PRIMO CIRCOLO DIDATTICO MORBEGNO (SO) PROGETTO S.POT “SCUOLA POTENZIATA” INTRODUZIONE Le buone esperienze di integrazione scolastica, spesso, sono frutto di un incontro eccezionale fra gli insegnanti competenti e sensibili, l’organizzazione adeguata della scuola, la famiglia capace di sintonizzarsi con la rete dei servizi di supporto, l’ente locale attento e interessato. Per andare oltre la “ buona volontà “ e la generosità delle persone coinvolte serve una risposta progettuale complessiva che introduca elementi di qualità nell’azione congiunta delle istituzioni. L’obiettivo è ambizioso perché oltre agli ambiti strutturali e organizzativi necessitano competenze specifiche e plurime, non casuali, ma pensate e costruite dentro un progetto globale di scuola che garantisca una buona offerta formativa a tutti i suoi piccoli utenti. Occuparsi di disabilità rappresenta una sfida. E’ naturale, infatti, pensare al bambino “sano” soggetto di diritti, costruttore della sua conoscenza, si fa più fatica a considerare il bambino disabile in modo attivo proprio per la presenza delle sue difficoltà. Vi sono alcuni pensieri comuni che circolano anche fra gli educatori e che incidono, poi, sulle pratiche didattiche: ad esempio la disabilità è un problema specifico medico, le difficoltà nel bambino disabile sono la conseguenza diretta della disabilità, la persona disabile ha una immagine negativa di sé e necessita di costante aiuto, dentro un’area di disabilità non esistono differenze individuali. Il senso di una persona, invece, sana o disabile, è dato dal suo ruolo nel suo ambiente di vita, da come si pone e si mette in gioco nelle relazioni e cosa può dare nel suo contesto. La sfida è stata raccolta dalla scuola elementare Ambrosetti attraverso la scelta di un modello organizzativo definito “ scuola potenziata”, caratterizzato da un progetto generale di scuola, condiviso da enti locali, ASL e CSA sul territorio mandamentale per rendere possibile percorsi di effettiva integrazione dentro la scuola, anche per il disabile grave. Il modello organizzativo è stato condiviso nella valorizzazione di una progettualità sociale partecipata, voluta dalla L. 328/00, per rispondere meglio ai bisogni, attraverso la convenzione del dicembre 2000 firmata dai rappresentanti della scuola e del territorio. Del resto, lo sviluppo di qualsiasi bambino è frutto di un’impresa congiunta, ma a maggior ragione lo è quando la crescita riguarda un campo così complesso come quello della disabilità evolutiva. Le risposte ai bisogni dei bambini disabili nascono all’interno di un sistema di rete articolato, dove ogni soggetto, nella sua specificità, lavora insieme agli altri in un progetto integrato. Dal 2006-2007 entra a pieno titolo nel progetto anche la scuola d’infanzia Girasole di Morbegno, avendo ormai maturato un’esperienza quinquennale di integrazione. I percorsi descritti sono attivati con le peculiarità proprie di una scuola d’infanzia. Attraverso il LAVORO DI RETE si programmano gli interventi che consentono alla persona il massimo recupero delle capacità, lo sviluppo delle potenzialità e la possibilità di processi di scelta. Si lavora, quindi, su un progetto di qualità della vita personale, familiare e scolastica per attivare, in futuro, quella lavorativa e sociale. Come tale il progetto è necessariamente individualizzato. 1 scuola 2 USP organici fondi 4 EE.LL. coordinati nell’UFFICIO DI PIANO assistenza 5 ASL servizio ASSI e AOVV 3 Comune di Morbegno sostegno logistico BAMBINO IL BAMBINO E E FAMIGLIA LA FAMIGLIA 6 associazioni 8 altre scuole progetti di inserimento 7 servizi sul territorio CDD CSE SFA GLI UTENTI IL PROGETTO L’ORGANIZZA ZIONE LA CULTURA LA PROGETTAZIONE LE ATTIVITÀ LA VALUTAZIONE LA DOCUMENTAZIONE GLI UTENTI I destinatari della scuola potenziata sono i bambini disabili del mandamento di Morbegno, interessati a una esperienza completa di integrazione. Di anno in anno, la scuola accoglie le richieste secondo i criteri stabiliti dagli organismi collegiali. E’ stato fissato a 10 il numero massimo di iscrizioni. Le famiglie sono invitate a visitare la scuola, nel mese di gennaio, per valutare l’eventuale iscrizione. Le famiglie dei bambini con segnalazione seguono il protocollo consolidato di 3 incontri all’anno, in media, con l’équipe, a cui si aggiungono gli altri, previsti per tutti i genitori. L’attività della scuola potenziata fa parte della più generale informazione alle famiglie. ISCRIZIONI 2001-02 2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10 2010-11 2011-12 ……… AMBROSETTI 4 su 234 5 6 5 6 6 su 291 7 9 9 su 301 11 12 GIRASOLE 1 su 132 1 2 3 5 6 su 172 7 3 3 su 149 2 3 LA CULTURA La prospettiva del bambino soggetto attivo, costruttore della sua conoscenza, che emerge dall’attuale ricerca psico-pedagogica, un bambino socio-centrico che attiva un processo di costruzione interattiva, di co-costruzione del suo apprendimento con i pari e gli adulti (Vygotskij) orienta la scuola verso modalità di elaborazione culturale più di tipo sociale che individuale. La nozione di cooperazione sottende modelli didattici quali l'apprendimento cooperativo, la negoziazione dei significati, il lavoro per gruppi,….che pur avendo radici nella scuola attiva, oggi sono sostanziati dalle nuove acquisizioni psicologiche e quindi rafforzati nella loro valenza cognitiva. Se l'individuo è costruttore segue un suo personale processo di sviluppo, lavora con uno stile proprio, entra in rapporto con le cose, il mondo e le persone utilizzando codici diversi e modalità personali, acquisisce competenze differenziate nei vari ambiti conoscitivi. La responsabilità della scuola in questo scenario è enorme: l'offerta formativa non può essere unica e indifferenziata, che omogenizza i livelli nelle classi, ma deve porsi come risposta ai bisogni dei singoli, ovvero come percorso personalizzato di apprendimento, creando contesti diversificati dentro l’ottica della community care. Il concetto di differenza individuale è inteso come considerazione dei bisogni e delle caratteristiche di ciascuno e non come "diversità naturale" verso la quale non resta che accettare la situazione. Il presupposto è: queste sono le potenzialità della persona, da qui partiamo per progettare interventi che rimuovano ostacoli, che facilitino accessi e percorsi perché ciascuno possa esprimere al meglio queste sue potenzialità. Il bambino "diverso" lascia il posto al bambino soggetto di diritti (Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza 89) La preparazione professionale degli insegnanti viene curata annualmente attraverso momenti di autoaggiornamento del gruppo di sostegno e momenti di formazione collegiale su tematiche complesse. In questi anni sono stati affrontati: la metacognizione, l’apprendimento della letto scrittura e del numero, l’apprendimento cooperativo, ma anche l’autismo, la dislessia, la comunicazione alternativa. Ciascun insegnante segue poi i corsi e i convegni specifici secondo gli interessi. L’ORGANIZZAZIONE La Scuola Potenziata non c'è fisicamente, vi si respira il clima, è trasversale all'interno delle classi e del plesso di Morbegno, che è coinvolto interamente nel modulo organizzativo. SPAZI L’attenzione all’ambiente è uno dei dati distintivi della scuola come connotazione della ricerca della qualità a partire dalla predisposizione degli spazi. L’ambiente diventa educativo perché pensato, progettato proprio in funzione dei bambini che lo abitano giorno per giorno. Luogo strutturato, con materiali predisposti per centri d’interesse diversificati: dal gioco manipolativo al libro, dalla serie numerica alla gabbietta del canarino, dalle piante al computer dove i bambini trovano possibilità diverse di attività. Ma anche luogo caldo dove star bene, relazionarsi con i compagni e gli adulti in piccolo o grande gruppo secondo le possibilità individuali nelle singole classi o nella scuola intera. La scuola diventa quindi struttura potenziata perché tutti i bambini presenti possano trovare momenti di vera integrazione dentro un progetto pedagogico complessivo. L'edificio accoglie 15 classi, vi sono spazi interni sufficienti per i lavori di gruppo, i laboratori e gli interventi individualizzati, la sala da pranzo, la biblioteca, i laboratori di informatica, le palestre. TEMPI Le famiglie possono scegliere fra tre opzioni. A da lunedì a sabato 8 - 12.30 martedì 14.30 - 16.30 B lu-ma-gio-ven 8 - 16.30 mercoledì 8 - 14 settimana lunga settimana corta con mensa L’assistenza è a carico dei Comuni, riuniti nell’Ufficio di Piano. Sono presenti tre assistenti per18 ore la settimana. I collaboratori intervengono per l'assistenza e l'autonomia dei bambini e la sorveglianza in classe e nei luoghi utilizzati. La mensa l'allestimento della mensa compete al Comune di Morbegno; il costo dei pasti, di circa 4.50, è a carico delle famiglie. Il cibo viene trasportato con servizio catering direttamente dalla mensa della scuola Girasole di Morbegno, 4 cuoche sono presenti nella scuola per lo scodellamento e il riassetto delle stoviglie. L'assistenza alla mensa è garantita dai collaboratori scolastici con la vigilanza degli insegnanti che ruotano con turni settimanali. Il trasporto è stato istituito all’inizio del 1° anno a carico dell' Ufficio di Piano (per delega dei Comuni) che appalta il servizio. Interessa alcuni bambini. Gli altri sono accompagnati dalle famiglie. Ora non è più possibile a causa dei costi. Sono previsti INCONTRI per i singoli bambini segnalati, 1 all'anno, più quelli che si rendono necessari, con la famiglia e l'équipe sul territorio. Per i bambini seguiti da un’équipe fuori provincia ci si reca sul posto di modulo per le classi interessate, separati o insieme, secondo necessità di commissione interna del gruppo Staff per lo studio e la progettazione dell'inserimento dei bambini segnalati nei gruppi di lavoro e nelle classi, per la verifica e valutazione dei percorsi di integrazione, per formulare proposte al plesso, per la definizione delle proposte di formazione inerente l'handicap di commissione mista con rappresentanti del territorio (NPI – USP settore handicap, dirigente scolastico, rappresentante Ufficio di Piano, rappresentante comune di Morbegno, coordinatore disabili e ASSi dell'Asl) per la verifica sull'organizzazione e il funzionamento della Scuola Potenziata, gli aspetti di impegno specifico, le iniziative di interesse comune, la promozione e la pubblicizzazione del modello (1 volta all'anno) di plesso, ogni trimestre, per gli aspetti organizzativi e la condivisione di problemi e soluzioni per i genitori : incontri su specifici argomenti, di consultazione, di valutazione….. RISORSE La principale risorsa è data dalle persone che condividono il progetto e ne permettono l’attuazione. L’organico, alla data attuale, è composto da: · 24 insegnanti nel plesso di Morbegno · psicologo NPI · 1 insegnanti L2 · neuropsichiatra · 2 insegnanti IRC · operatori dei servizi sociali · 5 insegnanti di sostegno (rapporto 1 a 2ca) · genitori · 3 assistenti a 18 ore la settimana riuniti nel GLH (gruppo lavoro . 4 collaboratori scolastici per l’handicap) Le risorse finanziarie provengono da una quota minima per ciascun bambino certificato fissata a livello regionale (8 €), a cui si aggiungono donazioni da fondazioni, qualche fondo per la formazione, dall’Ufficio di Piano, dalle attività della scuola. IL G.L.H. Nel corso di questi anni di esperienza della scuola potenziata, ha assunto un ruolo via via più rilevante il GLH, costituitosi ai sensi dell’articolo 15, comma 2, della legge 104/92 "Leggequadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate." Oltre ad essere un’occasione di scambio e confronto fra gli insegnanti di sostegno, si è attribuita alle riunioni del gruppo di lavoro una funzione di auto-formazione in servizio, con significativi momenti di studio e approfondimento circa le problematiche o le disabilità presenti nella scuola. Sono stati infatti affrontati temi quali l’autismo, il deficit di attenzione e l’iperattività, lo sviluppo del segno grafico nei bambini con sindrome di Down, l’educazione psicomotoria. Particolarmente significativo è parso il coinvolgimento di insegnanti “curricolari” nelle attività del gruppo, segno di una reale condivisione del progetto da parte di tutti, anche attraverso atti “formalizzati”, come,ad esempio, l’utilizzo di un’ora mensile della programmazione d’equipe per la predisposizione di progetti di integrazione e la discussione. Altrettanto importante il coinvolgimento di insegnanti di sostegno e di sezione della scuola dell’infanzia per cercare di garantire, pur con le dovute differenze, maggiore continuità e unitarietà negli interventi. Dal 2009. col progetto nazionale “I care”, sono entrati i genitori. LA PROGETTAZIONE Gli obiettivi educativi e didattici sono volti a sviluppare al massimo le potenzialità di ogni bambino, a partire da una precisa analisi delle sue caratteristiche. Spesso in bambini con deficit molto gravi la comunicazione e la relazione affettiva passano tramite il potenziamento dei canali non verbali ed in particolare del contatto corporeo. All'interno del percorso educativo-didattico vengono ampliate le seguenti aree dello sviluppo: Area dell'autonomia: è l'area proritaria di intervento perché è quella dei bisogni primari, che costituiscono la base essenziale per qualsiasi percorso di relazione e di apprendimento. Area affettivo-relazionale: il personale educativo, attraverso un ambiente stimolante, crea le condizioni per sviluppare relazioni significative con il gruppo dei pari, a partire dalla condivisione di alcuni momenti strutturati Area della comunicazione: si favorisce l'utilizzo di diversi mezzi di comunicazione, sia verbali che non, per esprimere bisogni, stati d'animo, curiosità, mettendoli in relazione con quelli dell'altro· Area motorio-senso-percettiva: è stimolata l'acquisizione di alcune abilità che interessano sia la corporeità, sia l'apprendimento di alcuni linguaggi: tale area è strettamente connessa con quella dell'autonomia. Quindi le abilità da conseguire riguardano: RELAZIONI CON IL MONDO (abilità nel gestire compiti e nel risolvere problemi pratici) CURA DELLA PERSONA ( abilità legate all’alimentazione, igiene, abbigliamento ecc.) AUTONOMIA MOTORIA (abilità legate agli spostamenti e/o all’uso di ausili) COMUNICAZIONE ( abilità legate all’utilizzo di un linguaggio codificabile e interpretabile) Le attività si svolgono secondo le seguenti modalità: - interventi individualizzati - in piccolo gruppo - in classe. Lo strumento che viene privilegiato per l'attuazione dell'attività è il laboratorio, dove il bambino incontra proposte adeguate alle sue capacità, materiali mirati ed una condivisione della sua esperienza con altri coetanei. La programmazione degli insegnanti, preparata flessibilmente tra obiettivi e competenze, è orientata su progetti che recuperano il meglio della pedagogia dell'attivismo mutuata dalle nuove conoscenze psicopedagogiche sulle diverse intelligenze e gli stili cognitivi, la metacognizione, il recupero delle emozioni e dell'affettività. (Gardner e Goleman). I progetti sono generalmente a sfondo integratore e comprensivi di un percorso motivante per i bambini, al termine del quale le insegnanti valutano le competenze raggiunte dai singoli bambini. • • • • • LA PRATICA D'AULA Le proposte di attività sono appositamente strutturate in base a criteri di gradualità e fattibilità per dare la possibilità a ciascun bambino di parteciparvi secondo le sue reali capacità e i livelli di apprendimento, definiti nell'ambito del raccordo tra gli insegnanti e l'équipe multidisciplinare. L'appartenenza a una classe non comporta la presenza costante in aula, ma l'utilizzo delle diverse "occasioni" di attività, in un contesto accogliente e motivante. Si utilizzano strumenti e supporti per l'autonomia o materiali specifici vagliati per ogni singolo bambino: dal semplice deambulatore al computer, dal metodo Bliss ai giochi per le attività manipolative, tattili, sensoriali…, dagli attrezzi per l'educazione motoria agli elementi di arredo particolari o di sostegno, strumenti musicali, sussidi audiovisivi,…. L’organizzazione della pratica d'aula e dei progetti del plesso scolastico si struttura secondo tempi, modalità, attività che integrino ciascun bambino. La metodologia del lavoro in classe è fondamentale: l'approccio rogersiano, centrato sulla persona, pone le basi dell'ascolto e del rispetto dell'altro, mentre l'uso di metodi attivi, quali quello cooperativo, permettono un apprendimento socializzante. Nel laboratorio di cucina vengono sperimentate situazioni problematiche a differenti livelli e alla manipolazione degli alimenti si aggiunge lo sviluppo delle potenzialità cognitive e relazionali La scelta di inserire attività legate al giardinaggio affonda le radici nella teoria di matrice britannica dell'horticultural therapy, secondo cui le attività orticolturali, di giardinaggio e l'osservazione/esplorazione dell'ambiente «verde» aiutano a formare le prime essenziali esperienze sensoriali. Materiali come la sabbia e la terra, che possono essere manipolati e impregnati d'acqua, forniscono preziose opportunità per familiarizzare con quantità, misure e numeri, in modo concreto e in situazioni reali. La semina e la cura costante delle piantine costituiscono occasioni piacevoli in cui ogni bambino sperimenta la propria efficacia, aumenta l'autostima e il senso di responsabilità verso i compiti affidatigli e verso l'ambiente in genere. Fare teatro equivale a coinvolgere attivamente i ragazzi sia come spettatori sia come attori nella duplice accezione del termine, a stimolare l'immaginario, a incentivare il lavoro di gruppo e quindi la comunicazione, l'interazione e l'integrazione con i compagni di classe e con gli adulti. L'attività di musicoterapia, condotta dalla terapista in collaborazione con gli insegnanti e le assistenti educatrici, è caratterizzata dalla stimolazione multisensoriale finalizzata allo sviluppo dell'affettività, della motricità, della sfera sensoriale in generale e dei linguaggi. Attraverso le diverse situazioni e attività di gioco sonoro con sonagli, campanelli, tamburelli, tamburi, piatti, si cerca: di far sperimentare a ogni bambino la consapevolezza del sé corporeo; di sviluppare aspetti affettivo-relazionali e di comunicazione, attraverso l'alternanza delle proposte e l'attesa delle risposte; di attivare comportamenti volontari e scelte proponendo a ogni bambino un ruolo attivo che gli consenta di sperimentare le proprie potenzialità in modo sempre più preciso L’attività sportiva è importante anche ai fini dello svilupparsi della socialità dei bambini e dei ragazzi che hanno la possibilità di vivere esperienze che favoriscono l'accettazione dell'altro, la disponibilità al confronto ed infine la cooperazione e la capacità di lavorare con gli altri. Il gioco riveste un'importanza decisiva per l'educazione dei bambini ai quali si danno oggetti che sono fatti apposta per stimolare la loro competenza ludica e, inoltre, le interazioni con i compagni insegnano loro a giocare a determinati giochi, alcuni finalizzati al raggiungimento di certe abilità (coordinamento, velocità, prontezza, armonia...), altri più spostati verso l'apprendimento dei comportamenti sociali e delle condotte etico/culturali. Le attività di apprendimento nei bambini con disabilità avvengono in maniera individualizzata, ma anche e soprattutto con programmi di tutoring e apprendimento cooperativo. Con il tutoring si vuole offrire ai bambini una specie di “impalcatura” cognitiva, una struttura provvisoria di aiuto all’alunno che affronta una situazione didattica nuova o particolarmente difficile, nella sua “zona di sviluppo prossimale”. Attraverso i gruppi cooperativi si investe sulla capacità dei bambini di interagire con i compagni, in un rapporto di interdipendenza positiva che li porti a sviluppare abilità cognitive di ordine superiore (metacognitive). Le uscite sul territorio e la ricerca d’ambiente sono per i bambini, oltre che un momento di integrazione della scuola nella realtà locale, una significativa opportunità per vivere la dimensione sociale del proprio percorso educativo. I laboratori dei linguaggi extra – verbali nascono dall’esigenza di integrare gli alunni della Scuola Potenziata e, nel contempo, coinvolgere tutti gli alunni in attività che possano facilitarne gli apprendimenti. L’utilizzo delle tecnologie informatiche permette ai bambini di sviluppare le loro capacità in termini comunicativi, di apprendimento e di socializzazione. LA VERIFICA E VALUTAZIONE La valutazione riguarda il servizio offerto nella sua globalità: l'insegnamento, l'apprendimento, l'organizzazione e le relazioni. E' individuale e complessiva e avviene nelle riunioni di team e di plesso, negli incontri con gli operatori e i genitori. I soggetti della valutazione sono gli insegnanti e l’assistente, i genitori, gli operatori, i rappresentanti dei comuni, gli ausiliari, lo Staff e il dirigente scolastico. OUTPUT Il successo formativo è la grande finalità del nostro POF. Gli esiti sono valutati in conoscenze, abilità, competenze per ogni singolo bambino, a partire dal Profilo Dinamico Funzionale e dal PEI. LA DOCUMENTAZIONE La documentazione del lavoro scolastico avviene con materiale scritto, fotografico, audiovisivo, informatico. Le realizzazioni si consolidano in giornalini, mostre, …. La scuola potenziata documenta: incontri, svolgimento di attività, progetti e valutazioni, secondo procedure che, gradualmente, si sono costruite. La scelta di documentare è finalizzata a costruire storia per attingervi secondo necessità, a spiegare cosa si fa a chiunque voglia conoscere la scuola (soggetti esterni, genitori, altri insegnanti). Ogni bambino ha una sua documentazione personale composta da Certificazione di handicap e Diagnosi Funzionale redatte dalla commissione collegiale, quindi si procede con il Profilo Dinamico Funzionale, (PDF) preparato dal gruppo di lavoro, dopo l'attenta osservazione del bambino e la lettura della documentazione personale. Tale Profilo è accompagnato dal Piano Educativo Individualizzato (PEI) che prevede attività specifiche adeguate alle reali capacità e alle possibilità di sviluppo del soggetto. In sostanza si parla di un "progetto di vita" piuttosto che di un programma scolastico.Questi documenti sono contenuti in un quaderno personale, dove gli insegnanti di sostegno riportano la programmazione, le osservazioni compiute, le verifiche, la valutazione e ogni avvenimento ritenuto rilevante, una sorta di Portfolio che accompagna il bambino nel suo percorso di crescita. PROCEDURE PER L'ISCRIZIONE L'iscrizione avviene, generalmente in gennaio, presso una classe comune della scuola potenziata ed è aperta ai bambini del mandamento di Morbegno, su parere degli operatori NPI. I genitori possono visitare la scuola su prenotazione o nel periodo delle iscrizioni. I criteri per l'accoglienza sono nell'ordine: - residenti nel mandamento - in carico al servizio NPI di Morbegno - non residenti … e l’avventura continua DIREZIONE DIDATTICA 1° CIRCOLO 23017 MORBEGNO (SO) tel. 0342 610121 fax 0342 600490 e-mail [email protected] maggio 2012