L’INFLUENZA DEL PENSIERO DI S.AGOSTINO NELLA RIFLESSIONE CRISTOLOGICA DEL XX SECOLO LE ERMENEUTICHE DELLE OPERE DI AGOSTINO Pur trattandosi di una questione a latere rispetto all’oggetto del nostro corso, credo sia importante iniziare la sua trattazione anteponendo la questione delle ermeneutiche agostiniane in special modo riguardanti la dottrina della grazia e della libertà dell’uomo, ma anche coinvolgenti il suo discorso trinitario e perciò stesso cristologico 1. L’autorità di sant’Agostino nell’antichità e nel medioevo È una affermazione indiscutibile e indiscussa, sant’Agostino tanto nell’antichità quanto nel medioevo, almeno in Occidente, era l’autorità per eccellenza a) nel Magistero - le sue affermazioni costituivano delle vere e proprie «sentenze» che influenzavano indirettamente o anche direttamente i documenti del Magistero (cfr., ad esempio, S. Leone Magno e la sua XXVIII lettera a Flaviano - il famoso Tomus ad Flavianum) - inoltre quando vi erano delle controversie di carattere dottrinale o di carattere morale si consultava l’autorità di Agostino e, se egli aveva riflettuto sulla questione, se ne assumeva direttamente il contenuto come verità di fede b) negli scritti dei Dottori della Chiesa e dei teologi - anche qui si può tranquillamente affermare l’indiscussa autorità di Agostino, sebbene nell’epoca della Scolastica il suo pensiero fosse spesso utilizzato come riferimento per istituire il confronto dialettico all’interno delle quaestiones che costituivano le singole unità di riflessione nella struttura delle Summae (a tal riguardo basterebbe consultare gli studi sulle citazioni di sant’Agostino nella Summa di san Tommaso d’Aquino). - un caso a parte, in questo contesto, lo merita la citazione di sant’Anselmo d’Aosta che nel suo Monologion - e precisamente nel Prologo preposto al testo dopo le critiche di Lanfranco - cita l’autorità di Agostino come riferimento del suo pensiero teologico - trinitario: “Avendolo io rivisto spesso, non vi ho potuto trovare di aver detto nulla che non si accordi con gli scritti dei Padri cattolici e, massimamente, del beato Agostino. Se, perciò, a qualcuno sembrerà che in questo opuscolo io abbia detto qualcosa che o sia troppo nuovo oppure dissenta dalla verità, lo prego di non definirmi subito un presun-tuoso innovatore o un assertore di falsità, ma di scrutare diligentemente, prima, i libri del sopra citato dottore Agostino sulla Trinità; poi, secondo questi, giudichi il mio opuscolo”1. c) a conclusione di queste osservazioni, pertanto, si può condividere la convinzione di p. Vittorino Grossi2 il quale afferma che 1 ANSELMO D’AOSTA, Prologo, in ID., Monologio e Proslogio, Introduzione, traduzione, note e apparati di I. SCIUTO, Bompiani, Milano 2002, 43 2 V. GROSSI, La dottrina tridentina della giustificazione. Verso nuove letture?, in Lateranum 66 (2000), 481 – 507. - nell’antichità e nel Medioevo, Agostino era un’autorità indiscussa - le sue opere erano lette e meditate cercando di comprendere il senso del suo insegnamento alla luce delle sue stesse categorie di pensiero (non escludendo, anzi insistendo sulla sua prospettiva neoplatonica) - e, in ogni caso, era il pensiero degli autori che lo citavano che si piegava al suo insegnamento e non viceversa 2. Da Trento e fino a tutta la neoscolastica Questo orizzonte ermeneutico, però, subisce un decisivo mutamento in epoca moderna a seguito si una serie di fattori che si assommeranno e che daranno vita a una nuova ermeneutica del pensiero di Agostino a) nei documenti del Concilio di Trento, va subito affermato, che questa logica non è ancora in atto - sant’Agostino è ancora un’autorità - e le sue opere vengono di continuo prese in considerazione per dirimere le questioni sul peccato originale e sulla grazia, sul libero arbitrio e sulla cooperazione umana al piano divino della salvezza (predestinazionismo) b) in epoca successiva, però, le cose cambiarono radicalmente - dapprima il richiamo dei riformatori, Lutero in primis, a san Paolo e a sant’Agostino - e quindi la condanna del baianesimo (1567 e 1579), l’eresia giansenista (con le lunghe dispute teologiche dal 1620 e fino al 1713 con la condanna di Clemente XI) e, da un punto di vista opposto, la controversia de auxiliis ad opera del gesuita Luis de Molina (dal 1594 e fino al 1607 per poi concludersi definitivamente nel 1704) - determineranno un progressivo silenzio intorno alla dottrina di Agostino che non verrà più citato come autorità dal Magistero pontificio, scomparendo perciò da ogni documento della Chiesa (se non in rari casi di richiamo alla dottrina precedente quest’epoca) c) infine, sarà la ripresa della Scolastica nella forma della Neo-Scolastica da un lato e, dall’altro lato, da liberi pensatori rispetto all’impostazione dominante della manualistica come il Rosmini e sul versante filosofico il Gioberti, che faranno rivivere lo studio di Agostino - questi ultimi - specie il Rosmini - cercando ancora di comprenderlo nell’orizzonte della sua epoca - la neo-scolastica - purtroppo - rileggendolo alla luce di san Tommaso d’Aquino e della grande Scolastica, ovvero applicando al suo pensiero le categorie filosofiche di un’epoca a lui successiva di ottocento anni 3. L’«Augustinus reinessance» Il XX secolo, va subito sottolineato, vede una vera e propria rinascita dello studio del pensiero di sant’Agostino o, meglio, un rinnovamento nel modo di accostarvisi a) un rinnovamento frutto di diversi fattori - l’incontro degli studiosi di Agostino del 1930 a Parigi (XV centenario della 2 morte)3, e i due congressi internazionali di Parigi del 1954 (XVI centenario della nascita)4 e di Roma del 1986 (XVI centenario della conversione)5 di cui parleremo più sotto - ma, prima ancora, il contributo davvero fondamentale e, peraltro, osteggiato dal suo stesso ordine religioso, di p. H. de Lubac6 c) che ha segnato un triplice rinnovamento - in linea generale fino al 1954 l'Ipponate è stato studiato a partire dal pensiero delle singole scuole di teologia che ne utilizzavano i testi per lo più estrapolandoli dal loro contesto - ma l’opera di de Lubac ha consentito, sul versante più controverso e «pericoloso» dell’antropologia di superare la ristretta visione neotomista e di leggere la realtà dell’uomo non più secondo un dualismo che non gli è proprio ma a partire dall’insegnamento della Scrittura e da Agostino, finalmente liberato dai lacci di interpretazioni fuorvianti, per cogliere l’unità del soggetto e la sua identità quale “uomo come desiderio di Dio” - con il 1954 e più, precisamente, con il Congresso di Parigi tenutosi in quell'anno lo studio nei confronti dell'Ipponate ha cercato di valorizzare soprattutto la collocazione dell'opera e del suo pensiero nel contesto del suo tempo e a partire dalla stessa genesi degli scritti - un progressivo mutamento di questo orientamento, infine, si è avuto dopo il 1986 e il Congresso di Roma tenutosi presso l'Istituto Augustinianum a partire da questa data, infatti, il pensiero dell'Ipponate è stato avvicinato e interrogato sulla base delle prospettive teologiche di volta in volta emergenti facendo del pensiero di Agostino un nuovo punto di riferimento per il rinnovamento della teologia A partire da qui, pertanto, cerchiamo ora di applicare queste osservazioni al nostro studio della cristologia agostiniana cercando in primo luogo di determinarne l’orientamento: cristocentrismo o teocentrismo? 4. Bibliografia Sull’agostinismo e la storia dello sviluppo dell’ermeneutica agostiniana H.-I. MARROU, Agostino e l’agostinismo, A.-M. LA BONNARDIÈRE (ed.), Queriniana, Brescia 1990, 123 - 144. 3 Mélanges augustiniens. Publiés à l'occasion du XVe centenaire de saint Augustin, F. CAYRÉ - R. JOLIVET - CH. BOYER et alii (edd.), Rivière, Paris 1931. 4 Augustinus Magister. Congrès international augustinien (Paris, 21 - 24 septembre 1954), 3 voll., Etudes Augustiniennes, Paris 1954. 5 Congresso internazionale su S. Agostino nel XVI centenario della conversione. Atti (Roma, 15 – 20 settembre 1986), 3 voll., Institutum Patristicum “Augustinianum”, Roma 1987. 6 H. DE LUBAC, Surnaturel. Études historiques, Aubier - Montaigne, Paris 1946 (rivisto e puntualizzato in ID., Le mystère du surnaturel, Aubier, Paris 1965); ID., Augustinisme et théologie moderne, Aubier, Paris 1965. E per comprendere la fedeltà di quest’uomo al suo pensiero, al suo ordine religioso e, più in generale alla Chiesa, il meraviglioso testo di ID., Méditation sur l'Église, Aubier - Montaigne, Paris 1953. 3 G. MADEC, D'un Congrès Augustinien à l'autre: de 1954 à 1986, in Congresso internazionale su S. Agostino nel XVI centenario della conversione. Atti (Roma, 15 – 20 settembre 1986), vol. 1, Institutum Patristicum “Augustinianum”, Roma 1987, 27 - 33. Sull’agostinismo la cristologia e la teologia trinitaria V. GROSSI, L'apporto di sant'Agostino alla cristologia, in Cristocentrismo. Riflessione teologica, P. SCARAFONI (ed.), Città Nuova, Roma 2002, 281 - 303. ID., La dottrina tridentina della giustificazione. Verso nuove letture?, in Lateranum 66 (2000), 481 - 507. S. P. BONANNI, Il «Filioque» tra dialettica e dialogo. Anselmo e Abelardo: posizioni a confronto, in Lateranum 66 (1998), 49 - 79. 4