The Activities of International Cooperation for Development of the University of Milan La Cooperazione Internazionale allo Sviluppo della Statale UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO THE ACTIVITIES OF INTERNATIONAL COOPERATION FOR DEVELOPMENT OF THE UNIVERSITY OF MILAN La cooperazione internazionale allo sviluppo della Statale Da molti anni l’Università degli Studi di Milano, attraverso i suoi docenti, il personale tecnico e amministrativo e gli studenti, svolge attività di cooperazione con Paesi in via di sviluppo. Questa brochure raccoglie in modo ragionato le schede degli interventi di cooperazione in atto o conclusi di recente. Si tratta di oltre cento progetti sviluppati in più di 50 Paesi, condotti in collaborazione con molte decine di università e centri di ricerca, con un gran numero di istituzioni locali e di organizzazioni non governative e sostenute da una vasta gamma di enti finanziatori internazionali e locali e da privati del nostro paese, di altri paesi sviluppati e di paesi in via di sviluppo. Le numerose esperienze condotte in campi diversi offrono una ricca testimonianza degli approcci che le varie aree culturali dell’Università di Milano hanno messo in atto. In ogni caso, anche negli interventi più applicativi, non si rinuncia mai alla funzione basilare per un’istituzione quale è l’Università, cioè di formare i giovani, di promuoverne le capacità progettuali, di aiutarli ad assumere responsabilità, insomma di formare in ogni paese capitale umano come mezzo fondamentale per l’affrancamento dalla dipendenza e per gettare le basi di uno sviluppo autonomo e l’acquisizione di una coscienza della solidarietà. The University of Milan has been carrying out cooperation activities with the developing countries through its teaching, technical and administrative staff as well as through its students for many years. This publication gathers in a rationed way the records related to the ongoing or recently concluded cooperation interventions. It deals with more than one hundred projects developed in over 50 countries in collaboration with dozens of universities and research centers, with a great number of local institutions and NGOs and supported by a wide range of international and local financing bodies as well as by privates of our country and of other developed or developing countries. The many experiences conducted in different fields offer a bear witness of the approach that the various areas of the University of Milan have enacted. Anyway, the effort demonstrated even for the more practical interventions was that of never giving up to comply with its basic function as a University, namely to train young people, to promote their planning skills, to help them take responsibility, in other words to build human capital as a fundamental means in order to set every country free from being dependent and to lay the grounds for an autonomous development and for building a solidarity awareness. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO La cooperazione internazionale allo sviluppo della Statale A cura di Claudia Sorlini Delegata alla Cooperazione Internazionale allo Sviluppo Indice Prefazione . 17 La cooperazione internazionale dell’Università di Milano (Sorlini) 19 Il Centro Interuniversitario per la Cooperazione allo Sviluppo Agro-alimentare 29 e Ambientale - presentazione (Pretolani) 1.0 Metodologia di intervento dell’Università in supporto alla cooperazione (Sali) 35 La cooperazione è una sfida per giovani (Cinquanta) 41 Agricoltura 43 Le strategie per lo sviluppo dell’agricoltura (Bocchi) 1.1 Progetto CITTÀ DELLA LUCE (Togo) 48 1.2 AQUAPLUS - Acqua Energia per la Vita (Haiti) 49 1.3 Lotta integrata al fitoplasma delle drupacee in Libano (Libano) 50 1.4 Studio di fattibilità per la realizzazione di progetti nei tre paesi membri del gruppo 51 di lavoro Executive Action Team - Multilateral Working Group on Water Resources (”EXACT”) (Giordania, Israele, Territori palestinesi occupati) 1.5 GRAS - Sahel: Caratterizzazione della produzione primaria delle praterie in Senegal 52 e studio delle crisi alimentari provocate da cambiamenti climatici nei Paesi del Sahel che fanno parte del CILSS (Comité permanent Inter-Etats de Lutte contre la Sécheresse dans le Sahel) attraverso tecniche di telerilevamento (Burkina Faso, Ciad, Gambia, Guinea Bissau, Mali, Mauritania, Niger, Senegal) Agrobiodiversità per sementi e sicurezza alimentare (Ecuador, Perù, America Lavoro redazionale Nicoleta Gherghina 1.6 Revisione traduzioni Nicoleta Gherghina 1.7 Sviluppo del polo produttivo di macchine agricole CIDETER (Argentina) 54 1.8 Applicazione dei codici normalizzati OCSE per le prove dei trattori agricoli 55 Centrale e Meridionale) Progetto grafico Andrea Rovatti ISBN 9788890598913 53 e forestali (Brasile) 1.9 Biotecnologia da estremofili microbici del deserto per sostenere la ricerca agricola in Tunisia e in Europa meridionale (Italia, Tunisia, Grecia) 56 1.10 Iniziativa sistemi per i cereali nell'Asia del Sud (CSISA) (Asia del Sud) 57 2.5 Creazione centro raccolta latte (Dajabon) (Repubblica dominicana) 82 1.11 Riforestazione a Dajabon (Repubblica Dominicana) 58 2.6 Contributo al miglioramento quantitativo e qualitativo della produzione 83 1.12 Acqua sorgente di convivenza: risposte urgenti e stabili per una coabitazione 59 locale di latte, mediante il trasferimento di tecnologie sostenibili nel campo possibile a Marjayoun e a Markaba (Libano) 1.13 Consolidamento della micro-orticoltura urbana per il miglioramento della sicurezza dell’alimentazione animale e di un sistema di sorveglianza epidemiologica per le zoonosi trasmesse attraverso il consumo di latte a Niamey (Niger) 60 alimentare (Senegal) 2.7 1.14 Agricoltura in zone aride (Egitto) 61 1.15 Sierra Leone - Fondazione della Facoltà di Agraria presso l’Università di Makeni 62 Sviluppo della filiera latte in Niger per una zootecnia sostenibile a salvaguardia della biodiversità e dell’ambiente (Niger) 2.8 (Sierra Leone) Supporto e sviluppo della filiera latte nella zona di Banifandou (Comune de Dentro la Città dei Morti, Workshop internazionale (Egitto) 63 1.17 Sistema informativo geografico (GIS) (India) 64 dell’attività zootecnica locale e della filiera produttiva nell’area urbana • Box: Cooperazione UNIMI - Haiti: Educazione e sviluppo in agricoltura (Bassi) 67 e periurbana di Niamey (Niger) • Box: Corso su Sistemi agro zootecnici e cooperazione internazionale (Bocchi) 68 • Box: Club of Bologna un’associazione mondiale per le strategie di sviluppo 69 della meccanizzazione agricola (Bodria) Box: ICT e e-services nella cooperazione (Cortesi) 2.9 2.10 Zootecnia 2.11 2.1 Lotta alla povertà tramite la promozione di un programma di sviluppo sostenibile Miglioramento delle attività produttive del settore agro-zootecnico di Mouda, 87 Appoggio e promozione dell’agricoltura e dell'allevamento biologici (BioUruguay) 88 Difesa e valorizzazione della biodiversità in Niger attraverso programmi 89 di educazione ambientale e strategie operative (Niger) 73 2.13. Sviluppo di un sistema di controllo di sicurezza alimentare del latte bovino 90 e di un sistema di pagamento secondo qualità nella regione di Asella (East Arsi) 78 basato su agricoltura e allevamento biologici a Misiones (Argentina) 2.2 Dialogo De Saberes: Progetto per la sostenibilità della coltivazione, raccolta 86 (Uruguay) 70 La zootecnia come fattore di sviluppo (Crimella) Miglioramento quali-quantitativo della produzione di latte e consolidamento e trasformazione delle piante medicinali (Uruguay) 2.12 2.0 85 Niamey III - Niger) (Niger) 1.16 • 84 (Etiopia) 79 • Box: La filiera del latte come motore di sviluppo (Cantàfora) 91 Alimentazione e nutrizione 93 Regione Extreme-Nord (Cameroun) in collaborazione con la Fondazione Bethlèem 3.0 (Cameroun) 2.3 Appoggio e strutturazione della filiera latte nella zona urbana e periurbana di Maroua (Cameroun) 2.4 Sviluppo del settore zootecnico (Cameroun) Promuovere la produzione di alimenti sani (Mannino) 80 3.1 81 Composti bioattivi per la valorizzazione e promozione degli alimenti tradizionali (Corea del Sud) 96 3.2 Valorizzazione agronomica delle risorse delle zone di esondazione in Amazzonia 97 4.5 3.3 Utilizzo della flessibilità strutturale delle proteine (Israele) 98 3.4 Effetti dei trattamenti sulle caratteristiche funzionali delle proteine alimentari 99 (Turchia) Studi fisico-chimici e istologici sulle varietà autoctone di yam e cassava (Costa Rete Regionale Andina per il rafforzamento degli istituti di Scienze e Tecnologie 4.6 Progetto sul controllo della qualità degli alimenti (Colombia) 117 5.0 Ambiente 119 Sviluppo nel rispetto dell'ambiente (Candia) 100 d’Avorio) 3.6 101 5.1 Sviluppo sostenibile delle comunità etiopi (Etiopia, Africa sub-sahariana) 124 5.2 Monitoraggio degli agenti inquinanti organici e persistenti alla foce del fiume 125 Alimentari (Colombia, Ecuador, Bolivia, Perù, Venezuela) 3.7 Rafforzamento dell’Istituto di Scienze e Tecnologia Alimentari (ICTA) Gange (India) 102 di Bogotà (Colombia) 3.8 Caratterizzazione molecolare di ceppi batterici produttori di batteriocine e sviluppo 103 5.3 Rigenerazione negli invertebrati marini (Cina) 126 5.4 Corso Intensivo 2010: Prodotti agricoli derivati e contaminazione ambientale (Iraq) 127 5.5 Sfruttamento della diversità ed ecologia microbica del Mediterraneo per la 128 di applicazioni per i processi di biopreservation degli alimenti (India, Italia) 3.9 Ricerca applicata per la valorizzazione e la trasformazione di risorse naturali bioremediation di inquinanti 104 5.6 nel processo di lotta alla fame (Ciad, Cameroun) 3.10 Lotta alla malnutrizione mediante la valorizzazione della Moringa Oleifera Sicurezza degli alimenti e dell’acqua 105 Meccanismi di fecondazione in insetti (Brasile) 130 • Box: Corsi avanzati 1 (Candia) 132 • Box: Corsi avanzati 2 (Candia) 133 I farmaci 135 5.7 6.0 4.1 Programma di educazione sulla salute rurale (Cina- Hong Kong) 112 4.2 Miglioramento della quantità e qualità dell’acqua nei villaggi del Mali (Mali, 113 I farmaci strategici per i paesi in via di sviluppo (Taramelli) 6.1 paesi del Sahel) Fellowship on Packaging Technologies and Solutions for Developing Countries Acqua potabile nel distretto di Chake Chake, isola di Pemba, Zanzibar (Tanzania) Malaria: ricerca su piante locali impiegate per la terapia della malaria e la profilassi 138 antimalarica nell’area di Orissa (India) 114 6.2 (Nigeria) 4.4 129 107 Garantire acqua e cibo igienicamente sicuri (Pontello) 4.3 Attività dell’α-L-fucosidasi del prodotto del gene FUCA nella Fulgoroidea marrone, Nilaparvata lumen (Cina) come integratore alimentare (Ciad) 4.0 116 del rischio/beneficio (Argentina, Brasile, Cina, Sudafrica) (VARZEA) (Brasile) 3.5 Integratori alimentari con ingredienti vegetali: livelli di consumo, valutazione Selezione e sviluppo di microbicidi per uso mucosale per prevenire la trasmissione/ 139 acquisizione di HIV per via sessuale (Gabon) 115 6.3 Cooperazione didattico - scientifica nell’ambito del Corso di laurea in Farmacia (Albania) 140 6.4 Ricerche chimiche e farmacologiche su piante del genere Aloe originarie e/o di artemisinina) e correlati farmacogenomici su concentrazioni di plasma di 141 coltivate in Kenya (Kenya, Africa centro-meridionale) 6.5 Scoperta di farmaci antimalarici: isolamento e caratterizzazione di principi attivi Efavirenz e Nevirapine (Tanzania) 142 con attività antimalariche da piante medicinali usate dai curatori tradizionali in 7.5 Prevenzione della Trasmissione Madre-Bambino dell’HIV (PTMB) (Guinea Bissau) 156 7.6 Farmacogenomica del polimorfismo dei geni CYP2A6, CYP2B6, CYP2C19, 157 CYP2D6, CYP3A4, CYP3A5 e MDR1 e la loro influenza sulle concentrazioni Burkina Faso 6.6 Effetti antimalarici, antimelanoma e antiangiogenici dei nuovi derivati dell’artemisinina (Cina e altri paesi) 6.7 Sviluppo di una piattaforma per studi preclinici di nuovi composti antimalarici 7.7 • 6.8 Sviluppo di nuovi farmaci antimalarici (Burkina Faso, Kenya, Sudafrica) 145 6.9 Coordinamento, razionalizzazione e integrazione fra la scoperta di farmaci 146 Box: Cooperazione didattico - scientifica nell’ambito del Corso di Laurea Box: Creazione e rafforzamento di scuole mediche mediante partenariato nei paesi 159 Salute e malattia 161 Promuovere la salute intensificando la ricerca (Chiarella Sforza) 147 in Farmacia - Un modello esportato - Tirana (Monticelli) 158 in via di sviluppo: il caso del Ciad (Galli) 8.0 antimalarici e iniziative di sviluppo Accordo di collaborazione con il programma DREAM (Drug Resources Enhancement against AIDS and Malnutrition) (Malawi, Mozambico) 144 (Sudafrica, Zimbabwe) • di plasma di Efavirenz e Nevirapine (Perù) 143 8.1 Formazione di personale infermieristico e supporto tecnico al servizio sanitario (Togo) 165 Formazione di fisioterapisti - Ospedale Anoalite, di Mungbere, Congo (Congo) 7.0 Lotta all’AIDS 149 Una sfida da vincere (Massimo Galli) 8.2 Borsa di studio per studente di medicina - Ospedale di Sololo (Kenya) 166 8.3 Formazione di personale medico e supporto tecnico al servizio sanitario (Kenya) 167 7.1 Rete collaborativa per la resistenza ai farmaci HIV e Anti-HIV (Estonia, Russia, Senegal) 152 8.4 Identificazione dei fattori che influenzano il ripiegamento e la stabilità degli enzimi 168 7.2 Sorveglianza della resistenza ai farmaci HIV-1, sottotipi virali, epidemiologia 153 8.5 in organismi patogeni che causano malattie riemergenti (India) 169 Metilazione del DNA e rischio di cancro allo stomaco (Oman) molecolare di HCV e HBV e correlati farmacogenomici su concentrazioni di plasma di Efavirenz e Nevirapine (Guinea Bissau) 7.3 8.6 Energetica e biomeccanica del movimento umano (Brasile) 170 8.7 Epidemia di colera a Zanzibar (Isola di Pemba) - 2006 (Tanzania) 171 molecolare di tubercolosi M., HTLV (Virus dei linfociti T dell’uomo) e HBV, 8.8 Progetto di fondazione della “Scuola Mediterranea di Studi Superiore di 172 e correlati farmacogenomici su concentrazioni di plasma di Efavirenz e Nevirapine 8.9 Neuropsicofarmacologia e Neuropsichiatria” (Albania, Algeria, Bosnia- 173 Sorveglianza della resistenza ai farmaci HIV-1, sottotipi virali, epidemiologia 154 Erzegovina, Cipro, Croazia, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano, (Swaziland) 7.4 Sorveglianza della resistenza ai farmaci HIV-1, sottotipi virali, epidemiologia molecolare di tubercolosi M., resistenza all’artemisinina (terapie combinate a base 155 Libia, Malta, Marocco, Montenegro, Portogallo, Serbia, Siria, Slovenia, Spagna, Territori autonomi palestinesi, Tunisia, Turchia, ) 8.10 Anatomia funzionale di testa e collo nei soggetti normali e nei pazienti 174 10.0 Mediazione linguistica ed interculturale 195 Superare le barriere linguistiche e culturali (Lavagnino) odontoiatrici (Brasile) 8.11 Anatomia quantitativa delle arcate dentarie e del palato (Colombia) 175 10.1 Studi di letteratura ed estetica Indiana (Italia, Polonia, Repubblica Ceca) 198 8.12 Morfologia facciale tridimensionale in soggetti normali e in pazienti (Sudan) 176 10.2 Accordo per Esami di Chinese Proficiency presso l’Università degli Studi di Milano 199 8.13 Integrazione tra la medicina occidentale e la medicina cinese (Cina, Italia) 177 8.14 Infezioni micotiche (infezioni di Fusarium e infezioni micotiche profonde in pazienti 178 di terapia intensiva) (Turchia) 8.15 Sostegno al programma di controllo della tubercolosi presso le comunità tibetane 179 (India) • Box: Medicina tradizionale cinese e medicina occidentale: due mondi che 181 (Cina) 10.3 Scambi di studenti Cina - Italia (Cina) 200 10.4 Istituto Confucio presso l’Università degli Studi di Milano (Cina, Italia) 201 10.5 Programma di scambio di studenti Cina - Italia (Cina) 202 10.6 Scambio studenti e docenti Italia/Cina (Cina) 203 10.7 Insegnamento dell’italiano come lingua di lavoro (Egitto) 204 Box: Centro d’Ateneo per la promozione della lingua e della cultura italiana 206 • si incontrano (Solimene) G. e C. Feltrinelli - CALCIF (Morgana) 9.0 Società ed istituzioni 183 • 11.0 Box: Contemporary Asia Research Centre - CARC (Lavagnino) 207 Beni culturali 209 Gestione dei problemi sociali (Fiamingo) 9.1 Giardino dell’Eden - Produzione di fertilizzante organico (Thailandia) 187 9.2 Progetto Scuola primaria per orfani dell’AIDS - Beato Luigi Tezza (Kenya) 188 Recupero del patrimonio archeologico per riscoprire le radici della civiltà e 9.3 Verso l’istituzionalizzazione di un problema: la reintegrazione degli ex- combattenti 189 sviluppare il turismo (Grassi) 11.1 in Namibia e la costituzione di un Ministero per gli Affari dei Veterani (Namibia, Africa meridionale) Missione di ricerca geoarcheologica e archeologica ai margini dell’oasi di Tadmor 212 (Palmira) (Siria) 9.4 Accordo di cooperazione internazionale (Cina, Italia) 190 11.2 Scavi a Umm-el-Breigât (Tebtynis) (Egitto) 213 9.5 Collaborazione didattica per la fondazione di un centro di “European Studies” 191 11.3 Progetto Palmira. Il quartiere sud-ovest della città: processi di sviluppo e trasformazione 214 (India) urbana (Missione archeologica congiunta italo - siriana Pal.M.A.I.S.) (Siria) • Box: SIII - Seminario Interuniversitario, Interfacoltà, Interdisciplinare (Fiamingo) 192 • Box: Comitato Italo-libico Ma’an Li’I Ghad (Insieme per il domani) Onlus (Fiamingo) 193 11.4 Progetto di sviluppo della capacità delle comunità nel quadro dell’agroindustria, 215 della ricerca archeologica e del turismo sostenibile del “Santuario historico del bosque del Pomac” (Perù) 11.5 Miglioramento della qualità della vita dei villaggi di Huaca Rajada e Sipán e sviluppo del potenziale turistico (Perù) 216 11.6 Scavi e studio di vertebrati marini triassici nelle province di Guizhou e Yunnan 217 (Cina) 12.0 Collaborazioni su ricerca di base/Altro 219 12.1 Applicazione di tecniche di Dinamica Molecolare per studi strutturali su proteine 220 in soluzione (Argentina) 12.2 Corso Intensivo - Edizioni 2008 e 2009: Elettroni, Microscopia ionica e 221 Micromanipolazione: principi comuni e metodi avanzati in scienze applicate (Iraq) 12.3 Espressione in cellule di insetti del gene di Drosophila che codifica 222 per alfa-fucosidasi (Cina) 12.4 Differenziazione di cellule staminali della linea germinale in Ceratitis capitata 223 (Vietnam) 12.5 Matematica - Computer vision: Attività di ricerca sui problemi di ricostruzione 224 di scene dinamiche (Israele) Elenco paesi 229 Elenco partner 231 Elenco finanziatori 237 Prefazione Il divario tra i paesi del mondo sviluppati, in via di sviluppo ed emergenti è alla base di conflitti, instabilità e divisione tra i popoli. Gli obiettivi del millennio fondati sulla realizzazione dei diritti all’alimentazione, alla salute, all’educazione, alle pari opportunità, ad uno sviluppo ecologicamente sostenibile, promossi dall’ONU nel 2000 e sottoscritti da 191 paesi, rappresentano in sintesi quanto dovrebbe essere fatto, almeno come primo passo, per raggiungere una più equa distribuzione delle risorse e per attenuare tensioni, dando la possibilità a tutti i popoli di raggiungere un livello dignitoso di vita non solo sotto il profilo economico, ma anche sociale e in particolare dei diritti umani. In questo scenario le Università possono rivestire un ruolo molto importante che tra l’altro viene ad esse attribuito ufficialmente anche dalle grandi organizzazioni internazionali (ONU) e dall’Unione Europea, che consiste nel promuovere il dialogo tra i popoli e la comprensione tra le culture, contribuire allo sviluppo dell’istruzione dei paesi terzi, incoraggiare la mobilità e gli scambi e diffondere gli ideali di democrazia e di rispetto dei diritti umani. Su questa linea l’Università degli Studi di Milano da anni ed in misura crescente si sta impegnando. Sono, infatti, sempre di più i gruppi di docenti che attivano progetti di cooperazione o che aderiscono a progetti di altre istituzioni. Le modalità ed i canali di azione sono svariati ed in parte legati alle diverse competenze culturali e scientifiche presenti nelle facoltà e comprendono, tra l’altro: corsi interamente o parzialmente dedicati alla cooperazione internazionale allo sviluppo per sensibilizzare gli studenti italiani al tema, formazione di studenti stranieri sostenuta da docenti dell’Ateneo presso sedi universitarie di altri paesi, formazione di dottorandi di paesi in via di sviluppo su contenuti funzionali al paese di provenienza; attività di ricerca congiunte; e da ultimo, gestione e partecipazione a progetti di cooperazione gestiti da organizzazioni non governative o da altri enti con ricadute territoriali sui gruppi sociali coinvolti, attraverso il trasferimento di tecnologie appropriate e l’elaborazione di piani di sviluppo di settore. In questo caso l’Università fornisce il proprio contributo garantendo l’appropriatezza delle scelte scientifiche e tecnologiche. Molte di queste attività vengono svolte in collaborazione con le università locali. Presso l’Università degli Studi di Milano inoltre operano alcuni centri dedicati alla cooperazione: Centro Interuniversitario per la Cooperazione allo Sviluppo Agro-alimentare e Ambientale (CICSAA) istituito con le Università degli Studi di Pavia e Brescia, Centro di Ateneo per la Promozione della Lingua e la Cultura Italiana G. e C Feltrinelli (CALCIF), il Contemporary Asia Research Centre (CARC), per lo sviluppo delle ricerche sulla realtà economica e culturale dei paesi asiatici; l’Istituto Confucio, per la promozione dello studio della lingua e cultura cinese; inoltre è attivo, nell’ambito del programma Marco Polo, un corso intensivo per studenti cinesi. Presso “Nostra Signora del Buon Consiglio“ di Tirana è stata istituita la Facoltà di Farmacia agli studenti della quale viene rilasciato il doppio titolo; corsi di formazione vengono occasionalmente svolti in altri paesi (CIAD; Egitto; Sierra Leone ecc.). Inoltre UNIMI fa parte della Rete di Coordinamento delle Università per la Cooperazione allo Sviluppo. Il lavoro più capillare viene comunque svolto da gruppi di docenti sparsi nelle varie Facoltà, dedicato alla realizzazione di progetti sul territorio. Complessivamente sono coinvolte alcune centinaia tra docenti, studenti e personale tecnico amministrativo, impegnati in più di 100 progetti in oltre 50 paesi, con decine di partner di paesi in via di sviluppo, emergenti e sviluppati e con un gran numero di piccoli e grandi finanziatori. In ogni caso l’Università non deroga alla sua funzione di formazione finalizzata non solo all’insegnamento tradizionale, ma anche e soprattutto alla creazione di una cultura dell’internazionalizzazione, della responsabilità civile, della solidarietà tra i popoli. Il Rettore Prof. Enrico Decleva 17 LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ALLO SVILUPPO DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO Prof. Claudia Sorlini Delegata del Rettore per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo Introduzione Questa brochure è dedicata alle attività che l'Università degli Studi di Milano svolge nel campo della cooperazione internazionale allo sviluppo. Nell’incertezza relativa a quali criteri adottare nella scelta dei Paesi da considerare in questo lavoro, si è deciso di uniformarsi a quelli della Direzione Generale della Cooperazione Internazionale allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e cioè: paesi dell’Africa e Medio Oriente, dell’America Latina e Caraibi, dell’Asia e Pacifico, e per l’Europa, alcuni dei paesi di più recente ingresso. All’interno di questa vasta gamma, alcuni Paesi, definiti emergenti, negli ultimi anni sono andati incontro ad uno sviluppo accelerato con un forte incremento del PIL (in particolare i paesi BRIC, Brasile, Russia, India e Cina), con i quali comunque l’Italia, insieme con l’Unione Europea, continua a svolgere attività di cooperazione su varie tematiche, dall’ambiente ai diritti umani, dall’agricoltura alla linguistica, anche perché l’esigenza di confronto su questi temi e di supporto allo sviluppo delle aree di questi paesi che ancora vivono in condizioni di arretratezza continua ad essere oggetto di interesse comune. Accanto a questi Paesi ce ne sono diversi che mostrano segnali interessanti di sviluppo, anche se non così significativi, mentre molti altri permangono in condizioni di gravi difficoltà, colpiti da fenomeni migratori di grandi masse in cerca di un Paese dove lavorare e vivere dignitosamente, dove l’aspettativa di vita alla nascita non arriva o supera di poco i 40 anni (dati ONU), il tasso di alfabetizzazione raggiunge a stento il 40% della popolazione, ed infuriano guerre endemiche, molte delle quali sono causate dalla competizione per le fonti di approvvigionamento idrico e di risorse alimentari. Il risultato di queste guerre è la decimazione delle giovani generazioni, la devastazione del territorio e la distruzione delle risorse dell’agricoltura, e questo non fa che peggiorare la situazione economica dell’area o del paese e ritardare la crescita sociale ed economica. Interessanti studi, condotti dalla FAO e da studiosi di varie università, hanno dimostrato che le aree a maggior rischio di conflitti bellici sono contemporaneamente quelle dove più alto è il livello di povertà e di fame. Numerose malattie, quali la malaria, l’HIV, la tubercolosi, scomparse o ridotte da anni nei paesi sviluppati, flagellano ancora l’umanità dei paesi in via di sviluppo. Le precarie condizioni igieniche, confermate dai dati sul mancato accesso ai servizi igienico-sanitari di una quota enorme della popolazione mondiale, sono alla base della diffusione di affezioni gastrointestinali che rappresentano la principale causa di morte nella prima infanzia in molti di questi paesi. D’altra parte anche l’inadeguata scolarizzazione, il mancato superamento delle discriminazioni e lo scarso rispetto dei 8 1 19 diritti umani impediscono il pieno dispiegamento delle capacità degli individui sia nella dimensione personale e familiare sia in quella sociale. Va aggiunto che spesso in questi paesi vengono distrutte risorse naturali di inestimabile valore ecologico per motivi di necessità primaria o per speculazione interna o di esterni. Le strategie delle organizzazioni internazionali La lotta contro la povertà e la fame non può essere disgiunta dal raggiungimento di altri obiettivi per una reale crescita sociale. A tale proposito, i 191 stati membri dell’ONU, nel 2000, hanno sottoscritto la Dichiarazione degli “Obiettivi di Sviluppo del Millennio”, da raggiungere entro il 2015: dimezzare il numero di persone che vivono in condizioni di povertà estrema (con meno di un dollaro al giorno), di sottoalimentazione e di mancato accesso all’acqua potabile; assicurare che, in ogni luogo del pianeta, bambini e bambine possano portare a termine almeno un ciclo completo di istruzione primaria; promuovere la parità di genere e l’autonomia delle donne, eliminando le diseguaglianze nell’istruzione primaria e secondaria e, a tutti i livelli di istruzione; ridurre del 2/3 il tasso di mortalità infantile al di sotto dei 5 anni di età; migliorare la salute materna, riducendo dei 2/3 la mortalità delle partorienti; combattere l’AIDS, la malaria e altre malattie, quali la tubercolosi, invertendo la tendenza in atto; assicurare la sostenibilità ambientale, integrando gli obiettivi dello sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi dei paesi e riducendo la perdita delle risorse ambientali; dimezzare il numero di persone che non hanno accesso all’acqua potabile; sviluppare una partnership globale per lo sviluppo sostenibile. I Paesi che hanno sottoscritto questo patto si sono impegnati a promuovere politiche concrete riguardanti la cooperazione allo sviluppo, a rispettare i principi di un commercio internazionale che tenga conto dei bisogni dei paesi del sud del mondo, a ridurre o cancellare il debito dei paesi più poveri e a effettuare il trasferimento di tecnologie adeguate. 26% e si è passati dai 90 decessi su mille bambini nati vivi del 1990 a 65 del 2008. Metà di questi decessi si verificano nei paesi sub sahariani, dove un bambino su 7 non raggiunge i 5 anni. La malnutrizione contribuisce per almeno un terzo di questi decessi. La mortalità da parto si è ridotta in misura insufficiente; oggi sono ancora 500.000 le donne che muoiono ogni anno nel mondo, soprattutto nell’Africa sub sahariana e nell’Asia meridionale. Sta crescendo tuttavia l’assistenza perinatale. Per quanto riguarda l’HIV, nonostante i progressi, nel 2008 ancora 33,4 milioni di persone convivevano con questa malattia. Quanto alla malaria, è aumentato il numero di persone che dormono protette da tende ma ancora in modo insufficiente. Nel 2008 ancora 100 milioni di bambini, di cui 52% bambine, in età scolare non frequentavano la scuola; 70 di questi 100 milioni si trovano in 33 paesi colpiti da conflitti armati. In circa due terzi dei paesi si è raggiunta la parità di genere nell’istruzione primaria. Restano ancora critiche le situazioni di paesi sub sahariani e dell’Asia meridionale. L’accesso all’acqua di qualità sicura ed in quantità sufficiente è stato riconosciuto dall’ONU come diritto umano universale inalienabile solo il 29 luglio 2010. Nel 2008 le persone che non godevano di questo diritto erano 884 milioni. La Dichiarazione degli Obiettivi del Millennio è un atto di grande valore umano, ma anche economico e strategico, la cui attuazione può comportare un reale avanzamento della democrazia, dell’emancipazione delle persone e dei popoli e la creazione di condizioni indispensabili alla pace. Oggi, a pochi anni dalla scadenza del 2015, la popolazione nel mondo che soffre la fame, benché abbia segnato un calo in punti percentuali (dal 34% del 1970 al 29% del 2009), tuttavia mostra un aumento significativo in numero assoluto, passando da 830 milioni nel 1979 a 925 milioni del 2011. Tra le varie cause (crisi economica, aumento del prezzo del petrolio, speculazioni del mercato internazionale, eccessiva volatilità dei prezzi delle commodities alimentari, produzione di energia da biomasse, che sottrae ai mercati materie prime alimentari, cambiamento climatico) si aggiungono anche fenomeni più recenti quali il “land grabbing”. Si tratta di una pratica messa in atto da attori di paesi ricchi, sviluppati o emergenti, che acquistano vastissime estensioni di terra coltivabile in paesi in via di sviluppo, cui viene sottratta la produzione agricola con le conseguenze immaginabili sul mercato interno. Per quanto riguarda la riduzione della povertà estrema, le persone che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno sono calate dal 46% del 1990 al 27% del 2005 e dovrebbe scendere al 15% nel 2015, ma questo soprattutto grazie ai progressi economici compiuti dalla Cina. Dal 1990 al 2008 la percentuale di bambini sottopeso con meno di 5 anni è calata da 31% al 20 21 Le politiche Europee e del governo italiano I temi sui quali l’Unione Europea è impegnata non si discostano sostanzialmente da quelli dell’ONU e, seppur con diverso accento, da quelli sostenuti e sviluppati dalla Cooperazione Italiana allo sviluppo. Gli 8 "obiettivi del millennio" sono solo una tappa intermedia di un processo auspicato che deve vedere in tutti i Paesi la completa realizzazione dei diritti umani, dell’affrancamento dalla schiavitù della fame, della realizzazione delle pari opportunità, del diritto alla salute ecc. Questo documento ha avuto il merito di fissare date e quantificare obiettivi chiari, anche se in buona parte la tabella di marcia è in ritardo sul programma. Un aspetto interessante delle politiche della cooperazione internazionale e nazionale dell’ultimo decennio è rappresentato dalle innovazioni apportate nelle strategie. È stato anzitutto rivisto il rapporto tra Paese donatore e Paese beneficiario, nel senso che viene superato il concetto di dipendenza del secondo dal primo e affermato invece un rapporto più paritetico tra i due paesi di cui il secondo viene definito “partner”. Si riconosce cioè la piena autonomia di ogni paese ad elaborare le proprie strategie di sviluppo con vari mezzi. Il paese donatore interviene nel sostenere queste strategie, per le quali si lavora sulla base della condivisione degli obiettivi e delle responsabilità relative alla realizzazione dei progetti. In altri termini viene riconosciuto il principio della “ownership democratica” che trasforma la cooperazione da semplice aiuto esterno, effettuato sul piano economico, in una collaborazione interattiva tra i due Paesi (o gruppi di paesi o altre istituzioni). Le nuove strategie concordate in sede internazionale inoltre mirano a dare spazio a progetti interdisciplinari, di grande respiro e soprattutto con un impatto duraturo sul Paese partner e prevedono il coinvolgimento della società civile di entrambi i paesi, quali attori essenziali della crescita. Il paese partner esercita il controllo sui processi di decisione, attuazione e valutazione delle proprie politiche. La società civile, costituita dalla collettività che non si identifica né con lo stato né con il mercato, è rappresentata da associazioni di cittadini, fondazioni, gruppi culturali, ecc. e contribuisce alla tutela dei diritti umani ed ambientali, a garantire il diritto di associazione, la libertà dei media, la trasparenza delle informazioni ecc. Il coinvolgimento della società civile ovviamente non esclude, ma integra e si armonizza con quello delle istituzioni. Questo nuovo indirizzo della cooperazione comporta anche che la valutazione non si faccia più in base alle sole risorse finanziarie, ma anche alle modalità di gestione dei risultati (managing for development results). Un altro aspetto innovativo è rappresentato dall’impegno di coordinare i vari livelli di cooperazione, in particolare quelli gestiti da Regioni ed Enti Locali, che nell’ultimo decennio si sono molto sviluppati. Se da un lato queste iniziative testimoniano un accresciuto interesse e un aumento di sensibilità sui temi in oggetto, dall’altro, in assenza di una strategia comune, rischiano di essere dispersive. Il Governo italiano si è mosso con l’obiettivo di condurre i progetti sostenuti dalle Regioni e dagli Enti Locali all’interno delle strategie e delle priorità definite in sede nazionale ed internazionale e, al tempo stesso, di valorizzarle. Oggi la cosiddetta Cooperazione Decentrata, gestita dalle Regioni e dagli Enti Locali (REL) viene condotta di concerto con la Direzione Generale per la Cooperazione alllo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri. Anche le attività delle Organizzazioni non Governative (ONG) hanno assunto un ruolo di maggior peso operando in relazione alle scelte istituzionali, anche internazionali. Inoltre ora sono rappresentate nelle delegazioni governative alle Nazioni Unite. 22 Una particolare attenzione viene dedicata dall’UE alle Università, in particolare attraverso le iniziative di Erasmus Mundus, finalizzate a “… promuovere la comprensione tra i popoli e contribuire allo sviluppo sostenibile dell’istruzione dei paesi terzi, scongiurando al contempo la fuga dei cervelli, e favorire gruppi di popolazione vulnerabili…”; a “combattere l’emarginazione in tutte le sue forme, compresi il razzismo e la xenofobia … e promuovere il dialogo e la comprensione tra le culture….”, a sostenere “l’insegnamento e l’apprendimento delle lingue e delle varietà linguistiche” e incoraggiare la mobilità e gli scambi“ in considerazione della dimensione sociale dell’istruzione superiore, nonché degli ideali di democrazia e di rispetto dei diritti umani…“; (Decisione N. 1298/2008/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio). Per quanto riguarda il governo italiano, le priorità geografiche sono focalizzate sull’Africa sub-sahariana, sui Paesi nei quali sono stati assunti importanti impegni politici (Afganistan, Libano) sulle aree nelle quali il nostro paese ha radici profonde (America Latina, Medio Oriente e Mediterraneo); le priorità tematiche riguardano: ambiente, beni comuni, con particolare attenzione per lo sviluppo rurale, agricoltura in generale, agricoltura biologica e convenzionale in particolare, ricerca di fonti energetiche alternative e rinnovabili, politiche di genere ed in particolare l’empowerment delle donne, cui vanno aggiunti i temi tradizionali della salute e dell’educazione. L’attenzione è rivolta anche alle politiche non direttamente finalizzate allo sviluppo, ma con un impatto significativo sulla crescita del paese (diritti umani, educazione ecc.). Tra le varie partnership, il Ministero individua 4 pilastri all’interno del paese, le imprese, le ONG e volontariato, Università e centri di ricerca e Regioni ed enti locali (REL), con i quali ritiene fondamentale l’intensificazione delle collaborazioni. Alle università si riconosce il compito insostituibile di diffondere i valori della solidarietà e della cooperazione internazionale, educando le nuove generazioni alla responsabilità sociale ed alla comprensione delle problematiche internazionali, e quello di promuovere le relazioni tra gli istituti di alta formazione e di ricerca al servizio della pace e dello sviluppo. È in questo quadro che si colloca la collaborazione tra la Conferenza dei rettori delle Università Italiane (CRUI) ed il Ministero degli Affari Esteri - Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo, “volta all’identificazione di un rinnovato modello accademico di cooperazione allo sviluppo ed alla pace, che valorizzi il ruolo dell’Università nella formazione delle risorse umane e la sua missione sociale”. L’Università degli Studi di Milano e la cooperazione internazionale allo sviluppo Presso l’Università degli Studi di Milano (UNIMI) operano alcuni centri d’Ateneo ed interdipartimentali e diversi gruppi di docenti che conducono attività di cooperazione nei campi della medicina, dell’agricoltura, della zootecnia, dell’alimentazione, dei farmaci, della difesa dell’ambiente, del recupero e valorizzazione dei Beni culturali, dei diritti umani, della mediazione linguistica ecc. UNIMI, insieme con l’Università degli Studi di Brescia e l’Università degli Studi di Pavia, è membro fondatore del Centro Interuniversitario per la Cooperazione allo Sviluppo Agro-alimentare e Ambientale (CICSAA). Il centro gestisce diversi progetti sia come coordinatore, sia come partner soprattutto a sostegno delle attività delle Organizzazioni Non Governative. 23 UNIMI inoltre ha istituito il Centro di Ateneo per la Promozione della Lingua e della Cultura Italiana G. e C Feltrinelli (CALCIF) che ha accolto negli ultimi anni circa 1.000 studenti provenienti da più di 70 paesi del mondo (dall’Angola al Camerun, dall’Egitto al Sudan ecc.) ed il Contemporary Asia Research Centre (CARC), dedicato alla promozione ed allo sviluppo degli studi sugli aspetti socioeconomici e culturali dei paesi dell’estremo Oriente. Nell’ambito del programma Marco Polo, ogni anno viene organizzato un corso intensivo di lingua italiana per circa 200 studenti cinesi che intendono affrontare gli studi nelle università italiane. Inoltre è attivo l’Istituto Confucio istituito con la finalità di promuovere lo studio della lingua e cultura cinese. Una grande parte del lavoro di cooperazione viene svolta al di fuori dei centri da gruppi di docenti delle varie facoltà che intrecciano rapporti con un gran numero di università e centri di ricerca di paesi in via di sviluppo ed emergenti; docenti dell’Ateneo sono impegnati in corsi, seminari e in attività di ricerca congiunte presso le università di questi paesi. A Milano vengono ospitati tirocinanti, che aspirano ad acquisire strumenti culturali, scientifici e tecnici funzionali alle necessità del loro paese. Molti docenti inoltre sono impegnati nel dare validazione scientifica e supporto alla realizzazione di progetti gestiti dalle ONG, attività che negli anni più recenti si è intensificata con l’attivazione di nuovi progetti e il coinvolgimento di nuovi gruppi di docenti, dottorandi, personale tecnico, studenti e che spesso sfugge al censimento ufficiale dell’Università. Per questo le schede che illustrano i progetti in corso o terminati negli ultimi anni probabilmente rappresentano la realtà della cooperazione dell’Università di Milano per difetto. Comunque i progetti che sono sfuggiti a questo censimento saranno inseriti nella versione elettronica di questa brochure sul sito di UNIMI. Il format della scheda è quello messo a punto dal Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con il Politecnico di Milano per il censimento delle attività di cooperazione delle Università (Banca Dati della Cooperazione Universitaria, DaBaCU). Complessivamente sono state raccolte più di 100 schede di progetti in corso o terminati da poco con più di 55 paesi emergenti e in via di sviluppo, che stanno coinvolgendo alcune centinaia di docenti di UNIMI (tra cui 66 solo coordinatori di progetto). UNIMI fa parte della Rete CUCS delle università del nord, costituita sotto il patrocinio del MAE e coordinata dal Politecnico di Milano, che svolge diverse attività di informazione, coordinamento di iniziative congiunte, convegni, promozione della cultura della cooperazione trai i giovani. Le strategie di UNIMI L’Università degli Studi di Milano esercita la sua attività di cooperazione in svariati campi, in virtù della sua connotazione di università “generalistica”, cioè di Ateneo che comprende competenze distribuite su un’ampia gamma di aree culturali. Coerentemente con la sua missione di istituzione pubblica di formazione e ricerca, e in accordo con il ruolo attribuito dall’Unione Europea e dal Ministero degli Affari Esteri - DGCS al sistema universitario, ha messo a punto diversi canali attraverso cui esercitare la sua attività di cooperazione allo sviluppo: 1. Attività di formazione ai vari livelli rivolte agli studenti italiani con l’obiettivo di sensibilizzarli rispetto alle problematiche internazionali della cooperazione, di promuovere la cultura della solidarietà ed il concetto della responsabilità sociale. Diversi corsi sono integralmente oparzialmente dedicati a temi nell’ambito dell’offerta formativa istituzionale delle diverse Facoltà. 2. Attività di formazione rivolta a studenti di paesi terzi sia presso l’Università di Milano che presso Atenei di altri Paesi, come nel caso dell’istituzione della Facoltà di Farmacia presso l’Università di Tirana, Albania, dove i docenti di UNIMI da anni tengono i corsi e gli studenti, che al 5° anno hanno la doppia iscrizione all’Università di Milano e a quella di Tirana, si laureano con il rilascio di un doppio titolo; o del corso di master di primo livello tenuto sul modello dei master italiani, presso l’università di Ain Shams al Cairo sull’agricoltura in zone aride; oppure ancora del corso di laurea in Medicina tenuto in Ciad e finalizzato a formare personale specializzato nella cura dell’HIV; o il corso intensivo tenuto a dottorandi e ricercatori di diversi centri di ricerca e università iraniani sulle tecniche avanzate di microscopia elettronica. 3. Attività di formazione attraverso i dottorati di ricerca. Grazie alle borse riservate a studenti extracomunitari, alcune scuole di dottorato hanno saputo trasformare la scontata funzione di 24 25 formazione individuale del giovane in un sostegno a progetti di sviluppo nei paesi di provenienza. Gli studenti che utilizzano queste borse di studio hanno la possibilità di acquisire competenze avanzate fondamentali per il loro paese nei campi delle tecnologie, della medicina, dell’economia e del diritto internazionale, della conservazione dei beni culturali, della nutrizione ecc. La borsa di dottorato in questi casi diventa il tramite attraverso il quale vengono stipulati agreement con l’Università di provenienza dello studente, che quindi può sviluppare ricerche, studi e progetti funzionali alle esigenze del proprio Paese. Questo sistema da un lato riduce il rischio che il giovane, una volta terminato il ciclo di studi, non rientri più nel suo Paese e dall’altro rende più facile il suo reinserimento nel Paese di origine, con una preparazione funzionale alle necessità dello stesso; infine crea un rapporto tra le due università che si prolunga oltre la durata del dottorato. Da parte delle istituzioni di paesi in via di sviluppo vi è molto interesse per la formazione di giovani con competenze nel campo dell’economia e del diritto internazionale. Troppo spesso paesi molto poveri sotto il profilo dello sviluppo economico, ma molto ricchi di risorse naturali non sono in grado di gestire adeguatamente i contratti con le grandi società pronte a portare tecnologie e a sfruttare, per lo più a proprio vantaggio, le risorse del paese. 4. Le attività di ricerca di base e applicate con paesi emergenti ed in via di sviluppo sono molte e diversificate: si va dalle discipline scientifiche, compresa la medicina, a quelle umanistiche. Tra l’altro, presso UNIMI viene pubblicata una rivista scientifica ISI (Annals of Microbiology, nel cui editorial board sono rappresentati esperti di paesi di tutti i continenti) che raccoglie per il 70% lavori di Paesi emergenti ed in via di sviluppo del mondo e che costituisce un ulteriore strumento di scambio scientifico anche sulle problematiche emergenti di molti di questi paesi. non solo nel campo della formazione a distanza con i paesi in via di sviluppo e emergenti, ma anche nel campo del sostegno alle scelte tecnologiche e operative dei gruppi sociali locali coinvolti nei progetti di cooperazione. In particolare in questa fase in cui la crisi economica sta facendo sentire le sue conseguenze negative anche sulle attività di cooperazione, attraverso la riduzione dei progetti finanziati, l’utilizzo delle ICT è di grande utilità per accompagnare la realizzazione dei progetti di cooperazione interrotti. Il ruolo delle università in questo caso è di consulenza erogata da ricercatori ed esperti per sostenere le scelte dei gruppi sociali coinvolti in loco nei progetti. Accanto alla telemedicina per la cura degli esseri umani, sta nascendo anche la telemedicina delle piante e la televeterinaria. Le numerose esperienze condotte in campi diversi offrono una ricca testimonianza dell’approccio che le varie aree dell’Università di Milano hanno messo in atto. In ogni caso lo sforzo dimostrato anche negli interventi più applicativi è stato di non rinunciare mai alla funzione basilare per un’istituzione quale è l’Università, cioè di formare i giovani, di promuoverne le capacità progettuali, di aiutarli ad assumere responsabilità nel rispetto dei diritti umani, insomma di costruire capitale umano come mezzo fondamentale per l’affrancamento di ogni paese dalla dipendenza e per gettare le basi di uno sviluppo autonomo e l’acquisizione di una coscienza della solidarietà. 5. Un particolare campo nel quale UNIMI ha svolto la sua attività è stato quello del supporto scientifico e tecnologico ai progetti delle ONG. Il ruolo delle ONG è insostituibile, dato il loro impegno continuativo nel paese e nel luogo dell’intervento. Tuttavia sempre più viene richiesto sia dalle stesse ONG, sia dai finanziatori, il coinvolgimento di Università (italiane e locali), al fine di garantire la correttezza scientifica dell’intervento e fornire il supporto alle scelte tecnologiche. È indispensabile, infatti, che queste siano sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico e che siano adeguate alle possibilità di gestione da parte del personale del paese. In questo caso il coinvolgimento dell’Università (e dei centri di ricerca) rappresenta una garanzia dal punto di vista tecnico e scientifico e identifica pertanto un ruolo ben specifico delle università, ruolo che non si sovrappone a quello delle ONG italiane/europee, né locali ma che lo integra e lo potenzia. Un bell’esempio di successo di questa proposta metodologica di intervento a sostegno delle ONG è rappresentato dal lavoro fatto in Libano (vedi articolo di G. Sali). Spesso le attività di cooperazione (soprattutto quelle finanziate dall’UE) sono un’importante opportunità di internazionalizzazione perché vedono la compartecipazione congiunta sia di diversi Paesi europei, sia di Paesi in via di sviluppo e la collaborazione con le grandi istituzioni internazionali, come la FAO, l’UNIDO ecc. 6. Utilizzo degli strumenti delle tecnologie dell’Informazione e della comunicazione (ICT) a distanza. UNIMI è impegnata a sviluppare l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione 26 27 IL CENTRO INTERUNIVERSITARIO PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO AGRO-ALIMENTARE E AMBIENTALE (CICSAA) - PRESENTAZIONE Prof. Roberto Pretolani Vecchio dip.: Dipartimento di Economia e Politica Agraria Agro-Alimentare e Ambientale Nuovo dip.: Dipartimento di Economia, management e metodi quantitativi Il Centro Interuniversitario per la Cooperazione allo Sviluppo Agro-alimentare e Ambientale, (CICSAA) è stato costituito nel 2006 tra le Università degli Studi di Milano, Brescia e Pavia, con i seguenti scopi: a. promuovere la ricerca sulle tematiche della cooperazione allo sviluppo riguardanti gli aspetti sociali economici e tecnologici, con particolare riguardo al sistema agro-alimentare e ambientale; b.svolgere attività di ricerca relativa allo sviluppo in collaborazione e/o per conto di organismi ed enti internazionali, nazionali e regionali e di associazioni e ONG; d.svolgere attività di consulenza per la valutazione di progetti nei PVS; e. svolgere attività di monitoraggio e verifica dei risultati di interventi effettuati nei PVS; f. istituire premi o borse di ricerca per il raggiungimento degli scopi del Centro, nel rispetto della normativa vigente, purché i finanziamenti siano specificamente destinati a tale scopo dal finanziatore; h.svolgere attività di documentazione sulle metodologie di intervento, sui progetti e sulle ricerche attinenti alle tematiche del sistema agro-alimentare nei PVS; k. collaborare con istituzioni di istruzione e formazione dei PVS sulle tematiche di ricerca del centro; l. favorire lo scambio di giovani e il trasferimento tecnologico tra gli Atenei e le Università e gli Istituti di formazione superiore dei PVS; Le finalità del CICSAA sono, quindi, di diversa natura: da un lato il coordinamento delle attività svolte, in alcuni casi da diversi anni, da singoli docenti e ricercatori dei tre atenei o da piccoli gruppi e di favorire la condivisione delle esperienze e delle metodologie acquisite; dall’altro, la possibilità di sostenere nuovi progetti nei PVS attraverso approcci interdisciplinari ed in stretta connessione con Università locali e le ONG responsabili dei progetti. Al CICSAA aderiscono attualmente oltre 40 docenti e ricercatori dei tre Atenei ed è in previsione l’allargamento ad altre sedi universitarie. Il CICSAA partecipa anche alle attività anche del Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo (CUCS), coordinato dal Politecnico di Milano. I membri del CICSAA afferiscono a sette Unità Operative (UO): • Produzione e protezione vegetale (Milano). • Produzione e sanità animale (Milano) • Scienze alimentari (Milano) 29 • Ingegneria agraria (Milano) • Economia agro-alimentare e ambientale (Milano) • Ingegneria ambientale (Brescia) • Sviluppo delle economie agricole e sicurezza alimentare (Pavia) Nel corso degli anni sono stati siglati numerosi accordi quadro con diverse ONG e memorandum of understanding con Atenei di diversi PVS. Nella realizzazione di diversi progetti sono coinvolti anche studenti di laurea magistrale, dottorandi ed assegnisti di ricerca. Tra i diversi progetti cui gruppi o unità del CICSAA hanno dato il loro fattivo apporto si ricordano: 1. Il progetto « Consolidation des micro jardins pour l’amélioration de la sécurité alimentaire dans la municipalité de Dakar ». (codice GDCP/SEN/002/ITA) finanziato dal Programma Speciale per la Sicurezza Alimentare (PSSA) della FAO e dal Comune di Milano (cooperazione decentrata FAOGoverno Italiano e trentennale gemellaggio Milano-Dakar). Il progetto è svolto dall’Unità di Ingegneria Agraria sotto al responsabilità del Prof.F.Sangiorgi con la collaborazione di altri docenti aderenti al centro, ed attraverso un accordo quadro con le ONG ACRA e COOPI. Il progetto ha la finalità di contribuire alla lotta contro la povertà migliorando la qualità dell’alimentazione e favorendo l’aumento del reddito, attraverso la realizzazione di Microjardins (MJ). I MJ, sviluppati come risposta all'indisponibilità di terre agricole nell’ambiente urbano, possono costituire importanti strumenti di sicurezza alimentare, poiché: migliorano l’accesso delle famiglie più povere ai prodotti orticoli; contribuiscono alla diversificazione della dieta delle famiglie; creano una fonte di reddito supplementare. si, ha avuto come risultato un modello di interazione tra attori capace di affrontare i temi dello sviluppo secondo percorsi di partenariato, di condivisione e diffusione dei saperi, di radicamento sul territorio. Numerosi sono al momento i progetti a cui il CICSAA ha fornito le proprie competenze: • Interventi di emergenza nella piana di Marjayoun, Libano - finanziato dal MAE • Interventi di emergenza in West Bekaa, Libano - finanziato dal MAE • Promozione dell’agricoltura sostenibile in Libano - finanziato dalla Regione Lombardia • Improvement of irrigation water management in Lebanon and Jordan - finanziato dalla UE • Interventi di sviluppo socio-economico e agro-ambientale nella Caza di Marjayoun e in West Bekaa - finanziato dal MAE • Riabilitazione del perimetro irriguo di Balbeck, Libano - finanziato dal MAE • Acqua sorgente di convivenza, fase 1 - finanziato dalla Regione Lombardia La collaborazione al progetto, coordinata dal Prof.Guido Sali, coinvolge quattro Unità del Centro e rappresenta un interessante esempio di sinergia tra diverse aree disciplinari ed è descritta dettagliatamente nelle schede dedicate. 3. La partecipazione con l’ONG Reach Italia al progetto “Recupero delle terre fortemente degra- date per la sicurezza alimentare nel Sahel Burkinabé”. Tale progetto è stato presentato alla Provincia di Milano nell’ambito della call “Expo dei territori” e premiato dalla commissione scientifica costituita ad hoc. Successivamente è stato cofinanziato da Regione Lombardia e da alcune imprese private. Attualmente il progetto è in corso di svolgimento e coinvolge due unità del CICSAA, sia sul versante delle produzioni vegetali che di quella animali. 4. Il progetto “New technologies (ICT) for an integrated and sustainable management of natural 2. La collaborazione con l’ONG AVSI per il progetto “Litani fiume della convivenza” in Libano. resources in Lebanon” finanziato dal Ministero dell’acqua e dell’energia del Libano e dal MAE Italiano. Il progetto, in fase di avvio, ha lo scopo di: a) sviluppare un sistema informativo a supporto delle decisioni nella gestione delle risorse idriche in agricoltura e b) raccolta e organizzazione di dati per il monitoraggio del clima. Elemento qualificante dell’attività è costituito dalla forte integrazione tra due livelli di azione: •il primo è costituito dalla presenza sul territorio e dalla fitta rete di relazioni locali realizzata dalle Ong; ciò permette di avere il “polso” delle problematiche e delle emergenze provenienti dalla società locale; •il secondo è il bagaglio scientifico e metodologico che il partner universitario mette a disposizione, che consente di razionalizzare e mettere a fuoco sia i problemi che le modalità di approccio e di ricerca delle soluzioni. 5. Con l’ONG COSV esiste una convenzione di collaborazione quadro per attività di supporto Il progetto di cooperazione in campo agroalimentare, nelle aree vicino al fiume Litani teatro della guerra del 2006, riguarda la ricostruzione ed il miglioramento delle condizioni di produzione e commercializzazione dei prodotti agricoli ed alimentari locali. Il progetto coinvolge anche quattro università libanesi. L’università può quindi operare all’interno del perimetro delle proprie competenze e della propria missione, valorizzando e qualificando nel contempo l’azione della cooperazione dotandola di una solida impostazione metodologica e mettendo a disposizione competenze, strutture e tecnologie. Tale azione, unitamente alla costante interlocuzione con le Istituzioni pubbliche italiane e libane- 30 alla ricerca in funzione delle necessità che emergono nel corso delle azioni di cooperazione allo sviluppo di reciproca competenza. In particolare la collaborazione scientifica relativa al progetto: “Supporto a tre governi locali per la gestione sostenibile delle risorse naturali e la valorizzazione della biodiversità in due province dell’Ecuador”. 6. CICSAA è partner del progetto: “Rafforzamento del tessuto microimprenditoriale della provincia di Piura”, nell’ambito dell’accordo di partenariato di durata quinquennale con l’ONG ICU per il progetto di cooperazione “Programma di appoggio allo sviluppo e miglioramento delle microimprese di giovani ed adulti peruviani”. Il progetto ha come Obiettivo Generale “Contribuire allo sviluppo socio economico di giovani e 31 adulti del Perù” e come Obiettivo Specifico “Aiutare adulti microimprenditori e studenti a sviluppare la propria impresa in modo professionale e sostenibile”. 7. Recentemente alcuni membri del CICSAA hanno rinnovato la collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica Notre Dame di Haiti, attraverso la partecipazione diretta ad attività di formazione in loco e la consulenza all’azienda agricola sperimentale annessa alla Facoltà, che era stata avviata alla fine degli anni’90 del secolo scorso. Analoghe attività si supporto alla formazione ed alla ricerca sono in corso con l’Università di Makeni (Sierra Leone). Il centro, nel corso dell’anno accademico, organizza alcuni seminari durante i quali sono presentati i principali risultati e le problematiche sviluppate nel corso di progetti di cooperazione. Tali attività sono rivolte sia agli studenti degli Atenei aderenti sia alla società civile e costituiscono un importante momento di confronto scientifico, occasione di divulgazione dei risultati ed opportunità di coinvolgimento degli studenti. Ogni anno, in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione (15 ottobre), il CICSAA organizza un convegno nell’ambito delle manifestazioni promosse dalla D.G. Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, nel quale sono approfondite tematiche o progetti di particolare rilievo. 32 Metodologia di intervento dell’Università in supporto alla cooperazione Prof. Guido Sali Vecchio dip.: Dipartimento di Economia e Politica Agraria Agro-Alimentare e Ambientale Nuovo dip.: Dipartimento di Economia, management e metodi quantitativi L’attività universitaria nel campo della cooperazione allo sviluppo non ha avuto sempre terreno facile. La nascita della moderna cooperazione allo sviluppo è collocabile a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 quando, sull’onda dell’allora giovane processo di decolonizzazione, si venne formando il fenomeno della cooperazione non governativa che agiva in aggiunta, e non raramente in contrapposizione, alla cooperazione attraverso i canali istituzionali. Occorre dire che l’università non era all’epoca interlocutore privilegiato né delle istituzioni né della società civile. Le prime si avvalevano principalmente del mondo delle imprese favorendo anche, in tal modo, l’affermazione dell’industria italiana all’estero attraverso grandi progetti industriali e infrastrutturali. Quanto alla cooperazione non governativa, essa si sviluppò intorno a modelli che differivano da quella governativa relativamente all’approccio, alle dimensioni, alle finalità. In sostanza si trattava di azioni che si fondavano su modelli derivanti più dalla tradizione missionaria di matrice cristiana o dall’elaborazione delle ideologie miranti al riscatto delle popolazioni oppresse, dove prevalevano decisamente l’aspetto operativo e relazionale rispetto alle esigenze di analisi e di impostazione tecnico-scientifica degli interventi. Entrambi gli approcci nel corso degli anni hanno manifestato limiti e difetti che non è il caso di approfondire. Basti pensare al processo di ripensamento della cooperazione governativa che non solo a livello nazionale ma anche a livello europeo si è venuto elaborando già dagli anni ’90, dando vita a programmi coordinati e integrati in cui trovassero sintesi le fasi di ricerca ed analisi da un lato e quelle di intervento e di partnership operativa e paritetica dall’altro. Anche la cooperazione non governativa ha maturato un processo di crescita tale da sviluppare la consapevolezza che solo poggiando i propri programmi su un quadro conoscitivo multilivello e multidimensionale fosse possibile migliorare sensibilmente non solo i risultati degli interventi ma anche gli impatti sul contesto sociale ed economico. In questo contesto, l’intervento dell’università nella cooperazione allo sviluppo ha acquisito un ruolo via via più rilevante parallelamente al crescere dell’esigenza di miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia degli interventi progettati. Non solo, una spinta fondamentale è derivata anche dal bisogno di imprimere un forte impulso alla crescita del capitale umano attraverso la formazione, gli scambi di studenti e docenti, l’allacciamento di rapporti sempre più stretti tra università sul fronte della ricerca e della didattica. Si può quindi affermare che il ruolo dell’università nella cooperazione allo sviluppo è cresciuto in virtù del processo di riequilibrio del fulcro decisionale, spostatosi dal paese donatore alla partnership 35 bilaterale. È un ruolo cresciuto anche grazie al rovesciamento del processo di trasferimento (di tecnologie, di risorse finanziarie, di competenze) a favore della crescita endogena e della condivisione dei saperi, fino all’elaborazione di sintesi culturali nuove ed originali. In questo quadro negli ultimi anni si è venuto delineando un sistema nel quale istituzioni, società civile e università hanno ormai trovato una collocazione precisa e ruoli complementari nell’affrontare i temi dell’aiuto allo sviluppo. Il modello che nasce dall’esperienza acquisita nel corso degli anni vede quindi oggi una nuova stagione di collaborazione tra i tre soggetti che diventano altrettanti pilastri su cui si regge l’attività di cooperazione. Tra le azioni che hanno consentito di superare vecchie e comprensibili diffidenze va ricordata l’iniziativa del Ministero degli Affari Esteri che ha istituito un canale dedicato di interlocuzione con il mondo universitario, così da poter avviare iniziative concertate, di ampio respiro e multidisciplinari. Parallelamente è ormai prassi consolidata da parte delle organizzazioni non governative avvalersi del supporto universitario per le fasi di analisi ed elaborazione dei problemi, così come per la verifica ex ante ed ex post dei progetti elaborati. Il modello di approccio ai temi della cooperazione così impostato su tre soggetti in stretta interrelazione, consente di raggiungere diversi obiettivi strategici. In primo luogo il mondo della cooperazione non governativa, ormai radicato nei paesi in cui opera, è in grado di percepire i bisogni provenienti dal basso, legati ai problemi di sviluppo dell’economia locale, alle domande di salute e istruzione, alla qualità della vita e dell’ambiente, alla crescita del capitale sociale. Inoltre le ong sono in grado non solo di dotarsi della struttura necessaria a realizzare gli interventi, ma sovente hanno creato reti con altre organizzazioni locali ed estere per collaborare allo sviluppo dei programmi d’azione. In questo contesto le azioni prevalentemente intraprese riguardano i progetti in campo agricolo e artigianale, nella gestione delle risorse naturali ed energetiche, nell’assistenza sanitaria di base, nell’educazione e sensibilizzazione della popolazione, nello sviluppo dell’associazionismo e di un più solido tessuto sociale. affrontarlo. È a questo livello che si riscontrano le attività di cooperazione universitaria nel campo delle grandi strutture sanitarie e dei programmi di lotta alle malattie endemiche, dei progetti di riconversione agricola, di tutela e valorizzazione delle risorse culturali (archeologiche, architettoniche, etnografiche, ecc.), fino alla predisposizione e realizzazione di progetti di istruzione universitaria e di alta formazione. I due livelli di intervento appena descritti, uno micro e uno macro, tendono inevitabilmente a congiungersi e a trovare parziali sovrapposizioni laddove, alla rilevazione del problema da parte delle istituzioni governative, fa riscontro il coinvolgimento dell’università per le fasi analitica e progettuale, e della cooperazione non governativa per la fase di attuazione degli interventi. Si realizza così la saldatura dei tre pilastri in un quadro di azione che è oggi ben lungi dal produrre tutti i potenziali benefici. Dalle esperienze recentemente vissute emerge, infatti, la consapevolezza che i tre soggetti possono sviluppare proficue azioni su diversi fronti e a diversi livelli, come dimostra l’impostazione dei principali strumenti comunitari di cooperazione, ENPI (strumento della politica europea di vicinato), DCI (strumento per la cooperazione allo sviluppo) e IPA (strumento di preadesione). Ad esempio ENPI è organizzato su diversi livelli di intervento, dalla cooperazione Il coinvolgimento del mondo universitario in questo ambito è stato graduale e solo negli ultimi anni sta cercando di farsi “sistema” e uscire dall’approccio basato sul volontariato di tanti docenti. Questi, in contatto con il mondo della cooperazione per motivazioni ideali, hanno costruito nel tempo una fitta rete di collaborazioni tecnico-scientifiche che, tranne qualche eccezione, solo negli ultimi anni hanno trovato visibilità e sistematicità nelle attività istituzionali degli atenei, e il presente volume è una chiara testimonianza di questa evoluzione. Il coinvolgimento universitario nei progetti di sviluppo locale ha consentito anche l’elaborazione di metodologie di intervento basate sulle “tecnologie appropriate”, forma di trasferimento tecnologico non improntato ai criteri di efficienza propri dei paesi industrializzati, ma in grado di adattarsi al sistema di vincoli strutturali delle realtà in cui devono essere implementate. L’università può quindi operare all’interno del perimetro delle proprie competenze e della propria missione, valorizzando e qualificando nel contempo l’azione della cooperazione dotandola di una solida impostazione metodologica e mettendo a disposizione competenze, strutture e tecnologie. Sul fronte governativo, le rappresentanze dei paesi donatori e delle istituzioni internazionali elaborano le strategie di intervento tenendo conto di un ampio ventaglio di parametri decisionali, tra cui spiccano le esigenze espresse dalle istituzioni locali. In questo caso, l’università è chiamata a ricoprire un ruolo di cerniera tra l’individuazione del problema e la predisposizione di strategie per 36 37 bilaterale a quella regionale e interregionale, fino alla cooperazione transfrontaliera e tematica. Soprattutto nell’ambito della cooperazione tematica viene affermato il decisivo ruolo della società civile da un lato e del mondo della cultura e dell’educazione dall’altro, con una particolare attenzione al ruolo che le università possono rivestire sia nell’elaborazione di proposte progettuali complesse, sia nella creazione di consorzi tra soggetti pubblici e privati in grado di acquisire contrattiquadro, strumento prezioso per dare continuità alle azioni intraprese e formare professionalità specificamente indirizzate verso i temi della cooperazione allo sviluppo. Va ancora rilevato che il modello discusso finora necessita un soggetto fondamentale per dare compiutezza al sistema degli interventi. Ci riferiamo al mondo delle imprese, che rappresenta un attore chiamato a svolgere un ruolo rilevante nella realizzazione delle politiche di cooperazione sia a livello nazionale che europeo. L’Unione europea affida al settore privato un ruolo chiave nell’implementazione dei programmi comunitari di aiuto allo sviluppo, tanto che i già citati strumenti programmatici non solo individuano i protagonisti dell’attuazione nelle istituzioni pubbliche (tra cui le università), le imprese e le organizzazioni non governative, ma raccomandano che i diversi attori uniscano specificità e competenze per aumentare la competitività delle proposte progettuali. Non c’è dubbio quindi che il processo di riorganizzazione cui assistiamo in questi anni stia modificando profondamente gli schemi di intervento della cooperazione ed evidenzia che la sfida dello sviluppo sta vivendo una stagione nuova, in cui l’azione si fa sistema di partenariato e l’approccio si fa pluridisciplinare e multilivello. Le esperienze raccolte in questo lavoro testimoniano che il mondo universitario, e l’Università degli Studi di Milano in particolare, è in grado di raccogliere la sfida. 38 LA COOPERAZIONE È UNA SFIDA PER I GIOVANI Davide Cinquanta Rappresentante degli studenti, Facoltà di Agraria Negli ultimi decenni, l'esplodere del fenomeno della globalizzazione ha contribuito ad estendere, ad una scala planetaria, la corresponsabilità e la partecipazione verso i problemi delle diverse aree della Terra, dalla fame, alle guerre, alla povertà. I più coinvolti nell'evoluzione dei fenomeni globali non possono essere altri che i giovani. Coloro che oggi sono studenti, infatti, si stanno formando in un contesto di profondi cambiamenti che rendono sempre più labile il concetto di confine. I giovani sono gli eredi di un mondo carico di problemi e di sfide. La cooperazione internazionale è un ambito che valorizza le loro qualità migliori: la curiosità, la sensibilità, la plasmabilità necessaria all'ampliamento degli orizzonti, e la consapevolezza della necessità di essere protagonisti del cambiamento. Non deve quindi stupire se gli studenti manifestino interesse verso il costante processo di apertura della Facoltà di Agraria di Milano sulla cooperazione internazionale. Fin da quando si è cominciato a parlarne, alcuni anni fa, la componente studentesca ha aderito con entusiasmo a convegni, seminari e progetti inerenti i sistemi agricoli nei Paesi in Via di Sviluppo. Basti citare il successo ottenuto dal corso Sistemi agrozootecnici e cooperazione internazionale, tenuto dai professori S. Bocchi e G. M. Crovetto da due anni. Gli studenti della Facoltà sono molto attenti in particolar modo all'offerta di tesi e tirocini di argomento cooperazionistico. Alcuni hanno già potuto laurearsi in tale ambito, trascorrendo un periodo di tirocinio in un Paese in Via di Sviluppo, grazie anche ai fondi stanziati dalla presidenza di Facoltà per rimborsare viaggi di questo tipo. Vi è la consapevolezza che l'aspetto dello sviluppo non è soltanto un fatto etico, ma anche un settore che offre concrete opportunità di lavoro. L'apertura internazionale della Facoltà, però, non è ancora sufficiente a garantire agli studenti un agile accesso ai progetti di cooperazione. Trovare proposte di tesi nel settore è tutt'ora faticoso, per via delle difficoltà ad accedervi, e per la scarsità di offerte. Alcuni studenti denunciano che i tempi burocratici legati alla creazione di contatti e partnership tra l'Italia e i Paesi bersaglio sono troppo lunghi, e non compatibili con le scadenze previste dai percorsi di laurea. Un primo passo per superare tali difficoltà potrebbe essere il potenziamento della pubblicità e della divulgazione, che non solo agevolerebbe l'accesso ai progetti da parte di chi già nutre curiosità in tale ambito, ma contribuirebbe anche al diffondersi sempre più ampio dell'interesse. L'adesione degli studenti ai vari progetti potrebbe diventare molto più agile facendo ricorso ai canali più naturali e diretti di comunicazione, come la pagina web costruita appositamente, che però non è operativa. Queste criticità possono essere facilmente superate, incentivando ancora di più il lavoro delle componenti della Facoltà, e di tutto l'Ateneo, già attive in questo settore. Gli studenti sono pronti ad impegnarsi in prima linea nella sua crescita e sperano, prendendo parte a sempre nuove iniziative tra cui la presente pubblicazione, di contribuire a rafforzare la presenza della nostra Facoltà sullo scenario internazionale e ad affermarsi come promotore di primo piano dello sviluppo globale, tramite la ricerca e la diffusione della conoscenza. 41 1.0 Agricoltura LE STRATEGIE PER LO SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA Prof. Stefano Bocchi Vecchio dip.: Dipartimento di Produzione Vegetale Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia Le strategie e i progetti di cooperazione internazionale con i quali si intende combattere la povertà e la fame, dovrebbero prioritariamente essere focalizzati sulle zone rurali dei Paesi più poveri per almeno quattro ragioni. 1) In quei territori risiede la maggioranza dei poveri. 2) Negli stessi, sono in atto dinamiche di degrado ambientale sempre più gravi. 3) Sono in atto diffusi e continui conflitti. 4) Le strategie politiche già sperimentate in passato (es.green revolution) imperniate sul comparto agricolo, sembrano oggi non adeguate. Per un sintetico inquadramento del contesto generale, è utile richiamare alcune delle principali problematiche, toccando alcuni aspetti che, nella bibliografia internazionale, vengono citati come paradossi e trappole. 1. Il paradosso delle campagne affamate. Dei circa 980 milioni di persone sottonutrite, il 75% vive in ambiente rurale, dove tre persone su quattro permangono al di sotto della soglia di povertà, costituendo così “il paradosso delle campagne affamate”. La difficoltà di accesso al cibo non può essere, in nessun caso, ricondotta esclusivamente a problemi di insufficiente produzione agricola, ma è da collegarsi prioritariamente alle diversificate cause politiche, economiche, sociali ed ambientali che, nei Paesi più poveri, creano condizioni di distribuzione squilibrata delle risorse che genera povertà, che è madre della fame. Il lavoro di studio e programmazione di intervento non dovrebbe essere solamente o prevalentemente rivolto alle tecniche che permettono maggiori produzioni unitarie, quanto quello di contribuire a individuare le soluzioni per una migliore ridistribuzione della gestione delle risorse (terra, risorse economiche, finanziarie, scientifiche, culturali) a partire dalle aree più in difficoltà. 2. Il paradosso della “Immiserizing growth”, la crescita che impoverisce. Bhagwati definisce tale crescita quella per cui un Paese aumenta le sue capacità producendo un bene da esportare, ma il peggioramento delle ragioni di scambio determina una situazione di benessere reale inferiore a quella precedente la crescita. Gli agricoltori sono stati spesso indotti a spostarsi da un’agricoltura prevalentemente di sussistenza, verso un’agricoltura di mercato nazionale/internazionale di cash crop. Le due finalità produttive, che in sede teorica potrebbero convivere a beneficio di produttori e consumatori, nella pratica si scontrano con una struttura a clessidra del mercato che spesso avvantaggia solo chi è collocato nella strozzatura della clessidra stessa. Il sistema agroalimentare è formato da milioni di produttori, da un lato, e da milioni di consumatori dall’altro; tra queste due componenti si colloca, numericamente limitatissimo, ma economicamente e politicamente po- 43 tente, il settore dell’intermediazione spesso controllato da imprese multinazionali, principalmente statunitensi ed europee. Queste sono in grado di condizionare l’intera filiera dei principali prodotti attraverso: a) processi di integrazione a monte e a valle della produzione; b) interventi di formazione/assistenza delle aziende agricole; c) il mercato dei fattori produttivi; d) le fasi di trasformazioni e distribuzione. Rispetto alle altre commodities agricole, i prodotti tropicali fanno registrare concentrazioni ancora maggiori: sono note le situazioni di oligopolio per prodotti come il tè ed il cacao (tre imprese detengono l’80% delle quote di mercato), lo zucchero (quattro imprese possiedono il 60%), le banane (cinque imprese controllano il 70%), il cotone (tre imprese occupano il 20% del mercato). Un recente studio ha messo in luce che esiste un gruppo di Commodity Dependent Developing Countries (CDDC), vale a dire 50 Paesi nel mondo (Africa subsahariana, Caraibi e America centrale) le cui esportazioni sono basate su un ristrettissimo numero di commodities. Si tratta di Paesi prevalentemente meno sviluppati (PMS), alcuni senza sbocco al mare o piccole isole, con redditi molto bassi, deficit alimentare (Uganda esclusa), e alta percentuale di persone sotto alimentate (es. 70% del Burundi), che hanno aumentato le produzioni di beni da esportare, ma con esiti negativi a causa delle frequenti fluttuazioni dei prezzi internazionali. Molti di questi Paesi sembrano essere caduti in quella situazione che è descritta come il paradosso della “Immiserizing growth” cioè la crescita che impoverisce. La riduzione dei guadagni da esportazione ha ripercussioni negative sulla capacità di far fronte al debito, sulla capacità di importazione, sulle opportunità di credito, sulle entrate pubbliche e sui servizi di base (istruzione e sanità). 3. Le trappole che impediscono lo sviluppo. Rapide dinamiche del mondo economico e finanzia- rio stanno determinando nuove situazioni di ricchezza e la forbice che divide i ricchi dai poveri si sta allargando. Paesi che nelle graduatorie mondiali erano classificati come in Via di Sviluppo, ora detengono in diversi settori produttivi posizioni da primato. Alcuni Paesi, come il Malawi, hanno sempre occupato gli ultimi gradini della graduatoria mondiale, mentre altri come la Sierra Leone, erano un tempo meno poveri dell’India e della Cina (!). Si possono oggi distinguere Paesi che hanno più concrete prospettive di riduzione della povertà (Costa d’Avorio, Ghana, Mauritania, Tanzania, Uganda) da altri che invece rischiano di peggiorare le proprie condizioni (Burundi, Rwanda, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Haiti). Oggi, quindi, un mondo ricco, o che si sta arricchendo, convive con un enorme ghetto di estrema povertà che sembra caduto inesorabilmente nelle cosiddette “trappole che impediscono lo sviluppo”: la trappola del conflitto, la trappola delle risorse naturali, la trappola della cattiva governance. Queste trappole, interagenti fra loro, alla presenza di cofattori riconducibili agli assetti di geografia politica (confini poco sicuri; dimensioni del Paese; mancanza di accessi al mare; etc.) determinano i principali ostacoli allo sviluppo. Il 73% della popolazione dei Paesi poveri è stato recentemente o è tuttora coinvolto in una guerra civile (guerra civile: conflitto interno in cui muoiono almeno 1000 persone durante combattimenti e in cui ognuna delle parti subisce perlomeno il 5% di perdite). Ricercatori dell’Università di Oxford hanno chiarito che i conflitti (almeno in Africa) sono altamente correlati con altri fattori come il livello di reddito; le fasi di stagnazione o declino; la dipendenza dalle risorse naturali, ma le relazioni sono così complesse da rendere impossibile un’analisi causa-effetto. Si pensi, ad esempio, che il 95% della produzione globale di droghe pesanti viene da Paesi in conflitto. Nelle analisi economiche internazionali, il costo economico di una guerra civile, per il Paese coin- 44 volto e per i vicini, è stato cinicamente stimato pari a circa 50 miliardi di euro; negli ultimi decenni, sono scoppiate circa 2 guerre civili all’anno per un costo complessivo di 100 miliardi di euro, pari al doppio del bilancio mondiale degli aiuti per lo sviluppo. In queste stime, non si toccano i temi legati alla vita individuale e sociale, non viene calcolato l’enorme danno sociale dovuto all’interruzione di quella catena di trasmissione dei saperi agronomici esistente tra generazioni. I conflitti o le guerre cancellano intere generazioni di mezzo, lasciano i giovani nella difficile e vulnerabile situazione di ricominciare tutto da zero. In questo quadro generale la crisi energetica si intreccia con quella alimentare. Il mondo industrializzato e post industriale cercano in nuove colture e sistemi colturali soluzioni esterne ai propri problemi interni. Alcuni Paesi attuano politiche basate sul cosiddetto land grabbing per poter assicurarsi un maggiore livello di autonomia delocalizzata per le produzioni food e soprattutto no food energetico. In Etiopia nel 1984, mentre la carestia faceva morire di fame migliaia di persone, ampie superfici di fertili terreni erano destinate alla coltivazione di semi di lino, cotone e ravizzone da esportare in Europa come alimenti per il bestiame; si stima che l’80% dei bambini che, nel mondo, soffrono la fame vive in Paesi che generano surplus alimentari sotto forma di prodotti destinati ad essere utilizzati come mangimi. L’ultima, è la trappola della silver bullett, la pallottola d’argento, vale a dire metaforicamente la tecnologia sulla quale si può contare (sulla spinta economica di interessi particolari si spinge l’opinione pubblica a credere nell’utilità assoluta della silver bullet) per risolvere grandi problemi, con una sola azione, precisa e istantanea. L’approccio decisamente riduzionista di molte politiche, ma anche di progetti di ricerca e di intervento, richiama questo tipo di trappola. Il rischio reale è quello di ritrovare, una volta finite le pallottole metaforiche di interventi banalizzanti, nati in laboratorio e diffusi con dinamiche di ricaduta verticale (top down), gli stessi problemi iniziali, spesso acuiti. Per evitare gli errori passati del mondo della cooperazione nella ricerca, associazionismo e in quello politico-amministrativo, sono stati individuati e discussi a Parigi (1999) e ad Accra (2008) alcuni concetti di base, oggi indicati come pilastri progettuali, da considerare per pianificare gli interventi. Gli interventi di cooperazione internazionale dovrebbero: (1) tendere ad un forte potenziamento della ownership locale, (2) rispettare un sostanziale alignment (rispetto alle politiche strategiche locali), e infine (3) formulare schemi di accountability (rendere conto in modo oggettivo e più trasparente per quanto riguarda il processo di attuazione e valutazione degli interventi). In un panorama complesso e dinamico, gli obiettivi strategici per i Paesi più poveri potrebbero prioritariamente essere: accrescere la food security (produzione, accesso, fruibilità degli alimenti in un contesto di piena e reale sovranità alimentare); assicurare la stabilità delle produzioni agricole per eventualmente affacciarsi ai mercati; conservare le risorse terra, acqua, biodiversità animale e vegetale attraverso una forte consapevolezza e cultura agroecologica formalizzata (scuole, università, centri di ricerca locali) e tradizionale (trasmissione dei saperi e dei mestieri). Ciò si traduce, più in particolare, nel: a) potenziare la produzione dei beni di sussistenza nelle zone rurali; b) aumentare, per i piccoli-medi agricoltori, l’accesso alla terra, alle risorse naturali (acqua irrigua, biodiversità, sementi), a quelle immateriali (conoscenze agronomiche, trasmissione intergenerazionale dei saperi, formazione, informazione), alle risorse economiche, alle opportunità dei locali mercati urbani, a quello di esportazione; c) incrementare la quota del valore aggiunto del prodotto finito spettante al produttore, riducendo quella del settore dell’intermediazione; d) 45 valorizzare e potenziare le attività di educazione, formazione, informazione, comunicazione in agricoltura. L’integrazione delle conoscenze degli agricoltori con quelle esterne richiede nuove forme di partnership (participatory research) tra gli agricoltori stessi, i ricercatori e tutti gli altri componenti del sistema. Devono essere affrontati i temi del diritto di proprietà individuale (intellectual property rights IPR) e dei relativi strumenti. Il cambiamento, a questo riguardo, include lo sviluppo di nuove regole che chiariscano i valori in gioco a partire da quello della conoscenza diffusa degli agricoltori della biodiversità naturale e agraria (piante medicinali, mercato locale delle sementi, colture principali e secondarie, neglected crops, sistemi agroforestali aziendali; saperi agronomici locali) e delle pratiche diffuse di gestione, monitoraggio e salvaguardia dell’insieme dei beni comuni ambientali (terra, acqua irrigua, vegetazione, paesaggio). È evidente che ognuno di questi aspetti, per essere sviluppato, richiede formulazione e applicazione integrata di politiche locali, regionali, nazionali e internazionali. È in questo quadro generale di cooperazione (co-operare = operare insieme) che ogni ambito disciplinare di studio e ricerca può contribuire con le proprie metodiche di analisi e con i propri strumenti di sviluppo tecnologico, ma sempre con approccio interdisciplinare e di azione partecipata complessiva dei componenti del sistema. 46 1.2 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Progetto CITTÀ DELLA LUCE Walter Albisetti Professore Associato AQUAPLUS - Acqua Energia per la Vita Daniele Bassi Professore ordinario AREA TEMATICA Progetto di produzione orticola Tipo di intervento • Formazione Paesi destinatari Amoutchou, Togo Beneficiari La popolazione locale Risultati attesi Miglioramento delle condizioni di vita, creando fonti di reddito attraverso le attività di orticoltura per i membri dell’associazione e creando posti di lavoro per i giovani. Ente Promotore Prof. Walter Albisetti Partner Italiani e internazionali: 1. Waves World Association of Volunteers for Emergencies and Solidarity - Onlus, Italia; 2. Fondazione Pro.sa Onlus, Italia; 3. Azienda Agricola Andegardo di Cernusco Lombardone, Italia. Locali: Association Cité de la Lumiére, de Amoutchou, Togo e-mail: [email protected] tel. 02 58296680 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche Obiettivi 1. Creare conti di reddito attraverso le attività di orticoltura per i membri dell’associazione; 2. Creare lavoro per i giovani; 3. Formare i giovani nel campo dell’orticoltura; 4. Combattere il traffico di bambini. Attività Fornitura di risorse materiali (affitto terreni, utensili per la coltivazione, sementi, carburante) e umane (coordinatore per le attività, responsabile insegnamento e consigliere agricolo). Ente finanziatore Privati Durata Da: 2011 - A: 2012 Possibilità di rinnovo / follow up Rinnovabile AREA TEMATICA Gestione delle risorse idriche e sfruttamento delle colture locali e-mail: [email protected] tel. 02 5031 6560 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.:Produzione Vegetale; Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia Tipo di intervento • Formazione • Trasferimento tecnologico • Servizi alle comunità Obiettivi Generale: Applicare modelli innovativi e integrati per garantire risultati sostenibili. Specifici: 1. Trovare best practices nella gestione delle risorse idriche in agricoltura e per uso civile; 2. Trovare best practices in modo da poter presentare i risultati durante Expo Milano 2015; 3. Creare laboratori artigianali pilota per la trasformazione di prodotti agricoli locali, al fine di incrementare il loro uso come alimenti; 4. Formazione per madri e donne incinte sulle best practices nutrizionali; 5. Applicare modelli replicabili che siano adattabili a differenti contesti. Paesi destinatari Haiti Beneficiari 1. Agricoltori 2. Studenti 3. Donne e bambini Risultati attesi 1. Risultati sostenibili grazie all’applicazione di modelli innovativi e integrati; 2. Applicazione di best practices nella gestione delle risorse idriche in agricoltura e per uso civile; 3. Costruzione di laboratori pilota per la trasformazione dei prodotti agricoli locali; 4. Madri e donne incinte hanno partecipato a corsi su best practices nutrizionali; 5. Applicazione di modelli replicabili in differenti contesti. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Rotary 2. Expo 2015 Locali: Università UNDH, Port au Prince Attività 1. Rinnovo/estensione dell’attuale raccolta e canalizzazione dell’acqua; 2. Rinnovo del sistema di irrigazione con il coinvolgimento della comunità locale, insieme allo sviluppo di attività formative; 3. Gestione, mantenimento del sistema idrologico da parte della comunità locale; 4. Formazione su agricoltura e allevamento del bestiame; 5. Aiuto all’attività di un centro medico e nutrizionale, rivolto principalmente alla salute materna e dell’infanzia. Ente finanziatore Rotary Int., Expo 2015, Milano (Altri finanziatori ancora da contattare) Durata 4/5 anni - DA/A: data da decidersi Possibilità di rinnovo / follow up Non è ancora stata negoziata 48 49 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 1.1 1.4 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Lotta integrata al fitoplasma delle drupacee in Libano Bianco Piero Attilio Professore Ordinario Studio di fattibilità per la realizzazione di progetti nei tre paesi membri del gruppo di lavoro Executive Action Team - Gruppo di lavoro multilaterale sulle Risorse Idriche (EXACT). Stefano Bocchi Professore ordinario AREA TEMATICA Progetto, agricolo, economico e fitopatologia Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari Libano (cazas di Marjayoun, Hasbaya, West Bekaa, Jbeil e tutte le aree in cui sono presenti sintomi causati da Candidatus Phytoplasma phoenicium). Beneficiari 1. Agricoltori 2. Vivai Risultati attesi 1. Creazione di una mappa del Libano con indicazione della proliferazione della malattia; 2. Incontri con le municipalità per rendere le comunità consapevoli delle malattie causate dal fitoplasma; 3. Creazione di un tavolo scientifico su Candidatus Phytoplasma phoenicium; 4. Localizzazione dell’insetto vettore e dell’ospite secondario; 5. Conferenza internazionale su Candidatus Phytoplasma phoenicium in Libano; 6. Realizzazione di uno studio socio-economico sull’impatto della malattia in Libano. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. ONG Avsi 2. Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano 3. Facoltà di Agraria, Università di Torino Locali: 1. Ministero dell’Agricoltura del Libano 2. Università Americana di Beirut (AUB) 3. Universitè S.Esprit de Kaslik (USEK) 4. Istituto di Ricerca Agricola Libanese (LARI) 5. Cooperativa di agricoltori di Feghal 6. Municipalità colpite dalla malattia 7. Agricoltori coinvolti 50 e-mail: [email protected] tel. 02 503 16794 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Produzione Vegetale; Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia Obiettivi Generale: Lotta alle malattie causate da Candidatus Phytoplasma phoenicium. Specifici: Sviluppo della ricerca in Libano di malattie causate da Candidatus Phytoplasma phoenicium. Attività 1. Indagine sulla diffusione delle malattie causate da Candidatus Phytoplasma phoenicium; 2. Monitoraggio dei frutteti e installazione di trappole per gli insetti; 3. Questionari sottoposti agli agricoltori sulla diffusione della malattia e dei danni che questa può causare. Creazione di un database per catalogare le informazioni raccolte con questi questionari; 4. Seminari e corsi di formazione per il Ministero dell’Agricoltura, le municipalità e gli agricoltori per spiegare le informazioni e le strategie sulla diffusione delle malattie; 5. Organizzazione di tavole scientifiche trimestrali per condividere le informazioni in modo da ottenere risultati nel minor tempo possibile; 6. Divulgazione di brochures agli agricoltori sui sintomi della malattia; 7. Spedire gli insetti vettori all’Università di Torino per fare una prima classificazione; 8. Studio del ciclo degli insetti; 9. Corso di formazione tecnico e scientifico per riconoscere e classificare gli insetti; 10. Studio sulle perdite economiche causate dalla malattia. Ente finanziatore MAE Durata Da: Settembre 2009 - A: Settembre 2010 AREA TEMATICA Gestione acqua, Agricoltura, Cambiamenti climatici Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari 1. Giordania 2. Israele 3. Territori palestinesi occupati Beneficiari 1. Policy makers 2. Università e istituzioni nazionali Risultati attesi 1. Identificazione dei bisogni locali per rafforzare le istituzioni nazionali degli attori principali che lavorano per la gestione delle risorse idriche, in particolar modo alla luce dei cambiamenti climatici mediante il rafforzamento delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e attività di capacity building; 2. Una proposta di progetto per lo sviluppo di un sistema di informazione congiunto mediante il quale gli attori principali possano sviluppare una visione dell’impatto climatico sulle risorse idriche e sulla sicurezza alimentare. Ente Promotore Partners: Italiani e internazionali: 1. Landau Network-Centro Volta (LNCV) Locali: 1. Ministero delle Acque e dell’Irrigazione, Giordania 2. Autorità Israeliana dell’Acqua, Israele 3. Autorità Palestinese dell’Acqua, Territori Palestinesi Occupati e-mail: [email protected] tel. 02 503 16588 Vecchio Dip.: Dip. di Produzione Vegetale; Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia Obiettivi Generale: Rafforzare la sicurezza alimentare e l’accesso all’acqua alla luce di possibili cambiamenti climatici a livello locale e regionale mediante studi di fattibilità partecipativi. sull’applicazione congiunta delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Specifici: 1.Identificazione di tematiche relative alla gestione delle risorse idriche, alla sicurezza alimentare e all’adattamento ai cambiamenti climatici; 2. Selezione di uno scenario adatto a modelli climatici regionali; 3. Definizione di un modo partecipativo per integrare dati e modelli esistenti nel settore della Gestione Integrata delle Risorse Idriche. Attività 1. Valutazione dei bisogni e un’analisi SWOT con gli attori coinvolti per identificare punti critici e opportunità relative alla gestione, elaborazione e condivisione dei dati sulle risorse idriche; 2. Studio della disponibilità di modelli, metodi e strumenti nel settore dell’adattamento ai cambiamenti climatici, della gestione delle risorse idriche e della sicurezza alimentare; 3. Proposta di una piattaforma di tecnologie dell’informazione e della comunicazione per la raccolta di dati sul clima. Ente finanziatore MAE Durata Da: Novembre 2009 - A: Ottobre 2010 Possibilità di rinnovo / follow up Alcuni paesi Europei si sono dimostrati interessati e disposti a finanziare una nuova fase. Possibilità di rinnovo / follow up Possibilità di rinnovo ma con un altro ente finanziatore. 51 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 1.3 1.6 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO GRAS - Sahel: Caratterizzazione della produzione Stefano Bocchi Professore ordinario Agrobiodiversità per la sicurezza alimentare e la sicurezza delle sementi e-mail: [email protected] tel. 02 503 16588 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Produzione Vegetale; Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia AREA TEMATICA Stefano Bocchi Professore ordinario Vecchio Dip.: Dip. di Produzione Vegetale; Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambienta- Claudia Sorlini Professore ordinario Vecchio Dip.: Dip. di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente [email protected] Facoltà di Agraria Milano (CNR-IREA) 2. European Union Joint Research Centre (JRC) Locali 1. Centre de Suivi Ecologique, Senegal 2. Agrhymet, Niger Tipo di intervento • Formazione e Ricerca, • Sistemi innovativi per l’agrobiodiversità Obiettivi Generale: Scambio di conoscenze sui sistemi agro-alimentari in Europa e in Ecuador/Perù. Paesi destinatari 1. Paesi dell’America Centrale e Meridionale 2. Ecuador e Perù Specifici: 1. Creazione di una rete di centri educativi per la formazione e la cooperazione decentrata a partire dalle principali università (Ecuador, Perù, Italia); 2. Organizzazione di stage per studenti e docenti; 3. Attuazione di progetti di ricerca integrati per collaborazioni future sul tema dell’agrobiodiversità e sostenibilità. primaria delle praterie in Senegal e studio delle crisi alimentari provocate da cambiamenti climatici nei Paesi del Sahel che fanno parte del CILSS (Comité permanent Inter-Etats de Lutte contre la Sécheresse dans le Sahel) attraverso tecniche di telerilevamento. AREA TEMATICA Agricoltura, Praterie, Variabilità e cambiamenti climatici, Telerilevamento. Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari 1. Burkina Faso 2. Chad 3. Gambia 4. Guinea-Bissau 5. Mali 6. Mauritania 7. Niger 8. Senegal Beneficiari 1. Policy makers 2. Università e istituti nazionali Risultati attesi Attuazione di un’analisi spaziale della relazione tra le crisi dovute al clima e le anomalie della produzione vegetale (praterie). Al momento, non c’è un accordo condiviso sul possibile impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi del Sahel: alcuni scienziati prevedono un reinverdimento della fascia del Sahel, altri credono in un aumento dell’aridità. I sistemi pastorali hanno giocato un ruolo chiave nella creazione di un “cuscinetto” contro la variabilità climatica, che sembra in aumento. Per questo motivo, la ricerca prova ad analizzare la variabilità spaziotemporale delle condizioni della vegetazione dovute alla variabilità climatica, da qui l’uso di dati ricavati da telerilevamento, in particolar modo per descrivere un modello che colleghi i fenomeni meteorologici e la crescita della biomassa così come la relazione tra le anomalie della produzione vegetale e le crisi dovute a cambiamenti climatici. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico Ambientale 52 Obiettivi Generale: Supporto alla sicurezza alimentare nei paesi del Sahel attraverso l’identificazione di tecniche e strumenti di telerilevamento appropriati per la prevenzione delle crisi alimentari. Specifici: 1. Identificazione di un modello appropriato che descriva le dinamiche della produzione primaria delle praterie mediante strumenti di telerilevamento; 2. Identificazione di indicatori delle crisi alimentari indotte dal clima nella regione del Sahel. Attività 1. Creazione di un geodatabase con indici derivati da telerilevamento che descrivano la vegetazione e le precipitazioni; 2. Creazione di un Sistema di Informazione Geografico che integri le informazioni succitate con i dati ausiliari su crisi alimentari, mezzi di sostentamento, uso e copertura del suolo, terreni, etc. 3. Studio geostatistico della relazione tra i dati della produzione primaria e della crisi alimentare, da una parte, e gli indici di telerilevamento dall’altra, per sviluppare un modello empirico. Ente finanziatore Durata Da: Giugno 2009 - A: Ottobre 2010 Agricoltura, Ambiente, Alimenti Referente Beneficiari Donne, agricoltori, studenti, gruppi destinatari o etnici specifici, etc. Risultati attesi Collaborazione tra università situate in Ecuador e Perù sulle tematiche Agrobiodiversità/ sicurezza alimentare/ sovranità alimentare nelle aree geografiche ad alta agrobiodiversità e nei centri di domesticazione. Scambio di visite di studenti e docenti nell’ambito di progetti di sviluppo scientifico e formativo legato alla sostenibilità dell’agricoltura con particolare attenzione all’agrobiodiversità della produzione, alle filiere alimentari, ai prodotti ed agli alimenti. Ente Promotore Partners: Italiani e internazionali 1. Università di Milano 2. Comune di Milano 3. ONG COSV 4. Università di Loca (Ecuador) 5. Università di Ibarra (Ecuador) 6. Università di Quito (Ecuador) 7. Università di Piura (Perù)) li – Produzione, Territorio, Agroenergia e.mail: [email protected] Tel.02 503 16588 Attività 1. Firma di un protocollo d’intesa tra le università di Loca, Ibarra, Quito (Ecuador), Piura (Perù) e Milano (Italia); 2. Attività integrate per proposte di progetti di ricerca/formativi su scala locale o internazionale; 3. Organizzazione di stage per docenti e studenti; 4. Preparazione dell’EXPO 2015 “Nutrire il Pianeta” in relazione al tema dell’agrobiodiversità in alcuni Stati del Centro e Sud-America particolarmente importanti in quanto centri di domesticazione di alcune specie diffuse su scala globale. Ente finanziatore Comune di Milano Durata Da: Novembre 2011 - A: Novembre 2015 Possibilità di rinnovo / follow up - Possibilità di rinnovo / follow up Un follow-up verrà proposto e sviluppato in collaborazione con CNR-IREA e JRC all’interno del quadro dell’assistenza finanziata dall’Unione Europea per i Paesi CILSS. 53 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 1.5 1.8 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Argentina: sviluppo del polo produttivo di macchine agricole - CIDETER Luigi Carlo Maria Bodria Professore ordinario Brasile: Applicazione dei codici normalizzati OCSE per le prove dei trattori agricoli e forestali Luigi Carlo Maria Bodria Professore ordinario AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 16872 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Ingegneria Agraria; Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia Macchine agricole Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico • Comunicazione Paesi destinatari Argentina, Province di Santa Fé & Córdoba Beneficiari 1. Produttori di macchine agricole e relative componenti 2. Ufficio Macchine Agricole 3. Dip. di Macchine Agricole Risultati attesi 1. Miglioramento dei livelli della qualità, competitività e redditività dell’industria locale di macchinari agricoli e relative componenti, mediante: • aumento delle esportazioni, con la promozione della cooperazione industriale e lo sviluppo della qualità e dell’innovazione; • promozione delle condizioni di investimento; • promozione dell’innovazione tecnologica dei prodotti e dei metodi di produzione; • promozione dell’integrazione della catena produttiva; 2. Aumento della competitività nazionale e internazionale; 3. Per ottenere questi risultati, CIDETER sta promuovendo i contatti dell’industria regionale di macchinari agricoli con esperti internazionali (principalmente da Italia e Spagna), mediante incontri, conferenze e visite ai produttori. Ente Promotore CIDETER (www.cideter.com.ar - Centro di Investigazione e Sviluppo Territoriale) Partner Italiani e internazionali: 1. Università degli Studi di Milano 2. Universidad Complutense (Madrid, Spagna) 54 Locali: 1. CIDETER 2. CAFMA (Camera Argentina dei Produttori di Macchine Agricole) Obiettivi Specifici: 1. Conferenze sugli standard europei; 2. Conferenze sulla fabbricazione europea di attrezzature agricole e componenti; 3. Conferenze sul mercato europeo delle attrezzature agricole e componenti. Attività 1. Conferenze 2. Visite 3. Discussioni su esperienze personali Conferenze: 1. Tendenze e opportunità dei principali mercati europei di attrezzature agricole - Seminario CITA 2005 - Buenos Aires, 19/22 maggio 2005; 2. Stato della produzione di macchinari e attrezzature agricole nell’Unione Europea - Bolsa de Comercio, Rosario (Argentina), 28 Nov. 2006; 3. Normalizzazione nel campo delle attrezzature agricole - Giornata tecnica su “Tendenze internazionali nella normalizzazione e meccanizzazione agraria” - CIDETER, Las Parejas, Argentina, 24 Septiembre 2007; 4. Prospettive del settore dei macchinari agricoli a breve e medio termine - X Congresso Argentino di Ingegneria Rurale y II del Mercosur CADIR 2009, Rosario, 1/4 Settembre 2009. Ente finanziatore CIDETER, Università degli Studi di Milano Durata Visite brevi nel 2005, 2006, 2007 e 2009 Possibilità di rinnovo / follow up - AREA TEMATICA Trattori e macchinari agricoli Tipo di intervento • Formazione e Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari Brasile (San Paolo, Jundiaí) Beneficiari 1. Industria trattoristica 2. Istituzioni che testano attrezzature agricole 3. Dip. di Ingegneria Agraria Risultati attesi Realizzazione di uno studio di idoneità sulla possibilità per il Centro di Automazione e Ingegneria (Jundiaí, San Paolo) di entrare nel piano dell’OCSE per le prove dei trattori agricoli e forestali. OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha pubblicato differenti Codici Normalizzati per le prove dei trattori agricoli e forestali. Queste prove vengono riconosciute in tutto il mondo da governi, istituzione e agricoltori. Tutti i principali Paesi produttori di trattori sono membri di questo piano. Il Brasile è una delle poche eccezioni. Ente Promotore OCSE Partner Internazionali: OCSE, Divisione per le prove dei trattori agricoli e forestali Locali: Centro di Automazione e Ingegneria (Jundiaí, San Paolo), parte di IAC (Istituto Agronomico di Campinas) e-mail: [email protected] tel. 02 503 16872 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Ingegneria Agraria; Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia Obiettivi Specifici: 1. Studio sull’idoneità del Centro di Automazione e Ingegneria al piano di controllo dell’OCSE; 2. Consulenza su modifiche e nuovi dispositivi di controllo; 3. Convincere l’industria trattoristica brasiliana ad adottare i codici normalizzati OCSE per le prove dei trattori agricoli e forestali. Attività 1. Visite al Centro di Automazione e Ingegneria; 2. Incontri con i manager dell’industria trattoristica brasiliana; 3. Discussioni sui report delle visite fatte a Parigi, presso la sede OCSE. Il Brasile è uno dei più grandi Paesi agricoli, produttore a livello mondiale di caffè, zucchero (e alcol) e succhi di frutta. È il più importante produttore di trattori dell’America Latina (40,00050,000 unità all’anno), dei quali la maggior parte viene esportata. Le prove per la sicurezza e il controllo dei dispositivi devono essere compiuti in altri Paesi. Il controllo dei trattori è stato eseguito in Brasile (Università di Campinas) dal 1949. Prima era obbligatorio mentre oggi è facoltativo. La Proposta Congiunta del Centro di Automazione e Ingegneria dei produttori di trattori è volta a nominare il Centro di Automazione e Ingegneria come Centro OECD di controllo dei Trattori in Brasile. Ente finanziatore OCSE Durata Da: Novembre 2006 - A: Febbraio 2007 Possibilità di rinnovo / follow up - 55 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 1.7 1.10 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Biotecnologia da estremofili microbici del deserto per sostenere la ricerca agricola in Tunisia e in Europa meridionale Daniele Giuseppe Daffonchio Professore Associato Iniziativa sistemi per i cereali nell'Asia del Sud (CSISA) Martin Kater Professore Associato Confermato Biotecnologia e-mail: [email protected] tel. 02 503 19117 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche ; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente Tipo di intervento • Formazione • Ricerca 2. Università di Ioannina Locali Università di Tunisi, El Manar Paesi destinatari 1. Tunisia 2. Italia 3. Grecia Obiettivi Generale: Espandere la ricerca sull’ecologia molecolare microbica e migliorare la relativa conoscenza tecnica per affrontare i problemi agricoli e sfruttare la biotecnologia microbica che può sostenere lo sviluppo di una bioeconomia in Tunisia e Nord Africa. Specifici: 1. Acquisto di nuovi strumenti per i partner tunisini; 2. Assunzione di 3 ricercatori esperti da parte dei partner tunisini; 3. Diffusione dell’intervento attraverso l’organizzazione di 3 laboratori scientifici e di una conferenza internazionale in Tunisia. AREA TEMATICA Beneficiari 1. Laboratori universitari 2. Scienziati di Tunisia e Nord Africa 3. Studenti universitari tunisini 4. Industria biotecnologica in Tunisia Risultati attesi 1. Assunzione di 3 ricercatori esperti che avvieranno nel laboratorio del partner tunisino un Microarray system, un Real Time-PCR e un Sistema Automatico di Array Fenotipico e che svilupperanno le più recenti tecniche analitiche basate su questi strumenti avanzati. I 3 ricercatori beneficeranno di periodi di formazione nei due laboratori europei, in Italia e in Grecia, che già utilizzano queste tecnologie; 2. Trasferimento di know how al partner tunisino che potrà migliorare la ricerca nella biotecnologia microbica di ecosistemi aridi; 3. Pianificazione di un’attenta strategia di diffusione nell’ambito di BIODESERT per diffondere le conoscenze acquisite nell’ambiente scientifico e nella società tunisina e nordafricana, promuovendo l’applicazione della gestione delle risorse microbiche per migliorare la sostenibilità agricola negli ecosistemi aridi. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università degli Studi di Milano (Coordinatore del progetto) 56 Attività 1. Formazione di 3 ricercatori esperti nei laboratori del partner italiano o greco; 2. Avviare lo sviluppo operativo di nuovi strumenti scientifici nei laboratori del partner tunisino; 3. Diffusione della conoscenza scientifica al pubblico della Tunisia e del Nord Africa e organizzazione di 3 laboratori scientifici e di una conferenza internazionale. AREA TEMATICA Biotecnologia alimentare Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico • Formazione Paesi destinatari Asia del Sud Beneficiari 1. Agricoltori 2. Consumatori Risultati attesi Identificazione di geni coinvolti nella tolleranza allo stress da calore del riso. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Martin Kater, Università degli Studi di Milano 2. Paolo Pesaresi, Università degli Studi di Milano Locali: Sigrid Heuer, IRRI - Istituto Internazionale di Ricerca sul Riso, Manila, Filippine. e-mail: [email protected] tel. 02 503 15050 Facoltà di Scienze MM, FF e NN Vecchio Dip.: Scienze Biomolecolari e Biotecnologie; Nuovo Dip.: Bioscienze Obiettivi Generali: Sviluppo di una varietà di riso tollerante allo stress da calore per migliorare la produzione di riso nonostante i cambiamenti climatici. Specifici: Studio dell’espressione di geni candidati nelle varietà di riso sviluppate da IRRI. L’espressione di questi geni viene testata sotto differenti condizioni ambientali. Attività 1. Ricerca Genetica Molecolare 2. Corsi di formazione. Ente finanziatore Durata Da: Maggio 2009 - A: Dicembre 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Informazione non disponibile Ente finanziatore Unione Europea Durata Da: Gennaio 2010 - A: Dicembre 2012 Possibilità di rinnovo / follow up Soggetto alle candidature presentate in risposta ai bandi europei. 57 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 1.9 1.12 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Riforestazione a Dajabon Maria Claudia Piagnani Ricercatore Confermato ACQUA SORGENTE DI CONVIVENZA: risposte urgenti e stabili per una coabitazione possibile a Marjayoun e a Markaba Guido Sali Professore Associato Confermato AREA TEMATICA Silvicoltura Tipo di intervento • Formazione • Ricerca Paesi destinatari Repubblica Dominicana (Dajabon) Beneficiari 1. Studenti 2. Docenti 3. Comunità di confine Risultati attesi 1. Creazione di curricula specializzati per studenti grazie al laboratorio di colture vegetali in vitro; 2. Trasformazione della scuola in un centro di riferimento regionale per la fornitura di piante sia in pericolo d’estinzione sia per quelle destinate a un’area gravemente deforestata. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Comune di Milano 2. Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano 3. Facoltà di Medicina, Università degli Studi di Milano 4. UNDP Locali: Istituto Tecnologico San Ignacio de Loyola 58 e-mail: [email protected] tel. 02 503 16564 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Produzione Vegetale; Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia Obiettivi Specifici: 1. Riforestazione; 2. Collaborazione con il comitato scientifico Expo 2015 per il futuro sviluppo del progetto. Attività 1. Verificare la possibilità che ITESIL in Dajabon possa intraprendere la costruzione di un laboratorio di colture vegetali in vitro principalmente affidandosi alla cooperazione e alle sinergie tra le strutture locali pubbliche e private; 2. Pianificare un laboratorio di colture vegetali in vitro a ITESIL. Ente finanziatore Comune di Milano, FAO, Università degli Studi di Milano Durata Da: 2009 Possibilità di rinnovo / follow up - AREA TEMATICA Agricoltura, Gestione dell’acqua, Progetto socio-economico Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari Libano (Libano meridionale, sorgente di Dardara) Beneficiari 1. Agricoltori e loro famiglie 2. Studenti Risultati attesi 1. Riabilitazione del canale di irrigazione nella Piana di Marjayoun; 2. Miglioramento della Cooperativa della sorgente di Dardara (WUA - Water User Association Associazione per l’Utilizzo dell’Acqua); 3. Studio dell’impatto socio-economico dell’intervento; 4. Pubblicazione di un giornale scolastico; 5. Formazione di studenti su tematiche relative all’acqua; 6. Studio su drenaggio, irrigazione e conversione di terra arabile; 7. Studio sulle colture più fruttifere; 8. Costruzione di piccoli bacini acquiferi per migliorare l’uso dell’acqua. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. ONG Avsi 2. ONG Africa ’70 3. Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano 4. Studio associato MPM Locali: 1. Municipalità locali 2. Scuole e-mail: [email protected] tel. 02 503 16480 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Economia e Politica Agro-alimentare e Ambientale; Nuovo Dip.: Economia, Management e Metodi Quantitativi Obiettivi Generale: Miglioramento delle condizioni di vita degli agricoltori locali della Piana di Marjayoun e delle municipalità di Marjayoun, Qlaiaa, Khiam, Bourj el Moulouk, Kfarkila e Markaba. Specifici: 1. Sviluppo delle condizioni socio-economiche della Caza di Marjayoun intervenendo nei settori del approvvigionamento idrico, dell’agricoltura e della formazione; 2. Promozione delle possibilità di convivenza tra le comunità islamiche e cattoliche della regione. Attività 1. Analisi socio-economica del settore agricolo; 2. Studio della rete idrica locale della sorgente di Dardara; 3. Riabilitazione del terzo canale della sorgente di Dardara; 4. Studio topografico per massimizzare la distribuzione di acqua; 5. Supporto alla WUA (Water User Association - Associazione per l’Utilizzo dell’Acqua), soprattutto in relazione alla gestione delle risorse idriche; 6. Fornitura di tensiometri per meglio comprendere i reali bisogni delle coltivazioni; 7. Analisi dell’acqua e del terreno; 8. Studio socio-economico dell’impatto della riabilitazione dei canali di irrigazione. Ente finanziatore MAE - ONG AVSI Durata Da: Giugno 2009 - A: Giugno 2010 Possibilità di rinnovo / follow up Nessuna possibilità di rinnovo 59 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 1.11 1.14 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Consolidamento della micro-orticoltura urbana per il miglioramento della sicurezza alimentare Franco Sangiorgi Professore Ordinario Agricoltura in zone aride Claudia Sorlini Professore Ordinario AREA TEMATICA Sicurezza alimentare e agricoltura urbana Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari Senegal (Dakar) Beneficiari 1. Disoccupati 2. Donne 3. Organizzazioni della società civile Risultati attesi 1. 5000 famiglie coinvolte nella produzione di ortaggi per autoconsumo e vendita diretta; 2. Realizzazione di 8 Centri di Formazione e Dimostrazione (CFD) e della struttura di gestione per il coordinamento dei progetti implementati; 3. Materiale didattico adattato al contesto locale; 4. Modello organizzativo, testato, per la vendita dei prodotti proposti sul mercato locale; 5. Dati sul comportamento di cultivar orticole nei micro-orti senegalesi, riportati nel database Hortivar; 6. Valutazione del programma di intervento; 7.Miglioramento delle conoscenze istituzionali a Dakar e Milano per la agricoltura urbana; 8. Formazione della popolazione su opportunità e ostacoli allo sviluppo dell’agricoltura urbana. Benefici ottenibili dalla micro-orticoltura: • Miglioramento della sicurezza alimentare • Diversificazione della dieta • Aumento del reddito familiare • Aumento dei posti di lavoro • Riciclo di rifiuti • Riduzione del consumo idrico per irrigazione Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Comune di Milano 2. Ministero Affari Esteri 60 e-mail: [email protected] tel. 02 503 16859 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Ingegneria Agraria; Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia 3. FAO 4. Università degli Studi di Milano 5. COOPI ONG 6. ACRA ONG Locali: Comune di Dakar Obiettivi Generale: Contribuire al miglioramento della sicurezza alimentare integrando la dieta e creando attività generatrici di reddito per i beneficiari. Specifici: 1. Supporto a costituzione e sviluppo di Centri di Formazione e Dimostrazione (CFD) aiutando i locali nella gestione dei micro-orti; 2. Aumento significativo del numero di beneficiari per incrementare la varietà di prodotti adatti al mercato e sviluppo di una idonea strategia commerciale. Attività 1. Identificazione e insediamento di 8 CFD; 2. Selezione di un CFD pilota; 3. Definizione dei criteri di scelta dei beneficiari; 4.Realizzazione di un sistema di distribuzione di input produttivi a livello familiare; 5. Realizzazione catena di distribuzione dei prodotti; 6. Creazione di un GIS per la raccolta dati territoriali; 7. Predisposizione modello organizzativo dei CFD; 8. Stesura calendario coltivazioni per autoconsumo e vendita; 9. Individuazione strategie commerciali idonee; 10. Organizzazione di seminario presentazione dei risultati e pubblicazione opuscolo informativo. AREA TEMATICA Agricoltura in ambienti estremi Tipo di intervento • Formazione • Ricerca Paesi destinatari Egitto (Cairo) Beneficiari 1. Università 2. Centri di ricerca 3. Agricoltori Risultati attesi 1. Comprensione dei meccanismi fisiologici della resistenza agli stress idrici; 2. Avanzamento delle conoscenze sui determinanti genetici della resistenza; 3. Selezione di piante resistenti agli stress idrici; 4. Selezione di PGPR; 5. Messa a punto dei sistemi di irrigazione adatti. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università degli Studi di Milano 2. Università di Catania 3. Parco Tecnologico Padano - CERSA (Centro di Ricerca per gli Studi Agroalimentari) 4. Consorzio Italiano per la Ricerca Agricola Agrital di Maccarese Locali: Università di Ain Shams e-mail: [email protected] tel. 02 503 19162 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente Obiettivi Generale: Ricerca di misure in grado di contrastare gli stress idrici e di incrementare la produttività Specifici: Approfondimento della conoscenza di: 1. Fisiologia vegetale 2. Genetica 3. Microbiologia 4. Sistemi culturali. Attività 1. Indagini di fisiologia e genetica; 2. Indagini di biologia molecolare di microrganismi; 3. Indagini su sistemi culturali. Ente finanziatore MIUR (FIRB - Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base) Durata Da: 2007 - A: 2011 Possibilità di rinnovo / follow up - Ente finanziatore Comune di Milano, MAE/FAO (IFDCP) Durata Da: Ottobre 2006 - A: Dicembre 2007 Possibilità di rinnovo / follow up È in corso la fase 2 del progetto 61 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 1.13 1.16 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Fondazione della Facoltà di Agraria presso l’Università di Makeni con attivazione del Corso di laurea (4 anni) in Scienze e Tecnologie Agrarie e Alimentari Claudia Sorlini S.Bocchi, M.Fiala, S. Corsi e-mail: [email protected] tel. 02 503 19162 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente Dentro la Città dei Morti Workshop internazionale Obiettivi Specifici: 1. formare capitale umano 2. stimolare la costituzione di imprese nel settore agroalimentare 3. Contrastare la disoccupazione e migliorare le condizioni alimentari della popolazione. Tipo di intervento • Formazione • Trasferimento tecnologico • Servizi alla comunità AREA TEMATICA Formazione universitaria nel campo agro-alimentare Tipo di intervento • Formazione • Trasferimento di tecnologia Paesi destinatari Sierra Leone Beneficiari (donne, agricoltori, studenti, gruppi destinatari o etnici specifici, etc..) 1.Studenti studentesse 2.Agricoltori 3.Popolazione Risultati attesi 1. Formazione di capitale umano nel campo agro-alimentare, 2. miglioramento dell’agricoltura attraverso l’impiego di procedure e tecnologie appropriate 3. sviluppo di sistemi di trasformazione e conservazione degli alimenti 4. avvio di attività imprenditoriali nel campo dell’agricoltura e della conservazione e trasformazione degli alimenti Con particolare attenzione ai giovani e alle donne Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria 2. Saint Lawrence Foundation. Locali: Università di Makeni 62 Attività 1. Definire percorso degli studi con i referenti di Makeni 2. Allestire aule, aula informatica laboratori didattici 3. Dotarsi di un’azienda agricola per la didattica in campo 4. Avviare didattica preliminare con un corso di aggiornamento rivolto a studenti diplomandi, agricoltori di buon livello e donne impegnate in agricoltura. 5. Selezionare gli studenti per la prossima iscrizione alla facoltà, 6. Reclutamento di docenti in Italia, in altri paesi sviluppati e in Africa occidentale per tutti e 4 gli anni 7. Costruire i locali per i laboratori e attrezzarli Ente finanziatore Saint Lawrence Foundation Durata Da: Luglio 2009 - A: Luglio 2015 Possibilità di rinnovo / follow up Si AREA TEMATICA Agricoltura urbana Referente Franco Sangiorgi Professore ordinario e-mail: [email protected] tel. +39 338 2709862 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Ingegneria Agraria; Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia Tommaso Sposito Collaboratore Paesi destinatari Egitto Beneficiari 6 famiglie che vivono nella Città dei Morti, al Cairo Risultati attesi 1. I partecipanti al workshop internazionale e i beneficiari locali prendono familiarità con le tecniche per la coltivazione dei micro giardini; 2. I partecipanti al workshop e le famiglie beneficiarie si attivano per la ricerca di materiale riciclabile utile alla costruzione dei micro giardini; 3. Le famiglie selezionate costruiscono i contenitori per il micro giardino e iniziano la coltivazione degli ortaggi; 4. Le famiglie beneficiarie ricevono una formazione sulle principali patologie vegetali e cenni sulla gestione di alcuni agenti patogeni; 5. Pianificazione e installazione di un viale alberato in un’area della Città dei Morti. Obiettivi Generale: Miglioramento della sicurezza alimentare degli abitanti della Città dei Morti. Specifici: 1. Fornire ai beneficiari conoscenze e competenze sui micro giardini; 2. Fornire ai beneficiari i mezzi tecnici per avviare la produzione; 3. Garantire un follow up alla formazione dei beneficiari. Attività 1. Formazione dei partecipanti al workshop; 2. Formazione dei beneficiari; 3. Costruzione di contenitori per la coltivazione e avvio dei primi cicli di coltura; 4. Pianificazione di un viale alberato; 5. Installazione di un viale alberato. Ente finanziatore Durata Da: 28 Ottobre 2010 - A: 6 Novembre 2010 Possibilità di rinnovo / follow up - Ente Promotore ONG Live in Slums Partner Italiani e internazionali: Politecnico - Nuova Accademia della Belle Arti (Naba), master Paesaggi Straordinari Locali: 1. American University, Il Cairo 2. Green - Agenzia di consulenza 63 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 1.15 ti progettiProgetti progetti progetti 1.17 TITOLO DEL PROGETTO Referente Sistema Informativo Geografico (GIS) Alessandro Toccolini Professore Ordinario AREA TEMATICA Tecnologia agricola Tipo di intervento • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari India (Madurai) Beneficiari 1. Ricercatori 2. Studenti Risultati attesi Miglioramento delle conoscenze in entrambe le università sull’agricoltura e su sistemi informatici quali GIS. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Dip. di Ingegneria Agraria, Università degli Studi di Milano Locali: Prof. A. Sundaram, Scuola di Energia Ambiente e Risorse Naturali, Dip. di Studi Futuri, Università di Madurai Kamaraj 64 e-mail: [email protected] tel. 02 503 16854 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Ingegneria Agraria; Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia Obiettivi Generale: Cooperazione e trasferimento tecnologico tra l’Università degli Studi di Milano e l’Università di Madurai Kamaraj. Specifici: 1. Miglioramento della tecnologia GIS; 2. Trasferimento di metodi di pianificazione del paesaggio; 3. Pianificazione della Grennway. Attività 1. Ricerca; 2. Formazione su GIS; 3. Uso di GIS nella pianificazione del paesaggio. Ente finanziatore Fondi da entrambe le università Durata Da: 2000 - A: 2010 Possibilità di rinnovo / follow up - BOX Cooperazione UNIMI - HAITI: Educazione e sviluppo in agricoltura Dal 1997 l’Università degli Studi di Milano (Facoltà di Agraria) collabora con l’Università Notre Dame d’Haiti (UNDH) nel campo della formazione universitaria e della divulgazione in agricoltura. In particolare, dal 1999 al 2004 è stato realizzato un progetto di cooperazione avente come beneficiaria la Faculté d’Agronomie dell’UNDH e come donatori la Conferenza Episcopale italiana (Comitato ’8 per mille’, uno dei principali sponsor dell’operazione) e la Fondazione AVSI (Milano), che si attivò non solo con finanziamenti, ma anche nell’azione di coordinamento di una complessa operazione che ha visto stabilmente presenti in loco almeno due suoi agronomi, con la responsabilità scientifica della Facoltà di Agraria di Milano. Scopo e risultato del progetto fu la costituzione dell’azienda didattico-sperimentale, che affiancò l’allora nascente Faculté d’Agronomie dell’UNDH localizzata a Les Cayes, nel sud-ovest del paese. Il progetto non si limitò ad installare e rendere operativa un’azienda didattica di oltre 30 ettari dotandola di tutti i mezzi tecnici atti al suo funzionamento (oltre all’attività pratica per gli studenti: coltivazione di riso da seme, ortaggi, mais, foraggi; stalla con vacche da latte e produzione artigianale di latticini; allevamento di animali di bassa corte; impianto di un frutteto e di un arboreto da legno, ecc.), ma operò anche sul piano didattico, tramite una decina di missioni di docenti italiani (dalle Università di Milano e di Bologna) ad Haiti e lo scambio di studenti tra le due università. In seguito, diversi laureati della Facoltà di Les Cayes hanno trovato impiego in vari progetti (agricoltura, forestazione ed educazione alimentare) che AVSI conduce ininterrottamente da allora nella stessa regione. La cooperazione universitaria, terminata al tempo dell’ultimazione dell’azienda didattica (fine del 2004), è stata recentemente riattivata con la stesura di un protocollo (tra UNIMI e UNDH), anche sull’onda di una ripresa molto sostenuta delle iscrizioni alla Faculté d’Agronomie (160 studenti solo negli ultimi due anni). Il quadro in cui si inserisce la nuova fase di collaborazione è il progetto ’AQUAPLUS’ (Acqua, energia per la vita), sponsorizzato dal Rotary di Milano e con il contributo logistico di AVSI e del MLFM (Movimento per la Lotta alla Fame nel Mondo, Lodi), nell’ambito delle iniziative di Expo 2015. Tale progetto si propone di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione rurale del Comune di Torbeck (ove è installata la Faculté d’Agronomie), partendo da un adeguato utilizzo delle risorse idriche, e affrontando in modo integrato tutti gli aspetti legati alla corretta gestione della risorsa acqua, quali agricoltura, ambiente, educazione, salute e lotta alla malnutrizione. Fattore fondamentale per la sostenibilità del progetto è la partecipazione delle autorità locali e della popolazione, attraverso un percorso formativo ed educativo. Un ruolo di tutto rilievo in questo progetto è assegnato alla ripresa della collaborazione tra UNIMI e UNDH, che prevede invio di docenti dall’Italia per tenere seminari e corsi intensivi, aggiornamento dei docenti haitiani e scambio di studenti. Prof. Daniele Bassi Vecchio Dip.: Dipartimento di Produzione Vegetale; Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia Molto significativa fu anche l’attività divulgativa a favore degli agricoltori locali, attraverso seminari formativi e attività pratiche (distribuzione di sementi selezionate, costituzione di orti comunitari, ecc.). 66 67 BOX BOX Corso su Sistemi agrozootecnici e cooperazione internazionale (6 CFU, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano, Proff. Stefano Bocchi Sistemi colturali e Matteo Crovetto-Sistemi Zootecnici). Il corso si propone di fornire gli elementi di analisi dei sistemi agro-alimentari dei Paesi del Sud del Mondo a coloro che intendono inserirsi, nella loro futura attività professionale, nel settore della cooperazione internazionale. In tale ottica, dopo aver analizzato l’attuale assetto produttivo agrario, vegetale e animale, per diverse aree geografiche, agro ecologiche e per Paesi delle differenti aree climatiche, vengono richiamati alcuni concetti di base relativi alla Food Security e alla Sovranità Alimentare, riferendosi alle dinamiche dei mercati internazionali e locali. Con approccio sistemico, vengono analizzare al- cune importanti filiere produttive, con particolare riferimento all’uso sostenibile dei fattori produttivi e all’organizzazione di sistemi aziendali agrari per le produzioni vegetali e animali. Le attuali tematiche relative alle crisi alimentari e ambientali, agli squilibri Nord/Sud, agli strumenti della cooperazione internazionale vengono affrontate anche con il contributo di esperti esterni. Prof. Stefano Bocchi Vecchio Dip.: Dipartimento di Produzione Vegetale; Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia Club di Bologna: un’associazione mondiale per le strategie di sviluppo della meccanizzazione agricola Il Club di Bologna è una libera associazione, nata su iniziativa dell’UNACOMA (Unione Nazionale Costruttori di Macchine Agricole) in stretta collaborazione con FAO e UNIDO, allo scopo di riunire almeno una volta l’anno i più qualificati esperti mondiali nei diversi campi delle macchine e della meccanizzazione agricola per discutere argomenti di preminente interesse per lo sviluppo del settore, giungendo alla definizione di Conclusioni e Raccomandazioni da sottoporre ai diversi governi nazionali e agli organismi internazionali, nonché a rappresentanti della ricerca, del mondo agricolo e dei costruttori per la definizione di opportune strategie di sviluppo della meccanizzazione nelle diverse aree del mondo. Uno degli aspetti che sin dalla sua creazione ha caratterizzato il Club di Bologna è l’ampia rappresentatività su scala mondiale della sua composizione che riunisce, fra i suoi oltre 140 membri, persone provenienti da 49 Paesi diversi in rappresentanza di tutte le principali aree geografiche, consentendo così una rete di scambi di idee e di opinioni il più possibile ampia, completa e approfondita. In tale contesto il tema della meccanizzazione agricola nei paesi in via di sviluppo è stato oggetto di numerose riunioni e trattato in modo ampio e articolato sulla base di punti di vista acquisiti in realtà diverse e rappresentative delle differenti aree mondiali. stria e enti di ricerca per lo sviluppo di macchine appropriate ai diversi ambienti operativi e, ancor più in generale, le strategie da adottare per coniugare l’esportazione di macchine con un adeguato trasferimento tecnologico, sul quale poggiare lo sviluppo di una locale industria manifatturiera, nonché di una rete di servizi tecnici e di interventi di formazione. Sono state discusse e definite le linee guida sul ruolo della meccanizzazione nello sviluppo agricolo, sottolineando l’esigenza che il settore privato giochi la sua parte tenendo in conto le esigenze degli agricoltori, dei rivenditori, dei costruttori e degli importatori. L’obiettivo principale è quello di determinare: le più appropriate forme di meccanizzazione in funzione di: ogni specifica situazione organizzativa ed economica; le possibili forme di credito, il ruolo dei contoterzisti o di gruppi di utenti di macchine agricole; il livello dei servizi tecnici e l’esistenza di organizzazioni di supporto locali. Prof. Luigi Bodria Vecchio Dip.: Dipartimento di Ingegneria Agraria; Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia In particolare, sono stati realizzati periodicamente rapporti tecnici sul livello raggiunto e sulle specifiche caratteristiche sia di singoli paesi o di aree geografiche che si stanno muovendo rapidamente verso lo sviluppo della meccanizzazione (America latina, sud-est asiatico, est - Europa), sia di aree, quali quelle dei paesi africani, dove le agricolture sono meno progredite dal punto di vista tecnologico e caratterizzate da situazioni ed esigenze molto particolari. Ciò ha permesso di sottolineare la necessità di una stretta cooperazione tra indu- 68 69 BOX ICT e e-services nella cooperazione La Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione, (traduzione dall’inglese di Information and Communication Technology, il cui acronimo è ICT), è l’insieme dei metodi, delle tecnologie ovvero dei sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione di informazioni. Si tratta di coniugare in un unico grande ambito l’informatica e le telecomunicazioni al fine di archiviare, elaborare o trasformare e rappresentare delle informazioni con l’aiuto del computer e delle tecnologie a esso connesse. L’ICT può essere considerata anche come risorsa essenziale che consente di gestire in maniera rapida, efficace ed efficiente il volume crescente di informazioni. Proprio per questo motivo l’ICT va considerata come arma strategica in grado di mettere a disposizione dati e informazioni qualitativamente migliori. La trasmissione di informazioni tra calcolatori connessi in rete costituisce un aspetto di grande portata pratica e concettuale che consente di realizzare la progressiva convergenza e integrazione di informatica e telecomunicazioni. La successiva diffusione della telefonia cellulare e la progressiva digitalizzazione delle reti telefoniche sta portando all’integrazione e globalizzazione di tutte le reti e alla multimedialità, cioè trasmissione telematica secondo i tre modi fondamentali di espressione e comunicazione della conoscenza: testo, suono e immagine. Applicare l’ICT nei processi di sviluppo consente di esportare conoscenze, fare formazione ed erogare servizi a bassi costi in posti remoti e di questa opportunità si possono avvalere con maggiori benefici i PVS. Le applicazioni possono essere le più diverse, dalla medicina, all’educazione ai servizi all’agricoltura, dando quindi risposte innovative ai bisogni essenziali dell’uomo, e promuovendo azioni più efficaci e a costi contenuti rispetto alle tradizionali politiche di sviluppo, che non hanno portato a risultati significativi in molte parti del mondo. Se non si vuole che il 2015, data indicata dalle Nazioni Unite per il raggiungimento dei Millennnium Development Goals, sia l’ennesima occasione persa per favorire un reale e duraturo sviluppo dei Paesi meno 70 abbienti, è proprio attraverso le nuove tecnologie che si può e deve compiere un salto di qualità. È proprio in questo ambito che, grazie alla collaborazione con l’Observatory for Cultural and Audiovisual Communication (OCCAM), agenzia che promuove l’Infopoverty programme per conto delle Nazioni Unite, è stato progettato un sistema di servizi digitali da realizzare in ambito agricolo a supporto dei PVS. Si tratta di stabilire rapporti “digitali” con centri remoti, attraverso l’ICT, finalizzati a promuovere la conoscenza, le professionalità ed eventualmente erogare servizi necessari a migliorare la produttività del settore agricolo, la qualità e la conservabilità delle derrate ovvero, garantire sicurezza e sanità alimentare quale strumento per assicurare e migliorare la qualità della vita delle popolazioni disagiate. Uno dei primi progetti pilota in questo ambito riguarda l’e-phytopathology and parasitology; nato dalla collaborazione tra OCCAM e il Dipartimento di Protezione dei Sistemi Agroalimentare e Urbano e Valorizzazione delle Biodiversità dell’Università degli Studi di Milano, che consente, attraverso gli strumenti digitali, di esportare conoscenze qualificate nell’ambito della protezione delle piante e degli alimenti alle comunità più lontane e bisognose dei PVS al fine di limitare le perdite produttive arrecate alla produzione, applicando sistemi di protezione sostenibili. Una prima applicazione, in corso di realizzazione, è stata fatta nell’ambito del progetto “Sicurezza alimentare a Mahobong”, finanziato dal Comune di Milano. La piccola comunità di Mahobong, in Lesotho, si avvarrà sia dell’e-phytopathology and parasitology sia della telemedicina, attraverso un servizio di ecografia digitale finalizzato al migliorare la mortalità pre- e post-natale e la salute delle madri. Prof. Paolo Cortesi Vecchio Dip.: Dipartimento di Protezione dei Sistemi Agroalimentare e Urbano e Valorizzazione delle Biodiversità; Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente 71 2.0 Zootecnica LA ZOOTECNIA COME FATTORE DI SVILUPPO Prof. Miro Crimella e Dr Anna F.A. Cantàfora Vecchio dip.: Dipartimento di Scienze animali Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica Il cibo, nei suoi più vari aspetti, rappresenta la necessaria fonte di energia per l’attivazione dei processi biologici: in natura, ogni forma vivente diviene cibo per altri esseri, innescando un ciclo energetico tra le singole specie. Il processo evolutivo che dagli ominidi ha portato all’affermazione dell’uomo moderno, è caratterizzato da una diversificazione di adattamenti comportamentali e anatomo-funzionali, connessi con la primaria esigenza di procurarsi il nutrimento (Terzani, 2005). L’ambiente, a sua volta, con le risorse alimentari che riesce a disporre, ha un’influenza preponderante sulle modalità di vita e sulle strategie adottate dall’uomo nel corso della storia; l’allevamento del bestiame e la coltivazione sono state tappe rivoluzionarie nell’emancipazione dell’uomo, fornendo la possibilità di controllare le proprie riserve alimentari. Sulla base di ciò, infatti, sia l’agricoltura sia l’attività di domesticazione, prima e quella di allevamento dopo, sono nate per soddisfare uno dei principali bisogni dell’uomo che è quello di alimentarsi in modo adeguato e sufficiente, non solo alla propria sopravvivenza, ma anche per svolgere funzioni e attività sociali all’interno della propria comunità. Lo scopo principale di ogni attività agricola e di allevamento è, quindi, la produzione di cibo. A seguito di una fase di domesticazione e della nascita dell’allevamento in gruppi di animali, con totale o parziale dipendenza dall’uomo per il nutrimento, con il progressivo controllo dei processi riproduttivi, si è giunti, nel tempo, alla creazione e alla progressiva selezione di specie domestiche. Accanto a ciò, vi è stato un progressivo affermarsi di forme di aggregazione sociali salde (dalla tribù allo stato moderno) che hanno portato alla capacità di produrre cibo in modo stabile e soddisfacente, in modo di sostenerne la struttura organizzativa (Dyamond, 1998). Allo stato attuale, tuttavia, la sfida che la zootecnia in senso lato è chiamata ad affrontare, riguarda la capacità di sostenere la crescita di una popolazione mondiale che, nel corso di questo secolo, raggiungerà, nel saldo tra nascite e morti, un numero di abitanti oltre gli 8 miliardi. Stime attendibili in materia indicano che sarà allora necessario aumentare del 63% la produzione di prodotti di origine animale. L’incremento della domanda, considerando il fatto che in Europa e nei paesi sviluppati in genere la domanda di cibo è stabile se non in calo, riguarderà prevalentemente i Paesi emergenti. Ancora secondo alcune stime, per garantire il livello minimo di sussistenza, sarà, quindi, necessario che in questi Paesi venga reso disponibile il 90% di prodotti di origine animale. Risulta, dunque, evidente l’inesattezza del concetto che prevede la risoluzione del problema attraverso la redistribuzione dei prodotti in eccedenza del Nord, al Sud del mondo; una tale politica necessita di un grande investimento da parte dei Paesi eccedenti per sostenere la redistribuzione, risorse che dovrebbero, al contrario, essere adeguatamente impiegate per il finanziamento di programmi di sviluppo agricolo nei Paesi emergenti e, comunque, sosterrebbe, ulteriormente, un rischio già conosciuto e sperimentato, di “colonizzazione alimentare” e dipendenza economica 72 73 di questi Paesi nei confronti dei Paesi industrializzati. I prodotti di origine animale, nei paesi emergenti, rappresentano, dunque, un cardine importante su cui premere per tentare di intraprendere la lotta alla malnutrizione e all’insicurezza alimentare, rappresentando, infatti, fonti proteiche, lipidiche, di minerali e vitamine, che contribuiscono, in modo significativo, al nutrimento umano. Il ruolo della ricerca scientifica La ricerca scientifica, perché rispetti il principio della sostenibilità deve considerare un concetto fondamentale: il trasferimento tecnologico dai Paesi avanzati verso quelli meno sviluppati deve avvenire coinvolgendo e valorizzando le realtà già presenti. Il divario tra la ricerca e la realtà, contestualizzata nei PVS, può essere colmato solo attraverso la formazione e la disseminazione delle conoscenze, non imposte dall’alto, bensì partendo dalla condivisone, da un lavoro comune, dal rispetto di esperienze e di una storia; la tradizione agricola, in senso ampio, di ogni popolo e comunità è un patrimonio da cui partire e non da travolgere, imponendo un proprio modello. A tale riguardo, è importante ricordare quanto detto i giorno 5-6-7 ottobre 2004, nella Sala delle Conferenze Internazionali del Ministero degli Affari Esteri, durante la prima Conferenza con il mondo accademico italiano presieduta dal Direttore Generale della Cooperazione allo Sviluppo (DGCS). «[…] se è vero, infatti, che le nuove sfide del XXI secolo sono la pace e la sicurezza internazionale, ancor più urgente è la comprensione che solo attraverso il rispetto della persona umana e la tutela dei suoi inviolabili diritti, primo fra tutti quello della vita, si potrà costruire un futuro dove ogni cittadino sarà in grado di partecipare attivamente e liberamente allo sviluppo del proprio Paese. Questo impegno assume un profondo significato culturale, dove l’educazione delle future generazioni acquista una priorità evidente. In primo luogo, crediamo che l’Università, pur rimanendo impegnata nel suo tradizionale compito di sviluppo della ricerca scientifica e della didattica, è anche luogo di incontro e di confronto, dove uomini che amano la conoscenza imparino a rispettarsi, a consultarsi, a comunicare, a valorizzare le loro esperienze al servizio degli altri […]. Ci si rende conto sempre più che l’Università è chiamata a dare un contributo concreto con la Cooperazione a quei processi di stabilizzazione dei Paesi di nuova democrazia, favorendone, nel tempo, il passaggio dall’emergenza alla collaborazione, all’integrazione civile e allo sviluppo […]. Chiediamo all’Università di essere presente insieme alla Cooperazione Italiana là dove è difficile l’intesa tra le parti per trovare le vie della pace e del dialogo volto alla formulazione di concrete ed eque soluzioni di accordo, confacenti alla dignità della persona umana. Valorizzare il ruolo dell’Università assieme alla Cooperazione al servizio della società, per facilitare la soluzione delle più urgenti necessità della comunità internazionale, è espressione di questa innovativa tipologia di programmi di cooperazione universitaria alla quale va certamente rivolta una maggiore attenzione politica e finanziaria! […]. L’Università è chiamata a rispondere, con nuovi strumenti, alle nuove responsabilità ricoperte nell’ambito della Comunità Internazionale. Al fine di evitare la frammentazione delle singole esperienze e la dispersione dei risultati, è stato chiesto il coinvolgimento istituzionale dell’intera struttura universitaria: in questo modo, oltre e rendere più efficaci e meglio coordinate le varie iniziative, sono amplificati gli effetti del “ritorno culturale”, diventando così patrimonio culturale dell’intero mondo accademico, e non soltanto dei singoli protagonisti. Sotto l’aspetto delle modalità operative, è necessario, quindi, individuare e coordinare in modo organico le tre “competenze naturali” impegnate nella cooperazione universitaria: 74 • la dimensione scientifico-accademica; • le competenze organizzativo-manageriali; • la spinta motivazionale propria dello spirito di servizio dell’Università alla società civile e alla comunità internazionale. È necessario fare una distinzione tra la tradizionale “collaborazione accademica” motivata da finalità principalmente scientifiche e la “cooperazione universitaria alla pace e allo sviluppo” che pone al centro del suo impegno la pace e lo sviluppo della società in cui opera» (Min. G. Deodato, 2004). Inoltre, a maggior ragione, si evidenzia la necessità di creare un dialogo tra l’università e le organizzazioni che lavorano in termini “no profit”, ricadendo all’interno della più ampia esigenza indirizzata alla creazione di figure professionali specializzate sin dall’università, oltre che dello sviluppo del processo di “internazionalizzazione della ricerca”. A tale riguardo è importante ricordare che, già nel 2001, il documento “Dialogo e collaborazione tra università e ONG nel campo della Global Education” viene sottolineata «[…] la necessità che le università e le ONG coinvolte, adottino strategie formative comuni, volte allo scambio reciproco di abilità teorico-pratiche e metodologiche. Sarebbe auspicabile una partecipazione, sempre maggiore, di esperti del settore non-governativo all’interno di corsi di specializzazione post-laurea, così come un sempre crescente contributo scientifico da parte dell’accademia, nell’aggiornamento delle conoscenze utili all’accrescimento professionale di figure operanti nel no-profit […]. La condizione di base entro la quale è possibile avviare un dialogo tra università e settore non-profit nello sviluppo di un’integrazione sempre più stretta tra i due ambiti, poggia sulla progressiva apertura del sistema universitario alle esigenze formative locali e internazionali in tema di cooperazione e diritti umani» (Corradetti, 2001). 75 2.2 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Lotta alla povertà tramite la promozione di un programma di sviluppo sostenibile basato su agricoltura e allevamento biologici a Misiones - Argentina Casimiro Crimella Professore Ordinario Miglioramento delle attività produttive del settore agro-zootecnico di Mouda, Regione Extreme-Nord (Cameroun) in collaborazione con la Fondazione Bethlèem Casimiro Crimella Professore Ordinario AREA TEMATICA Agricoltura biologica Tipo di intervento • Ricerca • Formazione • Cooperazione tecnica Paesi destinatari Argentina (Provincia di Misiones) Beneficiari Agricoltori biologici Risultati attesi 1. Formazione di più di 100 agricoltori su gestione, salute e nutrizione degli animali nell’ambito dell’allevamento biologico di suini; 2. Trasformazione di 5 allevamenti biologici di suini in sistemi estensivi e integrati nella provincia di Misiones. Ente Promotore ONG ICEI (Istituto di Cooperazione Economica Internazionale) Partner Italiani e internazionali: Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi di Milano Locali: 1. MAPO (Movimiento Argentino para la Producción Orgánica) 2. Ministero dell’Agricoltura della provincia di Misiones 3. Fundación del Sur 78 Persona da contattare Prof. Sara Barbieri - Dr. Anna F. A. Cantàfora e-mail: [email protected] tel. 02 503 18055 Facoltà di Medicina Veterinaria Vecchio Dip.: Scienze Animali; Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica AREA TEMATICA Produzione animale Obiettivi Generale: Migliorare la sicurezza alimentare nella provincia di Misiones Specifici: Supporto agli agricoltori familiari tramite l’allevamento biologico dei suini Tipo di intervento • Ricerca • Formazione • Trasferimento tecnologico • Cooperazione tecnica Attività 1. Corso di formazione per agricoltori su gestione, salute e nutrizione degli animali nell’ambito dell’allevamento biologico dei suini; 2. Sviluppo di un sistema di allevamento al pascolo in associazione con la coltivazione dell’erba mate. Paesi destinatari Cameroun (Mouda) Ente finanziatore MAE Durata Da: Febbraio 2004 - A: Gennaio 2007 Possibilità di rinnovo / follow up 1. Organizzazione di corsi di formazione per gli agricoltori sulla sostenibilità nell’allevamento di suini; 2. Promozione di un sistema economico favorevole Beneficiari Centro di accoglienza per bambini orfani e disabili (Fondazione Bethlèem) Risultati attesi 1. Formazione sulla salute degli animali e sulla produzione all’interno dell’allevamento del centro di accoglienza per i bambini orfani e disabili; 2. Miglioramento delle strutture dell’allevamento, della produzione attraverso schede di raccolta dati sulle performance produttive e riproduttive; 3. Aumento del 30% della produzione di latte e carne. Ente Promotore Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi di Milano Persona da contattare Dr Eugenio Heinzl - Dr Viviana Ferrazzi e-mail: [email protected]; tel. 02 503 18055 Facoltà di Medicina Veterinaria; Vecchio Dip.: Scienze Animali - Patologia Animale, Veterinaria, Salute Pubblica e Igiene; Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica Obiettivi Generale: Autosufficienza alimentare per un centro di accoglienza per orfani e disabili (Fondazione Bethlèem). Specifici: Migliorare il settore animale di una fattoria gestita da Fondazione Bethlèem. Attività 1.Corso di formazione per 5 tecnici su gestione, salute e nutrizione degli animali; 2.Definizione di una scheda di raccolta dati per la performance produttiva e riproduttiva; 3.Miglioramento del sistema di stabulazione utilizzato nell’allevamento del centro. Ente finanziatore Smile ONLUS Durata Da: Luglio 2007 - A: Giugno 2010 Possibilità di rinnovo / follow up 1.Formazione sulla salute degli animali e produzione per tecnici coinvolti nell’allevamento. 2.Miglioramento del settore animale attraverso un sistema di stabulazione sostenibile. Partner Italiani e internazionali: 1. PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) Locali: Fondazione Bethlèem 79 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 2.1 2.4 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Appoggio e strutturazione della filiera latte nella zona urbana e periurbana di Maroua Casimiro Crimella Professore Ordinario Sviluppo del settore zootecnico Casimiro Crimella Professore Ordinario Persona da contattare AREA TEMATICA Dr. Anna F. A. Cantàfora e-mail: [email protected] tel. 02 503 18055 Facoltà di Medicina Veterinaria Vecchio Dip.: Scienze Animali; Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica AREA TEMATICA Persona da contattare Filiera latte Tipo di intervento • Ricerca • Formazione • Trasferimento tecnologico • Cooperazione tecnica Paesi destinatari Cameroun (Maroua) Beneficiari Allevatori Risultati attesi 1. Strutturazione degli allevatori in gruppo; 2. Formazione degli allevatori sulla lavorazione del latte, gestione, salute e nutrizione degli animali; 3. Gestione da parte degli allevatori di un centro di raccolta del latte e di un laboratorio; 4. Aumento del 20% della quantità di latte disponibile sul mercato locale di Maroua durante l’anno; 5. Riduzione delle fluttuazioni stagionali dei prezzi. Ente Promotore Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi di Milano Partner Italiani e internazionali: ONG ACRA (Associazione per la Cooperazione Rurale in Africa e America Latina) Locali: 1. CEM (Coopérative Eleveurs Maroua); 2. MINEPIA (Ministère Elevage, Pêche, Industrie Alimentaire) 80 Filiera latte e filiera suina Dr. Anna F. A. Cantàfora e-mail: [email protected] tel. 02 503 18055 Facoltà di Medicina Veterinaria Vecchio Dip.: Scienze Animali; Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica Obiettivi Generale: Supporto e miglioramento della produzione locale e della qualità del latte disponibile sul mercato di Maroua. Specifici: Riduzione delle fluttuazioni stagionali della quantità e qualità del latte disponibile sul mercato e stabilizzazione dei prezzi. Tipo di intervento • Ricerca • Formazione • Trasferimento tecnologico • Cooperazione tecnica Attività 1. Organizzazione degli allevatori e formazione degli stessi sulla lavorazione del latte, gestione, salute e nutrizione degli animali; 2. Installazione di un laboratorio per l’analisi del latte; 3. Installazione di un centro di raccolta del latte; 4. Formazione per 5 tecnici su pratiche di laboratorio e gestione dei prodotti caseari; 5. Supporto al processo di lavorazione e di vendita dei prodotti caseari. Beneficiari Allevatori Obiettivi Generale: Migliorare la sicurezza alimentare nella regione Extreme North in Cameroun. Specifici: 1.Migliorare la filiera suina nella zona di Mayo Danay; 2.Supporto alla produzione locale di latte e miglioramento della qualità del latte disponibile sul mercato di Yagoua; 3.Supporto e miglioramento di un centro di raccolta del latte a Maroua; 4.Realizzazione di una fattoria didattica per diffondere le best practices in materia di allevamento suino. Ente finanziatore Fondazione Cariplo Durata Da: Giugno 2005 - A: Maggio 2006 Possibilità di rinnovo / follow up 1.Organizzazione di allevatori in gruppi 2.Organizzazione di corsi di formazione per allevatori 3.Installazione di strutture gestite da allevatori Paesi destinatari Cameroun Risultati attesi 1.Creazione di un gruppo di più di 1.000 allevatori; 2.Formazione di più di 1.000 allevatori sulla trasformazione del latte, gestione salute e nutrizione degli animali; 3.Gestione di 2 centri di raccolta e di 2 laboratori da parte degli allevatori nella regione Extreme-North; 4.Aumento fino al 30% della quantità di latte disponibile sul mercato locale della regione Extreme-North. Diminuzione nelle fluttuazioni stagionali dei prezzi; 5.Costruzione di un macello e di 4 mercati suini nella zona di Mayo Danay; 6.Costruzione di una fattoria didattica. Iscrizione di più di 25 studenti. Ente Promotore ONG ACRA (Associazione per la Cooperazione Rurale in Africa e America Latina) Partner Italiani e internazionali: Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi di Milano Locali: 1.CEM (Coopérative Eleveurs Maroua) 2.MINEPIA (Ministère Elevage, Pêche, Industrie Alimentaire) 3.ONG Sana Logone - Municipalità di Yagoua Attività 1. Organizzazione degli allevatori e di corsi di formazione su gestione, salute e nutrizione dei suini. Costruzione di un macello. Studi epidemiologici; 2. Organizzazione degli allevatori e di corsi di formazione su lavorazione del latte, gestione salute e nutrizione degli animali. Installazione e implementazione di 2 laboratori per l’analisi del latte e 2 centri di raccolta del latte. Studi epidemiologici. Supporto alla trasformazione del latte e alla vendita dei prodotti caseari; 3. Supporto alla creazione di una fattoria didattica per il miglioramento dell’allevamento suino. Ente finanziatore Unione Europea Durata Da: Maggio 2007 - A: Aprile 2009 Possibilità di rinnovo / follow up 1.Organizzazione di allevatori in gruppi 2.Organizzazione di corsi di formazione per gli allevatori 3.Installazione di strutture gestite da allevatori 81 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 2.3 2.6 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Creazione centro raccolta latte http://agsl.lk.undp.org/unidata/docs/6/6_6_ artgold%20.programmes.in.brief.pdf Casimiro Crimella Professore Ordinario Contributo al miglioramento quantitativo e qualitativo della produzione locale di latte, mediante il trasferimento di tecnologie sostenibili nel campo dell’alimentazione animale e di un sistema di sorveglianza epidemiologica per le zoonosi trasmesse attraverso il consumo di latte a Niamey (Niger) Casimiro Crimella Professore Ordinario AREA TEMATICA Produzione animale Tipo di intervento • Ricerca • Formazione • Trasferimento tecnologico • Cooperazione tecnica Paesi destinatari Repubblica Dominicana Beneficiari 1. Insegnanti 2. Formatori 3. Studenti Risultati attesi 1.Impiego di diversi metodi didattici; 2.Creazione e implementazione di un centro di raccolta del latte e di un laboratorio di analisi; 3.Miglioramento presso ITESIL dei corsi scolastici e dell’insegnamento in materia di gestione degli animali. Ente Promotore UNPD (Santo Domingo - Repubblica Dominicana) Partner Italiani e internazionali: Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi di Milano Locali: ITESIL (Istituto Tecnologico San Ignacio de Loyola) Persona da contattare Dr Eugenio Heinzl e-mail: [email protected] tel. 02 503 18055 Facoltà di Medicina Veterinaria Vecchio Dip.: Scienze Animali; Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica Filiera latte Obiettivi Generale: Miglioramento della sicurezza alimentare nella regione di Dajabon. Specifici: 1.Migliorare la qualità dell’insegnamento (organizzazione di attività di consulenza e corsi per gli insegnanti); 2.Supporto alla produzione locale di latte e miglioramento della filiera latte per il mercato locale. Tipo di intervento • Ricerca • Formazione • Trasferimento tecnologico • Cooperazione tecnica Attività 1. Organizzazione di agricoltori e formazione su: lavorazione del latte, gestione, salute e nutrizione degli animali. Installazione e implementazione di un laboratorio di analisi del latte e di un centro di raccolta del latte. Supporto alla lavorazione del latte e alla commercializzazione dei prodotti caseari; 2. Organizzazione di agricoltori e formazione su gestione, salute e nutrizione dei suini; 3. Supporto alla creazione di una fattoria didattica per il miglioramento dell’allevamento di suini e conigli. Risultati attesi 1.Creazione di un gruppo di più di 500 allevatori; 2.Formazione di più di 500 allevatori sulla trasformazione del latte, gestione, salute e nutrizione degli animali; 3.Gestione da parte degli allevatori di un centro di raccolta del latte e di un laboratorio; 4.Aumento fino al 30% della quantità di latte disponibile sul mercato locale. Ente finanziatore UNDP, Comune di Milano Durata Da: Novembre 2009 - A: Ottobre 2012 Possibilità di rinnovo / follow up 1. Organizzazione di corsi di formazione 2. Installazione di un laboratorio di analisi 3. Installazione di un centro per l’allevamento 82 AREA TEMATICA Paesi destinatari Niger (Niamey) Beneficiari Allevatori Ente Promotore Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi di Milano Partner Locali: 1.Università di Niamey 2.Ministère des Ressources Animal 3.ONG Karkara 4.CLN (Coopérative Laitière Niamey) Persona da contattare Prof. Massimo Zecchini - Dr Anna F.A. Cantàfora e-mail: [email protected] tel. 02 503 18055 Facoltà di Medicina Veterinaria Vecchio Dip.: Scienze Animali; Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica Obiettivi Generale: Supporto alla produzione locale di latte e miglioramento della qualità del latte disponibile sul mercato locale di Niamey. Specifici: Ridurre le fluttuazioni stagionali sulla quantità e qualità del latte disponibile sul mercato locale e stabilizzazione dei prezzi. Attività 1.Organizzazione degli allevatori e di corsi sulla trasformazione del latte, gestione, salute e nutrizione degli animali; 2.Corso di formazione per allevatori sui criteri di selezione degli animali per preservare e migliorare la biodiversità animale; 3.Installazione di un laboratorio per l’analisi del latte; 4.Installazione di un centro per la raccolta del latte; 5.Formazione di 5 tecnici sulle pratiche di laboratorio e la gestione del centro per la raccolta del latte; 6.Supporto alla trasformazione del latte e alla vendita di prodotti caseari. Ente finanziatore Ufficio per la Solidarietà e la Cooperazione Internazionale, Comune di Milano Durata Da: Febbraio 2007 - A: Gennaio 2008 Possibilità di rinnovo / follow up 1.Organizzazione di allevatori in gruppi 2.Organizzazione di corsi di formazione per allevatori 3.Installazione di strutture gestite da allevatori 83 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 2.5 2.8 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Sviluppo della filiera latte in Niger per una zootecnia sostenibile a salvaguardia della biodiversità e dell’ambiente Casimiro Crimella Professore Ordinario Supporto e sviluppo della filiera latte nella zona di Banifandou (Commune de Niamey III - Niger) Casimiro Crimella Professore Ordinario Dr Anna F.A. Cantàfora e-mail: [email protected] tel. 02 503 18055 Facoltà di Medicina Veterinaria Vecchio Dip.: Scienze Animali; Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica AREA TEMATICA Prof. Massimo Zecchini - Dr Anna F.A. Cantàfora e-mail: [email protected] tel. 02 503 18055 Facoltà di Medicina Veterinaria Vecchio Dip.: Scienze Animali; Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica Obiettivi Generale: Miglioramento della sicurezza alimentare nell’area urbana e periurbana di Niamey per la conservazione della biodiversità e dell’ambiente. Specifici: Supporto e miglioramento della filiera latte locale nel dipartimento di Say e nella città di Niamey. Tipo di intervento • Ricerca • Formazione • Trasferimento tecnologico • Cooperazione tecnica AREA TEMATICA Filiera latte Tipo di intervento • Ricerca • Formazione • Trasferimento tecnologico • Cooperazione tecnica Paesi destinatari Niger (dipartimento di Say e città di Niamey) Beneficiari Allevatori Risultati attesi 1.Creazione di un gruppo di più di 200 allevatori; 2.Formazione di più di 200 allevatori sulla trasformazione del latte, gestione, salute e nutrizione degli animali; 3.Gestione da parte degli allevatori di un centro di raccolta del latte e di un laboratorio; 4.Aumento fino al 20% della quantità di latte disponibile sul mercato locale. Ente Promotore Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi di Milano Partner Italiani e internazionali: 1.ONG Africa ’70 2. Dip. di Scienze e Tecnologie Veterinarie, Università degli Studi di Milano Locali: CLN (Coopérative Laitière Niamey) 84 Persona da contattare Attività 1.Organizzazione di allevatori e corsi di formazione sulla trasformazione del latte, gestione, salute e nutrizione degli animali; 2.Formazione di allevatori sui criteri di selezione degli animali per preservare e migliorare la biodiversità animale; 3.Installazione di un laboratorio di analisi del latte; 4.Installazione di un centro di raccolta del latte; 5.Formazione di 5 tecnici sulla gestione del laboratorio e del centro; 6.Supporto alla lavorazione del latte e alla vendita dei prodotti caseari. Ente finanziatore Ufficio per la Solidarietà e la Cooperazione Internazionale, Comune di Milano Durata Da: Aprile 2009 - A: Marzo 2010 Filiera latte Paesi destinatari Niger (Banifandou area and Niamey City) Beneficiari Allevatori Risultati attesi 1. Formazione di più di 100 allevatori su trasformazione del latte, gestione, salute e nutrizione animale; 2. Gestione da parte degli allevatori di un centro di raccolta del latte e di un laboratorio di analisi. Persona da contattare Obiettivi Generale: Supporto alla produzione locale di latte e miglioramento della qualità del latte disponibile sul mercato locale di Niamey. Specifici: Riduzione delle fluttuazioni stagionali nella qualità e nella quantità del latte disponibile sul mercato e stabilizzazione dei prezzi. Attività 1. Formazione sulla trasformazione del latte, gestione, salute e nutrizione animale; 2. Installazione di un centro di raccolta del latte e di un laboratorio di analisi; 3. Conservazione del latte tramite un sistema di raffreddamento. Ente finanziatore Comunità Montana Cusio Mottarone (VB, Italy) Ente Promotore Comunità Montana Cusio Mottarone (VB, Italy) Durata Da: Aprile 2006 - A: Marzo 2007 Partner Italiani e internazionali: Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi di Milano Locali: 1.ONG Capen 2.ONG Karkara 3.CLN (Coopérative Laitière Niamey) Possibilità di rinnovo / follow up 1.Organizzazione di corsi di formazione per allevatori 2.Installazione di strutture gestite da allevatori Possibilità di rinnovo / follow up 1.Organizzazione di allevatori in gruppi 2.Organizzazione di corsi di formazione per allevatori 3.Installazione di strutture gestite da allevatori 85 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 2.7 2.10 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Miglioramento quali-quantitativo della produzione di latte e consolidamento dell’attività zootecnica locale e della filiera produttiva nell’area urbana e periurbana di Niamey (Niger) Casimiro Crimella Professore Ordinario Dialogo De Saberes: Progetto per la sostenibilità della coltivazione, raccolta e trasformazione delle piante medicinali in Uruguay Casimiro Crimella Professore Ordinario AREA TEMATICA Filiera latte Tipo di intervento • Ricerca • Formazione • Trasferimento tecnologico • Cooperazione tecnica Paesi destinatari Niger (Niamey) Beneficiari Allevatori Risultati attesi 1.Creazione di un gruppo di più di 1.500 agricoltori; 2.Formazione di più di 1.500 allevatori su trasformazione del latte, gestione, salute e nutrizione degli animali; 3.Gestione da parte degli allevatori di un centro di raccolta del latte e di un laboratorio; 4.Aumento fino al 30% della quantità di latte disponibile a livello locale. Ente Promotore Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi di Milano Partner Locali: 1.ONG Capen 2.ONG Karkara 3.Università di Niamey 4.Ministère des Ressources Animales Persona da contattare Prof. Massimo Zecchini - Dr Anna F.A. Cantàfora e-mail: [email protected] tel. 02 503 18055 Facoltà di Medicina Veterinaria Vecchio Dip.: Scienze Animali; Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica Obiettivi Generale: Supporto alla produzione locale di latte e miglioramento della qualità del latte disponibile sul mercato di Niamey. Specifici: Riduzione delle fluttuazioni stagionali della quantità e qualità del latte disponibile sul mercato e stabilizzazione dei prezzi. Attività 1.Organizzazione degli allevatori e di corsi di formazione su trasformazione del latte, gestione, salute e nutrizione degli animali; 2.Formazione di allevatori sui criteri per la selezione degli animali per preservare e migliorare la biodiversità animale; 3.Organizzazione di una "fiere à betail scientifique”; 4.Installazione di un laboratorio per l’analisi del latte; 5.Installazione di un centro di raccolta del latte; 6.Formazione di 5 tecnici sulle pratiche di laboratorio e sulla gestione del centro di raccolta del latte; 7.Supporto al processo di trasformazione del latte e alla vendita dei prodotti caseari. Ente finanziatore Ufficio per la Solidarietà e la Cooperazione Internazionale, Comune di Milano Durata Da: Aprile 2001 - A: Marzo 2006 Possibilità di rinnovo / follow up 1.Organizzazione di allevatori in gruppi 2.Organizzazione di corsi di formazione per allevatori 3.Installazione di strutture gestite da allevatori 86 AREA TEMATICA Agricoltura biologica Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico • Cooperazione tecnica Paesi destinatari Uruguay Beneficiari Agricoltori biologici Risultati attesi 1.Interviste ad agricoltori biologici; 2.Realizzazione di seminari partecipativi a Montevideo; 3.Elaborazione di manuali sull’uso tradizionale delle piante medicinali in Uruguay; 4.Organizzazione di una conferenza sui risultati del progetto. Ente Promotore ONG ICEI (Istituto per la Cooperazione Economica Internazionale) Partner Italiani e internazionali: Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi di Milano Locali: 1.Fundación del Sùr 2.INTA - Istituto Nazionale di Tecnologia Agro-pastorale 3.Municipalità di Concepción de l’Uruguay 4.CECOM - Centro del Commercio di Concepción de l’Uruguay 5.Università Tecnologica Nazionale 6.INIA - Instituto Nacional de Investigación Agropecuaria Persona da contattare Prof.ssa Sara Barbieri - Dr Anna F.A. Cantàfora Dr Valentina Ferrante e-mail: [email protected]; tel. 02 503 18055 Facoltà di Medicina Veterinaria Vecchio Dip.: Scienze Animali; Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica Obiettivi Generale: Migliorare le condizioni di salute della popolazione, permettendo l’accesso alla medicina di alta qualità, naturale e a basso costo. Specifico: Supporto e promozione dell’accesso alla medicina naturale di alta qualità in Uruguay tramite tecnologie appropriate. Attività 1.Indagine su condizioni di salute e uso della medicina popolare nell’ambito dell’agricoltura biologica familiare in Uruguay; 2.Ricerca bibliografici e analisi dei dati; 3.Organizzazione di laboratori partecipativi per discutere i risultati della ricerca coinvolgendo gli esperti di medicina veterinaria alternativa non convenzionale, medicina tradizionale e gli agricoltori biologici; 4.Esperimenti sugli effetti dell’uso di 4 piante medicinali identificate durante i laboratori partecipativi; 5.Elaborazione di un manuale sull’uso tradizionale di piante medicinali in Uruguay e di un report sullo stato dell’agricoltura biologica familiare; 6.Organizzazione di una conferenza sui risultati del progetto. Ente finanziatore Regione Lombardia Durata Da: Luglio 2008 - A: Giugno 2010 Possibilità di rinnovo / follow up Il manuale elaborato ha lo scopo di valorizzare l’uso tradizionale delle piante medicinali e rappresenta il risultato di studi e laboratori partecipativi che hanno coinvolto quasi tutti gli agricoltori biologici familiari dell’Uruguay. 87 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 2.9 2.12 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Appoggio e promozione dell’agricoltura e allevamento biologici in Uruguay (BioUruguay) Valentina Ferrante Ricercatore confermato Silvana Mattiello Professore Associato AREA TEMATICA Prof. Sara Barbieri - Lilia Grosso Dr Anna F.A. Cantàfora e-mail: [email protected]; tel. 02 503 18055 Facoltà di Medicina Veterinaria Vecchio Dip.: Scienze Animali; Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica Difesa e valorizzazione della biodiversità in Niger attraverso programmi di educazione ambientale e strategie operative Agricoltura biologica Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico • Cooperazione tecnica Paesi destinatari Uruguay Beneficiari Agricoltori biologici Risultati attesi 1.Formati i soci di ECA (tecniche di alimentazione, strategie di selezione e rispetto del benessere animale) 2.Migliorata la gestione aziendale degli allevamenti biologici (bovine e capre da latte, avicoli da carne e uova, suini) 3.Rafforzate le capacità di marketing, commercializzazione e comunicazione di ECA 4.Migliorata la commercializzazione diretta tramite reti di acquisto e coinvolgimento dei consumatori 5.Rafforzato il ruolo di ECA presso le istituzioni locali Ente Promotore Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi di Milano Partner Italiani e internazionali: ONG ICEI (Istituto per la Cooperazione Economica Internazionale) Ecogranjas Cooperativa Agraria Limitada Obiettivi Generale: Sostenere l’interprofessione e favorire uno sviluppo sociale ed economico sostenibile del settore agricolo attraverso il rafforzamento della produzione biologica in Uruguay. Specifici: Promuovere lo sviluppo del settore biologico come strategia integrata per migliorare 88 Persona da contattare le pratiche dell’allevamento condotto secondo il metodo biologico e favorire le opportunità di vendita diretta dal produttore al consumatore (filiera corta), rafforzando associazioni locali di produttori già esistenti e attive in Uruguay. Attività 1.Miglioramento di tecniche di allevamento condotto con metodo biologico attraverso una formazione mirata: corsi di formazione in Uruguay per i soci di ECA, un viaggio di studio di allevatori biologici italiani in Uruguay e successivamente di allevatori biologici uruguaiani in Italia. 2.Diffusione di pratiche di allevamento sostenibili: realizzazione in Uruguay di una azienda pilota per tipologia produttiva e assistenza tecnica ai produttori soci di ECA. 3.Appoggio alle attività di ECA in relazione al marketing dei prodotti, alla sensibilizzazione dei consumatori, alla promozione della vendita cooperativa e dei canali commerciali a livello locale. 4.Promozione della vendita tramite reti di acquisto solidale gestite dai consumatori in collaborazione con i produttori familiari. Ente finanziatore Fondazione Cariplo Durata Da: Settembre 2010 - A: Agosto 2012 Possibilità di rinnovo / follow up La divulgazione in Italia dell’esperienza di ECA in materia di filiera corta e il coinvolgimento dei consumatori nella rete di commercializzazione possono rappresentare una positiva esperienza di apprendimento per la realtà italiana. AREA TEMATICA Salvaguardia biodiversità Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Cooperazione tecnica Paesi destinatari Niger (Parco W) Beneficiari Guardie del Parco, Comunità locali in età scolare, Allevatori Risultati attesi 1. Una base di dati sulle interazioni tra animali domestici e selvatici è costituita 2. Gli attori coinvolti nelle attività volte alla salvaguardia della biodiversità sono sensibilizzati e formati Ente Promotore Dip. di Scienze Animali, Università degli Studi di Milano Partner Italiani e internazionali: ONG Africa 70 Locali: Direzione dei parchi Persona da contattare Prof. Casimiro Crimella - Dr Anna F.A. Cantàfora e-mail: [email protected] tel. 02 503 18055 Facoltà di Medicina Veterinaria Vecchio Dip.: Scienze Animali; Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica Obiettivi Generale: Salvaguardia della biodiversità degli ecosistemi naturali terrestri attraverso azioni legate alla loro conservazione e tutela. Specifico: Valorizzazione della biodiversità nella zona di transizione della Riserva della Biosfera del Parco W, attraverso il rafforzamento delle capacità degli attori coinvolti nella salvaguardia della biodiversità e messa a punto di strategie operative di gestione delle risorse naturali. Attività 1.1 Monitoraggio delle interazioni spaziali tra domestici e selvatici nelle aree all’interno e alla periferia del Parco W; 1.2 Analisi delle interazioni sanitarie tra domestici e selvatici; 1.3 Realizzazione di un diagnostico per l’appoggio all’allevamento e alla transumanza; 2.1 Formazione degli allevatori in materia di sanità animale; 2.2 Formazione delle guardie del Parco W per la corretta divulgazione di biodiversità ed educazione ambientale; 2.3 Produzione di materiale informativo su base cartacea e digitale; 2.4 Contribuzione all’allestimento di un Centro Visitatori; 2.5 Interventi formativi di educazione ambientale per la popolazione locale in età scolare. Ente finanziatore Ufficio per la Solidarietà e la Cooperazione Internazionale, Comune di Milano Durata Da: Aprile 2011 - A: Marzo 2012 Possibilità di rinnovo / follow up Da verificare 89 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 2.11 ti progettiProgetti progetti progetti 2.13 TITOLO DEL PROGETTO Referente Sviluppo di un sistema di controllo di sicurezza alimentare del latte bovino e di un sistema di pagamento secondo qualità nella regione di Asella (East Arsi) in Etiopia Giovanni Savoini Professore ordinario AREA TEMATICA Filiera latte Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico • Servizio alla comunità Paesi destinatari Etiopia Beneficiari 1. Agricoltori 2. Studenti Risultati attesi 1. Realizzazione di un sistema di controllo della qualità del latte; 2. Formazione di personale locale; 3. Formazione di agricoltori locali; 4. Realizzazione di sistemi di raffreddamento; 5. Miglioramento delle condizioni economiche degli agricoltori, della produzione del latte e delle condizioni di salute delle comunità; 6. Partecipazione alla creazione di un Centro di lavorazione del Latte con servizi aggiuntivi (quali l’analisi della nutrizione e del latte, l’inseminazione artificiale, etc. …). Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Dip. di Scienze Veterinarie e Tecnologie per la Sicurezza Alimentare, Università degli Studi di Milano 2. SNV Ethiopia - Netherlands Development Organisation (ONG internazionale) Locali: 1. Unione Cooperativa per il Latte Asella - Etiopia 2. AMAE - Asella Model Agricultural Enterprise, Università di Adama 90 [email protected] tel. 02.503 17907 Facoltà di Medicina Veterinaria Vecchio Dip.: Scienze Veterinarie e Tecnologie per la Sicurezza Alimentare; Nuovo Dip.: Scienze Veterinarie per la Salute, la Produzione Animale e la Sicurezza Alimentare Obiettivi Generale: Promuovere la sicurezza del latte per migliorare la salute delle comunità. Specifici: 1. Sviluppo di un sistema di controllo per la sicurezza del latte; 2. Sviluppo di un sistema di pagamento del latte in base alle caratteristiche del prodotto; 3. Miglioramento della produzione di latte in Etiopia. Attività 1. Selezione di caseifici; 2. Analisi della gestione degli allevamenti, della nutrizione e della salute degli animali e delle caratteristiche del latte; 3. Miglioramento delle caratteristiche del latte; 4. Introduzione di un sistema di raffreddamento del latte presso i punti di raccolta; 5. Introduzione di un sistema di pagamento basato sulla qualità del latte; 6. Partecipazione alla creazione di un Centro di Lavorazione del Latte. Ente finanziatore Comune di Milano Durata Da: Settembre 2010 - A: Settembre 2011 Possibilità di rinnovo / follow up - BOX La filiera del latte come motore di sviluppo Il settore della produzione del latte nei Paesi emergenti sta crescendo sempre più rapidamente in risposta a un cambiamento delle abitudini alimentari che si orientano verso un maggior consumo di prodotti di origine animale. È di estrema importanza ricordare che le società pastorali africane, sviluppatesi in ambienti ostili alla sopravvivenza dell’uomo, si sono potute adattare riuscendo a sopravvivere grazie soprattutto al latte dei loro animali. Il latte è da sempre utilizzato sia come base dell’alimentazione sia come merce di scambio e in questo contesto assume un significato centrale all’interno di queste società. Seppur considerato un alimento di base, tuttavia, si è ben lontani dall’autosufficienza della produzione locale, imponendo piuttosto l’importazione di ingenti quantità di latte in polvere dai paesi industrializzati, gravando pesantemente sul debito pubblico dei paesi importatori. I numerosi vincoli climatico-ambientali, legati al capitale animale e alla sua gestione, e di tipo socio-economico e di strutturazione della filiera hanno rappresentato un grande freno allo sviluppo di una “filiera del latte locale” che fosse realmente autonoma, sostenibile e in grado di coprire una domanda sempre più crescente. Attualmente il latte e la sua filiera rappresentano un argomento di attualità che, sempre più, rientra tra le attività di progetti di sviluppo e di ricerca sia in un contesto di cooperazione che imprenditoriale. Accanto, quindi, a un modello di produzione secondo regole che si tramandano da secoli, si sta oggi sviluppando un sistema moderno e competitivo che cerca di rispondere alle esigenze del mercato degli agglomerati urbani. Tuttavia all’interno di questi processi di modernizzazione, nella maggior parte dei casi, sono presenti ancora forti elementi tradizionali che avvicinano il latte contemporaneamente ai concetti di tradizione e modernità, ereditando nel corso della storia un significato di elemento ancestrale, ma anche di simbolo tecnologico e industriale. Il ruolo del latte, nell’ambito della zootecnia tropicale, è un settore affascinante che si inquadra perfettamente in un percorso di studio, di ricerca e di formazione mediato da una cooperazione allo svi- luppo sostenibile con approccio partecipativo. Tale percorso ha consentito al Dipartimento di Scienze Animali della Facoltà di Medicina Veterinaria, in un periodo di tempo non indifferente, di poter creare un gruppo di persone che sentono e leggono questo ambito come un fattore determinante nel contesto ampio del mondo agro zootecnico e più in particolare, della sanità e produzione animale nei Paesi emergenti. L’esperienza del gruppo è consolidata, sperimentata e validata in un ambito di ricerca relativamente nuovo, quale quello della zootecnia urbana e peri urbana. In questo contesto, la filiera latte nella sua complessa multifattorialità, rappresenta sicuramente una delle sfide più importanti per l’avvenire di molti paesi e regioni condizionate ancora, in modo pesante, da situazioni geo-politiche, sociali e antropologiche. È noto a tutti gli studiosi di settore che l’inurbamento selvaggio, tumultuoso e inarrestabile che è avvenuto e che sta avvenendo nei Paesi emergenti, determina una progressiva e drammatica riduzione delle persone che, a tutto tempo dedite all’agricoltura, abbandonano l’attività rurale per una “chimera” che purtroppo rimarrà tale, determinando una perdita della qualità di vita e un degrado anche irreversibile dei territori, con una inarrestabile perdita di biodiversità, animale e vegetale. Proiezioni statistiche attendibili dicono che intorno al 2020/2025 ci sarà una netta inversione di tendenza che porterà uno scenario nuovo, ma non inatteso e che vedrà sempre meno popolazione attiva nell’agricoltura con il conseguente abbandono della campagna e un enorme numero di persone concentrate in megalopoli sempre più fatiscenti, inquinate e soprattutto incapaci di produrre quanto serve al proprio sostentamento. In questo contesto, il ruolo della filiera latte come valorizzazione di una produzione locale rappresenta sicuramente un fattore determinante nello sviluppo di questi Paesi. Prof. Miro Crimella e Dr. Anna F. A. Cantàfora Vecchio Dip.: Dipartimento di Scienze Animali Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica 91 3.0 Alimentazione e nutrizione promuovere la produzione di alimenti sani Prof. Saverio Mannino Vecchio dip.: Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente Nel contesto della globalizzazione, processo mondiale disuguale e discontinuo che si sviluppa in differenti sfere della società come quella economica, politica, giuridica e sociale, è indispensabile la creazione di relazioni tra i settori sviluppati e quelli in via di sviluppo con l’obiettivo di facilitare l’uso di componenti scientifici e tecnologici, permettendo il miglioramento delle condizioni nelle quali si effettuano le attività in entrambi i settori. La formazione di professionisti dotati di talento e la capacità di stabilire relazioni con la società, costituisce una delle ragioni d’essere dell’Università. Lavorare seguendo questa filosofia rende possibile rispondere alla domanda dei settori produttivi e di quelli accademici, le cui attività di ricerca e sviluppo sono indispensabili per mantenere la società al passo con il progresso del mondo moderno. Per quanto riguarda gli alimenti è utile ricordare che la sicurezza alimentare (food safety) e la prevenzione delle malattie dovute agli alimenti è una costante preoccupazione per la salute pubblica internazione. Le autorità responsabili della salute pubblica a livello mondiale sono periodicamente allertati dalle mutazioni di microorganismi e da nuove sostanze chimiche associate agli alimenti come anche dai cambiamenti nelle tecniche di produzione che hanno portato a nuovi rischi. Per combattere queste sfide, diventa critico che le autorità di tutti i paesi collaborino e condividano le esperienze in quanto i problemi di sicurezza alimentare in un Paese si possono estendere facilmente agli altri come risultato della rapida globalizzazione delle produzioni alimentari e della loro commercializzazione. È necessario quindi: 1. Promuovere partnership e collaborazioni tra i diversi Paesi 2. Aiutare le nazioni a rafforzare le loro capacità di gestione dei rischi alimentari 3. Promuovere un rapido scambio di informazioni sui rischi alimentari Cosciente di queste problematiche, la Facoltà di Agraria dell’Università di Milano, in cui opera il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche, ora Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l'Ambiente, ha sempre promosso iniziative e sviluppato progetti che avevamo l’obiettivo di rafforzare le capacità di paesi in via di sviluppo per organizzare un efficiente controllo di qualità degli alimenti o per migliorare i sistemi produttivi e di conservazione delle derrate alimentari. È importante sottolineare, infatti, che nel campo specifico degli alimenti e della loro commercializzazione, tanto nel Paese produttore che nel mercato internazionale, è indispensabile il rispetto dei requisiti legali e degli standard di qualità. 93 In questo contesto, la collaborazione ventennale del DISTAM con i Paesi sudamericani ed in particolare con la Colombia, costituisce un esempio da imitare. Infatti, grazie alla collaborazione con l’Istituto Italo latino Americano (IILA), organismo internazionale con sede in Roma cui fanno parte l’Italia e le venti Repubbliche dell’America Latina, il DISTAM ha partecipato attivamente non solo al rafforzamento delle istituzioni preposte al controllo delle derrate alimentari ma alla creazione di risorse umane che potessero essere di valido aiuto alle imprese locali per la produzione di alimenti sicuri tenendo anche conto della sostenibilità. In pratica si è operato secondo tre direttive: • Organizzazione di moderni laboratori di controllo e fornitura di moderne apparecchiature strumentali • Formazione di personale tecnico in Italia ed in loco • Organizzazione di missioni di esperti italiani presso le istituzioni 3. Partecipazione al programma triennale “Colazioni infantili” patrocinato dal Presidente della Repubblica 4. Studio di regolamentazioni tecniche per il Ministero della Protezione Sociale, 5. Attività come Laboratorio Omologato dell’Unità Operativa del Sistema Nazionale del Latte, nel sistema di analisi Interlaboratorio, a livello fisico-chimico e microbiologico. In sintesi si può affermare che, nonostante le difficoltà ed i conflitti che attraversano la Colombia, il rafforzamento delle istituzioni preposte alla sicurezza alimentare ha permesso di sviluppare nel Paese un efficace sistema di qualità e controllo delle derrate alimentari che naturalmente avrà riflessi positivi nella commercializzazione delle produzioni locali nei paesi avanzati. Attualmente questa cooperazione è stata estesa a tutti i Paesi Andini ed i risultati appaiono promettenti. Queste azioni hanno contribuito al rafforzamento dell’infrastruttura ed alla formazione di risorse umane che sono diventate il punto di riferimento di numerose istituzioni governative. La modernizzazione delle apparecchiature del laboratorio e la formazione del personale ha permesso all’ICTA di attivare numerose metodologie analitiche che, insieme al processo di implementazione del Sistema di Qualità, hanno reso questo uno dei laboratori più moderni e specializzati dell’Università Nazionale della Colombia. Grazie a tale attività, il Laboratorio di Controllo Qualità Alimentare dell’ICTA è attualmente leader nel suo settore ed ha avuto il riconoscimento dal Ministero della Protezione Sociale e dall’Istituto Colombiano per il Benessere Familiare, come membro della Rete Nazionale di Laboratori che realizzano lavori per lo Stato nel controllo della qualità degli alimenti. Questo riconoscimento ha ovviamente avuto anche un impatto positivo sulle attività di docenza visto che in questo scenario si sviluppa la parte pratica di varie materie che hanno attinenza con la scienza e la tecnologia alimentare. L’esistenza di questo moderno laboratorio risponde alle necessità di studenti appartenenti a differenti programmi di laurea di approfondimento nel campo degli alimenti: Nutrizione e Dietologia, Zootecnica, Ingegneria Chimica, Agraria e Ingegneria Agricola. Allo stesso modo risponde alle necessità di studenti post-laurea: Master e Dottorato in Ingegneria Chimica, Master e Dottorato in Scienze Agrarie, Master in Ingegneria Agricola, Master in Microbiologia e specializzazione in Scienze é Tecnologie Alimentari. È utile ricordare che gli studenti dell’Universidad Nacional de Colombia appartengono non solo alle diverse sedi dell’Università Nazionale (Palmira, Medellin, Amazonas, Arauca e San Andrés), ma anche ad Università di altre regioni colombiane, come l’Università Pedagogica e Tecnologia di Tunja, l’Università di Pamplona, l’Università di Cordoba, l’Università dell’Amazzonia, ed anche visitatori di altri paesi come Ecuador, Salvador e Honduras. Per quanto riguarda le attività di ricerca e di servizio, è importante segnalare che l’ICTA attualmente è impegnata nei seguenti programmi: 1. Contratto con il Governo di Cundinamarca per la formazione di figure professionali dedicate alla promozione dell’innovazione e lo sviluppo della catena del latte e della frutta in diversi centri della regione 2. Partecipazione all’elaborazione della nuova "Tavola della Composizione degli Alimenti Colombiani” promossa dall’Istituto Colombiano per il Benessere Familiare 94 95 3.2 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Composti bioattivi per la valorizzazione e promozione degli alimenti tradizionali Angela Bassoli Professore Associato Confermato VARZEA - Valorizzazione agronomica delle risorse delle zone di esondazione in Amazzonia Stefano Bocchi Professore Associato Confermato AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 16815 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Scienze Molecolari Agroalimentari; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 16575 Facoltà di agraria Vecchio Dip:. Produzione Vegetale; Nuovo Dip.: Scienze Agrarie e Ambientali Produzione, Territorio, Agroenergia Obiettivi Generale: Valorizzazione dei prodotti alimentari tradizionali. Specifici: 1. Identificazione di composti attivi sul sapore; 2. Identificazione di composti bioattivi; 3. Utilizzo delle loro potenziali applicazioni nell’industria agro-alimentale e farmaceutica e in medicina; 4. Rafforzamento della collaborazione scientifica nell’area dei prodotti alimentari. Tipo di intervento • Ricerca partecipata • Innovazione di sistema • Comunicazione Attività PRINCIPALI 1. Cooperazione scientifica: Identificazione di composti attivi negli alimenti tradizionali attraverso l’analisi del gusto; Valutazione sensoriale; Determinazione della struttura dei composti bioattivi; Analisi comparative della percezione del gusto tra consumatori italiani e coreani; Saggi che misurano i legami dei composti sapidi con recettori clonati GPCR e TRP; Modellizzazione molecolare dei recettori del gusto e del loro legame con i substrati; Screening per altre bioattività con applicazioni nell’industria farmaceutica, biotecnologica e agro-farmaceutica, etc; 2. Formazione e divulgazione; 3. Lancio dell’iniziativa TASTELAB in merito a EXPO 2015, Milano. Risultati attesi 1. Sistema Informativo Geografico per il censimento, il monitoraggio e la valorizzazione delle zone Varzea del Bacino Amazzonico degli stati di Amazzonia e Parà; 2. Caratterizzazione e valorizzazione di alcuni prodotti tipici di raccolta della foresta Amazzonica (Guaranà e Cupacu); 3. Miglioramento genetico e utilizzo agronomico per il potenziamento della sicurezza alimentare del Caupì (Vigna unguiculata e spp coltivata in Varzea); 4. Recupero dei saperi tradizionali delle zone Varzea. Ente finanziatore Italia: MAE, MIUR; Università di Scienze Gastronomiche (Pollenzo- CN); Axxam spa. Korea: Ministero dell’Educazione e della Tecnologia (MEST) Partner Italiani e internazionali: 1. CICSAA (Centro Interuniversitario per la Cooperazione allo Sviluppo Agro-alimentare e Ambientale), CRA di Montanaso Lombardo, CRA di Milano ex IVTPA, 2. Fondazione Cariplo Locali: EMBRAPA Agricoltura e scienze alimentari Tipo di intervento • Cooperazione bilaterale (Great Relevance Projects) • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari Corea del Sud Beneficiari Popolazione Risultati attesi 1. Raccolta e analisi di alimenti e piante alimentari utilizzate nella cucina tradizionale; 2. Isolamento di composti con bioattività specifiche; 3. Saggi di attività in vitro con recettori clonati; 4. Studi delle proprietà gustative attraverso valutazione sensoriale; 5. Studio di potenziali applicazioni e trasferimento tecnologico: additivi alimentari, composti bioattivi per la protezione da insetti, batteri, funghi, nematodi, etc; applicazioni nella protezione del patrimonio culturale come agenti antifouling, etc; 6. Risorse umane: scambio di ricercatori e studenti. Organizzazione di seminari e laboratori, pubblicazioni; 7. Lancio dell’iniziativa congiunta Corea-Italia TASTELAB in collegamento con “Milano Design City”- MDC, Incheon e “Città del Gusto e della Salute”, EXPO 2015, Milano. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Facoltà di Scienze Molecolari Agroalimentari; Università degli Studi di Milano Locali: Korea Food Research Institute (KFRI) 96 Durata Da: Aprile 2010 - A: Aprile 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Si Sicurezza alimentare e ambientale. Innovazione agronomica e saperi locali. Paesi destinatari Brasile (Amazzonia, Parà) Beneficiari 1. Contadini delle zone Varzea 2. Piccole aziende di trasformazione 3. Piccoli commercianti locali Ente Promotore Dip. Di Produzione Vegetale e di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche, Università degli Studi di Milano. Obiettivi Generale: Contribuire al miglioramento della sovranità alimentare dei contadini delle zone Varzea in Amazzonia e Parà. Costituire una rete di centri di ricerca per l’innovazione del sistema agro-alimentare in aree di raccolta e di coltura. Specifico: Promuovere un modello di sviluppo basato sull’agricoltura familiare nelle zone Varzea valorizzando i prodotti locali e facilitando forme di mercato compatibili con prodotti come guaranà e cupacu. Attività 1. Realizzazione di un GIS (Sistema Informativo Geografico) dedicato; 2. Caratterizzazione biochimica di prodotti tipici brasiliani di foresta e coltivati; 3. Collaborazione con il centro di ricerca locale EMBRAPA e scambio di dati/informazioni/ conoscenze; 4. Individuazione di forme sostenibili di commercio solidale di cupacù e guaranà. Ente finanziatore Fondazione Cariplo Durata Da: Ottobre 2009 - A: Novembre 2010 Possibilità di rinnovo / follow up Rinnovabile 97 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 3.1 3.4 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Utilizzo della flessibilità strutturale delle proteine Francesco Bonomi Professore Ordinario Effetti dei trattamenti sulle caratteristiche funzionali delle proteine alimentari Francesco Bonomi Professore Ordinario e-mail: mail [email protected] tel. 02 503 16801 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Scienze Molecolari Agroalimentari; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente AREA TEMATICA e-mail: mail [email protected] tel. 02 503 16801 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Scienze Molecolari Agroalimentari; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente Obiettivi Generale: Utilizzo delle proprietà di legame delle proteine. Specifici: 1. Modulare le proprietà di legame delle proteine attraverso trattamenti fisici; 2. Valutare i determinanti della specificità di legame; 3. Valutare la stabilità dei complessi tra le proteine alimentari modificate e i ligandi di interesse biologico. Tipo di intervento • Ricerca AREA TEMATICA Biochimica, struttura delle proteine Tipo di intervento • Ricerca Paesi destinatari Israele (Beersheva) Beneficiari 1. Comunità scientifica 2. Studenti 3. Industria casearia Risultati attesi Identificazione della base strutturale e molecolare per l’utilizzo di proteine economiche derivanti dai processi alimentari (in questo caso, la lavorazione del formaggio) come portatori di farmaci (o integratori nutritivi) che vengono deteriorati durante la digestione quando amministrati nelle loro forme libere. Le proteine studiate sono note per subire modificazioni strutturali transitorie e reversibili durante i trattamenti fisici (calore, pressione). Le forme transitoriamente modificate possono legarsi a molecole che poi vengono intrappolate dentro la proteina quando questa torna alla conformazione originaria. Dato che questa proteina è stabile al pH acido del tratto digestivo superiore, la molecola legata può transitare ed essere rilasciata e assorbita dopo rottura proteolitica della proteina nell’intestino. Lo studio ha dimostrato che questo approccio è fattibile e che la proteina studiata contiene almeno due siti di legame indipendenti per le molecole idrofobiche. Ente Promotore Partner Locali: Prof. Gertz Likhtenstein - Ben Gurion Università di Negev 98 Attività PRINCIPALI 1. Usare tecniche spettroscopiche per valutare i cambiamenti strutturali derivanti da trattamenti fisici di beta-lattoglobulina (una proteina contenuta nel siero di latte derivante dalla lavorazione del formaggio); 2. Valutare tramite EPR il legame di sonde di spin idrofobica alla proteina modificata; 3. Effettuare esperimenti di competizione tra sonde di spin e le molecole di rilevanza farmacologica. Ente finanziatore NATO Collaborative Grants Durata Da: Novembre 1999 - A: Novembre 2001 Possibilità di rinnovo / follow up Non con lo stesso partner locale in quanto è andato in pensione nel 2009. Biochimica alimentare Paesi destinatari Turchia (Ankara) Beneficiari 1. Agricoltori 2. Industria casearia Risultati attesi 1. Valutare se i trattamenti comuni usati nell’industria casearia (come l’ultrafiltrazione) possono avere un impatto su alcune caratteristiche delle proteine del latte che siano rilevanti da un punto di vista tecnologico e nutritivo. In particolare, sono stati presi in considerazione i casi in cui i trattamenti meccanici e i cambiamenti negli equilibri ionici associati a questi processi possano alterare: 1) l’esposizione di siti idrofobici sulle micelle di caseina, rilevante per il processo di lavorazione del formaggio; 2) la misura e la composizione delle micelle della caseina, che possono influenzare la consistenza e la produzione dei prodotti fermentati, come lo yogurt; 3) la capacità delle micelle della caseina di interagire con i micronutrienti metallici (Cu, Zn, Fe) che sono presenti naturalmente nel latte o possono essere aggiunti come integratori; 2. Identificazione di un quadro d’insieme sugli effetti dei trattamenti usati in larga misura nell’industria casearia, affinché processi e attrezzature possano essere disegnati e progettati in modo appropriato in funzione dei requisiti di qualità particolari sui prodotti finali. Ente Promotore - Partner Locali: Prof. Yasser Kemal Erdem, Dip. di Ingegneria Alimentare, Facoltà di Ingegneria, Università di Hacettepe. Obiettivi Generale: Valutazione delle modificazioni indotte dai processi nelle proteine del latte Specifici: 1. Valutazione degli effetti dei trattamenti meccanici sulle proprietà di superficie delle proteine del latte; 2. Valutazione degli effetti dei cambiamenti nella composizione del mezzo (per esempio, dopo ultrafiltrazione) sulle proprietà strutturali delle proteine del latte. Attività 1. Utilizzo di sonde spettroscopiche per valutare cambiamenti dipendenti da processi nell’idrofobicità di superficie delle proteine del latte; 2. Utilizzo di elettrodi a ioni specifici per valutare cambiamenti dipendenti da processi nella capacità delle proteine del latte di interagire con i micronutrienti; 3. Utilizzo di tecniche spettroscopiche per valutare il legame di microelementi rilevanti da un punto di vista nutritivo (Cu, Fe) con le proteine del latte trattate. Ente finanziatore MAE Durata Da: Febbraio 2002 - A: Febbraio 2003 Possibilità di rinnovo / follow up Proposte per scambi di studenti 99 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 3.3 3.6 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Studi fisico-chimici ed istologici su varietà autoctone di yam e cassava. M.Cristina Casiraghi Ricercatore confermato Rete Regionale Andina per il rafforzamento degli istituti di Scienze e Tecnologie Alimentari Saverio Mannino Professore Ordinario AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 16647 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 19221 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente Obiettivi Generale: Caratterizzazione funzionale e nutrizionale di diverse varietà locali di yam e cassava, selezionate sulla base delle loro caratteristiche culinarie/ tecnologiche e sul loro stato di maturazione. Valutazione della qualità nutrizionale e tecnologica. Specifici: 4 varietà locali di Dioscorea alata (2 varietà di buona e 2 varietà di scadente qualità in cottura) e 2 varietà autoctone di Dioscorea. cayenensis-rotundata (1 var. di buona e 1 varietà di scadente qualità in cottura) saranno valutate a 9, 12 e 18 mesi di maturazione sulla base di: 1. Caratterizzazione istologica; 2. Composizione centesimale; 3. Proprietà fisiche e chimiche; 4. Caratterizzazione dell’amido. Tipo di intervento • Formazione Scienze alimentari e nutrizione Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico • Formazione - diffusione Paesi destinatari Costa D’Avorio Beneficiari 1. Settore agro-alimentare 2. Popolazione Risultati attesi I cibi ricchi di amido come yam e cassava sono gli alimenti di base per le popolazioni africane, e probabilmente rappresentano la principale risorsa di energia per la maggior parte delle persone che vivono nelle aree rurali e urbane. In Costa D’Avorio in particolare, queste risorse subiscono trasformazioni tecnologiche per produrre ingredienti ma la maggior parte di queste piante commestibili viene tradizionalmente usata per consumo quotidiano. Quindi, la qualità in cottura rimane uno dei più importanti fattori determinanti nella valutazione della loro qualità globale. Questo lavoro permetterà di promuovere l’utilizzo di yam e cassava come fonti primarie di amido per differenti scopi, aiutando a compensare le perdite economiche dovute all’impiego di varietà di qualità scadente. La valorizzazione di yam e cassava come fonti di sostanze funzionali potrebbe avere conseguenze positive sullo sviluppo dell’agricoltura e del settore agro-alimentare di questo paese. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Università degli studi di Milano, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche Locali: 1. Università di Abobo-Adjamé- Abidjan 2. Centro Svizzero di Ricerca Scientifica in Costa D’Avorio 100 Attività PRINCIPALI 1. Caratterizzazione istologica (tessuti freschi e cotti, granuli isolati di amido) mediante osservazioni al microscopio ottico; 2. Composizione chimica attraverso metodi ufficiali AOAC. 3. Contenuto di minerali; 4. Proprietà fisiche e chimiche: valutazione visco-amilografica; 5. Caratterizzazione dell’amido: determinazione di: - Amido resistente - Rapporto amilosio/amilopectina mediante metodo colorimetrico ConA - Parametri di gelatinizzazione mediante calorimetria differenziale a scansione. Ente finanziatore Bioversity International Vavilov–Frankel Fellowships 2009 e Imprese private. Durata Da: Gennaio 2010 - A: Dicembre 2015 Possibilità di rinnovo / follow up Si Alimentare/nutrizione Paesi destinatari 1. Colombia 2. Ecuador 3. Bolivia 4. Peru 5. Venezuela Beneficiari 1. Professori, ricercatori, studenti 2. Industrie locali 3. Programmi governativi sulla sicurezza alimentare 4. Consumatori Risultati attesi 1. Miglioramento delle competenze acquisite dagli istituti; 2. Aumento nel numero di studenti delle università. Gli istituti hanno a disposizione personale esperto in grado di fornire assistenza all’industria locale e ai servizi governativi per migliorare la sicurezza alimentare a livello nazionale. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università degli Studi di Milano 2. IILA (Istituto Italo-Latino Americano) Locali: 1. ICTA, Istituto di Scienze e Tecnologia Alimentari, Università Nazionale della Colombia; 2. ICTA, Istituto di Scienze e Tecnologia Alimentari, Università Centrale del Venezuela; 3. Università Tecnica di Ambato - Ecuador; 4. Università Agraria de La Molina - Peru; 5. Fondazione Istituto di Tecnologia Alimentare Bolivia Obiettivi Generale: Rafforzamento degli istituti come punti di riferimento a livello accademico nazionale e per assistenza tecnica all’industria alimentare nazionale e alle politiche nazionali di sicurezza alimentare nell’area del controllo della qualità. Specifici: 1. Migliorare la formazione del personale degli istituti per rafforzare le capacità di ricerca e implementare metodologie analitiche volte alla valutazione di caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche degli alimenti; 2. Rinnovare le infrastrutture degli istituti con strumenti adeguati per effettuare misurazioni analitiche di proprietà fisiche, chimiche e microbiologiche secondo la legge nazionale e internazionale. Attività 1. Studi di fattibilità per identificare lo stato dell’arte di ogni istituto; 2. Formazione del personale degli istituti secondo le priorità e i bisogni dei Paesi della Rete Regionale Andina; 3. Donazione degli strumenti per migliorare i laboratori secondo le priorità e i bisogni. Ente finanziatore MAE mediante IILA (Istituto Italo-Latino Americano) Durata Da: Marzo 2009 - A: Marzo 2012 Possibilità di rinnovo / follow up - 101 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 3.5 3.8 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Rafforzamento dell’Istituto di Scienze e Tecnologia Alimentari (ICTA) di Bogotà Saverio Mannino Professore Ordinario Diego Mora Ricercatore confermato AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 19221 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente Caratterizzazione molecolare di ceppi batterici produttori di batteriocine e sviluppo di applicazioni per i processi di biopreservation degli alimenti. Alimentare/nutrizione Tipo di intervento • Formazione Paesi destinatari Colombia (Bogotà) Beneficiari 1. Professori, ricercatori, studenti 2. Industrie locali 3. Programmi governativi sulla sicurezza alimentare 4. Consumatori Risultati attesi 1. Miglioramento delle competenze acquisite; 2. Aumento nel numero di studenti. ICTA ha un laboratorio e personale esperto in grado di fornire assistenza all’industria locale e ai servizi governativi per migliorare la sicurezza alimentare a livello nazionale. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università degli Studi di Milano 2. IILA (Istituto Italo-Latino Americano) Locali: 1. Università Nazionale della Colombia 2. ICTA, Istituto di Scienze e Tecnologia Alimentari Obiettivi Generale: Rafforzamento dell’Istituto come punto di riferimento a livello accademico e per assistenza tecnica all’industra alimentare nell’ambito del controllo della qualità. Specifici: 1. Rinnovare le infrastrutture dell’ICTA con strumenti adeguati per effettuare misurazioni analitiche di proprietà fisiche, chimiche e microbiologiche secondo la legge nazionale e internazionale; 2. Migliorare la formazione del personale dell’ICTA per rafforzare le capacità di ricerca e implementare metodologie analitiche volte alla valutazione delle caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche degli alimenti. Attività 1. Studi di fattibilità per l’implementazione di un nuovo laboratorio; 2. Donazione di strumenti; 3. Formazione del personale dell’ICTA nell’utilizzo degli strumenti; 4. Formazione generale del personale dell’ICTA in Colombia e in Italia. Ente finanziatore MAE mediante IILA (Istituto Italo-Latino Americano) Durata Da: 1997 - A: Marzo 2007 Possibilità di rinnovo / follow up - 102 AREA TEMATICA Sicurezza alimentare Tipo di intervento • Ricerca Paesi destinatari 1. India (Mysore) 2. Italia Beneficiari Industria alimentare Risultati attesi 1. Selezione di nuovi ceppi batterici produttori di batteriocine; 2. Caratterizzazione tassonomica e molecolare dei ceppi produttori di batteriocine selezionati; 3. Utilizzazione dei cappi batterici selezionati in prodotti fermentati locali (India - Mysore) e verifica della loro efficacia nel controllo dello sviluppo di microrganismi alterativi o agenti di infezioni e intossicazioni alimentari; Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Dr. Diego Mora, Dip. di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano Locali: Dr Prakash Halami, Central Food Technological Research Institute (CFTRI). e-mail: [email protected] tel. 02 503 19237 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente Obiettivi Generale: Miglioramento della produzione, fabbricazione e stoccaggio degli alimenti da parte dell’industria alimentare e dei consumatori. Il fine è quello di limitare le perdite di prodotto dovute al deterioramento microbiologico degli alimenti e di controllare lo sviluppo di microorganismi alterativi o agenti di infezioni e intossicazioni alimentari. Attività 1. Isolamento di ceppi batterici da prodotti fermentati tradizionali indiani locali (IndiaMysore); 2. Valutazione della produzione di batteriocine in grado di controllare lo sviluppo di microorganismi patogeni legati agli alimenti come Listeria monocytognes e Staphylococcus aureus; 3. Caratterizzazione tassonomica e genetica dei ceppi batterici selezionati; 4. Valutazione dell'efficacia dei ceppi selezionati nel controllo dello sviluppo di microorganismi patogeni e alterativi, quando utilizzati in prodotti fermentati tradizionali locali. Ente finanziatore MAE Durata Da: Febbraio 2005 - A: Febbraio 2008 Possibilità di rinnovo / follow up Non rinnovato 103 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 3.7 3.10 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Ricerca applicata per la valorizzazione e la trasformazione di risorse naturali nel processo di lotta alla fame in Ciad and Cameroun Mirella Maria Pontello Professore Ordinario Lotta alla malnutrizione mediante la valorizzazione della Moringa Oleifera come integratore alimentare Mirella Maria Pontello Professore Ordinario e-mail: [email protected] tel. 02 503 15106 Facoltà di Medicina Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia; Nuovo Dip.: Dipartimento della Salute AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 15106 Facoltà di Medicina Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia; Nuovo Dip.: Dipartimento della Salute e la Nutrizione 2. Scuola superiore nazionale di Scienze Agro-industriali di Ngaoundére 3. Università di N’Djamena Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico • Educazione nutrizionale • Ricerca nutrizionale AREA TEMATICA Risorse naturali e tecnologia Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari 1. Ciad: N’Djamena, Vallée du Logone 2. Cameroun: Maroua, Ngaoundere, Vallée du Logone Beneficiari 1. 1000 ricercatori, studenti, docenti per l’esecuzione sul campo dei progetti pilota; 2. 1600 membri del micro forestall business coinvolti in attività economiche relative alla valorizzazione delle risorse naturali locali Numero stimato di beneficiari: 2600 persone. Risultati attesi 1. Controllo, mediante un metodo sostenibile, della gestione dei progetti di ricerca applicata da parte delle istituzioni partner. Definizione e adozione di strumenti e metodi di ricerca condivisi e coordinati; 2. Implementazione di tre nuove tecnologie a livello di progetto pilota (ex: per il processo di essicazione delle foglie di Moringa Oleifera, per l’estrazione supercritical di CO2, per l’estrusione di mattoni di combustibile solido); 3. Diffusione dei risultati principali dell’intervento agli istituti di ricerca regionali e internazionali e alla popolazione locale. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. ACRA ONG 2. CeTAmb, Università di Brescia 3. Dip. di Sanità Pubblica, Università degli Studi di Milano Locali: 1. Centro Nazionale per la Tecnologia Alimentare 104 Obiettivi Generale: Contribuire, a livello internazionale e tra i Paesi ACP, allo sviluppo degli scambi e della rete di istituti di ricerca per uno sfruttamento ottimale e per la condivisione e la qualità dei risultati, con lo scopo di migliorare le condizioni di vita e di salute in Ciad e in Cameroun secondo il primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio. Specifici: Rendere le istituzioni partner in grado di sviluppare ricerche scientifiche applicate di alto livello per contribuire al miglioramento delle condizioni di salute, del controllo dell’ambiente e del miglioramento delle condizioni di vita della popolazione secondo un processo di sviluppo sostenibile e partecipativo. Attività 1. Definizione di metodi comuni per la ricerca applicata; 2. Ricerche partecipative tra le comunità per definire i bisogni primari; 3. Identificazione di progetti pilota; 4. Sviluppo e test di progetti pilota; 5. Studio, test e sviluppo di un tipo di farina fortificata con Moringa Oleifera e altre risorse locali disponibili; 6. Organizzazione di seminari internazionali per la diffusione dei risultati dell’intervento; 7. Diffusione dei risultati tra le comunità locali. Ente finanziatore Acra ONG - Unione Europea, CeTAmb, Università degli Studi di Milano Durata Da: Novembre 2009 - A: Novembre 2012 Possibilità di rinnovo / follow up - Nutrizione Paesi destinatari Chad (Goundi, Dipartimento di Mandoul) Beneficiari 1.5.000 donne e bambini (0-5 anni) 2.600 agenti sanitari, in particolare donne Risultati attesi 1. Diffusione tra gli agenti sanitari e la popolazione dell’area di conoscenze sulle piante e sulle principali possibilità di utilizzo dei prodotti da queste derivati; 2. Adozione di tecniche di produzione della farina di foglie della Moringa da parte dei gruppi femminili; 3. La popolazione, in particolare le madri, acquisiscono nuove conoscenze sul valore nutrizionale dei prodotti derivanti dalla Moringa oleifera. Grazie alle nuove conoscenze, le madri saranno in grado di usare i prodotti derivati e di promuoverne l’uso nella dieta familiare; 4. Analisi e test della Moringa coltivata in Ciad; 5. Identificazione di possibili controindicazioni. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: ACRA ONG (Associazione di Cooperazione rurale in Africa e America Latina) Locali: 1. Centro Nazionale per la Tecnologia Alimentare e la Nutrizione 2. ATCP (Associazione della Comunità Ciadiana per il Progresso) Obiettivi Generale: Combattere la malnutrizione: Moringa oleifera, integratore alimentare negli ospedali pediatrici. Specifici: Diffondere l’uso dei prodotti derivati dalla Moringa oleifera come integratori nutrizionali tra gli agenti sanitari e le famiglie rurali nel distretto sanitario di Goundi. Attività 1. Sensibilizzazione della popolazione sull’accesso alle strutture sanitarie; 2. Corso di formazione per agenti sanitari; 3. Ideazione e distribuzione di materiale pedagogico; 4. Seminari di informazione sulla Moringa oleifera e sua diffusione in Chad; 5. Sensibilizzazione via radio; 6. Supporto a gruppi femminili per la produzione di farina di foglie; 7. Corsi sulla produzione di farina di foglie e sulle condizioni della Moringa; 8. Definizione di un protocollo di ricerca per testare la farina di foglie prodotta in Chad. Ente finanziatore Acra ONG - Regione Lombardia - Centro Nutrizionale di Goundi Durata Da: Marzo 2006 - A: Settembre 2008 Possibilità di rinnovo / follow up Vedi il progetto: “Ricerca applicata per la valorizzazione e la trasformazione di risorse naturali nel processo di lotta alla fame in Ciad and Cameroun”. 105 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 3.9 4.0 Sicurezza degli alimenti e dell'acqua GARANTIRE acqua E CIBO IGIENICAMENTE SICURI Prof. ssa Mirella Pontello Vecchio dip.: Dipartimento di Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia Nuovo dip.: Dipartimento della Salute Con il termine foodborne disease (e waterborne disease), si identifica un ampio spettro di malattie di crescente rilevanza per la sanità pubblica a livello mondiale e di regola associate all’ingestione di alimenti o acqua contaminati da agenti microbici o da sostanze chimiche; tale contaminazione, di origine ambientale, può accadere in ogni stadio lungo la filiera di produzione, trasformazione, conservazione e distribuzione dei prodotti alimentari; le conseguenze per la salute dell’uomo possono parimenti consistere in un ampio spettro di manifestazioni cliniche: da una banale forma gastroenterica a forme invasive a carattere sistemico, neurologico, ecc. anche letali. Dal punto di vista epidemiologico, per molti motivi, non è semplice fornire delle stime precise dell’incidenza mondiale delle malattie di origine alimentare e/o idrica che senza dubbio rappresentano un’importantissima causa di morbosità e mortalità nel mondo (per il 2008 il WHO riferisce il decesso di circa 2,5 milioni di persone per forme diarroiche, nella gran parte dei casi attribuibili al consumo di alimenti o acqua contaminati). Le caratteristiche di questo gruppo molto eterogeneo di malattie e le relative ricadute in termini di salute risultano profondamente differenti in funzione dei diversi contesti socio-economici. Pur considerando che l’analisi della realtà evidenzia situazioni molto variegate, si possono tuttavia schematicamente individuare due distinti scenari, caratterizzanti le due situazioni estreme - da una parte quella dei paesi a basso e dall’altra quella dei paesi ad alto reddito (“low-and high-income countries) -, tra i quali sono collocabili molte situazioni intermedie. • Paesi a basso reddito: in questo contesto il fenomeno più rilevante è rappresentato dal peso delle malattie diarroiche quale causa di morbosità/mortalità infantile: complessivamente secondo le stime più recenti del WHO le malattie diarroiche rappresentano la seconda causa di morte, essendo responsabili dell’8,2% dei decessi (4,4% nei paesi a medio reddito); in questi Paesi alle cause di natura infettiva/microbiologica si associa il drammatico fenomeno della malnutrizione (presente come causa sottostante - underlying cause - nel 53% dei casi di morte in età < 5 anni) e si configura un circolo vizioso strettamente correlato con il fenomeno della povertà: infatti, dalla carenza di risorse discende sia l’insufficiente disponibilità di cibo per le popolazioni che la precarietà delle infrastrutture di prima necessità (acquedotti e sistemi di smaltimento dei rifiuti e dei liquami) come pure la fragilità dei servizi sanitari e la difficoltà di accesso all’assistenza ed alle cure per la popolazione. Questo circolo vizioso pesa soprattutto sulla fascia di età inferiore ai 5 anni; infatti, secondo una recente analisi della letteratura scientifica, si è stimato che complessivamente nei paesi a basso e medio reddito le malattie diarroiche in soggetti di età < 5 anni sono responsabili del 18,7% della mortalità (1.870.000 decessi, di cui 1.384.000 in soli 15 paesi africani ed asiatici). Dal punto di vista etiologico, in queste situazioni prevalgono le malattie dovute ad agenti a tipica 107 trasmissione fecale-orale, tra le quali l’esempio più significativo è rappresentato dal colera, ma si possono anche ricordare la febbre tifoide, la shigellosi, diverse parassitosi (amebiasi) ed anche molte infezioni virali. La catena di trasmissione delle infezioni è soprattutto schematizzabile in questi termini: uomo infetto/malato eliminazione degli agenti microbici con le feci contaminazione dell’ambiente (acque superficiali e suolo) contaminazione degli alimenti (colture vegetali irrigate con acque contaminate e prodotti della pesca) ingestione di alimenti contaminati; in alternativa il percorso può essere attribuito alla contaminazione dell’alimento da parte delle mani del soggetto eliminatore dell’agente patogeno (feci mano bocca). • Paesi ad alto reddito (o industrializzati): in questo caso, pur stimando che circa un terzo della popolazione soffrirebbe di una patologia di origine alimentare ogni anno (negli USA si è calcolato che annualmente si verificherebbero 76 milioni di casi, 325.000 ospedalizzazioni e 5.000 casi di morte per malattie di origine alimentare), il quadro è profondamente diverso da quello dei paesi più poveri; le malattie a trasmissione alimentare, e più raramente idrica, sono associate ai profondi cambiamenti di natura tecnologica intervenuti nella filiera alimentare (si pensi alla globalizzazione dei mercati, al fenomeno dell’allungamento delle filiere di produzione, soprattutto grazie alle estese possibilità di conservazione degli alimenti, ecc.) ed anche alle modificate abitudini di consumo e alla sempre più alta presenza di soggetti fragili nella popolazione (soggetti anziani, immunodepressi, diabetici …). In questo contesto i circuiti di contagio sono diversi e più complessi: di regola si tratta di agenti per i quali sono identificabili serbatoi animali o che hanno il loro habitat a livello ambientale; le possibilità di contaminazione delle filiere di produzione alimentari sono molto ampie e tendono a verificarsi lontano dal soggetto consumatore. La catena del contagio può essere così schematizzata: animali serbatoio/ambiente alimento consumatore e in questo percorso giocano altri fattori definiti “contribuenti” che favoriscono la sopravvivenza e/o lo sviluppo dell’agente patogeno nel prodotto alimentare. Se ci sono molti elementi che giustificano una distinzione tra I paesi in via di sviluppo e quelli industrializzati, non si può tuttavia non evidenziare che alcune tematiche, favorite dalla globalizzazione dei mercati e dalla grande mobilità delle popolazioni, tendono ormai ad essere trasversali. Pur non potendo in questa sede entrare nel merito, citiamo a titolo esemplificativo la questione dell’impiego dei fitofarmaci in agricoltura (pesticidi), la coltivazione di vegetali geneticamente modificati (OGM), le tecniche di acquicoltura. Dai quadri qui sopra sommariamente descritti deriva che - come sottolineato dagli organismi internazionali (WHO, FAO) - la questione della sicurezza alimentare e della sicurezza dell’approvvigionamento idrico rappresentano uno dei temi più rilevanti della sanità pubblica a livello mondiale, pur richiedendo distinte declinazioni in funzione dei diversi contesti socio-economici. Infatti, nei paesi industrializzati, per raggiungere l’obiettivo della sicurezza alimentare, diversi soggetti ed istituzioni sono coinvolti in una serie di attività di monitoraggio, sorveglianza, gestione degli eventi epidemici, programmi di informazione, ecc. e sono vigenti leggi e regolamenti in materia. Si può cioè parlare di un vero “sistema“ della sicurezza alimentare (dalla produzione primaria alla tavola: from farm to fork), cui si accompagna, da parte della popolazione, una forte consapevolezza dei rischi correlati ai consumi alimentari. Anche se non si può negare che alla complessità del sistema produttivo ormai globalizzato si associa un certo grado di esposizione a rischi nuovi e di diversa natura - ne sono esempi la questione della cosiddetta “mucca pazza” o su più ampia scala i rischi connessi ai 108 sistemi di acquacultura - si deve rilevare che da parte della popolazione il livello di preoccupazione, e a volte di vero allarme, è progressivamente cresciuto negli ultimi decenni a fronte di un notevole sforzo messo in atto a livello dell’industria e delle istituzioni competenti per garantire un grado di sicurezza che oggi può essere giudicato soddisfacente. Diversa è la situazione dei paesi a più basso reddito, per i quali il tema della sicurezza alimentare (food safety) si coniuga con quello, della food security, cioè della necessità di combattere la malnutrizione assicurando una sufficiente quantità di cibo per la popolazione. In questi contesti il sistema della sicurezza alimentare è ovviamente molto fragile e meno organizzato ed anche da parte della popolazione il tema della food security viene comprensibilmente avvertito come prioritario. A questa fragilità del sistema della sicurezza concorrono problemi legati alla carenza delle infrastrutture e all’urbanizzazione, come pure le modalità di produzione–distribuzione degli alimenti che la FAO definisce “informali”: si tratta di prodotti freschi o trasformati, (sea-food e street-food) venduti direttamente al consumatore. Strettamente connesso ed interagente con il tema della sicurezza alimentare si pone quello della sicurezza dell’approvvigionamento idrico. Infatti, mentre nei paesi industrializzati la fornitura di acqua potabile viene considerato come un dato di fatto omai acquisito, quasi scontato, a livello globale la questione della sicurezza dell’acqua è tutt’altro che risolta; si calcola che 1,1 bilioni di persone non abbia accesso a fonti di acqua sicura e 2,4 bilioni non usufruisca di impianti di sanificazione di base (ma si teme che potrebbero essere 2,7 bilioni nel 2015). Si stima che intervenire su questo settore consentirebbe di prevenire a livello globale il 4% del carico totale di malattia (“global disease burden”). Le malattie correlate all’acqua sono moltissime e sono prevalentemente di natura infettiva (malattie diarroiche a diversa etiologia quali colera, febbre tifoide, …) e tra queste molte sono associate all’ingestione di acqua o all’uso di acqua contaminata per la preparazione di alimenti (malattie propriamente water-borne), anche se non si possono trascurare altre situazioni in cui l’elemento “acqua” risulta implicato nell’insorgenza di malattia nell’uomo (malattie waterwashed, water based e water-related-vector). In questo volume sono riportate le schede di quattro progetti svolti nell’ambito della cooperazione internazionale, con i quali alcuni ricercatori dell’Università di Milano in tema di “sicurezza alimentare ed idrica” hanno inteso intervenire su aspetti diversi, e precisamente: • il progetto svolto in Colombia ha sostenuto la formazione di competenze per favorire la produzione in sicurezza di prodotti alimentari autoctoni; • il progetto che si è svolto in Cina ha considerato la questione del rischio connesso all’utilizzo di pesticidi in agricoltura, privilegiando aspetti formativi e di trasferimento tecnologico; • due progetti hanno riguardato la sicurezza delle risorse idriche, in Mali e in Tanzania, avendo entrambi obiettivi sia di carattere formativo che di trasferimento di competenze alla comunità locale; • un progetto in Nigeria volto a migliorare le competenze sui problemi di food packaging • un progetto in Argentina, Brasile, Cina e Sudafrica volto a valutare i rischi ed i benefici del consumo di integratori alimentari. 109 4.2 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Programma di educazione sulla salute rurale Claudio Colosio Ricercatore Confermato Miglioramento della qualità e quantità dell’acqua potabile nei villaggi rurali in Mali Silvana Galassi - Vincenzina Andreoni Professori Ordinari Salute rurale e-mail: [email protected] tel. 02 503 23305 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Medicina del Lavoro; Nuovo Dip.: Dipartimento della Salute AREA TEMATICA e-mail: [email protected] [email protected] tel. +39 02 503 14838 - 19155 Facoltà di Scienze MM, FF e NN. Vecchio Dip.: Biologia; Nuovo Dip.: Bioscienze Tipo di intervento • Trasferimento tecnologico Specifici: 1. Fornire competenze per gestire il processo di valutazione dei pesticidi nella fase pre-marketing; 2. Supporto a un processo di miglioramento dei sistemi locali di prevenzione, gestione e valutazione dei rischi derivanti da pesticidi Attività Preparazione di un corso di 4 giorni che coinvolga il personale del Dipartimento di Agricoltura, Pesca e Conservazione, Divisione Normativa Piante e Pesticidi di Hong Kong. Il programma del corso si è articolato come segue: a. Introduzione ai pesticidi, inclusi la classificazione, le modalità di azione, gli ingredienti attivi e la formulazione, informazioni sulla registrazione, fonti di informazione; b. Processo di autorizzazione dei pesticidi (principi); valutazione dei rischi nella fase pre marketing; modalità di applicazione dei pesticidi e rischi per la salute, equipaggiamento protettivo per la persona; c. Misurazione e valutazione dell’esposizione; d. Effetti sulla salute (acuti e cronici); modalità d’azione; specificità dei singoli composti; e. Dati epidemiologici; problemi emergenti (effetti neuro-comportamentali; sconvolgimento endocrino); f. Effetti sull’ambiente; g. Giochi di ruolo ed esercizi pratici; h. Dibattito: organizzazione di un sistema nazionale di prevenzione dei rischi dei pesticidi. Ente finanziatore Dipartimento di Agricoltura, Pesca e Conservazione, Divisione Normativa Piante e Pesticidi di Hong Kong. Durata Da: 01 Novembre 2008 - A: 10 Novembre 2008 Possibilità di rinnovo / follow up Si, periodicamente. Formato usato anche in altri paesi tropicali. Tipo di intervento • Ricerca • Educazione AREA TEMATICA Paesi destinatari Cina (Hong Kong) Beneficiari 1. Agricoltori 2. Popolazione e consumatori di Hong Kong in generale 3. Personale del Dipartimento Agricoltura, Pesca e Conservazione, Divisione Normativa Piante e Pesticidi di Hong Kong 4. Ambiente naturale Risultati attesi Miglioramento della capacità di valutazione e gestione dei rischi da pesticidi, nelle fasi pre e post marketing. Nella fase pre marketing, le principali aree di miglioramento sono la registrazione, l’autorizzazione e la catalogazione con particolare attenzione ai nuovi composti. Nella fase post marketing, sono state fornite sia alla popolazione che agli addetti ai lavori abilità specifiche circa la valutazione e la gestione dei rischi, la protezione ambientale e sanitaria. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Dip. di Medicina del Lavoro e Ambientale, Università degli Studi di Milano; 2. Centro Internazionale di Salute Rurale, Ospedale San Paolo 3. Centro Internazionale per gli Antiparassitari e la Prevenzione Sanitaria, Ospedale Luigi Sacco Locali: Dipartimento di Agricoltura, Pesca e Conservazione, Divisione Normativa Piante e Pesticidi di Hong Kong. Obiettivi Generale: Migliorare la valutazione e la gestione dei rischi chimici. 112 Ecologia applicata e microbiologia Paesi destinatari 1. Mali 2. Altri paesi della regione del Sahel Beneficiari (popolazione Dogon, Mali) 1. Popolazione di villaggi rurali 2. Studenti universitari di Bamako 3. Studenti universitari di Milano Risultati attesi 1. Creazione di un protocollo sostenibile per la disinfezione dell’acqua nei piccoli villaggi rurali; 2. Creazione di un gruppo scientifico di riferimento con competenze complementari nel campo dello sfruttamento dell’acqua potabile, in grado di supportare le azioni delle organizzazioni non governative nei Paesi in Via di Sviluppo. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Locali: - Obiettivi Generale: Migliorare la disponibilità dell’acqua. Specifici: 1. Trattamenti di potabilizzazione dell’acqua; 2. Sfruttamento della falda acquifera; 3. Formazione sulla sostenibilità dell’acqua. Attività 1. Sperimentazione di sistemi semplici di potabilizzazione; 2. Studi idrogeologici; 3. Interventi per migliorare la disponibilità d’acqua nei villaggi rurali; 4. Corsi di formazione per studenti per la diffusione di sistemi avanzati di potabilizzazione nei villaggi rurali. L’obiettivo del progetto è di mettere insieme l’esperienza di differenti gruppi di ricerca operanti presso l’Università degli Studi di Milano (Ecologia, idrogeologia, microbiologia) per un approccio sinergico al fine di migliorare la disponibilità di acqua potabile nella regione del Sahel. Tecniche innovative, semplici ed economiche verranno utilizzate per disinfettare l’acqua raccolta nei bacini di superficie durante la stagione delle piogge. Il progetto prevede anche momenti formativi perché il successo di queste pratiche dipende dalla collaborazione della popolazione. Si realizzeranno studi idrogeologici per valutare la possibilità di sfruttare le sorgenti d’acqua esistenti al fine di fornire acqua ai villaggi mediante la costruzione di condutture. Ente finanziatore Yacouba for Africa (ONG) Durata Da: Gennaio 2010 - A: Gennaio 2013 Possibilità di rinnovo / follow up - 113 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 4.1 4.4 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Fellowship on Packaging Technologies and Solutions for Developing Countries Luciano Piergiovanni Professore Ordinario Acqua potabile nel distretto di Chake Chake, isola di Pemba, Zanzibar Mirella Maria Pontello Professore Ordinario AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel.: + 39 02 50319192 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 15106 Facoltà di Medicina Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia; Nuovo Dip.: Dipartimento della Salute Obiettivi Specifici: 1.Trasferimento di conoscenze avanzate a riguardo delle tecnologie e dei materiali di confezionamento alimentare 2.Acquisizione della capacità di condurre analisi di caratterizzazione di diversi materiali di confezionamento 3.Specifiche e generali competenze sui principali problemi di food packaging Tipo di intervento • Formazione • Trasferimento tecnologico • Servizi alla comunità Food Safety and Food Processing/Output E21 Tipo di intervento • Formazione, • Trasferimento di tecnologia, Paesi destinatari Nigeria Beneficiari (donne, agricoltori, studenti, gruppi destinatari o etnici specifici, etc..) 1. Sig.na Adetola OLUGBILE, Laureata in Food Microbiology and Biotechnology Risultati attesi Acquisire la capacità di scegliere e selezionare i migliori imballaggi per differenti tipi di prodotti alimentari. L’abilità di condurre analisi di caratterizzazione dei diversi materiali di confezionamento. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. ICS Centro Internazionale per la Scienza e l’Alta Tecnologia dell’UNIDO 2. UNIDO Locali: PACKLAB del DISTAM, Università di Milano Attività 1.Collaborazione alle attività di ricerca in corso; 2.Visite tecniche presso laboratori esterni e aziende di produzione di materiali di confezionamento; 3.Studio e letture di testi e letteratura scientifica inerente i problemi di food packaging. La beneficiaria sarà inserita nello staff del Laboratorio ed avrà modo di seguire diverse attività differenti che riguardano l’idoneità dei materiali di confezionamento, il loro sviluppo, gli studi di Shelf Life. Ente finanziatore ICS-UNIDO e fondi propri del DISTAM Durata Da: Luglio - A: Dicembre 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Non conosciuta 114 Acqua e igiene Paesi destinatari Tanzania (Pemba - Zanzibar) Beneficiari 1. Comunità locale del distretto di Chake Chake: circa 89.000 persone 2. Tecnici del Laboratorio di Salute Pubblica di Pemba 3. Tecnici dell’Autorità dell’Acqua di Zanzibar e di Ingegneri senza Frontiere Risultati attesi 1. Georeferenziamento di 14 stazioni di pompe idrauliche del distretto; 2. Raccolta di informazioni; 3. Delineare il sistema di distribuzione raccogliendo le posizioni di tutte le valvole, dei pozzi di controllo, dei punti di diramazione e dei rubinetti così come la lunghezza, la misura e i materiali delle tubature; 4. Analisi microbiologica di 619 campioni; 5. La contaminazione fecale si è verificata in tutti i sistemi idrici pubblici. 6. Analisi chimica di 164 campioni. Tutti i campioni non sono risultati accettabili per temperature e durezza, ma accettabili per pH, fluoruro e nitrato; 7. Differenti trend di accettabilità per corrosione e inquinamento biologico; 8. Compimento positivo del corso di formazione di 2 settimane per gli insegnanti; 9. 64 famiglie dispongono ora di acqua potabile mediante rubinetti collegati alla conduttura privata e solo 4 famiglie ricevono una fornitura costante; 10. 236 famiglie raccolgono acqua da pozzi pubblici non protetti. Ente Promotore Fondazione Ivo de Carneri Partner Italiani e internazionali: 1. Dip. di Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia, Università degli Studi di Milano 2. Ingegneri senza Frontiere, Università di Trento Locali: 1. Laboratorio di Salute Pubblica "Ivo de Carneri" 2. Zanzibar Water Department Obiettivi Generale: Migliorare le condizioni di salute della popolazione attraverso il risanamento delle fonti idriche e la maggiore disponibilità di acqua potabile. Specifici: 1. Verificare le condizioni delle fonti idriche primarie e secondarie del Distretto; 2. Determinare le caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche dei campioni di acqua prelevati da fonti primarie e secondarie; 3. Mettere il PHL-IdC in grado di eseguire autonomamente l’analisi delle acque; 4. Formare gli insegnanti delle scuole primarie sul corretto utilizzo dell’acqua. Attività 1. Georeferenziamento delle stazioni di pompe idrauliche e della rete di acqua potabile; 2. Test su parametri microbiologici e fisico-chimici; 3. Programma educativo sulla prevenzione e il controllo di malattie intestinali trasmesse via acqua e per via oro-fecale, rivolto a 60 docenti delle scuole primarie e secondarie. Ente finanziatore Provincia autonoma di Trento Durata Da: 2005 - A: 2006 Possibilità di rinnovo / follow up Si 115 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 4.3 4.6 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Integratori alimentari con ingredienti vegetali: livelli di consumo, valutazione del rischio/beneficio Patrizia Restani Professore Associato Confermato Progetto sul controllo della qualità degli alimenti Claudia Sorlini Professore Ordinario AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 18371 Facoltà di Farmacia Vecchio Dip.: Scienze Farmacologiche; Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche e Biomolecolari Alimenti e agricoltura e-mail: [email protected] tel. 02 503 19162 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente Tipo di intervento • Formazione Obiettivi Generale: Dare ai giovani laureati la possibilità di fare esperienza nel laboratorio di microbiologia della facoltà di agraria, apprendendo in particolar modo metodi e tecniche per il controllo della sicurezza alimentare. Specifici: Mettere i giovani stagisti nelle condizioni di attrezzare adeguatamente i laboratori dell’università di Tunja. Farmacia Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari 1. Argentina 2. Brasile 3. Cina 4. Sudafrica Beneficiari 1. Consumatori 2. Gruppi a rischio (donne in gravidanza, bambini, etc.) Risultati attesi Identificazione di un nuovo approccio integrato relativo allo sviluppo di integratori alimentari con ingredienti vegetali. C’è una crescente richiesta di alimenti e integratori alimentari di alta qualità, sicuri, con proprietà salutistiche. In modo particolare, gli integratori alimentari vegetali hanno un grande consenso tra i consumatori. Sebbene i prodotti botanici siano usati da decenni per i benefici che apportano alla salute, sussiste ancora una mancanza di dati, informazioni e strumenti che assicurino la loro sicurezza e che confermino scientificamente i vantaggi che questi possono offrire ai consumatori. In Europa, lo sviluppo di integratori alimentari contenenti vegetali potrebbe condurre a una notevole crescita sul mercato. Tuttavia, l’attuale situazione scientifica e normativa pone alcune barriere alla crescita. Per proteggere i consumatori, e sfruttare le opportunità offerte dal mercato, è necessario un nuovo approccio integrato. Dato che l’industria europea degli integratori alimentari vegetali non opera da sola, questo approccio integrato richiede una cooperazione a livello internazionale. Ente Promotore Università degli Studi di Milano Partner Italiani e internazionali: 116 1. Bio detection System (NL) 2. Fundación para la investigation Nutritional (SP) 3. Hylobates Consulting (IT) 4. Istituto Superiore di Sanità (IT) 5. Swiss Toxicological Information Centre (CH) 6. Other 16 European partners Locali: 1. Università di Buenos Aires 2. Università di San Paolo 3. Institute Medicinal Plant Development, Cina 4. CSIR Science Sudafrica Obiettivi Generale: Ricerche sugli aspetti scientifici alla base dell’uso corretto degli integratori alimentari e supporto ai processi decisionali di organismi internazionali. Specifici: 1. Valutare i benefici apportati dagli integratori alimentari sulla salute; 2. Valutare i rischi associati al consumo di integratori alimentari; 3. Fare una stima dei livelli di consumo in Europa. Obiettivi del progetto: - Meta-database dei dati sul consumo di integratori alimentari vegetali, le sostanze biologicamente attive e i contaminanti ad essi associati; - Messa a punto di modelli per la valutazione del loro beneficio, del rischio e del rischio/beneficio; - Informazione agli operatori e ai consumatori anche a livello di cooperazione internazionale. AREA TEMATICA Paesi destinatari Colombia (Tunja-Boyacà) Beneficiari 1. Università 2. Associazioni di agricoltori 3. Associazioni di allevatori Risultati attesi 1. Apprendimento da parte degli stagisti di: a) tecniche del controllo della qualità degli alimenti; b) metodi per impostare le ricerche per la valorizzazione dei prodotti alimentari autoctoni; c) metodi per attrezzare i laboratori dell’università di Tunja; 2. Creazione di collaborazioni strette tra le due università partner. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Università degli Studi di Milano Locali: Fundación Universitaria Juan D. Castellanos Attività 1. Acquisizione di esperienza di laboratori di analisi filiera latte; 2. Acquisizione di esperienza di laboratori di filiere alimentari (carnei). Ente finanziatore IILA (Istituto Italo - Latino Americano) Durata Da: 2010 - A: 2011 Possibilità di rinnovo / follow up - Attività 1. Raccolta dati; 2. Prove sperimentali; 3. Formazione. Ente finanziatore Unione Europea Durata Da: Giugno 2010 - A: Maggio 2014 Possibilità di rinnovo / follow up Rispondendo a un nuovo Bando dell’Unione Europea 117 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 4.5 5.0 Ambiente SVILUPPO NEL RISPETTO DELL'AMBIENTE Prof.ssa M. Daniela Candia, Paolo Tremolada Vecchio dip.: Dipartimento di Biologia Nuovo dip.: Dipartimento di Bioscienze Le tematiche ambientali sono una componente essenziale delle politiche di cooperazione internazionale in quanto, nell’interesse del singolo paese e, più in generale, in quello dell’intera comunità internazionale, promuovono e garantiscono una più efficace difesa dell’integrità delle risorse naturali e favoriscono un loro utilizzo sostenibile. Tra queste risorse uno degli aspetti più rilevanti è quello relativo alle risorse idriche ed agricole, tematiche tra loro interconnesse e che risultano, in molti paesi, entrambe parzialmente compromesse dall’inquinamento o dal sovrasfruttamento. Le pratiche agricole utilizzano la risorsa idrica come fattore produttivo primario e attraverso un uso non adeguato della stessa possono determinarne alterazioni qualitative e quantitative notevoli che vanno a discapito tanto degli ecosistemi acquatici (inquinamento dei fiumi e delle falde) quanto dell’agricoltura stessa (carenza d’acqua, salinizzazione dei terreni). In questo ambito, la conoscenza degli aspetti qualitativi e quantitativi delle risorse idriche e la loro difesa da fenomeni di deterioramento e di sovrasfruttamento per le pratiche agricole è uno degli obiettivi più impegnativi per le popolazioni e per chi le governa. Il presupposto della difesa delle risorse idriche è la conoscenza della disponibilità d’acqua sia superficiale che di falda. Questo aspetto quantitativo, anche in previsione di possibili cambiamenti nella frequenza ed abbondanza delle piogge, deve però essere affiancato da una valutazione qualitativa dell’integrità della risorsa idrica. I principali problemi di alterazione degli ecosistemi acquatici sono legati agli scarichi civili con problemi di sanitari e di eutrofizzazione per effetto dell’arricchimento delle acque in azoto e fosforo. Accanto ai nutrienti, gli scarichi civili e soprattutto quelli industriali determinano la dispersione di contaminanti organici ed inorganici. Gli scarichi civili veicolano contaminanti ed in particolar modo metalli pesanti a causa del dilavamento del manto stradale ad opera delle piogge le cui acque normalmente sono convogliate in fognatura insieme agli scarichi civili veri e propri. Gli scarichi industriali poi possono determinare, se non adeguatamente depurati, notevoli quantitativi di prodotti indesiderati quali metalli pesanti (Cd, Cr, Pb, Ni, Zn, Cu), mercurio o prodotti organici quali solventi, idrocarburi, fenoli ed altri prodotti chimici a seconda delle lavorazioni e dei sistemi industriali utilizzati. Per esempio la chimica del cloro ha utilizzato tradizionalmente un sistema a celle cloro-soda con catalizzatore di mercurio che ha determinato un considerevole rilascio di questo elemento nell’ambiente. Le esperienze maturate da UNIMI in diversi progetti di cooperazione internazionale, in particolare con paesi come l’Iraq ha permesso di focalizzare quali sono i principali problemi ambientali connessi alle risorse idriche e al comparto agricolo. Alcuni di questi si possono raggruppare nelle seguenti categorie: 1) depurazione degli scarichi civili ed industriali ed utilizzazione in agricoltura delle acque reflue; 119 2) desertificazione e salinizzazione dei terreni agricoli per effetto di un uso non sostenibile e bilanciato delle risorse idriche 3) inquinamento chimico delle falde acquifere e loro sovrasfruttamento; 4) inquinamento da idrocarburi del suolo e del sottosuolo; 5) alterazione e contaminazione degli ecosistemi acquatici 6) assenza di una legislazione efficace a difesa dei suoli e degli ecosistemi acquatici. Questi problemi ambientali sono comuni alla maggior parte dei paesi delle regioni aride o semidesertiche che hanno sperimentato uno sviluppo economico socialmente molto sbilanciato e caratterizzato da un utilizzo di processi produttivi molto inquinanti che in altri paesi non potrebbero operare. A questo si aggiunge il problema della gestione incontrollata dei rifiuti tossici e delle apparecchiature elettroniche provenienti dai paesi industrializzati. L’urgenza di trasferire in questi paesi anche le tecnologie più idonee per la difesa delle risorse naturali, al fine di ridurre e prevenire i fenomeni di inquinamento diffuso attualmente presenti in molte aree, rende la cooperazione internazionale sulle tematiche ambientali una delle priorità a livello politico-istituzionale. Per esempio la dispersione in atmosfera, o attraverso le acque di lavaggio o di scarto, di un notevole numero di sostanze potenzialmente dannose per gli ecosistemi acquatici e per la biocenosi in generale, ha portato allo sviluppo di metodologie specifiche di controllo dello stato di salute dei corpi idrici in grado di definire lo stato ecologico dei corsi d’acqua in relazione alla presenza di composti chimici di origine antropica che direttamente o indirettamente arrivano ad essi. Queste metodologie fanno riferimento a saggi ecotossicologici di laboratorio più o meno complessi, a breve o a lungo termine, su un numero ridotto di specie che vengono assunte come rappresentative delle comunità biologiche degli ecosistemi acquatici (alghe, Daphnia e pesci). Un caso particolare di effetti tossici non letali dovuti ad esposizione a basse dosi di contaminanti ambientali è quello che riguarda i composti ad azione pseudo-ormonale che interferiscono con i processi riproduttivi e di sviluppo. Per gli ecosistemi marini, per esempio, un gruppo di ricerca di UNIMI ha cercato di individuare i modelli animali più idonei per caratterizzare i possibili effetti sul sistema endocrino di un certo numero di sostanze, per arrivare poi ad una valutazione del rischio anche per l’uomo. È stato messo a punto un sistema sperimentale di esposizione a medio termine di alcune specie comuni di invertebrati marini (ricci di mare e comatule) e i potenziali effetti tossici vengono evidenziati utilizzando tecniche istologiche e biochimiche, con cui si analizzano l’andamento di una serie di processi legati al controllo ormonale dell’organismo quali: lo sviluppo degli organi riproduttivi ed il processo di rigenerazione. In ambiente d’acqua dolce il bivalve Dreissena polymorpha è stato oggetto di numerosi studi in particolare per rilevare fenomeni di genotossicità causata dall’esposizione a contaminanti organici. Queste metodologie possono essere trasferite ai paesi interessati come bagaglio tecnico-culturale per il controllo ed il monitoraggio ambientale sia di ecosistemi d’acqua dolce (utilizzando altre specie) sia per gli ecosistemi marini che poi rappresentano il recettore finale anche degli scarichi in acqua dolce. applicazione permette di definire il tipo di tossicità nei confronti di diversi taxa animali e vegetali. A questo scopo sono state sviluppate diverse relazioni quantitative per la tossicità di 650 pesticidi verso organismi acquatici (alghe, Daphnia e pesci) e terrestri (lombrico, ape, uccelli). Oltre alla valutazione degli effetti tossici, la stima del rischio ambientale di un prodotto chimico prevede anche la stima dell’esposizione ovvero la quantificazione delle concentrazioni ambientali prevedibili o già presenti di un composto nei vari comparti ambientali (acqua, aria, suolo, sedimenti). La stima dell’esposizione prevede un intenso monitoraggio chimico delle varie matrici ambientali nel tempo ed in determinate stazioni significative (a valle dagli scarichi e nei punti di confluenza dei fiumi) o in alternativa l’utilizzo di modelli di distribuzione ambientale. Questi modelli possono essere molto semplici come quelli basati semplicemente sulla distribuzione partitiva di un composto tra le cinque matrici ambientali fondamentali (acqua, aria, suolo, sedimenti e biota) all’equilibrio, o più complessi come i modelli di dispersione da una sorgente puntiforme o per effetto di una dispersione variabile nel tempo. A questo scopo, un gruppo di ricerca di UNIMI ha realizzato dei modelli matematici dinamici per la previsione del destino ambientale di contaminanti organici non ionizzati in ambienti acquatici in seguito a scarichi singoli o ripetuti nel tempo e mappe di contaminazione ambientale per composti semivolatili e persistenti quali i policlorodifenili. In questo campo, che prevede in particolare l’utilizzo di metodi matematici e di simulazioni, meno costosi e impegnativi di metodi di laboratorio, il trasferimento delle conoscenze e delle metodologie scientifiche può rappresentare un contributo molto valido alla cooperazione internazionale finalizzata alla protezione dell’ambiente con potenziali risultati a breve termine. I diversi aspetti scientifici che riguardano l’alterazione dell’integrità e funzionalità dei sistemi naturali devono essere considerati e integrati nel loro insieme mediante una visione unitaria della complessità del sistema e delle sue interconnessioni. Dato il grandissimo numero di sostanze chimiche potenzialmente inquinanti e la notevole diversificazione dei meccanismi di tossicità nei diversi organismi sono state sviluppate delle metodologie statistiche per analizzare le relazioni interspecifiche nel campo della tossicità acuta, che poi sono alla base dell’estrapolazione tossicologica dei dati dagli animali all’uomo. Queste relazioni permettono di avere dei dati indicativi di tossicità in caso di assenza di dati sperimentali e la loro 120 121 5.2 TITOLO DEL PROGETTO Referente Sviluppo sostenibile delle comunità etiopi Johann Baumgartner Professore Straordinario AREA TEMATICA e-mail: [email protected] Tel: 02 503 16757 Facoltà di Agraria Vecchio Dip.: Protezione dei Sistemi Agroalimentare e Urbano e Valorizzazione delle Biodiversità ; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente Capitale ecologico (Biodiversità) Capitale sociale (Diversità istituzionale) Capacità adattative dei sistemi socio-ecologici (Resilienza) Tipo di intervento • Gestione adattativa dei vettori di malattie umane e animali; • Supporto alle comunità etiopi verso il miglioramento del capitale ecologico e sociale attraverso il perfezionamento delle loro capacità adattative. Paesi destinatari 1. Etiopia 2. Altri Paesi dell’Africa Sub-sahariana (in fase di definizione) Beneficiari 1. Comunità etiopi 2. Università etiopi 3. Comunità e istituzioni di altri Paesi dell’Africa Sub-sahariana (in fase di definizione) Risultati attesi 1. Riduzione dell’incidenza delle malattie animali nelle comunità etiopi; 2. Riduzione dell’incidenza della malaria nelle comunità etiopi; 3. Potenziamento del capitale ecologico (biodiversità) e del capitale sociale (capitale istituzionale) nelle comunità etiopi; 4. Miglioramento delle capacità adattative delle comunità etiopi; 5. Formazione in loco degli abitanti dei villaggi e dimostrazione delle tecnologie appropriate. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università del Molise, Campobasso 2. Centro per l’Analisi di Sistemi Agricoli Sostenibili, Kensington, USA 3. Università di Oxford, UK Locali: Dr. Getachew Tikubet, Fondazione BioEconomy, Addis Abeba, Etiopia 124 Obiettivi Generale: Ridurre la povertà e migliorare la sostenibilità delle comunità etiopi. Specifici: 1. Migliorare la salute del bestiame; 2. Migliorare la salute delle persone; 3. Migliorare la sostenibilità dei sistemi socio-ecologici. Attività 1. Controllo integrato della mosca tse tse a livello comunitario, affidandosi principalmente a trappole innescate con odori, utilizzate secondo un sistema adattativo di gestione; 2. Controllo integrato delle zanzare a livello comunitario facendo affidamento principalmente sulla gestione di allevamenti; 3.Creazione di comunità sostenibili per attività di ricerca, dimostrazioni e formazione. Ente finanziatore Fondazione BioEconomy, Addis Ababa, Ethiopia Grant all’Università del Molise, Campobasso. Durata Da: Gennaio 1995 - A: Dicembre 2010 Possibilità di rinnovo / follow up Da valutare (Ottobre 2010) TITOLO DEL PROGETTO Referente Monitoraggio degli agenti inquinanti organici e persistenti alla foce del fiume Gange Andrea Paolo Binelli Ricercatore Confermato AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 14714 Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Vecchio Dip.: Biologia; Nuovo Dip.: Bioscienze Chimica Ambientale Tipo di intervento • Ricerca • Valutazione dei rischi ambientali Paesi destinatari India (Calcutta) Beneficiari 1. Scienziati 2. Cittadini Risultati attesi Questo lavoro è uno dei primi studi fatti sulla valutazione di diverse classi di agenti inquinanti alla foce del fiume Gange, con lo scopo di identificare eventuali problemi ambientali dovuti all’inquinamento. In particolare, per la prima volta sono state studiate le nuove classi di eteri difenil-polibromurati presenti nei sedimenti del fiume Gange. Il risultato principale della ricerca è stata l’identificazione di possibili aree “hot-spot” in questo ecosistema acquatico molto particolare: i luoghi presi come campione vicino alla città di Calcutta sono risultati molto più contaminati da agenti inquinanti artificiali rispetto alle aree della foresta di mangrovie di Sundarbans, non toccate da urbanizzazione e industrializzazione. Obiettivi Generale: Analisi di composti organici del fiume Gange. Specifici: 1. Valutazione dei rischi ambientali; 2. Diminuzione dell’inquinamento dell’acqua a fronte dell’identificazione di agenti inquinanti dell’acqua presenti nell’ecosistema studiato. Attività 1. Indagine su profili congeneri di diversi residui di agenti inquinanti organici persistenti in campioni di sedimenti (PCBs, PBDEs, PAHs, DDTs, HCB, HCHs) che ricoprono sette siti della foresta di mangrovie di Sundarbans, nell’area nord-orientale del Golfo del Bengala; 2. Valutazione di possibili danni per gli organismi bentonici a causa della contaminazione PAH attraverso l’uso delle Linee guida Internazionali per la Qualità dei Sedimenti (SQGs). Ente finanziatore Durata Da: 2006 - A: 2009 Possibilità di rinnovo / follow up - Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Milano Locali: 1. Dr. Santosh Sarkar, Università di Calcutta; 2. Dipartimento di Scienze Marine, Università di Calcutta; 3. Safety Group, Dipartimento di Sicurezza Industriale e Ambientale, Centro per la Ricerca Atomica Indira Gandhi. 125 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 5.1 5.4 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Rigenerazione negli invertebrati marini Maria Daniela Candia Professore Ordinario CORSO INTENSIVO 2010: Prodotti agricoli derivati e contaminazione ambientale Maria Daniela Candia Professore Ordinario Biologia rigenerativa e-mail: [email protected] Tel 02 503 14788 Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Vecchio Dip.: Biologia; Nuovo Dip.: Bioscienze AREA TEMATICA e-mail: [email protected] Tel 02 503 14788 Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Vecchio Dip.: Biologia; Nuovo Dip.: Bioscienze Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico Obiettivi Generale: Programma di scambio Italia - Cina, Fellowship 2003. Specifici: Borsa di studio della durata di 10 mesi per ricercatori cinesi presso istituti di ricerca italiani. Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico Attività 1. Attività sperimentale volta a indurre la rigenerazione negli animali tenuti in laboratorio; 2. Studio dei processi e delle fasi rigenerative; 3. Analisi istologica e ultrastrutturale dei tessuti e delle cellule rigeneratrici. Beneficiari 1. Tecnici 2. Ricercatori 3. Dottorandi AREA TEMATICA Paesi destinatari Cina (Nanchang) Beneficiari 1. Ricercatori 2. Studenti Risultati attesi I risultati ottenuti in merito ai meccanismi e ai processi di rigenerazione sono stati recentemente pubblicati in: Biressi et al (2010) Wound healing and arm regeneration in Ophioderma longicaudum and Amphiura filiformis: comparative morphogenesis and histogenesis. Zoomorphology, 129: 1–19. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. P. Burighel, Dip. di biologia, Università di Padova 2. M.C, Thorndyke, Kristineberg Marine Station, 45034 Fiskebackskil, Svezia Locali: Dr. ZOU TING, Medical College dell’Università di Nanchang, 330006 Nanchang 126 Ente finanziatore MAE - DGPC (Ministero degli Affari Esteri Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale) Durata Da: Novembre 2002 - A: Agosto 2003 Possibilità di rinnovo / follow up Nessun rinnovo La collaborazione è ancora attiva Ecologia - ambiente Paesi destinatari Iraq Risultati attesi 1. Coinvolgimento attivo dei partecipanti in tutte le attività previste dal corso; 2. Sviluppo delle capacità comunicative dei partecipanti, tra cui interazioni formali con gli istruttori, lavori di gruppo con altri partecipanti, presentazioni orali di problemi e risultati, report scritti; 3. Definizione da parte di ogni partecipante di un progetto specifico individuale da eseguire in Iraq, possibilmente in collaborazione con il personale italiano. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università dell’Insubria 2. ICIS- Centro dell’Insubria sulla Sicurezza Internazionale Locali: 1. CNR-IRSA 2. CNR-ISE 3. Ministero Iracheno per l’Educazione e la Ricerca Obiettivi Generale: Programma di formazione e ri-orientamento per esperti iracheni nel campo della tecnologia biochimica per le applicazioni pacifiche Specifici: 1. Formazione di base (elementi teorici, bibliografia di base) 2. Lezioni pratiche in laboratorio su tematiche specifiche. Attività 1. Tre mesi di corso intensivo con attività rivolte ai ricercatori iracheni da tenersi in Italia e in Iraq 2. Programma articolato in tre fasi: attività didattiche in Iraq, attività didattiche e formative in Italia, scambi a distanza di comunicazioni e report 3. Tre settimane di mini-tirocini da effettuare in laboratori e strutture differenti su tematiche specifiche. Il corso è rivolto a tecnici ed esperti con un background limitato o troppo specifico nelle scienze applicate, che hanno bisogno di reindirizzare la loro preparazione tecnica verso l’ecologia applicata e l’ecotossicologia. Durante il corso, gli studenti frequentano lezioni frontali, lezioni pratiche in laboratorio, effettuano piani di lavoro sperimentali e analisi di dati a tutti i livelli, tra cui metodi statistici e analisi bibliografiche. Ente finanziatore MAE (Convenzione 3.12.2009: MAE - Università dell’Insubria - Università degli Studi di Milano) Durata Da: 15 Maggio 2010 - A: 20 Settembre 2010 Possibilità di rinnovo / follow up Alta probabilità di rinnovo per l’anno 2011 o di estensione del progetto 127 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 5.3 5.6 TITOLO DEL PROGETTO Referente Sfruttamento della diversità ed ecologia microbica del Mediterraneo per la bioremediation di inquinanti (ULIXES) Daniele Daffonchio Full Professor AREA TEMATICA Bioremediation Tipo di intervento • Ricerca Paesi destinatari Beneficiari (donne, agricoltori, studenti, gruppi destinatari o etnici specifici, etc..) 1. Comunità scientifica 2. Piccole e medie imprese Risultati attesi L’applicazione di tecniche di metabolomica e metagenomica consentirà di creare una mappa delle capacità biodegradative associate al microbioma che colonizza diverse aree inquinate localizzate nel Mar Mediterraneo. Inoltre le tecniche di coltivazione permetteranno la realizzazione di collezioni di ceppi, i cui isolati verranno caratterizzati e sfruttati per la messa a punto di nuovi processi e prodotti finalizzati alla bioremediation. Le risorse microbiche ottenute durante il progetto ULIXES saranno testate in-situ al fine di verificarne l’efficacia come nuovi strumenti ecosostenibili per la bioremediation di aree marine inquinate. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università degli Studi di Milano 2. Université de Tunis 3. Yarmouk University 4. Consiglio Nazionale delle Ricerche 5. Mubarak City for Scientific Research and Technology Application 6. Université Hassan II Ain Chock Casablanca 7. Bangor University 8. Agencia Estatal Consejo Superior De Investigationes Cientificas 128 e-mail: [email protected] Tel: 02 503 19117 Faculty of Agriculture Vecchio Dip.: DISTAM; Nuovo Dip.: Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente 9. Technical University of Crete 10. University of Gent 11. EcoTechSystem srl 12. Alma Mater Studiorum-Università di Bologna Obiettivi Generale: il progetto ULIXES ha lo scopo di investigare, catalogare e sfruttare la biodiversità microbica disponibile nel Mar Mediterraneo al fine di migliorare i processi di bioremediation di siti marini inquinati. Specifici: 1. Caratterizzazione della biodiversità microbica per la rimozione di molecole xeno biotiche ed inquinanti; 2. Messa a punto di nuovi prodotti e processi di bioremediation; 3. Trattamenti pilota di bioremediation in campo. Attività 1. Campionamento e caratterizzazione micorbica dei siti oggetto di studio nel Mar Mediterraneo; 2. Realizzazione di una collezione di isolati microbici e di metaboliti; 3. Metagenomica e proteomica dei siti inquinati oggetti di studio; 4. Divulgazione dei risultati. Ente finanziatore Comunità Europea Durata Da Febbario 2011 - A Gennaio 2014 Possibilità di rinnovo / follow up No TITOLO DEL PROGETTO Referente Attività dell’α-L-fucosidasi del prodotto del gene FUCA nella Fulgoroidea marrone, Nilaparvata lugens Maria Enrica Pasini Ricercatore Confermato AREA TEMATICA Scienze fondamentali Tipo di intervento • Ricerca • Formazione Paesi destinatari Cina (Hangzhou, Zhejiang) Beneficiari 1. Studenti 2. Donne Risultati attesi 1. Collaborazione sul tema della fecondazione negli insetti. 2. Studio degli insetti dannosi per l’agricoltura allo scopo di illustrare la natura delle molecole potenzialmente coinvolte nel riconoscimento tra gameti. 3. Purificazione e caratterizzazione della fucosidasi ricombinante di Nilaparvata lugens. La straordinaria esperienza del professore Chuan-Xi Zhang nella produzione di proteine ricombinanti, in cellule di insetto mediante Baculovirus potrebbe rivelarsi di vitale importanza per comprendere i meccanismi di riconoscimento dei gameti in insetti dannosi. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Università degli Studi di Milano, Italia Locali: Università di Zhejiang, Hangzhou, Zhejiang, Cina e-mail: [email protected] tel. 02 503 14887 Facoltà di Scienze MM, FF, NN Vecchio Dip.: Scienze Biomolecolari e Biotecnologie; Nuovo Dip.: Bioscienze Obiettivi Generale: A partire dai dati di espressione disponibili per il gene Fuca di Drosophila melanogaster (Pasini et al., 2008) e Ceratitis capitata (Gomulski et al., 2008; Pasini et al., in press), coinvolto nel riconoscimento tra i gameti, si sono volute ampliare le informazioni a nostra disposizione presentando uno studio di analisi di espressione del gene omologo di Nilaparvata lugens, insetto molto dannoso per le coltivazioni di riso. Attività 1. Determinazione dell’attività α-L-fucosidasica sulla superficie dello spermatozoo di Nilaparvata lumen; 2. Costruzione di vettori di espressione; 3. Espressione del gene Fuca nelle cellule d’insetto mediante Baculovirus e ottimizzazione delle condizioni di espressione; 4. Immunolocalizzazione della fucosidasi 5. Saggi di legame in vivo tra la proteina ricombinante e la cellula uovo. Ente finanziatore MIUR Programma Nazionale per la Ricerca di Base in Cina, 2010- 2014. Durata Da: Luglio 2009 - A: Luglio 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Tesi sperimentale congiunta Italia-Cina Cooperative Erasmus Mundus Project. 129 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 5.5 ti progettiProgetti progetti progetti 5.7 TITOLO DEL PROGETTO Referente Meccanismi di fecondazione in insetti Maria Enrica Pasini Ricercatore Confermato AREA TEMATICA Scienze fondamentali e-mail: [email protected] tel. 02 503 14887 Facoltà di Scienze MM, FF, NN Vecchio Dip.: Scienze Biomolecolari e Biotecnologie; Nuovo Dip.: Bioscienze Tipo di intervento • Formazione • Ricerca Obiettivi Generale: Studio del ciclo vitale delle specie di Drosophilidae Zaprionus indianus, D. mercatorum e D. paranaensis e verifica della presenza sulla superficie dell’uovo di residui terminali di glicoproteine e di recettori complementari sulla membrana plasmatica dello spermatozoo a conferma della conservazione del meccanismo di riconoscimento individuato in Drosophila. Caratterizzazione del prodotto di fusione del gene di Drosophila che codifica per α-fucosidasi, sovraespresso in cellule di insetto. Specifici: 1. Identificazione e allestimento di colture di Zaprionus indianus, D. mercatorum e D. paranaensis; 2. Analisi morfologica dei gameti di Zaprionus indianus, D. mercatorum e D. paranaensis; 3. Marcatura della superficie dell’uovo con lectine fluoresceinate; 4. Marcatura della superficie dello spermatozoo con anticorpi che riconoscono recettori specifici della membrana plasmatica. Paesi destinatari Brasile Beneficiari 1. Studenti 2. Donne Risultati attesi 1. Riconoscimento, catalogazione e rappresentazione cartografica della distribuzione di nuove specie di insetti negli ecosistemi brasiliani in relazione alle caratteristiche fisiche del territorio. Tali informazioni sono indispensabili per l’impostazione e la realizzazione di piani di gestione dell’ambiente naturale; 2. Informazioni sulle molecole coinvolte nel processo di fecondazione delle nuove specie di insetti, utili a chiarire i meccanismi di riconoscimento tra gameti negli invertebrati. Il prof. Tidon rappresenta uno degli studiosi più impegnati nel campo ecologico. Per primo, ha studiato l’effetto della colonizzazione di nuove specie di insetti negli ecosistemi brasiliani. Ente finanziatore MIUR - Ministero della Scienza e della Tecnologia brasiliano Ente Promotore MAE Durata Da: Luglio 2008 - A: Luglio 2010 Partner Italiani e internazionali: Università degli Studi di Milano, Italia Locali: Universidade de Brasília Possibilità di rinnovo / follow up Tesi sperimentale congiunta Italia-Brasile Programmi congiunti Erasmus Mundus. 130 BOX BOX Corsi Avanzati 1 Un modello di Cooperazione di successo, che interessa sia l’aspetto scientifico che quello formativo, può essere fornito dalle esperienze di Summer School organizzate dal Dipartimento di Biologia di UNIMI, nell’ambito della cooperazione Italia-Iraq promossa dal MAE (Ministero Affari Esteri - Direzione Generale Sviluppo) e dal Landau Network - Centro Volta (Como). In seguito a progetti-pilota (2006 e 2007) che hanno riguardato esperienze puntiformi di stage di 3-6 mesi di singoli ricercatori (visiting scientists) in UNIMI, il Dipartimento di Biologia ha collaborato nel 2008 e 2009 ad un importante progetto sponsorizzato e finanziato dal MAE, “ Project for the Internationalisation of the Iraqi InstitutionalScientific Structures and the Collaboration with Italian Scientific and Academic Centres”, la cui realizzazione ha comportato l’organizzazione delle seguenti iniziative: SUMMER SCHOOL: Electron and Ion Microscopy and Micromanipulation: common principles and advanced methods in applied sciences I Edition: September-October 2008, Milano, Italy II Edition: September-October 2009, Milano, Italy Organizzatori: M.Daniela Candia, Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Biologia Marziale Milani, Università degli Studi di MilanoBicocca- Dipartimento di Scienza dei Materiali Le due Edizioni della Summer School si sono tenute presso i due Dipartimenti delle Università ospitanti che hanno messo a disposizione strutture e strumentazione e l’appoggio di personale tecnico qualificato. Il corso si è imperniato su una tematica di particolare attualità e impatto applicativo sia nel campo della fisica e della scienza dei materiali, sia nel campo della biologia, coprendo un largo spettro di interessi di ricerca, sia per quanto riguarda un approccio tecnico-scientifico di tipo tradizionale, sia per quanto riguarda l’applicazione di metodiche e di tecnologie avanzate 132 Corsi Avanzati 2 e sofisticate. Il corso si è articolato in lezioni teoriche, dimostrazioni pratiche sulla strumentazione e stage nei diversi laboratori. All’edizione 2008 hanno partecipato 8 ricercatori Iracheni, a quella del 2009 11 ricercatori, selezionati in base al CV personale e agli interessi di ricerca. Gli organizzatori hanno curato la stampa in esteso dei Proceedings, sotto forma di un volume pubblicato nel 2010, dal titolo: “Electron and Ion Microscopy and Micromanipulation: common principles and advanced methods in applied sciences”, Vol. 5 serie: MIRIAM PROJECT, edito da Società Editrice Esculapio, Bologna, che include i testi delle lezioni, i contributi tecnici degli operatori, i final reports degli studenti. Il Corso ha rappresentato un’importante occasione d’incontro per i ricercatori interessati a queste tematiche, offrendo loro l’opportunità di ampliare gli orizzonti culturali e la conoscenza reciproca, nonché di creare nuove interazioni e scambi culturali fra i diversi laboratori. Da segnalare, oltre alla partecipazione entusiasta di giovani ricercatori provenienti da diverse università irachene, quella importante e significativa di docenti senior, la cui competente presenza è stata motivo di notevole stimolo per mantenere la didattica del corso ad un livello molto alto in termini di contenuti ed obiettivi formativi. Prof.ssa M. Daniela Candia Vecchio Dip.: Dipartimento di Biologia Nuovo Dip.: Dipartimento di Bioscienze Un secondo esempio molto positivo di Cooperazione scientifica con l’Iraq è quello fornito dalla recente esperienza di Intensive Course 2010, un’iniziativa scientifica complessa, organizzata dal Dipartimento di Biologia di UNIMI, nell’ambito della cooperazione Italia-Iraq promossa dal MAE (Ministero Affari Esteri - Direzione Generale Sviluppo) e dal Landau Network - Centro Volta (Como). In questo esempio il Dipartimento di Biologia si è fatto proponente e attore di un articolato progetto, “Program of re-training and reorientation of Iraqi experts in the field of bio-chem technology for peaceful application”, che, nell’arco di circa 10 mesi (Maggio 2010-Marzo 2011), si è sviluppato nell’iniziativa di seguito riportata: INTENSIVE COURSE 2010: Agricoltural derived products and environmental contamination Organizzatori: M.Daniela Candia, Silvana Galassi, Paolo Tremolada, Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Biologia Tutors: Cristiano Di Benedetto, Dario Fassini, Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Biologia Collaboratori: altri docenti UNIMI e di Enti esterni Attività: È stato proposto un Corso Intensivo, suddiviso in 3 fasi (pre-corso a Baghdad, Corso intensivo a Milano, post-corso a Baghdad + breve stage a Milano), indirizzato allo studio della contaminazione ambientale derivata da prodotti chimici utilizzati in agricoltura. Obiettivi: promuovere l’approccio interdisciplinare all’ecologia applicata e lo sviluppo di abilità intellettuali richieste ad un livello specializzato di preparazione professionale, attraverso la formazione di base e avanzata in attività sperimentali e di ricerca, sul campo e in laboratorio. chimici usati in agricoltura e problemi correlati di contaminazione ambientale; 3) problemi di distribuzione globale di inquinanti organici persistenti; 4) elementi base di environmental risk assessment (ERA). Partecipanti: 12 Esperti e Ricercatori Iracheni, rappresentativi di diversi Ministeri selezionati sulla base di comprovata conoscenza in scienze di base e applicate e di una specifica esigenza professionale di aggiornare, migliorare e reindirizzare le proprie competenze teorico-pratiche nel campo delle scienze ambientali. Il Corso ha rappresentato un modello-pilota di programma di formazione permanente volto a promuovere al massimo una rinnovata integrazione degli esperti e ricercatori Iracheni nel contesto Internazionale. Esso ha lanciato una nuova ed interattiva formula di proposta formativa, che integra didattica e ricerca, sia in termini di topics sia in termini di format. I risultati delle 3 fasi possono essere considerati pienamente positivi in termini di outcomes per quanto riguarda i partecipanti Iracheni. L’attività formativa erogata con le fasi complementari 1, 2 e 3 garantisce un buon follow-up in termini di un opportuno sviluppo delle competenze acquisite nelle rispettive istituzioni irachene. L’ideale proseguimento di questa iniziativa prevede peraltro lo sviluppo di proficui e solidi scambi collaborativi fra ricercatori Iracheni e Italiani, che si auspica possano sfociare in programmi di collaborazione internazionale a lungo termine. Prof.ssa M. Daniela Candia Vecchio Dip.: Dipartimento di Biologia Nuovo Dip.: Dipartimento di Bioscienze Contenuti del Corso: ampio range di tematiche applicate relative all’ambiente, con particolare riferimento a: 1) fondamenti di ecotossicologia di base; 2) quadro sinottico dei principali prodotti 133 6.0 I farmaci I FARMACI STRategici per i paesi in via di sviluppo Prof.ssa Donatella Taramelli Vecchio dip.: Dipartimento di Sanità Pubblica-Microbiologia-Virologia Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari Lo sviluppo di nuovi farmaci è un processo estremamente costoso che richiede parecchi anni di ricerca e investimenti prima che un nuovo prodotto venga registrato e distribuito sul mercato. Questo processo è ancora più costoso e complicato quando i nuovi farmaci sono destinati a curare malattie presenti per lo più nei paesi in via di sviluppo (PVS). I costi degli studi clinici nei PVS sono molto più elevati che nelle nazioni occidentali, la distribuzione dei farmaci è ridotta e più difficile, e il prezzo di vendita dei nuovi prodotti deve essere mantenuto estremamente basso perché sia accessibile alle popolazioni che ne necessitano. Sebbene siano milioni le persone che soffrono di malattie trattabili farmacologicamente (ogni anno nel mondo si registrano milioni di casi di Malaria, Tubercolosi o HIV/AIDS), la ricerca e sviluppo (R&D) per farmaci contro queste tre terribili malattie, spesso fatali, è sempre stata molto scarsa, perché il ritorno economico per un’industria farmaceutica non copre gli investimenti sostenuti e non genera profitti. Sono state le Associazioni Pubblico-Private (Public Private Partnership, PPPs) create agli inizi degli anni ’90 a migliorare la situazione. Si tratta di progetti finanziati in comune tra Organizzazioni internazionali e Industrie farmaceutiche per produrre nuovi farmaci contro le malattie infettive più diffuse nei PVS. Grazie a queste iniziative studi su nuove molecole sono stati intrapresi e alcuni nuovi farmaci sono già stati immessi sul mercato ed altri sono in uno stadio molto avanzato di sviluppo (Malar J. 2011 May 23;10:143; Trans R Soc Trop Med Hyg. 2005 Oct;99 Suppl 1:S9–14; www.tballiance.org, www. MMV.org) Nello stesso periodo, parecchi progetti di collaborazione Nord-Sud sono stati finanziati per migliorare le capacità di ricerca, l’educazione del personale e le strutture nei PVS. Inoltre, per utilizzare al meglio tutte le risorse naturali e le tradizioni culturali dei PVS, è stato favorito e iniziato lo studio sistematico dei prodotti naturali usati nella medicina tradizionale dei vari paesi. Lo scopo non è solamente di identificare nuovi potenziali farmaci, ma anche di favorire un uso migliore dei rimedi tradizionali, una volta che le preparazioni siano state standardizzate e validate (WHO, National Policy on Traditional Medicine and Regulation of Herbal Medicines - Report of a WHO Global Survey, 2005) Le iniziative di cooperazione Internazionale dell’Università degli Studi di Milano in campo farmacologico sono descritte in dettaglio nelle schede che compongono questo capitolo e riflettono le aree di interesse descritte sopra e così riassunte: 1. Tre progetti internazionali con lo scopo di identificare nuovi farmaci per malattie neglette o nuovi vaccini vedono la diretta collaborazione tra gruppi dell’Università degli Studi di Milano e Istituzioni straniere (Taramelli-AntiMal; Taramelli-China; DeGiuli-Morghen-Gabon). Inoltre, un 135 quarto progetto ha lo scopo di rendere più organizzata e più competitiva la ricerca farmacologica in Africa (Taramelli-South Africa). Una nuova piattaforma di studi DMPK (Drug Metabolism and Pharmacokinetics) è stata recentemente messa a punto presso l’Istituto Africano di Scienze Biomediche e Technologiche (AiBST) e il Dipartimento di Chimica della University of Cape Town, South Africa con lo scopo di fornire una caratterizzazione preliminare (metabolismo, tossicità, farmacocinetica) per identificare precocemente nuovi potenziali farmaci antimalarici. Si tratta della prima piattaforma tecnologica di questo tipo disponibile in tutta l’Africa e rappresenta un notevole miglioramento per tutta la ricerca farmacologica nel continente. I laboratori sono già operativi e offrono servizi e collaborazioni sia in Africa che all’estero. 2. Molti paesi in Asia e Africa grazie alla loro biodiversità sono una fonte ricchissima di prodotti naturali alcuni dei quali sono stati usati per secoli nei rimedi della medicina tradizionale, mentre altri sono interessanti come cosmetici. Tre progetti (Bosisio-India; Taramelli-Burkina Faso; Speranza- Kenya) si basano sullo studio di prodotti naturali. Lo scopo non è soltanto di identificare nuovi principi farmacologicamente attivi, ma anche di coordinare il lavoro degli operatori della medicina tradizionale per aiutarli a standardizzare le loro preparazioni e a testarne l’efficacia in diverse forme patologiche. Questo studio dovrebbe portare ad un uso più razionale della medicina tradizionale specialmente in quelle situazioni in cui i farmaci convenzionali non vengono distribuiti adeguatamente o non sono accessibili perché troppo cari. È abbastanza simile il progetto che riguarda l’uso cosmetico/farmacologico di specie di Aloe in Kenya che ha lo scopo di razionalizzare l’uso dell’Aloe scegliendo quelle specie presenti in Kenya i cui costituenti sono i più adatti per un uso industriale. Saranno poi gli stessi keniani a d organizzare la loro produzione di estratti standardizzati o di ingredienti purificati di Aloe. Ci sono molte possibilità per estendere e migliorare le collaborazioni internazionali tra l’Università degli Studi di Milano e PVS in diversi aspetti della ricerca farmacologica. La partecipazione di studenti stranieri alle nostre scuole di dottorato è già cominciata, come per esempio nella Scuola di dottorato in Medicina Molecolare che ospita una studentessa del Burkina Faso. Per sostenere queste iniziative sono tuttavia necessari finanziamenti adeguati che non devono limitarsi al sostegno della ricerca e training per nuovi farmaci per le malattie neglette, ma dovrebbero essere destinati alla ricerca farmacologica in generale, per sviluppare e distribuire farmaci a prezzi contenuti anche per quelle patologie come diabete e malattie cardiovascolari, la cui incidenza sta aumentando in maniera drammatica in paesi come l’India, che stanno vivendo una fase di grande sviluppo economico e sociale. 136 6.2 TITOLO DEL PROGETTO Referente Malaria: ricerca su piante impiegate per la terapia e la profilassi antimalarica nell’area di Orissa-India Enrica Bosisio Professore Associato Confermato AREA TEMATICA e-mail: [email protected] Tel 02 503 18372 Facoltà di Farmacia Vecchio Dip.: Scienze Farmacologiche Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche e Biomolecolari Farmacia Tipo di intervento • Ricerca Paesi destinatari India (regione di Orissa -Bhubaneswar) Beneficiari 1. Popolazione esposta alla malaria, principalmente donne incinte e bambini 2. Autorità sanitarie locali Risultati attesi 1. Attività degli estratti vegetali sul Plasmodium falciparum in vitro; 2. Attività degli estratti in vivo in un modello murino di malaria; 3. Identificazione di principi attivi 4. Valutazione delle attività “trasmission blocking”; 5. Identificazione dei meccanismi di azione dell’attività antimalarica; 6. Possibilità di determinare se i metaboliti dei composti attivi mantengono l’attività anti-plasmodio. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. London School di Igiene e Medicina Tropicale 2. Università degli Studi di Milano 3. Università di Camerino Locali: 1. Laboratori di Ricerca di Oddisi - Bhubaneswar 2. Indian Red Cross Society (Koraput District) 138 Obiettivi Generale: ricerca di piante locali per la terapia della malaria e la profilassi antimalarica. Specifici: 1. Valutazione dell’efficacia dell’uso tradizionale; 2. Identificazione di principi attivi; 3. Valutazione di meccanismi d’azione; 4. Valutazione dell’attività dei metaboliti umani dei principi attivi. Attività 1. Valutazione dell’attività della scorza del frutto del melograno come antimalarico medianti studi in vitro e in vivo; 2. Estrazione della scorza del frutto; 3. Frazionamento bioguidato dell’estratto; 4. Analisi HPLC-MS della frazione attiva; 5. Saggi in vitro per la valutazione dei meccanismi d’azione; 6. Valutazione dell’effetto sulla risposta immunitaria dell’ospite; 7. Valutazione della citotossicità. Gli studi prenderanno in considerazione anche i metaboliti conosciuti dei principi attivi che si formano dopo il consumo della scorza dei frutti. Ente finanziatore Unione Europea, Università degli Studi di Milano Durata Da: Maggio 2005 - A: Marzo 2010 Possibilità di rinnovo / follow up No TITOLO DEL PROGETTO Referente Selezione e sviluppo di microbicidi per uso mucosale per prevenire la trasmissione/acquisizione dell’HIV per via sessuale - SHIVA Carlo De Giuli Morghen Professore Ordinario AREA TEMATICA Farmacia, Vaccinologia Tipo di intervento Ricerca sulla valutazione di nuovi vaccini ricombinanti e microbicidi per prevenire e controllare l’HIV e la sua diffusione Paesi destinatari Gabon Beneficiari 1. Donne 2. Popolazione sessualmente attiva Risultati attesi 1. Individuazione di un microbicida mucosale anti-HIV disponibile per la fase clinica 2 e dotato delle seguenti caratteristiche: • concepito per l’applicazione mucosale prima del rapporto sessuale e capace di fermare la replicazione intracellulare del virus dell’HIV all’interno delle cellule mucosali bersaglio; • ben tollerato in modelli tossicologici e dale donne, fase 1 e 2 studi sulla sicurezza; • capace di essere prodotto a prezzi economici; 2. Un nuovo regime di immunizzazione da SIV come valutazione preclinica di un vaccino per prevenire l’infezione del virus dell’HIV nei soggetti umani. Ente Promotore Partner Più di 10 partner, la lista completa è disponibile sul sito: http://ec.europa.eu/research/health/ infectious-diseases/poverty-diseases/projects/86_ en.htm Italiani e internazionali: Laboratorio di virologia molecolare, Dip. di Farmacologia medica, Università degli Studi di Milano e-mail: [email protected] tel. 02 503 17062 Facoltà di Farmacia Vecchio Dip.: Farmacologia, Chemioterapia e Tossicologia medica; Nuovo Dip.: Biotecnologie mediche e Medicina Traslazionale Obiettivi Generale: Sviluppo, fino alla fase clinica 1, di un nuovo protocollo di vaccinazione SIV nel Macaco Rhesus e di un microbicida HIV specifico, MC1220, per la prevenzione della trasmissione o acquisizione dell’HIV per via sessuale, basato sull’interruzione della replicazione virale nei siti mucosali. Specifici: 1. Determinazione della protezione dopo un trattamento MC1220 per via vaginale in seguito a un’infezione sperimentale SIV per via vaginale nelle femmine dei macachi; 2. Determinazione di correlati immunitari di protezione in animali protetti; 3. Determinazione di una risposta immunitaria completa nei macachi dopo diversi regimi di immunizzazione con vaccini ricombinanti SIV. Attività 1. Terapia animale MC1220, sfida al virus SIV e analisi della risposta immunitaria e della viremia; 2. Immunizzazione animale, sfida al virus e analisi della risposta immunitaria e della viremia; 3.Determinazione della risposta immunitaria mediante ELISA, real-time PCR e determinazione di citochine quantitative e qualitative per il profilo Th1/Th2. Ente finanziatore UE Durata Da: Maggio 2004 - A: Dicembre 2009 Possibilità di rinnovo / follow up Una proposta di rinnovo è stata presentata dal coordinatore. 139 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 6.1 6.4 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Cooperazione didattico-scientifica nell’ambito del Corso di Laurea in Farmacia Gianluigi Monticelli Professore Associato Ricerche chimiche e farmacologiche su piante del genere Aloe originarie e/o coltivate in Kenya. Giovanna Speranza Professore Ordinario AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 50315802 Facoltà di Farmacia Vecchio Dip.: Scienze Molecolari Applicate ai Biosistemi (DISMAB); Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche e Biomolecolari AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 14072 Facltà di Scienze MM, FF e NN Vecchio Dip.: Chimica Organica e Industriale; Nuovo Dip.: Chimica Obiettivi Generale: Miglioramento dei sistemi sanitario e farmaceutico in Albania Specifici: 1. preparare farmacisti competenti e di livello elevato, 2. scambiare informazioni per sviluppare l’insegnamento, 3. promozione e diffusione della lingua italiana 4. doppio titolo (albanese e italiano) Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico Istruzione Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Servizi per la comunità • Eventi/comunicazione Paesi destinatari Albania Beneficiari (donne, agricoltori, studenti, gruppi destinatari o etnici specifici, etc..) 1. studenti 2. docenti 3. popolazione albanese Risultati attesi La laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia fornisce una formazione avanzata, teorica e pratica, in un campo specifico regolato da direttive della UE che richiedono un elevato livello di preparazione. Poiché la pratica del farmacista ha luogo in ambito sanitario, i laureati devono possedere avanzate conoscenze scientifiche nel campo della salute ed essere esperti del farmaco, compreso l’utilizzo a fini terapeutici. I farmacisti operano all’interfaccia fra ricerca e sviluppo, industria farmaceutica, prescrittori, pazienti e la stessa medicina. Il farmacista deve essere in grado di assumere funzioni molto differenti per operare professionalmente nel campo farmaceutico e dei prodotti della salute come farmaci, prodotti dietetici ed erboristici, cosmetici, ausili medico-chirurgici, prodotti diagnostici e di chimica-clinica. Nel futuro, i farmacisti parteciperanno più attivamente nella prevenzione e promozione della salute. Ente Promotore Università degli Studi di Milano Partner Locali: Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” (UniNSBC) - Tirana 140 Attività 1. corsi istituzionali, 2. promozione di corsi, seminari e conferenze nel campo della salute, 3. attivazione e funzionamento di laboratori didattici e di ricerca. L’intero curriculum del corso di laurea (cinque anni) è strutturato e sviluppato come quello della Facoltà di Farmacia di UniMI e conferisce un diploma di secondo livello (laurea magistrale). L’iscrizione al corso prevede il superamento di una prova su argomenti scientifici e una adeguata conoscenza della lingua italiana. I docenti italiani sono responsabili di almeno il 70% dei crediti formativi. Una Commissione Tecnica Congiunta (composta da rappresentanti di entrambe le parti) assicura il regolare svolgimento e lo Ente finanziatore Fondazione “Nostra Signora del Buon Consiglio” (principalmente) Università degli Studi di Milano Durata Da: Ottobre 2005 - A: Settembre 2015 Con effetti fino al 2022 Possibilità di rinnovo / follow up Si Chimica, Farmacologia Paesi destinatari 1. Kenya 2. Altri Paesi dell’Africa centro-meridionale Beneficiari 1. Coltivatori di Aloe 2. Produttori di estratti e/o prodotti finiti a base di Aloe per usi farmaceutico, cosmetico, alimentare Risultati attesi 1. Selezione delle specie locali di Aloe fornite dal Dr. Patrick B. Chalo Mutiso, (Università di Nairobi) al fine di ottenere materie prime idonee alla preparazione dei prodotti commerciali; 2. Incremento e miglioramento delle coltivazioni di Aloe; 3. Ottimizzazione dei processi di trasformazione delle foglie di Aloe, che in Kenya sono ancor oggi a livello artigianale e tradizionale, introducendo tecniche e procedure moderne e innovative; 4. Formazione per il personale locale ad es. mediante partecipazione a Master, Corsi di Perfezionamento, borse di studio, visite ai luoghi di coltivazione e trasformazione delle foglie di Aloe. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Giovanna Speranza, Università degli Studi di Milano Obiettivi Generale: Effettuare uno screening di specie di Aloe tipiche del Kenya dal punto di vista fitochimico e farmacologico e valutare un potenziale uso di queste specie per la produzione di aloe droga e aloe gel e di altri eventuali semilavorati di interesse farmaceutico, cosmetico e alimentare (aloine, cromoni, glicani). Specifici: 1. Sostenere i Paesi in Via di Sviluppo per la valorizzazione delle proprie risorse naturali e tradizioni agricole e alimentari; 2. Difendere la biodiversità nei Paesi in Via di Sviluppo; 3. Svolgere opera di solidarietà e cooperazione nei Paesi in via di Sviluppo. Attività 1. Isolamento, delucidazione della struttura molecolare e correlazioni struttura/attività biologica di costituenti di piante del genere Aloe tipiche del Kenya. Di ogni pianta verranno esaminati sia l’essudato ed il gel ottenuti dalle foglie sia l’estratto totale delle stesse. 2. Valutazione dell’attività biologica dei metaboliti isolati. Ente finanziatore Nessuno Durata Da: Settembre 2010 - A: Agosto 2012 Possibilità di rinnovo / follow up Si Locali: Dr. Patrick B. Chalo Mutiso, curatore dell’Herbarium dell’Università di Nairobi 141 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 6.3 6.6 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Scoperta di farmaci antimalarici: isolamento e caratterizzazione di principi attivi con attività antimalariche da piante medicinali usate dai curatori tradizionali in Burkina Faso Donatella Taramelli Professore Ordinario Effetti antimalarici, antimelanoma e antiangiogenici dei nuovi derivati di artemisinina. Donatella Taramelli Professore Ordinario e-mail: [email protected] tel. 02 503 15071 Facoltà di Farmacia Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche e Biomolecolari AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 15071 Facoltà di Farmacia Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche e Biomolecolari biomolecolare Pietro Annigoni, CERBA, Dip. di Biochimica e Microbiologia, Università di Ouagadougou, Burkina Faso 2. Università di Ouagadougou, Burkina Faso Tipo di intervento Ricerca: Ricerca in collaborazione tra l’Università di Hong Kong, l’Università degli Studi di Milano e l’istituto Nazionale dei Tumori di Milano Trasferimento tecnologico AREA TEMATICA Malaria, farmaci antimalarici, prodotti tradizionali Tipo di intervento Formazione: è un progetto di un dottorando del Burkina Faso, immatricolato nella Scuola di Dottorato in Medicina Molecolare dell’Università degli Studi di Milano. Ricerca per nuovi farmaci antimalarici Paesi destinatari 1. Tutti i Paesi in cui la malaria è endemica 2. Viaggiatori/lavoratori nei Paesi in cui la malaria è endemica Beneficiari 1. Pazienti con malaria 2. Viaggiatori nei PVS Risultati attesi Test di estratti vegetali usati dai curatori tradizionali per curare la malaria e le febbri, per attività antimalarica e proprietà antinfiammatorie (effetto sulla produzione di citochina). Se positivo, gli estratti saranno soggetti a frazionamento bioguidato per identificare le molecole responsabili dell’attività. Questo aiuterà a trovare nuove classi di molecole nelle piante non ancora conosciute come antimalariche. Le nuove entità identificate verranno purificate, caratterizzate e eventualmente sintetizzate in vitro per migliorare le proprietà farmacologiche. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Dip. di Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia, Università degli Studi di Milano 2. Prof. E.Bosisio, Dip. di Farmacologia, Università degli Studi di Milano 3. ISTM-CNR- Milano - Dr D. Monti Locali: 1. Prof. Jacques SIMPORE, Centro di ricerca 142 Obiettivi Generale: Isolamento e caratterizzazione di principi attivi con attività antimalariche da piante medicinali usate dai curatori tradizionali in Burkina Faso Specifici: 1. Raccolta e classificazione etno-botanica di piante usate nella medicina tradizionale; 2. Saggio per attività antimalarica in vitro e citotossicità; 3. Frazionamento bioguidato e identificazione di principi attivi. Attività 1. Isolamento chimico e caratterizzazione di infuse vegetali fatti da curatori tradizionali; 2. Test in vitro di chemio sensibilità; 3. Test in vitro per attività immunomodulatoria; 4. Caratterizzazione chimica di ingredienti attivi. Ente finanziatore Programma di Dottorato dell’Università degli Studi di Milano. Progetto EU-ANTIMAL, per la parte scientifica. Durata Da: Novembre 2008 - A: Ottobre 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Non per gli studenti ma per il progetto, secondo la disponibilità di fondi. Malaria, tumori e nuovi farmaci Paesi destinatari 1. Cina (Hong Kong) 2. PVS in cui la malaria è endemica Beneficiari 1. Pazienti con malaria 2. Viaggiatori nei PVS 3. Pazienti con tumori Risultati attesi I derivati dell’artemisinina (Artemisia annua) sono gli antimalarici più potenti al momento disponibili. Recentemente, è stato dimostrato che possiedono anche attività anti tumorali. Da un punto di vista farmacologico, tuttavia, tutti i derivati dell’artemisinina soffrono di grande instabilità, rapida farmacocinetica e scarsa biodisponibilità. Per queste ragioni, una nuova serie di derivati glicosilati verranno sintetizzati dal professor RK Haynes dell’Università di Hong Kong e testati da UMIL per l’attività antimalarica e da INT per verificare l’efficacia contro il melanoma umano. I composti verranno selezionati sulla base delle linee guida del WHO per gli antimalarici (IC50 <100 nM) e per l’attività CC50 contro le cellule di melanoma a confronto degli standard chemioterapici. I composti più efficaci verranno selezionati e studiati per le proprietà ADME-TOX e, se necessario, chimicamente modificati per migliorare le caratteristiche farmacologiche. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. UMIL- Dip. di Sanità Pubblica-MicrobiologiaVirologia, Università degli Studi di Milano 2. INT- IRCCS Fondazione, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano 3. Università di Scienza e Tecnologia di Hong Kong Obiettivi Generale: Sintetizzare e saggiare in vitro nuovi derivati di artemisinina ad attività antimalarica, antitumorale e antiangiogenetica. Specifici: 1. Sintetizzare nuovi derivati glicosilati dell’artemisinina per migliorarne la stabilità e la bio-disponibilità (Università di Hong Kong); 2. Identificare nuovi agenti antimalarici contro i ceppi di P. falciparum farmaco-resistenti; 3. Identificare nuovi composti attivi contro linee di cellule di melanoma resistenti ai farmaci; 4. Studiare i meccanismi d’azione di questi composti su cellule endoteliali umane e su cellule di melanoma. Attività 1. Semi sintesi di nuovi derivati a partire dal prodotto naturale, Artemisinina; 2. Saggio in vitro contro parassiti resistenti ai farmaci per stabilire la dose efficace (IC50) per ogni composto; 3. Saggio in vitro contro linee di cellule di melanoma primarie e metastatiche per stabilire dose citotossica (CC50) per ogni composto (INT-Milano); 4. Studiare gli effetti di questi composti sulla progressione del ciclo cellulare, sull’espressione di marcatori di apoptosi e la produzione di fattori angiogenetici. Ente finanziatore Non Applicabile, Accordo di collaborazione Durata Da: Marzo 2010 - A: Febbraio 2013 Possibilità di rinnovo / follow up Si 143 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 6.5 6.8 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Sviluppo di una piattaforma per studi preclinici (ADME-Tox) di nuovi composti antimalarici Donatella Taramelli Professore Ordinario Sviluppo di nuovi farmaci antimalarici - FP6-EU AntiMal Donatella Taramelli Professore Ordinario AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 15071 Facoltà di Farmacia Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche e Biomolecolari AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 15071 Facoltà di Farmacia Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche e Biomolecolari Obiettivi Generale: Rafforzare la piattaforma DMPK (Drug Metabolism and Pharmacokinetics) presso l’Istituto Africano di Scienze e Tecnologie Biomediche (AiBST) e Chimica Farmaceutica presso l’Università di Cape Town per fornire un profilo DMPK preliminare per potenziali nuovi composti antimalarici. Specifici: 1. Stabilire piattaforme in silico per prevedere le proprietà ADME (pKa, logP, solubilità, stabilità metabolica, permeabilità e legame alle proteine) per i nuovi composti; 2. Rafforzare la formazione tecnica e teorica delle risorse umane presso l’AiBST e l’UCT, formando tecnici e post-dottorandi. Tipo di intervento • Ricerca e sviluppo • Capacity building in Africa • Formazione Malaria, nuovi farmaci, farmaci antimalarici Tipo di intervento • Educazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari 1. Sudafrica e Zimbabwe 2. PVS in cui la malaria è endemica Beneficiari 1. Strutture di ricerca africane 2. Studenti africani 3. Pazienti affetti da malaria 4. Viaggiatori verso i PVS Risultati attesi 1. Identificazione di composti con attività antimalarica in vitro; 2. Selezione di composti più attivi e promettenti attraverso la piattaforma ADMET in silico e poi in vitro con i saggi di tossicità e metabolismo classici. Questo permetterà di verificare la robustezza della piattaforma facilitare l’acquisizione e l’interpretazione dei dati da parte dei chimici; 3. Selezione dei composti con migliore attività antimalarica che verranno ulteriormente caratterizzati e ottimizzati per arrivare alla selezione dei composti leader. Ente Promotore 6° Programma Quadro dell’Unione Europea Partner Italiani e internazionali: UMIL - Dip. di Sanità Pubblica-MicrobiologiaVirologia, Università degli Studi di Milano Locali: 1. Kelly Chibale, Docente di Chimica Organica, South African National Research Development Research Unit, Dip. di Chimica, Università di Cape Town; 2. Istituto Africano di Scienze e Tecnologie Biomediche (AiBST), Harare, Zimbabwe. 144 Attività 1. Corsi di formazione di DMPK; 2. Utilizzo della nuova piattaforma in silico per prevedere le proprietà ADME di nuovi composti potenzialmente antimalarici. Ente finanziatore FP-6 EU AntiMal Project 18834 - Sviluppo di nuovi farmaci per la cura della malaria Durata Da: Dicembre 2005 - A: Maggio 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Si, sottoposto al bando del 7° Programma Quadro Nuovi farmaci antimalarici Paesi destinatari 1. Tutti i Paesi in cui la malaria è endemica 2. Burkina Faso 3. Kenya 4. Sudafrica Beneficiari 1. Pazienti con malaria 2. Gruppi di ricerca europei e africani Risultati attesi Registrazione di uno o più farmaci antimalarici a basso costo efficaci contro la malaria non complicata. ANTIMal è un progetto finanziato dall’UE per lo sviluppo di un portfolio di potenziali farmaci antimalarici con almeno due molecole dal portfolio che potranno essere sviluppate fino al punto di iniziare gli studi di fase I nell’uomo possibilmente alla fine del progetto quinquennale Ente Promotore Partner più di 33 Paesi, sia in Europa che in Africa (www.antimal.eu) e SME (Small-Medium Enterprises) Italiani e internazionali: 1.Università degli Studi di Milano 2. ISTM-CNR Milano; 3 Università di Siena; 4. Università di Napoli Federico II; 5. Scuola di Medicina Tropicale Liverpool; 6. Scuola di Medicina Tropicale e Igiene Londra; 7. CNRS Montpellier II; 8. Università di Heidelberg; 9. Università di Toulose; 10. Foundation Biomedical Primate Research Centre, Rijswijk; 11. Istituto Tropicale Svizzero; 12. Università Inserm Lousanne; 13. LICA pharma; 14. NeED Pharma; 15. Cosmos; 16. 4SC AG (SME) Locali: 1.Università di Nairobi 2. Centro Africano per Test Clinici, Kenya 3. Consiglio per la Ricerca Scientif. e Ind., Sudafrica 4. Università di Cape Town, SA 5. CNRFP - Burkina Faso 6. Istit. Africano di Scienze e Tecnol. Biomediche, Zimbabwe Obiettivi Generale: Realizzare un portfolio di nuovi farmaci antimalarici all’interno della comunità scientifica europea e africana e gestirlo tramite una valutazione preclinica seguendo gli standard dell’industria farmaceutica nonché selezionare dei candidati all’interno del portfolio per completare gli studi preclinici per iniziare studi di fase I nell’uomo. L’iniziativa porterà a farmaci antimalarici, registrati secondo standard riconosciuti a livello internazionale, che saranno potenzialmente utili per le cure antimalariche a basso costo in Europa e nei Paesi in cui la malaria è endemica. Specifici: 1. Scoperta di nuovi composti antimalarici da prodotti di sintesi e naturali; 2. Saggio di nuovi composti per attività antimalarica e assenza di tossicità per le cellule mammifere; 3. Sviluppo di un piano preclinico a basso costo. Attività 1. Sintesi di nuovi composti; 2. Identificazione di molecole “ leader” da portare a sviluppo preclinico; 3. Indagine preclinica di nuovi prodotti. Ente finanziatore 6° Programma Quadro - UE Durata Da: Dicembre 2005 - A: Maggio 2011 Possibilità di rinnovo / follow up No 145 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 6.7 ti progettiProgetti progetti progetti 6.9 TITOLO DEL PROGETTO Referente Coordinamento, razionalizzazione e integrazione delle iniziative per la scoperta e lo sviluppo di nuovi farmaci antimalarici (CRIMALDDI) Donatella Taramelli Professore Ordinario AREA TEMATICA Malaria, farmaci antimalarici, coordinamento e-mail: [email protected] tel. 02 503 15071 Facoltà di Farmacia Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche e Biomolecolari BOX Cooperazione didattico-scientifica nell’ambito del Corso di Laurea in Farmacia Un modello esportato - Tirana Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Attività di coordinamento Paesi destinatari PVS in cui la malaria è endemica Beneficiari 1. Università e gruppi di ricerca 2. Gruppi di ricerca nei PVS 3. Agenzie di finanziamento internazionali Risultati attesi 1. Organizzazione di iniziative coordinate, razionalizzate e integrate per il monitoraggio e l’aggiornamento dei fabbisogni scientifici e tecnologici nell’ambito della ricerca e sviluppo di nuovi farmaci antimalarici alla luce delle nuove priorità stabilite da WHO; 2. Pubblicazione di un piano di azione coordinato per i prossimi cinque anni con specifici obiettivi e scadenze; 3. Creazione di un gruppo di esperti consultivo con l’obiettivo di promuovere il reperimento di fondi per lo sviluppo del piano quinquennale e il perseguimento dei progetti nel futuro. Ente Promotore FP7- EU Partner Italiani e internazionali: 1. Scuola di Medicina Tropicale Liverpool 2. World Health Organisation 3. Medicines for Malaria Venture - MMV 4. Università di Heidelberg 5. Università degli Studi di Milano 6. CNRS Montpellier II 7. INSERM - Università di Lousanne Locali: 1. Università di Cape Town 2. Università di Buea 146 Obiettivi Generale: Coordinamento a livello europeo delle principali iniziative di ricerca in merito alla scoperta e allo sviluppo di nuovi farmaci antimalarici. Specifici: 1. Coordinamento dello sforzo europeo con iniziative internazionali; 2. Coinvolgimento dell’industria farmaceutica; 3. Elaborazione di linee guida sulla standardizzazione dei principali requisiti dello sviluppo normativo dei farmaci; 4. Contribuire a generare priorità globali; 5. Preparare l’agenda della ricerca europea sulla malaria per i prossimi anni. Attività 1. Organizzazione di una serie di incontri, conferenze, laboratori e strategie di diffusione che vedono coinvolte organizzazioni quali MMV - Medicines for Malaria Venture, WHO - World Health Organization, la fondazione Gates e un numero di ricercatori accademici che si occupano di malaria; 2. Serie di pubblicazioni per informare la comunità sulle linee guida proposte; 3. Report finale da presentare all’UE, alla comunità scientifica e agli attori coinvolti. Ente finanziatore 7° Programma Quadro - UE Durata Da: Marzo 2009 - A: Febbraio 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Solo follow up Presso l’Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” (UniNSBC) di Tirana (Albania), gestita dall’omonima Fondazione, sono attive fin dall’a.a. 2004/2005, la Facoltà di Medicina e Chirurgia in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata e la Facoltà di Scienze Economiche e Politiche in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari. Nell’a.a. 2005/2006, a seguito di convenzione (luglio 2005) con l’Università degli Studi di Milano (UniMI), è stata istituita anche la Facoltà di Farmacia con il corso di Laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia. L’iniziativa di UniNSBC in Albania, che per i suoi sette corsi di laurea vede impegnati oltre 450 docenti italiani, costituisce la più grande operazione universitaria italiana all’estero. Tra gli obiettivi di tale collaborazione, essendo UniNSBC un punto di riferimento unico e particolarmente qualificato nell’intera Area Balcanica, vi è il miglioramento del sistema sanitario e farmaceutico in Albania e nei paesi limitrofi. Il corso di laurea magistrale in Farmacia di UniNSBC condivide con quello di UniMI gli obiettivi formativi, il piano di studio e i programmi, e si sviluppa seguendo un percorso didattico identico. La convenzione tra i due Atenei li impegna a favorire lo scambio di studenti, i cui periodi di studio effettuati nell’Università di accoglienza vengono considerati parte integrante del curriculum dell’Università di origine. Al quinto anno gli studenti hanno la doppia iscrizione e possono seguire lezioni e laboratori, sostenendo i relativi esami di profitto secondo le modalità vigenti nell’Ateneo ospitante, come pure svolgere il tirocinio pratico professionale e la tesi. docenti italiani) e, a seguito della convenzione del settembre 2007 e dell’atto aggiuntivo del 2010, sono stati stabiliti i requisiti da soddisfare per il rilascio del doppio titolo. Tra questi, la responsabilità didattica degli insegnamenti deve essere di pertinenza di docenti italiani per almeno il 70% dei crediti formativi. Secondo quanto indicato della convenzione, UniMI e UniNSBC sono impegnate a sviluppare rapporti di collaborazione per il miglioramento delle relazioni accademiche, culturali e scientifiche, la realizzazione di soggiorni di insegnamento di professori, ricercatori e personale tecnicoamministrativo di entrambe le parti, in relazione a progetti di ricerca e formazione in materie di interesse comune. UniMI e UniNSBC si sono impegnate inoltre a elaborare un piano di collaborazione nella ricerca scientifica. Tale piano diventerà gradualmente operativo con l’allestimento di laboratori e la formazione del personale addetto presso UniNSBC. Lo sviluppo delle attività di collaborazione e cooperazione è sostenuto da UniNSBC attraverso la Fondazione “Nostra Signora del Buon Consiglio”, sulla base delle risorse disponibili e con l’acquisizione di finanziamenti pubblici e non pubblici, nazionali e/o internazionali. Paolo Castano Preside della Facoltà di Farmacia - UniNSBC, Tirana Gianluigi Monticelli Presidente del Collegio dei Docenti Milanesi a Tirana (CDMT) - UniMI, Milano Per lo svolgimento del Corso di Laurea il coinvolgimento di Docenti della Facoltà di Farmacia di UniMI è stato notevole (90% dei corsi tenuti da 147 7.0 Lotta all'AIDS UNA SFIDA DA VINCERE Prof. Massimo Galli Vecchio dip.: Dipartimento di Scienze cliniche “Luigi Sacco” Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche “Luigi Sacco” L’Ateneo milanese è stato ed è attualmente coinvolto in vari programmi di cooperazione allo sviluppo in ambito sanitario. Come può essere rilevato nelle schede allegate, i partenariati in essere includono ONG italiane ed estere, organizzazioni missionarie ed ospedali governativi o enti statali dei Paesi cui è rivolto l’intervento. Complessivamente, l’alta percentuale di conseguimento dei risultati desiderati nelle attività in corso e pregresse attesta la validità delle iniziative intraprese. In generale sono state privilegiate, ove sostenibili, collaborazioni a medio-lungo termine. Obiettivi a breve termine sono stati perseguiti soprattutto nei casi in cui le competenze messe a disposizione per la redazione di progetti potevano consentire l’accesso a finanziamenti da parte di governi, agenzie internazionali o fondazioni private. L’eterogeneità degli obiettivi proposti e le necessità imposte dalle diverse situazioni locali hanno necessariamente comportato l’adozione di metodologie e modalità operative differenti, nella maggioranza dei casi efficacemente e correttamente applicate. In base alle esperienze attuate e alle richieste ricevute, i possibili compiti di UNIMI nella cooperazione sanitaria consistono nel contributo tecnico alla progettazione di programmi di cooperazione, nell’attuazione di progetti di ricerca operazionale e nel contributo alla formazione. Le grandi malattie epidemiche sono l’ambito in cui è stato più spesso richiesto un coinvolgimento di UNIMI. AIDS, TB, malaria e le malattie diarroiche sono universalmente riconosciute come emergenze sanitarie prioritarie, la lotta alle quali si interseca con la necessità di garantire un’adeguata organizzazione sanitaria di base, una nutrizione corretta e la sicurezza alimentare. Gli interventi promossi da docenti di UNIMI si sono rivolti principalmente all’implementazione della capacity building nei campi dell’assistenza, con particolare riguardo, nel caso dell’AIDS, al rafforzamento dell’organizzazione della diffusione della terapia antiretrovirale, della prevenzione della trasmissione materno-fetale e dell’educazione alla prevenzione. La ricerca operazionale rappresenta un elemento chiave per l’individuazione degli obiettivi prioritari e per l’identificazione delle modalità di intervento atte a conseguirli. L’utilizzo a tal fine delle competenze diversificate proprie di un ateneo generalista come UNIMI possono essere particolarmente preziose e contribuire a colmare le carenze che il sistema cooperazione può presentare in questo campo. I Paesi a basso reddito sono inoltre afflitti da una cronica carenza di personale addestrato, che le epidemie e i flussi migratori verso i paesi ad alto reddito hanno contribuito ad aggravare ulteriormente. UNIMI può contribuire a colmare queste carenze offrendo corsi indirizzati a sviluppare in personale locale specifiche competenze rivolte al potenziamento dell’intervento su obiettivi sani- 149 tari identificati come prioritari. Il modello che si sta sviluppando privilegia una forte integrazione con la realtà e le esigenze locali, mediante lo svolgimento dei corsi prevalentemente in loco, con il contributo per quanto necessario dell’educazione a distanza. Un oggettivo limite di molti dei progetti realizzati o in corso è stato il loro dipendere esclusivamente dall’iniziativa di singoli docenti. Nel nuovo ordinamento universitario i futuri sviluppi dell’attività di cooperazione sanitaria dell’Ateneo richiedono una più precisa definizione dei criteri e degli ambiti prioritari d’intervento, che consideri il coinvolgimento e le competenze utilizzabili dei dipartimenti d’ambito sanitario, includendo tra essi anche quelli coinvolti nella ricerca biomedica. Dovrà inoltre essere individuata una modalità di coordinamento che garantisca il massimo possibile di sinergie tra le iniziative di cooperazione, sia d’ambito sanitario, sia negli altri campi in cui un ateneo generalista come il nostro può offrire significativi contributi. 150 7.2 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Rete collaborativa per la resistenza ai farmaci HIV e Anti-HIV - CHAIN Antonella D’Arminio Monforte Professore Ordinario Massimo Galli Professore Ordinario AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 23384 Facoltà di Medicina Vecchio Dip.: Medicina, Chirurgia e Odontoiatria; Nuovo Dip.: Dip. della Salute Sorveglianza della resistenza ai farmaci HIV-1, sottotipi virali, epidemiologia molecolare di HCV e HBV e correlati farmacogenomici su concentrazioni di plasma di Efavirenz e Nevirapine in Guinea Bissau. Medicina Tipo di intervento • Formazione • Ricerca Paesi destinatari 1. Estonia 2. Russia 3. Senegal Beneficiari 1. Pazienti affetti da HIV mai sottoposti a terapia antiretrovirale 2. Pazienti affetti da HIV che non hanno risposto alla terapia antiretrovirale Risultati attesi 1. Completamento delle lacune nella conoscenza della resistenza ai farmaci esistenti e identificazione di nuovi meccanismi di resistenza a nuovi farmaci, prevenendo ulteriori sviluppi e diffusioni; 2. Sviluppo e convalida di nuove attrezzature per il laboratorio per la prognosi e la misurazione della resistenza ai farmaci HIV; 3. Miglioramento nella comprensione delle implicazioni cliniche della resistenza ai farmaci, sviluppando strategie di gestione ottimali per la resistenza trasmessa o acquisita ai farmaci HIV; 4. Base di evidenza sostenibile per un controllo migliore dell’epidemia e della gestione dei pazienti infetti; 5. Integrazione di dati sulla sequenza del gene dell’HIV nelle strutture nazionali di riferimento HIV; 6. Traduzione delle testimonianze cliniche in strategie efficaci per limitare l’emergere e la trasmissione della resistenza ai farmaci HIV attraverso raccomandazioni basate sull’evidenza a scopi di sanità pubblica e per le autorità regolatorie; 7. Creazione di un unico campo paritario all’interno del panorama scientifico europeo circa la resistenza all’HIV, la competenza clinica e scientifica sugli studi e la gestione della resistenza ai farmaci HIV. 152 Ente Promotore Partner Diversi partner. La lista completa è disponibile su: http://ec.europa.eu/research/health/infectiousdiseases/poverty-diseases/projects/185_en.htm Obiettivi Generale: Migliorare gli strumenti per la scelta di una terapia antiretrovirale ottimale per i pazienti affetti da HIV mai sottoposti a questa terapia. Migliorare la scelta di nuovi farmaci per i pazienti affetti da HIV che non hanno risposto alla terapia antiretrovirale Specifici: 1. Nuovi meccanismi cluster; 2. Migliorare gli strumenti di monitoraggio nei laboratori cluster; 3. Migliorare la gestione clinica cluster; 4. Epidemiologia molecolare e bioinformatica cluster; 5. Epidemiologia e sorveglianza cluster; 6. Salute pubblica basata sulle prove di evidenza; 7. Corsi di formazione e capacity building cluster. Attività 1. Raccolta di dati a partire da coorti esistenti; 2. Documentazione di plasma conservato presso coorti differenti; 3. Report dei risultati sulla resistenza ai farmaci secondo differenti scenari e aree geografiche; 4. Preparazione delle linee guida per la gestione della resistenza ai farmaci; 5. Report dei risultati clinici e virologici di pazienti con resistenza multipla ai farmaci; 6. Gestione delle linee guide per pazienti con 4 resistenza multipla ai farmaci. Ente finanziatore Unione Europea Durata Da: 2009 - A: 2014 Possibilità di rinnovo / follow up - AREA TEMATICA Medicina Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari Guinea Bissau Beneficiari 1. Soggetti affetti da HIV+ 2. Soggetti affetti da HCV+ 3. Soggetti affetti da HBV+ Risultati attesi 1. Identificazione di un modello di resistenza ai farmaci associato alla terapia antiretrovirale; 2. Identificazione di un profilo di sottotipi HIV-1 circolanti; 3. Identificazione dell’epidemiologia molecolare di HCV e HBV in Guinea Bissau; 4. Identificazione dell’associazione tra lo sviluppo della lipodistrofia o degli effetti collaterali e polimorfismi noti o nuovi geni putativi. Questo permetterà l’individuazione di una terapia antiretrovirale. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Dip. di Scienze Cliniche “Luigi Sacco”, Malattie infettive e immunopatologia, Università degli Studi di Milano 2. Anlaids Sezione Lombardia Locali: Ceu e Terras, Bissau, Guinea Bissau. e-mail: [email protected] tel. 02 503 19763 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Scienze Cliniche “Luigi Sacco”; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche e Cliniche “Luigi Sacco” Obiettivi Generale: Descrivere modelli di resistenza ai farmaci in relazione alla resistenza agli antiretrovirali, il profilo di sottotipi circolanti HIV-1, l’epidemiologia molecolare di HCV e HBV in Guinea Bissau. Stabilire importanti correlazioni tra il profilo genomico e i livelli di plasma degli antiretrovirali e degli effetti collaterali, e.g. lipodistrofia. Specifici: 1. Analizzare il modello di resistenza agli antiretrovirali; 2. Descrivere i sottotipi circolanti HIV-1; 3. Analizzare l’epidemiologia molecolare di HCV e HBV in Guinea Bissau; 4. Studiare la relazione tra le varianti alleliche appartenenti ai polimorfismi noti CYP e MDR1 e la loro influenza sulle concentrazioni di plasma di Efavirenz e Nevirapine; 5. Verificare la relazione tra i polimorfismi noti del gene POLG 1 tra i soggetti HIV-1+ curati con inibitori e la loro suscettibilità a sviluppare la sindrome lipodistrofica; 6. Analizzare nuovi geni putativi per spiegare le variazioni interindividuali che avvengono durante la terapia antiretrovirale altamente attiva in relazione alla sindrome lipodistrofica. Attività I coorti di pazienti affetti da HIV+ che parteciperanno al progetto sono stati scelti negli anni 2001/2005, includendo anche soggetti già seguiti a Ceu e Terras, Bissau, Guinea Bissau. Ente finanziatore Anlaids Sezione Lombardia Durata Da: Settembre 2010 - A: Settembre 2012 Possibilità di rinnovo / follow up - 153 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 7.1 7.4 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Sorveglianza della resistenza ai farmaci HIV-1, sottotipi virali, epidemiologia molecolare di tubercolosi M., HTLV (Virus dei linfociti T dell’uomo) e HBV e correlati farmacogenomici su concentrazioni di plasma di Efavirenz e Nevirapine in Swaziland. Massimo Galli Professore Ordinario Sorveglianza della resistenza ai farmaci HIV-1, sottotipi virali, epidemiologia molecolare di M. tubercolosis, resistenza all’artemisinina (terapie combinate a base di artemisinina) e correlati farmacogenomici su concentrazioni di plasma di Efavirenz e Nevirapine in Tanzania. Massimo Galli Professore Ordinario AREA TEMATICA Medicina Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari Swaziland Beneficiari 1. Soggetti affetti da HIV+ 2. Soggetti affetti da HIV/TB 3. Soggetti affetti da epatite B e HTLV (Virus dei linfociti T dell’uomo) Risultati attesi 1. Identificazione di un modello di resistenza ai farmaci associato alla terapia antiretrovirale, 2. Identificazione di un profilo di sottotipi HIV-1 circolanti 3. Identificazione dell’epidemiologia molecolare di M. tubercolosis, HTLV e HBV in Swaziland 4. Identificazione dell’associazione tra lo sviluppo della lipodistrofia o degli effetti collaterali e polimorfismi noti o nuovi geni putativi. 5. Identificazione di una terapia antiretrovirale e di una terapia migliore per la tubercolosi e l’epatite B. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università degli Studi di Milano, Dip. di Scienze Cliniche L. Sacco, Sezione Malattie infettive e immunopatologia 2. COSPE, Firenze Locali: 1. Ministero della Salute, Swaziland 2. Siteki Hospital, Swaziland Obiettivi Generale: Descrivere modelli di resistenza ai farmaci in relazione alla resistenza agli antiretrovirali, il profilo di sottotipi circolanti HIV-1, l’epidemiologia 154 e-mail: [email protected] tel. 02 503 19763 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Scienze Cliniche “Luigi Sacco”; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche e Cliniche “Luigi Sacco” molecolare di M. tubercolosis e l’epidemiologia molecolare di HTLV e HBV in Swaziland. Stabilire importanti correlazioni tra il profilo genomico e i livelli di plasma degli antiretrovirali e degli effetti collaterali, e.g. lipodistrofia. Specifici: 1. Analizzare il modello di resistenza agli antiretrovirali; 2. Descrivere i sottotipi circolanti HIV-1; 3. Analizzare l’epidemiologia molecolare di M. tubercolosis in Swaziland; 4. Analizzare l’epidemiologia molecolare di HTLV e HBV in Swaziland; 5. Studiare la relazione tra le varianti alleliche appartenenti ai polimorfismi noti CYP e MDR1 e la loro influenza sulle concentrazioni di plasma di Efavirenz e Nevirapine; 6. Verificare la relazione tra i polimorfismi noti del gene POLG 1 tra i soggetti HIV-1+ curati con inibitori e la loro suscettibilità a sviluppare la sindrome lipodistrofica; 7. Analizzare nuovi geni putativi per spiegare le variazioni interindividuali che avvengono durante la terapia antiretrovirale altamente attiva in relazione alla sindrome lipodistrofica. Attività 1. Monitorare i coorti di pazienti affetti da HIV+ e da HIV/TB presso la clinica dell’Ospedale Siteki, Swaziland; 2. Monitorare i pazienti affetti da HBV e HTLV. Ente finanziatore 1. COSPE, Firenze 2. Anlaids Sezione Lombarda, Milano 3. Unione Europea Durata Da: Settembre 2010 - A: Settembre 2012 Possibilità di rinnovo / follow up - AREA TEMATICA Medicina Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari Tanzania Beneficiari 1. Soggetti affetti da HIV+ 2. Soggetti affetti da HIV/TB 3. Soggetti affetti da malaria Risultati attesi 1. Identificazione di un modello di resistenza ai farmaci associato alla terapia antiretrovirale; 2. Identificazione di un profilo di sottotipi HIV-1 circolanti; 3. Identificazione dell’epidemiologia molecolare di M. tubercolosis in Ikonda, Tanzania; 4. Identificazione dei correlati genetici della resistenza all’artemisinina (PfATPase6 gene); 5. Identificazione dell’associazione tra lo sviluppo della lipodistrofia o degli effetti collaterali e polimorfismi noti o nuovi geni putativi; 6. Identificazione di una terapia antiretrovirale e di una terapia migliore per la tubercolosi e la malaria. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Dip. di Scienze Cliniche L. Sacco, Sezione Malattie infettive e immunopatologia, Università degli Studi di Milano 2. Ospedale Luigi Sacco, Milano Locali: Missionari della Consolata, Tanzania. Obiettivi Generale: Descrivere modelli di resistenza ai farmaci in relazione alla resistenza agli antiretrovirali, il profilo di sottotipi circolanti HIV-1, l’epidemiologia e-mail: [email protected] tel. 02 503 19763 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Scienze Cliniche “Luigi Sacco”; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche e Cliniche “Luigi Sacco” molecolare di M. tubercolosis in Ikonda, Tanzania e i correlati genetici della resistenza all’artemisinina (PfATPase6 gene). Stabilire importanti correlazioni tra il profilo genomico e i livelli di plasma degli antiretrovirali e degli effetti collaterali, e.g. lipodistrofia. Specifici: 1. Analizzare il modello di resistenza agli antiretrovirali; 2. Descrivere i sottotipi circolanti HIV-1; 3. Analizzare l’epidemiologia molecolare di M. tubercolosis in Ikonda, Tanzania; 4. Analizzare i correlati genetici della resistenza all’artemisinina (PfATPase6 gene); 5. Studiare la relazione tra le varianti alleliche appartenenti ai polimorfismi noti CYP e MDR1 e la loro influenza sulle concentrazioni di plasma di Efavirenz e Nevirapine; 6. Verificare la relazione tra i polimorfismi noti del gene POLG 1 tra i soggetti HIV-1+ curati con inibitori e la loro suscettibilità a sviluppare la sindrome lipodistrofica; 7. Analizzare nuovi geni putativi per spiegare le variazioni interindividuali che avvengono durante la terapia antiretrovirale altamente attiva in relazione alla sindrome lipodistrofica. Attività 1. Monitorare i coorti di pazienti affetti da HIV+ e da HIV/TB presso la clinica dell’ospedale Ikonda Consolata,Tanzania; 2. Monitorare i pazienti affetti da malaria. Ente finanziatore 1. Regione Lombardia 2. Ospedale Luigi Sacco, Milano 3. Anlaids Sezione Lombarda, Milano Durata Da: Settembre 2010 - A: Settembre 2012 Possibilità di rinnovo / follow up - 155 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 7.3 7.6 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Prevenzione della Trasmissione Madre-Bambino dell’HIV (PTMB) Massimo Galli Professore Ordinario Massimo Galli Professore Ordinario AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 19763 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Scienze Cliniche “Luigi Sacco”; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche e Cliniche “Luigi Sacco” Farmacogenomica del polimorfismo dei geni CYP2A6, CYP2B6, CYP2C19, CYP2D6, CYP3A4, CYP3A5 e MDR1 e loro influenza sulle concentrazioni di plasma di Efavirenz e Nevirapine in Perù. Medicina (Malattie infettive) Tipo di intervento • Ricerca medica • Servizi sanitari • Formazione • Servizi di tecnologia dell’informazione Paesi destinatari Guinea Bissau Beneficiari 1. Bambini 2. Donne 3. Pazienti sieropositivi (dal 2006) Risultati attesi 1. Diminuzione dei casi di trasmissione dell’HIV; 2. Miglioramento delle aspettative di vita dei pazienti sieropositivi. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Dip. Malattie Infettive, Università degli Studi di Milano Locali: 1. Associaçao Ceu e Terras 2. Ministero Salute Pubblica, Guinea Bissau Obiettivi Generale: Prevenzione della Trasmissione Madre-Bambino dell’HIV e terapia antiretrovirale Attività 1. Supporto medico alla popolazione locale; 2. Formazione di operatori sanitari locali; 3. Raccolta dati e ricerca scientifica; 4. Sviluppo di una piattaforma di telemedicina per il supporto e la consulenza a distanza. Ente finanziatore Associazione Cielo e Terra Onlus, Ospedale L. Sacco di Milano, Asociación AIDA - Madrid, FMI, Banco Mundial, Unicef. Durata Da: Gennaio 2001 - A: In corso Possibilità di rinnovo / follow up Il progetto è tuttora in corso e ci si aspetta che proceda. AREA TEMATICA Medicina Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari Perù Beneficiari Soggetti affetti da HIV+ Risultati attesi 1. Identificazione di ogni associazione tra lo sviluppo della lipodistrofia o degli effetti collaterali e il polimorfismo noto o i nuovi geni putativi; 2. Individuazione di una terapia antiretrovirale. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Dip. di Scienze Cliniche L. Sacco, Malattie Infettive e Immunopatologia, Università degli Studi di Milano 2. Università di Lima, Perù 3. Dip. di Medicina Preventiva e Salute Pubblica, Istituto di Medicina Tropicale, Università Nazionale Mayor De San Marcos, Lima, Perù Locali: Hogar San Camilo, Lima e-mail: [email protected] tel. 02 503 19763 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Scienze Cliniche “Luigi Sacco”; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche e Cliniche “Luigi Sacco” Obiettivi Generale: Stabilire correlazioni importanti tra il profilo genomico e i livelli di plasma degli antiretrovirali e gli effetti collaterali, (es. lipodistrofia). Specifici: 1. Studio della relazione tra le varianti alleliche appartenenti al polimorfismo noto CYP e MDR1 e loro influenza sulle concentrazioni di plasma dei due inibitori Efavirenz e Nevirapine e i loro effetti collaterali; 2. Verifica della manifestazione di una relazione tra i polimorfismi noti del gene POLG 1 tra i soggetti affetti da HIV-1+ curati con inibitori e loro suscettibilità a sviluppare la sindrome lipodistrofica; 3. Analisi di nuovi geni putativi per spiegare le variazioni interindividuali che avvengono durante la terapia antiretrovirale altamente attiva in relazione alla sindrome lipodistrofica. Attività I coorti di pazienti affetti da HIV+ che parteciperanno al progetto sono stati scelti negli anni 2000/2002, includendo anche soggetti già seguiti presso l’Hogar San Camilo, a Lima. Ente finanziatore FIP - Fondo Italo Peruviano Durata Da: Settembre 2010 - A: Settembre 2012 Possibilità di rinnovo / follow up - 156 157 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 7.5 ti progettiProgetti progetti progetti 7.7 TITOLO DEL PROGETTO Referente Collaborazione con il programma DREAM (Drug Resources Enhancement against AIDS and Malnutrition) Elisabetta Tanzi Professore Associato Confermato AREA TEMATICA Medicina, Biologia Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari 1. Malawi (Lilongwe, Blantyre, Balaka). 2. Mozambico (Maputo). Beneficiari 1. Popolazione 2. Soggetti affetti da HIV Risultati attesi 1. Formazione di personale locale su malattie infettive specifiche che colpiscono sia i pazienti DREAM che la popolazione in generale; 2. Trasferimento di conoscenze biologiche, di tecniche diagnostiche e di competenze; 3. Programmi di intervento specifici per la prevenzione e il trattamento di malattie infettive rilevanti. Il programma DREAM è nato con lo scopo di promuovere una combinazione di prevenzione e cura ed è stato concepito per raggiungere l’eccellenza sia nei trattamenti che nella diagnostica, nell’amministrazione e nella computerizzazione. DREAM richiede standard occidentali anche per l’Africa, usando la valutazione della carica virale e fornendo la Terapia Antiretrovirale Altamente Attiva (HAART), a tutti i pazienti che hanno bisogno. L’Unità Operativa della Sezione di Virologia del Dipartimento di Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia ha avviato una collaborazione di ricerca con il programma DREAM con lo scopo di intervenire nella lotta contro HIV/AIDS e altre infezioni virali rilevanti in Africa. Ente Promotore Comunità di Sant’Egidio, Roma Partner Italiani e internazionali: 1. Comunità di Sant’Egidio 2. Università degli Studi di Milano 158 e-mail: [email protected] tel. 02 503 15139 Facoltà di Scienze MM, FF e NN Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche della Salute Obiettivi Generale: La collaborazione con il programma DREAM ha lo scopo di cooperare nell’ambito della sanità pubblica in Malawi e Mozambico fornendo supporto scientifico, tecnico e formativo. Specifici: 1. Terapie per HIV/AIDS in Africa; 2. Interventi volti a ridurre la trasmissione madrefiglio dell’HIV; 3. Studi epidemiologici su altre infezioni virali che colpiscono soggetti africani (HBV, HCV, HPV); 4. Interventi volti sia alla riduzione della trasmissione di HBV e HCV che al trattamento per i pazienti infetti; 5. Miglioramento delle conoscenze sulle infezioni da HPV e sul cancro della cervice nelle donne africane; 6. Sviluppo di nuovi strumenti diagnostici; 7. Diagnosi, prevenzione e cura delle infezioni virali. Attività 1. Cooperazione con il programma DREAM in Malawi e Mozambico, principalmente in laboratori di biologia molecolare; 2. Gestione di ricerche epidemiologiche per migliorare i dati esistenti sulla prevalenza delle infezioni virali tra la popolazione africana e specifici gruppi ad alto rischio; 3. Implementazione di nuovi strumenti diagnostici e trasferimento tecnologico in scenari con risorse limitate; 4. Corsi di formazione. Ente finanziatore Università degli Studi di Milano, Comunità di Sant’Egidio Durata Da: Ottobre 2005 - A: Febbraio 2012 Possibilità di rinnovo / follow up Possibilità di rinnovo dell’accordo tra UNIMI ed il programma DREAM - Comunità di Sant’Egidio BOX Creazione e rafforzamento di scuole mediche mediante partenariato nei paesi in via di sviluppo: il caso del Ciad Come si è accennato, la carenza di personale sanitario qualificato affligge gran parte dei Paesi a basso reddito, in particolare nell’area sub sahariana dell’Africa. In molti paesi i quadri formati sono stati falcidiati dall’AIDS o hanno preferito migrare per trovare retribuzioni più adeguate alle loro competenze. Molti paesi infine, anche molto popolosi non hanno mai avuto la possibilità di creare una scuola medica o di mantenerne l’efficienza, finendo per diventare quasi del tutto dipendenti dall’estero per la formazione e il reclutamento di personale sanitario qualificato. Un rapporto dell’OMS del 2009 indica un rapporto medico/paziente pari o superiore a 5 per diecimila solamente in dieci nazioni africane. Tredici paesi hanno un rapporto medico/paziente compreso tra 4 e 2 per diecimila e i restanti ventinove un rapporto pari o inferiore a uno per diecimila. Quasi tutti i paesi più poveri, ma anche stati grandi e molto popolosi come la Tanzania, la Repubblica Democratica del Congo e l’Etiopia sono compresi in quest’ultimo elenco. La densità del personale infermieristico in tutta l’Africa è del 4 per mille e quella del personale sanitario tutto del 2.3 per mille, contro il 18.9 dell’Europa e il 24.8 delle Americhe. Il potenziamento della formazione sanitaria in loco, anche se insufficiente a risolvere nell’immediato i problemi posti dalle emergenze sanitarie, è indispensabile per la sostenibilità a lungo termine di qualsiasi politica di intervento. Per le sue caratteristiche, UNIMI può essere un attore importante in progetti di formazione a sostegno di scuole mediche nei paesi a bassa intensità di competenze sanitarie. La fattibilità di tali progetti deve essere garantita dalla presenza di un ospedale da utilizzare quale policlinico universitario, da un’accettabile logistica e dalla disponibilità dei partner locali, sia a livello governativo, sia di ONG. Un progetto di questo tipo, poi interrotto per cause del tutto indipendenti dalla sua funzionalità e dalla possibilità di continuare con la metodologia e con le risorse disponibili, è stato attuato da docenti di UNIMI in Ciad tra il 2006 e il 2009. Il primo biennio del corso di laurea specialistico in medicina è stato completato da una classe di 27 allievi residenti applicando un core curriculum parzialmente adattato alle necessità locali, senza tuttavia accondiscendere ad ingiustificate semplificazioni. Per ogni materia curricolare venivano garantite lezioni in loco in lingua francese da parte di docenti di UNIMI, utilizzando solo per integrazione metodologie di educazione a distanza. La guida allo studio individuale veniva garantita in loco da tutor ed a distanza dai docenti titolari dei corsi. Gli esami venivano attuati ove possibile in forma orale con la presenza dei docenti di UNIMI e parzialmente, ove appropriato, con la somministrazione di questionari. Venticinque allievi hanno completato con successo il primo biennio, superando gli esami previsti. Il costo dell’operazione è risultato accettabile e sostenibile, anche perché la partecipazione dei docenti di UNIMI è stata su base volontaria, senza retribuzioni aggiuntive per le attività svolte. L’interruzione dell’esperienza non è stata causata da ragioni economiche, né dall’indisponibilità dei docenti a proseguirla e neppure, nonostante la complicata situazione del paese, da insormontabili difficoltà logistiche, quanto da divergenze tra gli attori del progetto. Per le sue caratteristiche questo modello, una volta maggiormente garantito dal sostegno di agenzie internazionali e dell’ateneo, può risultare facilmente esportabile ad altre situazioni e costituire in prospettiva un contributo tangibile in risposta allo shortage di personale medico in Africa. Prof. Massimo Galli Vecchio Dip.: Dipartimento di Scienze Cliniche “Luigi Sacco” Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche “Luigi Sacco” 159 8.0 Salute e malattia PROMUOVERE LA SALUTE INTENSIFICANDO LA RICERCA Prof.ssa Chiarella Sforza Vecchio dip.: Dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche – Città Studi Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute “Promuovere la salute è il processo che consente alle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla. Parte dagli aspetti relativi al comportamento individuale verso un ampio ventaglio di interventi sociali e ambientali” (http://www.who.int/topics/health_promotion/en/, accessed on Friday, 03 June 2011). La ricerca per una migliore salute, o per una vita migliore per noi e l’ambiente, è antica quanto l’uomo. Questa ricerca non può essere limitata ai paesi “sviluppati”, ma dovrebbe includere l’intero pianeta e tutta l’umanità. Ma come questo intervento globale debba essere effettuato ha acquisito diverse facce nel tempo e nello spazio, e le risposte che oggi potremmo dare alle classiche domande “W” (o domande “Q” se risaliamo alla versione originale in latino quis = who, chi; quid = what, cosa; cur = why, perché; quomodo = how, come; ubi = where, dove; quando = when, quando) non sono più quelle che si davano nel secolo scorso. Per diverse decadi la “cooperazione internazionale” è stata pensata solo come “i paesi sviluppati che aiutano quelli sottosviluppati”. Ma oggi dobbiamo renderci conto che le cose sono diverse. Leggendo i progetti “Salute - altre patologie” promossi dai colleghi di UNIMI (“Chi?”), troviamo che “ricerca” è l’obiettivo di 12 su 15 progetti, “trasferimento tecnologico” di cinque, “formazione/ educazione” di quattro, mentre “miglioramento della salute” e “servizi alla comunità” sono obiettivi soltanto di un progetto ciascuno. Quindi, il “Cosa” e il “Perché” sono cambiati: la cooperazione internazionale sta diventando un modo efficace per incrementare le nostre possibilità di ricerca, condividendo competenze e conoscenze con i colleghi all’estero. “Dove” stiamo andando per queste nuove attività internazionali? Lo scenario copre tutto il mondo, dalla Cina al Giappone, dal Brasile alla Colombia, dai paesi del Mediterraneo alla penisola Arabica, dall’India alla Tanzania. È difficile etichettare tutti questi paesi come “terzo mondo”, o anche solo “paesi emergenti”. È interessante notare che in due progetti i beneficiari dell’intervento sono i professionisti della salute italiani: la cooperazione internazionale diventa un modo per portare a casa nuove conoscenze, per venire in contatto con esperienze diverse, e per approfondire ed allargare le nostre competenze e abilità. La domanda è “Come” possiamo dare e ricevere il meglio da questa cooperazione internazionale in fase di cambiamento. Sin dal 2005, la mia esperienza personale in America Latina (Brasile, “Anatomia funzionale di testa e collo nei soggetti normali e nei pazienti odontoiatrici”, e Colombia, “Anatomia quantitativa delle arcate dentarie e del palato”, ma anche Cile, con un progetto in via di definizione) è sempre stata quella della reciproca integrazione di competenze ad abilità. Ad esempio, nel campo del do- 161 lore e delle disfunzioni cranio facciali e temporomandibolari, ho visitato diverse strutture mediche ed odontoiatriche, pubbliche e private, scoprendo che l’approccio alla scelta del trattamento è un po’ differente da quello che avviene a Milano. Spesso, dopo una procedura diagnostica simile, usando persino gli stessi strumenti e test, il nostro primo approccio al dolore è farmacologico, prescrivendo al paziente un farmaco per alleviare i sintomi. In Brasile, c’è un maggiore utilizzo di trattamenti fisici e miofunzionali: ginnastica orofacciale, fisioterapia, borse del ghiaccio, impacchi caldi, vengono illustrati dal terapista e usati dai pazienti con beneficio. Questo diverso approccio può avere varie motivazioni: una potrebbe essere economica, dato che parte della popolazione Brasiliana non si può permettere i farmaci necessari, e deve utilizzare procedure a basso costo. Un’altra ragione potrebbe essere il tempo che i medici dedicano a ciascun paziente, tempo sempre più ridotto in Italia. Insegnare una corretta sequenza di movimenti orofacciali che il paziente dovrà ripetere a casa richiede più tempo che scrivere una ricetta. Mancanza di tempo (se non pigrizia) sono anche problemi dei pazienti: in Italia ci potrebbe essere una minore disciplina da parte dei pazienti a cui viene richiesto di partecipare attivamente al trattamento. Perciò, da questa prospettiva è il nostro paese che necessita di qualche nuovo intervento per la promozione della salute (“…il processo che consente alle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla…”). tumori (“Metilazione del DNA e rischio di cancro allo stomaco”). In ogni caso, anche questi progetti di stampo “classico” sono svolti a stretto contatto con le strutture sanitarie locali. Un esempio è il programma per il controllo della tubercolosi nelle comunità Tibetane in India, dove uno degli obiettivi specifici è l’integrazione del sistema medico tibetano, e il coinvolgimento della comunità nella valorizzazione della cultura tradizionale. In conclusione (o all’inizio di questa nuova era di collaborazione internazionale), possiamo essere fiduciosi che i nostri sforzi effettuati nel lavorare all’estero ed incontrare nuove culture saranno ripagati da nuove idee ed energie per il nostro lavoro quotidiano in UNIMI. In questi anni con i colleghi Brasiliani abbiamo condiviso la nostra competenza relativamente a nuovi strumenti per la diagnosi e la ricerca, con una particolare attenzione allo sviluppo di test diagnostici che possano integrare la tecnologia all’interno del processo di cura, unendo ricerca e promozione della salute. Dall’altra parte, abbiamo imparato metodi diversi di trattamento che possono utilmente essere applicati anche alla nostra situazione. Un ulteriore aspetto di questa cooperazione sono le pubblicazioni scientifiche: nell’ambito dei tre progetti del mio laboratorio abbiamo pubblicato negli ultimi tre anni nove lavori su riviste internazionali peer-reviewed, la cui ledearship è quasi egualmente suddivisa tra UNIMI (cinque pubblicazioni, due con il Brasile, una con la Colombia, due con il Sudan) e i paesi con cui sono in atto le collaborazioni (una con la Colombia, tre con il Brasile). Simili procedure di scambio reciproco si possono trovare anche in altri progetti UNIMI di questa sezione (“Caratteristiche anatomiche e funzionali dell’articolazione trapezio-metacarpale”, “Energetica e biomeccanica del movimento umano”, “Integrazione tra la medicina occidentale e la medicina cinese”, “Scuola Mediterranea di Studi Superiore di Neuropsicofarmacologia e Neuropsichiatria”, “Nuove tecnologie e materiali per le fratture e l’allungamento delle estremità superiori: applicazioni cliniche”, “Morfologia facciale tridimensionale in soggetti normali e in pazienti”). È da sottolineare che uno di questi progetti è finalizzato principalmente allo sviluppo di conoscenze dei medici Italiani, cercando di integrare la Medicina Tradizionale Cinese con la nostra Medicina Occidentale, come meglio dettagliato nel BOX. Certamente, fra gli altri troviamo anche progetti di cooperazione “classici”, dove la nostra competenza scientifica viene usata per aiutare paesi meno sviluppati a combattere malattie infettive (“Epidemia di colera a Zanzibar (Isola di Pemba) - 2006, “Infezioni di Fusarium e infezioni micotiche profonde in pazienti di terapia intensiva”, “Identificazione dei fattori che influenzano il ripiegamento e la stabilità degli enzimi dagli organismi patogeni che causano malattie riemergenti”, “Sostegno al programma di controllo della Tubercolosi presso le comunità Tibetane in India”) o i 162 163 TITOLO DEL PROGETTO Referente Formazione di personale infermieristico e supporto tecnico al servizio sanitario - AFAGNAN Walter Albisetti Professore Associato AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 58296680 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche Educazione e formazione sanitaria Tipo di intervento • Educazione • Formazione Paesi destinatari Togo (città di Afagnan) Beneficiari 1. popolazione locale 2. medici locali 3. infermieri 4. studenti Risultati attesi 1. Miglioramento delle conoscenze medico sanitarie del personale locale 2. Miglioramento della situazione sanitaria della popolazione 3. Cooperazione tra personale sanitario locale e italiano Obiettivi 1. Miglioramento delle conoscenze medico sanitarie del personale locale 2. Miglioramento della situazione sanitaria della popolazione Attività 1.Formazione di medici e operatori sanitari locali 2. Fornire materiale chirurgico e medico per start up delle attività sanitarie locali. 3. Formazione di personale infermieristico locale generico e specialistico (work cast) 4. Implementazione, attraverso convenzioni con Università italiane e con le scuole di specialità italiane, delle attività chirurgiche e mediche locali Ente finanziatore Privati Ente Promotore Prof.Walter Albisetti Durata Da: 2007 - A: 2011 Partner Italiani e internazionali: Waves World Association of Volunteers for Emergencies and Solidarity - Onlus, Italia Locali: Hopital Missionaire St.Jean de Dieu, Afagnan, Togo Possibilità di rinnovo / follow up Rinnovabile 165 ti progettiProgetti progetti progetti 8.1 8.3 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Formazione di fisioterapisti - Ospedale Anoalite, di Mungbere, Congo Walter Albisetti Professore Associato Borsa di studio per studente di medicina Ospedale di Sololo, Kenya Walter Albisetti Professore Associato AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 58296680 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 58296680 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche Obiettivi Contribuire a formare nuovi terapisti e a migliorare le conoscenze di quelli già formati. Migliorare di conseguenza l’attività dell’Ospedale fornendo adeguate prestazioni ai pazienti locali. Tipo di intervento • Educazione • Formazione Attività Borsa di studio per fisioterapisti dell’Ospedale Anoalite, Mungbere, Congo Beneficiari Studente di medicina Educazione - Formazione Tipo di intervento • Educazione • Formazione Paesi destinatari Congo (città di Mungbere) Beneficiari 1. Infermieri 2. Popolazione 3. Ospedale Risultati attesi 1. Miglioramento delle conoscenze delle tecniche di fisioterapia e apprendimento di nuove metodologie terapeutiche 2. Miglioramento delle condizioni de pazienti Ente Promotore Prof.Walter Albisetti Partner Italiani e internazionali: 1. Waves World Association of Volunteers for Emergencies and Solidarity - Onlus, Italia 2. Missionari Comboniani Locali: Ospedale Anoalite di Mungbere, Congo (gestito dai Missionari Comboniani) 166 Ente finanziatore Privati Durata Da: 2009 - A: 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Rinnovabile Educazione - Formazione Paesi destinatari Sololo, Kenya Risultati attesi Conseguimento della laurea in medicina dello studente Ali Boru, della etnia dei Borana, attualmente al terzo anno di studi. Ente Promotore Prof.Walter Albisetti Partner Italiani e internazionali: 1) Waves World Association of Volunteers for Emergencies and Solidarity - Onlus 2) CCM Onlus 3) Mondeco Onlus Locali: Ospedale di Sololo, Kenya Obiettivi Contribuire ad aiutare uno studente a laurearsi in medicina per poter svolgere la sua attività presso l’ospedale di Sololo. Migliorare di conseguenza l’attività dell’Ospedale e quindi fornire più prestazioni alla popolazione dei Borana. Attività Borsa di studio per studente di medicina Ospedale di Sololo, Kenya. Ente finanziatore Privati Durata Da: 2009 - A: 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Rinnovabile 167 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 8.2 8.5 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Formazione di personale medico e supporto tecnico al servizio sanitario - TIGANIA Walter Albisetti Professore Associato Alessandro Aliverti Professore Associato Confermato AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 58296680 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche Identificazione dei fattori che influenzano il ripiegamento e la stabilità degli enzimi in organismi patogeni che causano malattie riemergenti Educazione e formazione sanitaria Tipo di intervento • Educazione • Formazione Paesi destinatari Kenya (città di Meru) Beneficiari 1. popolazione locale 2. personale sanitario locale Risultati attesi 1. Miglioramento delle conoscenze medico sanitarie del personale locale 2. Miglioramento della situazione sanitaria della popolazione Obiettivi Miglioramento delle conoscenze medico sanitarie del personale locale Miglioramento della situazione sanitaria della popolazione Attività 1.Formazione di medici e operatori sanitari locali 2. Fornire materiale chirurgico e medico per start up delle attività sanitarie locali. 3. Finanziamento di forme locali di assicurazione sanitaria per malati sieropositivi Ente finanziatore Privati Ente Promotore Prof. Walter Albisetti Durata Da: 2010 - A: 2011 Partner Italiani e internazionali: Waves World Association of Volunteers for Emergencies and Solidarity - Onlus, Italia Locali: St. John of Good Hospital - Tigania, Meru, Kenya Possibilità di rinnovo / follow up Rinnovabile AREA TEMATICA Identificazione e caratterizzazione dei target molecolari per il trattamento della tubercolosi e della malaria Tipo di intervento • Formazione • Ricerca scientifica nel settore dello sviluppo dei farmaci Paesi destinatari India (Lucknow) Beneficiari Comunità scientifica dei Paesi emergenti Risultati attesi 1. Dissezione del meccanismo di folding/unfolding in proteine selezionate da organismi patogeni; 2. Identificazione dei fattori che influiscono sulla conformazione nativa delle proteine sopra citate; 3. Diffusione dei risultati ottenuti mediante la pubblicazione di articoli in giornali scientifici internazionali. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Alessandro ALIVERTI - Dip. di Scienze Biomolecolari e Biotecnologia, Università degli Studi di Milano. Locali: Vinod BHAKUNI - Dip. Di Biologia Molecolare e Strutturale, Central Drug Research Institute, Lucknow, India. e-mail: [email protected] tel. 02 503 14897 Facoltà di Scienze Matematiche, fisiche e Naturali Vecchio Dip:. Scienze Biomolecolari e Biotecnologia; Nuovo Dip.: Bioscienze Obiettivi Generale: Chiarimento di alcuni aspetti di base del processo di ripiegamento del polipeptide e di stabilità delle conformazioni native delle proteine come target promettenti per lo sviluppo di nuove medicine contro le malattie infettive riemergenti, quali la tubercolosi e la malaria. Specifico: 1. Identificazione di nuovi farmaci; 2. Ricerca di nuove strategie relative allo sviluppo dei farmaci; 3. Formazione di giovani ricercatori nell’area della ricerca biochimica e biofisica. Attività 1. Purificazione e caratterizzazione strutturale in vitro mediante differenti tecniche avanzate di proteine da organismi patogeni; 2. Scambio di campioni, risultati e competenze tra i partecipanti; 3. Scambi di breve durata tra il personale dei laboratori. Ente finanziatore The Raman Research Fellowship, Consiglio per la Ricerca Scientifica e Industriale, Nuova Dehli (to V. Bhakuni), Unione Europea (EU Cluster QLK2–2000–01761) (to A. Aliverti). Durata Da: Giugno 2004 - A: Dicembre 2005 Possibilità di rinnovo / follow up No 168 169 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 8.4 8.7 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Metilazione del DNA e rischio di cancro allo stomaco Andrea Baccarelli Ricercatore Confermato Energetica e biomeccanica del movimento umano Alberto Enrico Minetti Professore Ordinario e-mail: [email protected] tel. 02 503 20145 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Medicina del Lavoro Nuovo Dip.: - Biomeccanica e-mail: [email protected] tel. 02 503 15427 Facoltà di Medicina Vecchio Dip.: Fisiologia Umana; Nuovo Dip.: Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico Obiettivi Generale: Studio dei determinanti del dispendio metabolico durante il cammino (a diverse velocità e pendenze). Specifici: Individuazione dei muscoli coinvolti nell’attività locomotoria e del loro "peso" metabolico. AREA TEMATICA Genetica Tipo di intervento • Ricerca Paesi destinatari Oman (Mascate) Beneficiari Pazienti affetti da cancro gastrico Risultati attesi L’analisi della metilazione globale e promotorespecifica del DNA nel sangue periferico mediante pirosequenza fornisce valori quantitativi della metilazione del DNA che potrebbero rivelarsi importanti indicatori prognostici. Questi risultati sostengono l’ipotesi che l’ipometilazione globale è associata al carcinoma gastrico nel DNA del sangue intero. Invece dell’ipermetilazione della regione promoter, è risultato un interessante modello dell’ipometilazione della regione promotor in p-16, p-53, e RUNX-3. Questi risultati verranno studiati successivamente in uno studio più ampio. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Università degli Studi di Milano Locali: Dr. Omar Al Moundhri, Università Sultan Qaboos Obiettivi Generale: Studio degli effetti del fumo sul cancro allo stomaco e sulle malattie del sangue. Specifici: 1. Analisi della metilazione del DNA con pirosequenza; 2. Studio della metilazione del promotore del DNA di 4 geni cancro soppressori: CDH-1, p16, RUNX e p53; 3. Misurazione della metilazione globale del genoma del DNA. Attività 1. Analisi della metilazione del DNA con pirosequenza su 112 casi di cancro allo stomaco e 112 controlli; 2. Studio della metilazione del promotore del DNA di 4 geni cancro soppressori: CDH-1, p16, RUNX e p53; 3. Misurazione della metilazione globale del genoma del DNA stimata negli elementi ripetuti (LINE-1); 4. Sviluppo di saggi per la metilazione dei promotori dei geni localizzando i promotori attraverso l’uso del Software Genomatix 5. Analisi della metilazione del DNA su DNA trattato con bisolfito mediante analisi quantitativa basata sulla pirosequenza; 5. Misurazione della percentuale di 5-metil citosina mediante pirosequenza, tecnica che permette di misurare molteplici singoli CpG. Ente finanziatore Università Sultan Qaboos. Istituto Nazionale degli Stati Uniti AREA TEMATICA Paesi destinatari Brasile (Porto Alegre) Beneficiari Scienziati accademici Risultati attesi 1. Identificazione dei muscoli, tra quelli coinvolti nella locomozione, con un ruolo specifico nell’economia della locomozione; 2. Spiegazione dei seguenti fenomeni: a. costo metabolico minimo di camminata in piano e su terreno inclinato; b. velocità di transizione tra camminata e corsa; c. effetti del carico sui muscoli; 3. Monitoraggio della maggior parte dei muscoli propulsivi mediante un dispositivo portatile EMG a 16 canali. Il costo metabolico della locomozione è usato come variabile dipendente mentre le attività muscolari rappresentano le variabili indipendenti. La regressione multipla rivelerà quali muscoli sono più coinvolti come determinanti del costo metabolico. Attività 1. Ricerca elettromiografica nel laboratorio di gait analysis; 2. Calibrazione e costruzione del protocollo sperimentale; 3. Reclutamento dei soggetti; 4. Conduzione delle sessioni sperimentali; 5. Analisi dei dati; 6. Sviluppo di software per il post-processing; 7. Discussione dei risultati; 8. Stesura di report scientifici. Ente finanziatore Università di Rio Grande do Sul, Porto Alegre Durata Da: Gennaio 2006 - A: Dicembre 2006 Possibilità di rinnovo / follow up No Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Università degli Studi di Milano Locali: Dr. Leonardo Peyre-Tartaruga Durata Da: 2006 - A: in corso Possibilità di rinnovo / follow up Si 170 171 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 8.6 8.9 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Epidemia di colera a Zanzibar (Isola di Pemba) 2006 Mirella Maria Pontello Professore ordinario Giorgio Angelo Racagni Professore Ordinario AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 15106 Facoltà di Medicina Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia; Nuovo Dip.: Dip. della Salute Progetto di fondazione della “Scuola Mediterranea di Studi Superiore di Neuropsicofarmacologia e Neuropsichiatria” Malattie infettive Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico • Servizi alla comunità Paesi destinatari Tanzania (Pemba - Zanzibar) 2. WHO - Global Task Force on Cholera Control Locali: 1. Laboratorio di Salute Pubblica "Ivo de Carneri" (PHL-IdC) 2. Dip. di Sviluppo Idrico, Pemba (DWD) Beneficiari 1. Comunità locale del distretto di Chake Chake: circa 89.000 persone 2. Tecnici del Laboratorio di Sanità Pubblica Ivo de Carneri (Pemba) 3. Tecnici del Dipartimento dell’acqua (DWD Department of Water Development) Obiettivi Generale: Gestione dell’epidemia di colera. Specifici: 1. Assicurare un’adeguata sorveglianza; 2. Promuovere attività di educazione sanitaria; 3. Conformare la gestione dell’ambiente alla distribuzione di acqua potabile e a un adeguato smaltimento degli escrementi. Risultati attesi Miglioramento della risposta, efficace e ben organizzata, all’epidemia di colera a Zanzibar, rispetto agli interventi realizzati per le epidemie precedenti. Nel 2006 il Dipartimento di Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia (Università degli Studi di Milano) ha lavorato in stretta collaborazione con il Comitato del Colera* e gli operatori sanitari locali per seguire l’epidemia, la sua diffusione e per valutarne le caratteristiche epidemiologiche. Il Comitato del Colera svolge un ruolo centrale nel sistema di integrazione per il rafforzamento della sorveglianza epidemica, la preparazione e la risposta al colera. Attività 1. Raccolta di dati relativi ai pazienti ammessi nei campi di isolamento (IC) e negli ospedali per monitorare l’evoluzione dell’epidemia; 2. Contatti con gli Shehja per ottenere dalla popolazione dati di interesse epidemiologico relativi ad ogni area IC; 3. Campionamento ed esame coprocolturale per confermare la diffusione del colera; 4. Campionamento ed analisi microbiologica delle fonti idriche per fornire indicazioni sull’efficacia degli interventi di clorazione sia a livello di comunità che a livello domestico; 5. Studio della resistenza agli antibiotici degli stipiti di V.cholerae isolati (v. punti 3 e 4). * Comitato del Colera: • Global Task Force on Cholera Control, World Health Organization - Geneva • Laboratorio di Salute Pubblica Ivo de Carneri (PHL-IdC) -Pemba • Autorità dell’Acqua di Zanzibar (ZAWA), Pemba Ente Promotore ONG Fondazione Ivo de Carneri, ZNZ - Milan Partner Italiani e internazionali: 1. Dip. di Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia, Università degli Studi di Milano 172 Ente finanziatore Fondazione Ivo de Carneri - PHL-IdC Durata Da: Marzo 2006 - A: Ottobre 2006 Possibilità di rinnovo / follow up Si AREA TEMATICA Neuropsicofarmacologia, Psichiatria, Neurologia, Farmacia Tipo di intervento • Formazione • Ricerca Paesi destinatari Paesi del Bacino mediterraneo: Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Cipro, Croazia, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano, Libia, Malta, Marocco, Montenegro, Portogallo, Serbia, Siria, Slovenia, Spagna, Territori autonomi palestinesi, Tunisia, Turchia Beneficiari Giovani professionisti (medici di medicina generale, farmacisti, psichiatri, neurologi, psicogeriatri) Risultati attesi 1. Opportunità per clinici e neuroscienzati dei diversi Paesi del Mediterraneo di aggiornare la propria conoscenza scientifica e di scambiare esperienze e opinioni in merito a diagnosi, prevenzione e cure delle maggiori malattie psichiatriche e neurologiche; 2. Analisi della situazione contingente nei diversi Paesi mediante questionari e diffusione delle informazioni ottenute; 3. Armonizzazione dei trattamenti dei disordini mentali tra i Paesi del bacino del Mediterraneo; 4. Realizzazione di una piattaforma multimediale con accesso tramite ID e password in modo da seguire i corsi formativi online a distanza; 5. Realizzazione di un seminario formativo in presenza in almeno due Stati Membri, ogni anno. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Docenti di ogni Stato membro Locali: Docenti di ogni Stato membro e-mail: [email protected] tel. 02 503 8331 Facoltà di Farmacia Vecchio Dip.: Scienze Farmacologiche; Nuovo Dip.: Scienze Farmacologiche e Biomolecolari Obiettivi Generale: Aumento di know how psichiatrico e neuropsicofarmacologico tra giovani professionisti nei Paesi del bacino mediterraneo. Specifici: 1. Insegnare ed educare giovani professionisti. Aiutare giovani professionisti ad avere accesso a nuove scoperte, nuove tecnologie e nuovi trattamenti terapeutici; 2. Creare opportunità per giovani professionisti (borse di studio per stage) e corsi di aggiornamento e formazione, principalmente mediante lezioni online e residenziali; 3. Organizzazione di laboratori nei Paesi del bacino del Mediterraneo. Attività 1. Definizione di statuti e leggi locali; 2. Realizzazione di website (grafica, contenuti, gestione multimediale); 3. Individuare i temi per i corsi formativi e i seminari; 4. Realizzazione e stampa di materiale scientifico e tecnico; 5. Realizzazione e digitalizzazione del contenuto della piattaforma multimediale; 6. Realizzazione di un CD-rom per i corsi online a distanza; 7. Organizzazione logistica dei corsi nei Paesi del bacino del Mediterraneo. Ente finanziatore Donazioni pubbliche e private (industrie farmaceutiche) Durata Da: Ottobre 2010 - A: Ottobre 2012 Possibilità di rinnovo / follow up Altri due anni (2013/2014) 173 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 8.8 8.11 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Anatomia funzionale di testa e collo nei soggetti normali e nei pazienti odontoiatrici Chiarella Sforza, Virgilio F. Ferrario Professori Ordinari Anatomia quantitativa delle arcate dentarie e del palato Chiarella Sforza, Virgilio F. Ferrario Professori Ordinari AREA TEMATICA e-mail: [email protected] [email protected]; tel. 02 503 15407 Facoltà di Medicina Vecchio Dip.: Morfologia Umana e Scienze Biomediche; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche per la Salute AREA TEMATICA e-mail: [email protected] [email protected]; tel. 02 503 15407 Facoltà di Medicina Vecchio Dip.: Morfologia Umana e Scienze Biomediche; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche per la Salute Obiettivi Generale: Definizione di metodi per la valutazione strumentale del sistema stomatognatico. Specifici: 1. Cooperazione tra ricercatori, formazione e scambi di studenti e di dottorandi; 2. Definizione di test diagnostici; 3. Definizione di valori di referenza. Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico Anatomia, Odontoiatria, Chirurgia Maxilofacciale Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari Brasile (São Paulo - Ribeirao Preto) Beneficiari 1. Studenti 2. Pazienti odontoiatrici Risultati attesi 1. Definizione di metodi per la valutazione strumentale del sistema stomatognatico, compreso lo sviluppo di strumenti e metodi, con particolare attenzione ai metodi non invasivi; 2. Definizione di valori di referenza normali per i soggetti brasiliani; 3. Uso di test strumentali quantitativi per la diagnosi e la valutazione del trattamento nelle aree di dolore orofacciale e disordini temporomandibolari. Ente Promotore Dip. di Morfologia Umana e Scienze Biomediche, Università degli Studi di Milano Partner Locali: 1. Prof. Cláudia M. de Felício, Facoltà di Medicina di Ribeirao Preto (FMRP), Università di São Paulo; 2. Prof. Marco A. Rodrigues da Silva, Facoltà di Odontoiatria di Ribeirão Preto, Università di São Paulo. Attività 1. Definizione di metodi di misurazione; 2. Raccolta di dati normativi; 3. Confronti fra pazienti. I metodi strumentali attualmente in uso nel dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche per l’analisi quantitativa del sistema stomatognatico verranno applicati ai soggetti normali brasiliani. Si definiranno i dati normativi che verranno applicati per la diagnosi, la pianificazione del trattamento e l’analisi quantitativa dei risultati nei pazienti odontoiatrici. In particolare, considerando la difficoltà della diagnosi differenziale, l’eziologia sconosciuta e la mancanza di una solida base scientifica per la maggior parte dei trattamenti, verranno analizzati i pazienti con dolore orofacciale e disordini temporomandibolari. Ricercatori e studenti brasiliani approfitteranno dei nuovi metodi e delle nuove tecnologie. Ente finanziatore Università di São Paulo; Università degli Studi di Milano Durata Da: Gennaio 2006 - A: Dicembre 2015 Possibilità di rinnovo / follow up Si Odontoiatria, Chirurgia Maxilofacciale Paesi destinatari Colombia (Medellín) Beneficiari 1. Pazienti con labiopalatoschisi 2. Studenti 3. Pazienti odontoiatrici Risultati attesi 1. Definizione di metodi per l’analisi tridimensionale quantitativa delle arcate dentarie e del palato duro in soggetti umani; 2. Definizione della misura e della forma normali delle arcate dentarie e del palato duro in soggetti colombiani; 3. Pazienti con labiopalatoschisi: confronto degli effetti dei differenti trattamenti sulla misura e forma palatale; 4. Pazienti odontoiatrici: confronto degli effetti delle differenti patologie e trattamenti rilevanti sulla misura e forma dell’arcata dentaria; 5. Trasferimento di metodi e tecnologia a ricercatori e studenti colombiani. Ente Promotore Dip. di Morfologia Umana e Scienze Biomediche, Università degli Studi di Milano Partner Locali: Prof. Ana María Cerón-Zapata, Prof. Ana María López-Palacio, Prof. Claudia C. Restrepo, CES University, Medellín, Colombia Obiettivi Generale: Definizione di caratteristiche tridimensionali delle arcate dentarie e del palato di soggetti colombiani. Specifici: 1. Studio dell’effetto delle differenti patologie; 2. Confronto degli effetti dei differenti trattamenti; 3. Definizione di caratteristiche normali in soggetti colombiani. Attività 1. Definizione di metodi di misurazione; 2. Raccolta di dati tridimensionali; 3. Analisi statistica. Il primo passo è la definizione di un metodo per l’analisi tridimensionale quantitativa delle arcate dentarie e del palato duro in soggetti umani. Attualmente le analisi vengono effettuate con calibri che non valutano la complessa geometria delle strutture biologiche. Si useranno strumenti ottici tridimensionali (stereofotogrammetria) e digitalizzatori a contatto per ottenere dati della superficie dei modelli in gesso delle arcate dentarie e del palato. Successivamente, si otterranno indicatori di misura e forma per: a) definire le normali caratteristiche dei soggetti colombiani; b) studiare gli effetti delle differenti patologie; c) confrontare gli effetti dei differenti trattamenti. Ricercatori e studenti colombiani approfitteranno dei nuovi metodi e delle nuove tecnologie. Ente finanziatore Università degli Studi di Milano; Università di Medellin Durata Da: Gennaio 2003 - A: Dicembre 2012 Possibilità di rinnovo / follow up Si 174 175 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 8.10 8.13 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Morfologia facciale tridimensionale in soggetti normali e in pazienti Chiarella Sforza, Virgilio F. Ferrario Professori Ordinari Integrazione tra la medicina occidentale e la medicina cinese Umberto Solimene Professore Associato Confermato AREA TEMATICA e-mail: [email protected] [email protected]; tel. 02 503 15407 Facoltà di Medicina Vecchio Dip.: Morfologia Umana e Scienze Biomediche; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche per la Salute AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 18461 Facoltà di Medicina e chirurgia Vecchio Dip.: Morfologia Umana e Scienze Biomediche; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche per la Salute Obiettivi Generale: Definizione di metodi non invasivi per l’analisi 3D della morfologia facciale. Specifici: 1. Cooperazione tra ricercatori, formazione personale locale; 2. Definizione di test diagnostici; 3. Definizione di valori di riferimento Tipo di intervento • Ricerca • Formazione Anatomia, Odontoiatria, Chirurgia Maxilofacciale Tipo di intervento • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari 1. Sudan (Khartoum) Beneficiari 1. Medici 2. Dentisti 3. Pazienti con alterazioni craniofacciali Risultati attesi 1. Definizione di metodi per la valutazione tridimensionale non invasiva della morfologia facciale; 2. Definizione di valori di riferimento normali per i soggetti nord Sudanesi; 3. Uso di misure 3D relative ai tessuti molli facciali per la definizione del fenotipo in varie alterazioni craniofacciali e il controllo delle terapie Ente Promotore Dip. di Morfologia Umana e Scienze Biomediche, Università degli Studi di Milano Partner Locali: Dr. Fadil Elamin Department of Orthodontics, El-Razi College Dentistry, Khartoum, Sudan Attività 1. Definizione di metodi di misurazione; 2. Raccolta di dati normativi; 3. Confronti fra pazienti. I metodi strumentali attualmente in uso nel dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche per l’analisi quantitativa non invasiva della morfologia facciale nelle 3 dimensioni dello spazio verranno applicati ai soggetti del Nord del Sudan. Si definiranno i dati normativi che verranno applicati per la diagnosi, la pianificazione del trattamento e l’analisi quantitativa dei risultati in pazienti con alterazioni della morfologia facciale. Ricercatori e medici sudanesi approfitteranno dei nuovi metodi e delle nuove tecnologie. Ente finanziatore El-Razi College of Dentistry, Khartoum, Sudan; Università degli Studi di Milano Durata Da Gennaio 2009 - A Dicembre 2012 Possibilità di rinnovo / follow up Si 176 Medicina Paesi destinatari 1. Cina (Nanjing) 2. Italia (Milano) Beneficiari 1. Medici italiani 2. Sistema sanitario italiano Risultati attesi 1. Mostrare il “modo occidentale” di interpretare l’agopuntura e la medicina cinese tradizionale mediante un approccio moderno; 2. Mostrare un esempio di possibile integrazione tra la medicina occidentale e la medicina cinese tradizionale; 3. Raccogliere e condividere informazioni ed esperienze circa l’integrazione della medicina tradizionale nel sistema sanitario; 4. Condividere i criteri e gli approcci usati per valutare il vantaggio economico della medicina cinese tradizionale per permettere ad altri Paesi interessati di condurre esperienze simili. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Ministero della Salute in Italia 2. Università degli Studi di Milano Locali: 1. Università di Medicina Tradizionale Cinese di Nanjing 2. Amministrazione Statale Cinese per la Medicina Tradizionale Cinese Obiettivi Generale: Trovare una risposta al dolore mediante l’uso della medicina cinese tradizionale. Specifici: 1. Permettere ai medici che partecipano al progetto di capire i fondamenti culturali e teorici della medicina cinese tradizionale e le sue applicazioni per curare alcune delle malattie più comuni, secondo scienza e coscienza; 2. Consentire ai medici partecipanti di apprezzare e, possibilmente, sfruttare le opportunità di integrazione e sinergia tra la medicina occidentale e la medicina cinese tradizionale. Attività Conferenze e seminari formativi tenuti da docenti italiani e cinesi sulle maggiori differenze e relazioni inaspettate che stanno alla base dei modelli epistemologici della medicina occidentale e della medicina cinese tradizionale. Nella medicina cinese tradizionale, si può trovare una valida risposta al dolore che può essere inclusa nel quadro della ricerca scientifica moderna volta a contrastare le malattie e a preservare la salute. Il personale docente ha portato a termine il corso del master in maniera esemplare. Ente finanziatore Ministero della Salute in Italia Durata Da: 2006 - A: 2008 Possibilità di rinnovo / follow up Il nuovo progetto è in fase di valutazione. 177 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 8.12 8.15 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Infezioni micotiche (infezioni di Fusarium e infezioni micotiche profonde in pazienti di terapia intensiva) Anna Maria Tortorano Professore Associato Confermato Sostegno al programma di controllo della tubercolosi presso le comunità tibetane in India Luisella Verotta Ricercatore confermato e-mail: [email protected] tel. 02 503 15146 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Sanità Pubblica, Microbiologia e Virologia; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche per la Salute AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 14108 Facoltà di Scienze MM, FF e NN Vecchio Dip.: Chimica Organica e Industriale; Nuovo Dip.: Chimica Obiettivi Specifici: 1. Raccolta di informazioni su pazienti di terapia intensiva affetti da infezioni micotiche profonde; 2. Raccolta di ceppi di Candida isolati da emocoltura in pazienti di terapia intensiva per saggiare la produzione di biofilm; 3. Raccolta di informazioni su infezioni di Fusarium superficiali e disseminate; 4. Raccolta di ceppi di Fusarium da identificare mediante metodi molecolari. Tipo di intervento • Miglioramento della salute • Formazione AREA TEMATICA Microbiologia Tipo di intervento • Ricerca Paesi destinatari Turchia Beneficiari Pazienti di terapia intensiva Risultati attesi Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Prof. Anna Maria Tortorano, Università degli Studi di Milano 2. Lena Klingspor, Università di Karolinska, Stockholm Locali: 1. Emel Tumbay, Dip. di Microbiologia, Università di Ege 2. Sevtap Arikan Akdagli, Laboratorio di Micologia, Università di Hacettepe scuola di Medicina, Ankara Attività 1. Raccolta di informazioni (demografiche, cliniche, microbiologiche) riguardo i pazienti di due terapie intensive in Turchia e i pazienti di altri reparti in Paesi europei; 2. Test in vitro di produzione di biofilm da parte di ceppi di Candida isolati da emocoltura di pazienti di terapia intensiva; 3. Raccolta di informazioni (demografiche, cliniche, microbiologiche) di pazienti turchi con infezioni di Fusarium superficiali o disseminate nel quadro di un’indagine europea che coinvolge 12 Paesi; 4. Identificazione di metodi molecolari di ceppi di Fusarium isolati in corso di infezioni superficiali o disseminate e analisi della biodiversità. Ente finanziatore Durata Da: Gennaio 2006 - A: Dicembre 2008 Possibilità di rinnovo / follow up - Salute Paesi destinatari India Beneficiari Rifugiati tibetani in India Risultati attesi 1. Implementazione della strategia DOTS in insediamenti tibetani in India; 2. Miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari per la diagnosi precoce della TBC; 3. Miglioramento della preparazione tecnica degli operatori sanitari; 4. Miglioramento dell’integrazione tra la medicina allopatica e la medicina tradizionale tibetana nell’educazione sanitaria per la prevenzione e la guarigione dalla TBC; 5. Standardizzazione degli strumenti clinici e di laboratorio; 6. Miglioramento delle condizioni cliniche dei medici dell’ospedale Delek a Dharamsala. Ente Promotore AISPO Partner Italiani e internazionali: 1. COE (Centro Orientamento Educativo, Milan) 2. Istituto Scientifico “Ospedale S. Raffaele-HSR” 3. WHO 4. Dip. di Chimica Organica e Industriale, Università degli Studi di Milano Locali: 1. Ospedale Delek, Dharamsala 2. Istituto Medico e Astrologico Tibetano di H.H. il Dalai Lama (Men-Tsee-Kang), Dharamsala Obiettivi Generale: migliorare le condizioni di salute dei rifugiati tibetani in India, favorendo l’accesso ai 178 servizi anche alla popolazione indiana. Specifici: 1. Integrazione del sistema di medicina tibetana, coinvolgendo dottori e operatori sanitari tibetani in una campagna di consapevolezza su prevenzione, diagnosi precoce e dieta alimentare per eradicare la tubercolosi; 2. Coinvolgimento della comunità nella valorizzazione del sapere tradizionale. Attività 1. Rete etnica tra i sistemi di medicina biomedico e tibetano per diffondere nelle comunità informazioni chiare e corrette e coinvolgerle in una strategia inclusiva su prevenzione e diagnosi precoce della TBC; 2. Seminari e formazione su prevenzione e dieta alimentare per promuovere la rete con la partecipazione di esperti e operatori sul campo coinvolti nella campagna; 3. Raccolta e organizzazione di dati botanicomedico-nutrizionali; 4. Campagna di consapevolezza mediante manuali bilingue, poster e un documentario preparato dalla rete, coinvolgendo esperti di medicina tibetana e i leader spirituali delle comunità, con particolare enfasi sull’approccio iconico; 5. Miglioramento della dieta alimentare attraverso la coltivazione di integratori alimentari in orti; 6. Follow up dei risultati ottenuti. Ente finanziatore MAE, AISPO Durata Da: Gennaio 2009 - A: Dicembre 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Al momento sconosciuta. 179 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 8.14 BOX Medicina tradizionale cinese e medicina occidentale: due mondi che si incontrano L’Università’ di Milano, dopo il viaggio nel 1973 della prima Delegazione Medica Ufficiale in Cina con i Prof. P. Mantegazza (farmacologo), Edmondo Malan (Chirurgo), Carlo Lorenzo Cazzullo (psichiatra) fu tra le prime in Europa ad aprirsi alla Medicina Tradizionale Cinese. Gli autorevoli farmacologi e clinici ne vedevano, infatti, le grandi possibilità terapeutiche e di prevenzione che se opportunamente valutate, sperimentate ed esercitate potevano essere una valida integrazione alle moderne scienze mediche. Quel primo viaggio è stato l’inizio di una lunga e proficua collaborazione che prosegue, ininterrottamente sino ad oggi tra il nostro Ateneo ed analoghe istituzioni cinesi. Ne segnaliamo le più significative e recenti e tuttora attive che costituiscono, capitoli importanti che poi sono serviti di modello per ispirare iniziative analoghe in diverse Istituzioni Universitarie Italiane (Roma, Firenze) e straniere (Monaco di Baviera). • Istituzione di Corsi di perfezionamento post laurea in Agopuntura (dal 1992) • Istituzione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) del Centro di referenza Europeo per la Medicina Tradizionale (dal 1997) • Collaborazione con l’Università di Chengdu, per le ricerche in campo fitoterapico • Collaborazione con l’università di Nanchino, per la didattica in MTC • Collaborazione con l’Università per la MTC di Pechino • Collaborazione con l’Università per la Medicina Tradizionale di Shanghai • Collaborazione con l’Università per la Medicina Tradizionale di Guanchow Inoltre, presso l’Ateneo Milanese esiste l’unico Centro in Europa riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come struttura referente nel settore (WHO Collaborating Centre for Traditional Medicine). La missione nella Repubblica Popolare Cinese compiuta nell’Agosto 2004 dall’allora Ministro della Salute e l’interesse dimostrato anche da alcuni autorevoli componenti, scienziati e docenti, tra cui anche il Prof. G. Coggi, (allora Preside della Facoltà Medica dell’Università di Milano), esperti farmacologi ed imprenditori verso le potenzialità della Medicina Tradizionale Cinese, resero ancora più attuale il problema del suo insegnamento nelle Facoltà mediche. L’Istituzione del “Master di Integrazione tra la Medicina Occidentale e la Medicina Tradizionale Cinese” è uno dei concreti risultati di questa missione. Anche i Ministri della salute che si sono succeduti hanno sempre sostenuto attivamente, tramite i Dirigenti Generali preposti, tale iniziativa di formazione medica. Il Ministero della Salute che ne è stato il promotore e sostenitore, anche economico, ha individuato nell’Università degli Studi di Milano e di Roma (La Sapienza) le palestre formative, in collaborazione con l’Università per la Medicina Tradizionale Cinese di Nanchino. Nel mese di Settembre 2011 è previsto l’arrivo presso il nostro Ateneo di una Delegazione al massimo livello dell’Università di Guanzhou, per un accordo nel campo della qualità della Formazione in Medicina Tradizionale Cinese. Referente in Ateneo Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie e Medicine Naturali WHO Coll.Centre for Traditional Medicine Prof. Umberto Solimene Vecchio Dip.: Dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche - Città Studi Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute 181 9.0 Società ed istituzioni GESTIONE DEI PROBLEMI SOCIALI Prof.ssa Cristiana Fiamingo Vecchio dip.: Dipartimento di Studi Internazionali Nuovo dip.: Dipartimento di Studi internazionali, Giuridici e Storico-politici Cinque sono, ad oggi, i progetti rivolti ai cosiddetti “Paesi in via di Sviluppo” (Pvs) presentati per questa pubblicazione nel quadro della gestione dei problemi legati a società e istituzioni e due i box relativi ad iniziative concorrenti. Prima di esaminarne elementi comuni, peculiarità e potenzialità, sembra opportuno sollevare un rilievo critico relativo all’acronimo Pvs, per impostare anche in futuro una razionalizzazione del rapporto del nostro Ateneo nei confronti dei paesi emergenti: dobbiamo, infatti, considerare come almeno due dei partner nazionali, fra i cinque coi quali s’è intessuto il rapporto di cooperazione - Cina, India, Kenya, Namibia e Tailandia - appartengano ai cosiddetti “Big four”, meglio noti come i paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina): economie emergenti, appunto, che, come evidenziato negli anni della crisi economica globale che si sta vivendo, riescono a mantenere elevati standard e forti ritmi di produzione e impiego, a differenza delle economie occidentali. Al vaglio delle schede qui offerte, si evidenzia la matrice educativo-formativa di quattro progetti su cinque: nel campo del diritto internazionale (capofila Marco Pedrazzi), tra l’Università cinese di Harbin e il nostro Ateneo; in quello relativo alla creazione di un Centro di Studi Europei a Delhi, inteso a promuovere gli scambi tra Unione Europea e India (capofila Alessandro Vescovi), laddove il focus del nostro Ateneo è stato quello delle migrazioni, e nel recupero socio-economico del capitale umano emarginato dalla pandemia dell’Aids nei due progetti destinati a una comunità contadina a Ben Khai, in Tailandia, e alla scuola missionaria per orfani a Karungu, in Kenya (capofila Walter Albisetti). Nei due progetti che coinvolgono Cina e India, si è intessuto un mutuo scambio di studenti e docenti: i rapporti, pertanto, non sono tanto ispirati ad un unidirezionale “dono”, quanto ad uno scambio di competenze e metodologie, passibile di riprodursi e orientato a rafforzarsi, il primo, con accordo consensuale delle parti; il secondo, con la firma di un trattato bilaterale. Il fine di entrambi i progetti è piuttosto la creazione di un comune linguaggio fra studiosi e studenti (gli attori di domani), in una piattaforma di lavoro accomunante, indispensabile per la realizzazione di strumenti di pianificazione e gestione di problemi cogenti di società in crescita. Va anche considerato come tali società siano attualmente in competizione, non solo sotto il profilo economico e delle politiche del lavoro, ma anche relativamente al contingente portato valoriale relativo alla gestione dei rapporti sociali e della considerazione di individui e collettività nel quadro della sicurezza umana, alla base della gestione delle diverse sfere del diritto. Una competizione, questa, che va necessariamente superata allorquando i rapporti maturino nella dimensione dell’interdipendenza fra le nazioni e nella ricognizione di valori di legittimazione reciproca. 183 I progetti gestiti da Walter Albisetti esulano solo apparentemente dall’ambito medico in cui questi opera, mirando a rendere “sane” comunità: attraverso la reintegrazione nella società di contadini ammalati di Aids grazie agli strumenti del lavoro strutturato e organizzato al fine della sua riproduzione, rispondendo alle esigenze della comunità di Ban-Khai, nel progetto in Tailandia e garantendo l’acquisizione di un’educazione formale agli orfani dell’Aids, nel progetto diretto al distretto keniano. Il loro obiettivo è quello di ridurre le disparità e produrre una normalizzazione di contesti patologicamente affetti da stigma e rinuncia al futuro. Diverso, almeno in parte, è il progetto presentato per questa pubblicazione dalla scrivente. Lo studioso, nelle specifiche competenze maturate nel settore delle società post-conflitto in Africa australe, dopo lunghi anni di ricerca sul campo in Namibia, sin dall’alba della sua indipendenza dal Sudafrica, si fa agente monitoratore della ricomposizione di un conflitto ultraventennale, seguendo la sorte della specifica categoria sociale degli ex-combattenti, valutando, in parallelo, il rapporto ambiguo della nuova nazione col proprio passato e i suoi “residui” umani (tra “heroes”, “remnants” e “relics”) e con la cittadinanza: tra istituzionalizzazione della risoluzione del problema della reintegrazione socio-economica degli ex-combattenti, valutazione dei termini, delle percezioni e delle radici storiche, politiche ed economiche della problematica, nonché del discorso politico che la definisce. L’intenso interscambio con le istituzioni coinvolte, la legittimazione da parte dell’Università della Namibia e il rilascio su richiesta di una relazione relativa alla ricerca svolta e alle sue risultanze alla passata gestione del ministero per gli affari dei veterani locale - di contemporanea istituzione agli ultimi anni della ricerca -, testimoniano del riconoscimento da parte istituzionale delle competenze e della necessità di prendere in considerazione prospettive accademiche. Infine, per quanto attiene alle fonti di finanziamento: è significativo come fondi europei alimentino l’iniziativa del Centro studi europei, quelli universitari sostengono il progetto di cooperazione accademica sino-italico, mentre privati siano i fondi cui attingono gli altri tre progetti che mirano a individuare e correggere ostacoli contingenti, per rendere sostenibile il futuro, il che mina la loro riproducibilità e monitoraggio. Il ruolo delle Università nei rapporti di partenariato socio-istituzionale L’evoluzione della politica di cooperazione allo sviluppo in politica di partenariato, pur lungo una strada accidentata, nel nostro Paese, è innegabile. Gestita per lungo tempo in primis dalla società civile e dalle associazioni di volontariato in modo non sempre coordinato, con l’istituzione della Direzione Generale Cooperazione Sviluppo (DGCS) presso il ministero degli esteri e nel più ampio e stringente quadro della politica estera dell’Unione Europea, se, da una parte, soffre di una endemica mancanza di finanziamenti adeguati agli impegni presi dai Governi italiani nel corso degli ultimi vent’anni, sta beneficiando in modo crescente d’una sempre più stretta interrelazione col mondo universitario, tanto a livello interno che internazionale, ma non in modo organico. Una maggiore interazione tra coordinamento istituzionale, accademia e società civile sarebbe auspicabile e, assai probabilmente, beneficerebbe l’intero sistema di partenariato e la stessa accademia italiana integrandola in modo più immediato ai bisogni della società globale. Una simile consapevolezza ha ispirato Stefano Bocchi (Facoltà di Agraria, Univ. degli Studi Milano) e la scrivente (Scienze Politiche Univ. degli Studi Milano) nella creazione del Seminario Interuniversitario, Interfacoltà, Interdisciplinare (SIII): un consorzio interuniversitario informale, garantito dai docenti di alcune Facoltà milanesi dell’Università degli studi, della Bicocca e del Politecnico e dalle rispettive 184 reti, da alcune organizzazioni della società civile attive nei diversi settori coinvolti, nonché da amministratori pubblici disponibili (v. Box). Il SIII offre seminari multidisciplinari, dal 2006, a cadenza annuale, in cui sviscera tematiche legate alla vulnerabilità e alla sicurezza umana e alle politiche di gestione sostenibile delle risorse, invocando un’intermediazione cosciente e responsabile da parte degli Stati. Tanto il SIII che gli “agenti” della cooperazione accademica nei progetti presentati mirano ad accrescere la consapevolezza, le competenze e gli interscambi disciplinari nelle società coinvolte, a partire dalla società di provenienza, tentando di avvicinare le organizzazioni di volontariato attive nei paesi emergenti all’Accademia, al fine di produrre un costruttivo miglioramento dei progetti, di lunga durata e radicati in società che li vogliono fortemente e vi contribuiscono in una percezione chiara dei loro costi e delle conseguenze di breve, medio e lungo periodo. La recente organizzazione del Comitato Italo-libico Ma’an Li’l-Ghad si inquadra in questo percorso (v. Box): la presenza di docenti universitari, accanto ad organizzazioni operative consapevoli del loro ruolo - prima, nell’emergenza e quindi nella costruzione partecipate della livelihood - si fa garanzia di una visione olistica del progetto, superando la puntualità dell’intervento, affidato alle competenze operative dell’Ong di volontariato - come in questo caso, stimolato dall’emergenza della guerra -, in vista di un approccio integrato, riproducibile e passibile di evolvere in rapporto culturale e di scambio paritario. Conclusioni Queste esperienze - tra partenariato nella formazione universitaria; sostegno e garanzia di una livelihood al possibile paritaria; monitoraggio della responsabilizzazione istituzionale nel riconoscimento e nell’approccio alle problematiche socio-economiche locali; nonché l’esperienza seminariale di formazione, rivolta alla società che si percepisce come donatrice e quella del Comitato paritario, traghettatore da una situazione di emergenza ad una di normalità e parificazione dei rapporti - ci portano ad esprimere un auspicio: di un ruolo crescente delle competenze universitarie, specificatamente nel settore socio-politologico, nel monitoraggio di medio-lungo termine dei progetti di cooperazione e partenariato al fine di valutarne in modo interdisciplinare impatto sociale, eventuali correzioni locali, l’adozione di tecniche adattabili ai diversi contesti in un rapporto di partenariato, a garanzia della riproducibilità degli stessi nel miglioramento integrato del contesto socio-economico che li adotta, ma anche attento ad assicurare e stimolare la partecipazione istituzionale locale nella loro gestione, a garanzia di un’effettiva responsabilizzazione di organi di governo locali verso la società e non di una sostituzione dello stesso da parte di un’espressione di società civile, peraltro, allogena. 185 TITOLO DEL PROGETTO Referente Giardino dell’Eden - Produzione di fertilizzante organico, Thailandia Walter Albisetti Professore Associato AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 58296680 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche Educazione - Formazione Tipo di intervento • Formazione Paesi destinatari Ban-Khai, provincia di Rayong, Thailandia Beneficiari Popolazione Risultati attesi Reinserimento di malati di AIDS mediante la loro partecipazione alla produzione di fertilizzanti organici presso il Giardino dell’Eden Ente Promotore Prof. Walter Albisetti Partner Italiani e internazionali: 1. Waves World Association of Volunteers for Emergencies and Solidarity - Onlus, Italia 2. Fondazione Pro.sa Onlus, Italia 3. Azienda Agricola Andegardo, di Cernusco Lombardone, Italia 4. sig. Ciambrelli, Italia 5. Ambasciata del Lussemburgo Locali: Centro di riabilitazione Giardino dell’Eden Obiettivi 1. Ampliare le attività svolte all’interno dell’associazione Giardino dell’Eden 2. Reinserimento nell’ambito del lavoro di persone sieropositive 3. Nuove attività lavorative Attività 1. Fornitura di materiali per avviare e proseguire nell’attività di produzione del fertilizzante 2. Fornitura di mezzi per il trasporto e la distribuzione dei prodotti. Ente finanziatore Privati Durata Da: 2011 - A: 2012 Possibilità di rinnovo / follow up Rinnovabile 187 ti progettiProgetti progetti progetti BASSA 9.1 9.3 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Progetto per Materiale Didattico e arredamento per scuola primaria per orfani dell’Aids - Beato Luigi Tezza, Karungu, Kenya Walter Albisetti Professore Associato Verso l’istituzionalizzazione di un problema: la reintegrazione degli ex- combattenti in Namibia e la costituzione di un Ministero per gli Affari dei Veterani Cristiana Fiamingo Ricercatore Confermato AREA TEMATICA Educazione Tipo di intervento • Educazione Paesi destinatari Kenya (città di Karungu) Beneficiari 350 bambini orfani, tra i 3 e 14 anni Risultati attesi Permettere la frequenza scolastica e miglioramento dell’apprendimento da parte degli studenti e più coinvolgimento degli insegnanti Ente Promotore Prof. Walter Albisetti Partner Italiani e internazionali: 1. Waves World Association of Volunteers for Emergencies and Solidarity - Onlus,Italia 2. Fondazione Pro.sa Onlus, Italia Locali: Scuola Primaria B.L.Tezza, dei Padri Camilliani, Karungu, Kenya e-mail: [email protected] tel. 02 58296680 Facoltà di Medicina e Chirurgia Vecchio Dip.: Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Diagnostica; Nuovo Dip.: Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche Obiettivi Contribuire ad arginare il fenomeno dell’abbandono scolastico e migliorare, attraverso l’accesso all’istruzione primaria le condizioni e le prospettive di vita dei bambini orfani della scuola. Attività 1. Fornitura di libri di testo, materiale didattico e divise scolastiche 2. Allestimento aule Ente finanziatore Privati Durata Da: 2004 - A: 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Rinnovabile AREA TEMATICA Politica Tipo di intervento Ricerche sul campo in Namibia e Sudafrica. Prossime ricerche nei restanti stati dell’Africa australe. Paesi destinatari 1. Namibia (Windhoek) 2. SADC (Comunità di Svil. dell’Africa Merid.) Beneficiari 1. Università della Namibia 2. Ministero per gli Affari dei Veterani (Namibia) 3. Veterani in Namibia 4. Società civile in Namibia Risultati attesi 1. La ricerca ha permesso un confronto della società civile con le questioni della democrazia e della riproduzione di una cultura politica libera attraverso le proprie istituzioni. 2. Il Ministero per gli Affari dei Veterani ha chiesto e ottenuto i risultati periodici della ricerca per avere un report obiettivo e qualificato. 3. Organizzazione di incontri con la società civile namibiana per discutere sulla sensibilizzazione verso le implicazioni di questioni quali la democratizzazione del Paese e il rispetto dei diritti. 4. Condivisione di documenti con il Ministero per gli Affari dei Veterani e le associazioni dei veterani. Questa documentazione è parte di un processo sostenuto dall’Università della Namibia e dagli Archivi Nazionali. 5. Pubblicazione di articoli. Presentazione dei risultati alle conferenze AEGIS a Leiden (2007), Leipzig (2009), Milano (2010) circa un’ipotesi di comparazione col Sudafrica. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Università degli Studi di Milano Locali: Università della Namibia 188 e-mail: [email protected] tel. 02 503 21090 Facoltà di Scienze Politiche Vecchio Dip.: Studi Internazionali; Nuovo Dip.: Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici Obiettivi Generale: Analisi della reintegrazione degli excombattenti nel quadro della politica di riconciliazione nazionale in Namibia e impatto sulla società Specifici: 1. Analisi circa la riproduzione della cultura politica nel processo di costruzione nazionale 2. Analisi delle strategie e dei cambiamenti del partito di maggioranza con una cultura militarista 3. Analisi del rafforzamento delle istituzioni in un Paese in via di democratizzazione Attività 1. Ricerche su documenti originali 2. Interviste a responsabili istituzionali, delle reti della società civile e a membri di associazioni di veterani. 3. Analisi di letteratura grigia (blog inclusi) Nel 2007, il governo namibiano ha abbracciato la questione della reintegrazione socio-economica degli ex-combattenti, tipica delle società che hanno affrontato guerre pluriennali. Dopo molti anni di proteste, la maturazione di una strategia comune tra i veterani ha indotto il partito di maggioranza, SWAPO- ex movimento di liberazione - ad istituzionalizzare il problema, creare il Ministero per gli Affari dei Veterani ed avviare un costoso programma pensionistico. Le strategie utilizzate vengono confrontate con le soluzioni proposte dai Paesi vicini appartenenti alla Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale. Ente finanziatore Fondi PUR (Programma dell’Università per la Ricerca) e Università degli Studi di Milano Durata Da: Maggio 2002 - A: Settembre 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Si stanno cercando fondi istituzionali e non per assicurare la presenza in loco e per future ricerche. 189 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 9.2 9.5 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Accordo di cooperazione internazionale Marco Pedrazzi Professore Ordinario Collaborazione didattica per la fondazione di un centro di “European Studies” Alessandro Vescovi - Paola Rebughini Ricercatore Confermato Cooperazione scientifica e accademica nel campo del diritto internazionale e-mail: [email protected] tel. 02 503 21080 Facoltà di Scienze Politiche Vecchio Dip.: Studi Internazionali; Nuovo Dip.: Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 13563/21211 Facoltà di Lettere e Filosofia Vecchio Dip.: Scienze del Linguaggio e Letterature Straniere Comparate; Nuovo Dip.: Lingue e Letterature Straniere Tipo di intervento • Formazione • Ricerca Obiettivi Specifici: 1. Incoraggiare la cooperazione scientifica e accademica; 2. Scambi di professori, ricercatori e studenti; 3. Partecipazione congiunta a bandi per progetti di ricerca. Tipo di intervento • Formazione • Ricerca AREA TEMATICA Paesi destinatari 1. Cina (Harbin) 2. Italia (Milano) Beneficiari 1. Ricercatori 2. Professori 3. Studenti Risultati attesi 1. Pubblicazione congiunta di volumi; 2. Sviluppo di una conoscenza reciproca e di una cooperazione scientifica; 3. Formazione per studenti e ricercatori cinesi e italiani nel campo del diritto internazionale. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Direttore Associato del Dip. di studi internazionali, Università degli Studi di Milano. Locali: Preside della Scuola di Legge, Harbin Institute of Technology. 190 Attività Attività di ricerca sul diritto internazionale con particolare attenzione al diritto internazionale dello spazio, diritto penale internazionale, diritto internazionale dei diritti umani, diritto internazionale umanitario e diritto europeo. Ente finanziatore Fondi disponibili del HIT e dell’Università degli Studi di Milano Durata Da: Ottobre - Novembre 2006 A: Ottobre - Novembre 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Rinnovabile con consenso reciproco e scritto approvato dalle autorità accademiche. European Studies: Antropologia, Sociologia, Studi culturali Paesi destinatari India (Delhi) Beneficiari Studenti Risultati attesi Creazione di un Centro di Studi Europei a Delhi che promuova gli scambi tra l’Unione Europea e l’India Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Ecole Normale, Paris 2. Università di Aarhus, Danimarca 3. Università di Leiden, Paesi Bassi Locali: Scuola di Economia, Università di Delhi. Obiettivi Generale: Realizzazione di un Centro di Studi Europei all’Università di Delhi. Specifici: 1. Scambi di docenti; 2. Studenti indiani che vengono a studiare all’Università degli Studi di Milano. Attività 1. Didattica: tre docenti italiani si recheranno a Delhi per tenere corsi su tematiche europee mentre un numero di ricercatori dell’Università di Delhi si recherà a Milano per proseguire gli studi; 2. Tutoraggio; 3. Organizzazione di un simposio. Il progetto include altri partner europei, quali Ècole Normale Superieur, Paris, le università di Aarhus e di Leiden. Ente finanziatore UE, India - EU Study Centres Programme Durata Da: 1 Gennaio 2010 - A: 31 Dicembre 2012 Possibilità di rinnovo / follow up Probabile 191 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 9.4 BOX BOX SIII / Seminario Interuniversitario, Interfacoltà, Interdisciplinare Il SIII, promosso da Stefano Bocchi (Agraria) e Cristiana Fiamingo (Scienze Politiche) dell’Università degli Studi di Milano, dall’a.a. 2006/2007 riunisce annualmente nella gestione di seminari multidisciplinari docenti della Facoltà di Agraria, di Scienze politiche e di Lettere dell’Università degli studi di Milano; di Scienze della formazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e di Scienze del Territorio e di Architettura2 del Politecnico, esperti, organizzazioni della società civile attive nei diversi settori coinvolti nonché amministratori pubblici. Destinatari Studenti universitari, operatori di Ong, insegnanti e cittadinanza milanese Metodo Seminari interdisciplinari a costi contenuti, ospitati nelle diverse sedi universitarie coinvolte, articolati tra presentazioni e dibattito aperto al pubblico e una tavola rotonda finale di bilancio e confronto con le autorità locali organizzata alla casa della Cultura di Milano. Temi I temi riguardano le sette sfere della sicurezza umana (individuale, economica, sanitaria, nutrizionale, ambientale, politica e sociale), nel quadro delle politiche di gestione sostenibile delle risorse. Il fine è quello di dare apporti sensibili e competenti alla “coscientizzazione” civile, attesa un’intermediazione sempre più consapevole e responsabile da parte degli Stati nei confronti della vulnerabilità umana. Oltre ad accrescere consapevolezza, competenze e interscambi disciplinari in questa società, sempre più trincerata in atteggiamenti di difesa, una delle finalità di questa impresa è anche quella di avvicinare all’Accademia le organizzazioni di volontariato attive nei paesi emergenti, al fine di produrre un costruttivo miglioramento dei progetti. Da tre anni, la collaborazione col progetto formativo lombardo Portare il Mondo a Scuola e la Rete Ellis (associazione disciplinare di insegnanti degli altri gradi di istruzione) 192 mira al confronto fra le metodologie di insegnamento e di coordinamento dei saperi, finalizzate all’acquisizione di consapevolezza da parte delle giovani generazioni e della cittadinanza. Ente Finanziatore Università degli Studi di Milano (cancelleria, buffet e spese di viaggio dei relatori esterni nell’ambito delle iniziative di Agraria e Scienze Politiche) e Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo Massa” dell’Università degli Studi Bicocca per le spese relative alle iniziative curato da questo. Ciascun Ateneo coinvolto ha messo a disposizione le proprie sedi e il proprio personale (docenti e personale tecnico). Si segnala in particolare l’attività del CTU dell’Università degli Studi di Milano che, anche in coordinamento con l’ufficio omologo in Bicocca, ha assicurato la riproduzione in streaming delle conferenze (a.a.2009/2010) con notevole successo di pubblico. Prof.ssa Cristiana Fiamingo Vecchio Dip.: Dipartimento di Studi Internazionali Nuovo Dip.: Dipartimento di Studi internazionali, Giuridici e Storico-politici http://siiiconoscereperdecidere.wordpress.com Comitato italo-libico Ma’an Li’l-Ghad (Insieme per il domani) Onlus Costituito il 4 marzo 2011, presso la Facoltà di Scienze Politiche della Statale di Milano, mira a promuovere attività umanitarie rivolte alla popolazione libica vittima della guerra in corso e, quindi, i rapporti fra istituzioni di formazione italiane e libiche. Presidente ne è Cristiana Fiamingo, docente di Storia e Istituzioni dell’Africa (Univ. Milano); Segretario è Emilio Cellurale (Ong Alisei); tesoriere è Aldo Rossi, commercialista; altri membri sono: Ruggero Tozzo, Presidente dell’Ong Alisei di Milano, coordinatore delle azioni in Libia; Hasan Gritli ingegnere (Roma); Barbara Airò docente di arabo (Univ. Pavia); Anna Baldinetti docente di storia dell’Africa (Univ. Perugia); Ligurian Port System, Giorgio Pagano (Ass. Funzionari senza Frontiere); Antonietta Postacchini psicologa (Osp. S. Eugenio - Roma): capo missione esperta in progetti di aiuto umanitario e altri medici specialisti in ortopedia e neuroabilitazioni; Italo Quarto medico (Ass. Seniores) e altri medici specialisti in ortopedia e recupero di arti. Partner libici sono: The International Organization For Peace, Care & Relief, l’Associazione Libica per i Diritti dell’Infanzia e della Donna con il National Center For Infectious Diseases Prevention and Control, la Libyan Disabled Association Amal for Deaf and Hearingloss Humanitarian Ass., Cooperation Dept. of the Libyan Ministry of Health. riabilitazione di feriti di guerra da protesizzare. In collaborazione con i Ministeri della Salute e degli Affari Sociali libici si è programmata l’attività di formazione/aggiornamento in tali settori per il personale sanitario locale e di sostegno all’assistenza sanitaria e psico-sociale a favore delle persone ferite. Ulteriori richieste riguardano i giovani affetti da AIDS/HIV e le donne violentate nel corso delle controffensive dei lealisti. Il comitato è inoltre impegnato nell’avviare rapporti di partenariato tra organismi italo-libici nell’aiuto umanitario, nella tutela dei diritti civili e nella promozione della cultura attraverso progetti e programmi culturali e di formazione nei settori socio-sanitario, agricolo e di capacity building, favorendo lo scambio interculturale tra la popolazione italiana e libica e l’assistenza alle fasce della popolazione più vulnerabili. Prof.ssa Cristiana Fiamingo Vecchio Dip.: Dipartimento di Studi Internazionali Nuovo Dip.: Dipartimento di Studi internazionali, Giuridici e Storico-politici http://maanlilghad.com Destinatari Popolazione libica vittima della guerra, Ong locali, Istituzioni culturali Enti Finanziatori Privati, Associazioni, Ligurian Port System, donazioni di ditte farmaceutiche italiane Scopi e azione I programmi di cooperazione sono individuati dal Comitato in accordo con e realizzati da Alisei Ong (attiva in Libia dal gennaio 2011) e i partner libici, avvalendosi delle competenze dei promotori. Attiva principalmente nel Centro Ortopedico di Bengasi, l’equipe Alisei è composta da medici e operatori sanitari specializzati nel trattamento e la 193 10.0 Mediazione linguistica ed interculturale superare le barriere linguistiche e culturali Prof.ssa Alessandra Lavagnino Vecchio dip.: Dipartimento di Lingue e Culture Contemporanee Nuovo dip.: Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali I progetti che vengono censiti nelle pagine che seguono riguardano due Paesi dell’Asia che in questi ultimi anni sempre più occupano la scena internazionale: Paesi le cui antiche civiltà richiedono approfondimenti complessivi e articolati da parte di gruppi di internazionali, come il progetto di ricerca coordinato dal Prof. Boccali intorno alle tematiche letterarie ed estetiche dell’India, che vede la nostra collaborazione con l’Istituto Italiano per l’Asia e l’Africa (IsIAO) e con importanti Università internazionali: Charles University, Praga, Jagiellonian University, Cracovia, Università di Varsavia, Università di Calicut. Gli altri progetti hanno la Cina come punto di riferimento. Per quanto concerne il miglioramento qualitativo dell’accoglienza da parte del nostro Ateneo di studenti cinesi sono stati realizzati progetti volti a favorire e migliorare le competenze linguistiche e culturali verso l’Italiano, per rendere sempre più proficuo e fattivo il percorso di conoscenza nei confronti del nostro Paese da parte dei nuovi rappresentanti dell’élite cinese nella delicata fase della propria formazione internazionale. L’Ateneo è stato uno dei primi nel nostro Paese a partecipare ad importanti iniziative internazionali tese a promuovere la nostra offerta formativa in Cina (si ricordano nel 2004 la missione MIUR CRUI a Pechino, Shanghai, Nanchino), ad accogliere studenti cinesi organizzando, grazie al CARC, corsi semestrali intensivi e tutoraggi dedicati nel quadro del ’Progetto Marco Polo, e a continuare a costruire un progetto formativo articolato e completo grazie anche all’attivazione, nel Corso di laurea e Mediazione linguistica e culturale, applicata all’ambito economico, giuridico e sociale, del curriculum “Lingua e cultura italiana per mediatori linguistici stranieri” (STRANIMEDIA) destinato specificamente a studenti di nazionalità non italiana. Istituito nel 2001 grazie a un innovativo progetto di collaborazione tra le Facoltà di Lettere e Filosofia e di Scienze Politiche, il corso di laurea in Mediazione linguistica e culturale si è completato nel 2005/2006 con il corso di laurea magistrale in Lingue, culture e comunicazione internazionale, divenuto nel 2008/2009 Lingue e culture per la comunicazione e la cooperazione internazionale, nel cui ambito sarà attivato dall’anno accademico 2011/2012 il curriculum “Italiano L2 per l’integrazione e la comunicazione interculturale”, a completamento del curriculum di primo ciclo STRANIMEDIA. Tra gli studenti stranieri iscritti a questi corsi, i cinesi sono circa 250 (quasi 500 in tutta Unimi). In questa cornice sono stati costruiti gli accordi di collaborazione con l’Università di Nanchino e con la Normal University di Dalian per potenziare in loco l’insegnamento della lingua e della cultura italiana, e preparare il terreno per poter avviare Diplomi congiunti che favoriscano la mobilità studentesca e quella di studiosi e ricercatori. 195 Per quanto concerne il versante formativo di giovani esperti di Cina si segnala che grazie ad un accordo di collaborazione tra Unimi e l’Ufficio nazionale cinese per la diffusione del Cinese all’estero (Han Ban), il nostro Ateneo è diventato, fin dal lontano 1994 la Sede italiana (unica nel nostro Paese sino al 2007) per lo svolgimento del Chinese Proficiency Test (Hanyu Shuiping Kaoshi HSK) esame di profitto della lingua cinese riconosciuto a livello internazionale, e rimane ad oggi, in Italia, la sede più frequentata in Italia, con corsi dedicati, attività formative diverse, scambi di studenti e studiosi, periodici corsi di aggiornamento per docenti. Si ricorda infine la costituzione dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano (novembre 2009) che conta sulla collaborazione ed il sostegno del citato Han Ban, insieme con la partnership scientifica e didattica della citata Liaoning Normal University di Dalian per promuovere lo studio della lingua e della cultura cinese. Numerose sono le borse di studio per il perfezionamento linguistico in Cina che vengono erogate da Han Ban per premiare i nostri migliori studenti, e solido e costante è il sostegno ad iniziative di alto profilo scientifico e didattico che vengono organizzate nel nostro Ateneo per favorire la formazione di specialisti italiani sulla Cina e di specialisti cinesi sui diversi aspetti del nostro Paese. 196 10.2 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Studi di letteratura ed estetica dell’India Giuliano Boccali Professore Ordinario Accordo per Esami di Chinese Proficiency presso l’Università degli Studi di Milano Alessandra Lavagnino Professore Ordinario e-mail: [email protected] tel. 02 503 12870 Facoltà di Lettere e Filosofia Vecchio Dip.: Scienze dell’Antichità AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 21640 Facoltà di Scienze politiche Vecchio Dip.: Lingue e Culture Contemporanee; Nuovo Dip.: Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali Locali: 1. Charles University, Praga 2. Jagiellonian University, Cracovia 3. Università di Calicut, Kerala, India Tipo di intervento • Formazione • Servizi alla comunità AREA TEMATICA Indologia Tipo di intervento • Ricerca Paesi destinatari 1. Italia 2. Polonia 3. Repubblica Ceca Beneficiari 1. Comunità internazionale degli studiosi 2. Studenti 3. Pubblico colto Risultati attesi Realizzazione di studi su: 1. la genesi della letteratura indiana classica (kāvya) e il suo background socio-culturale; la relazione tra kāvya, epica e letteratura Tamil; la struttura dei poemi kāvya lunghi, e la rappresentazione dei paesaggi e degli ambienti naturali quali la città e l’eremo; 2. l’evocazione intenzionale dell’autore di una specifica risposta estetica (rasa) tra quelle sancite dai teorici classici. In particolare, studi sulle teorie estetiche e sul loro sviluppo, dalla fondazione metafisica più antica ai grandi dibattiti tra le differenti scuole; 3. la fenomenologia delle passioni, da un punto di vista estetico, religioso e sociale nonché nelle arti visive indiane; 4. linguistica e filosofia del linguaggio, in relazione alla semantica storica e all’evoluzione del pensiero grammaticale. Ente Promotore Cattedra di Indologia (Prof. Giuliano Boccali, Prof. Cinzia Pieruccini), Università degli Studi di Milano Partner Italiani e internazionali: Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Sezione Lombarda (IsIAO). 198 Obiettivi Generale: Scambi scientifici nella ricerca indologica Specifici: 1. Saggi scientifici; 2. Didattica; 3. Opere per il pubblico colto. Attività Seminari internazionali organizzati in cooperazione con: •Università degli Studi di Milano:1999, 2001, 2002, 2004, 2007, 2010 (in preparazione); •Charles University, Praga: 1998, 2000, 2002, 2003, 2006, 2009; •Jagiellonian University, Cracovia: 2001, 2005; •Università di Varsavia: 2008; •Università di Calicut: 2010. Atti di convegni: •Milano: 2002, 2004, 2009; •Pandanus Series, Praga: 1999/2009; •Cracow Indological Studies: 2004, 2005, 2007; •Atti del Seminario di Calicut (in preparazione) Didattica della lingua cinese Paesi destinatari Cina (Pechino) Beneficiari 1. Studenti 2. Docenti 3. Ricercatori Risultati attesi Aumento del numero di studenti e ricercatori che hanno ottenuto una certificazione del Proficiency Test per la lingua cinese dall’Official Chinese Body (Han ban) Obiettivi Generale: Proficiency Test per la lingua cinese (HSK) Specifici: Organizzazione di sessioni di Proficiency Test per la lingua cinese Attività Test di lingua cinese e certificazioni Ente finanziatore Han Ban Durata Da: Giugno 1994 - A: Giugno 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Si Ente Promotore Partner Locali: Ministero cinese dell’educazione, ufficio generale per la promozione della lingua cinese (Han Ban) Mobilità Erasmus: Prof. Giuliano Boccali, Prof. Cinzia Pieruccini, dall’Anno Accademico 2007/2008 (Collaborazioni con Praga e Cracovia). Ente finanziatore Università degli Studi di Milano e le università che partecipano al progetto. Durata Da: Maggio1998 - A: cooperazione tuttora attiva Possibilità di rinnovo / follow up La cooperazione sta continuando senza interruzioni. 199 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 10.1 10.4 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Scambi di studenti Cina - Italia Alessandra Lavagnino Professore Ordinario Istituto Confucio presso l’Università degli Studi di Milano Alessandra Lavagnino Professore Ordinario e-mail: [email protected] tel. 02 503 21640 Facoltà di Scienze Politiche Vecchio Dip.: Lingue e culture contemporanee; Nuovo Dip.: Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 21640 Facoltà di Scienze Politiche Vecchio Dip.: Lingue e culture contemporanee; Nuovo Dip.: Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Servizi alla comunità Obiettivi Generale: Migliorare la competenza della lingua italiana e cinese. Specifici: Corsi di lingua e cultura Paesi destinatari Cina (Pechino) Attività 1. Organizzazione di corsi intensivi di lingua italiana per studenti cinesi che si trovano a Milano e corsi di lingua cinese per studenti italiani che vanno in Cina; 2. Stage; 3. Seminari. Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Servizi alla comunità • Eventi/comunicazione AREA TEMATICA Lingua cinese e italiana Beneficiari 1. Studenti e ricercatori cinesi 2. Studenti e ricercatori italiani Risultati attesi Aumento del livello di conoscenza della lingua cinese (per studenti italiani) e della lingua italiana (per studenti cinesi) Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Università degli Studi di Milano Locali: Associazione didattica cinese per gli scambi internazionali (Pechino) Ente finanziatore Ogni partecipante sovvenziona la propria quota di partecipazione Durata Da: Gennaio 2005 - A: Gennaio 2008 Possibilità di rinnovo / follow up No Lingua e cultura cinese Paesi destinatari 1. Cina 2. Italia (Milano) Beneficiari 1. Studenti 2. Ricercatori 3. Cinesi che vivono in Italia 4. Residenti a Milano Risultati attesi 1. Migliore comprensione e interesse verso la Cina tradizionale e la realtà cinese contemporanea, sia culturale che economica; 2. Formazione specialistica su diversi temi relativi alla Cina contemporanea, con interpreti e traduttori esperti. Obiettivi Generale: Diffondere la conoscenza della lingua e della cultura cinese. Specifici: 1. Corsi di lingua e cultura cinese; 2. Esami di lingua cinese. Attività 1. Conferenze, Seminari; 2. Eventi culturali. Ente finanziatore Ufficio Nazionale per la promozione della lingua cinese (Han Ban) Durata Da: Dicembre 2009 - A: Dicembre 2014 Possibilità di rinnovo / follow up Aspettative di rinnovo Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università degli Studi di Milano 2. USR (Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia) Locali: 1. Han Ban 2. Università di Liaoning Normal (Dalian) 200 201 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 10.3 10.6 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Programma di scambio di studenti Cina - Italia Alessandra Lavagnino Professore Ordinario Scambio studenti e docenti Italia/Cina Silvia Morgana Professore Ordinario Lingua e cultura cinese e-mail: [email protected] tel. 02 503 21640 Facoltà di Scienze Politiche Vecchio Dip.: Lingue e Culture Contemporanee; Nuovo Dip.: Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali Lingua italiana, didattica e-mail: [email protected] tel. 02 503 12890 Facoltà di Lettere e Filosofia Vecchio Dip.: Filologia Moderna ; Nuovo Dip.: Studi Letterari, Filologici e Linguistici Tipo di intervento • Formazione • Ricerca Obiettivi Generale: Promozione di studi e ricerca cinesi. Specifici: Formazione sulla lingua e la cultura cinese. Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Servizi alla comunità Attività 1. Corsi intensivi di lingua e cultura cinese; 2. Stage linguistici. Studenti dell’Università degli Studi di Milano vengono selezionati per borse di studio che coprono le spese di alloggio e le tasse presso l’Università di Liaoning Normal a Dalian. Paesi destinatari Cina Obiettivi Generale: Sviluppare le competenze di lingua italiana di studenti cinesi e favorire l’aggiornamento di docenti cinesi e italiani. Specifici: 1. Corsi di lingua e cultura italiana; 2. Stage per studenti e docenti; 3. Formazione a distanza con moduli in e-learning. AREA TEMATICA Paesi destinatari Cina (Dalian) Beneficiari 1. Studenti cinesi 2. Studenti italiani Risultati attesi Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Università degli Studi di Milano Locali: Università di Liaoning Normal Ente finanziatore Han Ban Durata Da: Dicembre 2009 - A: Dicembre 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Si AREA TEMATICA Beneficiari 1. Studenti universitari cinesi 2. Docenti cinesi di lingua italiana 3. Studenti e docenti italiani Risultati attesi 1. Migliorare il livello di competenza di lingua italiana in studenti cinesi; 2. Favorire la formazione e l’aggiornamento di docenti cinesi di lingua italiana e di docenti italiani di lingua cinese, anche attraverso la formazione a distanza (e-learning). Ente Promotore Università degli Studi di Milano - CALCIF Partner Italiani e internazionali: Prof.ssa Lavagnino, Facoltà di Scienze politiche, Università degli Studi di Milano Locali: Istituto di Studi Esteri, Università di Nanchino Attività 1. Corsi; 2. Stage; 3. Erogazione moduli in e-learning (master Promoitals). Organizzazione di corsi intensivi di lingua e cultura italiana per studenti cinesi in arrivo all’Università degli Studi di Milano (livello A1-B2 del QCER), comprensivi di test di livello, laboratori frontali e multimediali, materiali didattici specifici. Stage in Cina per studenti e docenti italiani del master Promoitals (Promozione e insegnamento della lingua e cultura italiana a stranieri) e per la formazione di docenti cinesi. Ente finanziatore Corsi e stage pagati da studenti e docenti interessati. Partecipazione dell’Università di Nanchino all’accoglienza di studenti e docenti italiani per la formazione di docenti cinesi. Durata Da: 2007/8 - A: 2009/10 Possibilità di rinnovo / follow up 3 anni 202 203 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 10.5 ti progettiProgetti progetti progetti 10.7 TITOLO DEL PROGETTO Referente Insegnamento dell’italiano come lingua di lavoro Silvia Morgana Professore Ordinario AREA TEMATICA Italiano, didattica. Insegnamento della lingua italiana per scopi di lavoro (area tessile) e-mail: [email protected] tel. 02 503 12890 Facoltà di Lettere e Filosofia Vecchio Dip.: Filologia Moderna ; Nuovo Dip.: Studi Letterari, Filologici e Linguistici Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Servizi alla comunità Obiettivi Generale: Insegnamento della lingua italiana ai lavoratori egiziani impiegati in aziende italiane. Specifici: 1. Pianificare e realizzare un corso di italiano settoriale; 2. Elaborare un vocabolario di terminologia tessile italiano/egiziano; 3. Facilitare la comunicazione interlinguistica e interculturale in azienda. Paesi destinatari Egitto (Alessandria d’Egitto) Beneficiari Lavoratori egiziani in aziende tessili italiane Risultati attesi 1. Coinvolgimento di docenti e diplomandi del master “Promoitals 2008-9” per l’elaborazione di un corso di italiano per scopi di lavoro; 2. Elaborazione di un corso destinato a lavoratori egiziani in aziende italiane di Alessandria d’Egitto (area tessile). Il progetto si avvale della collaborazione dell’Università e della Scuola don Bosco di Alessandria. Ente Promotore CALCIF (Centro d’Ateneo per la Promozione e della lingua e della cultura italiana “G. & C. Feltrinelli”), Università degli Studi di Milano Partner Italiani e internazionali: 1. Facoltà di Turismo, Università di Alessandria d’Egitto 2. Scuola Don Bosco, Alessandria d’Egitto Locali: 1. Azienda tessile Ahlan, Alessandria d’Egitto 2. Azienda Filmare Nile textile, Alessandria d’Egitto. (sede italiana a Zocco d’Erbusto) 204 Attività 1. Progettazione di moduli didattici speciali e di materiale didattico specifico; 2. Laboratori di lingua italiana sulla terminologia per il lavoro tessile; 3. Facilitazione linguistica sui testi aziendali di comunicazione interna ed esterna. Due diplomande del master Promoitals hanno svolto uno stage di due mesi preso le aziende collaborando anche a un vocabolario per la terminologia tessile. Successivamente hanno svolto una collaborazione di 6 mesi presso le stesse aziende come mediatrici e facilitatrici linguistiche. Ente finanziatore Aziende coinvolte o interessate al progetto Durata Ottobre - Dicembre 2009 (2 stage), Gennaio - Giugno 2010 (corsi italiano) Possibilità di rinnovo / follow up 2010-11. Rinnovo per stage di diplomandi nel master Promoitals; collaborazione per corsi di italiano a lavoratori egiziani; corsi di italiano settoriale. BOX BOX Centro d’Ateneo per la promozione della lingua e della cultura italiana G. e C. Feltrinelli - CALCIF Il CALCIF (www.calcif.unimi.it) ha tra le sue finalità istituzionali “l’attivazione e lo svolgimento -anche in collaborazione con le Facoltà, con le altre strutture dell’Ateneo interessate e con soggetti esterni che operino con le medesime finalità - di attività rivolte alla promozione e allo sviluppo delle conoscenze della lingua e della cultura italiana presso straneri e italiani”. Il CALCIF, dalla sua istituzione nel 2004, ha organizzato: • sette edizioni dei Corsi internazionali di lingua e cultura italiana a Gargnano (Palazzo Feltrinelli) a cui hanno partecipato un migliaio di studenti straneri provenienti da tutto il mondo (più di 70 differenti nazionalità). In misura crescente si tratta di studenti che costituiscono un pubblico nuovo ed emergente per lo studio dell’italiano all’estero, provenienti da paesi come l’Angola, Camerun, Cina, Egitto, Giordania, Kazakstan, Mozambico, Nuova Zelanda, Sudan,Thailandia, Vietnam. • sette edizioni dei corsi di lingua italiana per studenti UE, in mobilità nell’ambito del programma Socrates / Erasmus, nei due semestri di ogni anno accademico (da 8-9 corsi per ogni anno). I corsi sono rivolti a tutte le Facoltà dell’Ateneo. • dal 2007-8 quattro edizioni di corsi intensivi di lingua italiana per studenti cinesi nell’ambito del programma C.R.U.I “Marco Polo”, preiscritti a tutte le Facoltà dell’Ateneo o di altre Università italiane. Attualmente 214 studenti cinesi stanno frequentando 10 corsi (livelli A-B del QCERL). • dal 2006-7 collabora al Master Promoitals (www. promoitals.unimi.it; italianolinguadue@unimi. it), con l’obiettivo di formare docenti e figure professionali qualificate che operino in Italia e all’estero nel campo della didattica dell’italiano L2 e della promozione della lingua e cultura italiana. Il Master si fonda per il 90% sull’insegnamento a distanza e ha ricevuto nel 2009 il LABEL europeo delle lingue, un riconoscimento assegnato dalla Commissione europea ai pro- 206 getti più innovativi nell’ambito della formazione linguistica nel settore professionale. Nelle quattro edizioni del Master già concluse hanno partecipato, grazie alla formazione a distanza, anche una ventina di iscritti stranieri, provenienti anche da paesi extraeuropei (Marocco, Brasile, Cina, Giappone). • collabora inoltre con numerosi Enti e istituzioni in Italia e all’estero attivando varie tipologie di corsi: corsi di lingua italiana per scopi professionali e lavorativi per adulti stranieri inseriti nel mondo del lavoro e delle professioni; corsi di lingua e cultura per approfondire gli aspetti culturali più significativi dell’Italia; corsi monotematici di lingua e cultura, mirati a un pubblico circoscritto (es. la moda, la cucina, l’opera lirica). Prof.ssa Silvia Morgana Vecchio Dip.: Dipartimento di Filologia Moderna; Nuovo Dip.: Dipartimento di Studi Letterari, Filologici e Linguistici Contemporary Asia Research Centre - C.A.R.C L’Asia è ormai diventata un punto di riferimento dell’economia mondiale, con i suoi diversi protagonisti ed un’inesauribile capacità di sviluppare nuovi ed inaspettati scenari. E, se un tempo era un luogo remoto, ideale, una meta vagheggiata nei sogni avventurosi di qualcuno, oggi è una realtà quotidiana con cui tutti si trovano a fare i conti. Il Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Asia Contemporanea del nostro Ateneo (Presidente: Prof. Marino Regini, Direttore: Prof. Alessandra Lavagnino) è nato - con decreto rettorale del 30 giugno 2005 (USM prot. 0032414) - con la finalità di sviluppare e potenziare le ricerche sulle realtà culturali, economiche, giuridiche politiche e sociali dell’Asia Contemporanea. Il Centro, al quale aderiscono diversi dipartimenti del nostro Ateneo, ha sede presso il Dipartimento di Lingue e Culture Contemporanee, e svolge una rigorosa attività di ricerca interdisciplinare, avvalendosi di strutture che dispongono di conoscenze diverse, costantemente integrate e sostenute dalle indispensabili competenze linguistiche relative ai Paesi di riferimento. A sostegno e supporto di tali attività di ricerca, in questi anni il CARC ha inoltre promosso e organizzato, in collaborazione con importanti organismi internazionali (Japan Foundation, Toshiba Foundation, Han Ban - China), numerosi eventi che si sono tenuti presso l’Università degli Studi di Milano. Tali incontri, diversificati tra conferenze, workshop, tavole rotonde, ecc., hanno di volta in volta toccato argomenti di carattere economico, politico, storico, letterario e artistico all’interno dei confini asiatici e grazie all’intervento di noti e stimati studiosi anche a livello internazionale hanno richiamato l’attenzione di un pubblico eterogeneo composto non solo da studenti ma da studiosi esterni e colleghi. Si ricordano, ad esempio, il Convegno internazionale “Regional Integration and Socio-Political Change in Asia” (24/25 novembre 2006); "Japanese Trading Companies and Manifacturers: my personal experience" a cura di Dr. Atsuya Sugawara (2006, Central Glasse Europe, Ltd.); "Japan: Key Contemporary Political Issues" (2007), tavola rotonda che ha richiamato illustri studiosi dalle Università giapponesi più prestigiose tra cui Waseda University; "Japan’s Regional Foreign, Foreign Economics and Security Politicies" (2008), workshop internazionale; "Okinawa nella storia nazionale e nella memoria del Giappone di oggi" a cura della Prof.ssa Rosa Caroli (2008, Università Cà Foscari, Venezia); "Tanizaki Jun’ichiro e il gioco degli inganni" a cura della Prof.ssa Adriana Boscaro (2008, Università Cà Foscari, Venezia); "Il sogno di modernità di Mori Ogai" a cura della Prof.ssa Matilde Mastrangelo (2009, Università La Sapienza, Roma); "Cina e Giappone sui mari nei secoli XVI e XVII" a cura della Prof.ssa Patrizia Carioti (2009, Università L’Orientale, Napoli); "Lusso e robot: nuovi trend nei consumi in Cina e Giappone" a cura del Prof. Carlo Filippini (2011, Università Bocconi, Milano); e la recente conferenza "Il Giappone e l’informazione mediata" (2011) alla quale hanno preso parte specialisti di settore, personale diplomatico dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo, studiosi e studenti. Prof.ssa Alessandra Lavagnino Vecchio Dip.: Dipartimento di Lingue e Culture Contemporanee Nuovo Dip.: Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali 207 11.0 Beni culturali RECUPERO DEL PATRIMONIO ARCHEOLGICO PER RISCOPRIRE LE RADICI DELLA CIVILTÀ E SVILUPPARE IL TURISMO Prof.ssa Maria Teresa Grassi Vecchio dip.: Dipartimento di Scienze dell’Antichità Nuovo dip.: Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali Le ricerche e le attività svolte dall’Università degli Studi di Milano nell’ambito dei Beni Culturali in campo internazionale offrono un quadro ampio e diversificato, per i molti paesi coinvolti, europei ed extraeuropei, e per le differenti tipologie di intervento. L’articolato patrimonio di conoscenze e competenze dell’Ateneo rende possibile una serie di attività scientifiche in collaborazione con studiosi ed Enti dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa, dell’America Latina e dell’America del Nord, per la valorizzazione dei Beni Culturali attraverso nuove ricerche archeologiche sul campo, progetti di restauro e di rilancio per una migliore fruizione di aree e parchi archeologici e di musei, e l’applicazione delle più moderne tecnologie al Patrimonio Culturale. Anche i Beni Culturali, infatti, sono in stretta dipendenza dagli straordinari mezzi che la tecnologia offre all’uomo moderno, e il mondo virtuale consente una condivisione che conduce, da un lato, a proficui scambi nella comunità scientifica e, dall’altro, a un’intensa comunicazione con il pubblico. La velocità della comunicazione deve però affiancare la accurata lentezza della ricerca pura, sia quando si scopre e si recupera un reperto dalla terra, sia quando si esamina un testo antico. In questa sfida sono impegnati gli studiosi che lavorano in Siria, in Egitto e in Cina. Le nuove ricerche intendono sviluppare anche progetti di restauro e di protezione delle aree archeologiche, al fine di garantirne la conservazione e di renderle accessibili al pubblico. La collaborazione con gli enti preposti alla tutela e alla ricerca e con i musei dei vari paesi contribuisce alla condivisione di strumenti, obiettivi e finalità e intende favorire lo scambio di esperienze. I progetti d’Ateneo hanno avviato la costruzione di questo ponte con i diversi paesi coinvolti nelle ricerche. La valorizzazione dei Beni Culturali può e deve avere anche una ricaduta sociale, e svolgere il ruolo di volano per l’economia delle aree depresse del pianeta, con la finalità di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali. Le ricchezze archeologiche, ecologiche, antropologiche e culturali possono e devono servire allo sviluppo economico e il progetto dell’Ateneo in Perù opera in questo senso. L’attenzione alla società attuale e alle esigenze delle economie emergenti si evidenzia come un tratto caratterizzante dell’attività culturale del nuovo millennio. 209 11.2 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Missione di ricerca geoarcheologica e archeologica ai margini dell’oasi di Tadmor (Palmira) Mauro Cremaschi Professore Ordinario Scavi a Umm-el-Breigât (Tebtynis) Claudio Gallazzi Professore Ordinario AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 15546 Facoltà di Scienze MM, FF e NN Vecchio e Nuovo Dip.: Scienze della Terra Ardito Desio Archeologia, Antichità classiche, Salvaguardia dei beni culturali e-mail: [email protected] tel. 02 503 12911 Facoltà di Lettere e FIlosofia Vecchio Dip.: Scienze dell’Antichità; Nuovo Dip.: Dip. di Studi Letterari, Filologici e Linguistici - Centro di Papirologia "Achille Vogliano" Tipo di intervento • Ricerca ininterrottamente sino al XII sec. d.C. Il raggiungimento di tali obiettivi è reso possibile dalle particolari condizioni in cui il sito si trova: le rovine, infatti, sono ben conservate, notevoli quantità di papiri sono state trovate in scavi precedenti e molto materiale scritto può essere recuperato ancora oggi. È quindi possibile combinare insieme i risultati acquisiti con l’indagine archeologica e i dati ricavabili dai testi, ottenendo una completezza di informazioni che non è raggiungibile altrove. Allo stesso tempo la missione è impegnata a sviluppare un esteso programma di restauro e di protezione delle vestigia dell’abitato, al fine di garantire la conservazione del sito e di rendere l’area visitabile ed attraente anche per i comuni turisti. Specifici: 1. Studio dell’antica Tebtynis; 2. Scavo di un quartiere del villaggio; 3. Valorizzazione del sito. Cambiamento climatico, dinamiche culturali Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari Siria (Damasco) Beneficiari 1. Comunità locale, turisti stranieri e siriani 2. Studenti 3. Professionisti del Dip. di Antichità e dei Musei Risultati attesi 1. Mappa archeologica dei dintorni di Palmira; 2. Ricostruzione dei cambiamenti ambientali e delle dinamiche culturali a partire da 10.000 anni fa; 3. Tempi di desertificazione e di nucleazione nell’area dell’oasi di Palmira. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Prof. Daniele Morandi, Università di Udine Locali: Dott. Jamous Bassam, dott. Michel Maqdisi, Direttore generale delle Antichità e dei Musei Obiettivi Specifici: 1. Ricostruire i paesaggi del passato e gli effetti dell’impatto umano su questi; 2. Investigazione geoarcheologica. Attività 1. Ricerca sul campo di testimonianze paleoambientali e archeologiche; 2. Scavi archeologici in siti prescelti. Ente finanziatore MAE, Università degli Studi di Milano, MIUR Durata Da: 2005 - A: Dicembre 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Ogni anno viene rinnovato un contratto con il Dip. di Antichità AREA TEMATICA Paesi destinatari Egitto Beneficiari 1. Comunità scientifica 2. Industria turistica Risultati attesi La Missione franco-italiana mira a raggiungere i seguenti risultati nell’arco dei prossimi 5 anni: 1. Completare lo scavo delle rovine bizantine dell’antica Tebtynis scoperte nel 2004 e far conoscere dettagliatamente il quartiere, in modo da colmare un’ampia lacuna ancora aperta nella storia del villaggio; 2. Continuare le pubblicazioni della serie Fouilles franco-italiennes (Le Caire, IFAO), stampando ogni anno almeno un volume contenente descrizioni dell’abitato o edizioni di reperti; 3. Ultimare il restauro degli edifici dissepolti negli anni passati e predisporre l’area scavata per l’apertura al pubblico. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università degli Studi di Milano 2. Istituto Francese di Archeologia Orientale (IFAO) Obiettivi Generale: La Missione franco-italiana dell’Università degli Studi di Milano e dell’Istituto Francese di Archeologia Orientale del Cairo si prefigge lo scopo di ricostruire la storia, di seguire lo sviluppo urbano e di conoscere la vita quotidiana dell’antica Tebtynis, villaggio situato nell’oasi del Fayûm (Egitto), che fu fondato intorno al 1800 a.C. e che rimase abitato 212 Attività 1. Scavi archeologici; 2. Pubblicazione dei materiali trovati in loco; 3. Restauro degli edifici scoperti. Ente finanziatore Università degli Studi di Milano, MAE, Istituto Francese di Archeologia Orientale (IFAO) Durata Da ottobre 1988 Possibilità di rinnovo / follow up Accordo triennale rinnovabile automaticamente, salvo recessione di una delle parti. 213 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 11.1 11.4 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Progetto Palmira. Il quartiere sud-ovest della città: processi di sviluppo e trasformazione urbana (Missione archeologica congiunta italo-siriana PAL.M.A.I.S.) Maria Teresa Grassi Professore Associato Confermato Progetto di sviluppo della capacità delle comunità nel quadro dell’agroindustria, della ricerca archeologica e del turismo sostenibile del “Santuario historico del bosque del Pomac” PROPOMAC. Emilia Perassi Professore Ordinario AREA TEMATICA Archeologia, Urbanistica, Formazione, Mediazione Culturale Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico • Eventi/comunicazione Paesi destinatari Siria (Damasco) Beneficiari 1. Abitanti di Tadmor (20/30 operai impiegati come manodopera per il cantiere di scavo) 2. Funzionari della Direzione Generale delle Antichità e dei Musei di Damasco 3. Funzionari del Museo di Palmira 4. Bambini della Scuola Primaria di Tadmor (progetto didattico) 5. Studenti dell’Università degli Studi di Milano Risultati attesi 1. Conseguire una piena conoscenza della strutturazione urbanistica del quartiere SW, della sua cronologia e della sua specifica destinazione funzionale; 2. Indagine sistematica, con uno scavo stratigrafico, di un edificio, per ampliare le conoscenze sull’edilizia privata, ambito quasi sconosciuto nel sito; 3. Formazione del personale locale sulle tecniche informatiche, per l’archiviazione e gestione dati; 4. Progetto didattico per i bambini della scuola primaria. Il progetto di ricerca archeologica della missione congiunta italo-siriana PAL.M.A.I.S. interessa il quartiere SW della città, finora escluso da ricerche sistematiche Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università degli Studi di Milano (Direzione) 2. Università di Roma, La Sapienza 214 e-mail: [email protected] tel. 02 503 12322 Facoltà di Lettere e Filosofia Vecchio Dip.: Scienze dell’Antichità Nuovo Dip.: Beni Culturali e Ambientali 3. IULM, Milano 4. CNR, Istituto Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali, Sezione “Gino Bozza”, Milano Locali: 1. Direzione Generale delle Antichità e dei Musei di Damasco 2. Museo di Palmira Obiettivi Generale: indagine sistematica di un quartiere finora inesplorato di Palmira. Specifici: 1. Realizzazione di un dettagliato rilievo generale del quartiere SW, finora inesistente; 2. Avvio ed esecuzione di uno scavo stratigrafico in estensione nell’Edificio con Peristilio; 3. Applicazione delle più moderne tecnologie informatiche per l’archeologia e, in particolare, creazione di un GIS; 4. Studio degli elementi architettonici del quartiere SW, con indagini archeometriche sui materiali lapidei; 5. Creazione di un website dedicato al nuovo progetto (http://users.unimi.it/progettopalmira/) 6. Progetto di mediazione culturale - PAL.M.A.I.S for children - per la didattica dell’archeologia nelle scuole di Tadmor. Attività 1. Ricognizione e scavo stratigrafico 2. Informatica applicata all’archeologia 3. Formazione del personale locale 4. Progetto didattico AREA TEMATICA Archeologia, formazione, antropologia, letteratura, studi del territorio, sviluppo locale. Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Progetto per il rilancio e la fruizione del parco • Manifestazioni/incontri • Pubblicazioni e audiovisivi Paesi destinatari Perù Beneficiari 1. Abitanti delle comunità locali 2. Donne 3. Agricoltori Risultati attesi Trasformazione di un’area depressa in meta turistica attraverso il rilancio del parco e delle sue ricchezze archeologiche, ecologiche, antropologiche e culturali ai fini di migliorare le condizioni della popolazione locale stimolando attività agricole e artigianali. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Università degli Studi di Milano Locali: Caritas Perú e-mail: [email protected] tel. 02 503 13543 Facoltà di Lettere e Filosofia Vecchio Dip.: Scienze del Linguaggio; Nuovo Dip.: Lingue e Letterature Straniere Obiettivi Specifici: 1. Sviluppo economico; 2. Turismo sostenibile; 3. Rilancio archeologico e culturale della zona. Attività 1. Corsi di formazione; 2. Valorizzazione dell’area naturalistica e archeo-culturale del parco; 3. Definizione di un quadro aggiornato delle problematiche culturali e antropologiche relative alla popolazione dell’area interessata al progetto; 4. Pubblicazioni scientifiche e audiovisivi. Ente finanziatore FIP (Fondo Italo Peruviano) Durata Da: Aprile 2010 - A: Aprile 2013 Possibilità di rinnovo / follow up - Ente finanziatore Università degli Studi di Milano dal 2007 MAE dal 2008 Durata Da: Gennaio 2007 - A: Dicembre 2011 Possibilità di rinnovo / follow up Rinnovabile 215 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 11.3 11.6 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Miglioramento della qualità della vita dei villaggi di Huaca Rajada e Sipán e sviluppo del potenziale turistico - PRODESIPAN Emilia Perassi Professore Ordinario Scavi e studio di vertebrati marini triassici nelle province di Guizhou e Yunnan Andrea Tintori Professore Ordinario e-mail: [email protected] tel. 02 503 13543. Facoltà di Lettere e Filosofia Vecchio Dip.: Scienze del Linguaggio; Nuovo Dip.: Lingue e Letterature Straniere AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 15494 Facoltà di Scienze MM, FF e NN Vecchio e Nuovo Dip.: Scienze della Terra “Ardito Desio” AREA TEMATICA Archeologia, formazione, antropologia, letteratura Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Progetto per il rilancio della zona archeologica • Creazione di un museo locale • Manifestazioni/incontri • Pubblicazioni e audiovisivi Paesi destinatari Perù Beneficiari 1. Abitanti delle comunità locali 2. Donne 3. Agricoltori Risultati attesi Trasformare un’area depressa in meta turistica attraverso il rilancio del sito archeologico ai fini di migliorare le condizioni della popolazione locale stimolando attività agricole e artigianali. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Università degli Studi di Milano Locali: 1. Caritas Perú 2. Associazione Amigos del Museo de Sipán Obiettivi Specifici: 1. Sviluppo economico; 2. Turismo sostenibile; 3. Rilancio archeologico e turistico della zona. Attività 1. Corsi di formazione; 2. Valorizzazione dell’area archeologica degli scavi; 3. Studio delle problematiche culturali e antropologiche relative alla popolazione dell’area interessata al progetto; 4. Pubblicazioni scientifiche e materiale audiovisivo. Ente finanziatore FIP (Fondo Italo Peruviano) Durata Da: Dicembre 2006 - A: Dicembre 2008 Possibilità di rinnovo / follow up - Paleontologia, patrimonio naturale, turismo Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Servizi alla comunità (supporto ai musei locali) Paesi destinatari Cina (Pechino, Province di Guizhou e Yunnan) Beneficiari 1. Agricoltori 2. Minoranze etniche (Buyi e Miao) 3. Studenti Risultati attesi Miglioramento dell’attività turistica in un’area montana piuttosto povera attraverso la valorizzazione del patrimonio geo-paleontologico. I geo parchi nazionali, i musei e la possibilità di vedere gli scavi sono già un’attrazione turistica, anche se da un punto di vista logistico non ancora ben sviluppata. Lo studio dei numerosi nuovi e molto ricchi siti fossiliferi risalenti al periodo del Medio Triassico sta facendo nuova luce sul recupero della vita marina dopo la più grande crisi verificatasi circa 250 milioni di anni fa, al confine tra il periodo Permiano e quello Triassico. Gli aspetti scientifici rendono quest’area un punto cruciale per la paleontologia all’inizio del XXI secolo. Si cercherà, inoltre, di trovare il modo migliore per rendere tutta questa ricchezza accessibile al pubblico. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università degli Studi di Milano 2. Università della California/Davis 3. Field Museum/Chicago Locali: 1. Università di Peking (PKU) 2. Parco Geologico Nazionale 216 Obiettivi Generale: Conoscenza dei più importanti bio-eventi avvenuti durante il primo e medio Triassico (250–230 milioni di anni fa) Specifici: 1. Studio di nuovi fossili di pesci e rettili nelle province di Guizhou e Yunnan; 2. Supporto alle comunità locali nella gestione del patrimonio naturale; 3. Supporto scientifico al nuovo Geo Parco Nazionale e ai relativi musei. Attività 1. Supporto sul campo durante gli scavi paleontologici, unica attività di raccolta (non ci sono più raccolte “illegali” ad opera degli agricoltori locali); 2. Incontri con ufficiali locali per garantire protezione ai siti di scavo e pianificare la ricerca e lo sviluppo sostenibile coinvolgendo gli agricoltori locali; 3. Fornire supporto scientifico alle mostre permanenti nei nuovi musei locali; 4. Studio dei fossili e pubblicazione dei risultati su riviste internazionali; 5. Organizzare visite ufficiali per amministratori locali ai siti italiani e svizzeri per migliorare la cooperazione internazionale. Ente finanziatore Fondi della Ricerca Speciale dal rettore dell’Università degli Studi di Milano per gli scavi in Guizhou (2006/8) e per visitare i colleghi cinesi (2009-11). Major International Joint Research Project 40920124002 dalla Fondazione Nazionale di Scienze della Cina. Research project #8669-09 dalla Società Geografica Nazionale Durata Da: Gennaio 2010 - A: Dicembre 2012 Possibilità di rinnovo / follow up - 217 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 11.5 12.0 Collaborazione su ricerca di base/altro In questa sezione della brochure sono state collocate alcune schede che illustrano ricerche di base che di proposito non sono state inserite nelle altre sezioni o perché non si intravvede un’applicazione immediata in un determinato settore, o perché le possibili applicazioni possono essere molteplici, realizzabili in più settori e risultava pertanto limitativo “incasellarle”. Il motivo più importante tuttavia è che queste schede stanno a testimoniare che anche attraverso la ricerca di base è possibile fare dell’ottima cooperazione internazionale allo sviluppo, di grande utilità per formare i ricercatori di domani, e con ricadute largamente positive non solo sui ricercatori dei paesi terzi già formati, ma anche, come si può evincere da alcune schede, sui nostri ricercatori attraverso uno scambio stimolante di idee e di tecnologie che fa crescere il capitale umano e scientifico. 219 12.2 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Applicazione di tecniche di Dinamica Molecolare per studi strutturali su proteine in soluzione Martino Bolognesi - Marco Nardini Prof. Ordinario - Ricercatore Confermato Maria Daniela Candia Professore Ordinario AREA TEMATICA e-mail: [email protected] [email protected] tel. 02 503 14893 Facoltà di Scienze MM, FF, NN Vecchio Dip.: Scienze Biomolecolari e Biotecnologie; Nuovo Dip.: Bioscienze CORSO INTENSIVO - EDIZIONI 2008 E 2009: Elettroni, Microscopia ionica e Micromanipolazione: principi comuni e metodi avanzati in scienze applicate. Biochimica Tipo di intervento • Formazione • Ricerca Obiettivi Specifico: Definizione delle proprietà dinamiche delle proteine. Paesi destinatari Argentina (Buenos Aires) Attività 1. Studi strutturali sulle proteine 2. Simulazioni informatiche La collaborazione copre lo studio delle proprietà strutturali e dinamiche delle emoproteine da organismi unicellulari. Il progetto ha un valore teorico in quanto permette l’accesso a proprietà di macromolecole che non sono misurabili sperimentalmente. Il partner italiano si è occupato degli esperimenti di cristallografia a raggi X. Il partner argentino ha studiato le proprietà dinamiche mediante approcci informatici di simulazione estensiva. Il focus della ricerca sono state le proteine ricavate da micobatteri, da archei e da altri organismi unicellulari. Beneficiari 1. Studenti 2. Ricercatori Risultati attesi Definizione di strutture tridimensionali di emoproteine selezione attraverso la diffrazione di raggi X. La struttura tridimensionale permette di rappresentare i dettagli finali della dinamica macromolecolare che si relazionano al legame con l’ossigeno e ad altre proprietà funzionali. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Martino Bolognesi, Dip. di Scienze biomolecolari e biotecnologie, Università degli Studi di Milano Locali: Dario Estrin, Dip. di Chimica Inorganica, Analitica e Fisica, Università di Buenos Aires Ente finanziatore MIUR FIRB (Ministero per l’Educazione, l’Università e la Ricerca - Fondo per gli Investimenti alla Ricerca di Base) Durata Da: 2006 - A: 2007 Possibilità di rinnovo / follow up Si stanno vagliando delle possibilità AREA TEMATICA Metodologia avanzata Tipo di intervento • Formazione • Ricerca • Trasferimento tecnologico Paesi destinatari Iraq Beneficiari 1. Ricercatori 2. Dottorandi Risultati attesi 1. Promozione dello sviluppo di attività intellettuali richieste a un livello specializzato di preparazione professionale; 2. Promozione dell’integrazione dei ricercatori nel contesto internazionale; 3. Buon follow-up rappresentato da un trasferimento scientifico e tecnologico appropriato delle conoscenze acquisite in Italia alle rispettive istituzioni e industrie irachene. Lo sviluppo ottimale dell’iniziativa implica un ulteriore periodo di ricerca all’estero portato avanti dagli stessi ricercatori: questa seconda fase del programma è già stata attivata nel 2009 e nel 2010 con esperienze pilota. Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: 1. Università Bicocca, Milano 2. Landau - Centro Volta (Como) 3. Companies: FEI, St-Microelectronics 4. Dip. di Chimica Inorganica, Metallorganica e Analitica, Università degli Studi di Milano 5. Dip. di Scienze Statistiche e Matematiche Applicate Avanzate, Università degli Studi di Milano Obiettivi Generale: Progetto per l’internazionalizzazione delle strutture istituzionali e scientifiche irachene e la collaborazione con i centri scientifici e 220 e-mail: [email protected] tel. 02 503 14788 Facoltà di Scienze MM, FF e NN Vecchio Dip.: Biologia; Nuovo Dip.: Bioscienze accademici italiani. Il corso offre un approccio interdisciplinare moderno, sia teorico che tecnico, per la microscopia avanzata e le relative applicazioni, con particolare riferimento alla microscopia elettronica e ionica (TEM, SEM, FIB). Specifici: 1. Favorire la riattivazione del sistema scientifico e tecnologico iracheno e porre fine all’isolamento causato dalla guerra; 2. Alta formazione, attività di ricerca e trasferimento tecnologico dalle università alle industrie. Le tematiche scientifiche coprono una grande varietà di applicazioni (dalla biologia alle scienze materiali). Attività 1. Un mese di attività formative intensive, teoriche e pratiche, sulla microscopia elettronica avanzata e sulle relative applicazioni tecnologiche rivolte ai dottorandi e ai ricercatori iracheni provenienti da diversi centri di ricerca o università; 2. Il corso include una parte generale (lezioni frontali e dimostrazioni) e una formazione specifica su tematiche precise (lezioni pratiche in laboratorio, piani di lavoro sperimentali e analisi dei risultati). È previsto anche l’impiego di metodi matematici avanzati (statistica, computer modelling); 3. Nelle due università, quella degli Studi di Milano e la Bicocca, si tengono in parallelo attività di alta specializzazione: lezioni teoriche frontali, dimostrazioni, lezioni pratiche, training. Ente finanziatore MAE - DGCS Durata I: Settembre - Ottobre 2008 II: Settembre - Ottobre 2009 Possibilità di rinnovo / follow up Alta possibilità di rinnovo (2011), e/o estensione del progetto. 221 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 12.1 12.4 TITOLO DEL PROGETTO Referente TITOLO DEL PROGETTO Referente Espressione in cellule di insetti del gene di Drosophila che codifica per α-fucosidasi Maria Enrica Pasini Ricercatore Confermato Analisi del differenziamento delle cellule staminali di Ceratitis capitata nella linea germinale maschile Maria Enrica Pasini Ricercatore Confermato AREA TEMATICA e-mail: [email protected] Tel 02 503 14887 Facoltà di Scienze MM. FF. NN. Vecchio Dip.: Scienze Biomolecolari e Biotecnologie; Nuovo Dip.: Bioscienze AREA TEMATICA e-mail: [email protected] Tel 02 503 14887 Facoltà di Scienze MM. FF. NN. Vecchio Dip.: Scienze Biomolecolari e Biotecnologie; Nuovo Dip.: Bioscienze Attività 1. Clonazione del cDNA di Drosophila che codifica per α-fucosidasi e realizzazione di vettori d’espressione. La porzione di cDNA di Drosophila che codifica per α-fucosidasi è stata amplificata mediante reazione di PCR. Sono stati utilizzati primer specifci comprendenti le sequenze corrispondenti agli enzimi di restrizione BamHI e XhoI, per facilitare la clonazione del prodotto della PCR nel vettore pFastBac1 (Invitrogen) per ottenere il plasmide pBac-DmFuca. Il prodotto della PCR è stato inserito a valle del promotore virale poliedrina. Dopo purificazione con il kit QIAquick, il prodotto della PCR è stato clonato nel vettore di espressione pGEM-T (Promega) e il plasmide pGEM-DmFuca è poi stato sequenziato; 2. Espressione della fucosidasi di Drosophila in cellule di insetto mediante Baculovirus e ottimizzazione delle condizioni di espressione. La proteina di fusione DmFuca è stata prodotta in grandi quantità utilizzando il sistema di espressione Bac-to-Bac® Baculovirus (Invitrogen). 3. Amplificazione di virus ricombinanti; 4. Purificazione di proteine ricombinanti estratte dalle cellule di insetto; 5. Caratterizzazione di proteine purificate per il peso molecolare e l’attività catalitica. Tipo di intervento • Formazione • Ricerca Scienze fondamentali Tipo di intervento • Formazione • Ricerca Paesi destinatari Cina (Hangzhou) Beneficiari 1. Studenti 2. Donne Risultati attesi Collaborazione riuscita sulla fertilizzazione di Drosophila allo scopo di sviluppare una collaborazione per la purificazione e la caratterizzazione di Drosophila ricombinante che codifica per α-fucosidasi nel tentativo di illustrare la natura delle molecole potenzialmente rilevanti per il processo di fertilizzazione in Drosophila melanogaster. La straordinaria esperienza del professore Chuan-Xi Zhang su cellule di insetto mediante Baculovirus potrebbe rivelarsi di vitale importanza per comprendere i meccanismi di riconoscimento dei gameti in Drosophila. Ente Promotore MAE Partner Italiani e internazionali: Università degli Studi di Milano Locali: Università dello Zhejiang, Hangzhou, Cina Obiettivi Generale: Caratterizzazione del prodotto di fusione del gene di Drosophila che codifica per α-fucosidasi, sovraespresso in cellule di insetto. Specifici: 1. Costruzione di baculovirus ricombinanti; 2. Comprensione dei meccanismi di riconoscimento dei gameti in Drosophila. 222 Ente finanziatore 1. Programma nazionale per la ricerca di base, Cina 2. Fondazione nazionale di scienze naturali, Cina 3. Ministero dell’Istruzione in Cina. 4. Ministero della ricerca in Italia. Durata Da: Luglio 2005 - A: Luglio 2009 Possibilità di rinnovo / follow up Tesi sperimentale congiunta Italia-Cina Scienze fondamentali Paesi destinatari Vietnam (Hanoi) Beneficiari 1. Studenti 2. Donne Risultati attesi Migliore comprensione dei processi quali lo sviluppo embrionale, l’invecchiamento e la formazione di tumori mediante una collaborazione positiva sulla fecondazione di Ceratitis, in particolare sullo studio delle cellule staminali. La straordinaria esperienza del professore Nguyen Ngoc Hung potrebbe rivelarsi di notevole importanza per la comprensione dei meccanismi di rinnovo e differenziamento cellulare in Ceratitis. Attualmente, è coIlaboratore del progetto di applicazione delle cellule staminali sostenuto dal governo vietnamita. Il suo gruppo di lavoro comprende studiosi quali Dr. Ta Thanh Van (Biologia molecolare), Dr. Tran Van Khanh (Malattie molecolari). Grazie alla collaborazione di questi due gruppi, ci auguriamo di mettere in atto un modello animale per il trapianto di cellule staminali così come di migliorare la comprensione del meccanismo molecolare della formazione di tumori per sviluppare nuovi marker per diagnosi e prognosi. Obiettivi Generale: Individuare se i geni richiesti per il funzionamento delle cellule staminali in Drosophila agiscono analogamente anche in C.capitata. Specifici: 1. Raccogliere ulteriori informazioni sul dittero C.capitata, economicamente importante. In particolare, determinare il significato funzionale dei geni che regolano lo sviluppo delle cellule germinali. Attività 1. Analisi ultrastrutturale delle cellule staminali della linea germinale femminile e maschile in C.capitata; 2. Identificazione genetica e genomica di molecole che regolano le cellule staminali di C.capitata. Ente finanziatore MIUR Ministero della Scienza e della Tecnologia del Vietnam Durata Da: Luglio 2008 - A: Luglio 2010 Possibilità di rinnovo / follow up Tesi sperimentale congiunta Italia-Cina Cooperative Erasmus Mundus Project Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Università degli Studi di Milano, Italia Locali: Università di Medicina Hanoi, Vietnam 223 ti progettiProgetti progetti progetti ti progettiProgetti progetti progetti 12.3 ti progettiProgetti progetti progetti 12.5 TITOLO DEL PROGETTO Referente Matematica - Computer vision: Attività di ricerca sui problemi di ricostruzione di scene dinamiche Cristina Turrini Professore Associato Confermato AREA TEMATICA e-mail: [email protected] tel. 02 503 16090 Facoltà di Scienze MM, FF e NN Vecchio e Nuovo Dip.: Matematica Computer Vision - Geometria proiettiva Tipo di intervento • Ricerca Paesi destinatari Israele (Gerusalemme) Beneficiari 1. Ricercatori 2. Studenti universitari Risultati attesi La ricerca si è concretizzata in una serie di lavori scientifici, tra cui: • Bertolini, Marina; Turrini, Cristina - Critical configurations for 1-view in projections from Pk to P2- J. Math. Imaging and Vision, 27 (2007). • GianMario, Besana; Bertolini, Marina; Turrini, Cristina - Instability of projective reconstruction of dynamic scenes near critical configurations Proc. ICCV 2007 • GianMario, Besana; Bertolini, Marina; Turrini, Cristina - Applications of Multiview Tensors in Higher Dimensions. Tensors in Image Processing and Computer Vision. Advances in Pattern Recognition Springer (2009) • Alberto Alzati, Alfonso Tortora: A geometric approach to the trifocal tensor - Preprint 2010• Alberto Alzati, Marina Bertolini, Alberto Borghese, Cristina Turrini: Tracking 3D orientation through corresponding conics Proc. ACIVS 2009- Springer LNCS 5807 Ente Promotore Partner Italiani e internazionali: Dip. di Matematica, Università degli Studi di Milano Locali: Prof. Anmon Shshua, Università Ebraica di Gerusalemme 224 Obiettivi Generale: Attività di ricerca su temi di Computer Vision Specifici: 1. Attività di ricerca su ricostruzione di scene dinamiche, luoghi critici per la ricostruzione, calibrazione di camere, tensori trifocali; 2. Visita del prof. Amnon Shahua all’Università degli Studi di Milano. Attività 1. Corso tenuto dal prof. Shahua nel quadro del programma di dottorato; 2. Le problematiche trattate dal Prof. Shahua sono state successivamente sviluppate da ricercatori della nostra sede, dando luogo ad alcuni lavori scientifici. Ente finanziatore Fondi per l’Internazionalizzazione Durata Corso: Giugno/Luglio 2004 Contatti successivi: fino al 2007 Possibilità di rinnovo / follow up Al momento non se ne prevedono Paesi ELENCO PAESI BOSNIA-ERZEGOVINA SERBIA ALBANIA TUNISIA MAROCCO TURCHIA ALGERIA EGITTO MAURITANIA HAITI SENEGAL GAMBIA GUINEA-BISSAU MALI BURCHINA FASO TOGO SIERRA LEONE VENEZUELA COLOMBIA COSTA D’AVORIO OMAN NIGER THAILANDIA CIAD SUDAN NIGERIA ETIOPIA CAMEROUN GABON ECUADOR KENYA CONGO TANZANIA BRASILE MALAWI BOLIVIA NAMIBIA ZIMBABWE MONZAMBICO SWAZILAND SUDAFRICA URUGUAY ARGENTINA Regioni I paesi in cui i progetti vengono svolti sono i seguenti: INDIA REPUBBLICA DOMINICANA PERÙ COREA DEL SUD CINA LIBANO SIRIA ISRAELE IRAQ TERRITORI PALESTINESI OCCUPATI GIORDANIA VIETNAM •Albania •Algeria •Argentina •Bolivia •Bosnia-Erzegovina •Brasile •Burkina Faso •Cameroun •Ciad •Cina •Colombia •Congo •Corea del Sud •Costa D’Avorio •Ecuador •Egitto •Etiopia •Gabon •Gambia •Giordania •Guinea-Bissau •Haiti •India •Iraq •Israele •Kenya •Libano •Malawi •Mali •Marocco •Mauritania •Mozambico •Namibia •Niger •Nigeria •Oman •Perù •Repubblica Dominicana •Senegal •Serbia •Sierra Leone •Siria •Sudafrica •Sudan •Swaziland •Tanzania •Territori palestinesi occupati •Thailandia •Togo •Tunisia •Turchia •Uruguay •Venezuela •Vietnam •Zimbabwe Ci sono anche progetti che riguardano intere regioni: •Asia del Sud: Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, India, Iran, Maldive, Nepal, Pakistan, Sri Lanka •paesi dell’America Centrale e Meridionale, •paesi dell’Africa Sub sahariana •paesi dell’Africa centro- meridionale: Angola, Botswana, Lesotho, Malawi, Mozambico, Namibia, Sudafrica, Swaziland, Zambia, Zimbabwe, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Repubblica Centro Africana, Ruanda, Burundi •paesi della regione del Sahel: Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger, Ciad, Senegal, Sudan, Nigeria, Etiopia •paesi del Mediterraneo. 229 ELENCO PARTNER Organizzazioni internazionali •European Union - Joint Research Centre (JRC) •FAO •ICS-UNIDO •OCSE - Divisione per le prove dei trattori agricoli e forestali •UNDP •UNIDO •World Health Organisation Ministeri italiani •MAE - Istituto Italo-Latino Americano •Ministero della Salute Ministeri e Agenzie statali stranieri •Amministrazione Statale Cinese per la Medicina Tradizionale Cinese - Cina •Associazione didattica cinese per gli scambi internazionali - Pechino Cina •Autorità Israeliana dell’Acqua Israele •Autorità Palestinese dell’Acqua, Territori Palestinesi Occupati •CAFMA - Camera Argentina dei Produttori di Macchine Agricole •Dipartimento di Agricoltura, Pesca e Conservazione, Divisione Normativa Piante e Pesticidi di Hong Kong •Dipartimento di Sviluppo Idrico (DWD) Pemba Tanzania •Direzione dei parchi - Niger •Direzione Generale delle Antichità e dei Musei/Directorate-General for Antiquities and Museums (DGAM) - Damasco Siria •Istituto Agronomico di Campinas Brasile Centro di Automazione e Ingegneria (Jundiai, San Paolo) •MINEPIA (Ministère Elevage, Peche, Industrie Alimentaire - Cameroun •Ministère des Ressources Animales - Niger •Ministero cinese dell’educazione - Ufficio generale per la promozione della lingua cinese (Hanban) •Ministero della Salute - Swaziland •Ministero della Salute Pubblica - Guinea Bissau •Ministero dell’Agricoltura del Libano •Ministero delle Acque e dell’Irigazione Giordania •Ministero Iracheno per l’Educazione e la Ricerca •Zanzibar Water Department Istituti di ricerca/Università italiani •Alma Mater Studiorum-Università di Bologna •Centro Internazionale per gli Antiparassitari e la Prevenzione Sanitaria - Ospedale Luigi Sacco • CeTAmB - Università di Brescia •CICSAA - Centro Interuniversitario per la Cooperazione allo Sviluppo Agro-alimentare e Ambientale •CIDETER - Centro di Investigazione e Sviluppo Territoriale •Consiglio Nazionale delle Ricerche •Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali - Milano •Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Ricerca sulle Acque •Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Scienze e Tecnologie Molecolari •Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per il rilevamento Elettromagnetico Ambientale (CNR - IREA) •Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per lo Studio degli Ecosistemi •Consorzio Italiano per la Ricerca Agricola - 231 Agrital di Maccarese •CRA - Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura - Milano (ex IVTPA) •CRA - Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura - Montanaso Lombardo •ICIS - Centro dell’Insubria sulla Sicurezza Internazionale •Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente Sezione Lombarda (IsIAO) •Istituto Nazionale dei Tumori - IRCCS Fondazione •Istituto Superiore di Sanità •IULM Milano •Nuova Accademia delle Belle Arti (Naba) •Parco Tecnologico Padano - CERSA (Centro di Ricerca per gli Studi Agroalimentari) •Politecnico di Milano •Università Bicocca •Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” •Università del Molise Campobasso •Università dell’Insubria •Università di Camerino •Università di Catania •Università di Napoli Federico II •Università di Padova •Università di Roma La Sapienza •Università di Siena •Università di Torino •Università di Udine Istituti di ricerca/Università stranieri •Agencia Estatal Consejo Superior De Investigaciones Cientificas - Spagna •American University Il Cairo - Egitto •Association de Recherche en Virologie et Hématologie Parigi - Francia •Bangor University - Regno Unito •Ben Gurion Università di Negev - Israele •Catholic University of Leuven - Belgio •Central Food Technological Research Institute (CFTRI) - India 232 •Centre de Suivi Ecologique Senegal •Centro Africano per Test Clinici - Kenya •Centro di ricerca biomolecolare Pietro Annigoni CERBA - Burkina Faso •Centro Nazionale per la Tecnologia Alimentare e la Nutrizione - Ciad •Centro per l’Analisi di Sistemi Agricoli Sostenibili - Kensington USA •Centro Svizzero di Ricerca Scientifica in Costa d’Avorio •Charles University - Praga Repubblica Ceca •CIRMF - Franceville Gabon •CNRFP - Centre National de Recherche e de Formation sur le Paludisme - Burkina Faso •CNRS Montpelier II - Francia •Consiglio per la Ricerca Scientifica e Industriale - Sudafrica •CSIR - Central Drug Research Institute - Lucknow India •CSIR Science Sudafrica •Deutsches Primate Zentrum - Göttingen Germania •Dipartimento di Sicurezza Industriale e Ambientale - Centro per la Ricerca Atomica Indira Ghandi - India •Ecole Normale Parigi - Francia •El-Razi College of Dentistry - Khartoum Sudan •EMBRAPA - Brasile •Erasmus Universitair Medisch Centrum Rotterdam - Paesi Bassi •Fondazione Istituto di Tecnologia Alimentare - Bolivia •Foundation Biomedical Primate Research Centre, Rijswijk - Paessi Bassi •Fundacion para la investigacion Nutricional Spagna •Fundacion Universitaria Juan D. Castellanos Colombia •Harbin Institute of Technology - Cina •ICTA - Istituto di Scienze e Tecnologia Alimentari - Colombia •ICTA - Istituto di Scienze e Tecnologia Alimentari - Università Centrale del Venezuela •INIA - Instituto Nacional de Investigacion Agropecuaria - Uruguay •Institute of Hygiene and Tropical Medicine Lisbona Portogallo •Institute of Medicinal Plant Development Cina •INTA - Istituto Nazionale di Tecnologia Agropastorale - Uruguay •IRD Montpellier - Francia •Istituto Africano di Scienze e Tecnologie Biomediche (AiBST) Harare - Zimbabwe •Istituto di Ricerca Agricola Libanese (LARI) •Istituto Francese di Archeologia Orientale (IFAO) - Il Cairo Egitto •Istituto Internazionale di Ricerca sul Riso Manila Filippine •Istituto Medico e Astrologico Tibetano di H. H. il Dalai Lama (Men-Tsee-Kang) Dharamsala India •Istituto Tecnologico San Ignacio de Loyola (ITESIL) - Repubblica Dominicana •Istituto Tropicale Svizzero •Jagiellonian University - Cracovia Polonia •Karolinska Institute Stockholm - Svezia •Korea Food Research Institute (KFRI) - Korea •Kristineberg Marine Research Station Fiskebakcskil Svezia •Laboratoire d’architecture et fonctions des macromolécules biologiques, ESIL-CNRSAFMB - Marsiglia Francia •Laboratorio di Salute Pubblica "Ivo de Carneri" - Zanzibar •London School di Igiene e Medicina Tropicale, UK •Medical College dell’Università di Nanchang - Cina •Medical Research Council - Clinical Trials Unit - Londra UK •Mubarak City for Scientific Research and Technology Application - Egitto •Parco Geologico Nazionale Guizhou Guanling China •Robert Koch Institute Berlino - Germania •Russian Academy of Medical Science - Mosca Federazione Russa •Scuola di Energia Ambiente e Risorse Naturali - Università di Madurai Kamaraj - India •Scuola di medicina tropicale Liverpool, UK •Scuola superiore nazionale di Scienze Agro-industriali di Ngaundére - Camerun •Swiss Toxicological Information Centre Svizzera •Technical University of Crete - Grecia •Universidad Complutense de Madrid Spagna •Universidade de Brasilia - Brasile •Università Agraria de La Molina - Perù •Università Americana di Beirut (AUB) •Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” (UniNSBC) - Tirana - Albania •Università della California/ Davis - USA •Università della Namibia •Università di Aarhus - Danimarca •Università di Abobo-Adjamé- Abidjan - Costa d’Avorio •Università di Adama - AMAE (Asella Model Agricultural Enterprise) - Etiopia •Università di Ain Shams - Egitto •Università di Alessandria d’Egitto •Università di Buenos Aires - Argentina •Università di Calcutta India •Università di Calicut - Kerala India •Università di Capetown - Sudafrica •Università di Delhi - India •Università di Ege - Turchia •Università di Hacettepe - Turchia •Università di Heidelberg - Germania •Università di Ibarra - Ecuador •Università di Ioannina - Grecia •Università di Leiden - Paesi Bassi •Università di Liaoning Normal - Dalian Cina •Università di Lima - Perù •Università di Loca - Ecuador •Università di Makeni - Sierra Leone •Università di Medellin - Colombia •Università di Medicina Hanoi - Vietnam 233 •Università di Medicina Tradizionale Cinese di Nanjing - Cina •Università di Nairobi - Kenya •Università di Nanchino - China •Università di N’Djamena - Ciad •Università di Niamey - Niger •Università di Ouagadougou - Burkina Faso •Università di Oxford - UK •Università di Patras - Grecia •Università di Peking (PKU) - Cina •Università di Piura - Perù •Università di Quito - Ecuador •Università di Rio Grande do Sul - Porto Alegre Brasile •Università di San Paolo - Brasile •Università di Scienza e Tecnologia di Hong Kong •Università di Toulouse - Francia •Università di Tunisi El Manar •Università di Zhejiang Hangzhou - Cina •Università di Zurigo - Svizzera •Università Ebraica di Gerusalemme - Israele •Università Inserm Lausanne - Svizzera •Università Nazionale della Colombia •Università Nazionale Mayor De San Marcos Istituto di Medicina Tropicale - Lima Perù •Università Tecnica di Ambato - Ecuador •Università Tecnologica Nazionale - Uruguay •Università UNDH - Port au Prince - Haiti •Université Cheikh Anta Diop de Dakar - Senegal •Université de Tunis - Tunisia •Université Hassan II Ain Chock Casablanca Marocco •Université S. Esprit de Kaslik (USEK) - Libano •University of Buea - Camerun •University of Copenhagen - Panum Institute - Danimarca •University of Gent - Belgio •University of Ljubljana - Slovenia •University of Southern Denmark - Danimarca •University of Victor Segalen - Bordeaux Francia •University Sultan Qaboos - Oman •Yarmouk University - Giordania 234 Enti locali italiani •Comune di Milano •Comunità Montana Cusio Mottarone - Italia •USR - Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Enti locali stranieri •Centro del commercio di Concepcion Uruguay •Comune di Dakar - Senegal •Ministero dell’Agricoltura della provincia di Misiones - Argentina •Municipalità di Concepcion - Uruguay •Municipalità in Libano ONG •ACRA •Africa ’70 •AISPO Onlus - Italia •Anlaids Sezione Lombardia - Italia •Associazione Amigos del Museo de Sipàn Perù •Associazione Ceu e Terras - Bissau - Guinea Bissau •ATCP (Associazione della Comunità Ciadiana per il Progresso) - Ciad •AVSI •Caritas Perù •CCM Onlus - Italia •Centro Orientamento Educativo - Milano Italia •Comunità di Sant’Egidio - Roma Italia •COOPI •COSPE Onlus - Firenze Italia •COSV - ONG •Euresist Network GEIE - Siena Italia •Fondazione Bethlèem de Mouda - Camerun •Fondazione BioEconomy Addis Abeba Etiopia •Fondazione Ivo de Carneri •Fondazione Penta Onlus - Padova Italia •Fondazione Pro.sa Onlus - Italia •Fundacion del Sur - Argentina •Hogar San Camilo - Lima Perù •ICEI - Istituto di Cooperazione Economica Internazionale ONG - Italia •Indian Red Cross Society (Koraput District) India •Ingegneri senza Frontiere - Università di Trento •Irsicaixa Foundation - Barcellona Spagna •Landau Network - Centro Volta (LNCV) •Live in Slums •MAPO (Movimiento Argentino para la Produccion Organica) - Argentina •Medicines for Malaria Venture - MMV •Missionari della Consolata - Tanzania •Mondeco Onlus - Italia •ONG Capen •ONG Karkara - Niger •ONG Sana Logone - Municipalità di Yagoua - Camerun •Pontificio Istituto Missioni Estere - Italia •Saint Lawrence Foundation •SNV Ethiopia - Netherlands Development Organisation ONG - Etiopia •Waves World Association of Volunteers for Emergencies and Solidarity - Onlus ALTRO •4SC AG (SME) •Agrhymet Niger •agricoltori in Libano •Association Cité de la Lumiére, de Amoutchou -Togo •Azienda Agricola Andegardo di Cernusco Lombardone - Italia •Azienda Filmare Nile textile - Egitto e Italia •Azienda tessile Ahlan - Egitto •Bio detection System - Paesi Bassi •CEM (Coopérative Eleveurs Maroua) Camerun •Centro di riabilitazione Giardino dell’Eden •Cooperativa di agricoltori di Feghal (Libano) •Coopérative Laitière de Niamey - Niger •Cosmos •Ecogranjas Cooperativa Agraria Limitada Uruguay •EcoTechSystem srl - Italia •Expo 2015 •FEI azienda •Field Museum Chicago - USA •Fondazione Cariplo •Green - Agenzia di consulenza •Hôpital de la Pitié Salpétrière - Service de Médecine Infectieuse - Parigi Francia •Hopital Missionaire St.Jean de Dieu, Afagnan - Togo •Hylobates Consulting •Informa SRL - Roma Italia •Laboratoires Idenix SARL - Montpellier Francia •Laboratori di ricerca di Oddisi - Bhubaneswar - India •LICA Pharma •Missionari Comboniani •Museo di Palmira - Siria •NeED Pharma •Ospedale "Luigi Sacco" di Milano - Italia •Ospedale Anoalite, di Mungbere - Congo •Ospedale Carlos III Madrid - Spagna •Ospedale Delek - Dharamsala India •Ospedale di Sololo, Kenya •Ospedale San Raffaele - HSR - Italia •Rotary •Scuola Don Bosco in Alessandria d’Egitto •Scuola Primaria B.L.Tezza, dei Padri Camilliani, Karungu - Kenya •scuole in Libano •Siteki Hospital - Swaziland •St. John of Good Hospital - Tigania, Meru Kenya •St-Microelectronics azienda •Studio Associato MPM •Unione cooperative per il Latte Asella Etiopia •Virco BVBA - Mechelen Belgio 235 ELENCO FINANZIATORI Organizzazioni internazionali •Banca Mondiale •FAO •FAO - IFDCP (Programma di Cooperazione Decentrata Italia) •FMI •ICS-UNIDO •NATO •OCSE •UNDP •Unicef •Unione Europea Ministeri •Associazione didattica cinese per gli scambi internazionali - Pechino Cina •Dipartimento di Agricoltura, Pesca e Conservazione, Divisione Normativa Piante e Pesticidi di Hong Kong •FIP - Fondo Italo Peruviano •Fondazione Nazionale di Scienze della Cina •Istituto Italo-Latino Americano •Ministero cinese dell’educazione - Ufficio generale per la promozione della lingua cinese (Hanban) •Ministero degli Affari Esteri (DGPC; DGCS) •Ministero della Salute in Italia •Ministero della Scienza e della Tecnologia brasiliano •Ministero della Scienza e della Tecnologia del Vietnam •Ministero dell’Educazione e della Tecnologia (MEST) - Korea •Ministero dell’Istruzione in Cina •MIUR •MIUR (FIRB - Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base) •Programma Nazionale per la Ricerca di Base in Cina 2010/2014 Istituti di ricerca / Università •Centro nutrizionale di Goundi - Ciad •CeTAmb - Università di Brescia •Charles University - Praga Repubblica Ceca •CIDETER - Centro di Investigazione e Sviluppo Territoriale •Consiglio per la Ricerca Scientifica e Industriale - Nuova Delhi India •El-Razi College of Dentistry - Khartoum Sudan •Harbin Institue of Technology - Cina •Istituto Francese di Archeologia Orientale (IFAO) - Il Cairo Egitto •Istituto Internazionale di Ricerca sul Riso Manila Filippine •Istituto Nazionale degli Stati Uniti •Jagiellonian University - Cracovia Polonia •Società Geografica Nazionale - Cina •Università degli Studi di Milano •Università del Molise Campobasso •Università dell’Insubria •Università di Calicut - Kerala India •Università di Madurai Kamaraj - India •Università di Medellin - Colombia •Università di Rio Grande do Sul - Porto Alegre Brasile •Università di San Paolo - Brasile •Università di Scienze Gastronomiche Pollenzo Italia •University Sultan Qaboos - Oman Enti locali italiani •Comune di Milano •Comunità Montana Cusio Mottarone - Italia •Provincia autonoma di Trento 237 •Regione Lombardia ONG •Acra •AISPO onlus - Italia •Anlaids Sezione Lombardia - Italia •Asociacion AIDA - Madrid Spagna •Associazione Ceu e Terras - Bissau - Guinea Bissau •AVSI •Comunità di Sant’Egidio - Roma Italia •COSPE Onlus - Firenze Italia •Fondazione “Nostra Signora del Buon Consiglio” - Albania 238 •Fondazione BioEconomy Addis Abeba Etiopia •Fondazione Ivo de Carneri •Saint Lawrence Foundation •Smile Onlus •Yacouba for Africa Altro •Axxam spa •Biodiversity International •Expo 2015 •Fondazione Cariplo •Ospedale "Luigi Sacco" Milano Italia •Rotary