La Chiesa in Italia MESSAGGIO DEI DIRIGENTI DI AREA “Le Persone Difficilmente Cambieranno Salvo che Siano Invitate a Farlo” Anziano Gérald Caussé I Presidenza dell’Area Europa ncontrai Laura a Cadice, in Spagna, a una conferenza di palo. Ricordo il suo sorriso radioso mentre si alzava durante la riunione domenicale per annunciare la sua imminente partenza per la missione in Cile e per rendere una vibrante testimonianza del Vangelo. In realtà, la chiamata in missione di Laura probabilmente non sarebbe avvenuta senza la fede del suo insegnante di Istituto. Ben lungi dall’essere semplicemente contento di insegnare la classe di Istituto di palo, quest’uomo decise di visitare coloro che erano assenti per invitarli personalmente a frequentare il corso. Un giorno tornò a casa completamente scoraggiato. Aveva ricevuto diversi rifiuti da dei giovani adulti che avevano detto di non aver bisogno del suo corso per essere felici nella vita. Andò direttamente nella sua stanza e si inginocchiò in preghiera per implorare il Salvatore di confortarlo. Improvvisamente, sentì pace e gli venne alla mente un nome: Laura. Laura era una giovane adulta del palo che non andava in Chiesa da circa un anno. Egli percepì distintamente di doverla andare a trovare e di doverla invitare a tornare in Chiesa, e soprattutto, di doverle far prendere l’impegno di svolgere una missione! Molto sorpreso, decise di seguire i suggerimenti dello Spirito e andò a visitare Laura presso la casa dei suoi genitori. Lei accettò di riceverlo. Ascoltò attentamente mentre lui rendeva testimonianza del principio del pentimento e dell’infinito amore del Salvatore. Quando menzionò la parabola del Figliuol Prodigo, cominciarono entrambi a piangere. Lei si impegnò ad andare alle riunioni in chiesa la domenica seguente. Poi, con grande stupore da parte del suo insegnante, aggiunse tremando per l’emozione: “Voglio servire una missione!” Il principio dell’invito è il fulcro del vangelo di Gesù Cristo. Quante volte Gesù Cristo stesso ci ha invitati a venire a Lui “come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le sue ali”.1 Le sue mani sono tese e la Sua voce compassionevole ci invita così: “Il mio braccio di misericordia è teso verso di voi, e chiunque verrà, io lo riceverò; e benedetti sono coloro che vengono a me”.2 Egli fa di noi, i Suoi discepoli, i rappresentanti che portano il Anziano Suo invito. “Avete dei malati fra voi? Portateli qui. Avete degli storpi, o dei ciechi, o degli zoppi, o dei mutilati, o dei lebbrosi, o degli sciancati, o dei sordi o afflitti in qualche maniera? Portateli qui e li guarirò, poiché ho compassione di voi; le mie viscere sono piene di misericordia”.3 Portare gli altri a Cristo va oltre il semplice parlare o persino insegnare. Sapendo che “le persone difficilmente cambieranno salvo che siano invitate a farlo”,4 tutto il nostro insegnamento dovrebbe essere un concreto invito ad agire. Ci accontentiamo semplicemente di parlare del Vangelo con gli amici o li invitiamo a leggere il Libro di Mormon, a venire in Chiesa o a ricevere i missionari? Ci manteniamo in contatto con i fratelli e le sorelle meno attivi, o facciamo di più invitandoli a partecipare alle Gérald Caussé O t t o b r e 2 0 1 1 C1 riunioni in chiesa o ad andare al tempio? Insegniamo l’importanza del servire una missione, o invitiamo ogni giovane uomo ad andare in missione? Concludiamo le nostre lezioni invitando gli studenti a cambiare qualcosa nella loro vita? Ogni membro della Chiesa viene invitato personalmente dai suoi dirigenti a ricevere le ordinanze essenziali del Vangelo? Talvolta possiamo temere un rifiuto o una reazione da parte delle persone. O forse le giudichiamo o non pensiamo che siano pronte, che siano degne o semplicemente in grado di rispondere al nostro invito. In realtà, sono poche le circostanze in cui è meglio evitare di estendere un invito. Invitare qualcuno è, soprattutto, un atto di fede e di amore. Quando invitiamo alla maniera del Signore, abbiamo la promessa che coloro che Egli ha preparato riconosceranno la Sua voce nella nostra. Il Buon Pastore dice: “Le mie pecore ascoltano la mia voce, e io le conosco, ed esse mi seguono”.5 Quella voce dolce e sommessa è sufficientemente potente per motivare le persone a cambiare. La Presidenza di area ha recentemente stabilito l’obiettivo di raddoppiare nei prossimi dieci anni il numero dei membri attivi in Europa. Questa visione non ha bisogno di programmi, né di organizzazioni complesse o strumenti speciali per realizzarsi; dipende dalla fede di ognuno. Se ogni membro della Chiesa riporterà un’anima a Cristo, ciò sarà sufficiente a raddoppiare la frequenza in tutti i rioni e rami dell’Europa. So che possiamo farlo. Dobbiamo invitare le persone alla maniera del Signore. ◼ NOTE: 1. 3 Nefi 10:4. 2. 3 Nefi 9:14. 3. 3 Nefi 17:7. 4. Predicare il mio Vangelo, 208. 5. Giovanni 10:27. Esperienza Italia Giuseppe Pasta N Direttore nazionale delle Relazioni Pubbliche egli ampi spazi delle ex Officine Grandi Riparazioni di Torino, dal 3 al 5 giugno 2011, si è tenuta una manifestazione intitolata “Esperienza Italia” che si è articolata su tre temi specifici 1) Le montagne dello Utah che ospitarono i giochi olimpici invernali del 2002; 2) la più ampia raccolta di archivi genealogici del mondo custoditi in depositi scavati nelle montagne di granito e oggi resi disponibili in rete; 3) la tradizione musicale del country americano e la cultura dei nativi americani (tribù navajo e ute). Questo evento ha visto la partecipazione delle autorità comunali di Salt Lake City e di Torino, per sancire il loro gemellaggio. Nel 2006 c’è stato il passaggio di testimone fra le due città per i giochi olimpici invernali di Torino. C2 L i a h o n a Ampio spazio è stato riservato a FamilySearch, la più grande fondazione genealogica del mondo. Alcuni esperti nella ricerca dei dati familiari hanno spiegato, anche a mezzo di filmati, alle persone presenti che desideravano informazioni in merito a questo argomento, come fare e a chi rivolgersi. A tale scopo, in più postazioni con computer, dei volontari competenti mostravano come estrarre i nomi dei propri antenati e come produrre una storia di famiglia. Per intrattenere piacevolmente le persone presenti, il duo “Hired Guns” ha cantato e suonato classici country e ballate composte da loro stessi. Due ragazze native americane hanno eseguito danze tradizionali su musiche tipiche delle culture navajo e ute, indossando costumi coloratissimi e ricamati con disegni tipici. Il senatore Lucio Malan, sempre attivamente impegnato nel promuovere la ratifica delle intese con lo Stato, ha cortesemente accettato l’invito a presenziare alla manifestazione del pomeriggio di domenica 5 giugno, insieme con alcuni suoi B. QUARESIMA NOTIZIARIO ITALIANO I fratelli Quaresima e Prinzi, con fratello Pasta, illustrano la sua genealogia al senatore Malan ed a sua moglie. familiari. Lo scopo di questo invito era quello di consegnargli personalmente una copia del suo albero genealogico, che per il momento risale fino alla quindicesima generazione, quale segno di gratitudine per il costante impegno nel promuovere la libertà religiosa in Italia, ma anche quale segno di riconoscenza per tutta la sua famiglia che da tempo risiede nelle valli e nelle montagne valdesi del Piemonte Infatti, dalle ricerche genealogiche effettuate presso gli archivi della Tavola Valdese, risulterebbe che un antenato del senatore Lucio Malan mise a disposizione di Lorenzo Snow dei locali di sua proprietà per le riunioni della Scuola Domenicale dei primi convertiti al mormonesimo. È evidente che gli ideali di liberalità e di apertura espressi dal senatore Malan nei confronti della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni O t t o b r e 2 0 1 1 C3 Mormoni: pregiudizi e realtà Michele Invernizzi I ANZ. ROMEO Rione di Trieste n uno dei più noti Caffé storici triestini, il Caffè San Marco di via Battisti nel centro della città, si è svolta la conferenza dal titolo Mormoni: pregiudizi e realtà. L’incontro è stato organizzato dall’associazione “Ali sul mondo”, che si pone la finalità di far conoscere al pubblico Chiese, associazioni religiose, esperienze e correnti spirituali. Questa volta la serata ha avuto come protagonista il fratello Sergio Zicari, il quale, oltre ad avere l’incarico di visitare il Rione triestino come sommo consigliere del Palo di Venezia, è membro del Consiglio nazionale delle Relazioni Pubbliche, all’interno del quale si occupa dei rapporti con la stampa. Zicari ha intrattenuto il pubblico sulla storia, l’organizzazione e le principali dottrine della Chiesa restaurata, in modo chiaro e semplice. All’incontro sono intervenuti molti fedeli del Rione di Trieste ed alcuni amici e curiosi. Sono state offerte ai presenti copie del Libro di Mormon, opuscoli e vario materiale della Chiesa. Questa iniziativa ci ha dato la possibilità di parlare del Vangelo di Gesù Cristo in uno dei luoghi più rappresentativi della nostra citta. Il Caffè San Marco è celebre a Trieste per l’abitudine di ospitare conferenze, presentazioni di libri, letture di poesie e momenti culturali. ◼ e non solo, sono proprio inseriti nel DNA di famiglia. Il Senatore ha espresso la sua gratitudine per il dono e ha affermato di aver provato una grandissima emozione nel leggere i nomi di persone appartenenti alla sua famiglia, di cui i suoi genitori gli avevano spesso parlato, e nell’avere scoperto altri suoi antenati sconosciuti che erano emigrati in America. ◼ Inaugurato a La Spezia il Giardino della Pace Mauro Margheriti A Ramo di La Spezia La Spezia il 4 Maggio 2011 si è inaugurato il Giardino della Pace, per iniziativa della Consulta delle religioni, che è un’organo che riunisce 12 religioni tra le quali la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni, rappresentata dal Ramo di La Spezia. All’inaugurazione sono C4 L i a h o n a intervenuti il sindaco della città Massimo Federici ed il prefetto Giuseppe Forlani oltre ad altre autorità. Sono stati piantati dodici alberi, uno per ogni Chiesa presente nella Consulta, affiancati ognuno da una targa dove era inciso il nome della Chiesa collegata all’albero ed un versetto. Per la nostra Chiesa il Ramo ha scelto un melograno, albero che ricorda il Tempio e che, per il suo frutto così particolare, può simboleggiare tante verità racchiuse in una sola unità. Il versetto scelto è stato 2 Nefi 2:25, “… e gli uomini sono affinché possano provare gioia”. B. QUARESIMA VOCI DEI SANTI Il senatore Malan riceve il suo albero genealogico. Il mio miglior nemico Il nostro melograno. È molto significativo che il Giardino della Pace sia ubicato in una località che, in passato, è stata luogo di episodi di guerra e di tortura. Prima della cerimonia è stato proiettato, in una scuola adiacente al Giardino della Pace, un filmato dal titolo “I colori della fede”, nel quale era illustrato l’impegno di ogni confessione per migliorare l’uomo e la città. Alla cerimonia, ripresa da un’emittente locale, erano presenti anche alcune scolaresche delle medie e delle superiori. ◼ Daniele Salerno C Rione di Roma 2 “ osa mi manca ancora”? La domanda che il giovane ricco rivolse al Salvatore durante il Suo ministero terreno echeggiava continuamente nella mia mente e nel mio cuore da quando l’insegnante della Scuola Domenicale dei giovani l’ aveva scritta sulla lavagna durante la lezione. Avevo 16 anni e da poco avevo ottenuto una testimonianza personale del Vangelo restaurato. Il mio desiderio di seguire il Signore era forte allora come oggi. In quell’occasione, tuttavia, lo Spirito Santo mi suggerì quale fosse la mia “mancanza” che, come per il giovane ricco, mi impediva di seguire il Signore con pieno intento di cuore. Il mio orgoglio non voleva riconoscerlo ma in effetti c’era una persona che, dopo un brutto litigio, consideravo un mio nemico e verso il quale nutrivo ancora dei sentimenti ostili. Cercavo di convincermi che in fondo avrei potuto servire il Signore comunque, anche O t t o b r e 2 0 1 1 C5 COME LO SO DANIELE SALERNO senza riappacificarmi con questo “nemico” dato che i miei sentimenti nei confronti del Vangelo e dell’opera della Chiesa erano sinceri, ma più il tempo passava e più mi rendevo conto che non avrei mai potuto servire il Signore in maniera efficace se non fossi stato disposto a riconciliarmi con questa persona. Riflettei, pregai e piansi. Non riuscendo a trovare la forza in me stesso iniziai a ricercarla tramite le scritture. Aprì il libro di Mormon in maniera del tutto casuale e le parole che il Salvatore disse ai nefiti furono come una freccia affilatissima Daniele Salerno C6 L i a h o n a che centrò in pieno un bersaglio: “Perciò, se tu verrai a me, o desidererai venire a me, e ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, vattene da tuo fratello e riconciliati con lui; e poi vieni a me con pieno intento di cuore, ed io ti riceverò” (3 Nefi 12:23-24). Sentii in maniera inequivocabile quali fossero le aspettative del Padre Celeste nei miei riguardi e non osai più mettere in discussione ciò che avrei dovuto fare. Decisi allora di vestirmi come un missionario e di andare a bussare alla porta di casa del mio “nemico” accompagnato da un missionario a tempo pieno. Nonostante nessuno fosse in casa quel giorno, avevo dimostrato al Signore il mio sincero desiderio di seguirLo con pieno intento di cuore. Iniziai a sentire di nuovo la pace che non riuscivo più a provare, ma sapevo che, fino a quando non avessi avuto modo di riappacificarmi con lui, non avrei potuto ritenermi soddisfatto. Nonostante le lunghe distanze, feci diversi tentativi per poter riuscire nel mio intento ma non lo trovai mai in casa. Cercai di trovare il suo numero di telefono ma non ci riuscii. La sera prima della mia partenza in missione, quando ormai avevo perso le speranze di riuscire a parlare con lui, ricevetti una telefonata alla quale rispose mia madre: si trattava proprio di lui, il mio “nemico”. Mi precipitai al telefono e, con grande emozione e gioia, ebbi la possibilità di dirgli quanto fossi dispiaciuto per quello che era accaduto tra noi e quanto desiderassi che accettasse le mie scuse. Seguirono alcuno secondi di silenzio e poi sentii la sua voce, piena di un calore inaspettato, che mi disse: “Grazie per la chiamata. Non devi preoccuparti di nulla, è tutto ok. Anzi quando tornerai dalla tua missione, chiamami.” Al termine della telefonata tornai in camera mia. Con le lacrime agli occhi ed il cuore colmo di gratitudine mi inginocchiai tra le valigie pronte per la mia partenza in missione dell’ indomani e quella sera ebbi la certezza che il Padre Celeste non aveva mai smesso di osservarmi dall’alto e che mi riceveva affinché potessi seguirlo con pieno intento di cuore. ◼ Accadde in un giorno di pioggia D Corrado Maranci opo alcuni anni di appartenenza alla Chiesa, me ne ero allontanato ed ero stato scomunicato. Da quel giorno triste passarono dodici anni, in cui non ebbi più alcun contatto con essa ma, dopo tutto quel tempo, in un giorno di pioggia, mentre guidavo assorto nei miei pensieri, vidi la sagoma una volta così familiare di due missionari che arrancavano sotto l’ acqua che cadeva dal cielo. Mi accostai a loro con la macchina ed abbassai il vetro del finestrino, dicendo: “Anziani, salite chè piove.” Ricordo il loro sguardo perplesso e, quando mi chiesero chi fossi, risposi che un tempo ero stato un membro della Chiesa. Li accompagnai a destinazione ma nei giorni che seguirono non riuscii a fare a meno di ripensare a quell’ incontro inatteso. Avevo la sensazione che il Signore li avesse messi sul mio cammino per farmi ricordare il tempo passato, quando potevo avvertire la dolce influenza dello Spirito. La domenica successiva mi recai in cappella e mi avvicinai al Presidente del Ramo. Chiesi se era possibile che io ritornassi a frequentare la Chiesa. Per tutta risposta mi accompagnò dai missionari e disse loro di non abbandonarmi fino a che non mi fossi battezzato. Mi invitò ad ascoltarli. Ricordando, con sciocco orgoglio, tutto quello che credevo di avere imparato negli anni in cui ero stato un membro fedele, tra me pensai: “Cosa mi possono dire questi ragazzi che io non sappia già?” Quanto mi sbagliavo! Fin dal mio primo incontro con loro, attraverso le loro parole sentii nuovamente nel cuore la voce dello Spirito e la riconobbi. Sono stati uno strumento nelle mani di Dio perchè io potessi imparare nuovamente ad osservare i comandamenti, ad avere fede, ad essere onesto, a leggere le Scritture applicando i loro insegnamenti alla mia vita personale. Mi hanno esortato a leggere il Libro di Mormon. Ho rafforzato la mia testimonianza. Ho sentito come le mie trasgressioni potessero essere cancellate per l’espiazione del mio Salvatore. Il 19 Aprile del 2010 sono stato nuovamente battezzato e la domenica successiva sono stato confermato un membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni. ◼ Se hai qualche storia o esperienza nelle quali i principi del Vangelo ti hanno aiutato, raccontacela con 200/400 parole e dalla all’archivista del tuo rione. Testimonianza Vittorio Salemi I Ramo di Sanremo l 1985 fu l’anno del mio battesimo a Sanremo ma avevo conosciuto i missionari alcuni anni prima e mi ero impegnato a risentirli dopo due anni, durante i quali avrei meditato sulla Bibbia. Comprai dunque una Bibbia, ma in quei due anni il libro cambiò solamente scaffale, dal negozio a casa. Non la sfogliai neppure. Io, invece, dopo quei due anni cambiai Chiesa. Vennero, infatti, altri missionari che acconsentii ad ascoltare, vergognandomi per non aver tenuto fede all’impegno precedente. Esponevano dottrine che valutavo meno celermente di quanto desiderassero, apprezzando la loro pazienza, così come l’atmosfera celestiale percepita, durante e dopo i colloqui, tutti prolungati per mio desiderio e che, normalmente previsti in sei o sette, mi furono praticati forse sette volte sette. Nondimeno, malgrado tanto sforzo, non accettavo dottrine quali natura di Dio, preesistenza degli spiriti, peccato originale inesistente ed inutile battesimo dei neonati. Però il contesto era tale da indurmi a riflettere che quei giovani, che per la loro età certo non avevano fatto approfonditi studi teologici, erano comunque messaggeri di un amore talmente speciale da farmi sentire vicino il cielo come mai mi era accaduto prima. Fu questo amore che mi spinse a battezzarmi. Confidavo, come i missionari assicuravano, che su quelle dottrine, accettate con riserva per la fortissima spiritualità sperimentata, Dio stesso avrebbe dato chiarimenti. La Bibbia essendo sicuramente divina, auspicavo che giungessero tramite essa, ma le mie ricerche, per la gran mole e complessità delle scritture e relativi studi, invece di rispondere alle mie domande, mi portavano ad una sempre maggiore incertezza. Sgomento, cominciai allora a sperare che fosse Dio a premiare—con parole mirate, semplici ed inequivocabili—il mio grandissimo desiderio di verità ed i miei sforzi. Così è stato. Le mie inadeguate, ma travagliate ricerche, scioltesi in preghiere anche soltanto interiormente vissute, fruttarono rivelazioni personali, pressoché tutte ottenute aprendo la Bibbia e, sorprendentemente e mirabilmente, posando gli occhi su parole o passi che confermavano chiaramente le nuove dottrine. Di questo porto testimonianza, nel nome di Gesù Cristo. ◼ Una matita nelle Sue mani Gianna Lafranceschina E Rione di Milano ssere un’insegnante nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni è una grande responsabilità, che si tratti di insegnare a bambini, giovani o adulti. O t t o b r e 2 0 1 1 C7 C8 L i a h o n a Attualmente insegno nella Scuola Domenicale e al Seminario e ogni volta che preparo una lezione sento lo Spirito che conferma la veridicità di ciò che sto preparando. Nessuno nasce insegnante, ma lo si può diventare grazie ad una buona dose di umiltà, testimonianza ed amore per Dio e per il prossimo. Molte volte sono stata io ad apprendere lezioni importanti dai miei studenti e li ringrazio molto per questo. So con tutto il mio cuore che ogni chiamata di nostro Padre nei nostri riguardi è un occasione per crescere spiritualmente ed emotivamente e ci aiuta a servire al meglio il nostro prossimo. Non lamentiamoci mai e non dubitiamo del Suo sostegno, Lui ci darà sicuramente l’occasione di capire ciò che stiamo insegnando ed i suggerimenti giusti per farlo al meglio. Non pensiamo mai che non saremo all’altezza ma rafforziamoci ricordando sempre che siamo figli di Dio e che in noi abbiamo un grande potenziale. Seguiamo i consigli del nostro profeta e dei dirigenti su come e cosa insegnare e vedremo davanti a noi compiersi dei veri e grandi miracoli di conversione in coloro ai quali insegniamo, se non addirittura in noi stessi. Abbiamo fiducia nell’unica Persona che conosce il nostro cuore nel profondo e ci prenderà per mano durante tutto lo svolgersi del nostro incarico. ◼ Come hai ottenuto la tua testimonianza su principi del Vangelo? Qual è stato il tuo percorso? Quanto è importante per te? Raccontacelo in meno di 400 parole e dalle all’archivista del tuo rione. Sulle sue orme S e il tuo bambino ha storie od esperienze da condividere sul programma Fede in Dio aiutalo a raccontarcele in meno di 150 parole e dalle all’archivista del tuo rione. ◼ IL MIO VERSETTO PREFERITO Nulla mi può turbare Laura Pozzato Rione di Cuneo “Impara da me, e ascolta le mie parole; cammina nella mitezza del mio Spirito ed avrai pace in me.” (D&A 19:23) i piace questo versetto perchè spiega le semplici regole che dobbiamo seguire per avere la pace interiore in questa vita ed in quelle futura. Nella mia vita ho sperimentato che quando vivo in conformità con gli insegnamenti del Vangelo mi sento vicina al Signore ed ogni problema ha una dimensione accettabile e trovo la forza per affrontarlo. Sento anche un maggiore amore per il mio prossimo e nulla mi può turbare. Quando non faccio questo, la vita è molto più difficile ed il mio peggior nemico divento io stessa con atteggiamenti sbagliati e paure. Porto testimonianza che vi è una sola via per affrontare la vita con serenità ed è quella di seguire il Signore ed i suoi insegnamenti. ◼ M Condividi con noi le tue scritture preferite con un massimo di 150 parole e dalle all’archivista del tuo rione. EUROPE AREA (ITALIAN) Quando ci si ritrova davanti al vescovo e si sente la fatidica frase: “Sorella, avremmo pensato di chiamarla come insegnante di…” possiamo provare gioia pura, perchè è stato un nostro sogno nel cassetto per tanto tempo oppure possiamo provare terrore puro, perchè non ci sentiamo all’altezza di tale chiamata. Ma accettiamo, comunque sia, e ci rimettiamo nelle mani sante del Signore. Da quel momento nella nostra testa e soprattutto nel nostro cuore mille e più pensieri, dubbi, cose da fare e da scrivere incominciano a muoversi in modo caotico e non sappiamo da dove cominciare. Per esperienza personale vi posso dire che l’incarico d’insegnante mi ha sempre affascinato e incuriosito, ma questo non mi è bastato per affrontare tale incarico nella maniera del Signore, perchè sapevo in cuor mio che nel momento della mia chiamata il Padre mi chiedeva espressamente di diventare una “matita” nelle sue mani e quindi, uno strumento di diffusione della Sua parola. La prima cosa che ho sempre fatto dopo essere stata chiamata ad insegnare è stata inginocchiarmi e pregare per ringraziarLo della Sua fiducia e poi per chiedere umilmente aiuto nello svolgimento del mio incarico. Quello che desideravo di più era aiutare coloro a cui insegnavo a comprendere di più e meglio le Scritture, ad amare e a mettere in pratica la parola del Signore.