Prove per esami
Kihon per tutti i gradi
Tsuki waza
 Musubi dachi, Rei, Yoi. Hidari hanmi kamae kiai, jun
tsuki chudan; jun tsuki no tsukkomi; gyaku tsuki
ippon toro, gyaku tsuki no tsukkomi.
 A vuoto avanzando ed applicazioni con uno o più
partners, a seconda del livello tecnico del Candidato.
Keri Waza
 Migi hanmi kamae, mae geri chudan; mawashi geri
chudan; sokuto geri chudan; ura mawashi geri chudan.
 Applicazioni varie:
 Uno o più partners
 Altezze variabili, (chudan/ jodan); gamba dietro/
gamba anteriore.
Renraku Waza
 Kette Jun Tuki; Gyaku tsuki ippon toro kette gyaku
tsuki kamaete; Kette Ren tsuki kamaete, Kette Sanbon
tsuki jodan/ chudan/ chudan.
 Applicazioni varie come precedenti.
 Gamba posteriore; gamba anteriore, a seconda del
livello tecnico.
Uke Waza
 Arretrando Jodan uke gyaku tsuki kamaete;
 Uchi chudan uke gyaku tsuki kamaete;
 Soto chudan uke gyaku tsuki kamaete;
 Gedan barai gyaku tsuki Kiai, Yame, Musubi dachi,
Rei.
 Applicazioni con partner su attacchi di jodan jun tsuki;
chudan jun tsuki 1 e 2; chudan mae geri.
Kumite kata, soltanto da 15 anni di
età, ed inferiori soltanto per 1° Dan
 Ippon Kumite (tutti)
 Sanbon tsuki ipponmhe per gialla; nihonmhe per
arancio; sanbonmhe per verde; yonhomhe per blu;
gohonmhe per marrone; gohonmhe e ropponmhe per
1° dan.
 Sanbon keri medesima progressione.
 Ohyo Kumite ipponmhe e nihonmhe per 1° dan;
sanbonmhe e yonhomhe per 2° dan.
Kumite Kata
 Kaisoku Kumite, (kihon kumite):
 Ipponmhe e nihonmhe per 1°dan; sanbonmhe e
yonhomhe per 2° dan.
 Eventuali esercizi eseguiti in guardie diverse, ma
sempre rispettando lo schema classico.
Kata
 Pinan Nidan per gialla
 Pinan Nidan e Pinan Shodan per arancio
 Pinan Shodan e Pinan Sandan per verde
 Pinan Sandan e Pinan Yodan per blu
 Pinan Yodan e Pinan Godan per marrone
 Pinan Godan e Naihanchi o Kushanku per 1° dan
 Pinan Godan e Bassai o Jion per 2° dan.
Jiu Kumite; Shihai Kumite
 Per tutti i ragazzi under 15 anni tre incontri
estremamente controllati, con avversari differenti.
 Per gli altri uno, o più incontri senza protezioni e con il
dovuto controllo dei colpi.
 Effettuare gli incontri con la massima varietà delle
tecniche scelte.
Breve storia del Wado ryu
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WADORYU: UNO STILE DI COMBATTIMENTO CON DUE ANIME
01/06/2010 da Maurizio Orfei nella categoria Maurizio Orfei
Il Wadoryu è inquadrato nell’universo delle arti marziali come “stile di karate” e assimilato agli altri principali storicamente
riconosciuti Nel 1940, il Dai Nippon Butoku Kai organizzò il 44° Budo Festival in Kyoto e chiese ai vari gruppi e ai loro fondatori
di depositare il nome del loro stile o scuola e il programma del loro metodo. Furono quindi posti i nomi di Wado-ryu karate
jutsu, Goju-Ryu, Shito-Ryu, e Shotokan-Ryu e prevedevano, come elemento comune oltre al karategi bianco, lo sviluppo
didattico attraverso le tre “K”, Khion, Kata e Kumite Il Wado-ryu ju-jutsu kenpo prevedeva nel suo programma di studi: - Atemi
o “colpo al corpo”, studio approfondito delle “armi” naturali del corpo umano e studio dei colpi. - 36 kumite kata classici di H.
Ohtsuka I. - San mi ittai, studio applicativo del principio del “tre in uno” a) Ten i, il cambiamento della posizione; b) Ten tai, lo
spostamento del corpo; c) Ten gi, la risposta tecnica. - Machite no kakete, studio applicativo dei seguenti principi: a) Gosen no
sen (te), parare e contrattaccare contemporaneamente; b) Sen sen no sen (te), attaccare mentre l’avversario attacca; c) Sen no
sen (te), anticipare. - Ukemi: studio delle tecniche di caduta. - Gyaku nage o “proiezioni sul dorso”, studio delle tecniche di
proiezione. - Joshi goshin jutsu: tecniche di difesa personale femminile. - Idori: studio delle difese a terra. - Tanto dori: difese da
pugnale. - Shinken shiraha dori: tecniche di difesa dalla spada classica giapponese. - Kyusho jutsu: tecniche per colpire i punti
vitali. - Kappo: tecniche di rianimazione. - Kuatsu: elementi base di digitopressione e automassaggio antalgico e analgesico
giapponese. Oltre a questi prinicipi, Otsuka registro come appartenenti allo stile 16 Kata di derivazione okinawense :Pinan 1-5,
Kusanku, Naihanchi, Seisan, Chinto, Passai, Neseishi, Wanshu, Jion, Jitte, Rohai, Suparinpei e definì questo metodo come la
“Via autenticamente giapponese per il combattimento a mano nuda”. C’è da precisare che nel 1936 i kata previsti nella bozza
stilistica erano solo 9, Pinan 1-5, Kusanku, Naihanchi, Seisan, Chinto e in seguito furono aggiunti i successivi. Suparimpei è stato
trascurato fino a scomparire. Unsu è un kata praticato con alterne fortune ed esiste una versione “wado” elaborata dal M°Ajari al
quale Otsuka concesse il privilegio di farsi filmare nell’esecuzione dei principali kata e khion. Esiste un altro kata, Kumpu, che
sembra sia un prodotto originale dello stesso Otsuka e divulgato dal M°Belriti . Possiamo considerare questo elenco come il
manifesto programmatico dello stile da cui sono stati derivati i programmi attuali delle varie correnti internazionali del
Wadoryu, le interpretazioni personali di maestri autorevoli e le scelte delle Federazioni. Quello che si evince da questa
sommaria descrizione è la differenza fra due tipi di kata, quelli originali nipponici derivanti dalle esperienze di jujitsu di Otsuka
provenienti dalle tradizioni dei ryu feudali di kenjutsu e quelli okinawensi derivati dal bagaglio tecnico introdotto in Giappone
da Funakoshi, Mabuni e Motobu . Inoltre le modalità esecutive dei Kumite Kata, cioè tutti quegli esercizi a coppia derivati
direttamente dalla tradizione di jujitsu militare, inteso come estrema difesa nel caso della perdita dell’arma contro un avversario
armato, contrastano talvolta con i concetti di combattimento espressi dagli Yakusoku kumite e dai Bunkai estrapolati dai kata di
Okinawa e principalmente legati al combattimento a mani nude. I veri kata del Wadoryu sono i Khion Kumite e i successivi
Kumite Kata, intesi comunque come tecniche a coppia elaborati come Ippon, Nihon ,Sanbon e Ohio kumite. I kata “a solo” sono
stati una sorta di forzatura storica necessaria per permettere al Wadoryu di essere considerato come stile di “karate”. Questa
mia affermazione è supportata anche dalla differenza che fra Bunkai e Kaisetsu che propongono illustri maestri nipponici di
Wadoryu Il Bunkai, comune a tutti gli stili di karate, è l’utilizzo di frazioni di kata per mostrarne l’applicabilità reale. Il Kaisetsu
è l’estrapolazione del principio di combattimento che sottintende quella frazione di kata e che spesso nella spiegazione si
allontana dalla mera sequenza presa in esame inserendo tecniche mutuate dal jujitsu e non esplicitamente presenti. Questa
doppia anima dello stile costringe i praticanti di Wadoryu a confrontarsi con due diverse modalità motorie: quella del karate,
più formalmente definita, e quella del jujitsu legata ad una maggiore concretezza. Maurizio Orfei
Albero genealogico Maestri
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Albero Genealogico del Centro Studi Karate Wadoryu
Vi siete mai chiesti come è fatto l’albero genealogico del nostro Gruppo Sportivo?
Noi siamo allievi del maestro, certo, ma anche il nostro maestro sarà stato da giovane a sua volta un allievo, ed avrà
avuto quindi un maestro, il quale avrà avuto anche lui un maestro, e così via a ritroso…
Su invito del nostro maestro, quindi, vi propongo il nostro albero genealogico fino a 4 generazioni indietro.
Ma come siamo arrivati fino a noi?? Per saperlo dobbiamo fare un salto indietro di un secolo…
Gran Maestro MINORU MOCHIZUKI, nato a Shizuoka (Jp), nel 1907, deceduto in Francia nel 2003, conosciuto
come " L'Uomo dei 44 Dan", massima autorità mondiale nel Budo del 1900.
Suo figlio, Gran Maestro HIROO MOCHIZUKI, nato a Shizuoka (Jp), nel 1936, attualmente cittadino francese: 8°dan
di Aikido Yoseikan; 8°dan Nihon Ju Jutsu; 7° dan Karate Wado Ryu; 7° dan Iai Do; 3°dan Judo; 2° dan Karate Shotokan;
Caposcuola (SOKE) mondiale dello Yoseikan Budo; Maestro del mio Maestro.
Gran Maestro AUGUSTO BASILE, nato a Roma nel 1937, pioniere del Karate in Italia e fondatore della Unione
Europea di Karate, 9° dan Karate Wado Ryu, (vicino al riconoscimento giapponese del decimo dan), grande esperto di
Kendo e Iai Do, già D.T. della gloriosa Nazionale della FIK, attualmente vive a Roma.
FRANCESCO ROMANO BONIZI, nato a Roma nel 1951; ha iniziato lo studio del Karate Shotokan nel 1965; nel 1970
diventò allievo del G.M. Basile che gli riconobbe immediatamente il 1°dan; con lui ha studiato fino al 1973, per poi
ritornare dopo il servizio militare nel Settembre 1974; il grado più alto che il G.M. gli ha consegnato è stato il 5° dan nel
1984.
Tuttora, anche se si incontrano raramente, è il suo unico ed insostituibile Maestro, sia di Karate che di Budo.
Attualmente è Consigliere Federale e Docente Federale; Presidente della Commissione Tecnica Nazionale della FESIK,
graduato cintura nera VIII Dan conseguito in Ottobre 2005; ha recentemente avuto incarico di docenza di Difesa
Personale all’interno del 1° Corso di Educazione Comportamentale e Sicurezza dei Lavoratori e Difesa Personale presso
l’Università SAPIENZA di Roma.
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Centro Studi Karate Wado Ryu