BLUMATICA SAFETY
RISCHI GRADUATI SMART (EUROTOOLS)
By BLUMATICA srl, via Rosa Jemma 2 – BATTIPAGLIA (SA)
Tel. 0828 302200 – www.blumatica.it
MANUALE OPERATIVO
GENERALITA’ E DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA
Il software Blumatica Safety Rischi Graduati Smart è costituito da una serie di applicativi specifici nel settore
della sicurezza sul lavoro, per la valutazione di alcuni RISCHI cosiddetti graduati, necessitanti, cioè, di una
specifica analisi e non valutabili direttamente in termini di probabilità e magnitudo del danno (con la classica
matrice di valutazione). In particolare il software comprende i seguenti applicativi:
 CALCOLO DELL‟INDICE MAPO NELLA MOVIMENTAZIONE ED ASSISTENZA PAZIENTI
OSPEDALIZZATI
 MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI : NIOSH e UNI ISO 11228-1
 MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI : SNOOK E CIRIELLO e UNI ISO 11228-1
 RISCHIO DA MOVIMENTI E SFORZI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI (METODO OCRA)
 VALUTAZIONE DELL‟ ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI
 VALUTAZIONE DEL CARICO POSTURALE NEI LAVORI SEDENTARI (ERGONOMIA)
 VALUTAZIONE DEL RISCHIO RAPINA
 VALUTAZIONE MICROCLIMA
 RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI (ROA) INCOERENTI
 RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI (ROA) COERENTI – LASER
 ATMOSFERE ESPLOSIVE (Polveri e Gas)
 VALUTAZIONE RISCHIO BIOLOGICO
 VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO
 VALUTAZIONE RISCHIO AMIANTO
AVVIO DEL PROGRAMMA
Per avviare il programma Blumatica Safety Rischi Graduati
Smart è sufficiente cliccare con il mouse sull‟icona specifica sul
desktop o lanciare il programma direttamente dalla cartella di
installazione.
All‟avvio comparirà la Maschera indicata a lato.
La maschera contiene una serie di PULSANTI necessari per
lanciare i rispettivi applicativi (così come indicati nelle etichette
dei pulsanti stessi).
Nella parte inferiore della maschera è possibile selezionare uno
dei diversi linguaggi. Selezionando la lingua, le etichette dei
pulsanti saranno automaticamente tradotte nella lingua prescelta.
Avvertenza : Prima di lanciare gli applicativi, assicurarsi di avere
abilitato le MACRO di Microsoft Excel.
Fig. 1 – La maschera di Avvio di Blumatica Rischi Graduati Smart
1
INFORMAZIONI COMUNI A TUTTI GLI APPLICATIVI
MODELLI E DOCUMENTI DI STAMPA
Nella cartella di installazione di Blumatica Rischi Graduati Smart sono presenti una serie di cartelle
contenenti i Modelli di stampa in formato MS Word necessari per la generazione automatica dei documenti di
stampa e personalizzabili da parte dell‟utente.
Le cartelle sono le seguenti:
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ModelliCampiElettromagnetici
ModelliErgonomia
ModelliMapo
ModelliNiosh
ModelliOcra
ModelliRischioRapina
ModelliSnookCiriello
ModelliMicroclima
ModelliROA
ModelliLASER
ModelliAtexGas
ModelliAtexPolveri
ModelliRischioBiologico
ModelliRischioCancerogeno
ModelliRischioAmianto
ModelliISO11228-1
ModelliISO11228-2
Sono presenti, inoltre, una serie di cartelle (una per ogni applicativo) che contengono i documenti in formato MS
Word di volta in volta prodotti dall‟utente. Le cartelle sono le seguenti:
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
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
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
DocumentiCampiElettromagnetici
DocumentiErgonomia
DocumentiMapo
DocumentiNiosh
DocumentiOcra
DocumentiRischioRapina
DocumentiSnookCiriello
DocumentiMicroclima
DocumentiROA
DocumentiLASER
DocumentiAtexGas
DocumentiAtexPolveri
DocumentiRischioBiologico
DocumentiRischioCancerogeno
DocumentiRischioAmianto
DocumentiISO11228-1
DocumentiISO11228-2
APPLICATIVI E CARTELLE PROGETTI
Nella cartella ApplicazioniEuroTools sono presenti gli applicativi disponibili (con estensione . blu). Uno stesso
applicativo può essere disponibile in diverse lingue, come ad esempio :
NIOSH_IT.blu (Versione in Italiano)
NIOSH_EN.blu (Versione in inglese)
NIOSH_ES.blu (Versione in spagnolo)
Nota: Se dalla maschera di avvio si lancia un applicativo non disponibile nella lingua prescelta, viene
visualizzato uno specifico messaggio.
2
Sono presenti, infine, una serie di cartelle (una per ogni applicativo) che contengono i lavori corrispondenti in
formato .blu di volta in volta memorizzati dall‟utente. Le cartelle sono le seguenti:
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

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
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




ProgettiCampiElettromagnetici
ProgettiErgonomia
ProgettiMapo
ProgettiNiosh
ProgettiOcra
ProgettiRischioRapina
ProgettiSnookCiriello
ProgettiMicroclima
ProgettiROA
ProgettiLASER
ProgettiAtexGas
ProgettiAtexPolveri
ProgettiRischioBiologico
ProgettiRischioCancerogeno
ProgettiRischioAmianto
ProgettiISO11228-1
ProgettiISO11228-2
3
STRUTTURA DI UN MODELLO DI STAMPA
Un modello di stampa si compone di testi, immagini e VARIABILI, come riportato nel seguente esempio:
COMUNE DI <{H260}>
Azienda
<{H259}>
Datore di Lavoro
<{H289}>
Elaborato
VALUTAZIONE DEL
RISCHIO DI ESPOSIZIONE
AI CAMPI ELETTROMAGNETICI
(D.Lgs. n. 81/08)
Elaborato con il supporto di
Blumatica Safety – Rischi Graduati Smart
Datore di Lavoro : <{H289_1}>
RSPP : <{H290}>
Data : <{C109_1}>
4
Il Decreto Legislativo 81/08 ha fissato i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i Rischi per la
salute e la sicurezza derivante dall‟esposizione ai Campi Elettromagnetici (da 0 Hz a 300 GHz) durante il
lavoro. Le disposizioni del D.Lgs. riguardano la protezione dai rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori
dovuti agli effetti nocivi a breve termine conosciuti nel corpo umano derivanti dalla circolazione di correnti
indotte e dall'assorbimento di energia, nonche' da correnti di contatto, ma non disciplinano la protezione da
eventuali effetti a lungo termine e non riguardano i rischi risultanti dal contatto con i conduttori in tensione.
Agli effetti delle disposizioni del presente titolo si intendono per:
CAMPI ELETTROMAGNETICI : Campi magnetici statici e campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici variabili nel tempo di
frequenza inferiore o pari a 300 GHz;
Corrente di contatto (Ic). La corrente di contatto tra una persona e un oggetto e' espressa in Ampere (A). Un conduttore
che si trovi in un campo elettrico puo' essere caricato dal campo.
Densita' di corrente (J). E' definita come la corrente che passa attraverso una sezione unitaria perpendicolare alla sua
direzione in un volume conduttore quale il corpo umano o una sua parte. E' espressa in Ampere per metro quadro (A/mq).
… omissis
5
A seguito della valutazione dei rischi di cui all'art. 209, come evidenziato dalla seguente tabella riassuntiva,
risultano superati alcuni valori di Azione riportati nella precedente tabella 2.
F
Frequenza
E
Intensità
Campo
Elettrico
H
Intensità
Campo
Magnetico
B
Induzione
Magnetica
Hz
(V/m)
(A/m)
(µT)
<{D12}>
<{D13}>
<{D14}>
<{E12}>
<{E13}>
<{E14}>
<{E17}>
<{E18}>
<{E19}>
Denominazione Sorgente
<{C12}>
Valori rilevati
<{B13}>
<{B14}>
Denominazione Sorgente
<{C17}>
Valori rilevati
<{B18}>
<{B19}>
<{D17}>
<{D18}>
<{D19}>
Seq
Ic
Densità
Corrente di
Potenza
Contatto
Onda Piana
(W/mq)
IL
Corrente
indotta attr.
gli arti
(mA)
(mA)
<{D11}>
<{F12}>
<{G12}>
<{F13}>
<{G13}>
<{F14}>
<{G14}>
<{H12}>
<{H13}>
<{H14}>
<{I12}>
<{I13}>
<{I14}>
<{D16}>
<{F17}>
<{G17}>
<{F18}>
<{G18}>
<{F19}>
<{G19}>
<{H17}>
<{H18}>
<{H19}>
<{I17}>
<{I18}>
<{I19}>
… omissis
Le variabili si presentano nella forma <{E19}> e non devono, in genere, essere modificate dall‟utente.
Anche i modelli vengono contraddistinti dal suffisso _IT, _EN, _ES, _DE, in quanto se un applicativo è, ad
esempio, in lingua tedesca, il modello sarà del tipo NomeModello_DE.doc.
6
FUNZIONI COMUNI A TUTTI GLI APPLICATIVI
Cliccando su un pulsante della maschera di avvio, verrà avviato il modulo corrispondente e verrà visualizzata la
seguente maschera (Nell‟esempio Indice MAPO)
Fig. 2 – La maschera di un applicativo di Blumatica Rischi Graduati Smart
Nella parte centrale della maschera viene visualizzato il foglio di lavoro principale (nell‟esempio “Indice MAPO”).
Sono presenti uno o più fogli di lavoro (in funzione dell‟applicativo in esecuzione). Nell‟esempio di figura sono
presenti due fogli di lavoro :
 Dati Aziendali e Settaggi
 Indice MAPO
I campi editabili sono in genere colorati in celestino chiaro.
Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l‟intero
foglio di lavoro.
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LA BARRA DEI MENU’
Nella parte alta della maschera è sempre presente il seguente Menù:
Il Menù
File
Cliccando su File vengono visualizzate le seguenti funzioni:
 Apri Lavoro
 Salva Lavoro
 Chiudi
La funzione Apri Lavoro
Cliccando su tale funzione è possibile visualizzare l‟elenco dei lavori già memorizzati in precedenza dall‟utente
e contenuti nella corrispondente cartella dei progetti (nell‟esempio la cartella sarà “ProgettiMapo”).
Viene visualizzata la seguente maschera ed è possibile aprire uno qualsiasi dei lavori preesenti (nell‟esempio
“Clinica SALUS.blu”)
Fig. 3 – La maschera corrispondente all’apertura di un lavoro
La funzione Salva Lavoro
Cliccando su tale funzione è possibile salvare il lavoro corrente assegnandogli un nome a scelta. Il lavoro viene
salvato nella specifica cartella dei Progetti (nell‟esempio la cartella sarà “ProgettiMapo”).
Viene visualizzata la stessa maschera del caso precedente.
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La funzione Chiudi
Cliccando su tale funzione viene chiusa la maschera dell‟applicativo e viene visualizzata la maschera di avvio,
dalla quale sarà possibile, eventuaalmente, lanciare un altro modulo.
Il Menù
Documenti Composti
Cliccando su Documenti Composti, vengono visualizzate le seguenti due funzioni:
 Elenco Documenti
 Apri Cartella
La funzione Elenco Documenti
Cliccando su tale funzione è possibile visualizzare l‟elenco dei documenti corrispondenti all‟applicativo corrente
(nell‟esempio Indice MAPO) già composti dall‟utente e contenuti nella cartella dei Documenti corrispondenti
(nell‟esempio : “DocumentiMapo”).
Viene visualizzata la seguente maschera, contenete l‟elenco dei documenti in formato MS Word (estensione
.doc)
Fig. 4 – La maschera corrispondente alla Lista dei documenti composti
Effettuando un doppio click con il mouse su un rigo è possibile visualizzare il documento corrispondente.
La funzione Apri Cartella
Cliccando su tale funzione è possibile aprire la cartella dove sono contenuti i documenti relativi all‟applicativo
corrente (nell‟esempio la cartella : “DocumentiMapo”).
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Fig. 5 – La maschera corrispondente all’ apertura dela cartella dei documenti
Il Menù
?
Cliccando su ?, vengono visualizzate le seguenti funzioni:
 Informazioni
 Manuale Operativo
La funzione Informazioni consente di visualizzare informazioni specifiche sulla versione del software installato,
sull‟azienda produttrice, ecc.
La funzione Manuale Operativo consente di visualizzare il presente manuale in formato PDF.
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GLI APPLICATIVI SPECIFICI
INDICE MAPO (Movimentazione e Assistenza Pazienti Ospedalizzati)
Cliccando sul primo pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo Indice MAPO e verrà
visualizzata la seguente maschera:
Fig. 5 – La maschera principale del modulo MAPO
Nella parte centrale della maschera viene visualizzato il foglio di lavoro principale (nell‟esempio “Indice MAPO”).
Sono presenti due fogli di lavoro:
 Dati Aziendali e Settaggi
 Indice MAPO
I campi editabili sono in genere colorati in celestino chiaro.
Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l‟intero
foglio di lavoro.
Nella maschera andranno inseriti i diversi dati, nei campi colorati in celestino.
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DATI AZIENDALI E SETTAGGI
In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell‟azienda, che
verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa.
Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in
particolare, come evidenziato nella figura, le diciture dei RISCHI e le corrispondenti misure di prevenzione in
funzione del valore dell‟indice caratteristico.
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”. Cliccando su tale pulsante verrà
visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura.
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
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VALUTAZIONE DELL’INDICE MAPO
L‟indice sintetico di esposizione MAPO è definito nel seguente modo:
Indice MAPO = (PNC/NOP x FS + PPC/NOP x FAM) x FC x FAmb x FF
Essendo:
PNC
PPC
NOP
FS
FAM
FC
FAmb
FF
Il n° di Pazienti Non Collaboranti
Il n° di Pazienti Parzialmente Collaboranti
Il n° di Operatori addetti
Il Fattore Sollevatori
Il Fattore Ausili Minori
Il Fattore Carrozzine
Il Fattore Ambiente
Il Fattore Formazione
La maschera si divide in diverse sezioni corrispondenti al calcolo dei parametri necessari per il calcolo
dell‟Indice MAPO.
Calcolo di PNC, PPC, NOP
NOP = somma organico presente nei tre turni di lavoro (nell‟esempio : 8+7+3 = 18)
PNC picco = PNC x (Presenza max. giornaliera) / (N° medio pazienti /giorno)
PPC picco = PPC x (Presenza max. giornaliera) / (N° medio pazienti /giorno)
Sollevatori – Calcolo Fattore FS
E‟ sufficiente indicare il numero di sollevatori effettivamente presenti nel reparto oggetto dell‟analisi ed
esprimere un giudizio sull‟adeguatezza e sulla sufficienza degli stessi.
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Il giudizio va espresso mediante il combo box, che contiene le seguenti scelte:
Giudizio
Sollevatori assenti o inadeguati e insufficienti
Sollevatori insufficienti o inadeguati
Sollevatori sufficienti ma non del tutto adeguati
Sollevatori adeguati e sufficienti
Punti
4
2
1
0,5
Per esprimere il giudizio, si tenga presente che i sollevatori sono tecnicamente considerati INSUFFICIENTI
quando inferiori a 1 ogni 8 pazienti non collaboranti; sono considerati INADEGUATI quando non impiegabili
sulle patologie presenti nel Reparto.
Ausili Minori – Calcolo Fattore FAM
E‟ sufficiente indicare il numero di ausili minori effettivamente presenti nel reparto oggetto dell‟analisi ed
esprimere un giudizio sull‟adeguatezza e sulla sufficienza degli stessi.
Il giudizio va espresso mediante il combo box, che contiene le seguenti scelte:
Giudizio
Ausili minori assenti o insufficienti
Ausili minori sufficienti ed adeguati
Punti
1
0,5
Nota : Occorre valutare l'adeguatezza degli eventuali ausili minori presenti utilizzati per i trasferimenti lettocarrozzina, letto-barella, per spostamenti nel letto o altre operazioni di movimentazione.Il giudizio è positivo se
sono presenti almeno 3 diversi tipi di ausili tra quelli elencati.
Carrozzine, comode e sedie di trasporto – Calcolo Fattore FC
Per il calcolo di FC occorre compilare la tabella indicata qui di seguito e compilata a titolo d‟esempio. Dopo
avere indicato il numero di elementi presenti, è possibile indicare eventuali fattori negativi tra i quattro riportati
(ognuno dei quali ha un peso pari a 1).
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Nota : Il punteggio PMCarr è stato ottenuto dividendo il Punteggio totale (6) per il numero totale di carrozzine,
comode e sedie (13).
Per ottenere il valore del fattore FC si fa riferimento alla seguente tabella:
Valore di PMCarr
Sufficienza numerica
Fattore Carrozzine
0,5 – 1,33
NO
SI
1,00
0,75
1,34 – 2,66
NO
SI
1,50
1,12
2,67 – 4,00
NO
SI
2,00
1,50
Nota: si esprime un giudizio tecnico favorevole sulla idoneità numerica, se il rapporto tra il numero complessivo
di carrozzine, comode e sedie ed il numero medio di pazienti giornaliero è pari ad almeno il 50 %.
AMBIENTE – Fattore FAmb
Per il calcolo di Famb occorre compilare tre sezioni distinte, ognuna delle quali contribuisce al calcolo del
fattore, come indicato nella seguente figura.
15
Per ottenere il valore del fattore FAmb si fa riferimento alla seguente tabella:
Valore di PMAmb
Fattore Ambiente
0 – 5,8
0,75
5,9 – 11,6
1,25
11,7 – 17,5
1,50
FORMAZIONE – Fattore FF
Per il calcolo di FF occorre esprimere un giudizio sul tipo di formazione effettuata dai lavoratori addetti, come
illustrato qui di seguito.
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Nota : Va espresso un giudizio sulla FORMAZIONE effettuata. Selezionare quella più opportunatra le scelte
possibili.
Per ottenere il valore del fattore FF si fa riferimento alla seguente tabella:
Tipo di formazione
Corso teorico-pratico almeno 6 ore
Solo parte pratica Attrezzature
Consegna opuscolo informativo
Formazione non effettuata
Fattore FF
0,75
1,00
1,00
2,00
RISULTATI
Completate le diverse sezioni, come sopra illustrato, vengono automaticamente riportati i risultati ottenuti per
l‟indice MAPO (nell‟esempio 0,45), il corrispondente RISCHIO e le Misure di Prevenzione previste per quella
classe di RISCHIO.
Nota : La classe di RISCHIO e le misure di prevenzione vengono riportate in funzione della seguente tabella,
presente nel foglio di lavoro “Dati Generali”:
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STAMPA
Per effettuare la stampa del documento di valutazione del RISCHIO, occorre, dopo avere indicato il nome del
documento da produrre nell‟opportuno campo colorato in celeste, cliccare sul pulsante “STAMPA RELAZIONE”,
come indicato qui di seguito.
Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa
“MAPO_IT.doc” posto nella cartella “ModelliMapo”.
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ERGONOMIA (Carico Posturale Lavori Sedentari)
Cliccando sul secondo pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo ERGONOMIA e verrà
visualizzata la seguente maschera:
Fig. 6 – La maschera del modulo ERGONOMIA
Nella parte centrale della maschera viene visualizzato il foglio di lavoro principale (nell‟esempio “Indice MAPO”).
Sono presenti uno o più fogli di lavoro (in funzione dell‟applicativo in esecuzione). Nell‟esempio di figura sono
presenti due fogli di lavoro :
 Dati Aziendali
 Valutazione Rischio
Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l‟intero
foglio di lavoro.
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DATI AZIENDALI E SETTAGGI
In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell‟azienda, che
verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa.
Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in
particolare, come evidenziato nella figura, le diciture dei RISCHI e le corrispondenti misure di prevenzione in
funzione del valore dell‟indice caratteristico.
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”. Cliccando su tale pulsante verrà
visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura.
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
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VALUTAZIONE
Per la valutazione occorre compilare le diverse sezioni presenti, che riporteranno i rispettivi punteggi. Per
l‟elenco completo dei punteggi assegnati alle diverse risposte, si rimanda al relativo modello di stampa,
denominato “ERGONOMIA_IT.doc”, presente nella cartella “ModelliErgonomia”.
Si valuta la variazione rispetto alla postura corretta, intendendo con ciò la postura assunta da un soggetto con
lo sguardo diritto e con la testa leggermente inclinata in avanti.
Per la sezione “POSIZIONE DELLA TESTA”, come riportato nella figura, occorre, se necessario, attivare una o
più opzioni (nell’esempio la seconda). Verrà riportato il totale del punteggio (nell’esempio “2”) e, in caso di
disattivazione dell’ultimo flag (come nel caso riportato) viene assegnato un punteggio ulteriore di 15 punti.
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In questo caso si valuta la variazione rispetto alla postura corretta, ossia con il tronco diritto oppure
leggermente reclinato.
Analogamente, per la sezione “POSIZIONE DEL TRONCO”, come riportato nella figura, occorre, se necessario,
attivare una o più opzioni. Verrà riportato il totale del punteggio (nell’esempio “8”) Sempre nell’esempio, poichè
il posto di lavoro consente di assumere una postura migliore, è stato lasciato attivato l’ultimo flag.
Oggetto di questa valutazione sono le spalle ed ogni alterazione posturale che le riguarda. Si tende a sollevare
le spalle quando il piano di lavoro è troppo alto. Le spalle sono protese in avanti soprattutto quando si ha poco
spazio per muovere le gambe, quando si è troppo distanti dal piano di lavoro o quando si lavora al
videoterminale con dei documenti davanti alla tastiera.
Anche per la sezione “POSIZIONE DELLE SPALLE”, come riportato nella figura, occorre, se necessario,
attivare una o più opzioni (nell’esempio solo la prima). Verrà riportato il totale del punteggio (nell’esempio “3”) e,
in caso di disattivazione dell’ultimo flag viene assegnato un punteggio ulteriore di 15 punti.
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In questo caso si valuta qualsiasi variazione rispetto ad una postura corretta, ossia quando le braccia, in
posizione rilassata, formano con l'avambraccio almeno un angolo di 90°. Le mani si trovano quasi all'altezza dei
gomiti o leggermente al di sopra dei gomiti in caso di monitoraggio di piccoli pezzi o se è richiesto un particolare
sforzo visivo. Nei lavori di precisione le braccia ed i gomiti devono essere appoggiati su una superficie
smussata o imbottita. I bordi acuminati o le superfici fredde come il metallo, la pietra o il vetro non sono indicati.
Anche per la sezione “POSIZIONE DELLE BRACCIA”, come riportato nella figura, occorre, se necessario,
attivare una o più opzioni (nell’esempio la seconda e la sesta). Verrà riportato il totale del punteggio
(nell’esempio “5”) e, in caso di disattivazione dell’ultimo flag viene assegnato un punteggio ulteriore di 15 punti.
23
Le gambe assumono una postura corretta quando le cosce sono orizzontali oppure leggermente piegate in
avanti sotto il piano di lavoro. L'angolo formato dalla coscia e dalla gamba deve essere di 90° circa. Le cosce e
le ginocchia devono disporre di spazio sufficiente per muoversi in alto, avanti e di lato. Deve essere possibile,
inoltre, distendere le gambe senza alcun problema, il bordo della sedia non deve comprimere i muscoli delle
coscia o l'incavo del ginocchio.
Anche per la sezione “POSIZIONE DELLE GAMBE”, come riportato nella figura, occorre, se necessario,
attivare una o più opzioni. Verrà riportato il totale del punteggio (nell’esempio “8”) e,come al solito, in caso di
disattivazione dell’ultimo flag viene assegnato un punteggio ulteriore di 15 punti.
Per i piedi si parla di postura corretta quando questi poggiano perfettamente con tutta la pianta sul pavimento o
sul poggiapiedi. I piedi devono potersi muovere liberamente in avanti, di lato e indietro.
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Anche per la sezione “POSIZIONE DEI PIEDI”, come riportato nella figura, occorre, se necessario, attivare una
o più opzioni. Verrà riportato il totale del punteggio (nell’esempio “0”, non essendo state riscontrate irregolarità
nella posizione dei piedi).
Per determinare il fattore tempo è fondamentale sapere se la postura si riferisce ad un'attività prevalente senza
il passaggio ad altre attività o ad un'attività secondaria intervallata da altre attività. Se si tratta di un'attività
prevalente, conta il tempo effettivo di lavoro; se si tratta di un'attività secondaria, conta la somma dei tempi
durante i quali è stata assunta la postura presa in esame.
Il fattore tempo è uguale per tutte le parti del corpo.
Per il fattore TEMPO andrà attivato il flag più idoneo tra quelli disponibili (nell‟esempio il sesto). In caso di
attivazione di più flag verrà visualizzato un messaggio di irregolarità.
Nella tabella della valutazione vengono riportati, per le diverse parti del corpo esaminate, i punteggi derivanti
dalle precedenti check list. L’ultima colonna riporta il Punteggio finale, eventualmente corretto per postura
forzata.
25
Nella tabella “Valutazione delle singole parti del corpo” vengono riportati i valori di riferimento dei punteggi
con le relative sollecitazioni, utilizzati per la individuazione delle misure correttive.
Nella seguente tabella finale, invece, vengono riepilogati i punteggi ottenuti per le diverse parti del corpo
esaminate e le corrispondenti misure correttive
26
Per la STAMPA della relazione, è sufficiente indicare nel campo “Nome File Word” il nome da assegnare al
documento (obbligatorio) e la eventuale data che sarà riportata in fase di stampa.
Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa
“ERGONOMIA_IT.doc” posto nella cartella “ModelliErgonomia”.
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METODO OCRA (Movimenti ripetitivi arti superiori)
Cliccando sul terzo pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo OCRA e verrà visualizzata
la seguente maschera:
Nella parte centrale della maschera viene visualizzato il foglio di lavoro principale (nell‟esempio “Valutazione
Rischio”). Sono presenti tre fogli di lavoro:
 Dati Aziendali e Settaggi
 Valutazione Rischio
 Risultati e Stampa
Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l‟intero
foglio di lavoro.
Nella maschera andranno inseriti i diversi dati, nei campi colorati in celestino o effettuate le scelte più
opportune mediante degli specifici combo-box.
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DATI AZIENDALI E SETTAGGI
In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell‟azienda, che
verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa.
Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in
particolare, come evidenziato nella figura, le diciture dei RISCHI e le corrispondenti misure di prevenzione in
funzione del valore dell‟indice caratteristico.
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”. Cliccando su tale pulsante verrà
visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura.
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
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VALUTAZIONE DELL’INDICE OCRA
L' indice di esposizione OCRA viene definito come il rapporto tra il numero di azioni tecniche effettuate
nell'ambito dei compiti ripetitivi esaminati Ae ed il numero di azioni tecniche Ar :
Indice OCRA = Ae ∕ Ar
Il valore di Ae è facilmente desumibile dall'analisi del turno di lavoro, mentre il valore di Ar viene ricavato dalla
seguente equazione:
A r = ∑n x ∙ [ CF ∙ ( FFx ∙ FPx ∙ FCx ) ∙ DCx ] ∙ FR
Nella quale:
x è il compito ripetitivo considerato;
il fattore CF (Costante di frequenza) esprime il numero di azioni tecniche eseguibili in condizioni ideali (quando
tutti gli altri fattori assumono valor4e unitario); esso è pari a 30 azioni/minuto;
il fattore durata DC è la durata effettiva del compito in cui vengono eseguiti movimenti ciclici.
Gli altri parametri rappresentano fattori dipendenti dalle modalità di svolgimento dell'attività lavorativa (frequenza
delle azioni tecniche, aspetti posturali, ecc.) che possono assumere valori compresi tra 1 (condizioni migliori) e 0
(condizioni peggiori):
il fattore forza FF è un parametro ricavato, attraverso una tabella di conversione, da un numero adimensionale
variabile tra 0 e 10 (scala di Borg) che descrive, in modo soggettivo, lo sforzo muscolare applicato;
il fattore postura FP è un valore calcolato in funzione delle posture assunte dai vari distretti degli arti superiori
durante lo svolgimento del compito. L'analisi della postura viene effettuata per mezzo della scheda riportata in
seguito;
l fattore elementi complementari FC è un parametro legato ad una serie di elementi caratteristici del compito;
il fattore carenza di periodi di recupero FR è un valore ricavato, tramite apposita tabella, dal numero di ore
lavorative caratterizzate da una carenza di adeguati periodi di recupero.
La valutazione del rischio può essere effettuata attraverso il metodo di analisi con check-list OCRA messo a
punto sempre da Colombini ed Occhipinti, come estensione del più complesso indice OCRA. La check-list
OCRA si compone di quattro schede che prevedono l' individuazione di valori numerici preassegnati (crescenti
in funzione della crescita del rischio) per ciascuno dei principali fattori di rischio e per i fattori complementari.
Il foglio di lavoro principale (Valutazione Rischio), si compone di diverse SCHEDE costituenti la check-list
OCRA, che andranno compilate di volta in volta, come illustrato qui di seguito.
30
.
La scheda 1 concerne il fattore “tempi di recupero”, per i quali vengono forniti sei scenari di distribuzione di
interruzioni di attività e/o pause durante il turno lavorativo: ad ogni scenario corrisponde un numero. Viene
scelto lo scenario più simile a quello abitualmente (e realmente) utilizzato dai lavoratori su quel posto di lavoro
31
La Scheda 2 si compone di due parti (Parte prima e Parte seconda). La prima parte della scheda 2 prevede
sette scenari, ciascuno contrassegnato da un valore numerico crescente da 0 a 10. Ogni voce descrive l'entità
dei movimenti delle braccia nel tempo (lenti, abbastanza rapidi, rapidi, rapidissimi) connessi alla possibilità o
impossibilità di fare brevi interruzioni (ritmo costante e incostante). Vengono anche indicate delle "frequenze
d'azione al minuto" di riferimento che aiutano ad individuare lo scenario più rappresentativo del compito in
analisi. Utilizzando un cronometro, viene stimata la frequenza d'azione dell'arto più interessato nel compito
osservando il lavoratore in 2-3 minuti e contando direttamente le azioni tecniche.
La seconda parte della scheda 2 riguarda la presenza di forza, d’interesse per la patologia in analisi degli arti
superiori, che viene rilevata quando ricorre periodicamente almeno ogni pochi cicli (5,6,7). Il primo blocco di
domande riguarda la presenza del sollevamento di oggetti che pesano più di 3 Kg o di oggetti sollevati in
posizione sfavorevole della mano, che pesano oltre il chilo (pinch); oppure si potrà barrare se è necessario
usare il peso del corpo per ottenere la forza necessaria a compiere una data operazione o se parti dell’arto
superiore devono essere usate come attrezzi per dare ad esempio dei colpi. La scelta del valore numerico
rappresentativo è legata alla durata delle attività con uso di forza, prima indicata: maggiore la presenza nel ciclo,
più alto il valore dell’indicatore numerico.
32
Il secondo e terzo blocco di domande comprendono la descrizione di alcune delle più comuni attività lavorative
che prevedono rispettivamente l’uso di forza intensa, quasi massimale (il secondo blocco) e l’uso di forza di
grado moderato (il terzo blocco). Le attività da descrivere rispetto all’uso dei due differenti gradi di forza sono:
tirare o spingere leva, schiacciare pulsanti, chiudere o aprire, premere o maneggiare componenti, usare attrezzi.
E’ possibile aggiungere altre voci, a rappresentare altre azioni individuate in cui sia necessario l’uso di forza. Per
le attività lavorative che richiedono l’uso di forza “intensa” i punteggi variano da 4 a 16 in funzione del tempo di
durata nel ciclo; per attività di grado moderato da 2 a 8 sempre in funzione della durata.
Il punteggio totale rappresentativo della forza si ricava sommando i punteggi indicati in uno o più dei tre blocchi
(nell’esempio il punteggio è pari a 7).
33
La scheda 3 descrive le posture incongrue:sono previsti 5 blocchi di domande, i primi 4 contrassegnati da una
lettera (da A a D), l’ultimo dalla lettera E. I primi 4 blocchi di domande descrivono ognuno un segmento
articolare; l’ultimo blocco descrive la presenza di stereotipia, cioè la presenza di gesti lavorativi (azioni tecniche)
identici, ripetuti in almeno 2/3 del tempo.
Fra i punteggi ricavati da ognuno dei segmenti articolari (A – B – C – D) viene scelto solo il più alto, da sommare
eventualmente a quello della stereotipia (E): il risultato della somma costituirà il punteggio per la postura.
Le domande descrittive della postura, in ogni articolazione sono molto semplici. Per le braccia si descrive per
quanto tempo sono mantenute circa ad altezza spalle; per il polso se si devono assumere posizioni pressoché
estreme; per il gomito se si devono fare movimenti bruschi o dare colpi; per la mano se il tipo di presa è un
PINCH (avviene cioè a dita strette), una presa palmare (a mano quasi completamente allargata) , o una presa a
uncino.
34
Nella scheda 4 occorre individuare la eventuale presenza di fattori di rischio complementari, tra quelli proposti
nella figura qui sopra. La scheda si compone di due parti ed il punteggio totale è rappresentato dalla somma dei
due punteggi.
Il punteggio totale, l‟indice OCRA ed il livello di RISCHIO vengono calcolati automaticamente, in funzione della
seguente tabella:
35
Anche le Misure di prevenzione vengono riportate automaticamente, in funzione di quanto indicato nel foglio di
lavoro “Dati Aziendali e Settaggi”.
Per la Stampa della relazione, occorrerà attivare il foglio di lavoro “Risultati e Stampa” che consentirà la
visualizzazione dei risultati del calcolo, come indicato nella seguente figura:
Per la stampa sarà sufficiente indicare il nome del file Word da comporre (obbligatorio) e cliccare sul pulsante
“STAMPA RELAZIONE” dopo avere eventualmente indicato la Data che verrà riportata sul documento
composto.
Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa
“OCRA_IT.doc” posto nella cartella “ModelliOcra”.
36
SPINGERE – TRAINARE – TRASPORTARE (Snook e Ciriello)
Cliccando sul quarto pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo SNOOK e CIRIELLO e
verrà visualizzata la seguente maschera:
Sono presenti tre fogli di lavoro:




Dati Aziendali e Settaggi
SPINGERE
TRAINARE
TRASPORTARE
Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l‟intero
foglio di lavoro.
Nella maschera andranno inseriti i diversi dati, nei campi colorati in celestino o effettuate le scelte più
opportune mediante degli specifici combo-box.
In funzione del tipo di calcolo da effettuare, andrà selezionata il foglio di lavoro più opportuno.
37
DATI AZIENDALI E SETTAGGI
In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell‟azienda, che
verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa.
Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in
particolare, come evidenziato nella figura, le diciture dei RISCHI e le corrispondenti misure di prevenzione in
funzione del valore dell‟indice caratteristico.
Per l‟utilizzo della norma UNI ISO 11228-2 sono previste le due possibilità previste dalla norma stessa (Rischio
accettabile e Rischio rilevante). Anche in questo caso è possibile modificare le misure di prevenzione per
entrambi i casi previsti.
38
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”. Cliccando su tale pulsante verrà
visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura.
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
39
SPINGERE
Mediante questo foglio di lavoro è possibile calcolare l‟indice di SPINTA utilizzando le note tavole di Snook e
Ciriello. Per
la spiegazione del metodo e maggiori dettagli, fare riferimento al modello di stampa
“SPINGERE_IT.doc” contenuto nella cartella “ModelliSnookCiriello”.
Forza Iniziale Raccomandata (FIR)
E‟ la massima forza iniziale raccomandata dedotta dalle tabelle di Snook e Ciriello in funzione di :
o
o
o
o
Sesso
Distanza delle mani da terra durante la spinta
Lunghezza del percorso
Frequenza della movimentazione
Per indicare tali parametri occorrerà agire sugli specifici combo-box presenti, come indicato nella seguente
figura.
Dopo avere indicato tali valori, vengono calcolati automaticamente i valori massimi raccomandati per la forza
iniziale di spinta e per la forza di mantenimento, come indicato qui di seguito:
A questo punto occorrerà indicare i valori rilevati nel corso della movimentazione manuale di spinta, sia per la
forza iniziale, sia per quella di mantenimento, rilevate con idoneo DINAMOMETRO (vedi prossima figura).
Dopo avere indicato i due valori, vengono calcolati i due indici (per la spinta iniziale e per il mantenimento) e
viene assunto quale indice caratteristico il maggiore dei due. Viene, inoltre, calcolato il livello di rischio e le
conseguenti misure di prevenzione, come definite nei Settaggi, e come indicato nella seguente figura.
40
Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione
(dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul
pulsante “STAMPA RELAZIONE”.
Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa
“SPINGERE_IT.doc” posto nella cartella “ModelliSnookCiriello”.
41
TRAINARE
Mediante questo foglio di lavoro è possibile calcolare l‟indice di TRAINO utilizzando le note tavole di Snook e
Ciriello. Per
la spiegazione del metodo e maggiori dettagli, fare riferimento al modello di stampa
“TRAINARE_IT.doc” contenuto nella cartella “ModelliSnookCiriello”.
Forza Iniziale Raccomandata (FIR)
E‟ la massima forza iniziale raccomandata dedotta dalle tabelle di Snook e Ciriello in funzione di :
o
o
o
o
Sesso
Distanza delle mani da terra durante il traino
Lunghezza del percorso
Frequenza della movimentazione
Per indicare tali parametri occorrerà agire sugli specifici combo-box presenti, come indicato nella seguente
figura.
Dopo avere indicato tali valori, vengono calcolati automaticamente i valori massimi raccomandati per la forza
iniziale di spinta e per la forza di mantenimento, come indicato qui di seguito:
A questo punto occorrerà indicare i valori rilevati nel corso della movimentazione manuale di traino, sia per la
forza iniziale, sia per quella di mantenimento, rilevate con idoneo DINAMOMETRO (vedi prossima figura).
Dopo avere indicato i due valori, vengono calcolati i due indici (per il traino iniziale e per il mantenimento) e
viene assunto quale indice caratteristico il maggiore dei due. Viene, inoltre, calcolato il livello di rischio e le
conseguenti misure di prevenzione, come definite nei Settaggi, e come indicato nella seguente figura.
42
Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione
(dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul
pulsante “STAMPA RELAZIONE”.
Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa
“TRAINARE_IT.doc” posto nella cartella “ModelliSnookCiriello”.
43
TRASPORTARE
Mediante questo foglio di lavoro è possibile calcolare l‟indice caratteristico di TRASPORTO in piano, utilizzando
le note tavole di Snook e Ciriello. Per la spiegazione del metodo e maggiori dettagli, fare riferimento al modello
di stampa “TRASPORTARE_IT.doc” contenuto nella cartella “ModelliSnookCiriello”.
Peso Raccomandata (PR)
E‟ il massimo peso raccomandato dedotto dalle tabelle di Snook e Ciriello in funzione di :
o
o
o
o
Sesso
Distanza delle mani da terra durante il trasporto
Lunghezza del percorso
Frequenza della movimentazione
Per indicare tali parametri occorrerà agire sugli specifici combo-box presenti, come indicato nella seguente
figura.
Dopo avere indicato tali valori, viene calcolato automaticamente il valore massimo raccomandato, come indicato
qui di seguito:
A questo punto occorrerà indicare i valori rilevati nel corso della movimentazione manuale di traino, sia per la
forza iniziale, sia per quella di mantenimento, rilevate con idoneo DINAMOMETRO (vedi prossima figura).
Dopo avere indicato il valore rilevato, viene calcolatoi l‟indice caratteristico. Viene, inoltre, calcolato il livello di
rischio e le conseguenti misure di prevenzione, come definite nei Settaggi, e come indicato nella seguente
figura.
44
Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione
(dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul
pulsante “STAMPA RELAZIONE”.
Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa
“TRASPORTARE_IT.doc” posto nella cartella “ModelliSnookCiriello”.
45
SPINGERE – TIRARE (UNI ISO 11228-2:2009)
Cliccando sul quarto pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo UNI ISO 11228-2 e verrà
visualizzata la seguente maschera:
Sono presenti due fogli di lavoro:
 Dati Aziendali e Settaggi
 SPINGERE o TIRARE ISO 11228-2
Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l‟intero
foglio di lavoro.
Nella maschera andranno inseriti i diversi dati, nei campi colorati in celestino o effettuate le scelte più
opportune mediante degli specifici combo-box.
46
DATI AZIENDALI E SETTAGGI
In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell‟azienda, che
verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa.
Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in
particolare, come evidenziato nella figura, le misure di prevenzione in funzione del rischio.
Per l‟utilizzo della norma UNI ISO 11228-2 sono previste le due possibilità indicate dalla norma stessa (Rischio
accettabile e Rischio rilevante).
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”. Cliccando su tale pulsante verrà
visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura.
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
47
SPINGERE o TIRARE UNI ISO 11228-2
Mediante questo foglio di lavoro è possibile effettuare la valutazione secondo quanto previsto dalla norma UNI
ISO 11228-2:2009, indicata anche dal D.Lgs. 81/08.
In questo caso vengono utilizzate le tabelle A.5, A.6, A.7, A.8 della norma UNI ISO già citata.. Per la
spiegazione del metodo e maggiori dettagli, fare riferimento ai modelli di stampa “SPINGERE_ISO_IT.doc” e
“TRAINARE_ISO_IT.doc” contenuto nella cartella “ModelliSnookCiriello”.
Forza Iniziale Raccomandata (FIR)
E‟ la massima forza iniziale raccomandata dedotta dalle tabelle allegate alla norma in funzione di :
o
o
o
o
o
Tipo di movimentazione (Spingere o Tirare)
Sesso
Distanza delle mani da terra durante la spinta
Lunghezza del percorso
Frequenza della movimentazione
Per indicare tali parametri occorrerà agire sugli specifici combo-box presenti, come indicato nella seguente
figura.
Dopo avere indicato tali valori, occorrerà indicare i valori misurati sia della forza iniziale di spinta (o di traino), sia
della forza di mantenimento, come indicato qui di seguito:
Dopo avere indicato tali valori, occorrerà, infine, cliccare sul pulsante “Effettua Valutazione”. Verranno calcolati
automaticamente i valori delle Forze massime accettabili (iniziale e di mantenimento), come riportato qui di
seguito.
48
Sempre in modo automatico verranno confrontati i valori massimi con quelli misurati e verrà, di conseguenza,
calcolato il rischio tra i due possibili:
RISCHIO ACCETTABILE
Se sia la Forza Iniziale, sia la Forza di Mantenimento applicate effettivamente
dal lavoratore non superano i valori massimi accettabili dedotti dalle tabelle.
RISCHIO RILEVANTE Se o la Forza Iniziale, o la Forza di Mantenimento (o entrambe) applicate effettivamente
dal lavoratore superano i valori massimi accettabili dedotti dalle tabelle.
Il rischio calcolato e le conseguenti misure di prevenzione vengono riportate negli specifici campi, come indicato
qui di seguito.
Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione
(dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul
pulsante “STAMPA RELAZIONE”.
Verrà composto e visualizzato
“DocumentiISO11228-2”.
il
documento
corrispondente,
che
verrà
salvato
nella
cartella
Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento ai Modelli di Stampa
“SPINGERE_ISO_IT.doc” e “TIRARE_ISO_IT.doc” posti nella cartella “Modelli ISO11228-2.doc”.
49
SOLLEVAMENTO - ABBASSAMENTO (NIOSH MonoTask e MultiTask)
Cliccando sul quinto pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo NIOSH
visualizzata la seguente maschera:
e verrà
Sono presenti tre fogli di lavoro:
 Dati Aziendali e Settaggi
 SOLLEVAMENTO Mono Task
 SOLLEVAMENTO Multi Task
Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l‟intero
foglio di lavoro.
Nella maschera andranno inseriti i diversi dati, nei campi colorati in celestino o effettuate le scelte più
opportune mediante degli specifici combo-box.
In funzione del tipo di calcolo da effettuare, andrà selezionata il foglio di lavoro più opportuno, tenendo presente
che il Sollevamento Mono Task rappresenta il classico Sollevamento Semplice, mentre il Sollevamento Multi
Task rappresenta il Sollevamento Composto, nel quale cioè le variabili in gioco che influenzano il PLR (peso
limite raccomandato) variano in modo significativo.
DATI AZIENDALI E SETTAGGI
50
In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell‟azienda, che
verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa. Sempre nella parte di sinistra è possibile definire
il Limite Ponderale Generico in funzione dell‟età e del sesso dei lavoratori.
Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in
particolare, come evidenziato nella figura, le diciture dei RISCHI e le corrispondenti misure di prevenzione in
funzione del valore dell‟indice caratteristico di sollevamento.
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”. Cliccando su tale pulsante verrà
visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura.
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
51
SOLLEVAMENTO SEMPLICE (Mono Task)
In questo foglio di lavoro occorrerà indicare i diversi campi colorati in celestino chiaro ed effettuare alcune scelte
mediante specifici combo-box, come illustrato nella seguente figura.
I due campi iniziali in alto (Lavoratore e Mansione) vengono importati, se presenti, dal foglio di lavoro “Dati
Aziendali e Settaggi”. Analogamente per il campo “Limite ponderale LPG”.
In caso di inserimento di dati irregolari o non contemplati dalle tabelle di NIOSH, vengono visualizzati appositi
messaggi informativi.
52
Nella seconda parte del foglio di lavoro vengono visualizzati in tempo reale i risultati del calcolo ed in particolare
il PLR (Peso Limite Raccomandato) e l‟Indice di Sollevamento IS.
In funzione di tale Indice IS ed in funzione di quanto indicato nei Settaggi del primo foglio di lavoro, vengono
visualizzate le corrispondenti Misure di Prevenzione, come indicato qui di seguito.
Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione
(dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul
pulsante “STAMPA RELAZIONE”.
Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa
“NIOSH_IT.doc” posto nella cartella “ModelliNiosh”.
53
SOLLEVAMENTO COMPOSTO (Multi Task)
In questo foglio di lavoro occorrerà indicare i diversi campi colorati in celestino chiaro ed effettuare alcune scelte
mediante specifici combo-box, come illustrato nella seguente figura. Anche in questo caso i due campi iniziali in
alto (Lavoratore e Mansione) vengono importati, se presenti, dal foglio di lavoro “Dati Aziendali e Settaggi”.
Analogamente per il campo “Limite ponderale LPG”. In caso di inserimento di dati irregolari o non contemplati
dalle tabelle di NIOSH, vengono visualizzati appositi messaggi informativi.
Occorre inserire, per ogni diversa movimentazione (che avviene, cioè, con diversi parametri rispetto alla
precedente) tutti i valori necessari. E‟ stato previsto un massimo di 10 diverse movimentazioni (10 righe). Nel
caso di esempio sono state inserite n° 2 diverse movimentazioni.
Man mano che si inseriscono i dati delle movimentazioni (righe) vengono calcolati e visualizzati i diversi
coefficienti di calcolo ed i valori dei Pesi Limite Raccomandati FiPLR (valori indip. Dalla Frequenza), come
indicato nella seguente tabella:
54
Cliccando, infine, sul pulsante “Esegui i Calcoli” posto al di sotto della successiva griglia di riepilogo, viene
compilata la seguente tabella e calcolato l‟indice di sollevamento composto ICS.
Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione
(dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul
pulsante “STAMPA RELAZIONE”.
Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa
“NIOSHMULTITASK_IT.doc” posto nella cartella “ModelliNiosh”.
55
SOLLEVAMENTO E TRASPORTO (UNI ISO 11228-1:2009)
Cliccando sul quinto pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo UNI ISO 11228-1 e verrà
visualizzata la seguente maschera:
Sono presenti due fogli di lavoro:
 Dati Aziendali e Settaggi
 SOLLEVAMENTO e TRASPORTO
Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l‟intero
foglio di lavoro.
Nella maschera andranno inseriti i diversi dati, nei campi colorati in celestino o effettuate le scelte più
opportune mediante degli specifici combo-box.
56
DATI AZIENDALI E SETTAGGI
In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell‟azienda, che
verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa. Sempre nella parte di sinistra è possibile definire
il Limite Ponderale Generico in funzione dell‟età e del sesso dei lavoratori.
Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in
particolare, come evidenziato nella figura, le misure di prevenzione in funzione del valore del Rischio.
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”. Cliccando su tale pulsante verrà
visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura.
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
57
SOLLEVAMENTO E TRASPORTO
In questo foglio di lavoro occorrerà indicare i diversi campi colorati in celestino chiaro ed effettuare alcune scelte
mediante specifici combo-box, come illustrato nelle seguenti figure.
In questa prima parte occorrerà indicare:





il n° di lavoratori (di solito e per default 1) che effettuano la movimentazione contemporaneamente
la fascia d‟età
il sesso
il peso massimo movimentato
il peso medio movimentato (che, in caso di pesi costanti coinciderà con il peso massimo)
Nota: Il peso medio sollevato deve risultare di almeno 3 kg, come previsto dalla norma UNI ISO 11228-1.
STEP 1
Per la verifica dello Step 1, dopo avere inserito i dati caratteristici della movimentazione, viene
automaticamente calcolata la massa di riferimento, che viene confrontata con il peso massimo movimentato. Se
la verifica è positiva viene evidenziata in verde la scritta “Verificato”. In caso contrario viene evidenziata in
rosso la frase “Non Verificato”.
STEP 2
Per la verifica dello step 2 occorre indicare la durata complessiva della movimentazione (nell‟esempio 90 minuti)
e la frequenza della movimentazione (espressa in azioni al minuti e nell‟esempio pari a 0.5, corrispondente ad
un‟azione ogni 2 minuti)
58
Inseriti i due dati, vengono effettuate le verifiche previste dalla norma UNI ISO 11228-1. Anche in questo caso,
come per tutti gli altri step, viene visualizzato l‟esito di ogni verifica.
STEP 3
59
Come indicato nella figura riportata qui sopra, per la verifica dello step 3, occorre indicare una serie di parametri
caratteristici della movimentazione del tutto simili a quelli del cosiddetto metodo NIOSH.
Cliccando sui pulsanti indicati qui a lato e posti nella maschera di inserimento dei dati, è possibile
visualizzare alcune figure illustrative utili per un più agevole inserimento dei valori richiesti.
Come evidenziato dalle tabelle in figura e come previsto dalla norma UNI ISO, viene effettuato il calcolo della
mref mod sia all‟origine della movimentazione, sia alla destinazione della stessa. Il peso limite complessivo è
assunto pari al minore dei due valori.
La verifica è positiva se m ≤ mref mod .
STEP 4
Per la verifica dello Step 4 è sufficiente indicare l‟ eventuale distanza di trasporto mediante l‟utilizzo
dell‟apposito combo-box.
Sono possibili le seguenti scelte, in accordo con la norma UNI ISO:






0 (in caso di assenza di trasporto)
≤1m
Da 1 a 2 m
Da 2 a 4 m
Da 4 a 10 m
Da 10 a 20 m
STEP 5
Per lo Step 5 non occorre inserire alcun dato, in quanto per il calcolo delle masse cumulative vengono utilizzati i
dati già inseriti dall‟utente negli Step precedenti ed i dati della Tabella 1 della norma UNI ISO.
60
RIEPILOGO RISULTATI
Come evidenziato nella figura qui sopra, i dati delle verifiche vengono riepilogati sinteticamente mediante le
solite diciture:


Verificato
Non verificato
Se tutte le verifiche sono positive (come da esempio), ne conseguirà un RISCHIO ACCETTABILE e verranno
riportate le misure di prevenzione previste dall‟utente per il rischio accettabile (vedi sezione Dati Aziendali e
Settaggi).
Se una o più verifiche sono negative, ne conseguirà un RISCHIO RILEVANTE e verranno riportate le misure di
prevenzione previste dall‟utente per il rischio rilevante (vedi sezione Dati Aziendali e Settaggi).
STAMPA
Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione
(dato obbligatorio) e l‟eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul
pulsante “STAMPA RELAZIONE”.
Verrà composto e visualizzato
“DocumentiISO11228-1”.
il
documento
corrispondente,
che
verrà
salvato
nella
cartella
Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa “ISO112281_IT.doc” posto nella cartella “Modelli ISO11228-1.doc”.
61
ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI
Cliccando sul sesto pulsante a partire dall‟alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo
CAMPIELETTROMAGNETICI e verrà visualizzata la seguente maschera:
Sono presenti due fogli di lavoro:
 Dati Aziendali
 Verifiche
Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l‟intero
foglio di lavoro.
62
DATI AZIENDALI
In questo foglio di lavoro è possibile inserire i principali dati anagrafici dell‟azienda e le figure responsabili
principali. Tali dati verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa.
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”. Cliccando su tale pulsante verrà
visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura.
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
63
VERIFICHE
Nella prima parte del foglio di lavoro “Verifiche” occorrerà inserire, per ogni eventuale sorgente di campo
elettromagnetico :
Ad esempio, dopo avere inserito la descrizione della sorgente (nell‟esempio di figura : Sorgente Esempio 1) ed
avere indicato il valore di frequenza in Hz (nell‟esempio 12.800 Hz), verranno calcolati automaticamente i valori
di Azione di cui all‟allegato XXXVI del D.Lgs. 81/08, tabella 2, come illustrato qui di seguito.
A questo punto occorrerà indicare, nei campi corrispondenti posti al di sopra dei valori di azione calcolati, i valori
effettivi rilevati.
Nota : Se le attrezzature utilizzate e/o le situazioni lavorative rientrano tra quelle indicate nella Tabella riportata dalle
"Indicazioni operative" del CTIPLL /2010, la natura e l'entità dei rischi non rendono necessaria una valutazione più
dettagliata, è possibile evitare le misurazioni e procedere direttamente alla stampa di una relazione semplificata, come
meglio dettagliato nel seguito.
64
CASO 1 : VALORI DI AZIONE NON SUPERATI
Si supponga di avere inserito 2 diverse sorgenti (Sorgente Esempio 1 con valore di frequenza pari a 12.800 Hz
e Sorgente Esempio 2 con valore di frequenza pari a 50 MHz), come indicato nella figura qui di seguito.
Se tutti i valori rilevati non superano i valori di azione (come indicato nell‟esempio), in pratica è già possibile
procedere alla stampa della relazione, in quanto nella seconda tabella, denominata “CONTROLLO
SUPERAMENTO VALORI LIMITE” non verrà riportato alcun valore e nessuna fonte.
65
Nota : E’ evidente che quanto detto deve essere verificato per tutte le fonti inserite (nell’esempio due Sorgenti).
Automaticamente nella sezione ADEMPIMENTI E MISURE DI PREVENZIONE, viene riportata una frase
standard corrispondente al non superamento dei valori di azione.
66
CASO 2 : VALORI DI AZIONE SUPERATI MA VALORI LIMITE NON SUPERATI
Anche in questo caso, si supponga di avere inserito 2 diverse sorgenti (Sorgente Esempio 1 con valore di
frequenza pari a 12.800 Hz e Sorgente Esempio 2 con valore di frequenza pari a 50 MHz), come indicato nella
figura qui di seguito.
In questo caso, per la “Sorgente Esempio 1” risultano superati alcuni valori di azione. Subito al di sotto della
griglia comparirà il seguente avviso:
Automaticamente, nella seconda griglia, viene riportata la sola fonte di campi elettromagnetici per la quale
risultano superati i valori di azione, come illustrato nel seguito.
L‟unico valore da controllare risulta J (densità di corrente per corpo e tronco), che non deve superare il valore di
128,00.
Avendo riscontrato ed editato un valore di 119,00, i valori limite non risultano superati.
67
Anche in questo automaticamente nella sezione ADEMPIMENTI E MISURE DI PREVENZIONE, viene riportata
una frase standard corrispondente al superamento dei valori di azione, ma al non superamento dei valori limite
di esposizione‟ come illustrato nella seguente figura.
68
CASO 3 : SUPERAMENTO DEI VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE
Anche in questo caso, si supponga di avere inserito 2 diverse sorgenti (Sorgente Esempio 1 con valore di
frequenza pari a 12.800 Hz e Sorgente Esempio 2 con valore di frequenza pari a 50 MHz), come indicato nella
figura qui di seguito.
In questo caso, per entrambe le sorgenti risultano superati alcuni valori di azione. Subito al di sotto della griglia
comparirà, come già illustrato nel caso precedente, il seguente avviso:
Automaticamente, nella seconda griglia, vengono riportate entrambe le fonti di campi elettromagnetici (per i
quali risultano superati i valori di azione), come illustrato nel seguito.
69
Occorre ora inserire, al di sopra dei valori limite calcolati (di colore verde) i corrispondenti valori rilevati, al fine di
controllare l‟eventuale superamento di tali valori.
Dopo avere inserito i dati necessari, si otterrà la seguente situazione<<:
Per la “Sorgente Esempio 2” risultano superati i valori limite relativi al SAR localizzato (capo e tronco) ed il SAR
localizzato per gli arti.
Il superamento dei valori limite viene segnalato con messaggi colorati in rosso.
Subito al di sotto della seconda griglia viene riportato il seguente messaggio:
Vengono, infine, visualizzate le misure di prevenzione e gli adempimenti previsti dalla vigente normativa, come
illustrato qui di seguito.
70
Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione
(dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul
pulsante “STAMPA RELAZIONE”.
Per stampare la relazione semplificata nel caso in cui non siano state effettuate misurazioni, occorrerà cliccare
sul pulsante “Stampa Rel. Semplificata”.
Nota : per il dettaglio del metodo utilizzato, fare riferimento ai Modelli di Stampa posti nella cartella
“ModelliCampiElettromagnetici”.
71
RISCHIO RAPINA
Cliccando sull‟ultimo pulsante in basso della maschera di avvio, verrà avviato il modulo RISCHIORAPINA e
verrà visualizzata la seguente maschera:
Sono presenti due fogli di lavoro:
 Dati Aziendali
 Valutazione Rischio
Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l‟intero
foglio di lavoro.
72
DATI AZIENDALI
In questo foglio di lavoro è possibile inserire i principali dati anagrafici dell‟azienda, i dati relativi alla sede
operativa oggetto della valutazione e le figure responsabili principali. Tali dati verranno riportati
automaticamente nella relazione di stampa.
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”. Cliccando su tale pulsante verrà
visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura.
73
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
74
VALUTAZIONE RISCHIO
In questo foglio di lavoro viene effettuata la valutazione analitica del RISCHIO RAPINA, essenzialmente
mediante la valutazione di:
RISCHIO ESOGENO (Prima parte del foglio)
RISCHIO ENDOGENO (Seconda parte del foglio)
Per ognuno dei due fattori do rischio viene calcolato un punteggio ed una entità di rischio. Combinando i due
fattori con una opportuna matrice, si ottiene l‟entità del RISCHIO RAPINA
Per maggiori dettagli sul metodo utilizzato, si rimanda al modello di stampa “RISCHIORAPINA_IT.doc”
presente nella cartella “ModelliRischioRapina”.
RISCHIO ESOGENO
Per la valutazione del Rischio ESOGENO bisogna rispondere obbligatoriamente ad una serie di domande
riguardanti:
o
o
o
o
o
l'indice di criminalità nella zona
l'ubicazione dell' agenzia
i tempi di intervento delle Forze dell'Ordine
l'atteggiamento del personale bancario
la vicinanza di vie di fuga
Ad ogni domanda è associata una serie di risposte con relativo punteggio, per cui, al termine si otterrà un
punteggio totale dato dalla somma dei punteggi parziali attribuiti alle singole risposte.
Il punteggio totale, opportunamente ponderato, fornirà un valore del rischio esogeno con gradualità: molto
basso, basso, medio, alto.
Qui di seguito si riportano, a titolo d‟esempio, le risposte alle 12 domande con il calcolo del punteggio e del
rischio ESOGENO.
75
76
Il punteggio conseguito risulta pari a 30, con un RISCHIO BASSO.
77
RISCHIO ENDOGENO
Per la valutazione del Rischio ESOGENO occorre, essenzialmente, valutare le misure antirapina (passive,
attive e umane) ritenute più valide, che sono state suddivise nelle seguenti classi:
A - Misure preventive e/o deterrenti
B - Misure di ricostruzione di evento
C - Misure limitatrici dei danni economici
D - Misure di segnalazione e/o di sorveglianza
Per calcolare i punteggi è sufficiente attivare i flag più opportuni (spuntatura dei quadratini) o effettuare
eventuali scelte mediante specifici combo-box.
Qui di seguito vengono riportate le risposte fornite per ognuno dei 4 gruppi, con il calcolo del punteggio finale e
del corrispondente rischio.
78
Automaticamente, una volta calcolata la entità dei 2 Rischi (Esogeno ed endogeno), viene calcolato il rischio
finale, come indicato qui di seguito.
79
Per il calcolo del rischio complessivo, è stata utilizzata la seguente matrice di valutazione:
RISCHIO ENDOGENO
MATRICE DI VALUTAZIONE
ALTO
MEDIO
BASSO
M.BASSO
4
4
2
3
4
4
3
2
3
4
4
2
1
2
3
3
1
1
1
2
2
1
2
3
4
RISCHIO ESOGENO
3
0
0
3
2
ALTO
MEDIO
1
BASSO
M.BASSO
2
4
Dalla combinazione dei due fattori precedenti (Rischio ESOGENO e Rischio ENDOGENO) viene ricavata, come
indicato nella Matrice di valutazione sopra riportata, l‟Entità del RISCHIO, con la seguente gradualità:
1
2
3
4
MOLTO BASSO
BASSO
MEDIO
ALTO
Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione
(dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul
pulsante “STAMPA RELAZIONE”.
Nota : per il dettaglio del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa “RISCHIORAPINA_IT.doc”
posto nella cartella “RischioRapina”.
80
MICROCLIMA
Cliccando sul settimo pulsante a partire dall‟alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo MICROCLIMA
e verrà visualizzata la seguente maschera:
Sono presenti quattro fogli di lavoro:




Dati Aziendali
Ambienti MODERATI
Ambienti SEVERI CALDI
Ambienti SEVERI FREDDI
Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l‟intero
foglio di lavoro.
81
DATI AZIENDALI
In questo foglio di lavoro è possibile inserire i principali dati anagrafici dell‟azienda e le figure responsabili
principali. Tali dati verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa.
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”. Cliccando su tale pulsante verrà
visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura.
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
82
Ambienti MODERATI
Per la valutazione del MICROCLIMA degli ambienti MODERATI occorre inserire i dati nella specifica griglia,
come indicata qui di seguito.
Dopo avere inserito gli ambienti per i quali si vuole procedere alla
verifica ed i relativi dati (settore DATI RILEVATI), cliccando sul
pulsante “CALCOLA PMV e PPD” posto al di sopra della griglia,
verranno automaticamente effettuati i calcoli necessari ed i risultati saranno visualizzati nella seconda parte
della griglia (settore RISULTATI).
Per ogni ambiente vengono calcolati :
o
o
o
PMV (Voto Medio Previsto)
PPD (Percentuale prevista di insoddisfatti)
To (Temperatura operativa)
In funzione dei valor di PMV e PPD viene espresso un giudizio termico secondo i criteri illustrati nella tabella 1.
Per effettuare la composizione del documento sarà sufficiente indicare il nome del file word da generare, dopo
avere eventualmente indicato la data nello specifico campo.
Cliccando sul pulsante “Stampa Relazione”, verrà composto e visualizzato un documento word corrispondente
alla relazione di valutazione del rischio.
Per la stampa viene utilizzato il modello “MICROCLIMA _IT_20.doc” presente nella cartella “ModelliMicroclima”.
Al di sotto del pulsante di calcolo sono presenti ulteriori tre pulsanti :
 Tabella Icl
 Tabella M
 Grafico PMV
Tabella Icl
83
Cliccando sul pulsante “Tabella Icl”, viene visualizzata la seguente maschera:
Nella tabella sono stati riportati, a titolo indicativo, i valori dell‟isolamento termico dei vestiari più comuni, tratti
dalle normative UNI indicate.
Tabella M
Cliccando sul pulsante “Tabella M”, viene visualizzata la seguente maschera:
Nella tabella sono stati riportati i valori del metabolismo energetico per diverse attività, tratti dalle normative UNI
indicate.
Grafico PMV
84
Cliccando sul pulsante “Grafico PMV”, viene visualizzato il seguente grafico:
La curva rappresenta il Diagramma PPD (Percentuale prevista di insoddisfatti) in funzione del PMV (Voto Medio
Previsto).
CRITERI DI VALUTAZIONE
La seguente Tabella 1 riporta, in funzione dei valori di PMV, i corrispondenti valori di PPD (Percentuale di
lavoratori insoddisfatti) ed il corrispondente giudizio termico sull‟ambiente di lavoro.
TABELLA 1 – Valori di PMV, PPD e valutazione ambiente termico.
PMV
+3
+2
+1
+ 0.50
0
- 0.50
-1
-2
-3
PPD (%)
100
75.5
26.5
10
0
10
26.5
75.5
100
VALUTAZIONE AMBIENTE TERMICO
MOLTO CALDO
CALDO
TIEPIDO
BENESSERE TERMICO
FRESCO
FREDDO
MOLTO FREDDO
Il valore di PMV viene calcolato con una equazione complessa, in funzione dei seguenti parametri:
Ta
Tr
Va
Icl
M
Pa
Temperatura dell‟aria in °C
Temperatura media radiante in °C
Velocità relativa dell‟aria in m/s
Isolamento termico dell‟abbigliamento in clo (1 clo = 0,155 m2 K/W)
Metabolismo energetico, in watt per metro quadrato (W/m 2)
Pressione parziale del vapor d‟acqua, in pascal Pa
La umidità relativa Ur (%) è legata alla pressione parziale del vapor d‟acqua dalla seguente relazione :
Pa = Ur x 10 x e (16,6536 – 4030,183/(Ta+235))
Per il calcolo del PPD è stata utilizzata la seguente equazione:
PPD = 100 – 95 × exp –(0,03353 × PMV4 + 0,2179 × PMV2)
85
ADEMPIMENTI E MISURE DI PREVENZIONE
Il programma individua automaticamente gli adempimenti e le misure di prevenzione, che vengono riportati nella
relazione di valutazione del rischio.
La chiave di lettura con cui interpretare i risultati delle misurazioni e dei calcoli effettuati risultati, nel caso di
ambienti moderati-caldi può basarsi sulle seguenti tre aree di riferimento:
o
area di “confort” con PMV ≤ +0,5 (ovvero PPD ≤ 10%), nella quale eventuali lamentele dovrebbero
risultare oltremodo improbabili, eventualmente associabili ai fattori locali di disconfort (situazione che
merita uno specifico approfondimento) o risolvibili con minimi interventi tecnici;
o
area di “disconfort” con +0,5 < PMV ≤ +2 (ovvero 10% < PPD ≤ 77%), nella quale si osservano
frequenti manifestazioni di disagio degli operatori che, se non occasionali, richiedono interventi
correttivi, programmabili ma da prevedere;
o
area di “allarme” con, in modo ricorrente e per più settimane, PMV > +2 (ovvero PPD > 77%), che
indica un ambiente nel quale importanti errori di progettazione, carenze costruttive, assenza di
protezioni o problemi gestionali comportano l‟esigenza di urgenti interventi tecnici. E‟ questa un‟area
nella quale possono anche manifestarsi rischi per la salute e determinarsi situazioni che richiedono
interventi immediati, ad esempio sospendendo il proseguimento del lavoro.
In modo del tutto analogo, la chiave di lettura con cui andare all‟interpretazione dei risultati delle misurazioni nel
caso di ambienti moderati-freddi può basarsi sulle seguenti tre aree di riferimento:
o
area di “confort” con PMV ≥ -0,5 (ovvero PPD ≤ 10%), nella quale eventuali lamentele dovrebbero
risultare oltremodo improbabili, eventualmente associabili ai fattori locali di disconfort (situazione che
merita uno specifico approfondimento) o risolvibili con minimi interventi tecnici;
o
area di “disconfort” con -0,5 > PMV ≥ -2 (ovvero 10% < PPD ≤ 77%), nella quale si osservano
frequenti manifestazioni di disagio degli operatori che, se non occasionali, richiedono interventi
correttivi, programmabili ma da prevedere;
o
area di “allarme” con, in modo ricorrente e per più settimane, PMV < -2 (ovvero PPD > 77%), che
indica un ambiente nel quale importanti errori di progettazione, carenze costruttive, assenza di
protezioni o problemi gestionali comportano l‟esigenza di urgenti interventi tecnici. E‟ questa un‟area
nella quale possono anche manifestarsi rischi per la salute e determinarsi situazioni che richiedono
interventi immediati, ad esempio sospendendo il proseguimento del lavoro.
E‟ possibile, intervenendo sui modelli di stampa, apportare modifiche sia alla parte introduttiva, sia alle misure
da adottare.
Per maggiori dettagli è possibile consultare il corrispondente Modello di stampa nella cartella ModelliMicroclima,
denominato “MICROCLIMA_IT_20.doc” (o gli altri equivalenti per numero di ambienti fino a 45, 70, 95).
86
Ambienti SEVERI CALDI
Per la valutazione del MICROCLIMA degli ambienti SEVERI CALDI è stato seguito il procedimento riportato
nella norma UNI EN 27243.
Anche in questo caso occorre inserire i dati in una specifica griglia, come indicata qui di seguito.
Per ogni ambiente vengono calcolati :
o
o
WBGT (Wet Bulb Globe Temperature)
WBGT max (Valore limite consentito dell‟indice WBGT)
Vengono segnalati gli ambienti per i quali è stato riscontrato il superamento del WBGT max.
Anche in questo foglio di lavoro, al di sopra della griglia di calcolo, sono presenti tre pulsanti :
 Tabella Icl
 Tabella M
 Grafico WBGT
I primi due sono analoghi a quelli già visti in precedenza.
Grafico WBGT (Wet Bulb Globe Temperature)
Cliccando sul pulsante “Grafico WBGT” viene visualizzato il seguente disegno:
87
Nel disegno vengono riportati gli andamenti del WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) in funzione dell‟ attività
metabolica e e del rapporto Pausa – Lavoro.
Per effettuare la composizione del documento sarà sufficiente indicare il nome del file word da generare, dopo
avere eventualmente indicato la data nello specifico campo.
Cliccando sul pulsante “Stampa Relazione”, verrà composto e visualizzato un documento word corrispondente
alla relazione di valutazione del rischio.
Per la stampa viene utilizzato il modello “MICROCLIMA_SEVERI_CALDI_IT.doc” presente nella cartella
“ModelliMicroclima”.
CRITERI DI VALUTAZIONE
Per la valutazione viene utilizzato il cosiddetto metodo WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) che viene
calcolato mediante la seguente equazione:
WBGT = 0,7 tnw + 0,3 tg
Nella quale
tnw rappresenta la “temperatura di bulbo umido a ventilazione naturale”
tg rappresenta la “temperatura di globotermometro”
ADEMPIMENTI E MISURE DI PREVENZIONE
Il programma individua automaticamente gli adempimenti e le misure di prevenzione, che vengono riportati nella
relazione di valutazione del rischio.
Per maggiori dettagli è possibile consultare il corrispondente Modello di stampa nella cartella ModelliMicroclima,
denominato “MICROCLIMA_SEVERI_CALDI_IT.doc”.
88
Ambienti SEVERI FREDDI
Per la valutazione del MICROCLIMA degli ambienti SEVERI CALDI è stato seguito il procedimento riportato
nella norma UNI EN ISO 11079
.
Anche in questo caso occorre inserire i dati in una specifica griglia, come indicata qui di seguito.
Prima parte della tabella (DATI RILEVATI)
Seconda parte della tabella (RISULTATI)
Anche in questo caso, dopo avere inserito tutti gli ambienti per i quali si vuole effettuare la verifica e tutti i dati
corrispondenti, cliccando sul pulsante “CALCOLA indici IREQ” vengono effettuati tutti i calcoli necessari e viene
compilata la sezione RISULTATI della griglia sopra riportata.
89
Subito al di sotto della griglia ora illustrata, è presente una ulteriore sezione per la verifica dei tempi di recupero,
come illustrato nella seguente figura.
I dati da inserire si riferiscono, logicamente, agli ambienti nei quali viene effettuata la sosta prima di immettersi
nei locali con temperature ambientali adeguate.
Dopo avere inserito tutti i dati necessari, cliccando sul pulsante “CALCOLA Tempi di Recupero” verranno
effettuati i calcoli e riempita la colonna RISULTATI della tabella.
Per effettuare la composizione del documento sarà sufficiente indicare il nome del file word da generare, dopo
avere eventualmente indicato la data nello specifico campo.
Cliccando sul pulsante “Stampa Relazione”, verrà composto e visualizzato un documento word corrispondente
alla relazione di valutazione del rischio.
Per la stampa viene utilizzato il modello “MICROCLIMA_SEVERI_FREDDI_IT.doc” presente nella cartella
“ModelliMicroclima”.
CRITERI DI VALUTAZIONE
Il calcolo dell‟indice IREQ si basa sull‟analisi dello scambio termico tra il corpo umano e l‟ambiente, applicando
la seguente equazione di bilancio termico:
M - W = Eres + Cres + E + K + R + C + S
Nella quale il primo membro rappresenta la produzione di calore interno, equilibrata dal secondo membro, che
rappresenta la somma degli scambi di calore nell‟apparato respiratorio, degli scambi termici sulla pelle e del
calore accumulato nel corpo.
In particolare:
M
W
Cres
Eres
E
K
Metabolismo energetico W/m2
Potenza meccanica effettiva W/m2
flusso termico convettivo di calore della respirazione (perdita) W/m2
flusso termico evaporativo della respirazione (perdita), W/m2
flusso termico evaporativo della pelle , W/m2
flusso termico conduttivo (scambio) , W/m2
90
R
C
S
flusso termico radiante (scambio) , W/m2
flusso termico convettivo (scambio) , W/m2
calore accumulato dal corpo , W/m2
La procedura si fonda sulla nozione che le condizioni ottimali coincidono con la condizione di omeotermia,
mentre lo stress termico è sempre più intenso quanto più la perdita netta di energia è grande.
L'equazione di bilancio di energia del corpo umano in termini di potenza viene in questo caso risolta per
l‟isolamento termico del vestiario IREQ (acronimo di Insulation REQuired, ovvero isolamento richiesto),
riconoscendo l‟importanza centrale di questo parametro, in assenza di efficienti meccanismi fisiologici di
minimizzazione della dissipazione del calore, nel mantenere condizioni prossime a quella di omeotermia.
La procedura di valutazione degli ambienti termici severi freddi prevede la soluzione della equazione di bilancio
di energia sul corpo umano in due diverse ipotesi e pertanto impone il calcolo di due diversi valori di IREQ,
indicati come IREQmin e IREQneutral. Tali valori risultano capaci di assicurare rispettivamente condizioni
minime accettabili (dunque con presenza di una sensibile, ma tollerabile, sensazione di freddo) e condizioni di
neutralità termica.
ADEMPIMENTI E MISURE DI PREVENZIONE
Il programma individua automaticamente gli adempimenti e le misure di prevenzione, che vengono riportati nella
relazione di valutazione del rischio.
Per maggiori dettagli è possibile consultare il corrispondente Modello di stampa nella cartella ModelliMicroclima,
denominato “MICROCLIMA_SEVERI_FREDDI_IT.doc”.
91
RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI INCOERENTI
La radiazione ottica comprende le componenti dello spettro elettromagnetico di lunghezza d‟onda minore dei
campi elettromagnetici (trattati al Capo IV del Titolo VIII del DLgs.81/2008) e maggiore di quelle delle radiazioni
ionizzanti (trattate dal DLgs.230/1995 e s.m.).
L‟intervallo delle lunghezze d‟onda delle ROA è compreso tra 100 nm e 1 mm (con le bande spettrali degli
infrarossi –IR–, del visibile –VIS– e dell‟ultravioletto –UV–, rif figura successiva) mentre l‟energia (E=hν) è
-3
compresa tra 10 e 12 eV
Le sorgenti di radiazioni ottiche possono inoltre essere classificate in coerenti e non coerenti. Le prime
emettono radiazioni in fase fra di loro (i minimi e i massimi delle radiazioni coincidono), mentre le seconde
emettono radiazioni sfasate.
Cliccando sul decimo pulsante a partire dall‟alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo ROA che
appunto permette la valutazione del rischio da esposizione a ROA incoerenti, e verrà visualizzata la seguente
maschera:
Come è possibile vedere in basso, sono presenti quattro fogli di lavoro:




Dati Aziendali
Wizard ROA incoerenti
ROA incoerenti Metodo 1
ROA Incoerenti Metodo 2
92
Si noti che per navigare il foglio di calcolo ci si può servire delle barre di scorrimento, sia quella laterale che
quella inferiore.
DATI AZIENDALI
Nella parte sinistra di questo primo tab del foglio di calcolo, è possibile inserire i principali dati anagrafici
dell‟azienda, con le relative figure responsabili. Tali dati verranno automaticamente riportati stampa della
relazione conclusiva.
Censimento fonti
Spostandosi verso destra all‟interno di questo stesso foglio, è possibile accedere a delle tabelle in cui è
possibile eseguire il censimento dei macchinari fonti di radiazioni ottiche artificiali incoerenti:
93
In riferimento al “Documento 01-2009” rev.02 del 11/03/2070 “Indicazioni Operative”, edito a cura dell‟ISPELS e
dell‟ISS, tale censimento risulta parte integrante della Relazione Tecnica, per cui va compilato con cura,
indicato, per le principali caratteriste delle sorgenti di radiazione ottica, in particolare:






la descrizione
l’ubicazione
la potenza
le dimensioni
lo spettro di emissione
la categoria ai sensi dell’ UNI EN 12198/09: tale classificazione è a carico del fabbricate che sulla
scorta del livello di emissione assegna un data categoria in rispondenza della seguente tabella:
Categoria

Restrizioni e Misure di protezione
Informazioni e addestramento
0
Nessuna restrizione
Nessuna informazione necessaria
1
Restrizioni: possono essere necessarie le
limitazione dell‟accesso al macchinario e
misure di protezione
Informazioni su pericoli, rischi ed effetti
secondari
2
Restrizioni speciali con l‟obbligo di assumere
adeguate misure di protezione
Informazioni su pericoli, rischi ed effetti
secondari; l‟addestramento può essere
necessario
condizioni di utilizzo: inserire qui, qualora necessarie, delle informazioni sulle condizioni operative del
macchinario quali ad esempio, temperature operative o particolari tempi di lavoro.
Spostandosi ancora verso il basso è possibile accedere ad una tabella del tutto simile alla precedente che però
consente il censimento delle lampade responsabili di emissioni di radiazioni ottiche artificiali:
Anche qui dovranno essere inseriti tutti i dati caratterizzanti ogni fonte di emissione, inserendo in particolare:





la descrizione
l’ubicazione
la potenza
lo spettro di emissione
il gruppo di appartenenza ai sensi della CEI EN 62474/09: tale classificazione, evidenziata nella
tabella seguente, rappresenta attualmente lo stato dell‟arte in termini di informazioni sulla sicurezza
fotobiologica delle lampade e dei sistemi di lampade (compresi i LED).
94
Gruppo
Esente
Stima del rischio
Nessun rischio fotosensibile
Gruppo 1
Nessun rischio fotosensibile nelle normali condizioni di impiego
Gruppo 2
Non presenta rischio in condizione di riflesso naturale di avversione alla luce o effetti termici
Gruppo 3
Pericoloso anche per esposizione momentanee

condizioni di utilizzo: inserire qui, qualora necessarie, delle informazioni sulle condizioni operative
della lampada.
Settaggi e Misure di Prevenzione ROA Incorenti
Sempre continuando a spostarsi al di sotto delle tabelle dedicate al censimento, è possibile individuare delle
ulteriori tabelle in cui sono definite le misure di prevenzione.
Tali misure , qualora l‟utente lo voglia, possono essere anche modificate od editate.
Come si può intuire, è possibile settare quali misure di prevenzione verranno riportate in stampa al variare
dell‟esito della valutazione del rischio, a seconda che i Valori Limite di Esposizioni vengano superati o meno.
95
WIZARD ROA incoerenti
Terminata la fase dedicata all‟anagrafica aziendale e al censimento delle fonti di Radiazioni Ottiche Artificiali, si
passa al foglio di lavoro successivo, denominato “Wizard ROA Incoerenti”.
Come suggerisce il nome, tale tool del software permette, tramite una check-list opportunamente predisposta, di
verificare, ai sensi delle indicazioni operative dell‟ISPESL-ISS, se ci sono le condizioni per evitare il calcolo o la
misura dell‟esposizione alle ROA.
Tale circostanza è consentita dall‟art.216 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i. nel quale si riporta che “nell’ambito della
valutazione dei rischi il datore di lavoro valuta e, quando necessario, misura e/o calcola i livelli delle radiazioni
ottiche a cui possono essere esposti i lavoratori”.
Per cui, una volta cliccato sull‟apposito tab, apparirà la seguente maschera:
96
L‟utente dovrà a questo punto, in relazione all‟attività lavorativa oggetto della valutazione, cliccare sui pulsantini
con il “SI” se intende rispondere affermativamente alle rispettive domande.
Fatto ciò, cliccando su “VERIFICA” si otterrà un messaggio nell‟apposito riquadro che indicherà all‟utente se è
nelle condizioni di poter stampare una relazione semplificata, come indicato nella seguente figura.
Se, come nell‟esempio, non fosse necessario procedere ad ulteriori misurazioni, è possibile, cliccando sul
pulsante “STAMPA RELAZ. SEMPLIFICATA” (dopo avere inserito il nome da assegnare al documento word da
produrre e la data da riportare sul documento stesso), procedere alla composizione di un documento di
valutazione semplificato.
97
E‟ appena il caso di far notare che ad successiva modifica delle risposte alla check-list, per ottenere la verifica
delle stesse, bisogna cliccare nuovamente sul tasto “Verifica”
Infatti va evidenziato il che se si avesse da parte del software un avviso circa l‟esigenza di eseguire la
misurazione delle ROA, ma si volesse comunque procedere alla stampa della Relazione Semplificato, apparirà
il seguente il “warning”:
Tale circostanza potrebbe verificarsi quando, ad esempio, si hanno tutte lampade classificate come “Esente” e
nessun macchinario di “Categoria 0”
98
VALUTAZIONE RISCHIO ROA incoerenti - METODO 1
La valutazione dell‟esposizione alle ROA incoerenti può essere sostanzialmente eseguita seguendo due
approcci:
 eseguendo la misure del contributo energetico per ogni lunghezza d‟onda dello spettro da analizzare
 estrapolando il dato complessivo delle grandezze da verificare da dati provenienti dai manuali
d‟utilizzo forniti dal produttore o più in generale, dalla letteratura tecnica o da rilievi strumentali
particolari in grado di fornire i valori già ponderati.
Il software in esame permette l‟esecuzione di entrambi i metodi.
Nel foglio di calcolo “ROA Incoerenti Metodo1” è implementato un algoritmo che, a partire da un input
proveniente da una fonte di misura (tipicamente uno spettrometro) è capace di controllare se i Valori Limite di
Esposizione riportati alla tabella 1.1 dell‟Allegato XXXVII del D.Lgs. 81/08 risultano rispettati.
Dati descrittivi della misura
Scendendo nel dettaglio, l‟utente, in riferimento ai campi mostrati di seguito, dovrà inserire i dati descrittivi il
punto di misura da analizzare,
In particolare:




il reparto o il processo di lavoro in cui è eseguita la misurazione;
il riferimento al layout aziendale, eventualmente riportato in una piantina allegata alla Relazione
Valutativa
una descrizione sintetica di come è stata eseguita la misura e dell‟eventuale metodologia adoperata;
le fonti ROA interessate nella misura
Si fa notare che l‟intestazione dei campi della prima colonna a sinistra sono del tutto editabili a discrezione
dell‟utente e l‟eventuale modifica degli stessi verrà poi automaticamente riportata in fase di stampa.
Contestualmente, in questa fase, si dovrà indicare il nome del file su cui stampare la Relazione e la data di
riferimento per la stessa.
Dati di input
Fatto ciò, l‟utente passerà ad inserire nella seguente maschera, i valori di input della misurazione:
In particolare occorrerà indicare:



1
i limiti dello spettro da analizzare, ovvero la lunghezza d‟onda minima e quella massima espressa in
nm
il tempo di esposizione, espresso in secondi, che, nel caso di una misurazione, può coincidere con il
tempo in cui è avvenuta la stessa o comunque il tempo di rilevazione del dato spettrometrico
1
l‟angolo sotteso, inteso come angolo sotteso da una sorgente apparente , visto in un punto nello
spazio, espresso in milliradianti (mrad)
La sorgente apparente è l'oggetto reale o virtuale che forma l'immagine retinica più piccola possibile.
99
Il software è in grado di gestire, prima di far partire il calcolo, eventuale incongruità dei dati enucleati in
precedenza.
Dettaglio delle misurazioni
Inseriti i dati caratterizzanti la misurazione, il software genera nel “Dettaglio delle misurazioni” una lista delle
singole lunghezze d’onda (λi) comprese nello spettro da analizzare.
Contestualmente, suggerisce i dati da inserire per ogni λi , ovvero l‟ irradianza (Eλi) ed eventualmente la
radianza (Lλi), così come mostrato di seguito.
A questo punto, l‟utente dovrà inserire i valori necessari ai fini della valutazione
Anche per questa operazione, nel momento del lancio del calcolo, il software verificherà la consistenza e la
congruenza dei dati con appositi warning, facilitando „utente.
Una volta completato tale inserimento, cliccando sul pulsante “Calcola VLE” verrà
eseguito il calcolo dei valori limite di esposizione, se tutti i dati di input sono stati inseriti
correttamente.
Anche in questo caso vengono, se necessario, visualizzati opportuni messaggi esplicativi.
Nota : Il tasto “Reset” riportato al di sotto del tasto di calcolo, consente la cancellazione di tutti i dati inseriti,
ripristinando anche le formattazioni di origine nel foglio di lavoro, rendendo così più semplice la effettuazione di
nuove Valutazioni.
100
Tabella Riepilogativa delle Verifiche
All‟avvio del software o comunque dopo l‟attivazione del comando “Reset” (di cui si parlerà in seguito), la
Tabella Riepilogativa delle Verifiche apparirà come segue:
Come chiaramente indicato, l‟idea di fondo è quella di dare un‟ informazione del tutto aderente ai dettami
dell‟Allegato XXXVII del D. Lgs. 81/08, per cui la tabella presenta gli stessi spettri ivi.
Dopo aver cliccato con il mouse sul pulsante “Calcola VLE”, il software provvederà ad eseguire tutti i calcoli,
conformemente ai dettami dell‟Allegato XXXVII del D. Lgs. 81/08, evidenziando con appositi warning l‟esito
della valutazione.
I calcoli dei valori limite di esposizione sono stati effettuati conformemente a quanto indicato dal D.Lgs. 81/08 e
considerando, in particolare, le seguenti tabelle della Parte I (Radiazioni Ottiche non coerenti) dell‟allegato
XXXVII:
Tabella 1.1 – Valori limite di esposizione per radiazioni ottiche non coerenti
Tabella 1.2 – S (λ) [adimensionale], da 180 nm a 400 nm
Tabella 1.3 – B (λ), R (λ) [adimensionale], da 380 nm a 1400 nm
101
Nella seguente figura viene riportato un esempio di calcolo.
Come si vede, il software individua le fasce in cui il Valore Misurato supera il Valore Limite di Esposizione
(VLE), colorando in rosso tale messaggio nella colonna degli “Esiti”. Laddove si verifichi questa condizione,
verranno anche riportati i possibili effetti dannosi che l‟esposizione a quel determinato tipo di radiazioni potrebbe
far insorgere nel lavoratore. E‟ bene precisare che il software, mediante appositi messaggi a video, informa
repentinamente l‟utente sull‟esito della valutazione che sta conducendo, riepilogando poi il tutto nel campo
“Esito Valutazione” , mostrato di seguito e posto immediatamente al di sotto della tabella riepilogativa:
In funzione dell‟esito della valutazione ed in funzione dei settaggi effettuati nel foglio di lavoro “Dati Aziendali”
verranno generati automaticamente gli “Adempimenti Previsti e le Misure di Prevenzione e Protezione” che
ovviamente verranno riportati nella stampa della Relazione.
In ultimo, si dà a possibilità all‟utente di inserire delle “Note descrittive” ed eventuali “DPI previsti” per l‟attività
lavorativa oggetto della Valutazione.
Fatto questo, si può passare alla stampa cliccando sull‟apposito tasto
102
VALUTAZIONE RISCHIO ROA incoerenti - METODO 2
Una logica diversa è alla base del foglio di calcolo “ROA Incoerenti Metodo 2” nel quale l‟utente può inserire
direttamente i dati spettrometrici da controllare e da confrontare con i Valori Limiti di Esposizione.
In primis, si dovranno seguire le indicazione viste in precedenza circa i dati anagrafici ed identificati della
postazione di lavoro, che vanno indicati con la stessa logica spiegata nel precedente capitolo.
Come previsto dalle “Indicazioni Operative” dell‟ISPELS-ISS, l‟utente potrebbe trovarsi nella condizione di avere
già a disposizione i dati dello spettro di emissione per la postazione o per l‟attività da valutare siano essi
desumibili dalla letteratura tecnica piuttosto che da manuali operativi o da strumenti specialistici in grado di
misurare i valori già ponderati, per cui basterà semplicemente inserire tali valori nei campi opportuni della
tabella per avere la valutazione.
Se ne riporta un esempio:
In giallo, vi sono i dati da inserire, mentre in verde vi sono i dati di confronto e l‟esito della valutazione.
Come si può notare navigando all‟interno del foglio, sono stati implementati 5 possibili tabelle valutative alfine di
dare, qualora l‟utente lo ritenga necessario, la possibilità di stampare più valutazioni nella stessa Relazione.
Anche qui l‟esito della valutazione automaticamente determinerà gli “Adempimenti Previsti e le Misure di
Prevenzione e di Protezione”, lasciando così come ultima fase prima della stampa l‟eventuale indicazione di
“Note descrittive” e “DPI Previsti”
Fatto ciò, si può procedere alla stampa tramite il click del solito pulsante,
dopo avere indicato il nome da assegnare al documento e la eventuale
data da riportare nel documento stesso.
MODELLI DI STAMPA
Nella cartella “ModelliROA” sono presenti i seguenti Modelli di Stampa in formato MS Word:









ROA_RELAZIONESEMPLIFICATA_IT.doc
ROA_METODO1VLENONSUPERATI_IT.doc
ROA_METODO1VLESUPERATI_IT.doc
ROA_VALUTAZIONE1_IT.doc
ROA_VALUTAZIONE2_IT.doc
ROA_VALUTAZIONE3_IT.doc
ROA_VALUTAZIONE4_IT.doc
ROA_VALUTAZIONE5_IT.doc
ROA_VALUTAZIONE6_IT.doc
103
Il primo modello “ROA_RELAZIONESEMPLIFICATA_IT.doc” viene richiamato automaticamente quando si
procede alla stampa nel foglio di Lavoro “Wizard ROA incoerenti” e rappresenta la relazione di valutazione
semplificata in presenza di sorgenti cosiddette “non pericolose”.
I modelli da “ROA_VALUTAZIONE1_IT.doc” a “ROA_VALUTAZIONE6_IT.doc” vengono richiamati dal foglio di
lavoro “ROA incoerenti Metodo 2” in funzione del numero di valutazioni presenti (da 1 a 6, come già detto) e
rappresentano le relazioni complete di valutazione del rischio di esposizione a radiazioni ottiche artificiali
incoerenti.
Il modello “ROA_METODO1VLENONSUPERATI_IT.doc” viene richiamato dal foglio di lavoro “ROA incoerenti
Metodo
1”
nel
caso
in
cui
nessun
VLE
sia
stato
superato,
mentre
il
modello
“ROA_METODO1VLESUPERATI_IT.doc” viene richiamato se uno o più VLE sia stato superato. Entrambi i
modelli contengono la relazione completa di valutazione.
Nota : tutti i modelli sono, logicamente, personalizzabili da parte dell’utente, facendo attenzione a non
cancellare o modificare le variabili presenti, riconoscibili facilmente, in quanto del seguente formato:
<{H360}>
104
RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI COERENTI (L.A.S.E.R.)
Cliccando sull‟undicesimo pulsante a partire dall‟alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo LASER
che consente la valutazione del rischio da esposizione a ROA coerenti e viene visualizzata la seguente
maschera:
Sono presenti tre fogli di lavoro:
 Dati Aziendali
 Wizard LASER
 ROA coerenti LASER
105
DATI AZIENDALI
In questo foglio di lavoro è possibile inserire i principali dati anagrafici dell‟azienda e le figure responsabili
principali. Tali dati verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa.
Censimento fonti
Spostandosi verso destra all‟interno di questo stesso foglio, è possibile accedere alla tabella in cui è possibile
eseguire il censimento delle fonti di radiazioni ottiche artificiali coerenti:
FONTI RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI COERENTI (L.A.S.E.R.)
Descrizione
Potenza
Dimensioni
[W]
[cm]
Lunghezza
d‟onda
λ [nm]
Classe
CEI EN
0825/09
Condizioni di utilizzo
Ubicazione
106
In riferimento al “Documento 01-2009” rev.02 del 11/03/2070 “Indicazioni Operative”, edito a cura dell‟ISPELS e
dell‟ISS, tale censimento risulta parte integrante della Relazione Tecnica, per cui va compilato con cura,
indicato, per le principali caratteriste delle sorgenti di radiazioni LASER.
Settaggio Misure di Prevenzione ROA Coerenti (LASER)
Subito al di sotto della tabella dedicata al censimento delle fonti LASER, è possibile individuare delle ulteriori
tabelle in cui sono definite le misure di prevenzione.
Tali misure possono essere modificate sia nel contenuto che nel numero, con un massimo di 3 nel caso di non
superamento del Valore Limite di Esposizione (VLE) e di 8 nel caso di superamento dello stesso VLE, come
indicato nella seguente figura.
Come si può intuire, è possibile settare quali misure di prevenzione verranno riportate in stampa al variare
dell‟esito della valutazione del rischio, a seconda che i Valori Limite di Esposizioni vengano superati o meno.
107
WIZARD LASER
Terminata la fase dedicata all‟anagrafica aziendale e al censimento delle fonti di Radiazioni Ottiche Artificiali
coerenti, si passa al foglio di lavoro successivo, denominato “Wizard LASER”.
Come suggerisce il nome, tale tool del software permette, tramite una breve check-list opportunamente
predisposta, di verificare, ai sensi delle indicazioni operative dell‟ISPESL-ISS, se ci sono le condizioni per
evitare il calcolo o la misura dell‟esposizione alle ROA coerenti (LASER).
Tale circostanza è consentita dall‟art.216 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i. nel quale si riporta che “nell’ambito della
valutazione dei rischi il datore di lavoro valuta e, quando necessario, misura e/o calcola i livelli delle radiazioni
ottiche a cui possono essere esposti i lavoratori”.
Per cui, una volta cliccato sull‟apposito tab, apparirà quanto segue:
Le domande proposte tendono ad accertare l‟eventuale presenza di sorgenti LASER considerate pericolose ed
a verificare, mediante l‟apposito pulsante, la possibilità di non effettuare ulteriori indagini o misurazioni.
Ad esempio, si faccia riferimento alle seguenti risposte:
Cliccando sul pulsante VERIFICA, nel riquadro posto subito al di sotto dello stesso pulsante, viene riportata una
frase indicante la necessità o meno di effettuare ulteriori misurazioni ed approfondimenti.
108
Se, come nell‟esempio, non fosse necessario procedere ad ulteriori
misurazioni, è possibile, cliccando sul pulsante “STAMPA RELAZ.
SEMPLIFICATA” (dopo avere inserito il nome da assegnare al documento
word da produrre e la data da riportare sul documento stesso), procedere
alla composizione di un documento di valutazione semplificato.
109
VALUTAZIONE RISCHIO ROA coerenti LASER
Il foglio di lavoro “ROA coerenti LASER” consente, invece, il calcolo analitico dell‟esposizione alle radiazioni
ottiche artificiali coerenti e la verifica del superamento o meno del Valore Limite di Esposizione (VLE) previsto
dalla vigente normativa.
Dati descrittivi della misura
Scendendo nel dettaglio, l‟utente, in riferimento ai campi mostrati di seguito, dovrà inserire i dati descrittivi il
punto di misura da analizzare, come indicato nella seguente figura.
In particolare:




il reparto o il processo di lavoro in cui è eseguita la misurazione;
il riferimento al layout aziendale, eventualmente rispondente ad una piantina allegata alla Relazione
Valutativa
una descrizione sintetica di come è stata eseguita la misura e dell‟eventuale metodologia adoperata;
la fonte LASER interessate nella misura
Occorrerà, inoltre, indicare:




la potenza nominale espressa in Watt;
la Classe del laser (scelta tra quelle possibili, elencate cliccando sullo specifico combo-box);
la tipolgia di laser (continua o a impulsi) anch‟essa selezionabile mediante uno specifico combo-box;
la frequenza degli impulsi in Hertz (da indicare obbligatoriamente nel caso di sorgente impulsiva);
Si fa notare che l‟intestazione dei campi della prima colonna a sinistra sono del tutto editabili a discrezione
dell‟utente e l‟eventuale modifica degli stessi verrà poi automaticamente riportata in fase di stampa.
Dati di input
Dopo avere indicato i dati necessari l‟utente passerà ad inserire nella seguente tabella, i valori di input della
misurazione ed in particolare :
In particolare, nella parte sinistra della tabella (VALORI RILEVATI) occorrerà indicare i campi colorati in giallo
(nelle unità di misura riportate nella tabella) e precisamente:





λ (Lunghezza d'onda, espressa in nanometri [nm])
t esp (Tempo, durata dell'esposizione, espressa in secondi [s]
α (Angolo sotteso dalla sorgente, espresso in milliradianti [mrad])
Da (Diametro apertura limite espresso in millimetri [mm])
-2
E (Irradianza o densità di potenza misurata, espressa in watt su metro quadrato [W m ])
110
Per quanto concerne i valori di α min ed α max , essi sono stati desunti dalla Tabella 2.5 dell‟Allegato XXXVII
del D.Lgs. 81/08 e risultano pertanto predefiniti rispettivamente nei valori 1.5 e 100, pur essendo modificabili da
parte dell‟utente.
Dopo avere inserito i dati necessari, cliccando sul pulsante “ESEGUI VERIFICHE”, verranno calcolati i campi
riportati nella parte destra della tabella (suddivisi in VERIFICHE OCCHIO e VERIFICHE CUTE) ed in
particolare:





γ (Angolo del cono che limita il campo di vista per la misurazione, espresso in milliradianti [mrad])
Da max (Diametro apertura limite espresso in millimetri [mm])
-2
H Esposizione radiante calcolata espressa in joule su metro quadrato [J m ])
E max (Valore limite calcolato dell‟ Irradianza o densità di potenza, espressa in watt su metro quadrato
-2
[W m ])
-2
H max (Valore limite calcolato dell‟ Esposizione radiante espressa in joule su metro quadrato [J m ])
Nella colonna “Esito” viene riportata una delle seguenti frasi :
< VLE
VLE superato
nel caso in cui risultano rispettati i Valori Limite di Esposizione (VLE)
nel caso in cui risultassero superati i Valori Limite di Esposizione (VLE)
Nella colonna “Possibili Effetti Dannosi” vengono
rispettivamente per l‟occhio e/o per la cute.
riportati, se risultano superati i VLE, i danni possibili
Subito al di sotto della tabella vengono, infine, calcolati e visualizzati i seguenti ulteriori dati:



DNRO (Distanza Nominale Rischio Oculare espressa in metri [m])
DO (Densità Ottica)
N° graduazione DPI occhi
Accanto ai dati caratteristici della valutazione compare un numero (da 1 a 4) ed è possibile effettuare
fino a 4 valutazioni diverse nell‟ambito della stessa azienda. In tale caso occorrerà, logicamente,
inserire i dati nelle successive tabelle. Come visto per il caso precedente.
Nota: i calcoli dei valori limite di esposizione sono stati effettuati conformemente a quanto indicato dal D.Lgs.
81/08 e considerando, in particolare, le seguenti tabelle della Parte II (Radiazioni LASER) dell‟allegato XXXVII:
Tabella 2.1 – Rischi delle radiazioni
Tabella 2.2 – Valori limite dell‟esposizione dell‟occhio a radiazioni laser – Durata di esposizione < 10 s
Tabella 2.3 – Valori limite dell‟esposizione dell‟occhio a radiazioni laser – Durata di esposizione lunga ≥ 10 s
Tabella 2.4 – Valori limite dell‟esposizione della cute a radiazioni laser
Tabella 2.5 – Fattori di correzione applicati e altri parametri di calcolo
Tabella 2.6 – Correzione per esposizioni ripetute
Stampa Valutazione
Dopo avere effettuato le valutazioni (da 1 a 4) per effettuare la composizione del documento di valutazione,
occorrerà cliccare sul pulsante posto in alto a destra, dopo avere indicato il nome da assegnare al documento
ed eventualmente la data da riportare nel documento stesso, come indicato nela seguente figura.
Nota : Tutte i documenti vengono composti a partire da modelli MS Word (in formato .doc) posti nella cartella
“ModelliLASER”, come riportato nel prossimo capitolo.
111
MODELLI DI STAMPA
Nella cartella “ModelliLASER” sono presenti i seguenti Modelli di Stampa in formato MS Word:





LASER_RELAZIONESEMPLIFICATA_IT.doc
LASER_VALUTAZIONE1_IT.doc
LASER_VALUTAZIONE2_IT.doc
LASER_VALUTAZIONE3_IT.doc
LASER_VALUTAZIONE4_IT.doc
l primo modello “LASER_RELAZIONESEMPLIFICATA_IT.doc” viene richiamato automaticamente quando si
procede alla stampa nel foglio di Lavoro “Wizard LASER” e rappresenta la relazione di valutazione semplificata
in presenza di sorgenti cosiddette “non pericolose”.
Gli altri modelli, da “LASER_VALUTAZIONE1_IT.doc” a “LASER_VALUTAZIONE4_IT.doc” vengono richiamati
dal foglio di lavoro “ROA coerenti LASER” in funzione del numero di valutazioni presenti (da 1 a 4, come già
detto) e rappresentano le relazioni complete di valutazione del rischio di esposizione a radiazioni ottiche
artificiali coerenti.
Nota : tutti i modelli sono, logicamente, personalizzabili da parte dell’utente, facendo attenzione a non
cancellare o modificare le variabili presenti, riconoscibili facilmente, in quanto del seguente formato:
<{H360}>
112
ATEX POLVERI
Cliccando sullo specifico pulsante della maschera di avvio, verrà avviato il modulo ATEX POLVERI e verrà
visualizzata la seguente maschera:
113
DATI GENERALI
Nella parte sinistra di questo primo foglio di lavoro, è possibile inserire i principali dati anagrafici dell‟azienda,
con le relative figure responsabili. Tali dati verranno automaticamente riportati stampa della relazione
conclusiva.
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”.
114
Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato
nella seguente figura.
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
Subito al di sotto del campo “Reparto oggetto della valutazione”, occorre indicare il tipo di ambiente agendo
sul combo-box e selezionando una delle seguenti tre possibilità:
 CHIUSO
 APERTO
 APERTO CON OSTACOLI
In modo analogo, agendo sullo specifico combo-box, occorrerà indicare la tipologia di presenza dei
lavoratori, selezionandola tra le seguenti possibilità:
 NULLA
 SALTUARIA
 CONTINUA
115
SORGENTI DI EMISSIONE
Subito al di sotto dei precedenti dati anagrafici, è presente una tabella composta da 10 righe, come indicato
nella seguente figura.
In questa tabella andranno inserite, nelle righe numerate da 1 a 10, le sorgenti di Emissione ed i dati relativi alle
sostanze generatrici delle polveri.
Occorrerà, innanzitutto, indicare obbligatoriamente la sigla delle sorgenti di emissione presenti (Colonna “Sigla
SE”) e la loro descrizioni (Colonna “Descrizione SE”).
Occorrerà, quindi, indicare le sostanze generatrici delle polveri, editando direttamente i campi delle righe
corrispondenti, o importandoli dal database a corredo del software.
A tale scopo (vedi figura a lato) è stato predisposto, subito al di sotto della
tabella, il pulsante di importazione “Importa Sostanza da dB”, che
consente di importare, nel rigo visualizzato nel combo-box “Importa sul
rigo” la sostanza visualizzata nel combo-box “Selez. La sostanza da
importare”.
Nell‟esempio, cliccando sul pulsante “Importa Sostanza da dB”,
verrebbero importati, sul rigo 1 della tabella, i dati della sostanza “Farina
di frumento”.
Prima di importare una sostanza su un rigo della tabella, occorre prima indicare la sigla della SE e la sua
descrizione, altrimenti verrebbe visualizzato il seguente messaggio:
Dopo avere inserito, ad esempio, due Sorgenti di Emissione SE01 e SE02 (Silos n. 1 e Silos n. 2) ed avere
importato due diverse sostanze (Farina di frumento e farina di soia, si avrà la situazione indicata nella seguente
tabella.
Nota: Cliccando sul pulsante di importazione della sostanza dal database, non sempre vengono inseriti tutti i
campi necessari, in quanto essi potrebbero essere mancanti. In tale caso occorrerà completare manualmente i
campi mancanti, semplicemente editandoli nella griglia.
116
DATI GEOMETRICI AMBIENTE OGGETTO DELLA VALUTAZIONE
Al di sotto della tabella delle Sorgenti di Emissione, è presente una ulteriore tabella, nella quale andrà indicata
sia la Superficie in pianta del locale, sia la sua altezza media.
Il campo relativo al volume (non editabile) viene calcolato automaticamente in funzione dei due valori indicati.
Ad esempio, indicando una superficie di 140 mq in pianta ed un‟altezza di 7 metri, si otterrà la seguente
situazione:
AMBIENTI CONFINANTI CON IL REPARTO CONSIDERATO
Subito al di sotto della tabella relativa ai dati geometrici, è presente un‟ ulteriore tabella necessaria per
l‟inserimento di eventuali ambienti posti a valle del reparto, per i quali, come previsto dalla normativa, occorrerà
fornire una classificazione, come per il reparto considerato.
Per ogni ambiente andranno indicate il numero e le tipologie di aperture presenti e la pressione dell‟ambiente
stesso rispetto al reparto considerato.
Per quanto riguarda la Pressione, andrà effettuata una delle seguenti tre scelte:
 Pressione uguale a quella del Reparto
 Pressione minore di quella del Rerparto
 Pressione maggiore di quella del Rerparto
Per le tipologie di aperture occorre riferirsi a quanto riportato nella Guida CEI 31-56 e precisamente:
Tipo A – Aperture con caratteristiche che non rientrano tra quelle previste per le aperture dei tipi B, C.
Esempi di aperture di tipo A
 Passaggio aperto per persone, mezzi di trasporto e simili.
 Finestra o simili, priva di serramento.
 Porta per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, con serramento avente caratteristiche non
conformi ai tipi di aperture B, C, D, oppure che viene aperta frequentemente o per lunghi periodi, oppure la cui
apertura è lasciata alla decisione incondizionata del personale.
117
 Passaggio aperto di servizi (tubazioni, condotti, condutture, ecc.) attraverso una parete, un soffitto, un
pavimento e simili
 Apertura fissa di ventilazione, provvista di griglia fissa di aerazione.
Tipo B – Aperture normalmente chiuse (es. con dispositivo di autochiusura), aperte poco frequentemente e che
hanno un interstizio molto ridotto su tutto il perimetro (senza dispositivi di tenuta, es. una guarnizione).
Esempi di aperture di tipo B
 Porta per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, con serramento avente un efficiente dispositivo di
autochiusura, una buona tenuta su tutto il perimetro e normalmente chiusa.
 Apertura di ventilazione autochiudente, normalmente chiusa e avente una buona tenuta su tutto il perimetro.
 Apertura di sfiato libero all‟atmosfera di pozzetto di fogna di tipo invasato (sotto battente e/o con sifone di
tenuta), dove vengono scaricate sostanze infiammabili (fogna oleosa o chimica).
Tipo C – Aperture normalmente chiuse o aperte poco frequentemente, conformi a quelle di tipo B, provviste inoltre
di dispositivi di tenuta (es. una guarnizione) su tutto il perimetro; oppure, due aperture di tipo B in serie, dotate di
dispositivi indipendenti di autochiusura.
Esempi di aperture di tipo C
 Porta per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, con serramento provvisto di un efficiente
dispositivo di autochiusura, di dispositivo di tenuta (es. guarnizione) su tutto il perimetro, normalmente chiusa e
aperta poco frequentemente.
 Apertura di ventilazione autochiudente, attraversata normalmente da aria pulita, avente una buona tenuta su
tutto il perimetro e soggetta raramente a mancanza del flusso di aria.
 Combinazione di due porte in serie tra loro (di tipo B + B), per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e
simili, ciascuna con serramento avente un efficiente dispositivo di autochiusura, una buona tenuta su tutto il
perimetro e normalmente chiusa.
Cliccando sul pulsante indicato a lato vengono visualizzate sinteticamente le diverse tipologie di
aperture, per una rapida consultazione.
Nell‟esempio seguente è stato inserito un ambiente confinante (Officina riparazioni meccaniche) separato da
una apertura di tipo B e da un‟apertura di tipo C, la cui pressione è uguale a quella del reparto con il quale
confina.
118
SETTAGGIO MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Alla destra della sezione anagrafica già illustrata, sono presenti tre tabelle per il settaggio delle misure di
prevenzione e protezione, come indicato nella seguente figura.
Le tre tabelle possono essere editate dall‟utente e modificate parzialmente o totalmente. Nelle tabelle andranno
riportate le misure di prevenzione e protezione che si desidera agganciare in automatico in funzione dell‟entità
del Rischio che sarà calcolata.
E‟ possibile inserire fino a 3, 7 o 9 misure di prevenzione rispettivamente per il Rischio molto basso e basso, per
il Rischio medio e per il Rischio alto.
119
CLASSIFICAZIONE
Nel secondo foglio di lavoro, denominato “CLASSIFICAZIONE”, si procede, appunto, alla classificazione delle
Sorgenti di Emissione e dei relativi strati di Polvere.
Cliccando sulla cartella “CLASSIFICAZIONE” viene visualizzata la seguente tabella, che riporta
automaticamente le Sorgenti di Emissione inserite nella precedente tabella della sezione “DATI GENERALI”.
A questo punto occorrerà, per ogni Sorgente di Emissione, indicare gli altri dati necessari per la classificazione.
Grado SE
Le Sorgenti di Emissione delle Polveri (SE) sono classificate (Guida CEI 31-52) con i seguenti tre gradi
fondamentali di emissione:
Emissione
Definizione
di grado CONTINUO
Luoghi nei quali una nube di polvere può essere presente continuamente o per
lunghi periodi, oppure per brevi periodi ma ad intervalli frequenti.
di PRIMO grado
Sorgente di emissione che si prevede possa rilasciare polveri combustibili solo
occasionalmente durante il funzionamento ordinario.
di SECONDO grado
Sorgente di emissione che si prevede non possa rilasciare polveri combustibili
durante il funzionamento ordinario, ma, se ciò dovesse accadere, accadrebbe
solo poco frequentemente e per brevi periodi.
Agendo sullo specifico combo-box occorrerà indicare uno dei tre gradi di emissione.
Livello di Pulizia
Il grado di emissione (continuo, primo o secondo) di uno strato di polvere dipende dal livello di mantenimento della
pulizia (buono, adeguato, scarso), dal disturbo dello strato (frequente o poco frequente) e dal grado di emissione
della sorgente di emissione del sistema di contenimento, come causa primaria della formazione dello strato. I livelli
di pulizia degli ambienti vengono classificati (Guida CEI 31-56) come indicato nella seguente tabella:
Livello di pulizia
BUONO
Definizione
Si ha un livello di pulizia dell‟ambiente BUONO quando gli strati di polvere sono
mantenuti a spessori trascurabili, oppure sono assenti, indipendentemente dal
grado di emissione, oppure vengono rimossi rapidamente in caso si formino poco
frequentemente, potendosi escludere il pericolo che si formino nubi di
polveri esplosive degli strati ed il pericolo d’incendio dovuto agli strati stessi.
120
ADEGUATO
SCARSO
Si ha un livello di pulizia dell‟ambiente BUONO quando gli strati di polvere non
sono trascurabili, ma sono di breve durata, meno di un turno di lavoro (8 ore),
e possono essere rimossi prima dell‟avvio di qualunque incendio. Non si può
escludere il pericolo che si formino nubi di polveri esplosive degli strati ed il
pericolo d’incendio dovuto agli strati stessi.
Si ha un livello di pulizia dell‟ambiente SCARSO quando gli strati di polvere non
sono trascurabili e perdurano per più di un turno di lavoro.Il pericolo
d‟incendio può essere controllato selezionando opportunamente le
apparecchiature in funzione dello spessore degli strati di polvere. Non si può
escludere il pericolo che si formino nubi di polveri esplosive degli strati ed il
pericolo d’incendio dovuto agli strati stessi.
Agendo sullo specifico combo-box occorrerà indicare uno dei tre livelli di pulizia.
Disturbo dello Strato
Per quanto riguarda il disturbo dello strato di polvere, è evidente che se esso viene disturbato di frequente, la
polvere si solleva con frequenza maggiore e di conseguenza il grado di emissione risulta più elevato.
Agendo sullo specifico combo-box occorrerà selezionare una delle due possibili seguenti scelte:
 FREQUENTE
 POCO FREQUENTE
Provvedimento di bonifica adottato
In questo campo, agendo sullo specifico combo-box, occorrerà indicare una tre le seguenti possibilità:
 ASPIRAZIONE E CAPTAZIONE (delle polveri combustibili)
 CONTENIMENTO IN DEPRESSIONE (delle polveri combustibili)
 NESSUN PROVVEDIMENTO
Disponibilità
In questo campo, agendo sullo specifico combo-box, occorrerà indicare una tre le seguenti possibili disponibilità
del sistema di bonifica adottato:
 SCARSA
 ADEGUATA
 BUONA
La disponibilità di un sistema di aspirazione viene valutata in uno dei tre modi illustrati nella seguente tabella, tratta
dall‟appendice GG (punto GC 3.2.3) della Guida CEI 31-56:
Disponibilità
Definizione
BUONA
Si ha una disponibilità BUONA quando l‟asportazione è presente in pratica con
continuità.
ADEGUATA
Si ha una disponibilità ADEGUATA quando l‟asportazione è presente durante il
funzionamento normale. Sono ammesse delle interruzioni purché siano poco
frequenti e per brevi periodi.
Si ha una disponibilità SCARSA quando l‟asportazione non risponde ai requisiti di
adeguata o buona, anche se non sono previste interruzioni per lunghi periodi.
SCARSA
Nota : Un sistema artificiale di asportazione delle polveri che non risponde neanche ai
requisiti previsti dalla scarsa disponibilità non deve essere considerato.
121
Grado Efficacia Sistema di Aspirazione
Questo campo va indicato solo se è stato scelto il metodo di bonifica per “Aspirazione e captazione” e va scelto,
mediante lo specifico combo-box tra i seguenti tre possibili:
 BASSO
 MEDIO
 ALTO
Il grado di efficacia di un sistema di aspirazione viene valutato in uno dei tre modi illustrati nella seguente tabella,
tratta dall‟appendice GG (punto GC 3.2.2) della Guida CEI 31-56:
Grado di Efficacia
Definizione
Si ha un grado di efficacia ALTO se il sistema di aspirazione è in grado di
ridurre la concentrazione di polvere nell’aria in modo praticamente
istantaneo al di sotto del limite inferiore di esplodibilità (LEL) nell‟immediato
intorno della SE e all‟interno del sistema di aspirazione stesso.
ALTO (EH)
Ne risulta una zona potenzialmente esplosiva di estensione trascurabile
nell’intorno della SE, nessuna zona pericolosa all’interno del sistema di
captazione e aspirazione e nessuna zona pericolosa nell’immediato intorno del
punto di scarico del sistema.
MEDIO (EM)
Si ha un grado di efficacia MEDIO se il sistema di aspirazione non è in grado di
ridurre la concentrazione di polvere nell’aria al di sotto del limite inferiore di
esplodibilità (LEL) nelle immediate vicinanze della SE e all‟interno del sistema di
aspirazione stesso, ma è in grado di catturare tutta la polvere emessa dalla SE.
BASSO (EL)
Si ha un grado di efficacia BASSO se il sistema di aspirazione non è in grado di
ridurre la concentrazione di polvere nell’aria al di sotto del limite inferiore di
esplodibilità (LEL) nelle immediate vicinanze della SE e all‟interno del sistema di
aspirazione stesso e non è in grado di catturare tutta la polvere emessa dalla SE.
Tale grado di efficacia equivale all‟assenza di un impianto di aspirazione.
A titolo di esempio, dopo avere completato i dati per le due sorgenti di emissioni, si otterrà la seguente situazione.
A questo punto occorrerà cliccare sul pulsante “EFFETTUA CLASSIFICAZIONE” posto al di sotto della tabella, per
ottenere la classificazione delle zone sia per le sorgenti di emissione, sia per i corrispondenti strati di polvere,
come indicato nella successiva tabella.
122
Pulsanti di AIUTO
Al di sopra della prima tabella del foglio di lavoro, sono riportati i seguenti tre pulsanti:
Cliccando su tali pulsanti vengono visualizzate specifiche maschere esplicative per un input facilitato.
123
124
ESTENSIONE ZONE PERICOLOSE
Nel terzo foglio di lavoro, denominato “ESTENSIONE ZONE PERICOLOSE”, si procede al calcolo delle
estensioni delle zone pericolose all‟esterno dei sistemi di contenimento delle polveri combustibili.
Per la determinazione dell‟estensione delle zone pericolose si è fatto riferimento all‟appendice GD della guida CEI
31-56, che definisce:
dz = (d0 + dh) ∙ kd ∙ ku ∙ kta ∙ kw
Cliccando sulla cartella “ESTENSIONE ZONE PERICOLOSE” viene visualizzata la seguente tabella, che riporta
automaticamente le Sorgenti di Emissione e le corrispondenti polveri inserite nella precedente tabella della
sezione “DATI GENERALI”.
Anche in questa tabella occorrerà inserire i dati necessari per il calcolo.
Emissione
Nella colonna “Emissione” andrà indicato, agendo sullo specifico combo-box , la velocità di emissione della polvere
(necessaria per il calcolo della distanza di riferimento d0) scelta tra le seguenti due possibili:
 A BASSA VELOCITA‟ (per i sistemi a pressione atmosferica)
 AD ALTA VELOCITA‟ (per i sistemi in pressione)
Densità apparente
Nella colonna “Densità apparente” andrà indicato il valore della densità apparente dei corpi incoerenti, espressa in
Kg/mc.
La densità apparente dei corpi incoerenti app è la massa dell‟unità di volume effettivamente occupato dalla
sostanza in deposito (strato), considerando la combinazione incoerente delle particelle e lo spazio complessivo
occupato dai vacuoli, cavità e quant‟altro non effettivamente occupato dalla sostanza; essa è espressa in
kg/mc.
Nota : per la misurà della densità apparente può essere utilizzato un picnometro.
Spessore max. strato
Nella colonna “Spessore max. strato” andrà indicato lo spessore in millimetri del massimo valore riscontrato dello
strato di polvere.
125
Portata emissione polvere
Nella colonna “Portata emissione polvere” andrà indicata la portata di emissione Qd della corrispondente polvere,
espressa in Kg/s.
Nei casi in cui non sia possibile definire il valore della portata di emissione Qd in modo più approssimato, si può
fare riferimento, a discrezione del tecnico preposto alla classificazione dei luoghi, a quanto indicato nella
Tabella GD.3.5-A della Guida CEI 31-56, facendo riferimento alla portata totale Pp di processo in
corrispondenza della SE .
Pos.
Valutazione della portata di
emissione Qd
Valore della portata di emissione Qd
da assumere
1
Grande
30% della portata totale Pp
2
Media
5% della portata totale Pp
3
Piccola
1% della portata totale Pp
Altezza SE rispetto allo Strato
Nella colonna “Altezza SE rispetto allo Strato” andrà indicata l‟altezza (espressa in metri) della Sorgente di
Emissione SE rispetto alla superficie di deposito della polvere.
Il dato è necessario per il calcolo della distanza addizionale dh [m] che dipende dall‟altezza della SE rispetto
alla superficie di deposito della polvere ed è stata ricavata dalla tabella GD.3.2-A (Guida CEI 31-56), nella quale
h rappresenta l’ altezza [m] della SE dalla superficie di deposito (es. suolo, pavimento, o superficie che delimita
inferiormente la caduta della polvere).
Tabella GD.3.2 – A – Distanza
Velocità aria
Nella colonna “Velocità dell’aria” andrà indicata, appunto, la velocità dell‟aria w, espressa in m/s, necessaria per il
calcolo della distanza d0 nel caso di emissione da sistemi in pressione (ad alta velocità, vedi colonna “Emissione”.
Il valore andrà scelto tra i seguenti due possibili:
 ≤ 0,5
 = 2.0
In funzione del valore scelto verrà eseguita una interpolazione automatica dei dati riportati nei grafici della
Guida CEI 31.56 (GD.3.1 – 1 e GD.3.1 – 2).
Nota : se è stata scelta la emissione a bassa velocità (Vedi colonna “Emissione”), non è necessario indicare la
velocità dell’aria, in quanto ininfluente nel calcolo di d0.
126
Nella seguente tabella viene riportato un esempio di compilazione.
A questo punto occorrerà cliccare sul pulsante “Calcola Estensioni” indicato
qui a lato per effettuare il calcolo delle estensioni dz e delle quote “a”.
Tutti i valori calcolati verranno riportati automaticamente nelle sottostanti tabelle, come illustrato nelle seguenti
figure.
Cliccando sul pulsante di calcolo, in caso di omissione di uno o più dati, viene visualizzato un opportuno
messaggio indicante il campo mancante e la corrispondente SE, come indicato nella seguente figura.
127
VALUTAZIONE RISCHIO
Nel quarto foglio di lavoro, denominato “VALUTAZIONE RISCHIO”, si procede alla valutazione del RISCHIO
dovuto alle atmosfere esplosive generate dalla presenza di polveri combustibili. Cliccando sulla cartella
“VALUTAZIONE RISCHIO” viene visualizzata una pagina contenente tutte le informazioni necessarie per la
valutazione.
Partendo dall‟alto, viene visualizzata una prima sezione esplicativa del metodo, come indicato nella seguente
figura.
Per la stima del Rischio si fa riferimento alla seguente MATRICE di Valutazione:
1
2
3
4
MOLTO BASSO
BASSO
MEDIO
ALTO
1 ≤ DxP ≤ 2
2 < DxP ≤ 4
4 < DxP ≤ 9
9 < DxP ≤ 16
128
CALCOLO DELLA PROBABILITA’ P
La probabilità P è determinata, essenzialmente, mediante due fattori : probabilità e durata della presenza di
polveri combustibili (PPP) e probabilità che le fonti di accensione siano presenti e divengano attive ed efficaci
(PFA).
Viene quindi riportata la seguente tabella, da compilare relativa al calcolo della Probabilità relativa alle Fonti di
Accensione (PFA).
Per ogni possibile sorgente d‟innesco eventualmente presente, occorre attivare il check-box della colonna
“Presenti” cliccando con il mouse sul quadratino bianco corrispondente.
Una volta attivato tale check-box, occorrerà indicare la probabilità, selezionandola da una delle seguenti
possibili:




MOLTO PROBABILE
PROBABILE
POSSIBILE
IMPROBABILE
Per effettuare la scelta occorre considerare quanto riportato nella tabella riportata alla destra della tabella
principale, riportata qui di seguito:
Fattore PFA
Definizione
Punti
Le sorgenti di accensione possono manifestarsi continuamente o
frequentemente e possono manifestarsi durante il normale
funzionamento delle apparecchiature, dei sistemi e componenti
utilizzati
4
PFA3
Probabile
Le sorgenti di accensione possono manifestarsi in circostanze rare e
possono manifestarsi unicamente a seguito di disfunzioni delle
apparecchiature, dei sistemi e componenti utilizzati
3
PFA2
Possibile
Le sorgenti di accensione possono manifestarsi in circostanze molto
rare e possono manifestarsi unicamente a seguito di rare disfunzioni
delle apparecchiature, dei sistemi e componenti utilizzati
2
PFA4
Molto Probabile
129
PFA1
Improbabile
Sorgenti di accensione presenti, ma praticamente non efficaci
1
Per ogni fonte d‟innesco attivata, in funzione della probabilità indicata, verrà calcolato il relativo punteggio.
Una volta completata la indicazione di tutte le fonti d‟innesco possibili e le relative probabilità, verrà calcolato il
valore di PFA, che sarà riportato nella casella corrispondente, come indicato nel seguente esempio:
130
Per quanto concerne la probabilità PPP relativa alla presenza di polveri esplosive, essa viene automaticamente
calcolata per ogni Sorgente di Emissione, in funzione della classificazione effettuata. Tutti i risultati vengono
visualizzati in una specifica tabella, come indicato qui di seguito.
131
CALCOLO DEL DANNO D
Il valore di D viene determinato in funzione delle Zone di Classificazione già indicate nella tabella precedente,
sommando al punteggio relativo alla zona stessa alcuni elementi o indici e ragguagliando poi il valore ad un
numero tra 1 e 4.
D = Valore Ragguagliato di D' (con D' = FD + IPL + IKST + ISS + ICN)
Il calcolo di D viene effettuato automaticamente sia per le sorgenti di emissione, sia per gli strati. Tutti i dati
vengono riportati nella seguente tabella.
Nota: per default viene assunto che le nubi siano NON CONFINATE, ma è possibile, agendo sugli specifici
combo-box della colonna “Confinamento Nube” modificare il tipo di confinamento, selezionandolo tra i seguenti
tre possibili:
 NON CONFINATA
 PARZIALMENTE CONFINATA
 COMPLETAMENTE CONFINATA
Modificando il valore del combo-box vengono ricalcolati automaticamente i valori di D. Ad esempio, per il caso
precedente, modificando il tipo di confinamento, si otterrà la seguente situazione.
132
VALUTAZIONE DEL RISCHIO COMPLESSIVO
Sempre in modo automatico, viene compilata la seguente tabella riepilogativa:
Nella tabella vengono riportati tutti i valori necessari per il calcolo dei prodotti PxD delle Sorgenti di Emissione
SE e per i relativi Strati. I prodotti calcolati vengono automaticamente ragguagliati (colonne RSE Ragg. ed RSTR
Ragg.)
In funzione dei prodotti PxD e dei valori ragguagliati, viene calcolato il Rischio complessivo relativo ad ogni SE (
assumendo il maggiore tra RSE Ragg. ed RSTR Ragg.
In fondo alla tabella, infine, viene calcolato il RISCHIO COMPLESSIVO DEL REPARTO (nell‟esempio “MEDIO”)
Sempre in modo automatico ed in funzione dei settaggi effettuati nel foglio di lavoro “DATI GENERALI” già
illustrato, vengono indicate le Misure di Prevenzione e protezione specifiche, come indicato qui di seguito, che
andranno ad aggiungersi alle misure di tutela generali obbligatorie indicate dalla vigente normativa.
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEI LAVORATORI
SISTEMA ADEGUATO DI ASPIRAZIONE E CAPTAZIONE DELLE POLVERI
SISTEMA DI CONTROLLO DELLA PRESSIONE E DELLA PORTATA D'ARIA
ADEGUATO LIVELLO DI MANTENIMENTO DELLA PULIZIA
APPOSIZIONE DI SPECIFICA SEGNALETICA DI SICUREZZA
133
STAMPA
Subito al di sotto delle misure di prevenzione indicate in precedenza, è presente un pulsante di stampa, come
indicato nella seguente figura.
Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word
nello specifico campo “Nome documento”, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul
documento stesso.
Nota : per la stampa viene utilizzato il seguente modello :
 ATEXPOLVERI_IT.doc
Il modello è posto nella cartella “ModelliAtexPolveri”.
Tutti i documenti composti vengono di default archiviati nella cartella “DocumentiAtexPolveri”.
Se nella cartella esiste già un documento con lo stesso nome di quello indicato, viene visualizzato il seguente
messaggio d‟errore:
134
ATEX GAS
Cliccando sullo specifico pulsante della maschera di avvio, verrà avviato il modulo ATEX GAS e verrà
visualizzata la seguente maschera:
135
DATI GENERALI
Nella parte sinistra di questo primo foglio di lavoro, è possibile inserire i principali dati anagrafici dell‟azienda,
con le relative figure responsabili. Tali dati verranno automaticamente riportati stampa della relazione
conclusiva.
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”.
136
Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato
nella seguente figura.
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
Subito al di sotto del campo “Reparto oggetto della valutazione”, occorre indicare il tipo di ambiente agendo
sul combo-box e selezionando una delle seguenti tre possibilità:
 CHIUSO
 APERTO
 APERTO CON OSTACOLI
In modo analogo, agendo sullo specifico combo-box, occorrerà indicare la tipologia di presenza dei
lavoratori, selezionandola tra le seguenti possibilità:
 NULLA
 SALTUARIA
 CONTINUA
137
SORGENTI DI EMISSIONE
Subito al di sotto dei precedenti dati anagrafici, è presente una tabella composta da 10 righe, come indicato
nella seguente figura.
In questa tabella andranno inserite, nelle righe numerate da 1 a 10, le sorgenti di Emissione ed i dati relativi alle
sostanze generatrici dei gas infiammabili.
Occorrerà, innanzitutto, indicare obbligatoriamente la sigla delle sorgenti di emissione presenti (Colonna “Sigla
SE”) e la loro descrizioni (Colonna “Descrizione SE”).
Occorrerà, quindi, indicare le sostanze editando direttamente i campi delle righe corrispondenti, o importandoli
dal database fornito a corredo del software ed ampliabile da parte dell‟utente.
A tale scopo (vedi figura a lato) è stato predisposto, subito al di sotto della
tabella, il pulsante di importazione “Importa Sostanza da dB”, che
consente di importare, nel rigo visualizzato nel combo-box “Importa sul
rigo” la sostanza visualizzata nel combo-box “Selez. La sostanza da
importare”.
Nell‟esempio, cliccando sul pulsante “Importa Sostanza da dB”,
verrebbero importati, sul rigo 2 della tabella, i dati della sostanza “Gas
naturale”.
Prima di importare una sostanza su un rigo della tabella, occorre prima indicare la sigla della SE e la sua
descrizione, altrimenti verrebbe visualizzato il seguente messaggio:
Nota: Cliccando sul pulsante di importazione della sostanza dal database, non sempre vengono inseriti tutti i
campi necessari, in quanto essi potrebbero essere mancanti. In tale caso occorrerà completare manualmente i
campi mancanti, semplicemente editandoli nella griglia.
138
DATI GEOMETRICI AMBIENTE OGGETTO DELLA VALUTAZIONE
Al di sotto della tabella delle Sorgenti di Emissione, è presente una ulteriore tabella, nella quale andrà indicata
sia la Superficie in pianta del reparto, sia la sua altezza media.
Il campo relativo al volume (non editabile) viene calcolato automaticamente in funzione dei due valori indicati.
Ad esempio, indicando una superficie di 300 mq in pianta ed un‟altezza di 4 metri, si otterrà la seguente
situazione:
Nel campo “Volume libero” andrà obbligatoriamente riportato il volume del reparto al netto di apparecchiature o
ingombri di qualunque genere. In assenza di tali ingombri, riportare il volume calcolato, come sopra indicato.
Nella tabella “Altri dati ambientali” occorrerà indicare gli altri dati necessari per i successivi calcoli.
Dopo avere inserito l‟altitudine della zona nella quale è ubicata la struttura oggetto della verifica, è possibile,
cliccando sul pulsante “Calcola P” calcolare automaticamente la pressione in Pascal (in alternativa è possibile
editarla direttamente nello specifico campo).
Per la velocità dell‟aria viene proposto un valore standard di 0,5 m/s, ma è possibile modificare tale valore.
Analogamente per il fattore di efficacia della ventilazione, che andrà selezionato dal combo-box dopo avere
cliccato sulla freccetta alla destra dello stesso.
Cliccando sul pulsante “Efficacia f” viene visualizzata una maschera che riporta i diversi valori di f, guidando
l‟utente nella scelta del fattore stesso.
Come riportato nella Guida CEI 31-35, il fattore di efficacia della ventilazione f rappresenta l‟effettiva capacità di
diluizione dell‟atmosfera esplosiva in considerazione degli impedimenti al flusso d‟aria presenti nell‟intorno delle
singole SE. Esso è dato dal rapporto tra la ventilazione necessaria in presenza di impedimenti e la ventilazione
che si avrebbe senza detti impedimenti, per realizzare gli stessi ricambi d‟aria nell‟intorno della SE e può variare
da 1 = situazione ideale, a 5 = flusso impedito da ostacoli.
Fattore di efficacia della ventilazione naturale o artificiale (fSE oppure fa)
a) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 1
Ventilazione naturale o artificiale con libera circolazione dell‟aria e pratica assenza di impedimenti che possono ridurne
l’efficacia di diluizione dell’atmosfera esplosiva nell’intorno della SE. Per la ventilazione artificiale, è applicabile
generalmente solo alla ventilazione artificiale locale VAL o alla ventilazione artificiale generale di piccoli locali (es. in cabine
analizzatori, entro cappe di laboratorio o simili).
139
b) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 2
Ventilazione naturale o artificiale generale VAG con presenza di qualche impedimento alla libera circolazione dell’aria che
può ridurre in modo poco significativo la sua effettiva capacità di diluizione dell‟atmosfera esplosiva nell‟intorno della SE,
ubicata a qualunque altezza dal suolo (es. in ambienti con strutture aperte, in ambienti senza avvallamenti significativi nel
terreno, in ambienti con una perfetta conformazione del sistema di ventilazione e di distribuzione delle aperture di ventilazione,
ecc.).
c) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 3
Ventilazione naturale o artificiale generale con la presenza di un medio numero di impedimenti alla libera circolazione
dell’aria che possono ridurre in modo significativo la sua effettiva capacità di diluizione dell‟atmosfera esplosiva nell‟intorno
della SE (es. in ambienti con strutture solo parzialmente chiuse, all‟interno di bacini di contenimento serbatoi di stoccaggio con
diga o terrapieno non alto in relazione alla distanza dal serbatoio, in avvallamenti poco profondi del terreno in presenza di gas
pesanti, in ambienti con una non perfetta conformazione del sistema di ventilazione e di distribuzione delle aperture di
ventilazione, ecc.).
d) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 4
Ventilazione naturale o artificiale generale con presenza di un grande numero di impedimenti alla libera circolazione
dell’aria che possono ridurre molto la sua effettiva capacità di diluizione dell‟atmosfera esplosiva nell‟intorno della SE, (es. in
ambienti con strutture semi-chiuse, all‟interno di bacini di contenimento serbatoi di stoccaggio con diga o terrapieno
mediamente alto in relazione alla distanza dal serbatoio, in avvallamenti profondi nel terreno in presenza di gas pesanti, che,
tuttavia, non possono essere assimilati a fosse, in ambienti con una inadeguata conformazione del sistema di ventilazione e di
distribuzione delle aperture di ventilazione, ecc.).
e) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 5
Ventilazione naturale o artificiale generale con presenza di un grandissimo numero di impedimenti alla libera circolazione
dell’aria che possono ridurre molto la sua effettiva capacità di diluizione dell‟atmosfera esplosiva nell‟intorno della SE, (es. SE
poste immediatamente dietro a grandi ostacoli, oppure in sottotetti alti in presenza di gas leggeri, o in fosse profonde in
presenza di gas pesanti, dove esistono vere e proprie restrizioni al ricambio dell‟aria, quindi da considerare generalmente un
ambiente chiuso con grado della ventilazione basso, in ambienti con una non corretta conformazione del sistema di ventilazione
e di distribuzione delle aperture di ventilazione, ecc.).
Nella tabella relativa alla ventilazione naturale, da compilare solo per gli ambienti chiusi, occorrerà indicare il
numero e la tipologia delle aperture, tra quelle previste dalla Guida CEI 31-35 e qui di seguito riportate.
Caso 1 : un’unica apertura presente
Occorre inserire la superficie dell‟apertura A (nell‟esempio 4 mq), la velocità
dell‟aria all‟esterno (di default viene assunto un valore cautelativo di 0,5 m/s)
ed il fattore di efficacia della ventilazione scelto tra quelli proposti (di default
viene proposto f=2).
Il coefficiente
quattro aperture.
non va indicato, in quanto necessario solo nel caso di
140
Caso 2 : due aperture presenti (sullo stesso lato)
Occorre inserire la superficie delle due aperture A1 ed A2, la velocità dell‟aria
all‟esterno (di default viene assunto un valore cautelativo di 0,5 m/s) ed il
fattore di efficacia della ventilazione scelto tra quelli proposti (di default viene
proposto f=2).
Anche in questo caso il coefficiente
non va indicato
Caso 3 : quattro aperture presenti (su lati opposti)
Occorre inserire la superficie delle quattro aperture A1, A2, A3 ed A4, la
velocità dell‟aria all‟esterno (di default viene assunto un valore cautelativo di
0,5 m/s) ed il fattore di efficacia della ventilazione scelto tra quelli proposti
(di default viene proposto f=2).
Occorre, inoltre, indicare il coefficiente
, secondo i criteri indicati nella
seguente tabella (che è possibile visualizzare cliccando sul pulsante “Coeff.
Dcp)
Estratto dalla Guida CEI 31-35, Appendice GC , GC.3.2
Δ cp = 0,9
Δ cp = 0,4
Δ cp = 0,2
Δ cp = 0,1
quando la direzione prevalente del vento è perpendicolare al piano delle aperture di
entrata dell‟aria e l’ambiente non è schermato da altri edifici o strutture
quando la direzione prevalente del vento è a 45° rispetto al piano delle aperture di
entrata dell‟aria e l’ambiente non è schermato da altri edifici o strutture; oppure, quando la
direzione prevalente del vento è perpendicolare al piano delle aperture di entrata dell‟aria
ma l’ambiente è parzialmente schermato da altri edifici o strutture
quando la direzione prevalente del vento è minore di 45° rispetto al piano delle aperture
di entrata dell‟aria, e l’ambiente non è schermato o è solo parzialmente schermato
quando l’ambiente è schermato da altri edifici o strutture.
141
Per le definizioni di schermatura vedere la Guida CEI 31-35, Appendice GC
NOTA - Quando si avessero aperture di ventilazione nelle posizioni A1 + A3, oppure A2 + A4, oppure A1 + A4,
oppure A2 + A3, con riferimento alle figure sopra riportate, si potrebbe attribuire alle due aperture non esistenti
un valore molto piccolo (es. 0,0001 mq).
AMBIENTI CONFINANTI CON IL REPARTO CONSIDERATO
Subito al di sotto delle tabelle relative ai dati geometrici ed alla ventilazione naturale, è presente un‟ ulteriore
tabella necessaria per l‟inserimento di eventuali ambienti posti a valle del reparto, per i quali, come previsto
dalla normativa, occorrerà fornire una classificazione, come per il reparto considerato.
Per ogni ambiente andranno indicate il numero e le tipologie di aperture presenti e la pressione dell‟ambiente
stesso rispetto al reparto considerato.
Per quanto riguarda la Pressione, andrà effettuata una delle seguenti due scelte:
 Pressione maggiore o uguale a quella del Reparto
 Pressione minore di quella del Rerparto
Occorrerà, infine, indicare se l‟ambiente considerato è aperto o chiuso.
Per le tipologie di aperture occorre riferirsi a quanto riportato nella Guida CEI e precisamente:
Tipo A – Aperture con caratteristiche che non rientrano tra quelle previste per le aperture dei tipi B, C.
Esempi di aperture di tipo A
 Passaggio aperto per persone, mezzi di trasporto e simili.
 Finestra o simili, priva di serramento.
 Porta per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, con serramento avente caratteristiche non
conformi ai tipi di aperture B, C, D, oppure che viene aperta frequentemente o per lunghi periodi, oppure la cui
apertura è lasciata alla decisione incondizionata del personale.
 Passaggio aperto di servizi (tubazioni, condotti, condutture, ecc.) attraverso una parete, un soffitto, un
pavimento e simili
 Apertura fissa di ventilazione, provvista di griglia fissa di aerazione.
Tipo B – Aperture normalmente chiuse (es. con dispositivo di autochiusura), aperte poco frequentemente e che
hanno un interstizio molto ridotto su tutto il perimetro (senza dispositivi di tenuta, es. una guarnizione).
Esempi di aperture di tipo B
 Porta per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, con serramento avente un efficiente dispositivo di
autochiusura, una buona tenuta su tutto il perimetro e normalmente chiusa.
 Apertura di ventilazione autochiudente, normalmente chiusa e avente una buona tenuta su tutto il perimetro.
 Apertura di sfiato libero all‟atmosfera di pozzetto di fogna di tipo invasato (sotto battente e/o con sifone di
tenuta), dove vengono scaricate sostanze infiammabili (fogna oleosa o chimica).
142
Tipo C – Aperture normalmente chiuse o aperte poco frequentemente, conformi a quelle di tipo B, provviste inoltre
di dispositivi di tenuta (es. una guarnizione) su tutto il perimetro; oppure, due aperture di tipo B in serie, dotate di
dispositivi indipendenti di autochiusura.
Esempi di aperture di tipo C
 Porta per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, con serramento provvisto di un efficiente
dispositivo di autochiusura, di dispositivo di tenuta (es. guarnizione) su tutto il perimetro, normalmente chiusa e
aperta poco frequentemente.
 Apertura di ventilazione autochiudente, attraversata normalmente da aria pulita, avente una buona tenuta su
tutto il perimetro e soggetta raramente a mancanza del flusso di aria.
 Combinazione di due porte in serie tra loro (di tipo B + B), per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e
simili, ciascuna con serramento avente un efficiente dispositivo di autochiusura, una buona tenuta su tutto il
perimetro e normalmente chiusa.
Cliccando sul pulsante indicato a lato vengono visualizzate sinteticamente le diverse tipologie di
aperture, per una rapida consultazione.
Nell‟esempio seguente è stato inserito un ambiente confinante (Officina meccanica manutenzione macchine
utensili) separato da una apertura di tipo C e da un‟apertura di tipo D, la cui pressione è uguale a quella del
reparto con il quale confina; l‟ambiente è chiuso.
143
SETTAGGIO MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Alla destra della sezione anagrafica già illustrata, sono presenti tre tabelle per il settaggio delle misure di
prevenzione e protezione, come indicato nella seguente figura.
Le tre tabelle possono essere editate dall‟utente e modificate parzialmente o totalmente. Nelle tabelle andranno
riportate le misure di prevenzione e protezione che si desidera agganciare in automatico in funzione dell‟entità
del Rischio che sarà calcolata.
E‟ possibile inserire fino a 3, 7 o 9 misure di prevenzione rispettivamente per il Rischio molto basso e basso, per
il Rischio medio e per il Rischio alto.
144
CLASSIFICAZIONE
Nel secondo foglio di lavoro, denominato “CLASSIFICAZIONE”, si procede, appunto, alla classificazione delle
Sorgenti di Emissione.
Cliccando sulla cartella “CLASSIFICAZIONE” viene visualizzata, nella parte in alto a sinistra della maschera, la
seguente tabella, che riporta automaticamente le Sorgenti di Emissione inserite nella precedente tabella della
sezione “DATI GENERALI” (nell‟esempio SE01 e SE02).
A questo punto occorrerà, per ogni Sorgente di Emissione, indicare innanzitutto il Tipo di emissione agendo
sullo specifico combo box del rigo corrispondente.
E‟ possibile scegliere uno dei seguenti tipi:
1.
2.
3.
4.
GAS in singola fase
LIQUIDO che evapora nell‟emissione
EVAPORAZIONE dalla superficie di un liquido refrigerato (criogenico)
EVAPORAZIONE dalla superficie di un liquido non refrigerato e non in ebollizione, lambita dall‟aria di
ventilazione
5. EVAPORAZIONE dalla superficie di un liquido non refrigerato e non in ebollizione, non lambita dall‟aria di
ventilazione.
6. EVAPORAZIONE dalla superficie di un liquido in ebollizione perché riscaldato
Dopo avere indicato la tipologia dell‟emissione, occorrerà cliccare sul corrispondente pulsante
“Calcola Qg”
In funzione della scelta effettuata per la tipologia, verrà aperta una maschera diversa che consentirà il calcolo
della portata Qg.
145
Ad esempio, selezionando la tipologia n° 1 (Gas in singola fase), verrà visualizzata la seguente maschera:
Dopo avere inserito i dati richiesti e visualizzati nella figura, cliccando sul pulsante “Calcola Qg”, verranno
calcolati e visualizzati sia il valore di Qg, sia il tipo di flusso che il corrispondente rapporto critico.
Cliccando, infine su “Esporta e chiudi” , il valore di Qg ed
corrispondenti colonne, come indicato nella seguente figura:
il valore di DSE verranno riportati nelle
A questo punto occorrerà completare i dati della SE01, indicando il Grado di Emissione, l‟ efficacia fSE della
Grado di Emissione della SE
Il grado di emissione della SE andrà scelto tra uno dei tre possibili mediante lo specifico combo-box:
Emissione
Definizione
di grado CONTINUO
Emissione continua o che può avvenire frequentemente o per lunghi periodi.
di PRIMO grado
Emissione che può avvenire periodicamente od occasionalmente durante il
funzionamento normale.
di SECONDO grado
Emissione che non è prevista durante il funzionamento normale e che se avviene
è possibile solo poco frequentemente e per brevi periodi.
Cliccando sul pulsante indicato qui a lato e posto al di sopra della tabella già illustrata, viene visualizzata una
tabella riportante le possibili scelte, al fine di agevolare l’utente.
146
Efficacia della ventilazione fSE
Come già indicato nella sezione “Dati geometrici ed ambientali”, occorrerà selezionare uno dei cinque possibili
valori agendo sullo specifico combo-box
La procedura andrà ripetuta per ogni diversa sorgente di emissione SE.
A titolo d‟esempio, nella seguente figura viene riportata la situazione dopo avere completato entrambe le sorgenti
di emissione (SE01 e SE02).
A questo punto è possibile effettuare la classificazione semplicemente cliccando sul pulsante “EFFETTUA
CLASSIFICAZIONE”
Verranno automaticamente calcolati tutti i dati necessari, tra cui il grado di ventilazione e la disponibiltà della
ventilazione e verrà compilata la seguente tabella:
La tabella riporta per ogni Sorgente di Emissione SE sia il Primo tipo di Zona Pericolosa, sia il Secondo Tipo di
Zona Pericolosa (se presente).
Cliccando sul pulsante “NOTE” vengono visualizzate le note esplicative a corredo della Tabella B.1 della Guida
CEI 31-35.
147
La classificazione viene effettuata con i criteri riportati nella Guida CEI 31-35 ed in particolare della tabella B.1
che si riporta qui di seguito.
Tabella B.1 – Influenza della ventilazione sui tipi di zone
Grado della ventilazione
ALTO
Grado della
Emissione
MEDIO
BASSO (6)
Disponibilità della ventilazione
Buona (5)
Adeguata
Scarsa
Buona (5)
Adeguata
Scarsa
Buona,
Adeguata
o Scarsa
CONTINUO
Zona 0 NE (1)
Zona 0 NE (1)
+ Zona 2 (3)
Zona 0 NE (1)
+ Zona 1 (3)
Zona 0
Zona 0 +
Zona 2 (3)
Zona 0
+ Zona
1 (3)
Zona 0 (6)
PRIMO
Zona 1 NE (1)
Zona 1 NE (1)
+ Zona 2 (3)
Zona 1 NE (1)
+ Zona 2 (3)
Zona 1
Zona 1 +
Zona 2 (3)
Zona 1
+ Zona
2 (3)
Zona 1 o
Zona 0 (2)
e (6)
Zona 2 NE (1)
Zona 2 NE (1)
(4)
Zona 2 NE (1)
+ Zona 2 (4)
Zona 2 (4)
Zona 2
(4)
Zona 1 e
anche
Zona 0 (2)
e (6)
SECONDO
Zona 2
Note
"+" significa "circondata da".
(1) Zona 0 NE, 1 NE o 2 NE indicano una zona teorica dove, nelle condizioni stabilite, l'estensione è trascurabile (zona non
pericolosa ai fini della classificazione dei luoghi).
(2) E' zona 0 se la ventilazione è così debole e l'emissione è tale che un'atmosfera esplosiva esiste praticamente in
continuazione (cioè si è vicini ad una situazione di assenza di ventilazione).
(3) L’estensione della zona è determinata con la ventilazione residua presente nei periodi di tempo in cui viene a mancare la
ventilazione assunta; (quando il grado della ventilazione è "Alto" la zona potrebbe essere di estensione trascurabile).
(4) Quando siano prevedibili emissioni di secondo grado nei periodi di tempo in cui viene a mancare la ventilazione assunta,
oltre alla zona 2 determinata con la ventilazione assunta, deve esserne prevista un'altra determinata considerando la
ventilazione residua.
(5) Quando la disponibilità della ventilazione scelta è BUONA esiste un solo tipo di zona.
(6) Quando il grado della ventilazione BASSO (VL) deriva solo dal non rispetto della condizione [f.5.10.3-16] (la condizione
del tempo t è rispettata), il tipo di zona pericolosa può aggravarsi o meno e la zona si estende comunque a tutto l’ambiente.
Quando il grado della ventilazione BASSO (VL) deriva solo dal non rispetto del tempo t (la condizione [f.5.10.3-16] è
rispettata),il tipo di zona pericolosa si aggrava e la zona si estende solo nell’intorno della SE (campo vicino).
Quando il grado della ventilazione BASSO (VL) deriva, sia dal non rispetto della condizione [f.5.10.3-16], sia dal non rispetto
del tempo t, il tipo di zona pericolosa si aggrava e la zona si estende a tutto l’ambiente.
148
Oltre alla tabella riepilogativa relativa alla Classificazione delle Zone, viene compilata automaticamente una
ulteriore tabella posta alla destra della precedente e qui di seguito riportata:
La tabella riporta tutti i valori calcolati, tra cui:
Qa = portata effettiva di aria di ventilazione che interessa il volume Va considerato, nella Norma definito (dVa /dt)
dz = distanza pericolosa calcolata, distanza dalla SE a partire dalla quale, sulla base di calcoli, la
concentrazione dei gas o vapori infiammabili nell‟aria è inferiore al valore kdz x LEL, [m];
C0 = numero di ricambi di aria nell‟unità di tempo, riferito al volume totale da ventilare V0, [s-1];
Vz = volume ipotetico di atmosfera potenzialmente esplosiva comprensiva del coefficiente di sicurezza k, [mc];
quota “a” = estensione effettiva della zona pericolosa nella direzione di emissione e di più probabile
dispersione dell‟atmosfera esplosiva, [m];
Grado della ventilazione
Il grado di ventilazione rappresenta la quantità di aria di ventilazione che investe la Sorgente di Emissione in
rapporto alla quantità di sostanze infiammabili emesse nell‟ambiente. Il rapporto può essere tale da limitare in varia
misura la presenza di atmosfera esplosiva e di ridurre o meno il tempo di persistenza della stessa al cessare della
emissione. Il grado di ventilazione viene valutato in uno dei seguenti modi illustrati nelle seguenti tabelle, tratte
dalla Norma CEI 31-30.
Grado di Ventilazione
Definizione
Ambienti APERTI
Si ha un grado di ventilazione ALTO (VH) quando il volume ipotetico di
atmosfera esplosiva Vz è trascurabile
ALTO (VH)
Ambienti CHIUSI
Si ha un grado di ventilazione ALTO (VH) quando il volume ipotetico di
atmosfera esplosiva Vz è trascurabile
MEDIO (VM)
Ambienti APERTI
Si ha un grado di ventilazione MEDIO quando il volume ipotetico di atmosfera
esplosiva Vz non è trascurabile e il tempo di persistenza al cessare
dell‟emissione t è compatibile con la definizione del tipo di zona
Ambienti CHIUSI
Il grado di ventilazione è MEDIO quando non è né ALTO (VH) né BASSO (VL), è
rispettata la condizione [f.5.10.3-16] e il tempo di persistenza al cessare
dell‟emissione t è compatibile con la definizione del tipo di zona
BASSO (VL)
Ambienti CHIUSI
Si ha un grado di ventilazione BASSO quando la concentrazione media di
sostanze infiammabili Xm % non rispetta la condizione [f.5.10.3-16] della Guida
CEI 31-35 e/o il tempo di persistenza al cessare dell‟emissione t non è compatibile
con la definizione del tipo di zona
149
Nota: la condizione [f.5.10.3-16] della Guida CEI 31-35 è la seguente:
Disponibilità della ventilazione
La disponibilità della ventilazione ha, ovviamente, influenza sulla presenza o formazione di un‟atmosfera
esplosiva.La Guida CEI 31-35 considera i seguenti tre livelli di disponibilità:
Disponibilità
Definizione
Si ha una disponibilità BUONA quando la ventilazione considerata (portata e
relativo fattore di efficacia) è presente in pratica con continuità quando la SE è
attiva; possono essere ammesse, a volte, brevissime interruzioni.
Note:
BUONA
Con ventilazione naturale all’aperto, la disponibilità è generalmente buona se si assume
una velocità dell’aria wa pari a 0,5 m/s o, in particolari casi, specialmente in prossimità del
suolo, un valore più basso, condizione convenzionalmente rappresentativa della «calma di
vento», presente in pratica sempre.
Con ventilazione artificiale la disponibilità è buona quando la ventilazione è presente in
pratica con continuità, sono ammesse brevissime interruzioni quale quella necessaria per
l’avviamento automatico di ventilatori di riserva. Tuttavia, se vengono presi dei
provvedimenti per prevenire l’emissione della sostanza infiammabile quando viene meno
la ventilazione (per esempio mediante arresto automatico del processo con disattivazione
delle SE), non è necessario modificare la classificazione determinata con la ventilazione in
funzione, cioè la disponibilità può essere assunta come buona.
ADEGUATA
Si ha una disponibilità ADEGUATA quando la ventilazione considerata (portata
e relativo fattore di efficacia) è presente in funzionamento normale quando la
SE è attiva; sono ammesse delle interruzioni purché siano brevi e poco frequenti.
SCARSA
Si ha una disponibilità SCARSA, quando la ventilazione considerata (portata e
relativo fattore di efficacia) non risponde ai requisiti di buona o adeguata;
tuttavia non sono previste interruzioni per lunghi periodi quando la SE è attiva, nel
qual caso occorre assumere un altro grado di ventilazione (più basso) con una
migliore disponibilità..
150
VALUTAZIONE RISCHIO
Nel quarto foglio di lavoro, denominato “VALUTAZIONE RISCHIO”, si procede alla valutazione del RISCHIO
dovuto alle atmosfere esplosive generate dalla presenza di gas, vapori o nebbie infiammabili. Cliccando sulla
cartella “VALUTAZIONE RISCHIO” viene visualizzata una pagina contenente tutte le informazioni necessarie
per la valutazione.
Partendo dall‟alto, viene visualizzata una prima sezione esplicativa del metodo, come indicato nella seguente
figura.
Per la stima del Rischio si fa riferimento alla seguente MATRICE di Valutazione:
1
2
3
4
MOLTO BASSO
BASSO
MEDIO
ALTO
1 ≤ DxP ≤ 2
2 < DxP ≤ 4
4 < DxP ≤ 9
9 < DxP ≤ 16
151
CALCOLO DELLA PROBABILITA’ P
La probabilità P è determinata, essenzialmente, mediante due fattori : probabilità e durata della presenza di
gas (PPP) e probabilità che le fonti di accensione siano presenti e divengano attive ed efficaci (PFA).
Viene quindi riportata la seguente tabella, da compilare relativa al calcolo della Probabilità relativa alle Fonti di
Accensione (PFA).
Per ogni possibile sorgente d‟innesco eventualmente presente, occorre attivare il check-box della colonna
“Presenti” cliccando con il mouse sul quadratino bianco corrispondente.
Una volta attivato tale check-box, occorrerà indicare la probabilità, selezionandola da una delle seguenti
possibili:




MOLTO PROBABILE
PROBABILE
POSSIBILE
IMPROBABILE
Per effettuare la scelta occorre considerare quanto riportato nella tabella riportata alla destra della tabella
principale, riportata qui di seguito:
Fattore PFA
Definizione
Punti
Le sorgenti di accensione possono manifestarsi continuamente o
frequentemente e possono manifestarsi durante il normale
funzionamento delle apparecchiature, dei sistemi e componenti
utilizzati
4
PFA3
Probabile
Le sorgenti di accensione possono manifestarsi in circostanze rare e
possono manifestarsi unicamente a seguito di disfunzioni delle
apparecchiature, dei sistemi e componenti utilizzati
3
PFA2
Possibile
Le sorgenti di accensione possono manifestarsi in circostanze molto
rare e possono manifestarsi unicamente a seguito di rare disfunzioni
delle apparecchiature, dei sistemi e componenti utilizzati
2
PFA4
Molto Probabile
152
PFA1
Improbabile
Sorgenti di accensione assenti, o, se presenti, praticamente non
efficaci
1
Per ogni fonte d‟innesco attivata, in funzione della probabilità indicata, verrà calcolato automaticamente il
relativo punteggio.
Una volta completata la indicazione di tutte le fonti d‟innesco possibili e le relative probabilità, verrà calcolato il
valore di PFA, che sarà riportato nella casella corrispondente, come indicato nel seguente esempio:
153
Per quanto concerne la probabilità PPG relativa alla presenza di gas, vapori o nebbie, essa viene
automaticamente calcolata per ogni Sorgente di Emissione, in funzione della classificazione effettuata. Tutti i
risultati vengono visualizzati in una specifica tabella, come indicato qui di seguito.
La tabella riporta, per ogni Sorgente di Emissione SE il riepilogo della classificazione ed i punteggi assegnati in
funzione delle Zone.
154
CALCOLO DEL DANNO D
Il valore di D viene determinato in funzione delle Zone di Classificazione già indicate nella tabella precedente,
sommando al punteggio relativo alla zona stessa alcuni elementi o indici e ragguagliando poi il valore ad un
numero tra 1 e 4.
D = Valore Ragguagliato di D' (con D' = FD + IPL + IKG + IVZ + ICN)
Il calcolo di D viene effettuato automaticamente per entrambe le zone (se presenti). Tutti i dati vengono riportati
nella seguente tabella.
Nota: per default viene assunto che le emissioni di gas siano NON CONFINATE, ma è possibile, agendo sugli
specifici combo-box della colonna “Confinamento Gas” modificare il tipo di confinamento, selezionandolo tra i
seguenti tre possibili:
 NON CONFINATA
 PARZIALMENTE CONFINATA
 COMPLETAMENTE CONFINATA
Modificando il valore del combo-box vengono, logicamente, ricalcolati automaticamente i valori di D.
155
VALUTAZIONE DEL RISCHIO COMPLESSIVO
Sempre in modo automatico, viene compilata la seguente tabella riepilogativa:
Nella tabella vengono riportati tutti i valori necessari per il calcolo dei prodotti P x D delle Sorgenti di Emissione
SE (sempre per entrambe le zone, se presenti). I prodotti calcolati vengono automaticamente ragguagliati
(colonne RZ1 Ragg. ed RZ2 Ragg.)
In funzione dei prodotti P x D e dei valori ragguagliati, viene calcolato il Rischio complessivo relativo ad ogni SE
(assumendo il maggiore tra RZ1 Ragg. ed RZ2 Ragg.
In fondo alla tabella, infine, viene calcolato il RISCHIO COMPLESSIVO DEL REPARTO (nell‟esempio
“MEDIO”).
Sempre in modo automatico ed in funzione dei settaggi effettuati nel foglio di lavoro “DATI GENERALI” già
illustrato, vengono indicate le Misure di Prevenzione e Protezione specifiche, che andranno ad aggiungersi alle
misure di tutela generali obbligatorie indicate dalla vigente normativa.
156
STAMPA
Subito al di sotto delle misure di prevenzione indicate in precedenza, è presente un pulsante di stampa, come
indicato nella seguente figura.
Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word
nello specifico campo “Nome documento”, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul
documento stesso.
Nota : per la stampa viene utilizzato il seguente modello :
 ATEXGAS_IT.doc
Il modello è posto nella cartella “ModelliAtexGas”.
Tutti i documenti composti vengono di default archiviati nella cartella “DocumentiAtexGas”.
Se nella cartella esiste già un documento con lo stesso nome di quello indicato, viene visualizzato il seguente
messaggio d‟errore:
157
RISCHIO BIOLOGICO
Cliccando sullo specifico pulsante della maschera di avvio, verrà avviato il modulo RISCHIO BIOLOGICO e
verrà visualizzata la seguente maschera:
158
DATI GENERALI
Nella parte sinistra di questo primo foglio di lavoro, è possibile inserire i principali dati anagrafici dell‟azienda,
con le relative figure responsabili. Tali dati verranno automaticamente riportati stampa della relazione
conclusiva.
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”.
159
Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato
nella seguente figura.
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
Subito al di sotto della maschera dei dati generali è possibile attivare, cliccando sul
quadratino bianco riportato nella immagine qui a lato, l‟Help audio in sostituzione di
quello tradizionale.
Ciò comporterà l‟emissione di una “voce elettronica” per la segnalazione di eventuali errori o omissioni.
160
SETTAGGIO MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Alla destra della sezione anagrafica già illustrata, sono presenti tre tabelle per il settaggio delle misure di
prevenzione e protezione, come indicato nella seguente figura.
Le tre tabelle possono essere editate dall‟utente e modificate parzialmente o totalmente. Nelle tabelle andranno
riportate le misure di prevenzione e protezione che si desidera agganciare in automatico in funzione dell‟entità
del Rischio che sarà calcolata.
E‟ possibile inserire fino a 6 misure di prevenzione rispettivamente per il Rischio molto basso e basso, per il
Rischio medio e per il Rischio alto.
Nota: le misure riportate si intendono aggiuntive rispetto a quelle riportate in automatico in fase di stampa in
funzione della classificazione degli agenti biologici.
161
VALUTAZIONE RISCHIO BIOLOGICO
Nel secondo foglio di lavoro, denominato “Valutazione Rischio Biologico”, si procede alla valutazione del
RISCHIO conseguente alla esposizione ad Agenti Biologici. Cliccando sulla cartella “Valutazione Rischio
Biologico”, viene visualizzata una pagina contenente tutte le informazioni necessarie per la valutazione.
Partendo dall‟alto, viene visualizzata una prima sezione nella quale andranno inseriti i dati relativi al reparto e
alla lavorazione oggetto della valutazione ed una serie di notizie necessarie per stabilire le misure di
contenimento obbligatorie.
Sempre nella stessa sezione è collocato un pulsante per effettuare, al termine della valutazione, la stampa del
documento di valutazione del rischio specifico.
Nella sezione relativa ai dati del reparto e della lavorazione, qui di seguito riportata, sono presenti tre opzioni
che possono essere attivate cliccando con il mouse sul quadratino bianco posto alla destra di ogni opzione.
Se ad esempio fossero presenti animali possibili “fonti” di agenti biologici, si avrebbe la seguente situazione:
LA GRIGLIA DEGLI AGENTI BIOLOGICI
Subito al di sotto della sezione ora illustrata, è presente una griglia necessaria per l‟inserimento degli Agenti
Biologici presenti (o ipotizzabili) nello svolgimento della specifica attività.
E‟ possibile editare direttamente i campi della tabella ed è possibile inserire un qualsiasi agente biologico,
anche non facente parte dell‟elenco ufficiale riportato nel D.Lgs. 81/08.
Per agevolare l‟utente nell‟inserimento degli agenti biologici, è stato memorizzato l‟elenco completo riportato
nell‟allegato XLVI del D.Lgs. 81/08, suddiviso in:




BATTERI e organismi simili
VIRUS
PARASSITI
FUNGHI
162
IMPORTAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
Per importare un Agente Biologico dal database, occorre cliccare sul
pulsante “Importa Agente Biologici da Database”, posto in alto a
sinistra nell‟area di intestazione della griglia ed illustrato qui a lato.
Cliccando su tale pulsante verrà visualizzata la seguente maschera:
E‟ possibile, attivando i filtri posti nella parte inferiore della maschera, effettuare ricerche per tipologie e per
classificazione.
Per importare un agente biologico nella griglia sottostante, occorrerà innanzitutto selezionare il rigo
corrispondente all‟agente prescelto nella lista.
Occorrerà quindi selezionare il rigo della griglia sul quale importare l‟agente biologico, in modo tale da
visualizzare il codice corrispondente nel campo “COD AB selezionato”.
Occorrerà, infine, cliccare sul pulsante “Importa in COD AB selezionato”.
E‟ possibile procedere ad inserimenti ripetuti selezionando un nuovo agente ed un nuovo rigo nella griglia di
destinazione.
163
A titolo di esempio, supponendo di voler importare il Batterio “Actinomadura madurae” nel Rigo
corrispondente al codice “AB1”, si procederà nel seguente modo.
Cliccare sul pulsante “Importa Agente Biologici da Database”. Viene visualizzata in primo piano la maschera
degli agenti biologici
Selezionare il rigo corrispondente al Batterio “Actinomadura madurae” e quindi con il mouse selezionare, nella
griglia sottostante, il rigo corrispondente ad “AB1” (un qualsiasi campo del rigo). Si otterrà la seguente
situazione:
Nel campo “COD AB selezionato” comparirà il codice AB1 e cliccando sul pulsante “Importa in COD AB
selezionato”, l‟agente Biologico verrà riportato nella griglia.
164
Dopo avere chiuso la maschera con l‟archivio degli Agenti Biologici, si otterrà la seguente situazione:
Note sul formato dei Campi
Nella colonna Classificaz. va riportata una delle seguenti diciture: Gruppo 1, Gruppo 2, Gruppo 3 o Gruppo 4
Nella colonna BLS (Livello di BioSicurezza) va riportato un numero da 1 a 4 (corrispondente a quello del
Gruppo)
Nelle colonne A, T, V, D vanno riportati eventuali rilievi indicando SI o NO, con i significati riportati nel D.Lgs.
81/08 ed in particolare:
A: possibili effetti allergici
D: l'elenco dei lavoratori che hanno operato con detti agenti dove essere conservato per almeno dieci anni dalla
cessazione dell'ultima attività comportante rischio di esposizione
T: produzione di tossine
V: vaccino efficace disponibile
Anche nelle colonne relative alle modalità di trasmissione va indicato “SI” se è possibile la specifica modalità di
trasmissione.
INSERIMENTO DI UN NUOVO AGENTE BIOLOGICO
Se si desidera inserire un nuovo agente biologico, occorre cliccare sul pulsante
indicato qui a lato e posto in alto a sinistra nella maschera di valutazione del
rischio.
Cliccando su tale pulsante, si aprirà la seguente maschera:
Dopo avere inserito i dati necessari, cliccando su “Salva”, l‟agente
biologico verrà salvato nel database
165
METODO UTILIZZATO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Per la valutazione del Rischio viene utilizzata la seguente formula:
R=DxP
Essendo
D = Entità del Danno derivante dalla esposizione
P = Probabilità di infezione
Per la stima del Rischio si fa riferimento alla seguente MATRICE di Valutazione:
1
2
3
4
MOLTO BASSO
BASSO
MEDIO
ALTO
1 ≤ DxP ≤ 2
2 < DxP ≤ 4
4 < DxP ≤ 9
9 < DxP ≤ 16
166
DETERMINAZIONE DEL DANNO D
Per la stima del Danno D, viene assunto il numero corrispondente al Gruppo di classificazione più alto tra gli
agenti biologici presenti o ipotizzabili, ed in particolare:
Se il Gruppo più pericoloso è il Gruppo 4
Se il Gruppo più pericoloso è il Gruppo 3
Se il Gruppo più pericoloso è il Gruppo 2
Se il Gruppo più pericoloso è il Gruppo 1
D=4
D=3
D=2
D=1
Nota : inserendo più agenti biologici nella griglia all‟uopo predisposta, in fondo alla griglia (nella colonna relativa
alla Classificazione) viene calcolato automaticamente il Danno D in funzione dei diversi Gruppi eventualmente
presenti (assumento, come già detto, il maggiore tra i gruppi presenti).
…
167
CALCOLO DELLA PROBABILITA’ P
Per il calcolo della Probabilità P viene utilizzata la seguente formula, proposta da ARPA e INAIL :
P = C x  [ (F1  F6) + 1] / 7
Nella quale C rappresenta la contaminazione presuntiva degli agenti utilizzati (rischio intrinseco), con valore
numerico pari al Danno D.
Per il calcolo della Probabilità P
I fattori F sono, invece, rappresentativi delle caratteristiche ambientali, quantità e frequenza delle manipolazioni
degli agenti biologici, procedure adottate, utilizzo di DPI, formazione e informazione.
In particolare:
F1 – Quantità di campione o sostanza potenzialmente infetta manipolata per turno lavorativo o anche in
una singola manipolazione di elevate quantità.
F1 – Quantità di campione manipolata
Bassa (piccoli quantitativi)
Media (quantitativi intorno ai 500 gr / 500 ml)
Punteggio
0
0,5
Alta (quantitativi intorno ai 500 gr / 500 ml)
1
Non Attinente
0
F2 – Frequenza di manipolazione di sostanze potenzialmente infette.
F2 – Frequenza di manipolazione sostanze
Frequenza Bassa (1 o poche volte al mese)
Frequenza Media (1 o poche volte a settimana)
Punteggio
0
0,5
Frequenza Alta (almeno giornaliera)
1
Non Attinente
0
F3 – Caratteristiche strutturali / DPC
F3 – Caratteristiche strutturali / DPC
1. Pavimenti e pareti lisce e lavabili
2. Superfici di lavoro lavabili e impermeabili
3. Presenza di lavandini in ogni stanza
4. Presenza di lavaocchi ove necessari
5. Adeguato ricambio d'aria (naturale o artificiale)
6. Illuminazione adeguata
7. Cappe biohazard funzionanti e correttamente manutenute
8. Armadietti con compartimenti separati
9. Tutte le attrezzature necessarie sono all'interno della stanza di lavoro
In funzione delle risposte alla check-list sopra riportata, viene calcolato il valore di F3 nel seguente modo:
168
Le caratteristiche sono considerate adeguate se sono rispettate dal 66 al 100 % delle voci indicate (con
conseguente punteggio pari a 0).
Le caratteristiche sono considerate parzialmente adeguate se sono rispettate dal 50 al 65 % delle voci indicate
(con conseguente punteggio pari a 0,5).
Le caratteristiche sono considerate non adeguate se sono rispettate meno del 50 % delle voci indicate (con
conseguente punteggio pari a 1).
F4 – Buone pratiche e norme igieniche
F4 – Buone pratiche e norme igieniche
Adeguate : Buone pratiche esistenti e diffuse a tutto il
personale esposto
Parzialmente adeguate: Buone pratiche esistenti ma
formazione non effettuata
Non adeguate: Buone pratiche non esistenti
Punteggio
0
0,5
1
F5 – Frequenza e utilizzo DPI idonei per rischio biologico. Una volta individuati i DPI necessari viene
assegnato il punteggio secondo la seguente tabella:
F5 – Frequenza e utilizzo DPI
Adeguato : Tutto il personale è dotato di tutti i DPI
necessari (100 %)
Parzialmente adeguato: Non tutto il personale ne è
dotato o non è stato fornito anche un solo DPI (< 100 %)
Non adeguato: Il personale dotato di DPI idonei è < 50
% oppure alcuni DPI non sono stati forniti.
Punteggio
0
0,5
1
F6 – Formazione e informazione
F5 – Formazione e informazione
Adeguata : Tutto il personale esposto a rischio biologico
ha ricevuto la formazione e informazione specifica
Parzialmente adeguato: Solo parte del personale
esposto a rischio biologico ha ricevuto la formazione e
informazione specifica (> 50 % degli esposti)
Non adeguato: Nessuno o pochi lavoratori esposti a
rischio biologico ha ricevuto la formazione e
informazione specifica.
Punteggio
0
0,5
1
169
Per l‟inserimento dei dati necessari alla individuazione dei parametri F1, F2, F4, F5 e F6, è sufficiente effettuare
la scelta agendo sui corrispondenti combo-box, come illustrato nella seguente figura.
Per la valutazione del parametro F3, occorre ripondere alle 9 domande della specifica lista, come illustrato qui
di seguito:
In modo automatico, dopo avere calcolato il Danno D e la probabilità P, viene compilata la seguente tabella
riepilogativa:
Sempre in modo automatico vengono riportate le eventuali ulteriori misure di prevenzione in funzione dei
settaggi della sezione DATI GENERALI e dell‟entità del Rischio calcolata.
170
STAMPA
Subito al di sopra della griglia degli agenti biologici, in alto a destra, è presente un pulsante di stampa, come
indicato nella seguente figura.
Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word
nello specifico campo “Nome documento”, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul
documento stesso.
Nota : per la stampa vengono utilizzati i seguenti modelli personalizzabili da parte dell‟utente :
RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo4_PI_IT.doc
Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 4 (massimo valore) e con presenza di Processi
Industriali.
RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo4_NOPI_IT.doc
Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 4 (massimo valore) e senza presenza di Processi
Industriali
RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo3_PI_IT.doc
Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 3 (massimo valore) e con presenza di Processi
Industriali.
RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo3_NOPI_IT.doc
Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 3 (massimo valore) e senza presenza di Processi
Industriali
RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo2_PI_IT.doc
Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 2 (massimo valore) e con presenza di Processi
Industriali.
RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo2_NOPI_IT.doc
Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 2 (massimo valore) e senza presenza di Processi
Industriali
RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo1_PI_IT.doc
Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 1 (massimo valore) e con presenza di Processi
Industriali.
RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo1_NOPI_IT.doc
Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 1 (massimo valore) e senza presenza di Processi
Industriali
Tutti i modelli sono posti nella cartella “ModelliRischioBiologico”.
Tutti i documenti composti vengono di default archiviati nella cartella
“DocumentiRischioBiologico”.
Se nella cartella esiste già un documento con lo stesso nome di quello indicato,
viene visualizzato il messaggio d‟errore riportato qui a lato.
171
RISCHIO CANCEROGENO
Cliccando sullo specifico pulsante della maschera di avvio, verrà avviato il modulo RISCHIO CANCEROGENO
e verrà visualizzata la seguente maschera:
172
DATI GENERALI
Nella parte sinistra di questo primo foglio di lavoro, è possibile inserire i principali dati anagrafici dell‟azienda,
con le relative figure responsabili. Tali dati verranno automaticamente riportati stampa della relazione
conclusiva.
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”.
173
Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato
nella seguente figura.
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
Subito al di sotto della maschera dei dati generali è possibile attivare, cliccando sul
quadratino bianco riportato nella immagine qui a lato, l‟Help audio in sostituzione di
quello tradizionale.
Ciò comporterà l‟emissione di una “voce elettronica” per la segnalazione di eventuali errori o omissioni.
174
SETTAGGIO MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Alla destra della sezione anagrafica già illustrata, sono presenti tre tabelle per il settaggio delle misure di
prevenzione e protezione, come indicato nella seguente figura.
Le tre tabelle possono essere editate dall‟utente e modificate parzialmente o totalmente. Nelle tabelle andranno
riportate le misure di prevenzione e protezione che si desidera agganciare in automatico in funzione dell‟entità
del Rischio che sarà calcolata.
E‟ possibile inserire fino a 6 misure di prevenzione rispettivamente per il Rischio molto basso e basso, per il
Rischio medio e per il Rischio alto.
Nota: le misure riportate si intendono aggiuntive rispetto a quelle obbligatorie riportate nel D.Lgs. 81/08.
175
VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO
Nel secondo foglio di lavoro, denominato “Valutazione Rischio Cancerogeno”, si procede alla valutazione del
RISCHIO conseguente alla esposizione ad Agenti Cancerogeni. Cliccando sulla cartella “Valutazione Rischio
Cancerogeno”, viene visualizzata una pagina contenente tutte le informazioni necessarie per la valutazione.
Partendo dall‟alto, viene visualizzata una prima sezione nella quale andranno inseriti i dati relativi al reparto e
alla lavorazione oggetto della valutazione.
Nella parte superiore, a destra della descrizione del reparto, è presente un check-box che andrà attivato
(selezionandolo con il mouse) solo se la utilizzazione degli agenti cancerogeni avviene in un sistema
completamente chiuso (art. 235).
LA GRIGLIA DEGLI AGENTI CANCEROGENI
Subito al di sotto della sezione precedente, è riportata una griglia nella quale andranno inseriti gli agenti
cancerogeni.
E‟ possibile editare direttamente i campi della tabella ed è possibile inserire un qualsiasi agente cancerogeno.
Per agevolare l‟utente nell‟inserimento degli agenti cancerogeni, è stato memorizzato l‟elenco completo degli
agenti cancerogeni, estratto dal REGOLAMENTO (CE) N. 1272/2008.
176
IMPORTAZIONE DEGLI AGENTI CANCEROGENI
Per importare un Agente Cancerogeno dal database,
occorre
cliccare
sul
pulsante
“Importa
Agente
Cancerogeno da Database”, posto in alto a sinistra nell‟area di intestazione della griglia ed illustrato qui a lato.
Cliccando su tale pulsante verrà visualizzata la seguente maschera:
E‟ possibile, attivando i filtri posti nella parte inferiore della maschera, effettuare ricerche per classi cancerogene
e/o mutagene.
Se i due filtri relativi alle classi sono posti a “Tutte”, è possibile effettuare, mediante il campo “Ricerca per CAS”,
la ricerca di un agente cancerogeno conoscendo il suo numero CAS.
Per importare un agente cancerogeno nella griglia sottostante, occorrerà innanzitutto selezionare il rigo
corrispondente all‟agente prescelto nella lista.
Occorrerà quindi selezionare il rigo della griglia sul quale importare l‟agente cancerogeno, in modo tale da
visualizzare il codice corrispondente nel campo “COD AC selezionato”.
Occorrerà, infine, cliccare sul pulsante “Importa in COD AC selezionato”.
E‟ possibile procedere ad inserimenti ripetuti selezionando un nuovo agente ed un nuovo rigo nella griglia di
destinazione.
177
A titolo di esempio, supponendo di voler importare il Batterio “1,2-dimetilidrazina” nel Rigo corrispondente al
codice “AB1”, si procederà nel seguente modo.
Cliccare sul pulsante “Importa Agente Cancerogeno da Database”. Viene visualizzata in primo piano la
maschera degli agenti cancerogeni
Selezionare il rigo corrispondente al Batterio “1,2-dimetilidrazina” e quindi con il mouse selezionare, nella
griglia sottostante, il rigo corrispondente ad “AC1” (un qualsiasi campo del rigo). Si otterrà la seguente
situazione:
Nel campo “COD AC selezionato” comparirà il codice AC1 e cliccando sul pulsante “Importa in COD AC
selezionato”, l‟agente Cancerogeno verrà riportato nella griglia.
178
Dopo avere chiuso la maschera con l‟archivio degli Agenti Cancerogeni, si otterrà la seguente situazione:
Note sul formato dei Campi
Nella colonna Classe Cancerogena va riportato un numero intero :1, 2 o 3.
Nella colonna Classe Mutagena va riportato un numero intero :1 o 2.
Nella colonna Quantitativo utilizzato o prodotto va riportato, come previsto dall‟art. 236 del D.Lgs. 81/08, il
quantitativo di sostanza ovvero preparato cancerogeno o mutageno prodotti ovvero utilizzato, ovvero presente
come impurità o sottoprodottio. E‟ possibile indicare una qualsiasi unità di misura, in quanto il campo è di tipo
testuale.
Nelle colonne VLE (mg/mc) e VLE (ppm) andranno riportati eventuali valori limite di esposizione (tali valori
vengono importati automaticamente dal database, se presenti).
Nella colonna F1 Quantità giornaliera utilizzata, agendo sullo specifico combo box, occorrerà indicare una
delle tre seguenti opzioni:
 Trascurabile (piccoli quantitativi)
 Moderata (quantitativi intorno ai 500 gr / 500 ml)
 Considerevole (quantitativi intorno ai 500 gr / 500 ml e più)
Nella colonna F2 Frequenza di esposizione, sempre agendo sullo specifico combo box, occorrerà indicare
una delle tre seguenti opzioni:
 Occasionale (1 o poche volte al mese)
 Frequente (1 o poche volte a settimana)
 Continua (almeno giornaliera)
Nella colonna F3 Stato di Aggregazione, sempre agendo sullo specifico combo box, occorrerà indicare una
delle seguenti 17 opzioni:

















Solido compatto
Solido polveroso o cristallino > 25 μm
Solido polveroso o cristallino tra 10 e 25 μm
Solido polveroso o cristallino < 10 μm
Solido pastoso
Solido grasso
Solido corrosivo
Liquido
Soluzione a base acquosa
Liquido corrosivo
Liquido o emulsione oleosa
Solvente o liquido con azione sgrassante sulla cute
Vapore
Liquido nebulizzato (aerosol)
Fumo
Gas (non compresso)
Contenuto in matrice solida che ne riduce la fuoriuscita
179
Nota: come illustrato nella tabella riportata qui sopra, ogni volta che si effettua una scelta mediante i combobox, viene automaticamente calcolato un punteggio, che viene riportato nella tabella posta alla destra della
griglia degli agenti cancerogeni, che servirà per la valutazione del rischio, come meglio specificato nel seguito.
Nell‟esempio di figura, nella tabella “Dati calcolati” è stato riportato il valore numerico rappresentativo del Danno
D (relativo all‟agente cancerogeno del corrispondente rigo), il valore di ogni fattore (F1, F2 e F3) ed il valore
corrispondente alla loro somma (F1+F2+F3).
INSERIMENTO DI UN NUOVO AGENTE CANCEROGENO
Se si desidera inserire un nuovo agente cancerogeno, occorre cliccare sul
pulsante indicato qui a lato e posto in alto a sinistra nella maschera di
valutazione del rischio.
Cliccando su tale pulsante, si aprirà la seguente maschera:
Per inserire una nuova sostanza nel database occorre semplicemente compilare i campi indicati nella maschera
e cliccare sul pulsante “Salva”, tenendo presente che non è obbligatorio inserire tutti i dati. Ai fini della
valutazione è necessario indicare, oltre alla denominazione, la classe cangerogena e/o la classe mutagena,
tenendo presente che almeno una delle due categorie deve contenere o il numero 1 o il numero 2.
Se nel database esiste già una sostanza con lo stesso nome viene visualizzato un messaggio di avviso.
180
METODO UTILIZZATO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Per la valutazione del Rischio viene utilizzata la seguente formula:
R=DxP
Essendo
D = Entità del Danno derivante dalla esposizione
P = Probabilità che il Danno si verifichi
Per la stima del Rischio si fa riferimento alla seguente MATRICE di Valutazione:
1
2
3
4
MOLTO BASSO
BASSO
MEDIO
ALTO
1 ≤ DxP ≤ 2
2 < DxP ≤ 4
4 < DxP ≤ 9
9 < DxP ≤ 16
181
DETERMINAZIONE DEL DANNO D
Per la stima del Danno D vengono analizzate le categorie cancerogene e le categorie mutagene di ogni
sostanza presente.
Si ottiene il massimo valore (D=4) se la sostanza è cancerogena di tipo 1, indipendentemente dall‟altra.
Si ottiene il valore D = 3 se la categoria mutagena è pari a 1 e la categoria cancerogena è > 1 o se entrambe le
categorie sono pari a 2.
Si ottiene il valore 2 se la categoria mutagena è pari a 2 ma la sostanza non è cancerogena (o se possiede una
categoria di cangerogeneità > 2)
Si ottiene il valore 1 se la sostanza non è classificata come cancerogena, ma è classificata come mutagena di
categoria 2.
CALCOLO DELLA PROBABILITA’ P
Per il calcolo della Probabilità P viene utilizzata la seguente formula:
P = C x  [ (F1  F6) + 1] / 7
Essendo C = Contaminazione presuntiva dipendente dagli agenti cancerogeni presenti (rischio intrinseco) e con
valore numerico pari a quello del danno D
Per l‟inserimento dei dati necessari alla individuazione dei parametri F4, F5 e F6, è sufficiente effettuare la
scelta agendo sui corrispondenti combo-box, come illustrato nella seguente figura. Ad ogni scelta corrisponde
un diverso punteggio (variabile da 0 e 1).
F4 – Buone pratiche e norme igieniche
Agendo sullo specifico combo-box, occorrerà effettuare una delle seguenti scelte:
 Adeguate : Esistenti e diffuse a tutto il personale esposto (punteggio 0)
 Parzialmente adeguate: Esistenti ma non diffuse adeguatamente (punteggio 0,5)
 Non adeguate: Non esistenti (punteggio 1)
F5 – Presenza ed utilizzo DPI (idonei per rischio cancerogeno)
Agendo sullo specifico combo-box, occorrerà effettuare una delle seguenti scelte:
 Adeguato : Tutto il personale è dotato di tutti i DPI necessari (100 %) (punteggio 0)
 Parzialmente adeguato: Non tutto il personale ne è dotato o non è stato fornito anche un solo DPI (<100
%) (punteggio 0,5)
 Non adeguato: Il personale dotato di DPI idonei è < 50 % oppure alcuni DPI non sono stati forniti
(punteggio 1)
182
F6 – Formazione e informazione
Agendo sullo specifico combo-box, occorrerà effettuare una delle seguenti scelte:
 Adeguata : Formazione effettuata a tutto il personale (punteggio 0)
 Parzialmente adeguata: Formazione effettuata ad almeno il 50 % del personale (punteggio 0,5)
 Non adeguata: Effettuata a meno del 50 % del personale (punteggio 1)
Una volta effettuate le scelte per i tre fattori F4, F5 ed F6, viene compilata la tabella riepilogativa e calcolato il
Rischio finale, come illustrato nella seguente figura:
In pratica, per ogni sostanza viene calcolato il Danno D e la probabilità P (ottenuta con la formula già illustrata)
e viene calcolato il prodotto PxD.
Nella parte finale della tabella viene riportatato il massimo valore del prodotto PxD e, di conseguenza, il valore
finale dell‟entità del Rischio (nell‟esempio : MEDIO), ottenuto con i criteri illustrati sinteticamente nella figura
riportata qui sopra.
183
Sempre in modo automatico vengono riportate le eventuali ulteriori misure di prevenzione in funzione dei
settaggi della sezione DATI GENERALI e dell‟entità del Rischio calcolata.
E‟ possibile, infine, indicare eventuali DPI agendo sugli appositi check posti al fianco di ogni descrizione. Sono
previsti due campi in bianco per la indicazione di DPI diversi da quelli preimpostati.
184
STAMPA
Subito al di sotto della griglia con i DPI è presente un pulsante di stampa, come indicato nella seguente figura.
Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word
nello specifico campo “Nome documento”, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul
documento stesso.
Nota : per la stampa viene utilizzato il seguente modello personalizzabile da parte dell‟utente :
RISCHIOCANCEROGENO_IT.doc
Il modello è posto nella cartella “ModelliRischioCancerogeno”.
Tutti i documenti composti vengono di default archiviati nella cartella
“DocumentiRischioCancerogeno”.
Se nella cartella esiste già un documento con lo stesso nome di quello indicato,
viene visualizzato il messaggio d‟errore riportato qui a lato.
185
RISCHIO AMIANTO
Cliccando sullo specifico pulsante della maschera di avvio, verrà avviato il modulo RISCHIO AMIANTO e verrà
visualizzata la seguente maschera:
186
DATI GENERALI
Nella parte sinistra di questo primo foglio di lavoro, è possibile inserire i principali dati anagrafici dell‟azienda,
con le relative figure responsabili. Tali dati verranno automaticamente riportati stampa della relazione
conclusiva.
E‟ possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da
Blumatica Safety, mediante il puldsante “Importa da Blumatica Safety”.
Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l‟elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato
nella seguente figura.
187
Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante “Importa Dati”.
Subito al di sotto della maschera dei dati generali è possibile attivare, cliccando sul
quadratino bianco riportato nella immagine qui a lato, l‟Help audio in sostituzione di
quello tradizionale.
Ciò comporterà l‟emissione di una “voce elettronica” per la segnalazione di eventuali errori o omissioni.
VALUTAZIONE RISCHIO AMIANTO
Nel secondo foglio di lavoro, denominato “Valutazione Rischio Amianto”, si procede alla valutazione del
RISCHIO per le attività lavorative che possono comportare, per i lavoratori, un‟esposizione ad amianto, quali
manutenzione, rimozione dell‟amianto o dei materiali contenenti amianto, smaltimento e trattamento dei relativi
rifiuti, nonché bonifica delle aree interessate, come indicato dall‟art. 246 del D.Lgs. 81/08.
Cliccando sulla cartella “Valutazione Rischio Amianto”, viene visualizzata una pagina contenente tutte le
informazioni necessarie per la valutazione.
Partendo dall‟alto, viene visualizzata (vedi fig. 1) una prima sezione nella quale andranno inseriti alcuni dati
caratteristici dell‟attività esercitata. Tali dati consentono, innanzitutto, di stabilire se l‟attività è una attività
cosiddetta ESEDI (Esposizioni Sporadiche E di Debole Intensità), come definita dall‟art. 249 del D.Lgs. 81/08 e
dalla Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 25/01/2011.
Fig. 1 – Valutazione attività ESEDI
Come visualizzato nella figura 1, dopo avere indicato i dati necessari, viene valutato se trattasi di attività ESEDI
(nell‟esempio l‟attività non rientra tra quelle definite ESEDI dalla circolare già indicata) e vengono calcolati alcuni
punteggi necessari per la valutazione del Rischio. In particolare viene calcolato il Danno D ed i primo quattro
parametri per la valutazione della Probabilità P.
188
Nella seconda parte (vedi figura 2), vengono valutati gli altri parametri necessari per la valutazione e, mediante
la formula indicata, viene determinata la Probabilità P.
Fig. 2 – Valutazione Rischio
189
DESCRIZIONE DEL METODO UTILIZZATO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Per la valutazione del Rischio viene utilizzata la seguente formula:
R=DxP
Essendo
D = Entità del Danno derivante dalla esposizione ad AMIANTO
P = Probabilità che il Danno si verifichi
Per la stima del Rischio si fa riferimento alla seguente MATRICE di Valutazione:
1
2
3
4
MOLTO BASSO
BASSO
MEDIO
ALTO
1 ≤ DxP ≤ 2
2 < DxP ≤ 4
4 < DxP ≤ 9
9 < DxP ≤ 16
190
DETERMINAZIONE DEL DANNO D
Per la stima del Danno D vengono analizzate le attività esercitate
Si ottiene il valore D = 1 se l‟attività rientra tra le attività ESEDI
Si ottiene il valore 2 se l‟azienda effettua attività diverse da quelle ESEDI, ma che comunque non comportano
demolizioni di elementi contenenti amianto.
Si ottiene il valore 3 se l‟azienda effettua attività diverse da quelle ESEDI, ma che comportano demolizioni di
elementi contenenti amianto.
Si ottiene il massimo valore (D=4) se l‟azienda tratta anche materiali friabili contenenti amianto.
CALCOLO DELLA PROBABILITA’ P
Per il calcolo della Probabilità P viene utilizzata la seguente formula:
P = C x  [ (F1  F7) + 1] / 8
Essendo C = Contaminazione presuntiva dipendente dalle attività esercitate (rischio intrinseco) e con valore
numerico pari a quello del danno D.
Per l‟inserimento dei dati necessari alla individuazione dei parametri F5, F6 e F7, è sufficiente effettuare la
scelta agendo sui corrispondenti combo-box, come illustrato nella seguente figura. Ad ogni scelta corrisponde
un diverso punteggio (variabile da 0 e 1).
F5 – Buone pratiche e norme igieniche
Agendo sullo specifico combo-box, occorrerà effettuare una delle seguenti scelte:
 Adeguate : Esistenti e diffuse a tutto il personale esposto (punteggio 0)
 Parzialmente adeguate: Esistenti ma non diffuse adeguatamente (punteggio 0,5)
 Non adeguate: Non esistenti (punteggio 1)
F6 – Presenza ed utilizzo DPI idonei
Agendo sullo specifico combo-box, occorrerà effettuare una delle seguenti scelte:
 Adeguato : Tutto il personale è dotato di tutti i DPI necessari (100 %) (punteggio 0)
 Parzialmente adeguato: Non tutto il personale ne è dotato o non è stato fornito anche un solo DPI (<100
%) (punteggio 0,5)
 Non adeguato: Il personale dotato di DPI idonei è < 50 % oppure alcuni DPI non sono stati forniti
(punteggio 1)
F7 – Formazione e informazione
Agendo sullo specifico combo-box, occorrerà effettuare una delle seguenti scelte:
 Adeguata : Formazione effettuata a tutto il personale (punteggio 0)
 Parzialmente adeguata: Formazione effettuata ad almeno il 50 % del personale (punteggio 0,5)
 Non adeguata: Effettuata a meno del 50 % del personale (punteggio 1)
191
Una volta effettuate le scelte per i tre fattori F5, F6 ed F7, viene compilata la tabella riepilogativa e calcolato il
Rischio finale, come illustrato nella seguente figura:
Nella successiva tabella è possibile procedere alla verifica del non superamento del valore limite di esposizione
indicato dall‟art. 254, corrispondente a 0,1 fibre per centimetro cubo di aria, misurato come media ponderata
nel tempo di riferimento di otto ore.
Nella tabella vanno inseriti i valori rilevati nelle diverse lavorazioni effettuate (vanno riportati i valori
corrispondenti alla peggiore valutazione riscontrata per una giornata lavorativa).
Nell‟esempio il lavoratore è stato esposto per 200 minuti ad una concentrazione di fibre di amianto pari a 0,03
fibre/cmc di aria, per 200 minuti ad una concentrazione di 0,06 fibre/cmc e per ulteriori 200 minuti ad una
concentrazione di 0,12 fibre/cmc. Per i restanti 280 minuti della giornata lavorativa il valore viene
automaticamente assunto pari a 0, anche se non indicato.
Nell‟esempio di figura il valore calcolato quale media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore è pari a
0,0875, inferiore al limite di legge (0,1).
192
MISURE DI PREVENZIONE E DPI
Come indicato nella prossima figura, nella parte finale del foglio di valutazione è possibile indicare ulteriori
misure di prevenzione, da intendersi aggiuntive rispetto a quelle indicate dal D.Lgs. 81/08 e già riportate
automaticamente nel documento di valutazione, nonché i Dispositivi di Protezione Individuale in dotazione, che
saranno poi precisati nei diversi lavori da svolgere.
STAMPA
Nella parte finale della valutazione, è presente un pulsante di stampa, come indicato nella seguente figura.
Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word
nello specifico campo “Nome documento”, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul
documento stesso.
Nota : per la stampa della valutazione del Rischio vengono utilizzati i seguenti modelli personalizzabili da parte
dell‟utente :
RISCHIOAMIANTO_ESEDI_IT.doc
Utilizzato nel caso di attività ESEDI, come già precisato nello specifico capitolo, per le quali non si applicano gli
articoli 250, 251, comma 1, 259 e 260 del D.Lgs. 81/08.
RISCHIOAMIANTO_NONESEDI_IT.doc
Utilizzato nel caso di attività NON ESEDI, come già precisato nello specifico capitolo, per le quali è obbligatoria
anche l‟applicazione degli articoli 250, 251, comma 1, 259 e 260 del D.Lgs. 81/08.
193
NOTIFICA INTERVENTO
Nel terzo foglio di lavoro, denominato “Notifica Intervento”, si procede, appunto, alla redazione della Notifica
prevista dall‟art. 250 D.Lgs. 81/08 per lavori comportanti un’esposizione ad amianto, nei casi previsti.
Nella foglio di lavoro, come indicato nella seguente figura, occorrerà indicare quanto previsto dall‟art. 250 del
D.Lgs. 81/08, per la compilazione del documento corrispondente alla notifica da inviare all‟organo di vigilanza
competente per territorio.
194
STAMPA
Nella parte finale del foglio di lavoro è presente un pulsante di stampa, come indicato nella seguente figura.
Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word
nello specifico campo “Nome documento”, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul
documento stesso.
195
Nota : per la stampa viene utilizzato il seguente modello personalizzabile da parte dell‟utente :
NOTIFICA_IT.doc
Il modello è posto nella cartella “ModelliRischioAmianto”.
196
PIANO DI LAVORO
Nel quarto foglio di lavoro, denominato “Piano di Lavoro”, si procede, appunto, alla redazione del Piano di
Lavoro previsto dall‟art. 256 D.Lgs. 81/08 per attività di demolizione o rimozione dell’ amianto, nei casi
previsti.
Nella foglio di lavoro, come indicato nelle seguenti figure, occorrerà indicare quanto previsto dall‟art. 256 del
D.Lgs. 81/08, per la compilazione del documento corrispondente al Piano di Lavoro da inviare all‟organo di
vigilanza competente per territorio almeno 30 giorni prima dell‟inizio dei lavori corrispondenti.
NATURA DEI LAVORI ED ALTRI DATI CARATTERISTICI
197
DESCRIZIONE ATTIVITA’ E PROCEDIMENTI APPLICATI
198
CONFEZIONAMENTO, RACCOLTA E SMALTIMENTO MATERIALI
199
FORNITURA DI DPI
In tale sezione viene effettuata la verifica della idoneità dei DPI di protezione delle vie respiratorie, in accordo
con quanto prescritto dall‟art. 251 del D.Lgs. 81/08, che prescrive che:
“La protezione deve essere tale da garantire all’utilizzatore in ogni caso che la stima della concentrazione di
amianto nell’aria filtrata, ottenuta dividendo la concentrazione misurata nell’aria ambiente per il fattore di
protezione operativo, sia non superiore ad un decimo del valore limite indicato all’articolo 254”
Dopo avere indicato la concentrazione di amianto nell‟aria filtrata ed il tipo di maschera, viene calcolato il
rapporto tra la concentrazione di amianto ed il fattore di protezione operativo (CA / FPO) che viene confrontato
con il valore limite previsto dall‟art. 251 (0,01 fibre/cmc).
Nel campo posto alla destra del rapporto calcolato CA / FPO (nell‟esempio 0,0012) viene riportata la frase DPI
IDONEO (nell‟esempio) o DPI NON IDONEO.
200
MISURE DI PROTEZIONE E DECONTAMINAZIONE DEL PERSONALE
201
MISURE PER LA PROTEZIONE DI TERZI
VERIFICHE ASSENZA RISCHIO AL TERMINE DEI LAVORO
202
STAMPA
Nella parte finale del foglio di lavoro è presente un pulsante di stampa, come indicato nella seguente figura.
Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word
nello specifico campo “Nome documento”, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul
documento stesso.
Nota : per la stampa viene utilizzato il seguente modello personalizzabile da parte dell‟utente :
PIANOLAVORO_IT.doc
Il modello è posto nella cartella “ModelliRischioAmianto”.
203
AMIANTO NELL’AMBIENTE DI LAVORO
Nel quinto ed ultimo foglio di lavoro, denominato “Amianto Ambiente Lavoro”, si procede a definire gli
interventi necessari per garantire la sicurezza dei lavoratori nell‟ambiente di lavoro che presenta elementi
contenenti amianto.
In effetti non si tratta delle lavorazioni specifiche previste dall‟art. 246 del D.Lgs. 81/08 (per le quali occorre
effettuare le valutazioni già descritte), ma della possibile presenza di elementi contenenti amianto nell‟ambiente
in cui vengono svolte attività diverse.
Per la valutazione viene utilizzato il metodo VERSAR (adottato anche dall‟EPA) applicabile a vari tipi di materiali
contenenti amianto, sia friabili, sia compatti, presenti all‟interno di ambienti confinati. Gli indicatori considerati
fanno capo a due distinte tipologie di parametri: fattori di danno e fattori di esposizione. A ciascun parametro
viene attribuito un punteggio stabilito in modo da limitare la variabilità dovuta alla soggettività del rilevatore. La
valutazione deve essere condotta distintamente per ciascun locale o area con caratteristiche omogenee
dell‟edificio esaminato.
FATTORI DI DANNO
I fattori di Danno vengono rappresentati mediante i seguenti 6 parametri
A1 – DANNO FISICO - Indica il grado di danneggiamento del materiale contenente amianto
Elevato (5) - A questa condizione viene attribuito il punteggio più elevato per l‟alto potenziale di rilascio di fibre da parte di
un materiale danneggiato.
Moderato (4) – Moderato potenziale di rilascio di fibre a causa di un evidente danneggiamento.
Basso (2) - Il materiale risulta danneggiato in modo lieve e potrebbe rilasciare fibre nell‟ambiente in quantità molto ridotta.
Nullo (0) - Il materiale non presenza alcun danno visibile e non si ritiene possibile un rilascio di fibre nell‟ambiente.
A2 – DANNO DA ACQUA - Indica eventuali danneggiamenti da parte dell‟acqua
SI (3) – Il materiale ha subìto danneggiamenti da acqua
NO (0) – Il materiale non ha subìto danneggiamenti da acqua
A3 – VICINANZA AD ELEMENTI SOGGETTI A MANUTENZIONE - La stima della probabilità che il materiale sia
danneggiato durante le attività di manutenzione è basata sulla distanza tra il materiale stesso e qualsiasi elemento soggetto
a manutenzione
D ≤ 30 cm (3) – Per distanze fino a 30 cm
30 < D ≤ 150 cm (2) – Per distanze oltre 30 e fino a 150 cm
D > 150 cm (0) – Per distanze superiori a 150 cm
A4 – TIPO DI MATERIALE – Occorre classificare il tipo di materiale contenente amianto
Tubazioni (0) – Le tubazioni coibentate hanno generalmente un alto contenuto di legante, sono poco soggette a vibrazioni,
hanno una superficie poco estesa.
Caldaie, serbatoi di riscaldamento (1) – La superficie del rivestimento coibente è maggiore che nelle tubazioni e
generalmente più facilmente soggetta a danneggiamenti. Come le tubazioni hanno un alto contenuto di legante e sono poco
soggette a vibrazioni.
Sistemi di ventilazione di condizionamento (3) – I rivestimenti isolanti di impianti di ventilazione, riscaldamento e
condizionamento dell‟aria sono molto soggetti a vibrazioni, il contenuto di legante è variabile, la collocazione è tale che
frequentemente sono disturbati durante gli interventi manutentivi. Raramente il materiale è rivestito.
Soffitti e pareti (4) – I rivestimenti di soffitti e pareti a scopo antiacustico o antincendio sono frequentemente costituiti da
amianto spruzzato. Il materiale non è quasi mai rivestito, è generalmente molto friabile, copre superfici molto estese e può
rilasciare continuativamente piccole quantità di amianto nell‟area.
A5 – POTENZIALITA’ DI CONTATTO - Questo parametro ha due aspetti. In primo luogo deve essere valutata l‟accessibilità
del materiale in funzione della distanza dal pavimento (maggiore o minore di 3 metri). In secondo luogo deve essere stimata
la probabilità che gli occupanti dell‟aria danneggino accidentalmente o intenzionalmente, per vandalismo, il materiale.
Distanza ≤ 3 m - alto potenziale di danno (8)
Distanza ≤ 3 m - moderato potenziale di danno (5)
Distanza ≤ 3 m - basso potenziale di danno (2)
Distanza > 3 m - alto potenziale di danno (5)
Distanza > 3 m - moderato potenziale di danno (3)
Distanza > 3 m - basso potenziale di danno (0)
204
A6 – CONTENUTO DI AMIANTO - Questo parametro valuta il contenuto di amianto nei materiali che lo contengono.
Fino al 30 % (1)
Oltre il 30 % e fino al 50 % (3)
Oltre il 50 % (5)
FATTORI DI ESPOSIZIONE
I fattori di Esposizione vengono rappresentati mediante i seguenti 9 parametri
B1 – FRIABILITA’ – Occorre l‟entità della friabilità del materiale contenente amianto, tra le seguenti.
Elevata (6) - Il materiale può essere facilmente sbriciolato con la mano e rilasciare un‟elevata quantità di fibre. di un
materiale danneggiato.
Moderata (3) – Il materiale può essere frantumato solo con una forte pressione manuale e rilascia fibre con difficolà.
Bassa (1) - È difficile frantumare il materiale con le mani e causare un rilascio di fibre..
Non friabile (0) - Non è possibile frantumare il materiale con le mani.
B2 – ESTENSIONE DELLA SUPERFICIE – Occorre indicare la superficie complessiva con contenuti di amianto, tra le
seguenti.
S ≤ 1 mq (0)
1 < S ≤ 10 mq (2)
10 < S ≤ 100 mq (2)
S > 100 mq (3)
B3 – PARETI – Il parametro si riferisce alla potenzialità delle pareti di trattenere fibre di amianto in relazione alle
caratteristiche della superficie. Indicare una delle seguenti possibilità.
Ruvide (4) - Pareti a stucco, a bocciarda, a spacco, pietre naturali ruvide.
Porose (3) – Calcestruzzo non verniciato, muri grezzi in pietra o mattoni, parati, tessiture a maglia larga.
Moderatamente porose (2) - È difficile frantumare il materiale con le mani e causare un rilascio di fibre..
Lisce (1) - Intonaco dipinto, pannelli rifiniti, vetri, specchi, piastrelle, pannelli laminati.
B4.1 – VENTILAZIONE – Occorre indicare se il materiale contenente amianto si trova nelle vicinanze di bocchette di
ventilazione
SI (1) – Se Il materiale si trova in prossimità di bocchette di ventilazione
NO (0) – Se Il materiale non si trova in prossimità di bocchette di ventilazione
B4.2 – VENTILAZIONE – Occorre iverificare la presenza di flussi d‟aria in immissione e/o in emissione
Immissione (aspirazione) (1) – Il materiale è investito da un flusso di aria provocato da una bocchetta di aspirazione, le
fibre di amianto possono essere trascinate all‟interno del sistema di ventilazione e diffuse in altre aree dell‟edificio.
Emissione (2) – Il materiale è investito da un flusso di aria provocato da una bocchetta di emissione, le fibre di amianto
possono essere diffuse nelle immediate vicinanze.
B5– MOVIMENTO DELL’ARIA – Questo parametro prende in esame il movimento dell‟aria provocato da porte, finestre,
ventilatori, sistema di ventilazione, uso dell‟area, che contribuisce a mantenere in sospensione le fibre di amianto.
Elevato (5) – Notevole movimentazione dell‟aria
Moderato (2) – Movimentazione dell‟aria moderata o sporadica
Basso (0) – Movimentazione praticamente assente
B6– ATTIVITA’ – Tipo di attività che si svolge nell‟area, in relazione al potenziale danneggiamento dei materiali e
all‟assorbimento individuale di fibre di amianto attraverso la respirazione, da parte degli occupanti.
Elevata (5)
Moderata (2)
Bassa (0)
B7– PAVIMENTI – Il parametro si riferisce alla potenzialità del pavimento di trattenere fibre di amianto e in seguito liberarle,
in relazione alle caratteristiche strutturali (caratteristiche della superficie, presenza di fenditure più o meno larghe, ecc.)
Alta (4) – Notevole potenzialità di intercettazione di fibre e di successiva liberazione delle stesse (tappeti, moquette e simili)
Media (3) – Apprezzabile potenzialità di intercettazione di fibre e di successiva liberazione delle stesse
205
Bassa (2) – Bassa potenzialità di intercettazione di fibre e di successiva liberazione delle stesse (mattonelle, piastrelle e
simili)
Molto bassa (1) – Potenzialità di intercettazione di fibre e di successiva liberazione delle stesse molto bassa (Massetti,
calcestruzzi, ecc.)
B8– BARRIERE –Presenza di barriere che limitano l‟accessibilità del materiale ma non impediscono la dispersione di fibre.
Controsoffittature (1)
Trattamenti incapsulanti (2)
Griglie o grate (3)
Nessuna barriera (4)
B9 – PERSONE ESPOSTE (PE) – Questo parametro si riferisce alla popolazione esposta per almeno 40 ore alla settimana.
PE ≤ 9 (1)
10 < PE ≤ 200 (2)
200 < PE ≤ 500 (3)
500 < PE ≤ 1000 (4)
PE > 1000 (5)
206
PROCEDURA DI CALCOLO
Dopo avere calcolato i fattori A, occorrerà sommare i punteggi attribuiti ai parametri che costituiscono i fattori di
danno e riportare il totale ottenuto sull‟asse delle ordinate del grafico del pericolo (vedi fig. 1). Analogamente,
occorrerà sommare i punteggi attribuiti ai parametri che costituiscono i fattori di esposizione B e riportare il
totale sull‟asse delle ascisse dello stesso grafico. La coppia di valori così ottenuta individua un punto sul piano
del grafico che cade in una delle sei zone in cui è diviso il grafico stesso, corrispondenti ad altrettanti classi di
urgenza per l‟intervento correttivo.
GRADO DI URGENZA DELLA BONIFICA
30
28
26
24
22
1
20
2
18
3
16
4
14
12
5
10
8
6
DANNO
6
4
2
0
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
ESPOSIZIONE
Figura 1 – Grafico del pericolo VERSAR
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI
Zona 1 = Rimozione immediata
Zona 2 = Rimozione quanto prima possibile. La rimozione può essere rimandata alla prima occasione utile
(es. vacanze estive in una scuola), ma senza aspettare l‟occasione di un intervento di ristrutturazione o di
manutenzione straordinaria dello stabile.
Zona 3 = Rimozione programmata. La rimozione può essere affrontata nell‟ambito dei programmi di
manutenzione e ristrutturazione dell‟edificio.
Zona 4 = Riparazione. Le aree danneggiate dovrebbero essere sistemate con interventi limitati di confinamento
o incapsulamento.
Zona 5 = Monitoraggio e controllo periodico. Controllo periodico delle aree al fine di assicurare che non si
verifichino danni ulteriori.
Zona 6 = Nessuna azione immediata. Rilascio di fibre improbabile. Non occorre attuare alcun intervento.
207
LE GRIGLIE DI VALUTAZIONE
Nelle due tabelle riportate qui di seguito, occorrerà individuare i fattori di Danno A ed i fattori di esposizione B,
semplicemente rispondendo (colonna RISPOSTA) alle diverse domande mediante specifici combo-box, che
ripropongono quanto già illustrato nella spiegazione del metodo.
Dopo avere individuato tutti i fattori, viene automaticamente ricavato il grado di urgenza della bonifica
(nell‟esempio: Zona 3) e riportato sinteticamente l‟intervento previsto (nell‟esempio: RIMOZIONE
PROGRAMMATA).
Nota. All‟inizio di ogni tabella (in alto a sinistra) sono presenti due pulsanti (Help A ed Help B) che consentono di
visualizzate le spiegazioni sui fattori di Danno A (vedi figura qui di seguito) e sui fattori di Esposizione B.
208
STAMPA
Nella parte finale del foglio di lavoro è presente un pulsante di stampa, come indicato nella seguente figura.
Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word
nello specifico campo “Nome documento”, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul
documento stesso.
Nota : per la stampa viene utilizzato il seguente modello personalizzabile da parte dell‟utente :
AMIANTOAMBIENTELAVORO_IT.doc
Il modello è posto nella cartella “ModelliRischioAmianto”.
209
INDICE DEGLI ARGOMENTI
GENERALITA’ E DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA .........................................................................................1
AVVIO DEL PROGRAMMA .......................................................................................................................... 1
INFORMAZIONI COMUNI A TUTTI GLI APPLICATIVI................................................................................... 2
MODELLI E DOCUMENTI DI STAMPA ............................................................................................................................ 2
APPLICATIVI E CARTELLE PROGETTI .......................................................................................................................... 2
STRUTTURA DI UN MODELLO DI STAMPA ................................................................................................................... 4
FUNZIONI COMUNI A TUTTI GLI APPLICATIVI .............................................................................................................. 7
LA BARRA DEI MENU’ ..................................................................................................................................................................... 8
GLI APPLICATIVI SPECIFICI ..............................................................................................................................11
INDICE MAPO (Movimentazione e Assistenza Pazienti Ospedalizzati) ......................................................... 11
DATI AZIENDALI E SETTAGGI ...................................................................................................................................... 12
VALUTAZIONE DELL‟INDICE MAPO ............................................................................................................................. 13
Calcolo di PNC, PPC, NOP ............................................................................................................................................. 13
Sollevatori – Calcolo Fattore FS ...................................................................................................................................... 13
Ausili Minori – Calcolo Fattore FAM ................................................................................................................................ 14
Carrozzine, comode e sedie di trasporto – Calcolo Fattore FC ....................................................................................... 14
AMBIENTE – Fattore FAmb ............................................................................................................................................ 15
FORMAZIONE – Fattore FF............................................................................................................................................ 16
RISULTATI ...................................................................................................................................................................... 17
STAMPA ......................................................................................................................................................................... 18
ERGONOMIA (Carico Posturale Lavori Sedentari) ...................................................................................... 19
DATI AZIENDALI E SETTAGGI ...................................................................................................................................... 20
VALUTAZIONE ............................................................................................................................................................... 21
METODO OCRA (Movimenti ripetitivi arti superiori) ................................................................................... 28
DATI AZIENDALI E SETTAGGI ...................................................................................................................................... 29
VALUTAZIONE DELL‟INDICE OCRA ............................................................................................................................. 30
SPINGERE – TRAINARE – TRASPORTARE (Snook e Ciriello) ...................................................................... 37
DATI AZIENDALI E SETTAGGI ...................................................................................................................................... 38
SPINGERE ...................................................................................................................................................................... 40
TRAINARE ...................................................................................................................................................................... 42
TRASPORTARE ............................................................................................................................................................. 44
SPINGERE – TIRARE (UNI ISO 11228-2:2009) ......................................................................................... 46
DATI AZIENDALI E SETTAGGI ...................................................................................................................................... 47
SPINGERE o TIRARE UNI ISO 11228-2 ........................................................................................................................ 48
SOLLEVAMENTO - ABBASSAMENTO (NIOSH MonoTask e MultiTask) ......................................................... 50
DATI AZIENDALI E SETTAGGI ...................................................................................................................................... 50
SOLLEVAMENTO SEMPLICE (Mono Task) ................................................................................................................... 52
SOLLEVAMENTO COMPOSTO (Multi Task) ................................................................................................................. 54
SOLLEVAMENTO E TRASPORTO (UNI ISO 11228-1:2009) ......................................................................... 56
DATI AZIENDALI E SETTAGGI ...................................................................................................................................... 57
SOLLEVAMENTO E TRASPORTO ................................................................................................................................ 58
STEP 1 ........................................................................................................................................................................................... 58
STEP 2 ........................................................................................................................................................................................... 58
STEP 3 ........................................................................................................................................................................................... 59
STEP 4 ........................................................................................................................................................................................... 60
STEP 5 ........................................................................................................................................................................................... 60
RIEPILOGO RISULTATI ................................................................................................................................................................. 61
STAMPA ......................................................................................................................................................................... 61
ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI .......................................................................................... 62
DATI AZIENDALI............................................................................................................................................................. 63
VERIFICHE ..................................................................................................................................................................... 64
CASO 1 : VALORI DI AZIONE NON SUPERATI ............................................................................................................ 65
CASO 2 : VALORI DI AZIONE SUPERATI MA VALORI LIMITE NON SUPERATI ........................................................ 67
CASO 3 : SUPERAMENTO DEI VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE ............................................................................. 69
RISCHIO RAPINA ................................................................................................................................... 72
DATI AZIENDALI............................................................................................................................................................. 73
VALUTAZIONE RISCHIO ............................................................................................................................................... 75
RISCHIO ESOGENO ...................................................................................................................................................................... 75
RISCHIO ENDOGENO ................................................................................................................................................................... 78
MICROCLIMA ......................................................................................................................................... 81
DATI AZIENDALI............................................................................................................................................................. 82
Ambienti MODERATI ...................................................................................................................................................... 83
CRITERI DI VALUTAZIONE ............................................................................................................................................................ 85
ADEMPIMENTI E MISURE DI PREVENZIONE ............................................................................................................................... 86
Ambienti SEVERI CALDI................................................................................................................................................. 87
CRITERI DI VALUTAZIONE ............................................................................................................................................................ 88
ADEMPIMENTI E MISURE DI PREVENZIONE............................................................................................................................... 88
210
Ambienti SEVERI FREDDI .............................................................................................................................................. 89
CRITERI DI VALUTAZIONE ............................................................................................................................................................ 90
ADEMPIMENTI E MISURE DI PREVENZIONE ............................................................................................................................... 91
RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI INCOERENTI .................................................................................... 92
DATI AZIENDALI............................................................................................................................................................. 93
Censimento fonti ............................................................................................................................................................................. 93
Settaggi e Misure di Prevenzione ROA Incorenti ............................................................................................................................. 95
WIZARD ROA incoerenti ................................................................................................................................................. 96
VALUTAZIONE RISCHIO ROA incoerenti - METODO 1 ................................................................................................ 99
Dati descrittivi della misura .............................................................................................................................................................. 99
Dati di input ..................................................................................................................................................................................... 99
Dettaglio delle misurazioni ............................................................................................................................................................. 100
Tabella Riepilogativa delle Verifiche .............................................................................................................................................. 101
VALUTAZIONE RISCHIO ROA incoerenti - METODO 2 .............................................................................................. 103
MODELLI DI STAMPA .................................................................................................................................................. 103
RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI COERENTI (L.A.S.E.R.).................................................................... 105
DATI AZIENDALI........................................................................................................................................................... 106
Censimento fonti ........................................................................................................................................................................... 106
Settaggio Misure di Prevenzione ROA Coerenti (LASER) ............................................................................................................. 107
WIZARD LASER ........................................................................................................................................................... 108
VALUTAZIONE RISCHIO ROA coerenti LASER .......................................................................................................... 110
Dati descrittivi della misura ............................................................................................................................................................ 110
Dati di input ................................................................................................................................................................................... 110
Stampa Valutazione ...................................................................................................................................................................... 111
MODELLI DI STAMPA .................................................................................................................................................. 112
ATEX POLVERI ..................................................................................................................................... 113
DATI GENERALI ........................................................................................................................................................... 114
SORGENTI DI EMISSIONE .......................................................................................................................................................... 116
DATI GEOMETRICI AMBIENTE OGGETTO DELLA VALUTAZIONE ........................................................................................... 117
AMBIENTI CONFINANTI CON IL REPARTO CONSIDERATO ..................................................................................................... 117
SETTAGGIO MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ......................................................................................................... 119
CLASSIFICAZIONE ...................................................................................................................................................... 120
ESTENSIONE ZONE PERICOLOSE ............................................................................................................................ 125
VALUTAZIONE RISCHIO ............................................................................................................................................. 128
CALCOLO DELLA PROBABILITA’ P............................................................................................................................................. 129
CALCOLO DEL DANNO D ............................................................................................................................................................ 132
VALUTAZIONE DEL RISCHIO COMPLESSIVO ........................................................................................................................... 133
STAMPA ....................................................................................................................................................................... 134
ATEX GAS ............................................................................................................................................ 135
DATI GENERALI ........................................................................................................................................................... 136
SORGENTI DI EMISSIONE .......................................................................................................................................................... 138
DATI GEOMETRICI AMBIENTE OGGETTO DELLA VALUTAZIONE ........................................................................................... 139
AMBIENTI CONFINANTI CON IL REPARTO CONSIDERATO ..................................................................................................... 142
SETTAGGIO MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ......................................................................................................... 144
CLASSIFICAZIONE ...................................................................................................................................................... 145
VALUTAZIONE RISCHIO ............................................................................................................................................. 151
CALCOLO DELLA PROBABILITA’ P............................................................................................................................................. 152
CALCOLO DEL DANNO D ............................................................................................................................................................ 155
VALUTAZIONE DEL RISCHIO COMPLESSIVO ........................................................................................................................... 156
STAMPA ....................................................................................................................................................................... 157
RISCHIO BIOLOGICO ........................................................................................................................... 158
DATI GENERALI ........................................................................................................................................................... 159
SETTAGGIO MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ......................................................................................................... 161
VALUTAZIONE RISCHIO BIOLOGICO ........................................................................................................................ 162
LA GRIGLIA DEGLI AGENTI BIOLOGICI...................................................................................................................................... 162
IMPORTAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI .............................................................................................................................. 163
INSERIMENTO DI UN NUOVO AGENTE BIOLOGICO ................................................................................................................. 165
METODO UTILIZZATO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO ................................................................................................... 166
DETERMINAZIONE DEL DANNO D ............................................................................................................................................. 167
CALCOLO DELLA PROBABILITA’ P............................................................................................................................................. 168
STAMPA ....................................................................................................................................................................... 171
RISCHIO CANCEROGENO...................................................................................................................... 172
DATI GENERALI ........................................................................................................................................................... 173
SETTAGGIO MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ......................................................................................................... 175
VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO ................................................................................................................ 176
LA GRIGLIA DEGLI AGENTI CANCEROGENI ............................................................................................................................. 176
IMPORTAZIONE DEGLI AGENTI CANCEROGENI ...................................................................................................................... 177
INSERIMENTO DI UN NUOVO AGENTE CANCEROGENO......................................................................................................... 180
METODO UTILIZZATO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO ................................................................................................... 181
DETERMINAZIONE DEL DANNO D ............................................................................................................................................. 182
CALCOLO DELLA PROBABILITA’ P............................................................................................................................................. 182
STAMPA ....................................................................................................................................................................... 185
RISCHIO AMIANTO .............................................................................................................................. 186
DATI GENERALI ........................................................................................................................................................... 187
VALUTAZIONE RISCHIO AMIANTO ............................................................................................................................ 188
211
DESCRIZIONE DEL METODO UTILIZZATO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO .................................................................. 190
DETERMINAZIONE DEL DANNO D ............................................................................................................................................. 191
CALCOLO DELLA PROBABILITA’ P............................................................................................................................................. 191
MISURE DI PREVENZIONE E DPI ............................................................................................................................................... 193
STAMPA ....................................................................................................................................................................................... 193
NOTIFICA INTERVENTO ............................................................................................................................................. 194
STAMPA ....................................................................................................................................................................................... 195
PIANO DI LAVORO....................................................................................................................................................... 197
NATURA DEI LAVORI ED ALTRI DATI CARATTERISTICI ........................................................................................................... 197
DESCRIZIONE ATTIVITA’ E PROCEDIMENTI APPLICATI .......................................................................................................... 198
CONFEZIONAMENTO, RACCOLTA E SMALTIMENTO MATERIALI ............................................................................................ 199
FORNITURA DI DPI ...................................................................................................................................................................... 200
MISURE DI PROTEZIONE E DECONTAMINAZIONE DEL PERSONALE .................................................................................... 201
MISURE PER LA PROTEZIONE DI TERZI ................................................................................................................................... 202
VERIFICHE ASSENZA RISCHIO AL TERMINE DEI LAVORO ..................................................................................................... 202
STAMPA ....................................................................................................................................................................................... 203
AMIANTO NELL‟AMBIENTE DI LAVORO .................................................................................................................... 204
FATTORI DI DANNO .................................................................................................................................................................... 204
FATTORI DI ESPOSIZIONE ......................................................................................................................................................... 205
PROCEDURA DI CALCOLO ......................................................................................................................................................... 207
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI ........................................................................................................................................... 207
LE GRIGLIE DI VALUTAZIONE .................................................................................................................................................... 208
STAMPA ....................................................................................................................................................................................... 209
212
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