EVENTI E COMMENTI
Civiltà Pugliese
rubrica di cultura, storia,
ambiente e tradizioni
a cura di Adele Carrera
La CGIL compie 100 anni. (9)
La vertenza Taranto diventa vertenza di Territorio.
A conclusione dei lavori del raddoppio del IV centro siderurgico
Italsider, erano 1.069 gli operai edili in cassa integrazione, che non
avevano alternative occupazionali; aggravata risultava la situazione
di crisi in tutti i settori produttivi esterni all’area industriale, dall’agricoltura all’edilizia a quel poco che c’era di piccola e media
industria. Intanto nuove ombre calavano sulla produzione siderurgica,
in seguito alle sempre più drastiche decisioni di riduzione delle quote
di acciaio, imposte dalla CEE in Italia, che mettevano in pericolo
la sicurezza del posto di lavoro degli stessi dipendenti Italsider e le
prospettive di ripresa della economia tarantina.
L’accentuata precarietà del sistema economico e produttivo
riproponeva la validità e la lungimiranza dei contenuti della Vertenza
Taranto, con la loro insistenza sulla necessità di utilizzare tutte le
risorse disponibili in loco (anche l’acciaio, quindi) per nuovi impieghi più razionali e diversificati e, per questo, meno vulnerabili agli
andamenti di mercato (agricoltura, cantieristica, consumi sociali).
La richiesta di diversificazione produttiva poneva, però,
non solo il problema delle concrete scelte di politica nazionale in
materia di economia ma anche quello del coinvolgimento di forze
ed interessi necessariamente non presenti a Taranto.
Il movimento sindacale dovette perciò (stendere la vertenza
cittadina ad un livello territoriale più ampio, a tutte le categorie e ai
diversi strati sociali; articolar maggiormente gli obiettivi in ragione
di nuove controparti; cercare di evitare i facili unanimismi in cui pure
era andata ad incagliarsi la Vertenza Taranto, e far sì che nessuno
sfuggisse alle proprie responsabilità. Si diede il via all’apertura di
vertenze regionali e di zona, e l’iniziativa confederale si concentrò
nella gestione dei rapporti con i vari livelli di governo territoriale e
nel coordinamento delle nuove lotte intraprese per la salvaguardia
dell’occupazione a Taranto.
La Vertenza Taranto oltrepassò quindi i confini della città
assumendo con gli aggiustamenti necessari, le vesti di “Vertenza
Puglia” (specialmente per le questioni riguardanti l’irrigazione
delle campagne e dei trasporti pubblici) e, fatalmente, entrò in crisi
nell’impatto insostenibile con gli organismi e i gruppi di interesse
regionali. Infatti la crisi del mercato dell’acciaio fece sì che lo scontro politico ai vari livelli si avesse sulla necessità di «tagliare i rami
secchi», sostenuta da più parti.
Ridotta in breve tempo a pezzi e senza alcuna possibilità
di successo, sostenuta solo da una parte del movimento sindacale
pugliese, la Vertenza Puglia segnò a lungo il passo, in virtù anche
della scarsa coesione dimostrata dalla sinistra pugliese, i cui dirigenti
poco ritennero di dover contribuire alla affermazione delle proposte
e all’irrobustimento del progetto politico più generale che l’aveva
ispirata. Occorre aggiungere, comunque che lo scarso impegno delle
forze sindacali e politiche della regione dipendeva anche dal fatto
che queste ultime avevano vissuto la trasfomazione della Vertenza
Taranto in vertenza regionale, come un pretesto delle organizzazioni
sindacali tarantine per scaricare su altri i problemi occupazionali
di quei lavoratori dell’area industriale, provenienti dalle province
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
vicine.
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Ben altra risonanza ebbe invece il dibattito promosso a
Taranto sulla opportunità di promuovere vertenze di zona capaci di
comprendere in ogni aspetto tutto il territorio provinciale, con obiettivi forse parziali ma realisticamente raggiungibili nel confronto con
gli enti locali e l’amministrazione regionale.
Fu questa la motivazione che portò alla istituzione di quattro consigli di zona unitari, gli unici organismi in grado di unificare
nella quotidianità le esigenze e le aspirazioni politiche di lavoratori
appartenenti a diversi settori e a diverse categorie e di dare continuità operativa alle iniziative promosse a livello superiore. Ad onor
del vero, fu proprio quello il periodo in cui il sindacato, a livello
nazionale, sperimentava i consigli unitari di zona, pertanto diventa
legittimo sopsettare che più che una strategia, la scelta tarantina fu
un adeguarsi alle direttive nazionali.
Con i consigli e le vertenze di zona, per la prima volta, il
sindacato tarantino si pose esplicitamente il problema di darsi strutture
agili che gli servissero per entrare nel vivo dei problemi sociali e non
solo, o, soprattutto, economico-produttivi della eterogenena realtà
della provincia ionica, riconoscendo ufficialmente quella cultura
pratica del territorio e nel territorio che, a partire dalle lotte per i
trasporti e i servizi sociali, erano da anni sedimentate nel mondo del
lavoro.
Pertanto la Vertenza Taranto si mosse su due binari che
investivano l’impegno nella grande azienda siderurgica che in quel
periodo vide impegnato il sindacato su più fronti da quello degli
appalti alla diversificazione produttiva a quello dell’indotto oltre a
svariate vertenze di reparto che decretarono la grande forza acquisita
dal sindacato unitario. Dall’altra lo snodo di vertenze territoriali che
investivano in maggior parte la categoria dei lavoratori dell’edilizia
che non coglievano altrettanti successi data la frammentazione sul
territorio del imprese stesse e la chiusura dei cantieri per “fine lavori”
è l’annuncio del licenziamento. Diversa sorte toccò (eccezionalmente)
ai lavoratori della Vianini, l’impresa sorta nell’agro di Ginosa a cui
la Federazione dei lavoratori delle costruzioni riuscì a strappare un
accordo che sanciva l’assunzione, previa riqualifcazione professionale, di tutto il personale che aveva partecipato alla costruzione dello
stabilimento. Lo stabilimento era specializzato nella produzione di
tubi di grandi dimensioni per le opere irrigue, e fu costruito in questa
area, proprio in seguito alla battaglia condotta per l’irrigazione delle
campagne tarantine.
Con 1.100 lavoratori in cassa integrazione, a cui se ne aggiunsero 350 nell’aprile del 1974 e altri 1.400 nel gennaio del 1976,
gli edili sono stati fra i più fervidi sostenitori della vertenza Taranto,
come proposta complessiva: non avendo credibili prospettive occupazionali all’interno del IV centro siderurgico Italsider, capirono
che soltanto l’incremento dell’edilizia pubblica, la costruzione del
nuovo porto e il finanziamento delle opere pubbliche previste nella
vertenza, avrebbero potuto assicurare loro un lavoro stabile.
La Flc condusse una intensa attività promozionale e rivendicativa a proposito del dimensionamento del fabbisogno di abitanti
nella provincia e a Taranto e, nella ricerca delle forze da coagulare
intorno alle sue lotte, privilegiò le migliaia di lavoratori che negli anni
appena passati, a seguito dell’approvazione delle leggi 167 e 865,
avevano formato un numero di cooperative edilizie nella speranza di
poter finalmente accedere a un’abitazione dignitosa a costi accettabili.
L’iniziativa trovò immediata rispondenza nelle proteste originate
non solo dalla scarsità degli investimenti in edilizia economica e
popolare ma anche dalle modalità con cui venivano distribuiti i fondi
ad essa destinati. Nel 1975 il ministro Andreotti stanziò 10 miliardi
e mezzo di lire a favore dell’Italsider per la costruzione di case per
EVENTI E COMMENTI
lavoratori escludendo tutto il movimento delle cooperative edilizie
di Taranto.
Con queste battaglie si riuscì ad ottenere lo stanziamento
di congrue risorse, sia per la costruzione di nuove case sia per il
risanamento della città vecchia ma il problema del posto di lavoro
per gli operai in cassa integrazione non fu risolto: prima di ricevere
i finanziamenti, immancabilmente, costruttori e Iacp dichiaravano
la loro disponibilità ad assumere questi lavoratori nei nuovi cantieri
ma, purtroppo, solo una piccola minoranza veniva effettivamente
impiegata, poiché i responsabili dei cantieri preferivano utilizzare
manodopera non specializzata, persone docili, di loro gradimento.
A causa delle frequentissime discriminazioni, nell’ottobre del 1975,
fu formata una commissione mista con il compito di garantire la
ricollocazione degli edili in cassa integrazione; continue verifiche
degli accordi presi in tal senso erano effettuate in sede governativa
ma la situazione non migliorò di molto.
Il rifiuto di occupare questi lavoratori nei cantieri che si aprivano, grazie anche alle loro lotte, è una delle vicende più riprovevoli
di cui si sono resi protagonisti gli imprenditori edili tarantini, pronti
per altro ad affiancare il sindacato quando si trattava di strappare
fondi e impegni al governo.
I metalmeccanici licenziati. Nel IV centro siderurgico, in
questo periodo, le cifre parlano di una sostanziale tenuta dell’occupazione ma fra gli operai occupati venivano considerati i lavoratori
in cassa integrazione e i trasfertisti. Lo scompiglio si ebbe quando
l’Italsider annunciò il licenziamento di 985 metalmeccanici (i primi
dei 3.000 lavoratori che entro il 1977 avrebbero dovuto abbandonare
lo stabilimento).
Anche in questa occasione i lavoratori riuscirono ad
ottenere il ritiro dei licenziamenti e la firma di un accordo che, tra
gli altri elementi positivi, conteneva il riconoscimento ufficiale di
un obiettivo da sempre sostenuto dal movimento sindacale: nessun
operaio avrebbe potuto essere licenziato in assenza di garanzie occupazionali alternative all’esterno dl centro siderurgico.
Pur essendo riuscito a non far passare i licenziamenti, il
movimento sindacale avvertì il corto respiro dei risultati appena ottenuti e la crescita di tensione tra le parti che si andava accumulando
nell’area industriale, in seguito al verificarsi di mille piccoli episodi
irrisolvibili al di fuori di risposte e certezze più generali. In particolare
era ormai necessario rilanciare la Vertenza Taranto tenendo conto del
sostanziale fallimento della sua versione regionale e della opportunità
di nuove selezioni degli obiettivi da perseguire per non incorrere in
una facile liquidazione da parte di chi a quegli stessi obiettivi aveva
dato, nel passato, un appoggio solo strumentale, vanificando la valenza di tutto il progetto. Il riferimento era all’obiettivo assai ambizioso
del trasferimento degli stabilimenti navali a Mar Grande, per il quale
alcuni esponenti vicino al governo dichiararono che “non sarebbe
bastato l’intero bilancio del ministero della Difesa per realizzarlo”.
La legge sul Mezzogiorno (la n. 183 del 1976) incoraggiò ad
individuare altri obiettivi qualificanti per il rilancio dell’occupazione
e dello sviluppo nell’area ionica. Furono dichiarati prioritari: l’attuazione del piano idrico e conseguenti trasformazioni in agricoltura;
la costruzione del molo polisettoriale del porto ovest, il cui progetto
esecutivo avrebbe dovuto trovare immediato inserimento e finanziamento nel programma quinquennale; la realizzazione del primo
comparto dell’area industriale del comune di Grottaglie, in risposta
alle esigenze di avvio di un processo di diversificazione industriale,
attraverso la predisposizione di idonei strumenti urbanistici da parte
dei Comuni e della regione.
Al rilancio della Vertenza Taranto, però, non sarebbe bastata
la sola revisione degli obiettivi da perseguire nelle lotte; era soprat-
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
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tutto necessario riconquistare la tensione ideale e politica intorno al
progetto, che era scemata in seguito ai deludenti risultati ottenuti, a
fronte delle energie investite.
Delegati e quadri sindacali della Flm e della Federazione
CGIL, CISL e UIL tornarono ad incontrarsi e a discutere vivacemente, tornò ad essere imponente la partecipazione alle assemblee
organizzate nella provincia e nelle strutture periferiche sindacali.
I tempi, per la ricerca di soluzioni credibili alla vicina
nuova ondata di licenziamenti, erano molto brevi. Tra l’ottobre del
1976 e il marzo del 1977 furono compiuti sforzi notevoli affinché
la funzione e il lavoro del comitato di coordinamento della Vertenza
Taranto portasse a sbocchi concreti, che non avessero solo valore
propagandistico.
All’impegno profuso dal movimento sindacale diede un
apporto notevole la nuova amministrazione comunale tarantina, da
poco insediata al governo cittadino che, accanto al comitato operante,
ne promosse un altro con il compito di esaminare i programmi di
investimento presentati dalle varie imprese, valutarne la fattibilità
e rimuovere gli ostacoli che si opponevano alla loro realizzazione
(ostacoli imputabili quasi tutti a ritardi burocratici o alla disattenzione
o assenza degli enti competenti - Cassa per il Mezzogiorno, Enel,
Sip, regione Puglia e amministrazioni locali -).
L’accordo firmato nell’ottobre del 1976, riconoscendo il
diritto alla garanzia del posto di lavoro (pur non essendo di facile
attuazione in tempi brevi) aveva dato un po’ di tregua alle preoccupazioni occupazionali permettendo un impegno sindacale teso
alla ricerca e alla formulazione di nuovi progetti produttivi esterni
al centro siderurgico; la situazione poteva dunque definirsi relativamente tranquilla, nessuno si aspettava colpi di mano da parte
dell’Italsider.
Enorme fu la sorpresa e l’indignazione all’annuncio dell’azienda, nel marzo del 1977, di 2.189 licenziamenti. La decisione
sconfessava non solo gli accordi firmati ma anche l’operato dei
rappresentanti italsider all’interno dei due comitati di coordinamento
per le nuove attività industriali da insediare, i quali avevano sottoscritto, insieme a tutte le forze sociali, politiche e imprenditoriali un
documento che riconosceva a detti comitati la funzione di punti di
riferimento anche negli interventi sui livelli occupazionali attuali.
Per impedire che i licenziamenti avessero corso, nei mesi
di marzo e di giugno 1977, il movimento si strinse compatto attorno
alle iniziative promosse dal sindacato. In un primo momento si incontrarono le usuali difficoltà di mobilitazione dei lavoratori italsider,
ma quando la minaccia dei licenziamenti assunse connotati realistici,
la solidarietà e la partecipazione alla lotta non mancò. L’attività
del IV centro siderurgico fu bloccata per diverso tempo; intanto le
parti davano vita ad iniziative volte a risolvere complessivamente
e durevolmente i problemi dell’occupazione.
Tutte le istituzioni pubbliche furono coinvolte in questa
ricerca; un’apposita commissione si recò a Bruxelles per ottenere
dagli organismi della CEE i fondi necessari alla realizzazione di
corsi di riqualificazione professionale per gli operai smobilitati.
L’amministrazione comunale si distinse nel coordinamento delle
varie iniziative; fu stilato un inventario delle possibilità di occupazione profilate nei documenti fino ad allora elaborati; fu costituito un
ennesimo comitato operativo; costante la presenza a Roma, presso il
ministero del Bilancio e delle Partecipazioni statali, di delegazioni,
in rappresentanza delle organizzazioni sindacali, dell’Italsider e di
tutte le autorità locali.
Si ponevano così le basi per l’accordo sulla mobilità dei
lavoratori in eccesso nell’area industriale che fu siglato alla fine di
giugno. (cfr. “Il caso Taranto” di Consiglio/Lacava) - continua -
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La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
F - FIDUCIA
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Rubrica
a cura di
don Franco
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Il
Vocabolario
di
Dio
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EVENTI E COMMENTI
Quando manca, ci sentiamo franare la terra sotto i piedi. Quando c’è, non
siamo mai sicuri che sia davvero sincera.
Eppure non possiamo farne a meno.
È lei, la fiducia che ci permette di
andare avanti. La pretendiamo dagli altri,
spesso siamo noi a non averla in noi stessi.
Ci insegnano fin da piccoli a fidarci degli
altri, della mano della mamma, delle parole della maestra, dell’esempio del papà. E
intanto ci mettono in guardia.
A dar retta ai detti popolari, la fiducia è un difetto delle persone deboli: “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”, oppure
“Vatti a fidare…”.
Così lasciamo crescere la pianta
del sospetto, che è il lato oscuro di una medaglia dove dall’altra parte c’è scritto “prudenza”. Nessuno vuol passare per babbeo,
ma neanche trascorrere la vita a guardarsi
le spalle. Dare fiducia significa rischiare di
non ricevere niente in cambio. È come investire in Borsa e, qualche volta, è peggio
che puntare un numero sulla roulette. Ti devi fidare del tuo istinto e puoi sbagliare: ma
solo così puoi pretendere che qualcun altro
ti conceda la sua, di fiducia.
Non c’è niente di peggio al mondo di una persona sfiduciata: è l’anticamera di un uomo demotivato, senza voglia ed
obiettivi. Eppure, a guardarci intorno sembra proprio che sia così: i furbi che non si
fidano di nessuno e gli altri… fregati una
volta per sempre!
Il Diritto è nato perché sa che
l’uomo non ci mette niente a venir meno
alla parola; e allora ecco le leggi, i contratti, le clausole. Perché “fidarsi è bene…”.
Nessuno sopporta di sentirsi tradito nella
fiducia riposta, ma è proprio quando sai che
l’altro si fida ciecamente di te, che ti viene
la tentazione di pugnalarlo (alle spalle, ovviamente).
“Non c’è da fidarsi di nessuno”
ti insegnano, ma dietro quel “nessuno” c’è
tutto e non c’è niente. Ti possono far mancare la fiducia anche i genitori, la moglie o
il marito, i figli? E gli amici? Per non parlare, poi, dei colleghi e dei soci…!
Dovrebbero costringerci tutti a fare un corso per equilibristi. Farci camminare su di
un filo sospeso a venti metri d’altezza e
garantirci, ma solo a parole, che sotto c’è
il materasso.
Non ci resterebbe che fidarci…
“La fiducia è una cosa seria”,
diceva uno slogan pubblicitario di alcuni
anni fa. Però si parlava di formaggi, mica
di persone. Il mondo, nel frattempo, è peggiorato fino a questo punto?
E qui arriva il cristiano, il quale,
invece di aspettare di avere la fiducia dagli
altri, manifesta la sua coerenza al Vangelo
in un terreno per lui molto specifico: il terreno del fornire fiducia.
Pochi si rendono conto che il
“fornire fiducia” è una delle espressioni
più convincenti, più utili dell’amore. Una
prova evidente che Dio mi ama è questa:
Dio crede in me, ha fiducia in me, fa affidamento sulle mie possibilità. Se Lui non
si aspettasse nulla da me, molto certamente
avrei validi motivi di disperarmi…
Cosa vuol dire, insomma, “fornire
fiducia”? Semplicemente questo: accendere
la scintilla che fa esplodere le possibilità di
una persona. Ogni individuo, infatti, possiede delle potenzialità, spesso nascoste;
la fiducia rappresenta, appunto, la scintilla
che le scopre, le illumina, le risveglia, le fa
vibrare, le fa “funzionare”. Naturalmente,
non si tratta di un procedimento automatico, né di una formula astuta, una specie di
ricetta, fabbricata da certa psicologia utilitaristica da quattro soldi; né si tratta di un
atteggiamento paternalistico o maternalistico. Fornire fiducia è un’azione che richiede
notevole intuizione, finezza psicologica,
amore sincero. Non può ridursi a un’operazione furbastra, una “trovata” efficientistica intesa a migliorare la… produzione di
una persona.
No. Fornire fiducia significa, prima di tutto, volere il bene di quella persona, desiderare vivamente che si sviluppi, si
realizzi pienamente, non lasci inutilizzate
le proprie possibilità, i propri doni. Insomma: volere che quella persona sia il meglio
di se stessa, prima ancora che dia il meglio
di se stessa.
Via. Sgombriamo il terreno da
certi equivoci in merito alla fiducia, da certe paure di essere traditi nella fiducia. Forse
che Dio, nei nostri confronti, si fa prendere
da questa tentazione?
L’amore al di sopra di tutto.
E l’amore si manifesta, si “pratica” anche fornendo fiducia.
“Cum omni fiducia”, è il motto
araldico del nostro Vescovo, quasi a voler
ispirare a tutti noi accenti di fiducia, a non
scegliere di andare più sul sicuro, a sentircela di rischiare, a non volerci garantire dagli imprevisti.
La fiducia nonostante tutto; la
fiducia nonostante questa solita o magari
drammatica giornata; la fiducia nonostante
il dolore, la morte, la cattiveria, la violenza,
la paura; la fiducia perché il sole splende,
splende ancora, splende sempre, splende
nonostante le nuvole, splende nonostante
noi, che forse saremo capaci anche di spegnerlo. La fiducia anche oggi sarà con me e
con te, mio caro unico lettore, che conduci
la tua baruffa quotidiana con la vita.
Ricordo quella sera nel mio ufficio parrocchiale a san Martino. Erano circa
le dieci di una fredda notte di Novembre
e, come al solito, ero intento a picchiettare
sulla tastiera del computer un articolo che
da giorni Stefano Giove mi sollecitava con
urgenza. Viene da me un uomo, mai visto
prima. “Posso rubarle qualche minuto, don
Fra’?” e, senza aspettare la mia risposta,
mi racconta la sua storia: dapprima la discesa, lenta, inesorabile, verso gli abissi del
degrado dell’alcol; poi il delirio sui fondali
allucinanti della morte civile; infine l’ansia
di ritornare alla vita. Nulla di didascalico
nelle sue parole, nessuna smania moraleggiante, ma tantissima fierezza e, soprattutto, un’incredibile voglia di vivere.
“Per fortuna”, concluse con gli
occhi che brillavano per la commozione,
“accanto a me c’è stata mia moglie. Ha
avuto sempre fiducia in me. È vero che l’ho
fatta soffrire, ma alla fine le ho dato la soddisfazione di vincere!”.
Fiducia vuol dire: crediamo nell’altro, speriamo nell’altro.
Peggio per lui se ci deluderà: col
tradire le nostre attese, avrà tradito prima di
tutto se stesso…
Dunque, facciamo scoccare questa scintilla della fiducia.
E aspettiamo.
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Rubrica a cura
di Roberto Muscolino
Facciamo
chiarezza: Cos’è
un Malware
Segue dal n. 18
Continua
Un ulteriore livello di protezione può essere offerto dall’installazione di un personal
firewall, che permette di negare l’accesso
ad Internet ad applicazioni sospette, come appunto gli spyware. La presenza di
un antivirus non è sufficiente a proteggere
dagli spyware, dato che essi non sono virus o worm. Esistono comunque programmi concepiti appositamente per rilevare la
presenza di spyware nel sistema e cancellarli. Bisogna tuttavia tenere presente che
la rimozione di un componente spyware
potrebbe causare il malfunzionamento del
software di cui esso faceva parte.
Come risulta chiaramente, non esiste un
modo per difendersi completamente dallo
spyware, esistono comportamenti e tecniche per limitarne il raggio d’azione. Ad
oggi una delle maggiori minacce alla diffusione dello spyware e’ dovuta all’utilizzo
di browser non all’altezza, non aggiornati e conseguentemente non protetti. Una
soluzione è, dunque, utilizzare browser
aggiornati; inoltre le alternative a Internet
Explorer di Microsoft non mancano, come
Mozilla Firefox e/o Opera. Il primo è un
browser OpenSource (gratuito e distribuito anche come codice sorgente) estremamente robusto e refrattario agli spyware
(http://www.mozilla-europe.org). Anche il
secondo (Opera) è gratuito e fa della sicurezza e della velocità di navigazione una
vera e propria “mission” (http://www.opera.com/).
• Dialer: questi programmi si occupano di
gestire la connessione ad Internet tramite
la normale linea telefonica. Sono malware
quando vengono utilizzati in modo truffaldino, modificando il numero telefonico
chiamato dalla connessione predefinita
con uno a tariffazione speciale, allo scopo
di trarne illecito profitto all’insaputa dell’utente.
Diversi sistemi operativi contengono già
un tale componente per permettere connessioni attraverso il Point-to-Point-Protocol
(PPP). Spesso i provider di accesso a
Internet forniscono un CD-ROM di instal-
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
lazione per semplificare il processo di configurazione del dialer che si occuperà della
connessione ad Internet.
Il mercato dei dialer italiano è il più fiorente e denso di insidie al mondo. L’Italia, infatti, è il Paese nel quale a partire dai primi
anni novanta fino a oggi le truffe per dialer hanno registrato il maggior numero di
denunce, e dove le numerazioni “speciali”
autorizzate (nonché gli utili dichiarati dalle
società operanti in questo mercato) sono in
assoluto le più numerose.
Il Ministero delle Telecomunicazioni italiano ha vietato la pubblicazione delle ultime
tre cifre delle chiamate ricevute, in una distorta interpretazione della direttiva 97/66
CE del 15 dicembre 1997, il cui scopo era
normalizzare la trasparenza verso gli utenti. Sfruttando infatti la possibilità di garantire l’anonimato di chi chiama (ma non di
chi viene chiamato), viene resa difficoltosa
l’individuazione del dialer senza il tabulato, che nei primi anni di applicazione era
disponibile solo per chi lo chiedeva esplicitamente.
A fronte della mancanza di un servizio di
“Whois” e della completa lista dei numeri
chiamati, non era dunque possibile capire nell’immediatezza la causa di bollette
particolarmente “salate”, né effettuare appropriate denunce in tempi ragionevoli;
ciò è anche dovuto al fatto che, secondo
la legge italiana, l’Autorità Garante per la
Concorrenza e il Mercato può agire solo in
presenza di una denuncia circostanziata.
Un provvedimento dell’autorità garante
della primavera 2002 prevede alcune norme per la pubblicazione dei costi, nella
stessa pagina in cui i dialer vengono proposti. Diversamente dalle normative europee
per l’etichettatura, nonché di quelle per la
pubblicità dei servizi telefonici, non sono
state regolamentati gli obblighi di visualizzazione dei tariffari.
La maggioranza di questi programmi sono
creati per connettersi a numeri a tariffazione speciale, ad insaputa dell’utente. Solo
una frazione limitata di questi dispositivi
contiene l’indicazione corretta e visibile
del costo, mentre la maggior parte dei dialer impostati per connettersi a numeri a tariffazione speciale utilizza metodi illegali,
rientrando così nel reato di truffa.
Per le denunce compete la Polizia Postale;
per richiedere la disabilitazione (non prevista per tutti i numeri o per chiamate oltre
un certo prezzo), reclami o segnalazioni
a seguito di una bolletta occorre chiamare il servizio clienti del proprio gestore
telefonico. È anche possibile rivolgersi ai
Carabinieri.
Inserire un dialer è per un webmaster
un’opportunità per guadagnare dal proprio
sito. Esso si concretizza generalmente in
pagamenti mensili di una percentuale sui
minuti di connessione che risultino provenire dall’indirizzo IP del webmaster (ovvero da utenti del suo sito che hanno cliccato
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il banner o autorizzato, non consapevoli del
rischio, il download di software maligno).
Incentivo a tale tipo di guadagni è l’impraticabilità per i webmaster dell’invio di
fatture all’utente per le informazioni o altri
servizi erogati dal sito, e l’automatico l’addebito in bolletta – il che, di fatto, è il modo
più sicuro per ottenere il pagamento.
Inoltre, l’uso di dialer ammortizza nel
commercio pubblicitario via Internet la
quasi totale sparizione del pay-per-clic (su
banner pubblicitari), avendo i navigatori
capito come aggirare facilmente i pop-up
(con appositi programmi come la Google
Toolbar, o disabilitandoli dal browser).
Varie aziende che si occupano di dialer
forniscono banner, numeri a pagamento e
una percentuale al webmaster interessato a
prendere parte al progetto. Costui deve solo
contattare queste aziende, le quali invieranno via e-mail tutto il materiale, pronto da
“incollare” nel sito. L’eccezionale facilità
di installazione, che non richiede capacità
di programmazione, ha favorito decisamente lo sviluppo del fenomeno dialer nei
primi anni di diffusione.
La creazione di un dialer comporta l’onere
di un’autorizzazione ministeriale per ottenere la numerazione, che viene registrata
presso il Ministero. Varie società acquistano blocchi di numeri e li rivendono o
subappaltano ad altre; ciò rende difficile
risalire al titolare del dialer dal quale è
stato truffato l’utente. La gran parte delle
ricerche in questo senso termina di fronte
a società fantasma con sede legale nei più
sperduti paradisi fiscali, di fatto rendendo
irreperibili i veri fautori della truffa.
I numeri dialer sono un servizio autorizzato da apposito regolamento del Ministero
delle Telecomunicazioni. Esiste un sostanziale vuoto legislativo in materia, mentre
da alcuni anni vengono discusse, con le
Associazioni dei Consumatori e altri soggetti, varie proposte di regolamentazione
con norme di contestazione degli addebiti e
gratuità dei servizi di disabilitazione. Non è
in corso né è presente nelle proposte attuali
un limite alla tariffa al minuto, né l’obbligo
di classificare con uno stesso prefisso servizi che rientrano in una data fascia di prezzo
o la pubblicazione dei numeri dialer nei
tabulati. È una situazione che trova ampio
spazio di manovra in Italia, mentre in altri
Stati dell’Unione Europea esistono legislazioni in questo senso più ferree.
L’unico provvedimento che impone delle
limitazioni in materia di dialer è il regolamento n.385 del 13 luglio 1995, che prevede la comunicazione dei costi del servizio;
peraltro, si tratta di un regolarmento disatteso nella stragrande maggioranza dei casi.
Detto regolamento rende possibile l’abilitazione di servizi dialer anche da parte di
enti pubblici; un esempio di servizio dialer
pubblico abbastanza diffuso è la consultazione delle Gazzette Ufficiali degli anni
precedenti.
continua
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La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
Sono arrivati i “giganti”!
E gli uccelli che fine hanno fatto?
consono ad un tipo di pianta come la palma.
Una famiglia: nonostante le
palme, gli uccelli ci sono sempre, molti si sono spostati sugli
alberi che restano. Pensiamo che
gli alberi, rispetto alle palme,
diano più ossigeno. La curiosità
potrebbe essere quella di capire
il perché, le palme siano disposte solo da un lato della villa.
Com’è stata scelta la loro posizione?
Un gruppo d’amici: per noi
Se ne sono dette tante, si è parlato
d’estetica, d’igiene, ma in realtà chi
ha notato maggiormente il cambiamento, avvenuto circa due mesi fa,
dello sradicamento degli alberi, da
anni presenti sulla nostra villa, e
dell’arrivo delle palme? Sono, con
certezza, gli anziani. Passeggiano
di sera in villa, chiacchierano su
com’è andata la giornata, commentano l’arrivo dei “giganti” al centro
del nostro paese. Si soffermano, li
ammirano, li squadrano, chiedono
all’amico di passeggio da dove arrivano, poi si siedono alla panchina e
le palme diventato argomento della serata.
Siete curiosi di conoscere i loro commenti? Li abbiamo incontrati proprio in villa,
rilassati e un po’ annoiati ci hanno dedicato
un po’ del loro tempo e durante l’intervista, ad esprimere la loro opinione, non sono stati solo loro.
Una coppia: per la pulizia in villa, l’idea
delle palme è stata buona. Prima, a volte,
non ci si poteva neanche sedere alle panchine, spesso erano sporche. L’idea, magari, era che le palme potessero essere più
basse. Ci voleva un tipo di pianta più piccola e sempre verde. E’ un ambiente poco
vanno bene. Magari li avremmo preferiti
più bassi, ma tutto sommato ci piacciono.
Due anziani: queste non sono piante per
la nostra villa. Le palme devono vivere e
crescere in Africa, questo non è il loro ambiente. Volevano piantarle? Le potevano
almeno scegliere più basse, le avremmo
apprezzate di più. Se la scelta è quella di
rendere la villa più pulita, l’amministrazione deve pensare che gli uccelli si poseranno comunque. Sulla palma piccola,
al centro della vita, ci sono molti volatili
che già lo fanno. La villa ci piaceva di più
30
prima. Per anni abbiamo avuto gli alberi
che ci hanno fatto ombra, le palme non la
faranno mai.
Questo è quello che pensano alcuni dei
ginosini incontrati, proprio in villa, seduti
alle panchine. Ma se alcuni uccelli si sono
spostati sugli alberi rimanenti, gli altri dove sono? Con l’arrivo delle palme hanno
dovuto emigrare, ma dove? Li abbiamo
cercati per settimane, preoccupati sul dove
fossero finiti e soprattutto curiosi di conoscere la loro nuova residenza. La villa ha
perso molto dopo il loro, se così si può dire, “sfratto”. Non si sente più il loro dolce
e assordante cinguettio, il lieve “profumo”
dopo la pioggia dei loro delicati bisognini
… bisognini che cascavano dagli alberi,
pronti a decorare i nostri abiti da passeggio
… anni fa, sono finiti anche sulla montatura dei miei occhiali. Uno spettacolo unico
e raro che la sottoscritta ha amato fino a qualche mese fa. La ricerca alla
fine ha portato alla scoperta del loro
nuovo luogo d’incontro. Dove sono i
nostri “latitanti”? Fate una capatina in
Via Datteri, ritroverete la goduria dei
teneri cinguettii dei nostri tanti piccoli
amici, sull’asfalto i loro innocenti ma
necessari bisognini e naturalmente le
conferme, da parte di alcuni residenti,
che sono proprio alcuni degli uccelli
che prima “sostavano” in villa. Adesso finalmente sapete dove trovarli, e
se ne sentite la mancanza potete sempre passare a trovarli, dopo il vostro
solito giro in villa. Sarà ormai solo
una questione d’abitudine, ma vederli
svolazzare da un ramo all’altro, evitare di ripulire i nostri abiti nuovi dai loro
bisognini, è una consuetudine. Tutto questo fa parte delle tradizioni di paese. Come
detto da una nostra intervistata “purtroppo
noi siamo solo cittadini … è l’amministrazione a decidere”, quindi non ci resta che
dare il benvenuto ai “giganti” e consolare
i volatili “sfrattati”. Consolatevi, questa è
solo una parte dei cambiamenti che si concretizzeranno nel nostro paese nei prossimi
mesi, ci attendono ancora tante novità. Fate un bel respiro e … speriamo bene!
Mariacarmela Ribecco
pubblicità metronotte
EVENTI E COMMENTI
Vita da single
Vantaggi e svantaggi di chi vive da solo.
Vacanze per single, surgelati monodose per single … coccolati e
riveriti i single sono sempre più l’icona del futuro. Spesso a 30
anni ci si ritrova ancora in casa con i genitori, ci si sente ripetere
che “siamo una generazione fatta di mammoni” e di giovani che
non voglio prendersi responsabilità. I single chi sono? Lo sono
solo per scelta? Si vive davvero bene da soli? I single viaggiano
molto, preferiscono andare all’estero, scelgono vacanze su internet, si spostano in aereo ma soprattutto sono alla ricerca del grande amore. Le mete preferite dei single made in italy? Madrid ed
Ibiza. I nostri cuori solitari dedicano molto tempo alla carriera,
alla costante ricerca di gratificazioni lavorative. Tutto questo può
bastare? Abbiamo chiesto ad alcuni single di rispondere ad alcune
nostre domande, curiosiamo e cerchiamo di capire se la vita da
single può essere così piacevole come sembra.
1. Da quanto tempo sei single? 2. Single per scelta o per dovere?
3. A 30 anni molti giovani vivono ancora con i genitori, secondo
te perché? 4. Cosa ti offre la società e in cosa non ti soddisfa? 5.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della vita da single?
M. 31 anni
1. Sono sigle da più di due anni.
2. Non direi per scelta, se incontrassi la persona giusta di certo
non lo sarei.
3. Secondo me molti trentenni vivono ancora con i genitori perché
non ci sono molti posti di lavoro che ti permettono di vivere in
piena autonomia.
4. A trent’anni ormai la società offre ben poco, soprattutto quella
locale, è come se apparentemente ti desse tutto, ma poche cose che
ti rendono realmente felice. Ora non vorrei essere ripetitiva ma
quello che vorrei più di tutto in questo momento è un bel lavoro.
5. Il vantaggio principale è la libertà che come concetto ne racchiude tanti altri, lo svantaggio è l’assenza di tutte quelle emozioni che una storia ti può dare.
F. 30 anni
1. Io sono single da molto.
2. Sono single non per scelta (forse inconsciamente ho allontanato
i miei uomini).
3. I trentenni che vivono in casa con i genitori lo fanno per una
questione di comodità e scarse finanze.
4. Dalla società devi solo imparare a vivere ed adattarti a ciò che
ti offre.
5. Riguardo ai vantaggi della vita da single non so forse .... l’indipendenza, gli svantaggi ci sono tutti soprattutto nella vita pratica, ad esempio nel fare la spesa. Non ci sono monoporzioni, si
è costretti a comprare quello che c’è sugli scaffali e poi a gettare
quello che avanza. Vivere da soli vuol dire affrontare una serie di
spese non indifferenti.
S. 26 anni
1. Poco più di tre mesi.
2. Purtroppo x dovere ma visto com’è andata, meglio così.
3. Penso che indubbiamente a casa si stia bene. Il calore della
Nunzio Santantonio
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
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propria famiglia è insostituibile.
4. Beh...dire cosa la società ti offre è un po’ difficile, perché attualmente non ti offre poi tanto, ci sono pochi sbocchi lavorativi anche
per noi laureati, quindi diciamo che mi soddisfa ben poco.
5. Vantaggi: sei libera di far quel che ti pare, sapendo che non hai
obblighi nei confronti di nessuno, riesci a goderti di più gli amici,
perché quando si è fidanzati ti perdi dei momenti importanti da
vivere con loro. Svantaggi: che dire...essere innamorati è qualcosa
di fantastico.Sei sempre sorridente: ti sorride il cuore. Vai a letto
pensando al tuo lui, e ti risvegli con la sua immagine per la testa.
Ti senti appagata in tutto e riesci ad affrontare ogni difficoltà con
un sorriso. E’ bello essere innamorati ...
G. 35 anni
1. Diciamo da due anni, ma le condizioni cambiano.
2. Per dovere. Diciamo che si tenta di unire caparbiamente la relazione ad un effettivo sentimento. Anche se alla fine credo sia saggio arrendersi alle convenzioni sociali, in un paese piccolo come
il nostro dove tutti conoscono tutto.
3. C’è una sindrome di Peter Pan strisciante e molto diffusa, una
difficoltà a staccarsi dal mondo giovanile e ad entrare in quello
adulto. Ci sono condizioni oggettive riguardo al lavoro, poco retribuito, al quale si accede troppo tardi e che quindi consente difficilmente una certa autonomia. C’è inoltre poca voglia di affrontare
i disagi che una vita totalmente autonoma comporta, la famiglia
italiana media, pur molto protettiva, tende poi a strafare chiedendo uno scambio incongruo. I genitori finanziano e aiutano volentieri i figli, limitando di fatto la loro autonomia, ma garantendosi
assistenza. I figli, diciamo esagerando un pò, divengono badanti
involontari dei genitori.
4. Viviamo nonostante la perenne sensazione di crisi, in una società ricca ed opulenta. Il denaro e il prestigio sociale come sempre
la fanno da padrone, ma materializzano tutto, persino i sentimenti.
Del resto è stato sempre così, il mondo antico non è mai stato
l’idillio che alcuni pensano. Sopravvivono delle oasi e dei momenti di recupero di valori come l’amicizia, l’onestà ma è chiaro
che tutti siamo molto smaliziati. Non c’è lo spazio per tutti, questo
veramente mi rammarica, per esprimere professionalità avanzate.
Ginosa per le sue dimensioni e per la sua economia non può ragionevolmente offrire molto. Il livello sociale e culturale è veramente
basso e i più tendono ad andare fuori e a rimanerci, questo è il danno. C’è una vera diaspora dei ginosini che interessa non più e non
solo settori disagiati, ma i più preparati che non stentano a trovare
lavoro fuori. Il paese si penalizza, ci sono pochi under trenta che
dicono di voler rimanere a Ginosa è questa è la nostra maggior
sconfitta. Vivere da single qui è molto diversa dalla condizione
falsamente dorata alla quale molti aspirano.
5. Si può tarare la propria vita esattamente sui propri gusti e le proprie aspirazioni. Ma il prezzo spesso è la solitudine, non ci si deve
immaginare sempre belli e trentenni ed in ottima salute. Non ci
sono compromessi e quindi si estremizzano determinate scelte, si
può diventare facilmente intolleranti. La famiglia o una relazione
seria ed impegnativa invece implicano una continua mediazione
ed una visione del mondo non unicamente basata sui propri interessi, ma su quelli di tutti i componenti
Ecco cosa cercano i nostri single: un buon lavoro, l’affetto della
propria famiglia e soprattutto il grande amore. Spesso navigando su internet si viene assaliti da pubblicità che promettono di
trovare l’anima gemella attraverso degli incontri. E’ semplice
inserire i propri dati su di un sito per cuori solitari pensando di
calcolare il proprio punteggio d’affinità con un altro iscritto,
nella speranza di trovare la persona giusta. Sembra tutto così
semplice, ma realmente lo è davvero? L’importante è sapere
che ogni single non ha voglia di restare solo ma è ancora alla
ricerca del grande amore. Un giorno come tanti, in un centro
commerciale, lo vedi passare, lo fermi con una scusa, lo incontri, ci parli e dopo poco tempo non sei più solo. L’importante è
ricordare che la libertà, senza qualcuno da amare, è sempre una
libertà vissuta a metà.
Mariacarmela Ribecco
EVENTI E COMMENTI
…E la cuccagna andò
al mare
Presso il Bagno Cesena è stato
organizzato il “Palio della cuccagna
e della corsa nel sacco”
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
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plimenti agli organizzatori per la riuscita
della manifestazione
con la speranza che la
riproposizione di vecchi giochi anche sulle
spiaggie non sia solo
un discorso “una tantum”.
Di giochi del passato da riscoprire ce ne
sono tanti. E i nostri
lidi possono divenire
i luoghi prescelti per manternere salde le nostre radici.
I trofei che sono stati consegnati ai vincitori delle due
gare sono stati offerti dall’Amministrazione comunale di Ginosa e
consegnati dallo stesso organizzatore della manifestazione Antonio Campanella.
Esseggi
Festa in gravina: una precisazione
Nel numero scorso, per motivi di spazio, non avevamo potuto raccontarvi della manifestazione che si è realizzato presso il “Bagno
Cesena” di Marina di Ginosa che ha visto protagonisti soprattutto
i bambini.
L’iniziativa, che si è avvalsa della organizzazione di Antonio Campanella, aveva la finalità della riscoperta di alcune attività ludiche di qualche anno fa. Infatti presso il lido marinese
si è ritornati a respirare l’aria che si respirava nei rioni di Ginosa
vecchia qualche decennio fa.
La cuccagna e la corsa nei sacchi erano manifestazioni
molto in voga qulche decennio fa e costituivano momento di svago
e di cimento per le giovani generazioni dell’epoca.
Dalla partecipazione e dall’entusiasmo che ha caratterizzato la manifestazione si può tranquillamente affermare che il
sano divertimento non tramonta mai e che la voglia di divertirsi in
maniera semplice non passa mai di moda.
Certo, lo spettacolo del “ben di Dio” appeso sull’albero
della cuccagna non suscita gli stessi languorini del tempo che fu
(oggi abbiano il problema dell’obesità non quello della fame) e la
corsa nei sacchi diventa complicata perchè i sacchi di canapa non
se ne trovano più e quelli di plastica aderiscono male al suolo.
Comunque non possiamo esimerci dal rivolgere i com-
Gentile Direttore,
La prego di ospitare alcune mie precisazioni all’articolo a firma di
Michele Galante sullo spettacolo in Gravina del 26 agosto. Sono
uno dei musicisti “arrabbiati e urlanti” che, involontariamente,
hanno “martoriato le orecchie” del giornalista. Innanzitutto la manifestazione si chiamava “Insieme per il Parco: Terra delle Gravine, Terré de U’ Munachicchie” e non “arcinfesta” come scritto nell’articolo. Inoltre non era una rassegna di gruppi ginosini perché
su 14 band ben 5 provenivano da comuni delle province di Bari e
Taranto. E poi oltre a noi musicisti “più rumorosi” si sono esibiti
anche band che solo qualche giorno prima hanno partecipato al
Music Live Show. Tra loro i vincitori di una delle categorie, i destinatari di una menzione speciale e, addirittura, gli ospiti d’onore.
Anche loro erano “urlanti”? Un ultima considerazione: il pubblico
della prima sera, fatto di ragazzi, ha rispettato la nostra gravina più
degli adulti del secondo giorno, perché (a detta degli organizzatori) hanno sporcato molto meno!
In ogni caso a ripulire sono stati, oltre agli organizzatori, gli “urlatori”!
Ringrazio La Goccia per lo spazio. Ritengo giusto per tutti i musicisti e per chi non c’era sapere quanto è stata bella la festa! Arrivederci al prossimo anno!
Lettera Firmata
pubblicità Ara
EVENTI E COMMENTI
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
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Larry Franco e Bepi D’Amato con la loro
musica incantano Ginosa
Mecoledi 13 sera a Ginosa, in piazza IV Novembre, si è
Foto Erasmo mazzone
tenuto un concerto Jazz organizzato dal Comune di Ginosa in
collaborazione con l’Associazione Culturale LU.MA.GI.GI.
inserito in una serie di attività per l’estate. Sul palco in piazza
il quintetto di Larry Franco, anzi il quartetto con un ospite
d’eccezione. Il clarinettista Bepi D’Amato.
L’ensemble composto da Larry Franco (Piano Rhodes), Michele Carrabba (sax tenore), Ilario De Marinis (contrabbasso) e Enzo Lanzo (batteria) e Bepi D’Amato (clarinetto) hanno proposto un repertorio accattivante e swingante di
classici della canzone italiana e americana.
Due fra i migliori solisti italiani, D’Amato e Michele
Carrabba, accompagnati da un solido trio si sono dati battaglia
a suon di note o meglio di biscrome ... ma non sono mancati
momenti di poesia in cui i musicisti hanno saputo toccare il
cuore del pubblico di Ginosa, sempre attento e appassionato
di Jazz.
Promotori e sponsor del Jazz e della buona Musica due
cittadini esemplari e molto conosciuti: si tratta del “Compagno”
Gino, proprietario di un bar in Piazza, dove si ascolta sempre del-
l’ottima musica in ogni momento della giornata e dell’ ottico Mario Pastore.
L’incontro con Larry Franco era gia’ avvenuto lo scorso anno quando si tenne un concerto con la Dixinitaly Jazz
Band, e a Marzo scorso quando il teatro Alcanices ha ospitato uno straordinario concerto con il sestetto Italo-americano
comnposto da Bob Montgomery, Allen Hermann, Ken Walker
e Larry Franco, Guido Di Leone e Enzo Lanzo. Si spera che
prossimamente nella citta’ di Ginosa nasca un Festival Jazz,
dati gli appassionati e le belle strutture che la citta’ offre e
dato che l’Amministrazione Comunale ha dimostrato di apprezzare molto questi appuntamenti. Larry Franco, che negli
ultimi anni e’ stato direttore artistico di diverse rassegne di
successo ha assicurato all’ Associazione LU.MA.GI.GI. la sua
collaborazione in fatto di consulenza artistica. Gli artisti, che
si sono complimentati per l’organizzazione perfetta e per la consueta grande ospitalita’ loro riservata, hanno poi concluso la serata
gustando le prelibatezze arrosto della macelleria Carpignano.
L. F.
AVIS SER
EVENTI E COMMENTI
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
Riceviamo e pubblichiamo
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Socialisti autonomisti - comunicato stampa
Lospinuso: “Una sterminata
Caccia ai tumori: occhio alla Pet- spedizione in Cina contro i
Come cittadino e come coordinatore di un partito, difficilmente,
invio felicitazioni pubbliche. Ma, questa volta sono stato cordiale nei
nostri prodotti, i nostri
confronti del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e del segretario regionale del mio partito dott. Alberto Tedesco assessore alle
politiche della salute dei cittadini pugliesi.
lavoratori ed i nostri valori”
Nei loro confronti pensavo che, la sanità fosse ferma, che fino
Il Consigliere Regionale e Presidente Provinciale
ad oggi nulla è cambiato, tanto da generare in me una frantumazione
AN
di
Taranto
Pietro Lospinuso ha diffuso la seguente nodella nostra antica amicizia.
ta:
“Era
soltanto
ieri ed invece ce ne siamo completamente
E contro i tumori arriva la Pet. Individuare le cellule tumorali da
dimenticati.
Di
fronte
alle meraviglie del nuovo corso poliora in poi non sarà più impresa spaziale. La prima Pet dopo tanto parlare,
tico
ed
economico
della
Regione Puglia e dell’Italia intera,
è attiva presso il policlinico di Bari, dal primo di settembre. Tutti i medici
di famiglia hanno il compito di informare i loro assistiti, per iniziare una chi ricorda più infatti le condizioni miserrime delle nostre
campagna di prevenzione contro i tumori.
popolazioni dei tempi degli infami Governi di centro-deL’esame della Pet cos’è? E’ un’apparecchiatura che permette di stra, quando “non si arrivava alla fine del mese”, quando il
individuare la sede delle cellule che possono creare un tumore. Serve per nostro lavoro era precario e sottopagato, e le nostre imprese
la diagnostica precoce. Ecco perciò è stato un ottimo investimento per la falcidiate dalla concorrenza internazionale, soprattutto cisanità pugliese. In Italia poche sono le regioni che ce l’hanno in dotazionese, con particolare ferocia nei settori del Tessile-Abbine, molti erano i pugliesi che migravano verso il Nord per eseguire questo tipo di esame.Oggi finalmente i cittadini pugliesi potranno usufruire gliamento-Calzaturiero? E’ tutto passato con l’avvento dei
di questo servizio, e la Regione non sarà più impallinata nei bilanci della nuovi miracolosi governanti, tanto che non servono praticasanità. Scusate se non è poco. Saranno ridotti tanti drammi, di solitudine mente più le risorse che gli stessi pretendevano ogni ora dai
Governi nazionale e regionale, quando erano altri a gestirli,
perché malati, offesi e abbandonati.
Tedesco è tornato ad essere il numero uno nella sanità a scapito a sostegno delle nostre imprese in crisi, ed addirittura si
di chi è stato prima di lui.Già, della gestione Fitto, chi conosce bene i manda un’allegra e sterminata spedizione in Cina –natuproblemi della sanità della nostra regione, ricorda che non è stata un’ere- ralmente a spese nostre- ad implorare i Cinesi di esportare
dità facile, chiara, trasparente. C’era un’aria fetida.La peste bubbonica. ancora di più qui da noi, offrendo loro in cambio il nostro
Veleni.
più assoluto oblio nei confronti di centinaia di milioni di
Alberto Tedesco, un politico da stimare, intelligente e perbene.
sventurati che, dall’interno di universi concentrazionari che
Ha messo al centro della sanità il malato. Bisogna dare felicità anche a
chi sta male. Con l’acquisto della prima Pet è un gran passo avanti. Nel- non hanno nulla da invidiare né ai lager di Hitler né ai gulag
l’era della globalizzazione che porta una grave crisi di valori senza pre- di Stalin, lavorano senza mercede e quasi senza cibo e senza riposo –altro che “legge-Biagi”!- per produrre ad infimi
cedenti.Il compagno
costi le merci destinate a schiacciare le nostre anche
Tedesco oggi mi sta
nei nostri mercati interni, magari anche copiando i
facendo vivere un
nuovo socialismo,
nostri marchi e lucrandoci sopra. Non solo: saremo
dell’armonia, delben contenti se i nostri imprenditori delocalizzeranl’amore verso il
no in Cina tutte le loro produzioni: di fronte ai soldi
prossimo, è un anGli Agenti di assicurazione,
che si faranno lorsignori, cosa volete che siano –per
ticorpo dell’indiviindignati
questa nostra sinistra miliardaria- quelli che perdedualismo, intendo
� per il contenuto dello schema del Regolamento Isvap
ranno i nostri lavoratori, ai quali potremmo offrire
concernente la disciplina dell’attività di intermediazione
dire avere il culto di
assicurativa
in cambio qualche angolo di Pechino o di Nanchino
se stessi.
� per l’imposizione subita, visto il mancato rispetto da parte
dove offrire, tendendo la mano, cianfrusaglia d’imiAnche a
dell’Isvap delle procedure di consultazione aperte e
trasparenti,
con
tutte
le
parti
sociali,
previste
dal
Codice
tazione. E cosa volete che c’importi dei Cristiani
Taranto arriverà la
delle Assicurazioni
Pet. Un obiettivo
perseguitati, dei Vescovi e dei Sacerdoti imprigiodeterminati
raggiunto che non
nati e scomparsi, a fronte dell’onore di stringere le
uccide la libertà dei
� a difendere la qualità del servizio offerto alla Clientela
mani che guidavano i carri armati di Tien An Men,
e le esigenze del Cittadino consumatore
più deboli e dei marnelle quali consegnamo graziosamente anche le noginati. Taranto era
� a salvaguardare i posti di lavoro del Personale dipendente
stre armi, pronunciandoci con appassionato zelo per
e dei Collaboratori commerciali delle Agenzie
il più delle volte la
la fine dell’embargo internazionale in argomento nei
� a tutelare i diritti e gli interessi della Categoria
città sommersa non
confronti di cotali amorevoli filantropi.
solo dalla sanità, ma
indicono
Tornando da Pechino, il nostro Presidente del Considai politici locali.
giovedì 28 settembre 2006
glio ha reso omaggio ad Armadinejad, e cioè a quel
Grazie Aluna giornata di chiusura delle Agenzie
tale
che nutre per gli Ebrei lo stesso affetto di Hitler
berto. Questa è la
e scendono in piazza
con una manifestazione nazionale
strada che porta vere che –nell’attesa di sterminarli- si prepara a pundi protesta che si terrà a Roma
so il nuovo Socialitarci contro il suo nucleare, magari per usarlo alla
per
manifestare
alle Istituzioni, al Mondo Politico e
smo.
prossima preghiera del Papa, con buona pace di tutti
all’Opinione Pubblica il proprio allarme circa le prospettive di
Il Coordinatore
tenuta del sistema distributivo agenziale e, in definitiva,
i Governi di sinistra, per i quali la colpa è tutta di
dell’intero settore assicurativo italiano.
Provinciale
una moribonda con gli occhi aperti quale era Oriana
dott. Francesco
Fallaci”.
Bruno
Per la segreteria - Tommaso Francavilla
Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione
EVENTI E COMMENTI
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
37
A Ginosa la finale 2006 del Trofeo Spl Power Race
La R & G Elettronica di Cosimo Giannino e Gianni Rotunno,
ha firmato una stupenda giornata per la musica in auto
sevizio fotografico di Erasmo Mazzone
Il tempo è stato clemente e ha consentito a Cosimo Giannino e Gianni Rotunno, titolari delle R&G
Elettronica, di poter gustare in tutta la sua portata il successo di essere riusciti ad organizzare a Ginosa la finale
nazionale del Trofeo Spl Power Race.
Ovviamente per gli addetti ai lavori, ovvero
gli amanti della musica in auto la manifestazione rientra negli avvenimenti da segnare sul calendario. Per noi
comuni mortali, la giornata di domenica è stata l’occasione per entrare in contatto con un mondo particolare e,
al tempo stesso, poter godere di una giornata di musica
divertimento e tante belle ragazze.
Il programma della manifestazione si è articolato secondo un programma dettagliato, alle ore 8 consegna dei ticket e assegnazione posto auto; alle ore 10
sono iniziate le valutazioni delle gare.
Nella gara Ngpa si valutano l’acustica in auto, la qualità
e la sicurezza d’installazione e viene eseguita da giudici
di gara professionali; per la gara Tuning vengono valutate tutte le modifiche effettuate sull’auto assegnando dei
punti in base ad un regolamento, anche per questa gara erano
presenti dei giudici professionali; la gara di Spl è quella dove si
misura con un apposito strumento la massima pressione in auto
espressa dagli altoparlanti oppure subwoofer.
La seconda parte della giornata è iniziata alle ore 15
con la ripresa della valutazioni da parte dei giudici delle gare
avviate in mattinata.
Alle ore 17 si è svolta la sex car wash. Questa parte del
programma seguita da un folto pubblico ha visto due splendide
ragazze effettuare il lavaggio di alcune vetture dei concorrenti
in gara. Alle ore 17,30 è iniziata la gara di SPL con 86 partecipanti. Alle ore 21,30 è stata elette Miss Lady Tuning, Miss
Car Audio e Miss Spl Power Race. Le Miss sono state elette
attraverso la votazione di una giuria interna e non possiamo che
sottolineare che in questa occasione l’applausometro ha fatto
registrare il suo picco più alto. Alle ore 23 si sono svolte le
premiazioni dei vincitori della varie categorie.
Nel corso della giornata si sono svolte anche altre attività
quali le gare di Pit Stop, che consisteva nella sostituzione
dei pneumatici della auto nel minor tempo possibile. Gara
quest’ultima seguita e premiata da Vito Colella titolare
del Nuovo Centro Peugeot.
Gli organizzatori Giannino e Rotunno al termine della
giornata, stanchi ma soddisfatti hanno espresso il loro ringraziamento a Studio 100 TV, Blu Sta TV, Tele Apulia,
il quindicinale La Goccia, Audio car Stereo. Un ringraziamento particolare hanno espresso nei confronti della
cittadinanza per la grande ed entusiastica partecipazione.
Un ringraziamento particolare lo hanno rivolto al sindaco
di Ginosa e a tutta l’amministrazione comunale per il supporto che hanno garantito alla manifestazione.
esseggi
EVENTI E COMMENTI
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
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A Ginosa il comico di Zelig diverte alla grande il numeroso pubblico
Il “Fenomeno” Checco Zalone al Poeta di Simone Bruno
Luca Medici alias Checco Zalone è ritornato dopo un anno al Poeta. Un successone
per l’artista pugliese che ha fatto andare in tilt il locale di Simone e Rossella.
Checco Zalone il noto comico di Zelig, è approdato a Ginosa nel
locale “Il Poeta” di Simone e Rossella, con uno spettacolo che ha
impressionato il numerosissimo pubblico che è rimasto stupefatto
per l’esibizione del comico pugliese. E’ diventato l’idolo dei ragazzini in solo undici mesi. Un successo che nemmeno lui riesce
a spiegarsi. Checco Zalone se la ride sotto i baffi. Ride incredulo
delle cinque settimane al primo posto dei singoli più venduti. Ride
pensando alla sua estate straordinaria, al fatto che un pezzo scritto
al volo, Siamo una squadra fortissimi è diventato l’inno della
Nazionale Campione del Mondo. Una vita cambiata in pochi mesi
per Luca Medici. Le prime serate in giro in ogni parte d’Italia. Il
concertone del primo maggio in Piazza San Giovanni a Roma,
il libro sulla sua vita, il Cd. Poi Ivan Zazzaroni che gli chiede
una sigla ironica per il suo programma Radio Deejay e il successo
stratosferico, spinto dall’Italia che trionfa sotto il cielo azzurro di
Berlino. Ed ecco il fenomeno Checco Zalone che ritorna a Ginosa
al Poeta di Simone e Rossella, un anno dopo. Esattamente l’estate
scorsa non lo conosceva nessuno. Faceva serate di qua e di la.
Arriva al Poeta tra l’indifferenza generale, ma già allora la stoffa
cera. Un anno dopo rieccoci qui a raccontare Luca Medici come
il fenomeno che tutti ora conoscono in ogni parte d’Italia. Tutti
lo vogliono.Tutti lo inseguono.Tutti lo cercano. Il suo compen-
so è cresciuto all’inverosimile. Basti pensare che undici mesi fa,
riceveva dalle 200 alle 300 euro per ogni serata. Oggi per averlo
nelle piazze, bisogna versare dai 5.000 agli 8.000 euro. Incredibile
il successo che ha riscosso il nostro pugliese Checco Zalone in
soli pochi mesi. Più “fortissimi” che mai, Checco si presenta al
Poeta, in forma smagliante. Oltre 400 paganti, ma se ci fosse stato
più spazio nel piccolo “Poeta”, sicuramente le presenze avrebbero superato gli oltre 2.000 paganti. Il telefono di Simone è stato
letteralmente preso d’assalto. Da ogni angolo della Puglia cercavano il prezioso tagliando per assistere al concertone di Checco.
Una serata ben riuscita grazie a Simone e Rossella. Ad aprire la
serata il bravo presentatore locale Gianluca Catucci, che ha presentato l’artista insieme a Fabian, altro comico che accompagnava
Checco. Un ringraziamento particolare al nostro Gerardo Sannelli
degli Skacciapensieri, che ha collaborato con Checco Zalone, alla
ricerca delle basi musicali. Inoltre un grazie di cuore, alla Casa
Musicale Cassano per aver gentilmente offerto il Service, con il
quale l’artista di Zelig si è esibito. Alla fine della serata una promessa…..l’arrivederci alla prossima stagione. Perché Ginosa per
Checco è stato il suo trampolino di lancio. Mi porta fortuna, e il
prossimo anno ritornerò con piacere. (Gianluca Catucci)
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EVENTI E COMMENTI
Il parere del
tecnico
rubrica a cura di
Raffaele Fanelli
SVILUPPO
RURALE 2007-2013,
ARRIVANO I
FINANZIAMENTI
PER GLI STATI
MEMBRI
La Commissione Europea ha deciso il bilancio annuale dello sviluppo rurale per i
25 Stati membri per il periodo 2007-2013.
Questa decisione fa seguito all’accordo
raggiunto dal Consiglio Europeo sulle
prospettive finanziarie nel dicembre 2005.
L’importo che riceveranno i singoli Stati
membri è stato fissato in base ai seguenti
criteri:
a) le somme riservate a determinate regioni
nell’ambito dell’obiettivo di convergenza;
b) la quota storica per Stato membro della dotazione della sezione Garanzia del
FEAOG per lo sviluppo rurale e Leader+;
c ) le situazioni ed esigenze particolari giustificate da criteri obiettivi (il Consiglio europeo aveva assegnato importi specifici ad
otto Stati membri). La decisione sarà modificata non appena la Romania e la Bulgaria
aderiranno all’Unione. Per questi due Paesi
sono disponibili staziamenti supplementari.
Ora che gli stanziamenti di bilancio sono
decisi, tocca agli Stati membri presentare i
loro programmi di sviluppo rurale. I fondi
dello sviluppo rurale possono essere usati
per migliorare la competitività della filiera agroalimentare e del settore forestale e
sono essenziali per il sostegno di progetti
ambientali in ambiente rurale. Ma questi
soldi possono essere spesi anche al di fuori
del settore agricolo tradizionale, ad esempio per contribuire alla creazione di nuovi
posti di lavoro e nuove imprese nelle zone
rurali. Gli obiettivi della crescita e dell’occupazione sono oggi di attualità: ecco un
esempio concreto di come utilizzare il denaro dell’UE per realizzarli.
Principali novità della politica dello sviluppo rurale
* Un unico strumento di finanziamento e di
programmazione: il Fondo europeo agrico-
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
lo per lo sviluppo rurale (FEASR)
* Un nuovo approccio strategico allo sviluppo rurale, chiaramente imperniato sulle
priorità dell’Unione europea
* Potenziamento delle attività di controllo,
valutazione e rendicontazione, oltre che
una più netta ripartizione di competenze
tra gli Stati membri e la Commissione
* Un più marcato approccio dal basso verso l’alto. Stati membri, regioni e gruppi di
azione locale disporranno di un maggior
margine di manovra per adattare i programmi alle esigenze locali
I quattro obiettivi principali
Asse 1: miglioramento della competitività delle filiere agroalimentare e forestale
Esempi:
* la valorizzazione del capitale umano mediante la formazione e la consulenza offerte agli agricoltori e ai silvicoltori;
* il miglioramento e il potenziamento delle infrastrutture per lo sviluppo e l’adattamento dei settori agricolo e forestale;
* il sostegno agli agricoltori che partecipano a sistemi di qualità alimentare;
* l’insediamento di giovani agricoltori;
* il sostegno all’agricoltura di semisussistenza nei nuovi Stati membri in modo da
renderla competitiva;
* il sostegno all’innovazione.
Il 10% almeno del contributo comunitario deve essere speso per l’asse 1. Il tasso
massimo di cofinanziamento UE è del 50%
(75% nelle regioni di convergenza).
Asse 2: ambiente e spazio rurale
Esempi:
Le novità per la
molitura delle olive
Ci risiamo. Arriva l’autunno e come al solito con la raccolta delle olive riaprono i
frantoi.
Quest’anno nei frantoi si respira un’aria
nuova. Del modello F che per decenni ha
scandito il rapporto olivicoltore/frantoio
non se ne parla più. Abolito questo docu-
39
* indennità a favore degli agricoltori delle
zone montane, per compensare gli svantaggi naturali di queste zone;
* indennità nelle zone NATURA 2000;
* misure agroambientali;
* pagamenti per migliorare il benessere
degli animali;
* misure a favore della silvicoltura sostenibile.
Il 25% almeno del contributo comunitario deve essere speso per l’asse 2. Il tasso
massimo di cofinanziamento UE è del 55%
(80% nelle regioni di convergenza).
Asse 3: migliorare la qualità di vita nelle
zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche
Esempi:
* diversificazione in attività non agricole;
* aiuti per la costituzione di microimprese;
* incentivazione del turismo;
* rinnovamento dei paesaggi;
* servizi di base come strutture per la custodia dei bambini, per permettere alle donne
di reinserirsi sul mercato del lavoro.
Il 10% almeno del contributo comunitario deve essere speso per l’asse 3. Il tasso
massimo di cofinanziamento UE è del 50%
(75% nelle regioni di convergenza).
Asse 4: l’approccio LEADER
Ogni programma deve contenere una componente Leader per realizzare per le strategie di sviluppo locale dei gruppi di azione
locale secondo la prospettiva dal basso
verso l’alto. Almeno il 5% del contributo
comunitario è riservato a LEADER (2,5%
nei nuovi Stati membri).
mento che creava una sorta di connivenza
e complicità tra l’olivicoltore ed il frantoiano (e distorceva la realtà delle cose)
ci si rende conto di una realtà nuova e di
un nuovo tipo di rapporto più distaccato
e sostanziale. Il produttore di olive non
chiede che gli venga certificata la quantità dell’olio ma la qualità e l’origine di
provenienza dell’olio prodotto. L’azienda
frantoio offre all’olivicoltore una serie di
servizi necessari e richiesti: norme igieniche e macchinari adeguati, certificazione
del processo di trasformazione, confezionamento c/terzi secondo le norme CE,
stoccaggio dell’olio in conto deposito o
in conto vendita. Il costo della prestazione sarà determinato dal numero, dal tipo
e dalla qualità dei servizi forniti. Alla luce
di queste realtà non più dettate dalle normative ma dalle semplici e logiche leggi
del mercato tutto il comparto della frangitura delle olive troverà in pochi anni,
dopo il suo giusto collocamento, anche la
sua giusta dimensione.
Raffaele Fanelli
EVENTI E COMMENTI
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
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Al via le feste in onore dei
Santi Patroni edizione 2006
Intervista ai Priori delle confraternite
della Madonna del Rosario e dei SS. Medici
Con l’approssimarsi delle feste patronali che si celebrano
con solennità e devozione in onore della Madonna del S. Rosario
e dei Santi Cosma e Damiano abbiamo intervistato i Priori delle
Confraternite omonime , il Rag. Michelangelo D’Alconzo ed il
Geom. Rosario Di Tinco .
Priore D’Alconzo siamo ormai prossimi alle solenni festività in onore della Madonna, quali le novità dell’edizione
2006?
«Riproponiamo la novità sperimentata lo scorso anno,
cioè quella di organizzare un gara di fuochi pirotecnici e di programmare lo spettacolo in prima serata, perché possa essere visto
da tutti. Per quanto concerne le bande, anche per questa edizione,
abbiamo contattato il meglio presente su livello nazionale e locale.
Cerchiamo di offrire sempre il meglio facendo anche tesoro di
quelli che sono i suggerimenti che ci vengono dai cittadini (vedi
orario dei fuochi).Il programma religioso rimane intatto. Viene
concordato con i sacerdoti e rimane invariato perché comunque la
gente è legata ad un certo tipo di tradizioni, vuoi per l’orario delle
Sante Messe, che per la Supplica e la stessa processione. Negli
ultimi anni abbiamo ripristinato la processione del Gesù Bambino per le case di anziani ed ammalati e la visita agli alunni delle
scuole. A tal proposito mi piacerebbe fare anche un concorso con
gli alunni proponendo il tema delle feste patronali, ma purtroppo
la coincidenza delle stesse con l’avvio del nuovo anno scolastico
non mi ha consentito di portare avanti questa idea».
Dopo la sua lunga esperienza nell’organizzare questo
evento, come vive a suo avviso la gente il clima delle feste?
«Ho la sensazione che la gente si affezioni alla festa patronale. E’ molto legata alle tradizioni. Poi le feste sono per noi
ginosini una sorta di passaggio temporale dalla stagione estiva a
quella invernale. Le famiglie si riuniscono per pranzare insieme,
vedere o partecipare alla processione, ci si incontra con parenti
lontani che ogni anno ritornano per assistere e vivere con devozione ogni momento della festa. I ginosini sentono molto la festa,
visto il bagno di folla che c’è nei momenti più solenni. C’è stato
sicuramente un ritorno alla riscoperta delle tradizioni storico-religiose, che hanno portato la gente a comprendere che le feste non
sono solo appannaggio delle Confraternite. La gente ci offre anche
dei preziosi suggerimenti, che cerchiamo sempre di attuare».
Ferma restando la collaborazione tra le due Confraternite, ci sono state difficoltà
nell’organizzazione del programma?
«Diciamo che dal 1998, cioè da quando la Curia Vescovile ha stabilito un regolamento per l’organizzazione delle feste patronali, c’è tra le due Confraternite un rapporto di collaborazione,
ci scambiamo i programmi da inserire sull’opuscolo,in modo tale
che ciascuno possa essere completo del programma di entrambi i
Comitati. Ognuno comunque ha una visione differente su alcuni
aspetti organizzativi, ma comunque rimane sempre un’intesa di
massima».
I lavori di restauro della Chiesa Matrice saranno ultimati
in occasione delle imminenti
festività?
«Lunedì prossimo sarà tolto il ponteggio che ci permetterà di vedere il restaurato presbiterio. Questa è la prima trance del
secondo lotto dei lavori di restauro della Chiesa Madre. Sui ribassi
delle aste dei lavori di restauro ci sono state concesse altre somme,
che saranno girate in termini di lavori sulla facciata interna della
chiesa. Abbiamo stilato con la Soprintendenza un programma di
restauro completo del sacro edificio. Si giungerà entro i prossimi
tre anni a portare a regime tutta la chiesa al suo originario splendore. Molti giovani hanno fatto o stanno realizzando tesi di laurea
sulla Chiesa Matrice di Ginosa, a testimonianza del fatto che questo luogo di culto molto caro a noi ginosini è conosciuto ed apprezzato anche fuori dai nostri confini. Speriamo al più presto con
la Soprintendenza di esporre tutti i documenti ritrovati durante i
lavori di restauro in una mostra».
Priore Di Tinco siamo ormai prossimi alle solenni festività
in onore della Madonna, quali le novità dell’edizione 2006?
«Quest’anno la novità è rappresentata dal fatto che sono trascorsi settant’anni dal trasferimento della Confraternita dei SS.
Medici dalla cappella del Monastero all’attuale Chiesa dedicata ai
Santi Patroni. Questo anniversario verrà ricordato con la celebrazione di una S. Messa officiata da S.E. Pietro M. Fragnelli e Don
Franco Conte. La sera del 30 settembre si festeggerà anche con il
Concerto del Gruppo dei Dik Dik. Nell’opuscolo verrà pubblicato
un lavoro di ricerca su questo importante anniversario curato dalla
Sig.ra Bonelli».
Dopo la sua lunga esperienza nell’organizzare questo
evento, come vive a suo avviso la gente il clima delle feste?
«La mia impressione è positiva, visto anche lo sforzo che
i due comitati fanno per dare il meglio nell’organizzare un programma ricco nei limiti delle spese che possiamo sopportare. Cerchiamo per quello che possiamo di soddisfare le esigenze della
popolazione tenendo conto anche dei suggerimenti che ci vengono
dall’esterno. Cerchiamo di soddisfare tutti, nonostante anche le
critiche. Quello che ci interessa è comunque una dimostrazione
di affetto da parte della gente, che incontriamo anche durante la
questua che facciamo per le case dei nostri concittadini»:
Ferma restando la collaborazione tra le due Confraternite, ci sono state difficoltà nell’organizzazione del programma?
«Non abbiamo incontrato difficoltà particolari, anche perché
ormai dal ’98 le regole stabilite dalla Curia prevedono un’alternanza nell’organizzazione della parte comune della festa (luminarie, banda del venerdì, cantante del lunedì..). Certo, in questi anni
abbiamo avuto modo di crescere e di maturare, apportando sempre novità ai due programmi. Lo scorso anno come Confraternita
abbiamo però inoltrato al Vescovo Fragnelli alcune proposte per
poter unificare le due feste in un solo giorno, fare una sola processione, un unico ottavario e far sostare le statue della Madonna e
dei Santi nella Parrocchia di S. Martino, così come vuole la tradizione, senza l’alternanza con la parrocchia del Cuore Immacolato
di Maria. Tutto questo a beneficio sia di chi lavora per le feste,
per la popolazione e per lo stesso clero, le forze dell’ordine e gli
amministratori. Una festa unica in un solo giorno. Questa nostra
proposta è al vaglio e ci saranno con tutta probabilità degli incontri anche con l’altra Confraternita, sperando in un esito positivo di
questa situazione sempre in uno spirito collaborativi».
Buone feste a tutti!
Rosamaria Busto
EVENTI E COMMENTI
Noi e il fisco
Vendita e locazioni di
fabbricati
nuovo regime fiscale
La manovra Prodi (D.L. 223/06 convertito nella legge
248/06) ha radicalmente modificato il regime fiscale delle
vendite e delle locazioni degli immobili, introducendo, in
via generale, il regime di esenzione dall’ IVA e, di conseguenza, assoggettandole alla imposta di registro in misura
proporzionale.
La precedente normativa (art.10 n°8 e n° 8-bis del DPR
633/72) prevedeva l’esenzione da IVA solo i fabbricati a
destinazione abitativa, con la esclusione delle locazioni
finanziarie e delle locazioni effettuate dalle imprese di costruzione.
E’ da evidenziare che le cessioni e le locazioni esenti da
IVA scontano l’imposta di registro in misura proporzionale. Il nuovo regime introdotto dalla manovra Prodi estende
il regime di esenzione da IVA a tutte le operazioni di cessione e di locazione dei fabbricati, a prescindere dalla tipologia degli stessi, con la esclusione dei fabbricati di nuova
costruzione ceduti dalle imprese entro quattro anni dalla
ultimazione della costruzione o della ristrutturazione.
Restano fuori dal regime di esenzione da IVA anche i fabbricati strumentali che per le loro caratteristiche non sono
suscettibili di diversa utilizzazione senza radicali trasformazioni.
Al riguardo si precisa che nella categoria dei fabbricati a
destinazione abitativa rientrano quelli classificati nel catasto sotto la categoria A con esclusione dei fabbricati di
tipo A 10.
Nei relativi atti di cessione e/o di locazione occorre dichiarare l’opzione per la tassazione ai fini IVA.
Restano salve, in ogni caso, le agevolazioni previste per
l’acquisto della prima casa.
Nel nuovo regime fiscale sono attratte, inoltre, le locazioni
d’azienda, non in via generale ma in presenza delle condizioni previste dal comma 10-quarter dell’art. 35 della
nuova legge.
Dott. Mario D’Alconzo
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
42
Pino Galante e Giovanni Lippolis
eletti Dirigente e Segretario dell’Associazione Italiana Amici del Presepio
Nella caratteristica cornice della Chiesetta di S.M. Dattoli, il 14 settembre si è svolta l’assemblea per la
nomina del nuovo direttivo, dopo la
scomparsa dell’ex Dirigente, Angelo
Leccese.
Alla presenza del Coordinatore
Regionale, Dott. Michele Parabita, e
presenti quasi tutti i soci di Ginosa,
prima di dare corso ai lavori, è stato
ricordato con grande affetto lo scomparso Angelo Leccese ripercorrendo
le tappe e gli obiettivi raggiunti con
la sua dirigenza, evidenziando la sua
figura di persona mite e sempre disponibile con tutti.
L’applauso alla sua memoria ha
quindi ufficialmente aperto la discussione in un clima di grande serenità
e fratellanza procedendo quindi alla
elezione, all’unanimità del nuovo Dirigente, Giuseppe Galante, e del Segretario, Giovanni Lippolis.
Nel corso della riunione il nuovo Dirigente ha fatto una panoramica
sulla attività da intraprendere per il
prossimo anno, in allineamento alle
iniziative avviate dal Coordinamento Regionale, e precisamente: l’organizzazione di corsi di base per l’esecuzione di presepi con varie tecniche;
la costituzione di un comitato per la ricerca di particolari presepi, affreschi, icone, ecc., che rappresentino la natività da inserire in una mappatura regionale; l’organizzazione della mostra dei presepi; l’istituzione del
sito web e quant’altro possa essere utile per sensibilizzare e convincere
gli appassionati ad avvicinarsi a questa Associazione.
Il Dott. Parabita ha poi esposto l’attività del Coordinamento Regionale, con particolare riferimento al primo Convegno Regionale dell’A.
I.A.P. che si terrà in San Severo nel mese di marzo 2007, in cui, tra le
varie iniziative, sarà presentata una pubblicazione dei presepi esistenti in
Puglia con relativa mappa e descrizione.
Ha inoltre ricordato che lo scopo dell’Associazione, ovviamente basata sul volontariato, è quella di divulgare, con il presepio, il Vangelo, il
valore della famiglia e delle relazioni umane.
Gapi
ARA
EVENTI E COMMENTI
Io CREDO…salì al cielo
a cura di Giuseppe Pizzulli
E’ la frase di ogni cristiano devoto che afferma di credere
nel Cristo Vivente, asceso al Cielo dove siede alla Destra della
Potenza, con tutti benefici che ne derivano per i credenti, ed anche
per i peccatori non ancora salvati. Nessuno è salito al Cielo se non
Colui ch’è disceso dal Cielo (Gv.3,13). Gesù Cristo era disceso
dal Cielo, svuotandosi della Gloria e Potenza che aveva presso
il Padre (Gv.17,4,5). Venne sulla terra per essere il Redentore di
una Umanità perduta; fu crocifisso su di una rozza croce a causa
del nostro peccato; il Suo Sangue Prezioso colò fino all’ultima
goccia, per espiare le mie e le vostre colpe, spinto da un Amore
infinito. Considerando ciò, mi meraviglio che ancora tanti restano
indifferenti, senza riguardo a Colui che ha pagato il prezzo del
loro riscatto.
Gesù Cristo immolò volontariamente la Sua vita quale
Agnello sacrificale per la nostra Salvezza. Fu deposto nella tomba nuova di un ricco (Gv.19,38-42), così com’era stato profetizzato (Is.53,9); ma quella tomba non potè trattenerlo a lungo: il
terzo giorno Risuscitò, come aveva già predetto ai Suoi. Per 40
giorni rimase ancora sulla terra, apparendo e scomparendo, e di
nuovo comparendo in mezzo ai discepoli, anche a porte chiuse
(Gv.20,19). Ormai il corpo di Cristo Resuscitato, non era più sottoposto e limitato alle leggi naturali e non poteva più restare sulla
terra. Era disceso dal Cielo in modo soprannaturale e allo stesso
modo doveva dipartirsi. Era venuto “annichilito della Sua Deità”
(Filip.2,5-7) e si dipartiva pieno di Gloria, splendore e Maestà.
Bella è la narrativa di Luca, che dice:”E dette queste cose, mentre essi guardavano, Gesù fu elevato, e una nuvola avvolgendolo
lo tolse davanti agli occhi loro. E come essi avevano gli occhi
fissi in Cielo, mentre Egli se ne andava, ecco due uomini in vesti
bianche…dissero: Uomini Galilei, perché state a guardare verso il
Cielo? Questo Gesù ch’è stato tolto da voi, verrà nella medesima
maniera che l’avete visto andare in Cielo”. L’evangelista Marco
(16,19),riporta:”Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato fu
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
43
assunto in Cielo, e siede alla Destra”. L’Ascensione e l’esaltazione
di Cristo, non solo erano necessarie per riprendere la Sua Gloria,
ma anche per estendere a tutti i credenti i benefici della Sua Opera
d’intercessione presso il Padre (Rm.8,34). Perché ricordate: Gesù
Cristo è l’Unico intercessore e non dobbiamo ricorrere ad altri
creati dagli uomini, mediatori o mediatrici. E’ Lui, GESU’, l’Unico Mediatore fra Dio e gli uomini (1Tim.2,5), per il Quale possiamo accostarci a Dio (Gv.14,6), e trovare soccorso opportuno
(Eb.4,14-18). Confrontate pure i testi, non inventiamo nulla. L’apostolo S.Pietro dice:”Essendo andato in Cielo, è alla Destra di Dio,
dove Angeli, Principati e Potenze gli sono sottoposti”(1Pt.3,22).
Egli è il Capo di ogni Principato e potestà. Queste prerogative Gli
appartenevano già prima per natura, essendo Uguale al Padre, ma
ora Gli appartengono ancor più, avendo trionfato sulla Morte e
su Satana. “Ed è perciò che Dio lo ha sovranamente innalzato al
disopra di ogni nome, affinché nel Nome di Gesù si pieghi ogni
ginocchio nei Cieli e sulla terra, e ogni lingua confessi che Gesù
Cristo è il Signore alla Gloria di Dio Padre”(Filipp.2,9-11). Gesù
Cristo ha la Potenza assoluta su tutto l’Universo, e la Chiesa, i
fedeli lavati e purificati col Suo Sangue, ne riceve aiuto, sostegno
e potenza, per l’Opera ausiliatrice dello Spirito Santo, che salva,
guarisce, conforta, guida ed assiste. L’ascesa di Cristo al Cielo, ci
richiama alla mente il messaggio degli angeli, che dissero: “Questo Gesù… Ritornerà” , credete voi questo? Ma c’è un altro messaggio che ravviva la speranza del credente: che c’è un posto per
ognuno nella Casa del Padre (Gv.14), Gesù stesso l’ha promesso.
Cario amico lettore o lettrice, credi tu nel Cristo risorto ed esaltato
alla Destra del Padre? Attendi tu il Suo imminente ritorno? Se ci
sono ancora persone che non hanno fatto la decisione di accettare Gesù, quale Salvatore dell’anima loro, io v’invito a farlo oggi
stesso, fatelo e sarete felici per l’Eternità. Affidate la vostra vita
nelle mani di Dio, ed Egli vi aiuterà ad affrontare tutte le avversità,
vi sosterrà nel momento della prova e del dolore, vi guarderà nell’ora della tentazione per uscirne vincitori, e vi serberà un posto
nel Suo Regno Celeste, dove altri peccatori salvati per Grazia saranno in vostra compagnia, in Vita Eterna. Lo volete voi? L’Iddio
della Grazia e della Pace sia con voi.
beghelli
EVENTI E COMMENTI
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
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Ritorna il CorriPuglia con i nostri atleti subito protagonisti
A Casamassima la Runners si conferma imbattibile
Grande prestazione dei ginosini che conquistano un 4° posto di società su 96 società partecipanti. Salgono
sul podio Piero Tortorella, Giovanni Andriulli e Patrizia Carriero. Grande prestazione dell’atleta
ginosino Camillo Di Donato nella categoria TM, che con un tempo incredibile sbalordisce tutti.
Dopo la pusa estiva, ritorna il CorriPuglia con la 12° Prova della Stramaxima. A
Casamassima i nostri atleti si confermano
imbattibili. Sugli scudi come sempre Pie-
Gara podistica marinese
Bracciodieta protagonista
Il 16 settembre si è tenuta a Marina
di Ginosa una gara podistica sulla distanza di
21 km, ben organizzata dal villaggio turistico
Torre Serena sito a Marina di Ginosa, e dal
presidente dei Runners di Ginosa, il prestigioso José Punzi.
La gara si è disputata su un circuito
di 34 km ripetuto 7 volte, e Francesco Bracciodieta, il marinese ormai divenuto una perla
del podismo amatoriale, è stato protagonista
di una grande prestazione, giungendo solo
secondo, a pochi passi dal vincitore, soltanto
perché partito con 5 minuti di ritardo, rispetto
agli altri, per motivi personali.
La gara è stata veramente vissuta
con gioia, terminando gli ultimi 6 km a ritmi
esaltanti. La gente si è complimentata con il
podista locale perché per la prima volta lo ha
visto in una competizione ed ha ammirato lo
spirito con cui corre, che gli dà l’aria di non
avvertire la stanchezza, anzi in alcuni tratti
sembrava addirittura divertito.
Dice Francesco: «Affronto la competizione e gli allenamenti in modo
gioioso, e l’esperienza che ho accumulato negli anni mi ha insegnato che
così si rende sempre il massimo senza
avvertire la fatica. Non mi sono preoccupato della mia partenza in ritardo,
tanto sapevo che la gara era lunga e
avevo tutto il tempo per recuperare,
avversari permettendo. Queste distanze vanno corse con esperienza perché
vanno amministrate nella prima parte
per poi terminare in crescendo. Vorrei
dare un consiglio ai podisti amatoriali
che si allenano con programmi fai da
te, di usare il cardiofrequentometro per
monitorare gli allenamenti ed essere
sulla linea di partenza sempre freschi
e pronti».
I partecipanti, erano tutti del
nord Italia e oltre ad aver apprezzato
l’organizzazione di questa gara hanno
espresso lusinghieri giudizi sul nostro
territorio che hanno potuto apprezzare
per averlo conosciuto attraverso gare
come queste ed altri eventi culturali.
Ed è anche grazie a uomini come Francesco Bracciodieta che il nome della
nostra Terra supera i confini locali; e
questo sport, ormai tanto praticato nel
nostro Comune indica che, forse è il
tempo che a Marina di Ginosa si ponga maggiore attenzione alle strutture
sportive che mancano. (Frab)
Camillo
Di Donato
tro Tortorella che conquista il podio con
uno straordinario 3° posto nella categoria
MM40. Dietro il fenomeno ginosino, si
conferma Giovanni Andriulli conquistando un 5° posto nella categoria MM40.
L’atleta di Montescaglioso sta sbalordendo
tutti con degli ottimi tempi. Sul podio sale
anche la nostra Patrizia Carriero unica
donna della Runners Ginosa. La ragazza di Montescaglioso conquista la prima
posizione nella categoria TF. Ottime anche le prestazioni di Carmine Malvani,
Vincenzo Leone, Antonio D’Ambrosio,
Domenico Lorusso, Camillo Di Donato,
Giuseppe Salluce, Franco Santantonio,
Rocco Leone, Francesco Tocci, Vincenzo Bitella, Gianluca Catucci, Vito
Contuzzi, Domenico Mancino, Giuseppe Giacumbo, Franco Sozio, Federico
Luisi, Gaetano Basta, Mario Stigliano e
Michele Carpignano. Sale sul podio anche la società ginosina che conquista un
prezioso 4° posto sulla bellezza di 96 società partecipanti. Per la Runners Ginosa
un traguardo prestigioso. Citazione a parte
merita l’atleta Camillo Di Donato categoria TM. L’ultimo arrivato in casa Runners,
sbalordisce tutti conquistando un’ottima
posizione, ma soprattutto un tempo incredibile che porta ottimismo per il prosieguo
della stagione. Il lavoro paga, e Camillo
Di Donato, grazie al lavoro e all’allenamento fatto con il maestro Tortorrella, ha
riscontrato dei tempi sensazionali. In due
mesi è passato dalla posizione numero 300
alla posizione numero 113. Un plauso al
maestro Tortorella, che ha saputo conquistare questo atleta, che ora è fiero del lavoro svolto. Complimenti a Camillo. Ma
margine di miglioramento stanno avendo
un po tutti i Runners ginosini che durante
la pausa estiva si sono allenati con serietà
e i risultati si stanno vedendo. Prossimo
appuntamento domenica prossima con il
CorriPuglia di Martina Franca.
(Gianluca Catucci)
EVENTI E COMMENTI
Si è concluso con un grande successo di pubblico il
torneo Under 16 di calcetto
La Sala Giochi 3 D vince
il torneo di calcetto della
Pescarella
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
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Calcio femminile
“S. Croce” Laterza:
4º posto al torneo
nazionale di Bellaria
La squadra di mister Dino Perrone
continua a mietere successi.
E’ stato un grande successo il torneo di calcetto organizzato da
Nicola Catucci sui campi di calcetto della Pescarella. Il Torneo
Under 16 è stato vinto dalla formazione della Sala Giochi 3 D che
in finale ha battuto il Bar Parisi. Emozionante la finalissima che
ha visto la partecipazione di un grande pubblico. Tutto esaurito
per questa finale nella quale ha avuto la meglio la Sala Giochi 3 D
che si è sbarazzato del Bar Parisi. La Finale 3° e 4° posto è stata
vinta dal Bar Cocorichò che ha battuto nella finalina la formazione della New Car. Il capocannoniere del torneo è stato Putignano
della formazione della Sala Giochi 3 D. Mentre il miglior giocatore è stato Lomagistro del Bar Parisi. Il giocatore rivelazione è
stato Pagone della squadra La Valeriana. Il miglior portiere è stato
Ferrini del Bar Cocorichò. Mentre la squadra rivelazione è stata il
Bar Cocorichò. La squadra più disciplinata è stata la formazione
dell’Ottica Pastore. I trofei sono stati offerti dall’Amministrazione
Comunale di Ginosa. Mentre il Trofeo del 1° Posto è stato offerto
dal Salone Ricevimenti Imperatore di Puglia e da Artigli. L’appuntamento è per la prossima edizione. Si prevedono delle novità
interessanti..(Gianluca Catucci)
Dal 30 agosto al 10 settembre scorso a Bellaria (Rimini)
si è svolto la Rassegna nazionale “Gioca con il sorriso” di calcio a
7 femminile. Il torneo che ha visto la partecipazione di 16 squadre
provenienti da tutte le regioni italiane ha avuto, quale rappresentante pugliese, la squadra femminile “Santa Croce di Laterza”.
La società laertina che ha affidato la conduzione tecnica
della squadra ad un veterano del calcio laertino, Leonardo (Dinuccio) Perrone, è stata prescelta nell’ambito delle squadre che
partecipano ai tornei interregionali CSI, per meriti sportivi.
A Bellaria, le calciatrici laertine si sono fatte onore e il
piazzamento finale lo dimostra. Un brillante 4º posto e tanta amarezza per la sconfitta di misura nella finale per l’assegnazione del
terzo posto che è stata persa con appena un gol di scarto e tante
occasioni sprecate.
Mister Perrone ha espresso la propria soddisfazione per
il risultato conseguito e ha manifestato la convinzione che «queste
ragazze hanno un grande potenziale tecnico che non mancherà di
permetterci di conseguire risultati prestigiosi.»
Intanto le ragazze laertine stanno intensificando la preparazione in vista dei prossimi impegni agonistici che le vedranno
sicure protagoniste.
Questa la rosa del S. Croce Laterza.
Maria Adele Ressa (portiere), Lorena Caramia (attaccante), Carmen Piccolo (terzino), Maristella Caprioli (centrocampista), Concetta Valente (capitano, terzino), Rosa Pistoia (centrocampista),
Rosanna De Biasi (jolly), Paola Sinisgalli (attaccante), Chiara
Balestri (centrale difensivo), Valentina Di Giorgi (ala sinistra).
Allenatore Leonardo Perrone.
Esseggi
EVENTI E COMMENTI
La Goccia n. 19 - 23 settembre 2006
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Mondiali Germania 2006: La Favola Il nostro ginosino Antonello Bitetti ricorda
quei momemti fantastici passati con il neo Campione del Mondo Simone Perrotta ai tempi della Reggina.
Ho giocato insieme al Campione
del Mondo Simone Perrotta
Un’emozione incredibile. Il mio amico di stanza Simone, è diventato Campione del
mondo. Non ci posso credere!!! Un giorno potrò raccontare ai miei figli di aver giocato
insieme ad un campione del mondo che è entrato nella leggenda azzurra.
Stagione 96/97, campionato di Serie B. Antonello
Bitetti, arriva alla Reggina
in prestito dal Cagliari. Al
suo arrivo a Reggio Calabria, incrocia sulla sua
strada un certo Simone Perrotta, appena 19 enne. Con
lui è subito feeling. I due
non solo diventano amici a prima vista, ma condividono anche
la stanza del ritiro precampionato. Antonello Bitetti, rivive quei
momenti con nostalgia, ma anche con la stima per un amico che
ha fatto tanta fortuna nel calcio. Bitetti dopo aver fatto tutta la
trafila nelle giovanili del Taranto, nella stagione 91/92, esordisce
in Serie B nella gara Taranto Venezia 1-1. Bitetti a soli 17 anni
viene convocato anche in Nazionale. L’Under 17 di Sergio Vatta.
Poi il Taranto viene dichiarato fallito, e Bitetti passa al Matera in
C1. Qui si mette in evidenza, conquistando anche la Nazionale
Under 19 di Boninsegna e Recagni. Poi la chiamata a Cagliari
con un contratto triennale. L’esordio in serie A il 7 Gennaio del
1996, nella gara Cagliari Padova 0-1. Allenatore di quel Cagliari
che fece esordire il ginosino Bitetti, un certo Giovanni Trapattoni.
Nella stagione successiva, 96/97, il Cagliari cede Bitetti in prestito alla Reggina in Serie B. Una stagione indimenticabile per l’ex
centrocampista ginosino. Bitetti collezziona 31 presenze, mentre
infoteca
Perrotta 29. Qui nasce una grande amicizia con il
centrocampista azzurro. Compagni di squadra, con
lo stesso ruolo e compagni anche di stanza. Entrambi centrocampisti, Bitetti ricorda, quando Simone
Perrotta era in panchina, e in più di un’occasione
gli subentrava. Simone era molto giovane, io avevo
un po di esperienza in più alle spalle. Lui veniva dal
settore giovanile della Reggina, io invece arrivavo
dal Cagliari. Abbiamo vissuto un anno stupendo.
Condiviso gioie e speranze. In quella stagione ci
siamo conosciuti molto bene. Simone era un ragazzo riservatissimo, molto timido perché era molto
giovane. Ragazzo molto umile. Un tipo tranquillo.
Bitetti ricorda quei momenti come se fossero ieri. Io cercavo di
dargli qualche consiglio, ma lui già allora non ne aveva bisogno.
Aveva già la stoffa del campione. Andavamo insieme dapertutto.
Lui non aveva la patente in quel periodo, quindi io ero il suo autista personale. Lo accomapagnavo in ogni posto di Reggio. Ricordo quando dovevamo scegliere i numeri delle maglie. Siamo nati
lo stesso giorno e lo stesso mese. Io sono nato il 17 settembre del
1974, mentre Simone il 17 settembre del 1977. Entrambi volevamo il 17. Lui, lo lasciò a me. Mi disse: “Antò, è giusto che il 17 lo
prenda tu, sei più grande di me”. Io lo ringraziai da grande amico.
Poi lui ha ripreso la maglia numero 17 quando andò a giocare
nel Bari. Diceva che quel numero era molto importante per lui.
Infatti con la maglia n.17, segnò il suo primo gol in Serie A, con
la maglia biancorossa. Mi vengono i brividi a pensare che ieri era
la mia alternativa, e che oggi è diventato campione del mondo con
la Nazionale Italiana. Quei ricordi hanno lasciato il segno. Bitetti
un giorno potrà raccontare ai suoi figli, che ha giocato insieme ad
un certo Simone Perrotta, che è entrato nella leggenda, alzando al
cielo la coppa del mondo. Antonello Bitetti, mostra con orgoglio
un ritaglio della Gazzetta dello Sport di quella stagione in Serie B.
Eravamo in ritiro. Ci stavamo preparando per l’inizio della stagione. Giocammo un’amichevole con una rappresentativa di dilettanti. Io e Simone facemmo un partitone, e il giorno dopo la Gazzetta
uscì con un titolone: Che bravi Bitetti e Perrotta. Questo ritaglio
di giornale ce l’ho ben custodito. Ora mi farò un poster gigante e lo appenderò nel mio ufficio. Ci metterò la foto gigante con
Simone che bacia la Coppa del Mondo. Sarà il ricordo più bello
della mia vita calcistica. E’ stupendo. Ora gli telefonerò, e gli farò
gli auguri personalmente. Dopo quella stagione, le strade dei due
centrocampisti si separarono. Perrotta è diventato Perrotta, mentre
Bitetti ha continuato a girovagare per i campi di Serie C. Avellino, ed Ascoli le tappe per il ginosino. Poi un brutto infortunio al
ginocchio, e l’abbandono al calcio a soli 27 anni. Oggi gestisce
una scuola calcio tutta sua, nella sua Ginosa, con oltre 200 iscritti.
Simone ha disputato un grande Mondiale, come tutti gli azzurri.
L’ho seguito in Tv con orgoglio. Il cuore batte forte, non potete
capire per uno che ci ha giocato insieme, e ha condiviso tutto con
lui, cosa significa rivederlo con la maglia della Nazionale e per di
più ad un mondiale con la coppa del mondo al cielo. Un’emozione
unica. Sono felicissimo per lui, e per tutti gli azzurri. La quarta
stella è nostra. Grazie Simo, Grazie Lippi, Grazie Ragazzi, siete
stati Eroici. Grazie per averci regalato questo indimenticabile sogno azzurro. (Gianluca Catucci)
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