Ri c o r d a n d o l ’Or d i n azi o n e Sa c e r d o t a l e d i
Do n Er m a n n o
a v v e n u t a n e l Du om o d i M o d e n a i l 3 s et t e m b r e 1 9 5 0
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Pa r r o c c h i a d i Sa n Fr a n c e s c o – M o d e n a
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5
6
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Talora si incontrano persone che non si d im enticano più: per m olti
questo fatto è accad uto qu and o hanno conosciuto Don Erm anno
Pollastri.
Tanti lo consid erano già santo avend o incarnato in vita, in m od o
eccezionale, la virtù teologale d ella carità.
******
Don Erm anno Pollastri nasce a Mod ena il 30 luglio 1926, viene
ord inato sacerd ote nel Du om o d i Mod ena il 3 settem bre 1950, è
d irettore sp irituale d el Sem inario Metrop olitano d i Mod ena d al 1962
al 1971 e successivam ente parroco nell’attigua Parrocchia d i San
Francesco d i Mod ena (1971-2007). Mu ore il 30 giu gno 2007.
7
8
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Molti afferm ano che Don Erm anno
avesse il d ono d i confortare le p ersone;
infatti, p u r non p otend o, già, conoscere i
problem i d i chi gli stava accanto, lu i
riusciva com e a percep irne il d olore, al
solo sgu ard o. C’è chi racconta che Don
Erm anno gli abbia ad d irittura p rop osto
d i p iangere insiem e, per cond ivid ere la
sofferenza d ovuta a qualche croce pesante!
Col su o m od o garbato, non m anifestava m ai sentim enti com uni e
m od erni, com e lo stress o l’affanno e consentiva a tu tti, o m eglio a chi
lo d esid erava veram ente, d i accostarlo per ricevere la consolazione
che viene solo d al Signore e che lu i riusciva a
trasm ettere. Talora ascoltava in silenzio lunghi
sproloqu i farneticanti, d and o la possibilità a
tante persone em arginate d alla società d i
ricevere attenzione e, anche per questa via,
sollievo. Oggi, c’è chi vive con m aggiore fatica
proprio perché Don Erm anno non p u ò p iù
svolgere
nella
sua
vita
quel
ru olo
di
“analgesico”, che gli perm etteva d i sopp ortare
con p iù calm a le p roprie croci qu otid iane.
9
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N on sarà m ai p ossibile conteggiare il
num ero d i penitenti che si sono rivolti a
Don Erm anno per confessare i p ropri peccati e ricevere l’assoluzione!
Am m inistrava il Sacram ento d ella Riconciliazione tutte le volte che
gli veniva richiesto e questo accad eva spesso, p erché in certo qual
m od o si p otrebbe d ire che attirava le persone. A d ifferenza d i altri
sacerd oti, cercava il d ialogo con ciascu n penitente, tentand o sem pre
d i instaurare u n rapporto d i d irezione sp iritu ale, in cui cred eva
m oltissim o:
capitava
così
che
parecchi
fed eli
cercassero
specificatam ente d i lui p er la confessione p eriod ica. In prossim ità d el
N atale e d ella Pasqua, vi erano giorni in cui saltava sistem aticam ente
pranzo o cena prop rio p er d ed icarsi totalm ente a qu esto Sacram ento!
Almeno all’inizio, chi non lo conosceva poteva percep ire un certo
d isagio, d ovend o sottop orsi al su o interrogatorio, che m irava
com unque solo ad and are al cuore d i ogni questione sollevata d al
penitente stesso. Ma ciò che colp iva il fed ele assid uo era la m etod icità
con cu i il sacerd ote gu id ava il p enitente a realizzare un vero
cam m ino sp iritu ale, chied end ogli e offrend ogli collaborazione perché
la Grazia d el Signore p enetrasse e favorisse la sua conversione. Senza
d u bbio si p u ò d ire che, a d ifferenza d ella m aggior parte d egli u om ini,
lu i fosse, com unque, assai p iù intransigente con se stesso che con
tu tti gli altri, penitenti com p resi.
10
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Don Erm anno Pollastri ha sem p re celebrato la Santa Messa nello
stesso m od o, cioè con lo stesso stile: concentrato su quello che stava
avvenend o su ll’altare, benché prestasse anche grand e attenzione
all’assem blea. È sem p re stato, alm eno all’apparenza, calm o e pacato.
H a sem pre valorizzato m olto il silenzio d u rante le celebrazioni,
sop rattutto d op o l’om elia e d opo la Com unione. Du rante la Santa
Messa,
che
era
d avvero
essenziale, perché non c’era nulla
d i superflu o, Don Erm anno era
solito cu rare l’introd uzione; non
faceva om elie lu nghe e conged ava
l’assem blea d icend o sem pre “N el
nom e d el Signore, and ate in
pace!”. In ogni sua celebrazione
non m ancava m ai la p reghiera p er
i m oltep lici fed eli d efunti, e questo avveniva anche nei giorni feriali.
Celebrava solitam ente al m attino, alle 7.30, tutti i giorni, anche
quand o era gravem ente febbricitante e/ o gravato d a intensi d olori,
che lui solo conosceva, in p iù parti d el corpo. N onostante i problem i
che aveva agli arti inferiori, non era infrequ ente che, d a solo,
sistem asse tutte le sed ie d i Sala N ava, in occasione d i qualche
incontro d i p reghiera o conferenza pubblica. Molte associazioni
religiose e num erosi grup p i facevano riferim ento alla Parrocchia d i
San Francesco, ove il parroco, d irettam ente o ind irettam ente
11
coinvolto nelle iniziative, fissava gli ap puntam enti m ensili, che
annotava con precisione nell’agend ina personale.
Don Erm anno ha salutato tutti il 30 giugno 2007, p roprio m entre il
sacerd ote che l’avrebbe poi sostituito (p er esp resso d esid erio d i Don
Erm anno stesso) stava celebrand o la Santa Messa d elle 7.30 (cioè
quella che lu i solitam ente celebrava d a m olti anni) che, p er d ecisioni
già prese in passato, sarebbe stata sosp esa proprio nei d ue m esi
segu enti, quasi un lutto preannunciato. Qu ella m attina tra l’altro i
fed eli ebbero la gioia d i p oter p artecipare alla celebrazione all’interno
d ella chiesa in restau ro, per gentile concessione d ei tecnici d el
cantiere, lasciand o quind i vuota Sala N ava, che era stata u tilizzata
fino a quel giorno.
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6DQ)UDQFHVFR
La Parrocchia d i San Francesco, com e tutto
il centro storico d i Mod ena, ha subito
num erosi cam biam enti in questi ultim i
d ecenni, per quanto rigu ard a la sua
pop olazione: basti pensare alle progressive
m igrazioni d ei resid enti verso i quartieri
periferici e i p aesi vicini; all’arrivo d i
nu m erose fam iglie d el Su d Italia, sop rattutto negli anni ’60 e ’70, che
a loro volta si sono trasferite altrove, lasciand o sp azio agli im m igrati
extracom u nitari d i origine africana e asiatica d el p eriod o più recente.
12
Questo
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d i fed eli non p oteva favorire
l’attività d el p arroco, m a Don Erm anno non si
arrese m ai e per m oltissim i anni d ivenne un
p unto d i riferim ento in p iù cam pi per l’intera
Diocesi, sop rattutto tenend o viva la spiritu alità
d i San Francesco, Patrono d ’Italia, sem pre
festeggiato in m od o solenne il 4 ottobre d i ogni
anno, nella celebrazione litu rgica pom erid iana,
m om ento fond am entale d ’incontro per m olti
che vivevano la spiritualità francescana. Am ava veram ente m olto la
sua Parrocchia e per i su oi p arrocchiani avrebbe d ato la vita, com e
effettivam ente fece prod igand osi fino alla fine: con la febbre alta,
pochi m esi p rim a d ella m orte, and ò a visitare gli am m alati,
spostand osi con la sua vecchia bicicletta, d op o aver celebrato la
Messa!
Per motivi d i salute (gli m ancava un polmone e aveva problem i alle
gam be) non si d ed icò m ai in m od o sistem atico alle bened izioni
pasqu ali, m a su richiesta era sem p re p ronto a visitare i fed eli.
Cercava d i essere sem p re, costantem ente, reperibile anche se non si
sentiva in grad o d i u sare un cellulare, che in effetti non ebbe m ai.
L’ufficio parrocchiale coincid eva con l’abitazione, in cui viveva con i
su oi genitori. Il num ero telefonico d i casa e quello d ell’ufficio
parrocchiale coincid evano, per cui lu i era sem pre “in servizio”.
Aveva d ato d isp osizione ai su oi collaboratori, che generalm ente alla
m attina e al p om eriggio erano presenti in chiesa p rim a e d op o la
13
Messa, d i ritirare eventuali pacchetti o bu ste e d i collocarli nel suo
cassetto personale in sagrestia (contrad d istinto d all’etichetta); così lui
poteva essere op portunam ente e prontam ente inform ato in m erito ai
bisogni d ei su oi parrocchiani.
Tra le parrocchiane aveva una pred ilezione tutta p articolare per le
“Angeline” (le figlie d i Sant’Orsola, legate a Sant’Angela Merici) d i
Via Giannone, che Don Erm anno consid erava com e “la sua second a
fam iglia”: per esse svolse a lu ngo il ru olo d i assistente spirituale.
Sorp rend eva la sua capacità d i accogliere il nuovo, sia che si trattasse
d i persone, sia che si trattasse d i progetti pastorali: talora pareva un
giovane m ascherato d a vecchio!
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Don
Erm anno
era
un
innam orato
d ella
Mad onna. Recitava continu am ente il rosario e
invitava tutti a fare altrettanto. Sosteneva e
sollecitava i fed eli a ricord are la Vergine Santa
d u rante i m esi a lei d ed icati, m aggio e ottobre.
Durante il mese d i m aggio veniva sem pre
recitato il rosario in alcune vie, d ove ancora sorgono ed icole e p iccole
cap pelle a Lei d ed icate e d ove il parroco celebrava la Santa Messa in
giorni
particolari, con
grand e
apprezzam ento
da
parte
d ei
parrocchiani. Era legatissim o alla p rocessione annuale d i Via Am ici,
che per anni curò in collaborazione con il p arroco d ella vicina
parrocchia d i San Pietro.
14
Quand o
ancora
nessuno
p arlava
volentieri d i Med jugorje, lu i d ecise d i
and arvi d i persona.
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N ella sua chiesa volle il Crocifisso sem p re
in bella m ostra e non si accontentò d i
quello m aestoso su ll’altare, infatti d ecise
d i procurarsene app ositam ente uno d a
sistem are tra i banchi, in fond o alla
chiesa. Fu così che acqu istò una scu ltura
lignea grand e, che collocò prosp iciente al p ortone principale, id onea
ad essere sp ostata in occasione d i funerali e m atrim oni, m a che,
com unque, d oveva rim anere in m ezzo alla gente, affinché non ci si
d im enticasse
strad a
m ai la
obbligata
e
necessaria per segu ire
Gesù.
La
evangelica
sequ ela
costitu ì
u no d ei cap isald i d el
su o
insegnam ento,
che,
specialm ente
negli u ltim i d u e anni, incarnò, continuand o a d ed icarsi a tutti,
nonostante il d olore e le lim itazioni cau sate d alla m alattia.
15
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Taluno p otrebbe quasi pensare che Don Erm anno fosse silenzioso p er
costituzione, per aver perso un polm one p rim a d ei vent’anni e per
aver sofferto d i p roblem i alle cord e vocali, causati o acu iti
d all’insegnam ento p rolungato, m a, in realtà, il suo era un silenzio
che, prim a d i tu tto, era interiore e che, p roprio p er qu esto, gli
consentiva
di
instancabilm ente.
applicarsi
Ad
alla
esem p io,
preghiera
per
lu i
continuam ente
era
e
imp ortantissim o
m antenere un certo raccoglim ento in chiesa e nella sagrestia
antistante e c’è chi ancora si ricord a la voce forte d i Don Erm anno
quand o, e accad d e una sola volta, si
levò p rop rio p er zittire taluno in qu el
lu ogo!
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Oggi tu tti corrono anche quand o non
hanno niente d a fare o alm eno nessun com p ito u rgente d a
ad em p iere: epp ure qu esto
PRGXV YLYHQGL
è d ilagato com e una vera
epid em ia, contagiand o talvolta anche il clero! Qu esto non accad eva a
Don Erm anno che riu sciva sem pre con la su a “flem m a” a fare tutto
quello che occorreva, m ettend o in fila le singole attività necessarie,
senza aggiu ngerne d i su p erflue, nascond end o stanchezza e stress. In
un’ep oca storica, in cu i il ru olo d el sacerd ote cattolico sem bra in crisi,
i Sem inari vuoti d ep rim ono e m olti m inistri sono sotto accusa p er
reati gravi (si pensi ai casi d i abusi sessuali), la figu ra d i Don
16
Erm anno p uò d avvero essere ad d itata com e
un esem pio, sp ecialm ente ai p iù giovani,
perché era un pu ro, era u m ile, verace,
m eticoloso e zelante, perennem ente assorto
in
p reghiera,
concentrato
am ante
d u rante
d ella
ogni
Mad onna,
celebrazione
liturgica, d ed ito ai su oi im pegni p astorali
fino alla m orte. N on solo con le parole, m a
ancor p iù coi fatti ha d im ostrato che è possibile essere un prete serio
e im p egnato, fed ele alle p rop rie prom esse im p oste d al Sacram ento
d ell’Ord ine, a d isposizione d i tutti 24 ore su 24, senza trascu rare m ai
nessuno, nem m eno i prop ri fam iliari, anzi a partire prop rio d a quelli.
Tanti ricord ano ancora quanta cu ra ebbe per il pad re am m alato e
com e non si spense m ai il su o affetto sia
per la p rim a m ad re (d eced uta quand o
Don Erm anno aveva 19 anni) che per la
second a: ai congiunti d efunti d ed icava
ogni
anno
qu alche
Messa.
Cred eva
m oltissim o nel valore d ella verginità, che consid erava d avvero un
d ono foriero d i m ille altri d oni, per sé e per gli altri, solo, s’intend e, se
sostenuta e nutrita d allo Spirito Santo. Sono tante le cose che p oteva
insegnare ai confratelli, e che sicuram ente ha insegnato: m olto p iù
con il suo esem p io, che con le sue parole! H a d im ostrato che essere
sacerd oti zelanti non significa d over d iventare necessariam ente
ingom branti e scom od i per gli altri, p rotagonisti a tu tti i costi con
17
tante parole e tante azioni su perflue. Tutto ciò, infatti, può essere
m olto d annoso, perché non si lascia a Dio il p rim o e l’u ltim o p osto, la
prim a e l’u ltim a parola: Don Erm anno sapeva che era sem pre Dio che
convertiva e non lu i! Molti sacerd oti si confessavano regolarm ente d a
Don Erm anno che, con grand e cura, prop rio com e un p ad re attento, li
sosteneva
nel
d uro
cam m ino,
che
cond ivid eva con loro. Desid erava tanto
che i sacerd oti d ed icassero p iù tem p o ad
am m inistrare
Riconciliazione
il
Sacram ento
e
con
la
d ella
sua
testim onianza sperava d i convincerli ad
im itarlo. Incarnava la figura d el sacerd ote
un p o’ schivo e riservato, perché a su o
giu d izio ogni p rete d oveva cercare d i
conservare un prop rio spazio, anche fisico, in cu i agire ind isturbato,
per p oter stu d iare, m ed itare e pregare: in certi m om enti, infatti,
d isturbare Don Erm anno significava forse p roprio interrom pere un
d ialogo con il Signore! Pu r avend o un carattere assai forte, non si
im poneva m ai: non era m ai aggressivo o invad ente! Alle volte
appariva d ebole nei confronti d i taluni, m a si trattava solo d i
apparenza, perché d a tutti era consid erato u n uom o m olto
d eterm inato, fino all’ostinazione, sep p ur parim enti paziente. Il
sacerd ote, second o lu i, d oveva essere una gu id a e proprio per qu esto
insegnava a pregare, com e un m aestro p remu roso e ne è prova
grand e il silenzioso raccoglim ento registrato d u rante il su o funerale il
18
2 luglio 2007, nella Catted rale grem ita. Forniva sussid i per la
riflessione p ersonale su sp ecifici tem i sp irituali, consigliava la lettu ra
d i libri e riviste e, ad d irittura, su ggeriva la visione d i pellicole (che
talora perfino p restava ai fed eli). Am ava m oltissim o il cinem a e
spesso visionava rip etutam ente, in solitud ine, VH S registrati con
pellicole trasm esse alla televisione incentrate su figu re bibliche d i
grand e rilievo (es. gli p iaceva m oltissim o un lungom etraggio recente
su lla vita d el p rofeta Gerem ia). N on si lim itava m ai a d are e non
faceva m ai pesare la su a ricchezza esp erienziale, um ana, cultu rale,
m a cercava il colloqu io u m ile con chiunque. N on tem eva il confronto,
non
cercava il contrasto e qu and o era qu asi inevitabile il
com battim ento, cercava d i evitarlo, se lo stimava inutile o d annoso,
spesso avvalendosi d ell’ironia!
N ei confronti d i alcu ni confratelli aveva un com p ortam ento
senz’altro m olto originale: es. capitava che continuasse a d are d el
“lei” a qualche sacerd ote lievem ente attem pato p iù d i lu i solo per
sentirsi più giovane, almeno così d iceva. Per ciascuno d ei sacerd oti
d ell’attigu o Sem inario Metrop olitano, che erano soliti aiutarlo nel
corso d ell’anno, Don Erm anno aveva riservato spazi specifici d ella
chiesa d i San Francesco, contrassegnati d a etichette con il nom e d a lui
m ed esim o vergato: così si p oteva d istinguere il confessionale
d ell’u no o d ell’altro, il relativo cassetto ed il p orta abiti sacri. Anche
in questo m od o Don Erm anno riu sciva a rend ere m anifesto il suo
affetto. Ecco perché si sentivano sem pre tutti ben accolti! Il sacerd ote
non d eve sentirsi e nem m eno essere estraneo alla società in cu i vive e
19
per questo Don Erm anno era sem p re ben inform ato a prop osito d ei
progetti d el Com une che riguard avano il territorio d ella Parrocchia.
Anche in qu esto caso valorizzava m olto i laici, d elegand o a loro
com p iti organizzativi specifici. Stim ava assai il p ercorso sp iritu ale
neocatecum enale e con la com unità, che aveva com e sed e la
Parrocchia d i San Francesco, trascorreva brevi, m a frequenti esercizi
spiritu ali.
'RQ(UPDQQRHLSRYHUL
Don Erm anno parlava rispettosam ente con
tu tti, riconoscend o la d ignità fond am entale
presente in ogni u om o e d onna. I poveri
erano per lu i tutti coloro che avevano
bisogno
d i qu alche
cosa
nel m om ento
particolare in cu i lo incontravano. Stup iva il
fatto che per tutti, m a p rop rio per tutti, Don Erm anno riuscisse a d are
qualche cosa che, seppu r p arzialm ente, sod d isfaceva sem pre un
qualche bisogno.
Aveva cap ito che qu esta società uccid e con l’ind ifferenza, così lu i
cercava d i m anifestare l’am ore d i Dio, second o le su e p ossibilità,
venend o incontro a chi lo “aggred iva” d op o la Santa Messa d elle
7.30, con richieste e pretese. E lu i con garbo ed ed ucazione, pazienza
e sorriso accoglieva tu tti e p er tutti aveva una parola gentile.
N on si separava m ai d alla su a piccola agend a, perennem ente
nascosta in un taschino, ben celato d ell’abito nero che ind ossava
20
sem p re. In essa annotava num eri telefonici e d ate im p ortanti, così
poteva accad ere anche che telefonasse solo per fare gli au guri a chi
giu d icava povero d ’affetto, prop rio per regalargli un pensiero gentile.
Spesso, forse, si sentiva p iù povero d egli altri, perché solo così si p u ò
giu stificare la su a insistenza nel ringraziare chi era gentile con lu i e
gli faceva qualche piccolo regalo. Am ava i d oni utili, m a anche quelli
originali e, se poteva scegliere, p red iligeva quelli che p oteva
cond ivid ere con altri (es. caram elle, che poi d istribuiva ai bim bi).
I p eccatori erano, second o lui, i poveri p iù p overi e, prop rio p er
questo, su l loro conto, non voleva sentire critiche, p olem iche oppu re
osservazioni m aligne.
'RQ(UPDQQRHOD&KLHVD
Am ava la sua parrocchia a partire d alle
fond am enta d ella chiesa e tutti ricord ano il su o
grand e d olore quand o app rese d ai tecnici che la
struttura d ell’ed ificio necessitava d i interventi
urgenti. Trascorreva m olto tem p o tra i banchi d ella chiesa, sem pre
d isp onibile alla confessione d i qualche passante, unito qu asi
ind issolu bilm ente al su o “breviario”, che leggeva continuam ente p er
attingere forza e alim entare così la sua sp iritualità. L’insegnam ento
prolu ngato (presso le scu ole m ed ie inferiori “Alfieri” d i Mod ena e, in
qualità d i parroco, p resso le elem entari d i Via Caselle e le scu ole
Pascoli) gli p rocurò un serio p roblem a alle cord e vocali, spesso d a lu i
21
trascu rato.
N on
perse
m ai
l’abitu d ine d i scrivere e annotare
pensieri per sé e p er altri, così,
oltre a pu bblicare innu m erevoli
ed izioni d i un piccolo op uscolo in
form a d i catechism o con d om and e
e risp oste, p rese ad append ere grand i cartelli, d a lu i scritti, alle pareti
d ella chiesa, quasi fossero grand i lavagne scolastiche. Tu tti ricord ano
questi grand i m anifesti fissati un po’ ovunque (accanto al palinsesto
d elle trasm issioni d i Rad io Maria) su i quali, d i su o p ugno, segnava
orari (es. le confessioni d ei ragazzi), brani biblici (es. i Dieci
Com and am enti) e raccom and azioni d i ord ine pratico relative anche
all’accensione d elle cand ele. Era stato istallato un espositore per le
riviste usate a d isposizione d i chiunque, sia p er la consegna, sia per il
ritiro gratuito. Faceva tutto lu i, scriveva e append eva, ed anche
quand o si trattava d i ad d obbi e luci, c’è ancora chi si ricord a d i qu el
parroco che coraggiosam ente saliva su scale altissim e, con la calm a d i
sem p re. Second o Don Erm anno la Chiesa non d oveva stare chiusa in
se stessa, ma collaborare con tutte le stru tture, istitu zionali e non
istituzionali, p resenti nel territorio. Ecco perché, nonostante la
stanchezza e le sofferenze, era p resente alle conferenze organizzate
nel
d op ocena
d alla
Circoscrizione
com unale
o
da
qualche
associazione o grupp o, nella chiesa d i San Francesco o in qualche
altro lu ogo d el centro città.
22
'RQ(UPDQQRH6DQ)UDQFHVFR
Era u n u om o essenziale! Dorm iva e m angiava per
lo stretto necessario! Pronunciava le parole che
servivano e solo quelle, p oi conged ava le persone
m ostrand o
la
m ano
d estra
e
d icend o
“Arrived erci!”, p er and are al cap ezzale d i qualche
m alato o celebrare un fu nerale. Era essenziale in
tu tto quello che faceva! Era un d egno d iscepolo d i San Francesco, d a
cui aveva app reso l’arte d ell’u m iltà, d ella
m itezza e d el nascond im ento. Am ava
sorella p overtà e lo m anifestava nel su o
m od o d i vivere, quotid ianam ente, con
tutti.
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Senza d ubbio Don Erm anno am ava lo stile d iretto,
la concretezza e la sobrietà d el santo frate a cui fu
d ed icato, sin d agli anni ’80, per esplicito d esid erio
d i alcuni parrocchiani, con la bened izione d el
parroco, un “Grupp o d i Preghiera d i Pad re Pio”
presso la Parrocchia d i San Francesco. Don
Erm anno anim ava l’appuntam ento m ensile d ei fed eli d evoti e ogni
anno, fino al 2006, li accom p agnava in p ellegrinaggio a San Giovanni
Rotond o. È sem p re stato un pellegrinaggio ap erto a tutti gli
interessati anche non p arrocchiani. Sebbene d ovesse essere per lu i
23
una grand e fatica, d iceva, a chi lo rim p roverava, che and ava perché si
“d ivertiva”: solo lu i e Dio Pad re conoscono la verità. Don Erm anno,
com unque, in p ellegrinaggio non si riposava m ai, p regava a lungo
rintanato in fond o al p u llm an, sem p re d isp onibile per il d ialogo
spiritu ale e la confessione: testim oni p ossono afferm are che anche
d u rante il su o u ltim o viaggio nella terra d i
San Pio ebbe m od o d i confessare un
giovane p ellegrino, che non era d ella
com itiva
m od enese,
e
che
lo
aveva
accostato m entre si recava a pied i verso
l’albergo, d opo cena.
Alcuni anni prim a d i m orire aveva ricevuto in
d ono, d ai fam iliari d i u na m iracolata, una statu a
bronzea d i Pad re Pio d i circa 2 m etri che lui con
orgoglio m ostrava a tutti, affascinato d a qu egli
occhi che per lu i erano com e vivi!
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Per Don Erm anno le d onne non rapp resentavano
Eva, la progenitrice d i ogni u om o, m a il m od ello d el cristiano, cioè la
Mad re d i Dio, la Vergine Santa. Ecco perché, a d ifferenza d i tanti
confratelli, riu sciva ad avere con tutte le d onne un ottim o rapp orto d i
collaborazione
recip roca,
com e
se
queste
percep issero
tale
d isp onibilità d ’anim o. Ecco perché vari ru oli parrocchiali sono
sem p re stati svolti d alle parrocchiane, che god evano d ella fid u cia d el
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parroco: infatti, m olte si d ed icano alla catechesi, altre collaborano
nelle varie celebrazioni e sop rattutto nell’anim azione d el rosario.
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Difficilm ente
lo
arrabbiato; infatti
si
ved eva
cercava
di
rabbuiato
reagire
o
con
pacatezza e ragionevolezza ad ogni evento d ella
vita. Sorrid eva con tanta d olcezza in special
m od o qu and o si trovava tra i bam bini d el
catechism o o con i m onelli d el quartiere che,
non d i rad o, accom pagnava a giocare al parco antistante la canonica,
quand o era p iù giovane.
Molti pensano che sia strano che un
sacerd ote, sp esso intento a d are l’unzione d egli infermi, conservasse
ancora tanto
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d a p oter sorrid ere alla vita, m a anche questa è
Grazia d i Dio. N egli u ltim i anni scherzava spesso a prop osito d ella
sua alim entazione scarsa (forse per scelta) e d el bastone che u sava
per cam m inare: a questo p rop osito era solito afferm are che gliene
avevano regalato uno nu ovo, p rovvisto d i effige religiosa, che lo
aiutava a cam m inare m eglio. Forse p ochi com p rend evano la sua
ironia sottile d a u om o intelligente e colto, concentrata in battute
brevissim e, p ronunciate quasi sottovoce, col tim ore d i offendere.
Spesso trap elava solo allora la sua cu ltura vasta, che m anifestava
raram ente, perché non voleva um iliare nessuno: per gli stu d i che
aveva fatto conosceva bene latino, greco e francese, inoltre aveva
stud iato m olto la Sacra Scrittura, d i cu i era d avvero ap passionato.
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Quante volte ho avuto il bene d i confessarm i d a Don Erm anno! Da
quand o un giorno in San Bartolom eo a Mod ena lo incontrai
com e confessore la p rim a volta: e fu com e una ventata d i p rim avera,
una riscoperta d el Sacram ento com e d ono d el Signore, che
perd onand o rigenera con la d elicatezza, la bontà, la fid ucia d i Gesù:
sì, m i sem brava d i avere incontrato Gesù e d i toccare il Cielo con un
d ito, tanto che a m io fratello, che in quel tem po era tribolato e
ansioso, consigliai d i and are a cercarlo p er la confessione
perché ne avesse conforto. Poi lo cercai com e confessore abitu ale in
San Francesco, la su a Parrocchia, e facevo la fila coi poveri, che d opo
la Santa Messa d el m attino regolarm ente occu pavano la sagrestia: m i
ved eva e allora m i faceva cenno d i p reced erlo nella stanzetta a lato
d ella sala N ava, una sp ecie d i rip ostiglio per gli oggetti d ella chiesa.
Con pazienza ogni volta, all'inizio d ella confessione m i ripeteva che
non d ovevo su bito iniziare con "la lista" d ei peccati, m a con un
pensiero d i riconoscenza al Signore per una cosa bella che m i aveva
allietato d i recente o per una vittoria sp irituale ottenuta su un m io
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d ifetto, e m i insegnava a non essere generica nell’accusa d ei peccati,
m a a riconoscere u na circostanza precisa d i cu i chied ere perd ono a
Dio; m i esortava ancora a scegliere io stessa un pu nto su cu i lavorare
per acqu istare santità. Quand o gli sottop onevo u na d ecisione d a
prend ere, sapeva consigliare com p ortam enti d i saggezza, d i non
fretta, tracciand om i anche un percorso d i tappe illu m inanti sia p er
m e che p er gli altri coinvolti nella d ecisione d a prend ere. Sap eva
anche pu ntare con tagliente ironia all'occorrenza, su un d ifetto,
opp ure incoraggiare alla fid ucia nell'am ore d i Cristo e nella vittoria
finale d el Bene. Caro Don Erm anno, ora m i guid erà d al Cielo, fed ele
ancora al suo im pegno sacerd otale d i Maestro nella via d ella santità?
Lo spero e lo d esid ero: che Dio si serva ancora d i lei p er illum inare i
cu ori!
*****
Mi rasserena pensare che Don Erm anno il 30-06-2007 alle ore 7.30,
abbia voluto assistere d a lassù, m a con noi, alla Santa Messa nella sua
am ata chiesa. Chissà…quella cam panella, quel giorno, forse voleva
com unicarci che Don Erm anno era vicino al Signore. Quanta gente
aiutava in m od o schivo, u m ile, m a con tanta carità! Una signora
anziana (che riceveva ogni giorno l’aiuto d i Don Erm anno e spesso si
ferm ava per la Santa Messa) l’ho incontrata qu alche giorno d op o il
30-06-2007. Si è ferm ata e m i ha d etto con voce rotta d alla
com m ozione: “Lu i è m orto!”..Lu i che nella vita quotid iana e
pastorale rapp resentava la bontà, la m itezza, la fed e! Si d ice che tutto
passa…forse…m a il bene, la carità, l’u m iltà, la fed e d i Don Erm anno
saranno com e u n grand e messaggio che, ogni giorno, al suono d elle
cam p ane d i San Francesco, si d iffond eranno sem p re su d i noi. Grazie
Don Erm anno, continu i a p regare per tutti com e ha sem p re fatto.
Questo è il più grand e d ono che ci ha d ato e che continu a a d arci.
*****
….lo conoscevo com e parroco, catechista, m a non l'ho m ai sentito
fare d ei d iscorsi religiosi al d i fuori d elle om elie. Peraltro and avo
sem p re alla Messa d el sabato sera con Don Gu id o (d i cu i ap prezzo
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m olto le om elie). Di d on Erm anno ho ricord i d i bam bina, quand o
frequentavo il catechism o; pensa che a volte, non essend oci m olte
stanze, facevam o lezione in sala d a pranzo d ei su oi genitori (sem pre
che i m iei lontani ricord i non siano m ostru osam ente confusi). I su oi
genitori erano sem pre gentilissim i, così com e lo era lu i. Tim id o,
sem p re sorrid ente; p urtrop po non ricord o m olto d elle volte in cui
tenne l'ora d i religione a scu ola (le elem entari Pascoli). H o fatto la
Com unione con lu i, m a sono passati tanti anni...Era un u om o m olto
bu ono, benché non lo conoscessi affatto m i appariva com e il
sacerd ote p erfetto: sem p re p ronto ad ascoltare, d isp onibile, m olto
um ile, gentile, sem p lice. Com e era p overa la parrocchia, così era lui
con quella vecchia bicicletta (dop o cred o ne avesse u na nu ova)…..
erano tanti anni che non lo ved evo più e non veniva a bened ire le
case; lo ved evo giu sto a fine m aggio per la p rocessione...
*****
Chi era Don Erm anno Pollastri?
L’Arcivescovo d i Mod ena-N onantola, Mons.Benito Cocchi, d u rante
l’om elia d el fu nerale d i luned ì 2 luglio 2007, ha d ecantato
ripetutam ente il su o zelo, m a forse ognuno d ei nu m erosi p resenti (io
com p resa) avrebbe volu to aggiungere m ille altre parole per
d escrivere e sp iegare il rapp orto sp ecialissim o che lo aveva legato a
quell’ottantenne (avrebbe com piuto 81 anni il 30 lu glio 2007)
perennem ente vestito col suo abito sacerd otale scu ro: chi avrebbe
m agnificato la su a intelligenza vivace, chi la su a cultu ra vastissim a,
m a tutti avrebbero conclu so senz’om bra d i d ubbio, riconoscend ogli
un grand e cuore cap ace d i am are e d i far sentire ognuno am ato. Era
certam ente un uomo inim itabile, m a prop rio p erché era convinto che
tu tti al m ond o lo fossero, guard ava ognuno con gli occhi d i Cristo,
pronto a cogliere nel prossim o l’im p ronta ind elebile e im p areggiabile
d el Creatore. Probabilm ente, parland o con ciascuna d elle centinaia d i
persone stipate in Du om o p er la liturgia funebre, si sarebbero p otuti
scoprire i vari volti d i questo sacerd ote tu tto d ’un pezzo, che riu sciva
ad accogliere tutti, m a proprio tutti, accettando le d ifferenze d i
ciascuno, anche quelle più scom od e e vergognose o com u nqu e per lu i
incom p rensibili. Il su o sp irito giovanile lo p ortava ad am are
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l’avventura ed era d isp osto sem pre a intrap rend ere strad e nu ove, se
intraved eva la possibilità d i ottenere vantaggi spirituali per sé stesso,
per m igliorarsi, o per altri, che lu i poteva aiutare.
Chi era Don Erm anno Pollastri?
Chi l’ha conosciu to non pu ò non p arlarne bene, sebbene, com e tanti
grand i santi, abbia m ostrato un carattere un p o’ d ifficile, perché
sem p re d eciso ad and are avanti con le su e id ee e d ifficilm ente incline
a cam biarle. Lo contrad d istingueva un’ironia qu asi im perd onabile,
che non lo abband onava m ai e che sicuram ente lo aiutava a vivere
m eglio d all’alba al tram onto, rid im ensionand o i vari p roblem i e
segu end o d iligentem ente tutte le num erose attività legate al suo
ru olo d i parroco (d al 1971 nella parrocchia d i San Francesco), cu i si
d ed icava con grand e passione, al su o com p ito d i assistente spiritu ale
d i vari gru pp i e com unità, alla su a funzione d i d irettore spirituale d i
vari fed eli sop rattutto sacerd oti.
N egli u ltim i anni, Don Erm anno si era d avvero prep arato
scrup olosam ente
all’incontro
con
l’Altissim o,
sop rattutto
sperimentand o la sofferenza fisica pur continuand o tenacem ente a
svolgere ogni attività, com p resa la celebrazione, qu asi quotid iana, d ei
fu nerali e soprattutto le m olteplici confessioni. Dolore e m orte sono
stati p robabilm ente i tem i su cui lu i ha m aggiorm ente riflettu to
nell’ultim a parte d ella su a vita, anche avvalend osi d ella m em oria d ei
santi a cui era m olto legato: p rim o tra tutti, probabilm ente, Pad re Pio,
che questo sacerd ote and ava a visitare ogni anno a San Giovanni
Rotond o con il Grupp o d i Preghiera parrocchiale. N on sap rem o m ai
la verità, m a forse, p er lo scritto d el su o testam ento spiritu ale d atato
2005, è stato ispirato d a u na sequenza d i d iapositive prop rio a
prop osito d el santo d el Gargano che si conclu d eva con alcune parole
contenu te ap punto in u na lettera d i San Pio d a Pietrelcina:
“ FRQVXPPDWXPHVW”.
Chi era allora Don Erm anno Pollastri?
Direi sicuram ente….un sacerd ote, cioè un u om o d i Dio a
d isp osizione d ei bisognosi 24 ore su 24. Un p arroco che si prend eva
cu ra d elle anim e a lu i affid ate, entrand o nelle singole abitazioni p er
parlare con le p ersone nel loro am biente. Un prete che am ava e
incarnava l’essenzialità d i San Francesco: così mangiava p oco,
parlava p oco, forse d orm iva poco e sem brava ad d irittu ra che
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occupasse un p iccolissim o spazio persino all’interno d ei su oi abiti.
N on voleva d isturbare nessuno con la sua esistenza. Tend eva quasi a
sparire p er non ingom brare e non togliere la scena a qualcu no che,
più d i lu i, ci teneva ad occu parla. Tu tti però si erano accorti su bito
d ella sua assenza, quand o si era trasferito fu ori Mod ena per alcuni
m esi, alloggiand o presso am ici, per poter m eglio segu ire alcu ne
terap ie osped aliere.
Purtropp o, forse, soltanto ad esso abbiam o cap ito cosa ci ha regalato;
soltanto ad esso che non possiam o p iù ringraziarlo.
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DON ERMAN N O IN VERSI
N ei cu ori e in ogni abitazione
entrava con grand e
circospezione,
usand o un’ironia sorp rend ente
per p roteggersi d alla gente.
Forse però quel sano u m orism o
preservava gli altri d al
vittim ism o,
poiché la sua forte personalità
rid u ceva ogni altru i velleità
e tu tti si scoprivano un p o’
infanti
anche quand o gli anni erano
tanti.
Stava p erennem ente assorto
in d ivino costante rapp orto,
m a con l’età, la fed e e la ragione
poteva fronteggiare ogni
situazione,
agend o in m od o professionale
anche quand o era inform ale.
Contro la m od a im perante,
rifiu tava il protagonism o
d ilagante.
A p rop osito d ell’invad enza,
era riu scito a farne senza.
Appena poteva si d issolveva,
lasciand o la scena a chi la
chied eva.
Tenacem ente si era im pegnato
e testim one d i Cristo era
d iventato,
così d al Parad iso proteggerà
chi a lu i fid ente ricorrerà.
A m otivo d i u na croce
parlava solo sottovoce,
col tim ore p ersistente
d i d iventare silente.
Ciò gli avrebbe im ped ito
d avvero
lo svolgim ento d el m inistero,
ostacoland o ogni celebrazione
che cu rava con d evozione:
infatti il su o m aggior vizio
era quello d i rim anere in
servizio.
Era un vero sacerd ote
con una straord inaria d ote,
quella d i continu are ad am are
senza m ai d isperare,
con un d olcissim o sorriso
d ip into su l vetu sto viso.
Per le m olteplici attività
si avvaleva d elle sue capacità
cond ite con m itezza,
um iltà e tenerezza.
Persuad eva i fed eli lontani
a d iventare vieppiù sani
e le sue parole goccia a goccia
scioglievano ogni roccia
nei confessionali occupati
d ai penitenti inginocchiati.
Del p rossim o abilm ente
intu iva il d olore cocente,
chied end o a Dio d i m ed icare
quanto riusciva a rintracciare.
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Don Ermanno - Opuscolo agosto 2008