Parrocchia di Santa Maria Assunta - Montereale Valcellina (Pn)
Il restauro dell’organo
Domenico Malvestio 1912
Montereale Valcellina, 16 agosto 2010
S
aluto
del par
S
aluto del parroco
Carissimi parrocchiani,
con grande gioia presento questo opuscolo riguardante il tanto atteso
restauro dell’organo del nostro Duomo.
È stata un’impresa che finalmente è giunta a buon fine anche grazie
all’arrivo dei contributi regionali, ottenuti dopo tanti tentativi, senza i
quali sarebbe stato impossibile affrontare il lavoro.
Fondamentali sono stati i fondi donati dai nostri parrocchiani e raccolti dal Comitato pro Organo che ha lavorato con grande tenacia e ammirevole disponibilità.
Ringrazio l’Amministrazione Comunale per quanto fatto per assicurare
l’arrivo dei contributi, concreto segno di attenzione da parte delle nostre
autorità civili per il patrimonio culturale e di fede del nostro paese e prova di fruttuosa collaborazione con la parrocchia.
Il nostro organo riveste un importante valore storico-culturale ed è allo
stesso tempo strumento prezioso per innalzare le anime ed il cuore verso
le sfere più alte del nostro essere.
Un pensiero di sentito ringraziamento vada infine ai nostri padri che
hanno voluto quest’opera e a tutti coloro che hanno sempre offerto il
loro impegno per il sostegno musicale della liturgia.
Il parroco don Lorenzo
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L
o
strumento
L
o strumento
a cura dell’organaro Renzo Grosso
Cenni storici: l’organo attualmente collocato in controfacciata sopra l’ingresso principale della
chiesa di Santa Maria Assunta
in Montereale Valcellina è stato
realizzato da Domenico Malvestio
nell’anno 1912 come attesta l’incisione nell’anima della canna
centrale di facciata.
Lo strumento fu costruito originariamente per la Chiesa di Santo
Stefano di Belluno e solo succes4
sivamente, nel 1957, venne trasferito nella Chiesa di Montereale,
mantenendo comunque invariata
la sua struttura con la sola aggiunta dell’elettroventilatore.
Negli anni ’70 del secolo scorso,
l’organo fu oggetto di un profondo
intervento che purtroppo comportò anche alcune modifiche peggiorative a cui, fortunatamente, è stato possibile porre rimedio con l’attuale restauro.
Allo smontaggio l’organo si presentava quindi integro, ma fortemente compromesso nella sua funzionalità.
A titolo di esempio basti pensare
che la pressione dell’aria che alimenta le canne dando loro la voce
era scesa, dagli originari 65 mm in
colonna d’acqua, a soli 35 mm a
causa delle numerose perdite riscontrate nel mantice, nelle condutture portavento e nei somieri.
Tutte le trasmissioni davano inoltre numerosi problemi rendendo
praticamente impossibile un corretto utilizzo dello strumento.
Cassa: lo strumento possiede una
cassa che, secondo lo stile cosiddetto “Ceciliano”, protegge solo il
basamento, lasciando invece libere, in “piena aria”, le canne.
Facciata: la facciata è formata da
31 canne in zinco cromato, disposte a tre cuspidi senza interruzioni. Le bocche delle canne della cuspide centrale non sono allineate,
ma seguono un andamento contrario a quello della cuspide stessa.
Le bocche delle canne delle cuspidi laterali, invece, sono allineate.
Tutte presentano il labbro superiore a scudo.
Tastiera: di 56 tasti, con estensione Do1 - Sol5, presenta i tasti diatonici ricoperti in osso e i cromatici in ebano.
Pedaliera: la pedaliera, di tipo
piatto parallelo, è composta da 27
pedali in faggio tinteggiato con
estensione Do1 - Re3.
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Accessori: tre pedaletti che azionano rispettivamente, da sinistra a
destra:
1 Unione tasto al pedale
2 Piano (Viola e Subbasso)
3 Forte generale (Principale,
Ottava, Decima Quinta,
Ripieno Grave, Ripieno Acuto,
Viola, Bordone, Flauto,
Subbasso, Violoncello)
Trasmissioni: la tastiera presenta
una trasmissione meccanica con
tasti a bilanciere e leve a rimando. Il Pedale presenta una trasmissione pneumatica tubolare. I registri e le combinazioni fisse presentano una trasmissione pneumatica tubolare che aziona, tramite relais, delle leve Barker per l’apertura delle stecche dei registri.
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Registri: i comandi dei registri
sono a bilico, con placchetta in
porcellana colorata, e sono disposti su linea orizzontale sopra la tastiera in questo ordine da sinistra:
Nella parte destra è situata la staffa dell’azionamento della cassa
espressiva che contiene i registri:
Viola, Bordone, Flauto e Voce Celeste.
Nel frontale sottostante la tastiera sono presenti quattro pistoncini che azionano le combinazioni
fisse:
1 Smonta combinazioni
2 Mezzo piano (Viola, Bordone,
Flauto, Subbasso)
3 Forte (Principale, Ottava,
Ripieno Acuto, Viola,
Bordone, Flauto, Subbasso,
Violoncello)
4 Forte generale (Principale,
Ottava, Decima Quinta,
Ripieno Grave, Ripieno Acuto,
Viola, Bordone, Flauto,
Subbasso, Violoncello)
Principale 8’, Ottava 4’, Decima
Quinta 2’, Ripieno Grave 2f., Ripieno Acuto 2f., Viola 8’, Bordone 8’, Flauto 4’, Voce Celeste 8’,
Subbasso 16’ (ped), Violoncello 8’
(ped.).
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Canne: il materiale fonico risulta di ottima fattura e costruito con
buoni materiali.
Le canne interne sono in lega di
stagno e piombo salvo il Violoncello con tube in zinco. Le canne
di legno sono in abete.
Somiere maestro: il somiere maestro è “a tiro” in noce diviso in due
parti. Quella anteriore alimenta nell’ordine: Principale, Ottava, Decima Quinta, Ripieno Grave, Ripieno Acuto. Quella posteriore, racchiusa in cassa espressiva,
alimenta: Viola, Bordone, Flauto
e Voce Celeste.
Somiere del pedale: il somiere di
basseria è di tipo pneumatico.
Crivelli: i crivelli sono in abete ricoperto da carta. Le bocche delle
canne sono tutte sopra il crivello.
Manticeria: l’aria è fornita da un
mantice a lanterna formato da
quattro pieghe e posto all’interno dello strumento. Sono ancora
presenti le due pompe e la stanga
per l’azionamento manuale, oltre
all’elettroventilatore. La pressione è di 65 mm in colonna d’acqua.
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Corista: 437,3 Hertz sul La3 del
Principale 8’ alla temperatura ambientale di 21° C e con umidità relativa del 70%.
Temperamento: equabile.
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I
l
restauro
I
l restauro
a cura dell’organaro Renzo Grosso
Le operazioni di smontaggio sono
iniziate il 10 giugno 2009, lo strumento è stato quindi trasportato
presso il laboratorio dell’organaro in Bertiolo, via Madonna 66/a,
ove si sono svolti i lavori. Il restauro è stato eseguito sotto la direzione e la sorveglianza della competente Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia nella persona
dell’ispettore Lorenzo Marzona.
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Somieri: apertura del somiere maestro con rimozione della maestra di
facciata, secreta, coperte e stecche.
Revisione e consolidamento delle
parti lignee (somiere, secreta, ventilabri, stecche, coperte), trattamento con sostanze antitarlo e chiusura
dei fori di sfarfallamento. Integrazione delle lacune mediante apporti
di materiale omogeneo. Eliminazione di tutta la pelle ormai rovinata
dall’usura e dal tempo e sostituzio-
ne con pelle allumata, attentamente selezionata e incollata con colla
animale a caldo. Disossidazione e
pulitura di tutte le punte in ottone,
delle molle dei ventilabri e delle viti
per il serraggio delle coperte. Rimontaggio del somiere,
chiusura della secreta e controllo della
tenuta d’aria. Il somiere di basseria è
stato aperto in ogni
sua parte e sottoposto alle operazioni di consolidamen-
to, disinfestazione e reimpellatura.
Tutti i tubi dell’azionamento pneumatico sono stati lavati, rimessi in
forma e saldati con materiale omogeneo, i tubi in
gomma non originali sono stati eliminati. Sono state sostituite tutte le membrane in
pelle, ormai logore e non più utilizzabili. Rimontaggio del somiere
di basseria e controllo della tenuta
d’aria.
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Crivelli: trattamento antitarlo e
consolidamento del telaio del crivello, sgommatura e sbiancamento
della carta che ricopre il crivello.
Controllo del diametro dei fori e
riparazione con materiale omogeneo.
con stiratura delle ammaccature e
rinnovamento delle saldature ove
necessario.
Le canne tagliate sono state allungate mediante saldatura di anelli
dello stesso materiale e del medesimo spessore.
Canne in metallo: lavaggio interno ed esterno della canne di metallo mediante uso di acqua calda
e sapone neutro. Rimessa in forma
Controllo delle altezze delle bocche e dell’apertura dei fori ai piedi.
Canne in legno: pulitura, incollaggio, integrazione delle lacune
con apporti di materiale omogeneo. Trattamento con sostanze antitarlo e chiusura dei fori di sfarfallamento. Sostituzione della pelle
nei tappi e nelle bocche con par-
Trasmissioni: trattamento antitarlo della tavola di catenacciatura e di ogni parte lignea per le trasmissioni del movimento dei tasti
e dei registri.
Costruzione bilancieri per il collegamento della tastiera alla cate-
ticolare attenzione allo spessore,
in modo da non alterarne l’intonazione.
Ricostruzione al tornio di alcuni piedi in legno di abete mangiati dai tarli con misure e spessori
uguali all’originale.
nacciatura. Pulitura e lubrificazione delle trasmissioni in ferro con
revisione dei fulcri.
Riparazione dei tubi in piombo e
controllo del perfetto funzionamento dei mantici per l’azionamento dei registri.
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Tastiera: smontaggio della tastiera in ogni sua parte divisibile e
pulitura. Trattamento antitarlo e
consolidamento del telaio, disos-
sidazione e lucidatura delle punte guida dei tasti. Lucidatura delle coperture in osso e regolazione
distanza tra i tasti. Sostituzione di
tutte la parti in feltro con nuovo
di analogo tipo e spessore. Fissaggio delle placchette e sostituzione
pelle alle parti pneumatiche atte
all’azionamento dei registri.
Pedaliera: smontaggio della pedaliera in ogni sua parte con relati-
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va pulitura e trattamento antitarlo
dei pedali e del telaio. Integrazione dei pedali consumati con materiale e tecnica costruttiva confor-
me all’originale. Pulitura e regolazione delle molle. Verniciatura
a base di gommalacca e lucidatura con cera d’api naturale.
Consolle: trattamento antitarlo,
consolidamento e chiusura dei fori
di sfarfallamento della consolle, dei
pannelli di copertura della meccanica posti sopra la tastiera e la pedaliera, del leggio e della panca. Verniciatura a base di gommalacca e lucidatura con cera d’api naturale di
tutte le parti.
Manticeria: pulitura del mantice
e delle due relative pompe, trattamento antitarlo e consolidamento
delle parti lignee. Sostituzione, ove
necessario, della pelle deteriorata
con altra nuova. Sostituzione della
pelle di giunzione delle condutture e relativo controllo della tenuta
dell’aria. Pulizia e lubrificazione delle parti metalliche relative al mantice e all’impianto di azionamento
manuale. Rimessa in forma e stiratura delle ammaccature delle condutture in zinco e controllo della
tenuta d’aria. Sostituzione del vec-
chio elettroventilatore inefficiente
e non a norma con uno nuovo, sostituzione della valvola a tendina.
Rimontaggio, intonazione ed accordatura: al termine di tutti i lavori di restauro, rimontaggio in ditta con relativo controllo del perfetto funzionamento di tutte le parti dello strumento e pre-intonazione di tutte le canne. Imballaggio
delle parti e trasporto nella Chiesa di Montereale. Rimontaggio dello strumento con regolazione delle
meccaniche e della pneumatica. Intonazione ed accordatura di tutti i
registri.
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Domenico
Domenico Malvestio
a cura di Lorenzo Marzona
La ditta, con sede in Padova sin
dall’origine, prende inizio da Gregorio Malvestio (1760-1845) che venne dapprima affiancato e quindi sostituito dal figlio Domenico (18351918) il quale trasse nuovi stimoli
acquistando l’attrezzatura ed il materiale rimasti dopo la sua morte dal
notissimo organaro vicentino Giovanni Battista De Lorenzi (18061883).
Domenico a sua volta lasciò l’officina ai propri figli i quali proseguirono il lavoro, pur via via diradandolo, all’incirca sino al secondo dopoguerra.
Dalle ceneri della “Malvestio” presero quindi vita numerose ditte del padovano alcune delle quali, nel bene
e nel male, sono ancora esistenti.
I Malvestio costruirono circa 300
strumenti ed effettuarono molti interventi di “riforma” su organi pre-
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cedenti di cui, in genere, conservavano solo il materiale fonico.
Furono tra i primi ad abbracciare i
nuovi ideali del cecilianesimo propugnati in Europa a fine ’800 inserendo nelle proprie opere i registri
violeggianti di taglio stretto di derivazione estera e la trasmissione
pneumatica.
Nel 1908, S. Pio X autorizzò i Malvestio a fregiare le loro opere dello
stemma pontificio.
I loro organi si segnalano per essere realizzati con materiali di buona
qualità, lavorati in modo professionale e per presentare disposizioni foniche sufficientemente equilibrate, rispetto agli ideali dell’epoca, anche se talvolta le realizzazioni della “Malvestio” appaiono limitate da
una generale uniformità d’impostazione, senza elevati slanci artistici.
Lcantoria
a
L
a cantoria
a cura di Mario Rossi
Sin dai tempi più remoti è noto
l’amore della gente di Montereale Valcellina per il canto.
Nonostante la carenza di documentazione storica, è infatti accertato che la parrocchia abbia sempre potuto giovarsi, per l’animazione ed il decoro della liturgia, di
valenti cantori.
Fra loro merita di essere ricordato, ad esempio, il noto Domenico Scandella detto “Menocchio”
(XVI secolo).
In merito a questa
antica tradizione
musicale, lo storico locale Fabio
Metz ricorda un
simpatico aneddoto secondo il
quale l’organista
Filippo Sarti, titolare del duomo San Marco di
Pordenone, il 15
agosto del 1812
non esitava a lasciare i fedeli por-
denonesi senza musica nel giorno
dell’Assunta per andare a suonare a Montereale e rendere così più
solenne la sentitissima festa patronale del paese.
Nei tempi più recenti, a ridonare
nuovo impulso e vigore alla cantoria è stato don Paolo Bortolin, grande appassionato di musica e parroco dal 1924 al 1934, che
ha potuto giovarsi dell’aiuto dalla maestra contessina Milli Cigolotti che suonava
l’harmonium ed
istruiva i cantori.
Già all’epoca, tra
i ragazzi di allora, c’era Ettore Fignon che ricevette dalla contessina Cigolotti le
prime lezioni di
musica approfondendo poi lo studio presso il celebre maestro Pierobon di Zoppola.
Il maestro Etto-
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re Fignon è stato una figura mol- figura speciale ancora viva nel rito importante per la nostra comu- cordo di molti è quella del sacrenità perché, curandone la prepara- stano Domenico Rossi, detto “Mizione, ha organizzato il coro in ma- nuti”, che aveva un modo del tutniera più organica, servendosi an- to personale d’interpretare i canche di un harmonium, tutt’ora ge- ti con grande enfasi ed in un latilosamente conservato che è sta- no colorito ed approssimativo. Gli
anni ’60 del noto l’unico supvecento, con il
porto alle voci
Concilio Vatifino al marzo
cano II, handel 1957 quanno segnato il
do in cantoria
grande rinnosopra l’ingresvamento nelso del duomo è
la Chiesa, anstato collocache nella musito l’attuale orca sacra.
gano Malvestio
È stato quindi
acquistato con
necessario adetanti sacrifici
guarsi alle nuodai parrocchiave indicazioni
ni montrealini
per la liturgia e
all’epoca di don
rinnovare il reGiovanni ViezEttore Fignon all’organo
con il cantore Antonio Roveredo
pertorio.
zer. SuccessivaUna ventata di
mente l’attività
corale è sempre stata incoraggiata modernità a cui anche la cantoria
e sostenuta da tutti i sacerdoti che si è adeguata, mantenendo però
si sono succeduti alla guida del- ancora viva, anche se in parte, la
la parrocchia anche grazie all’aiu- ricca tradizione latina alla quato delle suore del nostro asilo che, le molta gente è ancora legata e
dal 1926 al 1986, si sono prodiga- che, proprio in questi ultimi anni,
te nell’insegnamento del canto so- è ritornata d’attualità anche in seprattutto rivolto ai giovani. Una guito alle più recenti prescrizioni
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della Chiesa che invita a mantenere in auge il canto gregoriano e
la musica tipicamente sacra, pur
nell’ottica del massimo coinvolgimento dell’assemblea nei riti.
Dal 1991, dopo la scomparsa di Ettore Fignon, il figlio Dino lo sostituisce all’organo con grande maestria ed assoluta disponibilità,
come il padre.
Attualmente il coro è curato dalla signora Francesca Fignon ed è
composto da un buon numero di
persone (anche se mai abbastanza!) tale da permettere l’esecuzione di brani a più voci, solennizzando con ammirevole costanza
la “messa grande” della domenica
alle ore 11,00 ed accompagnando
tutti i funerali della parrocchia.
L’impegno profuso dai cantori viene ripagato dalla simpatia e dalla
stima dei parrocchiani.
Tutto il coro auspica che il restauro del nostro organo sia stimolo per
avvicinare sempre nuove voci per
poter continuare a rendere le celebrazioni solenni e partecipate.
Come ci ha ammoniti S. Agostino
infatti “chi canta, prega due volte”.
Notizie dettagliate sull’attività della Cantoria Parrocchiale di Montereale si possono leggere sull’articolo di Battista Fignon su “Comunità” - Bollettino Parrocchiale - anno IV - n. 12,
dicembre 1994.
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oncerto
C
oncerto
C
d’inaugurazione
d’inaugurazion
Lunedì 16 agosto 2010 - ore 17,30
Lorenzo Marzona
organo
Ilaria Menardi
clarinetto
con la partecipazione della
Cantoria di S. Maria Assunta di Montereale Valcellina
Johann Sebastian Bach
George Philipp Telemann
Henry Purcell
Gregoriano
Franz Listz
Jacques Arcadelt
Johann Pachelbel
(1681-1767)
George Philipp Telemann
(Vivace - Cantabile.
da Fantaisies pour le clavecin - 1732)
Marco Frisina
Ave mundi spes Maria
Johann Sebastian Bach
George Philipp Telemann
©2010
Parrocchia Santa Maria Assunta
Montereale Valcellina (Pn)
Tel. 0427 79057
Fondamentale è stato l’aiuto e il sostegno del Dott. Lorenzo Marzona e di Nevio Alzetta,
senza i quali non sarebbe stata possibile la realizzazione dell’opera di restauro.
Gratitudine ai parrocchiani che nelle loro occasioni liete o tristi hanno devoluto le offerte
e alle persone che gratuitamente hanno prestato la propria opera per i vari lavori
inerenti la cantoria e alla reinstallazione dello strumento.
A tutti la riconoscenza del coro parrocchiale e della comunità.
Grafica e impaginazione
Interattiva, Spilimbergo
Stampa
Tipografia Menini, Spilimbergo
Allein Gott in der Höe sei Ehr
(1685-1750)
(1681-1767)
(1659-1695)
(1811-1886)
(1504-1568)
(1653-1706)
(1954)
(1685-1750)
(BWV 212, 716, 715)
Sonata in F
(Vivace, Largo, Allegro)
Minuet and Ground in Gamaut
(Z 651 e 645)
Salve Regina
Ave Maria d’Arcadelt
(S. 183/2. da Orgelkompositionen)
Ave Maria
Ciaccona ex d
(in re min.)
Fantasia n. 8
Preludio e Fuga in mi min.
(BWV 533)
Partita n. 1
(Aria n. 5 - Aria n. 1 Presto
Aria n. 4 Largo - Aria n. 3 Vivace)
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Domenico Malvestio1912