IL NUOVO SISTEMA
PENSIONISTICO
PENSIONI: DAL 1° GENNAIO 2012 è CAMBIAto TUTTO
Una nuova riforma pensionistica…
L’evoluzione demografica ha determinato un aumento esponenziale del numero dei pensionati
rispetto a quello delle persone occupate. Per ovviare a questo squilibrio, il sistema pensionistico
obbligatorio ha introdotto il sistema contributivo in base al quale i contributi previdenziali versati nel
corso di una vita lavorativa verranno in seguito rivalutati ed erogati in forma di rendita pensionistica.
Il futuro non lascia adito a dubbi: le pensioni erogate dallo Stato saranno nei prossimi anni inferiori
rispetto a quelle attuali. Il presente opuscolo vuole illustrare brevemente gli ulteriori tagli introdotti
dalla recente riforma pensionistica del governo Monti.
Se fino ad oggi abbiamo potuto contare sulla sicurezza di una pensione pubblica adeguata, ora dobbiamo assumerci la responsabilità di provvedere in prima persona alla nostra vecchiaia. In questa
nostra accresciuta responsabilità individuale possiamo contare sul sostegno da parte della Regione.
Informarsi per tempo e riflettere sul proprio futuro pensionistico, anche in termini di previdenza
complementare, oggi è più importante che mai!
Dott.ssa Martha Stocker
Assessora regionale alla previdenza complementare
Le principali novità previste dalla riforma sono:
1. la pensione di vecchiaia
2. la pensione anticipata
3. il calcolo della pensione col sistema contributivo
4. l’età pensionabile legata alla speranza di vita
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Pensplan
Il nuovo sistema pensionistico
Dal 1° gennaio di quest’anno, con l’entrata in vigore della legge 214/2011,
il governo Monti ha introdotto una profonda e rigorosa riforma delle ­pensioni,
per rendere il sistema più efficiente e più sostenibile per le casse dello Stato.
La norma non ha carattere retroattivo e quindi non si applica a coloro che
sono andati in pensione prima del 31.12.2011.
1. LA PENSIONE DI VECCHIAIA
La prima novità in vigore dal 1° gennaio 2012 consiste nella pensione di vecchiaia.
Sarà possibile andare in pensione solo al raggiungimento di una determinata età
anagrafica, fissata a 66 anni per tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore pubblico.
Le lavoratrici del settore privato e quelle autonome avranno diritto ad una leggera
differenza iniziale di trattamento, perché per loro l’età pensionabile verrà innalzata in
maniera graduale fino a raggiungere i 66 anni entro il 2018.
A regime, nell’anno 2018, l’età pensionabile sarà unificata a 66 anni per tutti i lavoratori/
le lavoratrici e a partire dal 2021 sarà ulteriormente innalzata a 67 anni.
I limiti d’età rappresentano però soltanto dei requisiti minimi, ovvero i lavoratori/le lavoratrici potranno scegliere liberamente di proseguire l’attività lavorativa fino all’età di 70 anni
(con diritto di mantenimento del posto di lavoro), cosa che permetterà loro di ottenere una
pensione più elevata (l’importo della pensione aumenterà al crescere dell’età).
Per i lavoratori/le lavoratrici che hanno iniziato a versare contributi previdenziali dopo
il 01.01.1996, la legge prevede che in ogni caso siano necessari almeno 20 anni di
contributi versati e che l’importo della pensione che recepiscono sia almeno pari a
1,5 volte l’importo dell’assegno sociale*.
Di seguito un riepilogo dei requisiti anagrafici minimi previsti da quest’anno:
tutti
settori
settore
privato
settore
autonomo
=
2012
62 anni
63 anni
e 6 mesi
=
2014
63 anni
e 6 mesi
64 anni
e 6 mesi
2016
65 anni
65 anni
e 6 mesi
2018
66 anni
66 anni
67 anni
67 anni
66 anni
2021
67 anni
settore
pubblico
66 anni
67 anni
* L’assegno sociale è una prestazione di assistenza sociale erogata dall’INPS a coloro che hanno almeno 65 anni di età e non arrivano a totalizzare un reddito annuo di 5.577 € per l’anno 2012, che spetta a cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari.
Cosa significa?
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2. LA PENSIONE ANTICIPATA
Un’altra novità prevista da quest’anno è la pensione anticipata.
Cosa significa?
La pensione anticipata si ottiene al raggiungimento di un determinato numero di anni
di contributi versati e permette di andare in pensione prima di quando previsto dalla
pensione di vecchiaia a coloro che non hanno ancora raggiunto l’età anagrafica minima
prevista dalla legge. Esiste però una penalizzazione per chi ha meno di 62 anni d’età.
A partire dal 1° gennaio 2012 sono necessari i seguenti anni di contributi:
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2012
42 anni
e 1 mese
41 anni
e 1 mese
=
2013
42 anni
e 2 mesi
41 anni
e 2 mesi
=
2014
42 anni
e 3 mesi
41 anni
e 3 mesi
Lavoratori/lavoratrici che
hanno iniziato a lavorare
prima del 01.01.1996:
Per chi decide di uscire dal mondo del lavoro prima dei 62 anni, la manovra prevede un
taglio sulla pensione pari all’1% per ciascuno degli ultimi due anni che mancano ai 62
(chi esce a 60 anni quindi ha un taglio del 2% complessivo) e pari al 2% per ogni anno
inferiore ai 60. La legge 14/2012 ha previsto che tale penalizzazione non venga introdotta
fino al 31.12.2017.
Lavoratori/lavoratrici
che hanno iniziato
dal 01.01.1996:
La pensione anticipata può essere conseguita all’età di 63 anni (con 3 anni di anticipo rispetto
alla pensione di vecchiaia), qualora si possano vantare almeno 20 anni di contribuzione e un
trattamento pensionistico non inferiore a 2,8 volte l’ammontare mensile dell’assegno sociale.
Lavoratori/­lavoratrici
dipendenti nati nel
1951-52:
Il Governo ha ritenuto di dover riservare una clausola di “salvaguardia”: gli uomini che entro
la fine del 2012 sarebbero potuti andare in pensione secondo il vecchio sistema delle quote
(quota 96) e le donne che raggiungono almeno 20 anni di contri­buzione potranno andare in
pensione a 64 anni.
Pensplan
Il nuovo sistema pensionistico
3.IL CALCOLO DELLA PENSIONE
COL SISTEMA CONTRIBUTIVO
La terza novità prevista dalla riforma previdenziale consiste nell’applicazione per
tutti i/le lavoratori/lavoratrici del sistema di calcolo contributivo della pensione.
Cosa significa?
L’importo della pensione verrà calcolato sull’ammontare dei contributi effettivamente
versati durante la vita lavorativa, dedotte le spese di gestione dell’istituto previdenziale.
Questo sistema varrà per tutti i periodi di lavoro successivi al 1° gennaio 2012.
Come funziona
questo calcolo?
Bisogna determinare innanzitutto il “montante contributivo”, ovvero la somma di tutti i
contributi versati. La base di partenza sono i contributi versati ogni anno, ottenuti tramite
la moltiplicazione della retribuzione annua per un’aliquota (lavoratori/lavoratrici dipendenti:
33%, lavoratori/lavoratrici autonomi/e: 20% che aumenta gradualmente fino a raggiungere
nell’anno 2018 il 24%).
La somma dei contributi annuali versati (montante) viene rivalutata, in base ad un tasso in
funzione delle variazioni quinquennali del PIL (prodotto interno lordo).
Il risultato viene poi moltiplicato per un “coefficiente di trasformazione”, variabile in
funzione dell’età del lavoratore/della lavoratrice al pensionamento in base all’aspettativa
di vita. Il coefficiente di trasformazione è stato recentemente rideterminato e a partire
dal 01.01.2013 sarà compreso tra il 4,30% (pensionando/a di 57 anni) e il 6,54%
(pensionando/a di 70 anni).
• contributi versati di un anno = retribuzione annua x aliquota
• montante contributivo = sommatoria dei contributi versati di tutti gli anni rivalutati
• pensione = montante contributivo x coefficiente di trasformazione
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Sistema retributivo e
sistema contributivo:
Fino al 31.12.1995 però il calcolo della pensione avveniva in base ad un sistema retributivo.
Cosa succede ai lavoratori/alle lavoratrici che hanno iniziato a lavorare prima di quella data?
Lavoratori/lavoratrici
che al 31.12.1995
avevano maturato più
di 18 anni di contributi:
Finora avevano diritto a rimanere nel sistema retributivo fino al raggiungimento dell’età
pensionabile. Ora non sarà più così, dato che anche a loro si applicherà il sistema
­contributivo dal 01.01.2012. La pensione deriverà dalla somma di due quote calcolate
rispettivamente secondo:
1. sistema retributivo fino al 31.12.2011
2. sistema contributivo dal 01.01.2012
Lavoratori/lavoratrici
che al 31.12.1995 avevano
maturato meno di 18 anni
di contributi:
La ­pensione deriverà dalla somma di due quote calcolate rispettivamente secondo:
Lavoratori/­lavoratrici
che hanno ­iniziato
a ­lavorare dopo il
31.12.1995:
La pensione verrà calcolata soltanto tramite il sistema contributivo.
1. sistema retributivo fino al 31.12.1995
2. sistema contributivo dal 01.01.1996
contributi
fino al 31.12.1995
contributi a partire
dal 01.01.1996
contributi a partire
dal 01.01.2012
al 31.12.1995 più di 18
anni di contributi
al 31.12.1995 meno di
18 anni di contributi
inizio attività dal
01.01.1996
Sistema retributivo:
Il calcolo col sistema retributivo, viene fatto accantonando il 2% per ogni singolo anno di contribuzione, considerando la retribuzione media dei ultimi 5/10 anni. Si cerca di garantire al lavoratore il reddito che ha ottenuto
nell’ultima parte della sua vita.
Sistema contributivo:
Il sistema contributivo si basa su tutti i contributi versati durante l’intera vita assicurativa. Secondo tale sistema di
calcolo (entrato in vigore dal 01.01.1996) il montante individuale si ottiene sommando i contributi di ciascun anno
lavorativo opportunamente rivalutati sulla base del tasso annuo di capitalizzazione derivante dalla variazione media
quinquennale del PIL (prodotto interno lordo) determinata dall’Istat cui si applicano i caratteristici coefficienti di
trasformazione.
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Pensplan
Il nuovo sistema pensionistico
4.ETÀ PENSIONABILE LEGATA
ALLA SPERANZA DI VITA
Dal momento che si vive più a lungo, occorre uscire dal mondo del lavoro più tardi.
Cosa significa?
La riforma del sistema pensionistico tende ad alzare sempre di più l’età pensionabile. D’ora in
poi sarà fissata in base alla speranza di vita registrata dall’Istat, ovvero un indice demografico che rappresenta la speranza di vita espressa in numero di anni a partire da una certa
età. L’adozione di tale meccanismo avverrà a partire dal 1° gennaio 2013 – data prevista per
la prima rilevazione Istat - e si applicherà a tutti i tipi di trattamenti pensionistici. Dal 2013 al
2019 l’adeguamento avverrà ogni tre anni, mentre dal 2019 in poi avverrà ogni 2 anni.
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E LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE?
La “Manovra Monti” ha previsto una campagna informativa di educazione annuale che
ha l’obiettivo di rendere tutti i cittadini/le cittadine consapevoli riguardo alla propria
pensione ed in grado di prendere le decisioni più opportune in ­merito, come ad esempio
scegliere una forma di previdenza complementare. Questa campagna spiegherà anche e
­sopra­t­tutto ai/alle giovani l’importanza e la necessità di risparmiare oggi per il domani.
Cosa succede per
la previdenza
complementare?
La previdenza complementare continua ad offrire una serie di vantaggi economici
e fiscali:
•
Deduzioni fiscali
La normativa delle forme pensionistiche complementari offre degli incentivi come ad esempio la possibilità di dedurre fiscalmente i contributi volontari e del datore/
della datrice di lavoro fino a 5.164,57 euro annuali.
•
TASSAZIONE PIÙ BASSA
I fondi pensione continuano ad essere tassati con un’aliquota dell’11% sul risultato
di gestione, mentre tutti gli altri strumenti finanziari (ad eccezione dei titoli di stato
italiani ed equiparabili), a partire dal 1° gennaio 2012 sono soggetti ad un’aliquota
del 20%.
•
NESSUNA IMPOSTA DI BOLLO
I fondi pensione ed i fondi sanitari sono esentati dal pagamento dell’imposta di
bollo, a differenza degli altri strumenti finanziari, compresi quelli non soggetti ad
obblighi di deposito, come buoni fruttiferi postali, polizze assicurative, gestioni
patrimoniali ecc., che a partire dal 1° gennaio 2012 saranno colpiti dalla corrispondente imposta di bollo sul deposito titoli.
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Pensplan
Il ruolo della Regione
Il nuovo sistema pensionistico
•
PARTE DEI CONTRIBUTI OBBLIGATORI DESTINATI AI FONDI PENSIONE
La legge (art. 24, comma 28) riconosce la possibilità di destinare parte dei ­
contributi previdenziali obbligatori alla previdenza complementare, col vantaggio
di poter godere del rendimento della caratteristica gestione finanziaria.
•
I RENDIMENTI
I fondi pensione complementare permettono un’elevata protezione del proprio
capitale pensionistico, grazie al fatto che la normativa stessa prevede particolari
misure di contenimento del rischio.
A questi aspetti, validi a livello nazionale, bisogna poi aggiungere una serie di
vantaggi a carattere locale, resi possibili grazie alla presenza di uno speciale progetto di
previdenza complementare a livello locale della Regione Autonoma Trentino - Alto Adige/
Südtirol.
•
LE PROVVIDENZE
La Regione Trentino - Alto Adige/ Südtirol si impegna da un lato a sostenere i
versamenti in presenza di situazioni di difficoltà economica e dall’altro a
garantire il trattamento pensionistico. In caso di mancata contribuzione da parte del
datore/della datrice di lavoro, la Regione, mediante Pensplan, mette a disposizione
anche un servizio di assistenza legale gratuita.
•
CONSULENZA
Un ulteriore vantaggio della previdenza complementare regionale è dato dal
supporto informativo e dall’assistenza amministrativa diffusa in maniera
capillare su tutto il territorio regionale, grazie agli oltre 100 Pensplan Infopoint
istituiti in c­ ollaborazione con i patronati (ed i caf) partner di Pensplan.
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Il tuo piano per la vita.
Pensplan Centrum S.p.A.
Via della Mostra, 11/13
I-39100 Bolzano
Tel. +39 0471 317 600
Fax +39 0471 317 666
[email protected]
Piazza Erbe, 2
I-38122 Trento
Tel. +39 0461 274 800
Fax +39 0461 984 147
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