The Activities of International Cooperation
for Development of the University of Milan
La Cooperazione Internazionale
allo Sviluppo della Statale
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI
DI MILANO
THE ACTIVITIES OF INTERNATIONAL
COOPERATION FOR DEVELOPMENT
OF THE UNIVERSITY OF MILAN
La cooperazione internazionale
allo sviluppo della Statale
Da molti anni l’Università degli Studi di Milano,
attraverso i suoi docenti, il personale tecnico e
amministrativo e gli studenti, svolge attività di
cooperazione con Paesi in via di sviluppo.
Questa brochure raccoglie in modo ragionato le
schede degli interventi di cooperazione in atto
o conclusi di recente. Si tratta di oltre cento
progetti sviluppati in più di 50 Paesi, condotti
in collaborazione con molte decine di università
e centri di ricerca, con un gran numero di
istituzioni locali e di organizzazioni non
governative e sostenute da una vasta gamma
di enti finanziatori internazionali e locali e da
privati del nostro paese, di altri paesi sviluppati
e di paesi in via di sviluppo.
Le numerose esperienze condotte in campi
diversi offrono una ricca testimonianza
degli approcci che le varie aree culturali
dell’Università di Milano hanno messo in
atto. In ogni caso, anche negli interventi più
applicativi, non si rinuncia mai alla funzione
basilare per un’istituzione quale è l’Università,
cioè di formare i giovani, di promuoverne le
capacità progettuali, di aiutarli ad assumere
responsabilità, insomma di formare in
ogni paese capitale umano come mezzo
fondamentale per l’affrancamento dalla
dipendenza e per gettare le basi di uno sviluppo
autonomo e l’acquisizione di una coscienza
della solidarietà.
The University of Milan has been carrying out
cooperation activities with the developing
countries through its teaching, technical and
administrative staff as well as through its
students for many years.
This publication gathers in a rationed way
the records related to the ongoing or recently
concluded cooperation interventions. It
deals with more than one hundred projects
developed in over 50 countries in collaboration
with dozens of universities and research
centers, with a great number of local
institutions and NGOs and supported by a
wide range of international and local financing
bodies as well as by privates of our country and
of other developed or developing countries.
The many experiences conducted in different
fields offer a bear witness of the approach that
the various areas of the University of Milan
have enacted. Anyway, the effort demonstrated
even for the more practical interventions was
that of never giving up to comply with its basic
function as a University, namely to train young
people, to promote their planning skills, to help
them take responsibility, in other words to build
human capital as a fundamental means in order
to set every country free from being dependent
and to lay the grounds for an autonomous
development and for building a solidarity
awareness.
UNIVERSITÀ
DEGLI STUDI
DI MILANO
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI
DI MILANO
La cooperazione internazionale
allo sviluppo della Statale
A cura di
Claudia Sorlini
Delegata alla Cooperazione Internazionale allo Sviluppo
Indice
Prefazione
. 17
La cooperazione internazionale dell’Università di Milano (Sorlini)
19
Il Centro Interuniversitario per la Cooperazione allo Sviluppo Agro-alimentare
29
e Ambientale - presentazione (Pretolani)
1.0
Metodologia di intervento dell’Università in supporto alla cooperazione (Sali)
35
La cooperazione è una sfida per giovani (Cinquanta)
41
Agricoltura
43
Le strategie per lo sviluppo dell’agricoltura (Bocchi)
1.1
Progetto CITTÀ DELLA LUCE (Togo)
48
1.2
AQUAPLUS - Acqua Energia per la Vita (Haiti)
49
1.3
Lotta integrata al fitoplasma delle drupacee in Libano (Libano)
50
1.4
Studio di fattibilità per la realizzazione di progetti nei tre paesi membri del gruppo
51
di lavoro Executive Action Team - Multilateral Working Group on Water Resources
(”EXACT”) (Giordania, Israele, Territori palestinesi occupati)
1.5
GRAS - Sahel: Caratterizzazione della produzione primaria delle praterie in Senegal
52
e studio delle crisi alimentari provocate da cambiamenti climatici nei Paesi
del Sahel che fanno parte del CILSS (Comité permanent Inter-Etats de Lutte contre
la Sécheresse dans le Sahel) attraverso tecniche di telerilevamento (Burkina Faso,
Ciad, Gambia, Guinea Bissau, Mali, Mauritania, Niger, Senegal)
Agrobiodiversità per sementi e sicurezza alimentare (Ecuador, Perù, America
Lavoro redazionale
Nicoleta Gherghina
1.6
Revisione traduzioni
Nicoleta Gherghina
1.7
Sviluppo del polo produttivo di macchine agricole CIDETER (Argentina)
54
1.8
Applicazione dei codici normalizzati OCSE per le prove dei trattori agricoli
55
Centrale e Meridionale)
Progetto grafico
Andrea Rovatti
ISBN
9788890598913
53
e forestali (Brasile)
1.9
Biotecnologia da estremofili microbici del deserto per sostenere la ricerca agricola
in Tunisia e in Europa meridionale (Italia, Tunisia, Grecia)
56
1.10
Iniziativa sistemi per i cereali nell'Asia del Sud (CSISA) (Asia del Sud)
57
2.5
Creazione centro raccolta latte (Dajabon) (Repubblica dominicana)
82
1.11
Riforestazione a Dajabon (Repubblica Dominicana)
58
2.6
Contributo al miglioramento quantitativo e qualitativo della produzione
83
1.12
Acqua sorgente di convivenza: risposte urgenti e stabili per una coabitazione
59
locale di latte, mediante il trasferimento di tecnologie sostenibili nel campo
possibile a Marjayoun e a Markaba (Libano)
1.13
Consolidamento della micro-orticoltura urbana per il miglioramento della sicurezza
dell’alimentazione animale e di un sistema di sorveglianza epidemiologica per le
zoonosi trasmesse attraverso il consumo di latte a Niamey (Niger)
60
alimentare (Senegal)
2.7
1.14
Agricoltura in zone aride (Egitto)
61
1.15
Sierra Leone - Fondazione della Facoltà di Agraria presso l’Università di Makeni
62
Sviluppo della filiera latte in Niger per una zootecnia sostenibile a salvaguardia
della biodiversità e dell’ambiente (Niger)
2.8
(Sierra Leone)
Supporto e sviluppo della filiera latte nella zona di Banifandou (Comune de
Dentro la Città dei Morti, Workshop internazionale (Egitto)
63
1.17
Sistema informativo geografico (GIS) (India)
64
dell’attività zootecnica locale e della filiera produttiva nell’area urbana
•
Box: Cooperazione UNIMI - Haiti: Educazione e sviluppo in agricoltura (Bassi)
67
e periurbana di Niamey (Niger)
•
Box: Corso su Sistemi agro zootecnici e cooperazione internazionale (Bocchi)
68
•
Box: Club of Bologna un’associazione mondiale per le strategie di sviluppo
69
della meccanizzazione agricola (Bodria)
Box: ICT e e-services nella cooperazione (Cortesi)
2.9
2.10
Zootecnia
2.11
2.1
Lotta alla povertà tramite la promozione di un programma di sviluppo sostenibile
Miglioramento delle attività produttive del settore agro-zootecnico di Mouda,
87
Appoggio e promozione dell’agricoltura e dell'allevamento biologici (BioUruguay)
88
Difesa e valorizzazione della biodiversità in Niger attraverso programmi
89
di educazione ambientale e strategie operative (Niger)
73
2.13.
Sviluppo di un sistema di controllo di sicurezza alimentare del latte bovino
90
e di un sistema di pagamento secondo qualità nella regione di Asella (East Arsi)
78
basato su agricoltura e allevamento biologici a Misiones (Argentina)
2.2
Dialogo De Saberes: Progetto per la sostenibilità della coltivazione, raccolta
86
(Uruguay)
70
La zootecnia come fattore di sviluppo (Crimella)
Miglioramento quali-quantitativo della produzione di latte e consolidamento
e trasformazione delle piante medicinali (Uruguay)
2.12
2.0
85
Niamey III - Niger) (Niger)
1.16
•
84
(Etiopia)
79
•
Box: La filiera del latte come motore di sviluppo (Cantàfora)
91
Alimentazione e nutrizione
93
Regione Extreme-Nord (Cameroun) in collaborazione con la Fondazione Bethlèem
3.0
(Cameroun)
2.3
Appoggio e strutturazione della filiera latte nella zona urbana e periurbana di
Maroua (Cameroun)
2.4
Sviluppo del settore zootecnico (Cameroun)
Promuovere la produzione di alimenti sani (Mannino)
80
3.1
81
Composti bioattivi per la valorizzazione e promozione degli alimenti tradizionali
(Corea del Sud)
96
3.2
Valorizzazione agronomica delle risorse delle zone di esondazione in Amazzonia
97
4.5
3.3
Utilizzo della flessibilità strutturale delle proteine (Israele)
98
3.4
Effetti dei trattamenti sulle caratteristiche funzionali delle proteine alimentari
99
(Turchia)
Studi fisico-chimici e istologici sulle varietà autoctone di yam e cassava (Costa
Rete Regionale Andina per il rafforzamento degli istituti di Scienze e Tecnologie
4.6
Progetto sul controllo della qualità degli alimenti (Colombia)
117
5.0
Ambiente
119
Sviluppo nel rispetto dell'ambiente (Candia)
100
d’Avorio)
3.6
101
5.1
Sviluppo sostenibile delle comunità etiopi (Etiopia, Africa sub-sahariana)
124
5.2
Monitoraggio degli agenti inquinanti organici e persistenti alla foce del fiume
125
Alimentari (Colombia, Ecuador, Bolivia, Perù, Venezuela)
3.7
Rafforzamento dell’Istituto di Scienze e Tecnologia Alimentari (ICTA)
Gange (India)
102
di Bogotà (Colombia)
3.8
Caratterizzazione molecolare di ceppi batterici produttori di batteriocine e sviluppo
103
5.3
Rigenerazione negli invertebrati marini (Cina)
126
5.4
Corso Intensivo 2010: Prodotti agricoli derivati e contaminazione ambientale (Iraq)
127
5.5
Sfruttamento della diversità ed ecologia microbica del Mediterraneo per la
128
di applicazioni per i processi di biopreservation degli alimenti (India, Italia)
3.9
Ricerca applicata per la valorizzazione e la trasformazione di risorse naturali
bioremediation di inquinanti
104
5.6
nel processo di lotta alla fame (Ciad, Cameroun)
3.10
Lotta alla malnutrizione mediante la valorizzazione della Moringa Oleifera
Sicurezza degli alimenti e dell’acqua
105
Meccanismi di fecondazione in insetti (Brasile)
130
•
Box: Corsi avanzati 1 (Candia)
132
•
Box: Corsi avanzati 2 (Candia)
133
I farmaci
135
5.7
6.0
4.1
Programma di educazione sulla salute rurale (Cina- Hong Kong)
112
4.2
Miglioramento della quantità e qualità dell’acqua nei villaggi del Mali (Mali,
113
I farmaci strategici per i paesi in via di sviluppo (Taramelli)
6.1
paesi del Sahel)
Fellowship on Packaging Technologies and Solutions for Developing Countries
Acqua potabile nel distretto di Chake Chake, isola di Pemba, Zanzibar
(Tanzania)
Malaria: ricerca su piante locali impiegate per la terapia della malaria e la profilassi
138
antimalarica nell’area di Orissa (India)
114
6.2
(Nigeria)
4.4
129
107
Garantire acqua e cibo igienicamente sicuri (Pontello)
4.3
Attività dell’α-L-fucosidasi del prodotto del gene FUCA nella Fulgoroidea marrone,
Nilaparvata lumen (Cina)
come integratore alimentare (Ciad)
4.0
116
del rischio/beneficio (Argentina, Brasile, Cina, Sudafrica)
(VARZEA) (Brasile)
3.5
Integratori alimentari con ingredienti vegetali: livelli di consumo, valutazione
Selezione e sviluppo di microbicidi per uso mucosale per prevenire la trasmissione/
139
acquisizione di HIV per via sessuale (Gabon)
115
6.3
Cooperazione didattico - scientifica nell’ambito del Corso di laurea in Farmacia
(Albania)
140
6.4
Ricerche chimiche e farmacologiche su piante del genere Aloe originarie e/o
di artemisinina) e correlati farmacogenomici su concentrazioni di plasma di
141
coltivate in Kenya (Kenya, Africa centro-meridionale)
6.5
Scoperta di farmaci antimalarici: isolamento e caratterizzazione di principi attivi
Efavirenz e Nevirapine (Tanzania)
142
con attività antimalariche da piante medicinali usate dai curatori tradizionali in
7.5
Prevenzione della Trasmissione Madre-Bambino dell’HIV (PTMB) (Guinea Bissau)
156
7.6
Farmacogenomica del polimorfismo dei geni CYP2A6, CYP2B6, CYP2C19,
157
CYP2D6, CYP3A4, CYP3A5 e MDR1 e la loro influenza sulle concentrazioni
Burkina Faso
6.6
Effetti antimalarici, antimelanoma e antiangiogenici dei nuovi derivati
dell’artemisinina (Cina e altri paesi)
6.7
Sviluppo di una piattaforma per studi preclinici di nuovi composti antimalarici
7.7
•
6.8
Sviluppo di nuovi farmaci antimalarici (Burkina Faso, Kenya, Sudafrica)
145
6.9
Coordinamento, razionalizzazione e integrazione fra la scoperta di farmaci
146
Box: Cooperazione didattico - scientifica nell’ambito del Corso di Laurea
Box: Creazione e rafforzamento di scuole mediche mediante partenariato nei paesi
159
Salute e malattia
161
Promuovere la salute intensificando la ricerca (Chiarella Sforza)
147
in Farmacia - Un modello esportato - Tirana (Monticelli)
158
in via di sviluppo: il caso del Ciad (Galli)
8.0
antimalarici e iniziative di sviluppo
Accordo di collaborazione con il programma DREAM (Drug Resources
Enhancement against AIDS and Malnutrition) (Malawi, Mozambico)
144
(Sudafrica, Zimbabwe)
•
di plasma di Efavirenz e Nevirapine (Perù)
143
8.1
Formazione di personale infermieristico e supporto tecnico al servizio sanitario (Togo)
165
Formazione di fisioterapisti - Ospedale Anoalite, di Mungbere, Congo (Congo)
7.0
Lotta all’AIDS
149
Una sfida da vincere (Massimo Galli)
8.2
Borsa di studio per studente di medicina - Ospedale di Sololo (Kenya)
166
8.3
Formazione di personale medico e supporto tecnico al servizio sanitario (Kenya)
167
7.1
Rete collaborativa per la resistenza ai farmaci HIV e Anti-HIV (Estonia, Russia, Senegal)
152
8.4
Identificazione dei fattori che influenzano il ripiegamento e la stabilità degli enzimi
168
7.2
Sorveglianza della resistenza ai farmaci HIV-1, sottotipi virali, epidemiologia
153
8.5
in organismi patogeni che causano malattie riemergenti (India)
169
Metilazione del DNA e rischio di cancro allo stomaco (Oman)
molecolare di HCV e HBV e correlati farmacogenomici su concentrazioni di plasma
di Efavirenz e Nevirapine (Guinea Bissau)
7.3
8.6
Energetica e biomeccanica del movimento umano (Brasile)
170
8.7
Epidemia di colera a Zanzibar (Isola di Pemba) - 2006 (Tanzania)
171
molecolare di tubercolosi M., HTLV (Virus dei linfociti T dell’uomo) e HBV,
8.8
Progetto di fondazione della “Scuola Mediterranea di Studi Superiore di
172
e correlati farmacogenomici su concentrazioni di plasma di Efavirenz e Nevirapine
8.9
Neuropsicofarmacologia e Neuropsichiatria” (Albania, Algeria, Bosnia-
173
Sorveglianza della resistenza ai farmaci HIV-1, sottotipi virali, epidemiologia
154
Erzegovina, Cipro, Croazia, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano,
(Swaziland)
7.4
Sorveglianza della resistenza ai farmaci HIV-1, sottotipi virali, epidemiologia
molecolare di tubercolosi M., resistenza all’artemisinina (terapie combinate a base
155
Libia, Malta, Marocco, Montenegro, Portogallo, Serbia, Siria, Slovenia,
Spagna, Territori autonomi palestinesi, Tunisia, Turchia, )
8.10
Anatomia funzionale di testa e collo nei soggetti normali e nei pazienti
174
10.0
Mediazione linguistica ed interculturale
195
Superare le barriere linguistiche e culturali (Lavagnino)
odontoiatrici (Brasile)
8.11
Anatomia quantitativa delle arcate dentarie e del palato (Colombia)
175
10.1
Studi di letteratura ed estetica Indiana (Italia, Polonia, Repubblica Ceca)
198
8.12
Morfologia facciale tridimensionale in soggetti normali e in pazienti (Sudan)
176
10.2
Accordo per Esami di Chinese Proficiency presso l’Università degli Studi di Milano
199
8.13
Integrazione tra la medicina occidentale e la medicina cinese (Cina, Italia)
177
8.14
Infezioni micotiche (infezioni di Fusarium e infezioni micotiche profonde in pazienti
178
di terapia intensiva) (Turchia)
8.15
Sostegno al programma di controllo della tubercolosi presso le comunità tibetane
179
(India)
•
Box: Medicina tradizionale cinese e medicina occidentale: due mondi che
181
(Cina)
10.3
Scambi di studenti Cina - Italia (Cina)
200
10.4
Istituto Confucio presso l’Università degli Studi di Milano (Cina, Italia)
201
10.5
Programma di scambio di studenti Cina - Italia (Cina)
202
10.6
Scambio studenti e docenti Italia/Cina (Cina)
203
10.7
Insegnamento dell’italiano come lingua di lavoro (Egitto)
204
Box: Centro d’Ateneo per la promozione della lingua e della cultura italiana
206
•
si incontrano (Solimene)
G. e C. Feltrinelli - CALCIF (Morgana)
9.0
Società ed istituzioni
183
•
11.0
Box: Contemporary Asia Research Centre - CARC (Lavagnino)
207
Beni culturali
209
Gestione dei problemi sociali (Fiamingo)
9.1
Giardino dell’Eden - Produzione di fertilizzante organico (Thailandia)
187
9.2
Progetto Scuola primaria per orfani dell’AIDS - Beato Luigi Tezza (Kenya)
188
Recupero del patrimonio archeologico per riscoprire le radici della civiltà e
9.3
Verso l’istituzionalizzazione di un problema: la reintegrazione degli ex- combattenti
189
sviluppare il turismo (Grassi)
11.1
in Namibia e la costituzione di un Ministero per gli Affari dei Veterani (Namibia,
Africa meridionale)
Missione di ricerca geoarcheologica e archeologica ai margini dell’oasi di Tadmor
212
(Palmira) (Siria)
9.4
Accordo di cooperazione internazionale (Cina, Italia)
190
11.2
Scavi a Umm-el-Breigât (Tebtynis) (Egitto)
213
9.5
Collaborazione didattica per la fondazione di un centro di “European Studies”
191
11.3
Progetto Palmira. Il quartiere sud-ovest della città: processi di sviluppo e trasformazione
214
(India)
urbana (Missione archeologica congiunta italo - siriana Pal.M.A.I.S.) (Siria)
•
Box: SIII - Seminario Interuniversitario, Interfacoltà, Interdisciplinare (Fiamingo)
192
•
Box: Comitato Italo-libico Ma’an Li’I Ghad (Insieme per il domani) Onlus (Fiamingo)
193
11.4
Progetto di sviluppo della capacità delle comunità nel quadro dell’agroindustria,
215
della ricerca archeologica e del turismo sostenibile del “Santuario historico del
bosque del Pomac” (Perù)
11.5
Miglioramento della qualità della vita dei villaggi di Huaca Rajada
e Sipán e sviluppo del potenziale turistico (Perù)
216
11.6
Scavi e studio di vertebrati marini triassici nelle province di Guizhou e Yunnan
217
(Cina)
12.0
Collaborazioni su ricerca di base/Altro
219
12.1
Applicazione di tecniche di Dinamica Molecolare per studi strutturali su proteine
220
in soluzione (Argentina)
12.2
Corso Intensivo - Edizioni 2008 e 2009: Elettroni, Microscopia ionica e
221
Micromanipolazione: principi comuni e metodi avanzati in scienze applicate (Iraq)
12.3
Espressione in cellule di insetti del gene di Drosophila che codifica
222
per alfa-fucosidasi (Cina)
12.4
Differenziazione di cellule staminali della linea germinale in Ceratitis capitata
223
(Vietnam)
12.5
Matematica - Computer vision: Attività di ricerca sui problemi di ricostruzione
224
di scene dinamiche (Israele)
Elenco paesi
229
Elenco partner
231
Elenco finanziatori
237
Prefazione
Il divario tra i paesi del mondo sviluppati, in via di sviluppo ed emergenti è alla base di conflitti,
instabilità e divisione tra i popoli. Gli obiettivi del millennio fondati sulla realizzazione dei diritti
all’alimentazione, alla salute, all’educazione, alle pari opportunità, ad uno sviluppo ecologicamente
sostenibile, promossi dall’ONU nel 2000 e sottoscritti da 191 paesi, rappresentano in sintesi quanto
dovrebbe essere fatto, almeno come primo passo, per raggiungere una più equa distribuzione delle
risorse e per attenuare tensioni, dando la possibilità a tutti i popoli di raggiungere un livello dignitoso di vita non solo sotto il profilo economico, ma anche sociale e in particolare dei diritti umani.
In questo scenario le Università possono rivestire un ruolo molto importante che tra l’altro viene
ad esse attribuito ufficialmente anche dalle grandi organizzazioni internazionali (ONU) e dall’Unione Europea, che consiste nel promuovere il dialogo tra i popoli e la comprensione tra le culture,
contribuire allo sviluppo dell’istruzione dei paesi terzi, incoraggiare la mobilità e gli scambi e diffondere gli ideali di democrazia e di rispetto dei diritti umani.
Su questa linea l’Università degli Studi di Milano da anni ed in misura crescente si sta impegnando.
Sono, infatti, sempre di più i gruppi di docenti che attivano progetti di cooperazione o che aderiscono a progetti di altre istituzioni. Le modalità ed i canali di azione sono svariati ed in parte legati
alle diverse competenze culturali e scientifiche presenti nelle facoltà e comprendono, tra l’altro:
corsi interamente o parzialmente dedicati alla cooperazione internazionale allo sviluppo per sensibilizzare gli studenti italiani al tema, formazione di studenti stranieri sostenuta da docenti dell’Ateneo presso sedi universitarie di altri paesi, formazione di dottorandi di paesi in via di sviluppo su
contenuti funzionali al paese di provenienza; attività di ricerca congiunte; e da ultimo, gestione e
partecipazione a progetti di cooperazione gestiti da organizzazioni non governative o da altri enti
con ricadute territoriali sui gruppi sociali coinvolti, attraverso il trasferimento di tecnologie appropriate e l’elaborazione di piani di sviluppo di settore. In questo caso l’Università fornisce il proprio
contributo garantendo l’appropriatezza delle scelte scientifiche e tecnologiche. Molte di queste
attività vengono svolte in collaborazione con le università locali.
Presso l’Università degli Studi di Milano inoltre operano alcuni centri dedicati alla cooperazione:
Centro Interuniversitario per la Cooperazione allo Sviluppo Agro-alimentare e Ambientale (CICSAA) istituito con le Università degli Studi di Pavia e Brescia, Centro di Ateneo per la Promozione
della Lingua e la Cultura Italiana G. e C Feltrinelli (CALCIF), il Contemporary Asia Research Centre
(CARC), per lo sviluppo delle ricerche sulla realtà economica e culturale dei paesi asiatici; l’Istituto
Confucio, per la promozione dello studio della lingua e cultura cinese; inoltre è attivo, nell’ambito
del programma Marco Polo, un corso intensivo per studenti cinesi. Presso “Nostra Signora del
Buon Consiglio“ di Tirana è stata istituita la Facoltà di Farmacia agli studenti della quale viene
rilasciato il doppio titolo; corsi di formazione vengono occasionalmente svolti in altri paesi (CIAD;
Egitto; Sierra Leone ecc.). Inoltre UNIMI fa parte della Rete di Coordinamento delle Università per
la Cooperazione allo Sviluppo.
Il lavoro più capillare viene comunque svolto da gruppi di docenti sparsi nelle varie Facoltà, dedicato alla realizzazione di progetti sul territorio. Complessivamente sono coinvolte alcune centinaia
tra docenti, studenti e personale tecnico amministrativo, impegnati in più di 100 progetti in oltre
50 paesi, con decine di partner di paesi in via di sviluppo, emergenti e sviluppati e con un gran
numero di piccoli e grandi finanziatori.
In ogni caso l’Università non deroga alla sua funzione di formazione finalizzata non solo all’insegnamento tradizionale, ma anche e soprattutto alla creazione di una cultura dell’internazionalizzazione, della responsabilità civile, della solidarietà tra i popoli.
Il Rettore
Prof. Enrico Decleva
17
LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ALLO SVILUPPO
DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO
Prof. Claudia Sorlini
Delegata del Rettore per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo
Introduzione
Questa brochure è dedicata alle attività che l'Università degli Studi di Milano svolge nel campo
della cooperazione internazionale allo sviluppo.
Nell’incertezza relativa a quali criteri adottare nella scelta dei Paesi da considerare in questo lavoro,
si è deciso di uniformarsi a quelli della Direzione Generale della Cooperazione Internazionale allo
Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e cioè: paesi dell’Africa e Medio Oriente, dell’America
Latina e Caraibi, dell’Asia e Pacifico, e per l’Europa, alcuni dei paesi di più recente ingresso.
All’interno di questa vasta gamma, alcuni Paesi, definiti emergenti, negli ultimi anni sono andati
incontro ad uno sviluppo accelerato con un forte incremento del PIL (in particolare i paesi BRIC,
Brasile, Russia, India e Cina), con i quali comunque l’Italia, insieme con l’Unione Europea, continua
a svolgere attività di cooperazione su varie tematiche, dall’ambiente ai diritti umani, dall’agricoltura alla linguistica, anche perché l’esigenza di confronto su questi temi e di supporto allo sviluppo
delle aree di questi paesi che ancora vivono in condizioni di arretratezza continua ad essere oggetto di interesse comune.
Accanto a questi Paesi ce ne sono diversi che mostrano segnali interessanti di sviluppo, anche
se non così significativi, mentre molti altri permangono in condizioni di gravi difficoltà, colpiti da
fenomeni migratori di grandi masse in cerca di un Paese dove lavorare e vivere dignitosamente,
dove l’aspettativa di vita alla nascita non arriva o supera di poco i 40 anni (dati ONU), il tasso di
alfabetizzazione raggiunge a stento il 40% della popolazione, ed infuriano guerre endemiche,
molte delle quali sono causate dalla competizione per le fonti di approvvigionamento idrico e
di risorse alimentari. Il risultato di queste guerre è la decimazione delle giovani generazioni, la
devastazione del territorio e la distruzione delle risorse dell’agricoltura, e questo non fa che peggiorare la situazione economica dell’area o del paese e ritardare la crescita sociale ed economica.
Interessanti studi, condotti dalla FAO e da studiosi di varie università, hanno dimostrato che le aree
a maggior rischio di conflitti bellici sono contemporaneamente quelle dove più alto è il livello di
povertà e di fame.
Numerose malattie, quali la malaria, l’HIV, la tubercolosi, scomparse o ridotte da anni nei paesi
sviluppati, flagellano ancora l’umanità dei paesi in via di sviluppo. Le precarie condizioni igieniche,
confermate dai dati sul mancato accesso ai servizi igienico-sanitari di una quota enorme della
popolazione mondiale, sono alla base della diffusione di affezioni gastrointestinali che rappresentano la principale causa di morte nella prima infanzia in molti di questi paesi. D’altra parte anche
l’inadeguata scolarizzazione, il mancato superamento delle discriminazioni e lo scarso rispetto dei
8
1
19
diritti umani impediscono il pieno dispiegamento delle capacità degli individui sia nella dimensione
personale e familiare sia in quella sociale. Va aggiunto che spesso in questi paesi vengono distrutte
risorse naturali di inestimabile valore ecologico per motivi di necessità primaria o per speculazione
interna o di esterni.
Le strategie delle organizzazioni internazionali
La lotta contro la povertà e la fame non può essere disgiunta dal raggiungimento di altri obiettivi
per una reale crescita sociale. A tale proposito, i 191 stati membri dell’ONU, nel 2000, hanno sottoscritto la Dichiarazione degli “Obiettivi di Sviluppo del Millennio”, da raggiungere entro il 2015:
dimezzare il numero di persone che vivono in condizioni di povertà estrema (con meno di un dollaro al giorno), di sottoalimentazione e di mancato accesso all’acqua potabile; assicurare che, in
ogni luogo del pianeta, bambini e bambine possano portare a termine almeno un ciclo completo
di istruzione primaria; promuovere la parità di genere e l’autonomia delle donne, eliminando le
diseguaglianze nell’istruzione primaria e secondaria e, a tutti i livelli di istruzione; ridurre del 2/3 il
tasso di mortalità infantile al di sotto dei 5 anni di età; migliorare la salute materna, riducendo dei
2/3 la mortalità delle partorienti; combattere l’AIDS, la malaria e altre malattie, quali la tubercolosi,
invertendo la tendenza in atto; assicurare la sostenibilità ambientale, integrando gli obiettivi dello
sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi dei paesi e riducendo la perdita delle risorse
ambientali; dimezzare il numero di persone che non hanno accesso all’acqua potabile; sviluppare
una partnership globale per lo sviluppo sostenibile. I Paesi che hanno sottoscritto questo patto
si sono impegnati a promuovere politiche concrete riguardanti la cooperazione allo sviluppo, a
rispettare i principi di un commercio internazionale che tenga conto dei bisogni dei paesi del sud
del mondo, a ridurre o cancellare il debito dei paesi più poveri e a effettuare il trasferimento di
tecnologie adeguate.
26% e si è passati dai 90 decessi su mille bambini nati vivi del 1990 a 65 del 2008. Metà di questi
decessi si verificano nei paesi sub sahariani, dove un bambino su 7 non raggiunge i 5 anni. La
malnutrizione contribuisce per almeno un terzo di questi decessi.
La mortalità da parto si è ridotta in misura insufficiente; oggi sono ancora 500.000 le donne che
muoiono ogni anno nel mondo, soprattutto nell’Africa sub sahariana e nell’Asia meridionale.
Sta crescendo tuttavia l’assistenza perinatale. Per quanto riguarda l’HIV, nonostante i progressi,
nel 2008 ancora 33,4 milioni di persone convivevano con questa malattia. Quanto alla malaria, è
aumentato il numero di persone che dormono protette da tende ma ancora in modo insufficiente.
Nel 2008 ancora 100 milioni di bambini, di cui 52% bambine, in età scolare non frequentavano
la scuola; 70 di questi 100 milioni si trovano in 33 paesi colpiti da conflitti armati. In circa due
terzi dei paesi si è raggiunta la parità di genere nell’istruzione primaria. Restano ancora critiche le
situazioni di paesi sub sahariani e dell’Asia meridionale.
L’accesso all’acqua di qualità sicura ed in quantità sufficiente è stato riconosciuto dall’ONU come
diritto umano universale inalienabile solo il 29 luglio 2010. Nel 2008 le persone che non godevano
di questo diritto erano 884 milioni.
La Dichiarazione degli Obiettivi del Millennio è un atto di grande valore umano, ma anche economico e strategico, la cui attuazione può comportare un reale avanzamento della democrazia,
dell’emancipazione delle persone e dei popoli e la creazione di condizioni indispensabili alla pace.
Oggi, a pochi anni dalla scadenza del 2015, la popolazione nel mondo che soffre la fame, benché
abbia segnato un calo in punti percentuali (dal 34% del 1970 al 29% del 2009), tuttavia mostra
un aumento significativo in numero assoluto, passando da 830 milioni nel 1979 a 925 milioni
del 2011. Tra le varie cause (crisi economica, aumento del prezzo del petrolio, speculazioni del
mercato internazionale, eccessiva volatilità dei prezzi delle commodities alimentari, produzione di
energia da biomasse, che sottrae ai mercati materie prime alimentari, cambiamento climatico) si
aggiungono anche fenomeni più recenti quali il “land grabbing”. Si tratta di una pratica messa in
atto da attori di paesi ricchi, sviluppati o emergenti, che acquistano vastissime estensioni di terra
coltivabile in paesi in via di sviluppo, cui viene sottratta la produzione agricola con le conseguenze
immaginabili sul mercato interno.
Per quanto riguarda la riduzione della povertà estrema, le persone che vivono con meno di 1,25
dollari al giorno sono calate dal 46% del 1990 al 27% del 2005 e dovrebbe scendere al 15% nel
2015, ma questo soprattutto grazie ai progressi economici compiuti dalla Cina.
Dal 1990 al 2008 la percentuale di bambini sottopeso con meno di 5 anni è calata da 31% al
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Le politiche Europee e del governo italiano
I temi sui quali l’Unione Europea è impegnata non si discostano sostanzialmente da quelli dell’ONU
e, seppur con diverso accento, da quelli sostenuti e sviluppati dalla Cooperazione Italiana allo sviluppo. Gli 8 "obiettivi del millennio" sono solo una tappa intermedia di un processo auspicato
che deve vedere in tutti i Paesi la completa realizzazione dei diritti umani, dell’affrancamento dalla
schiavitù della fame, della realizzazione delle pari opportunità, del diritto alla salute ecc. Questo
documento ha avuto il merito di fissare date e quantificare obiettivi chiari, anche se in buona parte
la tabella di marcia è in ritardo sul programma.
Un aspetto interessante delle politiche della cooperazione internazionale e nazionale dell’ultimo
decennio è rappresentato dalle innovazioni apportate nelle strategie.
È stato anzitutto rivisto il rapporto tra Paese donatore e Paese beneficiario, nel senso che viene
superato il concetto di dipendenza del secondo dal primo e affermato invece un rapporto più
paritetico tra i due paesi di cui il secondo viene definito “partner”. Si riconosce cioè la piena autonomia di ogni paese ad elaborare le proprie strategie di sviluppo con vari mezzi. Il paese donatore
interviene nel sostenere queste strategie, per le quali si lavora sulla base della condivisione degli
obiettivi e delle responsabilità relative alla realizzazione dei progetti. In altri termini viene riconosciuto il principio della “ownership democratica” che trasforma la cooperazione da semplice aiuto
esterno, effettuato sul piano economico, in una collaborazione interattiva tra i due Paesi (o gruppi
di paesi o altre istituzioni). Le nuove strategie concordate in sede internazionale inoltre mirano a
dare spazio a progetti interdisciplinari, di grande respiro e soprattutto con un impatto duraturo
sul Paese partner e prevedono il coinvolgimento della società civile di entrambi i paesi, quali attori
essenziali della crescita. Il paese partner esercita il controllo sui processi di decisione, attuazione
e valutazione delle proprie politiche. La società civile, costituita dalla collettività che non si identifica né con lo stato né con il mercato, è rappresentata da associazioni di cittadini, fondazioni,
gruppi culturali, ecc. e contribuisce alla tutela dei diritti umani ed ambientali, a garantire il diritto
di associazione, la libertà dei media, la trasparenza delle informazioni ecc. Il coinvolgimento della società civile ovviamente non esclude, ma integra e si armonizza con quello delle istituzioni.
Questo nuovo indirizzo della cooperazione comporta anche che la valutazione non si faccia più
in base alle sole risorse finanziarie, ma anche alle modalità di gestione dei risultati (managing for
development results).
Un altro aspetto innovativo è rappresentato dall’impegno di coordinare i vari livelli di cooperazione, in particolare quelli gestiti da Regioni ed Enti Locali, che nell’ultimo decennio si sono molto
sviluppati. Se da un lato queste iniziative testimoniano un accresciuto interesse e un aumento di
sensibilità sui temi in oggetto, dall’altro, in assenza di una strategia comune, rischiano di essere
dispersive. Il Governo italiano si è mosso con l’obiettivo di condurre i progetti sostenuti dalle Regioni e dagli Enti Locali all’interno delle strategie e delle priorità definite in sede nazionale ed internazionale e, al tempo stesso, di valorizzarle. Oggi la cosiddetta Cooperazione Decentrata, gestita
dalle Regioni e dagli Enti Locali (REL) viene condotta di concerto con la Direzione Generale per la
Cooperazione alllo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri. Anche le attività delle Organizzazioni
non Governative (ONG) hanno assunto un ruolo di maggior peso operando in relazione alle scelte
istituzionali, anche internazionali. Inoltre ora sono rappresentate nelle delegazioni governative alle
Nazioni Unite.
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Una particolare attenzione viene dedicata dall’UE alle Università, in particolare attraverso le iniziative di Erasmus Mundus, finalizzate a “… promuovere la comprensione tra i popoli e contribuire
allo sviluppo sostenibile dell’istruzione dei paesi terzi, scongiurando al contempo la fuga dei cervelli, e favorire gruppi di popolazione vulnerabili…”; a “combattere l’emarginazione in tutte le
sue forme, compresi il razzismo e la xenofobia … e promuovere il dialogo e la comprensione tra le
culture….”, a sostenere “l’insegnamento e l’apprendimento delle lingue e delle varietà linguistiche” e incoraggiare la mobilità e gli scambi“ in considerazione della dimensione sociale dell’istruzione superiore, nonché degli ideali di democrazia e di rispetto dei diritti umani…“; (Decisione N.
1298/2008/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio).
Per quanto riguarda il governo italiano, le priorità geografiche sono focalizzate sull’Africa sub-sahariana, sui Paesi nei quali sono stati assunti importanti impegni politici (Afganistan, Libano) sulle
aree nelle quali il nostro paese ha radici profonde (America Latina, Medio Oriente e Mediterraneo);
le priorità tematiche riguardano: ambiente, beni comuni, con particolare attenzione per lo sviluppo rurale, agricoltura in generale, agricoltura biologica e convenzionale in particolare, ricerca di
fonti energetiche alternative e rinnovabili, politiche di genere ed in particolare l’empowerment
delle donne, cui vanno aggiunti i temi tradizionali della salute e dell’educazione. L’attenzione è
rivolta anche alle politiche non direttamente finalizzate allo sviluppo, ma con un impatto significativo sulla crescita del paese (diritti umani, educazione ecc.). Tra le varie partnership, il Ministero
individua 4 pilastri all’interno del paese, le imprese, le ONG e volontariato, Università e centri di
ricerca e Regioni ed enti locali (REL), con i quali ritiene fondamentale l’intensificazione delle collaborazioni.
Alle università si riconosce il compito insostituibile di diffondere i valori della solidarietà e della
cooperazione internazionale, educando le nuove generazioni alla responsabilità sociale ed alla
comprensione delle problematiche internazionali, e quello di promuovere le relazioni tra gli istituti
di alta formazione e di ricerca al servizio della pace e dello sviluppo.
È in questo quadro che si colloca la collaborazione tra la Conferenza dei rettori delle Università
Italiane (CRUI) ed il Ministero degli Affari Esteri - Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo,
“volta all’identificazione di un rinnovato modello accademico di cooperazione allo sviluppo ed alla
pace, che valorizzi il ruolo dell’Università nella formazione delle risorse umane e la sua missione
sociale”.
L’Università degli Studi di Milano e la cooperazione internazionale
allo sviluppo
Presso l’Università degli Studi di Milano (UNIMI) operano alcuni centri d’Ateneo ed interdipartimentali e diversi gruppi di docenti che conducono attività di cooperazione nei campi della medicina, dell’agricoltura, della zootecnia, dell’alimentazione, dei farmaci, della difesa dell’ambiente,
del recupero e valorizzazione dei Beni culturali, dei diritti umani, della mediazione linguistica ecc.
UNIMI, insieme con l’Università degli Studi di Brescia e l’Università degli Studi di Pavia, è membro fondatore del Centro Interuniversitario per la Cooperazione allo Sviluppo Agro-alimentare e
Ambientale (CICSAA). Il centro gestisce diversi progetti sia come coordinatore, sia come partner
soprattutto a sostegno delle attività delle Organizzazioni Non Governative.
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UNIMI inoltre ha istituito il Centro di Ateneo per la Promozione della Lingua e della Cultura Italiana
G. e C Feltrinelli (CALCIF) che ha accolto negli ultimi anni circa 1.000 studenti provenienti da più
di 70 paesi del mondo (dall’Angola al Camerun, dall’Egitto al Sudan ecc.) ed il Contemporary Asia
Research Centre (CARC), dedicato alla promozione ed allo sviluppo degli studi sugli aspetti socioeconomici e culturali dei paesi dell’estremo Oriente.
Nell’ambito del programma Marco Polo, ogni anno viene organizzato un corso intensivo di lingua
italiana per circa 200 studenti cinesi che intendono affrontare gli studi nelle università italiane.
Inoltre è attivo l’Istituto Confucio istituito con la finalità di promuovere lo studio della lingua e
cultura cinese.
Una grande parte del lavoro di cooperazione viene svolta al di fuori dei centri da gruppi di docenti
delle varie facoltà che intrecciano rapporti con un gran numero di università e centri di ricerca di
paesi in via di sviluppo ed emergenti; docenti dell’Ateneo sono impegnati in corsi, seminari e in
attività di ricerca congiunte presso le università di questi paesi. A Milano vengono ospitati tirocinanti, che aspirano ad acquisire strumenti culturali, scientifici e tecnici funzionali alle necessità del
loro paese. Molti docenti inoltre sono impegnati nel dare validazione scientifica e supporto alla
realizzazione di progetti gestiti dalle ONG, attività che negli anni più recenti si è intensificata con
l’attivazione di nuovi progetti e il coinvolgimento di nuovi gruppi di docenti, dottorandi, personale
tecnico, studenti e che spesso sfugge al censimento ufficiale dell’Università.
Per questo le schede che illustrano i progetti in corso o terminati negli ultimi anni probabilmente
rappresentano la realtà della cooperazione dell’Università di Milano per difetto. Comunque i progetti che sono sfuggiti a questo censimento saranno inseriti nella versione elettronica di questa
brochure sul sito di UNIMI. Il format della scheda è quello messo a punto dal Ministero degli Affari
Esteri in collaborazione con il Politecnico di Milano per il censimento delle attività di cooperazione
delle Università (Banca Dati della Cooperazione Universitaria, DaBaCU).
Complessivamente sono state raccolte più di 100 schede di progetti in corso o terminati da poco
con più di 55 paesi emergenti e in via di sviluppo, che stanno coinvolgendo alcune centinaia di
docenti di UNIMI (tra cui 66 solo coordinatori di progetto).
UNIMI fa parte della Rete CUCS delle università del nord, costituita sotto il patrocinio del MAE e
coordinata dal Politecnico di Milano, che svolge diverse attività di informazione, coordinamento di
iniziative congiunte, convegni, promozione della cultura della cooperazione trai i giovani.
Le strategie di UNIMI
L’Università degli Studi di Milano esercita la sua attività di cooperazione in svariati campi, in virtù
della sua connotazione di università “generalistica”, cioè di Ateneo che comprende competenze
distribuite su un’ampia gamma di aree culturali. Coerentemente con la sua missione di istituzione
pubblica di formazione e ricerca, e in accordo con il ruolo attribuito dall’Unione Europea e dal
Ministero degli Affari Esteri - DGCS al sistema universitario, ha messo a punto diversi canali attraverso cui esercitare la sua attività di cooperazione allo sviluppo:
1. Attività di formazione ai vari livelli rivolte agli studenti italiani con l’obiettivo di sensibilizzarli
rispetto alle problematiche internazionali della cooperazione, di promuovere la cultura della solidarietà ed il concetto della responsabilità sociale. Diversi corsi sono integralmente oparzialmente
dedicati a temi nell’ambito dell’offerta formativa istituzionale delle diverse Facoltà.
2. Attività di formazione rivolta a studenti di paesi terzi sia presso l’Università di Milano che presso
Atenei di altri Paesi, come nel caso dell’istituzione della Facoltà di Farmacia presso l’Università di
Tirana, Albania, dove i docenti di UNIMI da anni tengono i corsi e gli studenti, che al 5° anno hanno la doppia iscrizione all’Università di Milano e a quella di Tirana, si laureano con il rilascio di un
doppio titolo; o del corso di master di primo livello tenuto sul modello dei master italiani, presso
l’università di Ain Shams al Cairo sull’agricoltura in zone aride; oppure ancora del corso di laurea
in Medicina tenuto in Ciad e finalizzato a formare personale specializzato nella cura dell’HIV; o il
corso intensivo tenuto a dottorandi e ricercatori di diversi centri di ricerca e università iraniani sulle
tecniche avanzate di microscopia elettronica.
3. Attività di formazione attraverso i dottorati di ricerca. Grazie alle borse riservate a studenti
extracomunitari, alcune scuole di dottorato hanno saputo trasformare la scontata funzione di
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formazione individuale del giovane in un sostegno a progetti di sviluppo nei paesi di provenienza.
Gli studenti che utilizzano queste borse di studio hanno la possibilità di acquisire competenze
avanzate fondamentali per il loro paese nei campi delle tecnologie, della medicina, dell’economia
e del diritto internazionale, della conservazione dei beni culturali, della nutrizione ecc. La borsa
di dottorato in questi casi diventa il tramite attraverso il quale vengono stipulati agreement con
l’Università di provenienza dello studente, che quindi può sviluppare ricerche, studi e progetti funzionali alle esigenze del proprio Paese. Questo sistema da un lato riduce il rischio che il giovane,
una volta terminato il ciclo di studi, non rientri più nel suo Paese e dall’altro rende più facile il suo
reinserimento nel Paese di origine, con una preparazione funzionale alle necessità dello stesso;
infine crea un rapporto tra le due università che si prolunga oltre la durata del dottorato. Da parte
delle istituzioni di paesi in via di sviluppo vi è molto interesse per la formazione di giovani con competenze nel campo dell’economia e del diritto internazionale. Troppo spesso paesi molto poveri
sotto il profilo dello sviluppo economico, ma molto ricchi di risorse naturali non sono in grado di
gestire adeguatamente i contratti con le grandi società pronte a portare tecnologie e a sfruttare,
per lo più a proprio vantaggio, le risorse del paese.
4. Le attività di ricerca di base e applicate con paesi emergenti ed in via di sviluppo sono molte
e diversificate: si va dalle discipline scientifiche, compresa la medicina, a quelle umanistiche. Tra
l’altro, presso UNIMI viene pubblicata una rivista scientifica ISI (Annals of Microbiology, nel cui
editorial board sono rappresentati esperti di paesi di tutti i continenti) che raccoglie per il 70%
lavori di Paesi emergenti ed in via di sviluppo del mondo e che costituisce un ulteriore strumento
di scambio scientifico anche sulle problematiche emergenti di molti di questi paesi.
non solo nel campo della formazione a distanza con i paesi in via di sviluppo e emergenti, ma
anche nel campo del sostegno alle scelte tecnologiche e operative dei gruppi sociali locali coinvolti
nei progetti di cooperazione. In particolare in questa fase in cui la crisi economica sta facendo
sentire le sue conseguenze negative anche sulle attività di cooperazione, attraverso la riduzione
dei progetti finanziati, l’utilizzo delle ICT è di grande utilità per accompagnare la realizzazione dei
progetti di cooperazione interrotti. Il ruolo delle università in questo caso è di consulenza erogata
da ricercatori ed esperti per sostenere le scelte dei gruppi sociali coinvolti in loco nei progetti.
Accanto alla telemedicina per la cura degli esseri umani, sta nascendo anche la telemedicina delle
piante e la televeterinaria.
Le numerose esperienze condotte in campi diversi offrono una ricca testimonianza dell’approccio
che le varie aree dell’Università di Milano hanno messo in atto. In ogni caso lo sforzo dimostrato
anche negli interventi più applicativi è stato di non rinunciare mai alla funzione basilare per un’istituzione quale è l’Università, cioè di formare i giovani, di promuoverne le capacità progettuali, di
aiutarli ad assumere responsabilità nel rispetto dei diritti umani, insomma di costruire capitale
umano come mezzo fondamentale per l’affrancamento di ogni paese dalla dipendenza e per gettare le basi di uno sviluppo autonomo e l’acquisizione di una coscienza della solidarietà.
5. Un particolare campo nel quale UNIMI ha svolto la sua attività è stato quello del supporto
scientifico e tecnologico ai progetti delle ONG. Il ruolo delle ONG è insostituibile, dato il loro impegno continuativo nel paese e nel luogo dell’intervento. Tuttavia sempre più viene richiesto sia
dalle stesse ONG, sia dai finanziatori, il coinvolgimento di Università (italiane e locali), al fine di
garantire la correttezza scientifica dell’intervento e fornire il supporto alle scelte tecnologiche. È
indispensabile, infatti, che queste siano sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico e
che siano adeguate alle possibilità di gestione da parte del personale del paese. In questo caso il
coinvolgimento dell’Università (e dei centri di ricerca) rappresenta una garanzia dal punto di vista
tecnico e scientifico e identifica pertanto un ruolo ben specifico delle università, ruolo che non
si sovrappone a quello delle ONG italiane/europee, né locali ma che lo integra e lo potenzia. Un
bell’esempio di successo di questa proposta metodologica di intervento a sostegno delle ONG è
rappresentato dal lavoro fatto in Libano (vedi articolo di G. Sali).
Spesso le attività di cooperazione (soprattutto quelle finanziate dall’UE) sono un’importante opportunità di internazionalizzazione perché vedono la compartecipazione congiunta sia di diversi
Paesi europei, sia di Paesi in via di sviluppo e la collaborazione con le grandi istituzioni internazionali, come la FAO, l’UNIDO ecc.
6. Utilizzo degli strumenti delle tecnologie dell’Informazione e della comunicazione (ICT) a distanza. UNIMI è impegnata a sviluppare l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
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IL CENTRO INTERUNIVERSITARIO PER LA COOPERAZIONE
ALLO SVILUPPO AGRO-ALIMENTARE E AMBIENTALE
(CICSAA) - PRESENTAZIONE
Prof. Roberto Pretolani
Vecchio dip.: Dipartimento di Economia e Politica Agraria Agro-Alimentare e Ambientale
Nuovo dip.: Dipartimento di Economia, management e metodi quantitativi
Il Centro Interuniversitario per la Cooperazione allo Sviluppo Agro-alimentare e Ambientale,
(CICSAA) è stato costituito nel 2006 tra le Università degli Studi di Milano, Brescia e Pavia, con i
seguenti scopi:
a. promuovere la ricerca sulle tematiche della cooperazione allo sviluppo riguardanti gli aspetti sociali economici e tecnologici, con particolare riguardo al sistema agro-alimentare e ambientale;
b.svolgere attività di ricerca relativa allo sviluppo in collaborazione e/o per conto di organismi ed
enti internazionali, nazionali e regionali e di associazioni e ONG;
d.svolgere attività di consulenza per la valutazione di progetti nei PVS;
e. svolgere attività di monitoraggio e verifica dei risultati di interventi effettuati nei PVS;
f. istituire premi o borse di ricerca per il raggiungimento degli scopi del Centro, nel rispetto della
normativa vigente, purché i finanziamenti siano specificamente destinati a tale scopo dal finanziatore;
h.svolgere attività di documentazione sulle metodologie di intervento, sui progetti e sulle ricerche
attinenti alle tematiche del sistema agro-alimentare nei PVS;
k. collaborare con istituzioni di istruzione e formazione dei PVS sulle tematiche di ricerca del centro;
l. favorire lo scambio di giovani e il trasferimento tecnologico tra gli Atenei e le Università e gli
Istituti di formazione superiore dei PVS;
Le finalità del CICSAA sono, quindi, di diversa natura: da un lato il coordinamento delle attività
svolte, in alcuni casi da diversi anni, da singoli docenti e ricercatori dei tre atenei o da piccoli gruppi
e di favorire la condivisione delle esperienze e delle metodologie acquisite; dall’altro, la possibilità
di sostenere nuovi progetti nei PVS attraverso approcci interdisciplinari ed in stretta connessione
con Università locali e le ONG responsabili dei progetti.
Al CICSAA aderiscono attualmente oltre 40 docenti e ricercatori dei tre Atenei ed è in previsione
l’allargamento ad altre sedi universitarie.
Il CICSAA partecipa anche alle attività anche del Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo (CUCS), coordinato dal Politecnico di Milano.
I membri del CICSAA afferiscono a sette Unità Operative (UO):
• Produzione e protezione vegetale (Milano).
• Produzione e sanità animale (Milano)
• Scienze alimentari (Milano)
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• Ingegneria agraria (Milano)
• Economia agro-alimentare e ambientale (Milano)
• Ingegneria ambientale (Brescia)
• Sviluppo delle economie agricole e sicurezza alimentare (Pavia)
Nel corso degli anni sono stati siglati numerosi accordi quadro con diverse ONG e memorandum
of understanding con Atenei di diversi PVS.
Nella realizzazione di diversi progetti sono coinvolti anche studenti di laurea magistrale, dottorandi
ed assegnisti di ricerca.
Tra i diversi progetti cui gruppi o unità del CICSAA hanno dato il loro fattivo apporto si ricordano:
1. Il progetto « Consolidation des micro jardins pour l’amélioration de la sécurité alimentaire dans
la municipalité de Dakar ». (codice GDCP/SEN/002/ITA) finanziato dal Programma Speciale per la
Sicurezza Alimentare (PSSA) della FAO e dal Comune di Milano (cooperazione decentrata FAOGoverno Italiano e trentennale gemellaggio Milano-Dakar).
Il progetto è svolto dall’Unità di Ingegneria Agraria sotto al responsabilità del Prof.F.Sangiorgi con
la collaborazione di altri docenti aderenti al centro, ed attraverso un accordo quadro con le ONG
ACRA e COOPI.
Il progetto ha la finalità di contribuire alla lotta contro la povertà migliorando la qualità dell’alimentazione e favorendo l’aumento del reddito, attraverso la realizzazione di Microjardins (MJ).
I MJ, sviluppati come risposta all'indisponibilità di terre agricole nell’ambiente urbano, possono
costituire importanti strumenti di sicurezza alimentare, poiché: migliorano l’accesso delle famiglie
più povere ai prodotti orticoli; contribuiscono alla diversificazione della dieta delle famiglie; creano
una fonte di reddito supplementare.
si, ha avuto come risultato un modello di interazione tra attori capace di affrontare i temi dello
sviluppo secondo percorsi di partenariato, di condivisione e diffusione dei saperi, di radicamento
sul territorio.
Numerosi sono al momento i progetti a cui il CICSAA ha fornito le proprie competenze:
• Interventi di emergenza nella piana di Marjayoun, Libano - finanziato dal MAE
• Interventi di emergenza in West Bekaa, Libano - finanziato dal MAE
• Promozione dell’agricoltura sostenibile in Libano - finanziato dalla Regione Lombardia
• Improvement of irrigation water management in Lebanon and Jordan - finanziato dalla UE
• Interventi di sviluppo socio-economico e agro-ambientale nella Caza di Marjayoun e in West
Bekaa - finanziato dal MAE
• Riabilitazione del perimetro irriguo di Balbeck, Libano - finanziato dal MAE
• Acqua sorgente di convivenza, fase 1 - finanziato dalla Regione Lombardia
La collaborazione al progetto, coordinata dal Prof.Guido Sali, coinvolge quattro Unità del Centro
e rappresenta un interessante esempio di sinergia tra diverse aree disciplinari ed è descritta dettagliatamente nelle schede dedicate.
3. La partecipazione con l’ONG Reach Italia al progetto “Recupero delle terre fortemente degra-
date per la sicurezza alimentare nel Sahel Burkinabé”. Tale progetto è stato presentato alla Provincia di Milano nell’ambito della call “Expo dei territori” e premiato dalla commissione scientifica
costituita ad hoc. Successivamente è stato cofinanziato da Regione Lombardia e da alcune imprese private. Attualmente il progetto è in corso di svolgimento e coinvolge due unità del CICSAA,
sia sul versante delle produzioni vegetali che di quella animali.
4. Il progetto “New technologies (ICT) for an integrated and sustainable management of natural
2. La collaborazione con l’ONG AVSI per il progetto “Litani fiume della convivenza” in Libano.
resources in Lebanon” finanziato dal Ministero dell’acqua e dell’energia del Libano e dal MAE
Italiano. Il progetto, in fase di avvio, ha lo scopo di:
a) sviluppare un sistema informativo a supporto delle decisioni nella gestione delle risorse idriche
in agricoltura e
b) raccolta e organizzazione di dati per il monitoraggio del clima.
Elemento qualificante dell’attività è costituito dalla forte integrazione tra due livelli di azione:
•il primo è costituito dalla presenza sul territorio e dalla fitta rete di relazioni locali realizzata dalle
Ong; ciò permette di avere il “polso” delle problematiche e delle emergenze provenienti dalla
società locale;
•il secondo è il bagaglio scientifico e metodologico che il partner universitario mette a disposizione, che consente di razionalizzare e mettere a fuoco sia i problemi che le modalità di approccio
e di ricerca delle soluzioni.
5. Con l’ONG COSV esiste una convenzione di collaborazione quadro per attività di supporto
Il progetto di cooperazione in campo agroalimentare, nelle aree vicino al fiume Litani teatro della
guerra del 2006, riguarda la ricostruzione ed il miglioramento delle condizioni di produzione e
commercializzazione dei prodotti agricoli ed alimentari locali. Il progetto coinvolge anche quattro
università libanesi.
L’università può quindi operare all’interno del perimetro delle proprie competenze e della propria
missione, valorizzando e qualificando nel contempo l’azione della cooperazione dotandola di una
solida impostazione metodologica e mettendo a disposizione competenze, strutture e tecnologie.
Tale azione, unitamente alla costante interlocuzione con le Istituzioni pubbliche italiane e libane-
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alla ricerca in funzione delle necessità che emergono nel corso delle azioni di cooperazione allo
sviluppo di reciproca competenza. In particolare la collaborazione scientifica relativa al progetto:
“Supporto a tre governi locali per la gestione sostenibile delle risorse naturali e la valorizzazione
della biodiversità in due province dell’Ecuador”.
6.
CICSAA è partner del progetto: “Rafforzamento del tessuto microimprenditoriale della
provincia di Piura”, nell’ambito dell’accordo di partenariato di durata quinquennale con l’ONG
ICU per il progetto di cooperazione “Programma di appoggio allo sviluppo e miglioramento delle
microimprese di giovani ed adulti peruviani”.
Il progetto ha come Obiettivo Generale “Contribuire allo sviluppo socio economico di giovani e
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adulti del Perù” e come Obiettivo Specifico “Aiutare adulti microimprenditori e studenti a sviluppare la propria impresa in modo professionale e sostenibile”.
7. Recentemente alcuni membri del CICSAA hanno rinnovato la collaborazione con la Facoltà di
Agraria dell’Università Cattolica Notre Dame di Haiti, attraverso la partecipazione diretta ad attività di formazione in loco e la consulenza all’azienda agricola sperimentale annessa alla Facoltà,
che era stata avviata alla fine degli anni’90 del secolo scorso. Analoghe attività si supporto alla
formazione ed alla ricerca sono in corso con l’Università di Makeni (Sierra Leone).
Il centro, nel corso dell’anno accademico, organizza alcuni seminari durante i quali sono presentati
i principali risultati e le problematiche sviluppate nel corso di progetti di cooperazione. Tali attività
sono rivolte sia agli studenti degli Atenei aderenti sia alla società civile e costituiscono un importante momento di confronto scientifico, occasione di divulgazione dei risultati ed opportunità di
coinvolgimento degli studenti.
Ogni anno, in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione (15 ottobre), il CICSAA organizza un convegno nell’ambito delle manifestazioni promosse dalla D.G. Cooperazione allo
Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, nel quale sono approfondite tematiche o progetti di
particolare rilievo.
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Metodologia di intervento dell’Università
in supporto alla cooperazione
Prof. Guido Sali
Vecchio dip.: Dipartimento di Economia e Politica Agraria Agro-Alimentare e Ambientale
Nuovo dip.: Dipartimento di Economia, management e metodi quantitativi
L’attività universitaria nel campo della cooperazione allo sviluppo non ha avuto sempre terreno
facile.
La nascita della moderna cooperazione allo sviluppo è collocabile a cavallo tra gli anni ’60 e ’70
quando, sull’onda dell’allora giovane processo di decolonizzazione, si venne formando il fenomeno della cooperazione non governativa che agiva in aggiunta, e non raramente in contrapposizione, alla cooperazione attraverso i canali istituzionali. Occorre dire che l’università non era all’epoca
interlocutore privilegiato né delle istituzioni né della società civile. Le prime si avvalevano principalmente del mondo delle imprese favorendo anche, in tal modo, l’affermazione dell’industria
italiana all’estero attraverso grandi progetti industriali e infrastrutturali. Quanto alla cooperazione
non governativa, essa si sviluppò intorno a modelli che differivano da quella governativa relativamente all’approccio, alle dimensioni, alle finalità. In sostanza si trattava di azioni che si fondavano
su modelli derivanti più dalla tradizione missionaria di matrice cristiana o dall’elaborazione delle
ideologie miranti al riscatto delle popolazioni oppresse, dove prevalevano decisamente l’aspetto
operativo e relazionale rispetto alle esigenze di analisi e di impostazione tecnico-scientifica degli
interventi.
Entrambi gli approcci nel corso degli anni hanno manifestato limiti e difetti che non è il caso di
approfondire. Basti pensare al processo di ripensamento della cooperazione governativa che non
solo a livello nazionale ma anche a livello europeo si è venuto elaborando già dagli anni ’90,
dando vita a programmi coordinati e integrati in cui trovassero sintesi le fasi di ricerca ed analisi
da un lato e quelle di intervento e di partnership operativa e paritetica dall’altro. Anche la cooperazione non governativa ha maturato un processo di crescita tale da sviluppare la consapevolezza
che solo poggiando i propri programmi su un quadro conoscitivo multilivello e multidimensionale
fosse possibile migliorare sensibilmente non solo i risultati degli interventi ma anche gli impatti sul
contesto sociale ed economico.
In questo contesto, l’intervento dell’università nella cooperazione allo sviluppo ha acquisito un
ruolo via via più rilevante parallelamente al crescere dell’esigenza di miglioramento dell’efficienza
e dell’efficacia degli interventi progettati. Non solo, una spinta fondamentale è derivata anche dal
bisogno di imprimere un forte impulso alla crescita del capitale umano attraverso la formazione,
gli scambi di studenti e docenti, l’allacciamento di rapporti sempre più stretti tra università sul
fronte della ricerca e della didattica.
Si può quindi affermare che il ruolo dell’università nella cooperazione allo sviluppo è cresciuto in virtù del processo di riequilibrio del fulcro decisionale, spostatosi dal paese donatore alla partnership
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bilaterale. È un ruolo cresciuto anche grazie al rovesciamento del processo di trasferimento (di tecnologie, di risorse finanziarie, di competenze) a favore della crescita endogena e della condivisione
dei saperi, fino all’elaborazione di sintesi culturali nuove ed originali.
In questo quadro negli ultimi anni si è venuto delineando un sistema nel quale istituzioni, società
civile e università hanno ormai trovato una collocazione precisa e ruoli complementari nell’affrontare i temi dell’aiuto allo sviluppo. Il modello che nasce dall’esperienza acquisita nel corso degli
anni vede quindi oggi una nuova stagione di collaborazione tra i tre soggetti che diventano altrettanti pilastri su cui si regge l’attività di cooperazione.
Tra le azioni che hanno consentito di superare vecchie e comprensibili diffidenze va ricordata l’iniziativa del Ministero degli Affari Esteri che ha istituito un canale dedicato di interlocuzione con il
mondo universitario, così da poter avviare iniziative concertate, di ampio respiro e multidisciplinari.
Parallelamente è ormai prassi consolidata da parte delle organizzazioni non governative avvalersi
del supporto universitario per le fasi di analisi ed elaborazione dei problemi, così come per la verifica ex ante ed ex post dei progetti elaborati.
Il modello di approccio ai temi della cooperazione così impostato su tre soggetti in stretta interrelazione, consente di raggiungere diversi obiettivi strategici. In primo luogo il mondo della cooperazione non governativa, ormai radicato nei paesi in cui opera, è in grado di percepire i bisogni
provenienti dal basso, legati ai problemi di sviluppo dell’economia locale, alle domande di salute
e istruzione, alla qualità della vita e dell’ambiente, alla crescita del capitale sociale. Inoltre le ong
sono in grado non solo di dotarsi della struttura necessaria a realizzare gli interventi, ma sovente
hanno creato reti con altre organizzazioni locali ed estere per collaborare allo sviluppo dei programmi d’azione. In questo contesto le azioni prevalentemente intraprese riguardano i progetti in
campo agricolo e artigianale, nella gestione delle risorse naturali ed energetiche, nell’assistenza
sanitaria di base, nell’educazione e sensibilizzazione della popolazione, nello sviluppo dell’associazionismo e di un più solido tessuto sociale.
affrontarlo. È a questo livello che si riscontrano le attività di cooperazione universitaria nel campo
delle grandi strutture sanitarie e dei programmi di lotta alle malattie endemiche, dei progetti di
riconversione agricola, di tutela e valorizzazione delle risorse culturali (archeologiche, architettoniche, etnografiche, ecc.), fino alla predisposizione e realizzazione di progetti di istruzione universitaria e di alta formazione.
I due livelli di intervento appena descritti, uno micro e uno macro, tendono inevitabilmente a congiungersi e a trovare parziali sovrapposizioni laddove, alla rilevazione del problema da parte delle
istituzioni governative, fa riscontro il coinvolgimento dell’università per le fasi analitica e progettuale, e della cooperazione non governativa per la fase di attuazione degli interventi.
Si realizza così la saldatura dei tre pilastri in un quadro di azione che è oggi ben lungi dal produrre
tutti i potenziali benefici. Dalle esperienze recentemente vissute emerge, infatti, la consapevolezza
che i tre soggetti possono sviluppare proficue azioni su diversi fronti e a diversi livelli, come
dimostra l’impostazione dei principali strumenti comunitari di cooperazione, ENPI (strumento della
politica europea di vicinato), DCI (strumento per la cooperazione allo sviluppo) e IPA (strumento
di preadesione). Ad esempio ENPI è organizzato su diversi livelli di intervento, dalla cooperazione
Il coinvolgimento del mondo universitario in questo ambito è stato graduale e solo negli ultimi
anni sta cercando di farsi “sistema” e uscire dall’approccio basato sul volontariato di tanti docenti.
Questi, in contatto con il mondo della cooperazione per motivazioni ideali, hanno costruito nel
tempo una fitta rete di collaborazioni tecnico-scientifiche che, tranne qualche eccezione, solo
negli ultimi anni hanno trovato visibilità e sistematicità nelle attività istituzionali degli atenei, e il
presente volume è una chiara testimonianza di questa evoluzione. Il coinvolgimento universitario
nei progetti di sviluppo locale ha consentito anche l’elaborazione di metodologie di intervento basate sulle “tecnologie appropriate”, forma di trasferimento tecnologico non improntato ai
criteri di efficienza propri dei paesi industrializzati, ma in grado di adattarsi al sistema di vincoli
strutturali delle realtà in cui devono essere implementate. L’università può quindi operare all’interno del perimetro delle proprie competenze e della propria missione, valorizzando e qualificando
nel contempo l’azione della cooperazione dotandola di una solida impostazione metodologica e
mettendo a disposizione competenze, strutture e tecnologie.
Sul fronte governativo, le rappresentanze dei paesi donatori e delle istituzioni internazionali elaborano le strategie di intervento tenendo conto di un ampio ventaglio di parametri decisionali, tra
cui spiccano le esigenze espresse dalle istituzioni locali. In questo caso, l’università è chiamata a
ricoprire un ruolo di cerniera tra l’individuazione del problema e la predisposizione di strategie per
36
37
bilaterale a quella regionale e interregionale, fino alla cooperazione transfrontaliera e tematica.
Soprattutto nell’ambito della cooperazione tematica viene affermato il decisivo ruolo della società
civile da un lato e del mondo della cultura e dell’educazione dall’altro, con una particolare attenzione al ruolo che le università possono rivestire sia nell’elaborazione di proposte progettuali complesse, sia nella creazione di consorzi tra soggetti pubblici e privati in grado di acquisire contrattiquadro, strumento prezioso per dare continuità alle azioni intraprese e formare professionalità
specificamente indirizzate verso i temi della cooperazione allo sviluppo.
Va ancora rilevato che il modello discusso finora necessita un soggetto fondamentale per dare
compiutezza al sistema degli interventi. Ci riferiamo al mondo delle imprese, che rappresenta un
attore chiamato a svolgere un ruolo rilevante nella realizzazione delle politiche di cooperazione sia
a livello nazionale che europeo. L’Unione europea affida al settore privato un ruolo chiave nell’implementazione dei programmi comunitari di aiuto allo sviluppo, tanto che i già citati strumenti
programmatici non solo individuano i protagonisti dell’attuazione nelle istituzioni pubbliche (tra
cui le università), le imprese e le organizzazioni non governative, ma raccomandano che i diversi
attori uniscano specificità e competenze per aumentare la competitività delle proposte progettuali.
Non c’è dubbio quindi che il processo di riorganizzazione cui assistiamo in questi anni stia modificando profondamente gli schemi di intervento della cooperazione ed evidenzia che la sfida dello
sviluppo sta vivendo una stagione nuova, in cui l’azione si fa sistema di partenariato e l’approccio si
fa pluridisciplinare e multilivello. Le esperienze raccolte in questo lavoro testimoniano che il mondo
universitario, e l’Università degli Studi di Milano in particolare, è in grado di raccogliere la sfida.
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LA COOPERAZIONE È UNA SFIDA PER I GIOVANI
Davide Cinquanta
Rappresentante degli studenti, Facoltà di Agraria
Negli ultimi decenni, l'esplodere del fenomeno della globalizzazione ha contribuito ad estendere, ad
una scala planetaria, la corresponsabilità e la partecipazione verso i problemi delle diverse aree della
Terra, dalla fame, alle guerre, alla povertà. I più coinvolti nell'evoluzione dei fenomeni globali non
possono essere altri che i giovani. Coloro che oggi sono studenti, infatti, si stanno formando in un
contesto di profondi cambiamenti che rendono sempre più labile il concetto di confine. I giovani sono
gli eredi di un mondo carico di problemi e di sfide. La cooperazione internazionale è un ambito che
valorizza le loro qualità migliori: la curiosità, la sensibilità, la plasmabilità necessaria all'ampliamento
degli orizzonti, e la consapevolezza della necessità di essere protagonisti del cambiamento.
Non deve quindi stupire se gli studenti manifestino interesse verso il costante processo di apertura della
Facoltà di Agraria di Milano sulla cooperazione internazionale. Fin da quando si è cominciato a parlarne,
alcuni anni fa, la componente studentesca ha aderito con entusiasmo a convegni, seminari e progetti
inerenti i sistemi agricoli nei Paesi in Via di Sviluppo. Basti citare il successo ottenuto dal corso Sistemi agrozootecnici e cooperazione internazionale, tenuto dai professori S. Bocchi e G. M. Crovetto da due anni.
Gli studenti della Facoltà sono molto attenti in particolar modo all'offerta di tesi e tirocini di argomento cooperazionistico. Alcuni hanno già potuto laurearsi in tale ambito, trascorrendo un periodo
di tirocinio in un Paese in Via di Sviluppo, grazie anche ai fondi stanziati dalla presidenza di Facoltà
per rimborsare viaggi di questo tipo. Vi è la consapevolezza che l'aspetto dello sviluppo non è
soltanto un fatto etico, ma anche un settore che offre concrete opportunità di lavoro. L'apertura
internazionale della Facoltà, però, non è ancora sufficiente a garantire agli studenti un agile accesso
ai progetti di cooperazione. Trovare proposte di tesi nel settore è tutt'ora faticoso, per via delle difficoltà ad accedervi, e per la scarsità di offerte. Alcuni studenti denunciano che i tempi burocratici
legati alla creazione di contatti e partnership tra l'Italia e i Paesi bersaglio sono troppo lunghi, e non
compatibili con le scadenze previste dai percorsi di laurea. Un primo passo per superare tali difficoltà
potrebbe essere il potenziamento della pubblicità e della divulgazione, che non solo agevolerebbe
l'accesso ai progetti da parte di chi già nutre curiosità in tale ambito, ma contribuirebbe anche al
diffondersi sempre più ampio dell'interesse. L'adesione degli studenti ai vari progetti potrebbe diventare molto più agile facendo ricorso ai canali più naturali e diretti di comunicazione, come la pagina
web costruita appositamente, che però non è operativa.
Queste criticità possono essere facilmente superate, incentivando ancora di più il lavoro delle componenti della Facoltà, e di tutto l'Ateneo, già attive in questo settore. Gli studenti sono pronti ad
impegnarsi in prima linea nella sua crescita e sperano, prendendo parte a sempre nuove iniziative tra
cui la presente pubblicazione, di contribuire a rafforzare la presenza della nostra Facoltà sullo scenario internazionale e ad affermarsi come promotore di primo piano dello sviluppo globale, tramite la
ricerca e la diffusione della conoscenza.
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1.0 Agricoltura
LE STRATEGIE PER LO SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA
Prof. Stefano Bocchi
Vecchio dip.: Dipartimento di Produzione Vegetale
Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia
Le strategie e i progetti di cooperazione internazionale con i quali si intende combattere la povertà
e la fame, dovrebbero prioritariamente essere focalizzati sulle zone rurali dei Paesi più poveri
per almeno quattro ragioni. 1) In quei territori risiede la maggioranza dei poveri. 2) Negli stessi,
sono in atto dinamiche di degrado ambientale sempre più gravi. 3) Sono in atto diffusi e continui
conflitti. 4) Le strategie politiche già sperimentate in passato (es.green revolution) imperniate sul
comparto agricolo, sembrano oggi non adeguate.
Per un sintetico inquadramento del contesto generale, è utile richiamare alcune delle principali
problematiche, toccando alcuni aspetti che, nella bibliografia internazionale, vengono citati come
paradossi e trappole.
1. Il paradosso delle campagne affamate. Dei circa 980 milioni di persone sottonutrite, il 75%
vive in ambiente rurale, dove tre persone su quattro permangono al di sotto della soglia di povertà, costituendo così “il paradosso delle campagne affamate”. La difficoltà di accesso al cibo
non può essere, in nessun caso, ricondotta esclusivamente a problemi di insufficiente produzione
agricola, ma è da collegarsi prioritariamente alle diversificate cause politiche, economiche, sociali
ed ambientali che, nei Paesi più poveri, creano condizioni di distribuzione squilibrata delle risorse
che genera povertà, che è madre della fame. Il lavoro di studio e programmazione di intervento
non dovrebbe essere solamente o prevalentemente rivolto alle tecniche che permettono maggiori
produzioni unitarie, quanto quello di contribuire a individuare le soluzioni per una migliore ridistribuzione della gestione delle risorse (terra, risorse economiche, finanziarie, scientifiche, culturali) a
partire dalle aree più in difficoltà.
2. Il paradosso della “Immiserizing growth”, la crescita che impoverisce. Bhagwati definisce tale
crescita quella per cui un Paese aumenta le sue capacità producendo un bene da esportare, ma
il peggioramento delle ragioni di scambio determina una situazione di benessere reale inferiore a
quella precedente la crescita. Gli agricoltori sono stati spesso indotti a spostarsi da un’agricoltura
prevalentemente di sussistenza, verso un’agricoltura di mercato nazionale/internazionale di cash
crop. Le due finalità produttive, che in sede teorica potrebbero convivere a beneficio di produttori
e consumatori, nella pratica si scontrano con una struttura a clessidra del mercato che spesso
avvantaggia solo chi è collocato nella strozzatura della clessidra stessa. Il sistema agroalimentare è
formato da milioni di produttori, da un lato, e da milioni di consumatori dall’altro; tra queste due
componenti si colloca, numericamente limitatissimo, ma economicamente e politicamente po-
43
tente, il settore dell’intermediazione spesso controllato da imprese multinazionali, principalmente
statunitensi ed europee. Queste sono in grado di condizionare l’intera filiera dei principali prodotti
attraverso: a) processi di integrazione a monte e a valle della produzione; b) interventi di formazione/assistenza delle aziende agricole; c) il mercato dei fattori produttivi; d) le fasi di trasformazioni e
distribuzione. Rispetto alle altre commodities agricole, i prodotti tropicali fanno registrare concentrazioni ancora maggiori: sono note le situazioni di oligopolio per prodotti come il tè ed il cacao
(tre imprese detengono l’80% delle quote di mercato), lo zucchero (quattro imprese possiedono
il 60%), le banane (cinque imprese controllano il 70%), il cotone (tre imprese occupano il 20%
del mercato). Un recente studio ha messo in luce che esiste un gruppo di Commodity Dependent
Developing Countries (CDDC), vale a dire 50 Paesi nel mondo (Africa subsahariana, Caraibi e
America centrale) le cui esportazioni sono basate su un ristrettissimo numero di commodities.
Si tratta di Paesi prevalentemente meno sviluppati (PMS), alcuni senza sbocco al mare o piccole
isole, con redditi molto bassi, deficit alimentare (Uganda esclusa), e alta percentuale di persone
sotto alimentate (es. 70% del Burundi), che hanno aumentato le produzioni di beni da esportare,
ma con esiti negativi a causa delle frequenti fluttuazioni dei prezzi internazionali. Molti di questi
Paesi sembrano essere caduti in quella situazione che è descritta come il paradosso della “Immiserizing growth” cioè la crescita che impoverisce. La riduzione dei guadagni da esportazione ha
ripercussioni negative sulla capacità di far fronte al debito, sulla capacità di importazione, sulle
opportunità di credito, sulle entrate pubbliche e sui servizi di base (istruzione e sanità).
3. Le trappole che impediscono lo sviluppo. Rapide dinamiche del mondo economico e finanzia-
rio stanno determinando nuove situazioni di ricchezza e la forbice che divide i ricchi dai poveri
si sta allargando. Paesi che nelle graduatorie mondiali erano classificati come in Via di Sviluppo,
ora detengono in diversi settori produttivi posizioni da primato. Alcuni Paesi, come il Malawi,
hanno sempre occupato gli ultimi gradini della graduatoria mondiale, mentre altri come la Sierra
Leone, erano un tempo meno poveri dell’India e della Cina (!). Si possono oggi distinguere Paesi
che hanno più concrete prospettive di riduzione della povertà (Costa d’Avorio, Ghana, Mauritania, Tanzania, Uganda) da altri che invece rischiano di peggiorare le proprie condizioni (Burundi,
Rwanda, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Haiti). Oggi, quindi, un mondo ricco, o che si sta arricchendo, convive con un enorme ghetto di estrema povertà che sembra caduto inesorabilmente
nelle cosiddette “trappole che impediscono lo sviluppo”: la trappola del conflitto, la trappola
delle risorse naturali, la trappola della cattiva governance. Queste trappole, interagenti fra loro,
alla presenza di cofattori riconducibili agli assetti di geografia politica (confini poco sicuri; dimensioni del Paese; mancanza di accessi al mare; etc.) determinano i principali ostacoli allo sviluppo. Il
73% della popolazione dei Paesi poveri è stato recentemente o è tuttora coinvolto in una guerra
civile (guerra civile: conflitto interno in cui muoiono almeno 1000 persone durante combattimenti e in cui ognuna delle parti subisce perlomeno il 5% di perdite). Ricercatori dell’Università
di Oxford hanno chiarito che i conflitti (almeno in Africa) sono altamente correlati con altri fattori come il livello di reddito; le fasi di stagnazione o declino; la dipendenza dalle risorse naturali, ma le relazioni sono così complesse da rendere impossibile un’analisi causa-effetto. Si pensi,
ad esempio, che il 95% della produzione globale di droghe pesanti viene da Paesi in conflitto.
Nelle analisi economiche internazionali, il costo economico di una guerra civile, per il Paese coin-
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volto e per i vicini, è stato cinicamente stimato pari a circa 50 miliardi di euro; negli ultimi decenni,
sono scoppiate circa 2 guerre civili all’anno per un costo complessivo di 100 miliardi di euro, pari
al doppio del bilancio mondiale degli aiuti per lo sviluppo. In queste stime, non si toccano i temi
legati alla vita individuale e sociale, non viene calcolato l’enorme danno sociale dovuto all’interruzione di quella catena di trasmissione dei saperi agronomici esistente tra generazioni. I conflitti
o le guerre cancellano intere generazioni di mezzo, lasciano i giovani nella difficile e vulnerabile
situazione di ricominciare tutto da zero. In questo quadro generale la crisi energetica si intreccia
con quella alimentare. Il mondo industrializzato e post industriale cercano in nuove colture e sistemi colturali soluzioni esterne ai propri problemi interni. Alcuni Paesi attuano politiche basate sul
cosiddetto land grabbing per poter assicurarsi un maggiore livello di autonomia delocalizzata per
le produzioni food e soprattutto no food energetico. In Etiopia nel 1984, mentre la carestia faceva
morire di fame migliaia di persone, ampie superfici di fertili terreni erano destinate alla coltivazione
di semi di lino, cotone e ravizzone da esportare in Europa come alimenti per il bestiame; si stima
che l’80% dei bambini che, nel mondo, soffrono la fame vive in Paesi che generano surplus alimentari sotto forma di prodotti destinati ad essere utilizzati come mangimi. L’ultima, è la trappola
della silver bullett, la pallottola d’argento, vale a dire metaforicamente la tecnologia sulla quale si
può contare (sulla spinta economica di interessi particolari si spinge l’opinione pubblica a credere
nell’utilità assoluta della silver bullet) per risolvere grandi problemi, con una sola azione, precisa e
istantanea. L’approccio decisamente riduzionista di molte politiche, ma anche di progetti di ricerca
e di intervento, richiama questo tipo di trappola. Il rischio reale è quello di ritrovare, una volta finite
le pallottole metaforiche di interventi banalizzanti, nati in laboratorio e diffusi con dinamiche di
ricaduta verticale (top down), gli stessi problemi iniziali, spesso acuiti.
Per evitare gli errori passati del mondo della cooperazione nella ricerca, associazionismo e in
quello politico-amministrativo, sono stati individuati e discussi a Parigi (1999) e ad Accra (2008)
alcuni concetti di base, oggi indicati come pilastri progettuali, da considerare per pianificare gli
interventi. Gli interventi di cooperazione internazionale dovrebbero: (1) tendere ad un forte potenziamento della ownership locale, (2) rispettare un sostanziale alignment (rispetto alle politiche
strategiche locali), e infine (3) formulare schemi di accountability (rendere conto in modo oggettivo e più trasparente per quanto riguarda il processo di attuazione e valutazione degli interventi).
In un panorama complesso e dinamico, gli obiettivi strategici per i Paesi più poveri potrebbero
prioritariamente essere: accrescere la food security (produzione, accesso, fruibilità degli alimenti in
un contesto di piena e reale sovranità alimentare); assicurare la stabilità delle produzioni agricole
per eventualmente affacciarsi ai mercati; conservare le risorse terra, acqua, biodiversità animale e
vegetale attraverso una forte consapevolezza e cultura agroecologica formalizzata (scuole, università, centri di ricerca locali) e tradizionale (trasmissione dei saperi e dei mestieri).
Ciò si traduce, più in particolare, nel: a) potenziare la produzione dei beni di sussistenza nelle zone
rurali; b) aumentare, per i piccoli-medi agricoltori, l’accesso alla terra, alle risorse naturali (acqua
irrigua, biodiversità, sementi), a quelle immateriali (conoscenze agronomiche, trasmissione intergenerazionale dei saperi, formazione, informazione), alle risorse economiche, alle opportunità
dei locali mercati urbani, a quello di esportazione; c) incrementare la quota del valore aggiunto
del prodotto finito spettante al produttore, riducendo quella del settore dell’intermediazione; d)
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valorizzare e potenziare le attività di educazione, formazione, informazione, comunicazione in
agricoltura.
L’integrazione delle conoscenze degli agricoltori con quelle esterne richiede nuove forme di partnership (participatory research) tra gli agricoltori stessi, i ricercatori e tutti gli altri componenti del
sistema. Devono essere affrontati i temi del diritto di proprietà individuale (intellectual property
rights IPR) e dei relativi strumenti. Il cambiamento, a questo riguardo, include lo sviluppo di nuove
regole che chiariscano i valori in gioco a partire da quello della conoscenza diffusa degli agricoltori
della biodiversità naturale e agraria (piante medicinali, mercato locale delle sementi, colture principali e secondarie, neglected crops, sistemi agroforestali aziendali; saperi agronomici locali) e delle
pratiche diffuse di gestione, monitoraggio e salvaguardia dell’insieme dei beni comuni ambientali
(terra, acqua irrigua, vegetazione, paesaggio).
È evidente che ognuno di questi aspetti, per essere sviluppato, richiede formulazione e applicazione integrata di politiche locali, regionali, nazionali e internazionali. È in questo quadro generale di
cooperazione (co-operare = operare insieme) che ogni ambito disciplinare di studio e ricerca può
contribuire con le proprie metodiche di analisi e con i propri strumenti di sviluppo tecnologico,
ma sempre con approccio interdisciplinare e di azione partecipata complessiva dei componenti
del sistema.
46
1.2
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Progetto CITTÀ DELLA LUCE
Walter Albisetti
Professore Associato
AQUAPLUS - Acqua Energia per la Vita
Daniele Bassi
Professore ordinario
AREA TEMATICA
Progetto di produzione orticola
Tipo di intervento
• Formazione
Paesi destinatari
Amoutchou, Togo
Beneficiari
La popolazione locale
Risultati attesi
Miglioramento delle condizioni di vita, creando
fonti di reddito attraverso le attività di orticoltura
per i membri dell’associazione e creando posti di
lavoro per i giovani.
Ente Promotore
Prof. Walter Albisetti
Partner
Italiani e internazionali:
1. Waves World Association of Volunteers for
Emergencies and Solidarity - Onlus, Italia;
2. Fondazione Pro.sa Onlus, Italia;
3. Azienda Agricola Andegardo di Cernusco
Lombardone, Italia.
Locali:
Association Cité de la Lumiére, de Amoutchou,
Togo
e-mail: [email protected]
tel. 02 58296680
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive
e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche,
Chirurgiche ed Odontoiatriche
Obiettivi
1. Creare conti di reddito attraverso le attività
di orticoltura per i membri dell’associazione;
2. Creare lavoro per i giovani;
3. Formare i giovani nel campo dell’orticoltura;
4. Combattere il traffico di bambini.
Attività
Fornitura di risorse materiali (affitto terreni,
utensili per la coltivazione, sementi, carburante)
e umane (coordinatore per le attività, responsabile
insegnamento e consigliere agricolo).
Ente finanziatore
Privati
Durata
Da: 2011 - A: 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
Rinnovabile
AREA TEMATICA
Gestione delle risorse idriche e sfruttamento
delle colture locali
e-mail: [email protected]
tel. 02 5031 6560
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.:Produzione Vegetale;
Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia
Tipo di intervento
• Formazione
• Trasferimento tecnologico
• Servizi alle comunità
Obiettivi
Generale: Applicare modelli innovativi e integrati
per garantire risultati sostenibili.
Specifici:
1. Trovare best practices nella gestione delle
risorse idriche in agricoltura e per uso civile;
2. Trovare best practices in modo da poter
presentare i risultati durante Expo Milano
2015;
3. Creare laboratori artigianali pilota per la
trasformazione di prodotti agricoli locali, al fine
di incrementare il loro uso come alimenti;
4. Formazione per madri e donne incinte sulle
best practices nutrizionali;
5. Applicare modelli replicabili che siano adattabili
a differenti contesti.
Paesi destinatari
Haiti
Beneficiari
1. Agricoltori
2. Studenti
3. Donne e bambini
Risultati attesi
1. Risultati sostenibili grazie all’applicazione
di modelli innovativi e integrati;
2. Applicazione di best practices nella gestione
delle risorse idriche in agricoltura e per uso
civile;
3. Costruzione di laboratori pilota per la
trasformazione dei prodotti agricoli locali;
4. Madri e donne incinte hanno partecipato
a corsi su best practices nutrizionali;
5. Applicazione di modelli replicabili in differenti
contesti.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Rotary
2. Expo 2015
Locali:
Università UNDH, Port au Prince
Attività
1. Rinnovo/estensione dell’attuale raccolta
e canalizzazione dell’acqua;
2. Rinnovo del sistema di irrigazione con il
coinvolgimento della comunità locale, insieme
allo sviluppo di attività formative;
3. Gestione, mantenimento del sistema idrologico
da parte della comunità locale;
4. Formazione su agricoltura e allevamento
del bestiame;
5. Aiuto all’attività di un centro medico
e nutrizionale, rivolto principalmente alla salute
materna e dell’infanzia.
Ente finanziatore
Rotary Int., Expo 2015, Milano
(Altri finanziatori ancora da contattare)
Durata
4/5 anni - DA/A: data da decidersi
Possibilità di rinnovo / follow up
Non è ancora stata negoziata
48
49
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
1.1
1.4
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Lotta integrata al fitoplasma delle drupacee
in Libano
Bianco Piero Attilio
Professore Ordinario
Studio di fattibilità per la realizzazione
di progetti nei tre paesi membri del gruppo
di lavoro Executive Action Team - Gruppo di
lavoro multilaterale sulle Risorse Idriche (EXACT).
Stefano Bocchi
Professore ordinario
AREA TEMATICA
Progetto, agricolo, economico e fitopatologia
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
Libano (cazas di Marjayoun, Hasbaya, West Bekaa,
Jbeil e tutte le aree in cui sono presenti sintomi
causati da Candidatus Phytoplasma phoenicium).
Beneficiari
1. Agricoltori
2. Vivai
Risultati attesi
1. Creazione di una mappa del Libano con
indicazione della proliferazione della malattia;
2. Incontri con le municipalità per rendere le
comunità consapevoli delle malattie causate
dal fitoplasma;
3. Creazione di un tavolo scientifico su Candidatus
Phytoplasma phoenicium;
4. Localizzazione dell’insetto vettore e dell’ospite
secondario;
5. Conferenza internazionale su Candidatus
Phytoplasma phoenicium in Libano;
6. Realizzazione di uno studio socio-economico
sull’impatto della malattia in Libano.
Ente Promotore Partner
Italiani e internazionali:
1. ONG Avsi
2. Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano
3. Facoltà di Agraria, Università di Torino
Locali:
1. Ministero dell’Agricoltura del Libano
2. Università Americana di Beirut (AUB)
3. Universitè S.Esprit de Kaslik (USEK)
4. Istituto di Ricerca Agricola Libanese (LARI)
5. Cooperativa di agricoltori di Feghal
6. Municipalità colpite dalla malattia
7. Agricoltori coinvolti
50
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 16794
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Produzione Vegetale;
Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia
Obiettivi
Generale: Lotta alle malattie causate
da Candidatus Phytoplasma phoenicium.
Specifici: Sviluppo della ricerca in Libano di malattie
causate da Candidatus Phytoplasma phoenicium.
Attività
1. Indagine sulla diffusione delle malattie causate
da Candidatus Phytoplasma phoenicium;
2. Monitoraggio dei frutteti e installazione
di trappole per gli insetti;
3. Questionari sottoposti agli agricoltori sulla
diffusione della malattia e dei danni che questa
può causare. Creazione di un database per
catalogare le informazioni raccolte con questi
questionari;
4. Seminari e corsi di formazione per il Ministero
dell’Agricoltura, le municipalità e gli agricoltori
per spiegare le informazioni e le strategie sulla
diffusione delle malattie;
5. Organizzazione di tavole scientifiche trimestrali
per condividere le informazioni in modo da
ottenere risultati nel minor tempo possibile;
6. Divulgazione di brochures agli agricoltori sui
sintomi della malattia;
7. Spedire gli insetti vettori all’Università
di Torino per fare una prima classificazione;
8. Studio del ciclo degli insetti;
9. Corso di formazione tecnico e scientifico
per riconoscere e classificare gli insetti;
10. Studio sulle perdite economiche causate
dalla malattia.
Ente finanziatore
MAE
Durata
Da: Settembre 2009 - A: Settembre 2010
AREA TEMATICA
Gestione acqua, Agricoltura, Cambiamenti climatici
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
1. Giordania
2. Israele
3. Territori palestinesi occupati
Beneficiari
1. Policy makers
2. Università e istituzioni nazionali
Risultati attesi
1. Identificazione dei bisogni locali per rafforzare
le istituzioni nazionali degli attori principali che
lavorano per la gestione delle risorse idriche,
in particolar modo alla luce dei cambiamenti
climatici mediante il rafforzamento delle
tecnologie dell’informazione e della
comunicazione e attività di capacity building;
2. Una proposta di progetto per lo sviluppo di un
sistema di informazione congiunto mediante
il quale gli attori principali possano sviluppare
una visione dell’impatto climatico sulle risorse
idriche e sulla sicurezza alimentare.
Ente Promotore
Partners:
Italiani e internazionali:
1. Landau Network-Centro Volta (LNCV)
Locali:
1. Ministero delle Acque e dell’Irrigazione,
Giordania
2. Autorità Israeliana dell’Acqua, Israele
3. Autorità Palestinese dell’Acqua, Territori
Palestinesi Occupati
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 16588
Vecchio Dip.: Dip. di Produzione Vegetale;
Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Agrarie e
Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia
Obiettivi
Generale: Rafforzare la sicurezza alimentare
e l’accesso all’acqua alla luce di possibili
cambiamenti climatici a livello locale e regionale
mediante studi di fattibilità partecipativi.
sull’applicazione congiunta delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione.
Specifici:
1.Identificazione di tematiche relative alla gestione
delle risorse idriche, alla sicurezza alimentare
e all’adattamento ai cambiamenti climatici;
2. Selezione di uno scenario adatto a modelli
climatici regionali;
3. Definizione di un modo partecipativo per
integrare dati e modelli esistenti nel settore
della Gestione Integrata delle Risorse Idriche.
Attività
1. Valutazione dei bisogni e un’analisi SWOT con
gli attori coinvolti per identificare punti critici e
opportunità relative alla gestione, elaborazione
e condivisione dei dati sulle risorse idriche;
2. Studio della disponibilità di modelli, metodi
e strumenti nel settore dell’adattamento ai
cambiamenti climatici, della gestione delle
risorse idriche e della sicurezza alimentare;
3. Proposta di una piattaforma di tecnologie
dell’informazione e della comunicazione
per la raccolta di dati sul clima.
Ente finanziatore
MAE
Durata
Da: Novembre 2009 - A: Ottobre 2010
Possibilità di rinnovo / follow up
Alcuni paesi Europei si sono dimostrati interessati
e disposti a finanziare una nuova fase.
Possibilità di rinnovo / follow up
Possibilità di rinnovo ma con un altro ente
finanziatore.
51
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
1.3
1.6
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
GRAS - Sahel: Caratterizzazione della produzione
Stefano Bocchi
Professore ordinario
Agrobiodiversità per la sicurezza alimentare
e la sicurezza delle sementi
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 16588
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Produzione Vegetale;
Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia
AREA TEMATICA
Stefano Bocchi Professore ordinario
Vecchio Dip.: Dip. di Produzione Vegetale; Nuovo
Dip.: Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambienta-
Claudia Sorlini Professore ordinario
Vecchio Dip.: Dip. di Scienze e Tecnologie
Alimentari e Microbiologiche; Nuovo Dip.:
Dipartimento di Scienze per gli Alimenti,
la Nutrizione e l’Ambiente
[email protected]
Facoltà di Agraria Milano
(CNR-IREA)
2. European Union Joint Research Centre (JRC)
Locali
1. Centre de Suivi Ecologique, Senegal
2. Agrhymet, Niger
Tipo di intervento
• Formazione e Ricerca,
• Sistemi innovativi per l’agrobiodiversità
Obiettivi
Generale: Scambio di conoscenze sui sistemi
agro-alimentari in Europa e in Ecuador/Perù.
Paesi destinatari
1. Paesi dell’America Centrale e Meridionale
2. Ecuador e Perù
Specifici:
1. Creazione di una rete di centri educativi per
la formazione e la cooperazione decentrata
a partire dalle principali università (Ecuador,
Perù, Italia);
2. Organizzazione di stage per studenti e docenti;
3. Attuazione di progetti di ricerca integrati
per collaborazioni future sul tema
dell’agrobiodiversità e sostenibilità.
primaria delle praterie in Senegal e studio delle crisi
alimentari provocate da cambiamenti climatici nei Paesi
del Sahel che fanno parte del CILSS (Comité permanent
Inter-Etats de Lutte contre la Sécheresse dans le Sahel)
attraverso tecniche di telerilevamento.
AREA TEMATICA
Agricoltura, Praterie, Variabilità e cambiamenti
climatici, Telerilevamento.
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
1. Burkina Faso
2. Chad
3. Gambia
4. Guinea-Bissau
5. Mali
6. Mauritania
7. Niger
8. Senegal
Beneficiari
1. Policy makers
2. Università e istituti nazionali
Risultati attesi
Attuazione di un’analisi spaziale della relazione
tra le crisi dovute al clima e le anomalie della
produzione vegetale (praterie).
Al momento, non c’è un accordo condiviso sul
possibile impatto dei cambiamenti climatici sugli
ecosistemi del Sahel: alcuni scienziati prevedono un
reinverdimento della fascia del Sahel, altri credono
in un aumento dell’aridità. I sistemi pastorali hanno
giocato un ruolo chiave nella creazione di un “cuscinetto”
contro la variabilità climatica, che sembra in
aumento. Per questo motivo, la ricerca prova
ad analizzare la variabilità spaziotemporale
delle condizioni della vegetazione dovute alla
variabilità climatica, da qui l’uso di dati ricavati da
telerilevamento, in particolar modo per descrivere
un modello che colleghi i fenomeni meteorologici
e la crescita della biomassa così come la relazione
tra le anomalie della produzione vegetale e le crisi
dovute a cambiamenti climatici.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per
il Rilevamento Elettromagnetico Ambientale
52
Obiettivi
Generale: Supporto alla sicurezza alimentare nei
paesi del Sahel attraverso l’identificazione di tecniche
e strumenti di telerilevamento appropriati per la
prevenzione delle crisi alimentari.
Specifici:
1. Identificazione di un modello appropriato
che descriva le dinamiche della produzione
primaria delle praterie mediante strumenti
di telerilevamento;
2. Identificazione di indicatori delle crisi alimentari
indotte dal clima nella regione del Sahel.
Attività
1. Creazione di un geodatabase con indici
derivati da telerilevamento che descrivano
la vegetazione e le precipitazioni;
2. Creazione di un Sistema di Informazione Geografico
che integri le informazioni succitate con i dati
ausiliari su crisi alimentari, mezzi di sostentamento,
uso e copertura del suolo, terreni, etc.
3. Studio geostatistico della relazione tra i
dati della produzione primaria e della crisi
alimentare, da una parte, e gli indici di
telerilevamento dall’altra, per sviluppare
un modello empirico.
Ente finanziatore
Durata
Da: Giugno 2009 - A: Ottobre 2010
Agricoltura, Ambiente, Alimenti
Referente
Beneficiari
Donne, agricoltori, studenti, gruppi destinatari
o etnici specifici, etc.
Risultati attesi
Collaborazione tra università situate in Ecuador
e Perù sulle tematiche Agrobiodiversità/ sicurezza
alimentare/ sovranità alimentare nelle aree
geografiche ad alta agrobiodiversità e nei centri
di domesticazione.
Scambio di visite di studenti e docenti nell’ambito
di progetti di sviluppo scientifico e formativo
legato alla sostenibilità dell’agricoltura con
particolare attenzione all’agrobiodiversità della
produzione, alle filiere alimentari, ai prodotti
ed agli alimenti.
Ente Promotore
Partners:
Italiani e internazionali
1. Università di Milano
2. Comune di Milano
3. ONG COSV
4. Università di Loca (Ecuador)
5. Università di Ibarra (Ecuador)
6. Università di Quito (Ecuador)
7. Università di Piura (Perù))
li – Produzione, Territorio, Agroenergia
e.mail: [email protected]
Tel.02 503 16588
Attività
1. Firma di un protocollo d’intesa tra le università
di Loca, Ibarra, Quito (Ecuador), Piura (Perù)
e Milano (Italia);
2. Attività integrate per proposte di progetti
di ricerca/formativi su scala locale o
internazionale;
3. Organizzazione di stage per docenti e studenti;
4. Preparazione dell’EXPO 2015 “Nutrire il Pianeta”
in relazione al tema dell’agrobiodiversità
in alcuni Stati del Centro e Sud-America
particolarmente importanti in quanto centri
di domesticazione di alcune specie diffuse
su scala globale.
Ente finanziatore
Comune di Milano
Durata
Da: Novembre 2011 - A: Novembre 2015
Possibilità di rinnovo / follow up
-
Possibilità di rinnovo / follow up
Un follow-up verrà proposto e sviluppato in
collaborazione con CNR-IREA e JRC all’interno
del quadro dell’assistenza finanziata dall’Unione
Europea per i Paesi CILSS.
53
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
1.5
1.8
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Argentina: sviluppo del polo produttivo
di macchine agricole - CIDETER
Luigi Carlo Maria Bodria
Professore ordinario
Brasile: Applicazione dei codici normalizzati
OCSE per le prove dei trattori agricoli e forestali
Luigi Carlo Maria Bodria
Professore ordinario
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 16872
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Ingegneria Agraria;
Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia
Macchine agricole
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
• Comunicazione
Paesi destinatari
Argentina, Province di Santa Fé & Córdoba
Beneficiari
1. Produttori di macchine agricole e relative
componenti
2. Ufficio Macchine Agricole
3. Dip. di Macchine Agricole
Risultati attesi
1. Miglioramento dei livelli della qualità, competitività
e redditività dell’industria locale di macchinari
agricoli e relative componenti, mediante:
• aumento delle esportazioni, con la
promozione della cooperazione industriale e
lo sviluppo della qualità e dell’innovazione;
• promozione delle condizioni di investimento;
• promozione dell’innovazione tecnologica dei
prodotti e dei metodi di produzione;
• promozione dell’integrazione della catena
produttiva;
2. Aumento della competitività nazionale
e internazionale;
3. Per ottenere questi risultati, CIDETER sta
promuovendo i contatti dell’industria regionale
di macchinari agricoli con esperti internazionali
(principalmente da Italia e Spagna), mediante
incontri, conferenze e visite ai produttori.
Ente Promotore
CIDETER (www.cideter.com.ar - Centro
di Investigazione e Sviluppo Territoriale)
Partner
Italiani e internazionali:
1. Università degli Studi di Milano
2. Universidad Complutense (Madrid, Spagna)
54
Locali:
1. CIDETER
2. CAFMA (Camera Argentina dei Produttori
di Macchine Agricole)
Obiettivi
Specifici:
1. Conferenze sugli standard europei;
2. Conferenze sulla fabbricazione europea
di attrezzature agricole e componenti;
3. Conferenze sul mercato europeo delle
attrezzature agricole e componenti.
Attività
1. Conferenze
2. Visite
3. Discussioni su esperienze personali
Conferenze:
1. Tendenze e opportunità dei principali mercati
europei di attrezzature agricole - Seminario
CITA 2005 - Buenos Aires, 19/22 maggio 2005;
2. Stato della produzione di macchinari e attrezzature
agricole nell’Unione Europea - Bolsa de Comercio,
Rosario (Argentina), 28 Nov. 2006;
3. Normalizzazione nel campo delle attrezzature
agricole - Giornata tecnica su “Tendenze
internazionali nella normalizzazione e
meccanizzazione agraria” - CIDETER, Las
Parejas, Argentina, 24 Septiembre 2007;
4. Prospettive del settore dei macchinari agricoli
a breve e medio termine - X Congresso
Argentino di Ingegneria Rurale y II del
Mercosur CADIR 2009, Rosario, 1/4 Settembre
2009.
Ente finanziatore
CIDETER, Università degli Studi di Milano
Durata
Visite brevi nel 2005, 2006, 2007 e 2009
Possibilità di rinnovo / follow up
-
AREA TEMATICA
Trattori e macchinari agricoli
Tipo di intervento
• Formazione e Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
Brasile (San Paolo, Jundiaí)
Beneficiari
1. Industria trattoristica
2. Istituzioni che testano attrezzature agricole
3. Dip. di Ingegneria Agraria
Risultati attesi
Realizzazione di uno studio di idoneità sulla
possibilità per il Centro di Automazione e
Ingegneria (Jundiaí, San Paolo) di entrare nel
piano dell’OCSE per le prove dei trattori agricoli
e forestali.
OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e
lo Sviluppo Economico) ha pubblicato differenti
Codici Normalizzati per le prove dei trattori
agricoli e forestali. Queste prove vengono
riconosciute in tutto il mondo da governi,
istituzione e agricoltori. Tutti i principali Paesi
produttori di trattori sono membri di questo
piano. Il Brasile è una delle poche eccezioni.
Ente Promotore
OCSE
Partner
Internazionali:
OCSE, Divisione per le prove dei trattori agricoli
e forestali
Locali:
Centro di Automazione e Ingegneria (Jundiaí,
San Paolo), parte di IAC (Istituto Agronomico
di Campinas)
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 16872
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Ingegneria Agraria;
Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia
Obiettivi
Specifici:
1. Studio sull’idoneità del Centro di Automazione
e Ingegneria al piano di controllo dell’OCSE;
2. Consulenza su modifiche e nuovi dispositivi
di controllo;
3. Convincere l’industria trattoristica brasiliana
ad adottare i codici normalizzati OCSE per le
prove dei trattori agricoli e forestali.
Attività
1. Visite al Centro di Automazione e Ingegneria;
2. Incontri con i manager dell’industria
trattoristica brasiliana;
3. Discussioni sui report delle visite fatte a Parigi,
presso la sede OCSE.
Il Brasile è uno dei più grandi Paesi agricoli,
produttore a livello mondiale di caffè, zucchero
(e alcol) e succhi di frutta. È il più importante
produttore di trattori dell’America Latina (40,00050,000 unità all’anno), dei quali la maggior parte
viene esportata. Le prove per la sicurezza e il
controllo dei dispositivi devono essere compiuti in
altri Paesi.
Il controllo dei trattori è stato eseguito in Brasile
(Università di Campinas) dal 1949. Prima era
obbligatorio mentre oggi è facoltativo.
La Proposta Congiunta del Centro di
Automazione e Ingegneria dei produttori
di trattori è volta a nominare il Centro di
Automazione e Ingegneria come Centro OECD
di controllo dei Trattori in Brasile.
Ente finanziatore
OCSE
Durata
Da: Novembre 2006 - A: Febbraio 2007
Possibilità di rinnovo / follow up
-
55
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
1.7
1.10
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Biotecnologia da estremofili microbici
del deserto per sostenere la ricerca agricola
in Tunisia e in Europa meridionale
Daniele Giuseppe Daffonchio
Professore Associato
Iniziativa sistemi per i cereali nell'Asia
del Sud (CSISA)
Martin Kater
Professore Associato Confermato
Biotecnologia
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 19117
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari
e Microbiologiche ; Nuovo Dip.: Scienze per gli
Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
2. Università di Ioannina
Locali
Università di Tunisi, El Manar
Paesi destinatari
1. Tunisia
2. Italia
3. Grecia
Obiettivi
Generale: Espandere la ricerca sull’ecologia
molecolare microbica e migliorare la relativa
conoscenza tecnica per affrontare i problemi
agricoli e sfruttare la biotecnologia microbica che
può sostenere lo sviluppo di una bioeconomia in
Tunisia e Nord Africa.
Specifici:
1. Acquisto di nuovi strumenti per i partner
tunisini;
2. Assunzione di 3 ricercatori esperti da parte
dei partner tunisini;
3. Diffusione dell’intervento attraverso
l’organizzazione di 3 laboratori scientifici
e di una conferenza internazionale in Tunisia.
AREA TEMATICA
Beneficiari
1. Laboratori universitari
2. Scienziati di Tunisia e Nord Africa
3. Studenti universitari tunisini
4. Industria biotecnologica in Tunisia
Risultati attesi
1. Assunzione di 3 ricercatori esperti che
avvieranno nel laboratorio del partner tunisino
un Microarray system, un Real Time-PCR e
un Sistema Automatico di Array Fenotipico
e che svilupperanno le più recenti tecniche
analitiche basate su questi strumenti avanzati.
I 3 ricercatori beneficeranno di periodi di
formazione nei due laboratori europei, in Italia
e in Grecia, che già utilizzano queste tecnologie;
2. Trasferimento di know how al partner
tunisino che potrà migliorare la ricerca nella
biotecnologia microbica di ecosistemi aridi;
3. Pianificazione di un’attenta strategia
di diffusione nell’ambito di BIODESERT
per diffondere le conoscenze acquisite
nell’ambiente scientifico e nella società tunisina
e nordafricana, promuovendo l’applicazione
della gestione delle risorse microbiche per
migliorare la sostenibilità agricola negli
ecosistemi aridi.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Università degli Studi di Milano (Coordinatore
del progetto)
56
Attività
1. Formazione di 3 ricercatori esperti nei
laboratori del partner italiano o greco;
2. Avviare lo sviluppo operativo di nuovi strumenti
scientifici nei laboratori del partner tunisino;
3. Diffusione della conoscenza scientifica al
pubblico della Tunisia e del Nord Africa
e organizzazione di 3 laboratori scientifici
e di una conferenza internazionale.
AREA TEMATICA
Biotecnologia alimentare
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
• Formazione
Paesi destinatari
Asia del Sud
Beneficiari
1. Agricoltori
2. Consumatori
Risultati attesi
Identificazione di geni coinvolti nella tolleranza
allo stress da calore del riso.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Martin Kater, Università degli Studi di Milano
2. Paolo Pesaresi, Università degli Studi di Milano
Locali:
Sigrid Heuer, IRRI - Istituto Internazionale di
Ricerca sul Riso, Manila, Filippine.
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15050
Facoltà di Scienze MM, FF e NN
Vecchio Dip.: Scienze Biomolecolari e
Biotecnologie; Nuovo Dip.: Bioscienze
Obiettivi
Generali: Sviluppo di una varietà di riso tollerante
allo stress da calore per migliorare la produzione
di riso nonostante i cambiamenti climatici.
Specifici: Studio dell’espressione di geni
candidati nelle varietà di riso sviluppate da IRRI.
L’espressione di questi geni viene testata sotto
differenti condizioni ambientali.
Attività
1. Ricerca Genetica Molecolare
2. Corsi di formazione.
Ente finanziatore
Durata
Da: Maggio 2009 - A: Dicembre 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Informazione non disponibile
Ente finanziatore
Unione Europea
Durata
Da: Gennaio 2010 - A: Dicembre 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
Soggetto alle candidature presentate in risposta
ai bandi europei.
57
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
1.9
1.12
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Riforestazione a Dajabon
Maria Claudia Piagnani
Ricercatore Confermato
ACQUA SORGENTE DI CONVIVENZA: risposte
urgenti e stabili per una coabitazione possibile
a Marjayoun e a Markaba
Guido Sali
Professore Associato Confermato
AREA TEMATICA
Silvicoltura
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
Paesi destinatari
Repubblica Dominicana (Dajabon)
Beneficiari
1. Studenti
2. Docenti
3. Comunità di confine
Risultati attesi
1. Creazione di curricula specializzati per studenti
grazie al laboratorio di colture vegetali in vitro;
2. Trasformazione della scuola in un centro di
riferimento regionale per la fornitura di piante
sia in pericolo d’estinzione sia per quelle
destinate a un’area gravemente deforestata.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Comune di Milano
2. Facoltà di Agraria, Università degli Studi
di Milano
3. Facoltà di Medicina, Università degli Studi
di Milano
4. UNDP
Locali:
Istituto Tecnologico San Ignacio de Loyola
58
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 16564
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Produzione Vegetale;
Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia
Obiettivi
Specifici:
1. Riforestazione;
2. Collaborazione con il comitato scientifico
Expo 2015 per il futuro sviluppo del progetto.
Attività
1. Verificare la possibilità che ITESIL in Dajabon
possa intraprendere la costruzione di un
laboratorio di colture vegetali in vitro
principalmente affidandosi alla cooperazione
e alle sinergie tra le strutture locali pubbliche
e private;
2. Pianificare un laboratorio di colture vegetali
in vitro a ITESIL.
Ente finanziatore
Comune di Milano, FAO, Università degli Studi
di Milano
Durata
Da: 2009
Possibilità di rinnovo / follow up
-
AREA TEMATICA
Agricoltura, Gestione dell’acqua, Progetto
socio-economico
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
Libano (Libano meridionale, sorgente di Dardara)
Beneficiari
1. Agricoltori e loro famiglie
2. Studenti
Risultati attesi
1. Riabilitazione del canale di irrigazione nella
Piana di Marjayoun;
2. Miglioramento della Cooperativa della sorgente
di Dardara (WUA - Water User Association Associazione per l’Utilizzo dell’Acqua);
3. Studio dell’impatto socio-economico
dell’intervento;
4. Pubblicazione di un giornale scolastico;
5. Formazione di studenti su tematiche relative
all’acqua;
6. Studio su drenaggio, irrigazione e conversione
di terra arabile;
7. Studio sulle colture più fruttifere;
8. Costruzione di piccoli bacini acquiferi per
migliorare l’uso dell’acqua.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. ONG Avsi
2. ONG Africa ’70
3. Facoltà di Agraria, Università degli Studi
di Milano
4. Studio associato MPM
Locali:
1. Municipalità locali
2. Scuole
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 16480
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Economia e Politica Agro-alimentare
e Ambientale; Nuovo Dip.: Economia,
Management e Metodi Quantitativi
Obiettivi
Generale: Miglioramento delle condizioni di vita
degli agricoltori locali della Piana di Marjayoun
e delle municipalità di Marjayoun, Qlaiaa, Khiam,
Bourj el Moulouk, Kfarkila e Markaba.
Specifici:
1. Sviluppo delle condizioni socio-economiche
della Caza di Marjayoun intervenendo
nei settori del approvvigionamento idrico,
dell’agricoltura e della formazione;
2. Promozione delle possibilità di convivenza tra le
comunità islamiche e cattoliche della regione.
Attività
1. Analisi socio-economica del settore agricolo;
2. Studio della rete idrica locale della sorgente
di Dardara;
3. Riabilitazione del terzo canale della sorgente
di Dardara;
4. Studio topografico per massimizzare
la distribuzione di acqua;
5. Supporto alla WUA (Water User Association
- Associazione per l’Utilizzo dell’Acqua),
soprattutto in relazione alla gestione delle
risorse idriche;
6. Fornitura di tensiometri per meglio
comprendere i reali bisogni delle coltivazioni;
7. Analisi dell’acqua e del terreno;
8. Studio socio-economico dell’impatto della
riabilitazione dei canali di irrigazione.
Ente finanziatore
MAE - ONG AVSI
Durata
Da: Giugno 2009 - A: Giugno 2010
Possibilità di rinnovo / follow up
Nessuna possibilità di rinnovo
59
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
1.11
1.14
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Consolidamento della micro-orticoltura
urbana per il miglioramento della sicurezza
alimentare
Franco Sangiorgi
Professore Ordinario
Agricoltura in zone aride
Claudia Sorlini
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
Sicurezza alimentare e agricoltura urbana
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
Senegal (Dakar)
Beneficiari
1. Disoccupati
2. Donne
3. Organizzazioni della società civile
Risultati attesi
1. 5000 famiglie coinvolte nella produzione
di ortaggi per autoconsumo e vendita diretta;
2. Realizzazione di 8 Centri di Formazione
e Dimostrazione (CFD) e della struttura di
gestione per il coordinamento dei progetti
implementati;
3. Materiale didattico adattato al contesto locale;
4. Modello organizzativo, testato, per la vendita
dei prodotti proposti sul mercato locale;
5. Dati sul comportamento di cultivar orticole nei
micro-orti senegalesi, riportati nel database Hortivar;
6. Valutazione del programma di intervento;
7.Miglioramento delle conoscenze istituzionali a
Dakar e Milano per la agricoltura urbana;
8. Formazione della popolazione su opportunità
e ostacoli allo sviluppo dell’agricoltura urbana.
Benefici ottenibili dalla micro-orticoltura:
• Miglioramento della sicurezza alimentare
• Diversificazione della dieta
• Aumento del reddito familiare
• Aumento dei posti di lavoro
• Riciclo di rifiuti
• Riduzione del consumo idrico per irrigazione
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Comune di Milano
2. Ministero Affari Esteri
60
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 16859
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Ingegneria Agraria;
Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia
3. FAO
4. Università degli Studi di Milano
5. COOPI ONG
6. ACRA ONG
Locali:
Comune di Dakar
Obiettivi
Generale: Contribuire al miglioramento della
sicurezza alimentare integrando la dieta e creando
attività generatrici di reddito per i beneficiari.
Specifici:
1. Supporto a costituzione e sviluppo di Centri
di Formazione e Dimostrazione (CFD) aiutando
i locali nella gestione dei micro-orti;
2. Aumento significativo del numero di beneficiari
per incrementare la varietà di prodotti adatti
al mercato e sviluppo di una idonea strategia
commerciale.
Attività
1. Identificazione e insediamento di 8 CFD;
2. Selezione di un CFD pilota;
3. Definizione dei criteri di scelta dei beneficiari;
4.Realizzazione di un sistema di distribuzione di
input produttivi a livello familiare;
5. Realizzazione catena di distribuzione dei prodotti;
6. Creazione di un GIS per la raccolta dati territoriali;
7. Predisposizione modello organizzativo dei CFD;
8. Stesura calendario coltivazioni per
autoconsumo e vendita;
9. Individuazione strategie commerciali idonee;
10. Organizzazione di seminario presentazione dei
risultati e pubblicazione opuscolo informativo.
AREA TEMATICA
Agricoltura in ambienti estremi
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
Paesi destinatari
Egitto (Cairo)
Beneficiari
1. Università
2. Centri di ricerca
3. Agricoltori
Risultati attesi
1. Comprensione dei meccanismi fisiologici
della resistenza agli stress idrici;
2. Avanzamento delle conoscenze sui
determinanti genetici della resistenza;
3. Selezione di piante resistenti agli stress idrici;
4. Selezione di PGPR;
5. Messa a punto dei sistemi di irrigazione adatti.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Università degli Studi di Milano
2. Università di Catania
3. Parco Tecnologico Padano - CERSA
(Centro di Ricerca per gli Studi Agroalimentari)
4. Consorzio Italiano per la Ricerca Agricola Agrital di Maccarese
Locali:
Università di Ain Shams
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 19162
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari
e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze per gli
Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
Obiettivi
Generale: Ricerca di misure in grado di
contrastare gli stress idrici e di incrementare
la produttività
Specifici: Approfondimento della conoscenza di:
1. Fisiologia vegetale
2. Genetica
3. Microbiologia
4. Sistemi culturali.
Attività
1. Indagini di fisiologia e genetica;
2. Indagini di biologia molecolare di microrganismi;
3. Indagini su sistemi culturali.
Ente finanziatore
MIUR (FIRB - Fondo per gli Investimenti della Ricerca
di Base)
Durata
Da: 2007 - A: 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
-
Ente finanziatore
Comune di Milano, MAE/FAO (IFDCP)
Durata
Da: Ottobre 2006 - A: Dicembre 2007
Possibilità di rinnovo / follow up
È in corso la fase 2 del progetto
61
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
1.13
1.16
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Fondazione della Facoltà di Agraria presso
l’Università di Makeni con attivazione
del Corso di laurea (4 anni) in Scienze
e Tecnologie Agrarie e Alimentari
Claudia Sorlini
S.Bocchi, M.Fiala, S. Corsi
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 19162
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari
e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze per gli
Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
Dentro la Città dei Morti
Workshop internazionale
Obiettivi
Specifici:
1. formare capitale umano
2. stimolare la costituzione di imprese nel settore
agroalimentare
3. Contrastare la disoccupazione e migliorare
le condizioni alimentari della popolazione.
Tipo di intervento
• Formazione
• Trasferimento tecnologico
• Servizi alla comunità
AREA TEMATICA
Formazione universitaria nel campo
agro-alimentare
Tipo di intervento
• Formazione
• Trasferimento di tecnologia
Paesi destinatari
Sierra Leone
Beneficiari
(donne, agricoltori, studenti, gruppi destinatari
o etnici specifici, etc..)
1.Studenti studentesse
2.Agricoltori
3.Popolazione
Risultati attesi
1. Formazione di capitale umano nel campo
agro-alimentare,
2. miglioramento dell’agricoltura attraverso
l’impiego di procedure e tecnologie appropriate
3. sviluppo di sistemi di trasformazione e
conservazione degli alimenti
4. avvio di attività imprenditoriali nel campo
dell’agricoltura e della conservazione e
trasformazione degli alimenti
Con particolare attenzione ai giovani e alle donne
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Università degli Studi di Milano,
Facoltà di Agraria
2. Saint Lawrence Foundation.
Locali:
Università di Makeni
62
Attività
1. Definire percorso degli studi con i referenti
di Makeni
2. Allestire aule, aula informatica laboratori
didattici
3. Dotarsi di un’azienda agricola per la didattica
in campo
4. Avviare didattica preliminare con un corso di
aggiornamento rivolto a studenti diplomandi,
agricoltori di buon livello e donne impegnate
in agricoltura.
5. Selezionare gli studenti per la prossima
iscrizione alla facoltà,
6. Reclutamento di docenti in Italia, in altri paesi
sviluppati e in Africa occidentale per tutti e 4
gli anni
7. Costruire i locali per i laboratori e attrezzarli
Ente finanziatore
Saint Lawrence Foundation
Durata
Da: Luglio 2009 - A: Luglio 2015
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
AREA TEMATICA
Agricoltura urbana
Referente
Franco Sangiorgi
Professore ordinario
e-mail: [email protected]
tel. +39 338 2709862
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Ingegneria Agraria;
Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia
Tommaso Sposito
Collaboratore
Paesi destinatari
Egitto
Beneficiari
6 famiglie che vivono nella Città dei Morti,
al Cairo
Risultati attesi
1. I partecipanti al workshop internazionale e i
beneficiari locali prendono familiarità con le
tecniche per la coltivazione dei micro giardini;
2. I partecipanti al workshop e le famiglie
beneficiarie si attivano per la ricerca di
materiale riciclabile utile alla costruzione
dei micro giardini;
3. Le famiglie selezionate costruiscono i
contenitori per il micro giardino e iniziano
la coltivazione degli ortaggi;
4. Le famiglie beneficiarie ricevono una
formazione sulle principali patologie vegetali e
cenni sulla gestione di alcuni agenti patogeni;
5. Pianificazione e installazione di un viale
alberato in un’area della Città dei Morti.
Obiettivi
Generale: Miglioramento della sicurezza
alimentare degli abitanti della Città dei Morti.
Specifici:
1. Fornire ai beneficiari conoscenze e competenze
sui micro giardini;
2. Fornire ai beneficiari i mezzi tecnici per avviare
la produzione;
3. Garantire un follow up alla formazione
dei beneficiari.
Attività
1. Formazione dei partecipanti al workshop;
2. Formazione dei beneficiari;
3. Costruzione di contenitori per la coltivazione
e avvio dei primi cicli di coltura;
4. Pianificazione di un viale alberato;
5. Installazione di un viale alberato.
Ente finanziatore
Durata
Da: 28 Ottobre 2010 - A: 6 Novembre 2010
Possibilità di rinnovo / follow up
-
Ente Promotore
ONG Live in Slums
Partner
Italiani e internazionali:
Politecnico - Nuova Accademia della Belle Arti
(Naba), master Paesaggi Straordinari
Locali:
1. American University, Il Cairo
2. Green - Agenzia di consulenza
63
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
1.15
ti progettiProgetti progetti progetti
1.17
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Sistema Informativo Geografico (GIS)
Alessandro Toccolini
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
Tecnologia agricola
Tipo di intervento
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
India (Madurai)
Beneficiari
1. Ricercatori
2. Studenti
Risultati attesi
Miglioramento delle conoscenze in entrambe le
università sull’agricoltura e su sistemi informatici
quali GIS.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Dip. di Ingegneria Agraria, Università degli Studi
di Milano
Locali:
Prof. A. Sundaram, Scuola di Energia Ambiente e
Risorse Naturali, Dip. di Studi Futuri, Università di
Madurai Kamaraj
64
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 16854
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Ingegneria Agraria;
Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia
Obiettivi
Generale: Cooperazione e trasferimento
tecnologico tra l’Università degli Studi di Milano
e l’Università di Madurai Kamaraj.
Specifici:
1. Miglioramento della tecnologia GIS;
2. Trasferimento di metodi di pianificazione
del paesaggio;
3. Pianificazione della Grennway.
Attività
1. Ricerca;
2. Formazione su GIS;
3. Uso di GIS nella pianificazione del paesaggio.
Ente finanziatore
Fondi da entrambe le università
Durata
Da: 2000 - A: 2010
Possibilità di rinnovo / follow up
-
BOX
Cooperazione UNIMI - HAITI: Educazione e sviluppo in agricoltura
Dal 1997 l’Università degli Studi di Milano (Facoltà
di Agraria) collabora con l’Università Notre Dame
d’Haiti (UNDH) nel campo della formazione universitaria e della divulgazione in agricoltura.
In particolare, dal 1999 al 2004 è stato realizzato un progetto di cooperazione avente come
beneficiaria la Faculté d’Agronomie dell’UNDH e
come donatori la Conferenza Episcopale italiana
(Comitato ’8 per mille’, uno dei principali sponsor
dell’operazione) e la Fondazione AVSI (Milano),
che si attivò non solo con finanziamenti, ma anche nell’azione di coordinamento di una complessa operazione che ha visto stabilmente presenti in
loco almeno due suoi agronomi, con la responsabilità scientifica della Facoltà di Agraria di Milano.
Scopo e risultato del progetto fu la costituzione
dell’azienda didattico-sperimentale, che affiancò
l’allora nascente Faculté d’Agronomie dell’UNDH
localizzata a Les Cayes, nel sud-ovest del paese.
Il progetto non si limitò ad installare e rendere
operativa un’azienda didattica di oltre 30 ettari
dotandola di tutti i mezzi tecnici atti al suo funzionamento (oltre all’attività pratica per gli studenti:
coltivazione di riso da seme, ortaggi, mais, foraggi; stalla con vacche da latte e produzione artigianale di latticini; allevamento di animali di bassa
corte; impianto di un frutteto e di un arboreto da
legno, ecc.), ma operò anche sul piano didattico,
tramite una decina di missioni di docenti italiani
(dalle Università di Milano e di Bologna) ad Haiti e
lo scambio di studenti tra le due università.
In seguito, diversi laureati della Facoltà di Les Cayes hanno trovato impiego in vari progetti (agricoltura, forestazione ed educazione alimentare)
che AVSI conduce ininterrottamente da allora nella stessa regione.
La cooperazione universitaria, terminata al tempo dell’ultimazione dell’azienda didattica (fine
del 2004), è stata recentemente riattivata con la
stesura di un protocollo (tra UNIMI e UNDH), anche sull’onda di una ripresa molto sostenuta delle
iscrizioni alla Faculté d’Agronomie (160 studenti
solo negli ultimi due anni).
Il quadro in cui si inserisce la nuova fase di collaborazione è il progetto ’AQUAPLUS’ (Acqua, energia
per la vita), sponsorizzato dal Rotary di Milano
e con il contributo logistico di AVSI e del MLFM
(Movimento per la Lotta alla Fame nel Mondo,
Lodi), nell’ambito delle iniziative di Expo 2015.
Tale progetto si propone di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione
rurale del Comune di Torbeck (ove è installata la
Faculté d’Agronomie), partendo da un adeguato utilizzo delle risorse idriche, e affrontando in
modo integrato tutti gli aspetti legati alla corretta
gestione della risorsa acqua, quali agricoltura, ambiente, educazione, salute e lotta alla malnutrizione. Fattore fondamentale per la sostenibilità del
progetto è la partecipazione delle autorità locali e
della popolazione, attraverso un percorso formativo ed educativo.
Un ruolo di tutto rilievo in questo progetto è assegnato alla ripresa della collaborazione tra UNIMI e
UNDH, che prevede invio di docenti dall’Italia per
tenere seminari e corsi intensivi, aggiornamento
dei docenti haitiani e scambio di studenti.
Prof. Daniele Bassi
Vecchio Dip.: Dipartimento di Produzione Vegetale; Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Agrarie
e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia
Molto significativa fu anche l’attività divulgativa a
favore degli agricoltori locali, attraverso seminari
formativi e attività pratiche (distribuzione di sementi
selezionate, costituzione di orti comunitari, ecc.).
66
67
BOX
BOX
Corso su Sistemi agrozootecnici e cooperazione internazionale (6 CFU,
Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano, Proff. Stefano Bocchi Sistemi colturali e Matteo Crovetto-Sistemi Zootecnici).
Il corso si propone di fornire gli elementi di analisi
dei sistemi agro-alimentari dei Paesi del Sud del
Mondo a coloro che intendono inserirsi, nella loro
futura attività professionale, nel settore della cooperazione internazionale. In tale ottica, dopo aver
analizzato l’attuale assetto produttivo agrario,
vegetale e animale, per diverse aree geografiche,
agro ecologiche e per Paesi delle differenti aree
climatiche, vengono richiamati alcuni concetti di
base relativi alla Food Security e alla Sovranità
Alimentare, riferendosi alle dinamiche dei mercati
internazionali e locali.
Con approccio sistemico, vengono analizzare al-
cune importanti filiere produttive, con particolare
riferimento all’uso sostenibile dei fattori produttivi
e all’organizzazione di sistemi aziendali agrari per
le produzioni vegetali e animali.
Le attuali tematiche relative alle crisi alimentari e
ambientali, agli squilibri Nord/Sud, agli strumenti
della cooperazione internazionale vengono affrontate anche con il contributo di esperti esterni.
Prof. Stefano Bocchi
Vecchio Dip.: Dipartimento di Produzione Vegetale; Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Agrarie
e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia
Club di Bologna: un’associazione mondiale per le strategie di sviluppo della
meccanizzazione agricola
Il Club di Bologna è una libera associazione, nata
su iniziativa dell’UNACOMA (Unione Nazionale
Costruttori di Macchine Agricole) in stretta collaborazione con FAO e UNIDO, allo scopo di riunire
almeno una volta l’anno i più qualificati esperti
mondiali nei diversi campi delle macchine e della
meccanizzazione agricola per discutere argomenti di preminente interesse per lo sviluppo del settore, giungendo alla definizione di Conclusioni e
Raccomandazioni da sottoporre ai diversi governi
nazionali e agli organismi internazionali, nonché
a rappresentanti della ricerca, del mondo agricolo
e dei costruttori per la definizione di opportune
strategie di sviluppo della meccanizzazione nelle
diverse aree del mondo.
Uno degli aspetti che sin dalla sua creazione ha
caratterizzato il Club di Bologna è l’ampia rappresentatività su scala mondiale della sua composizione che riunisce, fra i suoi oltre 140 membri,
persone provenienti da 49 Paesi diversi in rappresentanza di tutte le principali aree geografiche,
consentendo così una rete di scambi di idee e di
opinioni il più possibile ampia, completa e approfondita.
In tale contesto il tema della meccanizzazione
agricola nei paesi in via di sviluppo è stato oggetto di numerose riunioni e trattato in modo ampio
e articolato sulla base di punti di vista acquisiti in
realtà diverse e rappresentative delle differenti
aree mondiali.
stria e enti di ricerca per lo sviluppo di macchine
appropriate ai diversi ambienti operativi e, ancor
più in generale, le strategie da adottare per coniugare l’esportazione di macchine con un adeguato
trasferimento tecnologico, sul quale poggiare lo
sviluppo di una locale industria manifatturiera,
nonché di una rete di servizi tecnici e di interventi
di formazione.
Sono state discusse e definite le linee guida sul
ruolo della meccanizzazione nello sviluppo agricolo, sottolineando l’esigenza che il settore privato
giochi la sua parte tenendo in conto le esigenze
degli agricoltori, dei rivenditori, dei costruttori e
degli importatori. L’obiettivo principale è quello di
determinare: le più appropriate forme di meccanizzazione in funzione di: ogni specifica situazione organizzativa ed economica; le possibili forme
di credito, il ruolo dei contoterzisti o di gruppi di
utenti di macchine agricole; il livello dei servizi
tecnici e l’esistenza di organizzazioni di supporto
locali.
Prof. Luigi Bodria
Vecchio Dip.: Dipartimento di Ingegneria Agraria;
Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia
In particolare, sono stati realizzati periodicamente
rapporti tecnici sul livello raggiunto e sulle specifiche caratteristiche sia di singoli paesi o di aree geografiche che si stanno muovendo rapidamente
verso lo sviluppo della meccanizzazione (America
latina, sud-est asiatico, est - Europa), sia di aree,
quali quelle dei paesi africani, dove le agricolture
sono meno progredite dal punto di vista tecnologico e caratterizzate da situazioni ed esigenze
molto particolari. Ciò ha permesso di sottolineare
la necessità di una stretta cooperazione tra indu-
68
69
BOX
ICT e e-services nella cooperazione
La Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione, (traduzione dall’inglese di Information and
Communication Technology, il cui acronimo è ICT),
è l’insieme dei metodi, delle tecnologie ovvero dei
sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione
di informazioni. Si tratta di coniugare in un unico
grande ambito l’informatica e le telecomunicazioni al fine di archiviare, elaborare o trasformare e
rappresentare delle informazioni con l’aiuto del
computer e delle tecnologie a esso connesse.
L’ICT può essere considerata anche come risorsa essenziale che consente di gestire in maniera
rapida, efficace ed efficiente il volume crescente
di informazioni. Proprio per questo motivo l’ICT
va considerata come arma strategica in grado di
mettere a disposizione dati e informazioni qualitativamente migliori.
La trasmissione di informazioni tra calcolatori
connessi in rete costituisce un aspetto di grande
portata pratica e concettuale che consente di realizzare la progressiva convergenza e integrazione
di informatica e telecomunicazioni. La successiva
diffusione della telefonia cellulare e la progressiva
digitalizzazione delle reti telefoniche sta portando
all’integrazione e globalizzazione di tutte le reti
e alla multimedialità, cioè trasmissione telematica
secondo i tre modi fondamentali di espressione e
comunicazione della conoscenza: testo, suono e
immagine.
Applicare l’ICT nei processi di sviluppo consente di
esportare conoscenze, fare formazione ed erogare
servizi a bassi costi in posti remoti e di questa opportunità si possono avvalere con maggiori benefici
i PVS. Le applicazioni possono essere le più diverse,
dalla medicina, all’educazione ai servizi all’agricoltura, dando quindi risposte innovative ai bisogni
essenziali dell’uomo, e promuovendo azioni più
efficaci e a costi contenuti rispetto alle tradizionali
politiche di sviluppo, che non hanno portato a risultati significativi in molte parti del mondo. Se non si
vuole che il 2015, data indicata dalle Nazioni Unite
per il raggiungimento dei Millennnium Development Goals, sia l’ennesima occasione persa per favorire un reale e duraturo sviluppo dei Paesi meno
70
abbienti, è proprio attraverso le nuove tecnologie
che si può e deve compiere un salto di qualità.
È proprio in questo ambito che, grazie alla collaborazione con l’Observatory for Cultural and Audiovisual Communication (OCCAM), agenzia che
promuove l’Infopoverty programme per conto
delle Nazioni Unite, è stato progettato un sistema
di servizi digitali da realizzare in ambito agricolo
a supporto dei PVS. Si tratta di stabilire rapporti
“digitali” con centri remoti, attraverso l’ICT, finalizzati a promuovere la conoscenza, le professionalità ed eventualmente erogare servizi necessari
a migliorare la produttività del settore agricolo,
la qualità e la conservabilità delle derrate ovvero,
garantire sicurezza e sanità alimentare quale strumento per assicurare e migliorare la qualità della
vita delle popolazioni disagiate.
Uno dei primi progetti pilota in questo ambito
riguarda l’e-phytopathology and parasitology;
nato dalla collaborazione tra OCCAM e il Dipartimento di Protezione dei Sistemi Agroalimentare e Urbano e Valorizzazione delle Biodiversità
dell’Università degli Studi di Milano, che consente, attraverso gli strumenti digitali, di esportare
conoscenze qualificate nell’ambito della protezione delle piante e degli alimenti alle comunità più
lontane e bisognose dei PVS al fine di limitare le
perdite produttive arrecate alla produzione, applicando sistemi di protezione sostenibili. Una prima
applicazione, in corso di realizzazione, è stata fatta nell’ambito del progetto “Sicurezza alimentare
a Mahobong”, finanziato dal Comune di Milano.
La piccola comunità di Mahobong, in Lesotho, si
avvarrà sia dell’e-phytopathology and parasitology sia della telemedicina, attraverso un servizio di
ecografia digitale finalizzato al migliorare la mortalità pre- e post-natale e la salute delle madri.
Prof. Paolo Cortesi
Vecchio Dip.: Dipartimento di Protezione dei Sistemi Agroalimentare e Urbano e Valorizzazione
delle Biodiversità;
Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
71
2.0 Zootecnica
LA ZOOTECNIA COME FATTORE DI SVILUPPO
Prof. Miro Crimella e Dr Anna F.A. Cantàfora
Vecchio dip.: Dipartimento di Scienze animali
Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica
Il cibo, nei suoi più vari aspetti, rappresenta la necessaria fonte di energia per l’attivazione dei
processi biologici: in natura, ogni forma vivente diviene cibo per altri esseri, innescando un ciclo
energetico tra le singole specie. Il processo evolutivo che dagli ominidi ha portato all’affermazione
dell’uomo moderno, è caratterizzato da una diversificazione di adattamenti comportamentali e
anatomo-funzionali, connessi con la primaria esigenza di procurarsi il nutrimento (Terzani, 2005).
L’ambiente, a sua volta, con le risorse alimentari che riesce a disporre, ha un’influenza preponderante sulle modalità di vita e sulle strategie adottate dall’uomo nel corso della storia; l’allevamento
del bestiame e la coltivazione sono state tappe rivoluzionarie nell’emancipazione dell’uomo, fornendo la possibilità di controllare le proprie riserve alimentari. Sulla base di ciò, infatti, sia l’agricoltura sia l’attività di domesticazione, prima e quella di allevamento dopo, sono nate per soddisfare
uno dei principali bisogni dell’uomo che è quello di alimentarsi in modo adeguato e sufficiente,
non solo alla propria sopravvivenza, ma anche per svolgere funzioni e attività sociali all’interno
della propria comunità. Lo scopo principale di ogni attività agricola e di allevamento è, quindi, la
produzione di cibo. A seguito di una fase di domesticazione e della nascita dell’allevamento in
gruppi di animali, con totale o parziale dipendenza dall’uomo per il nutrimento, con il progressivo
controllo dei processi riproduttivi, si è giunti, nel tempo, alla creazione e alla progressiva selezione
di specie domestiche. Accanto a ciò, vi è stato un progressivo affermarsi di forme di aggregazione
sociali salde (dalla tribù allo stato moderno) che hanno portato alla capacità di produrre cibo in
modo stabile e soddisfacente, in modo di sostenerne la struttura organizzativa (Dyamond, 1998).
Allo stato attuale, tuttavia, la sfida che la zootecnia in senso lato è chiamata ad affrontare, riguarda la capacità di sostenere la crescita di una popolazione mondiale che, nel corso di questo
secolo, raggiungerà, nel saldo tra nascite e morti, un numero di abitanti oltre gli 8 miliardi. Stime
attendibili in materia indicano che sarà allora necessario aumentare del 63% la produzione di
prodotti di origine animale. L’incremento della domanda, considerando il fatto che in Europa e nei
paesi sviluppati in genere la domanda di cibo è stabile se non in calo, riguarderà prevalentemente
i Paesi emergenti. Ancora secondo alcune stime, per garantire il livello minimo di sussistenza, sarà,
quindi, necessario che in questi Paesi venga reso disponibile il 90% di prodotti di origine animale.
Risulta, dunque, evidente l’inesattezza del concetto che prevede la risoluzione del problema attraverso la redistribuzione dei prodotti in eccedenza del Nord, al Sud del mondo; una tale politica
necessita di un grande investimento da parte dei Paesi eccedenti per sostenere la redistribuzione,
risorse che dovrebbero, al contrario, essere adeguatamente impiegate per il finanziamento di
programmi di sviluppo agricolo nei Paesi emergenti e, comunque, sosterrebbe, ulteriormente, un
rischio già conosciuto e sperimentato, di “colonizzazione alimentare” e dipendenza economica
72
73
di questi Paesi nei confronti dei Paesi industrializzati. I prodotti di origine animale, nei paesi emergenti, rappresentano, dunque, un cardine importante su cui premere per tentare di intraprendere
la lotta alla malnutrizione e all’insicurezza alimentare, rappresentando, infatti, fonti proteiche,
lipidiche, di minerali e vitamine, che contribuiscono, in modo significativo, al nutrimento umano.
Il ruolo della ricerca scientifica
La ricerca scientifica, perché rispetti il principio della sostenibilità deve considerare un concetto
fondamentale: il trasferimento tecnologico dai Paesi avanzati verso quelli meno sviluppati deve
avvenire coinvolgendo e valorizzando le realtà già presenti. Il divario tra la ricerca e la realtà,
contestualizzata nei PVS, può essere colmato solo attraverso la formazione e la disseminazione
delle conoscenze, non imposte dall’alto, bensì partendo dalla condivisone, da un lavoro comune,
dal rispetto di esperienze e di una storia; la tradizione agricola, in senso ampio, di ogni popolo e
comunità è un patrimonio da cui partire e non da travolgere, imponendo un proprio modello. A
tale riguardo, è importante ricordare quanto detto i giorno 5-6-7 ottobre 2004, nella Sala delle
Conferenze Internazionali del Ministero degli Affari Esteri, durante la prima Conferenza con il
mondo accademico italiano presieduta dal Direttore Generale della Cooperazione allo Sviluppo
(DGCS). «[…] se è vero, infatti, che le nuove sfide del XXI secolo sono la pace e la sicurezza internazionale, ancor più urgente è la comprensione che solo attraverso il rispetto della persona
umana e la tutela dei suoi inviolabili diritti, primo fra tutti quello della vita, si potrà costruire un
futuro dove ogni cittadino sarà in grado di partecipare attivamente e liberamente allo sviluppo
del proprio Paese. Questo impegno assume un profondo significato culturale, dove l’educazione
delle future generazioni acquista una priorità evidente. In primo luogo, crediamo che l’Università,
pur rimanendo impegnata nel suo tradizionale compito di sviluppo della ricerca scientifica e della
didattica, è anche luogo di incontro e di confronto, dove uomini che amano la conoscenza imparino a rispettarsi, a consultarsi, a comunicare, a valorizzare le loro esperienze al servizio degli altri
[…]. Ci si rende conto sempre più che l’Università è chiamata a dare un contributo concreto con la
Cooperazione a quei processi di stabilizzazione dei Paesi di nuova democrazia, favorendone, nel
tempo, il passaggio dall’emergenza alla collaborazione, all’integrazione civile e allo sviluppo […].
Chiediamo all’Università di essere presente insieme alla Cooperazione Italiana là dove è difficile
l’intesa tra le parti per trovare le vie della pace e del dialogo volto alla formulazione di concrete
ed eque soluzioni di accordo, confacenti alla dignità della persona umana. Valorizzare il ruolo
dell’Università assieme alla Cooperazione al servizio della società, per facilitare la soluzione delle
più urgenti necessità della comunità internazionale, è espressione di questa innovativa tipologia di
programmi di cooperazione universitaria alla quale va certamente rivolta una maggiore attenzione
politica e finanziaria! […]. L’Università è chiamata a rispondere, con nuovi strumenti, alle nuove
responsabilità ricoperte nell’ambito della Comunità Internazionale. Al fine di evitare la frammentazione delle singole esperienze e la dispersione dei risultati, è stato chiesto il coinvolgimento
istituzionale dell’intera struttura universitaria: in questo modo, oltre e rendere più efficaci e meglio
coordinate le varie iniziative, sono amplificati gli effetti del “ritorno culturale”, diventando così
patrimonio culturale dell’intero mondo accademico, e non soltanto dei singoli protagonisti. Sotto
l’aspetto delle modalità operative, è necessario, quindi, individuare e coordinare in modo organico
le tre “competenze naturali” impegnate nella cooperazione universitaria:
74
• la dimensione scientifico-accademica;
• le competenze organizzativo-manageriali;
• la spinta motivazionale propria dello spirito di servizio dell’Università alla società civile e alla
comunità internazionale.
È necessario fare una distinzione tra la tradizionale “collaborazione accademica” motivata da
finalità principalmente scientifiche e la “cooperazione universitaria alla pace e allo sviluppo” che
pone al centro del suo impegno la pace e lo sviluppo della società in cui opera» (Min. G. Deodato,
2004).
Inoltre, a maggior ragione, si evidenzia la necessità di creare un dialogo tra l’università e le organizzazioni che lavorano in termini “no profit”, ricadendo all’interno della più ampia esigenza indirizzata alla creazione di figure professionali specializzate sin dall’università, oltre che dello sviluppo
del processo di “internazionalizzazione della ricerca”.
A tale riguardo è importante ricordare che, già nel 2001, il documento “Dialogo e collaborazione
tra università e ONG nel campo della Global Education” viene sottolineata «[…] la necessità che
le università e le ONG coinvolte, adottino strategie formative comuni, volte allo scambio reciproco
di abilità teorico-pratiche e metodologiche. Sarebbe auspicabile una partecipazione, sempre maggiore, di esperti del settore non-governativo all’interno di corsi di specializzazione post-laurea, così
come un sempre crescente contributo scientifico da parte dell’accademia, nell’aggiornamento
delle conoscenze utili all’accrescimento professionale di figure operanti nel no-profit […]. La condizione di base entro la quale è possibile avviare un dialogo tra università e settore non-profit nello
sviluppo di un’integrazione sempre più stretta tra i due ambiti, poggia sulla progressiva apertura
del sistema universitario alle esigenze formative locali e internazionali in tema di cooperazione e
diritti umani» (Corradetti, 2001).
75
2.2
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Lotta alla povertà tramite la promozione
di un programma di sviluppo sostenibile
basato su agricoltura e allevamento biologici a
Misiones - Argentina
Casimiro Crimella Professore Ordinario
Miglioramento delle attività produttive del settore
agro-zootecnico di Mouda, Regione Extreme-Nord
(Cameroun) in collaborazione con la Fondazione
Bethlèem
Casimiro Crimella Professore Ordinario
AREA TEMATICA
Agricoltura biologica
Tipo di intervento
• Ricerca
• Formazione
• Cooperazione tecnica
Paesi destinatari
Argentina (Provincia di Misiones)
Beneficiari
Agricoltori biologici
Risultati attesi
1. Formazione di più di 100 agricoltori su
gestione, salute e nutrizione degli animali
nell’ambito dell’allevamento biologico di suini;
2. Trasformazione di 5 allevamenti biologici
di suini in sistemi estensivi e integrati nella
provincia di Misiones.
Ente Promotore
ONG ICEI (Istituto di Cooperazione Economica
Internazionale)
Partner
Italiani e internazionali:
Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi
di Milano
Locali:
1. MAPO (Movimiento Argentino para la
Producción Orgánica)
2. Ministero dell’Agricoltura della provincia
di Misiones
3. Fundación del Sur
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Persona da contattare
Prof. Sara Barbieri - Dr. Anna F. A. Cantàfora
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 18055
Facoltà di Medicina Veterinaria
Vecchio Dip.: Scienze Animali;
Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica
AREA TEMATICA
Produzione animale
Obiettivi
Generale: Migliorare la sicurezza alimentare nella
provincia di Misiones
Specifici: Supporto agli agricoltori familiari tramite
l’allevamento biologico dei suini
Tipo di intervento
• Ricerca
• Formazione
• Trasferimento tecnologico
• Cooperazione tecnica
Attività
1. Corso di formazione per agricoltori su gestione,
salute e nutrizione degli animali nell’ambito
dell’allevamento biologico dei suini;
2. Sviluppo di un sistema di allevamento al
pascolo in associazione con la coltivazione
dell’erba mate.
Paesi destinatari
Cameroun (Mouda)
Ente finanziatore
MAE
Durata
Da: Febbraio 2004 - A: Gennaio 2007
Possibilità di rinnovo / follow up
1. Organizzazione di corsi di formazione per gli
agricoltori sulla sostenibilità nell’allevamento
di suini;
2. Promozione di un sistema economico
favorevole
Beneficiari
Centro di accoglienza per bambini orfani e disabili
(Fondazione Bethlèem)
Risultati attesi
1. Formazione sulla salute degli animali e sulla
produzione all’interno dell’allevamento del
centro di accoglienza per i bambini orfani
e disabili;
2. Miglioramento delle strutture dell’allevamento,
della produzione attraverso schede di raccolta
dati sulle performance produttive
e riproduttive;
3. Aumento del 30% della produzione di latte
e carne.
Ente Promotore
Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi
di Milano
Persona da contattare
Dr Eugenio Heinzl - Dr Viviana Ferrazzi
e-mail: [email protected]; tel. 02 503 18055
Facoltà di Medicina Veterinaria; Vecchio Dip.:
Scienze Animali - Patologia Animale, Veterinaria,
Salute Pubblica e Igiene; Nuovo Dip.: Scienze
Veterinarie e Sanità Pubblica
Obiettivi
Generale: Autosufficienza alimentare per
un centro di accoglienza per orfani e disabili
(Fondazione Bethlèem).
Specifici: Migliorare il settore animale di una
fattoria gestita da Fondazione Bethlèem.
Attività
1.Corso di formazione per 5 tecnici su gestione,
salute e nutrizione degli animali;
2.Definizione di una scheda di raccolta dati per
la performance produttiva e riproduttiva;
3.Miglioramento del sistema di stabulazione
utilizzato nell’allevamento del centro.
Ente finanziatore
Smile ONLUS
Durata
Da: Luglio 2007 - A: Giugno 2010
Possibilità di rinnovo / follow up
1.Formazione sulla salute degli animali
e produzione per tecnici coinvolti
nell’allevamento.
2.Miglioramento del settore animale attraverso
un sistema di stabulazione sostenibile.
Partner
Italiani e internazionali:
1. PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere)
Locali:
Fondazione Bethlèem
79
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
2.1
2.4
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Appoggio e strutturazione della filiera latte nella
zona urbana e periurbana di Maroua
Casimiro Crimella Professore Ordinario
Sviluppo del settore zootecnico
Casimiro Crimella Professore Ordinario
Persona da contattare
AREA TEMATICA
Dr. Anna F. A. Cantàfora
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 18055
Facoltà di Medicina Veterinaria
Vecchio Dip.: Scienze Animali;
Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica
AREA TEMATICA
Persona da contattare
Filiera latte
Tipo di intervento
• Ricerca
• Formazione
• Trasferimento tecnologico
• Cooperazione tecnica
Paesi destinatari
Cameroun (Maroua)
Beneficiari
Allevatori
Risultati attesi
1. Strutturazione degli allevatori in gruppo;
2. Formazione degli allevatori sulla lavorazione
del latte, gestione, salute e nutrizione degli
animali;
3. Gestione da parte degli allevatori di un centro
di raccolta del latte e di un laboratorio;
4. Aumento del 20% della quantità di latte
disponibile sul mercato locale di Maroua
durante l’anno;
5. Riduzione delle fluttuazioni stagionali dei
prezzi.
Ente Promotore
Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi
di Milano
Partner
Italiani e internazionali:
ONG ACRA (Associazione per la Cooperazione
Rurale in Africa e America Latina)
Locali:
1. CEM (Coopérative Eleveurs Maroua);
2. MINEPIA (Ministère Elevage, Pêche, Industrie
Alimentaire)
80
Filiera latte e filiera suina
Dr. Anna F. A. Cantàfora
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 18055
Facoltà di Medicina Veterinaria
Vecchio Dip.: Scienze Animali;
Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica
Obiettivi
Generale: Supporto e miglioramento della
produzione locale e della qualità del latte
disponibile sul mercato di Maroua.
Specifici: Riduzione delle fluttuazioni stagionali
della quantità e qualità del latte disponibile sul
mercato e stabilizzazione dei prezzi.
Tipo di intervento
• Ricerca
• Formazione
• Trasferimento tecnologico
• Cooperazione tecnica
Attività
1. Organizzazione degli allevatori e formazione
degli stessi sulla lavorazione del latte, gestione,
salute e nutrizione degli animali;
2. Installazione di un laboratorio per l’analisi del
latte;
3. Installazione di un centro di raccolta del latte;
4. Formazione per 5 tecnici su pratiche di
laboratorio e gestione dei prodotti caseari;
5. Supporto al processo di lavorazione e di
vendita dei prodotti caseari.
Beneficiari
Allevatori
Obiettivi
Generale: Migliorare la sicurezza alimentare nella
regione Extreme North in Cameroun.
Specifici:
1.Migliorare la filiera suina nella zona di Mayo
Danay;
2.Supporto alla produzione locale di latte
e miglioramento della qualità del latte
disponibile sul mercato di Yagoua;
3.Supporto e miglioramento di un centro
di raccolta del latte a Maroua;
4.Realizzazione di una fattoria didattica per
diffondere le best practices in materia di
allevamento suino.
Ente finanziatore
Fondazione Cariplo
Durata
Da: Giugno 2005 - A: Maggio 2006
Possibilità di rinnovo / follow up
1.Organizzazione di allevatori in gruppi
2.Organizzazione di corsi di formazione per
allevatori
3.Installazione di strutture gestite da allevatori
Paesi destinatari
Cameroun
Risultati attesi
1.Creazione di un gruppo di più di 1.000
allevatori;
2.Formazione di più di 1.000 allevatori sulla
trasformazione del latte, gestione salute
e nutrizione degli animali;
3.Gestione di 2 centri di raccolta e di 2 laboratori
da parte degli allevatori nella regione
Extreme-North;
4.Aumento fino al 30% della quantità di latte
disponibile sul mercato locale della regione
Extreme-North. Diminuzione nelle fluttuazioni
stagionali dei prezzi;
5.Costruzione di un macello e di 4 mercati suini
nella zona di Mayo Danay;
6.Costruzione di una fattoria didattica. Iscrizione
di più di 25 studenti.
Ente Promotore
ONG ACRA (Associazione per la Cooperazione
Rurale in Africa e America Latina)
Partner
Italiani e internazionali:
Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi
di Milano
Locali:
1.CEM (Coopérative Eleveurs Maroua)
2.MINEPIA (Ministère Elevage, Pêche, Industrie
Alimentaire)
3.ONG Sana Logone - Municipalità di Yagoua
Attività
1. Organizzazione degli allevatori e di corsi
di formazione su gestione, salute e nutrizione
dei suini. Costruzione di un macello.
Studi epidemiologici;
2. Organizzazione degli allevatori e di corsi di
formazione su lavorazione del latte, gestione
salute e nutrizione degli animali. Installazione
e implementazione di 2 laboratori per l’analisi
del latte e 2 centri di raccolta del latte. Studi
epidemiologici. Supporto alla trasformazione
del latte e alla vendita dei prodotti caseari;
3. Supporto alla creazione di una fattoria didattica
per il miglioramento dell’allevamento suino.
Ente finanziatore
Unione Europea
Durata
Da: Maggio 2007 - A: Aprile 2009
Possibilità di rinnovo / follow up
1.Organizzazione di allevatori in gruppi
2.Organizzazione di corsi di formazione
per gli allevatori
3.Installazione di strutture gestite da allevatori
81
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
2.3
2.6
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Creazione centro raccolta latte
http://agsl.lk.undp.org/unidata/docs/6/6_6_
artgold%20.programmes.in.brief.pdf
Casimiro Crimella Professore Ordinario
Contributo al miglioramento quantitativo e
qualitativo della produzione locale di latte, mediante
il trasferimento di tecnologie sostenibili nel campo
dell’alimentazione animale e di un sistema di
sorveglianza epidemiologica per le zoonosi trasmesse
attraverso il consumo di latte a Niamey (Niger)
Casimiro Crimella Professore Ordinario
AREA TEMATICA
Produzione animale
Tipo di intervento
• Ricerca
• Formazione
• Trasferimento tecnologico
• Cooperazione tecnica
Paesi destinatari
Repubblica Dominicana
Beneficiari
1. Insegnanti
2. Formatori
3. Studenti
Risultati attesi
1.Impiego di diversi metodi didattici;
2.Creazione e implementazione di un centro di
raccolta del latte e di un laboratorio di analisi;
3.Miglioramento presso ITESIL dei corsi scolastici
e dell’insegnamento in materia di gestione
degli animali.
Ente Promotore
UNPD (Santo Domingo - Repubblica Dominicana)
Partner
Italiani e internazionali:
Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi
di Milano
Locali:
ITESIL (Istituto Tecnologico San Ignacio de Loyola)
Persona da contattare
Dr Eugenio Heinzl
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 18055
Facoltà di Medicina Veterinaria
Vecchio Dip.: Scienze Animali;
Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica
Filiera latte
Obiettivi
Generale: Miglioramento della sicurezza
alimentare nella regione di Dajabon.
Specifici:
1.Migliorare la qualità dell’insegnamento
(organizzazione di attività di consulenza e corsi
per gli insegnanti);
2.Supporto alla produzione locale di latte e
miglioramento della filiera latte per il mercato
locale.
Tipo di intervento
• Ricerca
• Formazione
• Trasferimento tecnologico
• Cooperazione tecnica
Attività
1. Organizzazione di agricoltori e formazione
su: lavorazione del latte, gestione, salute
e nutrizione degli animali. Installazione e
implementazione di un laboratorio di analisi
del latte e di un centro di raccolta del latte.
Supporto alla lavorazione del latte e alla
commercializzazione dei prodotti caseari;
2. Organizzazione di agricoltori e formazione su
gestione, salute e nutrizione dei suini;
3. Supporto alla creazione di una fattoria didattica
per il miglioramento dell’allevamento di suini e
conigli.
Risultati attesi
1.Creazione di un gruppo di più di 500 allevatori;
2.Formazione di più di 500 allevatori sulla
trasformazione del latte, gestione, salute e
nutrizione degli animali;
3.Gestione da parte degli allevatori di un centro
di raccolta del latte e di un laboratorio;
4.Aumento fino al 30% della quantità di latte
disponibile sul mercato locale.
Ente finanziatore
UNDP, Comune di Milano
Durata
Da: Novembre 2009 - A: Ottobre 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
1. Organizzazione di corsi di formazione
2. Installazione di un laboratorio di analisi
3. Installazione di un centro per l’allevamento
82
AREA TEMATICA
Paesi destinatari
Niger (Niamey)
Beneficiari
Allevatori
Ente Promotore
Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi
di Milano
Partner
Locali:
1.Università di Niamey
2.Ministère des Ressources Animal
3.ONG Karkara
4.CLN (Coopérative Laitière Niamey)
Persona da contattare
Prof. Massimo Zecchini - Dr Anna F.A. Cantàfora
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 18055
Facoltà di Medicina Veterinaria
Vecchio Dip.: Scienze Animali;
Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica
Obiettivi
Generale: Supporto alla produzione locale di latte
e miglioramento della qualità del latte disponibile
sul mercato locale di Niamey.
Specifici: Ridurre le fluttuazioni stagionali sulla
quantità e qualità del latte disponibile sul mercato
locale e stabilizzazione dei prezzi.
Attività
1.Organizzazione degli allevatori e di corsi
sulla trasformazione del latte, gestione, salute
e nutrizione degli animali;
2.Corso di formazione per allevatori sui criteri
di selezione degli animali per preservare
e migliorare la biodiversità animale;
3.Installazione di un laboratorio per l’analisi
del latte;
4.Installazione di un centro per la raccolta
del latte;
5.Formazione di 5 tecnici sulle pratiche
di laboratorio e la gestione del centro per
la raccolta del latte;
6.Supporto alla trasformazione del latte e alla
vendita di prodotti caseari.
Ente finanziatore
Ufficio per la Solidarietà e la Cooperazione
Internazionale, Comune di Milano
Durata
Da: Febbraio 2007 - A: Gennaio 2008
Possibilità di rinnovo / follow up
1.Organizzazione di allevatori in gruppi
2.Organizzazione di corsi di formazione
per allevatori
3.Installazione di strutture gestite da allevatori
83
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
2.5
2.8
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Sviluppo della filiera latte in Niger per
una zootecnia sostenibile a salvaguardia
della biodiversità e dell’ambiente
Casimiro Crimella Professore Ordinario
Supporto e sviluppo della filiera latte nella zona di
Banifandou (Commune de Niamey III - Niger)
Casimiro Crimella Professore Ordinario
Dr Anna F.A. Cantàfora
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 18055
Facoltà di Medicina Veterinaria
Vecchio Dip.: Scienze Animali;
Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica
AREA TEMATICA
Prof. Massimo Zecchini - Dr Anna F.A. Cantàfora
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 18055
Facoltà di Medicina Veterinaria
Vecchio Dip.: Scienze Animali;
Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica
Obiettivi
Generale: Miglioramento della sicurezza
alimentare nell’area urbana e periurbana di
Niamey per la conservazione della biodiversità e
dell’ambiente.
Specifici: Supporto e miglioramento della filiera
latte locale nel dipartimento di Say e nella città di
Niamey.
Tipo di intervento
• Ricerca
• Formazione
• Trasferimento tecnologico
• Cooperazione tecnica
AREA TEMATICA
Filiera latte
Tipo di intervento
• Ricerca
• Formazione
• Trasferimento tecnologico
• Cooperazione tecnica
Paesi destinatari
Niger (dipartimento di Say e città di Niamey)
Beneficiari
Allevatori
Risultati attesi
1.Creazione di un gruppo di più di 200 allevatori;
2.Formazione di più di 200 allevatori sulla
trasformazione del latte, gestione, salute e
nutrizione degli animali;
3.Gestione da parte degli allevatori di un centro
di raccolta del latte e di un laboratorio;
4.Aumento fino al 20% della quantità di latte
disponibile sul mercato locale.
Ente Promotore
Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi
di Milano
Partner
Italiani e internazionali:
1.ONG Africa ’70
2. Dip. di Scienze e Tecnologie Veterinarie,
Università degli Studi di Milano
Locali:
CLN (Coopérative Laitière Niamey)
84
Persona da contattare
Attività
1.Organizzazione di allevatori e corsi di
formazione sulla trasformazione del latte,
gestione, salute e nutrizione degli animali;
2.Formazione di allevatori sui criteri di selezione
degli animali per preservare e migliorare la
biodiversità animale;
3.Installazione di un laboratorio di analisi del
latte;
4.Installazione di un centro di raccolta del latte;
5.Formazione di 5 tecnici sulla gestione del
laboratorio e del centro;
6.Supporto alla lavorazione del latte e alla
vendita dei prodotti caseari.
Ente finanziatore
Ufficio per la Solidarietà e la Cooperazione
Internazionale, Comune di Milano
Durata
Da: Aprile 2009 - A: Marzo 2010
Filiera latte
Paesi destinatari
Niger (Banifandou area and Niamey City)
Beneficiari
Allevatori
Risultati attesi
1. Formazione di più di 100 allevatori su
trasformazione del latte, gestione,
salute e nutrizione animale;
2. Gestione da parte degli allevatori di un centro
di raccolta del latte e di un laboratorio
di analisi.
Persona da contattare
Obiettivi
Generale: Supporto alla produzione locale di latte
e miglioramento della qualità del latte disponibile
sul mercato locale di Niamey.
Specifici: Riduzione delle fluttuazioni stagionali
nella qualità e nella quantità del latte disponibile
sul mercato e stabilizzazione dei prezzi.
Attività
1. Formazione sulla trasformazione del latte,
gestione, salute e nutrizione animale;
2. Installazione di un centro di raccolta del latte
e di un laboratorio di analisi;
3. Conservazione del latte tramite un sistema
di raffreddamento.
Ente finanziatore
Comunità Montana Cusio Mottarone (VB, Italy)
Ente Promotore
Comunità Montana Cusio Mottarone (VB, Italy)
Durata
Da: Aprile 2006 - A: Marzo 2007
Partner
Italiani e internazionali:
Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi
di Milano
Locali:
1.ONG Capen
2.ONG Karkara
3.CLN (Coopérative Laitière Niamey)
Possibilità di rinnovo / follow up
1.Organizzazione di corsi di formazione per
allevatori
2.Installazione di strutture gestite da allevatori
Possibilità di rinnovo / follow up
1.Organizzazione di allevatori in gruppi
2.Organizzazione di corsi di formazione per
allevatori
3.Installazione di strutture gestite da allevatori
85
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
2.7
2.10
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Miglioramento quali-quantitativo della produzione
di latte e consolidamento dell’attività zootecnica
locale e della filiera produttiva nell’area urbana
e periurbana di Niamey (Niger)
Casimiro Crimella Professore Ordinario
Dialogo De Saberes: Progetto per la sostenibilità
della coltivazione, raccolta e trasformazione
delle piante medicinali in Uruguay
Casimiro Crimella Professore Ordinario
AREA TEMATICA
Filiera latte
Tipo di intervento
• Ricerca
• Formazione
• Trasferimento tecnologico
• Cooperazione tecnica
Paesi destinatari
Niger (Niamey)
Beneficiari
Allevatori
Risultati attesi
1.Creazione di un gruppo di più di 1.500
agricoltori;
2.Formazione di più di 1.500 allevatori su
trasformazione del latte, gestione, salute
e nutrizione degli animali;
3.Gestione da parte degli allevatori di un centro
di raccolta del latte e di un laboratorio;
4.Aumento fino al 30% della quantità di latte
disponibile a livello locale.
Ente Promotore
Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi
di Milano
Partner
Locali:
1.ONG Capen
2.ONG Karkara
3.Università di Niamey
4.Ministère des Ressources Animales
Persona da contattare
Prof. Massimo Zecchini - Dr Anna F.A. Cantàfora
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 18055
Facoltà di Medicina Veterinaria
Vecchio Dip.: Scienze Animali;
Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica
Obiettivi
Generale: Supporto alla produzione locale di latte
e miglioramento della qualità del latte disponibile
sul mercato di Niamey.
Specifici: Riduzione delle fluttuazioni stagionali
della quantità e qualità del latte disponibile sul
mercato e stabilizzazione dei prezzi.
Attività
1.Organizzazione degli allevatori e di corsi
di formazione su trasformazione del latte,
gestione, salute e nutrizione degli animali;
2.Formazione di allevatori sui criteri per la
selezione degli animali per preservare e
migliorare la biodiversità animale;
3.Organizzazione di una "fiere à betail
scientifique”;
4.Installazione di un laboratorio per l’analisi
del latte;
5.Installazione di un centro di raccolta del latte;
6.Formazione di 5 tecnici sulle pratiche
di laboratorio e sulla gestione del centro
di raccolta del latte;
7.Supporto al processo di trasformazione
del latte e alla vendita dei prodotti caseari.
Ente finanziatore
Ufficio per la Solidarietà e la Cooperazione
Internazionale, Comune di Milano
Durata
Da: Aprile 2001 - A: Marzo 2006
Possibilità di rinnovo / follow up
1.Organizzazione di allevatori in gruppi
2.Organizzazione di corsi di formazione per
allevatori
3.Installazione di strutture gestite da allevatori
86
AREA TEMATICA
Agricoltura biologica
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
• Cooperazione tecnica
Paesi destinatari
Uruguay
Beneficiari
Agricoltori biologici
Risultati attesi
1.Interviste ad agricoltori biologici;
2.Realizzazione di seminari partecipativi
a Montevideo;
3.Elaborazione di manuali sull’uso tradizionale
delle piante medicinali in Uruguay;
4.Organizzazione di una conferenza sui risultati
del progetto.
Ente Promotore
ONG ICEI (Istituto per la Cooperazione Economica
Internazionale)
Partner
Italiani e internazionali:
Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi
di Milano
Locali:
1.Fundación del Sùr
2.INTA - Istituto Nazionale di Tecnologia
Agro-pastorale
3.Municipalità di Concepción de l’Uruguay
4.CECOM - Centro del Commercio
di Concepción de l’Uruguay
5.Università Tecnologica Nazionale
6.INIA - Instituto Nacional de Investigación
Agropecuaria
Persona da contattare
Prof.ssa Sara Barbieri - Dr Anna F.A. Cantàfora
Dr Valentina Ferrante
e-mail: [email protected]; tel. 02 503 18055
Facoltà di Medicina Veterinaria
Vecchio Dip.: Scienze Animali;
Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica
Obiettivi
Generale: Migliorare le condizioni di salute della
popolazione, permettendo l’accesso alla medicina
di alta qualità, naturale e a basso costo.
Specifico: Supporto e promozione dell’accesso
alla medicina naturale di alta qualità in Uruguay
tramite tecnologie appropriate.
Attività
1.Indagine su condizioni di salute e uso della
medicina popolare nell’ambito dell’agricoltura
biologica familiare in Uruguay;
2.Ricerca bibliografici e analisi dei dati;
3.Organizzazione di laboratori partecipativi per
discutere i risultati della ricerca coinvolgendo
gli esperti di medicina veterinaria alternativa
non convenzionale, medicina tradizionale
e gli agricoltori biologici;
4.Esperimenti sugli effetti dell’uso di 4 piante
medicinali identificate durante i laboratori
partecipativi;
5.Elaborazione di un manuale sull’uso
tradizionale di piante medicinali in Uruguay
e di un report sullo stato dell’agricoltura
biologica familiare;
6.Organizzazione di una conferenza sui risultati
del progetto.
Ente finanziatore
Regione Lombardia
Durata
Da: Luglio 2008 - A: Giugno 2010
Possibilità di rinnovo / follow up
Il manuale elaborato ha lo scopo di valorizzare
l’uso tradizionale delle piante medicinali e
rappresenta il risultato di studi e laboratori
partecipativi che hanno coinvolto quasi tutti
gli agricoltori biologici familiari dell’Uruguay.
87
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
2.9
2.12
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Appoggio e promozione dell’agricoltura e
allevamento biologici in Uruguay (BioUruguay)
Valentina Ferrante Ricercatore confermato
Silvana Mattiello Professore Associato
AREA TEMATICA
Prof. Sara Barbieri - Lilia Grosso
Dr Anna F.A. Cantàfora
e-mail: [email protected]; tel. 02 503 18055
Facoltà di Medicina Veterinaria
Vecchio Dip.: Scienze Animali;
Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica
Difesa e valorizzazione della biodiversità in Niger
attraverso programmi di educazione ambientale
e strategie operative
Agricoltura biologica
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
• Cooperazione tecnica
Paesi destinatari
Uruguay
Beneficiari
Agricoltori biologici
Risultati attesi
1.Formati i soci di ECA (tecniche di alimentazione,
strategie di selezione e rispetto del benessere
animale)
2.Migliorata la gestione aziendale degli
allevamenti biologici (bovine e capre da latte,
avicoli da carne e uova, suini)
3.Rafforzate le capacità di marketing,
commercializzazione e comunicazione di ECA
4.Migliorata la commercializzazione diretta
tramite reti di acquisto e coinvolgimento
dei consumatori
5.Rafforzato il ruolo di ECA presso le istituzioni
locali
Ente Promotore
Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi
di Milano
Partner
Italiani e internazionali:
ONG ICEI (Istituto per la Cooperazione Economica
Internazionale)
Ecogranjas Cooperativa Agraria Limitada
Obiettivi
Generale: Sostenere l’interprofessione e favorire
uno sviluppo sociale ed economico sostenibile del
settore agricolo attraverso il rafforzamento della
produzione biologica in Uruguay.
Specifici: Promuovere lo sviluppo del settore
biologico come strategia integrata per migliorare
88
Persona da contattare
le pratiche dell’allevamento condotto secondo
il metodo biologico e favorire le opportunità di
vendita diretta dal produttore al consumatore
(filiera corta), rafforzando associazioni locali di
produttori già esistenti e attive in Uruguay.
Attività
1.Miglioramento di tecniche di allevamento
condotto con metodo biologico attraverso
una formazione mirata: corsi di formazione
in Uruguay per i soci di ECA, un viaggio di
studio di allevatori biologici italiani in Uruguay
e successivamente di allevatori biologici
uruguaiani in Italia.
2.Diffusione di pratiche di allevamento sostenibili:
realizzazione in Uruguay di una azienda pilota
per tipologia produttiva e assistenza tecnica
ai produttori soci di ECA.
3.Appoggio alle attività di ECA in relazione al
marketing dei prodotti, alla sensibilizzazione
dei consumatori, alla promozione della vendita
cooperativa e dei canali commerciali a livello
locale.
4.Promozione della vendita tramite reti di
acquisto solidale gestite dai consumatori
in collaborazione con i produttori familiari.
Ente finanziatore
Fondazione Cariplo
Durata
Da: Settembre 2010 - A: Agosto 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
La divulgazione in Italia dell’esperienza di ECA
in materia di filiera corta e il coinvolgimento
dei consumatori nella rete di commercializzazione
possono rappresentare una positiva esperienza
di apprendimento per la realtà italiana.
AREA TEMATICA
Salvaguardia biodiversità
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Cooperazione tecnica
Paesi destinatari
Niger (Parco W)
Beneficiari
Guardie del Parco, Comunità locali in età scolare,
Allevatori
Risultati attesi
1. Una base di dati sulle interazioni tra animali
domestici e selvatici è costituita
2. Gli attori coinvolti nelle attività volte
alla salvaguardia della biodiversità sono
sensibilizzati e formati
Ente Promotore
Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi
di Milano
Partner
Italiani e internazionali:
ONG Africa 70
Locali:
Direzione dei parchi
Persona da contattare
Prof. Casimiro Crimella - Dr Anna F.A. Cantàfora
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 18055
Facoltà di Medicina Veterinaria
Vecchio Dip.: Scienze Animali;
Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica
Obiettivi
Generale: Salvaguardia della biodiversità degli
ecosistemi naturali terrestri attraverso azioni
legate alla loro conservazione e tutela.
Specifico: Valorizzazione della biodiversità nella
zona di transizione della Riserva della Biosfera del
Parco W, attraverso il rafforzamento delle capacità
degli attori coinvolti nella salvaguardia della
biodiversità e messa a punto di strategie operative
di gestione delle risorse naturali.
Attività
1.1 Monitoraggio delle interazioni spaziali tra
domestici e selvatici nelle aree all’interno
e alla periferia del Parco W;
1.2 Analisi delle interazioni sanitarie tra domestici
e selvatici;
1.3 Realizzazione di un diagnostico per
l’appoggio all’allevamento e alla
transumanza;
2.1 Formazione degli allevatori in materia
di sanità animale;
2.2 Formazione delle guardie del Parco W
per la corretta divulgazione di biodiversità
ed educazione ambientale;
2.3 Produzione di materiale informativo su base
cartacea e digitale;
2.4 Contribuzione all’allestimento di un Centro
Visitatori;
2.5 Interventi formativi di educazione ambientale
per la popolazione locale in età scolare.
Ente finanziatore
Ufficio per la Solidarietà e la Cooperazione
Internazionale, Comune di Milano
Durata
Da: Aprile 2011 - A: Marzo 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
Da verificare
89
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
2.11
ti progettiProgetti progetti progetti
2.13
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Sviluppo di un sistema di controllo di sicurezza
alimentare del latte bovino e di un sistema
di pagamento secondo qualità nella regione
di Asella (East Arsi) in Etiopia
Giovanni Savoini Professore ordinario
AREA TEMATICA
Filiera latte
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
• Servizio alla comunità
Paesi destinatari
Etiopia
Beneficiari
1. Agricoltori
2. Studenti
Risultati attesi
1. Realizzazione di un sistema di controllo
della qualità del latte;
2. Formazione di personale locale;
3. Formazione di agricoltori locali;
4. Realizzazione di sistemi di raffreddamento;
5. Miglioramento delle condizioni economiche
degli agricoltori, della produzione del latte
e delle condizioni di salute delle comunità;
6. Partecipazione alla creazione di un Centro
di lavorazione del Latte con servizi aggiuntivi
(quali l’analisi della nutrizione e del latte,
l’inseminazione artificiale, etc. …).
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Dip. di Scienze Veterinarie e Tecnologie per
la Sicurezza Alimentare, Università degli Studi
di Milano
2. SNV Ethiopia - Netherlands Development
Organisation (ONG internazionale)
Locali:
1. Unione Cooperativa per il Latte Asella - Etiopia
2. AMAE - Asella Model Agricultural Enterprise,
Università di Adama
90
[email protected]
tel. 02.503 17907
Facoltà di Medicina Veterinaria
Vecchio Dip.: Scienze Veterinarie e Tecnologie
per la Sicurezza Alimentare; Nuovo Dip.: Scienze
Veterinarie per la Salute, la Produzione Animale
e la Sicurezza Alimentare
Obiettivi
Generale: Promuovere la sicurezza del latte per
migliorare la salute delle comunità.
Specifici:
1. Sviluppo di un sistema di controllo per la
sicurezza del latte;
2. Sviluppo di un sistema di pagamento del latte
in base alle caratteristiche del prodotto;
3. Miglioramento della produzione di latte in
Etiopia.
Attività
1. Selezione di caseifici;
2. Analisi della gestione degli allevamenti,
della nutrizione e della salute degli animali
e delle caratteristiche del latte;
3. Miglioramento delle caratteristiche del latte;
4. Introduzione di un sistema di raffreddamento
del latte presso i punti di raccolta;
5. Introduzione di un sistema di pagamento
basato sulla qualità del latte;
6. Partecipazione alla creazione di un Centro
di Lavorazione del Latte.
Ente finanziatore
Comune di Milano
Durata
Da: Settembre 2010 - A: Settembre 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
-
BOX
La filiera del latte come motore di sviluppo
Il settore della produzione del latte nei Paesi emergenti sta crescendo sempre più rapidamente in risposta a un cambiamento delle abitudini alimentari
che si orientano verso un maggior consumo di prodotti di origine animale. È di estrema importanza ricordare che le società pastorali africane, sviluppatesi in ambienti ostili alla sopravvivenza dell’uomo, si
sono potute adattare riuscendo a sopravvivere grazie soprattutto al latte dei loro animali. Il latte è da
sempre utilizzato sia come base dell’alimentazione
sia come merce di scambio e in questo contesto
assume un significato centrale all’interno di queste
società. Seppur considerato un alimento di base,
tuttavia, si è ben lontani dall’autosufficienza della
produzione locale, imponendo piuttosto l’importazione di ingenti quantità di latte in polvere dai paesi
industrializzati, gravando pesantemente sul debito
pubblico dei paesi importatori. I numerosi vincoli
climatico-ambientali, legati al capitale animale e
alla sua gestione, e di tipo socio-economico e di
strutturazione della filiera hanno rappresentato un
grande freno allo sviluppo di una “filiera del latte
locale” che fosse realmente autonoma, sostenibile e in grado di coprire una domanda sempre più
crescente. Attualmente il latte e la sua filiera rappresentano un argomento di attualità che, sempre
più, rientra tra le attività di progetti di sviluppo e
di ricerca sia in un contesto di cooperazione che
imprenditoriale. Accanto, quindi, a un modello di
produzione secondo regole che si tramandano da
secoli, si sta oggi sviluppando un sistema moderno
e competitivo che cerca di rispondere alle esigenze del mercato degli agglomerati urbani. Tuttavia
all’interno di questi processi di modernizzazione,
nella maggior parte dei casi, sono presenti ancora forti elementi tradizionali che avvicinano il latte contemporaneamente ai concetti di tradizione
e modernità, ereditando nel corso della storia un
significato di elemento ancestrale, ma anche di
simbolo tecnologico e industriale.
Il ruolo del latte, nell’ambito della zootecnia tropicale, è un settore affascinante che si inquadra perfettamente in un percorso di studio, di ricerca e di
formazione mediato da una cooperazione allo svi-
luppo sostenibile con approccio partecipativo. Tale
percorso ha consentito al Dipartimento di Scienze
Animali della Facoltà di Medicina Veterinaria, in un
periodo di tempo non indifferente, di poter creare un gruppo di persone che sentono e leggono
questo ambito come un fattore determinante nel
contesto ampio del mondo agro zootecnico e più
in particolare, della sanità e produzione animale nei Paesi emergenti. L’esperienza del gruppo è
consolidata, sperimentata e validata in un ambito
di ricerca relativamente nuovo, quale quello della
zootecnia urbana e peri urbana. In questo contesto, la filiera latte nella sua complessa multifattorialità, rappresenta sicuramente una delle sfide più
importanti per l’avvenire di molti paesi e regioni
condizionate ancora, in modo pesante, da situazioni geo-politiche, sociali e antropologiche. È noto
a tutti gli studiosi di settore che l’inurbamento selvaggio, tumultuoso e inarrestabile che è avvenuto
e che sta avvenendo nei Paesi emergenti, determina una progressiva e drammatica riduzione delle
persone che, a tutto tempo dedite all’agricoltura,
abbandonano l’attività rurale per una “chimera”
che purtroppo rimarrà tale, determinando una perdita della qualità di vita e un degrado anche irreversibile dei territori, con una inarrestabile perdita di
biodiversità, animale e vegetale. Proiezioni statistiche attendibili dicono che intorno al 2020/2025 ci
sarà una netta inversione di tendenza che porterà
uno scenario nuovo, ma non inatteso e che vedrà
sempre meno popolazione attiva nell’agricoltura
con il conseguente abbandono della campagna e
un enorme numero di persone concentrate in megalopoli sempre più fatiscenti, inquinate e soprattutto incapaci di produrre quanto serve al proprio
sostentamento. In questo contesto, il ruolo della
filiera latte come valorizzazione di una produzione
locale rappresenta sicuramente un fattore determinante nello sviluppo di questi Paesi.
Prof. Miro Crimella e Dr. Anna F. A. Cantàfora
Vecchio Dip.: Dipartimento di Scienze Animali
Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Veterinarie
e Sanità Pubblica
91
3.0 Alimentazione e nutrizione
promuovere la produzione di alimenti sani
Prof. Saverio Mannino
Vecchio dip.: Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche
Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
Nel contesto della globalizzazione, processo mondiale disuguale e discontinuo che si sviluppa in
differenti sfere della società come quella economica, politica, giuridica e sociale, è indispensabile
la creazione di relazioni tra i settori sviluppati e quelli in via di sviluppo con l’obiettivo di facilitare
l’uso di componenti scientifici e tecnologici, permettendo il miglioramento delle condizioni nelle
quali si effettuano le attività in entrambi i settori.
La formazione di professionisti dotati di talento e la capacità di stabilire relazioni con la società,
costituisce una delle ragioni d’essere dell’Università. Lavorare seguendo questa filosofia rende
possibile rispondere alla domanda dei settori produttivi e di quelli accademici, le cui attività di ricerca e sviluppo sono indispensabili per mantenere la società al passo con il progresso del mondo
moderno.
Per quanto riguarda gli alimenti è utile ricordare che la sicurezza alimentare (food safety) e la prevenzione delle malattie dovute agli alimenti è una costante preoccupazione per la salute pubblica
internazione. Le autorità responsabili della salute pubblica a livello mondiale sono periodicamente
allertati dalle mutazioni di microorganismi e da nuove sostanze chimiche associate agli alimenti
come anche dai cambiamenti nelle tecniche di produzione che hanno portato a nuovi rischi. Per
combattere queste sfide, diventa critico che le autorità di tutti i paesi collaborino e condividano
le esperienze in quanto i problemi di sicurezza alimentare in un Paese si possono estendere facilmente agli altri come risultato della rapida globalizzazione delle produzioni alimentari e della loro
commercializzazione.
È necessario quindi:
1. Promuovere partnership e collaborazioni tra i diversi Paesi
2. Aiutare le nazioni a rafforzare le loro capacità di gestione dei rischi alimentari
3. Promuovere un rapido scambio di informazioni sui rischi alimentari
Cosciente di queste problematiche, la Facoltà di Agraria dell’Università di Milano, in cui opera il
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche, ora Dipartimento di Scienze
per gli Alimenti, la Nutrizione e l'Ambiente, ha sempre promosso iniziative e sviluppato progetti
che avevamo l’obiettivo di rafforzare le capacità di paesi in via di sviluppo per organizzare un efficiente controllo di qualità degli alimenti o per migliorare i sistemi produttivi e di conservazione
delle derrate alimentari. È importante sottolineare, infatti, che nel campo specifico degli alimenti
e della loro commercializzazione, tanto nel Paese produttore che nel mercato internazionale, è
indispensabile il rispetto dei requisiti legali e degli standard di qualità.
93
In questo contesto, la collaborazione ventennale del DISTAM con i Paesi sudamericani ed in particolare con la Colombia, costituisce un esempio da imitare. Infatti, grazie alla collaborazione con
l’Istituto Italo latino Americano (IILA), organismo internazionale con sede in Roma cui fanno parte
l’Italia e le venti Repubbliche dell’America Latina, il DISTAM ha partecipato attivamente non solo
al rafforzamento delle istituzioni preposte al controllo delle derrate alimentari ma alla creazione di
risorse umane che potessero essere di valido aiuto alle imprese locali per la produzione di alimenti
sicuri tenendo anche conto della sostenibilità. In pratica si è operato secondo tre direttive:
• Organizzazione di moderni laboratori di controllo e fornitura di moderne apparecchiature strumentali
• Formazione di personale tecnico in Italia ed in loco
• Organizzazione di missioni di esperti italiani presso le istituzioni
3. Partecipazione al programma triennale “Colazioni infantili” patrocinato dal Presidente della
Repubblica
4. Studio di regolamentazioni tecniche per il Ministero della Protezione Sociale,
5. Attività come Laboratorio Omologato dell’Unità Operativa del Sistema Nazionale del Latte,
nel sistema di analisi Interlaboratorio, a livello fisico-chimico e microbiologico.
In sintesi si può affermare che, nonostante le difficoltà ed i conflitti che attraversano la Colombia,
il rafforzamento delle istituzioni preposte alla sicurezza alimentare ha permesso di sviluppare nel
Paese un efficace sistema di qualità e controllo delle derrate alimentari che naturalmente avrà
riflessi positivi nella commercializzazione delle produzioni locali nei paesi avanzati.
Attualmente questa cooperazione è stata estesa a tutti i Paesi Andini ed i risultati appaiono promettenti.
Queste azioni hanno contribuito al rafforzamento dell’infrastruttura ed alla formazione di risorse
umane che sono diventate il punto di riferimento di numerose istituzioni governative.
La modernizzazione delle apparecchiature del laboratorio e la formazione del personale ha permesso all’ICTA di attivare numerose metodologie analitiche che, insieme al processo di implementazione del Sistema di Qualità, hanno reso questo uno dei laboratori più moderni e specializzati
dell’Università Nazionale della Colombia. Grazie a tale attività, il Laboratorio di Controllo Qualità
Alimentare dell’ICTA è attualmente leader nel suo settore ed ha avuto il riconoscimento dal Ministero della Protezione Sociale e dall’Istituto Colombiano per il Benessere Familiare, come membro
della Rete Nazionale di Laboratori che realizzano lavori per lo Stato nel controllo della qualità degli
alimenti.
Questo riconoscimento ha ovviamente avuto anche un impatto positivo sulle attività di docenza
visto che in questo scenario si sviluppa la parte pratica di varie materie che hanno attinenza con
la scienza e la tecnologia alimentare.
L’esistenza di questo moderno laboratorio risponde alle necessità di studenti appartenenti a differenti programmi di laurea di approfondimento nel campo degli alimenti: Nutrizione e Dietologia,
Zootecnica, Ingegneria Chimica, Agraria e Ingegneria Agricola. Allo stesso modo risponde alle
necessità di studenti post-laurea: Master e Dottorato in Ingegneria Chimica, Master e Dottorato
in Scienze Agrarie, Master in Ingegneria Agricola, Master in Microbiologia e specializzazione in
Scienze é Tecnologie Alimentari. È utile ricordare che gli studenti dell’Universidad Nacional de
Colombia appartengono non solo alle diverse sedi dell’Università Nazionale (Palmira, Medellin,
Amazonas, Arauca e San Andrés), ma anche ad Università di altre regioni colombiane, come
l’Università Pedagogica e Tecnologia di Tunja, l’Università di Pamplona, l’Università di Cordoba,
l’Università dell’Amazzonia, ed anche visitatori di altri paesi come Ecuador, Salvador e Honduras.
Per quanto riguarda le attività di ricerca e di servizio, è importante segnalare che l’ICTA attualmente è impegnata nei seguenti programmi:
1. Contratto con il Governo di Cundinamarca per la formazione di figure professionali dedicate
alla promozione dell’innovazione e lo sviluppo della catena del latte e della frutta in diversi
centri della regione
2. Partecipazione all’elaborazione della nuova "Tavola della Composizione degli Alimenti Colombiani” promossa dall’Istituto Colombiano per il Benessere Familiare
94
95
3.2
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Composti bioattivi per la valorizzazione
e promozione degli alimenti tradizionali
Angela Bassoli
Professore Associato Confermato
VARZEA - Valorizzazione agronomica delle risorse
delle zone di esondazione in Amazzonia
Stefano Bocchi
Professore Associato Confermato
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 16815
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Scienze Molecolari Agroalimentari;
Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione
e l’Ambiente
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 16575
Facoltà di agraria
Vecchio Dip:. Produzione Vegetale;
Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia
Obiettivi
Generale: Valorizzazione dei prodotti alimentari
tradizionali.
Specifici:
1. Identificazione di composti attivi sul sapore;
2. Identificazione di composti bioattivi;
3. Utilizzo delle loro potenziali applicazioni
nell’industria agro-alimentale e farmaceutica e
in medicina;
4. Rafforzamento della collaborazione scientifica
nell’area dei prodotti alimentari.
Tipo di intervento
• Ricerca partecipata
• Innovazione di sistema
• Comunicazione
Attività PRINCIPALI
1. Cooperazione scientifica:
Identificazione di composti attivi negli alimenti
tradizionali attraverso l’analisi del gusto;
Valutazione sensoriale; Determinazione
della struttura dei composti bioattivi; Analisi
comparative della percezione del gusto tra
consumatori italiani e coreani; Saggi che
misurano i legami dei composti sapidi con
recettori clonati GPCR e TRP; Modellizzazione
molecolare dei recettori del gusto e del loro
legame con i substrati; Screening per altre
bioattività con applicazioni nell’industria
farmaceutica, biotecnologica e agro-farmaceutica,
etc;
2. Formazione e divulgazione;
3. Lancio dell’iniziativa TASTELAB in merito
a EXPO 2015, Milano.
Risultati attesi
1. Sistema Informativo Geografico per il
censimento, il monitoraggio e la valorizzazione
delle zone Varzea del Bacino Amazzonico degli
stati di Amazzonia e Parà;
2. Caratterizzazione e valorizzazione di alcuni
prodotti tipici di raccolta della foresta
Amazzonica (Guaranà e Cupacu);
3. Miglioramento genetico e utilizzo agronomico
per il potenziamento della sicurezza alimentare
del Caupì (Vigna unguiculata e spp coltivata
in Varzea);
4. Recupero dei saperi tradizionali delle zone
Varzea.
Ente finanziatore
Italia: MAE, MIUR; Università di Scienze
Gastronomiche (Pollenzo- CN); Axxam spa. Korea:
Ministero dell’Educazione e della Tecnologia (MEST)
Partner
Italiani e internazionali:
1. CICSAA (Centro Interuniversitario per la
Cooperazione allo Sviluppo Agro-alimentare
e Ambientale), CRA di Montanaso Lombardo,
CRA di Milano ex IVTPA,
2. Fondazione Cariplo
Locali:
EMBRAPA
Agricoltura e scienze alimentari
Tipo di intervento
• Cooperazione bilaterale (Great Relevance Projects)
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
Corea del Sud
Beneficiari
Popolazione
Risultati attesi
1. Raccolta e analisi di alimenti e piante alimentari
utilizzate nella cucina tradizionale;
2. Isolamento di composti con bioattività
specifiche;
3. Saggi di attività in vitro con recettori clonati;
4. Studi delle proprietà gustative attraverso
valutazione sensoriale;
5. Studio di potenziali applicazioni e trasferimento
tecnologico: additivi alimentari, composti
bioattivi per la protezione da insetti, batteri,
funghi, nematodi, etc; applicazioni nella
protezione del patrimonio culturale come
agenti antifouling, etc;
6. Risorse umane: scambio di ricercatori e
studenti. Organizzazione di seminari e
laboratori, pubblicazioni;
7. Lancio dell’iniziativa congiunta Corea-Italia
TASTELAB in collegamento con “Milano Design
City”- MDC, Incheon e “Città del Gusto e della
Salute”, EXPO 2015, Milano.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Facoltà di Scienze Molecolari Agroalimentari;
Università degli Studi di Milano
Locali:
Korea Food Research Institute (KFRI)
96
Durata
Da: Aprile 2010 - A: Aprile 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
Sicurezza alimentare e ambientale.
Innovazione agronomica e saperi locali.
Paesi destinatari
Brasile (Amazzonia, Parà)
Beneficiari
1. Contadini delle zone Varzea
2. Piccole aziende di trasformazione
3. Piccoli commercianti locali
Ente Promotore
Dip. Di Produzione Vegetale e di Scienze
e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche,
Università degli Studi di Milano.
Obiettivi
Generale: Contribuire al miglioramento della
sovranità alimentare dei contadini delle zone
Varzea in Amazzonia e Parà. Costituire una rete
di centri di ricerca per l’innovazione del sistema
agro-alimentare in aree di raccolta e di coltura.
Specifico: Promuovere un modello di sviluppo
basato sull’agricoltura familiare nelle zone Varzea
valorizzando i prodotti locali e facilitando forme di
mercato compatibili con prodotti come guaranà
e cupacu.
Attività
1. Realizzazione di un GIS (Sistema Informativo
Geografico) dedicato;
2. Caratterizzazione biochimica di prodotti tipici
brasiliani di foresta e coltivati;
3. Collaborazione con il centro di ricerca locale
EMBRAPA e scambio di dati/informazioni/
conoscenze;
4. Individuazione di forme sostenibili di
commercio solidale di cupacù e guaranà.
Ente finanziatore
Fondazione Cariplo
Durata
Da: Ottobre 2009 - A: Novembre 2010
Possibilità di rinnovo / follow up
Rinnovabile
97
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
3.1
3.4
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Utilizzo della flessibilità strutturale delle proteine
Francesco Bonomi
Professore Ordinario
Effetti dei trattamenti sulle caratteristiche
funzionali delle proteine alimentari
Francesco Bonomi
Professore Ordinario
e-mail: mail [email protected]
tel. 02 503 16801
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Scienze Molecolari Agroalimentari;
Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione
e l’Ambiente
AREA TEMATICA
e-mail: mail [email protected]
tel. 02 503 16801
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Scienze Molecolari Agroalimentari;
Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione
e l’Ambiente
Obiettivi
Generale: Utilizzo delle proprietà di legame delle
proteine.
Specifici:
1. Modulare le proprietà di legame delle proteine
attraverso trattamenti fisici;
2. Valutare i determinanti della specificità di
legame;
3. Valutare la stabilità dei complessi tra le proteine
alimentari modificate e i ligandi di interesse
biologico.
Tipo di intervento
• Ricerca
AREA TEMATICA
Biochimica, struttura delle proteine
Tipo di intervento
• Ricerca
Paesi destinatari
Israele (Beersheva)
Beneficiari
1. Comunità scientifica
2. Studenti
3. Industria casearia
Risultati attesi
Identificazione della base strutturale e molecolare
per l’utilizzo di proteine economiche derivanti dai
processi alimentari (in questo caso, la lavorazione
del formaggio) come portatori di farmaci
(o integratori nutritivi) che vengono deteriorati
durante la digestione quando amministrati nelle
loro forme libere.
Le proteine studiate sono note per subire
modificazioni strutturali transitorie e reversibili
durante i trattamenti fisici (calore, pressione).
Le forme transitoriamente modificate possono
legarsi a molecole che poi vengono intrappolate
dentro la proteina quando questa torna alla
conformazione originaria. Dato che questa
proteina è stabile al pH acido del tratto digestivo
superiore, la molecola legata può transitare
ed essere rilasciata e assorbita dopo rottura
proteolitica della proteina nell’intestino.
Lo studio ha dimostrato che questo approccio
è fattibile e che la proteina studiata contiene
almeno due siti di legame indipendenti per le
molecole idrofobiche.
Ente Promotore
Partner
Locali:
Prof. Gertz Likhtenstein - Ben Gurion Università
di Negev
98
Attività PRINCIPALI
1. Usare tecniche spettroscopiche per valutare i
cambiamenti strutturali derivanti da trattamenti
fisici di beta-lattoglobulina (una proteina
contenuta nel siero di latte derivante dalla
lavorazione del formaggio);
2. Valutare tramite EPR il legame di sonde di spin
idrofobica alla proteina modificata;
3. Effettuare esperimenti di competizione tra
sonde di spin e le molecole di rilevanza
farmacologica.
Ente finanziatore
NATO Collaborative Grants
Durata
Da: Novembre 1999 - A: Novembre 2001
Possibilità di rinnovo / follow up
Non con lo stesso partner locale in quanto
è andato in pensione nel 2009.
Biochimica alimentare
Paesi destinatari
Turchia (Ankara)
Beneficiari
1. Agricoltori
2. Industria casearia
Risultati attesi
1. Valutare se i trattamenti comuni usati
nell’industria casearia (come l’ultrafiltrazione)
possono avere un impatto su alcune
caratteristiche delle proteine del latte che
siano rilevanti da un punto di vista tecnologico
e nutritivo. In particolare, sono stati presi
in considerazione i casi in cui i trattamenti
meccanici e i cambiamenti negli equilibri ionici
associati a questi processi possano alterare:
1) l’esposizione di siti idrofobici sulle micelle di
caseina, rilevante per il processo di lavorazione
del formaggio;
2) la misura e la composizione delle micelle
della caseina, che possono influenzare la
consistenza e la produzione
dei prodotti fermentati, come lo yogurt;
3) la capacità delle micelle della caseina di
interagire con i micronutrienti metallici (Cu, Zn,
Fe) che sono presenti naturalmente nel latte o
possono essere aggiunti come integratori;
2. Identificazione di un quadro d’insieme sugli
effetti dei trattamenti usati in larga misura
nell’industria casearia, affinché processi
e attrezzature possano essere disegnati e
progettati in modo appropriato in funzione dei
requisiti di qualità particolari sui prodotti finali.
Ente Promotore
-
Partner
Locali:
Prof. Yasser Kemal Erdem, Dip. di Ingegneria
Alimentare, Facoltà di Ingegneria, Università
di Hacettepe.
Obiettivi
Generale: Valutazione delle modificazioni indotte
dai processi nelle proteine del latte
Specifici:
1. Valutazione degli effetti dei trattamenti
meccanici sulle proprietà di superficie delle
proteine del latte;
2. Valutazione degli effetti dei cambiamenti nella
composizione del mezzo (per esempio, dopo
ultrafiltrazione) sulle proprietà strutturali delle
proteine del latte.
Attività
1. Utilizzo di sonde spettroscopiche per
valutare cambiamenti dipendenti da processi
nell’idrofobicità di superficie delle proteine
del latte;
2. Utilizzo di elettrodi a ioni specifici per valutare
cambiamenti dipendenti da processi nella
capacità delle proteine del latte di interagire
con i micronutrienti;
3. Utilizzo di tecniche spettroscopiche per valutare
il legame di microelementi rilevanti da un
punto di vista nutritivo (Cu, Fe) con le proteine
del latte trattate.
Ente finanziatore
MAE
Durata
Da: Febbraio 2002 - A: Febbraio 2003
Possibilità di rinnovo / follow up
Proposte per scambi di studenti
99
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
3.3
3.6
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Studi fisico-chimici ed istologici su varietà
autoctone di yam e cassava.
M.Cristina Casiraghi
Ricercatore confermato
Rete Regionale Andina per il rafforzamento degli
istituti di Scienze e Tecnologie Alimentari
Saverio Mannino
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 16647
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari
e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze
per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 19221
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari
e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze
per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
Obiettivi
Generale: Caratterizzazione funzionale e nutrizionale
di diverse varietà locali di yam e cassava, selezionate
sulla base delle loro caratteristiche culinarie/
tecnologiche e sul loro stato di maturazione.
Valutazione della qualità nutrizionale e tecnologica.
Specifici: 4 varietà locali di Dioscorea alata
(2 varietà di buona e 2 varietà di scadente qualità
in cottura) e 2 varietà autoctone di Dioscorea.
cayenensis-rotundata (1 var. di buona e 1 varietà
di scadente qualità in cottura) saranno valutate
a 9, 12 e 18 mesi di maturazione sulla base di:
1. Caratterizzazione istologica;
2. Composizione centesimale;
3. Proprietà fisiche e chimiche;
4. Caratterizzazione dell’amido.
Tipo di intervento
• Formazione
Scienze alimentari e nutrizione
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
• Formazione - diffusione
Paesi destinatari
Costa D’Avorio
Beneficiari
1. Settore agro-alimentare
2. Popolazione
Risultati attesi
I cibi ricchi di amido come yam e cassava sono
gli alimenti di base per le popolazioni africane, e
probabilmente rappresentano la principale
risorsa di energia per la maggior parte delle persone
che vivono nelle aree rurali e urbane. In Costa D’Avorio
in particolare, queste risorse subiscono trasformazioni
tecnologiche per produrre ingredienti ma la maggior
parte di queste piante commestibili viene
tradizionalmente usata per consumo quotidiano.
Quindi, la qualità in cottura rimane uno dei più
importanti fattori determinanti nella valutazione
della loro qualità globale. Questo lavoro permetterà
di promuovere l’utilizzo di yam e cassava come fonti
primarie di amido per differenti scopi, aiutando
a compensare le perdite economiche dovute
all’impiego di varietà di qualità scadente.
La valorizzazione di yam e cassava come fonti di
sostanze funzionali potrebbe avere conseguenze
positive sullo sviluppo dell’agricoltura e del settore
agro-alimentare di questo paese.
Ente Promotore Partner
Italiani e internazionali:
Università degli studi di Milano, Dipartimento di
Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche
Locali:
1. Università di Abobo-Adjamé- Abidjan
2. Centro Svizzero di Ricerca Scientifica in Costa
D’Avorio
100
Attività PRINCIPALI
1. Caratterizzazione istologica (tessuti freschi
e cotti, granuli isolati di amido) mediante
osservazioni al microscopio ottico;
2. Composizione chimica attraverso metodi
ufficiali AOAC.
3. Contenuto di minerali;
4. Proprietà fisiche e chimiche: valutazione
visco-amilografica;
5. Caratterizzazione dell’amido: determinazione di:
- Amido resistente
- Rapporto amilosio/amilopectina mediante
metodo colorimetrico ConA
- Parametri di gelatinizzazione mediante calorimetria
differenziale a scansione.
Ente finanziatore
Bioversity International Vavilov–Frankel Fellowships
2009 e Imprese private.
Durata
Da: Gennaio 2010 - A: Dicembre 2015
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
Alimentare/nutrizione
Paesi destinatari
1. Colombia
2. Ecuador
3. Bolivia
4. Peru
5. Venezuela
Beneficiari
1. Professori, ricercatori, studenti
2. Industrie locali
3. Programmi governativi sulla sicurezza
alimentare
4. Consumatori
Risultati attesi
1. Miglioramento delle competenze acquisite
dagli istituti;
2. Aumento nel numero di studenti delle
università.
Gli istituti hanno a disposizione personale esperto
in grado di fornire assistenza all’industria locale
e ai servizi governativi per migliorare la sicurezza
alimentare a livello nazionale.
Ente Promotore Partner
Italiani e internazionali:
1. Università degli Studi di Milano
2. IILA (Istituto Italo-Latino Americano)
Locali:
1. ICTA, Istituto di Scienze e Tecnologia
Alimentari, Università Nazionale della
Colombia;
2. ICTA, Istituto di Scienze e Tecnologia
Alimentari, Università Centrale del Venezuela;
3. Università Tecnica di Ambato - Ecuador;
4. Università Agraria de La Molina - Peru;
5. Fondazione Istituto di Tecnologia Alimentare Bolivia
Obiettivi
Generale: Rafforzamento degli istituti come punti
di riferimento a livello accademico nazionale e
per assistenza tecnica all’industria alimentare
nazionale e alle politiche nazionali di sicurezza
alimentare nell’area del controllo della qualità.
Specifici:
1. Migliorare la formazione del personale degli
istituti per rafforzare le capacità di ricerca e
implementare metodologie analitiche volte alla
valutazione di caratteristiche fisiche, chimiche e
microbiologiche degli alimenti;
2. Rinnovare le infrastrutture degli istituti con
strumenti adeguati per effettuare misurazioni
analitiche di proprietà fisiche, chimiche e
microbiologiche secondo la legge nazionale e
internazionale.
Attività
1. Studi di fattibilità per identificare lo stato
dell’arte di ogni istituto;
2. Formazione del personale degli istituti secondo
le priorità e i bisogni dei Paesi della Rete
Regionale Andina;
3. Donazione degli strumenti per migliorare i
laboratori secondo le priorità e i bisogni.
Ente finanziatore
MAE mediante IILA (Istituto Italo-Latino Americano)
Durata
Da: Marzo 2009 - A: Marzo 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
-
101
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
3.5
3.8
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Rafforzamento dell’Istituto di Scienze
e Tecnologia Alimentari (ICTA) di Bogotà
Saverio Mannino
Professore Ordinario
Diego Mora
Ricercatore confermato
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 19221
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari
e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze
per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
Caratterizzazione molecolare di ceppi batterici
produttori di batteriocine e sviluppo di applicazioni
per i processi di biopreservation degli alimenti.
Alimentare/nutrizione
Tipo di intervento
• Formazione
Paesi destinatari
Colombia (Bogotà)
Beneficiari
1. Professori, ricercatori, studenti
2. Industrie locali
3. Programmi governativi sulla sicurezza
alimentare
4. Consumatori
Risultati attesi
1. Miglioramento delle competenze acquisite;
2. Aumento nel numero di studenti.
ICTA ha un laboratorio e personale esperto in
grado di fornire assistenza all’industria locale e
ai servizi governativi per migliorare la sicurezza
alimentare a livello nazionale.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Università degli Studi di Milano
2. IILA (Istituto Italo-Latino Americano)
Locali:
1. Università Nazionale della Colombia
2. ICTA, Istituto di Scienze e Tecnologia Alimentari
Obiettivi
Generale: Rafforzamento dell’Istituto come
punto di riferimento a livello accademico e
per assistenza tecnica all’industra alimentare
nell’ambito del controllo della qualità.
Specifici:
1. Rinnovare le infrastrutture dell’ICTA con
strumenti adeguati per effettuare misurazioni
analitiche di proprietà fisiche, chimiche e
microbiologiche secondo la legge nazionale e
internazionale;
2. Migliorare la formazione del personale
dell’ICTA per rafforzare le capacità di ricerca
e implementare metodologie analitiche volte
alla valutazione delle caratteristiche fisiche,
chimiche e microbiologiche degli alimenti.
Attività
1. Studi di fattibilità per l’implementazione di un
nuovo laboratorio;
2. Donazione di strumenti;
3. Formazione del personale dell’ICTA nell’utilizzo
degli strumenti;
4. Formazione generale del personale dell’ICTA in
Colombia e in Italia.
Ente finanziatore
MAE mediante IILA (Istituto Italo-Latino Americano)
Durata
Da: 1997 - A: Marzo 2007
Possibilità di rinnovo / follow up
-
102
AREA TEMATICA
Sicurezza alimentare
Tipo di intervento
• Ricerca
Paesi destinatari
1. India (Mysore)
2. Italia
Beneficiari
Industria alimentare
Risultati attesi
1. Selezione di nuovi ceppi batterici produttori
di batteriocine;
2. Caratterizzazione tassonomica e molecolare dei
ceppi produttori di batteriocine selezionati;
3. Utilizzazione dei cappi batterici selezionati in
prodotti fermentati locali (India - Mysore) e
verifica della loro efficacia nel controllo dello
sviluppo di microrganismi alterativi o agenti di
infezioni e intossicazioni alimentari;
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Dr. Diego Mora, Dip. di Scienze e Tecnologie
Alimentari e Microbiologiche, Facoltà di Agraria,
Università degli Studi di Milano
Locali:
Dr Prakash Halami, Central Food Technological
Research Institute (CFTRI).
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 19237
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari
e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze
per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
Obiettivi
Generale: Miglioramento della produzione,
fabbricazione e stoccaggio degli alimenti da parte
dell’industria alimentare e dei consumatori. Il fine
è quello di limitare le perdite di prodotto dovute
al deterioramento microbiologico degli alimenti
e di controllare lo sviluppo di microorganismi
alterativi o agenti di infezioni e intossicazioni
alimentari.
Attività
1. Isolamento di ceppi batterici da prodotti
fermentati tradizionali indiani locali (IndiaMysore);
2. Valutazione della produzione di batteriocine
in grado di controllare lo sviluppo di
microorganismi patogeni legati agli alimenti
come Listeria monocytognes e Staphylococcus
aureus;
3. Caratterizzazione tassonomica e genetica dei
ceppi batterici selezionati;
4. Valutazione dell'efficacia dei ceppi selezionati
nel controllo dello sviluppo di microorganismi
patogeni e alterativi, quando utilizzati in
prodotti fermentati tradizionali locali.
Ente finanziatore
MAE
Durata
Da: Febbraio 2005 - A: Febbraio 2008
Possibilità di rinnovo / follow up
Non rinnovato
103
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
3.7
3.10
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Ricerca applicata per la valorizzazione e la
trasformazione di risorse naturali nel processo
di lotta alla fame in Ciad and Cameroun
Mirella Maria Pontello
Professore Ordinario
Lotta alla malnutrizione mediante la valorizzazione
della Moringa Oleifera come integratore alimentare
Mirella Maria Pontello
Professore Ordinario
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15106
Facoltà di Medicina
Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia
e Virologia; Nuovo Dip.: Dipartimento della Salute
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15106
Facoltà di Medicina
Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia
e Virologia; Nuovo Dip.: Dipartimento della Salute
e la Nutrizione
2. Scuola superiore nazionale di Scienze
Agro-industriali di Ngaoundére
3. Università di N’Djamena
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
• Educazione nutrizionale
• Ricerca nutrizionale
AREA TEMATICA
Risorse naturali e tecnologia
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
1. Ciad: N’Djamena, Vallée du Logone
2. Cameroun: Maroua, Ngaoundere,
Vallée du Logone
Beneficiari
1. 1000 ricercatori, studenti, docenti per
l’esecuzione sul campo dei progetti pilota;
2. 1600 membri del micro forestall business
coinvolti in attività economiche relative alla
valorizzazione delle risorse naturali locali
Numero stimato di beneficiari: 2600 persone.
Risultati attesi
1. Controllo, mediante un metodo sostenibile,
della gestione dei progetti di ricerca applicata
da parte delle istituzioni partner. Definizione
e adozione di strumenti e metodi di ricerca
condivisi e coordinati;
2. Implementazione di tre nuove tecnologie a
livello di progetto pilota (ex: per il processo di
essicazione delle foglie di Moringa Oleifera,
per l’estrazione supercritical di CO2, per
l’estrusione di mattoni di combustibile solido);
3. Diffusione dei risultati principali dell’intervento
agli istituti di ricerca regionali e internazionali e
alla popolazione locale.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. ACRA ONG
2. CeTAmb, Università di Brescia
3. Dip. di Sanità Pubblica, Università degli Studi
di Milano
Locali:
1. Centro Nazionale per la Tecnologia Alimentare
104
Obiettivi
Generale: Contribuire, a livello internazionale e
tra i Paesi ACP, allo sviluppo degli scambi e della
rete di istituti di ricerca per uno sfruttamento
ottimale e per la condivisione e la qualità dei
risultati, con lo scopo di migliorare le condizioni di
vita e di salute in Ciad e in Cameroun secondo il
primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio.
Specifici: Rendere le istituzioni partner in grado
di sviluppare ricerche scientifiche applicate di
alto livello per contribuire al miglioramento delle
condizioni di salute, del controllo dell’ambiente
e del miglioramento delle condizioni di vita della
popolazione secondo un processo di sviluppo
sostenibile e partecipativo.
Attività
1. Definizione di metodi comuni per la ricerca
applicata;
2. Ricerche partecipative tra le comunità
per definire i bisogni primari;
3. Identificazione di progetti pilota;
4. Sviluppo e test di progetti pilota;
5. Studio, test e sviluppo di un tipo di farina
fortificata con Moringa Oleifera e altre risorse
locali disponibili;
6. Organizzazione di seminari internazionali
per la diffusione dei risultati dell’intervento;
7. Diffusione dei risultati tra le comunità locali.
Ente finanziatore
Acra ONG - Unione Europea, CeTAmb, Università
degli Studi di Milano
Durata
Da: Novembre 2009 - A: Novembre 2012
Possibilità di rinnovo / follow up -
Nutrizione
Paesi destinatari
Chad (Goundi, Dipartimento di Mandoul)
Beneficiari
1.5.000 donne e bambini (0-5 anni)
2.600 agenti sanitari, in particolare donne
Risultati attesi
1. Diffusione tra gli agenti sanitari e la
popolazione dell’area di conoscenze sulle
piante e sulle principali possibilità di utilizzo
dei prodotti da queste derivati;
2. Adozione di tecniche di produzione della farina
di foglie della Moringa da parte dei gruppi
femminili;
3. La popolazione, in particolare le madri,
acquisiscono nuove conoscenze sul valore
nutrizionale dei prodotti derivanti dalla
Moringa oleifera. Grazie alle nuove conoscenze,
le madri saranno in grado di usare i prodotti
derivati e di promuoverne l’uso nella dieta
familiare;
4. Analisi e test della Moringa coltivata in Ciad;
5. Identificazione di possibili controindicazioni.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
ACRA ONG (Associazione di Cooperazione rurale
in Africa e America Latina)
Locali:
1. Centro Nazionale per la Tecnologia Alimentare
e la Nutrizione
2. ATCP (Associazione della Comunità Ciadiana
per il Progresso)
Obiettivi
Generale: Combattere la malnutrizione: Moringa
oleifera, integratore alimentare negli ospedali
pediatrici.
Specifici: Diffondere l’uso dei prodotti derivati
dalla Moringa oleifera come integratori
nutrizionali tra gli agenti sanitari e le famiglie
rurali nel distretto sanitario di Goundi.
Attività
1. Sensibilizzazione della popolazione sull’accesso
alle strutture sanitarie;
2. Corso di formazione per agenti sanitari;
3. Ideazione e distribuzione di materiale
pedagogico;
4. Seminari di informazione sulla Moringa oleifera
e sua diffusione in Chad;
5. Sensibilizzazione via radio;
6. Supporto a gruppi femminili per la produzione
di farina di foglie;
7. Corsi sulla produzione di farina di foglie e sulle
condizioni della Moringa;
8. Definizione di un protocollo di ricerca per
testare la farina di foglie prodotta in Chad.
Ente finanziatore
Acra ONG - Regione Lombardia - Centro
Nutrizionale di Goundi
Durata
Da: Marzo 2006 - A: Settembre 2008
Possibilità di rinnovo / follow up
Vedi il progetto: “Ricerca applicata per la
valorizzazione e la trasformazione di risorse
naturali nel processo di lotta alla fame in Ciad
and Cameroun”.
105
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
3.9
4.0 Sicurezza degli alimenti e dell'acqua
GARANTIRE acqua E CIBO IGIENICAMENTE SICURI
Prof. ssa Mirella Pontello
Vecchio dip.: Dipartimento di Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia
Nuovo dip.: Dipartimento della Salute
Con il termine foodborne disease (e waterborne disease), si identifica un ampio spettro di malattie
di crescente rilevanza per la sanità pubblica a livello mondiale e di regola associate all’ingestione
di alimenti o acqua contaminati da agenti microbici o da sostanze chimiche; tale contaminazione,
di origine ambientale, può accadere in ogni stadio lungo la filiera di produzione, trasformazione,
conservazione e distribuzione dei prodotti alimentari; le conseguenze per la salute dell’uomo
possono parimenti consistere in un ampio spettro di manifestazioni cliniche: da una banale forma
gastroenterica a forme invasive a carattere sistemico, neurologico, ecc. anche letali.
Dal punto di vista epidemiologico, per molti motivi, non è semplice fornire delle stime precise
dell’incidenza mondiale delle malattie di origine alimentare e/o idrica che senza dubbio rappresentano un’importantissima causa di morbosità e mortalità nel mondo (per il 2008 il WHO riferisce il
decesso di circa 2,5 milioni di persone per forme diarroiche, nella gran parte dei casi attribuibili al
consumo di alimenti o acqua contaminati). Le caratteristiche di questo gruppo molto eterogeneo di
malattie e le relative ricadute in termini di salute risultano profondamente differenti in funzione dei
diversi contesti socio-economici. Pur considerando che l’analisi della realtà evidenzia situazioni molto variegate, si possono tuttavia schematicamente individuare due distinti scenari, caratterizzanti
le due situazioni estreme - da una parte quella dei paesi a basso e dall’altra quella dei paesi ad alto
reddito (“low-and high-income countries) -, tra i quali sono collocabili molte situazioni intermedie.
• Paesi a basso reddito: in questo contesto il fenomeno più rilevante è rappresentato dal peso delle
malattie diarroiche quale causa di morbosità/mortalità infantile: complessivamente secondo le stime più recenti del WHO le malattie diarroiche rappresentano la seconda causa di morte, essendo
responsabili dell’8,2% dei decessi (4,4% nei paesi a medio reddito); in questi Paesi alle cause di
natura infettiva/microbiologica si associa il drammatico fenomeno della malnutrizione (presente
come causa sottostante - underlying cause - nel 53% dei casi di morte in età < 5 anni) e si configura un circolo vizioso strettamente correlato con il fenomeno della povertà: infatti, dalla carenza
di risorse discende sia l’insufficiente disponibilità di cibo per le popolazioni che la precarietà delle
infrastrutture di prima necessità (acquedotti e sistemi di smaltimento dei rifiuti e dei liquami)
come pure la fragilità dei servizi sanitari e la difficoltà di accesso all’assistenza ed alle cure per la
popolazione. Questo circolo vizioso pesa soprattutto sulla fascia di età inferiore ai 5 anni; infatti,
secondo una recente analisi della letteratura scientifica, si è stimato che complessivamente nei
paesi a basso e medio reddito le malattie diarroiche in soggetti di età < 5 anni sono responsabili
del 18,7% della mortalità (1.870.000 decessi, di cui 1.384.000 in soli 15 paesi africani ed asiatici).
Dal punto di vista etiologico, in queste situazioni prevalgono le malattie dovute ad agenti a tipica
107
trasmissione fecale-orale, tra le quali l’esempio più significativo è rappresentato dal colera, ma
si possono anche ricordare la febbre tifoide, la shigellosi, diverse parassitosi (amebiasi) ed anche
molte infezioni virali. La catena di trasmissione delle infezioni è soprattutto schematizzabile in
questi termini: uomo infetto/malato eliminazione degli agenti microbici con le feci contaminazione dell’ambiente (acque superficiali e suolo) contaminazione degli alimenti (colture vegetali
irrigate con acque contaminate e prodotti della pesca) ingestione di alimenti contaminati; in
alternativa il percorso può essere attribuito alla contaminazione dell’alimento da parte delle mani
del soggetto eliminatore dell’agente patogeno (feci mano bocca).
• Paesi ad alto reddito (o industrializzati): in questo caso, pur stimando che circa un terzo della
popolazione soffrirebbe di una patologia di origine alimentare ogni anno (negli USA si è calcolato
che annualmente si verificherebbero 76 milioni di casi, 325.000 ospedalizzazioni e 5.000 casi di
morte per malattie di origine alimentare), il quadro è profondamente diverso da quello dei paesi
più poveri; le malattie a trasmissione alimentare, e più raramente idrica, sono associate ai profondi
cambiamenti di natura tecnologica intervenuti nella filiera alimentare (si pensi alla globalizzazione
dei mercati, al fenomeno dell’allungamento delle filiere di produzione, soprattutto grazie alle
estese possibilità di conservazione degli alimenti, ecc.) ed anche alle modificate abitudini di consumo e alla sempre più alta presenza di soggetti fragili nella popolazione (soggetti anziani, immunodepressi, diabetici …). In questo contesto i circuiti di contagio sono diversi e più complessi: di
regola si tratta di agenti per i quali sono identificabili serbatoi animali o che hanno il loro habitat
a livello ambientale; le possibilità di contaminazione delle filiere di produzione alimentari sono
molto ampie e tendono a verificarsi lontano dal soggetto consumatore. La catena del contagio
può essere così schematizzata: animali serbatoio/ambiente alimento consumatore e in questo
percorso giocano altri fattori definiti “contribuenti” che favoriscono la sopravvivenza e/o lo sviluppo dell’agente patogeno nel prodotto alimentare.
Se ci sono molti elementi che giustificano una distinzione tra I paesi in via di sviluppo e quelli
industrializzati, non si può tuttavia non evidenziare che alcune tematiche, favorite dalla globalizzazione dei mercati e dalla grande mobilità delle popolazioni, tendono ormai ad essere trasversali.
Pur non potendo in questa sede entrare nel merito, citiamo a titolo esemplificativo la questione
dell’impiego dei fitofarmaci in agricoltura (pesticidi), la coltivazione di vegetali geneticamente
modificati (OGM), le tecniche di acquicoltura.
Dai quadri qui sopra sommariamente descritti deriva che - come sottolineato dagli organismi internazionali (WHO, FAO) - la questione della sicurezza alimentare e della sicurezza dell’approvvigionamento idrico rappresentano uno dei temi più rilevanti della sanità pubblica a livello mondiale, pur
richiedendo distinte declinazioni in funzione dei diversi contesti socio-economici. Infatti, nei paesi
industrializzati, per raggiungere l’obiettivo della sicurezza alimentare, diversi soggetti ed istituzioni
sono coinvolti in una serie di attività di monitoraggio, sorveglianza, gestione degli eventi epidemici,
programmi di informazione, ecc. e sono vigenti leggi e regolamenti in materia. Si può cioè parlare
di un vero “sistema“ della sicurezza alimentare (dalla produzione primaria alla tavola: from farm to
fork), cui si accompagna, da parte della popolazione, una forte consapevolezza dei rischi correlati
ai consumi alimentari. Anche se non si può negare che alla complessità del sistema produttivo
ormai globalizzato si associa un certo grado di esposizione a rischi nuovi e di diversa natura - ne
sono esempi la questione della cosiddetta “mucca pazza” o su più ampia scala i rischi connessi ai
108
sistemi di acquacultura - si deve rilevare che da parte della popolazione il livello di preoccupazione,
e a volte di vero allarme, è progressivamente cresciuto negli ultimi decenni a fronte di un notevole
sforzo messo in atto a livello dell’industria e delle istituzioni competenti per garantire un grado di
sicurezza che oggi può essere giudicato soddisfacente. Diversa è la situazione dei paesi a più basso
reddito, per i quali il tema della sicurezza alimentare (food safety) si coniuga con quello, della food
security, cioè della necessità di combattere la malnutrizione assicurando una sufficiente quantità di
cibo per la popolazione. In questi contesti il sistema della sicurezza alimentare è ovviamente molto
fragile e meno organizzato ed anche da parte della popolazione il tema della food security viene
comprensibilmente avvertito come prioritario. A questa fragilità del sistema della sicurezza concorrono problemi legati alla carenza delle infrastrutture e all’urbanizzazione, come pure le modalità
di produzione–distribuzione degli alimenti che la FAO definisce “informali”: si tratta di prodotti
freschi o trasformati, (sea-food e street-food) venduti direttamente al consumatore.
Strettamente connesso ed interagente con il tema della sicurezza alimentare si pone quello della
sicurezza dell’approvvigionamento idrico. Infatti, mentre nei paesi industrializzati la fornitura di
acqua potabile viene considerato come un dato di fatto omai acquisito, quasi scontato, a livello
globale la questione della sicurezza dell’acqua è tutt’altro che risolta; si calcola che 1,1 bilioni di
persone non abbia accesso a fonti di acqua sicura e 2,4 bilioni non usufruisca di impianti di sanificazione di base (ma si teme che potrebbero essere 2,7 bilioni nel 2015). Si stima che intervenire su
questo settore consentirebbe di prevenire a livello globale il 4% del carico totale di malattia (“global disease burden”). Le malattie correlate all’acqua sono moltissime e sono prevalentemente di
natura infettiva (malattie diarroiche a diversa etiologia quali colera, febbre tifoide, …) e tra queste
molte sono associate all’ingestione di acqua o all’uso di acqua contaminata per la preparazione di
alimenti (malattie propriamente water-borne), anche se non si possono trascurare altre situazioni
in cui l’elemento “acqua” risulta implicato nell’insorgenza di malattia nell’uomo (malattie waterwashed, water based e water-related-vector).
In questo volume sono riportate le schede di quattro progetti svolti nell’ambito della cooperazione
internazionale, con i quali alcuni ricercatori dell’Università di Milano in tema di “sicurezza alimentare ed idrica” hanno inteso intervenire su aspetti diversi, e precisamente:
• il progetto svolto in Colombia ha sostenuto la formazione di competenze per favorire la produzione in sicurezza di prodotti alimentari autoctoni;
• il progetto che si è svolto in Cina ha considerato la questione del rischio connesso all’utilizzo di
pesticidi in agricoltura, privilegiando aspetti formativi e di trasferimento tecnologico;
• due progetti hanno riguardato la sicurezza delle risorse idriche, in Mali e in Tanzania, avendo
entrambi obiettivi sia di carattere formativo che di trasferimento di competenze alla comunità
locale;
• un progetto in Nigeria volto a migliorare le competenze sui problemi di food packaging
• un progetto in Argentina, Brasile, Cina e Sudafrica volto a valutare i rischi ed i benefici del consumo di integratori alimentari.
109
4.2
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Programma di educazione sulla salute rurale
Claudio Colosio
Ricercatore Confermato
Miglioramento della qualità e quantità dell’acqua
potabile nei villaggi rurali in Mali
Silvana Galassi - Vincenzina Andreoni
Professori Ordinari
Salute rurale
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 23305
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Medicina del Lavoro;
Nuovo Dip.: Dipartimento della Salute
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
[email protected]
tel. +39 02 503 14838 - 19155
Facoltà di Scienze MM, FF e NN.
Vecchio Dip.: Biologia;
Nuovo Dip.: Bioscienze
Tipo di intervento
• Trasferimento tecnologico
Specifici:
1. Fornire competenze per gestire il processo di
valutazione dei pesticidi nella fase pre-marketing;
2. Supporto a un processo di miglioramento
dei sistemi locali di prevenzione, gestione
e valutazione dei rischi derivanti da pesticidi
Attività
Preparazione di un corso di 4 giorni che coinvolga
il personale del Dipartimento di Agricoltura,
Pesca e Conservazione, Divisione Normativa Piante
e Pesticidi di Hong Kong. Il programma del corso
si è articolato come segue:
a. Introduzione ai pesticidi, inclusi la classificazione,
le modalità di azione, gli ingredienti attivi e la
formulazione, informazioni sulla registrazione,
fonti di informazione;
b. Processo di autorizzazione dei pesticidi (principi);
valutazione dei rischi nella fase pre marketing;
modalità di applicazione dei pesticidi e rischi
per la salute, equipaggiamento protettivo per
la persona;
c. Misurazione e valutazione dell’esposizione;
d. Effetti sulla salute (acuti e cronici); modalità
d’azione; specificità dei singoli composti;
e. Dati epidemiologici; problemi emergenti (effetti
neuro-comportamentali; sconvolgimento
endocrino);
f. Effetti sull’ambiente;
g. Giochi di ruolo ed esercizi pratici;
h. Dibattito: organizzazione di un sistema
nazionale di prevenzione dei rischi dei pesticidi.
Ente finanziatore
Dipartimento di Agricoltura, Pesca e Conservazione,
Divisione Normativa Piante e Pesticidi di Hong
Kong.
Durata
Da: 01 Novembre 2008 - A: 10 Novembre 2008
Possibilità di rinnovo / follow up
Si, periodicamente. Formato usato anche in altri
paesi tropicali.
Tipo di intervento
• Ricerca
• Educazione
AREA TEMATICA
Paesi destinatari
Cina (Hong Kong)
Beneficiari
1. Agricoltori
2. Popolazione e consumatori di Hong Kong
in generale
3. Personale del Dipartimento Agricoltura,
Pesca e Conservazione, Divisione Normativa
Piante e Pesticidi di Hong Kong
4. Ambiente naturale
Risultati attesi
Miglioramento della capacità di valutazione e
gestione dei rischi da pesticidi, nelle fasi pre e post
marketing. Nella fase pre marketing, le principali
aree di miglioramento sono la registrazione,
l’autorizzazione e la catalogazione con particolare
attenzione ai nuovi composti. Nella fase post
marketing, sono state fornite sia alla popolazione
che agli addetti ai lavori abilità specifiche circa la
valutazione e la gestione dei rischi, la protezione
ambientale e sanitaria.
Ente Promotore Partner
Italiani e internazionali:
1. Dip. di Medicina del Lavoro e Ambientale,
Università degli Studi di Milano;
2. Centro Internazionale di Salute Rurale,
Ospedale San Paolo
3. Centro Internazionale per gli Antiparassitari
e la Prevenzione Sanitaria, Ospedale Luigi Sacco
Locali:
Dipartimento di Agricoltura, Pesca e Conservazione,
Divisione Normativa Piante e Pesticidi di Hong
Kong.
Obiettivi
Generale: Migliorare la valutazione e la gestione
dei rischi chimici.
112
Ecologia applicata e microbiologia
Paesi destinatari
1. Mali
2. Altri paesi della regione del Sahel
Beneficiari (popolazione Dogon, Mali)
1. Popolazione di villaggi rurali
2. Studenti universitari di Bamako
3. Studenti universitari di Milano
Risultati attesi
1. Creazione di un protocollo sostenibile per la
disinfezione dell’acqua nei piccoli villaggi rurali;
2. Creazione di un gruppo scientifico di
riferimento con competenze complementari
nel campo dello sfruttamento dell’acqua
potabile, in grado di supportare le azioni
delle organizzazioni non governative nei Paesi
in Via di Sviluppo.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Locali:
-
Obiettivi
Generale: Migliorare la disponibilità dell’acqua.
Specifici:
1. Trattamenti di potabilizzazione dell’acqua;
2. Sfruttamento della falda acquifera;
3. Formazione sulla sostenibilità dell’acqua.
Attività
1. Sperimentazione di sistemi semplici
di potabilizzazione;
2. Studi idrogeologici;
3. Interventi per migliorare la disponibilità d’acqua
nei villaggi rurali;
4. Corsi di formazione per studenti per
la diffusione di sistemi avanzati di
potabilizzazione nei villaggi rurali.
L’obiettivo del progetto è di mettere insieme
l’esperienza di differenti gruppi di ricerca operanti
presso l’Università degli Studi di Milano (Ecologia,
idrogeologia, microbiologia) per un approccio
sinergico al fine di migliorare la disponibilità di
acqua potabile nella regione del Sahel.
Tecniche innovative, semplici ed economiche
verranno utilizzate per disinfettare l’acqua
raccolta nei bacini di superficie durante la
stagione delle piogge. Il progetto prevede anche
momenti formativi perché il successo di queste
pratiche dipende dalla collaborazione della
popolazione. Si realizzeranno studi idrogeologici
per valutare la possibilità di sfruttare le sorgenti
d’acqua esistenti al fine di fornire acqua ai villaggi
mediante la costruzione di condutture.
Ente finanziatore
Yacouba for Africa (ONG)
Durata
Da: Gennaio 2010 - A: Gennaio 2013
Possibilità di rinnovo / follow up
-
113
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
4.1
4.4
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Fellowship on Packaging Technologies
and Solutions for Developing Countries
Luciano Piergiovanni
Professore Ordinario
Acqua potabile nel distretto di Chake Chake,
isola di Pemba, Zanzibar
Mirella Maria Pontello
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel.: + 39 02 50319192
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari
e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze per gli
Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15106
Facoltà di Medicina
Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia
e Virologia;
Nuovo Dip.: Dipartimento della Salute
Obiettivi
Specifici:
1.Trasferimento di conoscenze avanzate
a riguardo delle tecnologie e dei materiali
di confezionamento alimentare
2.Acquisizione della capacità di condurre analisi
di caratterizzazione di diversi materiali
di confezionamento
3.Specifiche e generali competenze sui principali
problemi di food packaging
Tipo di intervento
• Formazione
• Trasferimento tecnologico
• Servizi alla comunità
Food Safety and Food Processing/Output E21
Tipo di intervento
• Formazione,
• Trasferimento di tecnologia,
Paesi destinatari
Nigeria
Beneficiari
(donne, agricoltori, studenti, gruppi destinatari o
etnici specifici, etc..)
1. Sig.na Adetola OLUGBILE, Laureata in Food
Microbiology and Biotechnology
Risultati attesi
Acquisire la capacità di scegliere e selezionare i
migliori imballaggi per differenti tipi di prodotti
alimentari.
L’abilità di condurre analisi di caratterizzazione dei
diversi materiali di confezionamento.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. ICS Centro Internazionale per la Scienza e l’Alta
Tecnologia dell’UNIDO
2. UNIDO
Locali:
PACKLAB del DISTAM, Università di Milano
Attività
1.Collaborazione alle attività di ricerca in corso;
2.Visite tecniche presso laboratori esterni
e aziende di produzione di materiali di
confezionamento;
3.Studio e letture di testi e letteratura scientifica
inerente i problemi di food packaging.
La beneficiaria sarà inserita nello staff del
Laboratorio ed avrà modo di seguire diverse
attività differenti che riguardano l’idoneità dei
materiali di confezionamento, il loro sviluppo,
gli studi di Shelf Life.
Ente finanziatore
ICS-UNIDO e fondi propri del DISTAM
Durata
Da: Luglio - A: Dicembre 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Non conosciuta
114
Acqua e igiene
Paesi destinatari
Tanzania (Pemba - Zanzibar)
Beneficiari
1. Comunità locale del distretto di Chake Chake:
circa 89.000 persone
2. Tecnici del Laboratorio di Salute Pubblica
di Pemba
3. Tecnici dell’Autorità dell’Acqua di Zanzibar
e di Ingegneri senza Frontiere
Risultati attesi
1. Georeferenziamento di 14 stazioni di pompe
idrauliche del distretto;
2. Raccolta di informazioni;
3. Delineare il sistema di distribuzione
raccogliendo le posizioni di tutte le valvole,
dei pozzi di controllo, dei punti di diramazione
e dei rubinetti così come la lunghezza,
la misura e i materiali delle tubature;
4. Analisi microbiologica di 619 campioni;
5. La contaminazione fecale si è verificata in tutti i
sistemi idrici pubblici.
6. Analisi chimica di 164 campioni. Tutti i
campioni non sono risultati accettabili per
temperature e durezza, ma accettabili per pH,
fluoruro e nitrato;
7. Differenti trend di accettabilità per corrosione
e inquinamento biologico;
8. Compimento positivo del corso di formazione
di 2 settimane per gli insegnanti;
9. 64 famiglie dispongono ora di acqua potabile
mediante rubinetti collegati alla conduttura
privata e solo 4 famiglie ricevono una fornitura
costante;
10. 236 famiglie raccolgono acqua da pozzi
pubblici non protetti.
Ente Promotore
Fondazione Ivo de Carneri
Partner
Italiani e internazionali:
1. Dip. di Sanità Pubblica, Microbiologia e
Virologia, Università degli Studi di Milano
2. Ingegneri senza Frontiere, Università di Trento
Locali:
1. Laboratorio di Salute Pubblica "Ivo de Carneri"
2. Zanzibar Water Department
Obiettivi
Generale: Migliorare le condizioni di salute della
popolazione attraverso il risanamento delle
fonti idriche e la maggiore disponibilità di acqua
potabile.
Specifici:
1. Verificare le condizioni delle fonti idriche
primarie e secondarie del Distretto;
2. Determinare le caratteristiche chimico-fisiche e
microbiologiche dei campioni di acqua prelevati
da fonti primarie e secondarie;
3. Mettere il PHL-IdC in grado di eseguire
autonomamente l’analisi delle acque;
4. Formare gli insegnanti delle scuole primarie sul
corretto utilizzo dell’acqua.
Attività
1. Georeferenziamento delle stazioni di pompe
idrauliche e della rete di acqua potabile;
2. Test su parametri microbiologici e fisico-chimici;
3. Programma educativo sulla prevenzione e il
controllo di malattie intestinali trasmesse via
acqua e per via oro-fecale, rivolto a 60 docenti
delle scuole primarie e secondarie.
Ente finanziatore
Provincia autonoma di Trento
Durata
Da: 2005 - A: 2006
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
115
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
4.3
4.6
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Integratori alimentari con ingredienti vegetali:
livelli di consumo, valutazione del rischio/beneficio
Patrizia Restani
Professore Associato Confermato
Progetto sul controllo della qualità degli alimenti
Claudia Sorlini
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 18371
Facoltà di Farmacia
Vecchio Dip.: Scienze Farmacologiche;
Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche
e Biomolecolari
Alimenti e agricoltura
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 19162
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari
e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze per gli
Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
Tipo di intervento
• Formazione
Obiettivi
Generale: Dare ai giovani laureati la possibilità
di fare esperienza nel laboratorio di microbiologia
della facoltà di agraria, apprendendo in particolar
modo metodi e tecniche per il controllo della
sicurezza alimentare.
Specifici: Mettere i giovani stagisti nelle condizioni
di attrezzare adeguatamente i laboratori
dell’università di Tunja.
Farmacia
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
1. Argentina
2. Brasile
3. Cina
4. Sudafrica
Beneficiari
1. Consumatori
2. Gruppi a rischio (donne in gravidanza, bambini, etc.)
Risultati attesi
Identificazione di un nuovo approccio integrato
relativo allo sviluppo di integratori alimentari con
ingredienti vegetali. C’è una crescente richiesta
di alimenti e integratori alimentari di alta qualità,
sicuri, con proprietà salutistiche.
In modo particolare, gli integratori alimentari vegetali
hanno un grande consenso tra i consumatori.
Sebbene i prodotti botanici siano usati da decenni per
i benefici che apportano alla salute, sussiste ancora
una mancanza di dati, informazioni e strumenti
che assicurino la loro sicurezza e che confermino
scientificamente i vantaggi che questi possono offrire
ai consumatori. In Europa, lo sviluppo di integratori
alimentari contenenti vegetali potrebbe condurre a
una notevole crescita sul mercato. Tuttavia, l’attuale
situazione scientifica e normativa pone alcune
barriere alla crescita. Per proteggere i consumatori,
e sfruttare le opportunità offerte dal mercato, è
necessario un nuovo approccio integrato.
Dato che l’industria europea degli integratori alimentari
vegetali non opera da sola, questo approccio integrato
richiede una cooperazione a livello internazionale.
Ente Promotore
Università degli Studi di Milano
Partner
Italiani e internazionali:
116
1. Bio detection System (NL)
2. Fundación para la investigation Nutritional (SP)
3. Hylobates Consulting (IT)
4. Istituto Superiore di Sanità (IT)
5. Swiss Toxicological Information Centre (CH)
6. Other 16 European partners
Locali:
1. Università di Buenos Aires
2. Università di San Paolo
3. Institute Medicinal Plant Development, Cina
4. CSIR Science Sudafrica
Obiettivi
Generale: Ricerche sugli aspetti scientifici alla base
dell’uso corretto degli integratori alimentari e supporto
ai processi decisionali di organismi internazionali.
Specifici:
1. Valutare i benefici apportati dagli integratori
alimentari sulla salute;
2. Valutare i rischi associati al consumo
di integratori alimentari;
3. Fare una stima dei livelli di consumo in Europa.
Obiettivi del progetto:
- Meta-database dei dati sul consumo di integratori
alimentari vegetali, le sostanze biologicamente
attive e i contaminanti ad essi associati;
- Messa a punto di modelli per la valutazione del
loro beneficio, del rischio e del rischio/beneficio;
- Informazione agli operatori e ai consumatori
anche a livello di cooperazione internazionale.
AREA TEMATICA
Paesi destinatari
Colombia (Tunja-Boyacà)
Beneficiari
1. Università
2. Associazioni di agricoltori
3. Associazioni di allevatori
Risultati attesi
1. Apprendimento da parte degli stagisti di:
a) tecniche del controllo della qualità degli
alimenti;
b) metodi per impostare le ricerche per la
valorizzazione dei prodotti alimentari
autoctoni;
c) metodi per attrezzare i laboratori dell’università
di Tunja;
2. Creazione di collaborazioni strette tra le due
università partner.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Università degli Studi di Milano
Locali:
Fundación Universitaria Juan D. Castellanos
Attività
1. Acquisizione di esperienza di laboratori di
analisi filiera latte;
2. Acquisizione di esperienza di laboratori di filiere
alimentari (carnei).
Ente finanziatore
IILA (Istituto Italo - Latino Americano)
Durata
Da: 2010 - A: 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
-
Attività
1. Raccolta dati;
2. Prove sperimentali;
3. Formazione.
Ente finanziatore
Unione Europea
Durata
Da: Giugno 2010 - A: Maggio 2014
Possibilità di rinnovo / follow up
Rispondendo a un nuovo Bando dell’Unione Europea
117
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
4.5
5.0 Ambiente
SVILUPPO NEL RISPETTO DELL'AMBIENTE
Prof.ssa M. Daniela Candia, Paolo Tremolada
Vecchio dip.: Dipartimento di Biologia
Nuovo dip.: Dipartimento di Bioscienze
Le tematiche ambientali sono una componente essenziale delle politiche di cooperazione internazionale in quanto, nell’interesse del singolo paese e, più in generale, in quello dell’intera comunità internazionale, promuovono e garantiscono una più efficace difesa dell’integrità delle risorse
naturali e favoriscono un loro utilizzo sostenibile. Tra queste risorse uno degli aspetti più rilevanti
è quello relativo alle risorse idriche ed agricole, tematiche tra loro interconnesse e che risultano,
in molti paesi, entrambe parzialmente compromesse dall’inquinamento o dal sovrasfruttamento.
Le pratiche agricole utilizzano la risorsa idrica come fattore produttivo primario e attraverso un
uso non adeguato della stessa possono determinarne alterazioni qualitative e quantitative notevoli che vanno a discapito tanto degli ecosistemi acquatici (inquinamento dei fiumi e delle falde)
quanto dell’agricoltura stessa (carenza d’acqua, salinizzazione dei terreni). In questo ambito, la
conoscenza degli aspetti qualitativi e quantitativi delle risorse idriche e la loro difesa da fenomeni
di deterioramento e di sovrasfruttamento per le pratiche agricole è uno degli obiettivi più impegnativi per le popolazioni e per chi le governa. Il presupposto della difesa delle risorse idriche è la
conoscenza della disponibilità d’acqua sia superficiale che di falda. Questo aspetto quantitativo,
anche in previsione di possibili cambiamenti nella frequenza ed abbondanza delle piogge, deve
però essere affiancato da una valutazione qualitativa dell’integrità della risorsa idrica. I principali
problemi di alterazione degli ecosistemi acquatici sono legati agli scarichi civili con problemi di
sanitari e di eutrofizzazione per effetto dell’arricchimento delle acque in azoto e fosforo. Accanto
ai nutrienti, gli scarichi civili e soprattutto quelli industriali determinano la dispersione di contaminanti organici ed inorganici. Gli scarichi civili veicolano contaminanti ed in particolar modo
metalli pesanti a causa del dilavamento del manto stradale ad opera delle piogge le cui acque
normalmente sono convogliate in fognatura insieme agli scarichi civili veri e propri. Gli scarichi
industriali poi possono determinare, se non adeguatamente depurati, notevoli quantitativi di prodotti indesiderati quali metalli pesanti (Cd, Cr, Pb, Ni, Zn, Cu), mercurio o prodotti organici quali
solventi, idrocarburi, fenoli ed altri prodotti chimici a seconda delle lavorazioni e dei sistemi industriali utilizzati. Per esempio la chimica del cloro ha utilizzato tradizionalmente un sistema a celle
cloro-soda con catalizzatore di mercurio che ha determinato un considerevole rilascio di questo
elemento nell’ambiente.
Le esperienze maturate da UNIMI in diversi progetti di cooperazione internazionale, in particolare
con paesi come l’Iraq ha permesso di focalizzare quali sono i principali problemi ambientali connessi alle risorse idriche e al comparto agricolo.
Alcuni di questi si possono raggruppare nelle seguenti categorie:
1) depurazione degli scarichi civili ed industriali ed utilizzazione in agricoltura delle acque reflue;
119
2) desertificazione e salinizzazione dei terreni agricoli per effetto di un uso non sostenibile e bilanciato delle risorse idriche
3) inquinamento chimico delle falde acquifere e loro sovrasfruttamento;
4) inquinamento da idrocarburi del suolo e del sottosuolo;
5) alterazione e contaminazione degli ecosistemi acquatici
6) assenza di una legislazione efficace a difesa dei suoli e degli ecosistemi acquatici.
Questi problemi ambientali sono comuni alla maggior parte dei paesi delle regioni aride o semidesertiche che hanno sperimentato uno sviluppo economico socialmente molto sbilanciato e caratterizzato da un utilizzo di processi produttivi molto inquinanti che in altri paesi non potrebbero
operare. A questo si aggiunge il problema della gestione incontrollata dei rifiuti tossici e delle
apparecchiature elettroniche provenienti dai paesi industrializzati.
L’urgenza di trasferire in questi paesi anche le tecnologie più idonee per la difesa delle risorse naturali, al fine di ridurre e prevenire i fenomeni di inquinamento diffuso attualmente presenti in molte
aree, rende la cooperazione internazionale sulle tematiche ambientali una delle priorità a livello
politico-istituzionale. Per esempio la dispersione in atmosfera, o attraverso le acque di lavaggio o
di scarto, di un notevole numero di sostanze potenzialmente dannose per gli ecosistemi acquatici
e per la biocenosi in generale, ha portato allo sviluppo di metodologie specifiche di controllo dello
stato di salute dei corpi idrici in grado di definire lo stato ecologico dei corsi d’acqua in relazione
alla presenza di composti chimici di origine antropica che direttamente o indirettamente arrivano
ad essi. Queste metodologie fanno riferimento a saggi ecotossicologici di laboratorio più o meno
complessi, a breve o a lungo termine, su un numero ridotto di specie che vengono assunte come
rappresentative delle comunità biologiche degli ecosistemi acquatici (alghe, Daphnia e pesci).
Un caso particolare di effetti tossici non letali dovuti ad esposizione a basse dosi di contaminanti
ambientali è quello che riguarda i composti ad azione pseudo-ormonale che interferiscono con i
processi riproduttivi e di sviluppo. Per gli ecosistemi marini, per esempio, un gruppo di ricerca di
UNIMI ha cercato di individuare i modelli animali più idonei per caratterizzare i possibili effetti sul
sistema endocrino di un certo numero di sostanze, per arrivare poi ad una valutazione del rischio
anche per l’uomo. È stato messo a punto un sistema sperimentale di esposizione a medio termine
di alcune specie comuni di invertebrati marini (ricci di mare e comatule) e i potenziali effetti tossici
vengono evidenziati utilizzando tecniche istologiche e biochimiche, con cui si analizzano l’andamento di una serie di processi legati al controllo ormonale dell’organismo quali: lo sviluppo degli
organi riproduttivi ed il processo di rigenerazione. In ambiente d’acqua dolce il bivalve Dreissena
polymorpha è stato oggetto di numerosi studi in particolare per rilevare fenomeni di genotossicità
causata dall’esposizione a contaminanti organici. Queste metodologie possono essere trasferite ai
paesi interessati come bagaglio tecnico-culturale per il controllo ed il monitoraggio ambientale sia
di ecosistemi d’acqua dolce (utilizzando altre specie) sia per gli ecosistemi marini che poi rappresentano il recettore finale anche degli scarichi in acqua dolce.
applicazione permette di definire il tipo di tossicità nei confronti di diversi taxa animali e vegetali.
A questo scopo sono state sviluppate diverse relazioni quantitative per la tossicità di 650 pesticidi
verso organismi acquatici (alghe, Daphnia e pesci) e terrestri (lombrico, ape, uccelli).
Oltre alla valutazione degli effetti tossici, la stima del rischio ambientale di un prodotto chimico
prevede anche la stima dell’esposizione ovvero la quantificazione delle concentrazioni ambientali
prevedibili o già presenti di un composto nei vari comparti ambientali (acqua, aria, suolo, sedimenti). La stima dell’esposizione prevede un intenso monitoraggio chimico delle varie matrici
ambientali nel tempo ed in determinate stazioni significative (a valle dagli scarichi e nei punti di
confluenza dei fiumi) o in alternativa l’utilizzo di modelli di distribuzione ambientale. Questi modelli possono essere molto semplici come quelli basati semplicemente sulla distribuzione partitiva
di un composto tra le cinque matrici ambientali fondamentali (acqua, aria, suolo, sedimenti e
biota) all’equilibrio, o più complessi come i modelli di dispersione da una sorgente puntiforme
o per effetto di una dispersione variabile nel tempo. A questo scopo, un gruppo di ricerca di
UNIMI ha realizzato dei modelli matematici dinamici per la previsione del destino ambientale di
contaminanti organici non ionizzati in ambienti acquatici in seguito a scarichi singoli o ripetuti
nel tempo e mappe di contaminazione ambientale per composti semivolatili e persistenti quali i
policlorodifenili. In questo campo, che prevede in particolare l’utilizzo di metodi matematici e di
simulazioni, meno costosi e impegnativi di metodi di laboratorio, il trasferimento delle conoscenze
e delle metodologie scientifiche può rappresentare un contributo molto valido alla cooperazione
internazionale finalizzata alla protezione dell’ambiente con potenziali risultati a breve termine.
I diversi aspetti scientifici che riguardano l’alterazione dell’integrità e funzionalità dei sistemi naturali devono essere considerati e integrati nel loro insieme mediante una visione unitaria della
complessità del sistema e delle sue interconnessioni.
Dato il grandissimo numero di sostanze chimiche potenzialmente inquinanti e la notevole diversificazione dei meccanismi di tossicità nei diversi organismi sono state sviluppate delle metodologie statistiche per analizzare le relazioni interspecifiche nel campo della tossicità acuta, che poi
sono alla base dell’estrapolazione tossicologica dei dati dagli animali all’uomo. Queste relazioni
permettono di avere dei dati indicativi di tossicità in caso di assenza di dati sperimentali e la loro
120
121
5.2
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Sviluppo sostenibile delle comunità etiopi
Johann Baumgartner Professore Straordinario
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
Tel: 02 503 16757
Facoltà di Agraria
Vecchio Dip.: Protezione dei Sistemi
Agroalimentare e Urbano e Valorizzazione
delle Biodiversità ; Nuovo Dip.: Scienze
per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
Capitale ecologico (Biodiversità)
Capitale sociale (Diversità istituzionale)
Capacità adattative dei sistemi socio-ecologici
(Resilienza)
Tipo di intervento
• Gestione adattativa dei vettori di malattie
umane e animali;
• Supporto alle comunità etiopi verso il
miglioramento del capitale ecologico e sociale
attraverso il perfezionamento delle loro
capacità adattative.
Paesi destinatari
1. Etiopia
2. Altri Paesi dell’Africa Sub-sahariana (in fase di
definizione)
Beneficiari
1. Comunità etiopi
2. Università etiopi
3. Comunità e istituzioni di altri Paesi dell’Africa
Sub-sahariana (in fase di definizione)
Risultati attesi
1. Riduzione dell’incidenza delle malattie animali
nelle comunità etiopi;
2. Riduzione dell’incidenza della malaria nelle
comunità etiopi;
3. Potenziamento del capitale ecologico
(biodiversità) e del capitale sociale
(capitale istituzionale) nelle comunità etiopi;
4. Miglioramento delle capacità adattative delle
comunità etiopi;
5. Formazione in loco degli abitanti dei villaggi
e dimostrazione delle tecnologie appropriate.
Ente Promotore Partner
Italiani e internazionali:
1. Università del Molise, Campobasso
2. Centro per l’Analisi di Sistemi Agricoli
Sostenibili, Kensington, USA
3. Università di Oxford, UK
Locali:
Dr. Getachew Tikubet, Fondazione BioEconomy,
Addis Abeba, Etiopia
124
Obiettivi
Generale: Ridurre la povertà e migliorare la
sostenibilità delle comunità etiopi.
Specifici:
1. Migliorare la salute del bestiame;
2. Migliorare la salute delle persone;
3. Migliorare la sostenibilità dei sistemi
socio-ecologici.
Attività
1. Controllo integrato della mosca tse tse a
livello comunitario, affidandosi principalmente
a trappole innescate con odori, utilizzate
secondo un sistema adattativo di gestione;
2. Controllo integrato delle zanzare a
livello comunitario facendo affidamento
principalmente sulla gestione di allevamenti;
3.Creazione di comunità sostenibili per attività
di ricerca, dimostrazioni e formazione.
Ente finanziatore
Fondazione BioEconomy, Addis Ababa, Ethiopia Grant all’Università del Molise, Campobasso.
Durata
Da: Gennaio 1995 - A: Dicembre 2010
Possibilità di rinnovo / follow up
Da valutare (Ottobre 2010)
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Monitoraggio degli agenti inquinanti organici
e persistenti alla foce del fiume Gange
Andrea Paolo Binelli
Ricercatore Confermato
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 14714
Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
Vecchio Dip.: Biologia;
Nuovo Dip.: Bioscienze
Chimica Ambientale
Tipo di intervento
• Ricerca
• Valutazione dei rischi ambientali
Paesi destinatari
India (Calcutta)
Beneficiari
1. Scienziati
2. Cittadini
Risultati attesi
Questo lavoro è uno dei primi studi fatti sulla
valutazione di diverse classi di agenti inquinanti
alla foce del fiume Gange, con lo scopo di
identificare eventuali problemi ambientali dovuti
all’inquinamento. In particolare, per la prima volta
sono state studiate le nuove classi di eteri
difenil-polibromurati presenti nei sedimenti
del fiume Gange.
Il risultato principale della ricerca è stata
l’identificazione di possibili aree “hot-spot” in
questo ecosistema acquatico molto particolare:
i luoghi presi come campione vicino alla città di
Calcutta sono risultati molto più contaminati da
agenti inquinanti artificiali rispetto alle aree della
foresta di mangrovie di Sundarbans, non toccate
da urbanizzazione e industrializzazione.
Obiettivi
Generale: Analisi di composti organici del fiume
Gange.
Specifici:
1. Valutazione dei rischi ambientali;
2. Diminuzione dell’inquinamento dell’acqua a
fronte dell’identificazione di agenti inquinanti
dell’acqua presenti nell’ecosistema studiato.
Attività
1. Indagine su profili congeneri di diversi residui
di agenti inquinanti organici persistenti in
campioni di sedimenti (PCBs, PBDEs, PAHs,
DDTs, HCB, HCHs) che ricoprono sette siti della
foresta di mangrovie di Sundarbans, nell’area
nord-orientale del Golfo del Bengala;
2. Valutazione di possibili danni per gli organismi
bentonici a causa della contaminazione PAH
attraverso l’uso delle Linee guida Internazionali
per la Qualità dei Sedimenti (SQGs).
Ente finanziatore
Durata
Da: 2006 - A: 2009
Possibilità di rinnovo / follow up
-
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Dipartimento di Biologia, Università degli Studi
di Milano
Locali:
1. Dr. Santosh Sarkar, Università di Calcutta;
2. Dipartimento di Scienze Marine, Università
di Calcutta;
3. Safety Group, Dipartimento di Sicurezza
Industriale e Ambientale, Centro per la Ricerca
Atomica Indira Gandhi.
125
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
5.1
5.4
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Rigenerazione negli invertebrati marini
Maria Daniela Candia
Professore Ordinario
CORSO INTENSIVO 2010: Prodotti agricoli derivati
e contaminazione ambientale
Maria Daniela Candia
Professore Ordinario
Biologia rigenerativa
e-mail: [email protected]
Tel 02 503 14788
Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
Vecchio Dip.: Biologia;
Nuovo Dip.: Bioscienze
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
Tel 02 503 14788
Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
Vecchio Dip.: Biologia;
Nuovo Dip.: Bioscienze
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Obiettivi
Generale: Programma di scambio Italia - Cina,
Fellowship 2003.
Specifici: Borsa di studio della durata di 10 mesi
per ricercatori cinesi presso istituti di ricerca
italiani.
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Attività
1. Attività sperimentale volta a indurre la
rigenerazione negli animali tenuti in
laboratorio;
2. Studio dei processi e delle fasi rigenerative;
3. Analisi istologica e ultrastrutturale dei tessuti
e delle cellule rigeneratrici.
Beneficiari
1. Tecnici
2. Ricercatori
3. Dottorandi
AREA TEMATICA
Paesi destinatari
Cina (Nanchang)
Beneficiari
1. Ricercatori
2. Studenti
Risultati attesi
I risultati ottenuti in merito ai meccanismi e ai
processi di rigenerazione sono stati recentemente
pubblicati in:
Biressi et al (2010) Wound healing and arm
regeneration in Ophioderma longicaudum and
Amphiura filiformis: comparative morphogenesis
and histogenesis. Zoomorphology, 129: 1–19.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. P. Burighel, Dip. di biologia, Università
di Padova
2. M.C, Thorndyke, Kristineberg Marine Station,
45034 Fiskebackskil, Svezia
Locali:
Dr. ZOU TING, Medical College dell’Università
di Nanchang, 330006 Nanchang
126
Ente finanziatore
MAE - DGPC (Ministero degli Affari Esteri Direzione Generale per la Promozione e la
Cooperazione Culturale)
Durata
Da: Novembre 2002 - A: Agosto 2003
Possibilità di rinnovo / follow up
Nessun rinnovo
La collaborazione è ancora attiva
Ecologia - ambiente
Paesi destinatari
Iraq
Risultati attesi
1. Coinvolgimento attivo dei partecipanti in tutte
le attività previste dal corso;
2. Sviluppo delle capacità comunicative dei
partecipanti, tra cui interazioni formali con gli
istruttori, lavori di gruppo con altri partecipanti,
presentazioni orali di problemi e risultati, report
scritti;
3. Definizione da parte di ogni partecipante di
un progetto specifico individuale da eseguire
in Iraq, possibilmente in collaborazione con il
personale italiano.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Università dell’Insubria
2. ICIS- Centro dell’Insubria sulla Sicurezza Internazionale
Locali:
1. CNR-IRSA
2. CNR-ISE
3. Ministero Iracheno per l’Educazione e la Ricerca
Obiettivi
Generale: Programma di formazione e ri-orientamento
per esperti iracheni nel campo della tecnologia
biochimica per le applicazioni pacifiche
Specifici:
1. Formazione di base (elementi teorici,
bibliografia di base)
2. Lezioni pratiche in laboratorio su tematiche
specifiche.
Attività
1. Tre mesi di corso intensivo con attività rivolte ai
ricercatori iracheni da tenersi in Italia e in Iraq
2. Programma articolato in tre fasi: attività
didattiche in Iraq, attività didattiche e formative
in Italia, scambi a distanza di comunicazioni
e report
3. Tre settimane di mini-tirocini da effettuare in
laboratori e strutture differenti su tematiche
specifiche.
Il corso è rivolto a tecnici ed esperti con un
background limitato o troppo specifico nelle
scienze applicate, che hanno bisogno di
reindirizzare la loro preparazione tecnica verso
l’ecologia applicata e l’ecotossicologia. Durante
il corso, gli studenti frequentano lezioni frontali,
lezioni pratiche in laboratorio, effettuano piani di
lavoro sperimentali e analisi di dati a tutti i livelli,
tra cui metodi statistici e analisi bibliografiche.
Ente finanziatore
MAE (Convenzione 3.12.2009: MAE - Università
dell’Insubria - Università degli Studi di Milano)
Durata
Da: 15 Maggio 2010 - A: 20 Settembre 2010
Possibilità di rinnovo / follow up
Alta probabilità di rinnovo per l’anno 2011
o di estensione del progetto
127
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
5.3
5.6
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Sfruttamento della diversità ed ecologia microbica
del Mediterraneo per la bioremediation di
inquinanti (ULIXES)
Daniele Daffonchio
Full Professor
AREA TEMATICA
Bioremediation
Tipo di intervento
• Ricerca
Paesi destinatari
Beneficiari
(donne, agricoltori, studenti, gruppi destinatari o
etnici specifici, etc..)
1. Comunità scientifica
2. Piccole e medie imprese
Risultati attesi
L’applicazione di tecniche di metabolomica
e metagenomica consentirà di creare una
mappa delle capacità biodegradative associate
al microbioma che colonizza diverse aree
inquinate localizzate nel Mar Mediterraneo.
Inoltre le tecniche di coltivazione permetteranno
la realizzazione di collezioni di ceppi, i cui isolati
verranno caratterizzati e sfruttati per la messa a
punto di nuovi processi e prodotti finalizzati alla
bioremediation. Le risorse microbiche ottenute
durante il progetto ULIXES saranno testate
in-situ al fine di verificarne l’efficacia come nuovi
strumenti ecosostenibili per la bioremediation
di aree marine inquinate.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Università degli Studi di Milano
2. Université de Tunis
3. Yarmouk University
4. Consiglio Nazionale delle Ricerche
5. Mubarak City for Scientific Research
and Technology Application
6. Université Hassan II Ain Chock Casablanca
7. Bangor University
8. Agencia Estatal Consejo Superior De
Investigationes Cientificas
128
e-mail: [email protected]
Tel: 02 503 19117
Faculty of Agriculture
Vecchio Dip.: DISTAM;
Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione
e l’Ambiente
9. Technical University of Crete
10. University of Gent
11. EcoTechSystem srl
12. Alma Mater Studiorum-Università di Bologna
Obiettivi
Generale: il progetto ULIXES ha lo scopo
di investigare, catalogare e sfruttare la biodiversità
microbica disponibile nel Mar Mediterraneo
al fine di migliorare i processi di bioremediation
di siti marini inquinati.
Specifici:
1. Caratterizzazione della biodiversità microbica
per la rimozione di molecole xeno biotiche
ed inquinanti;
2. Messa a punto di nuovi prodotti e processi
di bioremediation;
3. Trattamenti pilota di bioremediation in campo.
Attività
1. Campionamento e caratterizzazione micorbica
dei siti oggetto di studio nel Mar Mediterraneo;
2. Realizzazione di una collezione di isolati
microbici e di metaboliti;
3. Metagenomica e proteomica dei siti inquinati
oggetti di studio;
4. Divulgazione dei risultati.
Ente finanziatore
Comunità Europea
Durata
Da Febbario 2011 - A Gennaio 2014
Possibilità di rinnovo / follow up
No
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Attività dell’α-L-fucosidasi del prodotto del gene
FUCA nella Fulgoroidea marrone, Nilaparvata
lugens
Maria Enrica Pasini
Ricercatore Confermato
AREA TEMATICA
Scienze fondamentali
Tipo di intervento
• Ricerca
• Formazione
Paesi destinatari
Cina (Hangzhou, Zhejiang)
Beneficiari
1. Studenti
2. Donne
Risultati attesi
1. Collaborazione sul tema della fecondazione
negli insetti.
2. Studio degli insetti dannosi per l’agricoltura
allo scopo di illustrare la natura delle molecole
potenzialmente coinvolte nel riconoscimento
tra gameti.
3. Purificazione e caratterizzazione della
fucosidasi ricombinante di Nilaparvata lugens.
La straordinaria esperienza del professore
Chuan-Xi Zhang nella produzione di proteine
ricombinanti, in cellule di insetto mediante
Baculovirus potrebbe rivelarsi di vitale importanza
per comprendere i meccanismi di riconoscimento
dei gameti in insetti dannosi.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Università degli Studi di Milano, Italia
Locali:
Università di Zhejiang, Hangzhou, Zhejiang, Cina
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 14887
Facoltà di Scienze MM, FF, NN
Vecchio Dip.: Scienze Biomolecolari
e Biotecnologie;
Nuovo Dip.: Bioscienze
Obiettivi
Generale: A partire dai dati di espressione
disponibili per il gene Fuca di Drosophila
melanogaster (Pasini et al., 2008) e Ceratitis
capitata (Gomulski et al., 2008; Pasini et al., in
press), coinvolto nel riconoscimento tra i gameti,
si sono volute ampliare le informazioni a nostra
disposizione presentando uno studio di analisi
di espressione del gene omologo di Nilaparvata
lugens, insetto molto dannoso per le coltivazioni
di riso.
Attività
1. Determinazione dell’attività α-L-fucosidasica
sulla superficie dello spermatozoo di
Nilaparvata lumen;
2. Costruzione di vettori di espressione;
3. Espressione del gene Fuca nelle cellule d’insetto
mediante Baculovirus e ottimizzazione delle
condizioni di espressione;
4. Immunolocalizzazione della fucosidasi
5. Saggi di legame in vivo tra la proteina
ricombinante e la cellula uovo.
Ente finanziatore
MIUR
Programma Nazionale per la Ricerca di Base
in Cina, 2010- 2014.
Durata
Da: Luglio 2009 - A: Luglio 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Tesi sperimentale congiunta Italia-Cina
Cooperative Erasmus Mundus Project.
129
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
5.5
ti progettiProgetti progetti progetti
5.7
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Meccanismi di fecondazione in insetti
Maria Enrica Pasini
Ricercatore Confermato
AREA TEMATICA
Scienze fondamentali
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 14887
Facoltà di Scienze MM, FF, NN
Vecchio Dip.: Scienze Biomolecolari
e Biotecnologie; Nuovo Dip.: Bioscienze
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
Obiettivi
Generale: Studio del ciclo vitale delle specie di
Drosophilidae Zaprionus indianus, D. mercatorum
e D. paranaensis e verifica della presenza
sulla superficie dell’uovo di residui terminali
di glicoproteine e di recettori complementari
sulla membrana plasmatica dello spermatozoo
a conferma della conservazione del meccanismo
di riconoscimento individuato in Drosophila.
Caratterizzazione del prodotto di fusione del
gene di Drosophila che codifica per α-fucosidasi,
sovraespresso in cellule di insetto.
Specifici:
1. Identificazione e allestimento di colture
di Zaprionus indianus, D. mercatorum
e D. paranaensis;
2. Analisi morfologica dei gameti di Zaprionus
indianus, D. mercatorum e D. paranaensis;
3. Marcatura della superficie dell’uovo con lectine
fluoresceinate;
4. Marcatura della superficie dello spermatozoo
con anticorpi che riconoscono recettori specifici
della membrana plasmatica.
Paesi destinatari
Brasile
Beneficiari
1. Studenti
2. Donne
Risultati attesi
1. Riconoscimento, catalogazione e
rappresentazione cartografica della
distribuzione di nuove specie di insetti
negli ecosistemi brasiliani in relazione
alle caratteristiche fisiche del territorio.
Tali informazioni sono indispensabili per
l’impostazione e la realizzazione di piani
di gestione dell’ambiente naturale;
2. Informazioni sulle molecole coinvolte nel
processo di fecondazione delle nuove specie
di insetti, utili a chiarire i meccanismi di
riconoscimento tra gameti negli invertebrati.
Il prof. Tidon rappresenta uno degli studiosi più
impegnati nel campo ecologico. Per primo, ha
studiato l’effetto della colonizzazione di nuove
specie di insetti negli ecosistemi brasiliani.
Ente finanziatore
MIUR - Ministero della Scienza e della Tecnologia
brasiliano
Ente Promotore
MAE
Durata
Da: Luglio 2008 - A: Luglio 2010
Partner
Italiani e internazionali:
Università degli Studi di Milano, Italia
Locali:
Universidade de Brasília
Possibilità di rinnovo / follow up
Tesi sperimentale congiunta Italia-Brasile
Programmi congiunti Erasmus Mundus.
130
BOX
BOX
Corsi Avanzati 1
Un modello di Cooperazione di successo, che interessa sia l’aspetto scientifico che quello formativo, può essere fornito dalle esperienze di Summer
School organizzate dal Dipartimento di Biologia di
UNIMI, nell’ambito della cooperazione Italia-Iraq
promossa dal MAE (Ministero Affari Esteri - Direzione Generale Sviluppo) e dal Landau Network
- Centro Volta (Como).
In seguito a progetti-pilota (2006 e 2007) che
hanno riguardato esperienze puntiformi di stage
di 3-6 mesi di singoli ricercatori (visiting scientists)
in UNIMI, il Dipartimento di Biologia ha collaborato nel 2008 e 2009 ad un importante progetto
sponsorizzato e finanziato dal MAE, “ Project for
the Internationalisation of the Iraqi InstitutionalScientific Structures and the Collaboration with
Italian Scientific and Academic Centres”, la cui realizzazione ha comportato l’organizzazione delle
seguenti iniziative:
SUMMER SCHOOL: Electron and Ion Microscopy
and Micromanipulation: common principles and
advanced methods in applied sciences
I Edition: September-October 2008, Milano, Italy
II Edition: September-October 2009, Milano, Italy
Organizzatori: M.Daniela Candia, Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Biologia
Marziale Milani, Università degli Studi di MilanoBicocca- Dipartimento di Scienza dei Materiali
Le due Edizioni della Summer School si sono tenute presso i due Dipartimenti delle Università
ospitanti che hanno messo a disposizione strutture e strumentazione e l’appoggio di personale
tecnico qualificato. Il corso si è imperniato su una
tematica di particolare attualità e impatto applicativo sia nel campo della fisica e della scienza dei
materiali, sia nel campo della biologia, coprendo un largo spettro di interessi di ricerca, sia per
quanto riguarda un approccio tecnico-scientifico
di tipo tradizionale, sia per quanto riguarda l’applicazione di metodiche e di tecnologie avanzate
132
Corsi Avanzati 2
e sofisticate. Il corso si è articolato in lezioni teoriche, dimostrazioni pratiche sulla strumentazione e stage nei diversi laboratori. All’edizione
2008 hanno partecipato 8 ricercatori Iracheni, a
quella del 2009 11 ricercatori, selezionati in base
al CV personale e agli interessi di ricerca. Gli organizzatori hanno curato la stampa in esteso dei
Proceedings, sotto forma di un volume pubblicato nel 2010, dal titolo: “Electron and Ion Microscopy and Micromanipulation: common principles
and advanced methods in applied sciences”, Vol.
5 serie: MIRIAM PROJECT, edito da Società Editrice Esculapio, Bologna, che include i testi delle
lezioni, i contributi tecnici degli operatori, i final
reports degli studenti. Il Corso ha rappresentato
un’importante occasione d’incontro per i ricercatori interessati a queste tematiche, offrendo loro
l’opportunità di ampliare gli orizzonti culturali e la
conoscenza reciproca, nonché di creare nuove interazioni e scambi culturali fra i diversi laboratori.
Da segnalare, oltre alla partecipazione entusiasta
di giovani ricercatori provenienti da diverse università irachene, quella importante e significativa
di docenti senior, la cui competente presenza è
stata motivo di notevole stimolo per mantenere
la didattica del corso ad un livello molto alto in
termini di contenuti ed obiettivi formativi.
Prof.ssa M. Daniela Candia
Vecchio Dip.: Dipartimento di Biologia
Nuovo Dip.: Dipartimento di Bioscienze
Un secondo esempio molto positivo di Cooperazione scientifica con l’Iraq è quello fornito dalla
recente esperienza di Intensive Course 2010,
un’iniziativa scientifica complessa, organizzata
dal Dipartimento di Biologia di UNIMI, nell’ambito della cooperazione Italia-Iraq promossa dal
MAE (Ministero Affari Esteri - Direzione Generale Sviluppo) e dal Landau Network - Centro Volta (Como). In questo esempio il Dipartimento di
Biologia si è fatto proponente e attore di un articolato progetto, “Program of re-training and reorientation of Iraqi experts in the field of bio-chem
technology for peaceful application”, che, nell’arco di circa 10 mesi (Maggio 2010-Marzo 2011),
si è sviluppato nell’iniziativa di seguito riportata:
INTENSIVE COURSE 2010: Agricoltural derived
products and environmental contamination
Organizzatori: M.Daniela Candia, Silvana Galassi, Paolo Tremolada, Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Biologia
Tutors: Cristiano Di Benedetto, Dario Fassini,
Università degli Studi di Milano - Dipartimento di
Biologia
Collaboratori: altri docenti UNIMI e di Enti esterni
Attività: È stato proposto un Corso Intensivo,
suddiviso in 3 fasi (pre-corso a Baghdad, Corso
intensivo a Milano, post-corso a Baghdad + breve
stage a Milano), indirizzato allo studio della contaminazione ambientale derivata da prodotti chimici
utilizzati in agricoltura.
Obiettivi: promuovere l’approccio interdisciplinare all’ecologia applicata e lo sviluppo di abilità
intellettuali richieste ad un livello specializzato di
preparazione professionale, attraverso la formazione di base e avanzata in attività sperimentali e
di ricerca, sul campo e in laboratorio.
chimici usati in agricoltura e problemi correlati di
contaminazione ambientale; 3) problemi di distribuzione globale di inquinanti organici persistenti;
4) elementi base di environmental risk assessment
(ERA).
Partecipanti: 12 Esperti e Ricercatori Iracheni,
rappresentativi di diversi Ministeri selezionati sulla base di comprovata conoscenza in scienze di
base e applicate e di una specifica esigenza professionale di aggiornare, migliorare e reindirizzare
le proprie competenze teorico-pratiche nel campo
delle scienze ambientali.
Il Corso ha rappresentato un modello-pilota di
programma di formazione permanente volto a
promuovere al massimo una rinnovata integrazione degli esperti e ricercatori Iracheni nel contesto Internazionale. Esso ha lanciato una nuova
ed interattiva formula di proposta formativa, che
integra didattica e ricerca, sia in termini di topics
sia in termini di format.
I risultati delle 3 fasi possono essere considerati
pienamente positivi in termini di outcomes per
quanto riguarda i partecipanti Iracheni. L’attività
formativa erogata con le fasi complementari 1, 2
e 3 garantisce un buon follow-up in termini di un
opportuno sviluppo delle competenze acquisite
nelle rispettive istituzioni irachene. L’ideale proseguimento di questa iniziativa prevede peraltro
lo sviluppo di proficui e solidi scambi collaborativi fra ricercatori Iracheni e Italiani, che si auspica
possano sfociare in programmi di collaborazione
internazionale a lungo termine.
Prof.ssa M. Daniela Candia
Vecchio Dip.: Dipartimento di Biologia
Nuovo Dip.: Dipartimento di Bioscienze
Contenuti del Corso: ampio range di tematiche
applicate relative all’ambiente, con particolare riferimento a: 1) fondamenti di ecotossicologia di
base; 2) quadro sinottico dei principali prodotti
133
6.0 I farmaci
I FARMACI STRategici per i paesi in via di sviluppo
Prof.ssa Donatella Taramelli
Vecchio dip.: Dipartimento di Sanità Pubblica-Microbiologia-Virologia
Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari
Lo sviluppo di nuovi farmaci è un processo estremamente costoso che richiede parecchi anni di
ricerca e investimenti prima che un nuovo prodotto venga registrato e distribuito sul mercato.
Questo processo è ancora più costoso e complicato quando i nuovi farmaci sono destinati a curare
malattie presenti per lo più nei paesi in via di sviluppo (PVS). I costi degli studi clinici nei PVS sono
molto più elevati che nelle nazioni occidentali, la distribuzione dei farmaci è ridotta e più difficile,
e il prezzo di vendita dei nuovi prodotti deve essere mantenuto estremamente basso perché sia
accessibile alle popolazioni che ne necessitano. Sebbene siano milioni le persone che soffrono
di malattie trattabili farmacologicamente (ogni anno nel mondo si registrano milioni di casi di
Malaria, Tubercolosi o HIV/AIDS), la ricerca e sviluppo (R&D) per farmaci contro queste tre terribili
malattie, spesso fatali, è sempre stata molto scarsa, perché il ritorno economico per un’industria
farmaceutica non copre gli investimenti sostenuti e non genera profitti. Sono state le Associazioni
Pubblico-Private (Public Private Partnership, PPPs) create agli inizi degli anni ’90 a migliorare la
situazione. Si tratta di progetti finanziati in comune tra Organizzazioni internazionali e Industrie
farmaceutiche per produrre nuovi farmaci contro le malattie infettive più diffuse nei PVS. Grazie a
queste iniziative studi su nuove molecole sono stati intrapresi e alcuni nuovi farmaci sono già stati
immessi sul mercato ed altri sono in uno stadio molto avanzato di sviluppo (Malar J. 2011 May
23;10:143; Trans R Soc Trop Med Hyg. 2005 Oct;99 Suppl 1:S9–14; www.tballiance.org, www.
MMV.org)
Nello stesso periodo, parecchi progetti di collaborazione Nord-Sud sono stati finanziati per migliorare le capacità di ricerca, l’educazione del personale e le strutture nei PVS. Inoltre, per utilizzare al
meglio tutte le risorse naturali e le tradizioni culturali dei PVS, è stato favorito e iniziato lo studio
sistematico dei prodotti naturali usati nella medicina tradizionale dei vari paesi. Lo scopo non è
solamente di identificare nuovi potenziali farmaci, ma anche di favorire un uso migliore dei rimedi
tradizionali, una volta che le preparazioni siano state standardizzate e validate (WHO, National
Policy on Traditional Medicine and Regulation of Herbal Medicines - Report of a WHO Global
Survey, 2005)
Le iniziative di cooperazione Internazionale dell’Università degli Studi di Milano in campo farmacologico sono descritte in dettaglio nelle schede che compongono questo capitolo e riflettono le
aree di interesse descritte sopra e così riassunte:
1. Tre progetti internazionali con lo scopo di identificare nuovi farmaci per malattie neglette o
nuovi vaccini vedono la diretta collaborazione tra gruppi dell’Università degli Studi di Milano
e Istituzioni straniere (Taramelli-AntiMal; Taramelli-China; DeGiuli-Morghen-Gabon). Inoltre, un
135
quarto progetto ha lo scopo di rendere più organizzata e più competitiva la ricerca farmacologica in Africa (Taramelli-South Africa). Una nuova piattaforma di studi DMPK (Drug Metabolism
and Pharmacokinetics) è stata recentemente messa a punto presso l’Istituto Africano di Scienze
Biomediche e Technologiche (AiBST) e il Dipartimento di Chimica della University of Cape Town,
South Africa con lo scopo di fornire una caratterizzazione preliminare (metabolismo, tossicità,
farmacocinetica) per identificare precocemente nuovi potenziali farmaci antimalarici. Si tratta
della prima piattaforma tecnologica di questo tipo disponibile in tutta l’Africa e rappresenta un
notevole miglioramento per tutta la ricerca farmacologica nel continente. I laboratori sono già
operativi e offrono servizi e collaborazioni sia in Africa che all’estero.
2. Molti paesi in Asia e Africa grazie alla loro biodiversità sono una fonte ricchissima di prodotti
naturali alcuni dei quali sono stati usati per secoli nei rimedi della medicina tradizionale, mentre
altri sono interessanti come cosmetici. Tre progetti (Bosisio-India; Taramelli-Burkina Faso; Speranza- Kenya) si basano sullo studio di prodotti naturali. Lo scopo non è soltanto di identificare
nuovi principi farmacologicamente attivi, ma anche di coordinare il lavoro degli operatori della
medicina tradizionale per aiutarli a standardizzare le loro preparazioni e a testarne l’efficacia in
diverse forme patologiche. Questo studio dovrebbe portare ad un uso più razionale della medicina tradizionale specialmente in quelle situazioni in cui i farmaci convenzionali non vengono
distribuiti adeguatamente o non sono accessibili perché troppo cari. È abbastanza simile il progetto che riguarda l’uso cosmetico/farmacologico di specie di Aloe in Kenya che ha lo scopo di
razionalizzare l’uso dell’Aloe scegliendo quelle specie presenti in Kenya i cui costituenti sono i
più adatti per un uso industriale. Saranno poi gli stessi keniani a d organizzare la loro produzione di estratti standardizzati o di ingredienti purificati di Aloe.
Ci sono molte possibilità per estendere e migliorare le collaborazioni internazionali tra l’Università
degli Studi di Milano e PVS in diversi aspetti della ricerca farmacologica. La partecipazione di studenti stranieri alle nostre scuole di dottorato è già cominciata, come per esempio nella Scuola di
dottorato in Medicina Molecolare che ospita una studentessa del Burkina Faso. Per sostenere queste iniziative sono tuttavia necessari finanziamenti adeguati che non devono limitarsi al sostegno
della ricerca e training per nuovi farmaci per le malattie neglette, ma dovrebbero essere destinati
alla ricerca farmacologica in generale, per sviluppare e distribuire farmaci a prezzi contenuti anche
per quelle patologie come diabete e malattie cardiovascolari, la cui incidenza sta aumentando in
maniera drammatica in paesi come l’India, che stanno vivendo una fase di grande sviluppo economico e sociale.
136
6.2
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Malaria: ricerca su piante impiegate per la terapia
e la profilassi antimalarica nell’area di Orissa-India
Enrica Bosisio
Professore Associato Confermato
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
Tel 02 503 18372
Facoltà di Farmacia
Vecchio Dip.: Scienze Farmacologiche
Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche
e Biomolecolari
Farmacia
Tipo di intervento
• Ricerca
Paesi destinatari
India (regione di Orissa -Bhubaneswar)
Beneficiari
1. Popolazione esposta alla malaria,
principalmente donne incinte e bambini
2. Autorità sanitarie locali
Risultati attesi
1. Attività degli estratti vegetali sul Plasmodium
falciparum in vitro;
2. Attività degli estratti in vivo in un modello
murino di malaria;
3. Identificazione di principi attivi
4. Valutazione delle attività “trasmission
blocking”;
5. Identificazione dei meccanismi di azione
dell’attività antimalarica;
6. Possibilità di determinare se i metaboliti
dei composti attivi mantengono l’attività
anti-plasmodio.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. London School di Igiene e Medicina Tropicale
2. Università degli Studi di Milano
3. Università di Camerino
Locali:
1. Laboratori di Ricerca di Oddisi - Bhubaneswar
2. Indian Red Cross Society (Koraput District)
138
Obiettivi
Generale: ricerca di piante locali per la terapia
della malaria e la profilassi antimalarica.
Specifici:
1. Valutazione dell’efficacia dell’uso tradizionale;
2. Identificazione di principi attivi;
3. Valutazione di meccanismi d’azione;
4. Valutazione dell’attività dei metaboliti umani
dei principi attivi.
Attività
1. Valutazione dell’attività della scorza del frutto
del melograno come antimalarico medianti
studi in vitro e in vivo;
2. Estrazione della scorza del frutto;
3. Frazionamento bioguidato dell’estratto;
4. Analisi HPLC-MS della frazione attiva;
5. Saggi in vitro per la valutazione dei meccanismi
d’azione;
6. Valutazione dell’effetto sulla risposta
immunitaria dell’ospite;
7. Valutazione della citotossicità.
Gli studi prenderanno in considerazione anche
i metaboliti conosciuti dei principi attivi che si
formano dopo il consumo della scorza dei frutti.
Ente finanziatore
Unione Europea, Università degli Studi di Milano
Durata
Da: Maggio 2005 - A: Marzo 2010
Possibilità di rinnovo / follow up
No
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Selezione e sviluppo di microbicidi per uso
mucosale per prevenire la trasmissione/acquisizione
dell’HIV per via sessuale - SHIVA
Carlo De Giuli Morghen
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
Farmacia, Vaccinologia
Tipo di intervento
Ricerca sulla valutazione di nuovi vaccini
ricombinanti e microbicidi per prevenire
e controllare l’HIV e la sua diffusione
Paesi destinatari
Gabon
Beneficiari
1. Donne
2. Popolazione sessualmente attiva
Risultati attesi
1. Individuazione di un microbicida mucosale
anti-HIV disponibile per la fase clinica 2
e dotato delle seguenti caratteristiche:
• concepito per l’applicazione mucosale prima
del rapporto sessuale e capace di fermare la
replicazione intracellulare del virus dell’HIV
all’interno delle cellule mucosali bersaglio;
• ben tollerato in modelli tossicologici e dale
donne, fase 1 e 2 studi sulla sicurezza;
• capace di essere prodotto a prezzi economici;
2. Un nuovo regime di immunizzazione da SIV
come valutazione preclinica di un vaccino per
prevenire l’infezione del virus dell’HIV
nei soggetti umani.
Ente Promotore
Partner
Più di 10 partner, la lista completa è disponibile
sul sito: http://ec.europa.eu/research/health/
infectious-diseases/poverty-diseases/projects/86_
en.htm
Italiani e internazionali:
Laboratorio di virologia molecolare,
Dip. di Farmacologia medica, Università
degli Studi di Milano
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 17062
Facoltà di Farmacia
Vecchio Dip.: Farmacologia, Chemioterapia
e Tossicologia medica; Nuovo Dip.: Biotecnologie
mediche e Medicina Traslazionale
Obiettivi
Generale: Sviluppo, fino alla fase clinica 1,
di un nuovo protocollo di vaccinazione SIV nel
Macaco Rhesus e di un microbicida HIV specifico,
MC1220, per la prevenzione della trasmissione
o acquisizione dell’HIV per via sessuale, basato
sull’interruzione della replicazione virale nei siti
mucosali.
Specifici:
1. Determinazione della protezione dopo un
trattamento MC1220 per via vaginale in
seguito a un’infezione sperimentale SIV per
via vaginale nelle femmine dei macachi;
2. Determinazione di correlati immunitari
di protezione in animali protetti;
3. Determinazione di una risposta immunitaria
completa nei macachi dopo diversi regimi di
immunizzazione con vaccini ricombinanti SIV.
Attività
1. Terapia animale MC1220, sfida al virus SIV
e analisi della risposta immunitaria e della
viremia;
2. Immunizzazione animale, sfida al virus e analisi
della risposta immunitaria e della viremia;
3.Determinazione della risposta immunitaria
mediante ELISA, real-time PCR e
determinazione di citochine quantitative
e qualitative per il profilo Th1/Th2.
Ente finanziatore
UE
Durata
Da: Maggio 2004 - A: Dicembre 2009
Possibilità di rinnovo / follow up
Una proposta di rinnovo è stata presentata
dal coordinatore.
139
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
6.1
6.4
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Cooperazione didattico-scientifica nell’ambito
del Corso di Laurea in Farmacia
Gianluigi Monticelli
Professore Associato
Ricerche chimiche e farmacologiche su piante
del genere Aloe originarie e/o coltivate in Kenya.
Giovanna Speranza
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 50315802
Facoltà di Farmacia
Vecchio Dip.: Scienze Molecolari Applicate
ai Biosistemi (DISMAB); Nuovo Dip.: Scienze
Farmacologiche e Biomolecolari
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 14072
Facltà di Scienze MM, FF e NN
Vecchio Dip.: Chimica Organica e Industriale;
Nuovo Dip.: Chimica
Obiettivi
Generale: Miglioramento dei sistemi sanitario
e farmaceutico in Albania
Specifici:
1. preparare farmacisti competenti e di livello
elevato,
2. scambiare informazioni per sviluppare
l’insegnamento,
3. promozione e diffusione della lingua italiana
4. doppio titolo (albanese e italiano)
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Istruzione
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Servizi per la comunità
• Eventi/comunicazione
Paesi destinatari
Albania
Beneficiari (donne, agricoltori, studenti, gruppi
destinatari o etnici specifici, etc..)
1. studenti
2. docenti
3. popolazione albanese
Risultati attesi
La laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia
fornisce una formazione avanzata, teorica e
pratica, in un campo specifico regolato da direttive
della UE che richiedono un elevato livello di
preparazione. Poiché la pratica del farmacista
ha luogo in ambito sanitario, i laureati devono
possedere avanzate conoscenze scientifiche nel
campo della salute ed essere esperti del farmaco,
compreso l’utilizzo a fini terapeutici. I farmacisti
operano all’interfaccia fra ricerca e sviluppo,
industria farmaceutica, prescrittori, pazienti e la
stessa medicina. Il farmacista deve essere in grado
di assumere funzioni molto differenti per operare
professionalmente nel campo farmaceutico e dei
prodotti della salute come farmaci, prodotti dietetici
ed erboristici, cosmetici, ausili medico-chirurgici,
prodotti diagnostici e di chimica-clinica. Nel
futuro, i farmacisti parteciperanno più attivamente
nella prevenzione e promozione della salute.
Ente Promotore
Università degli Studi di Milano
Partner
Locali:
Università Cattolica “Nostra Signora del Buon
Consiglio” (UniNSBC) - Tirana
140
Attività
1. corsi istituzionali,
2. promozione di corsi, seminari e conferenze
nel campo della salute,
3. attivazione e funzionamento di laboratori
didattici e di ricerca.
L’intero curriculum del corso di laurea (cinque
anni) è strutturato e sviluppato come quello della
Facoltà di Farmacia di UniMI e conferisce un
diploma di secondo livello (laurea magistrale).
L’iscrizione al corso prevede il superamento di
una prova su argomenti scientifici e una adeguata
conoscenza della lingua italiana.
I docenti italiani sono responsabili di almeno il
70% dei crediti formativi.
Una Commissione Tecnica Congiunta (composta
da rappresentanti di entrambe le parti) assicura il
regolare svolgimento e lo
Ente finanziatore
Fondazione “Nostra Signora del Buon Consiglio”
(principalmente)
Università degli Studi di Milano
Durata
Da: Ottobre 2005 - A: Settembre 2015
Con effetti fino al 2022
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
Chimica, Farmacologia
Paesi destinatari
1. Kenya
2. Altri Paesi dell’Africa centro-meridionale
Beneficiari
1. Coltivatori di Aloe
2. Produttori di estratti e/o prodotti finiti a base
di Aloe per usi farmaceutico, cosmetico,
alimentare
Risultati attesi
1. Selezione delle specie locali di Aloe fornite
dal Dr. Patrick B. Chalo Mutiso, (Università
di Nairobi) al fine di ottenere materie prime
idonee alla preparazione dei prodotti
commerciali;
2. Incremento e miglioramento delle coltivazioni
di Aloe;
3. Ottimizzazione dei processi di trasformazione
delle foglie di Aloe, che in Kenya sono ancor
oggi a livello artigianale e tradizionale,
introducendo tecniche e procedure moderne
e innovative;
4. Formazione per il personale locale ad es.
mediante partecipazione a Master, Corsi
di Perfezionamento, borse di studio, visite ai
luoghi di coltivazione e trasformazione delle
foglie di Aloe.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Giovanna Speranza, Università degli Studi
di Milano
Obiettivi
Generale: Effettuare uno screening di specie
di Aloe tipiche del Kenya dal punto di vista
fitochimico e farmacologico e valutare un
potenziale uso di queste specie per la produzione
di aloe droga e aloe gel e di altri eventuali
semilavorati di interesse farmaceutico, cosmetico
e alimentare (aloine, cromoni, glicani).
Specifici:
1. Sostenere i Paesi in Via di Sviluppo per la
valorizzazione delle proprie risorse naturali
e tradizioni agricole e alimentari;
2. Difendere la biodiversità nei Paesi in Via
di Sviluppo;
3. Svolgere opera di solidarietà e cooperazione
nei Paesi in via di Sviluppo.
Attività
1. Isolamento, delucidazione della struttura
molecolare e correlazioni struttura/attività
biologica di costituenti di piante del genere
Aloe tipiche del Kenya. Di ogni pianta verranno
esaminati sia l’essudato ed il gel ottenuti dalle
foglie sia l’estratto totale delle stesse.
2. Valutazione dell’attività biologica dei metaboliti
isolati.
Ente finanziatore
Nessuno
Durata
Da: Settembre 2010 - A: Agosto 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
Locali:
Dr. Patrick B. Chalo Mutiso, curatore
dell’Herbarium dell’Università di Nairobi
141
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
6.3
6.6
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Scoperta di farmaci antimalarici: isolamento
e caratterizzazione di principi attivi con attività
antimalariche da piante medicinali usate dai
curatori tradizionali in Burkina Faso
Donatella Taramelli
Professore Ordinario
Effetti antimalarici, antimelanoma e antiangiogenici
dei nuovi derivati di artemisinina.
Donatella Taramelli
Professore Ordinario
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15071
Facoltà di Farmacia
Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia
e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche
e Biomolecolari
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15071
Facoltà di Farmacia
Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia
e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche
e Biomolecolari
biomolecolare Pietro Annigoni, CERBA,
Dip. di Biochimica e Microbiologia, Università
di Ouagadougou, Burkina Faso
2. Università di Ouagadougou, Burkina Faso
Tipo di intervento
Ricerca: Ricerca in collaborazione tra l’Università
di Hong Kong, l’Università degli Studi di Milano
e l’istituto Nazionale dei Tumori di Milano
Trasferimento tecnologico
AREA TEMATICA
Malaria, farmaci antimalarici, prodotti tradizionali
Tipo di intervento
Formazione: è un progetto di un dottorando
del Burkina Faso, immatricolato nella Scuola di
Dottorato in Medicina Molecolare dell’Università
degli Studi di Milano. Ricerca per nuovi farmaci
antimalarici
Paesi destinatari
1. Tutti i Paesi in cui la malaria è endemica
2. Viaggiatori/lavoratori nei Paesi in cui la malaria
è endemica
Beneficiari
1. Pazienti con malaria
2. Viaggiatori nei PVS
Risultati attesi
Test di estratti vegetali usati dai curatori
tradizionali per curare la malaria e le febbri, per
attività antimalarica e proprietà antinfiammatorie
(effetto sulla produzione di citochina). Se positivo,
gli estratti saranno soggetti a frazionamento
bioguidato per identificare le molecole
responsabili dell’attività. Questo aiuterà a trovare
nuove classi di molecole nelle piante non ancora
conosciute come antimalariche. Le nuove entità
identificate verranno purificate, caratterizzate e
eventualmente sintetizzate in vitro per migliorare
le proprietà farmacologiche.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Dip. di Sanità Pubblica, Microbiologia e
Virologia, Università degli Studi di Milano
2. Prof. E.Bosisio, Dip. di Farmacologia,
Università degli Studi di Milano
3. ISTM-CNR- Milano - Dr D. Monti
Locali:
1. Prof. Jacques SIMPORE, Centro di ricerca
142
Obiettivi
Generale: Isolamento e caratterizzazione di
principi attivi con attività antimalariche da piante
medicinali usate dai curatori tradizionali in
Burkina Faso
Specifici:
1. Raccolta e classificazione etno-botanica
di piante usate nella medicina tradizionale;
2. Saggio per attività antimalarica in vitro
e citotossicità;
3. Frazionamento bioguidato e identificazione
di principi attivi.
Attività
1. Isolamento chimico e caratterizzazione
di infuse vegetali fatti da curatori tradizionali;
2. Test in vitro di chemio sensibilità;
3. Test in vitro per attività immunomodulatoria;
4. Caratterizzazione chimica di ingredienti attivi.
Ente finanziatore
Programma di Dottorato dell’Università
degli Studi di Milano. Progetto EU-ANTIMAL,
per la parte scientifica.
Durata
Da: Novembre 2008 - A: Ottobre 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Non per gli studenti ma per il progetto, secondo
la disponibilità di fondi.
Malaria, tumori e nuovi farmaci
Paesi destinatari
1. Cina (Hong Kong)
2. PVS in cui la malaria è endemica
Beneficiari
1. Pazienti con malaria
2. Viaggiatori nei PVS
3. Pazienti con tumori
Risultati attesi
I derivati dell’artemisinina (Artemisia annua) sono
gli antimalarici più potenti al momento disponibili.
Recentemente, è stato dimostrato che possiedono
anche attività anti tumorali. Da un punto di
vista farmacologico, tuttavia, tutti i derivati
dell’artemisinina soffrono di grande instabilità,
rapida farmacocinetica e scarsa biodisponibilità.
Per queste ragioni, una nuova serie di derivati
glicosilati verranno sintetizzati dal professor RK
Haynes dell’Università di Hong Kong e testati
da UMIL per l’attività antimalarica e da INT per
verificare l’efficacia contro il melanoma umano.
I composti verranno selezionati sulla base
delle linee guida del WHO per gli antimalarici
(IC50 <100 nM) e per l’attività CC50 contro le
cellule di melanoma a confronto degli standard
chemioterapici. I composti più efficaci verranno
selezionati e studiati per le proprietà ADME-TOX
e, se necessario, chimicamente modificati per
migliorare le caratteristiche farmacologiche.
Ente Promotore Partner
Italiani e internazionali:
1. UMIL- Dip. di Sanità Pubblica-MicrobiologiaVirologia, Università degli Studi di Milano
2. INT- IRCCS Fondazione, Istituto Nazionale dei
Tumori di Milano
3. Università di Scienza e Tecnologia di Hong
Kong
Obiettivi
Generale: Sintetizzare e saggiare in vitro nuovi
derivati di artemisinina ad attività antimalarica,
antitumorale e antiangiogenetica.
Specifici:
1. Sintetizzare nuovi derivati glicosilati
dell’artemisinina per migliorarne la stabilità
e la bio-disponibilità (Università di Hong Kong);
2. Identificare nuovi agenti antimalarici contro
i ceppi di P. falciparum farmaco-resistenti;
3. Identificare nuovi composti attivi contro linee
di cellule di melanoma resistenti ai farmaci;
4. Studiare i meccanismi d’azione di questi
composti su cellule endoteliali umane e su
cellule di melanoma.
Attività
1. Semi sintesi di nuovi derivati a partire dal
prodotto naturale, Artemisinina;
2. Saggio in vitro contro parassiti resistenti ai
farmaci per stabilire la dose efficace (IC50)
per ogni composto;
3. Saggio in vitro contro linee di cellule di
melanoma primarie e metastatiche per stabilire
dose citotossica (CC50) per ogni composto
(INT-Milano);
4. Studiare gli effetti di questi composti sulla
progressione del ciclo cellulare, sull’espressione
di marcatori di apoptosi e la produzione di
fattori angiogenetici.
Ente finanziatore
Non Applicabile, Accordo di collaborazione
Durata
Da: Marzo 2010 - A: Febbraio 2013
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
143
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
6.5
6.8
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Sviluppo di una piattaforma per studi preclinici
(ADME-Tox) di nuovi composti antimalarici
Donatella Taramelli
Professore Ordinario
Sviluppo di nuovi farmaci antimalarici - FP6-EU
AntiMal
Donatella Taramelli
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15071
Facoltà di Farmacia
Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia
e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche
e Biomolecolari
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15071
Facoltà di Farmacia
Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia
e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche
e Biomolecolari
Obiettivi
Generale: Rafforzare la piattaforma DMPK
(Drug Metabolism and Pharmacokinetics)
presso l’Istituto Africano di Scienze e Tecnologie
Biomediche (AiBST) e Chimica Farmaceutica
presso l’Università di Cape Town per fornire un
profilo DMPK preliminare per potenziali nuovi
composti antimalarici.
Specifici:
1. Stabilire piattaforme in silico per prevedere
le proprietà ADME (pKa, logP, solubilità,
stabilità metabolica, permeabilità e legame alle
proteine) per i nuovi composti;
2. Rafforzare la formazione tecnica e teorica delle
risorse umane presso l’AiBST e l’UCT, formando
tecnici e post-dottorandi.
Tipo di intervento
• Ricerca e sviluppo
• Capacity building in Africa
• Formazione
Malaria, nuovi farmaci, farmaci antimalarici
Tipo di intervento
• Educazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
1. Sudafrica e Zimbabwe
2. PVS in cui la malaria è endemica
Beneficiari
1. Strutture di ricerca africane
2. Studenti africani
3. Pazienti affetti da malaria
4. Viaggiatori verso i PVS
Risultati attesi
1. Identificazione di composti con attività
antimalarica in vitro;
2. Selezione di composti più attivi e promettenti
attraverso la piattaforma ADMET in silico e poi in
vitro con i saggi di tossicità e metabolismo classici.
Questo permetterà di verificare la robustezza
della piattaforma facilitare l’acquisizione e
l’interpretazione dei dati da parte dei chimici;
3. Selezione dei composti con migliore attività
antimalarica che verranno ulteriormente
caratterizzati e ottimizzati per arrivare alla
selezione dei composti leader.
Ente Promotore
6° Programma Quadro dell’Unione Europea
Partner
Italiani e internazionali:
UMIL - Dip. di Sanità Pubblica-MicrobiologiaVirologia, Università degli Studi di Milano
Locali:
1. Kelly Chibale, Docente di Chimica Organica,
South African National Research Development
Research Unit, Dip. di Chimica, Università
di Cape Town;
2. Istituto Africano di Scienze e Tecnologie
Biomediche (AiBST), Harare, Zimbabwe.
144
Attività
1. Corsi di formazione di DMPK;
2. Utilizzo della nuova piattaforma in silico per
prevedere le proprietà ADME di nuovi composti
potenzialmente antimalarici.
Ente finanziatore
FP-6 EU AntiMal Project 18834 - Sviluppo di nuovi
farmaci per la cura della malaria
Durata
Da: Dicembre 2005 - A: Maggio 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Si, sottoposto al bando del 7° Programma Quadro
Nuovi farmaci antimalarici
Paesi destinatari
1. Tutti i Paesi in cui la malaria è endemica
2. Burkina Faso 3. Kenya 4. Sudafrica
Beneficiari
1. Pazienti con malaria
2. Gruppi di ricerca europei e africani
Risultati attesi
Registrazione di uno o più farmaci antimalarici a
basso costo efficaci contro la malaria non complicata.
ANTIMal è un progetto finanziato dall’UE per
lo sviluppo di un portfolio di potenziali farmaci
antimalarici con almeno due molecole dal
portfolio che potranno essere sviluppate fino
al punto di iniziare gli studi di fase I nell’uomo
possibilmente alla fine del progetto quinquennale
Ente Promotore Partner più di 33 Paesi, sia in Europa che in Africa
(www.antimal.eu) e SME (Small-Medium Enterprises)
Italiani e internazionali:
1.Università degli Studi di Milano
2. ISTM-CNR Milano;
3 Università di Siena;
4. Università di Napoli Federico II;
5. Scuola di Medicina Tropicale Liverpool;
6. Scuola di Medicina Tropicale e Igiene Londra;
7. CNRS Montpellier II;
8. Università di Heidelberg;
9. Università di Toulose;
10. Foundation Biomedical Primate Research Centre,
Rijswijk;
11. Istituto Tropicale Svizzero;
12. Università Inserm Lousanne;
13. LICA pharma;
14. NeED Pharma;
15. Cosmos;
16. 4SC AG (SME)
Locali:
1.Università di Nairobi
2. Centro Africano per Test Clinici, Kenya
3. Consiglio per la Ricerca Scientif. e Ind., Sudafrica
4. Università di Cape Town, SA
5. CNRFP - Burkina Faso
6. Istit. Africano di Scienze e Tecnol. Biomediche,
Zimbabwe
Obiettivi
Generale: Realizzare un portfolio di nuovi farmaci
antimalarici all’interno della comunità scientifica
europea e africana e gestirlo tramite una valutazione
preclinica seguendo gli standard dell’industria
farmaceutica nonché selezionare dei candidati
all’interno del portfolio per completare gli studi
preclinici per iniziare studi di fase I nell’uomo.
L’iniziativa porterà a farmaci antimalarici, registrati
secondo standard riconosciuti a livello internazionale,
che saranno potenzialmente utili per le cure
antimalariche a basso costo in Europa e nei Paesi
in cui la malaria è endemica.
Specifici:
1. Scoperta di nuovi composti antimalarici da
prodotti di sintesi e naturali;
2. Saggio di nuovi composti per attività antimalarica
e assenza di tossicità per le cellule mammifere;
3. Sviluppo di un piano preclinico a basso costo.
Attività
1. Sintesi di nuovi composti;
2. Identificazione di molecole “ leader”
da portare a sviluppo preclinico;
3. Indagine preclinica di nuovi prodotti.
Ente finanziatore
6° Programma Quadro - UE
Durata
Da: Dicembre 2005 - A: Maggio 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
No
145
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
6.7
ti progettiProgetti progetti progetti
6.9
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Coordinamento, razionalizzazione e integrazione
delle iniziative per la scoperta e lo sviluppo di nuovi
farmaci antimalarici (CRIMALDDI)
Donatella Taramelli
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
Malaria, farmaci antimalarici, coordinamento
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15071
Facoltà di Farmacia
Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia
e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche
e Biomolecolari
BOX
Cooperazione didattico-scientifica nell’ambito del Corso di Laurea
in Farmacia
Un modello esportato - Tirana
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Attività di coordinamento
Paesi destinatari
PVS in cui la malaria è endemica
Beneficiari
1. Università e gruppi di ricerca
2. Gruppi di ricerca nei PVS
3. Agenzie di finanziamento internazionali
Risultati attesi
1. Organizzazione di iniziative coordinate,
razionalizzate e integrate per il monitoraggio
e l’aggiornamento dei fabbisogni scientifici e
tecnologici nell’ambito della ricerca e sviluppo
di nuovi farmaci antimalarici alla luce delle
nuove priorità stabilite da WHO;
2. Pubblicazione di un piano di azione coordinato
per i prossimi cinque anni con specifici obiettivi
e scadenze;
3. Creazione di un gruppo di esperti consultivo
con l’obiettivo di promuovere il reperimento
di fondi per lo sviluppo del piano quinquennale
e il perseguimento dei progetti nel futuro.
Ente Promotore
FP7- EU
Partner
Italiani e internazionali:
1. Scuola di Medicina Tropicale Liverpool
2. World Health Organisation
3. Medicines for Malaria Venture - MMV
4. Università di Heidelberg
5. Università degli Studi di Milano
6. CNRS Montpellier II
7. INSERM - Università di Lousanne
Locali:
1. Università di Cape Town
2. Università di Buea
146
Obiettivi
Generale: Coordinamento a livello europeo
delle principali iniziative di ricerca in merito
alla scoperta e allo sviluppo di nuovi farmaci
antimalarici.
Specifici:
1. Coordinamento dello sforzo europeo con
iniziative internazionali;
2. Coinvolgimento dell’industria farmaceutica;
3. Elaborazione di linee guida sulla
standardizzazione dei principali requisiti
dello sviluppo normativo dei farmaci;
4. Contribuire a generare priorità globali;
5. Preparare l’agenda della ricerca europea
sulla malaria per i prossimi anni.
Attività
1. Organizzazione di una serie di incontri,
conferenze, laboratori e strategie di diffusione
che vedono coinvolte organizzazioni quali
MMV - Medicines for Malaria Venture,
WHO - World Health Organization, la
fondazione Gates e un numero di ricercatori
accademici che si occupano di malaria;
2. Serie di pubblicazioni per informare la
comunità sulle linee guida proposte;
3. Report finale da presentare all’UE, alla
comunità scientifica e agli attori coinvolti.
Ente finanziatore
7° Programma Quadro - UE
Durata
Da: Marzo 2009 - A: Febbraio 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Solo follow up
Presso l’Università Cattolica “Nostra Signora del
Buon Consiglio” (UniNSBC) di Tirana (Albania),
gestita dall’omonima Fondazione, sono attive fin
dall’a.a. 2004/2005, la Facoltà di Medicina e Chirurgia in collaborazione con l’Università di Roma
Tor Vergata e la Facoltà di Scienze Economiche e
Politiche in collaborazione con l’Università degli
Studi di Bari.
Nell’a.a. 2005/2006, a seguito di convenzione (luglio 2005) con l’Università degli Studi di Milano
(UniMI), è stata istituita anche la Facoltà di Farmacia con il corso di Laurea magistrale a ciclo unico
in Farmacia.
L’iniziativa di UniNSBC in Albania, che per i suoi
sette corsi di laurea vede impegnati oltre 450 docenti italiani, costituisce la più grande operazione
universitaria italiana all’estero. Tra gli obiettivi di
tale collaborazione, essendo UniNSBC un punto
di riferimento unico e particolarmente qualificato
nell’intera Area Balcanica, vi è il miglioramento
del sistema sanitario e farmaceutico in Albania e
nei paesi limitrofi.
Il corso di laurea magistrale in Farmacia di UniNSBC condivide con quello di UniMI gli obiettivi
formativi, il piano di studio e i programmi, e si sviluppa seguendo un percorso didattico identico. La
convenzione tra i due Atenei li impegna a favorire
lo scambio di studenti, i cui periodi di studio effettuati nell’Università di accoglienza vengono considerati parte integrante del curriculum dell’Università di origine. Al quinto anno gli studenti hanno
la doppia iscrizione e possono seguire lezioni e
laboratori, sostenendo i relativi esami di profitto
secondo le modalità vigenti nell’Ateneo ospitante,
come pure svolgere il tirocinio pratico professionale e la tesi.
docenti italiani) e, a seguito della convenzione del
settembre 2007 e dell’atto aggiuntivo del 2010,
sono stati stabiliti i requisiti da soddisfare per il
rilascio del doppio titolo. Tra questi, la responsabilità didattica degli insegnamenti deve essere di
pertinenza di docenti italiani per almeno il 70%
dei crediti formativi.
Secondo quanto indicato della convenzione,
UniMI e UniNSBC sono impegnate a sviluppare
rapporti di collaborazione per il miglioramento
delle relazioni accademiche, culturali e scientifiche, la realizzazione di soggiorni di insegnamento di professori, ricercatori e personale tecnicoamministrativo di entrambe le parti, in relazione
a progetti di ricerca e formazione in materie di
interesse comune. UniMI e UniNSBC si sono impegnate inoltre a elaborare un piano di collaborazione nella ricerca scientifica. Tale piano diventerà gradualmente operativo con l’allestimento di
laboratori e la formazione del personale addetto
presso UniNSBC.
Lo sviluppo delle attività di collaborazione e cooperazione è sostenuto da UniNSBC attraverso la
Fondazione “Nostra Signora del Buon Consiglio”,
sulla base delle risorse disponibili e con l’acquisizione di finanziamenti pubblici e non pubblici,
nazionali e/o internazionali.
Paolo Castano
Preside della Facoltà di Farmacia - UniNSBC,
Tirana
Gianluigi Monticelli
Presidente del Collegio dei Docenti Milanesi
a Tirana (CDMT) - UniMI, Milano
Per lo svolgimento del Corso di Laurea il coinvolgimento di Docenti della Facoltà di Farmacia di
UniMI è stato notevole (90% dei corsi tenuti da
147
7.0 Lotta all'AIDS
UNA SFIDA DA VINCERE
Prof. Massimo Galli
Vecchio dip.: Dipartimento di Scienze cliniche “Luigi Sacco”
Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche “Luigi Sacco”
L’Ateneo milanese è stato ed è attualmente coinvolto in vari programmi di cooperazione allo sviluppo in ambito sanitario. Come può essere rilevato nelle schede allegate, i partenariati in essere
includono ONG italiane ed estere, organizzazioni missionarie ed ospedali governativi o enti statali
dei Paesi cui è rivolto l’intervento. Complessivamente, l’alta percentuale di conseguimento dei
risultati desiderati nelle attività in corso e pregresse attesta la validità delle iniziative intraprese. In
generale sono state privilegiate, ove sostenibili, collaborazioni a medio-lungo termine. Obiettivi a
breve termine sono stati perseguiti soprattutto nei casi in cui le competenze messe a disposizione
per la redazione di progetti potevano consentire l’accesso a finanziamenti da parte di governi,
agenzie internazionali o fondazioni private. L’eterogeneità degli obiettivi proposti e le necessità
imposte dalle diverse situazioni locali hanno necessariamente comportato l’adozione di metodologie e modalità operative differenti, nella maggioranza dei casi efficacemente e correttamente
applicate.
In base alle esperienze attuate e alle richieste ricevute, i possibili compiti di UNIMI nella cooperazione sanitaria consistono nel contributo tecnico alla progettazione di programmi di cooperazione, nell’attuazione di progetti di ricerca operazionale e nel contributo alla formazione.
Le grandi malattie epidemiche sono l’ambito in cui è stato più spesso richiesto un coinvolgimento
di UNIMI. AIDS, TB, malaria e le malattie diarroiche sono universalmente riconosciute come emergenze sanitarie prioritarie, la lotta alle quali si interseca con la necessità di garantire un’adeguata
organizzazione sanitaria di base, una nutrizione corretta e la sicurezza alimentare. Gli interventi
promossi da docenti di UNIMI si sono rivolti principalmente all’implementazione della capacity
building nei campi dell’assistenza, con particolare riguardo, nel caso dell’AIDS, al rafforzamento
dell’organizzazione della diffusione della terapia antiretrovirale, della prevenzione della trasmissione materno-fetale e dell’educazione alla prevenzione.
La ricerca operazionale rappresenta un elemento chiave per l’individuazione degli obiettivi prioritari e per l’identificazione delle modalità di intervento atte a conseguirli. L’utilizzo a tal fine delle
competenze diversificate proprie di un ateneo generalista come UNIMI possono essere particolarmente preziose e contribuire a colmare le carenze che il sistema cooperazione può presentare in
questo campo.
I Paesi a basso reddito sono inoltre afflitti da una cronica carenza di personale addestrato, che le
epidemie e i flussi migratori verso i paesi ad alto reddito hanno contribuito ad aggravare ulteriormente. UNIMI può contribuire a colmare queste carenze offrendo corsi indirizzati a sviluppare in
personale locale specifiche competenze rivolte al potenziamento dell’intervento su obiettivi sani-
149
tari identificati come prioritari. Il modello che si sta sviluppando privilegia una forte integrazione
con la realtà e le esigenze locali, mediante lo svolgimento dei corsi prevalentemente in loco, con
il contributo per quanto necessario dell’educazione a distanza.
Un oggettivo limite di molti dei progetti realizzati o in corso è stato il loro dipendere esclusivamente dall’iniziativa di singoli docenti. Nel nuovo ordinamento universitario i futuri sviluppi dell’attività
di cooperazione sanitaria dell’Ateneo richiedono una più precisa definizione dei criteri e degli
ambiti prioritari d’intervento, che consideri il coinvolgimento e le competenze utilizzabili dei dipartimenti d’ambito sanitario, includendo tra essi anche quelli coinvolti nella ricerca biomedica. Dovrà
inoltre essere individuata una modalità di coordinamento che garantisca il massimo possibile di
sinergie tra le iniziative di cooperazione, sia d’ambito sanitario, sia negli altri campi in cui un ateneo generalista come il nostro può offrire significativi contributi.
150
7.2
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Rete collaborativa per la resistenza
ai farmaci HIV e Anti-HIV - CHAIN
Antonella D’Arminio Monforte
Professore Ordinario
Massimo Galli
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 23384
Facoltà di Medicina
Vecchio Dip.: Medicina, Chirurgia e Odontoiatria;
Nuovo Dip.: Dip. della Salute
Sorveglianza della resistenza ai farmaci HIV-1,
sottotipi virali, epidemiologia molecolare di HCV e
HBV e correlati farmacogenomici su concentrazioni
di plasma di Efavirenz e Nevirapine in Guinea
Bissau.
Medicina
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
Paesi destinatari
1. Estonia
2. Russia
3. Senegal
Beneficiari
1. Pazienti affetti da HIV mai sottoposti a terapia
antiretrovirale
2. Pazienti affetti da HIV che non hanno risposto
alla terapia antiretrovirale
Risultati attesi
1. Completamento delle lacune nella conoscenza
della resistenza ai farmaci esistenti e identificazione
di nuovi meccanismi di resistenza a nuovi farmaci,
prevenendo ulteriori sviluppi e diffusioni;
2. Sviluppo e convalida di nuove attrezzature per
il laboratorio per la prognosi e la misurazione
della resistenza ai farmaci HIV;
3. Miglioramento nella comprensione delle
implicazioni cliniche della resistenza ai farmaci,
sviluppando strategie di gestione ottimali per la
resistenza trasmessa o acquisita ai farmaci HIV;
4. Base di evidenza sostenibile per un controllo
migliore dell’epidemia e della gestione dei
pazienti infetti;
5. Integrazione di dati sulla sequenza del gene dell’HIV
nelle strutture nazionali di riferimento HIV;
6. Traduzione delle testimonianze cliniche in strategie
efficaci per limitare l’emergere e la trasmissione
della resistenza ai farmaci HIV attraverso
raccomandazioni basate sull’evidenza a scopi
di sanità pubblica e per le autorità regolatorie;
7. Creazione di un unico campo paritario all’interno
del panorama scientifico europeo circa la resistenza
all’HIV, la competenza clinica e scientifica sugli
studi e la gestione della resistenza ai farmaci HIV.
152
Ente Promotore Partner
Diversi partner. La lista completa è disponibile su:
http://ec.europa.eu/research/health/infectiousdiseases/poverty-diseases/projects/185_en.htm
Obiettivi
Generale: Migliorare gli strumenti per la scelta di
una terapia antiretrovirale ottimale per i pazienti
affetti da HIV mai sottoposti a questa terapia.
Migliorare la scelta di nuovi farmaci per i pazienti
affetti da HIV che non hanno risposto alla terapia
antiretrovirale
Specifici:
1. Nuovi meccanismi cluster;
2. Migliorare gli strumenti di monitoraggio nei
laboratori cluster;
3. Migliorare la gestione clinica cluster;
4. Epidemiologia molecolare e bioinformatica cluster;
5. Epidemiologia e sorveglianza cluster;
6. Salute pubblica basata sulle prove di evidenza;
7. Corsi di formazione e capacity building cluster.
Attività
1. Raccolta di dati a partire da coorti esistenti;
2. Documentazione di plasma conservato presso
coorti differenti;
3. Report dei risultati sulla resistenza ai farmaci
secondo differenti scenari e aree geografiche;
4. Preparazione delle linee guida per la gestione
della resistenza ai farmaci;
5. Report dei risultati clinici e virologici di pazienti
con resistenza multipla ai farmaci;
6. Gestione delle linee guide per pazienti con 4
resistenza multipla ai farmaci.
Ente finanziatore
Unione Europea
Durata
Da: 2009 - A: 2014
Possibilità di rinnovo / follow up -
AREA TEMATICA
Medicina
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
Guinea Bissau
Beneficiari
1. Soggetti affetti da HIV+
2. Soggetti affetti da HCV+
3. Soggetti affetti da HBV+
Risultati attesi
1. Identificazione di un modello di resistenza ai
farmaci associato alla terapia antiretrovirale;
2. Identificazione di un profilo di sottotipi HIV-1
circolanti;
3. Identificazione dell’epidemiologia molecolare
di HCV e HBV in Guinea Bissau;
4. Identificazione dell’associazione tra lo sviluppo
della lipodistrofia o degli effetti collaterali e
polimorfismi noti o nuovi geni putativi. Questo
permetterà l’individuazione di una terapia
antiretrovirale.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Dip. di Scienze Cliniche “Luigi Sacco”, Malattie
infettive e immunopatologia, Università degli
Studi di Milano
2. Anlaids Sezione Lombardia
Locali:
Ceu e Terras, Bissau, Guinea Bissau.
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 19763
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Scienze Cliniche “Luigi Sacco”;
Nuovo Dip.: Scienze Biomediche e Cliniche
“Luigi Sacco”
Obiettivi
Generale: Descrivere modelli di resistenza
ai farmaci in relazione alla resistenza agli
antiretrovirali, il profilo di sottotipi circolanti HIV-1,
l’epidemiologia molecolare di HCV e HBV in
Guinea Bissau. Stabilire importanti correlazioni
tra il profilo genomico e i livelli di plasma degli
antiretrovirali e degli effetti collaterali, e.g.
lipodistrofia.
Specifici:
1. Analizzare il modello di resistenza agli
antiretrovirali;
2. Descrivere i sottotipi circolanti HIV-1;
3. Analizzare l’epidemiologia molecolare di HCV
e HBV in Guinea Bissau;
4. Studiare la relazione tra le varianti alleliche
appartenenti ai polimorfismi noti CYP e MDR1
e la loro influenza sulle concentrazioni di
plasma di Efavirenz e Nevirapine;
5. Verificare la relazione tra i polimorfismi noti del
gene POLG 1 tra i soggetti HIV-1+ curati con
inibitori e la loro suscettibilità a sviluppare la
sindrome lipodistrofica;
6. Analizzare nuovi geni putativi per spiegare
le variazioni interindividuali che avvengono
durante la terapia antiretrovirale altamente
attiva in relazione alla sindrome lipodistrofica.
Attività
I coorti di pazienti affetti da HIV+ che
parteciperanno al progetto sono stati scelti negli
anni 2001/2005, includendo anche soggetti già
seguiti a Ceu e Terras, Bissau, Guinea Bissau.
Ente finanziatore
Anlaids Sezione Lombardia
Durata
Da: Settembre 2010 - A: Settembre 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
-
153
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
7.1
7.4
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Sorveglianza della resistenza ai farmaci HIV-1,
sottotipi virali, epidemiologia molecolare
di tubercolosi M., HTLV (Virus dei linfociti T
dell’uomo) e HBV e correlati farmacogenomici
su concentrazioni di plasma di Efavirenz
e Nevirapine in Swaziland.
Massimo Galli
Professore Ordinario
Sorveglianza della resistenza ai farmaci HIV-1,
sottotipi virali, epidemiologia molecolare di M.
tubercolosis, resistenza all’artemisinina (terapie
combinate a base di artemisinina) e correlati
farmacogenomici su concentrazioni di plasma
di Efavirenz e Nevirapine in Tanzania.
Massimo Galli
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
Medicina
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
Swaziland
Beneficiari
1. Soggetti affetti da HIV+
2. Soggetti affetti da HIV/TB
3. Soggetti affetti da epatite B e HTLV (Virus dei
linfociti T dell’uomo)
Risultati attesi
1. Identificazione di un modello di resistenza ai
farmaci associato alla terapia antiretrovirale,
2. Identificazione di un profilo di sottotipi HIV-1
circolanti
3. Identificazione dell’epidemiologia molecolare
di M. tubercolosis, HTLV e HBV in Swaziland
4. Identificazione dell’associazione tra lo sviluppo
della lipodistrofia o degli effetti collaterali
e polimorfismi noti o nuovi geni putativi.
5. Identificazione di una terapia antiretrovirale
e di una terapia migliore per la tubercolosi
e l’epatite B.
Ente Promotore Partner
Italiani e internazionali:
1. Università degli Studi di Milano, Dip. di Scienze
Cliniche L. Sacco, Sezione Malattie infettive
e immunopatologia
2. COSPE, Firenze
Locali:
1. Ministero della Salute, Swaziland
2. Siteki Hospital, Swaziland
Obiettivi
Generale: Descrivere modelli di resistenza ai
farmaci in relazione alla resistenza agli antiretrovirali,
il profilo di sottotipi circolanti HIV-1, l’epidemiologia
154
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 19763
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Scienze Cliniche “Luigi Sacco”;
Nuovo Dip.: Scienze Biomediche e Cliniche
“Luigi Sacco”
molecolare di M. tubercolosis e l’epidemiologia
molecolare di HTLV e HBV in Swaziland. Stabilire
importanti correlazioni tra il profilo genomico e i
livelli di plasma degli antiretrovirali e degli effetti
collaterali, e.g. lipodistrofia.
Specifici:
1. Analizzare il modello di resistenza agli
antiretrovirali;
2. Descrivere i sottotipi circolanti HIV-1;
3. Analizzare l’epidemiologia molecolare di M.
tubercolosis in Swaziland;
4. Analizzare l’epidemiologia molecolare di HTLV
e HBV in Swaziland;
5. Studiare la relazione tra le varianti alleliche
appartenenti ai polimorfismi noti CYP e MDR1
e la loro influenza sulle concentrazioni di
plasma di Efavirenz e Nevirapine;
6. Verificare la relazione tra i polimorfismi noti
del gene POLG 1 tra i soggetti HIV-1+ curati
con inibitori e la loro suscettibilità a sviluppare
la sindrome lipodistrofica;
7. Analizzare nuovi geni putativi per spiegare
le variazioni interindividuali che avvengono
durante la terapia antiretrovirale altamente
attiva in relazione alla sindrome lipodistrofica.
Attività
1. Monitorare i coorti di pazienti affetti da HIV+
e da HIV/TB presso la clinica dell’Ospedale
Siteki, Swaziland;
2. Monitorare i pazienti affetti da HBV e HTLV.
Ente finanziatore
1. COSPE, Firenze
2. Anlaids Sezione Lombarda, Milano
3. Unione Europea
Durata
Da: Settembre 2010 - A: Settembre 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
-
AREA TEMATICA
Medicina
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
Tanzania
Beneficiari
1. Soggetti affetti da HIV+
2. Soggetti affetti da HIV/TB
3. Soggetti affetti da malaria
Risultati attesi
1. Identificazione di un modello di resistenza ai
farmaci associato alla terapia antiretrovirale;
2. Identificazione di un profilo di sottotipi HIV-1
circolanti;
3. Identificazione dell’epidemiologia molecolare
di M. tubercolosis in Ikonda, Tanzania;
4. Identificazione dei correlati genetici della
resistenza all’artemisinina (PfATPase6 gene);
5. Identificazione dell’associazione tra lo sviluppo
della lipodistrofia o degli effetti collaterali
e polimorfismi noti o nuovi geni putativi;
6. Identificazione di una terapia antiretrovirale
e di una terapia migliore per la tubercolosi
e la malaria.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Dip. di Scienze Cliniche L. Sacco, Sezione
Malattie infettive e immunopatologia,
Università degli Studi di Milano
2. Ospedale Luigi Sacco, Milano
Locali:
Missionari della Consolata, Tanzania.
Obiettivi
Generale: Descrivere modelli di resistenza ai farmaci
in relazione alla resistenza agli antiretrovirali, il
profilo di sottotipi circolanti HIV-1, l’epidemiologia
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 19763
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Scienze Cliniche “Luigi Sacco”;
Nuovo Dip.: Scienze Biomediche e Cliniche
“Luigi Sacco”
molecolare di M. tubercolosis in Ikonda, Tanzania
e i correlati genetici della resistenza
all’artemisinina (PfATPase6 gene). Stabilire
importanti correlazioni tra il profilo genomico
e i livelli di plasma degli antiretrovirali e degli
effetti collaterali, e.g. lipodistrofia.
Specifici:
1. Analizzare il modello di resistenza agli
antiretrovirali;
2. Descrivere i sottotipi circolanti HIV-1;
3. Analizzare l’epidemiologia molecolare di M.
tubercolosis in Ikonda, Tanzania;
4. Analizzare i correlati genetici della resistenza
all’artemisinina (PfATPase6 gene);
5. Studiare la relazione tra le varianti alleliche
appartenenti ai polimorfismi noti CYP e MDR1
e la loro influenza sulle concentrazioni di
plasma di Efavirenz e Nevirapine;
6. Verificare la relazione tra i polimorfismi noti del
gene POLG 1 tra i soggetti HIV-1+ curati con
inibitori e la loro suscettibilità a sviluppare la
sindrome lipodistrofica;
7. Analizzare nuovi geni putativi per spiegare
le variazioni interindividuali che avvengono
durante la terapia antiretrovirale altamente
attiva in relazione alla sindrome lipodistrofica.
Attività
1. Monitorare i coorti di pazienti affetti da HIV+ e
da HIV/TB presso la clinica dell’ospedale Ikonda
Consolata,Tanzania;
2. Monitorare i pazienti affetti da malaria.
Ente finanziatore
1. Regione Lombardia
2. Ospedale Luigi Sacco, Milano
3. Anlaids Sezione Lombarda, Milano
Durata
Da: Settembre 2010 - A: Settembre 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
-
155
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
7.3
7.6
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Prevenzione della Trasmissione Madre-Bambino
dell’HIV (PTMB)
Massimo Galli
Professore Ordinario
Massimo Galli
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 19763
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Scienze Cliniche “Luigi Sacco”;
Nuovo Dip.: Scienze Biomediche e Cliniche
“Luigi Sacco”
Farmacogenomica del polimorfismo dei
geni CYP2A6, CYP2B6, CYP2C19, CYP2D6,
CYP3A4, CYP3A5 e MDR1 e loro influenza sulle
concentrazioni di plasma di Efavirenz e Nevirapine
in Perù.
Medicina (Malattie infettive)
Tipo di intervento
• Ricerca medica
• Servizi sanitari
• Formazione
• Servizi di tecnologia dell’informazione
Paesi destinatari
Guinea Bissau
Beneficiari
1. Bambini
2. Donne
3. Pazienti sieropositivi (dal 2006)
Risultati attesi
1. Diminuzione dei casi di trasmissione dell’HIV;
2. Miglioramento delle aspettative di vita dei
pazienti sieropositivi.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Dip. Malattie Infettive, Università degli Studi di
Milano
Locali:
1. Associaçao Ceu e Terras
2. Ministero Salute Pubblica, Guinea Bissau
Obiettivi
Generale: Prevenzione della Trasmissione
Madre-Bambino dell’HIV e terapia antiretrovirale
Attività
1. Supporto medico alla popolazione locale;
2. Formazione di operatori sanitari locali;
3. Raccolta dati e ricerca scientifica;
4. Sviluppo di una piattaforma di telemedicina
per il supporto e la consulenza a distanza.
Ente finanziatore
Associazione Cielo e Terra Onlus, Ospedale L.
Sacco di Milano, Asociación AIDA - Madrid, FMI,
Banco Mundial, Unicef.
Durata
Da: Gennaio 2001 - A: In corso
Possibilità di rinnovo / follow up
Il progetto è tuttora in corso e ci si aspetta che
proceda.
AREA TEMATICA
Medicina
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
Perù
Beneficiari
Soggetti affetti da HIV+
Risultati attesi
1. Identificazione di ogni associazione tra lo
sviluppo della lipodistrofia o degli effetti
collaterali e il polimorfismo noto o i nuovi geni
putativi;
2. Individuazione di una terapia antiretrovirale.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Dip. di Scienze Cliniche L. Sacco, Malattie
Infettive e Immunopatologia, Università degli
Studi di Milano
2. Università di Lima, Perù
3. Dip. di Medicina Preventiva e Salute Pubblica,
Istituto di Medicina Tropicale, Università
Nazionale Mayor De San Marcos, Lima, Perù
Locali:
Hogar San Camilo, Lima
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 19763
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Scienze Cliniche “Luigi Sacco”;
Nuovo Dip.: Scienze Biomediche e Cliniche
“Luigi Sacco”
Obiettivi
Generale: Stabilire correlazioni importanti tra
il profilo genomico e i livelli di plasma degli
antiretrovirali e gli effetti collaterali,
(es. lipodistrofia).
Specifici:
1. Studio della relazione tra le varianti alleliche
appartenenti al polimorfismo noto CYP e
MDR1 e loro influenza sulle concentrazioni di
plasma dei due inibitori Efavirenz e Nevirapine
e i loro effetti collaterali;
2. Verifica della manifestazione di una relazione
tra i polimorfismi noti del gene POLG 1 tra i
soggetti affetti da HIV-1+ curati con inibitori
e loro suscettibilità a sviluppare la sindrome
lipodistrofica;
3. Analisi di nuovi geni putativi per spiegare
le variazioni interindividuali che avvengono
durante la terapia antiretrovirale altamente
attiva in relazione alla sindrome lipodistrofica.
Attività
I coorti di pazienti affetti da HIV+ che
parteciperanno al progetto sono stati scelti negli
anni 2000/2002, includendo anche soggetti già
seguiti presso l’Hogar San Camilo, a Lima.
Ente finanziatore
FIP - Fondo Italo Peruviano
Durata
Da: Settembre 2010 - A: Settembre 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
-
156
157
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
7.5
ti progettiProgetti progetti progetti
7.7
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Collaborazione con il programma DREAM (Drug
Resources Enhancement against AIDS and
Malnutrition)
Elisabetta Tanzi
Professore Associato Confermato
AREA TEMATICA
Medicina, Biologia
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
1. Malawi (Lilongwe, Blantyre, Balaka).
2. Mozambico (Maputo).
Beneficiari
1. Popolazione
2. Soggetti affetti da HIV
Risultati attesi
1. Formazione di personale locale su malattie
infettive specifiche che colpiscono sia i pazienti
DREAM che la popolazione in generale;
2. Trasferimento di conoscenze biologiche, di
tecniche diagnostiche e di competenze;
3. Programmi di intervento specifici per la prevenzione
e il trattamento di malattie infettive rilevanti.
Il programma DREAM è nato con lo scopo di
promuovere una combinazione di prevenzione
e cura ed è stato concepito per raggiungere
l’eccellenza sia nei trattamenti che nella diagnostica,
nell’amministrazione e nella computerizzazione.
DREAM richiede standard occidentali anche per
l’Africa, usando la valutazione della carica virale
e fornendo la Terapia Antiretrovirale Altamente
Attiva (HAART), a tutti i pazienti che hanno bisogno.
L’Unità Operativa della Sezione di Virologia del
Dipartimento di Sanità Pubblica, Microbiologia
e Virologia ha avviato una collaborazione di
ricerca con il programma DREAM con lo scopo
di intervenire nella lotta contro HIV/AIDS e altre
infezioni virali rilevanti in Africa.
Ente Promotore
Comunità di Sant’Egidio, Roma
Partner
Italiani e internazionali:
1. Comunità di Sant’Egidio
2. Università degli Studi di Milano
158
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15139
Facoltà di Scienze MM, FF e NN
Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia
e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche
della Salute
Obiettivi
Generale: La collaborazione con il programma
DREAM ha lo scopo di cooperare nell’ambito della
sanità pubblica in Malawi e Mozambico fornendo
supporto scientifico, tecnico e formativo.
Specifici:
1. Terapie per HIV/AIDS in Africa;
2. Interventi volti a ridurre la trasmissione madrefiglio dell’HIV;
3. Studi epidemiologici su altre infezioni virali che
colpiscono soggetti africani (HBV, HCV, HPV);
4. Interventi volti sia alla riduzione della
trasmissione di HBV e HCV che al trattamento
per i pazienti infetti;
5. Miglioramento delle conoscenze sulle infezioni da HPV
e sul cancro della cervice nelle donne africane;
6. Sviluppo di nuovi strumenti diagnostici;
7. Diagnosi, prevenzione e cura delle infezioni virali.
Attività
1. Cooperazione con il programma DREAM
in Malawi e Mozambico, principalmente in
laboratori di biologia molecolare;
2. Gestione di ricerche epidemiologiche per
migliorare i dati esistenti sulla prevalenza delle
infezioni virali tra la popolazione africana e
specifici gruppi ad alto rischio;
3. Implementazione di nuovi strumenti diagnostici
e trasferimento tecnologico in scenari con
risorse limitate;
4. Corsi di formazione.
Ente finanziatore
Università degli Studi di Milano,
Comunità di Sant’Egidio
Durata
Da: Ottobre 2005 - A: Febbraio 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
Possibilità di rinnovo dell’accordo tra UNIMI ed il
programma DREAM - Comunità di Sant’Egidio
BOX
Creazione e rafforzamento di scuole mediche mediante partenariato nei
paesi in via di sviluppo: il caso del Ciad
Come si è accennato, la carenza di personale sanitario qualificato affligge gran parte dei Paesi a
basso reddito, in particolare nell’area sub sahariana dell’Africa. In molti paesi i quadri formati sono
stati falcidiati dall’AIDS o hanno preferito migrare per trovare retribuzioni più adeguate alle loro
competenze. Molti paesi infine, anche molto popolosi non hanno mai avuto la possibilità di creare
una scuola medica o di mantenerne l’efficienza,
finendo per diventare quasi del tutto dipendenti dall’estero per la formazione e il reclutamento
di personale sanitario qualificato. Un rapporto
dell’OMS del 2009 indica un rapporto medico/paziente pari o superiore a 5 per diecimila solamente
in dieci nazioni africane. Tredici paesi hanno un
rapporto medico/paziente compreso tra 4 e 2 per
diecimila e i restanti ventinove un rapporto pari
o inferiore a uno per diecimila. Quasi tutti i paesi
più poveri, ma anche stati grandi e molto popolosi
come la Tanzania, la Repubblica Democratica del
Congo e l’Etiopia sono compresi in quest’ultimo
elenco. La densità del personale infermieristico in
tutta l’Africa è del 4 per mille e quella del personale sanitario tutto del 2.3 per mille, contro il 18.9
dell’Europa e il 24.8 delle Americhe.
Il potenziamento della formazione sanitaria in
loco, anche se insufficiente a risolvere nell’immediato i problemi posti dalle emergenze sanitarie, è
indispensabile per la sostenibilità a lungo termine
di qualsiasi politica di intervento.
Per le sue caratteristiche, UNIMI può essere un
attore importante in progetti di formazione a sostegno di scuole mediche nei paesi a bassa intensità di competenze sanitarie. La fattibilità di tali
progetti deve essere garantita dalla presenza di un
ospedale da utilizzare quale policlinico universitario, da un’accettabile logistica e dalla disponibilità
dei partner locali, sia a livello governativo, sia di
ONG.
Un progetto di questo tipo, poi interrotto per cause del tutto indipendenti dalla sua funzionalità e
dalla possibilità di continuare con la metodologia
e con le risorse disponibili, è stato attuato da docenti di UNIMI in Ciad tra il 2006 e il 2009.
Il primo biennio del corso di laurea specialistico
in medicina è stato completato da una classe di
27 allievi residenti applicando un core curriculum
parzialmente adattato alle necessità locali, senza
tuttavia accondiscendere ad ingiustificate semplificazioni. Per ogni materia curricolare venivano
garantite lezioni in loco in lingua francese da parte di docenti di UNIMI, utilizzando solo per integrazione metodologie di educazione a distanza.
La guida allo studio individuale veniva garantita in
loco da tutor ed a distanza dai docenti titolari dei
corsi. Gli esami venivano attuati ove possibile in
forma orale con la presenza dei docenti di UNIMI
e parzialmente, ove appropriato, con la somministrazione di questionari. Venticinque allievi hanno
completato con successo il primo biennio, superando gli esami previsti. Il costo dell’operazione
è risultato accettabile e sostenibile, anche perché
la partecipazione dei docenti di UNIMI è stata
su base volontaria, senza retribuzioni aggiuntive
per le attività svolte. L’interruzione dell’esperienza non è stata causata da ragioni economiche,
né dall’indisponibilità dei docenti a proseguirla
e neppure, nonostante la complicata situazione
del paese, da insormontabili difficoltà logistiche,
quanto da divergenze tra gli attori del progetto.
Per le sue caratteristiche questo modello, una volta maggiormente garantito dal sostegno di agenzie internazionali e dell’ateneo, può risultare facilmente esportabile ad altre situazioni e costituire in
prospettiva un contributo tangibile in risposta allo
shortage di personale medico in Africa.
Prof. Massimo Galli
Vecchio Dip.: Dipartimento di Scienze Cliniche
“Luigi Sacco”
Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Biomediche
e Cliniche “Luigi Sacco”
159
8.0 Salute e malattia
PROMUOVERE LA SALUTE INTENSIFICANDO LA RICERCA
Prof.ssa Chiarella Sforza
Vecchio dip.: Dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche – Città Studi
Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute
“Promuovere la salute è il processo che consente alle persone di esercitare un maggior controllo
sulla propria salute e di migliorarla. Parte dagli aspetti relativi al comportamento individuale verso
un ampio ventaglio di interventi sociali e ambientali” (http://www.who.int/topics/health_promotion/en/, accessed on Friday, 03 June 2011).
La ricerca per una migliore salute, o per una vita migliore per noi e l’ambiente, è antica quanto
l’uomo. Questa ricerca non può essere limitata ai paesi “sviluppati”, ma dovrebbe includere l’intero pianeta e tutta l’umanità. Ma come questo intervento globale debba essere effettuato ha acquisito diverse facce nel tempo e nello spazio, e le risposte che oggi potremmo dare alle classiche
domande “W” (o domande “Q” se risaliamo alla versione originale in latino quis = who, chi; quid
= what, cosa; cur = why, perché; quomodo = how, come; ubi = where, dove; quando = when,
quando) non sono più quelle che si davano nel secolo scorso.
Per diverse decadi la “cooperazione internazionale” è stata pensata solo come “i paesi sviluppati
che aiutano quelli sottosviluppati”. Ma oggi dobbiamo renderci conto che le cose sono diverse.
Leggendo i progetti “Salute - altre patologie” promossi dai colleghi di UNIMI (“Chi?”), troviamo
che “ricerca” è l’obiettivo di 12 su 15 progetti, “trasferimento tecnologico” di cinque, “formazione/ educazione” di quattro, mentre “miglioramento della salute” e “servizi alla comunità” sono
obiettivi soltanto di un progetto ciascuno. Quindi, il “Cosa” e il “Perché” sono cambiati: la cooperazione internazionale sta diventando un modo efficace per incrementare le nostre possibilità di
ricerca, condividendo competenze e conoscenze con i colleghi all’estero. “Dove” stiamo andando
per queste nuove attività internazionali? Lo scenario copre tutto il mondo, dalla Cina al Giappone,
dal Brasile alla Colombia, dai paesi del Mediterraneo alla penisola Arabica, dall’India alla Tanzania.
È difficile etichettare tutti questi paesi come “terzo mondo”, o anche solo “paesi emergenti”.
È interessante notare che in due progetti i beneficiari dell’intervento sono i professionisti della
salute italiani: la cooperazione internazionale diventa un modo per portare a casa nuove conoscenze, per venire in contatto con esperienze diverse, e per approfondire ed allargare le nostre
competenze e abilità.
La domanda è “Come” possiamo dare e ricevere il meglio da questa cooperazione internazionale
in fase di cambiamento.
Sin dal 2005, la mia esperienza personale in America Latina (Brasile, “Anatomia funzionale di testa e collo nei soggetti normali e nei pazienti odontoiatrici”, e Colombia, “Anatomia quantitativa
delle arcate dentarie e del palato”, ma anche Cile, con un progetto in via di definizione) è sempre
stata quella della reciproca integrazione di competenze ad abilità. Ad esempio, nel campo del do-
161
lore e delle disfunzioni cranio facciali e temporomandibolari, ho visitato diverse strutture mediche
ed odontoiatriche, pubbliche e private, scoprendo che l’approccio alla scelta del trattamento è un
po’ differente da quello che avviene a Milano. Spesso, dopo una procedura diagnostica simile,
usando persino gli stessi strumenti e test, il nostro primo approccio al dolore è farmacologico,
prescrivendo al paziente un farmaco per alleviare i sintomi. In Brasile, c’è un maggiore utilizzo di
trattamenti fisici e miofunzionali: ginnastica orofacciale, fisioterapia, borse del ghiaccio, impacchi
caldi, vengono illustrati dal terapista e usati dai pazienti con beneficio.
Questo diverso approccio può avere varie motivazioni: una potrebbe essere economica, dato che
parte della popolazione Brasiliana non si può permettere i farmaci necessari, e deve utilizzare procedure a basso costo. Un’altra ragione potrebbe essere il tempo che i medici dedicano a ciascun
paziente, tempo sempre più ridotto in Italia. Insegnare una corretta sequenza di movimenti orofacciali che il paziente dovrà ripetere a casa richiede più tempo che scrivere una ricetta. Mancanza
di tempo (se non pigrizia) sono anche problemi dei pazienti: in Italia ci potrebbe essere una minore
disciplina da parte dei pazienti a cui viene richiesto di partecipare attivamente al trattamento.
Perciò, da questa prospettiva è il nostro paese che necessita di qualche nuovo intervento per la
promozione della salute (“…il processo che consente alle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla…”).
tumori (“Metilazione del DNA e rischio di cancro allo stomaco”).
In ogni caso, anche questi progetti di stampo “classico” sono svolti a stretto contatto con le strutture sanitarie locali. Un esempio è il programma per il controllo della tubercolosi nelle comunità
Tibetane in India, dove uno degli obiettivi specifici è l’integrazione del sistema medico tibetano, e
il coinvolgimento della comunità nella valorizzazione della cultura tradizionale.
In conclusione (o all’inizio di questa nuova era di collaborazione internazionale), possiamo essere
fiduciosi che i nostri sforzi effettuati nel lavorare all’estero ed incontrare nuove culture saranno
ripagati da nuove idee ed energie per il nostro lavoro quotidiano in UNIMI.
In questi anni con i colleghi Brasiliani abbiamo condiviso la nostra competenza relativamente a
nuovi strumenti per la diagnosi e la ricerca, con una particolare attenzione allo sviluppo di test
diagnostici che possano integrare la tecnologia all’interno del processo di cura, unendo ricerca
e promozione della salute. Dall’altra parte, abbiamo imparato metodi diversi di trattamento che
possono utilmente essere applicati anche alla nostra situazione.
Un ulteriore aspetto di questa cooperazione sono le pubblicazioni scientifiche: nell’ambito dei
tre progetti del mio laboratorio abbiamo pubblicato negli ultimi tre anni nove lavori su riviste
internazionali peer-reviewed, la cui ledearship è quasi egualmente suddivisa tra UNIMI (cinque
pubblicazioni, due con il Brasile, una con la Colombia, due con il Sudan) e i paesi con cui sono in
atto le collaborazioni (una con la Colombia, tre con il Brasile).
Simili procedure di scambio reciproco si possono trovare anche in altri progetti UNIMI di questa
sezione (“Caratteristiche anatomiche e funzionali dell’articolazione trapezio-metacarpale”, “Energetica e biomeccanica del movimento umano”, “Integrazione tra la medicina occidentale e la
medicina cinese”, “Scuola Mediterranea di Studi Superiore di Neuropsicofarmacologia e Neuropsichiatria”, “Nuove tecnologie e materiali per le fratture e l’allungamento delle estremità superiori: applicazioni cliniche”, “Morfologia facciale tridimensionale in soggetti normali e in pazienti”).
È da sottolineare che uno di questi progetti è finalizzato principalmente allo sviluppo di conoscenze dei medici Italiani, cercando di integrare la Medicina Tradizionale Cinese con la nostra Medicina
Occidentale, come meglio dettagliato nel BOX.
Certamente, fra gli altri troviamo anche progetti di cooperazione “classici”, dove la nostra competenza scientifica viene usata per aiutare paesi meno sviluppati a combattere malattie infettive
(“Epidemia di colera a Zanzibar (Isola di Pemba) - 2006, “Infezioni di Fusarium e infezioni micotiche profonde in pazienti di terapia intensiva”, “Identificazione dei fattori che influenzano il ripiegamento e la stabilità degli enzimi dagli organismi patogeni che causano malattie riemergenti”,
“Sostegno al programma di controllo della Tubercolosi presso le comunità Tibetane in India”) o i
162
163
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Formazione di personale infermieristico e supporto
tecnico al servizio sanitario - AFAGNAN
Walter Albisetti
Professore Associato
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 58296680
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive
e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche,
Chirurgiche ed Odontoiatriche
Educazione e formazione sanitaria
Tipo di intervento
• Educazione
• Formazione
Paesi destinatari
Togo (città di Afagnan)
Beneficiari
1. popolazione locale
2. medici locali
3. infermieri
4. studenti
Risultati attesi
1. Miglioramento delle conoscenze medico
sanitarie del personale locale
2. Miglioramento della situazione sanitaria
della popolazione
3. Cooperazione tra personale sanitario locale
e italiano
Obiettivi
1. Miglioramento delle conoscenze medico
sanitarie del personale locale
2. Miglioramento della situazione sanitaria della
popolazione
Attività
1.Formazione di medici e operatori sanitari locali
2. Fornire materiale chirurgico e medico per start
up delle attività sanitarie locali.
3. Formazione di personale infermieristico locale
generico e specialistico (work cast)
4. Implementazione, attraverso convenzioni con
Università italiane e con le scuole di specialità
italiane, delle attività chirurgiche e mediche
locali
Ente finanziatore
Privati
Ente Promotore
Prof.Walter Albisetti
Durata
Da: 2007 - A: 2011
Partner
Italiani e internazionali:
Waves World Association of Volunteers for
Emergencies and Solidarity - Onlus, Italia
Locali:
Hopital Missionaire St.Jean de Dieu, Afagnan,
Togo
Possibilità di rinnovo / follow up
Rinnovabile
165
ti progettiProgetti progetti progetti
8.1
8.3
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Formazione di fisioterapisti - Ospedale Anoalite, di
Mungbere, Congo
Walter Albisetti
Professore Associato
Borsa di studio per studente di medicina Ospedale di Sololo, Kenya
Walter Albisetti
Professore Associato
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 58296680
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive
e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche,
Chirurgiche ed Odontoiatriche
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 58296680
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive
e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche,
Chirurgiche ed Odontoiatriche
Obiettivi
Contribuire a formare nuovi terapisti e a
migliorare le conoscenze di quelli già formati.
Migliorare di conseguenza l’attività dell’Ospedale
fornendo adeguate prestazioni ai pazienti locali.
Tipo di intervento
• Educazione
• Formazione
Attività
Borsa di studio per fisioterapisti dell’Ospedale
Anoalite, Mungbere, Congo
Beneficiari
Studente di medicina
Educazione - Formazione
Tipo di intervento
• Educazione
• Formazione
Paesi destinatari
Congo (città di Mungbere)
Beneficiari
1. Infermieri
2. Popolazione
3. Ospedale
Risultati attesi
1. Miglioramento delle conoscenze delle tecniche
di fisioterapia e apprendimento di nuove
metodologie terapeutiche
2. Miglioramento delle condizioni de pazienti
Ente Promotore
Prof.Walter Albisetti
Partner
Italiani e internazionali:
1. Waves World Association of Volunteers for
Emergencies and Solidarity - Onlus, Italia
2. Missionari Comboniani
Locali:
Ospedale Anoalite di Mungbere, Congo (gestito
dai Missionari Comboniani)
166
Ente finanziatore
Privati
Durata
Da: 2009 - A: 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Rinnovabile
Educazione - Formazione
Paesi destinatari
Sololo, Kenya
Risultati attesi
Conseguimento della laurea in medicina dello
studente Ali Boru, della etnia dei Borana,
attualmente al terzo anno di studi.
Ente Promotore
Prof.Walter Albisetti
Partner
Italiani e internazionali:
1) Waves World Association of Volunteers for
Emergencies and Solidarity - Onlus
2) CCM Onlus
3) Mondeco Onlus
Locali:
Ospedale di Sololo, Kenya
Obiettivi
Contribuire ad aiutare uno studente a laurearsi in
medicina per poter svolgere la sua attività presso
l’ospedale di Sololo.
Migliorare di conseguenza l’attività dell’Ospedale
e quindi fornire più prestazioni alla popolazione
dei Borana.
Attività
Borsa di studio per studente di medicina Ospedale
di Sololo, Kenya.
Ente finanziatore
Privati
Durata
Da: 2009 - A: 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Rinnovabile
167
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
8.2
8.5
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Formazione di personale medico e supporto
tecnico al servizio sanitario - TIGANIA
Walter Albisetti
Professore Associato
Alessandro Aliverti
Professore Associato Confermato
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 58296680
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive
e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche,
Chirurgiche ed Odontoiatriche
Identificazione dei fattori che influenzano
il ripiegamento e la stabilità degli enzimi
in organismi patogeni che causano malattie
riemergenti
Educazione e formazione sanitaria
Tipo di intervento
• Educazione
• Formazione
Paesi destinatari
Kenya (città di Meru)
Beneficiari
1. popolazione locale
2. personale sanitario locale
Risultati attesi
1. Miglioramento delle conoscenze medico
sanitarie del personale locale
2. Miglioramento della situazione sanitaria
della popolazione
Obiettivi
Miglioramento delle conoscenze medico sanitarie
del personale locale
Miglioramento della situazione sanitaria della
popolazione
Attività
1.Formazione di medici e operatori sanitari locali
2. Fornire materiale chirurgico e medico per start
up delle attività sanitarie locali.
3. Finanziamento di forme locali di assicurazione
sanitaria per malati sieropositivi
Ente finanziatore
Privati
Ente Promotore
Prof. Walter Albisetti
Durata
Da: 2010 - A: 2011
Partner
Italiani e internazionali:
Waves World Association of Volunteers for
Emergencies and Solidarity - Onlus, Italia
Locali:
St. John of Good Hospital - Tigania, Meru, Kenya
Possibilità di rinnovo / follow up
Rinnovabile
AREA TEMATICA
Identificazione e caratterizzazione dei target
molecolari per il trattamento della tubercolosi
e della malaria
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca scientifica nel settore dello sviluppo
dei farmaci
Paesi destinatari
India (Lucknow)
Beneficiari
Comunità scientifica dei Paesi emergenti
Risultati attesi
1. Dissezione del meccanismo di folding/unfolding
in proteine selezionate da organismi patogeni;
2. Identificazione dei fattori che influiscono sulla
conformazione nativa delle proteine sopra
citate;
3. Diffusione dei risultati ottenuti mediante la
pubblicazione di articoli in giornali scientifici
internazionali.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Alessandro ALIVERTI - Dip. di Scienze
Biomolecolari e Biotecnologia, Università degli
Studi di Milano.
Locali:
Vinod BHAKUNI - Dip. Di Biologia Molecolare
e Strutturale, Central Drug Research Institute,
Lucknow, India.
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 14897
Facoltà di Scienze Matematiche, fisiche e Naturali
Vecchio Dip:. Scienze Biomolecolari
e Biotecnologia;
Nuovo Dip.: Bioscienze
Obiettivi
Generale: Chiarimento di alcuni aspetti di base
del processo di ripiegamento del polipeptide e di
stabilità delle conformazioni native delle proteine
come target promettenti per lo sviluppo di nuove
medicine contro le malattie infettive riemergenti,
quali la tubercolosi e la malaria.
Specifico:
1. Identificazione di nuovi farmaci;
2. Ricerca di nuove strategie relative allo sviluppo
dei farmaci;
3. Formazione di giovani ricercatori nell’area della
ricerca biochimica e biofisica.
Attività
1. Purificazione e caratterizzazione strutturale
in vitro mediante differenti tecniche avanzate
di proteine da organismi patogeni;
2. Scambio di campioni, risultati e competenze
tra i partecipanti;
3. Scambi di breve durata tra il personale
dei laboratori.
Ente finanziatore
The Raman Research Fellowship, Consiglio per
la Ricerca Scientifica e Industriale, Nuova Dehli
(to V. Bhakuni), Unione Europea (EU Cluster
QLK2–2000–01761) (to A. Aliverti).
Durata
Da: Giugno 2004 - A: Dicembre 2005
Possibilità di rinnovo / follow up
No
168
169
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
8.4
8.7
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Metilazione del DNA e rischio di cancro allo
stomaco
Andrea Baccarelli
Ricercatore Confermato
Energetica e biomeccanica del movimento umano
Alberto Enrico Minetti
Professore Ordinario
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 20145
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Medicina del Lavoro
Nuovo Dip.: -
Biomeccanica
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15427
Facoltà di Medicina
Vecchio Dip.: Fisiologia Umana;
Nuovo Dip.: Fisiopatologia Medico-Chirurgica
e dei Trapianti
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Obiettivi
Generale: Studio dei determinanti del dispendio
metabolico durante il cammino (a diverse velocità
e pendenze).
Specifici:
Individuazione dei muscoli coinvolti nell’attività
locomotoria e del loro "peso" metabolico.
AREA TEMATICA
Genetica
Tipo di intervento
• Ricerca
Paesi destinatari
Oman (Mascate)
Beneficiari
Pazienti affetti da cancro gastrico
Risultati attesi
L’analisi della metilazione globale e promotorespecifica del DNA nel sangue periferico mediante
pirosequenza fornisce valori quantitativi della
metilazione del DNA che potrebbero rivelarsi
importanti indicatori prognostici.
Questi risultati sostengono l’ipotesi che
l’ipometilazione globale è associata al
carcinoma gastrico nel DNA del sangue intero.
Invece dell’ipermetilazione della regione
promoter, è risultato un interessante modello
dell’ipometilazione della regione promotor in
p-16, p-53, e RUNX-3. Questi risultati verranno
studiati successivamente in uno studio più ampio.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Università degli Studi di Milano
Locali:
Dr. Omar Al Moundhri, Università Sultan Qaboos
Obiettivi
Generale: Studio degli effetti del fumo sul cancro
allo stomaco e sulle malattie del sangue.
Specifici:
1. Analisi della metilazione del DNA con
pirosequenza;
2. Studio della metilazione del promotore del
DNA di 4 geni cancro soppressori: CDH-1,
p16, RUNX e p53;
3. Misurazione della metilazione globale del
genoma del DNA.
Attività
1. Analisi della metilazione del DNA con
pirosequenza su 112 casi di cancro allo
stomaco e 112 controlli;
2. Studio della metilazione del promotore del
DNA di 4 geni cancro soppressori: CDH-1,
p16, RUNX e p53;
3. Misurazione della metilazione globale del
genoma del DNA stimata negli elementi
ripetuti (LINE-1);
4. Sviluppo di saggi per la metilazione dei
promotori dei geni localizzando i promotori
attraverso l’uso del Software Genomatix
5. Analisi della metilazione del DNA su DNA
trattato con bisolfito mediante analisi
quantitativa basata sulla pirosequenza;
5. Misurazione della percentuale di 5-metil
citosina mediante pirosequenza, tecnica che
permette di misurare molteplici singoli CpG.
Ente finanziatore
Università Sultan Qaboos. Istituto Nazionale degli
Stati Uniti
AREA TEMATICA
Paesi destinatari
Brasile (Porto Alegre)
Beneficiari
Scienziati accademici
Risultati attesi
1. Identificazione dei muscoli, tra quelli coinvolti
nella locomozione, con un ruolo specifico
nell’economia della locomozione;
2. Spiegazione dei seguenti fenomeni:
a. costo metabolico minimo di camminata in
piano e su terreno inclinato;
b. velocità di transizione tra camminata e corsa;
c. effetti del carico sui muscoli;
3. Monitoraggio della maggior parte dei muscoli
propulsivi mediante un dispositivo portatile
EMG a 16 canali.
Il costo metabolico della locomozione è usato
come variabile dipendente mentre le attività
muscolari rappresentano le variabili indipendenti.
La regressione multipla rivelerà quali muscoli
sono più coinvolti come determinanti del costo
metabolico.
Attività
1. Ricerca elettromiografica nel laboratorio di gait
analysis;
2. Calibrazione e costruzione del protocollo
sperimentale;
3. Reclutamento dei soggetti;
4. Conduzione delle sessioni sperimentali;
5. Analisi dei dati;
6. Sviluppo di software per il post-processing;
7. Discussione dei risultati;
8. Stesura di report scientifici.
Ente finanziatore
Università di Rio Grande do Sul, Porto Alegre
Durata
Da: Gennaio 2006 - A: Dicembre 2006
Possibilità di rinnovo / follow up
No
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Università degli Studi di Milano
Locali:
Dr. Leonardo Peyre-Tartaruga
Durata
Da: 2006 - A: in corso
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
170
171
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
8.6
8.9
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Epidemia di colera a Zanzibar (Isola di Pemba) 2006
Mirella Maria Pontello
Professore ordinario
Giorgio Angelo Racagni
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15106
Facoltà di Medicina
Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia e
Virologia; Nuovo Dip.: Dip. della Salute
Progetto di fondazione della “Scuola Mediterranea
di Studi Superiore di Neuropsicofarmacologia
e Neuropsichiatria”
Malattie infettive
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
• Servizi alla comunità
Paesi destinatari
Tanzania (Pemba - Zanzibar)
2. WHO - Global Task Force on Cholera Control
Locali:
1. Laboratorio di Salute Pubblica "Ivo de Carneri"
(PHL-IdC)
2. Dip. di Sviluppo Idrico, Pemba (DWD)
Beneficiari
1. Comunità locale del distretto di Chake Chake:
circa 89.000 persone
2. Tecnici del Laboratorio di Sanità Pubblica Ivo
de Carneri (Pemba)
3. Tecnici del Dipartimento dell’acqua (DWD Department of Water Development)
Obiettivi
Generale: Gestione dell’epidemia di colera.
Specifici:
1. Assicurare un’adeguata sorveglianza;
2. Promuovere attività di educazione sanitaria;
3. Conformare la gestione dell’ambiente
alla distribuzione di acqua potabile e a un
adeguato smaltimento degli escrementi.
Risultati attesi
Miglioramento della risposta, efficace e ben
organizzata, all’epidemia di colera a Zanzibar,
rispetto agli interventi realizzati per le epidemie
precedenti.
Nel 2006 il Dipartimento di Sanità Pubblica,
Microbiologia e Virologia (Università degli Studi
di Milano) ha lavorato in stretta collaborazione
con il Comitato del Colera* e gli operatori sanitari
locali per seguire l’epidemia, la sua diffusione e
per valutarne le caratteristiche epidemiologiche.
Il Comitato del Colera svolge un ruolo centrale nel
sistema di integrazione per il rafforzamento della
sorveglianza epidemica, la preparazione
e la risposta al colera.
Attività
1. Raccolta di dati relativi ai pazienti ammessi nei
campi di isolamento (IC) e negli ospedali per
monitorare l’evoluzione dell’epidemia;
2. Contatti con gli Shehja per ottenere dalla
popolazione dati di interesse epidemiologico
relativi ad ogni area IC;
3. Campionamento ed esame coprocolturale per
confermare la diffusione del colera;
4. Campionamento ed analisi microbiologica delle
fonti idriche per fornire indicazioni sull’efficacia
degli interventi di clorazione sia a livello di
comunità che a livello domestico;
5. Studio della resistenza agli antibiotici degli
stipiti di V.cholerae isolati (v. punti 3 e 4).
* Comitato del Colera:
• Global Task Force on Cholera Control, World Health
Organization - Geneva
• Laboratorio di Salute Pubblica Ivo de Carneri (PHL-IdC)
-Pemba
• Autorità dell’Acqua di Zanzibar (ZAWA), Pemba
Ente Promotore
ONG Fondazione Ivo de Carneri, ZNZ - Milan
Partner
Italiani e internazionali:
1. Dip. di Sanità Pubblica, Microbiologia e
Virologia, Università degli Studi di Milano
172
Ente finanziatore
Fondazione Ivo de Carneri - PHL-IdC
Durata
Da: Marzo 2006 - A: Ottobre 2006
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
AREA TEMATICA
Neuropsicofarmacologia, Psichiatria, Neurologia,
Farmacia
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
Paesi destinatari
Paesi del Bacino mediterraneo:
Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Cipro,
Croazia, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia,
Libano, Libia, Malta, Marocco, Montenegro,
Portogallo, Serbia, Siria, Slovenia, Spagna, Territori
autonomi palestinesi, Tunisia, Turchia
Beneficiari
Giovani professionisti (medici di medicina
generale, farmacisti, psichiatri, neurologi,
psicogeriatri)
Risultati attesi
1. Opportunità per clinici e neuroscienzati dei
diversi Paesi del Mediterraneo di aggiornare la
propria conoscenza scientifica e di scambiare
esperienze e opinioni in merito a diagnosi,
prevenzione e cure delle maggiori malattie
psichiatriche e neurologiche;
2. Analisi della situazione contingente nei diversi
Paesi mediante questionari e diffusione delle
informazioni ottenute;
3. Armonizzazione dei trattamenti dei disordini
mentali tra i Paesi del bacino del Mediterraneo;
4. Realizzazione di una piattaforma multimediale
con accesso tramite ID e password in modo da
seguire i corsi formativi online a distanza;
5. Realizzazione di un seminario formativo in
presenza in almeno due Stati Membri, ogni anno.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Docenti di ogni Stato membro
Locali:
Docenti di ogni Stato membro
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 8331
Facoltà di Farmacia
Vecchio Dip.: Scienze Farmacologiche;
Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche
e Biomolecolari
Obiettivi
Generale: Aumento di know how psichiatrico e
neuropsicofarmacologico tra giovani professionisti
nei Paesi del bacino mediterraneo.
Specifici:
1. Insegnare ed educare giovani professionisti.
Aiutare giovani professionisti ad avere accesso
a nuove scoperte, nuove tecnologie e nuovi
trattamenti terapeutici;
2. Creare opportunità per giovani professionisti
(borse di studio per stage) e corsi di
aggiornamento e formazione, principalmente
mediante lezioni online e residenziali;
3. Organizzazione di laboratori nei Paesi del
bacino del Mediterraneo.
Attività
1. Definizione di statuti e leggi locali;
2. Realizzazione di website (grafica, contenuti,
gestione multimediale);
3. Individuare i temi per i corsi formativi e i
seminari;
4. Realizzazione e stampa di materiale scientifico
e tecnico;
5. Realizzazione e digitalizzazione del contenuto
della piattaforma multimediale;
6. Realizzazione di un CD-rom per i corsi online
a distanza;
7. Organizzazione logistica dei corsi nei Paesi
del bacino del Mediterraneo.
Ente finanziatore
Donazioni pubbliche e private (industrie
farmaceutiche)
Durata
Da: Ottobre 2010 - A: Ottobre 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
Altri due anni (2013/2014)
173
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
8.8
8.11
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Anatomia funzionale di testa e collo nei soggetti
normali e nei pazienti odontoiatrici
Chiarella Sforza, Virgilio F. Ferrario
Professori Ordinari
Anatomia quantitativa delle arcate dentarie
e del palato
Chiarella Sforza, Virgilio F. Ferrario
Professori Ordinari
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
[email protected]; tel. 02 503 15407
Facoltà di Medicina
Vecchio Dip.: Morfologia Umana e Scienze
Biomediche; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche
per la Salute
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
[email protected]; tel. 02 503 15407
Facoltà di Medicina
Vecchio Dip.: Morfologia Umana e Scienze
Biomediche; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche
per la Salute
Obiettivi
Generale: Definizione di metodi per la valutazione
strumentale del sistema stomatognatico.
Specifici:
1. Cooperazione tra ricercatori, formazione
e scambi di studenti e di dottorandi;
2. Definizione di test diagnostici;
3. Definizione di valori di referenza.
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Anatomia, Odontoiatria, Chirurgia Maxilofacciale
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
Brasile (São Paulo - Ribeirao Preto)
Beneficiari
1. Studenti
2. Pazienti odontoiatrici
Risultati attesi
1. Definizione di metodi per la valutazione
strumentale del sistema stomatognatico,
compreso lo sviluppo di strumenti e metodi,
con particolare attenzione ai metodi non
invasivi;
2. Definizione di valori di referenza normali per i
soggetti brasiliani;
3. Uso di test strumentali quantitativi per la
diagnosi e la valutazione del trattamento
nelle aree di dolore orofacciale e disordini
temporomandibolari.
Ente Promotore
Dip. di Morfologia Umana e Scienze Biomediche,
Università degli Studi di Milano
Partner
Locali:
1. Prof. Cláudia M. de Felício, Facoltà di Medicina
di Ribeirao Preto (FMRP), Università di São
Paulo;
2. Prof. Marco A. Rodrigues da Silva, Facoltà
di Odontoiatria di Ribeirão Preto, Università
di São Paulo.
Attività
1. Definizione di metodi di misurazione;
2. Raccolta di dati normativi;
3. Confronti fra pazienti.
I metodi strumentali attualmente in uso nel
dipartimento di Morfologia Umana e Scienze
Biomediche per l’analisi quantitativa del
sistema stomatognatico verranno applicati ai
soggetti normali brasiliani. Si definiranno i dati
normativi che verranno applicati per la diagnosi,
la pianificazione del trattamento e l’analisi
quantitativa dei risultati nei pazienti odontoiatrici.
In particolare, considerando la difficoltà della
diagnosi differenziale, l’eziologia sconosciuta e
la mancanza di una solida base scientifica per la
maggior parte dei trattamenti, verranno analizzati
i pazienti con dolore orofacciale e disordini
temporomandibolari.
Ricercatori e studenti brasiliani approfitteranno
dei nuovi metodi e delle nuove tecnologie.
Ente finanziatore
Università di São Paulo; Università degli Studi
di Milano
Durata
Da: Gennaio 2006 - A: Dicembre 2015
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
Odontoiatria, Chirurgia Maxilofacciale
Paesi destinatari
Colombia (Medellín)
Beneficiari
1. Pazienti con labiopalatoschisi
2. Studenti
3. Pazienti odontoiatrici
Risultati attesi
1. Definizione di metodi per l’analisi
tridimensionale quantitativa delle arcate
dentarie e del palato duro in soggetti umani;
2. Definizione della misura e della forma normali
delle arcate dentarie e del palato duro in
soggetti colombiani;
3. Pazienti con labiopalatoschisi: confronto degli
effetti dei differenti trattamenti sulla misura
e forma palatale;
4. Pazienti odontoiatrici: confronto degli effetti
delle differenti patologie e trattamenti rilevanti
sulla misura e forma dell’arcata dentaria;
5. Trasferimento di metodi e tecnologia a
ricercatori e studenti colombiani.
Ente Promotore
Dip. di Morfologia Umana e Scienze Biomediche,
Università degli Studi di Milano
Partner
Locali:
Prof. Ana María Cerón-Zapata, Prof. Ana María
López-Palacio, Prof. Claudia C. Restrepo, CES
University, Medellín, Colombia
Obiettivi
Generale: Definizione di caratteristiche
tridimensionali delle arcate dentarie e del palato
di soggetti colombiani.
Specifici:
1. Studio dell’effetto delle differenti patologie;
2. Confronto degli effetti dei differenti
trattamenti;
3. Definizione di caratteristiche normali in
soggetti colombiani.
Attività
1. Definizione di metodi di misurazione;
2. Raccolta di dati tridimensionali;
3. Analisi statistica.
Il primo passo è la definizione di un metodo per
l’analisi tridimensionale quantitativa delle arcate
dentarie e del palato duro in soggetti umani.
Attualmente le analisi vengono effettuate con
calibri che non valutano la complessa geometria
delle strutture biologiche. Si useranno strumenti
ottici tridimensionali (stereofotogrammetria)
e digitalizzatori a contatto per ottenere dati
della superficie dei modelli in gesso delle arcate
dentarie e del palato. Successivamente, si
otterranno indicatori di misura e forma per:
a) definire le normali caratteristiche dei soggetti
colombiani; b) studiare gli effetti delle differenti
patologie; c) confrontare gli effetti dei differenti
trattamenti.
Ricercatori e studenti colombiani approfitteranno
dei nuovi metodi e delle nuove tecnologie.
Ente finanziatore
Università degli Studi di Milano;
Università di Medellin
Durata
Da: Gennaio 2003 - A: Dicembre 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
174
175
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
8.10
8.13
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Morfologia facciale tridimensionale in soggetti
normali e in pazienti
Chiarella Sforza, Virgilio F. Ferrario
Professori Ordinari
Integrazione tra la medicina occidentale e la
medicina cinese
Umberto Solimene
Professore Associato Confermato
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
[email protected]; tel. 02 503 15407
Facoltà di Medicina
Vecchio Dip.: Morfologia Umana e Scienze
Biomediche; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche
per la Salute
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 18461
Facoltà di Medicina e chirurgia
Vecchio Dip.: Morfologia Umana e Scienze
Biomediche; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche
per la Salute
Obiettivi
Generale: Definizione di metodi non invasivi
per l’analisi 3D della morfologia facciale.
Specifici:
1. Cooperazione tra ricercatori, formazione
personale locale;
2. Definizione di test diagnostici;
3. Definizione di valori di riferimento
Tipo di intervento
• Ricerca
• Formazione
Anatomia, Odontoiatria, Chirurgia Maxilofacciale
Tipo di intervento
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
1. Sudan (Khartoum)
Beneficiari
1. Medici
2. Dentisti
3. Pazienti con alterazioni craniofacciali
Risultati attesi
1. Definizione di metodi per la valutazione
tridimensionale non invasiva della morfologia
facciale;
2. Definizione di valori di riferimento normali
per i soggetti nord Sudanesi;
3. Uso di misure 3D relative ai tessuti molli
facciali per la definizione del fenotipo in varie
alterazioni craniofacciali e il controllo delle
terapie
Ente Promotore
Dip. di Morfologia Umana e Scienze Biomediche,
Università degli Studi di Milano
Partner
Locali:
Dr. Fadil Elamin Department of Orthodontics,
El-Razi College Dentistry, Khartoum, Sudan
Attività
1. Definizione di metodi di misurazione;
2. Raccolta di dati normativi;
3. Confronti fra pazienti.
I metodi strumentali attualmente in uso nel
dipartimento di Morfologia Umana e Scienze
Biomediche per l’analisi quantitativa non invasiva
della morfologia facciale nelle 3 dimensioni
dello spazio verranno applicati ai soggetti del
Nord del Sudan. Si definiranno i dati normativi
che verranno applicati per la diagnosi, la
pianificazione del trattamento e l’analisi
quantitativa dei risultati in pazienti con alterazioni
della morfologia facciale.
Ricercatori e medici sudanesi approfitteranno
dei nuovi metodi e delle nuove tecnologie.
Ente finanziatore
El-Razi College of Dentistry, Khartoum, Sudan;
Università degli Studi di Milano
Durata
Da Gennaio 2009 - A Dicembre 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
176
Medicina
Paesi destinatari
1. Cina (Nanjing)
2. Italia (Milano)
Beneficiari
1. Medici italiani
2. Sistema sanitario italiano
Risultati attesi
1. Mostrare il “modo occidentale” di interpretare
l’agopuntura e la medicina cinese tradizionale
mediante un approccio moderno;
2. Mostrare un esempio di possibile integrazione
tra la medicina occidentale e la medicina cinese
tradizionale;
3. Raccogliere e condividere informazioni ed
esperienze circa l’integrazione della medicina
tradizionale nel sistema sanitario;
4. Condividere i criteri e gli approcci usati per
valutare il vantaggio economico della medicina
cinese tradizionale per permettere ad altri Paesi
interessati di condurre esperienze simili.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Ministero della Salute in Italia
2. Università degli Studi di Milano
Locali:
1. Università di Medicina Tradizionale Cinese di
Nanjing
2. Amministrazione Statale Cinese per la Medicina
Tradizionale Cinese
Obiettivi
Generale: Trovare una risposta al dolore mediante
l’uso della medicina cinese tradizionale.
Specifici:
1. Permettere ai medici che partecipano al
progetto di capire i fondamenti culturali e
teorici della medicina cinese tradizionale e
le sue applicazioni per curare alcune delle
malattie più comuni, secondo scienza e
coscienza;
2. Consentire ai medici partecipanti di apprezzare
e, possibilmente, sfruttare le opportunità
di integrazione e sinergia tra la medicina
occidentale e la medicina cinese tradizionale.
Attività
Conferenze e seminari formativi tenuti da
docenti italiani e cinesi sulle maggiori differenze
e relazioni inaspettate che stanno alla base dei
modelli epistemologici della medicina occidentale
e della medicina cinese tradizionale.
Nella medicina cinese tradizionale, si può
trovare una valida risposta al dolore che può
essere inclusa nel quadro della ricerca scientifica
moderna volta a contrastare le malattie e a
preservare la salute.
Il personale docente ha portato a termine il corso
del master in maniera esemplare.
Ente finanziatore
Ministero della Salute in Italia
Durata
Da: 2006 - A: 2008
Possibilità di rinnovo / follow up
Il nuovo progetto è in fase di valutazione.
177
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
8.12
8.15
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Infezioni micotiche (infezioni di Fusarium e
infezioni micotiche profonde in pazienti di terapia
intensiva)
Anna Maria Tortorano
Professore Associato Confermato
Sostegno al programma di controllo della
tubercolosi presso le comunità tibetane in India
Luisella Verotta
Ricercatore confermato
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15146
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia
e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche
per la Salute
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 14108
Facoltà di Scienze MM, FF e NN
Vecchio Dip.: Chimica Organica e Industriale;
Nuovo Dip.: Chimica
Obiettivi
Specifici:
1. Raccolta di informazioni su pazienti di terapia
intensiva affetti da infezioni micotiche
profonde;
2. Raccolta di ceppi di Candida isolati da
emocoltura in pazienti di terapia intensiva
per saggiare la produzione di biofilm;
3. Raccolta di informazioni su infezioni di
Fusarium superficiali e disseminate;
4. Raccolta di ceppi di Fusarium da identificare
mediante metodi molecolari.
Tipo di intervento
• Miglioramento della salute
• Formazione
AREA TEMATICA
Microbiologia
Tipo di intervento
• Ricerca
Paesi destinatari
Turchia
Beneficiari
Pazienti di terapia intensiva
Risultati attesi
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Prof. Anna Maria Tortorano, Università
degli Studi di Milano
2. Lena Klingspor, Università di Karolinska,
Stockholm
Locali:
1. Emel Tumbay, Dip. di Microbiologia,
Università di Ege
2. Sevtap Arikan Akdagli, Laboratorio
di Micologia, Università di Hacettepe scuola
di Medicina, Ankara
Attività
1. Raccolta di informazioni (demografiche,
cliniche, microbiologiche) riguardo i pazienti
di due terapie intensive in Turchia e i pazienti
di altri reparti in Paesi europei;
2. Test in vitro di produzione di biofilm da parte
di ceppi di Candida isolati da emocoltura di
pazienti di terapia intensiva;
3. Raccolta di informazioni (demografiche,
cliniche, microbiologiche) di pazienti turchi con
infezioni di Fusarium superficiali o disseminate
nel quadro di un’indagine europea che
coinvolge 12 Paesi;
4. Identificazione di metodi molecolari di ceppi di
Fusarium isolati in corso di infezioni superficiali
o disseminate e analisi della biodiversità.
Ente finanziatore
Durata
Da: Gennaio 2006 - A: Dicembre 2008
Possibilità di rinnovo / follow up
-
Salute
Paesi destinatari
India
Beneficiari
Rifugiati tibetani in India
Risultati attesi
1. Implementazione della strategia DOTS in
insediamenti tibetani in India;
2. Miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari
per la diagnosi precoce della TBC;
3. Miglioramento della preparazione tecnica degli
operatori sanitari;
4. Miglioramento dell’integrazione tra la medicina
allopatica e la medicina tradizionale tibetana
nell’educazione sanitaria per la prevenzione
e la guarigione dalla TBC;
5. Standardizzazione degli strumenti clinici
e di laboratorio;
6. Miglioramento delle condizioni cliniche dei
medici dell’ospedale Delek a Dharamsala.
Ente Promotore
AISPO
Partner
Italiani e internazionali:
1. COE (Centro Orientamento Educativo, Milan)
2. Istituto Scientifico “Ospedale S. Raffaele-HSR”
3. WHO
4. Dip. di Chimica Organica e Industriale,
Università degli Studi di Milano
Locali:
1. Ospedale Delek, Dharamsala
2. Istituto Medico e Astrologico Tibetano di H.H.
il Dalai Lama (Men-Tsee-Kang), Dharamsala
Obiettivi
Generale: migliorare le condizioni di salute dei
rifugiati tibetani in India, favorendo l’accesso ai
178
servizi anche alla popolazione indiana.
Specifici:
1. Integrazione del sistema di medicina tibetana,
coinvolgendo dottori e operatori sanitari
tibetani in una campagna di consapevolezza
su prevenzione, diagnosi precoce e dieta
alimentare per eradicare la tubercolosi;
2. Coinvolgimento della comunità nella
valorizzazione del sapere tradizionale.
Attività
1. Rete etnica tra i sistemi di medicina biomedico
e tibetano per diffondere nelle comunità
informazioni chiare e corrette e coinvolgerle
in una strategia inclusiva su prevenzione e
diagnosi precoce della TBC;
2. Seminari e formazione su prevenzione e dieta
alimentare per promuovere la rete con la
partecipazione di esperti e operatori sul campo
coinvolti nella campagna;
3. Raccolta e organizzazione di dati botanicomedico-nutrizionali;
4. Campagna di consapevolezza mediante
manuali bilingue, poster e un documentario
preparato dalla rete, coinvolgendo esperti di
medicina tibetana e i leader spirituali delle
comunità, con particolare enfasi sull’approccio
iconico;
5. Miglioramento della dieta alimentare attraverso
la coltivazione di integratori alimentari in orti;
6. Follow up dei risultati ottenuti.
Ente finanziatore
MAE, AISPO
Durata
Da: Gennaio 2009 - A: Dicembre 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Al momento sconosciuta.
179
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
8.14
BOX
Medicina tradizionale cinese e medicina occidentale:
due mondi che si incontrano
L’Università’ di Milano, dopo il viaggio nel 1973
della prima Delegazione Medica Ufficiale in Cina
con i Prof. P. Mantegazza (farmacologo), Edmondo Malan (Chirurgo), Carlo Lorenzo Cazzullo (psichiatra) fu tra le prime in Europa ad aprirsi alla
Medicina Tradizionale Cinese.
Gli autorevoli farmacologi e clinici ne vedevano,
infatti, le grandi possibilità terapeutiche e di prevenzione che se opportunamente valutate, sperimentate ed esercitate potevano essere una valida
integrazione alle moderne scienze mediche.
Quel primo viaggio è stato l’inizio di una lunga
e proficua collaborazione che prosegue, ininterrottamente sino ad oggi tra il nostro Ateneo ed
analoghe istituzioni cinesi.
Ne segnaliamo le più significative e recenti e tuttora attive che costituiscono, capitoli importanti
che poi sono serviti di modello per ispirare iniziative analoghe in diverse Istituzioni Universitarie
Italiane (Roma, Firenze) e straniere (Monaco di
Baviera).
• Istituzione di Corsi di perfezionamento post
laurea in Agopuntura (dal 1992)
• Istituzione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) del Centro di referenza Europeo per la Medicina Tradizionale (dal
1997)
• Collaborazione con l’Università di Chengdu,
per le ricerche in campo fitoterapico
• Collaborazione con l’università di Nanchino,
per la didattica in MTC
• Collaborazione con l’Università per la MTC di
Pechino
• Collaborazione con l’Università per la Medicina
Tradizionale di Shanghai
• Collaborazione con l’Università per la Medicina
Tradizionale di Guanchow
Inoltre, presso l’Ateneo Milanese esiste l’unico
Centro in Europa riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come struttura referente
nel settore (WHO Collaborating Centre for Traditional Medicine). La missione nella Repubblica Popolare Cinese compiuta nell’Agosto 2004 dall’allora Ministro della Salute e l’interesse dimostrato
anche da alcuni autorevoli componenti, scienziati
e docenti, tra cui anche il Prof. G. Coggi, (allora Preside della Facoltà Medica dell’Università di
Milano), esperti farmacologi ed imprenditori verso
le potenzialità della Medicina Tradizionale Cinese,
resero ancora più attuale il problema del suo insegnamento nelle Facoltà mediche.
L’Istituzione del “Master di Integrazione tra la
Medicina Occidentale e la Medicina Tradizionale
Cinese” è uno dei concreti risultati di questa missione.
Anche i Ministri della salute che si sono succeduti
hanno sempre sostenuto attivamente, tramite i
Dirigenti Generali preposti, tale iniziativa di formazione medica.
Il Ministero della Salute che ne è stato il promotore e sostenitore, anche economico, ha individuato
nell’Università degli Studi di Milano e di Roma (La
Sapienza) le palestre formative, in collaborazione
con l’Università per la Medicina Tradizionale Cinese di Nanchino.
Nel mese di Settembre 2011 è previsto l’arrivo
presso il nostro Ateneo di una Delegazione al
massimo livello dell’Università di Guanzhou, per
un accordo nel campo della qualità della Formazione in Medicina Tradizionale Cinese.
Referente in Ateneo
Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica,
Biotecnologie e Medicine Naturali
WHO Coll.Centre for Traditional Medicine
Prof. Umberto Solimene
Vecchio Dip.: Dipartimento di Morfologia Umana
e Scienze Biomediche - Città Studi
Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Biomediche
per la Salute
181
9.0 Società ed istituzioni
GESTIONE DEI PROBLEMI SOCIALI
Prof.ssa Cristiana Fiamingo
Vecchio dip.: Dipartimento di Studi Internazionali
Nuovo dip.: Dipartimento di Studi internazionali, Giuridici e Storico-politici
Cinque sono, ad oggi, i progetti rivolti ai cosiddetti “Paesi in via di Sviluppo” (Pvs) presentati per
questa pubblicazione nel quadro della gestione dei problemi legati a società e istituzioni e due i
box relativi ad iniziative concorrenti. Prima di esaminarne elementi comuni, peculiarità e potenzialità, sembra opportuno sollevare un rilievo critico relativo all’acronimo Pvs, per impostare anche
in futuro una razionalizzazione del rapporto del nostro Ateneo nei confronti dei paesi emergenti:
dobbiamo, infatti, considerare come almeno due dei partner nazionali, fra i cinque coi quali s’è
intessuto il rapporto di cooperazione - Cina, India, Kenya, Namibia e Tailandia - appartengano
ai cosiddetti “Big four”, meglio noti come i paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina): economie
emergenti, appunto, che, come evidenziato negli anni della crisi economica globale che si sta
vivendo, riescono a mantenere elevati standard e forti ritmi di produzione e impiego, a differenza
delle economie occidentali.
Al vaglio delle schede qui offerte, si evidenzia la matrice educativo-formativa di quattro progetti
su cinque: nel campo del diritto internazionale (capofila Marco Pedrazzi), tra l’Università cinese di
Harbin e il nostro Ateneo; in quello relativo alla creazione di un Centro di Studi Europei a Delhi,
inteso a promuovere gli scambi tra Unione Europea e India (capofila Alessandro Vescovi), laddove
il focus del nostro Ateneo è stato quello delle migrazioni, e nel recupero socio-economico del
capitale umano emarginato dalla pandemia dell’Aids nei due progetti destinati a una comunità
contadina a Ben Khai, in Tailandia, e alla scuola missionaria per orfani a Karungu, in Kenya (capofila Walter Albisetti).
Nei due progetti che coinvolgono Cina e India, si è intessuto un mutuo scambio di studenti e
docenti: i rapporti, pertanto, non sono tanto ispirati ad un unidirezionale “dono”, quanto ad uno
scambio di competenze e metodologie, passibile di riprodursi e orientato a rafforzarsi, il primo,
con accordo consensuale delle parti; il secondo, con la firma di un trattato bilaterale. Il fine di entrambi i progetti è piuttosto la creazione di un comune linguaggio fra studiosi e studenti (gli attori
di domani), in una piattaforma di lavoro accomunante, indispensabile per la realizzazione di strumenti di pianificazione e gestione di problemi cogenti di società in crescita. Va anche considerato
come tali società siano attualmente in competizione, non solo sotto il profilo economico e delle
politiche del lavoro, ma anche relativamente al contingente portato valoriale relativo alla gestione dei rapporti sociali e della considerazione di individui e collettività nel quadro della sicurezza
umana, alla base della gestione delle diverse sfere del diritto. Una competizione, questa, che va
necessariamente superata allorquando i rapporti maturino nella dimensione dell’interdipendenza
fra le nazioni e nella ricognizione di valori di legittimazione reciproca.
183
I progetti gestiti da Walter Albisetti esulano solo apparentemente dall’ambito medico in cui questi
opera, mirando a rendere “sane” comunità: attraverso la reintegrazione nella società di contadini ammalati di Aids grazie agli strumenti del lavoro strutturato e organizzato al fine della sua
riproduzione, rispondendo alle esigenze della comunità di Ban-Khai, nel progetto in Tailandia e
garantendo l’acquisizione di un’educazione formale agli orfani dell’Aids, nel progetto diretto al
distretto keniano. Il loro obiettivo è quello di ridurre le disparità e produrre una normalizzazione di
contesti patologicamente affetti da stigma e rinuncia al futuro.
Diverso, almeno in parte, è il progetto presentato per questa pubblicazione dalla scrivente. Lo
studioso, nelle specifiche competenze maturate nel settore delle società post-conflitto in Africa
australe, dopo lunghi anni di ricerca sul campo in Namibia, sin dall’alba della sua indipendenza
dal Sudafrica, si fa agente monitoratore della ricomposizione di un conflitto ultraventennale, seguendo la sorte della specifica categoria sociale degli ex-combattenti, valutando, in parallelo, il
rapporto ambiguo della nuova nazione col proprio passato e i suoi “residui” umani (tra “heroes”,
“remnants” e “relics”) e con la cittadinanza: tra istituzionalizzazione della risoluzione del problema della reintegrazione socio-economica degli ex-combattenti, valutazione dei termini, delle
percezioni e delle radici storiche, politiche ed economiche della problematica, nonché del discorso
politico che la definisce. L’intenso interscambio con le istituzioni coinvolte, la legittimazione da
parte dell’Università della Namibia e il rilascio su richiesta di una relazione relativa alla ricerca svolta
e alle sue risultanze alla passata gestione del ministero per gli affari dei veterani locale - di contemporanea istituzione agli ultimi anni della ricerca -, testimoniano del riconoscimento da parte istituzionale delle competenze e della necessità di prendere in considerazione prospettive accademiche.
Infine, per quanto attiene alle fonti di finanziamento: è significativo come fondi europei alimentino l’iniziativa del Centro studi europei, quelli universitari sostengono il progetto di cooperazione
accademica sino-italico, mentre privati siano i fondi cui attingono gli altri tre progetti che mirano
a individuare e correggere ostacoli contingenti, per rendere sostenibile il futuro, il che mina la loro
riproducibilità e monitoraggio.
Il ruolo delle Università nei rapporti di partenariato socio-istituzionale
L’evoluzione della politica di cooperazione allo sviluppo in politica di partenariato, pur lungo una
strada accidentata, nel nostro Paese, è innegabile. Gestita per lungo tempo in primis dalla società
civile e dalle associazioni di volontariato in modo non sempre coordinato, con l’istituzione della
Direzione Generale Cooperazione Sviluppo (DGCS) presso il ministero degli esteri e nel più ampio
e stringente quadro della politica estera dell’Unione Europea, se, da una parte, soffre di una endemica mancanza di finanziamenti adeguati agli impegni presi dai Governi italiani nel corso degli
ultimi vent’anni, sta beneficiando in modo crescente d’una sempre più stretta interrelazione col
mondo universitario, tanto a livello interno che internazionale, ma non in modo organico. Una
maggiore interazione tra coordinamento istituzionale, accademia e società civile sarebbe auspicabile e, assai probabilmente, beneficerebbe l’intero sistema di partenariato e la stessa accademia
italiana integrandola in modo più immediato ai bisogni della società globale. Una simile consapevolezza ha ispirato Stefano Bocchi (Facoltà di Agraria, Univ. degli Studi Milano) e la scrivente
(Scienze Politiche Univ. degli Studi Milano) nella creazione del Seminario Interuniversitario, Interfacoltà, Interdisciplinare (SIII): un consorzio interuniversitario informale, garantito dai docenti di
alcune Facoltà milanesi dell’Università degli studi, della Bicocca e del Politecnico e dalle rispettive
184
reti, da alcune organizzazioni della società civile attive nei diversi settori coinvolti, nonché da amministratori pubblici disponibili (v. Box). Il SIII offre seminari multidisciplinari, dal 2006, a cadenza
annuale, in cui sviscera tematiche legate alla vulnerabilità e alla sicurezza umana e alle politiche di
gestione sostenibile delle risorse, invocando un’intermediazione cosciente e responsabile da parte
degli Stati. Tanto il SIII che gli “agenti” della cooperazione accademica nei progetti presentati
mirano ad accrescere la consapevolezza, le competenze e gli interscambi disciplinari nelle società
coinvolte, a partire dalla società di provenienza, tentando di avvicinare le organizzazioni di volontariato attive nei paesi emergenti all’Accademia, al fine di produrre un costruttivo miglioramento
dei progetti, di lunga durata e radicati in società che li vogliono fortemente e vi contribuiscono in
una percezione chiara dei loro costi e delle conseguenze di breve, medio e lungo periodo.
La recente organizzazione del Comitato Italo-libico Ma’an Li’l-Ghad si inquadra in questo percorso
(v. Box): la presenza di docenti universitari, accanto ad organizzazioni operative consapevoli del
loro ruolo - prima, nell’emergenza e quindi nella costruzione partecipate della livelihood - si fa
garanzia di una visione olistica del progetto, superando la puntualità dell’intervento, affidato alle
competenze operative dell’Ong di volontariato - come in questo caso, stimolato dall’emergenza
della guerra -, in vista di un approccio integrato, riproducibile e passibile di evolvere in rapporto
culturale e di scambio paritario.
Conclusioni
Queste esperienze - tra partenariato nella formazione universitaria; sostegno e garanzia di una
livelihood al possibile paritaria; monitoraggio della responsabilizzazione istituzionale nel riconoscimento e nell’approccio alle problematiche socio-economiche locali; nonché l’esperienza seminariale di formazione, rivolta alla società che si percepisce come donatrice e quella del Comitato
paritario, traghettatore da una situazione di emergenza ad una di normalità e parificazione dei
rapporti - ci portano ad esprimere un auspicio: di un ruolo crescente delle competenze universitarie, specificatamente nel settore socio-politologico, nel monitoraggio di medio-lungo termine dei
progetti di cooperazione e partenariato al fine di valutarne in modo interdisciplinare impatto sociale, eventuali correzioni locali, l’adozione di tecniche adattabili ai diversi contesti in un rapporto
di partenariato, a garanzia della riproducibilità degli stessi nel miglioramento integrato del contesto socio-economico che li adotta, ma anche attento ad assicurare e stimolare la partecipazione
istituzionale locale nella loro gestione, a garanzia di un’effettiva responsabilizzazione di organi di
governo locali verso la società e non di una sostituzione dello stesso da parte di un’espressione di
società civile, peraltro, allogena.
185
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Giardino dell’Eden - Produzione di fertilizzante
organico, Thailandia
Walter Albisetti
Professore Associato
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 58296680
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive
e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche,
Chirurgiche ed Odontoiatriche
Educazione - Formazione
Tipo di intervento
• Formazione
Paesi destinatari
Ban-Khai, provincia di Rayong, Thailandia
Beneficiari
Popolazione
Risultati attesi
Reinserimento di malati di AIDS mediante la loro
partecipazione alla produzione di fertilizzanti
organici presso il Giardino dell’Eden
Ente Promotore
Prof. Walter Albisetti
Partner
Italiani e internazionali:
1. Waves World Association of Volunteers for
Emergencies and Solidarity - Onlus, Italia
2. Fondazione Pro.sa Onlus, Italia
3. Azienda Agricola Andegardo, di Cernusco
Lombardone, Italia
4. sig. Ciambrelli, Italia
5. Ambasciata del Lussemburgo
Locali:
Centro di riabilitazione Giardino dell’Eden
Obiettivi
1. Ampliare le attività svolte all’interno
dell’associazione Giardino dell’Eden
2. Reinserimento nell’ambito del lavoro di persone
sieropositive
3. Nuove attività lavorative
Attività
1. Fornitura di materiali per avviare e proseguire
nell’attività di produzione del fertilizzante
2. Fornitura di mezzi per il trasporto e la
distribuzione dei prodotti.
Ente finanziatore
Privati
Durata
Da: 2011 - A: 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
Rinnovabile
187
ti progettiProgetti progetti progetti
BASSA
9.1
9.3
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Progetto per Materiale Didattico e arredamento
per scuola primaria per orfani dell’Aids - Beato
Luigi Tezza, Karungu, Kenya
Walter Albisetti
Professore Associato
Verso l’istituzionalizzazione di un problema: la
reintegrazione degli ex- combattenti in Namibia
e la costituzione di un Ministero per gli Affari dei
Veterani
Cristiana Fiamingo
Ricercatore Confermato
AREA TEMATICA
Educazione
Tipo di intervento
• Educazione
Paesi destinatari
Kenya (città di Karungu)
Beneficiari
350 bambini orfani, tra i 3 e 14 anni
Risultati attesi
Permettere la frequenza scolastica e
miglioramento dell’apprendimento da parte degli
studenti e più coinvolgimento degli insegnanti
Ente Promotore
Prof. Walter Albisetti
Partner
Italiani e internazionali:
1. Waves World Association of Volunteers for
Emergencies and Solidarity - Onlus,Italia
2. Fondazione Pro.sa Onlus, Italia
Locali:
Scuola Primaria B.L.Tezza, dei Padri Camilliani,
Karungu, Kenya
e-mail: [email protected]
tel. 02 58296680
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive
e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche,
Chirurgiche ed Odontoiatriche
Obiettivi
Contribuire ad arginare il fenomeno
dell’abbandono scolastico e migliorare, attraverso
l’accesso all’istruzione primaria le condizioni e le
prospettive di vita dei bambini orfani della scuola.
Attività
1. Fornitura di libri di testo, materiale didattico
e divise scolastiche
2. Allestimento aule
Ente finanziatore
Privati
Durata
Da: 2004 - A: 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Rinnovabile
AREA TEMATICA
Politica
Tipo di intervento
Ricerche sul campo in Namibia e Sudafrica.
Prossime ricerche nei restanti stati dell’Africa
australe.
Paesi destinatari
1. Namibia (Windhoek)
2. SADC (Comunità di Svil. dell’Africa Merid.)
Beneficiari
1. Università della Namibia
2. Ministero per gli Affari dei Veterani (Namibia)
3. Veterani in Namibia
4. Società civile in Namibia
Risultati attesi
1. La ricerca ha permesso un confronto della
società civile con le questioni della democrazia
e della riproduzione di una cultura politica
libera attraverso le proprie istituzioni.
2. Il Ministero per gli Affari dei Veterani ha chiesto
e ottenuto i risultati periodici della ricerca per
avere un report obiettivo e qualificato.
3. Organizzazione di incontri con la società civile
namibiana per discutere sulla sensibilizzazione
verso le implicazioni di questioni quali la
democratizzazione del Paese e il rispetto dei diritti.
4. Condivisione di documenti con il Ministero
per gli Affari dei Veterani e le associazioni dei
veterani. Questa documentazione è parte di
un processo sostenuto dall’Università della
Namibia e dagli Archivi Nazionali.
5. Pubblicazione di articoli. Presentazione dei
risultati alle conferenze AEGIS a Leiden (2007),
Leipzig (2009), Milano (2010) circa un’ipotesi
di comparazione col Sudafrica.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Università degli Studi di Milano
Locali:
Università della Namibia
188
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 21090
Facoltà di Scienze Politiche
Vecchio Dip.: Studi Internazionali;
Nuovo Dip.: Studi Internazionali, Giuridici
e Storico-Politici
Obiettivi
Generale: Analisi della reintegrazione degli excombattenti nel quadro della politica di riconciliazione
nazionale in Namibia e impatto sulla società
Specifici:
1. Analisi circa la riproduzione della cultura
politica nel processo di costruzione nazionale
2. Analisi delle strategie e dei cambiamenti del
partito di maggioranza con una cultura militarista
3. Analisi del rafforzamento delle istituzioni in un
Paese in via di democratizzazione
Attività
1. Ricerche su documenti originali
2. Interviste a responsabili istituzionali, delle reti della
società civile e a membri di associazioni di
veterani.
3. Analisi di letteratura grigia (blog inclusi)
Nel 2007, il governo namibiano ha abbracciato
la questione della reintegrazione socio-economica
degli ex-combattenti, tipica delle società che
hanno affrontato guerre pluriennali. Dopo
molti anni di proteste, la maturazione di una
strategia comune tra i veterani ha indotto il
partito di maggioranza, SWAPO- ex movimento
di liberazione - ad istituzionalizzare il problema,
creare il Ministero per gli Affari dei Veterani ed
avviare un costoso programma pensionistico.
Le strategie utilizzate vengono confrontate con
le soluzioni proposte dai Paesi vicini appartenenti
alla Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale.
Ente finanziatore
Fondi PUR (Programma dell’Università per
la Ricerca) e Università degli Studi di Milano
Durata
Da: Maggio 2002 - A: Settembre 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Si stanno cercando fondi istituzionali e non per
assicurare la presenza in loco e per future ricerche.
189
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
9.2
9.5
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Accordo di cooperazione internazionale
Marco Pedrazzi
Professore Ordinario
Collaborazione didattica per la fondazione
di un centro di “European Studies”
Alessandro Vescovi - Paola Rebughini
Ricercatore Confermato
Cooperazione scientifica e accademica nel campo
del diritto internazionale
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 21080
Facoltà di Scienze Politiche
Vecchio Dip.: Studi Internazionali;
Nuovo Dip.: Studi Internazionali, Giuridici
e Storico-Politici
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 13563/21211
Facoltà di Lettere e Filosofia
Vecchio Dip.: Scienze del Linguaggio e Letterature
Straniere Comparate; Nuovo Dip.: Lingue
e Letterature Straniere
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
Obiettivi
Specifici:
1. Incoraggiare la cooperazione scientifica
e accademica;
2. Scambi di professori, ricercatori e studenti;
3. Partecipazione congiunta a bandi per progetti
di ricerca.
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
AREA TEMATICA
Paesi destinatari
1. Cina (Harbin)
2. Italia (Milano)
Beneficiari
1. Ricercatori
2. Professori
3. Studenti
Risultati attesi
1. Pubblicazione congiunta di volumi;
2. Sviluppo di una conoscenza reciproca e di
una cooperazione scientifica;
3. Formazione per studenti e ricercatori cinesi
e italiani nel campo del diritto internazionale.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Direttore Associato del Dip. di studi internazionali,
Università degli Studi di Milano.
Locali:
Preside della Scuola di Legge, Harbin Institute
of Technology.
190
Attività
Attività di ricerca sul diritto internazionale con
particolare attenzione al diritto internazionale
dello spazio, diritto penale internazionale,
diritto internazionale dei diritti umani, diritto
internazionale umanitario e diritto europeo.
Ente finanziatore
Fondi disponibili del HIT e dell’Università degli
Studi di Milano
Durata
Da: Ottobre - Novembre 2006
A: Ottobre - Novembre 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Rinnovabile con consenso reciproco e scritto
approvato dalle autorità accademiche.
European Studies: Antropologia, Sociologia,
Studi culturali
Paesi destinatari
India (Delhi)
Beneficiari
Studenti
Risultati attesi
Creazione di un Centro di Studi Europei a Delhi
che promuova gli scambi tra l’Unione Europea
e l’India
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Ecole Normale, Paris
2. Università di Aarhus, Danimarca
3. Università di Leiden, Paesi Bassi
Locali:
Scuola di Economia, Università di Delhi.
Obiettivi
Generale: Realizzazione di un Centro di Studi
Europei all’Università di Delhi.
Specifici:
1. Scambi di docenti;
2. Studenti indiani che vengono a studiare
all’Università degli Studi di Milano.
Attività
1. Didattica: tre docenti italiani si recheranno
a Delhi per tenere corsi su tematiche europee
mentre un numero di ricercatori dell’Università
di Delhi si recherà a Milano per proseguire gli
studi;
2. Tutoraggio;
3. Organizzazione di un simposio.
Il progetto include altri partner europei,
quali Ècole Normale Superieur, Paris, le università
di Aarhus e di Leiden.
Ente finanziatore
UE, India - EU Study Centres Programme
Durata
Da: 1 Gennaio 2010 - A: 31 Dicembre 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
Probabile
191
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
9.4
BOX
BOX
SIII / Seminario Interuniversitario, Interfacoltà, Interdisciplinare
Il SIII, promosso da Stefano Bocchi (Agraria) e Cristiana Fiamingo (Scienze Politiche) dell’Università
degli Studi di Milano, dall’a.a. 2006/2007 riunisce
annualmente nella gestione di seminari multidisciplinari docenti della Facoltà di Agraria, di Scienze
politiche e di Lettere dell’Università degli studi di
Milano; di Scienze della formazione dell’Università
degli Studi di Milano Bicocca e di Scienze del Territorio e di Architettura2 del Politecnico, esperti,
organizzazioni della società civile attive nei diversi
settori coinvolti nonché amministratori pubblici.
Destinatari
Studenti universitari, operatori di Ong, insegnanti
e cittadinanza milanese
Metodo
Seminari interdisciplinari a costi contenuti, ospitati
nelle diverse sedi universitarie coinvolte, articolati
tra presentazioni e dibattito aperto al pubblico e
una tavola rotonda finale di bilancio e confronto
con le autorità locali organizzata alla casa della
Cultura di Milano.
Temi
I temi riguardano le sette sfere della sicurezza
umana (individuale, economica, sanitaria, nutrizionale, ambientale, politica e sociale), nel quadro delle politiche di gestione sostenibile delle
risorse. Il fine è quello di dare apporti sensibili e
competenti alla “coscientizzazione” civile, attesa
un’intermediazione sempre più consapevole e responsabile da parte degli Stati nei confronti della
vulnerabilità umana. Oltre ad accrescere consapevolezza, competenze e interscambi disciplinari in
questa società, sempre più trincerata in atteggiamenti di difesa, una delle finalità di questa impresa è anche quella di avvicinare all’Accademia
le organizzazioni di volontariato attive nei paesi
emergenti, al fine di produrre un costruttivo miglioramento dei progetti. Da tre anni, la collaborazione col progetto formativo lombardo Portare il
Mondo a Scuola e la Rete Ellis (associazione disciplinare di insegnanti degli altri gradi di istruzione)
192
mira al confronto fra le metodologie di insegnamento e di coordinamento dei saperi, finalizzate
all’acquisizione di consapevolezza da parte delle
giovani generazioni e della cittadinanza.
Ente Finanziatore
Università degli Studi di Milano (cancelleria, buffet
e spese di viaggio dei relatori esterni nell’ambito delle iniziative di Agraria e Scienze Politiche) e
Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo Massa” dell’Università degli Studi
Bicocca per le spese relative alle iniziative curato
da questo. Ciascun Ateneo coinvolto ha messo a
disposizione le proprie sedi e il proprio personale
(docenti e personale tecnico). Si segnala in particolare l’attività del CTU dell’Università degli Studi di
Milano che, anche in coordinamento con l’ufficio
omologo in Bicocca, ha assicurato la riproduzione in streaming delle conferenze (a.a.2009/2010)
con notevole successo di pubblico.
Prof.ssa Cristiana Fiamingo
Vecchio Dip.: Dipartimento di Studi Internazionali
Nuovo Dip.: Dipartimento di Studi internazionali,
Giuridici e Storico-politici
http://siiiconoscereperdecidere.wordpress.com
Comitato italo-libico Ma’an Li’l-Ghad (Insieme per il domani) Onlus
Costituito il 4 marzo 2011, presso la Facoltà di
Scienze Politiche della Statale di Milano, mira a
promuovere attività umanitarie rivolte alla popolazione libica vittima della guerra in corso e, quindi,
i rapporti fra istituzioni di formazione italiane e libiche. Presidente ne è Cristiana Fiamingo, docente di Storia e Istituzioni dell’Africa (Univ. Milano);
Segretario è Emilio Cellurale (Ong Alisei); tesoriere
è Aldo Rossi, commercialista; altri membri sono:
Ruggero Tozzo, Presidente dell’Ong Alisei di Milano, coordinatore delle azioni in Libia; Hasan Gritli
ingegnere (Roma); Barbara Airò docente di arabo (Univ. Pavia); Anna Baldinetti docente di storia
dell’Africa (Univ. Perugia); Ligurian Port System,
Giorgio Pagano (Ass. Funzionari senza Frontiere);
Antonietta Postacchini psicologa (Osp. S. Eugenio
- Roma): capo missione esperta in progetti di aiuto
umanitario e altri medici specialisti in ortopedia e
neuroabilitazioni; Italo Quarto medico (Ass. Seniores) e altri medici specialisti in ortopedia e recupero di arti. Partner libici sono: The International Organization For Peace, Care & Relief, l’Associazione
Libica per i Diritti dell’Infanzia e della Donna con il
National Center For Infectious Diseases Prevention
and Control, la Libyan Disabled Association Amal
for Deaf and Hearingloss Humanitarian Ass., Cooperation Dept. of the Libyan Ministry of Health.
riabilitazione di feriti di guerra da protesizzare. In
collaborazione con i Ministeri della Salute e degli Affari Sociali libici si è programmata l’attività
di formazione/aggiornamento in tali settori per il
personale sanitario locale e di sostegno all’assistenza sanitaria e psico-sociale a favore delle persone ferite. Ulteriori richieste riguardano i giovani
affetti da AIDS/HIV e le donne violentate nel corso
delle controffensive dei lealisti. Il comitato è inoltre impegnato nell’avviare rapporti di partenariato
tra organismi italo-libici nell’aiuto umanitario, nella tutela dei diritti civili e nella promozione della
cultura attraverso progetti e programmi culturali e
di formazione nei settori socio-sanitario, agricolo
e di capacity building, favorendo lo scambio interculturale tra la popolazione italiana e libica e
l’assistenza alle fasce della popolazione più vulnerabili.
Prof.ssa Cristiana Fiamingo
Vecchio Dip.: Dipartimento di Studi Internazionali
Nuovo Dip.: Dipartimento di Studi internazionali,
Giuridici e Storico-politici
http://maanlilghad.com
Destinatari
Popolazione libica vittima della guerra, Ong locali,
Istituzioni culturali
Enti Finanziatori
Privati, Associazioni, Ligurian Port System, donazioni di ditte farmaceutiche italiane
Scopi e azione
I programmi di cooperazione sono individuati dal
Comitato in accordo con e realizzati da Alisei Ong
(attiva in Libia dal gennaio 2011) e i partner libici, avvalendosi delle competenze dei promotori.
Attiva principalmente nel Centro Ortopedico di
Bengasi, l’equipe Alisei è composta da medici e
operatori sanitari specializzati nel trattamento e la
193
10.0 Mediazione linguistica ed interculturale
superare le barriere linguistiche e culturali
Prof.ssa Alessandra Lavagnino
Vecchio dip.: Dipartimento di Lingue e Culture Contemporanee
Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali
I progetti che vengono censiti nelle pagine che seguono riguardano due Paesi dell’Asia che in questi ultimi anni sempre più occupano la scena internazionale: Paesi le cui antiche civiltà richiedono
approfondimenti complessivi e articolati da parte di gruppi di internazionali, come il progetto di
ricerca coordinato dal Prof. Boccali intorno alle tematiche letterarie ed estetiche dell’India, che
vede la nostra collaborazione con l’Istituto Italiano per l’Asia e l’Africa (IsIAO) e con importanti
Università internazionali: Charles University, Praga, Jagiellonian University, Cracovia, Università di
Varsavia, Università di Calicut.
Gli altri progetti hanno la Cina come punto di riferimento. Per quanto concerne il miglioramento
qualitativo dell’accoglienza da parte del nostro Ateneo di studenti cinesi sono stati realizzati progetti volti a favorire e migliorare le competenze linguistiche e culturali verso l’Italiano, per rendere
sempre più proficuo e fattivo il percorso di conoscenza nei confronti del nostro Paese da parte dei
nuovi rappresentanti dell’élite cinese nella delicata fase della propria formazione internazionale.
L’Ateneo è stato uno dei primi nel nostro Paese a partecipare ad importanti iniziative internazionali
tese a promuovere la nostra offerta formativa in Cina (si ricordano nel 2004 la missione MIUR
CRUI a Pechino, Shanghai, Nanchino), ad accogliere studenti cinesi organizzando, grazie al CARC,
corsi semestrali intensivi e tutoraggi dedicati nel quadro del ’Progetto Marco Polo, e a continuare
a costruire un progetto formativo articolato e completo grazie anche all’attivazione, nel Corso di
laurea e Mediazione linguistica e culturale, applicata all’ambito economico, giuridico e sociale, del
curriculum “Lingua e cultura italiana per mediatori linguistici stranieri” (STRANIMEDIA) destinato
specificamente a studenti di nazionalità non italiana. Istituito nel 2001 grazie a un innovativo progetto di collaborazione tra le Facoltà di Lettere e Filosofia e di Scienze Politiche, il corso di laurea in
Mediazione linguistica e culturale si è completato nel 2005/2006 con il corso di laurea magistrale
in Lingue, culture e comunicazione internazionale, divenuto nel 2008/2009 Lingue e culture per
la comunicazione e la cooperazione internazionale, nel cui ambito sarà attivato dall’anno accademico 2011/2012 il curriculum “Italiano L2 per l’integrazione e la comunicazione interculturale”,
a completamento del curriculum di primo ciclo STRANIMEDIA. Tra gli studenti stranieri iscritti a
questi corsi, i cinesi sono circa 250 (quasi 500 in tutta Unimi).
In questa cornice sono stati costruiti gli accordi di collaborazione con l’Università di Nanchino e
con la Normal University di Dalian per potenziare in loco l’insegnamento della lingua e della cultura italiana, e preparare il terreno per poter avviare Diplomi congiunti che favoriscano la mobilità
studentesca e quella di studiosi e ricercatori.
195
Per quanto concerne il versante formativo di giovani esperti di Cina si segnala che grazie ad
un accordo di collaborazione tra Unimi e l’Ufficio nazionale cinese per la diffusione del Cinese
all’estero (Han Ban), il nostro Ateneo è diventato, fin dal lontano 1994 la Sede italiana (unica nel
nostro Paese sino al 2007) per lo svolgimento del Chinese Proficiency Test (Hanyu Shuiping Kaoshi
HSK) esame di profitto della lingua cinese riconosciuto a livello internazionale, e rimane ad oggi,
in Italia, la sede più frequentata in Italia, con corsi dedicati, attività formative diverse, scambi di
studenti e studiosi, periodici corsi di aggiornamento per docenti.
Si ricorda infine la costituzione dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano (novembre 2009) che conta sulla collaborazione ed il sostegno del citato Han Ban, insieme con la partnership scientifica e didattica della citata Liaoning Normal University di Dalian per promuovere lo
studio della lingua e della cultura cinese. Numerose sono le borse di studio per il perfezionamento
linguistico in Cina che vengono erogate da Han Ban per premiare i nostri migliori studenti, e solido
e costante è il sostegno ad iniziative di alto profilo scientifico e didattico che vengono organizzate
nel nostro Ateneo per favorire la formazione di specialisti italiani sulla Cina e di specialisti cinesi
sui diversi aspetti del nostro Paese.
196
10.2
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Studi di letteratura ed estetica dell’India
Giuliano Boccali
Professore Ordinario
Accordo per Esami di Chinese Proficiency presso
l’Università degli Studi di Milano
Alessandra Lavagnino
Professore Ordinario
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 12870
Facoltà di Lettere e Filosofia
Vecchio Dip.: Scienze dell’Antichità
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 21640
Facoltà di Scienze politiche
Vecchio Dip.: Lingue e Culture Contemporanee;
Nuovo Dip.: Scienze della Mediazione Linguistica
e di Studi Interculturali
Locali:
1. Charles University, Praga
2. Jagiellonian University, Cracovia
3. Università di Calicut, Kerala, India
Tipo di intervento
• Formazione
• Servizi alla comunità
AREA TEMATICA
Indologia
Tipo di intervento
• Ricerca
Paesi destinatari
1. Italia
2. Polonia
3. Repubblica Ceca
Beneficiari
1. Comunità internazionale degli studiosi
2. Studenti
3. Pubblico colto
Risultati attesi
Realizzazione di studi su:
1. la genesi della letteratura indiana classica
(kāvya) e il suo background socio-culturale;
la relazione tra kāvya, epica e letteratura Tamil;
la struttura dei poemi kāvya lunghi,
e la rappresentazione dei paesaggi e degli
ambienti naturali quali la città e l’eremo;
2. l’evocazione intenzionale dell’autore di una
specifica risposta estetica (rasa) tra quelle
sancite dai teorici classici. In particolare,
studi sulle teorie estetiche e sul loro sviluppo,
dalla fondazione metafisica più antica ai grandi
dibattiti tra le differenti scuole;
3. la fenomenologia delle passioni, da un punto
di vista estetico, religioso e sociale nonché
nelle arti visive indiane;
4. linguistica e filosofia del linguaggio,
in relazione alla semantica storica
e all’evoluzione del pensiero grammaticale.
Ente Promotore
Cattedra di Indologia (Prof. Giuliano Boccali, Prof.
Cinzia Pieruccini), Università degli Studi di Milano
Partner
Italiani e internazionali:
Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente,
Sezione Lombarda (IsIAO).
198
Obiettivi
Generale: Scambi scientifici nella ricerca indologica
Specifici:
1. Saggi scientifici;
2. Didattica;
3. Opere per il pubblico colto.
Attività
Seminari internazionali organizzati in
cooperazione con:
•Università degli Studi di Milano:1999, 2001,
2002, 2004, 2007, 2010 (in preparazione);
•Charles University, Praga: 1998, 2000, 2002,
2003, 2006, 2009;
•Jagiellonian University, Cracovia: 2001, 2005;
•Università di Varsavia: 2008;
•Università di Calicut: 2010.
Atti di convegni:
•Milano: 2002, 2004, 2009;
•Pandanus Series, Praga: 1999/2009;
•Cracow Indological Studies: 2004, 2005, 2007;
•Atti del Seminario di Calicut (in preparazione)
Didattica della lingua cinese
Paesi destinatari
Cina (Pechino)
Beneficiari
1. Studenti
2. Docenti
3. Ricercatori
Risultati attesi
Aumento del numero di studenti e ricercatori che
hanno ottenuto una certificazione del Proficiency
Test per la lingua cinese dall’Official Chinese Body
(Han ban)
Obiettivi
Generale: Proficiency Test per la lingua cinese
(HSK)
Specifici: Organizzazione di sessioni di Proficiency
Test per la lingua cinese
Attività
Test di lingua cinese e certificazioni
Ente finanziatore
Han Ban
Durata
Da: Giugno 1994 - A: Giugno 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
Ente Promotore
Partner
Locali:
Ministero cinese dell’educazione, ufficio generale
per la promozione della lingua cinese (Han Ban)
Mobilità Erasmus: Prof. Giuliano Boccali,
Prof. Cinzia Pieruccini, dall’Anno Accademico
2007/2008 (Collaborazioni con Praga e Cracovia).
Ente finanziatore
Università degli Studi di Milano e le università
che partecipano al progetto.
Durata
Da: Maggio1998 - A: cooperazione tuttora attiva
Possibilità di rinnovo / follow up
La cooperazione sta continuando senza
interruzioni.
199
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
10.1
10.4
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Scambi di studenti Cina - Italia
Alessandra Lavagnino
Professore Ordinario
Istituto Confucio presso l’Università degli Studi
di Milano
Alessandra Lavagnino
Professore Ordinario
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 21640
Facoltà di Scienze Politiche
Vecchio Dip.: Lingue e culture contemporanee;
Nuovo Dip.: Scienze della Mediazione Linguistica
e di Studi Interculturali
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 21640
Facoltà di Scienze Politiche
Vecchio Dip.: Lingue e culture contemporanee;
Nuovo Dip.: Scienze della Mediazione Linguistica
e di Studi Interculturali
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Servizi alla comunità
Obiettivi
Generale: Migliorare la competenza della lingua
italiana e cinese.
Specifici: Corsi di lingua e cultura
Paesi destinatari
Cina (Pechino)
Attività
1. Organizzazione di corsi intensivi di lingua
italiana per studenti cinesi che si trovano a
Milano e corsi di lingua cinese per studenti
italiani che vanno in Cina;
2. Stage;
3. Seminari.
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Servizi alla comunità
• Eventi/comunicazione
AREA TEMATICA
Lingua cinese e italiana
Beneficiari
1. Studenti e ricercatori cinesi
2. Studenti e ricercatori italiani
Risultati attesi
Aumento del livello di conoscenza della lingua
cinese (per studenti italiani) e della lingua italiana
(per studenti cinesi)
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Università degli Studi di Milano
Locali:
Associazione didattica cinese per gli scambi
internazionali (Pechino)
Ente finanziatore
Ogni partecipante sovvenziona la propria quota
di partecipazione
Durata
Da: Gennaio 2005 - A: Gennaio 2008
Possibilità di rinnovo / follow up
No
Lingua e cultura cinese
Paesi destinatari
1. Cina
2. Italia (Milano)
Beneficiari
1. Studenti
2. Ricercatori
3. Cinesi che vivono in Italia
4. Residenti a Milano
Risultati attesi
1. Migliore comprensione e interesse verso la Cina
tradizionale e la realtà cinese contemporanea,
sia culturale che economica;
2. Formazione specialistica su diversi temi relativi
alla Cina contemporanea, con interpreti
e traduttori esperti.
Obiettivi
Generale: Diffondere la conoscenza della lingua
e della cultura cinese.
Specifici:
1. Corsi di lingua e cultura cinese;
2. Esami di lingua cinese.
Attività
1. Conferenze, Seminari;
2. Eventi culturali.
Ente finanziatore
Ufficio Nazionale per la promozione della lingua
cinese (Han Ban)
Durata
Da: Dicembre 2009 - A: Dicembre 2014
Possibilità di rinnovo / follow up
Aspettative di rinnovo
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Università degli Studi di Milano
2. USR (Ufficio Scolastico Regionale per la
Lombardia)
Locali:
1. Han Ban
2. Università di Liaoning Normal (Dalian)
200
201
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
10.3
10.6
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Programma di scambio di studenti Cina - Italia
Alessandra Lavagnino
Professore Ordinario
Scambio studenti e docenti Italia/Cina
Silvia Morgana
Professore Ordinario
Lingua e cultura cinese
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 21640
Facoltà di Scienze Politiche
Vecchio Dip.: Lingue e Culture Contemporanee;
Nuovo Dip.: Scienze della Mediazione Linguistica
e di Studi Interculturali
Lingua italiana, didattica
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 12890
Facoltà di Lettere e Filosofia
Vecchio Dip.: Filologia Moderna ;
Nuovo Dip.: Studi Letterari, Filologici e Linguistici
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
Obiettivi
Generale: Promozione di studi e ricerca cinesi.
Specifici: Formazione sulla lingua e la cultura
cinese.
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Servizi alla comunità
Attività
1. Corsi intensivi di lingua e cultura cinese;
2. Stage linguistici.
Studenti dell’Università degli Studi di Milano
vengono selezionati per borse di studio che
coprono le spese di alloggio e le tasse presso
l’Università di Liaoning Normal a Dalian.
Paesi destinatari
Cina
Obiettivi
Generale: Sviluppare le competenze di
lingua italiana di studenti cinesi e favorire
l’aggiornamento di docenti cinesi e italiani.
Specifici:
1. Corsi di lingua e cultura italiana;
2. Stage per studenti e docenti;
3. Formazione a distanza con moduli in
e-learning.
AREA TEMATICA
Paesi destinatari
Cina (Dalian)
Beneficiari
1. Studenti cinesi
2. Studenti italiani
Risultati attesi
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Università degli Studi di Milano
Locali:
Università di Liaoning Normal
Ente finanziatore
Han Ban
Durata
Da: Dicembre 2009 - A: Dicembre 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Si
AREA TEMATICA
Beneficiari
1. Studenti universitari cinesi
2. Docenti cinesi di lingua italiana
3. Studenti e docenti italiani
Risultati attesi
1. Migliorare il livello di competenza di lingua
italiana in studenti cinesi;
2. Favorire la formazione e l’aggiornamento di
docenti cinesi di lingua italiana e di docenti
italiani di lingua cinese, anche attraverso la
formazione a distanza (e-learning).
Ente Promotore
Università degli Studi di Milano - CALCIF
Partner
Italiani e internazionali:
Prof.ssa Lavagnino, Facoltà di Scienze politiche,
Università degli Studi di Milano
Locali:
Istituto di Studi Esteri, Università di Nanchino
Attività
1. Corsi;
2. Stage;
3. Erogazione moduli in e-learning (master
Promoitals).
Organizzazione di corsi intensivi di lingua e
cultura italiana per studenti cinesi in arrivo
all’Università degli Studi di Milano (livello A1-B2
del QCER), comprensivi di test di livello, laboratori
frontali e multimediali, materiali didattici specifici.
Stage in Cina per studenti e docenti italiani del
master Promoitals (Promozione e insegnamento
della lingua e cultura italiana a stranieri) e per la
formazione di docenti cinesi.
Ente finanziatore
Corsi e stage pagati da studenti e docenti
interessati. Partecipazione dell’Università di
Nanchino all’accoglienza di studenti e docenti
italiani per la formazione di docenti cinesi.
Durata
Da: 2007/8 - A: 2009/10
Possibilità di rinnovo / follow up
3 anni
202
203
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
10.5
ti progettiProgetti progetti progetti
10.7
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Insegnamento dell’italiano come lingua di lavoro
Silvia Morgana
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
Italiano, didattica. Insegnamento della lingua
italiana per scopi di lavoro (area tessile)
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 12890
Facoltà di Lettere e Filosofia
Vecchio Dip.: Filologia Moderna ;
Nuovo Dip.: Studi Letterari, Filologici e Linguistici
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Servizi alla comunità
Obiettivi
Generale: Insegnamento della lingua italiana ai
lavoratori egiziani impiegati in aziende italiane.
Specifici:
1. Pianificare e realizzare un corso di italiano
settoriale;
2. Elaborare un vocabolario di terminologia tessile
italiano/egiziano;
3. Facilitare la comunicazione interlinguistica
e interculturale in azienda.
Paesi destinatari
Egitto (Alessandria d’Egitto)
Beneficiari
Lavoratori egiziani in aziende tessili italiane
Risultati attesi
1. Coinvolgimento di docenti e diplomandi del
master “Promoitals 2008-9” per l’elaborazione
di un corso di italiano per scopi di lavoro;
2. Elaborazione di un corso destinato a lavoratori
egiziani in aziende italiane di Alessandria
d’Egitto (area tessile).
Il progetto si avvale della collaborazione
dell’Università e della Scuola don Bosco di
Alessandria.
Ente Promotore
CALCIF (Centro d’Ateneo per la Promozione
e della lingua e della cultura italiana “G. & C.
Feltrinelli”), Università degli Studi di Milano
Partner
Italiani e internazionali:
1. Facoltà di Turismo, Università di Alessandria
d’Egitto
2. Scuola Don Bosco, Alessandria d’Egitto
Locali:
1. Azienda tessile Ahlan, Alessandria d’Egitto
2. Azienda Filmare Nile textile, Alessandria
d’Egitto. (sede italiana a Zocco d’Erbusto)
204
Attività
1. Progettazione di moduli didattici speciali
e di materiale didattico specifico;
2. Laboratori di lingua italiana sulla terminologia
per il lavoro tessile;
3. Facilitazione linguistica sui testi aziendali
di comunicazione interna ed esterna.
Due diplomande del master Promoitals hanno
svolto uno stage di due mesi preso le aziende
collaborando anche a un vocabolario per la
terminologia tessile. Successivamente hanno
svolto una collaborazione di 6 mesi presso le
stesse aziende come mediatrici e facilitatrici
linguistiche.
Ente finanziatore
Aziende coinvolte o interessate al progetto
Durata
Ottobre - Dicembre 2009 (2 stage),
Gennaio - Giugno 2010 (corsi italiano)
Possibilità di rinnovo / follow up
2010-11. Rinnovo per stage di diplomandi nel
master Promoitals; collaborazione per corsi di
italiano a lavoratori egiziani; corsi di italiano
settoriale.
BOX
BOX
Centro d’Ateneo per la promozione della lingua e della cultura italiana
G. e C. Feltrinelli - CALCIF
Il CALCIF (www.calcif.unimi.it) ha tra le sue finalità istituzionali “l’attivazione e lo svolgimento -anche in collaborazione con le Facoltà, con le altre
strutture dell’Ateneo interessate e con soggetti
esterni che operino con le medesime finalità - di
attività rivolte alla promozione e allo sviluppo delle conoscenze della lingua e della cultura italiana
presso straneri e italiani”. Il CALCIF, dalla sua istituzione nel 2004, ha organizzato:
• sette edizioni dei Corsi internazionali di lingua e
cultura italiana a Gargnano (Palazzo Feltrinelli)
a cui hanno partecipato un migliaio di studenti straneri provenienti da tutto il mondo (più di
70 differenti nazionalità). In misura crescente si
tratta di studenti che costituiscono un pubblico
nuovo ed emergente per lo studio dell’italiano
all’estero, provenienti da paesi come l’Angola,
Camerun, Cina, Egitto, Giordania, Kazakstan,
Mozambico, Nuova Zelanda, Sudan,Thailandia,
Vietnam.
• sette edizioni dei corsi di lingua italiana per studenti UE, in mobilità nell’ambito del programma Socrates / Erasmus, nei due semestri di ogni
anno accademico (da 8-9 corsi per ogni anno).
I corsi sono rivolti a tutte le Facoltà dell’Ateneo.
• dal 2007-8 quattro edizioni di corsi intensivi di
lingua italiana per studenti cinesi nell’ambito del
programma C.R.U.I “Marco Polo”, preiscritti a
tutte le Facoltà dell’Ateneo o di altre Università
italiane. Attualmente 214 studenti cinesi stanno
frequentando 10 corsi (livelli A-B del QCERL).
• dal 2006-7 collabora al Master Promoitals (www.
promoitals.unimi.it; italianolinguadue@unimi.
it), con l’obiettivo di formare docenti e figure
professionali qualificate che operino in Italia e
all’estero nel campo della didattica dell’italiano L2 e della promozione della lingua e cultura
italiana. Il Master si fonda per il 90% sull’insegnamento a distanza e ha ricevuto nel 2009 il
LABEL europeo delle lingue, un riconoscimento
assegnato dalla Commissione europea ai pro-
206
getti più innovativi nell’ambito della formazione
linguistica nel settore professionale. Nelle quattro edizioni del Master già concluse hanno partecipato, grazie alla formazione a distanza, anche una ventina di iscritti stranieri, provenienti
anche da paesi extraeuropei (Marocco, Brasile,
Cina, Giappone).
• collabora inoltre con numerosi Enti e istituzioni in Italia e all’estero attivando varie tipologie
di corsi: corsi di lingua italiana per scopi professionali e lavorativi per adulti stranieri inseriti
nel mondo del lavoro e delle professioni; corsi
di lingua e cultura per approfondire gli aspetti
culturali più significativi dell’Italia; corsi monotematici di lingua e cultura, mirati a un pubblico
circoscritto (es. la moda, la cucina, l’opera lirica).
Prof.ssa Silvia Morgana
Vecchio Dip.: Dipartimento di Filologia Moderna;
Nuovo Dip.: Dipartimento di Studi Letterari,
Filologici e Linguistici
Contemporary Asia Research Centre - C.A.R.C
L’Asia è ormai diventata un punto di riferimento
dell’economia mondiale, con i suoi diversi protagonisti ed un’inesauribile capacità di sviluppare
nuovi ed inaspettati scenari. E, se un tempo era
un luogo remoto, ideale, una meta vagheggiata
nei sogni avventurosi di qualcuno, oggi è una realtà quotidiana con cui tutti si trovano a fare i conti.
Il Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Asia
Contemporanea del nostro Ateneo (Presidente:
Prof. Marino Regini, Direttore: Prof. Alessandra
Lavagnino) è nato - con decreto rettorale del 30
giugno 2005 (USM prot. 0032414) - con la finalità
di sviluppare e potenziare le ricerche sulle realtà
culturali, economiche, giuridiche politiche e sociali
dell’Asia Contemporanea. Il Centro, al quale aderiscono diversi dipartimenti del nostro Ateneo, ha
sede presso il Dipartimento di Lingue e Culture
Contemporanee, e svolge una rigorosa attività di
ricerca interdisciplinare, avvalendosi di strutture
che dispongono di conoscenze diverse, costantemente integrate e sostenute dalle indispensabili
competenze linguistiche relative ai Paesi di riferimento.
A sostegno e supporto di tali attività di ricerca,
in questi anni il CARC ha inoltre promosso e organizzato, in collaborazione con importanti organismi internazionali (Japan Foundation, Toshiba
Foundation, Han Ban - China), numerosi eventi
che si sono tenuti presso l’Università degli Studi di
Milano. Tali incontri, diversificati tra conferenze,
workshop, tavole rotonde, ecc., hanno di volta in
volta toccato argomenti di carattere economico,
politico, storico, letterario e artistico all’interno dei
confini asiatici e grazie all’intervento di noti e stimati studiosi anche a livello internazionale hanno
richiamato l’attenzione di un pubblico eterogeneo
composto non solo da studenti ma da studiosi
esterni e colleghi. Si ricordano, ad esempio, il Convegno internazionale “Regional Integration and
Socio-Political Change in Asia” (24/25 novembre
2006); "Japanese Trading Companies and Manifacturers: my personal experience" a cura di Dr.
Atsuya Sugawara (2006, Central Glasse Europe,
Ltd.); "Japan: Key Contemporary Political Issues"
(2007), tavola rotonda che ha richiamato illustri
studiosi dalle Università giapponesi più prestigiose
tra cui Waseda University; "Japan’s Regional Foreign, Foreign Economics and Security Politicies"
(2008), workshop internazionale; "Okinawa nella
storia nazionale e nella memoria del Giappone di
oggi" a cura della Prof.ssa Rosa Caroli (2008, Università Cà Foscari, Venezia); "Tanizaki Jun’ichiro e
il gioco degli inganni" a cura della Prof.ssa Adriana Boscaro (2008, Università Cà Foscari, Venezia);
"Il sogno di modernità di Mori Ogai" a cura della
Prof.ssa Matilde Mastrangelo (2009, Università La
Sapienza, Roma); "Cina e Giappone sui mari nei
secoli XVI e XVII" a cura della Prof.ssa Patrizia Carioti (2009, Università L’Orientale, Napoli); "Lusso
e robot: nuovi trend nei consumi in Cina e Giappone" a cura del Prof. Carlo Filippini (2011, Università Bocconi, Milano); e la recente conferenza
"Il Giappone e l’informazione mediata" (2011)
alla quale hanno preso parte specialisti di settore,
personale diplomatico dell’Ambasciata d’Italia a
Tokyo, studiosi e studenti.
Prof.ssa Alessandra Lavagnino
Vecchio Dip.: Dipartimento di Lingue e Culture
Contemporanee
Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali
207
11.0 Beni culturali
RECUPERO DEL PATRIMONIO ARCHEOLGICO
PER RISCOPRIRE LE RADICI DELLA CIVILTÀ
E SVILUPPARE IL TURISMO
Prof.ssa Maria Teresa Grassi
Vecchio dip.: Dipartimento di Scienze dell’Antichità
Nuovo dip.: Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali
Le ricerche e le attività svolte dall’Università degli Studi di Milano nell’ambito dei Beni Culturali in
campo internazionale offrono un quadro ampio e diversificato, per i molti paesi coinvolti, europei
ed extraeuropei, e per le differenti tipologie di intervento. L’articolato patrimonio di conoscenze
e competenze dell’Ateneo rende possibile una serie di attività scientifiche in collaborazione con
studiosi ed Enti dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa, dell’America Latina e dell’America del Nord, per
la valorizzazione dei Beni Culturali attraverso nuove ricerche archeologiche sul campo, progetti di
restauro e di rilancio per una migliore fruizione di aree e parchi archeologici e di musei, e l’applicazione delle più moderne tecnologie al Patrimonio Culturale.
Anche i Beni Culturali, infatti, sono in stretta dipendenza dagli straordinari mezzi che la tecnologia
offre all’uomo moderno, e il mondo virtuale consente una condivisione che conduce, da un lato, a
proficui scambi nella comunità scientifica e, dall’altro, a un’intensa comunicazione con il pubblico.
La velocità della comunicazione deve però affiancare la accurata lentezza della ricerca pura, sia
quando si scopre e si recupera un reperto dalla terra, sia quando si esamina un testo antico. In
questa sfida sono impegnati gli studiosi che lavorano in Siria, in Egitto e in Cina.
Le nuove ricerche intendono sviluppare anche progetti di restauro e di protezione delle aree archeologiche, al fine di garantirne la conservazione e di renderle accessibili al pubblico. La collaborazione con gli enti preposti alla tutela e alla ricerca e con i musei dei vari paesi contribuisce alla
condivisione di strumenti, obiettivi e finalità e intende favorire lo scambio di esperienze. I progetti
d’Ateneo hanno avviato la costruzione di questo ponte con i diversi paesi coinvolti nelle ricerche.
La valorizzazione dei Beni Culturali può e deve avere anche una ricaduta sociale, e svolgere il ruolo
di volano per l’economia delle aree depresse del pianeta, con la finalità di migliorare le condizioni
di vita delle popolazioni locali. Le ricchezze archeologiche, ecologiche, antropologiche e culturali
possono e devono servire allo sviluppo economico e il progetto dell’Ateneo in Perù opera in questo senso.
L’attenzione alla società attuale e alle esigenze delle economie emergenti si evidenzia come un
tratto caratterizzante dell’attività culturale del nuovo millennio.
209
11.2
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Missione di ricerca geoarcheologica e archeologica
ai margini dell’oasi di Tadmor (Palmira)
Mauro Cremaschi
Professore Ordinario
Scavi a Umm-el-Breigât (Tebtynis)
Claudio Gallazzi
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15546
Facoltà di Scienze MM, FF e NN
Vecchio e Nuovo Dip.: Scienze della Terra
Ardito Desio
Archeologia, Antichità classiche, Salvaguardia
dei beni culturali
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 12911
Facoltà di Lettere e FIlosofia
Vecchio Dip.: Scienze dell’Antichità;
Nuovo Dip.: Dip. di Studi Letterari, Filologici e
Linguistici - Centro di Papirologia "Achille Vogliano"
Tipo di intervento
• Ricerca
ininterrottamente sino al XII sec. d.C.
Il raggiungimento di tali obiettivi è reso possibile
dalle particolari condizioni in cui il sito si
trova: le rovine, infatti, sono ben conservate,
notevoli quantità di papiri sono state trovate
in scavi precedenti e molto materiale scritto
può essere recuperato ancora oggi. È quindi
possibile combinare insieme i risultati acquisiti
con l’indagine archeologica e i dati ricavabili dai
testi, ottenendo una completezza di informazioni
che non è raggiungibile altrove. Allo stesso
tempo la missione è impegnata a sviluppare un
esteso programma di restauro e di protezione
delle vestigia dell’abitato, al fine di garantire la
conservazione del sito e di rendere l’area visitabile
ed attraente anche per i comuni turisti.
Specifici:
1. Studio dell’antica Tebtynis;
2. Scavo di un quartiere del villaggio;
3. Valorizzazione del sito.
Cambiamento climatico, dinamiche culturali
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
Siria (Damasco)
Beneficiari
1. Comunità locale, turisti stranieri e siriani
2. Studenti
3. Professionisti del Dip. di Antichità e dei Musei
Risultati attesi
1. Mappa archeologica dei dintorni di Palmira;
2. Ricostruzione dei cambiamenti ambientali e
delle dinamiche culturali a partire da 10.000
anni fa;
3. Tempi di desertificazione e di nucleazione
nell’area dell’oasi di Palmira.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Prof. Daniele Morandi, Università di Udine
Locali:
Dott. Jamous Bassam, dott. Michel Maqdisi,
Direttore generale delle Antichità e dei Musei
Obiettivi
Specifici:
1. Ricostruire i paesaggi del passato e gli effetti
dell’impatto umano su questi;
2. Investigazione geoarcheologica.
Attività
1. Ricerca sul campo di testimonianze
paleoambientali e archeologiche;
2. Scavi archeologici in siti prescelti.
Ente finanziatore
MAE, Università degli Studi di Milano, MIUR
Durata
Da: 2005 - A: Dicembre 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Ogni anno viene rinnovato un contratto con il
Dip. di Antichità
AREA TEMATICA
Paesi destinatari
Egitto
Beneficiari
1. Comunità scientifica
2. Industria turistica
Risultati attesi
La Missione franco-italiana mira a raggiungere
i seguenti risultati nell’arco dei prossimi 5 anni:
1. Completare lo scavo delle rovine bizantine
dell’antica Tebtynis scoperte nel 2004 e far
conoscere dettagliatamente il quartiere, in
modo da colmare un’ampia lacuna ancora
aperta nella storia del villaggio;
2. Continuare le pubblicazioni della serie Fouilles
franco-italiennes (Le Caire, IFAO), stampando
ogni anno almeno un volume contenente
descrizioni dell’abitato o edizioni di reperti;
3. Ultimare il restauro degli edifici dissepolti negli
anni passati e predisporre l’area scavata per
l’apertura al pubblico.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Università degli Studi di Milano
2. Istituto Francese di Archeologia Orientale
(IFAO)
Obiettivi
Generale: La Missione franco-italiana
dell’Università degli Studi di Milano e dell’Istituto
Francese di Archeologia Orientale del Cairo
si prefigge lo scopo di ricostruire la storia, di
seguire lo sviluppo urbano e di conoscere la vita
quotidiana dell’antica Tebtynis, villaggio situato
nell’oasi del Fayûm (Egitto), che fu fondato
intorno al 1800 a.C. e che rimase abitato
212
Attività
1. Scavi archeologici;
2. Pubblicazione dei materiali trovati in loco;
3. Restauro degli edifici scoperti.
Ente finanziatore
Università degli Studi di Milano, MAE, Istituto
Francese di Archeologia Orientale (IFAO)
Durata
Da ottobre 1988
Possibilità di rinnovo / follow up
Accordo triennale rinnovabile automaticamente,
salvo recessione di una delle parti.
213
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
11.1
11.4
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Progetto Palmira. Il quartiere sud-ovest della città:
processi di sviluppo e trasformazione urbana
(Missione archeologica congiunta italo-siriana
PAL.M.A.I.S.)
Maria Teresa Grassi
Professore Associato Confermato
Progetto di sviluppo della capacità delle
comunità nel quadro dell’agroindustria, della
ricerca archeologica e del turismo sostenibile del
“Santuario historico del bosque del Pomac” PROPOMAC.
Emilia Perassi
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
Archeologia, Urbanistica, Formazione, Mediazione
Culturale
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
• Eventi/comunicazione
Paesi destinatari
Siria (Damasco)
Beneficiari
1. Abitanti di Tadmor (20/30 operai impiegati
come manodopera per il cantiere di scavo)
2. Funzionari della Direzione Generale delle
Antichità e dei Musei di Damasco
3. Funzionari del Museo di Palmira
4. Bambini della Scuola Primaria di Tadmor
(progetto didattico)
5. Studenti dell’Università degli Studi di Milano
Risultati attesi
1. Conseguire una piena conoscenza della
strutturazione urbanistica del quartiere SW,
della sua cronologia e della sua specifica
destinazione funzionale;
2. Indagine sistematica, con uno scavo
stratigrafico, di un edificio, per ampliare le
conoscenze sull’edilizia privata, ambito quasi
sconosciuto nel sito;
3. Formazione del personale locale sulle tecniche
informatiche, per l’archiviazione e gestione
dati;
4. Progetto didattico per i bambini della scuola
primaria.
Il progetto di ricerca archeologica della missione
congiunta italo-siriana PAL.M.A.I.S. interessa il
quartiere SW della città, finora escluso da ricerche
sistematiche
Ente Promotore Partner
Italiani e internazionali:
1. Università degli Studi di Milano (Direzione)
2. Università di Roma, La Sapienza
214
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 12322
Facoltà di Lettere e Filosofia
Vecchio Dip.: Scienze dell’Antichità
Nuovo Dip.: Beni Culturali e Ambientali
3. IULM, Milano
4. CNR, Istituto Conservazione e Valorizzazione dei
Beni Culturali, Sezione “Gino Bozza”, Milano
Locali:
1. Direzione Generale delle Antichità e dei Musei
di Damasco
2. Museo di Palmira
Obiettivi
Generale: indagine sistematica di un quartiere
finora inesplorato di Palmira.
Specifici:
1. Realizzazione di un dettagliato rilievo generale
del quartiere SW, finora inesistente;
2. Avvio ed esecuzione di uno scavo stratigrafico
in estensione nell’Edificio con Peristilio;
3. Applicazione delle più moderne tecnologie
informatiche per l’archeologia e, in particolare,
creazione di un GIS;
4. Studio degli elementi architettonici del
quartiere SW, con indagini archeometriche
sui materiali lapidei;
5. Creazione di un website dedicato al nuovo
progetto (http://users.unimi.it/progettopalmira/)
6. Progetto di mediazione culturale - PAL.M.A.I.S
for children - per la didattica dell’archeologia
nelle scuole di Tadmor.
Attività
1. Ricognizione e scavo stratigrafico
2. Informatica applicata all’archeologia
3. Formazione del personale locale
4. Progetto didattico
AREA TEMATICA
Archeologia, formazione, antropologia,
letteratura, studi del territorio, sviluppo locale.
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Progetto per il rilancio e la fruizione del parco
• Manifestazioni/incontri
• Pubblicazioni e audiovisivi
Paesi destinatari
Perù
Beneficiari
1. Abitanti delle comunità locali
2. Donne
3. Agricoltori
Risultati attesi
Trasformazione di un’area depressa in meta
turistica attraverso il rilancio del parco e delle
sue ricchezze archeologiche, ecologiche,
antropologiche e culturali ai fini di migliorare le
condizioni della popolazione locale stimolando
attività agricole e artigianali.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Università degli Studi di Milano
Locali:
Caritas Perú
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 13543
Facoltà di Lettere e Filosofia
Vecchio Dip.: Scienze del Linguaggio;
Nuovo Dip.: Lingue e Letterature Straniere
Obiettivi
Specifici:
1. Sviluppo economico;
2. Turismo sostenibile;
3. Rilancio archeologico e culturale della zona.
Attività
1. Corsi di formazione;
2. Valorizzazione dell’area naturalistica
e archeo-culturale del parco;
3. Definizione di un quadro aggiornato delle
problematiche culturali e antropologiche
relative alla popolazione dell’area interessata
al progetto;
4. Pubblicazioni scientifiche e audiovisivi.
Ente finanziatore
FIP (Fondo Italo Peruviano)
Durata
Da: Aprile 2010 - A: Aprile 2013
Possibilità di rinnovo / follow up
-
Ente finanziatore
Università degli Studi di Milano dal 2007
MAE dal 2008
Durata
Da: Gennaio 2007 - A: Dicembre 2011
Possibilità di rinnovo / follow up
Rinnovabile
215
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
11.3
11.6
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Miglioramento della qualità della vita dei villaggi
di Huaca Rajada e Sipán e sviluppo del potenziale
turistico - PRODESIPAN
Emilia Perassi
Professore Ordinario
Scavi e studio di vertebrati marini triassici
nelle province di Guizhou e Yunnan
Andrea Tintori
Professore Ordinario
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 13543.
Facoltà di Lettere e Filosofia
Vecchio Dip.: Scienze del Linguaggio;
Nuovo Dip.: Lingue e Letterature Straniere
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 15494
Facoltà di Scienze MM, FF e NN
Vecchio e Nuovo Dip.: Scienze della Terra
“Ardito Desio”
AREA TEMATICA
Archeologia, formazione, antropologia,
letteratura
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Progetto per il rilancio della zona archeologica
• Creazione di un museo locale
• Manifestazioni/incontri
• Pubblicazioni e audiovisivi
Paesi destinatari
Perù
Beneficiari
1. Abitanti delle comunità locali
2. Donne
3. Agricoltori
Risultati attesi
Trasformare un’area depressa in meta turistica
attraverso il rilancio del sito archeologico ai fini di
migliorare le condizioni della popolazione locale
stimolando attività agricole e artigianali.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Università degli Studi di Milano
Locali:
1. Caritas Perú
2. Associazione Amigos del Museo de Sipán
Obiettivi
Specifici:
1. Sviluppo economico;
2. Turismo sostenibile;
3. Rilancio archeologico e turistico della zona.
Attività
1. Corsi di formazione;
2. Valorizzazione dell’area archeologica degli
scavi;
3. Studio delle problematiche culturali e
antropologiche relative alla popolazione
dell’area interessata al progetto;
4. Pubblicazioni scientifiche e materiale
audiovisivo.
Ente finanziatore
FIP (Fondo Italo Peruviano)
Durata
Da: Dicembre 2006 - A: Dicembre 2008
Possibilità di rinnovo / follow up
-
Paleontologia, patrimonio naturale, turismo
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Servizi alla comunità (supporto ai musei locali)
Paesi destinatari
Cina (Pechino, Province di Guizhou e Yunnan)
Beneficiari
1. Agricoltori
2. Minoranze etniche (Buyi e Miao)
3. Studenti
Risultati attesi
Miglioramento dell’attività turistica in un’area
montana piuttosto povera attraverso la
valorizzazione del patrimonio geo-paleontologico.
I geo parchi nazionali, i musei e la possibilità di
vedere gli scavi sono già un’attrazione turistica,
anche se da un punto di vista logistico non ancora
ben sviluppata.
Lo studio dei numerosi nuovi e molto ricchi siti
fossiliferi risalenti al periodo del Medio Triassico
sta facendo nuova luce sul recupero della vita
marina dopo la più grande crisi verificatasi circa
250 milioni di anni fa, al confine tra il periodo
Permiano e quello Triassico. Gli aspetti scientifici
rendono quest’area un punto cruciale per la
paleontologia all’inizio del XXI secolo. Si cercherà,
inoltre, di trovare il modo migliore per rendere
tutta questa ricchezza accessibile al pubblico.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Università degli Studi di Milano
2. Università della California/Davis
3. Field Museum/Chicago
Locali:
1. Università di Peking (PKU)
2. Parco Geologico Nazionale
216
Obiettivi
Generale: Conoscenza dei più importanti
bio-eventi avvenuti durante il primo e medio
Triassico (250–230 milioni di anni fa)
Specifici:
1. Studio di nuovi fossili di pesci e rettili nelle
province di Guizhou e Yunnan;
2. Supporto alle comunità locali nella gestione
del patrimonio naturale;
3. Supporto scientifico al nuovo Geo Parco
Nazionale e ai relativi musei.
Attività
1. Supporto sul campo durante gli scavi
paleontologici, unica attività di raccolta
(non ci sono più raccolte “illegali” ad opera
degli agricoltori locali);
2. Incontri con ufficiali locali per garantire
protezione ai siti di scavo e pianificare la ricerca
e lo sviluppo sostenibile coinvolgendo gli
agricoltori locali;
3. Fornire supporto scientifico alle mostre
permanenti nei nuovi musei locali;
4. Studio dei fossili e pubblicazione dei risultati
su riviste internazionali;
5. Organizzare visite ufficiali per amministratori
locali ai siti italiani e svizzeri per migliorare
la cooperazione internazionale.
Ente finanziatore
Fondi della Ricerca Speciale dal rettore
dell’Università degli Studi di Milano per gli scavi
in Guizhou (2006/8) e per visitare i colleghi cinesi
(2009-11). Major International Joint Research
Project 40920124002 dalla Fondazione Nazionale
di Scienze della Cina. Research project #8669-09
dalla Società Geografica Nazionale
Durata
Da: Gennaio 2010 - A: Dicembre 2012
Possibilità di rinnovo / follow up
-
217
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
11.5
12.0 Collaborazione su ricerca di base/altro
In questa sezione della brochure sono state collocate alcune schede che illustrano ricerche di base
che di proposito non sono state inserite nelle altre sezioni o perché non si intravvede un’applicazione immediata in un determinato settore, o perché le possibili applicazioni possono essere
molteplici, realizzabili in più settori e risultava pertanto limitativo “incasellarle”.
Il motivo più importante tuttavia è che queste schede stanno a testimoniare che anche attraverso
la ricerca di base è possibile fare dell’ottima cooperazione internazionale allo sviluppo, di grande
utilità per formare i ricercatori di domani, e con ricadute largamente positive non solo sui ricercatori dei paesi terzi già formati, ma anche, come si può evincere da alcune schede, sui nostri
ricercatori attraverso uno scambio stimolante di idee e di tecnologie che fa crescere il capitale
umano e scientifico.
219
12.2
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Applicazione di tecniche di Dinamica Molecolare
per studi strutturali su proteine in soluzione
Martino Bolognesi - Marco Nardini
Prof. Ordinario - Ricercatore Confermato
Maria Daniela Candia
Professore Ordinario
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
[email protected]
tel. 02 503 14893
Facoltà di Scienze MM, FF, NN
Vecchio Dip.: Scienze Biomolecolari
e Biotecnologie; Nuovo Dip.: Bioscienze
CORSO INTENSIVO - EDIZIONI 2008 E 2009:
Elettroni, Microscopia ionica e Micromanipolazione:
principi comuni e metodi avanzati in scienze
applicate.
Biochimica
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
Obiettivi
Specifico: Definizione delle proprietà dinamiche
delle proteine.
Paesi destinatari
Argentina (Buenos Aires)
Attività
1. Studi strutturali sulle proteine
2. Simulazioni informatiche
La collaborazione copre lo studio delle proprietà
strutturali e dinamiche delle emoproteine da
organismi unicellulari. Il progetto ha un valore
teorico in quanto permette l’accesso a proprietà
di macromolecole che non sono misurabili
sperimentalmente. Il partner italiano si è occupato
degli esperimenti di cristallografia a raggi X.
Il partner argentino ha studiato le proprietà
dinamiche mediante approcci informatici di
simulazione estensiva. Il focus della ricerca sono
state le proteine ricavate da micobatteri, da archei
e da altri organismi unicellulari.
Beneficiari
1. Studenti
2. Ricercatori
Risultati attesi
Definizione di strutture tridimensionali di
emoproteine selezione attraverso la diffrazione
di raggi X. La struttura tridimensionale permette
di rappresentare i dettagli finali della dinamica
macromolecolare che si relazionano al legame
con l’ossigeno e ad altre proprietà funzionali.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Martino Bolognesi, Dip. di Scienze biomolecolari e
biotecnologie, Università degli Studi di Milano
Locali:
Dario Estrin, Dip. di Chimica Inorganica, Analitica
e Fisica, Università di Buenos Aires
Ente finanziatore
MIUR FIRB (Ministero per l’Educazione,
l’Università e la Ricerca - Fondo per gli
Investimenti alla Ricerca di Base)
Durata
Da: 2006 - A: 2007
Possibilità di rinnovo / follow up
Si stanno vagliando delle possibilità
AREA TEMATICA
Metodologia avanzata
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
• Trasferimento tecnologico
Paesi destinatari
Iraq
Beneficiari
1. Ricercatori
2. Dottorandi
Risultati attesi
1. Promozione dello sviluppo di attività
intellettuali richieste a un livello specializzato di
preparazione professionale;
2. Promozione dell’integrazione dei ricercatori nel
contesto internazionale;
3. Buon follow-up rappresentato da un
trasferimento scientifico e tecnologico
appropriato delle conoscenze acquisite in Italia
alle rispettive istituzioni e industrie irachene.
Lo sviluppo ottimale dell’iniziativa implica un
ulteriore periodo di ricerca all’estero portato
avanti dagli stessi ricercatori: questa seconda fase
del programma è già stata attivata nel 2009 e nel
2010 con esperienze pilota.
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
1. Università Bicocca, Milano
2. Landau - Centro Volta (Como)
3. Companies: FEI, St-Microelectronics
4. Dip. di Chimica Inorganica, Metallorganica e
Analitica, Università degli Studi di Milano
5. Dip. di Scienze Statistiche e Matematiche Applicate
Avanzate, Università degli Studi di Milano
Obiettivi
Generale: Progetto per l’internazionalizzazione
delle strutture istituzionali e scientifiche irachene
e la collaborazione con i centri scientifici e
220
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 14788
Facoltà di Scienze MM, FF e NN
Vecchio Dip.: Biologia;
Nuovo Dip.: Bioscienze
accademici italiani. Il corso offre un approccio
interdisciplinare moderno, sia teorico che
tecnico, per la microscopia avanzata e le relative
applicazioni, con particolare riferimento alla
microscopia elettronica e ionica (TEM, SEM, FIB).
Specifici:
1. Favorire la riattivazione del sistema scientifico e
tecnologico iracheno e porre fine all’isolamento
causato dalla guerra;
2. Alta formazione, attività di ricerca e
trasferimento tecnologico dalle università alle
industrie. Le tematiche scientifiche coprono
una grande varietà di applicazioni (dalla
biologia alle scienze materiali).
Attività
1. Un mese di attività formative intensive, teoriche e
pratiche, sulla microscopia elettronica avanzata
e sulle relative applicazioni tecnologiche rivolte
ai dottorandi e ai ricercatori iracheni provenienti
da diversi centri di ricerca o università;
2. Il corso include una parte generale (lezioni
frontali e dimostrazioni) e una formazione
specifica su tematiche precise (lezioni pratiche
in laboratorio, piani di lavoro sperimentali e
analisi dei risultati). È previsto anche l’impiego
di metodi matematici avanzati (statistica,
computer modelling);
3. Nelle due università, quella degli Studi di
Milano e la Bicocca, si tengono in parallelo
attività di alta specializzazione: lezioni teoriche
frontali, dimostrazioni, lezioni pratiche,
training.
Ente finanziatore
MAE - DGCS
Durata
I: Settembre - Ottobre 2008
II: Settembre - Ottobre 2009
Possibilità di rinnovo / follow up
Alta possibilità di rinnovo (2011), e/o estensione
del progetto.
221
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
12.1
12.4
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Espressione in cellule di insetti del gene
di Drosophila che codifica per α-fucosidasi
Maria Enrica Pasini
Ricercatore Confermato
Analisi del differenziamento delle cellule staminali
di Ceratitis capitata nella linea germinale maschile
Maria Enrica Pasini
Ricercatore Confermato
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
Tel 02 503 14887
Facoltà di Scienze MM. FF. NN.
Vecchio Dip.: Scienze Biomolecolari
e Biotecnologie; Nuovo Dip.: Bioscienze
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
Tel 02 503 14887
Facoltà di Scienze MM. FF. NN.
Vecchio Dip.: Scienze Biomolecolari
e Biotecnologie; Nuovo Dip.: Bioscienze
Attività
1. Clonazione del cDNA di Drosophila che codifica
per α-fucosidasi e realizzazione di vettori
d’espressione. La porzione di cDNA di Drosophila
che codifica per α-fucosidasi è stata amplificata
mediante reazione di PCR. Sono stati utilizzati
primer specifci comprendenti le sequenze
corrispondenti agli enzimi di restrizione BamHI
e XhoI, per facilitare la clonazione del prodotto
della PCR nel vettore pFastBac1 (Invitrogen) per
ottenere il plasmide pBac-DmFuca. Il prodotto
della PCR è stato inserito a valle del promotore
virale poliedrina. Dopo purificazione con il kit
QIAquick, il prodotto della PCR è stato clonato nel
vettore di espressione pGEM-T (Promega) e il
plasmide pGEM-DmFuca è poi stato sequenziato;
2. Espressione della fucosidasi di Drosophila
in cellule di insetto mediante Baculovirus e
ottimizzazione delle condizioni di espressione.
La proteina di fusione DmFuca è stata prodotta
in grandi quantità utilizzando il sistema di
espressione Bac-to-Bac® Baculovirus (Invitrogen).
3. Amplificazione di virus ricombinanti;
4. Purificazione di proteine ricombinanti estratte
dalle cellule di insetto;
5. Caratterizzazione di proteine purificate per il
peso molecolare e l’attività catalitica.
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
Scienze fondamentali
Tipo di intervento
• Formazione
• Ricerca
Paesi destinatari
Cina (Hangzhou)
Beneficiari
1. Studenti
2. Donne
Risultati attesi
Collaborazione riuscita sulla fertilizzazione di
Drosophila allo scopo di sviluppare una
collaborazione per la purificazione e la
caratterizzazione di Drosophila ricombinante che
codifica per α-fucosidasi nel tentativo di illustrare
la natura delle molecole potenzialmente rilevanti
per il processo di fertilizzazione in Drosophila
melanogaster. La straordinaria esperienza del
professore Chuan-Xi Zhang su cellule di insetto
mediante Baculovirus potrebbe rivelarsi di vitale
importanza per comprendere i meccanismi di
riconoscimento dei gameti in Drosophila.
Ente Promotore
MAE
Partner
Italiani e internazionali:
Università degli Studi di Milano
Locali:
Università dello Zhejiang, Hangzhou, Cina
Obiettivi
Generale: Caratterizzazione del prodotto di
fusione del gene di Drosophila che codifica per
α-fucosidasi, sovraespresso in cellule di insetto.
Specifici:
1. Costruzione di baculovirus ricombinanti;
2. Comprensione dei meccanismi di
riconoscimento dei gameti in Drosophila.
222
Ente finanziatore
1. Programma nazionale per la ricerca di base,
Cina
2. Fondazione nazionale di scienze naturali, Cina
3. Ministero dell’Istruzione in Cina.
4. Ministero della ricerca in Italia.
Durata
Da: Luglio 2005 - A: Luglio 2009
Possibilità di rinnovo / follow up
Tesi sperimentale congiunta Italia-Cina
Scienze fondamentali
Paesi destinatari
Vietnam (Hanoi)
Beneficiari
1. Studenti
2. Donne
Risultati attesi
Migliore comprensione dei processi quali
lo sviluppo embrionale, l’invecchiamento
e la formazione di tumori mediante una
collaborazione positiva sulla fecondazione di
Ceratitis, in particolare sullo studio delle cellule
staminali.
La straordinaria esperienza del professore
Nguyen Ngoc Hung potrebbe rivelarsi di notevole
importanza per la comprensione dei meccanismi
di rinnovo e differenziamento cellulare in
Ceratitis. Attualmente, è coIlaboratore del
progetto di applicazione delle cellule staminali
sostenuto dal governo vietnamita. Il suo gruppo
di lavoro comprende studiosi quali Dr. Ta Thanh
Van (Biologia molecolare), Dr. Tran Van Khanh
(Malattie molecolari). Grazie alla collaborazione
di questi due gruppi, ci auguriamo di mettere in
atto un modello animale per il trapianto di cellule
staminali così come di migliorare la comprensione
del meccanismo molecolare della formazione di
tumori per sviluppare nuovi marker per diagnosi
e prognosi.
Obiettivi
Generale: Individuare se i geni richiesti per
il funzionamento delle cellule staminali in
Drosophila agiscono analogamente anche
in C.capitata.
Specifici:
1. Raccogliere ulteriori informazioni sul dittero
C.capitata, economicamente importante. In
particolare, determinare il significato funzionale
dei geni che regolano lo sviluppo delle cellule
germinali.
Attività
1. Analisi ultrastrutturale delle cellule staminali
della linea germinale femminile e maschile in
C.capitata;
2. Identificazione genetica e genomica di
molecole che regolano le cellule staminali
di C.capitata.
Ente finanziatore
MIUR
Ministero della Scienza e della Tecnologia
del Vietnam
Durata
Da: Luglio 2008 - A: Luglio 2010
Possibilità di rinnovo / follow up
Tesi sperimentale congiunta Italia-Cina
Cooperative Erasmus Mundus Project
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Università degli Studi di Milano, Italia
Locali:
Università di Medicina Hanoi, Vietnam
223
ti progettiProgetti progetti progetti
ti progettiProgetti progetti progetti
12.3
ti progettiProgetti progetti progetti
12.5
TITOLO DEL PROGETTO
Referente
Matematica - Computer vision: Attività di ricerca
sui problemi di ricostruzione di scene dinamiche
Cristina Turrini
Professore Associato Confermato
AREA TEMATICA
e-mail: [email protected]
tel. 02 503 16090
Facoltà di Scienze MM, FF e NN
Vecchio e Nuovo Dip.: Matematica
Computer Vision - Geometria proiettiva
Tipo di intervento
• Ricerca
Paesi destinatari
Israele (Gerusalemme)
Beneficiari
1. Ricercatori
2. Studenti universitari
Risultati attesi
La ricerca si è concretizzata in una serie di lavori
scientifici, tra cui:
• Bertolini, Marina; Turrini, Cristina - Critical
configurations for 1-view in projections from
Pk to P2- J. Math. Imaging and Vision, 27
(2007).
• GianMario, Besana; Bertolini, Marina; Turrini,
Cristina - Instability of projective reconstruction
of dynamic scenes near critical configurations Proc. ICCV 2007
• GianMario, Besana; Bertolini, Marina; Turrini,
Cristina - Applications of Multiview Tensors
in Higher Dimensions. Tensors in Image
Processing and Computer Vision. Advances in
Pattern Recognition Springer (2009)
• Alberto Alzati, Alfonso Tortora: A geometric
approach to the trifocal tensor - Preprint 2010• Alberto Alzati, Marina Bertolini, Alberto
Borghese, Cristina Turrini: Tracking 3D
orientation through corresponding conics Proc. ACIVS 2009- Springer LNCS 5807
Ente Promotore
Partner
Italiani e internazionali:
Dip. di Matematica, Università degli Studi di
Milano
Locali:
Prof. Anmon Shshua, Università Ebraica di
Gerusalemme
224
Obiettivi
Generale: Attività di ricerca su temi di Computer
Vision
Specifici:
1. Attività di ricerca su ricostruzione di scene
dinamiche, luoghi critici per la ricostruzione,
calibrazione di camere, tensori trifocali;
2. Visita del prof. Amnon Shahua all’Università
degli Studi di Milano.
Attività
1. Corso tenuto dal prof. Shahua nel quadro del
programma di dottorato;
2. Le problematiche trattate dal Prof. Shahua
sono state successivamente sviluppate da
ricercatori della nostra sede, dando luogo ad
alcuni lavori scientifici.
Ente finanziatore
Fondi per l’Internazionalizzazione
Durata
Corso: Giugno/Luglio 2004
Contatti successivi: fino al 2007
Possibilità di rinnovo / follow up
Al momento non se ne prevedono
Paesi
ELENCO PAESI
BOSNIA-ERZEGOVINA
SERBIA
ALBANIA
TUNISIA
MAROCCO
TURCHIA
ALGERIA
EGITTO
MAURITANIA
HAITI
SENEGAL
GAMBIA
GUINEA-BISSAU
MALI
BURCHINA
FASO
TOGO
SIERRA LEONE
VENEZUELA
COLOMBIA
COSTA
D’AVORIO
OMAN
NIGER
THAILANDIA
CIAD
SUDAN
NIGERIA
ETIOPIA
CAMEROUN
GABON
ECUADOR
KENYA
CONGO
TANZANIA
BRASILE
MALAWI
BOLIVIA
NAMIBIA
ZIMBABWE MONZAMBICO
SWAZILAND
SUDAFRICA
URUGUAY
ARGENTINA
Regioni
I paesi in cui i progetti vengono svolti sono i seguenti:
INDIA
REPUBBLICA
DOMINICANA
PERÙ
COREA DEL SUD
CINA
LIBANO SIRIA
ISRAELE
IRAQ
TERRITORI PALESTINESI
OCCUPATI GIORDANIA
VIETNAM
•Albania
•Algeria
•Argentina
•Bolivia
•Bosnia-Erzegovina
•Brasile
•Burkina Faso
•Cameroun
•Ciad
•Cina
•Colombia
•Congo
•Corea del Sud
•Costa D’Avorio
•Ecuador
•Egitto
•Etiopia
•Gabon
•Gambia
•Giordania
•Guinea-Bissau
•Haiti
•India
•Iraq
•Israele
•Kenya
•Libano
•Malawi
•Mali
•Marocco
•Mauritania
•Mozambico
•Namibia
•Niger
•Nigeria
•Oman
•Perù
•Repubblica Dominicana
•Senegal
•Serbia
•Sierra Leone
•Siria
•Sudafrica
•Sudan
•Swaziland
•Tanzania
•Territori palestinesi
occupati
•Thailandia
•Togo
•Tunisia
•Turchia
•Uruguay
•Venezuela
•Vietnam
•Zimbabwe
Ci sono anche progetti che riguardano intere regioni:
•Asia del Sud:
Afghanistan, Bangladesh,
Bhutan, India, Iran,
Maldive, Nepal, Pakistan,
Sri Lanka
•paesi dell’America
Centrale e Meridionale,
•paesi dell’Africa Sub sahariana
•paesi dell’Africa centro-
meridionale: Angola,
Botswana, Lesotho,
Malawi, Mozambico,
Namibia, Sudafrica,
Swaziland, Zambia,
Zimbabwe, Repubblica
Democratica del Congo,
Repubblica del Congo,
Repubblica Centro
Africana, Ruanda, Burundi
•paesi della regione del
Sahel: Mauritania, Mali,
Burkina Faso, Niger, Ciad,
Senegal, Sudan, Nigeria,
Etiopia
•paesi del Mediterraneo.
229
ELENCO PARTNER
Organizzazioni internazionali
•European Union - Joint Research Centre (JRC)
•FAO
•ICS-UNIDO
•OCSE - Divisione per le prove dei trattori
agricoli e forestali
•UNDP
•UNIDO
•World Health Organisation
Ministeri italiani
•MAE - Istituto Italo-Latino Americano
•Ministero della Salute
Ministeri e Agenzie statali stranieri
•Amministrazione Statale Cinese per la
Medicina Tradizionale Cinese - Cina
•Associazione didattica cinese per gli scambi
internazionali - Pechino Cina
•Autorità Israeliana dell’Acqua Israele
•Autorità Palestinese dell’Acqua, Territori
Palestinesi Occupati
•CAFMA - Camera Argentina dei Produttori di
Macchine Agricole
•Dipartimento di Agricoltura, Pesca e
Conservazione, Divisione Normativa Piante e
Pesticidi di Hong Kong
•Dipartimento di Sviluppo Idrico (DWD) Pemba Tanzania
•Direzione dei parchi - Niger
•Direzione Generale delle Antichità e dei
Musei/Directorate-General for Antiquities
and Museums (DGAM) - Damasco Siria
•Istituto Agronomico di Campinas Brasile Centro di Automazione e Ingegneria (Jundiai,
San Paolo)
•MINEPIA (Ministère Elevage, Peche, Industrie
Alimentaire - Cameroun
•Ministère des Ressources Animales - Niger
•Ministero cinese dell’educazione - Ufficio
generale per la promozione della lingua
cinese (Hanban)
•Ministero della Salute - Swaziland
•Ministero della Salute Pubblica - Guinea Bissau
•Ministero dell’Agricoltura del Libano
•Ministero delle Acque e dell’Irigazione
Giordania
•Ministero Iracheno per l’Educazione e la Ricerca
•Zanzibar Water Department
Istituti di ricerca/Università italiani
•Alma Mater Studiorum-Università di Bologna
•Centro Internazionale per gli Antiparassitari e
la Prevenzione Sanitaria - Ospedale Luigi Sacco
• CeTAmB - Università di Brescia
•CICSAA - Centro Interuniversitario per la
Cooperazione allo Sviluppo Agro-alimentare
e Ambientale
•CIDETER - Centro di Investigazione
e Sviluppo Territoriale
•Consiglio Nazionale delle Ricerche
•Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto
Conservazione e Valorizzazione dei Beni
Culturali - Milano
•Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto
di Ricerca sulle Acque
•Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto
di Scienze e Tecnologie Molecolari
•Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto
per il rilevamento Elettromagnetico
Ambientale (CNR - IREA)
•Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto
per lo Studio degli Ecosistemi
•Consorzio Italiano per la Ricerca Agricola -
231
Agrital di Maccarese
•CRA - Consiglio per la Ricerca e la
Sperimentazione in Agricoltura - Milano
(ex IVTPA)
•CRA - Consiglio per la Ricerca e la
Sperimentazione in Agricoltura - Montanaso
Lombardo
•ICIS - Centro dell’Insubria sulla Sicurezza
Internazionale
•Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente Sezione Lombarda (IsIAO)
•Istituto Nazionale dei Tumori - IRCCS
Fondazione
•Istituto Superiore di Sanità
•IULM Milano
•Nuova Accademia delle Belle Arti (Naba)
•Parco Tecnologico Padano - CERSA (Centro
di Ricerca per gli Studi Agroalimentari)
•Politecnico di Milano
•Università Bicocca
•Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
•Università del Molise Campobasso
•Università dell’Insubria
•Università di Camerino
•Università di Catania
•Università di Napoli Federico II
•Università di Padova
•Università di Roma La Sapienza
•Università di Siena
•Università di Torino
•Università di Udine
Istituti di ricerca/Università stranieri
•Agencia Estatal Consejo Superior
De Investigaciones Cientificas - Spagna
•American University Il Cairo - Egitto
•Association de Recherche en Virologie
et Hématologie Parigi - Francia
•Bangor University - Regno Unito
•Ben Gurion Università di Negev - Israele
•Catholic University of Leuven - Belgio
•Central Food Technological Research Institute
(CFTRI) - India
232
•Centre de Suivi Ecologique Senegal
•Centro Africano per Test Clinici - Kenya
•Centro di ricerca biomolecolare Pietro
Annigoni CERBA - Burkina Faso
•Centro Nazionale per la Tecnologia
Alimentare e la Nutrizione - Ciad
•Centro per l’Analisi di Sistemi Agricoli
Sostenibili - Kensington USA
•Centro Svizzero di Ricerca Scientifica in Costa
d’Avorio
•Charles University - Praga Repubblica Ceca
•CIRMF - Franceville Gabon
•CNRFP - Centre National de Recherche e de
Formation sur le Paludisme - Burkina Faso
•CNRS Montpelier II - Francia
•Consiglio per la Ricerca Scientifica
e Industriale - Sudafrica
•CSIR - Central Drug Research Institute
- Lucknow India
•CSIR Science Sudafrica
•Deutsches Primate Zentrum - Göttingen
Germania
•Dipartimento di Sicurezza Industriale e
Ambientale - Centro per la Ricerca Atomica
Indira Ghandi - India
•Ecole Normale Parigi - Francia
•El-Razi College of Dentistry - Khartoum
Sudan
•EMBRAPA - Brasile
•Erasmus Universitair Medisch Centrum
Rotterdam - Paesi Bassi
•Fondazione Istituto di Tecnologia Alimentare
- Bolivia
•Foundation Biomedical Primate Research
Centre, Rijswijk - Paessi Bassi
•Fundacion para la investigacion Nutricional Spagna
•Fundacion Universitaria Juan D. Castellanos Colombia
•Harbin Institute of Technology - Cina
•ICTA - Istituto di Scienze e Tecnologia
Alimentari - Colombia
•ICTA - Istituto di Scienze e Tecnologia
Alimentari - Università Centrale del Venezuela
•INIA - Instituto Nacional de Investigacion
Agropecuaria - Uruguay
•Institute of Hygiene and Tropical Medicine Lisbona Portogallo
•Institute of Medicinal Plant Development Cina
•INTA - Istituto Nazionale di Tecnologia
Agropastorale - Uruguay
•IRD Montpellier - Francia
•Istituto Africano di Scienze e Tecnologie
Biomediche (AiBST) Harare - Zimbabwe
•Istituto di Ricerca Agricola Libanese (LARI)
•Istituto Francese di Archeologia Orientale
(IFAO) - Il Cairo Egitto
•Istituto Internazionale di Ricerca sul Riso Manila Filippine
•Istituto Medico e Astrologico Tibetano
di H. H. il Dalai Lama (Men-Tsee-Kang) Dharamsala India
•Istituto Tecnologico San Ignacio de Loyola
(ITESIL) - Repubblica Dominicana
•Istituto Tropicale Svizzero
•Jagiellonian University - Cracovia Polonia
•Karolinska Institute Stockholm - Svezia
•Korea Food Research Institute (KFRI) - Korea
•Kristineberg Marine Research Station Fiskebakcskil Svezia
•Laboratoire d’architecture et fonctions des
macromolécules biologiques, ESIL-CNRSAFMB - Marsiglia Francia
•Laboratorio di Salute Pubblica "Ivo de
Carneri" - Zanzibar
•London School di Igiene e Medicina
Tropicale, UK
•Medical College dell’Università di Nanchang
- Cina
•Medical Research Council - Clinical Trials Unit
- Londra UK
•Mubarak City for Scientific Research and
Technology Application - Egitto
•Parco Geologico Nazionale Guizhou Guanling China
•Robert Koch Institute Berlino - Germania
•Russian Academy of Medical Science - Mosca
Federazione Russa
•Scuola di Energia Ambiente e Risorse Naturali
- Università di Madurai Kamaraj - India
•Scuola di medicina tropicale Liverpool, UK
•Scuola superiore nazionale di Scienze
Agro-industriali di Ngaundére - Camerun
•Swiss Toxicological Information Centre Svizzera
•Technical University of Crete - Grecia
•Universidad Complutense de Madrid Spagna
•Universidade de Brasilia - Brasile
•Università Agraria de La Molina - Perù
•Università Americana di Beirut (AUB)
•Università Cattolica “Nostra Signora del
Buon Consiglio” (UniNSBC) - Tirana - Albania
•Università della California/ Davis - USA
•Università della Namibia
•Università di Aarhus - Danimarca
•Università di Abobo-Adjamé- Abidjan - Costa
d’Avorio
•Università di Adama - AMAE (Asella Model
Agricultural Enterprise) - Etiopia
•Università di Ain Shams - Egitto
•Università di Alessandria d’Egitto
•Università di Buenos Aires - Argentina
•Università di Calcutta India
•Università di Calicut - Kerala India
•Università di Capetown - Sudafrica
•Università di Delhi - India
•Università di Ege - Turchia
•Università di Hacettepe - Turchia
•Università di Heidelberg - Germania
•Università di Ibarra - Ecuador
•Università di Ioannina - Grecia
•Università di Leiden - Paesi Bassi
•Università di Liaoning Normal - Dalian Cina
•Università di Lima - Perù
•Università di Loca - Ecuador
•Università di Makeni - Sierra Leone
•Università di Medellin - Colombia
•Università di Medicina Hanoi - Vietnam
233
•Università di Medicina Tradizionale Cinese
di Nanjing - Cina
•Università di Nairobi - Kenya
•Università di Nanchino - China
•Università di N’Djamena - Ciad
•Università di Niamey - Niger
•Università di Ouagadougou - Burkina Faso
•Università di Oxford - UK
•Università di Patras - Grecia
•Università di Peking (PKU) - Cina
•Università di Piura - Perù
•Università di Quito - Ecuador
•Università di Rio Grande do Sul - Porto
Alegre Brasile
•Università di San Paolo - Brasile
•Università di Scienza e Tecnologia di Hong Kong
•Università di Toulouse - Francia
•Università di Tunisi El Manar
•Università di Zhejiang Hangzhou - Cina
•Università di Zurigo - Svizzera
•Università Ebraica di Gerusalemme - Israele
•Università Inserm Lausanne - Svizzera
•Università Nazionale della Colombia
•Università Nazionale Mayor De San Marcos Istituto di Medicina Tropicale - Lima Perù
•Università Tecnica di Ambato - Ecuador
•Università Tecnologica Nazionale - Uruguay
•Università UNDH - Port au Prince - Haiti
•Université Cheikh Anta Diop de Dakar - Senegal
•Université de Tunis - Tunisia
•Université Hassan II Ain Chock Casablanca Marocco
•Université S. Esprit de Kaslik (USEK) - Libano
•University of Buea - Camerun
•University of Copenhagen - Panum Institute
- Danimarca
•University of Gent - Belgio
•University of Ljubljana - Slovenia
•University of Southern Denmark - Danimarca
•University of Victor Segalen - Bordeaux
Francia
•University Sultan Qaboos - Oman
•Yarmouk University - Giordania
234
Enti locali italiani
•Comune di Milano
•Comunità Montana Cusio Mottarone - Italia
•USR - Ufficio Scolastico Regionale per la
Lombardia
Enti locali stranieri
•Centro del commercio di Concepcion Uruguay
•Comune di Dakar - Senegal
•Ministero dell’Agricoltura della provincia
di Misiones - Argentina
•Municipalità di Concepcion - Uruguay
•Municipalità in Libano
ONG
•ACRA
•Africa ’70
•AISPO Onlus - Italia
•Anlaids Sezione Lombardia - Italia
•Associazione Amigos del Museo de Sipàn Perù
•Associazione Ceu e Terras - Bissau - Guinea
Bissau
•ATCP (Associazione della Comunità Ciadiana
per il Progresso) - Ciad
•AVSI
•Caritas Perù
•CCM Onlus - Italia
•Centro Orientamento Educativo - Milano Italia
•Comunità di Sant’Egidio - Roma Italia
•COOPI
•COSPE Onlus - Firenze Italia
•COSV - ONG
•Euresist Network GEIE - Siena Italia
•Fondazione Bethlèem de Mouda - Camerun
•Fondazione BioEconomy Addis Abeba Etiopia
•Fondazione Ivo de Carneri
•Fondazione Penta Onlus - Padova Italia
•Fondazione Pro.sa Onlus - Italia
•Fundacion del Sur - Argentina
•Hogar San Camilo - Lima Perù
•ICEI - Istituto di Cooperazione Economica
Internazionale ONG - Italia
•Indian Red Cross Society (Koraput District) India
•Ingegneri senza Frontiere - Università di
Trento
•Irsicaixa Foundation - Barcellona Spagna
•Landau Network - Centro Volta (LNCV)
•Live in Slums
•MAPO (Movimiento Argentino para la
Produccion Organica) - Argentina
•Medicines for Malaria Venture - MMV
•Missionari della Consolata - Tanzania
•Mondeco Onlus - Italia
•ONG Capen
•ONG Karkara - Niger
•ONG Sana Logone - Municipalità di Yagoua
- Camerun
•Pontificio Istituto Missioni Estere - Italia
•Saint Lawrence Foundation
•SNV Ethiopia - Netherlands Development
Organisation ONG - Etiopia
•Waves World Association of Volunteers for
Emergencies and Solidarity - Onlus
ALTRO
•4SC AG (SME)
•Agrhymet Niger
•agricoltori in Libano
•Association Cité de la Lumiére, de
Amoutchou -Togo
•Azienda Agricola Andegardo di Cernusco
Lombardone - Italia
•Azienda Filmare Nile textile - Egitto e Italia
•Azienda tessile Ahlan - Egitto
•Bio detection System - Paesi Bassi
•CEM (Coopérative Eleveurs Maroua) Camerun
•Centro di riabilitazione Giardino dell’Eden
•Cooperativa di agricoltori di Feghal (Libano)
•Coopérative Laitière de Niamey - Niger
•Cosmos
•Ecogranjas Cooperativa Agraria Limitada Uruguay
•EcoTechSystem srl - Italia
•Expo 2015
•FEI azienda
•Field Museum Chicago - USA
•Fondazione Cariplo
•Green - Agenzia di consulenza
•Hôpital de la Pitié Salpétrière - Service de
Médecine Infectieuse - Parigi Francia
•Hopital Missionaire St.Jean de Dieu, Afagnan
- Togo
•Hylobates Consulting
•Informa SRL - Roma Italia
•Laboratoires Idenix SARL - Montpellier
Francia
•Laboratori di ricerca di Oddisi - Bhubaneswar
- India
•LICA Pharma
•Missionari Comboniani
•Museo di Palmira - Siria
•NeED Pharma
•Ospedale "Luigi Sacco" di Milano - Italia
•Ospedale Anoalite, di Mungbere - Congo
•Ospedale Carlos III Madrid - Spagna
•Ospedale Delek - Dharamsala India
•Ospedale di Sololo, Kenya
•Ospedale San Raffaele - HSR - Italia
•Rotary
•Scuola Don Bosco in Alessandria d’Egitto
•Scuola Primaria B.L.Tezza, dei Padri
Camilliani, Karungu - Kenya
•scuole in Libano
•Siteki Hospital - Swaziland
•St. John of Good Hospital - Tigania, Meru Kenya
•St-Microelectronics azienda
•Studio Associato MPM
•Unione cooperative per il Latte Asella Etiopia
•Virco BVBA - Mechelen Belgio
235
ELENCO FINANZIATORI
Organizzazioni internazionali
•Banca Mondiale
•FAO
•FAO - IFDCP (Programma di Cooperazione
Decentrata Italia)
•FMI
•ICS-UNIDO
•NATO
•OCSE
•UNDP
•Unicef
•Unione Europea
Ministeri
•Associazione didattica cinese per gli scambi
internazionali - Pechino Cina
•Dipartimento di Agricoltura, Pesca
e Conservazione, Divisione Normativa Piante
e Pesticidi di Hong Kong
•FIP - Fondo Italo Peruviano
•Fondazione Nazionale di Scienze della Cina
•Istituto Italo-Latino Americano
•Ministero cinese dell’educazione - Ufficio
generale per la promozione della lingua
cinese (Hanban)
•Ministero degli Affari Esteri (DGPC; DGCS)
•Ministero della Salute in Italia
•Ministero della Scienza e della Tecnologia
brasiliano
•Ministero della Scienza e della Tecnologia
del Vietnam
•Ministero dell’Educazione e della Tecnologia
(MEST) - Korea
•Ministero dell’Istruzione in Cina
•MIUR
•MIUR (FIRB - Fondo per gli Investimenti
della Ricerca di Base)
•Programma Nazionale per la Ricerca di Base
in Cina 2010­/2014
Istituti di ricerca / Università
•Centro nutrizionale di Goundi - Ciad
•CeTAmb - Università di Brescia
•Charles University - Praga Repubblica Ceca
•CIDETER - Centro di Investigazione
e Sviluppo Territoriale
•Consiglio per la Ricerca Scientifica
e Industriale - Nuova Delhi India
•El-Razi College of Dentistry - Khartoum Sudan
•Harbin Institue of Technology - Cina
•Istituto Francese di Archeologia Orientale
(IFAO) - Il Cairo Egitto
•Istituto Internazionale di Ricerca sul Riso Manila Filippine
•Istituto Nazionale degli Stati Uniti
•Jagiellonian University - Cracovia Polonia
•Società Geografica Nazionale - Cina
•Università degli Studi di Milano
•Università del Molise Campobasso
•Università dell’Insubria
•Università di Calicut - Kerala India
•Università di Madurai Kamaraj - India
•Università di Medellin - Colombia
•Università di Rio Grande do Sul - Porto
Alegre Brasile
•Università di San Paolo - Brasile
•Università di Scienze Gastronomiche Pollenzo Italia
•University Sultan Qaboos - Oman
Enti locali italiani
•Comune di Milano
•Comunità Montana Cusio Mottarone - Italia
•Provincia autonoma di Trento
237
•Regione Lombardia
ONG
•Acra
•AISPO onlus - Italia
•Anlaids Sezione Lombardia - Italia
•Asociacion AIDA - Madrid Spagna
•Associazione Ceu e Terras - Bissau - Guinea
Bissau
•AVSI
•Comunità di Sant’Egidio - Roma Italia
•COSPE Onlus - Firenze Italia
•Fondazione “Nostra Signora del Buon
Consiglio” - Albania
238
•Fondazione BioEconomy Addis Abeba Etiopia
•Fondazione Ivo de Carneri
•Saint Lawrence Foundation
•Smile Onlus
•Yacouba for Africa
Altro
•Axxam spa
•Biodiversity International
•Expo 2015
•Fondazione Cariplo
•Ospedale "Luigi Sacco" Milano Italia
•Rotary
Scarica

La cooperazione internazionaLe aLLo sviLuppo deLLa stataLe