EVENTI E COMMENTI Civiltà Pugliese rubrica di cultura, storia, ambiente e tradizioni a cura di Adele Carrera La CGIL compie 100 anni. (9) La vertenza Taranto diventa vertenza di Territorio. A conclusione dei lavori del raddoppio del IV centro siderurgico Italsider, erano 1.069 gli operai edili in cassa integrazione, che non avevano alternative occupazionali; aggravata risultava la situazione di crisi in tutti i settori produttivi esterni all’area industriale, dall’agricoltura all’edilizia a quel poco che c’era di piccola e media industria. Intanto nuove ombre calavano sulla produzione siderurgica, in seguito alle sempre più drastiche decisioni di riduzione delle quote di acciaio, imposte dalla CEE in Italia, che mettevano in pericolo la sicurezza del posto di lavoro degli stessi dipendenti Italsider e le prospettive di ripresa della economia tarantina. L’accentuata precarietà del sistema economico e produttivo riproponeva la validità e la lungimiranza dei contenuti della Vertenza Taranto, con la loro insistenza sulla necessità di utilizzare tutte le risorse disponibili in loco (anche l’acciaio, quindi) per nuovi impieghi più razionali e diversificati e, per questo, meno vulnerabili agli andamenti di mercato (agricoltura, cantieristica, consumi sociali). La richiesta di diversificazione produttiva poneva, però, non solo il problema delle concrete scelte di politica nazionale in materia di economia ma anche quello del coinvolgimento di forze ed interessi necessariamente non presenti a Taranto. Il movimento sindacale dovette perciò (stendere la vertenza cittadina ad un livello territoriale più ampio, a tutte le categorie e ai diversi strati sociali; articolar maggiormente gli obiettivi in ragione di nuove controparti; cercare di evitare i facili unanimismi in cui pure era andata ad incagliarsi la Vertenza Taranto, e far sì che nessuno sfuggisse alle proprie responsabilità. Si diede il via all’apertura di vertenze regionali e di zona, e l’iniziativa confederale si concentrò nella gestione dei rapporti con i vari livelli di governo territoriale e nel coordinamento delle nuove lotte intraprese per la salvaguardia dell’occupazione a Taranto. La Vertenza Taranto oltrepassò quindi i confini della città assumendo con gli aggiustamenti necessari, le vesti di “Vertenza Puglia” (specialmente per le questioni riguardanti l’irrigazione delle campagne e dei trasporti pubblici) e, fatalmente, entrò in crisi nell’impatto insostenibile con gli organismi e i gruppi di interesse regionali. Infatti la crisi del mercato dell’acciaio fece sì che lo scontro politico ai vari livelli si avesse sulla necessità di «tagliare i rami secchi», sostenuta da più parti. Ridotta in breve tempo a pezzi e senza alcuna possibilità di successo, sostenuta solo da una parte del movimento sindacale pugliese, la Vertenza Puglia segnò a lungo il passo, in virtù anche della scarsa coesione dimostrata dalla sinistra pugliese, i cui dirigenti poco ritennero di dover contribuire alla affermazione delle proposte e all’irrobustimento del progetto politico più generale che l’aveva ispirata. Occorre aggiungere, comunque che lo scarso impegno delle forze sindacali e politiche della regione dipendeva anche dal fatto che queste ultime avevano vissuto la trasfomazione della Vertenza Taranto in vertenza regionale, come un pretesto delle organizzazioni sindacali tarantine per scaricare su altri i problemi occupazionali di quei lavoratori dell’area industriale, provenienti dalle province La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 vicine. 26 Ben altra risonanza ebbe invece il dibattito promosso a Taranto sulla opportunità di promuovere vertenze di zona capaci di comprendere in ogni aspetto tutto il territorio provinciale, con obiettivi forse parziali ma realisticamente raggiungibili nel confronto con gli enti locali e l’amministrazione regionale. Fu questa la motivazione che portò alla istituzione di quattro consigli di zona unitari, gli unici organismi in grado di unificare nella quotidianità le esigenze e le aspirazioni politiche di lavoratori appartenenti a diversi settori e a diverse categorie e di dare continuità operativa alle iniziative promosse a livello superiore. Ad onor del vero, fu proprio quello il periodo in cui il sindacato, a livello nazionale, sperimentava i consigli unitari di zona, pertanto diventa legittimo sopsettare che più che una strategia, la scelta tarantina fu un adeguarsi alle direttive nazionali. Con i consigli e le vertenze di zona, per la prima volta, il sindacato tarantino si pose esplicitamente il problema di darsi strutture agili che gli servissero per entrare nel vivo dei problemi sociali e non solo, o, soprattutto, economico-produttivi della eterogenena realtà della provincia ionica, riconoscendo ufficialmente quella cultura pratica del territorio e nel territorio che, a partire dalle lotte per i trasporti e i servizi sociali, erano da anni sedimentate nel mondo del lavoro. Pertanto la Vertenza Taranto si mosse su due binari che investivano l’impegno nella grande azienda siderurgica che in quel periodo vide impegnato il sindacato su più fronti da quello degli appalti alla diversificazione produttiva a quello dell’indotto oltre a svariate vertenze di reparto che decretarono la grande forza acquisita dal sindacato unitario. Dall’altra lo snodo di vertenze territoriali che investivano in maggior parte la categoria dei lavoratori dell’edilizia che non coglievano altrettanti successi data la frammentazione sul territorio del imprese stesse e la chiusura dei cantieri per “fine lavori” è l’annuncio del licenziamento. Diversa sorte toccò (eccezionalmente) ai lavoratori della Vianini, l’impresa sorta nell’agro di Ginosa a cui la Federazione dei lavoratori delle costruzioni riuscì a strappare un accordo che sanciva l’assunzione, previa riqualifcazione professionale, di tutto il personale che aveva partecipato alla costruzione dello stabilimento. Lo stabilimento era specializzato nella produzione di tubi di grandi dimensioni per le opere irrigue, e fu costruito in questa area, proprio in seguito alla battaglia condotta per l’irrigazione delle campagne tarantine. Con 1.100 lavoratori in cassa integrazione, a cui se ne aggiunsero 350 nell’aprile del 1974 e altri 1.400 nel gennaio del 1976, gli edili sono stati fra i più fervidi sostenitori della vertenza Taranto, come proposta complessiva: non avendo credibili prospettive occupazionali all’interno del IV centro siderurgico Italsider, capirono che soltanto l’incremento dell’edilizia pubblica, la costruzione del nuovo porto e il finanziamento delle opere pubbliche previste nella vertenza, avrebbero potuto assicurare loro un lavoro stabile. La Flc condusse una intensa attività promozionale e rivendicativa a proposito del dimensionamento del fabbisogno di abitanti nella provincia e a Taranto e, nella ricerca delle forze da coagulare intorno alle sue lotte, privilegiò le migliaia di lavoratori che negli anni appena passati, a seguito dell’approvazione delle leggi 167 e 865, avevano formato un numero di cooperative edilizie nella speranza di poter finalmente accedere a un’abitazione dignitosa a costi accettabili. L’iniziativa trovò immediata rispondenza nelle proteste originate non solo dalla scarsità degli investimenti in edilizia economica e popolare ma anche dalle modalità con cui venivano distribuiti i fondi ad essa destinati. Nel 1975 il ministro Andreotti stanziò 10 miliardi e mezzo di lire a favore dell’Italsider per la costruzione di case per EVENTI E COMMENTI lavoratori escludendo tutto il movimento delle cooperative edilizie di Taranto. Con queste battaglie si riuscì ad ottenere lo stanziamento di congrue risorse, sia per la costruzione di nuove case sia per il risanamento della città vecchia ma il problema del posto di lavoro per gli operai in cassa integrazione non fu risolto: prima di ricevere i finanziamenti, immancabilmente, costruttori e Iacp dichiaravano la loro disponibilità ad assumere questi lavoratori nei nuovi cantieri ma, purtroppo, solo una piccola minoranza veniva effettivamente impiegata, poiché i responsabili dei cantieri preferivano utilizzare manodopera non specializzata, persone docili, di loro gradimento. A causa delle frequentissime discriminazioni, nell’ottobre del 1975, fu formata una commissione mista con il compito di garantire la ricollocazione degli edili in cassa integrazione; continue verifiche degli accordi presi in tal senso erano effettuate in sede governativa ma la situazione non migliorò di molto. Il rifiuto di occupare questi lavoratori nei cantieri che si aprivano, grazie anche alle loro lotte, è una delle vicende più riprovevoli di cui si sono resi protagonisti gli imprenditori edili tarantini, pronti per altro ad affiancare il sindacato quando si trattava di strappare fondi e impegni al governo. I metalmeccanici licenziati. Nel IV centro siderurgico, in questo periodo, le cifre parlano di una sostanziale tenuta dell’occupazione ma fra gli operai occupati venivano considerati i lavoratori in cassa integrazione e i trasfertisti. Lo scompiglio si ebbe quando l’Italsider annunciò il licenziamento di 985 metalmeccanici (i primi dei 3.000 lavoratori che entro il 1977 avrebbero dovuto abbandonare lo stabilimento). Anche in questa occasione i lavoratori riuscirono ad ottenere il ritiro dei licenziamenti e la firma di un accordo che, tra gli altri elementi positivi, conteneva il riconoscimento ufficiale di un obiettivo da sempre sostenuto dal movimento sindacale: nessun operaio avrebbe potuto essere licenziato in assenza di garanzie occupazionali alternative all’esterno dl centro siderurgico. Pur essendo riuscito a non far passare i licenziamenti, il movimento sindacale avvertì il corto respiro dei risultati appena ottenuti e la crescita di tensione tra le parti che si andava accumulando nell’area industriale, in seguito al verificarsi di mille piccoli episodi irrisolvibili al di fuori di risposte e certezze più generali. In particolare era ormai necessario rilanciare la Vertenza Taranto tenendo conto del sostanziale fallimento della sua versione regionale e della opportunità di nuove selezioni degli obiettivi da perseguire per non incorrere in una facile liquidazione da parte di chi a quegli stessi obiettivi aveva dato, nel passato, un appoggio solo strumentale, vanificando la valenza di tutto il progetto. Il riferimento era all’obiettivo assai ambizioso del trasferimento degli stabilimenti navali a Mar Grande, per il quale alcuni esponenti vicino al governo dichiararono che “non sarebbe bastato l’intero bilancio del ministero della Difesa per realizzarlo”. La legge sul Mezzogiorno (la n. 183 del 1976) incoraggiò ad individuare altri obiettivi qualificanti per il rilancio dell’occupazione e dello sviluppo nell’area ionica. Furono dichiarati prioritari: l’attuazione del piano idrico e conseguenti trasformazioni in agricoltura; la costruzione del molo polisettoriale del porto ovest, il cui progetto esecutivo avrebbe dovuto trovare immediato inserimento e finanziamento nel programma quinquennale; la realizzazione del primo comparto dell’area industriale del comune di Grottaglie, in risposta alle esigenze di avvio di un processo di diversificazione industriale, attraverso la predisposizione di idonei strumenti urbanistici da parte dei Comuni e della regione. Al rilancio della Vertenza Taranto, però, non sarebbe bastata la sola revisione degli obiettivi da perseguire nelle lotte; era soprat- La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 27 tutto necessario riconquistare la tensione ideale e politica intorno al progetto, che era scemata in seguito ai deludenti risultati ottenuti, a fronte delle energie investite. Delegati e quadri sindacali della Flm e della Federazione CGIL, CISL e UIL tornarono ad incontrarsi e a discutere vivacemente, tornò ad essere imponente la partecipazione alle assemblee organizzate nella provincia e nelle strutture periferiche sindacali. I tempi, per la ricerca di soluzioni credibili alla vicina nuova ondata di licenziamenti, erano molto brevi. Tra l’ottobre del 1976 e il marzo del 1977 furono compiuti sforzi notevoli affinché la funzione e il lavoro del comitato di coordinamento della Vertenza Taranto portasse a sbocchi concreti, che non avessero solo valore propagandistico. All’impegno profuso dal movimento sindacale diede un apporto notevole la nuova amministrazione comunale tarantina, da poco insediata al governo cittadino che, accanto al comitato operante, ne promosse un altro con il compito di esaminare i programmi di investimento presentati dalle varie imprese, valutarne la fattibilità e rimuovere gli ostacoli che si opponevano alla loro realizzazione (ostacoli imputabili quasi tutti a ritardi burocratici o alla disattenzione o assenza degli enti competenti - Cassa per il Mezzogiorno, Enel, Sip, regione Puglia e amministrazioni locali -). L’accordo firmato nell’ottobre del 1976, riconoscendo il diritto alla garanzia del posto di lavoro (pur non essendo di facile attuazione in tempi brevi) aveva dato un po’ di tregua alle preoccupazioni occupazionali permettendo un impegno sindacale teso alla ricerca e alla formulazione di nuovi progetti produttivi esterni al centro siderurgico; la situazione poteva dunque definirsi relativamente tranquilla, nessuno si aspettava colpi di mano da parte dell’Italsider. Enorme fu la sorpresa e l’indignazione all’annuncio dell’azienda, nel marzo del 1977, di 2.189 licenziamenti. La decisione sconfessava non solo gli accordi firmati ma anche l’operato dei rappresentanti italsider all’interno dei due comitati di coordinamento per le nuove attività industriali da insediare, i quali avevano sottoscritto, insieme a tutte le forze sociali, politiche e imprenditoriali un documento che riconosceva a detti comitati la funzione di punti di riferimento anche negli interventi sui livelli occupazionali attuali. Per impedire che i licenziamenti avessero corso, nei mesi di marzo e di giugno 1977, il movimento si strinse compatto attorno alle iniziative promosse dal sindacato. In un primo momento si incontrarono le usuali difficoltà di mobilitazione dei lavoratori italsider, ma quando la minaccia dei licenziamenti assunse connotati realistici, la solidarietà e la partecipazione alla lotta non mancò. L’attività del IV centro siderurgico fu bloccata per diverso tempo; intanto le parti davano vita ad iniziative volte a risolvere complessivamente e durevolmente i problemi dell’occupazione. Tutte le istituzioni pubbliche furono coinvolte in questa ricerca; un’apposita commissione si recò a Bruxelles per ottenere dagli organismi della CEE i fondi necessari alla realizzazione di corsi di riqualificazione professionale per gli operai smobilitati. L’amministrazione comunale si distinse nel coordinamento delle varie iniziative; fu stilato un inventario delle possibilità di occupazione profilate nei documenti fino ad allora elaborati; fu costituito un ennesimo comitato operativo; costante la presenza a Roma, presso il ministero del Bilancio e delle Partecipazioni statali, di delegazioni, in rappresentanza delle organizzazioni sindacali, dell’Italsider e di tutte le autorità locali. Si ponevano così le basi per l’accordo sulla mobilità dei lavoratori in eccesso nell’area industriale che fu siglato alla fine di giugno. (cfr. “Il caso Taranto” di Consiglio/Lacava) - continua - ior na gg La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 F - FIDUCIA 28 Rubrica a cura di don Franco Conte edi z ion ea Il Vocabolario di Dio ta EVENTI E COMMENTI Quando manca, ci sentiamo franare la terra sotto i piedi. Quando c’è, non siamo mai sicuri che sia davvero sincera. Eppure non possiamo farne a meno. È lei, la fiducia che ci permette di andare avanti. La pretendiamo dagli altri, spesso siamo noi a non averla in noi stessi. Ci insegnano fin da piccoli a fidarci degli altri, della mano della mamma, delle parole della maestra, dell’esempio del papà. E intanto ci mettono in guardia. A dar retta ai detti popolari, la fiducia è un difetto delle persone deboli: “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”, oppure “Vatti a fidare…”. Così lasciamo crescere la pianta del sospetto, che è il lato oscuro di una medaglia dove dall’altra parte c’è scritto “prudenza”. Nessuno vuol passare per babbeo, ma neanche trascorrere la vita a guardarsi le spalle. Dare fiducia significa rischiare di non ricevere niente in cambio. È come investire in Borsa e, qualche volta, è peggio che puntare un numero sulla roulette. Ti devi fidare del tuo istinto e puoi sbagliare: ma solo così puoi pretendere che qualcun altro ti conceda la sua, di fiducia. Non c’è niente di peggio al mondo di una persona sfiduciata: è l’anticamera di un uomo demotivato, senza voglia ed obiettivi. Eppure, a guardarci intorno sembra proprio che sia così: i furbi che non si fidano di nessuno e gli altri… fregati una volta per sempre! Il Diritto è nato perché sa che l’uomo non ci mette niente a venir meno alla parola; e allora ecco le leggi, i contratti, le clausole. Perché “fidarsi è bene…”. Nessuno sopporta di sentirsi tradito nella fiducia riposta, ma è proprio quando sai che l’altro si fida ciecamente di te, che ti viene la tentazione di pugnalarlo (alle spalle, ovviamente). “Non c’è da fidarsi di nessuno” ti insegnano, ma dietro quel “nessuno” c’è tutto e non c’è niente. Ti possono far mancare la fiducia anche i genitori, la moglie o il marito, i figli? E gli amici? Per non parlare, poi, dei colleghi e dei soci…! Dovrebbero costringerci tutti a fare un corso per equilibristi. Farci camminare su di un filo sospeso a venti metri d’altezza e garantirci, ma solo a parole, che sotto c’è il materasso. Non ci resterebbe che fidarci… “La fiducia è una cosa seria”, diceva uno slogan pubblicitario di alcuni anni fa. Però si parlava di formaggi, mica di persone. Il mondo, nel frattempo, è peggiorato fino a questo punto? E qui arriva il cristiano, il quale, invece di aspettare di avere la fiducia dagli altri, manifesta la sua coerenza al Vangelo in un terreno per lui molto specifico: il terreno del fornire fiducia. Pochi si rendono conto che il “fornire fiducia” è una delle espressioni più convincenti, più utili dell’amore. Una prova evidente che Dio mi ama è questa: Dio crede in me, ha fiducia in me, fa affidamento sulle mie possibilità. Se Lui non si aspettasse nulla da me, molto certamente avrei validi motivi di disperarmi… Cosa vuol dire, insomma, “fornire fiducia”? Semplicemente questo: accendere la scintilla che fa esplodere le possibilità di una persona. Ogni individuo, infatti, possiede delle potenzialità, spesso nascoste; la fiducia rappresenta, appunto, la scintilla che le scopre, le illumina, le risveglia, le fa vibrare, le fa “funzionare”. Naturalmente, non si tratta di un procedimento automatico, né di una formula astuta, una specie di ricetta, fabbricata da certa psicologia utilitaristica da quattro soldi; né si tratta di un atteggiamento paternalistico o maternalistico. Fornire fiducia è un’azione che richiede notevole intuizione, finezza psicologica, amore sincero. Non può ridursi a un’operazione furbastra, una “trovata” efficientistica intesa a migliorare la… produzione di una persona. No. Fornire fiducia significa, prima di tutto, volere il bene di quella persona, desiderare vivamente che si sviluppi, si realizzi pienamente, non lasci inutilizzate le proprie possibilità, i propri doni. Insomma: volere che quella persona sia il meglio di se stessa, prima ancora che dia il meglio di se stessa. Via. Sgombriamo il terreno da certi equivoci in merito alla fiducia, da certe paure di essere traditi nella fiducia. Forse che Dio, nei nostri confronti, si fa prendere da questa tentazione? L’amore al di sopra di tutto. E l’amore si manifesta, si “pratica” anche fornendo fiducia. “Cum omni fiducia”, è il motto araldico del nostro Vescovo, quasi a voler ispirare a tutti noi accenti di fiducia, a non scegliere di andare più sul sicuro, a sentircela di rischiare, a non volerci garantire dagli imprevisti. La fiducia nonostante tutto; la fiducia nonostante questa solita o magari drammatica giornata; la fiducia nonostante il dolore, la morte, la cattiveria, la violenza, la paura; la fiducia perché il sole splende, splende ancora, splende sempre, splende nonostante le nuvole, splende nonostante noi, che forse saremo capaci anche di spegnerlo. La fiducia anche oggi sarà con me e con te, mio caro unico lettore, che conduci la tua baruffa quotidiana con la vita. Ricordo quella sera nel mio ufficio parrocchiale a san Martino. Erano circa le dieci di una fredda notte di Novembre e, come al solito, ero intento a picchiettare sulla tastiera del computer un articolo che da giorni Stefano Giove mi sollecitava con urgenza. Viene da me un uomo, mai visto prima. “Posso rubarle qualche minuto, don Fra’?” e, senza aspettare la mia risposta, mi racconta la sua storia: dapprima la discesa, lenta, inesorabile, verso gli abissi del degrado dell’alcol; poi il delirio sui fondali allucinanti della morte civile; infine l’ansia di ritornare alla vita. Nulla di didascalico nelle sue parole, nessuna smania moraleggiante, ma tantissima fierezza e, soprattutto, un’incredibile voglia di vivere. “Per fortuna”, concluse con gli occhi che brillavano per la commozione, “accanto a me c’è stata mia moglie. Ha avuto sempre fiducia in me. È vero che l’ho fatta soffrire, ma alla fine le ho dato la soddisfazione di vincere!”. Fiducia vuol dire: crediamo nell’altro, speriamo nell’altro. Peggio per lui se ci deluderà: col tradire le nostre attese, avrà tradito prima di tutto se stesso… Dunque, facciamo scoccare questa scintilla della fiducia. E aspettiamo. EVENTI E COMMENTI HOME PAGE Rubrica a cura di Roberto Muscolino Facciamo chiarezza: Cos’è un Malware Segue dal n. 18 Continua Un ulteriore livello di protezione può essere offerto dall’installazione di un personal firewall, che permette di negare l’accesso ad Internet ad applicazioni sospette, come appunto gli spyware. La presenza di un antivirus non è sufficiente a proteggere dagli spyware, dato che essi non sono virus o worm. Esistono comunque programmi concepiti appositamente per rilevare la presenza di spyware nel sistema e cancellarli. Bisogna tuttavia tenere presente che la rimozione di un componente spyware potrebbe causare il malfunzionamento del software di cui esso faceva parte. Come risulta chiaramente, non esiste un modo per difendersi completamente dallo spyware, esistono comportamenti e tecniche per limitarne il raggio d’azione. Ad oggi una delle maggiori minacce alla diffusione dello spyware e’ dovuta all’utilizzo di browser non all’altezza, non aggiornati e conseguentemente non protetti. Una soluzione è, dunque, utilizzare browser aggiornati; inoltre le alternative a Internet Explorer di Microsoft non mancano, come Mozilla Firefox e/o Opera. Il primo è un browser OpenSource (gratuito e distribuito anche come codice sorgente) estremamente robusto e refrattario agli spyware (http://www.mozilla-europe.org). Anche il secondo (Opera) è gratuito e fa della sicurezza e della velocità di navigazione una vera e propria “mission” (http://www.opera.com/). • Dialer: questi programmi si occupano di gestire la connessione ad Internet tramite la normale linea telefonica. Sono malware quando vengono utilizzati in modo truffaldino, modificando il numero telefonico chiamato dalla connessione predefinita con uno a tariffazione speciale, allo scopo di trarne illecito profitto all’insaputa dell’utente. Diversi sistemi operativi contengono già un tale componente per permettere connessioni attraverso il Point-to-Point-Protocol (PPP). Spesso i provider di accesso a Internet forniscono un CD-ROM di instal- La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 lazione per semplificare il processo di configurazione del dialer che si occuperà della connessione ad Internet. Il mercato dei dialer italiano è il più fiorente e denso di insidie al mondo. L’Italia, infatti, è il Paese nel quale a partire dai primi anni novanta fino a oggi le truffe per dialer hanno registrato il maggior numero di denunce, e dove le numerazioni “speciali” autorizzate (nonché gli utili dichiarati dalle società operanti in questo mercato) sono in assoluto le più numerose. Il Ministero delle Telecomunicazioni italiano ha vietato la pubblicazione delle ultime tre cifre delle chiamate ricevute, in una distorta interpretazione della direttiva 97/66 CE del 15 dicembre 1997, il cui scopo era normalizzare la trasparenza verso gli utenti. Sfruttando infatti la possibilità di garantire l’anonimato di chi chiama (ma non di chi viene chiamato), viene resa difficoltosa l’individuazione del dialer senza il tabulato, che nei primi anni di applicazione era disponibile solo per chi lo chiedeva esplicitamente. A fronte della mancanza di un servizio di “Whois” e della completa lista dei numeri chiamati, non era dunque possibile capire nell’immediatezza la causa di bollette particolarmente “salate”, né effettuare appropriate denunce in tempi ragionevoli; ciò è anche dovuto al fatto che, secondo la legge italiana, l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato può agire solo in presenza di una denuncia circostanziata. Un provvedimento dell’autorità garante della primavera 2002 prevede alcune norme per la pubblicazione dei costi, nella stessa pagina in cui i dialer vengono proposti. Diversamente dalle normative europee per l’etichettatura, nonché di quelle per la pubblicità dei servizi telefonici, non sono state regolamentati gli obblighi di visualizzazione dei tariffari. La maggioranza di questi programmi sono creati per connettersi a numeri a tariffazione speciale, ad insaputa dell’utente. Solo una frazione limitata di questi dispositivi contiene l’indicazione corretta e visibile del costo, mentre la maggior parte dei dialer impostati per connettersi a numeri a tariffazione speciale utilizza metodi illegali, rientrando così nel reato di truffa. Per le denunce compete la Polizia Postale; per richiedere la disabilitazione (non prevista per tutti i numeri o per chiamate oltre un certo prezzo), reclami o segnalazioni a seguito di una bolletta occorre chiamare il servizio clienti del proprio gestore telefonico. È anche possibile rivolgersi ai Carabinieri. Inserire un dialer è per un webmaster un’opportunità per guadagnare dal proprio sito. Esso si concretizza generalmente in pagamenti mensili di una percentuale sui minuti di connessione che risultino provenire dall’indirizzo IP del webmaster (ovvero da utenti del suo sito che hanno cliccato 29 il banner o autorizzato, non consapevoli del rischio, il download di software maligno). Incentivo a tale tipo di guadagni è l’impraticabilità per i webmaster dell’invio di fatture all’utente per le informazioni o altri servizi erogati dal sito, e l’automatico l’addebito in bolletta – il che, di fatto, è il modo più sicuro per ottenere il pagamento. Inoltre, l’uso di dialer ammortizza nel commercio pubblicitario via Internet la quasi totale sparizione del pay-per-clic (su banner pubblicitari), avendo i navigatori capito come aggirare facilmente i pop-up (con appositi programmi come la Google Toolbar, o disabilitandoli dal browser). Varie aziende che si occupano di dialer forniscono banner, numeri a pagamento e una percentuale al webmaster interessato a prendere parte al progetto. Costui deve solo contattare queste aziende, le quali invieranno via e-mail tutto il materiale, pronto da “incollare” nel sito. L’eccezionale facilità di installazione, che non richiede capacità di programmazione, ha favorito decisamente lo sviluppo del fenomeno dialer nei primi anni di diffusione. La creazione di un dialer comporta l’onere di un’autorizzazione ministeriale per ottenere la numerazione, che viene registrata presso il Ministero. Varie società acquistano blocchi di numeri e li rivendono o subappaltano ad altre; ciò rende difficile risalire al titolare del dialer dal quale è stato truffato l’utente. La gran parte delle ricerche in questo senso termina di fronte a società fantasma con sede legale nei più sperduti paradisi fiscali, di fatto rendendo irreperibili i veri fautori della truffa. I numeri dialer sono un servizio autorizzato da apposito regolamento del Ministero delle Telecomunicazioni. Esiste un sostanziale vuoto legislativo in materia, mentre da alcuni anni vengono discusse, con le Associazioni dei Consumatori e altri soggetti, varie proposte di regolamentazione con norme di contestazione degli addebiti e gratuità dei servizi di disabilitazione. Non è in corso né è presente nelle proposte attuali un limite alla tariffa al minuto, né l’obbligo di classificare con uno stesso prefisso servizi che rientrano in una data fascia di prezzo o la pubblicazione dei numeri dialer nei tabulati. È una situazione che trova ampio spazio di manovra in Italia, mentre in altri Stati dell’Unione Europea esistono legislazioni in questo senso più ferree. L’unico provvedimento che impone delle limitazioni in materia di dialer è il regolamento n.385 del 13 luglio 1995, che prevede la comunicazione dei costi del servizio; peraltro, si tratta di un regolarmento disatteso nella stragrande maggioranza dei casi. Detto regolamento rende possibile l’abilitazione di servizi dialer anche da parte di enti pubblici; un esempio di servizio dialer pubblico abbastanza diffuso è la consultazione delle Gazzette Ufficiali degli anni precedenti. continua EVENTI E COMMENTI La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 Sono arrivati i “giganti”! E gli uccelli che fine hanno fatto? consono ad un tipo di pianta come la palma. Una famiglia: nonostante le palme, gli uccelli ci sono sempre, molti si sono spostati sugli alberi che restano. Pensiamo che gli alberi, rispetto alle palme, diano più ossigeno. La curiosità potrebbe essere quella di capire il perché, le palme siano disposte solo da un lato della villa. Com’è stata scelta la loro posizione? Un gruppo d’amici: per noi Se ne sono dette tante, si è parlato d’estetica, d’igiene, ma in realtà chi ha notato maggiormente il cambiamento, avvenuto circa due mesi fa, dello sradicamento degli alberi, da anni presenti sulla nostra villa, e dell’arrivo delle palme? Sono, con certezza, gli anziani. Passeggiano di sera in villa, chiacchierano su com’è andata la giornata, commentano l’arrivo dei “giganti” al centro del nostro paese. Si soffermano, li ammirano, li squadrano, chiedono all’amico di passeggio da dove arrivano, poi si siedono alla panchina e le palme diventato argomento della serata. Siete curiosi di conoscere i loro commenti? Li abbiamo incontrati proprio in villa, rilassati e un po’ annoiati ci hanno dedicato un po’ del loro tempo e durante l’intervista, ad esprimere la loro opinione, non sono stati solo loro. Una coppia: per la pulizia in villa, l’idea delle palme è stata buona. Prima, a volte, non ci si poteva neanche sedere alle panchine, spesso erano sporche. L’idea, magari, era che le palme potessero essere più basse. Ci voleva un tipo di pianta più piccola e sempre verde. E’ un ambiente poco vanno bene. Magari li avremmo preferiti più bassi, ma tutto sommato ci piacciono. Due anziani: queste non sono piante per la nostra villa. Le palme devono vivere e crescere in Africa, questo non è il loro ambiente. Volevano piantarle? Le potevano almeno scegliere più basse, le avremmo apprezzate di più. Se la scelta è quella di rendere la villa più pulita, l’amministrazione deve pensare che gli uccelli si poseranno comunque. Sulla palma piccola, al centro della vita, ci sono molti volatili che già lo fanno. La villa ci piaceva di più 30 prima. Per anni abbiamo avuto gli alberi che ci hanno fatto ombra, le palme non la faranno mai. Questo è quello che pensano alcuni dei ginosini incontrati, proprio in villa, seduti alle panchine. Ma se alcuni uccelli si sono spostati sugli alberi rimanenti, gli altri dove sono? Con l’arrivo delle palme hanno dovuto emigrare, ma dove? Li abbiamo cercati per settimane, preoccupati sul dove fossero finiti e soprattutto curiosi di conoscere la loro nuova residenza. La villa ha perso molto dopo il loro, se così si può dire, “sfratto”. Non si sente più il loro dolce e assordante cinguettio, il lieve “profumo” dopo la pioggia dei loro delicati bisognini … bisognini che cascavano dagli alberi, pronti a decorare i nostri abiti da passeggio … anni fa, sono finiti anche sulla montatura dei miei occhiali. Uno spettacolo unico e raro che la sottoscritta ha amato fino a qualche mese fa. La ricerca alla fine ha portato alla scoperta del loro nuovo luogo d’incontro. Dove sono i nostri “latitanti”? Fate una capatina in Via Datteri, ritroverete la goduria dei teneri cinguettii dei nostri tanti piccoli amici, sull’asfalto i loro innocenti ma necessari bisognini e naturalmente le conferme, da parte di alcuni residenti, che sono proprio alcuni degli uccelli che prima “sostavano” in villa. Adesso finalmente sapete dove trovarli, e se ne sentite la mancanza potete sempre passare a trovarli, dopo il vostro solito giro in villa. Sarà ormai solo una questione d’abitudine, ma vederli svolazzare da un ramo all’altro, evitare di ripulire i nostri abiti nuovi dai loro bisognini, è una consuetudine. Tutto questo fa parte delle tradizioni di paese. Come detto da una nostra intervistata “purtroppo noi siamo solo cittadini … è l’amministrazione a decidere”, quindi non ci resta che dare il benvenuto ai “giganti” e consolare i volatili “sfrattati”. Consolatevi, questa è solo una parte dei cambiamenti che si concretizzeranno nel nostro paese nei prossimi mesi, ci attendono ancora tante novità. Fate un bel respiro e … speriamo bene! Mariacarmela Ribecco pubblicità metronotte EVENTI E COMMENTI Vita da single Vantaggi e svantaggi di chi vive da solo. Vacanze per single, surgelati monodose per single … coccolati e riveriti i single sono sempre più l’icona del futuro. Spesso a 30 anni ci si ritrova ancora in casa con i genitori, ci si sente ripetere che “siamo una generazione fatta di mammoni” e di giovani che non voglio prendersi responsabilità. I single chi sono? Lo sono solo per scelta? Si vive davvero bene da soli? I single viaggiano molto, preferiscono andare all’estero, scelgono vacanze su internet, si spostano in aereo ma soprattutto sono alla ricerca del grande amore. Le mete preferite dei single made in italy? Madrid ed Ibiza. I nostri cuori solitari dedicano molto tempo alla carriera, alla costante ricerca di gratificazioni lavorative. Tutto questo può bastare? Abbiamo chiesto ad alcuni single di rispondere ad alcune nostre domande, curiosiamo e cerchiamo di capire se la vita da single può essere così piacevole come sembra. 1. Da quanto tempo sei single? 2. Single per scelta o per dovere? 3. A 30 anni molti giovani vivono ancora con i genitori, secondo te perché? 4. Cosa ti offre la società e in cosa non ti soddisfa? 5. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della vita da single? M. 31 anni 1. Sono sigle da più di due anni. 2. Non direi per scelta, se incontrassi la persona giusta di certo non lo sarei. 3. Secondo me molti trentenni vivono ancora con i genitori perché non ci sono molti posti di lavoro che ti permettono di vivere in piena autonomia. 4. A trent’anni ormai la società offre ben poco, soprattutto quella locale, è come se apparentemente ti desse tutto, ma poche cose che ti rendono realmente felice. Ora non vorrei essere ripetitiva ma quello che vorrei più di tutto in questo momento è un bel lavoro. 5. Il vantaggio principale è la libertà che come concetto ne racchiude tanti altri, lo svantaggio è l’assenza di tutte quelle emozioni che una storia ti può dare. F. 30 anni 1. Io sono single da molto. 2. Sono single non per scelta (forse inconsciamente ho allontanato i miei uomini). 3. I trentenni che vivono in casa con i genitori lo fanno per una questione di comodità e scarse finanze. 4. Dalla società devi solo imparare a vivere ed adattarti a ciò che ti offre. 5. Riguardo ai vantaggi della vita da single non so forse .... l’indipendenza, gli svantaggi ci sono tutti soprattutto nella vita pratica, ad esempio nel fare la spesa. Non ci sono monoporzioni, si è costretti a comprare quello che c’è sugli scaffali e poi a gettare quello che avanza. Vivere da soli vuol dire affrontare una serie di spese non indifferenti. S. 26 anni 1. Poco più di tre mesi. 2. Purtroppo x dovere ma visto com’è andata, meglio così. 3. Penso che indubbiamente a casa si stia bene. Il calore della Nunzio Santantonio La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 31 propria famiglia è insostituibile. 4. Beh...dire cosa la società ti offre è un po’ difficile, perché attualmente non ti offre poi tanto, ci sono pochi sbocchi lavorativi anche per noi laureati, quindi diciamo che mi soddisfa ben poco. 5. Vantaggi: sei libera di far quel che ti pare, sapendo che non hai obblighi nei confronti di nessuno, riesci a goderti di più gli amici, perché quando si è fidanzati ti perdi dei momenti importanti da vivere con loro. Svantaggi: che dire...essere innamorati è qualcosa di fantastico.Sei sempre sorridente: ti sorride il cuore. Vai a letto pensando al tuo lui, e ti risvegli con la sua immagine per la testa. Ti senti appagata in tutto e riesci ad affrontare ogni difficoltà con un sorriso. E’ bello essere innamorati ... G. 35 anni 1. Diciamo da due anni, ma le condizioni cambiano. 2. Per dovere. Diciamo che si tenta di unire caparbiamente la relazione ad un effettivo sentimento. Anche se alla fine credo sia saggio arrendersi alle convenzioni sociali, in un paese piccolo come il nostro dove tutti conoscono tutto. 3. C’è una sindrome di Peter Pan strisciante e molto diffusa, una difficoltà a staccarsi dal mondo giovanile e ad entrare in quello adulto. Ci sono condizioni oggettive riguardo al lavoro, poco retribuito, al quale si accede troppo tardi e che quindi consente difficilmente una certa autonomia. C’è inoltre poca voglia di affrontare i disagi che una vita totalmente autonoma comporta, la famiglia italiana media, pur molto protettiva, tende poi a strafare chiedendo uno scambio incongruo. I genitori finanziano e aiutano volentieri i figli, limitando di fatto la loro autonomia, ma garantendosi assistenza. I figli, diciamo esagerando un pò, divengono badanti involontari dei genitori. 4. Viviamo nonostante la perenne sensazione di crisi, in una società ricca ed opulenta. Il denaro e il prestigio sociale come sempre la fanno da padrone, ma materializzano tutto, persino i sentimenti. Del resto è stato sempre così, il mondo antico non è mai stato l’idillio che alcuni pensano. Sopravvivono delle oasi e dei momenti di recupero di valori come l’amicizia, l’onestà ma è chiaro che tutti siamo molto smaliziati. Non c’è lo spazio per tutti, questo veramente mi rammarica, per esprimere professionalità avanzate. Ginosa per le sue dimensioni e per la sua economia non può ragionevolmente offrire molto. Il livello sociale e culturale è veramente basso e i più tendono ad andare fuori e a rimanerci, questo è il danno. C’è una vera diaspora dei ginosini che interessa non più e non solo settori disagiati, ma i più preparati che non stentano a trovare lavoro fuori. Il paese si penalizza, ci sono pochi under trenta che dicono di voler rimanere a Ginosa è questa è la nostra maggior sconfitta. Vivere da single qui è molto diversa dalla condizione falsamente dorata alla quale molti aspirano. 5. Si può tarare la propria vita esattamente sui propri gusti e le proprie aspirazioni. Ma il prezzo spesso è la solitudine, non ci si deve immaginare sempre belli e trentenni ed in ottima salute. Non ci sono compromessi e quindi si estremizzano determinate scelte, si può diventare facilmente intolleranti. La famiglia o una relazione seria ed impegnativa invece implicano una continua mediazione ed una visione del mondo non unicamente basata sui propri interessi, ma su quelli di tutti i componenti Ecco cosa cercano i nostri single: un buon lavoro, l’affetto della propria famiglia e soprattutto il grande amore. Spesso navigando su internet si viene assaliti da pubblicità che promettono di trovare l’anima gemella attraverso degli incontri. E’ semplice inserire i propri dati su di un sito per cuori solitari pensando di calcolare il proprio punteggio d’affinità con un altro iscritto, nella speranza di trovare la persona giusta. Sembra tutto così semplice, ma realmente lo è davvero? L’importante è sapere che ogni single non ha voglia di restare solo ma è ancora alla ricerca del grande amore. Un giorno come tanti, in un centro commerciale, lo vedi passare, lo fermi con una scusa, lo incontri, ci parli e dopo poco tempo non sei più solo. L’importante è ricordare che la libertà, senza qualcuno da amare, è sempre una libertà vissuta a metà. Mariacarmela Ribecco EVENTI E COMMENTI …E la cuccagna andò al mare Presso il Bagno Cesena è stato organizzato il “Palio della cuccagna e della corsa nel sacco” La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 32 plimenti agli organizzatori per la riuscita della manifestazione con la speranza che la riproposizione di vecchi giochi anche sulle spiaggie non sia solo un discorso “una tantum”. Di giochi del passato da riscoprire ce ne sono tanti. E i nostri lidi possono divenire i luoghi prescelti per manternere salde le nostre radici. I trofei che sono stati consegnati ai vincitori delle due gare sono stati offerti dall’Amministrazione comunale di Ginosa e consegnati dallo stesso organizzatore della manifestazione Antonio Campanella. Esseggi Festa in gravina: una precisazione Nel numero scorso, per motivi di spazio, non avevamo potuto raccontarvi della manifestazione che si è realizzato presso il “Bagno Cesena” di Marina di Ginosa che ha visto protagonisti soprattutto i bambini. L’iniziativa, che si è avvalsa della organizzazione di Antonio Campanella, aveva la finalità della riscoperta di alcune attività ludiche di qualche anno fa. Infatti presso il lido marinese si è ritornati a respirare l’aria che si respirava nei rioni di Ginosa vecchia qualche decennio fa. La cuccagna e la corsa nei sacchi erano manifestazioni molto in voga qulche decennio fa e costituivano momento di svago e di cimento per le giovani generazioni dell’epoca. Dalla partecipazione e dall’entusiasmo che ha caratterizzato la manifestazione si può tranquillamente affermare che il sano divertimento non tramonta mai e che la voglia di divertirsi in maniera semplice non passa mai di moda. Certo, lo spettacolo del “ben di Dio” appeso sull’albero della cuccagna non suscita gli stessi languorini del tempo che fu (oggi abbiano il problema dell’obesità non quello della fame) e la corsa nei sacchi diventa complicata perchè i sacchi di canapa non se ne trovano più e quelli di plastica aderiscono male al suolo. Comunque non possiamo esimerci dal rivolgere i com- Gentile Direttore, La prego di ospitare alcune mie precisazioni all’articolo a firma di Michele Galante sullo spettacolo in Gravina del 26 agosto. Sono uno dei musicisti “arrabbiati e urlanti” che, involontariamente, hanno “martoriato le orecchie” del giornalista. Innanzitutto la manifestazione si chiamava “Insieme per il Parco: Terra delle Gravine, Terré de U’ Munachicchie” e non “arcinfesta” come scritto nell’articolo. Inoltre non era una rassegna di gruppi ginosini perché su 14 band ben 5 provenivano da comuni delle province di Bari e Taranto. E poi oltre a noi musicisti “più rumorosi” si sono esibiti anche band che solo qualche giorno prima hanno partecipato al Music Live Show. Tra loro i vincitori di una delle categorie, i destinatari di una menzione speciale e, addirittura, gli ospiti d’onore. Anche loro erano “urlanti”? Un ultima considerazione: il pubblico della prima sera, fatto di ragazzi, ha rispettato la nostra gravina più degli adulti del secondo giorno, perché (a detta degli organizzatori) hanno sporcato molto meno! In ogni caso a ripulire sono stati, oltre agli organizzatori, gli “urlatori”! Ringrazio La Goccia per lo spazio. Ritengo giusto per tutti i musicisti e per chi non c’era sapere quanto è stata bella la festa! Arrivederci al prossimo anno! Lettera Firmata pubblicità Ara EVENTI E COMMENTI La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 35 Larry Franco e Bepi D’Amato con la loro musica incantano Ginosa Mecoledi 13 sera a Ginosa, in piazza IV Novembre, si è Foto Erasmo mazzone tenuto un concerto Jazz organizzato dal Comune di Ginosa in collaborazione con l’Associazione Culturale LU.MA.GI.GI. inserito in una serie di attività per l’estate. Sul palco in piazza il quintetto di Larry Franco, anzi il quartetto con un ospite d’eccezione. Il clarinettista Bepi D’Amato. L’ensemble composto da Larry Franco (Piano Rhodes), Michele Carrabba (sax tenore), Ilario De Marinis (contrabbasso) e Enzo Lanzo (batteria) e Bepi D’Amato (clarinetto) hanno proposto un repertorio accattivante e swingante di classici della canzone italiana e americana. Due fra i migliori solisti italiani, D’Amato e Michele Carrabba, accompagnati da un solido trio si sono dati battaglia a suon di note o meglio di biscrome ... ma non sono mancati momenti di poesia in cui i musicisti hanno saputo toccare il cuore del pubblico di Ginosa, sempre attento e appassionato di Jazz. Promotori e sponsor del Jazz e della buona Musica due cittadini esemplari e molto conosciuti: si tratta del “Compagno” Gino, proprietario di un bar in Piazza, dove si ascolta sempre del- l’ottima musica in ogni momento della giornata e dell’ ottico Mario Pastore. L’incontro con Larry Franco era gia’ avvenuto lo scorso anno quando si tenne un concerto con la Dixinitaly Jazz Band, e a Marzo scorso quando il teatro Alcanices ha ospitato uno straordinario concerto con il sestetto Italo-americano comnposto da Bob Montgomery, Allen Hermann, Ken Walker e Larry Franco, Guido Di Leone e Enzo Lanzo. Si spera che prossimamente nella citta’ di Ginosa nasca un Festival Jazz, dati gli appassionati e le belle strutture che la citta’ offre e dato che l’Amministrazione Comunale ha dimostrato di apprezzare molto questi appuntamenti. Larry Franco, che negli ultimi anni e’ stato direttore artistico di diverse rassegne di successo ha assicurato all’ Associazione LU.MA.GI.GI. la sua collaborazione in fatto di consulenza artistica. Gli artisti, che si sono complimentati per l’organizzazione perfetta e per la consueta grande ospitalita’ loro riservata, hanno poi concluso la serata gustando le prelibatezze arrosto della macelleria Carpignano. L. F. AVIS SER EVENTI E COMMENTI La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 Riceviamo e pubblichiamo 36 Socialisti autonomisti - comunicato stampa Lospinuso: “Una sterminata Caccia ai tumori: occhio alla Pet- spedizione in Cina contro i Come cittadino e come coordinatore di un partito, difficilmente, invio felicitazioni pubbliche. Ma, questa volta sono stato cordiale nei nostri prodotti, i nostri confronti del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e del segretario regionale del mio partito dott. Alberto Tedesco assessore alle politiche della salute dei cittadini pugliesi. lavoratori ed i nostri valori” Nei loro confronti pensavo che, la sanità fosse ferma, che fino Il Consigliere Regionale e Presidente Provinciale ad oggi nulla è cambiato, tanto da generare in me una frantumazione AN di Taranto Pietro Lospinuso ha diffuso la seguente nodella nostra antica amicizia. ta: “Era soltanto ieri ed invece ce ne siamo completamente E contro i tumori arriva la Pet. Individuare le cellule tumorali da dimenticati. Di fronte alle meraviglie del nuovo corso poliora in poi non sarà più impresa spaziale. La prima Pet dopo tanto parlare, tico ed economico della Regione Puglia e dell’Italia intera, è attiva presso il policlinico di Bari, dal primo di settembre. Tutti i medici di famiglia hanno il compito di informare i loro assistiti, per iniziare una chi ricorda più infatti le condizioni miserrime delle nostre campagna di prevenzione contro i tumori. popolazioni dei tempi degli infami Governi di centro-deL’esame della Pet cos’è? E’ un’apparecchiatura che permette di stra, quando “non si arrivava alla fine del mese”, quando il individuare la sede delle cellule che possono creare un tumore. Serve per nostro lavoro era precario e sottopagato, e le nostre imprese la diagnostica precoce. Ecco perciò è stato un ottimo investimento per la falcidiate dalla concorrenza internazionale, soprattutto cisanità pugliese. In Italia poche sono le regioni che ce l’hanno in dotazionese, con particolare ferocia nei settori del Tessile-Abbine, molti erano i pugliesi che migravano verso il Nord per eseguire questo tipo di esame.Oggi finalmente i cittadini pugliesi potranno usufruire gliamento-Calzaturiero? E’ tutto passato con l’avvento dei di questo servizio, e la Regione non sarà più impallinata nei bilanci della nuovi miracolosi governanti, tanto che non servono praticasanità. Scusate se non è poco. Saranno ridotti tanti drammi, di solitudine mente più le risorse che gli stessi pretendevano ogni ora dai Governi nazionale e regionale, quando erano altri a gestirli, perché malati, offesi e abbandonati. Tedesco è tornato ad essere il numero uno nella sanità a scapito a sostegno delle nostre imprese in crisi, ed addirittura si di chi è stato prima di lui.Già, della gestione Fitto, chi conosce bene i manda un’allegra e sterminata spedizione in Cina –natuproblemi della sanità della nostra regione, ricorda che non è stata un’ere- ralmente a spese nostre- ad implorare i Cinesi di esportare dità facile, chiara, trasparente. C’era un’aria fetida.La peste bubbonica. ancora di più qui da noi, offrendo loro in cambio il nostro Veleni. più assoluto oblio nei confronti di centinaia di milioni di Alberto Tedesco, un politico da stimare, intelligente e perbene. sventurati che, dall’interno di universi concentrazionari che Ha messo al centro della sanità il malato. Bisogna dare felicità anche a chi sta male. Con l’acquisto della prima Pet è un gran passo avanti. Nel- non hanno nulla da invidiare né ai lager di Hitler né ai gulag l’era della globalizzazione che porta una grave crisi di valori senza pre- di Stalin, lavorano senza mercede e quasi senza cibo e senza riposo –altro che “legge-Biagi”!- per produrre ad infimi cedenti.Il compagno costi le merci destinate a schiacciare le nostre anche Tedesco oggi mi sta nei nostri mercati interni, magari anche copiando i facendo vivere un nuovo socialismo, nostri marchi e lucrandoci sopra. Non solo: saremo dell’armonia, delben contenti se i nostri imprenditori delocalizzeranl’amore verso il no in Cina tutte le loro produzioni: di fronte ai soldi prossimo, è un anGli Agenti di assicurazione, che si faranno lorsignori, cosa volete che siano –per ticorpo dell’indiviindignati questa nostra sinistra miliardaria- quelli che perdedualismo, intendo � per il contenuto dello schema del Regolamento Isvap ranno i nostri lavoratori, ai quali potremmo offrire concernente la disciplina dell’attività di intermediazione dire avere il culto di assicurativa in cambio qualche angolo di Pechino o di Nanchino se stessi. � per l’imposizione subita, visto il mancato rispetto da parte dove offrire, tendendo la mano, cianfrusaglia d’imiAnche a dell’Isvap delle procedure di consultazione aperte e trasparenti, con tutte le parti sociali, previste dal Codice tazione. E cosa volete che c’importi dei Cristiani Taranto arriverà la delle Assicurazioni Pet. Un obiettivo perseguitati, dei Vescovi e dei Sacerdoti imprigiodeterminati raggiunto che non nati e scomparsi, a fronte dell’onore di stringere le uccide la libertà dei � a difendere la qualità del servizio offerto alla Clientela mani che guidavano i carri armati di Tien An Men, e le esigenze del Cittadino consumatore più deboli e dei marnelle quali consegnamo graziosamente anche le noginati. Taranto era � a salvaguardare i posti di lavoro del Personale dipendente stre armi, pronunciandoci con appassionato zelo per e dei Collaboratori commerciali delle Agenzie il più delle volte la la fine dell’embargo internazionale in argomento nei � a tutelare i diritti e gli interessi della Categoria città sommersa non confronti di cotali amorevoli filantropi. solo dalla sanità, ma indicono Tornando da Pechino, il nostro Presidente del Considai politici locali. giovedì 28 settembre 2006 glio ha reso omaggio ad Armadinejad, e cioè a quel Grazie Aluna giornata di chiusura delle Agenzie tale che nutre per gli Ebrei lo stesso affetto di Hitler berto. Questa è la e scendono in piazza con una manifestazione nazionale strada che porta vere che –nell’attesa di sterminarli- si prepara a pundi protesta che si terrà a Roma so il nuovo Socialitarci contro il suo nucleare, magari per usarlo alla per manifestare alle Istituzioni, al Mondo Politico e smo. prossima preghiera del Papa, con buona pace di tutti all’Opinione Pubblica il proprio allarme circa le prospettive di Il Coordinatore tenuta del sistema distributivo agenziale e, in definitiva, i Governi di sinistra, per i quali la colpa è tutta di dell’intero settore assicurativo italiano. Provinciale una moribonda con gli occhi aperti quale era Oriana dott. Francesco Fallaci”. Bruno Per la segreteria - Tommaso Francavilla Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione EVENTI E COMMENTI La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 37 A Ginosa la finale 2006 del Trofeo Spl Power Race La R & G Elettronica di Cosimo Giannino e Gianni Rotunno, ha firmato una stupenda giornata per la musica in auto sevizio fotografico di Erasmo Mazzone Il tempo è stato clemente e ha consentito a Cosimo Giannino e Gianni Rotunno, titolari delle R&G Elettronica, di poter gustare in tutta la sua portata il successo di essere riusciti ad organizzare a Ginosa la finale nazionale del Trofeo Spl Power Race. Ovviamente per gli addetti ai lavori, ovvero gli amanti della musica in auto la manifestazione rientra negli avvenimenti da segnare sul calendario. Per noi comuni mortali, la giornata di domenica è stata l’occasione per entrare in contatto con un mondo particolare e, al tempo stesso, poter godere di una giornata di musica divertimento e tante belle ragazze. Il programma della manifestazione si è articolato secondo un programma dettagliato, alle ore 8 consegna dei ticket e assegnazione posto auto; alle ore 10 sono iniziate le valutazioni delle gare. Nella gara Ngpa si valutano l’acustica in auto, la qualità e la sicurezza d’installazione e viene eseguita da giudici di gara professionali; per la gara Tuning vengono valutate tutte le modifiche effettuate sull’auto assegnando dei punti in base ad un regolamento, anche per questa gara erano presenti dei giudici professionali; la gara di Spl è quella dove si misura con un apposito strumento la massima pressione in auto espressa dagli altoparlanti oppure subwoofer. La seconda parte della giornata è iniziata alle ore 15 con la ripresa della valutazioni da parte dei giudici delle gare avviate in mattinata. Alle ore 17 si è svolta la sex car wash. Questa parte del programma seguita da un folto pubblico ha visto due splendide ragazze effettuare il lavaggio di alcune vetture dei concorrenti in gara. Alle ore 17,30 è iniziata la gara di SPL con 86 partecipanti. Alle ore 21,30 è stata elette Miss Lady Tuning, Miss Car Audio e Miss Spl Power Race. Le Miss sono state elette attraverso la votazione di una giuria interna e non possiamo che sottolineare che in questa occasione l’applausometro ha fatto registrare il suo picco più alto. Alle ore 23 si sono svolte le premiazioni dei vincitori della varie categorie. Nel corso della giornata si sono svolte anche altre attività quali le gare di Pit Stop, che consisteva nella sostituzione dei pneumatici della auto nel minor tempo possibile. Gara quest’ultima seguita e premiata da Vito Colella titolare del Nuovo Centro Peugeot. Gli organizzatori Giannino e Rotunno al termine della giornata, stanchi ma soddisfatti hanno espresso il loro ringraziamento a Studio 100 TV, Blu Sta TV, Tele Apulia, il quindicinale La Goccia, Audio car Stereo. Un ringraziamento particolare hanno espresso nei confronti della cittadinanza per la grande ed entusiastica partecipazione. Un ringraziamento particolare lo hanno rivolto al sindaco di Ginosa e a tutta l’amministrazione comunale per il supporto che hanno garantito alla manifestazione. esseggi EVENTI E COMMENTI La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 38 A Ginosa il comico di Zelig diverte alla grande il numeroso pubblico Il “Fenomeno” Checco Zalone al Poeta di Simone Bruno Luca Medici alias Checco Zalone è ritornato dopo un anno al Poeta. Un successone per l’artista pugliese che ha fatto andare in tilt il locale di Simone e Rossella. Checco Zalone il noto comico di Zelig, è approdato a Ginosa nel locale “Il Poeta” di Simone e Rossella, con uno spettacolo che ha impressionato il numerosissimo pubblico che è rimasto stupefatto per l’esibizione del comico pugliese. E’ diventato l’idolo dei ragazzini in solo undici mesi. Un successo che nemmeno lui riesce a spiegarsi. Checco Zalone se la ride sotto i baffi. Ride incredulo delle cinque settimane al primo posto dei singoli più venduti. Ride pensando alla sua estate straordinaria, al fatto che un pezzo scritto al volo, Siamo una squadra fortissimi è diventato l’inno della Nazionale Campione del Mondo. Una vita cambiata in pochi mesi per Luca Medici. Le prime serate in giro in ogni parte d’Italia. Il concertone del primo maggio in Piazza San Giovanni a Roma, il libro sulla sua vita, il Cd. Poi Ivan Zazzaroni che gli chiede una sigla ironica per il suo programma Radio Deejay e il successo stratosferico, spinto dall’Italia che trionfa sotto il cielo azzurro di Berlino. Ed ecco il fenomeno Checco Zalone che ritorna a Ginosa al Poeta di Simone e Rossella, un anno dopo. Esattamente l’estate scorsa non lo conosceva nessuno. Faceva serate di qua e di la. Arriva al Poeta tra l’indifferenza generale, ma già allora la stoffa cera. Un anno dopo rieccoci qui a raccontare Luca Medici come il fenomeno che tutti ora conoscono in ogni parte d’Italia. Tutti lo vogliono.Tutti lo inseguono.Tutti lo cercano. Il suo compen- so è cresciuto all’inverosimile. Basti pensare che undici mesi fa, riceveva dalle 200 alle 300 euro per ogni serata. Oggi per averlo nelle piazze, bisogna versare dai 5.000 agli 8.000 euro. Incredibile il successo che ha riscosso il nostro pugliese Checco Zalone in soli pochi mesi. Più “fortissimi” che mai, Checco si presenta al Poeta, in forma smagliante. Oltre 400 paganti, ma se ci fosse stato più spazio nel piccolo “Poeta”, sicuramente le presenze avrebbero superato gli oltre 2.000 paganti. Il telefono di Simone è stato letteralmente preso d’assalto. Da ogni angolo della Puglia cercavano il prezioso tagliando per assistere al concertone di Checco. Una serata ben riuscita grazie a Simone e Rossella. Ad aprire la serata il bravo presentatore locale Gianluca Catucci, che ha presentato l’artista insieme a Fabian, altro comico che accompagnava Checco. Un ringraziamento particolare al nostro Gerardo Sannelli degli Skacciapensieri, che ha collaborato con Checco Zalone, alla ricerca delle basi musicali. Inoltre un grazie di cuore, alla Casa Musicale Cassano per aver gentilmente offerto il Service, con il quale l’artista di Zelig si è esibito. Alla fine della serata una promessa…..l’arrivederci alla prossima stagione. Perché Ginosa per Checco è stato il suo trampolino di lancio. Mi porta fortuna, e il prossimo anno ritornerò con piacere. (Gianluca Catucci) Nuova pubblicità EVENTI E COMMENTI Il parere del tecnico rubrica a cura di Raffaele Fanelli SVILUPPO RURALE 2007-2013, ARRIVANO I FINANZIAMENTI PER GLI STATI MEMBRI La Commissione Europea ha deciso il bilancio annuale dello sviluppo rurale per i 25 Stati membri per il periodo 2007-2013. Questa decisione fa seguito all’accordo raggiunto dal Consiglio Europeo sulle prospettive finanziarie nel dicembre 2005. L’importo che riceveranno i singoli Stati membri è stato fissato in base ai seguenti criteri: a) le somme riservate a determinate regioni nell’ambito dell’obiettivo di convergenza; b) la quota storica per Stato membro della dotazione della sezione Garanzia del FEAOG per lo sviluppo rurale e Leader+; c ) le situazioni ed esigenze particolari giustificate da criteri obiettivi (il Consiglio europeo aveva assegnato importi specifici ad otto Stati membri). La decisione sarà modificata non appena la Romania e la Bulgaria aderiranno all’Unione. Per questi due Paesi sono disponibili staziamenti supplementari. Ora che gli stanziamenti di bilancio sono decisi, tocca agli Stati membri presentare i loro programmi di sviluppo rurale. I fondi dello sviluppo rurale possono essere usati per migliorare la competitività della filiera agroalimentare e del settore forestale e sono essenziali per il sostegno di progetti ambientali in ambiente rurale. Ma questi soldi possono essere spesi anche al di fuori del settore agricolo tradizionale, ad esempio per contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro e nuove imprese nelle zone rurali. Gli obiettivi della crescita e dell’occupazione sono oggi di attualità: ecco un esempio concreto di come utilizzare il denaro dell’UE per realizzarli. Principali novità della politica dello sviluppo rurale * Un unico strumento di finanziamento e di programmazione: il Fondo europeo agrico- La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 lo per lo sviluppo rurale (FEASR) * Un nuovo approccio strategico allo sviluppo rurale, chiaramente imperniato sulle priorità dell’Unione europea * Potenziamento delle attività di controllo, valutazione e rendicontazione, oltre che una più netta ripartizione di competenze tra gli Stati membri e la Commissione * Un più marcato approccio dal basso verso l’alto. Stati membri, regioni e gruppi di azione locale disporranno di un maggior margine di manovra per adattare i programmi alle esigenze locali I quattro obiettivi principali Asse 1: miglioramento della competitività delle filiere agroalimentare e forestale Esempi: * la valorizzazione del capitale umano mediante la formazione e la consulenza offerte agli agricoltori e ai silvicoltori; * il miglioramento e il potenziamento delle infrastrutture per lo sviluppo e l’adattamento dei settori agricolo e forestale; * il sostegno agli agricoltori che partecipano a sistemi di qualità alimentare; * l’insediamento di giovani agricoltori; * il sostegno all’agricoltura di semisussistenza nei nuovi Stati membri in modo da renderla competitiva; * il sostegno all’innovazione. Il 10% almeno del contributo comunitario deve essere speso per l’asse 1. Il tasso massimo di cofinanziamento UE è del 50% (75% nelle regioni di convergenza). Asse 2: ambiente e spazio rurale Esempi: Le novità per la molitura delle olive Ci risiamo. Arriva l’autunno e come al solito con la raccolta delle olive riaprono i frantoi. Quest’anno nei frantoi si respira un’aria nuova. Del modello F che per decenni ha scandito il rapporto olivicoltore/frantoio non se ne parla più. Abolito questo docu- 39 * indennità a favore degli agricoltori delle zone montane, per compensare gli svantaggi naturali di queste zone; * indennità nelle zone NATURA 2000; * misure agroambientali; * pagamenti per migliorare il benessere degli animali; * misure a favore della silvicoltura sostenibile. Il 25% almeno del contributo comunitario deve essere speso per l’asse 2. Il tasso massimo di cofinanziamento UE è del 55% (80% nelle regioni di convergenza). Asse 3: migliorare la qualità di vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche Esempi: * diversificazione in attività non agricole; * aiuti per la costituzione di microimprese; * incentivazione del turismo; * rinnovamento dei paesaggi; * servizi di base come strutture per la custodia dei bambini, per permettere alle donne di reinserirsi sul mercato del lavoro. Il 10% almeno del contributo comunitario deve essere speso per l’asse 3. Il tasso massimo di cofinanziamento UE è del 50% (75% nelle regioni di convergenza). Asse 4: l’approccio LEADER Ogni programma deve contenere una componente Leader per realizzare per le strategie di sviluppo locale dei gruppi di azione locale secondo la prospettiva dal basso verso l’alto. Almeno il 5% del contributo comunitario è riservato a LEADER (2,5% nei nuovi Stati membri). mento che creava una sorta di connivenza e complicità tra l’olivicoltore ed il frantoiano (e distorceva la realtà delle cose) ci si rende conto di una realtà nuova e di un nuovo tipo di rapporto più distaccato e sostanziale. Il produttore di olive non chiede che gli venga certificata la quantità dell’olio ma la qualità e l’origine di provenienza dell’olio prodotto. L’azienda frantoio offre all’olivicoltore una serie di servizi necessari e richiesti: norme igieniche e macchinari adeguati, certificazione del processo di trasformazione, confezionamento c/terzi secondo le norme CE, stoccaggio dell’olio in conto deposito o in conto vendita. Il costo della prestazione sarà determinato dal numero, dal tipo e dalla qualità dei servizi forniti. Alla luce di queste realtà non più dettate dalle normative ma dalle semplici e logiche leggi del mercato tutto il comparto della frangitura delle olive troverà in pochi anni, dopo il suo giusto collocamento, anche la sua giusta dimensione. Raffaele Fanelli EVENTI E COMMENTI La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 41 Al via le feste in onore dei Santi Patroni edizione 2006 Intervista ai Priori delle confraternite della Madonna del Rosario e dei SS. Medici Con l’approssimarsi delle feste patronali che si celebrano con solennità e devozione in onore della Madonna del S. Rosario e dei Santi Cosma e Damiano abbiamo intervistato i Priori delle Confraternite omonime , il Rag. Michelangelo D’Alconzo ed il Geom. Rosario Di Tinco . Priore D’Alconzo siamo ormai prossimi alle solenni festività in onore della Madonna, quali le novità dell’edizione 2006? «Riproponiamo la novità sperimentata lo scorso anno, cioè quella di organizzare un gara di fuochi pirotecnici e di programmare lo spettacolo in prima serata, perché possa essere visto da tutti. Per quanto concerne le bande, anche per questa edizione, abbiamo contattato il meglio presente su livello nazionale e locale. Cerchiamo di offrire sempre il meglio facendo anche tesoro di quelli che sono i suggerimenti che ci vengono dai cittadini (vedi orario dei fuochi).Il programma religioso rimane intatto. Viene concordato con i sacerdoti e rimane invariato perché comunque la gente è legata ad un certo tipo di tradizioni, vuoi per l’orario delle Sante Messe, che per la Supplica e la stessa processione. Negli ultimi anni abbiamo ripristinato la processione del Gesù Bambino per le case di anziani ed ammalati e la visita agli alunni delle scuole. A tal proposito mi piacerebbe fare anche un concorso con gli alunni proponendo il tema delle feste patronali, ma purtroppo la coincidenza delle stesse con l’avvio del nuovo anno scolastico non mi ha consentito di portare avanti questa idea». Dopo la sua lunga esperienza nell’organizzare questo evento, come vive a suo avviso la gente il clima delle feste? «Ho la sensazione che la gente si affezioni alla festa patronale. E’ molto legata alle tradizioni. Poi le feste sono per noi ginosini una sorta di passaggio temporale dalla stagione estiva a quella invernale. Le famiglie si riuniscono per pranzare insieme, vedere o partecipare alla processione, ci si incontra con parenti lontani che ogni anno ritornano per assistere e vivere con devozione ogni momento della festa. I ginosini sentono molto la festa, visto il bagno di folla che c’è nei momenti più solenni. C’è stato sicuramente un ritorno alla riscoperta delle tradizioni storico-religiose, che hanno portato la gente a comprendere che le feste non sono solo appannaggio delle Confraternite. La gente ci offre anche dei preziosi suggerimenti, che cerchiamo sempre di attuare». Ferma restando la collaborazione tra le due Confraternite, ci sono state difficoltà nell’organizzazione del programma? «Diciamo che dal 1998, cioè da quando la Curia Vescovile ha stabilito un regolamento per l’organizzazione delle feste patronali, c’è tra le due Confraternite un rapporto di collaborazione, ci scambiamo i programmi da inserire sull’opuscolo,in modo tale che ciascuno possa essere completo del programma di entrambi i Comitati. Ognuno comunque ha una visione differente su alcuni aspetti organizzativi, ma comunque rimane sempre un’intesa di massima». I lavori di restauro della Chiesa Matrice saranno ultimati in occasione delle imminenti festività? «Lunedì prossimo sarà tolto il ponteggio che ci permetterà di vedere il restaurato presbiterio. Questa è la prima trance del secondo lotto dei lavori di restauro della Chiesa Madre. Sui ribassi delle aste dei lavori di restauro ci sono state concesse altre somme, che saranno girate in termini di lavori sulla facciata interna della chiesa. Abbiamo stilato con la Soprintendenza un programma di restauro completo del sacro edificio. Si giungerà entro i prossimi tre anni a portare a regime tutta la chiesa al suo originario splendore. Molti giovani hanno fatto o stanno realizzando tesi di laurea sulla Chiesa Matrice di Ginosa, a testimonianza del fatto che questo luogo di culto molto caro a noi ginosini è conosciuto ed apprezzato anche fuori dai nostri confini. Speriamo al più presto con la Soprintendenza di esporre tutti i documenti ritrovati durante i lavori di restauro in una mostra». Priore Di Tinco siamo ormai prossimi alle solenni festività in onore della Madonna, quali le novità dell’edizione 2006? «Quest’anno la novità è rappresentata dal fatto che sono trascorsi settant’anni dal trasferimento della Confraternita dei SS. Medici dalla cappella del Monastero all’attuale Chiesa dedicata ai Santi Patroni. Questo anniversario verrà ricordato con la celebrazione di una S. Messa officiata da S.E. Pietro M. Fragnelli e Don Franco Conte. La sera del 30 settembre si festeggerà anche con il Concerto del Gruppo dei Dik Dik. Nell’opuscolo verrà pubblicato un lavoro di ricerca su questo importante anniversario curato dalla Sig.ra Bonelli». Dopo la sua lunga esperienza nell’organizzare questo evento, come vive a suo avviso la gente il clima delle feste? «La mia impressione è positiva, visto anche lo sforzo che i due comitati fanno per dare il meglio nell’organizzare un programma ricco nei limiti delle spese che possiamo sopportare. Cerchiamo per quello che possiamo di soddisfare le esigenze della popolazione tenendo conto anche dei suggerimenti che ci vengono dall’esterno. Cerchiamo di soddisfare tutti, nonostante anche le critiche. Quello che ci interessa è comunque una dimostrazione di affetto da parte della gente, che incontriamo anche durante la questua che facciamo per le case dei nostri concittadini»: Ferma restando la collaborazione tra le due Confraternite, ci sono state difficoltà nell’organizzazione del programma? «Non abbiamo incontrato difficoltà particolari, anche perché ormai dal ’98 le regole stabilite dalla Curia prevedono un’alternanza nell’organizzazione della parte comune della festa (luminarie, banda del venerdì, cantante del lunedì..). Certo, in questi anni abbiamo avuto modo di crescere e di maturare, apportando sempre novità ai due programmi. Lo scorso anno come Confraternita abbiamo però inoltrato al Vescovo Fragnelli alcune proposte per poter unificare le due feste in un solo giorno, fare una sola processione, un unico ottavario e far sostare le statue della Madonna e dei Santi nella Parrocchia di S. Martino, così come vuole la tradizione, senza l’alternanza con la parrocchia del Cuore Immacolato di Maria. Tutto questo a beneficio sia di chi lavora per le feste, per la popolazione e per lo stesso clero, le forze dell’ordine e gli amministratori. Una festa unica in un solo giorno. Questa nostra proposta è al vaglio e ci saranno con tutta probabilità degli incontri anche con l’altra Confraternita, sperando in un esito positivo di questa situazione sempre in uno spirito collaborativi». Buone feste a tutti! Rosamaria Busto EVENTI E COMMENTI Noi e il fisco Vendita e locazioni di fabbricati nuovo regime fiscale La manovra Prodi (D.L. 223/06 convertito nella legge 248/06) ha radicalmente modificato il regime fiscale delle vendite e delle locazioni degli immobili, introducendo, in via generale, il regime di esenzione dall’ IVA e, di conseguenza, assoggettandole alla imposta di registro in misura proporzionale. La precedente normativa (art.10 n°8 e n° 8-bis del DPR 633/72) prevedeva l’esenzione da IVA solo i fabbricati a destinazione abitativa, con la esclusione delle locazioni finanziarie e delle locazioni effettuate dalle imprese di costruzione. E’ da evidenziare che le cessioni e le locazioni esenti da IVA scontano l’imposta di registro in misura proporzionale. Il nuovo regime introdotto dalla manovra Prodi estende il regime di esenzione da IVA a tutte le operazioni di cessione e di locazione dei fabbricati, a prescindere dalla tipologia degli stessi, con la esclusione dei fabbricati di nuova costruzione ceduti dalle imprese entro quattro anni dalla ultimazione della costruzione o della ristrutturazione. Restano fuori dal regime di esenzione da IVA anche i fabbricati strumentali che per le loro caratteristiche non sono suscettibili di diversa utilizzazione senza radicali trasformazioni. Al riguardo si precisa che nella categoria dei fabbricati a destinazione abitativa rientrano quelli classificati nel catasto sotto la categoria A con esclusione dei fabbricati di tipo A 10. Nei relativi atti di cessione e/o di locazione occorre dichiarare l’opzione per la tassazione ai fini IVA. Restano salve, in ogni caso, le agevolazioni previste per l’acquisto della prima casa. Nel nuovo regime fiscale sono attratte, inoltre, le locazioni d’azienda, non in via generale ma in presenza delle condizioni previste dal comma 10-quarter dell’art. 35 della nuova legge. Dott. Mario D’Alconzo La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 42 Pino Galante e Giovanni Lippolis eletti Dirigente e Segretario dell’Associazione Italiana Amici del Presepio Nella caratteristica cornice della Chiesetta di S.M. Dattoli, il 14 settembre si è svolta l’assemblea per la nomina del nuovo direttivo, dopo la scomparsa dell’ex Dirigente, Angelo Leccese. Alla presenza del Coordinatore Regionale, Dott. Michele Parabita, e presenti quasi tutti i soci di Ginosa, prima di dare corso ai lavori, è stato ricordato con grande affetto lo scomparso Angelo Leccese ripercorrendo le tappe e gli obiettivi raggiunti con la sua dirigenza, evidenziando la sua figura di persona mite e sempre disponibile con tutti. L’applauso alla sua memoria ha quindi ufficialmente aperto la discussione in un clima di grande serenità e fratellanza procedendo quindi alla elezione, all’unanimità del nuovo Dirigente, Giuseppe Galante, e del Segretario, Giovanni Lippolis. Nel corso della riunione il nuovo Dirigente ha fatto una panoramica sulla attività da intraprendere per il prossimo anno, in allineamento alle iniziative avviate dal Coordinamento Regionale, e precisamente: l’organizzazione di corsi di base per l’esecuzione di presepi con varie tecniche; la costituzione di un comitato per la ricerca di particolari presepi, affreschi, icone, ecc., che rappresentino la natività da inserire in una mappatura regionale; l’organizzazione della mostra dei presepi; l’istituzione del sito web e quant’altro possa essere utile per sensibilizzare e convincere gli appassionati ad avvicinarsi a questa Associazione. Il Dott. Parabita ha poi esposto l’attività del Coordinamento Regionale, con particolare riferimento al primo Convegno Regionale dell’A. I.A.P. che si terrà in San Severo nel mese di marzo 2007, in cui, tra le varie iniziative, sarà presentata una pubblicazione dei presepi esistenti in Puglia con relativa mappa e descrizione. Ha inoltre ricordato che lo scopo dell’Associazione, ovviamente basata sul volontariato, è quella di divulgare, con il presepio, il Vangelo, il valore della famiglia e delle relazioni umane. Gapi ARA EVENTI E COMMENTI Io CREDO…salì al cielo a cura di Giuseppe Pizzulli E’ la frase di ogni cristiano devoto che afferma di credere nel Cristo Vivente, asceso al Cielo dove siede alla Destra della Potenza, con tutti benefici che ne derivano per i credenti, ed anche per i peccatori non ancora salvati. Nessuno è salito al Cielo se non Colui ch’è disceso dal Cielo (Gv.3,13). Gesù Cristo era disceso dal Cielo, svuotandosi della Gloria e Potenza che aveva presso il Padre (Gv.17,4,5). Venne sulla terra per essere il Redentore di una Umanità perduta; fu crocifisso su di una rozza croce a causa del nostro peccato; il Suo Sangue Prezioso colò fino all’ultima goccia, per espiare le mie e le vostre colpe, spinto da un Amore infinito. Considerando ciò, mi meraviglio che ancora tanti restano indifferenti, senza riguardo a Colui che ha pagato il prezzo del loro riscatto. Gesù Cristo immolò volontariamente la Sua vita quale Agnello sacrificale per la nostra Salvezza. Fu deposto nella tomba nuova di un ricco (Gv.19,38-42), così com’era stato profetizzato (Is.53,9); ma quella tomba non potè trattenerlo a lungo: il terzo giorno Risuscitò, come aveva già predetto ai Suoi. Per 40 giorni rimase ancora sulla terra, apparendo e scomparendo, e di nuovo comparendo in mezzo ai discepoli, anche a porte chiuse (Gv.20,19). Ormai il corpo di Cristo Resuscitato, non era più sottoposto e limitato alle leggi naturali e non poteva più restare sulla terra. Era disceso dal Cielo in modo soprannaturale e allo stesso modo doveva dipartirsi. Era venuto “annichilito della Sua Deità” (Filip.2,5-7) e si dipartiva pieno di Gloria, splendore e Maestà. Bella è la narrativa di Luca, che dice:”E dette queste cose, mentre essi guardavano, Gesù fu elevato, e una nuvola avvolgendolo lo tolse davanti agli occhi loro. E come essi avevano gli occhi fissi in Cielo, mentre Egli se ne andava, ecco due uomini in vesti bianche…dissero: Uomini Galilei, perché state a guardare verso il Cielo? Questo Gesù ch’è stato tolto da voi, verrà nella medesima maniera che l’avete visto andare in Cielo”. L’evangelista Marco (16,19),riporta:”Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato fu La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 43 assunto in Cielo, e siede alla Destra”. L’Ascensione e l’esaltazione di Cristo, non solo erano necessarie per riprendere la Sua Gloria, ma anche per estendere a tutti i credenti i benefici della Sua Opera d’intercessione presso il Padre (Rm.8,34). Perché ricordate: Gesù Cristo è l’Unico intercessore e non dobbiamo ricorrere ad altri creati dagli uomini, mediatori o mediatrici. E’ Lui, GESU’, l’Unico Mediatore fra Dio e gli uomini (1Tim.2,5), per il Quale possiamo accostarci a Dio (Gv.14,6), e trovare soccorso opportuno (Eb.4,14-18). Confrontate pure i testi, non inventiamo nulla. L’apostolo S.Pietro dice:”Essendo andato in Cielo, è alla Destra di Dio, dove Angeli, Principati e Potenze gli sono sottoposti”(1Pt.3,22). Egli è il Capo di ogni Principato e potestà. Queste prerogative Gli appartenevano già prima per natura, essendo Uguale al Padre, ma ora Gli appartengono ancor più, avendo trionfato sulla Morte e su Satana. “Ed è perciò che Dio lo ha sovranamente innalzato al disopra di ogni nome, affinché nel Nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei Cieli e sulla terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore alla Gloria di Dio Padre”(Filipp.2,9-11). Gesù Cristo ha la Potenza assoluta su tutto l’Universo, e la Chiesa, i fedeli lavati e purificati col Suo Sangue, ne riceve aiuto, sostegno e potenza, per l’Opera ausiliatrice dello Spirito Santo, che salva, guarisce, conforta, guida ed assiste. L’ascesa di Cristo al Cielo, ci richiama alla mente il messaggio degli angeli, che dissero: “Questo Gesù… Ritornerà” , credete voi questo? Ma c’è un altro messaggio che ravviva la speranza del credente: che c’è un posto per ognuno nella Casa del Padre (Gv.14), Gesù stesso l’ha promesso. Cario amico lettore o lettrice, credi tu nel Cristo risorto ed esaltato alla Destra del Padre? Attendi tu il Suo imminente ritorno? Se ci sono ancora persone che non hanno fatto la decisione di accettare Gesù, quale Salvatore dell’anima loro, io v’invito a farlo oggi stesso, fatelo e sarete felici per l’Eternità. Affidate la vostra vita nelle mani di Dio, ed Egli vi aiuterà ad affrontare tutte le avversità, vi sosterrà nel momento della prova e del dolore, vi guarderà nell’ora della tentazione per uscirne vincitori, e vi serberà un posto nel Suo Regno Celeste, dove altri peccatori salvati per Grazia saranno in vostra compagnia, in Vita Eterna. Lo volete voi? L’Iddio della Grazia e della Pace sia con voi. beghelli EVENTI E COMMENTI La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 44 Ritorna il CorriPuglia con i nostri atleti subito protagonisti A Casamassima la Runners si conferma imbattibile Grande prestazione dei ginosini che conquistano un 4° posto di società su 96 società partecipanti. Salgono sul podio Piero Tortorella, Giovanni Andriulli e Patrizia Carriero. Grande prestazione dell’atleta ginosino Camillo Di Donato nella categoria TM, che con un tempo incredibile sbalordisce tutti. Dopo la pusa estiva, ritorna il CorriPuglia con la 12° Prova della Stramaxima. A Casamassima i nostri atleti si confermano imbattibili. Sugli scudi come sempre Pie- Gara podistica marinese Bracciodieta protagonista Il 16 settembre si è tenuta a Marina di Ginosa una gara podistica sulla distanza di 21 km, ben organizzata dal villaggio turistico Torre Serena sito a Marina di Ginosa, e dal presidente dei Runners di Ginosa, il prestigioso José Punzi. La gara si è disputata su un circuito di 34 km ripetuto 7 volte, e Francesco Bracciodieta, il marinese ormai divenuto una perla del podismo amatoriale, è stato protagonista di una grande prestazione, giungendo solo secondo, a pochi passi dal vincitore, soltanto perché partito con 5 minuti di ritardo, rispetto agli altri, per motivi personali. La gara è stata veramente vissuta con gioia, terminando gli ultimi 6 km a ritmi esaltanti. La gente si è complimentata con il podista locale perché per la prima volta lo ha visto in una competizione ed ha ammirato lo spirito con cui corre, che gli dà l’aria di non avvertire la stanchezza, anzi in alcuni tratti sembrava addirittura divertito. Dice Francesco: «Affronto la competizione e gli allenamenti in modo gioioso, e l’esperienza che ho accumulato negli anni mi ha insegnato che così si rende sempre il massimo senza avvertire la fatica. Non mi sono preoccupato della mia partenza in ritardo, tanto sapevo che la gara era lunga e avevo tutto il tempo per recuperare, avversari permettendo. Queste distanze vanno corse con esperienza perché vanno amministrate nella prima parte per poi terminare in crescendo. Vorrei dare un consiglio ai podisti amatoriali che si allenano con programmi fai da te, di usare il cardiofrequentometro per monitorare gli allenamenti ed essere sulla linea di partenza sempre freschi e pronti». I partecipanti, erano tutti del nord Italia e oltre ad aver apprezzato l’organizzazione di questa gara hanno espresso lusinghieri giudizi sul nostro territorio che hanno potuto apprezzare per averlo conosciuto attraverso gare come queste ed altri eventi culturali. Ed è anche grazie a uomini come Francesco Bracciodieta che il nome della nostra Terra supera i confini locali; e questo sport, ormai tanto praticato nel nostro Comune indica che, forse è il tempo che a Marina di Ginosa si ponga maggiore attenzione alle strutture sportive che mancano. (Frab) Camillo Di Donato tro Tortorella che conquista il podio con uno straordinario 3° posto nella categoria MM40. Dietro il fenomeno ginosino, si conferma Giovanni Andriulli conquistando un 5° posto nella categoria MM40. L’atleta di Montescaglioso sta sbalordendo tutti con degli ottimi tempi. Sul podio sale anche la nostra Patrizia Carriero unica donna della Runners Ginosa. La ragazza di Montescaglioso conquista la prima posizione nella categoria TF. Ottime anche le prestazioni di Carmine Malvani, Vincenzo Leone, Antonio D’Ambrosio, Domenico Lorusso, Camillo Di Donato, Giuseppe Salluce, Franco Santantonio, Rocco Leone, Francesco Tocci, Vincenzo Bitella, Gianluca Catucci, Vito Contuzzi, Domenico Mancino, Giuseppe Giacumbo, Franco Sozio, Federico Luisi, Gaetano Basta, Mario Stigliano e Michele Carpignano. Sale sul podio anche la società ginosina che conquista un prezioso 4° posto sulla bellezza di 96 società partecipanti. Per la Runners Ginosa un traguardo prestigioso. Citazione a parte merita l’atleta Camillo Di Donato categoria TM. L’ultimo arrivato in casa Runners, sbalordisce tutti conquistando un’ottima posizione, ma soprattutto un tempo incredibile che porta ottimismo per il prosieguo della stagione. Il lavoro paga, e Camillo Di Donato, grazie al lavoro e all’allenamento fatto con il maestro Tortorrella, ha riscontrato dei tempi sensazionali. In due mesi è passato dalla posizione numero 300 alla posizione numero 113. Un plauso al maestro Tortorella, che ha saputo conquistare questo atleta, che ora è fiero del lavoro svolto. Complimenti a Camillo. Ma margine di miglioramento stanno avendo un po tutti i Runners ginosini che durante la pausa estiva si sono allenati con serietà e i risultati si stanno vedendo. Prossimo appuntamento domenica prossima con il CorriPuglia di Martina Franca. (Gianluca Catucci) EVENTI E COMMENTI Si è concluso con un grande successo di pubblico il torneo Under 16 di calcetto La Sala Giochi 3 D vince il torneo di calcetto della Pescarella La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 45 Calcio femminile “S. Croce” Laterza: 4º posto al torneo nazionale di Bellaria La squadra di mister Dino Perrone continua a mietere successi. E’ stato un grande successo il torneo di calcetto organizzato da Nicola Catucci sui campi di calcetto della Pescarella. Il Torneo Under 16 è stato vinto dalla formazione della Sala Giochi 3 D che in finale ha battuto il Bar Parisi. Emozionante la finalissima che ha visto la partecipazione di un grande pubblico. Tutto esaurito per questa finale nella quale ha avuto la meglio la Sala Giochi 3 D che si è sbarazzato del Bar Parisi. La Finale 3° e 4° posto è stata vinta dal Bar Cocorichò che ha battuto nella finalina la formazione della New Car. Il capocannoniere del torneo è stato Putignano della formazione della Sala Giochi 3 D. Mentre il miglior giocatore è stato Lomagistro del Bar Parisi. Il giocatore rivelazione è stato Pagone della squadra La Valeriana. Il miglior portiere è stato Ferrini del Bar Cocorichò. Mentre la squadra rivelazione è stata il Bar Cocorichò. La squadra più disciplinata è stata la formazione dell’Ottica Pastore. I trofei sono stati offerti dall’Amministrazione Comunale di Ginosa. Mentre il Trofeo del 1° Posto è stato offerto dal Salone Ricevimenti Imperatore di Puglia e da Artigli. L’appuntamento è per la prossima edizione. Si prevedono delle novità interessanti..(Gianluca Catucci) Dal 30 agosto al 10 settembre scorso a Bellaria (Rimini) si è svolto la Rassegna nazionale “Gioca con il sorriso” di calcio a 7 femminile. Il torneo che ha visto la partecipazione di 16 squadre provenienti da tutte le regioni italiane ha avuto, quale rappresentante pugliese, la squadra femminile “Santa Croce di Laterza”. La società laertina che ha affidato la conduzione tecnica della squadra ad un veterano del calcio laertino, Leonardo (Dinuccio) Perrone, è stata prescelta nell’ambito delle squadre che partecipano ai tornei interregionali CSI, per meriti sportivi. A Bellaria, le calciatrici laertine si sono fatte onore e il piazzamento finale lo dimostra. Un brillante 4º posto e tanta amarezza per la sconfitta di misura nella finale per l’assegnazione del terzo posto che è stata persa con appena un gol di scarto e tante occasioni sprecate. Mister Perrone ha espresso la propria soddisfazione per il risultato conseguito e ha manifestato la convinzione che «queste ragazze hanno un grande potenziale tecnico che non mancherà di permetterci di conseguire risultati prestigiosi.» Intanto le ragazze laertine stanno intensificando la preparazione in vista dei prossimi impegni agonistici che le vedranno sicure protagoniste. Questa la rosa del S. Croce Laterza. Maria Adele Ressa (portiere), Lorena Caramia (attaccante), Carmen Piccolo (terzino), Maristella Caprioli (centrocampista), Concetta Valente (capitano, terzino), Rosa Pistoia (centrocampista), Rosanna De Biasi (jolly), Paola Sinisgalli (attaccante), Chiara Balestri (centrale difensivo), Valentina Di Giorgi (ala sinistra). Allenatore Leonardo Perrone. Esseggi EVENTI E COMMENTI La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006 46 Mondiali Germania 2006: La Favola Il nostro ginosino Antonello Bitetti ricorda quei momemti fantastici passati con il neo Campione del Mondo Simone Perrotta ai tempi della Reggina. Ho giocato insieme al Campione del Mondo Simone Perrotta Un’emozione incredibile. Il mio amico di stanza Simone, è diventato Campione del mondo. Non ci posso credere!!! Un giorno potrò raccontare ai miei figli di aver giocato insieme ad un campione del mondo che è entrato nella leggenda azzurra. Stagione 96/97, campionato di Serie B. Antonello Bitetti, arriva alla Reggina in prestito dal Cagliari. Al suo arrivo a Reggio Calabria, incrocia sulla sua strada un certo Simone Perrotta, appena 19 enne. Con lui è subito feeling. I due non solo diventano amici a prima vista, ma condividono anche la stanza del ritiro precampionato. Antonello Bitetti, rivive quei momenti con nostalgia, ma anche con la stima per un amico che ha fatto tanta fortuna nel calcio. Bitetti dopo aver fatto tutta la trafila nelle giovanili del Taranto, nella stagione 91/92, esordisce in Serie B nella gara Taranto Venezia 1-1. Bitetti a soli 17 anni viene convocato anche in Nazionale. L’Under 17 di Sergio Vatta. Poi il Taranto viene dichiarato fallito, e Bitetti passa al Matera in C1. Qui si mette in evidenza, conquistando anche la Nazionale Under 19 di Boninsegna e Recagni. Poi la chiamata a Cagliari con un contratto triennale. L’esordio in serie A il 7 Gennaio del 1996, nella gara Cagliari Padova 0-1. Allenatore di quel Cagliari che fece esordire il ginosino Bitetti, un certo Giovanni Trapattoni. Nella stagione successiva, 96/97, il Cagliari cede Bitetti in prestito alla Reggina in Serie B. Una stagione indimenticabile per l’ex centrocampista ginosino. Bitetti collezziona 31 presenze, mentre infoteca Perrotta 29. Qui nasce una grande amicizia con il centrocampista azzurro. Compagni di squadra, con lo stesso ruolo e compagni anche di stanza. Entrambi centrocampisti, Bitetti ricorda, quando Simone Perrotta era in panchina, e in più di un’occasione gli subentrava. Simone era molto giovane, io avevo un po di esperienza in più alle spalle. Lui veniva dal settore giovanile della Reggina, io invece arrivavo dal Cagliari. Abbiamo vissuto un anno stupendo. Condiviso gioie e speranze. In quella stagione ci siamo conosciuti molto bene. Simone era un ragazzo riservatissimo, molto timido perché era molto giovane. Ragazzo molto umile. Un tipo tranquillo. Bitetti ricorda quei momenti come se fossero ieri. Io cercavo di dargli qualche consiglio, ma lui già allora non ne aveva bisogno. Aveva già la stoffa del campione. Andavamo insieme dapertutto. Lui non aveva la patente in quel periodo, quindi io ero il suo autista personale. Lo accomapagnavo in ogni posto di Reggio. Ricordo quando dovevamo scegliere i numeri delle maglie. Siamo nati lo stesso giorno e lo stesso mese. Io sono nato il 17 settembre del 1974, mentre Simone il 17 settembre del 1977. Entrambi volevamo il 17. Lui, lo lasciò a me. Mi disse: “Antò, è giusto che il 17 lo prenda tu, sei più grande di me”. Io lo ringraziai da grande amico. Poi lui ha ripreso la maglia numero 17 quando andò a giocare nel Bari. Diceva che quel numero era molto importante per lui. Infatti con la maglia n.17, segnò il suo primo gol in Serie A, con la maglia biancorossa. Mi vengono i brividi a pensare che ieri era la mia alternativa, e che oggi è diventato campione del mondo con la Nazionale Italiana. Quei ricordi hanno lasciato il segno. Bitetti un giorno potrà raccontare ai suoi figli, che ha giocato insieme ad un certo Simone Perrotta, che è entrato nella leggenda, alzando al cielo la coppa del mondo. Antonello Bitetti, mostra con orgoglio un ritaglio della Gazzetta dello Sport di quella stagione in Serie B. Eravamo in ritiro. Ci stavamo preparando per l’inizio della stagione. Giocammo un’amichevole con una rappresentativa di dilettanti. Io e Simone facemmo un partitone, e il giorno dopo la Gazzetta uscì con un titolone: Che bravi Bitetti e Perrotta. Questo ritaglio di giornale ce l’ho ben custodito. Ora mi farò un poster gigante e lo appenderò nel mio ufficio. Ci metterò la foto gigante con Simone che bacia la Coppa del Mondo. Sarà il ricordo più bello della mia vita calcistica. E’ stupendo. Ora gli telefonerò, e gli farò gli auguri personalmente. Dopo quella stagione, le strade dei due centrocampisti si separarono. Perrotta è diventato Perrotta, mentre Bitetti ha continuato a girovagare per i campi di Serie C. Avellino, ed Ascoli le tappe per il ginosino. Poi un brutto infortunio al ginocchio, e l’abbandono al calcio a soli 27 anni. Oggi gestisce una scuola calcio tutta sua, nella sua Ginosa, con oltre 200 iscritti. Simone ha disputato un grande Mondiale, come tutti gli azzurri. L’ho seguito in Tv con orgoglio. Il cuore batte forte, non potete capire per uno che ci ha giocato insieme, e ha condiviso tutto con lui, cosa significa rivederlo con la maglia della Nazionale e per di più ad un mondiale con la coppa del mondo al cielo. Un’emozione unica. Sono felicissimo per lui, e per tutti gli azzurri. La quarta stella è nostra. Grazie Simo, Grazie Lippi, Grazie Ragazzi, siete stati Eroici. Grazie per averci regalato questo indimenticabile sogno azzurro. (Gianluca Catucci)