di Milano.
Nei mesi di maggio e di giugno fr. Francesco ha visitato
diverse fraternità ed ha incontrato personalmente molti frati. Il 22
maggio è stato a Monza; il 24 maggio ha visitato il monastero delle
Clarisse di Bergamo, l‟8 giugno i monasteri di Bienno e di Lovere e il
18 giugno quello di Lugano. Sono stati tutti interessanti incontri di
conoscenza e di condivisione del cammino e della vita dei monasteri
e della provincia. Il 25 maggio il Ministro Provinciale ha visitato i
malati dell‟infermeria di Sabbioncello, trovandoli in buone condizioni.
Il 1 giugno ha visitato Rezzato e il 2 giugno la fraternità degli Spedali
Civili; il 4 giugno è stato a Busto Arsizio. Il 6 giugno il Ministro è stato
a s. Angelo, il 9 giugno a Cividino e il 15 giugno a Cermenate per
presentare la mappatura della Provincia e per l‟incontro personale con tutti i frati. Il 16 giugno a Verona
si è tenuto il Consiglio di Presidenza dello STISB. Al fine di favorire l‟inserimento dei laici e dei frati
residenti in fraternità diverse da s. Bernardino si è deciso il cambio dell'orario delle lezioni (dal lunedì al
giovedì con 5 ore giornaliere). Il nuovo orario entrerà in vigore ad experimentum nell‟anno accademico
2012-2013.
Fr. Francesco dice che coniugare l‟ascolto con una linea ferma rispetto ai valori della nostra vita
e alle decisioni prese non è sempre facile, ma è una strada che porta frutto e garantisce la comunione.
Ricorda l‟importanza di distinguere le reazioni di fronte alle singole scelte dal rapporto personale con il
fratello.
Si ricorda inoltre che fr. Francesco Metelli ha organizzato una serie di iniziative in occasione del
centenario di ordinazione sacerdotale del servo di Dio fr. Ireneo Mazzotti: il 4 giugno a Ome (BS), il 5
giugno a Cologne (BS) e il 10 giugno in Duomo a Milano. Le celebrazioni hanno visto una buona
partecipazione di popolo, si attendono sviluppi per la
causa di beatificazione.
Si dedica poi ampio spazio per una
condivisione fraterna e sincera su come ciascuno si
sente nel ruolo affidato e come si sente nel rapporto
con gli altri membri del Definitorio.
Si verificano punto per punto gli orientamenti e
le delibere del XXXVII Capitolo Provinciale u.s.
analizzando quanto è stato possibile realizzare e
quanto ancora rimane da compiere. Ci si sofferma in
modo particolare sulla Formazione Permanente e sul
lavoro della Mappatura.
7
Il Definitorio cerca di dare una lettura spirituale del
vissuto della Provincia, in particolare concentrandosi sul
processo di ridimensionamento in atto. Si sottolinea che la
significatività e il ridimensionamento devono andare di pari
passo con una reale riqualificazione della vita (un numero
sufficiente di fratelli, impegni adeguati alle forze, responsabilità
condivise...). Il ridimensionamento da solo non è la soluzione
dei problemi. Ci deve essere un carico di fiducia e di speranza
per il rilancio nel futuro, pur sapendo che le chiusure sono
sofferenza per tutti. Ci si chiede: non è possibile vivere questo
ridimensionamento come un passaggio pasquale (come il
chicco che muore)? non è possibile vivere questo
cambiamento forzato come una “liberazione”? la minorità a cui
ci costringe il piccolo numero non è un modo per ritornare ad una maggiore fedeltà alla nostra
vocazione? Ci si dovrebbe richiamare maggiormente a questa lettura spirituale per non correre il rischio
di lasciarsi travolgere esclusivamente dalle decisioni da prendere. E' importante tenere uniti il cammino
spirituale con le scelte concrete ed operative.
La difficoltà a mettere a fuoco il processo di riduzione e di riqualificazione è forse legata anche ad
un certo affanno. Si fa fatica a fermarsi e a dirsi che dobbiamo cambiare qualche cosa nel nostro stile di
vita, questo è ciò che impedisce lo slancio. E‟ importante anche una conversione alla minorità, cioè ai
piccoli numeri (alcune fraternità non sono più quelle dinamiche di una volta). Si deve consentire ai frati
anche di fare di meno per riservare luoghi di progettualità. Il Definitorio dovrebbe assicurare questi spazi
per aiutare i frati a dare una lettura spirituale del vissuto. Si potrebbe pensare a qualche cosa di
significativo nella Fo.Pe.
Si prendono poi in considerazione le singole fraternità, i diversi casi personali, gli uffici e gli
incarichi provinciali e si verifica la sostenibilità delle diverse
situazioni. Si ipotizzano alcuni trasferimenti e cambi di incarichi.
Si passa poi alla programmazione del prossimo anno
pastorale cercando di integrare i numerosi appuntamenti
provinciali ed interprovinciali (il calendario dettagliato verrà
consegnato unitamente alle carte di famiglia). Si incomincia ad
abbozzare l‟organizzazione della visita canonica.
Si leggono le relazioni dei frati in formazione e si
ammettono i professi temporanei al rinnovo dei voti, che sarà il
30 Agosto a Cavallino (VE) durante la celebrazione eucaristica
presieduta da fr. Antonio Scabio, Ministro Provinciale delegato.
A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen!
8
TESTIMONIANZE DI VITA FRATERNA
FR. CARMELO CONFALONIERI,
90 anni e una vita in convento: “Merito di Dio”
a cura di Elisa Denti - VAOL.it 8 giugno 2011
Lunedì 13 giugno una giornata per festeggiare i lunghi
anni di servizio di parroci e frati dell'Alto Lago. Per la Festa di S.
Antonio - lunedì 13 giugno - si celebreranno gli anniversari di
ordinazione di molti religiosi dell‟Alto Lago. Quattro parroci e tre
frati festeggeranno insieme la ricorrenza di una data importante
nelle loro vite.
GLI ANNIVERSARI
20 anni di sacerdozio è il traguardo raggiunto da don
Giampaolo Cozzi (parroco di Musso) e 25 per padre Arturo
Busetti (penitenziere del convento francescano di Dongo). A
festeggiare i 45 anni d‟attività saranno don Rocco Acquistapace
(parroco di Gera Lario) e padre Fabio Illuminato Colombo (guardiano del convento di Dongo). In cima
alla lista delle ricorrenze stanno don Franco Broggi (cappellano della Casa Albergo “Moriggia Pelascini”
di Gravedona), con 60 anni di sacerdozio sulle spalle, e due veterani che celebrano il loro 65°: don Luigi
Bianchi (parroco emerito di Gera Lario) e padre Carmelo Confalonieri.
Padre Carmelo Confalonieri
PADRE CARMELO
Oggi padre Carmelo ha 90 anni e una vita spesa tutta in convento. Originario di Seregno (MI),
entra nel Seminario di Saiano (BS) all‟età di 11 anni. “Scelsi l‟ordine francescano per via di un mio zio
frate. L‟esempio influisce tantissimo e dà spesso l‟avvio a quella che poi sarà la tua strada”. Dopo il
seminario ha vissuto in diversi conventi: a Bergamo, Merate, Busto Arsizio, Milano, e infine il convento
francescano di Dongo. “Qui mi sono sempre trovato benissimo. Apprezzo in particolar modo i benefici
effluvi lacustri”, ha aggiunto ridendo.
LA VITA IN CONVENTO
La vita di un frate francescano si divide in servizi religiosi all‟interno del convento, e servizi esterni
in aiuto alle parrocchie vicine. È vita di comunità, fatta di condivisione, sia dei beni che dei malanni e dei
momenti difficili. «Ciò che apprezzo di più della regola francescana è il distacco dal mondo: il
francescano non possiede nulla. S. Francesco è stato il santo più povero di tutti. Cerchiamo di vivere nel
suo esempio. Lui è stato il più grande. Si dice che Gesù ha costruito la Chiesa, e S. Francesco l‟ha
restaurata».
FIDUCIA IN DIO
«Non ho mai avuto dubbi sulla scelta di questo ordine, né prima, né dopo. D‟altronde non si può
vivere come farfalle che volano di qua e di là. Bisogna essere decisi nella vita. Momenti difficili ce ne
sono stati, ma qualunque vita, qualunque scelta ne ha. È normale. Il segreto sta tutto nell‟avere sempre
fiducia in Dio». Sui 65 anni di vita monastica padre Carmelo semplicemente sorride: «È Lui che ha
voluto concedermi tanto tempo. Come dire, è affar suo! I suoi progetti sono misteriosi. Io mi adeguo alla
sua volontà e prendo ciò che viene. Grato per ogni cosa».
LA GIORNATA
L‟appuntamento è per lunedì 13 giugno al Santuario della “Madonna
delle Lacrime” di Dongo. Ore 8:00 S. Messa e benedizione del pane; ore 10:30
S. Messa solenne concelebrata dal clero della zona. Ore 16:00 benedizione dei
bambini. Ore 20:30 processione per le vie di Dongo con la statua del Santo,
presieduta dal parroco di Dongo don Francesco Saccomani ed accompagnata
dalla Banda del paese che, al termine, terrà un concerto. Presso il salone
attiguo al Convento è allestita la tradizionale pesca di beneficenza.
9
Venti anni fa
f.p.g.
Sono nato venti anni fa,
il giorno dell‟ordinazione sacerdotale.
Vita gioiosamente sconvolta,
mai più come prima,
nonostante il peccato,
sempre lo stesso,
di pensare di bastare a me stesso.
Dura la roccia
si scioglie alla goccia d‟acqua,
del balsamo dell‟amore
di un Dio ancor più, di madre.
Così mi arrendo,
dolcemente impotente
navigando nel mare
di un immenso affetto.
Ancor più mi duole, allora,
la mia infedeltà,
la mancanza di coraggio,
di fronte alla tentazione.
Così avviene,
mentre Tu doni tutto a me,
che l‟amor proprio mi freni,
per la paura di perdere la faccia per Te.
Ti ringrazio Signore,
per la tua folle fedeltà,
al di là di ogni merito,
al di fuori di ogni pensiero.
10
DAI MONASTERI
VISITA ALLE SORELLE CLARISSE DI CADEMARIO (LUGANO)
18 Giugno 2011
Il 18 giugno u.s., nel V anniversario dell‟erezione canonica del nostro
monastero, abbiamo avuto la visita del Ministro, fr. Francesco, accompagnato
dal suo segretario, fr Giuseppe.
Al mattino a colazione, ci chiedevamo tra noi Sorelle come vivere questa
giornata con il Ministro – era la prima volta che potevamo disporre di tanto
tempo - e ci sembrava bello ed importante poterla “sfruttare” bene: un‟occasione
per farci conoscere, per raccontargli un po‟ di noi e del nostro cammino ed
anche per ascoltare i passi della Provincia e del cammino verso
l‟interprovincialità.
Così abbiamo deciso di fargli una breve cronologia delle tappe più
importanti di questi nostri diciannove anni in terra ticinese e delle priorità che
abbiamo focalizzato cammin facendo, lasciando poi spazio a ciascuna sorella di
sottolineare e arricchire un particolare della nostra storia.
Fr. Francesco ci ha chiesto di verbalizzare e di mandare il tutto a fr. Giuseppe per il Notiziario per
rendere partecipe del nostro percorso fraterno anche i frati della Provincia: obbediamo!
Nel 1992 quattro sorelle partono dal Monastero di S. Erminio/Perugia.
Dopo cinque anni si rende necessario un cambio nella piccola fraternità: il passaggio da un
numero grande di sorelle ad uno più piccolo comporta sempre, insieme ad orizzonti nuovi ed inaspettati,
non poche fatiche e difficoltà; così, a gennaio del 1997, partono tre sorelle nuove da Perugia che si
uniscono alle due rimaste del precedente gruppo.
Una novità nella continuità, un‟unità nella diversità. Questa “formula” accompagnerà sempre il
nostro percorso fraterno.
Dal 1998 al 1999 per nove mesi la comunità si trasferisce al monastero S. Giuseppe di Lugano,
dove sei Sorelle Cappuccine hanno chiesto di potersi unire a noi. L‟esperienza non ha seguito e noi
cinque Sorelle insieme alla nostra novizia ritorniamo a Cademario.
Inizia la ricerca di una casa più grande.
11
Al termine del 1999 due sorelle per motivi diversi ritornano a
Perugia. Per il “piccolo resto” inizia un tempo particolarmente pesante e
impegnativo, nel quale con l‟aiuto del Signore e di alcune persone
veniamo sostenute a perseverare e a crescere nella fede e
nell‟affidamento al Signore.
Tra il 2000 e il 2005 entrano cinque giovani vocazioni. Di queste
tre tornano a casa (due novizie del secondo anno e una professa
temporanea del terzo anno).
Nel 2005 chiediamo alla Santa Sede l‟anticipazione dell‟erezione
canonica per poter iniziare le pratiche per l‟ampliamento e la
ristrutturazione della casa. Senza il riconoscimento della santa Sede e
dello Stato ticinese non è possibile costruire qui in Svizzera.
Il Comune di Cademario ci permette di poter ampliare la casa
rendendo zona edificabile un pezzo del terreno agricolo. Il Vescovo,
dietro richiesta della Madre Abbadessa di Perugia e del Provinciale, ci
regala la casa di Cademario appartenuta alle Sorelle Cappuccine.
Il 18 giugno 2006 il Monastero Santi Francesco e Chiara viene eretto canonicamente e noi
chiediamo la giurisdizione del Primo Ordine.
Il 4 luglio celebriamo il primo Capitolo Elettivo. Come nostra prima Vicaria eleggiamo la prima
figlia della Fondazione…. Un passo forte che ci pone sull‟onda di un grande cammino comunitario.
Nel luglio 2008 ci trasferiamo al Monastero Giuseppe di Lugano rimasto nel frattempo vuoto e
che il Vescovo ci offre come dimora per il tempo necessario dei lavori a Cademario.
Il 16 luglio alla presenza di p. Roberto Ferrari celebriamo il nostro secondo Capitolo elettivo.
Rinnoviamo il discretorio inserendo come Vicaria la prima Responsabile della Fondazione del „92 e
come discreta un giovane professa solenne.
Nel 2009 a settembre, a distanza di una settimana dall‟uscita di una delle due Professe
temporanee entra una giovane che inizia il cammino di probandato.
Dopo varie peripezie tra settembre e ottobre 2010 iniziano finalmente i lavori a Cademario.
Ed arriviamo ai nostri giorni.
Le priorità che ci siamo date in questi anni sono:
o
o
o
L‟unità tra di noi. Unità già donata dal Signore, ma che ogni giorno e più volte al giorno chiede di
essere mendicata; unità nella diversità, perché in Cristo questo è possibile e perché il mondo non
chiede altro da noi oggi come testimonianza e come miracolo di una nuova rinascita per ciascuna
di noi e per tutti.
Un lavoro educativo-formativo attento alle giovani che entrano e alle sorelle che da poco o tanto
stanno camminando nella nostra Forma di Vita; uno sguardo attento ai segni dei tempi e a ciò
che la Chiesa ci chiede attraverso la nostra vocazione.
Rapporto tra corresponsabilità - dipendenza - autonomia. Un percorso nell‟organizzazione
fraterna verso la stesura degli Statuti particolari.
o Missione di ascolto e di accoglienza del mondo e delle povertà di oggi.
o Rapporto con il I e III Ordine francescano e la nostra Dicesi.
o Costruzione della nostra casa di Cademario.
Ciò che ci attende:
 Rientro a Cademario fine 2012/ inizio 2013,
 Capitolo posticipato a luglio 2013,
 Scelta della Federazione.
Chiedendovi di accompagnare i passi di questa nostra piccola
fraternità, assicuriamo a tutti voi il nostro ricordo al Signore.
In comunione
Le Sorelle di Cademario
12
PROFESSIONE DI SR. RITA MARIA
MONASTERO DI BERGAMO
19 Giugno 2011
“Per divina ispirazione vi siete fatte
Figlie e ancelle dell‟altissimo sommo Re, il Padre
celeste,
e vi siete sposate allo Spirito Santo,
scegliendo di vivere secondo la perfezione del Santo
Vangelo”.
San Francesco a santa Chiara
L‟intuizione carismatica che il p. san Francesco
ha sinteticamente consegnato alla madre santa Chiara,
è stata accolta a piene mani anche dalla nostra sorella
suor Rita Maria del Cuore di Gesù, mediante la professione dei consigli evangelici celebrata nella
solennità liturgica della SS. Trinità, domenica 19 giugno.
La solenne eucarestia, concelebrata da alcuni sacerdoti amici della nostra fraternità, è stata
presieduta dal nostro padre assistente fra Stefano Dallarda che, durante l‟omelia, ha invitato la
candidata a comprendere il grande valore della vocazione ricevuta partendo dal Mistero di Dio Trinità,
comunione d‟amore che genera e offre pienezza di vita.
Citando alcuni simpatici aspetti propri dell‟indole di questa nostra sorella, fra Stefano ha invitato
suor Rita Maria a mettersi totalmente nelle mani di Dio e della fraternità perché possa realizzarsi
nuovamente e realmente l‟esortazione del padre san Francesco: “…nulla, dunque di te, trattieni per te,
affinché tutta e per intero, ti accolga Colui che tutto a te si offre”.
Così suor Rita Maria, con cuore colmo di gioia e di gratitudine, sostenuta e accompagnata
dall‟affetto orante di tutta la fraternità riunita per l‟occasione in presbiterio, dai familiari commossi e
trepidanti giunti dalla lontana Calabria, dalla vicinanza fraterna di tanti amici e benefattori, ha deposto la
propria esistenza nel cuore stesso della Trinità, unendo l‟offerta della propria vita a quella perfetta del
Signore Gesù, in sacrificio di lode e in rendimento di grazie.
Immediata, oseremmo dire spontanea, è stata da parte di tutti i partecipanti la comprensione
dell‟evento celebrato: il contesto di cordiale semplicità e di viva familiarità, percepito “a fior di pelle”, ha
suscitato stupore, ammirazione e tanta gratitudine al Signore.
Ora la neo professa, rivestita del velo nero, segno della consacrazione, continua il suo cammino
alla sequela del Crocifisso povero, sull‟esempio del padre san Francesco e della madre santa Chiara,
sostenuta anche dalla vicinanza di tutte le sorelle.
La fedeltà del Padre non mancherà certamente di portare a compimento, secondo il suo disegno,
l‟opera da Lui iniziata.
Buon cammino suor Rita Maria! “Avanza confidente, lieta e sollecita… non cada mai dalla tua
mente il ricordo di Lui”.
Le sorelle di Bergamo
13
DALLA POSTULAZIONE DEI SANTI
CRONACA DELLE CELEBRAZIONI
PER IL I CENTENARIO
DELL’ORDINAZIONE SACERDOTALE
DI
PADRE IRENEO MAZZOTTI OFM
Ome, Sabato 4 giugno 2011
Le celebrazioni per il I Centenario dell‟Ordinazione del Servo di Dio Padre Ireneo Mazzotti hanno
avuto inizio alle ore 17.00 nel Cimitero di Ome dinanzi alla Cappella della Piccola Famiglia Francescana
(PFF) con una commovente Liturgia della Parola presieduta da Mons. Ruggero Borboni. All‟inizio della
celebrazione la Presidente Centrale, Assunta Della Volpe, ha salutato i convenuti ed il Sindaco di Ome,
Dott. Aurelio Filippi, a nome dell‟Amministrazione comunale, ha dato il benvenuto ai presenti ricordando
come anch‟egli da ragazzo abbia conosciuto Padre Ireneo. Mons. Borboni nel suo intervento ha
sottolineato la dignità del sacerdozio all‟interno del mistero della Chiesa. Padre Ireneo ha vissuto in
pienezza la sua vocazione sacerdotale spendendosi generosamente per il bene delle anime.
Monsignore ha ricordato, inoltre, la cara figura della Serva di Dio Antonietta Lesino che con la sua
squisita carità è stata l‟angelo della parrocchia nonché la generosa custode del Cenacolo francescano di
Ome. Al termine della celebrazione è stata benedetta la “Memoria” dei due Servi di Dio che rimarrà
come segno e richiamo della loro santità per tutti gli abitanti di Ome per tutti i devoti di Padre Ireneo e di
Antonietta.
il Servo di Dio
la Serva di Dio
Padre Ireneo Mazzotti
Antonietta Lesino
Cologne 1887 – Ome 1976
Milano 1897 – Brescia 1962
sostiene e benedice
Sorella
della Piccola Famiglia
Francescana
la Piccola Famiglia Francescana
Angelo delle famiglie di Ome
e la Comunità di Ome
accompagna
il nostro cammino di fede
14
Alle 18.00 nella chiesa parrocchiale si è celebrata la Santa
Messa, presieduta da fr. Francesco Metelli. Concelebravano
Mons. Borboni, il parroco Don Gigi, i due sacerdoti residenti a
Ome, Don Lorenzo e Don Mino, Fr. Rocco Barbariga e Fr. Renato
Delbono.
All‟inizio della celebrazione, dopo il saluto della Presidente
Centrale, sono stati portati all‟altare:
la stola sacerdotale – che poi è stata lasciata in dono alla
parrocchia – che ci ricorda la fedeltà di Padre Ireneo alla sua
vocazione di ministro del Signore;
il grembiule che ricorda il servizio prestato con generosità e umiltà da Antonietta a tutte le sorelle
nel Cenacolo e ai concittadini di Ome;
le Costituzioni della Piccola Famiglia Francescana che sono l‟impegno di vita che Padre Ireneo
ha indicato e che Antonietta ha vissuto pienamente; un impegno che anche oggi le sorelle sono
chiamate a realizzare e che viene riassunto dalla Confondatrice, Vincenza Stroppa, in questa frase:
“vivere la vita di unione con Dio, nella cella dell‟anima, in mezzo al mondo”.
Nell‟omelia il celebrante ha richiamato la testimonianza evangelica dei due Servi di Dio che hanno
onorato con la loro presenza la comunità di Ome la quale deve essere santamente orgogliosa di avere
due intercessori presso Dio.
La serata si è conclusa al Cenacolo con una gioiosa e fraterna cena per tutte le sorelle presenti e
per i sacerdoti e le autorità di Ome durante la quale la presidente Centrale ha ringraziato tutti coloro che
hanno reso possibile questa giornata commemorativa.
OMELIA DI FR. FRANCESCO METELLI
Parrocchia di Ome, 4 giugno 2011 - Vigilia dell’Ascensione
Il Signore vi dia pace!
Un antico Inno (VIII - IX sec.) che celebra i Santi Apostoli Pietro e Paolo nel giorno della loro
festa, così canta: “O Roma felice che sei imporporata del prezioso sangue di così grandi principi non
per tua lode, ma per i loro meriti sovrasti ogni bellezza del mondo” (Primi Vespri, Inno).
Anche noi questa sera possiamo dire con entusiasmo “Ome felice che sei stata arricchita dalla
limpida fede di Padre Ireneo e di Antonietta Lesino non per tua lode ma per i meriti di questi due
testimoni risplendi di bellezza!”. Felice tu, o comunità di Ome, che hai avuto in dono la presenza paterna
del Servo di Dio, Padre Ireneo, il quale è passato in mezzo a te facendo del bene. Felice questa
comunità che è stata visitata da un angelo buono, pieno di materne attenzioni verso tutti, la Serva di Dio
Antonietta Lesino. Felice questa comunità che custodisce le spoglie mortali di ambedue i tenaci e fedeli
seguaci di Gesù povero e crocifisso: come San Francesco, che avevano scelto a modello, hanno tutto
abbandonato con gioia per dedicarsi interamente al Regno di Dio.
La nostra gratitudine nella festa dell‟Ascensione
Sia Padre Ireneo che Antonietta hanno fatto proprio il comando del Signore che, prima di salire al
cielo invia gli apostoli ad annunciare il Vangelo a tutte le genti. Hanno lavorato senza risparmio di
energie e di fatica, hanno sopportato molte prove e lottato pur di non venir meno alla missione ricevuta
dal Signore.
Padre Ireneo ha predicato il Vangelo per tutta la sua lunga vita, ha celebrato i divini misteri, ha
confessato, consigliato e consolato sempre. Anche qui in mezzo a voi, attento a soddisfare ogni
desiderio del parroco e della comunità. E proprio ad Ome ha lavorato duramente per costruire il
Cenacolo ed ancor più per edificare e consolidare la Piccola Famiglia Francescana sull‟ideale di
consacrazione nel mondo che era stato ispirato dall‟Alto alla prima sorella, Vincenza Stroppa.
Antonietta Lesino è approdata ad Ome con l‟apertura della prima casa della Piccola Famiglia (11
ottobre 1950) dopo un lungo itinerario di prove e tribolazioni sopportate con francescana letizia. Rimasta
senza genitori, persa la casa sotto i bombardamenti, provata da una strana e lunga malattia, si
consegna totalmente alla Provvidenza di Dio che la vuole, attraverso Padre Ireneo, in frazione Valle, in
15
quel rudere tutto da sistemare che diventerà il Cenacolo Francescano Maria Assunta. Freddo, fame,
fatica non la spaventano perché vuole sempre e solo obbedire e fare la volontà di Dio.
Entrambi i Servi di Dio hanno potuto camminare sulla via della santità confortati dalla
rassicurante parola di Gesù che anche noi abbiamo sentito oggi: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino
alla fine del mondo”. La presenza del Signore, la certezza di essere da lui accompagnati nel cammino
della vita, la garanzia del suo amore che non viene mai meno hanno sostenuto il percorso di Padre
Ireneo e di Antonietta. Certamente chi ha vissuto con loro, e molti Omesi, possono testimoniare che
Padre Ireneo e Antonietta sono stati come i due discepoli di Emmaus e si sono lasciati ardere il cuore
dal loro compagno di viaggio, il Signore Gesù, il quale li ha condotti ad una piena amicizia con Lui e li ha
resi testimoni e annunciatori entusiasti del suo messaggio d‟amore.
I cento anni di Ordinazione sacerdotale
Ricordiamo in particolare stasera i 100 anni dell‟Ordinazione sacerdotale di Padre Ireneo. Egli
veniva consacrato il 10 giugno 1911 nel Duomo di Milano dal Beato Card. Andrea Carlo Ferrari. Padre
Ireneo visse il suo sacerdozio con entusiasmo e grande responsabilità prestandosi senza riserve a
molteplici impegni pastorali che lo videro protagonista generoso nel diffondere il messaggio evangelico e
nel soccorrere tutti nelle loro necessità. Ebbe una speciale predilezione per i poveri e gli ultimi. La sua
bisaccia era sempre ricca di qualcosa da poter donare a chi era nel bisogno. Magari aveva rinunciato a
parte del suo cibo quotidiano per destinarlo ad altri. Anche le prime sorelle del Cenacolo usufruirono
della sua generosità poiché, non sembra vero, ma “facevano la fame”! Anche ai “fratelli ladroni” lasciava
libero spazio di prelevare dal suo armadio indumenti e quant‟altro perché – diceva – erano più poveri di
lui. La sua compassione verso gli ammalati non aveva confini.
Per capire in profondità Padre Ireneo, sacerdote del Signore, dobbiamo considerare la sua
preghiera personale e comunitaria: la sua grande cura e attenzione nel preparare e guidare le
celebrazioni esprimono il suo amore alla liturgia ed in particolare all‟Eucaristia. Nella celebrazione della
Santa Messa Padre Ireneo si trasfigurava non per particolari eccessi mistici – la celebrazione del rito
era, infatti, sobria e lineare –, ma per un particolare trasporto “affettivo” verso il mistero celebrato che
coinvolgeva tutti i partecipanti. Padre Ireneo estendeva a tutta la giornata l‟incontro con Gesù
eucaristico. Il suo pensiero si rifugiava frequentemente in Dio con fugaci atti d‟amore, d‟implorazione, di
memoria. Nella sua giornata c‟era, appena possibile, lo spazio per la visita eucaristica, e alle sorelle
scriveva: “Sia anche per noi, il S. Tabernacolo, il mistico focolare dove l‟anima si riscalda al fuoco
dell‟amore di Dio” (VB, 240). Aveva un rapporto tenero e confidenziale con il Signore che esprimeva con
estrema semplicità e naturalezza: era questa, forse, la sua predica più eloquente. Era stato visto alla
sera, ad esempio, nella penombra della chiesa quando pensava di essere solo, accostarsi al
tabernacolo e baciarlo come farebbe un bambino e sussurrare: “Buona notte Gesù!”. Non possono non
venirci alla mente le parole del Signore: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai
nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso
nella tua benevolenza” (Mt 11,25-26)
Lo stesso tenero amore Padre Ireneo lo riservava alla Madre di Dio, la Vergine Maria. A lei
sempre si rivolgeva chiamandola semplicemente “Mamma” ed affidando a lei tutto se stesso e la Piccola
Famiglia Francescana poiché Lei e Gesù “che mi avevano preservato dalla morte nella mia prima
infanzia, e che mi avevano costretto a entrare in convento e preservato più volte dalla morte, così vollero
che rimanessi a Brescia per farmi incontrare, nel 1929, con Stroppa Vincenza e poi con Tagliavini e
Mombelli Giuseppina, e con loro iniziare l‟opera alla quale Gesù e Mamma mi avevano destinato”, la
Piccola Famiglia, appunto.
Tutte le testimonianze raccolte su Padre Ireneo, e non solo quelle del Processo diocesano per la
Causa di Beatificazione, sono concordi nel sottolineare la grande paternità sacerdotale che si
nascondeva sotto una scorza di ruvidezza e di severità.
Il suo desiderio di essere un sacerdote del Signore bene viene espresso da alcune frasi del suo
Diario annotate negli ultimi anni della sua vita. Le riportiamo perché valgono più di tante nostre parole:
“O Gesù, Sacerdote santo, che possiedi nella sua pienezza lo spirito sacerdotale, effondilo in me
abbondantemente e non permettere che mai si indebolisca nella mia anima” (13/3/70, p. 133). “O Gesù,
16
aiutami a diventare un religioso e un sacerdote quale tu mi vuoi nei tuoi piani di salvezza e tale che Tu
possa adoperarmi in pieno nell‟opera della redenzione delle anime! Amen!” (9/1/73, p. 138).
Conclusione
Ambrogio, il grande vescovo di Milano, quando ritrova i corpi dei due martiri Gervasio e Protasio
(tra l‟altro sono i Patroni della parrocchia di Cologne!), dopo aver ringraziato il Signore Gesù per aver
donato alla Chiesa degli intercessori così potenti esclama: “Tali difensori io desidero, tali soldati ho con
me; non soldati del mondo, ma soldati di Cristo. Per tali difensori nessuna invidia io temo perché la loro
protezione è, quanto più potente, tanto più sicura” (Uff. Letture ambrosiano, 19 giugno).
Anche noi siamo “umilmente orgogliosi” di avere tali difensori che invochiamo come nostri intercessori
affinché la nostra vita possa risplendere della luce di Cristo. Al termine del nostro pellegrinaggio terreno
il Padre misericordioso ci conceda per i meriti e le preghiere di Padre Ireneo e di Antonietta Lesino di
raggiungere Gesù nostro capo nella gloria alla sua destra. Amen!
SALUTO DELLA PRESIDENTE CENTRALE
Cimitero di Ome, 4 giugno 2011
Ci troviamo oggi qui riuniti in questo luogo sacro, che ospita le spoglie della Serva di Dio
Antonietta Lesino, Sorella della PFF e che per 9 anni (dal 1976 al 1987) ha custodito quelle del Servo di
Dio Padre Ireneo Mazzotti, fondatore dell‟Istituto secolare, di diritto pontificio, Piccola Famiglia
Francescana, per commemorare queste due figure di francescani che hanno vissuto a Ome per lunghi
anni, quasi a diventarne cittadini. Il Padre Ireneo ora riposa nella cappella del Cenacolo dove è stato
traslato nel 1987
L‟occasione ci viene data dalle celebrazioni dei 100 anni di ordinazione presbiterale sacerdotale
del Padre Mazzotti, ricevuta nel Duomo di Milano il 10 giungo del 1911 dal Beato Card. Andrea Carlo
Ferrari.
Egli giunge a Ome nel 1950, assieme al alcune signorine già membri della “Piccola Famiglia
Francescana”, per trasformare un vecchia casa colonica, acquistata con fatica, in un piccolo Cenacolo
dove poter riunirsi per incontri di preghiera e di formazione. Sceglie quel rustico, soprattutto, perché si
trova vicino ad una Chiesa, la Chiesa di S. Lorenzo, in quanto lui, impegnato negli incarichi del suo
ministero, non poteva garantire alle sorelle la Santa Messa quotidiana. La sua presenza tuttavia si fa
sempre più frequente. Collabora attivamente per la ristrutturazione della casa e soprattutto del giardino e
dell‟orto. Chi l‟ha conosciuto in quegli anni lo ricorda girare per il porticato con in mano il rosario,
guidando una processione di sorelle o, ancor meglio, tirare la carriola, con un fazzolettone in testa per
ripararsi dal sole.
Il suo servizio sacerdotale non si limita all‟assistenza spirituale delle sorelle dell‟Istituto, ma si
rivolge subito anche ai parrocchiani di Ome. Appena può offre la sua collaborazione al Parroco per la
celebrazione della Santa Messa, ma in particolar modo si rende disponibile per il sacramento della
penitenza. C‟è ancor oggi chi ricorda di essersi confessato dal Padre.
La storia della sorella Antonietta Lesino si intreccia in modo mirabile con la vita del Cenacolo e con
la paternità del Padre Ireneo verso le sue figlie spirituali. In realtà sarà lei, assieme al Padre a sottoporsi
a tutte le fatiche che può comportare l‟organizzazione di quei pochi locali spogli e tutti da attrezzare. Non
si scoraggia e, sorretta dall‟entusiasmo del Fondatore e delle altre sorelle, mette tutta la sua disponibilità
e comincia a fare… di tutto.
Il Padre guida e accompagna questa meravigliosa
Sorella nella via della santità, soprattutto attraverso la
pratica dell‟obbedienza.
Di questo “angelo tutelare della Parrocchia”, come
ebbe a definirla il Parroco di Ome al suo funerale,
possiamo cogliere, dai molti episodi raccontati e vissuti
dalle sorelle, le più belle manifestazioni della carità,
dell‟umiltà, dell‟obbedienza e dello spirito di orazione. La
sua opera non si limita al servizio reso alle sue consorelle,
spesso inferme e agli ospiti al Cenacolo, ma si estende a
tutto il paese di Ome. La sua preparazione infermieristica
17
le permette di aiutare molte persone del paese, fino ad offrirsi per comporre le salme dei defunti.
A perenne ricordo di questi due Francescani, così diversi nei loro caratteri: rude e quasi burbero il
Padre, dolce, amorevole Antonietta, ma temprati alla scuola del serafico Padre San Francesco, vogliamo
oggi porre una MEMORIA, ovvero due iscrizioni, affinché chi visiterà questo Cimitero possa venire a
pregare ai piedi di questa tomba. Imploriamo da questi Servi di Dio la grazia di una vita santa che sappia
superare ogni sofferenza fisica, morale, familiare, di malattia o di contrarietà che l‟esistenza quotidiana ci
riserva. Lasciamo scritto ogni nostro bisogno o desiderio nel quaderno che troveremo sul leggio e che
sarà oggetto di preghiera da parte delle Sorelle residenti al Cenacolo e chiediamo a Padre Ireneo e ad
Antonietta di farsi interpreti presso Dio per ogni nostra esigenza spirituale e fisica, e perché no, anche
con un miracolo.
Cologne, Domenica 5 giugno 2011
Alle ore 11.00 il Ministro provinciale, Fr. Francesco Bravi, ha presieduto la celebrazione
eucaristica nella chiesa parrocchiale di Cologne. Concelebravano Fr. Rocco Barbariga, Fr. Renato
Delbono e Fr. Francesco Metelli. All‟inizio della celebrazione la Presidente Centrale ha dato il benvenuto
a tutti i presenti ed, in particolare, ad Ada e Vincenzo, nipoti del Servo di Dio, che 50 anni fa venivano
uniti in matrimonio proprio da Padre Ireneo. Nell‟omelia il Ministro provinciale ha posto in rilievo la figura
del Servo di Dio che nella sua famiglia e nella sua parrocchia ha attinto la fede ed ha maturato la
vocazione francescana e sacerdotale, una vocazione decisa e convinta che egli ha vissuto con
entusiasmo e responsabilità: “(Signore) posso dirti che, per la Tua grazia, non Ti ho mai voltato le spalle
e mai un istante mi sono pentito di averti scelto a Sposo dell‟anima mia” (VB, 208). Concludendo la sua
riflessione il celebrante ha richiamato l‟appello che Padre Ireneo spesso ripeteva a tutti: “Fatevi santi e
gran santi!”.
Al termine della celebrazione è stata benedetta la lapide commemorativa del I Centenario
dell‟Ordinazione che sarà posta nella chiesa del Cimitero di Cologne. Al centro della lapide risplende il
tondo in bronzo (diametro cm 40) preparato con sapienza d‟amore da padre Nazareno Panzeri che
raffigura il Servo di Dio. La Messa si è conclusa con i ringraziamenti della Presidente Centrale e con la
solenne benedizione. Le Suore francescane di Cologne hanno poi accolto nei locali dell‟Asilo le sorelle
della Piccola Famiglia Francescana, i frati, i nipoti e i pronipoti di Padre Ireneo per la mensa fraterna.
P.S.: Padre Ireneo, da buon brontolone colognese, certamente ha borbottato dal Paradiso per
queste feste in suo onore (lo faceva ad ogni anniversario quando era in vita!). Egli diceva di
aborrire le “lapidazioni” e, pertanto sia ad Ome durante le celebrazioni, sia a Cologne nel
pomeriggio, non si sa bene se per colpa sua, abbiamo avuto dei tremendi temporali: forse è il
suo modo di ringraziare!
18
Duomo di Milano Venerdì 10 giugno 2011
GIORNO ANNIVERSARIO DELL’ORDINAZIONE SACERDOTALE DI PADRE IRENEO
Con buon anticipo i fraticelli e le sorelle della Piccola Famiglia Francescana sono convenuti nel
Duomo di Milano per partecipare alla Messa delle ore 9.00 come stabilito da programma. La prima
sorpresa è stata quella di poter incontrare e salutare il Card. Dionigi Tettamanzi al termine della Messa
delle 8.00 da lui celebrata. Con francescana semplicità, nella “Cappella feriale” abbiamo iniziato la
nostra celebrazione presieduta da Mons. Angelo Mascheroni, vescovo ausiliare emerito.
Concelebravano fr. Francesco Bravi, Ministro provinciale, Fr. Giuseppe Maffeis, Segretario provinciale,
Fr. Rocco Barbariga, Fr. Ildefonso Sbrogiò, Fr. Gian Carlo Colombo, Fr. Massimo Cocchetti e Fr.
Francesco Metelli.
Il Ministro ha tenuto l‟omelia sottolineando l‟altissima stima che Padre Ireneo ha avuto nei
confronti della sua vocazione francescana e sacerdotale ed additando il Servo di Dio come modello da
imitare e da invocare perché ci ottenga la sua fede e la sua virtù. Il vescovo, al termine della
celebrazione, ha ringraziato per questo momento di preghiera ricordando che il prossimo 26 giugno
verranno proclamati Beati a Milano tre figli della Chiesa ambrosiana (Don Serafino Morazzone, Padre
Clemente Vismara e Suor Enrichetta Alfieri) e che la santità non ha confini di spazio e di tempo per cui
anche Padre Ireneo che qui è stato ordinato ed ha poi altrove svolto il suo ministero, entra nella schiera
degli amici di Dio che hanno speso la vita per il Regno. Terminata la celebrazione le sorelle della PFF si
sono trasformate in propagandiste dell‟Avvenire offrendone copia a coloro che avevano partecipato
all‟Eucaristia.
OMELIA DI FR. FRANCESCO BRAVI, MINISTRO PROVINCIALE
Duomo di Milano, 10 Giugno 2011
Il Signore vi dia pace!
Siamo alla soglia della Solennità di Pentecoste, compimento del tempo pasquale, in cui
l‟effusione dello Spirito Santo è il dono di Cristo, morto e risorto per noi. Questa vicinanza alla festa e il
desiderio di essa, vengono messi in risalto dalla sposa del Cantico che prepara l‟incontro con l‟Amato.
L‟attesa è finita, la Chiesa ritrova il suo Signore nel dono dello Spirito: Lui che ha sposato l‟umana natura
prendendo carne nel grembo della Vergine Maria, Lui che sulla Croce ha sigillato il patto nuziale con
l‟umanità, nel dono dello Spirito, invita la sua sposa, la Chiesa, alla gioia e alla festa. Gli apostoli,
durante l‟ultima Cena, mostrano tristezza poiché Gesù ha loro annunciato il suo ritorno al Padre e Gesù
li rassicura: è bene per voi che io me ne vada perché verrà a voi il Paraclito, lo Spirito consolatore che
ricolmerà il vostro cuore di gioia. “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia
sia piena” (Gv 15,11) aveva affermato Gesù poco prima e questa parola si realizzerà nel dono dello
Spirito che chiamerà tutte le genti e tutte le lingue alla festa del Regno.
Per noi, Frati Minori di Lombardia, e per le sorelle dell‟Istituto Secolare della Piccola Famiglia
Francescana la gioia del Signore risorto è arricchita oggi da un motivo particolare: il 10 giugno 1911 in
questo Duomo il Servo di Dio Padre Ireneo Mazzotti veniva consacrato sacerdote dal Beato Card.
Andrea Carlo Ferrari che per l‟imposizione delle mani – cioè il dono dello Spirito Santo – lo trasformava
in ministro della parola e dei sacramenti, testimone privilegiato dell‟Amore e della misericordia di Dio.
Padre Ireneo visse la gioia e l‟entusiasmo del sacerdozio non solo in quel giorno, ma per tutti i
giorni della sua lunga vita (quasi 90 anni!), anche nei momenti inevitabili della prova che per lui non sono
stati pochi. Esortando le sorelle della Piccola Famiglia Francescana a tenere alta la consapevolezza
della loro vocazione scriverà molti anni dopo: “Insisto, figlie mie in Cristo, in questa esortazione perché
colui che vi scrive, lui stesso, ha sperimentato, prima di voi, l‟efficacia di questa IDEA-FORZA, quando,
non ancora trentenne, dalla guerra fu strappato dal suo convento e gettato nel mondo, il più brutto che si
possa immaginare e, da sacerdote, trasformato in un povero soldato scalcinato, senz‟altro distintivo che
le stellette alla giubba e quindi da nessuno riconosciuto come sacerdote. Quando, specialmente dopo la
ritirata di Caporetto, costretto a vivere con soldati abbruttiti dalla trincea ed a passare le notti sui fienili e
nelle stalle, in mezzo a soldati della peggior specie, sapete dove questo povero sacerdote trovò la forza
per mantenersi fedele ai suoi santi voti e al suo carattere sacerdotale? Oltre che nella preghiera
eucaristica e mariana, in questa IDEA-FORZA che andava continuamente ripetendo a se stesso:
19
“Ricordati che sei sacerdote e religioso; non importa se sporco, sbrindellato, carico di pidocchi, tu sei
sempre un sacerdote di Cristo!”. Ecco il segreto che, mediante la grazia di Dio e la protezione della
Madonna, poté sostenere questo povero frate, a vivere giorno e notte nel fango della lussuria, senza
restarne contaminato. Il Signore mi perdoni questa confidenza, ma non ho potuto farne a meno, perché
la mia esperienza vi convinca sempre più di quale efficacia sia anche per voi fare del vostro carattere di
“Spose di Cristo” l‟IDEA-FORZA di tutta la vostra vita, anzi, di ogni momento della vostra giornata.
Animate da questa IDEA-FORZA, saprete vivere in società in modo che la vostra presenza sia come un
raggio di sole che, scendendo nel fango, lo illumina e lo riscalda senza restarne contaminato; ripetete a
voi stesse questo ritornello: «Sono sposa di Cristo»” (VB, 291).
Questa idea-forza ha reso Padre Ireneo un maestro di vita spirituale, un sacerdote santo, ricco di
paternità e misericordia, un testimone gioioso del Signore. Mons. Enea Selis che fu arcivescovo di
Cosenza e che ha conosciuto da vicino il Servo di Dio così testimonia di lui: “Era un sacerdote molto
prudente, di grande discrezione, di profonda umiltà… Era certamente un maestro di spirito, un formatore
di coscienze, un grande direttore spirituale di anime consacrate. Era anche un uomo di orazione e di
meditazione… Io ringrazio il Signore di aver conosciuto un francescano autentico, un sacerdote
esemplare, un apostolo umile, fedele e generoso. Lo prego che mi ottenga la sua fede e la sua virtù”
(Barbariga, Azione e spiritualità, p. 38).
Anche noi nel giorno centenario della sua ordinazione sacerdotale chiediamo a Padre Ireneo di
ottenerci la sua fede e la sua virtù. Lo chiediamo in modo particolare per i novelli sacerdoti che domani
verranno ordinati proprio qui nel nostro duomo.
Sia lodato Gesù Cristo.
RINGRAZIAMENTI DELLA PRESIENTE CENTRALE
È doveroso, da parte mia, ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile queste Celebrazioni
del centenario di Ordinazione sacerdotale di Padre Ireneo.
Innanzitutto, il mio grazie va a Padre Francesco Metelli, Assistente centrale della Piccola Famiglia
Francescana, che tanto si è adoperato e si adopera per tenere viva la memoria del Servo di Dio, Padre
Ireneo, anche in qualità di Vice postulatore per la causa di beatificazione del Padre, per conto della
Provincia dei Frati minori di Lombardia.
Un grazie al Consiglio centrale che ha appoggiato e sostenuto questo evento.
Un grazie a quanti sono intervenuti per condividere la nostra gioia, in particolare a P. Rocco
Barbariga, sempre molto paterno e vicino al nostro Istituto, a P. Renato Delbono, Assistente regionale
della PFF, ad Ada, nipote di P. Ireneo e a suo marito, oltre che a tutti voi qui presenti.
E infine, ma non certamente per ordine di importanza, un sentito grazie al Vescovo di Brescia,
mons. Luciano Monari che anche in queste Celebrazioni ha voluto esserci vicino, inviandoci la sua
paterna benedizione:
“Carissime Sorelle della Piccola Famiglia Francescana,
accolgo volentieri l‟invito a ricordare la figura di Padre Ireneo Mazzotti o.fm., vostro Fondatore, nel I
centenario della sua Ordinazione sacerdotale e assicuro il mio ricordo per Voi e per la Piccola Famiglia
Francescana, perché sull‟esempio della Beata Vergine Maria impariate a ripetere ogni giorno il vostro sì‟
alla volontà di Dio per essere cooperatrici autentiche del suo amore di Padre.
Colgo l‟occasione per ringraziare della vostra presenza nella Diocesi di Brescia e invoco per Voi la
benedizione del Signore”.
+ Luciano Monari
20
da LA VOCE DEL POPOLO
Brescia, 2 Giugno 2011
21
DIALOGO con ISLAM
ISLAM E CRISTIANESIMO: PER UN POSSIBILE DIALOGO GUARDANDO AL FUTURO
“ La missione cristiana e la da „wa islāmica quest‟anno hanno una particolare risonanza. Questo è
infatti l‟anno centenario di quella Conferenza missionaria mondiale, tenutasi a Edimburgo nel 1910,
che cambiò sotto molti aspetti l‟approccio cristiano alla missione e la percezione cristiana delle
altre fedi religiose. Da allora generazioni di teologi e missionari ne sono state influenzate.
Preoccupata delle relazioni con altre fedi, da una parte la conferenza fu dominata dai missionari
che vedevano prolungarsi il ruolo della missione come agente di civiltà all‟ombra dell‟Impero;
d‟altro canto, non mancarono certuni che, prendendo le distanze da una concezione eurocentrica,
consideravano il futuro della missione come qualcosa di più che una acculturazione del
cristianesimo. David Cairns, presidente della quarta sezione (quella che si occupava delle relazioni
con le religioni non cristiane), era più di un semplice accademico ed era più un teologo ed un
missionario e vedeva lo stato della missione come «una opportunità straordinaria e un pericolo
assolutamente inusuale»1. Egli di fatto scorgeva «qualcosa di più importante» nell‟islām:
contrariamente alla norma, al pensiero prevalente a quell‟epoca, vi individuava un «éthos più
umano e una pietà più pura» e domandava ai propri correligionari cristiani: «Abbiamo riconosciuto
a sufficienza nella nostra teologia e religione moderne quel che l‟islām rappresenta [...]?»2. Ciò a
cui mirava era individuare un «vero punto di contatto», sulla base di un‟autentica comprensione
dell‟altro. La sua voce profetica si perse in mezzo ad altre voci e il significato generale della
conferenza, per quanto attiene l‟islām, fu fissato nel cercare il “Dio ignoto”. Con i suoi 1200
partecipanti in rappresentanza di 160 organizzazioni cristiane di tutto il mondo, l‟assemblea perse
forse l‟occasione più opportuna per vedere l‟islām come un partner nei problemi religiosi e un
partner nel mondo” (Citato da Concilium, 1, 2011, A. Siddiqui, Testimonianze islamiche in un
mondo pluralistico, p.65).
A.
Alcuni concetti-chiave tratti dal Corano
a. Il termine arabo da‟wa significa chiamare, invitare, convocare.
Questo invito è per tutti: tutti sono invitati a rivolgersi a Dio come a realtà conosciuta, eterna (sura
41, 33-35)3, l‟ invito è specialmente per la gente del libro (sura 29, 46):
tutti gli esseri umani sono chiamati a Dio da Allah; ma l‟ invito è fatto a tutti gli uomini con grande
rispetto per le loro credenze religiose, anche se queste dovessero contraddire le convinzioni
proprie (sura 6, 108)
b. Il termine arabo islāh significa riforma,riconciliazione.
I credenti si preparano a riformare, a correggere la loro vita (sura 3,89) o a pentirsi o a emendare
le loro vite (sura 4,146). Questo impegno fu accentuato nei tempi in cui i mussulmani erano sotto
occupazione straniera a fini dimostrativi. Molti riformatori immaginarono che il termine implicasse
un mutamento nella percezione etica morale dei musulmani; incoraggiarono le masse musulmane
a ritornare agli elementi primi dell‟islām - la preghiera e il digiuno - e ad affrontare le nuove sfide. I
musulmani furono incoraggiati a purificare gli aspetti spirituali della loro vita: si sottolineava che i
cambiamenti nella società sono possibili solo una volta che gli individui cambiano ( Cf. in
Concilium, p.67)
c. Il termina arabo tablig significa raggiungere un obiettivo o far giungere all‟ ascolto libero e
spontaneo l‟uditore.
Alla luce di questo concetto l‟ annuncio basta a se stesso per la sua forza intrinseca; il predicatore
deve lasciarsi guidare da questo principio. In altre parole nella religione non c‟è alcuna costrizione
(sura 2, 256). Un termine affine balagh compare in un altro versetto del Kur‟an; esso rivolto al
1
K. Cracknell, Iustice, Courtesy and Love, Theologians and Missionaries Encoutering World Religions. 1846-1914, Epworth Press,
London 1995, p253
2
Ibid. 201,256s.
3
Cf. Ed. it. Il Corano, UTET, Torino 2004, 242: la Sura dei separati
22
profeta recita: “Noi non ti abbiamo designato come loro guardiano, né tu sei il loro garante” (sura 6,
107): lascia che credano secondo coscienza”.
Dobbiamo trarre una conclusione importante.
Nell‟ Islam le differenze di credo religioso sono viste come buone nel piano di Dio: Lo scopo del
Kur‟an non è di abolire queste differenze né il profeta Muhammad fu mandato per questo. Il libro
sacro dice che gli esseri umani hanno una comune spiritualità e una comune moralità (sura 7,172;
sura 91, 7-10). Le differenze ci sono perché Dio ha dato agli uomini la libertà di scegliere: “ Se il
Signore l‟ avesse voluto, sulla terra tutti avrebbero creduto. Tocca forse a te (al profeta)
costringere le genti a diventare credenti?”( sura 10, 99).
Quanto alla idea di culto presso l‟ Islam occorre dire: non è importante solo la preghiera con i suoi
riti; la natura profetica dell‟ Islam esige che il culto ci sollecita a vivere giorno dopo giorno in
armonia con la natura, la società e l‟umanità intera. Questo è il culto buono, questa la buona
testimonianza resa alla verità. La da‟ wa ha una dimensione verticale, cultuale e una dimensione
orizzontale, la vita in società nella pace e nell‟armonia.
Ricordiamo la storia di Šu‟ayb (identificato con lo Ietro dell‟ A.T., noto alle tradizioni islamiche come
suocero di Mosè): egli è colui che rimproverò il suo popolo a Madian.
Mosse 5 rimproveri al popolo madianita, corrotto nella morale pubblica:
“1) dare secondo una quantità di peso o misura inferiori, contro la correttezza morale nelle
relazioni commerciali, al fine di un facile successo;
2) sostenere una forma più generalizzata di una simile frode, privando le persone di ciò che è loro
giustamente dovuto;
3) produrre torti e disordini al posto di istituire pace e ordine [... ];
4) non contenti di condurre una via moralmente buona, prendere la via più facile del furto [... ];
5) impedire alle persone l‟accesso al culto di Dio e abusare della religione e della pietà per scopi
disonesti [... ] E bene invece edificare la casa di preghiera senza guadagni illegali oppure fare della
carità tenendosi alla larga dal denaro ottenuto con la forza o la frode”(4).
Il Kur‟ān descrive in questo modo la supplica di Šu „ayib ( lo Ietro dell‟ A.T., suocero di Mosè) per il
suo popolo:
“Šu „ayib disse: «Oh, mio popolo, adorate Dio. Per voi non vi sia altra divinità se non Lui. Una
prova vi è giunta dal Signore. Date misura e peso pieni [nei vostri traffici] e non date alle genti
meno di ciò che spetta loro. E non commettete corruzione sulla terra dopo che è stata riformata.
Sarà meglio per voi, se siete credenti. E non ponetevi su ogni strada minacciosamente, né
allontanate dalla via di Dio, cercando di renderla tortuosa, chi crede in Lui. Ricordatevi di quando
eravate pochi ed Egli vi ha moltiplicati. Guardate quale è stata la fine dei corruttori” (sūra 7,
85s.)(5).
Ricordare ai credenti musulmani i doveri verso il Creatore e smascherare la corruzione sociale
della società madianita, questo è richiesto dalla testimonianza alla religione dell‟ Islam autentico.
Infine, citiamo il famoso versetto del Kur‟ān : “Con saggezza e buona parola invita alla via del
Signore. Discuti con loro nel migliore dei modi, poiché, certo, il Signore conosce meglio chi si
allontana dalla Sua via; e conosce meglio quali si lasciano dirigere” (sūra 16: 125)(6). Questo
versetto indica lo scopo della da „wa : invitare “il fedele a camminare sulla via del Signore” e non a
seguire in modo esclusivo le proprie convinzioni religiose: questa è “la parola della sapienza”,
questa è la “buona parola” dell‟ Islam.
4
Cf. ABDULLAH YUSUF ALI, The Holy Quran, cit., 366, nota 1055.
5
[Il Corano, cit., 80].
6
[Ibid., 1388. (trad. parzialmente modificata): sūratu āl-Nahl (la sūra delle api)].
L’ Islam e il cristianesimo hanno una diversa concezione della libertà religiosa ( o di coscienza)
1. Anzitutto da sempre nelle religioni cristiana e musulmana i temi della conversione/apostasia sono
previsti: anche se diversamente compresi. Da noi in Europa è convinzione comune (e corretta) che
nelle democrazie liberali occidentali la libertà di conversione e di apostasia è parte della democrazia e
dei diritti civili. Da parte musulmana è convinzione comune che è possibile (forse, si deve) utilizzare
nelle società occidentali la libertà religiosa per propagandare la propria fede ai fini di portare tutti
all‟Islam (ogni non musulmano è potenzialmente già un musulmano), questo è per noi abuso della
libertà religiosa.
2. Inoltre in Europa è idea acquisita che lo spazio secolare democratico è uno spazio non religioso: se
una religione (anche se numericamente maggioritaria) volesse occupare quello spazio farebbe una
operazione scorretta. Le società occidentali sono società laiche (non atee), ma a–religiose: lo spazio
civile è ambito condiviso da diverse confessioni o religioni. Le società musulmane non sono (in
questo senso) libere o liberali; i loro concittadini non godono della libertà religiosa: lo spazio civile è
“spazio controllato”.
3. Le società islamiche (possiamo anche chiamarli Stati islamici) si stanno logorando (le rivolte in
corso: Libia, Siria, Egitto: una prova); forse gli stati islamici si stanno laicizzando; le società civili
stanno liberandosi dalla ipoteca di un stato rigidamente confessionale, si laicizzano: basti pensare
alle proposte di nuove costituzioni laiche avanzate dalle opposizioni in Libia/Egitto/Siria. Gli studiosi
musulmani (giuristi, filosofi politici, teologi progressisti) studiano il problema: propongono che i vari
credo religiosi godano di uguale legittimità nello stato: è previsto (addirittura) il diritto di cambiare
credo. Ricordiamo la Conferenza islamo–cristiano del 1996 (Chambésy - Svizzera): i partecipanti
musulmani reputano il veto ai cristiani di edificare nei loro paesi le chiese violenza contraria alla
legge islamica e ai principi della libertà religiosa.
B. Stati confessionali in via di secolarizzazione. Benefico influsso sull’ Islam
1. Ricordiamo la vecchia idea emersa alla Conferenza di Edimburgo (1910), citata all‟ inizio: occorre
portare il messaggio cristiano al mondo non cristiano; questo è il compito dell‟Europa (patria del
cristianesimo): inviare “l‟esercito cristiano a conquistare il mondo non - cristiano”. Questo è da tempo
uno slogan fuori moda: da tempo gli stati cristiani sono secolarizzati. Ci sono oggi paesi cristiani?
esiste la cristianità?
2. Ai tempi della conferenza di Edimburgo i missionari bianchi lasciavano l‟ Europa, andavano in Africa
per convertire gli africani; ma oggi è vero che gli africani, spesso cristiani, giungono in Europa per
evangelizzare i bianchi. Basti pensare ai molti sacerdoti africani in servizio ai cattolici in molte diocesi
italiane.
3. L‟ex-mondo non cristiano (Africa – Asia – America Latina Oceania) sta realizzando in loco un
cristianesimo indigeno (africano, asiatico, latino-americano) peculiare, fortemente inculturato:
ricordiamo le teologie cristologiche afro-asiatiche nate in questi ultimi anni; questi cristianesimi non
europei sono assolutamente differenti rispetto al cristianesimo dell‟ Europa, per noi tradizionale, dato
per scontato. Ma con queste cristologie dovremo fare i conti nel prossimo futuro.
C. L’Islam e il suo futuro (possibile)
1. I musulmani stanno perdendo la cosidetta “Casa dell‟Islam”: la loro identità fondata sul loro credo
religioso da intendere in senso esclusivo e su una corrispondente idea di uno stato rigidamente
confessionale si va indebolendo, pertanto le “terre islamiche” vanno scomparendo. Entra in crisi
l‟identità confessionale; ad essa si sostituisce l‟identità civile: de facto oggi molti
musulmani sono
cittadini di varie nazioni: ( ci sono musulmani cittadini francesi, tedeschi, russi, italiani): il legame con
le patrie confessionali tradizionali si rompe.
2. Molti musulmani emigrano in massa verso l‟Europa e l‟America settentrionale: lasciano le loro terre
natie per terre sicure. Come cittadini europei condividono con i loro concittadini francesi, tedeschi,
russi e italiani le responsabilità politiche e sociali: lavorano lealmente a favore del bene comune nei
paesi che li ospitano.
3. I paesi nei quali sono emigrati, sono da loro chiamati: casa della testimonianza, (dār – al - Šahāda) o
casa dell‟accoglienza o della ospitalità (dār – al – Šahāwa)
4. Ricordiamo la Conferenza di Lambeth (2008): essa dice che i cristiani hanno due compiti oggi: la
missione: rendere testimonianza a Cristo là dove vanno; e l‟ ospitalità: accogliere i membri di altre fedi
a casa propria; così sarà per i musulmani: rendere testimonianza al loro credo là dove sono e far sì
che il loro credo sia accogliente, tollerante, ospitale. In altre parole: il movimento della testimonianza,
uscire verso l‟altro, annunciare a lui il proprio credo, la missione; e accogliere presso di sé l‟altro nel
rispetto del suo credo, l‟ ospitalità.
D.
L’era post – moderna della religione
1.Ci furono in passato credenti “fanatici”: fanatici aggressivi perché mossi da sentimenti di aggressione
verso credenti di altre religioni o fanatici difensivi mossi dalla paura e dal bisogno di doversi difendere
da loro. Sono un genere in via di estinzione, grazie a Dio. E‟ forse giunto il tempo che Cristiani e
musulmani si rendano testimonianza a vicenda dei loro credo rispettivi; che diventino capaci di
ospitarsi l‟un l‟altro: è lo scambio dei doni. Andiamo verso una testimonianza comune: la tradizione
islamo-cristiana possiede ancora una grande energia morale; d‟ altra parte il dono dell‟Occidente
all‟Islam è l‟eredità illuminista: l‟idea di libertà di coscienza e altri diritti umani.
2.Andiamo verso società plurali con molteplici identità confessionali nel loro seno: per esempio, in
Francia l‟Islam è la seconda religione nel paese. Sapranno dare esempio di pacifica convivenza civile
alla luce del principio della libertà di coscienza? o addirittura sapranno dare una comune
testimonianza ai loro credo rispettivi sulla base di comuni valori etico religiosi. Una idea utopica?
sapremo elaborare delle teologie ospitali? L‟idea delle teologie ospitali riconosce le differenze dei
nostri credo e il desiderio di collaborare insieme per la difesa dei comuni valori religiosi e morali.
Sapranno queste teologie essere ospitali le une con le altre senza essere reciprocamente ostili?
(Conferenza tenuta a Roma presso l‟ università pontificia ANSELMIANUM il 10 giugno 2011)
Fra Fiorenzo Reati
Custodie Franciscaine au Maroc
“Tous vous êtes frères!” (Rnb 22,23)
Prot. B. 16.11
Rabat, 25-06-11
Cari fratelli Provinciali e Custodi
Pax et bonum.
Circa sei mesi fa il nostro fratello Ministro generale, José Carballo, vi ha scritto a proposito del
bisogno di missionari in Marocco e vi ha chiesto personalmente di lasciar partire un frate in questa bella
e bisognosa missione.
Ho fiducia che questa richiesta porterà i suoi frutti e so che già alcuni Provinciali hanno risposto
facendo circolare la lettera del Generale tra tutti i frati nella loro Provincia o Custodia; oppure hanno
pubblicato questo invito e nominato una persona di riferimento, nel loro notiziario provinciale. Vi sono
grato di tutto ciò.
Sebbene la presenza dell‟Ordine in Marocco abbia una lunga e interessante storia, la nostra
presenza attuale è meno fiorente. Come sapete, siamo solo 17 frati in 8 case e alcuni frati avanzano con
l‟età. Tuttavia, posso assicurarvi che tutti i nostri fratelli che hanno scelto di venire qui sono felici e che il
lavoro che svolgono è personalmente gratificante e assai apprezzato dalla gente e dalle comunità
diocesane di Rabat e Tangeri.
Oltre al nostro lavoro pastorale con la Comunità cristiana (in gran parte europea e africana),
l‟inserzione con il popolo marocchino è fonte di gioia e una continua occasione di scoperta di nuovi
aspetti della cultura e del carattere marocchini. Proprio recentemente un gruppo di liceali è venuto nella
nostra casa per vedere la chiesa e chiederci come noi preghiamo. Immagino che il loro interesse
nascesse dallo studio che fanno scuola delle diverse religioni. Qualche giorno dopo, la domenica
mattina, molti di loro sono venuti alla Messa. Questo mi pare significativo di una nuova apertura nella già
tollerante società marocchina.
Naturalmente il Marocco, come molti altri Paesi nordafricani e arabi, ha i suoi problemi sociali. Ci
sono continue proteste dei sindacati, o dei vari gruppi organizzati che chiedono riforme politiche e sociali
e aiuti economici. Ciò che è sorprendente, comunque, è che la maggior parte di queste manifestazioni
sono ben organizzate e pacifiche. Il Re, che è in generale molto apprezzato, ha promesso delle riforme
istituzionali, un freno alla corruzione, ammortizzatori sociali etc. Se questo darà dei risultati, resta tutto
da vedere ma, dato che i cittadini di questo Paese si mobilitano con una nuova consapevolezza dei loro
diritti e della possibilità di dare forma alla loro società, il Marocco diventa un luogo molto interessante per
viverci, lavorare e offrire una testimonianza cristiana, attraverso la nostra presenza fedele.
Invito chiunque senta anche solo un inizio di chiamata alla missione in Marocco a venire e
vedere. Venite per passare del tempo con noi, visitare le nostre comunità, sperimentare il gusto di
questa terra, delle nostre fraternità e del nostro lavoro; per vedere le possibilità di testimonianza della
nostra fede e della nostra vita francescana, nelle sue diverse forme.
Se qualcuno dei vostri frati fosse interessato, invito voi, cari fratelli Provinciali e Custodi, o lui
stesso, a contattarmi: [email protected]. Oppure potete rivolgervi al Ministro generale o al
Segretariato per l‟Evangelizzazione missionaria. Vi chiedo, cari fratelli Provinciali e Custodi, di fare il
possibile per far giungere questa lettera e l‟opuscolo allegato ai frati delle vostre Province. Sono sicuro
che il Signore ricompenserà la vostra generosità.
Fraternamente,
Fra. Bob Mokry,
Custos
NOTIZIE DI CASA
a cura di f.e.p. & f.g.m..
GIUGNO 2011
1, Torino, Convento s. Antonio: ha luogo l‟Incontro degli Economi provinciali del Nord Italia.
1-2, Rezzato Convento di s. Pietro: si svolge l‟Incontro del Segretariato interprovinciale
Evangelizzazione e Missioni.
2, Cermenate: in occasione delle celebrazioni per la festa della Repubblica fr. Andrea Bizzozero,
rappresentante del Ministro Provinciale, riceve un attestato di benemerenza per l‟operato di fr. Arcangelo
Zucchi a favore della comunità di Cermenate.
3, Liceo Agnesi di Merate (LC): all‟interno della rassegna “S. Francesco: l‟uomo dell‟incontro est-ovest”
organizzata dall‟Associazione Culturale La Semina fr. Fiorenzo Reati tiene una relazione dal titolo: “San
Francesco e san Sergio di Radonez: santità cattolica e ortodossa a confronto”.
4, Milano - Chiesa del Sacro Cuore dei frati cappuccini: fr. Massimo Cocchetti, in qualità di
rappresentante del Ministro Provinciale, partecipa alla s. Messa di commemorazione di mons. Padovese
ad un anno dal martirio.
4, Ome (BS): nel pomeriggio iniziano le celebrazioni per il Centenario dell‟Ordinazione sacerdotale del
Servo di Dio p. Ireneo Mazzotti, prima al cimitero e in seguito nella chiesa parrocchiale. Domenica 5
viene celebrata la Messa nel paese natale di Cologne (BS). Venerdì 10 giugno, giorno centenario
dell‟Ordinazione di p. Ireneo ricevuta dal Beato card. Andrea Ferrari, la celebrazione ha luogo in
mattinata nel Duomo di Milano.
5, Celle Ligure (SV): nella Parrocchia s. Michele Arcangelo, alle ore 18.00 fr. Mario Vaccari, Ministro
Provinciale della Liguria, presiede la Celebrazione eucaristica in occasione del decimo anniversario
della fondazione della fraternità.
6-10, Pergine Valsugana (TN): si svolge il Capitolo della Provincia Trentina, cui partecipa anche fr.
Enzo Pellegatta, Guardiano della Fraternità di Arco di Trento.
11, Duomo di Milano: nel pomeriggio fr. Raffaele Casiraghi viene ordinato Presbitero dall‟Arcivescovo
di Milano card. Dionigi Tettamanzi. Il giorno successivo, domenica 12, celebra la Santa Messa nella
Parrocchia di Osnago (LC), suo
paese natale, e domenica 19 nella ch
iesa del Sacro Cuore a Busto Arsizio,
sua attuale fraternità.
18, Cermenate chiesa del Sacro
Cuore: nell‟ambito della II stagione
organistica “La musica nell‟anima”
sull‟organo Vittorio Ramina 2009 op.
13 ha luogo il terzo Concerto. Con la
direzione artistica di Paolo Negri,
l‟organista Enrico Viccardi esegue
“Das Orgelbüchlein” di J.S. Bach.
20-24, Castelveccana (VA): il Definitorio vive il Tempo Forte.
24, Busto Arsizio: la città di Busto Arsizio e la Famiglia Bustocca conferiscono
a fr. Renato Beretta la cittadinanza onoraria con la seguente motivazione:
“instancabile promotore di cultura, raffinato concertista, talentuoso educatore
che, coerentemente col messaggio evangelico, ha decuplicato i talenti stessi al
servizio della comunità e dei giovani. Bustocco vero per valori, passione,
generosità, capacità di coinvolgimento”.
29-30, Convento di s. Pancrazio, Barbarano (VI): si riunisce il Segretariato Formazione e Studi del
Nord Italia.
29 giugno: il Signore chiama a sé la nostra Sr. Maria Elisabetta Perego, di 91 anni, del Monastero delle
Sorelle Clarisse di Lovere. Sr. Elisabetta è morta verso le 23,30 nella solennità dei SS. Pietro e Paolo
rivolgendo con fiducia il suo sguardo al Cielo.
AVVISO
La Curia Provinciale rimarrà chiusa
dal 10 al 21 Agosto.
Auguriamo a tutti un sereno
tempo di riposo e di ristoro.
Ringraziamo quanti in questo anno
hanno contribuito ad arricchire
le pagine del Notiziario Provinciale.
Il prossimo numero uscirà ad Ottobre.
Scarica

Fate clic qui per scaricare il PDF