Modello di conservazione
per allevatori custodi
di oche
Libertà dal dolore, dalle ferite
e dalle malattie
Attraverso la prevenzione e rapide diagnosi e trattamenti.
• Evitare o limitare contatti con uccelli
selvatici.
Autore:
Maurizio Arduin
• Evitare pozze d’acqua nel pascolo
che possono essere utilizzate come
abbeverata da uccelli selvatici.
Foto:
dell’autore salvo diversamente indicato;
Gabriele Baldan (Istituto Agrario Duca degli Abruzzi - Padova): pagine 8 e 9.
Libertà di esprimere
un comportamento normale
Disegni:
Marialaura Arduin: illustratore-animatore
Mettendo a disposizione spazio sufficiente, attrezzature appropriate e la
compagnia di animali della stessa specie.
Realizzazione grafica:
Federica Mazzuccato
• Ricovero: da 13,00 a 16/17,00 m2.
Pubblicazione edita da:
Veneto Agricoltura
Azienda Regionale per i Settori Agricolo, Forestale ed Agroalimentare
Viale dell’Università, 14 – 35020 Legnaro (PD)
Tel. 049 8293711 – Fax 049 8293815
e-mail: [email protected]
www.venetoagricoltura.org
È consentita la riproduzione di testi, tabelle, grafici ecc. previa autorizzazione da parte di Veneto
Agricoltura, citando gli estremi della pubblicazione.
Pubblicazione on line realizzata nel mese di settembre 2015.
• Pascolo: 500/1.000 m2.
Libertà dalla paura
e dall’angoscia
Assicurando condizioni e trattamenti
che evitino la sofferenza mentale.
• Gruppo familiare: 1 maschio e 3 femmine.
• Proteggere le oche dagli attacchi dei
predatori: volpi, cani, gatti e mustelidi.
• Mangiatoie e abbeveratoi devono distanziare, tra loro, almeno 2 metri.
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Indicazioni relative al benessere per 33 oche
in riproduzione
INDICE
Introduzione .................................................................................................. pag. 4
Libertà dalla fame e dalla sete
Con un facile accesso all’acqua e una
dieta che mantenga gli animali in salute
e vigore.
• Abbeveratoio lineare: 2 metri.
Oca padovana ...............................................................................................
»
7
Dimensionamento del gruppo riproduttivo e riconoscimento del sesso .............
»
10
Ciclo riproduttivo e rimonta .............................................................................
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Calendario .......................................................................................................
»
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Ambiente d’allevamento ..................................................................................
»
13
Indicazioni relative al benessere per 33 oche in riproduzione ............................
»
14
• Abbeveratoio a sifone: 3 con piatto
da 18-20 cm.
• Abbeveratoio a goccia/tazza: n. 3.
• Mangiatoia lineare: 4 metri.
• Mangiatoia a tramoggia: 3 con piatto
da 30-35 cm.
• Rastrelliera: 2 metri.
Libertà dal disagio
Con un ambiente appropriato che includa un riparo e una confortevole area
di riposo.
• Pavimento del ricovero senza posatoi e completamente ricoperto da
lettiera.
14
3
INTRODUZIONE
È noto che gli individui consanguinei, cioè
nati da genitori parenti, sono caratterizzati da una diminuzione delle performance
produttive e riproduttive, della rusticità,
della resistenza alle malattie e della longevità dovuta all’omozigosi di molti geni
e al conseguente manifestarsi di geni rari
e/o indesiderati (recessivi) a livello fenotipico attraverso la comparsa di malattie
ereditarie.
Risulta pertanto estremamente importante monitorare i piani di accoppiamento al
fine di contenere l’imparentamento medio della popolazione e la conseguente
comparsa di individui consanguinei.
Una misura della variabilità genetica di
una popolazione è data dalla sua “Numerosità effettiva”. Con questo termine
si intende un gruppo di animali, metà maschi e metà femmine, in età riproduttiva
non parenti tra di loro. Poiché, in realtà,
nelle oche i maschi sono sempre meno
delle femmine (solo nei piccioni il numero dei maschi corrisponde a quello delle
femmine) e sia i maschi che le femmine
sono variamente imparentati tra di loro, la
numerosità effettiva della popolazione è
sempre molto minore di quella reale. Per
tener conto della sproporzione tra numero di maschi (N♂) e numero di femmine
(N♀) si può utilizzare la seguente formula
semplificata per la misurazione della Numerosità effettiva (Ne):
Anche nella programmazione 2014/20 il
Programma di Sviluppo Rurale del Veneto
prevede interventi a favore di allevatori
custodi finalizzati alla salvaguardia della
diversità genetica nonché alla diminuzione o all’azzeramento del rischio di estinzione delle principali razze autoctone del
Veneto.
Per quanto riguarda le oche viene presa in
considerazione la razze Padovana.
L’unità minima d’allevamento è n. 1 UBA
(Unità Bovino Adulto come da allegato V
al Reg. (CE) n. 1974/2006 della Commissione del 15 dicembre 2006) per specie
che corrisponde, nel caso dell’oca Padovana, a 33 capi in riproduzione.
Quando si considera una popolazione animale e si attuano azioni per la sua conservazione bisogna ricordare che è necessario programmare l’attività di riproduzione
per avere un numero sufficiente di capi
per la rimonta interna.
Nelle attività zootecniche a livello di allevatori custodi la scelta dei futuri riproduttori, per razze a limitata diffusione, viene
effettuata mediante riconoscimento morfologico. In tale ottica vengono preferiti
individui con requisiti morfometrici che
si riconducono ad uno standard di razza
condiviso.
All’interno delle razze avicole a limitata
diffusione la pratica della conservazione, non correttamente gestita, può però
comportare una diminuzione della variabilità genetica e un aumento della consanguineità degli individui.
Ambiente d’allevamento
Per la raccolta delle uova possono essere
adottate queste soluzioni:
- utilizzazione di n. 6 nidi individuali (un
nido ogni 4 femmine);
- realizzazione, in un angolo del locale,
di una zona per la deposizione, caratterizzata da una maggiore presenza
di paglia, di circa 5,00 metri quadrati
per le oche (circa 200 cm2 a capo).
Il ricovero per riproduttori deve consentire l’accesso a un pascolo in grado di
mettere a disposizione dei riproduttori
almeno 30 m2/capo: per un’unità minima
di riproduzione (n. 1 UBA cioè 33 anatre)
è necessario un pascolo di almeno 1.000
m2. In ogni caso il pascolo non deve mai
essere inferiore a 500 m2 per unità minima di riproduzione e deve obbligatoriamente essere presente un’area con acqua
(stagno, canale, ecc.) per garantire la fecondità delle uova.
Il ricovero destinato ad ospitare le oche
in deposizione deve essere dimensionato
in modo da poter contenere, per metro
quadrato di superficie, n. 2 oche. Nel
caso di un’unità minima di riproduzione
(n. 1 UBA cioè 33 anatre) si consiglia che
il locale destinato ad accogliere le oche
Padovane deve avere una superficie di
circa 16-17 metri quadrati. In ogni caso
il locale destinato a ricevere le oche in riproduzione non dovrà mai essere inferiore a 13 metri quadrati per unità minima di
riproduzione.
Il pavimento del ricovero deve essere totalmente pieno e ricoperto da uno strato
di paglia (o altro materiale idoneo) di almeno 10 cm.
Il locale deve essere attrezzato con sufficienti mangiatoie, abbeveratoi e rastrelliere.
(Ne) = [(4 x N♂) x N♀]/(N♂ + N♀)
4
13
Calendario
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Di
ogni maschio (e non ridurrebbe il rischio
di consanguineità).
In base a quanto sopra e al fine poi di
garantire il mantenimento della variabilità
genetica nell’oca Padovana è stato predisposto un modello, per allevatori custodi,
che si prefigge di mantenere un buon livello di variabilità genetica raggiungendo
una numerosità effettiva (Ne) almeno superiore a 70.
Il Modello per allevatori custodi prevede
inoltre un basso imparentamento medio
della popolazione consigliando lo scambio dei riproduttori attraverso un programma che considera una rotazione non
ripetuta dei maschi limitando l’acquisizione da uno stesso allevatore solo dopo n.
5 generazioni. Il modello di rimonta interna, predisposto da Veneto Agricoltura,
Se una popolazione è costituita da 20
maschi e 200 femmine, la sua numerosità
effettiva sarà pari a 72, e cioè ha la stessa
variabilità genetica di una popolazione di
36 maschi e 36 femmine di piccione. Se
il numero di maschi raddoppiasse (da 20
a 40) la numerosità effettiva salirebbe da
72 a 133 (in pratica raddoppia). Se invece
il numero di femmine raddoppiasse (da
200 a 400) la numerosità effettiva salirebbe da 72 a soli 76 animali. In pratica si
verifica che il sesso limitante la variabilità
genetica è quello maschile e aumentare
il numero di maschi è importante perché
aumenta il numero di famiglie paterne
(riducendo il rischio di consanguineità),
mentre aumentare il numero di femmine
è poco rilevante perché comporta solo di
aumentare il numero di parenti (figli) di
Ag
Luglio
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5
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considera, nella ricostituzione del gruppo
di riproduttori, anche il mantenimento di
un lungo intervallo di generazione (longevità) destinando per la produzione della rimonta femmine al secondo o terzo
ciclo di produzione.
Importante per un corretto programma
di conservazione è anche una adeguata
tecnica d’allevamento che tenga conto
delle tradizioni regionali e del benessere
degli animali in allevamento. A questo
scopo è stata realizzata questa pubblicazione con l’obiettivo di definire un programma di riproduzione per le oche e
dimensionare i diversi gruppi riproduttivi
in base all’unità minima d’allevamento e
cioè n. 1 UBA.
Specie/razza
Le indicazioni di seguito riportate si rifanno alla tradizione veneta e prendono origine dalle seguenti esperienze:
- allevamento tradizionale come dai disciplinari della Stazione Sperimentale di
Pollicoltura di Rovigo;
- integrità dei suoli e protezione dell’ambiente applicando un metodo d’allevamento estensivo;
- benessere degli animali acquisendo le
ultime conoscenze in materia; - salubrità delle carni mutuando le norme previste in zootecnia biologica;
- tipicità delle produzioni attraverso l’integrazione alimentare con prodotti legati al comprensorio e il recupero degli
usi locali.
composizione
famiglie
riproduttori
Numerosità effettiva
>70 con questa
quantità di famiglie
UBA
necessarie
1♂ - 3♀
24
3
Oca
Padovana
6
Ciclo riproduttivo e rimonta
devono avere sempre libero accesso al
pascolo. In base alle diverse fasi d’allevamento si procede poi alla selezione dei
riproduttori. A dicembre la rimonta deve
essere accasata nei ricoveri di riproduzione.
L’attività dei maschi dura solamente un
anno. Le femmine possono essere allevate, economicamente, anche per tre cicli
di deposizione. Le oche destinate alla rimonta non devono nascere da femmine
al primo ciclo di deposizione. Si consiglia
di destinare alla rimonta papere nate da
uova deposte da oche al secondo ciclo
di deposizione. Se possibile dalle oche al
terzo ciclo di deposizione devono essere
scelti i futuri maschi riproduttori.
Considerato che mediamente la produzione necessaria per la rimonta si può ottenere da tre settimane (cioè 20-21 giorni
di produzione) si consiglia di organizzare
n. 2 incubate per raggiungere un sufficiente numero di capi idoneo a costituire
la rimonta. La prima incubazione viene
fatta a marzo (raccolta delle uova per 10
giorni), la seconda in aprile: raccolta delle
uova per 10 giorni.
Il modello di conservazione dell’Oca Padovana (Anser anser) ha come obiettivo
la pianificazione delle attività di riproduzione e la conservazione della biodiversità
locale.
I futuri riproduttori devono essere allevati
al pascolo.
L’accasamento delle oche nei locali destinati alla riproduzione avviene a dicembre.
L’inizio della deposizione avviene generalmente verso metà febbraio e continua
fino alla fine di giugno. La raccolta delle
uova destinate a far nascere i futuri riproduttori si fa nei mesi di marzo e aprile.
Il periodo di incubazione dura 30 giorni. Le uova possono essere covate dalle
stesse oche, da una chioccia o incubate
artificialmente. Nel caso di uova di Oca
Padovana la cova può essere fatta solo
utilizzando tacchine nostrane: ogni tacchina può covare 6-8 uova di oca.
Verso i primi di aprile inizia l’allevamento
della rimonta. Nel caso di ricostituzione
di un’UBA di riproduttori si consiglia di
allevare circa 150 ochette cioè 6 volte il
numero di femmine necessarie.
All’età di 5-6 settimane di vita le oche
11
Dimensionamento del gruppo riproduttivo
e riconoscimento del sesso
l’evidenziazione del pene, a forma di spirale, presente nei maschi.
Per l’oca deve essere appoggiata a terra o
tenuta tra le gambe dell’operatore con la
testa verso il basso. Mantenendo la parte dorsale rivolta verso l’alto, dopo aver
sollevato la coda, si mette in evidenza la
zona cloacale. Con una leggera pressione
sulle pareti della cloaca si verifica la presenza del pene che si mostra a forma di
spirale. L’operazione deve essere fatta su
anatre con età non inferiore a 4 mesi.
Ogni famiglia è costituita da un maschio e circa 3 femmine. L’unità minima
d’allevamento è n. 1 UBA (Unità Bovino
Adulto come da allegato V al Reg. (CE)
n. 1974/2006 della Commissione del 15
dicembre 2006) che, nel caso specifico
delle oche corrisponde a 33 capi: 8 maschi e 25 femmine.
Il dimorfismo sessuale è praticamente assente dato che sia il maschio che la femmina mostrano la stessa livrea.
Per il riconoscimento del sesso si consiglia
10
Oca Padovana
ne diventa omogeneamente grigio. Nelle
ochette il becco e le zampe sono scure.
Si tratta di una razza idonea per valorizzare produzioni di nicchia. È un’ottima pascolatrice e in grado di utilizzare anche le
erbe che crescono sulle sponde e sui fondali di canali con limitata profondità (non
superiore a un metro). Le ochette dopo
la schiusa vengono allevate per poche
settimane in ambienti chiusi dopo di che
posso essere subito liberate al pascolo.
Per la loro alimentazione possono essere
impiegate erbe e verdure di scarto e dopo
la decima settimana di vita si alimentano
anche con foraggi secchi come il fieno.
Nell’allevamento delle ochette all’ingrasso non è necessaria la presenza di stagni
o canali. L’acqua è necessaria nell’allevamento dei riproduttori che manifestano
una maggiore fecondità se gli accoppiamenti avvengono nell’acqua.
L’Oca Padovana, caratterizzata da piumaggio grigio-selvatico, era diffusa originariamente nel nord-est della nostra
penisola. Oggi è allevata specialmente in
Veneto dove nel 2012 è stata inserita tra
le razze animali oggetto di intervento nel
Programma di Sviluppo Rurale Regionale.
Questa razza era comunque da sempre
presente nel territorio: negli anni ’80 era
allevata presso la Stazione Sperimentale
di pollicoltura di Rovigo e dal 1990 è presente presso l’Istituto Agrario San Benedetto da Norcia.
Oca da carne si adatta con estrema facilità alle più difficili situazioni d’allevamento
non essendo molto esigente in fatto di
alimentazione.
Ha un aspetto fiero e un’andatura leggera,
zampe brevi e distanziate. Alla nascita le
ochette presentano un piumino giallo macchiato di scuro che dopo poche settima-
7
Standard di razza
Dorso: largo e non troppo arrotondato.
ALTRE DENOMINAZIONI: Grigia di Padova.
Ali: ben serrate al corpo e parallele fra
loro, abbastanza lunghe ma senza
oltrepassare la coda.
AREA DI ORIGINE: Regione Veneto.
TIPO ED INDIRIZZO PRODUTTIVO: razza dotata di buona attitudine alla deposizione.
DATI BIOMETRICI:
Peso medio maschio alla maturità: 7,0-8,0 kg.
Peso medio femmina alla maturità: 6,0-7,0 kg.
Uovo: Peso minimo 140 grammi.
Colorazione guscio: bianco.
Tasso di deposizione: 40-45 uova/anno.
CARATTERI TIPICI:
Coda: abbastanza corta che continua la
linea del dorso formando all’attaccatura un leggerissimo angolo, colorazione grigia con margine bianco.
Petto: largo, pieno e profondo.
Zampe: Gambe di media grandezza, nascoste dal piumaggio dei fianchi.
Tarsi non troppo lunghi e ben proporzionati; colore da giallo/arancio a
rosei (color carnicino).
Ventre: largo abbondante e con doppio
fanone molto sviluppato. Da grigio
chiaro a bianco.
Tronco: contorni arrotondati; forma armoniosa e regolare. Portamento leggermente in discesa, più accentuato
nel maschio.
Pelle: biancastra.
Struttura Piumaggio: abbondante e
ben serrato al corpo, più leggero nella parte inferiore.
Testa: non troppo piccola, ma di media
grandezza comunque ben proporzionata, che si restringe all’attaccatura del becco.
Colorazione Piumaggio:
Mantello: grigio scuro brunastro con all’estremità delle penne una fine orlatura bianca. Piumino grigio biancastro. Collo: parte anteriore più chiara. Coda: grigia con margine bianco. Ventre: grigio chiaro fino a bianco.
Becco: forte, alto all’attaccatura, più
corto della larghezza della testa, unghiata leggermente piegata ad uncino. Colore giallo/arancio, unghiata
rosata.
Occhi: bruni con caruncole oculari rosso/arancio.
Faccia: guance abbastanza sviluppate.
Collo: cilindrico, piuttosto lungo; un po’
più corto e affusolato nella femmina,
che si irrobustisce verso l’attaccatura
col tronco.
Spalle: larghe.
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