obiettivo LUGLIO 2008 Nuove frontiere Più facile l’identikit di malattie killer Prevenzione La strada giusta per chi non ama le sorprese L’approfondimento “Malattia tumore” L’organizzazione assistenziale non abbassa la guardia Il primato Decolla la Teleradiologia In pensione le vecchie lastre ANDAMENTO LENTO Nu a m st 1543 R.S. provvedimento 13/5 2003 Ulss 22 - Anno VI - N° 1 - Luglio 2008 Spedizione in a/p 45% . art 2 comma 20/b - I. 662/93 Periodico di informazione sanitaria cc er a p a l’ i U ag ins ti . 1 er li 2 to Percorso scolastico difficile? Dietro l’angolo può nascondersi la Dislessia. L’Ulss attiva per valutazioni e trattamenti mirati. Convenzionato Circolo Dipendenti Ulss 22 ANTEPRIMA SANITA’ E INFORMAZIONE I l vecchio adagio che relega impietosamente la Sanità agli ultimi gradini della scala sociale, che la considera obsoleta e inchiodata al palo, fa ancora notizia. Non la fa affatto, difficile a credersi, quando essa si percepisce in divenire per funzionalità, tecnologia, erogazione di servizi e professionalità dei suoi operatori. La ruggine che in alcuni casi intacca il tessuto sanitario non giustifica i dequalificanti luoghi comuni che infarciscono la cronaca e ai quali, troppo spesso, ci si affida per una spicciola identificazione. Come si sa, la gestione della Sanità, la sua progettazione e interpretazione passano attraverso l’operato dell’uomo e della politica, che come tali sono fallaci e passibili di errori: ciò non deve assolutamente fuorviare il giudizio nell’analisi complessiva della sua statura. La Sanità, oggi, non può rimanere in stand by: le nuove sfide in materia di salute non glielo permettono, perché la ricerca avanza sempre più speditamente. Uniche deroghe concesse, se vogliamo chiamarle tali, le riconversioni riferite a segmenti strutturali dismessi, dettate il più delle volte da economie e da bilanci non sempre floridi. Tutto il resto è in continua evoluzione: un work in progress che non ammette soste né tanto meno rallentamenti. Un processo che coniuga quotidianamente miglioria ed efficienza a fronte di uno status che non intende essere delegittimato dai rari “punti neri” che ne offuscano la reputazione. E’ vero che i viatici per arrivare al top sono sovente fati- cosi e sconnessi; ma è altrettanto vero che la bontà degli intendimenti e degli obiettivi li giustificano ampiamente. Stiamo parlando di un universo che non va solamente segnato col dito ma raccontato e tradotto all’utenza per mezzo di una comunicazione efficace, chiara e comprensibile. In questo senso la Direzione Strategica dell’Azienda ha provveduto, a partire dal 2003, alla pubblicazione di guide, opuscoli e del periodico aziendale “Obiettivo Sanità News” puntualmente distribuiti per facilitare l’orientamento del cittadino fra i meandri della Sanità. E da quest’anno lo speciale inserto dei numeri utili (da staccare a pag. 12 e conservare). E’ appunto sulla rivista che state sfogliando che poniamo l’accento e sul suo restyling: una veste tipografica ammiccante pur nel rispetto della sobrietà, la facile identificazione degli argomenti sulla prevenzione, ma soprattutto la forte tiratura che raggiunge, per la prima volta nella sua pur giovane storia, l’intero territorio dell’Ulss 22. L’auspicio da trarre è che “Obiettivo Sanità News” non rimanga solo il titolo di una rivista patinata ma, al contrario, venga recepito come il condensato di tanti sforzi indirizzati verso un obiettivo comune che rimane quello di rivestire il cittadino di tante attenzioni. IL DIRETTORE RESPONSABILE O.S. NEWS - Renzo Girelli [email protected] OBIETTIVO 3 Convenzionato Circolo Dipendenti Ulss 22 IO 200 8 Più AM AND TO LEN tiere fron e killer ovtikeit di malatti Nuen enortoe” m ndim a tu iale fo pro alatti sistenz dia L’ap az“Mione ssasa la guar ba anizz l’org non ab matoa: Il pri iologi e l’id facil ad lastre teler lla la vecchie Deco ne le nsio in pe ENT O . ssia disle irati. ile? i la iffic nders enti m od m 2008 stic nasco tratta Aprile 1e ò cola N° VI o s lo pu zioni no rs An 3 o o ta g s 22 I. 662/9 Uls 03 Perc o l’an s valu /b /5 20 ma 20 ls tr o 13 com 2 ent Die so l’U dim . art itaria vve % san s . pro a/p 45 one re R.S azi in P 1543 izione inform Sped ico Period L’U GL inse lss in rto ta e co da st sca acca ns a pa ervare re g. 1 obiettivo o v i t t obie LU di N. 1 LUGLIO 2008 SOMMARIO IN QUESTO NUMERO Periodico di informazione sanitaria Anteprima 03 Sanità e informazione Dentro la notizia 06 Sanità si rafforza l’asse Verona Veneto - Roma Via Ospedale, 5 - Sede Ulss Nomine Direttori Generali Alessandro Dall’Ora al timone Nuove frontiere 37069 Villafranca (VR) a cura dell’Azienda Ulss 22 - Regione Veneto Anno 6 - N° 1 - Luglio 2008 Redazione: Tel./Fax 045 6338366 - Cell. 339 3112909 Direttore Editoriale: Dott. Alessandro Dall’Ora Direttore Responsabile: Renzo Girelli Direttore Scientifico: Dr. Antonio Bortoli Comitato di Redazione: Carla De Beni, Daniela Fasoli, Denise Signorelli, Elmer Soffiati, Antonio Bortoli, Sergio Meggiolaro, Mario Garzotti Hanno collaborato: Dr. Antonio Conti, Dr.ssa Lilia Bonadiman, Angioletta Ganassini, Dr.ssa Luisa Andreetta, Dr. Ermanno Motta, Antonella Pietropoli, Dr. Giuseppe Pecoraro, Dr. Silvano Pedron, Dr. Raffaele Ceravolo, Dr. Antonio Michelon. Stampa e impaginazione: Masteprint s.n.c. Via Roma, 46/B - 37060 Mozzecane (VR) Più facile l’identikit di malattie killer Più vitamina D per evitare cadute...di “stile” Focus 12 I brutti volti della dislessia Prevenzione 14 La strada giusta per chi non ama le sorprese L’approfondimento 16 “Malattia tumore” L’organizzazione assistenziale non abbassa la guardia Sociale 18 Con “MadreSegreta” più cultura dell’accoglienza Abitudine o patologia? Dipendenze 20 Il primato 21 [email protected] Pubblicità: A tu x tu con lo specialista Ulss 22 presso la redazione del giornale Tel./Fax 045 6338366 - Cell. 339 3112909 08 Emergenze sociali 10 Decolla la Teleradiologia In pensione le vecchie lastre Tel./Fax 045 7930743 07 La posta 22 OBIETTIVO 5 DENTRO LA NOTIZIA Sanità Verona Veneto - Roma si rafforza l’asse Il veronese Sandro Sandri, classe ’54, ingegnere, già Consigliere Regionale del Veneto e Assessore del Comune di Verona agli enti partecipati, dal mese di giugno è approdato in Laguna per ricoprire il ruolo di L’Ass. Reg. Sandro Sandri Assessore alle Politiche Sanitarie della Regione Veneto. Succede a Francesca Martini diventata nel frattempo, dopo le consultazioni elettorali di Aprile, Sottosegretario al Ministero del Welfare, Politiche Sociali e Salute. Inutile aggiungere che la Sanità veneta e veronese in particolare ne trarrà un sicuro giovamento. A dir il vero il percorso è partito con Flavio Tosi, attuale sindaco di Verona, che ha sicuramente lasciato un’impronta significativa del suo operato, proseguendo poi con Francesca Martini e, oggi, con Sandro Sandri. E i risultati si sono visti e si stanno vedendo. Anche se fresco di nomina, l’Assessore Regionale Sandri si è subito rimboccato le maniche fiducioso rimarcando quanto sia importante il gioco di squadra che sarà possibile con il Sottosegretario Martini e i rappresentanti di cordata eletti a Roma, per risolvere non solo problemi di una certa portata ma soprattutto quelli giornalieri come le liste d’attesa. Questa la sua dichiarazione rilasciata alla stampa: “Invertire la tendenza e far si che il Veneto abbia la giusta considerazione anche a livello sanitario”. Dello stesso avviso il Governatore Galan che non solo identifica la Sanità veneta fra le migliori d’Europa ma indica Sandri una degna “staffetta” per garantire ad essa il ruolo d’eccellenza che le compete. Servizio di noleggio, lavaggio, trasporto e consegna di biancheria biancheria piana, confezionata e materasseria, materasseria, gestione guardaroba interni alle strutture sanitarie e distribuzione distribuzione biancheria nei singoli reparti, gestione servizio di sterilizzazione, lavanolo telerie con materiali speciali per sale operatorie, produzione di dispostivi medici sterili (corredi tessili e ferri chirurigici), chirurigici), progettazione e realizzazione di centrali di sterilizzazione. Sede Legale Via G. Calvino, 33 – 44100 Ferrara Tel. 0532599711 – Fax 0532773800 www.serviziospedalieri.it NOMINE DIRETTORI GENERALI Alessandro Dall’Ora al timone L’avvocato Alessandro Dall’Ora è il nuovo Direttore Generale dell’Ulss 22 di Bussolengo. Il professionista si avvicenda al Dottor Renato Piccoli entrato nel Comune di Verona in qualità di Direttore Generale. Il nuovo dirigente, dal 1991 al 1994, ha ricoperto molteplici incarichi presso l’Istituto Assistenza Anziani di Verona. Successivamente, nell’Azienda Ospedaliera di Verona ha maturato una ricca esperienza professionale, da prima come responsabile dell’Ufficio Legale e del Servizio Affari Generali, poi come Direttore di Dipartimento del Servizio di Gestione e Sviluppo delle Risorse Umane. Dal 2005 a oggi ha Il Direttore Generale AUlss 22 Dott. Alessandro Dall’Ora ricoperto l’incarico di Direttore Amministrativo dell’Ulss 14 di Chioggia. La nuova squadra Dr. Gianni Tessari (Direttore Sanitario) Classe 1952, laureato in Medicina e Chi- Dr. Valerio Bodo Dott. Mario Castagnini rurgia a Ferrara con specializzazioni in (Direttore Amministrativo) Igiene e Medicina Preventiva e in Medicina Classe 1949, laureato in Scienze Politiche (Direttore Servizi Sociali) Legale e delle Assicurazioni. Già Diretto- a Padova ed Executive Master “Emmas” Classe 1954, laureato in Sociologia, re Sanitario presso l’Ulss 28 di Legnago, (triennale) conseguito nel 2002 presso SDA dopo il corso perfezionamento in “Ma- dell’Azienda Ulss di Ferrara e dell’Azien- Bocconi in Direzione delle Aziende Sani- nagement dei Servizi Sanitari” presso da Ulss 20 di Verona dalla quale provie- tarie. Assunto nel 1974 presso gli “Istituti l’Università di Bologna e quello di for- ne. E’ stato Direttore Generale dell’Ulss Ospitalieri” di Verona è dirigente dal 1979. mazione Manageriale per i Direttori delle 18 di Rovigo. Di rilievo l’attività didattica, Direttore dell’I.R.C.C.S. Aziende Sanitarie organizzato dalla Re- scientifica e sociale. E’ stato membro per “Burlo Garofolo” di Trieste negli anni gione Veneto, è stato Direttore Respon- sette anni del Coordinamento dei Direttori 2002-03. Precedente posizione: Dirigen- sabile dell’U.O.C dell’Ulss 20 di Verona Generali delle Aziende Ulss ed Ospedaliere te Responsabile del Servizio Convenzioni e Direttore dei Servizi Sociali dell’Ulss 21 del Veneto e del CNEL. dell’Ulss 20 di Verona – Veneto. di Legnago dalla quale proviene. Amministrativo OBIETTIVO 7 NUOVE FRONTIERE Più facile l’identikit di malattie Il Direttore del Laboratorio Analisi Dott. Marco Caputo KILLER di Antonio Conti uretriti e cerviciti da Chlamydia trachomatis e Neisseria go- Con la diagnostica molecolare si indagheranno le molecole per lo studio di epatiti, Aids e malattie a trasmissione sessuale norrhoeae. In un prossimo futuro, in col- sentito anche ai laboratori clinici (non solo a quelli di ricerca laborazione con i colleghi del Reparto di specialistica) la possibilità di utilizzare queste tecnologie nel- Ostretricia e Ginecologia e del Servizio di la diagnostica routinaria e di approfondimento di immediata Anatomia Patologica sarà anche possibile applicazione in Clinica. Una decisiva considerazione che ha mettere a punto protocolli per la diagnosi spinto il laboratorio di Bussolengo a dotarsi della strumen- e la valutazione del rischio di oncogene- tazione e dell’organizzazione necessaria a integrare questa si delle lesioni da Virus Papilloma (HPV) cruciale fase operativa nella routine diagnostica dei nostri e per la prevenzione del cancro del collo pazienti. La tecnica della reazione a catena della polimerasi dell’utero. (PolimeraseChain Reaction, PCR) fu inventata da Kary Mul- La notizia Il Laboratorio Analisi Cliniche e Microbiologia, a partire da Dicembre 2007, è in grado di eseguire indagini molecolari per lo studio di malattie virali come le Epatiti (B e C) e la Sindrome da Immunodeficienza acquisita (AIDS), nonché per lo studio di malattie a trasmissione sessuale come Cosa è la diagnostica molecolare lis alla metà degli anni 80. Analogamente al sequenziamento del DNA, la PCR ha rivoluzionato la genetica molecolare. La tecnologia trova applicazioni nei campi più diversi della me- La definizione di diagnostica molecolare è dicina e della biologia quali la genetica, la microbiologia, la ormai da tempo entrata nell’uso comune virologia, la medicina forense, l’oncologia nonché in discipli- per descrivere tutte le metodologie neces- ne non mediche come la botanica, la zootecnia e numerose sarie per l’effettuazione di diagnosi di labo- altre. Il grande successo della tecnica della PCR dipende ratorio, sia di tipo qualitativo che quantita- dal fatto che essa consente di amplificare il DNA partendo tivo sugli acidi nucleici. da quantitativi ridottissimi, dell’ordine dei nanogrammi. Un Queste tecnologie sono oggi irrinunciabili per individuare la altro vantaggio della PCR, causa di molte malattie, sia quelle infettive che quelle dovute rispetto ad altri metodi di ad alterazioni genetiche. Inoltre la diagnostica molecolare è diagnosi a livello molecolare, sempre più spesso essenziale nel valutare l’efficacia delle te- è rappresentato dalla possi- rapie e per monitorare il decorso della patologia. Si può quin- bilità di amplificare segmenti di ritenere che le applicazioni della biologia molecolare siano molto piccoli di DNA, anche ormai parte integrante delle tecnologie diagnostiche di labo- se parzialmente degradati. ratorio. La sempre maggiore diffusione e la grande affidabilità Anche materiale biologico e riproducibilità delle tecniche di biologia molecolare ha con- non purificato può funziona- 8 OBIETTIVO re da stampo per il primo ciclo di amplificazione. Inoltre è frequentemente responsabili di complicanze sia ostetri- possibile eseguire questa indagine sia partendo da campioni che che ginecologiche bioptici freschi, quali cellule mononucleate del sangue, siero, - Per il monitoraggio delle Tossicodipendenze: nella dia- fluidi biologici vari (saliva, urina, liquor, gnostica e nel follow up delle com- ecc) sia da campioni istologici come plicanze infettivologiche che in questi fettine di tessuto incluse in paraffina. pazienti sono la norma (epatiti B e C, AIDS, meningiti ed encefaliti. Le applicazioni Le possibilità di applicazione della La duttilità della PCR, capace di identi- PCR Real-Time nella diagnostica in- ficare sequenze nucleotidiche di qual- fettivologica, viste le peculiarità, sono siasi tipo ed origine biologica, ne ha teoricamente illimitate: nella realtà at- esteso le applicazioni a tutti i settori tuale di una diagnostica di routine è della biologia e della medicina. Nel urgente disporre di un sistema com- settore delle malattie infettive la PCR pletamente automatizzato dall’estrazione dei campioni all’ottenimento è stata particolarmente utile nella conferma diagnostica di agenti che non era prima possibile del risultato e soprattutto di kit standardizzati che con- isolare in laboratorio – ad esempio i virus dell’AIDS (HIV) e sentano di disporre di risultati riproducibili e qualitativa- dell’epatite C (HCV) - o test surrogati per componenti an- mente ottimali. La rapidità con cui si ottiene il risultato tigeniche (HCV) o che siano presenti a concentrazioni non (2 – 4 ore) e la possibilità di evidenziare sequenze geni- rilevabili dalle tecniche tradizionali. Come spesso succe- che diverse in contemporanea rendono questa tecnica de, la disponibilità di una tecnologia affidabile e robusta ormai indispensabile anche per la diagnosi rapida delle ha favorito i progressi delle conoscenze sulla biologia e infezioni a carico del Sistema Nervoso Centrale (Encefa- patogenesi dell’AIDS e dell’epatite virale C e B, che sono liti e Meningiti): dare in poche ore al clinico un risultato stati notevolmente facilitati dalla PCR nelle sue applica- può evitare di somministrare terapie antibiotiche inutili zioni qualitative e quantitative. In ambito clinico, queste invece di terapie antivirali adeguate. Questo può anche metodiche hanno portato ad una più efficiente gestione portare ad una diminuzione dell’ospedalizzazione dei del malato al quale è possibile offrire una diagnosi più pazienti e quindi tutto sommato avere una ricaduta sui tempestiva ed una prognosi più accurata. Il seguire nel costi complessivi della sanità. Anche nel settore delle tempo la carica virale o batterica consente inoltre di pre- patologie genetiche la PCR ha permesso lo sviluppo di dire l’evoluzione dell’infezione e la gravità della malattia ad test diagnostici per l’identificazione di portatori di malat- essa correlata con la possibilità di proporre protocolli sem- tie monogeniche, anche in epoca prenatale, fornendo a pre più individualizzati di monitoraggio e terapia. soggetti o coppie a rischio soluzioni comportamentali o scelte terapeutiche prima non disponibili. Le indicazioni - Per la Gastroenterologia: nella diagnosi di approfondi- Il Laboratorio Analisi dell’Ospedale “Orlandi” mento, nella prognosi e nel monitoraggio terapeutico delle epatiti B e C. - Per l’Ostetricia-Ginecologia: nello screening e nella diagnosi di malattie a trasmissione sessuale, molto frequenti, facilmente curabili conosciute) ma (se poco diagnosticate e quindi OBIETTIVO 9 EMERGENZE SOCIALI - OSTEOPOROSI VITAMINA D per Più evitare cadute... di “STILE” di Renzo Girelli I l progressivo invecchiamento della popolazione è certamente una delle maggiori sfide del secolo. Il processo, cominciato oramai da molti anni e determinato dalle sempre migliori condizioni di vita, dagli stili di vita sempre più adeguati, e soprattutto dalla nostra accresciuta capacità di combattere malattie prima mortali, sembra inarrestabile e riguarda principalmente le nazioni con più benessere e soprattutto l’Italia che già è, e lo sarà di sicuro domani, uno dei Paesi più vecchi del mondo. Si tratta di una scommessa che impone di rivedere radicalmente molti modelli organizzativi della nostra vita comune che vanno dalla sfera politica a quella sociale fino alla Sanità. E’ necessario garantire non solo la salute, ma anche l’efficienza Il Sottosegretario al Ministero del Welfare, Politiche Sociali e Salute Francesca Martini gretario al Ministero del Welfare, Politiche Sociali e Salute – è considerata una delle emergenze sociali ed economico sanitarie dei Paesi industrializzati. Il quadro, che è emerso dalle ultime indagini, è di impressionante importanza: si stima che siano quattro milioni le persone colpite nel nostro Paese. Per entrambi i sessi il numero di posti letto occupati per fratture osteoporotiche raddoppierà nei prossimi quaranta, cinquanta anni. Nel Veneto nell’ultimo triennio abbiamo assistito a un aumento del numero di fratture di circa il sette per cento e dati simili sono prevedibili per gli anni successivi.” “La ragione principale del nostro interesse nei confronti di questo fenomeno - ha proseguito Francesca Martini - deriva dall’impatto che le fratture osteoporotiche hanno sui pazienti, sulle loro famiglie e su tutta l’organizzazione sanitaria e sociale. Le fratture sono, infatti, causa di un notevole eccesso di mortalità e disabilità, nonché di costi sociali ed economici ragguardevoli. Si stima che i costi diretti per ricovero da frattura di femore siano in media in un anno di oltre trentadue milioni di euro senza valutare i costi ben più ampi della riabilitazione, dell’eventuale ricovero in case di riposo, dell’assistenza domiciliare.” psico-fisica e una dignitosa qualità di vita alla popolazione che invecchia. Da diverso tempo la Regione del Veneto è perciò tra le istituzioni capofila nell’affrontare i temi sociali e sanitari che riguardano l’Osteoporosi. Se ne è parlato, tempo addietro, all’interno del convegno “Il sostegno possibile alla popolazione anziana”, promosso dalla Regione Veneto, tenutosi a San Giovanni Evangelista, Venezia. Identikit della malattia “L’Osteoporosi – ha spiegato Francesca Martini, l’allora Assessore alle Politiche Sanitarie della Regione, oggi Sottose- 10 OBIETTIVO La Vitamina D fa gli straordinari “Il Veneto ha istituito - ha riferito il Sottosegretario Francesca Martini - una apposita commissione di studio per l’Osteoporosi e ha creato due centri regionali di riferimento per la prevenzione, la diagnosi e la cura a Verona e a Padova. La carenza di vitamina D, presente in oltre il settanta per cento della popolazione anziana, provoca da un lato un esponenziale incremento del rischio di fratture da fragilità ossea, dall’altro contribuisce all’insorgere di malattie neoplastiche ed immunologiche e al peggioramento delle patologie cardiovascolari. La somministrazione straordinaria di vitamina D, il cui costo è estremamente contenuto e cioè di un euro a paziente per anno, é in grado di opporsi assai efficacemente all’insorgenza di molte di queste condizioni e non si associa a nessun sostanziale effetto collaterale.” Perciò partirà una campagna su larga scala di somministrazione annuale di vitamina D in tutta la popolazione anziana veneta residente nelle RSA (Residenze Sanitarie Protette) da associarsi temporalmente all’intervento vaccinale anti influenzale e strutturalmente ad un intervento complessivo diretto anche alla profilassi delle cadute. Un programma pilota con copertura del cento per cento della popolazione anziana sarà, invece, attuato nelle Aziende Sanitarie di Verona e di Pieve di Soligo. “Ci aspettiamo che questo sforzo comune – ha concluso Francesca Martini - possa, da una parte costituire un modello razionale e appropriato per dare risposte alle molteplici istanze che derivano dalla gestione di questa malattia, e dall’altra fornire risultati di così grande efficacia da consentirci di esportare con successo il nostro lavoro su tutto il territorio nazionale.” Ulss 22 già al lavoro Il Primario di Geriatria Silvano Pedron finora la nostra Ulss? “Già ad iniziare da novembre 2007 abbiamo imboccato il sentiero della somministrazione negli ultra sessantacinquenni ospitati nelle case di riposo e nelle RSA. Se la bontà dei risultati ci conforta, essa verrà estesa in un prossimo futuro a tutta la popolazione. Ciò non toglie che già da ora gli ultrasessantacinquenni, che desiderano ricorrere alla somministrazione, lo possono fare assumendo una volta l’anno composti di vitamina D in fiale orali, non prima di avere consultato un medico”. E dopo suggerimenti e indicazioni, i numeri. I risultati ci pervengono sempre dal Dottor Pedron: “Su una trentina di case di riposo interpellate, circa 22-23 di esse hanno Il Dottor Silvano Pedron, Direttore del Dipartimento Medicina e Riabilitazione e Primario di Geriatria e Medicina Generale dell’Ospedale ”Orlandi” di Bussolengo, è stato incaricato dalla DirezioDifficile a credersi ne Sanitaria dell’Ulss 22 di seguire le indicaLa popolazione anziana dell’italico stivale, che del sole ne ha zioni regionali sul progetto della prevenzione e tratto auspici e prerogative, è frequentemente carente di vitasulla terapia della prevenzione. “Con l’incontro mina D (80%), proprio per la scarsa propensione di esporsi al di inizio anno a Venezia sollecitato dall’attuale sole con l’avanzare dell’età. Ciò che non succede, difficile a Sottosegretario alla Salute, Francesca Martini credersi, nelle regioni Nord europee. Solo questione di raggi e dal Dottor Giampietro Ruolo della Direzione solari, quindi? Anche l’alimentazione ha la sua importanza. In Regionale Piani e Programmi Socio-Sanitari, questi paesi, infatti, l’ipovitaminosi in persone over 60 è e meno siamo arrivati alla quarta convocazione di un frequente che da noi. Vediamo i perché: maggior sensibilizPiano iniziato nel 2005 quando Flavio Tosi rizazione “storica” al problema, più frequente introito di grassi copriva la carica di Assessore Regionale alla animali e soprattutto pesce (merluzzo), frequente aggiunta di Sanità”. - Spiega Silvano Pedron, che prosevitamina D nella margarina e nei prodotti lattiero-caseari. In gue - “La levata di scudi da parte degli addetti numerosi studi è stata dimostrata una relazione tra deficit di ai lavori verso gli aspetti deleteri dell’Osteopovitamina e rischio di frattura: vale quindi la pena, prima che rosi, non più sostenibili, è la prevenzione delle qualche arto si spezzi, di concedersi, già ad iniziare da questa fratture ossee da cadute negli anziani (prevaestate, al tiepido sole che da queste parti garantisce da secoli, lenza femore) attraverso la somministrazione assieme al cibo, una salute veramente di ferro. annuale di vitamina D”.. Come si è mossa accolto favorevolmente la prescrizione. Dal canto nostro, nel corso del 2008 monitoreremo questi pazienti per verificare se in effetti la somministrazione di vitamina D permetterà una significativa riduzione delle fratture da cadute e, di conseguenza, tout court, la garanzia del decollo per intero del progetto”. OBIETTIVO 11 FOCUS - FONIATRIA I brutti volti della DISLESSIA Spesso la rabbia e il bullismo nei giovani coprono vergogna e sofferenza di Lilia Bonadiman T anti adulti ne soffrono senza saperlo, o lo scoprono troppo tardi. Parliamo di Dislessia, un disturbo della lettura che interessa un milione e mezzo di italiani ( 2,5%) percentuale che raddoppia in età scolare. Molti adulti sanno o sospettano di essere dislessici ma il timore di essere derisi li spinge a nascondere il problema. Si potrebbero portare decine di esempi di situazioni vissute con vergogna e rassegnazione da parte di ragazzi e adulti in ambito professionale, scolastico o relazionale. Ma il dislessico non sempre può scegliere di evitare la lettura di libri o giornali o uscire il prima possibile dall’”inferno” scolastico perchè la lettura è una funzione indispensabile all’esistenza; basta guardarsi intorno, cartelli stradali, orari e indicazioni o segnaletiche, richiedono un approccio veloce alla lettura. Vissuti esplicitati anche da sfottò negli sketch televisivi. La Dislessia è il disturbo epidemiologicamente più rilevante riscontrabile in età scolare e, nell’ambito dei disturbi dello sviluppo, rappresenta una nuova emergenza. E’ un problema “ invisibile” nel senso che il bambino che ne è affetto non è diverso da tutti gli altri bambini quando si trovi al di fuori del contesto scolastico. Il comportamento sociale e prestazionale è paragonabile a quello dei coetanei. Questo, se da un lato è indice di normalità d’altro canto confonde o induce ad identificare le difficoltà scolastiche come riflesso di un disimpegno o mancanza di volontà nell’apprendere, pigrizia, svogliatezza nel fare. “Se solo si impegnasse di più...” Quante volte ricorre la frase “ Se solo si impegnasse di più”. I bambini che con difficoltà imparano a leggere e scrivere incontrano insuccessi e frustrazioni, sviluppano un’ immagine di sé negativa, si sentono inadeguati e incompetenti e il fatto di possedere un ‘intelligenza normale li porta, attraverso il confronto con i coetanei, a provare intensi sentimenti di sofferenza fino alla depressione. Altre volte nel tentativo di coprire la sofferenza o la vergogna esprimono rabbia o bullismo. E’ necessario conoscere il problema e creare un cambiamento culturale sulle difficoltà scolastiche e in particolare sulla Dislessia, che coinvolga la scuola , la famiglia e la società in generale. Questo, in parte sta già avvenendo. In questi anni sono state attivate molte iniziative da parte della U.O.S. di Foniatria nel senso di aiutare gli insegnanti nella loro formazione, offrire ai genitori un riferimento per l’identificazione del problema ed un programma riabilitativo mirato. 12 OBIETTIVO Di cosa stiamo parlando La Dislessia, dunque, non è una malattia, non è un handicap ma una disabilità di apprendimento di origine neurobiologica, su base costituzionale, che si manifesta in persone sane, con uno sviluppo intellettivo normale o addirittura superiore alla media, senza deficit neurologici, sensoriali e psichici. La definizione approvata dall’International Dyslexia Association la identifica con una difficoltà a effettuare una lettura accurata e fluente spesso associata a scarse abilità nella scrittura e nel calcolo. NON E’ LEGATA A SCARSA INTELLIGENZA NE’ A SCARSA PROPENSIONE ALL’APPRENDIMENTO. La maggioranza dei bambini, esposta a normali opportunità scolastiche e in possesso di normali facoltà intellettive impara a leggere bene e con facilità. Ma va considerato sempre che una quota di scolari, il 3,5 – 4% non è in grado di leggere correntemente pur in assenza di problematiche fisiche o mentali. NON SI DEVONO MAI TRARRE CONCLUSIONI AFFRETTATE QUANDO UN BAMBINO MANIFESTA UN PERCORSO SCOLASTICO DIFFICILE. Come si manifesta La Dislessia, come altri disturbi dell’apprendimento si evidenzia quando un bambino mostra difficoltà isolate nella lettura, scrittura o nel calcolo in una situazione di sviluppo globale adeguato. Si parla, in questo caso, di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) per distinguerlo da altre situazioni di difficoltà scolastica riconducibili a ritardo mentale, problemi psicopatologici, di- sagio familiare e sociale, situazioni quindi di altra natura. I bambini perciò leggono lentamente e spesso commettono errori, la comprensione del testo può essere laboriosa a causa della decodifica incerta; scrivono lentamente e commettono diversi errori, a volte saltano parole o lettere o le righe, invertono lettere e numeri (m/n, b/d, a/o, 21/12 ) i caratteri della scrittura sono troppo grandi o troppo piccoli, talvolta viene preferito lo stampato maiuscolo. A volte i bambini faticano ad apprendere informazioni in sequenza come le lettere dell’alfabeto o i giorni della settimana o i mesi dell’anno e possono fare confusione zare termini difficili o un lessico povero, un problema a trovare la parola giusta o un racconto povero nei contenuti o nella forma. Frequentemente, nella storia del bambino si ritrova un ritardo nello sviluppo del linguaggio o la presenza di difficoltà scolastiche in alcuni componenti della famiglia. La corretta diagnosi Ha una ricaduta importante sulla vita del bambino, soprattutto nell’organizzazione scolastica. L’insegnante può tener conto del problema, agire in sinergia con i Servizi Sanitari e la famiglia e può mettere in atto misure compensative e dispensative creando una condizione favorevole all’apprendimento. Ad esempio dispensare il bambino da alcuni compiti, dalla lettura ad alta voce, concedergli tempi più lunghi per l’esecuzione di un compito o l’uso della calcolatrice e soprattutto del computer. La curiosità e la spinta ad esplorare hanno fatto dello strumento informatico Il problema va segnalato già nel primo quadrimestre per un mezzo indispensabile per l’apprendimento. Con l’applicazione dei programmi informatici il bambino una valutazione foniatrico- logopedica e/o neuropsicoacquista fiducia e autonomia e sviluppa un maggiore logica presso gli ambulatori territoriali del Settore Materimpegno nelle attività rieducative e scolastiche. Purno Infantile dislocati nelle sedi degli Ambiti Distrettuali. troppo, In Italia, solo l’ 1% dei 4% circa dei soggetti affetti da DSA ricevono una diagnosi ed un trattaLa diagnosi di Dislessia evolutiva, di solito, viene effetmento adeguato. Senza diagnosi e terapia precoce e tuata non prima della fine della seconda elementare ma l’attivazione di strumenti dispensativi e compensativi a scuola, le difficoltà aumentano progressivamente e la valutazione precoce del problema permette una premolti ragazzi abbandonano la scuola. Cosa fare sa in carico logopedica mirata e un adattamento della didattica in collaborazione con la scuola. Una corretta procedura valuterà la presenza o assenza di una patologia neurologica, di un deficit uditivo e visivo, il livello intellettivo, e verificherà i valori prestazionali attraverso tests standardizzati, secondo un protocollo specifico. fra destra e sinistra, hanno attenzione labile, concentrazione scarsa. Nell’ambito logico-matematico può diventare faticoso, se non impossibile, memorizzare le tabelline, fare i calcoli in automatico, riconoscere i numeri , incolonnarli correttamente nelle operazioni o ricordare numeri complessi o contare all’indietro. L’apprendimento della lingua straniera è difficile, soprattutto in forma scritta, per la differenza tra suono parlato e scritto. Talvolta si osserva nel bambino un disagio a memoriz- Punti di eccellenza L’Ulss 22 rappresenta una delle realtà più fortunate e all’avanguardia nel trattamento di questi disturbi. Dopo una prima ricerca epidemiologica effettuata nel 2000/02 su tutto il territorio da parte della U.O.S Audiofoniatria di Bussolengo in collaborazione con il Prof. Giacomo Stella, neuropsicologo dell’Università di Urbino, l’Ulss 22 ha approvato un Progetto di screening scolastico esteso a tutte le classi prime elementari del territorio. Il progetto, in funzione dal 2001 viene ripetuto ogni anno, nel mese di aprile, in collaborazione con le istituzioni scolastiche e con il consenso dei genitori. I dati confermano che mediamente viene identificato un 4% di difficoltà nel primo anno di scuola. (Fig. 1-2-3). Dal punto di vista del Servizio Sanitario poter lavorare su dati epidemiologici certi rappresenta un grande vantaggio per l’organizzazione e la presa in carico dei bambini, delle problematiche familiari e scolastiche connesse. Legenda: Pass= nella norma; Deboli= da monitorare; Fail= patologia OBIETTIVO 13 PREVENZIONE - SCREENING ONCOLOGICI La strada giusta per chi non ama le di Angioletta Ganassini S Lo Screening è un diritto essendo incluso fra i Livelli Essenziali di Assistenza SORPRESE un sintomo e, quindi, potenzialmente, già con una patologia creening” è un termine inglese, che può essere tradotto in italiano con “controllo a scopo diagnostico”. “E’ cioè in fase avanzata, bensì, interviene con un esame diagnostico, una verifica sanitaria, finalizzata ad ottenere una diagnoin assenza di sintomo: sono così individuati tumori che possi precoce”. - Sintetica la puntualizsono essere trattati il prima possibizazione del Responsabile del Centro le, con una maggiore possibilità di Screening Oncologico dell’AUlss 22 guarigione. Antonio Bortoli -. Che annuncia: “Gli Nel Veneto, in Italia, come nel resto Screening Oncologici sono interventi del mondo, esistono solo tre tipologratuiti di Sanità Pubblica che vengogie di programmi di screening organo esercitati su di una determinata fascia della popolazione, che risponnizzato: de a determinate caratteristiche (età, - lo Screening finalizzato all’insesso, ecc...). A differenza delle strutdividuazione del tumore della ture sanitarie tradizionali, cui il cittamammella (Screening Mammodino si rivolge in caso di necessità, il grafico). Il tumore della mammella “Sistema Screening” prevede che il Il Responsabile Centro Screening Oncologico è una malattia piuttosto frequente rapporto utente/struttura sia invece Antonio Bortoli nelle donne residenti nei paesi ininvertito: è cioè la struttura sanitaria dustrializzati ed è la prima causa di a rivolgersi a tutti quei cittadini che, appunto, rispondono alle caratteristiche di cui si è detto, a premorte per tumore nelle donne. scindere da uno stato di necessità”. In pratica: secondo una La nostra Azienda Ulss con Delibera n° 1411 del 5 novembre determinata frequenza di tempo (dipende dal tipo di tumore), 2001 ha messo in atto, come previsto dalla Giunta Regiola struttura sanitaria invita l’utente “sano” a effettuare un esanale del Veneto con DGR n° 2284 del 21/06/1996, questa me diagnostico, al fine di confermare questo stato, escludencampagna di Screening. Lo Screening per la prevenzione dei do così la possibilità che vi sia una determinata patologia. tumori della mammella prevede che le donne fra 50 e 69 anni La finalita’ dello Screening vengano invitate attivamente ad eseguire una mammografia E’quella di ridurre la mortalità per quella specifica patologia: gratuita ogni 2 anni e, quando questa evidenzi determinate questo, pur non essendo una totale garanzia, è evidenteanormalità, a seguire gli approfondimenti necessari fino alla mente possibile se si indiagnosi e all’eventuale trattamento. Vista la conformazione dividua la malattia quanto geografica della nostra Azienda Sanitaria si è attivato il proprima, quando cioè non gramma con mezzo mobile digitalizzato che viene posizionaha assunto ancora proto presso tutti i 37 comuni del nostro territorio. porzioni tali da mettere in serio pericolo la persona I risultati: ammalata. Un programma di Screening, quindi, I round II round III round è fortemente caratteriz Primi inviti spediti 29.638 24.578 29.389 zato dall’individuazione di tumori (o forme preMammografie eseguite 14.014 12.102 14.655 tumorali) diagnosticati in Adesione grezza 47% 49% 50% fase precoce, perché non Mammografie positive 830 403 416 si basa sull’accoglimento di una persona che si Interventi chirurgici 71 30 28 presenta alla struttura già Biopsie chirurgiche 76 39 23 con la manifestazione di “ Diagnosi di malignità 14 OBIETTIVO 105 58 Operatori Centro Screening Mammografico: Alessandra Biasi telef. 045/6712502 Serenella Montresor telef. 045/6712502 30 - lo Screening finalizzato all’individuazione del tumore del collo dell’utero (Screening Citologico). Il tumore del collo dell’utero è un importante problema per la salute della donna. Tramite il Pap-Test è possibile identificare le lesioni che precedono il tumore e curarle ambulatorialmente. La nostra Azienda Ulss con Delibera n° 1245 del 19 ottobre 1998 ha messo in atto, come previsto dalla Giunta Regionale del Veneto con DGR n° 2284 del 21/06/1996, questa campagna di Screening. Lo Screening per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero prevede che le donne fra 25 e 64 anni vengano invitate attivamente ad eseguire un Pap-Test gratuito ogni 3 anni e, quando questo evidenzi determinate anormalità, a seguire gli approfondimenti necessari fino alla diagnosi e all’eventuale trattamento. Sono stati attivati 14 ambulatori ostetrici distribuiti su tutto il territorio Aziendale. I dati: Perchè lo Screening solo per questi tumori? Perché, per queste tre patologie, è dimostrato scientificamente che una diagnosi precoce è effettivamente utile a ridurre il rischio di morte dovuto ad essa. Ringraziamenti Periodo 1/10/1999 - 30/9/2007 Primi inviti spediti 149.453 Pap test eseguiti 56.615 Esclusioni 26.103 Positivi 2.190 “La grossa mole di lavoro, di raccordo e sinergia svolta” commenta, da ultimo, il Dottor Bortoli - “è stata possibile grazie ad una forte rete di collaborazione fra Medici di Medicina Generale, Strutture Sanitarie, Comuni e Farmacie”. Operatori Centro Screening Citologico: Dr.ssa Piera Ubezzi Maria Teresa Faccioli tel. 045/6712521 Patrizia Fadanelli tel. 045/6712545 Gisella Partesotti tel. 045/6712521 CENTRO SCREENING ONCOLOGICO Via Ospedale, 28 - Bussolengo - Lo Screening dedicato all’individuazione del tumore del Colon-retto. Il carcinoma del Colon-retto (CCR) è una malattia “importante”: è la seconda neoplasia più frequente nelle donne e la terza nei maschi. In entrambi i sessi rappresenta la seconda causa di morte per tumore. Il 90% delle persone si ammala dopo i 50 anni. La nostra Azienda Sanitaria con Delibera numero 83 del gennaio 2004 ha messo in atto questa campagna di Screening. Lo Screening per la prevenzione del tumore del Colon-retto prevede che uomini e donne in età compresa tra i 50 e i 69 anni vengano invitati ad eseguire la ricerca del sangue occulto nelle feci, gratuitamente, ogni 2 anni e se il test risulta positivo ad eseguire gli ulteriori accertamenti. Per attivare questo Screening si sono rese disponibili tutte le farmacie del nostro territorio per la consegna dei flaconcini per la raccolta delle feci, e tutti i comuni hanno messo a disposizione dei locali per poter fare la raccolta degli stessi. I risultati Screening Colon-retto: Periodo 1/5/2004 - 31/10/2007 Primi inviti spediti 78.666 FOBT eseguiti 47.075 FOBT positivi 2.830 Colonscopie eseguite 2.481 Polipi normali 31 Polipi a basso rischio 92 Polipi ad alto rischio 930 Diagnosi di malignità 96 (Pari allo 0,2% sui Fobt eseguiti) Inviati a intervento chirurgico 146 Operatori Centro Screening Colon-retto: Sabrina Cristini tel. 045/6712728 Sara Giacopuzzi tel. 045/6712505 NUMERI UTILI COORDINAMENTO Tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 14.00 Tel. 045 6712526 - Fax 045 6712701 e-mail: [email protected] SCREENING CITOLOGICO (PAP-TEST) Tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 14.00 Tel. 045 6712521 - Fax 045 6712701 SCREENING MAMMOGRAFICO Tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 14.00 Tel. 045 6712505 - Fax 045 6712701 SCREENING COLON-RETTO Tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 14.00 Tel. 045 6712521 - Fax 045 6712701 OBIETTIVO 15 L’APPROFONDIMENTO - CURE PRIMARIE “MAL ATTIA L’organizzazione TUMORE” assistenziale non Operatori del Gruppo ADI di Luisa Andreetta ed Ermanno Motta abbassa la guardia I l progressivo aumento dell’incidenza dei tumori pone attualmente le malattie oncologiche al centro dell’attenzione della popolazione. La “malattiatumore” concentra su di sé una molteplicità di elementi differenti: vi è l’aspetto sociale, per la enorme diffusione ed il forte impatto a livello assistenziale; quello scientifico, per il grandissimo sforzo che la comunità della ricerca sta facendo per contenere l’aumento dei casi e migliorare la prognosi; c’è la dimensione psicologica, per l’impatto che la malattia ha sull’individuo; infine l’aspetto terapeutico, per la necessità di identificare precocemente la malattia e per la multidisciplinarietà delle cure. Tutto questo rende la malattia tumore un problema sociale e di salute pubblica che colpisce moltissime famiglie e non risparmia neppure le persone più giovani. Se scendiamo ad una visione locale del problema andando ad esplorare il territorio dell’Azienda Ulss 22, possiamo innanzitutto avere un’ idea dell’impatto della malattia tumore dai dati epidemiologici. Nell’anno 2005 il 31% dei decessi verificatisi nel nostro territorio è avvenuto a causa di un tumore: 793 persone decedute per tumore su un totale di 2559 decessi. (dati del Servizio Epidemiologico Aziendale). Infatti il tumore costituisce la seconda causa di morte nel mondo occidentale dopo le malattie cardiovascolari, e questo dato è ormai stabilizzato da molti anni. Quello che l’utente deve sapere Per rispondere in maniera adeguata a questo rilevante problema di salute, i servizi sanitari dell’Azienda Ulss 22 si sono organizzati in modo da fronteggiare le varie fasi: educazione sanitaria per la prevenzione della malattia; campagne di screening per la diagnosi IL “PACCHETTO” ADI L’Assistenza Domiciliare è una modalità assistenziale territoriale erogata direttamente a casa dell’utente e comprende prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e socio-assistenziali. Nell’Azienda Ulss 22 all’interno del servizio di Assistenza Domiciliare di ogni Distretto Socio-sanitario un gruppo di operatori, chiamato Nucleo per le Cure Palliative, organizza l’assistenza ai pazienti oncologici. Questo servizio è rivolto ai pazienti che non rispondono più a trattamenti specifici in grado di curare la malattia originaria. Dalle stime effettuate dalla Regione Veneto è stato calcolato infatti che circa il 70 % dei malati oncologici gravi possono andare incontro ad una fase in cui sono presenti difficoltà di carattere fisico, psicosociale e spiritua- 16 OBIETTIVO le. A questa fase particolare della storia di vita dei pazienti oncologici sono rivolte le Cure Palliative. Secondo la definizione dell’OMS le Cure Palliative sono “una serie d’interventi terapeutici ed assistenziali finalizzati alla cura attiva, totale di malati la cui malattia di base non risponde più a trattamenti specifici. Fondamentale è il controllo del dolore e degli altri sintomi, e in generale dei problemi psicologici, sociali e spirituali. L’obiettivo delle cure palliative è il raggiungimento della migliore qualità di vita possibile per i malati e le loro famiglie”. La filosofia di lavoro dell’equipe domiciliare è centrata quindi sulla qualità di vita del malato; viene posta particolare attenzione al trattamento del dolore ed agli aspetti psicologici; lo sguardo è rivolto prima al malato che alla malattia. Il Dr. Ermanno Motta Durante tutto il percorso di malattia, il Medico di Medicina Generale (Medico di famiglia) costituisce il riferimento principale per il paziente: egli è infatti il depositario della storia di vita e di malattia dei suoi pazienti, ed è intorno al lavoro ed alla presenza del Medico di famiglia che ruota l’intera organizzazione dell’assistenza domiciliare. precoce; servizi ospedalieri di diagnosi e cura; servizi domiciliari e residenziali per le fasi avanzate; servizi di supporto psicologico. Nei Comuni del territorio di competenza dell’Ulss 22 ogni anno vengono organizzate sistematicamente, per i residenti, tre campagne di screening per la prevenzione dei tumori . Qualora in seguito ad un test di screening alterato o in seguito alla comparsa di segni o sintomi si ponga il sospetto di un tumore, il paziente dovrà affrontare esami di approfondimento. La fase diagnostica è una fase che procede per tappe, conformemente ai risultati di ogni esame ed è gestita a livello ospedaliero. All’interno dell’Ulss, nell’ospedale “Orlandi” di Bussolengo presso il Servizio di Oncologia, lavora una equipe medica ed infermieristica che eroga una serie di prestazioni diagnostiche e terapeutiche: visite oncologiche ed ematologiche ambulatoriali (sia prime visite che controlli); attività di Day Hospital per la somministrazione di chemioterapia, per la diagnostica invasiva; ambulatori di medicina palliativa. Essere in ADI Per attivare il Servizio di Assistenza Domiciliare è necessario rivolgersi prima di tutto al proprio Medico Curante. Il Servizio di Assistenza Domiciliare nell’Az. ULSS22 ha tre punti di ricevimento delle domande di assistenza (PUNTI ADI): Punto ADI di Bussolengo: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30 tel. 0456712250 - fax 0456712426 Punto ADI di Bardolino: dal lunedì al venerdì dalle ore 13.00 alle ore 14.00 tel. 0456213113 Punto ADI di Domegliara: dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 tel. 0456864209 - fax 0456864233 Punto ADI di Caprino: dal lunedì al venerdì dalle ore 12.30 alle ore 13.30 tel. 0456245941 fax 0456245943 Punto ADI di Villafranca: dal lunedì al venerdì dalle ore 10.30 alle ore 12.30 tel. 0456338487 - fax 0456338485 Punto ADI di Isola d.Scala: dal lunedì al venerdì dalle ore 11.00 alle ore 12.00 tel. 0456648553 - fax 0456648541 Al servizio di paziente e famiglia Il servizio fornisce: - assistenza infermieristica; - supporto sociale attraverso gli operatori dei Comuni attivati con la collaborazione delle assistenti sociali; - supporto psicologico ai pazienti e alle loro famiglie; - interventi fisioterapici sulla base di valutazioni di medici specialisti; - interventi a domicilio da parte di Medici Specialisti (Anestesisti, Fisiatri, ecc…). Una particolare attenzione merita il Servizio Psicologico all’interno dei Nuclei per le Cure Palliative. La realtà del paziente oncologico grave è costituita da un intrecciarsi di aspetti fisici, sociali, psicologici e spirituali. La mancata attenzione, in questi pazienti, agli aspetti emozionali rischia di amplificare il dolore non solo del malato e della sua famiglia, ma anche del personale sanitario. La Delibera della Regione Veneto che detta gli indirizzi per l’assistenza al malato neoplastico grave e in condizioni di terminalità (2989/2000) sottolinea l’importanza sia del controllo del dolore e di altri sintomi, sia dell’intervento sui problemi psicologici, sociali e spirituali. Gli psicologi dei Nuclei per le Cure Palliative svolgono pertanto attività di supporto al malato e alle famiglie, al fine di favorire la comunicazione e l’organizzazione del trattamento con gli operatori domiciliari e di fornire sostegno emotivo diretto. Inoltre il Servizio Psicologico si cura delle dimensioni relazionali degli operatori attraverso interventi di supervisione del personale, al fine di trovare strategie di gestione efficaci per tutti quegli aspetti problematici che possono emergere nell’assistenza al malato e nella relazione con le famiglie. Il Servizio domiciliare viene attivato dal Medico di Medicina Generale, che costituisce il riferimento clinico assistenziale per l’equipe di lavoro domiciliare. Gli operatori dei Nuclei per le Cure Palliative dell’Ulss 22 hanno assistito circa 250 pazienti oncologici gravi nel proprio domicilio ogni anno (dati disponibili dal 2005). OBIETTIVO 17 SOCIALE Con “MadreSegreta” più cultura dell’accoglienza di Antonella Pietropoli L Firmato dall’Ulss un protocollo per la tutela dei minori non riconosciuti alla nascita. a legislazione italiana permette tro Aiuto Vita. Il convegno è arrivato a chiudere una prima alla donna di partorire nell’anofase del progetto “Tutela dei minori abbandonati” che ha nimato e di rinunciare alla poscome obiettivo prioritario la costruzione di un percorso di sibilità di tenere con sé il figlio. Solo prevenzione e tutela che permetta alle donne in difficoltà se abbandona il bambino in una situadi affrontare con consapevolezza la propria situazione sia zione che mette a rischio la sua vita e che decidano di tenere il bambino sia che decidano di che può portare alla morte, è perseguinon riconoscerlo, partorendo quindi in anonimato. bile per legge. Se invece lo lascia in una Il progetto situazione protetLa prima parte del progetto ha visto la costituzione di ta, garantisce al un gruppo di lavoro che ha messo insieme figure sociali piccolo il diritto e sanitarie che operano nella struttura pubblica, privata di crescere in una e nel volontariato e che, insieme, hanno identificato la famiglia attrarete dei soggetti e le relazioni esistenti o da attivare nel verso l’adozione. sistema dei servizi; hanno riflettuto sui punti di forza e di Ogni anno, in Italia, sono da trecento debolezza emergenti a partire dalle esperienze maturate a quattrocento i neonati non riconosciuti arrivando alla messa a punto e allo sviluppo di strumenti alla nascita; di questi un piccolo, ma sempre operativi anche di carattere tecnico-amministrativo. troppo grande numero, muore prima di essere accolto da mani amorevoli. Non sappiamo, inoltre, quanti di Obiettivi del gruppo essi non sono e non saranno mai ritrovati e non c’è un Sono stati: la mappatura delle realtà territoriali che entraconto realistico di quanti siano gli abbandoni tardivi che no in contatto con le donne in difficoltà, la produzione di mettono a rischio la salute psico-fisica del bambino in materiale informativo e l’individuazione delle modalità per ospedale subito dopo il parto. Per questo la nostra Amministrazione ha approvato nel 2006 un progetto che si occupa del problema e dei percorsi che i Servizi devono intraprendere per aiutare le donne in difficoltà e il 21 settembre 2007 si è tenuto a Bussolengo il convegno “Percorsi conServizio “MadreSegreta” presso i reparti di Ostetricia di divisi per la protezione della donna e del Bussolengo, Isola della Scala, Negrar e Peschiera bambino” che ha visto la partecipazione di circa duecentocinquanta operatori Consultorio Familiare di Villafranca tel. 045 6338476 sociali e sanitari del Veneto. Nel corso della giornata è stato presentato e sottoscritto il protocollo per la tutela dei miServizio Minori di Domegliara tel. 045 6864207 nori non riconosciuti alla nascita firmato dai rappresentanti della nostra Azienda Servizio Minori di Bussolengo tel. 045 6712654 Ulss, della conferenza dei Sindaci, degli ospedali di Negrar e Peschiera, del Cen- A CHI RIVOLGERSI 18 OBIETTIVO la distribuzione, l’elaborazione di una proposta formativa per gli operatori e i volontari. Alla fine le attività effettuate hanno portato alla formulazione di un protocollo che ha individuato gli attori coinvolti nel sostegno alla donna che vuole partorire e non riconoscere il bambino e i loro specifici compiti: l’ospedale, il servizio sociale di base, i servizi tutela minori e consultorio familiare, il comune e il volontariato. L’analisi L’analisi compiuta dagli operatori ha confermato che sono purtroppo numerose le donne in gravidanza che vivono in situazioni personali e familiari difficili, talvolta drammatiche, con percorsi di vita diversi, ma accomunate dalla difficoltà o impossibilità di provvedere da sole o con l’aiuto dei loro congiunti alle esigenze del bambino che nascerà. Poche tra le donne in difficoltà durante la gravidanza si rivolgono ai servizi sociali o vengono comunque accostate per essere aiutate a capire e a scegliere se riconoscere il proprio nato. Eppure proprio in quel periodo delicato sarebbe opportuno offrire alla donna dei sostegni perché la qualità della vita migliori, per lei e per il bambino che tiene in sé, e per aiutarla a maturare le sue scelte che possono comprendere l’abbandono del bambino che nascerà. E’ importante offrire alla donna che aspetta un bambino la possibilità anticipata di riflettere, di verificarsi e di decidere con serenità e autonomia, ma con le opportune informazioni sugli aiuti che possono esserle dati. Quanto prima interviene questa elaborazione interiore, tanto più si evitano alla donna dei drammi e, insieme, si prepara un futuro migliore al bambino, evitando che si arrivi poi ad abbandoni tardivi. Gli operatori I comportamenti degli operatori assumono grande importanza nel momento in cui una donna dichiara la sua intenzione di non riconoscere il bambino: deve essere aiutata a non sentirsi in colpa e comunque protetta se decide di non riconoscere il bambino, bisogna evitare che vengano inviati messaggi tendenti ad esprimere giudizi che si rifanno a convincimenti personali; occorre valorizzare la scelta della donna che ha regalato la vita al bambino. Il protocollo prevede che le donne vadano aiutate anche dopo il parto: se non hanno riconosciuto il bambino possono essere accompagnate dai Servizi nell’elaborazione della loro scelta e del loro dolore. Se hanno chiesto la sospensione del procedimento di adottabilità, possono essere aiutate a definire la loro scelta e nella gestione di questo periodo senza il bambino e che loro stesse possono vivere in un luogo neutro, una struttura comunitaria. Il protocollo E’ solo l’inizio di un percorso in cui l’obiettivo di prevenire l’abbandono traumatico di neonati, seppur importante, non è l’unico. Si è lavorato e si vuole continuare a farlo per assicurare dignità a persone che si trovano in situazioni di estrema difficoltà e per questo il programma prevede di realizzare degli incontri informativi e formativi con gli addetti ai lavori, perché le prassi del protocollo diventino cultura dell’accoglienza. Attraverso la costruzione di una rete sul territorio, si lavorerà affinché i servizi (medici di base, servizio salute mentale, sert) e i volontari, con il consenso della donna gravida in difficoltà, segnalino tempestivamente lo stato di gravidanza delle loro assistite agli altri servizi deputati specificamente senza rifiutarsi di farlo in nome del diritto alla riservatezza che priverebbe la donna stessa di un’assistenza sociale e psicologica più che mai necessaria. Attraverso il materiale informativo preparato e che sarà stampato e diffuso sul territorio si vuole ottenere il risultato di una informazione capillare affinché le gestanti in difficoltà sappiano a chi possono rivolgersi e conoscano i servizi che possono aiutarle. Si è lavorato molto sul messaggio da trasmettere attraverso questo materiale perché, al pari di altri che hanno già fatto questa esperienza, si crede che una più ampia e diffusa informazione alle donne sulla possibilità di non riconoscere il bambino alla nascita possa ridurre gli abbandoni traumatici. Conclusioni Forse non si può pensare che attraverso questo progetto avvenga l’eliminazione totale della tragedia dell’abbandono traumatico perché troppe sono, e non del tutto governabili, le cause che portano una donna a compiere gesti tanto drammatici. Ma di sicuro si lavora perché le donne che aspettano un bambino possano farlo nascere in situazione protetta che assicuri loro la vita e un futuro positivo. Il messaggio importante che si vuole trasmettere è che esistono le condizioni affinché una donna possa essere aiutata a non lasciare il suo bambino; ma che se dovesse succedere, ciò potrà avvenire in ospedale, con l’aiuto degli operatori che seguiranno il bambino fino alla sua adozione. OBIETTIVO 19 DIPENDENZE ABITUDINE O PATOLOGIA? C [email protected] Un vademecum a puntate per meglio comprendere le “nostre dipendenze” on questo numero si apre una rubrica che si propone di interloquire con voi per aiutarvi a comprendere un po’ di più le dipendenze d’ogni tipo che a volte condizionano la vita. Solo conoscendole meglio, a mio parere, sarà più facile capire quelle degli altri. Dipendere: significa letteralmente (dal latino) “pendere in giù”... essere sottoposto all’autorità, al potere altrui.. all’influenza più o meno determinante di qualcuno o di qualcosa… essere condizionati da… Possiamo dipendere da: sostanze (droghe – farmaci – ricostituenti – vitamine -cibi …); abitudini (percorsi “obbligati”, rituali, azioni ripetitive); persone (gerarchie sul lavoro, genitori, figure di riferimento). Ma anche da noi stessi. Infatti le nostre azioni in realtà non dipendono solo dall’esterno (persone, cose, accadimenti..) ma anche e soprattutto da come noi le viviamo, da quali impulsi interiori inconsapevoli (inconsci) siamo governati… Inoltre è bene rendersi conto che spesso ciò che facciamo non è frutto solo della nostra scelta razionale e dalla nostra volontà. In molti atti della vita quotidiana, specialmente quelli che si ripetono sempre, più o meno, uguali scatta un automatismo, un fare senza pensare: basta ricordare come, 20 OBIETTIVO Il Dr. Raffaele Ceravolo Direttore Dipartimento Dipendenze AUlss 22 alla guida dell’automobile, specie nei percorsi ripetitivi, la guida sia automatica mentre una parte di noi si lascia andare ai propri pensieri… pur essendo pronti a reagire e a essere più presenti se avviene una piccola variazione esterna. Inoltre per difenderci prontamente da azioni esterne potenzialmente pericolose noi siamo sottoposti, cioè dipendiamo da riflessi automatici che scattano prontamente (frazioni di secondo, lungo le vie nervose) senza la nostra volontà. Per esempio se inavvertitamente stiamo per scottarci ad un piede questo si allontanerà di scatto al contatto della fonte di calore (per contrazione automatica e senza aver preso la decisione: sarebbe troppo tardiva la reazione se dovessimo, in caso di pericolo, organizzare mentalmente i movimenti (“dunque adesso per non scottarmi devo far contrarre il muscolo della gamba, in contemporanea alzare il ginocchio, bilanciare il peso del corpo per non cadere, aumentare la concentrazione dell’adrenalina nel sangue per reagire rapidamente con tutto l’organismo…). In realtà un enorme e complesso meccanismo è già pronto per funzionare e deve essere veloce ed efficace (deve funzionare) ! ). Una vasta serie di nostre azioni dipende quindi da collaudati meccanismi innati (che cioè vengono trasmessi geneticamente) riflessi e comportamenti: diciamo che l’esperienza di vita di chi ci ha preceduto è bagaglio acquisito per tutti noi. IL PRIMATO Decolla la TELERADIOLOGIA In pensione le vecchie lastre Il Dr. Antonio Michelon P rimato regionale dell’Ulss 22 per l’attivazione del nuovo sistema di Teleradiologia Ris/Pacs. Acronimi di provenienza anglosassone che significano: Sistema Informatico della Radiologia e Sistema Informatico di Archiviazione e Distribuzione delle Immagini Radiologiche. Una rivoluzione? Indubbiamente! Stiamo parlando di sistemi informatici che consentono la gestione non solo di tutti i dati dei pazienti ma anche di tutte le immagini prodotte dalle varie metodiche della diagnostica per immagini: Rx, Tac, Eco, Rm, etc…Immagini che una volta prodotte, grazie a questi sistemi, da queste varie metodiche possono essere elaborate, archiviate e trasferite in formato elettronico: si realizza in questo modo quello che viene comunemente chiamata Teleradiologia. A questo punto pensionamento obbligato per le lastre tradizionali che, considerate le notevoli economie di scala del nuovo sistema, non hanno più motivo di esistere. “Le immagini, infatti” - annuncia il Direttore del Dipartimento dei Servizi Diagnosi e cura dell’Ulss 22, Dottor Antonio Michelon - “una volta poste in archivio non si rischia il loro deterioramento né tanto meno di essere smarrite e, quello che è importante, sono reperibili in tempo reale. Sarà la radiologia dell’ospedale “Orlandi” a “ospitare” in appositi armadi tutti gli esami radiologici eseguiti nell’ambito dell’Azienda 22”. “Il nuovo sistema informatico rimane praticamente aperto per il ricevimento e l’invio di immagini e referti radiologici” - spiega accuratamente il Direttore- “e grazie al collegamento con i Medici di Medicina di Base, permetterà loro la prenotazione diretta degli esami per i pazienti e ricevere direttamente gli esiti e le immagini delle radiografie”. All’orizzonte, un anno o giù di lì, il nuovo sistema di Teleradiologia funzionerà no stop, 24 ore su 24: un aspetto ottimale, quest’ultimo, specialmente se permette di ammortizzare l’impegnativo investimento economico ed organizzativo di un progetto che, integrato con il Centro Unico di Prenotazione dell’Ulss 22 (CUP), consente una gestione razionale e automatica delle liste d’attesa. (R.G.) OBIETTIVO 21 LA POSTA A tu X tu con lo specialista Ho saputo che nel reparto di Urologia dell’ospedale di Isola della Scala diretto dal dottor Pecoraro Giuseppe vengono adottate nuove tecniche con le quali è possibile risolvere il problema dell’incontinenza urinaria. Sia io, conseguentemente ad un’operazione alla prostata, che mia moglie dopo il secondo parto, ne soffriamo. Entrambi vorremmo risolvere questo problema e liberarci del fastidioso pannolino anche se, a dir il vero, non neghiamo una certa apprensione. Potremmo avere delucidazioni in merito? Grazie. Merlin Giovanni - Verona Egr. sig. Merlin, Sì, è vero, nel reparto da me diretto vengono adottate anche in questo campo tecniche mininvasive e posso già dirle molto efficaci. Per questo penso che potrò tranquillizzare sia lei che la sua signora. Grazie alle nuove acquisizioni in materia d’incontinenza urinaria e all’evoluzione dei materiali bio compatibili che abbiamo a disposizione si sono sviluppate nuove tecniche per correggere l’incontinenza sia maschile che femminile con risultati eccellenti, notevolmente superiori rispetto a quelli ottenuti con le tecniche del passato. Si tratta d’interventi mininvasivi perché vengono realizzati con piccole ferite chirurgiche tanto da consentire una rapidissima ripresa; così che specie nel caso delle femmine è possibile già la dimissione anche il giorno dell’intervento. Sappiamo che il tasso di incontinenza urinaria è sottostimato, perché tante persone hanno paura di affrontare questo problema e tenersi il pannolino. Lo ritengo un vero peccato. Le indagini che abbiamo eseguito hanno dimostrato che spesso le persone si “tengono” l’incontinenza perché non sanno che vi sono soluzioni relativamente facili e molto efficaci rispetto al passato. So che avere l’incontinenza è, sia per la donna che per l’uomo, un disturbo che impedisce una vita sociale normale come anche una vita sessuale normale. E’ per questo che continuiamo a fare delle campagne d’informazione, una fra tutte la giornata nazionale sull’incontinenza; ma anche attraverso giornali come questo per fare in modo che la gente sappia, conosca ciò che c’è di nuovo e possa decidere di risolvere tale fastidioso problema. Le confesso che per me è una delle più belle soddisfazioni rivedere le persone che ho operato riprendere a fare tutte quelle cose cui avevano dovuto rinunciare e una delle frasi che mi ripetono è: “perché non l’ho fatto prima!!” Spero che anche voi, signori Merlin, possiate ripetere la stessa frase. Con i miei più cordiali saluti. Giuseppe Pecoraro [email protected] Le persone che intendono porre dei quesiti agli Specialisti dell’Ulss 22 sono pregate di scrivere alla Redazione del Periodico ai seguenti indirizzi: Ufficio Stampa Ulss 22: via Ospedale, 5 - 37069 Villafranca di Verona e-mail: [email protected] Barabino & Partners Design in una logica di outsourcing a ogni esigenza del cliente. L’impegno di una grande azienda verso un obiettivo importante: contribuire a costruire una sanità migliore, al servizio di medici e pazienti. SERVIZI ITALIA. PARTNER DELLA SANITÀ. Dal 2007 Servizi Italia è quotata nel mercato Expandi di Borsa Italiana. Leader italiano nel settore dei servizi integrati per le strutture sanitarie pubbliche e private. Con 20 strutture produttive distribuite capillarmente su tutto il territorio nazionale, Servizi Italia è punto di riferimento delle più importanti realtà sanitarie italiane. 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