Storia E, n. 3 - 2004 Anno II
La scuola in archivio
L’EIAR a Bolzano 1929-1939
di Marzia Bonfanti
Si ringrazia per la collaborazione, la revisione dell’articolo e la fornitura dell’apparato iconografico
la dott.ssa Armida Zaccaria dell’Archivio di Stato.
Sulle pagine di STORIA E, era già stato dato risalto al progetto La scuola in archivio, una collaborazione avviata tra l’IPIA e l’Archivio di Stato di
Bolzano che conta una pluriennale esperienza e la
produzione di una serie di lavori che hanno avuto
dei riconoscimenti sia a livello locale che regionale.
Il lavoro che ora qui viene presentato EIAR 19291939 è l’ultimo in ordine di tempo ed è stato svolto
in una terza classe di operatori meccanici
odontotecnici e chimico biologici.
Fin da subito questa ricerca si è rivelata interessante per le piste di lavoro suggerite. Una di storia
generale: la nascita e lo sviluppo delle comunicazioni con la relativa fondazione dell’EIAR (attuale
RAI) come strumento di propaganda del regime
fascista; una di storia locale: l’impianto di una stazione radiofonica a Bolzano con il duplice scopo di
sviluppare le radiocomunicazioni e di procedere al
contempo all’italianizzazione della zona; una ter- 116
za di analisi del linguaggio, con particolare riferimento al potere evocativo
e magico-incantatorio della parola quando veniva
utilizzata per emozionare
e persuadere le grandi
masse.
Tra le numerose competenze di italiano e storia
che sono state raggiunte,
una merita davvero di essere citata: l’alunno sa
governare la complessità
del compito proposto, importante quando una ricerca è articolata e vuole essere rigorosa.
Poco sopra ho posto
l’accento sulle competenze raggiunte dal singolo
alunno e dalla classe in
Italiano e Storia per rispondere ad una eventuale obiezione che spesso i
colleghi fanno: le ore di
Storia sono poche, c’è un
programma da svolgere,
da dove prendiamo il tempo che ci serve per svolgere una ricerca di questo
tipo? Naturalmente da Italiano è la risposta. Anche
l’archivio fornisce testi da
4 2
s t o r i a e
leggere, da interpretare, da capire, da collegare tra
loro e la lingua veicola abilmente le conoscenze e
le competenze acquisite durante la ricerca!
Sono riportate qui di seguito le riflessioni degli
studenti e delle studentesse sulla loro esperienza in
archivio e alcune pagine della loro ricerca, che è
stata pubblicata sul volume “La scuola in archivio”.
L’ESPERIENZA DEGLI STUDENTI E DELLE
STUDENTESSE. RIFLESSIONI DELLA CLASSE
Tempo fa in classe stavamo ridendo a proposito
di una nota trasmissione televisiva che faceva della
satira politica uno dei suoi punti di forza, ripetevamo le battute del comico che dava la stessa notizia
in tre maniere diverse a seconda dell’idea politica a
cui apparteneva la redazione del telegiornale. La
manipolazione dell’informazione può davvero far
credere una cosa al posto di un’altra all’ignaro cittadino.
E’ stato spontaneo il paragone con il periodo storico che stavamo trattando, quello del fascismo, e
ci siamo chiesti, anche solo guardando le foto che
il nostro manuale di storia ci proponeva, quanto una
persona potesse essere manipolata e quanto poco ci
volesse per convincerla ad
aderire ad un regime totalitario, quando il controllo
era esteso ad ogni settore
della vita sia pubblica che
privata.
All’epoca oltre alla cinematografia si stava affermando anche un altro potente mezzo di comunicazione: la radio, che, affidata nel 1928 all’EIAR (attuale RAI), subiva controlli da
parte della censura fascista
al pari della carta stampata.
Mussolini fu il primo
politico a capire l’importanza delle comunicazioni
di massa e, infatti, era proprio attraverso la radio che
i suoi messaggi propagandistici, le cronache del regime, i notiziari politici, i
programmi culturali raggiungevano tutte le famiglie.
La nostra insegnante, a
questo punto, ci ha chiesto
se eravamo interessati ad
andare a consultare dei documenti dell’epoca per trovare un qualche riscontro di
quello che stavamo studian-
117
118
do, soprattutto per calarlo nella
storia locale.
Il luogo in cui vengono conservati questi documenti è l’Archivio di Stato, che ha sede proprio vicino alla nostra scuola. Abbiamo accolto con curiosità questa idea e ci siamo stupiti quando, con l’aiuto dell’archivista
dott. Armida Zaccaria, abbiamo
potuto consultare un faldone dell’archivio versato dal Commissariato di Governo (ex Prefettura)
relativo all’EIAR di Bolzano. Risultavano subito evidenti gli scopi della radio: la propaganda della
causa
fascista
e
la
italianizzazione della zona.
Il faldone non è molto grosso,
tutti noi, divisi per gruppi, abbiamo potuto consultarlo e abbiamo
segnalato quei documenti che ci
sembravano particolarmente interessanti per la nostra ricerca, li abbiamo fatti fotocopiare e, tornati
in classe, li abbiamo studiati anche alla luce della ricca
bibliografia consultata al proposito.
EIAR 1929-1939
Musica operistica, da camera
e da concerto, bollettino meteorologico, notizie di borsa, ecco il
programma della prima trasmissione radiofonica del 6 ottobre
1924 emanata dall’Unione
Radiofonica Italiana ( U.R.I.), la
prima società concessionaria della radiodiffusione in Italia.
Quando nel 1928 l’URI diventa EIAR, la radiofonia in Italia
inizia ad imporsi come mezzo di
comunicazione di massa, prontamente utilizzato da Mussolini che
ne capì l’importanza, sfruttò il
suo potere mediatico e ne fece,
insomma, uno strumento di manipolazione delle coscienze per
ottenere il consenso al suo regime.
Infatti, attraverso la radio, assieme a musica, cronache sportive, radiodrammi, programmi culturali, arrivavano nelle famiglie
cronache e messaggi propagandistici del regime e notiziari politici.
Se in un primo tempo la radio
non fu particolarmente diffusa,
divenne familiare nel corso degli anni Trenta grazie alla decisione del governo di installare apparecchi nelle scuole, nelle sedi
del Partito, negli uffici pubblici
e, verso la fine del decennio, entrò nella maggior parte delle case,
influenzando non poco gusti e
abitudini degli italiani.
Anche la Radio, come tutto il
settore della stampa politica,
fascistizzata tra il ’22 e il ’26, fu
sottoposta ad un controllo sempre più stretto e soffocante.
LA STAZIONE
RADIOFONICA DI
BOLZANO
“Compionsi dodici mesi che la
Stazione Radiofonica dell’Eiar di
Bolzano ha iniziato le sue trasmissioni…” si legge in un documento datato 27 giugno 1929 e in allegato compare un palinsesto tipo
in cui sono elencate le trasmissioni speciali, prima fra tutte quella
del 12 luglio 1928 in occasione
dell’inaugurazione del monumento alla Vittoria.
Si è ricavata così la data ufficiale di inizio dell’attività della
stazione EIAR di Bolzano, la
quale aveva degli obiettivi ben
precisi da raggiungere: fare propaganda di italianità e distrarre
i possessori di apparecchi dall’ascoltare le trasmissioni di stazioni tedesche quali Vienna,
119
116. Logo dell EIAR, anni Quaranta.
117. Opuscolo EIAR 1936,
frontespizio.
118. Opuscolo EIAR 1936.
119.-120. Regio istituto tecnico “C.
Battisti” di Bolzano, 1930: ascolto
di programmi radio in aula:
Archivio di Stato di Bolzano,
archivio Commissariato Governo
(ex Prefettura), busta n. 248).
121. Locandina dell’orchestra
dell’EIAR.
storiae
43
Innsbruck, Monaco ecc.
Questa era la situazione dei possessori di apparecchi radio, ricavata sempre dallo stesso documento:
Di tali apparecchi, 1200 in tutto, 2/3 ricevevano
solo Radio Bolzano, che trasmetteva per una media di cinque ore giornaliere musica, conferenze,
dizione di versi, notizie, bollettini metereologici e
di transitabilità. Erano previsti anche programmi per
ragazzi del tipo “Nonna perché”.
Archivio di Stato di Bolzano, archivio Commissariato
Governo (ex Prefettura), busta 248.
Programmazione settimanale EIAR Bolzano: lunedì 9
dicembre - domenica 15 dicembre 1929.
LA PROPAGANDA E IL
LINGUAGGIO FASCISTA
La propaganda
Dalla lettura dei documenti emerge che, man
mano che il fascismo si affermava, la propaganda
diventava sempre più sistematica e incisiva e, per
la zona di Bolzano, non riguardava solo quella del
partito ma soprattutto quella di italianità.
Compionsi dodici mesi che la stazione
Radiofonica dell’Eiar di Bolzano….. dell’opera
svolta… da questo organo potentissimo di propaganda che lavora nella provincia ...
Gli obiettivi da raggiungere con l’installazione
... far propaganda di italianità.
Durante quest’anno d’esercizio abbiamo sempre
gra-datamente diminuita la programmazione di musica straniera, per sostituirla con quella italiana.
(Il reggente della sede EIAR di Bolzano al Prefetto. Bolzano,
27 giugno 1929).
Archivio di Stato di Bolzano, archivio Commissariato
Governo (ex Prefettura), busta n. 248, Prospetto di
trasmissioni speciali e normali programmate dal EIAR di
Bolzano negli anni 1928-29
La musica, in particolare, era per due terzi italiana. Tra i programmi di maggior successo è menzionato anche un corso di lingua italiana.
44
storiae
La propaganda non ha tregua in tutti i rami e
non bisogna trascurare quello che può fare la
radiofonia italiana in questa zona in contrasto con
le trasmissioni che vengono da Vienna, Monaco ecc.
…bisogna fare di più perché la Stazione di
Bolzano deve essere considerata come una vedetta
dell’Eiar e della italianità ai confini della Patria.
(Promemoria per il Prefetto. Bolzano, 11 luglio 1929)
Nella programmazione Ella rileverà che si è fatto anche qualcosa per i meno grandi che avranno la
ns. migliore attenzione e che saranno attirati come
si conviene secondo i concetti della nuova scuola del
fascismo.
(Il reggente della sede EIAR di Bolzano al Prefetto. Bolzano,
30 novembre 1929)
Un accenno significativo merita anche la censura preventiva a cui
erano sottoposti tutti i programmi
prima di andare in onda.
… si fa presente che tutte le notizie riguardanti la Provincia di
Bolzano prima di essere diffuse dovranno venire sottoposte a un controllo da parte di codesta R. Prefettura.
120
(Ministero dell’Interno al Prefetto. Roma,
16 febbraio 1939)
Lo scopo della propaganda era
quello di fare penetrare nelle masse i valori e lo spirito del fascismo
e di formare le coscienze delle future generazioni. A tale scopo venne fondato un apposito ufficio che
dipendeva direttamente dall’ufficio
stampa del Capo del Governo. Nel 1934 gli successe il sottosegretariato per la Stampa e la Propaganda, meglio organizzato e potenziato, che diventò nel 1935 il Ministero per la Stampa e la
Propaganda, con specifici controlli su radio e cinema, nuovi mezzi di comunicazione di massa. Infine nel 1937 assunse il nome di Ministero per la Cultura Popolare.
“Abbiamo a disposizione il mezzo più potente di
cultura, di moralizzazione, di diletto, che esista;
mancheremmo in pieno alla nostra missione, se non
usassimo tutti i nostri sforzi per utilizzarlo nel modo
migliore e più vasto. Ma contemporaneamente occorre creare una coscienza radiofonica in Italia
[….]. Il pubblico non deve essere soltanto informato, deve anche essere persuaso”.
(R. Chiodelli, direttore generale dell’Eiar, in “Storia della
radio”)
La coscienza radiofonica veniva
formata per l’appunto ascoltando la
radio, ma bisognava creare il culto
dell’ascolto, per cui il governo decise di installare apparecchi pubblici in
tutte le scuole, come testimoniano le
foto riportate.
Da tutte le nostre stazioni trasmettiamo il 70°
programma dell’Ente Radio Rurale, dedicato alla
scuola elementare.
Presentazione dello scolaro Rossi e di Bolzano:
MAESTRO: Balilla! Questo nuovo compagno entrato a far parte della nostra famiglia, viene da
Roma,dalla Capitale. Viene tra noi di Bolzano [….]
per vivere in questa nostra bella città
giustamente chiamata “La sentinella d’Italia”.
…Le Alpi, la maestosa barriera che Dio pose a
difesa della nostra patria, cingono Bolzano in un
abbraccio materno.
[….]Guarda, guarda vicino a queste rustiche case
di stile gotico questi magnifici palazzi, chiari, luminosi, che sembrano proprio il sorriso della nuova
Italia!
….Qui in questo palazzo ha la sua residenza un
Principe di casa Savoia: il Duca di Pistoia. Questo
ti dirà quanto la nostra casa regnante ami Bolzano
e come Bolzano sia legata alla famiglia sabauda. Ragazzi, salutiamo alla
voce: per il Duca di Pistoia, eja, eja
……
Le origini romane dell’Alto Adige:
ROSSI: Quando penso che per tanti anni, per secoli queste terre italiane furono separate dalla nostra patria… E’ vero signor maestro?
MAESTRO: Sicuro. Perché quando
l’Impero romano crollò sotto l’urto
delle popolazioni barbariche fu come
se una nuvola nera sommergesse la
città e le opere che Druso aveva sapute creare. E da allora, per secoli e
secoli, di libertà, di indipendenza, di
idea romana o italiana non fu il
caso nemmeno più di parlarne. Per
tanti anni unica manifestazione
d’italianità in queste terre fu la
genialità dei pittori e degli scultori
che decoravano qui a Bolzano chiese e palazzi, l’operosità intelligente
e tenace dei mercanti veneti e
lombardi.
La fascinazione veniva esercitata dai
contenuti delle trasmissioni. Si prenda
come esempio l’ordine del programma di trasmissione dalla colonia di
Plancios del 27 luglio 1934: saluti iniziali e finali al Duce, inno dei Balilla,
inno dei selvaggi della tribù “Marco
Druso”, canzoni Fuoco di Vesta e Giovinezza, tutti testi appositamente studiati per realizzare fin dalla più giovane età un forte consenso attorno al regime e alla figura del suo capo.
Oppure: Bolzano - Radioscena di
Cesare Bonatta.
La città di Bolzano viene presentata da un maestro con la sua scolaresca ad un nuovo studente proveniente da Roma. Se ne riportano alcuni brani:
121
storiae
45
122
Proseguendo…
MAESTRO: E bisogna giungere ai
tempi di Napoleone Bonaparte per ritrovare l’Alto Adige di nuovo unito politicamente a quel Regno Italiano creato dal grande Corso. Ma fu cosa di
poca durata. Nel 1814 ricadde sotto
il dominio austriaco e vi restò fino alla
grande guerra.
La patria
La scolaresca si trova davanti al
Monumento alla Vittoria e al busto
dei tre martiri irredentisti:
MAESTRO: ….I busti dei tre martiri
che col loro sacrificio riconsacrarono
queste terre. Ragazzi, attenti. Faremo
l’appello di questi nostri grandi eroi.
MAESTRO: Fabio Filzi!
TUTTI:
Presente!
MAESTRO: Cesare Battisti!
TUTTI:
Presente!
MAESTRO: Damiano Chiesa!
TUTTI:
Presente!
MAESTRO: Presenti. Tutti qui, con
noi, ad insegnarci come si ama la patria e come ci si sacrifica per lei. Tutti accanto al nostro Duce, nella sua
sala di lavoro a guidarlo con la loro
grande luce. Tutti lassù al Brennero,
accanto alla Milizia confinaria, accanto ai nostri soldati, a difendere con
loro le porte d’Italia da chiunque voglia far loro offesa ed oltraggio.
Ricordatevelo ragazzi, oggi come
sempre,i morti parlano ai vivi ripetendo le verità eterne che sono sola
ricchezza degli uomini e dei popoli:
ROSSI: Le verità eterne, signor maestro….
MAESTRO: Quelle che vi disse anche il Duce da Roma: credere, obbedire, combattere.
1. SCOLARO: Ma noi bolzanini, crediamo, signor maestro, non è vero?
2. SCOLARO: E obbediamo sempre
3. SCOLARO: E sapremo anche combattere se occorre.
ROSSI: Un momento, compagni! Vi
voglio dire una cosa: che se qualcuno s’attentasse a passare i confini, ad
invadere queste nostre terre, dovrebbe fare i conti con noi, con tutti gli
italiani.
Tutti gli italiani sono decisi a combattere e a morire per difendervi.
Il duce figura paterna
1. SCOLARO: Così come ci vuol bene
il nostro Duce, che ci conosce e ci aiuta
2. SCOLARO: Oh, sì, Mussolini
3. SCOLARO: Ci ha dato ponti, strade, bonifiche…..
1. SCOLARO: Ha elettrificato ferrovie….
46
storiae
L’Ente Radio Rurale, da cui dipendeva questa trasmissione, venne costituito il 15 giugno 1933. Si proponeva di “educare le nuove generazioni fin dalla più tenera infanzia” secondo i dettami della dottrina fascista, di
completare e illustrare le lezioni impartite dall’insegnante e di far partecipare i fanciulli, anche quelli dei più
remoti villaggi, alla vita della Nazione. Nella radioscena di Cesare Bonatta
i principi ispiratori di Radio Rurale
sono tutti presenti ed espressi in un
linguaggio retorico e magniloquente,
persuasivo ed esaltante, a imitazione
dei discorsi di Mussolini.
Dall’esame di questi documenti
emergono le strategie mediante i quali uno stato totalitario si afferma: largo uso di un certo tipo di propaganda,
limitazione del dissenso con la censura, organizzazione del consenso a
partire dai giovani, inculcando loro
una cultura ispirata ai principi del fascismo.
Il linguaggio
Sembrano doverose alcune osservazioni riferite al linguaggio utilizzato. Di norma, le circolari sono scritte
in un italiano semplice e di facile comprensione e si concludono con “saluti fascisti”, “cordiali saluti fascisti”,
“i migliori saluti fascisti”, “con
fascistica devozione”, “con deferenti
saluti fascisti” nel rispetto della corrispondenza del regime.
Quando la comunicazione doveva
celebrare un evento importante, quale l’inaugurazione della stazione di
Monticolo, il linguaggio è trionfalistico:
Con intervento S.A.R. Duca di
Pistoia, S.E. Ministro Benni, Comm.
De Pirro rappresentante Ministero
Stampa, Autorità Provinciali et largo
concorso di pubblico stamane ha avuto luogo in Appiano inaugurazione
nuova stazione radio trasmittente
Bolzano punto Cerimonia ha dato luogo vibranti manifestazioni Regime
punto Nessun incidente punto. Prefetto Mastromattei (10 maggio 1936)
oppure: Prego V.E. gradire devota
imperitura gratitudine continua assistenza nuova stazione radio Monticolo
esultante irradiare sua voce a glorificazione vittorie Italia fascista.
Giaccone reggente Radio Bolzano”
(10 maggio 1936).
Nel radiodramma di Cesare Bonatta ricorrono
gli slogan allora tanto in voga: credere, obbedire,
combattere; Bolzano: sentinella d’Italia; come ci
vuol bene il nostro Duce che ci conosce e ci aiuta.
Tutto il radiodramma segue il modello dei discorsi alle masse: frasi brevi e ad effetto che vogliono creare entusiasmo attraverso la retorica patriottica e militaresca, vedi l’appello dei martiri o
la dichiarazione di volontà da parte degli italiani di
combattere e morire per difendere il confine.
Il linguaggio non si preoccupa di argomentare
razionalmente, ma cerca piuttosto di emozionare e
persuadere, la parola insomma è usata nella sua funzione magico-incantatoria.
Un discorso a parte meritano i due bollettini dell’Ufficio centrale di propaganda e sviluppo
dell’EIAR di fine aprile 1930, inviati per conoscenza
al Prefetto di Bolzano. Essi informano dell’impianto
delle radiostazioni di Trieste e di Palermo.
Trieste
Il genio nazionale e popolare aveva elaborato,
in un lento processo ideografico di secoli, i lineamenti, il profilo, il ritratto e gli attributi delle varie
città della Patria, consegnando agli artisti, pittori e
scultori, che sono gli interpreti di ogni iconografia
latente nella fantasia dei popoli, i modelli, gli
archetipi delle figure rappresentative che dovevano
simboleggiare le città stesse.Ma nessun poeta si sarebbe immaginato che un
giorno, non più la muta figurazione allegorica, non
più il dipinto o la statua, ma una viva voce armoniosa avrebbe rappresentato l’anima di una città,
diffondendo nello spazio le parole e gli accenti che
meglio la esprimono e la caratterizzano….
La radio ha dato una voce “individuale”, un tono,
un timbro a sei nostre città: oggi porgendo l’orecchio, i coloni e i marinai, nell’oasi libica o sulla
Archivio di Stato di Bolzano, archivio Commissariato
Governo (ex Prefettura), busta 248.
nave oceanica, possono dire ai compagni: “udite,
parla Milano….udite, è la voce di Roma….
Voci diverse, distinte.Quella di Bolzano sembra giungere con un alito
di vento alpino, quella di Genova ha odore di lauri,
quella di Napoli profuma d’aranci…….
Miracoli.Le città parlano e si corrispondono.La Radio completa la fratellanza nazionale.
Le città “dotate di voce” non furono scelte a caso,
ma secondo un logico sistema di distribuzione
topografica, acustica. Oggi una nuova stazione sta
per essere impiantata.Nel coro radiofonico nazionale, dove già Bolzano
rappresenta il Trentino e le alpi redente, Trieste, la
fedele di Roma, dirà, prima che l’anno si chiuda, la
parola dell’Istria e della Dalmazia.Palermo
Non soltanto Trieste, ma anche Palermo sta per
entrare nel coro armonioso delle città italiane alle
quali l’E.I.A.R. ha già dato una voce propria, ben
distinta e riconoscibile.[….] Questa nuova impresa dell l’E.I.A.R, che si
spera condurre a termine entro l’anno, realizza un
desiderio profondamente diffuso nell’Italia Meridionale che, esuberante di vita e sempre pronta alle
manifestazioni dell’arte e del pensiero, si sentiva
limitata nella sua possibilità di espressione e di comunicazione perché la radio stazione di Napoli, per
quanto tecnicamente apprezzata ed artisticamente
diretta in modo encomiabile, non poteva da sola
rendersi interprete di tutta la ricchezza melodica,
di tutto il fervore spirituale e di tutta la dolcezza
sentimentale che fanno del mezzogiorno d’Italia una
terra privilegiata dal genio dell’arte e dal sorriso
del sole.Tra non molto, la voce affascinante di Napoli,
avrà una compagna, una sorella ; la rossa e calda
bocca della Sicilia che sa le brucianti canzoni
d’amore, si accosterà al microfono e nuovi palpiti,
nuovi accenti della molteplice anima italiana si pro-
122. Opuscolo EIAR 1936.
123. Pubblicità dell’EIAR anni Trenta.
123
storiae
47
pagheranno nei cieli del mondo.Non meno importante sarà il contributo di pensiero e di arte che, secondo gli intendimenti espressi da S.E. Ciano, verrà apportato dalla nuova stazione palermitana all’incremento della coltura (sic!)
nelle isole e nelle colonie. Per mezzo della
radiofonia, potentissimo mezzo di ricreazione
educativa, vaste zone non ancora del tutto schiuse
al progresso moderno e dove nobilissima gente lavora e si adopera per il bene comune, verranno raggiunte in un attimo e riunite idealmente ai centri
metropolitani dove la civiltà si foggia e si evolve in
un continuo divenire.[….] Concerti di musica sinfonica e di musica
da camera si annunciano da tutte le stazioni nazionali; una bellissima gara che settimanalmente e che,
con novità di accenti, diffonde nei cieli del mondo
un’eterna e divina parola: ITALIA.
Ci si trova di fronte a pagine di prosa scritte in
un linguaggio sofisticato, enfatico e antiquato rispetto agli argomenti di modernità di cui parla, più
adatto ai luoghi di cultura che alle pagine di alcuni
bollettini di informazione. Ma perché si scriveva
così?
Negli anni Trenta era sicuramente lo stile imperante perché il modello da seguire era quello della
lingua della tradizione che, rifacendosi a modelli
colti del passato, serviva come elemento unificatore
e forniva il linguaggio più adatto a glorificare il regime e le sue opere.
Conclusioni
Nel ventennio fascista esisteva a Bolzano una stazione radio e dov’era?
Era collegata con altre stazioni radio?
Quale funzione aveva, di propaganda fascista o altro ancora?
Cosa trasmetteva?
Qual era il linguaggio utilizzato nelle trasmissioni?
124
48
storiae
125
Con queste domande siamo partiti, ora che il lavoro è concluso a queste domande ritorniamo per
dare le risposte.
Bolzano fu tra le prime stazioni radio ad essere
impiantata dopo l’avvento del fascismo e dopo l’avvenuta fascistizzazione di tutti i mezzi di comunicazione. La data d’inizio delle trasmissioni coincide con l’inaugurazione del Monumento alla Vittoria, 12 luglio 1928. La stazione radio di Bolzano
trasmise sempre in autonomia, anche quando venne più tardi collegata con le stazioni del Nord Italia, perché doveva rispondere agli scopi per cui era
stata istituita: fare propaganda di fascismo e di
italianità, sostituendo in breve le trasmissioni in lingua tedesca e oscurando quelle provenienti dall’Austria e dalla Germania. Ad una piccola stazione in Gries e ad un piccolo studio in centro città,
ben presto vennero affiancati un ripetitore più potente in località Colle ed uno studio più grande nell’attuale via Cassa di Risparmio; nel 1936 un altro
ripetitore ancor più potente del precedente in località Monticolo rischiò di metter fuori gioco la stazione radio di Bolzano, che mantenne comunque
la sua autonomia producendo trasmissioni di manifestazioni artistiche e culturali locali. Tutte le notizie riguardanti la Provincia di Bolzano prima di
essere diffuse dovevano comunque venire sottoposte a un controllo da parte della Regia Prefettura. A
più riprese infatti veniva ribadito che la stazione
doveva essere considerata come una vedetta
dell’Eiar e della italianità ai confini della patria.
La lettura di alcune pagine dei bollettini dell’Ufficio centrale di propaganda e sviluppodell’EIAR e
di un radiodramma dell’autore locale Cesare
Bonatta trasmesso dall’Ente Radio Rurale (organismo nato verso la metà degli anni Trenta col compito di educare vaste masse raggiungendole con ap-
posite trasmissioni nei campi, nelle scuole, nelle
caserme) ci ha permesso di fare alcune riflessioni
sul linguaggio utilizzato che era sempre aulico, retorico, magniloquente, persuasivo ed esaltante, in
molti casi modellato sui discorsi di Mussolini.
La consultazione dei documenti ci ha fornito altre interessanti informazioni:
da un opuscolo di propaganda dell’attività dell’Eiar
nel 1936 abbiamo appreso il numero degli abbonati, dei possessori di apparecchi radio e la loro differente distribuzione sul territorio nazionale; risulta evidente che le regioni del Sud erano le più
svantaggiate essendo anche le più povere; il
radiodramma di Cesare Bonatta ci ha fatto conoscere direttamente l’attività di Radiorurale, che nei
piani della politica fascista occupava un posto di
primo piano: si proponeva di raggiungere le masse
a partire dalla sua introduzione nelle scuole e dai
programmi creati apposta per propagandare i principi della dottrina fascista fra i più giovani man
mano che la propaganda si faceva più capillare venivano istituiti per il suo controllo degli appositi
organi; se dapprima essa dipendeva direttamente
dall’ufficio stampa del Capo del governo, nel 1934
fu il Sottosegretariato per la Stampa e la Propaganda, meglio organizzato e potenziato, ad occuparsene; questo diventò nel 1935 il Ministero per la Stampa e la Propaganda, con specifici controlli su radio
e cinema, nuovi mezzi di comunicazione di massa,
ed assunse nel 1937 il nome di Ministero per la
Cultura Popolare (Minculpop).
DOCUMENTI CONSULTATI
Fonti: Bolzano, Archivio di Stato,
Fondo Commissariato Governo, busta n. 248
Bolzano, 27/06/1929: Reggente EIAR Radio Bolzano a Prefetto Bz - resoconto
attività locale stazione EIAR
Bolzano, 30/06/1929: Specchio attività stazione radiofonica di Bolzano
Bolzano, 11/07/1929: Promemoria per Prefetto Bz - potenza della stazione
radio
Bolzano, 12/08/1929: Reggente EIAR Radio Bolzano a Prefetto Bz trasmissioni 10 agosto 1929
Bolzano, 30/11/1929: Reggente EIAR Radio Bolzano a Prefetto Bz programmazione periodo 9-15 dicembre 1929
Bolzano, 24/02/1930: Prefetto Bz a Reggente EIAR Radio Bolzano ringraziamento per foto inviate
Bolzano, 14/11/1930: Reggente EIAR Radio Bolzano a Prefetto Bz ritrasmissioni con linea telefonica
Bolzano, 29/04/1930: Reggente EIAR Radio Bolzano a Prefetto Bz - invio
bollettini EIAR
Bolzano, 10/09/1931: Reggente EIAR Radio Bolzano a Prefetto Bz organizzazione nuovi servizi radiofonici
Bolzano, 23/07/1931: Reggente EIAR Radio Bolzano a Prefetto Bz programma trasmissione dalla colonia di Plancios del 27 luglio 1934
124. La canzone italiana, immagine che rappresenta la
funzione della RAI ex EIAR, anni Cinquanta.
125. Rete nazionale dei collegamenti telefonici musicali fra le
stazioni, Archivio di Stato di Bolzano, Archivio
Commissariato del Governo (ex Prefettura), busta 248.
126. Spartito musicale di una canzonetta degli anni Trenta/
Quaranta.
127. Isolantis, disegno di Tea Schreiber Gamelin, 1936.
126
Torino, 17/08/1934: Direttore generale EIAR a Prefetto Bz - realizzazione
collegamento telefonico Milano/Bolzano
Roma, 23/10/1934: Sottosegretariato Stato Stampa e Propaganda a Prefettura
Bz - notiziario locale
Roma, 16/02/1935: Sottosegretariato Stato Stampa e Propaganda a Prefettura
Bz - conversazioni del Federale di Bolzano
Bolzano, 08/03/1935: Promemoria Reggente EIAR Radio Bolzano per Prefetto
Bz
14/03/1935: EIAR a Ministero Comunicazioni - stazione radiofonica di
Bolzano
Torino, 15/03/1935: Direttore generale EIAR a Prefetto Bz - ripetitore
Cornaiano
Bolzano, 16/03/1935: Reggente EIAR a Prefetto Bz - testo per Radio Rurale
Bolzano, 23/03/1935: Prefetto Bz a Ministero Comunicazioni, Direzione
Generale PP.e TT. e p.c. a Sottosegretariato Stampa e Propaganda - potenziamento
Radio Bolzano e promemoria lavori in corso
Bolzano, 23/03/1935: Prefetto Bz a Direttore generale EIAR - potenziamento
Radio Bolzano
Bolzano, 10/03/1936: Prefetto Bz a Ministero Stampa e Propaganda e p. c. a
Ministero Interno - mantenimento precedente stazione Radio Bolzano
Roma, 04/05/1936: Sottosegretariato Stato Presidenza Consiglio a Prefetto Bz telegramma conferma presenza ministro inaugurazione ripetitore
Bolzano, 10/05/1936: Reggente EIAR Radio Bolzano a Prefetto Bz telegramma inaugurazione ripetitore
Bolzano, 10/05/1936: Prefetto Bz a Ministero Interno e Ministero Stampa e
Propaganda - inaugurazione ripetitore Bolzano
Bolzano, 09/03/1937: Reggente EIAR Radio Bolzano a Prefetto Bz - invio
opuscolo EIAR 1936
Bolzano, 16/09/1938: Prefetto Bz a Ministero Interno - mantenimento
precedente stazione Radio Bolzano
Bolzano, 16/02/1939: Ministero Interno a Prefetto Bz - trasmissioni autonome
Radio Bolzano
Bolzano, 10/03/1939: Prefetto Bz a Ministero Interno - trasmissioni autonome
Radio Bolzano
Bolzano, 14/04/1939: Reggente EIAR Radio Bolzano a Prefetto Bz trasmissioni autonome Radio Bolzano
Roma, 16/04/1939: Ministero Interno a Prefetto Bz - trasmissioni autonome
Radio Bolzano
BIBLIOGRAFIA
storiae
49
Scarica

La scuola in archivio