Numero 1
OTTOBRE 2015
ISTITUTO COMPRENSIVO L. STURZO - D.D. SAPPUSI
2014


Dirigente: ALDA MARIA RESTIVO
1
31 OTTOBRE
Giornata internazionale
delle persone anziane
I progressi compiuti negli ultimi decenni nel
campo della medicina e della salute
hanno favorito un generale aumento
della longevità. Si vive più a lungo e
aumentano le persone anziane. Secondo
i dati forniti dalla Divisione delle Nazioni
Unite per la Popolazione, la popolazione
mondiale con più di 60 anni è triplicata
rispetto a 50 anni fa e si prevede che nel
2025 essa raggiunga il miliardo di
persone,
l’equivalente
del
13,7%
dell’intera popolazione mondiale.
politiche adeguate. A partecipare, sono
chiamate tutte le generazioni e tutti i
settori della società civile.
I principi d’azione delle Nazioni Unite per le
persone anziane fanno perno attorno
a cinque
principi
cardine:
indipendenza,
partecipazione,
assistenza, autorealizzazione, dignità.
L’innalzamento
dell’età
media
della
popolazione reca con sé un impatto
sulle politiche
socio-economiche e
sulla cultura delle
società.
È
un
fenomeno che va quindi conosciuto e
governato.
Per questo motivo, nel 1990, l’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite ha istituito
la Giornata internazionale delle persone
anziane, con il fine di aumentare la presa
di coscienza sul rapido mutamento del
quadro demografico mondiale, stimolare
un dibattito sul tema e promuovere
strategie d’azione e
Cosa fare oggi?
Visita il centro per gli anziani più
vicino a te e scopri le
possibilità di volontariato.
Famosa in tutto il mondo per la sua straordinaria longevità vissuta intensamente,
Rita Levi Montalcini (1909-2012),premio Nobel per la medicina nel 1986,
è stata una dei più grandi scienziati e intellettuali italiani, nonché fondatrice di
numerose iniziative in favore dei diritti umani e dello sviluppo. Nata a Torino da
una famiglia ebraica, nel 1936 si laurea in medicina cominciando fin da subito
l’attività di ricerca sul sistema nervoso, ambito che non lascerà mai. Gli anni dal
1938 al 1944 sono segnati da persecuzioni, fughe e trasferimenti: eppure
anche in questo contesto Rita Levi Montalcini non abbandona gli studi
costruendosi laboratori artigianali. Dal 1947 al 1977 è professoressa di
neurobiologia all’università di Washington dove compie le ricerche
sulla differenziazione delle cellule nervose che le valsero il Nobel.
Contemporaneamente, fino agli anni ’90, ricopre in Italia prestigiosi incarichi
scientifici, dal CNR all’Accademia nazionale dei Lincei. Laica e umanitarista,
donna single per dedicarsi solo alla scienza, ha promosso nel 1992 tra l’altro
la Fondazione Levi Montalcini che offre borse di studio per giovani
africane. Interessata anche alla politica, dal 2001 è stata senatrice a vita nel
2
Parlamento italiano.
2 OTTOBRE
La Festa dei nonni in Italia
Origine della Festa dei nonni
La Festa è concepita proprio come
momento
di
incontro
e
riconoscenza nei confronti dei
nonni-angeli custodi dell'infanzia.
L'idea di un giorno nazionale da
dedicare ai nonni è venuta per
prima ad una casalinga del West
Virginia, Marian Mc Quade. La
signora Mc Quade, mamma di 15
figli e nonna di 40 nipoti, iniziò la
campagna nel 1970, ma lavorava
con gli anziani già dal 1956. Nel
1978,
l'allora
americano,
Presidente
Jimmy
Carter,
proclamò che la festa nazionale
dei
nonni Grandparents
Day fosse celebrata ogni anno la
prima domenica di settembre
dopo
il Labor
Day.Promotore
della festa dei nonni, da un
decennio in Europa, è soprattutto
l'Ufficio Olandese dei Fiori che
ogni anno, organizza iniziative ed
eventi per celebrare il legame
unico e prezioso tra nonni e
nipoti e invita a regalare ai nonni
una piantina, per ringraziarli di
tutto ciò che questi speciali
angeli
nipotini.
custodi
fanno
per
i
In Italia, Il 2 ottobre si celebra la ancora
giovane
ricorrenza
festa
dei
cade il
2
nonni.
La
ottobre, il
giorno in cui la Chiesa celebra gli
Angeli. Istituita nel 2005 dal
Parlamento che ha riconosciuto
ufficialmente il ruolo fondamentale
dei nostri nonni e non sfigura
certamente accanto alla festa del
papà e a quella della mamma.
L'istituzione della festa prevede
l'impegno concreto da parte degli
Enti locali (Regioni, Province e
Comuni) ad istituire iniziative per
valorizzare il ruolo dei nonni ed un
premio annuale, consegnato dal
presidente della Repubblica al
nonno e alla nonna d'Italia. Le
istituzioni hanno così voluto sancire
il ruolo che essi rivestono nella
nostra società ove rappresentano
un importante punto di riferimento,
una risorsa di grande valore, un
patrimonio di esperienza e saggezza
cui attingere, oltre che un concreto
ed
indispensabile
aiuto
nell'educazione
dei
giovani
all'interno
delle
famiglie
di
appartenenza. In Italia, In occasione
della festa dei nonni quest'anno i
loro nipotini potranno regalare una
pianta
personalizzata,
piccola,
fiorita, sempreverde o profumata.
3
La canzone ufficiale della Festa dei Nonni
canzone ufficiale della Festa dei Nonni è Tu sarai, una melodia scritta e
composta nel 2005 dal cantautore Walter Bassan
Tu Sarai (Walter Bassani)
I nonni giocano con i bambini che si entusiasmano al passaggio dei treni
guardano il cielo e in uno scambio sicuro sanno se il tempo cambierà
I nonni sono dei giardinieri e sanno tutto sui pomodori
passano il tempo coltivando fiori pregano dentro per quel mondo fuori
I nonni insegnano senza parlare che senza amore questo mondo muore
I nonni cercano di farci capire qual è la strada per non soffrire
I nonni viaggiano in bicicletta e si ritrovano per un caffè
fanno la spesa senza tanta fretta nel seggiolino ci sei proprio te
Tu sarai un uomo migliore se porterai quei nonni nel cuore perché lo sai,
l'amore non muore mai lo sai, lo sai che quegli occhi sinceri sono i bambini
di ieri
I nonni giocano come bambini e si entusiasmano se i figli van bene
I nonni prendono per mano il futuro I nonni aiutano davvero
I nonni insegnano senza parlare che senza amore questo mondo muore
I nonni cercano di farci capire qual è la strada per non soffrire
Tu sarai un uomo migliore se porterai quei nonni nel cuore perché lo sai,
l'amore non muore mai lo sai, lo sai che quegli occhi sinceri
sono i bambini di ieri e che i nostri bambini sono i nonni di ieri ?
4
2 ottobre: Giornata internazionale della nonviolenza
Il 2 ottobre si celebra la Giornata internazionale della nonviolenza (indetta
dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite). La data è stata scelta in quanto
anniversario della nascita di Gandhi, ispiratore dei movimenti per la pace, la
giustizia, la libertà di tutto il mondo. È infatti con Gandhi che nasce la
nonviolenza moderna. Il Mahatma è il profeta della politica nonviolenta,
strumento collettivo di liberazione, metodo di lotta alternativo alla guerra.
Nonviolenza. Si scrive tutto attaccato, in una parola sola. Non indica semplicemente un “no alla
violenza” ma un atteggiamento attivo di difesa e miglioramento della società. Un'aspirazione
etico-morale che più di una volta, nella storia, s’è trasformata in arma politica. Sinonimo di pace,
giustizia e libertà. Un autentico progetto costruttivo dunque, anziché un generico pacifismo
passivo.
“La nonviolenza è più potente di qualsiasi arma di distruzione che il genere umano possa
concepire”, disse il Mahatma Gandhi, figura di riferimento del movimento nonviolento. Tanto
che è proprio nella data di nascita del Mahatma, il 2 ottobre, che l'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite ha deciso di istituire la Giornata mondiale.
La figura di Gandhi è il riferimento etico-filosofico alla base del moderno pensiero nonviolento, anche
se radici culturali della nonviolenza si ritrovano in tutte le religioni e nelle opere di numerosi
pensatori di tutti i secoli. In campo internazionale l’azione nonviolenta continua ad essere una
strategia di lotta per rivendicare i propri diritti senza l’uso delle armi, come per la resistenza
tibetana guidata dal Dalai Lama. In Italia, figure di riferimento sono state, tra le altre, Aldo
Capitini, Danilo Dolci, Don Tonino Bello.
Cosa fare oggi?
Digita su youtube: Mahatma Gandhi - Le parole, Italiano
Mohandas Karamchand Gandhi
Passato alla storia come Mahatma (“grande anima”), profeta della nonviolenza
(“ahimsa”, che implica un atteggiamento attivo e positivo a dispetto della
traduzione), simbolo dell’indipendenza dell’India, Gandhi (1869-1948) è
ricordato con il suo dhoti bianco mentre digiunava oppure mentre guida scioperi
e marce. Tuttavia la sua storia ci parla di un agguerrito avvocato, nativo del
Gujarat, che dopo aver compiuto gli studi in Inghilterra, comincia a lavorare in
Sudafrica dove, tra il 1893 e il 1914, diventa il leader degli indiani nel paese,
attuando le prime forme di resistenza civile (tra cui il “satyagraha”, un termine
che significa “sedersi accanto”, passato per indicare lo sciopero della fame) per
la rivendicazione di diritti e libertà. Tornato in India nel 1915inizia una lunga
campagna per l’indipendenza del paese: innumerevoli sono le sue iniziative, gli
episodi di disobbedienza civile, i suoi richiami alla nonviolenza pur in presenza di scontri e massacri
perpetrati dall’esercito britannico, i suoi discorsi politici sempre accompagnati da una profonda etica
e spiritualità. Nel 1921 fonda il Partito del congresso, nel 1930 guida la “Marcia del sale” contro la tassa e
il monopolio coloniale: in questi anni viene arrestato più volte. Ritiratosi dalla politica attiva Gandhi
continua la sua lotta che prevede anche una rinascita religiosa. L’effettiva indipendenza indiana,
avvenuta nel 1947, addolora Gandhi perché produce una guerra civile tra mussulmani e indù e la
creazione del Pakistan. Il Mahatma viene assassinato nel 1948: da allora il suo pensiero e la sua
azione sono uno dei cardini di un metodo politico sempre alternativo alla violenza.
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3 OTTOBRE
Imbrocchiamola!
Cosa può essere buona, pulita, sicura, comoda e poco costosa? L'
acqua del rubinetto, naturalmente! Dal 96% dei rubinetti
italiani esce acqua potabile, eppure siamo tra i maggiori
consumatori
mondiali
di
acqua
imbottigliata.
Colpa,
probabilmente, di disinformazione e strategie di marketing di
grandi imprese distributrici che intasano le nostre autostrade al fine di far bere la Pejo
a Fiuggi e la Fiuggi a Pejo nei bar e nei ristoranti.
A proposito di questi ultimi, devono necessariamente disporre di acqua potabile, per avere
la licenza e non esiste nessun obbligo di legge che imponga di somministrare acqua in
bottiglia. Pertanto, qualsiasi esercente non può rifiutarsi di fornire acqua del rubinetto.
Per questo, la campagna Imbrocchiamola fornisce l'elenco completo dei ristoranti
italiani che hanno aderito all'iniziativa “in questo ristorante viene servita acqua di
rubinetto in brocca”. Al momento, sono oltre 1300.
Bere acqua del rubinetto (bene pubblico!) conviene sia alle proprie tasche che all'ambiente:
una confezione di acqua in bottiglia costa mediamente 2, 40 euro, mentre la stessa
quantità dal rubinetto nemmeno un centesimo. Inoltre le bottiglie vengono trasportate
per centinaia di chilometri e i materiali plastici sono tra i più inquinanti e dannosi per
l'ambiente (per produrre 25 bottiglie da 1,5 litri occorrono almeno 2 kg di petrolio) e
difficilmente smaltibili.
Violeta Parra
Simbolo della canzone popolare sudamericana, voce inconfondibile dello spirito latino, Violeta Parra
(1917-1967) rappresentò per un trentennio la figura artistica di riferimento del suo paese ,
il Cile, e non solo, dando l’origine a una generazione di artisti e cantanti che
lotteranno per la democrazia nei lunghi anni di dittatura. Parra nacque in una
famiglia povera e numerosa e, fin da giovanissima, insieme ai fratelli, si guadagnava
da vivere suonando per strada, nei circhi, in spettacoli improvvisati. Sposa a
vent’anni (il primo dei suoi numerosi legami sentimentali), nella capitale Santiago
lavorò in un circo immergendosi sempre di più nella cultura popolare. Nel 1953
l’incontro con Pablo Neruda le aprì la strada al successo: Violeta Parra incise le sue
prime canzoni, condusse programmi radiofonici, cominciò a dominare la scena
culturale cilena, sia per la qualità della ricerca sul folklore locale, sia per la sua
ecletticità (era anche pittrice), sia per i suoi contatti internazionali. Fino alla morte
continuò il suo impegno incessante fatto di grandi successi musicali ma anche
di un’opera di diffusione culturale attraverso la fondazione di musei, istituti, centri artistici.
Cosa fare oggi?
Il ristorante del tuo quartiere si rifiuta di
servire acqua in brocca? Segnalalo sul
sito della campagna Imbrocchiamola!
6
5 OTTOBRE
Giornata mondiale dell'insegnante
5 ONella
società moderna, la scuola, oltre che istituzione preposta
all'educazione e all'apprendimento, è sempre più luogo non solo di istruzione,
ma anche di socializzazione e di conoscenza dell'altro. Le classi sono
ormai multiculturali e multilinguistiche. Ecco allora che il ruolo
dell'insegnante consiste sempre più nel favorire la crescita civile ed
interculturale delle nuove generazioni.
La Giornata mondiale dell'insegnante, istituita dall'UNESCO nel 1993, intende
richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale sul ruolo dei
docenti e sulla loro importanza per la società. Ruolo che, come s’è visto, è in
continuo mutamento.
È innegabile come, per adempiere a questo ruolo, gli insegnanti debbano essere
messi nelle condizioni di lavorare bene: essere, cioè, preparati, aggiornati e
poter operare con le strutture e le risorse necessarie. In altre parole, occorre
investire in risorse umane (ad esempio corsi di aggiornamento) ed in
infrastrutture in modo che le aule siano tecnologicamente di livello non
inferiore alle case degli allievi.
Il secondo obiettivo di sviluppo del millennio – garantire l'istruzione primaria
universale – passa inevitabilmente dal potenziamento, quantitativo e
qualitativo, della figura del docente. I tagli economici all’Istruzione porta un
beneficio alle casse di ogni Stato solo a brevissimo termine. Nel medio e
lungo vi saranno gravi perdite.
Cosa fare oggi?
Organizzati con la tua classe per sorprendere il tuo insegnante!
BRE
7
8 OTTOBRE
Giornata nazionale degli acquisti verdi
Dare una mano all'ambiente facendo la spesa. I consumatori se critici, in questo senso,
hanno un grande potere: possono influenzare, con le loro scelte d'acquisto e consumo sia
la domanda che l'offerta di beni e servizi a ridotto impatto ambientale a tutto vantaggio
dellatutela ambientale. Possono cioè scegliere quei prodotti che assicurano, durante tutto
il loro ciclo di vita (dalla produzione, alla distribuzione, al consumo, allo smaltimento)
il rispetto per l'ambiente. Per questo, tali prodotti vengono definiti verdi. Attraverso il
loro acquisto, il consumatore garantisce:
- la riduzione del prelievo di risorse naturali;
- la riduzione della produzione di rifiuti;
- l’aumento dell’utilizzo di materie prime e fonti di energia
rinnovabili;
- la riduzione delle emissioni in aria, acqua, suolo;
- l’eliminazione di sostanze chimiche e pericolose;
- una durata di vita maggiore dei beni;
- la promozione della filiera del riciclo.
La Giornata nazionale mira a favorire il confronto e le occasioni di relazione tra
istituzioni, realtà del mondo economico e produttivo, organizzazioni della società civile,
facendo incontrare domanda ed offerta di beni e servizi e favorendo la commercializzazione
dei prodotti verdi.
Cosa fare oggi?
Fai acquisti verdi attraverso il
portale
www.acquistiverdi.it
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12 OTTOBRE
Giornata internazionale per la riduzione dei
disastri naturali
Fenomeni
naturali
come
terremoti,
uragani,
gelate,
tsunami fanno parte del ciclo delle stagioni e sono
inevitabili; non si possono prevenire. Ciò che ci può
prevenire
e
limitare
sono,
invece,
gli effetti
disastrosi che tali fenomeni possono provocare. Un
terremoto
della
differenti
in
stessa
diverse
potenza
può
situazioni.
causare
effetti
Una popolazione
preparata sa come reagire: mette in pratica piani di
fuga, conosce le tecniche di primo soccorso, può contare
su infrastrutture solide e servizi efficienti. Insomma, è avvantaggiata. Su questo assunto, la Commissione
Europea ha istituito il programma DIPECHO, con il fine di incidere sulla capacità di risposta di una
popolazione vulnerabile in caso di emergenza.
La Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali, fissata dall'ONU attraverso l'ISDR
(International Strategy for Disaster Reduction) ogni secondo mercoledì di ottobre, si propone di
richiamare la necessità di coordinare le strategie per ridurre l'impatto di catastrofi di medie e grandi
dimensioni.
Si calcola che al mondo sono più di 25 milioni all'anno le persone costrette a lasciare il
loro habitat a causa di eventi naturali avversi.
●
Cosa fare oggi?
Fai un corso online
di pronto
soccorso
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Da sempre impegnata per la salvaguardia dell’ambiente e per l’attenzione
a prevenire i disastri naturali causati dai cambiamenti climatici e
dall’utilizzo di sostanze altamente inquinanti, Viveka Bohn, premio
“Campione della terra” 2007, è una delle figure più note a livello
internazionale e rappresenta nei vari consessi dedicati alla cura del
pianeta una voce autorevole che punta a soluzioni globali. Svedese,
nel 1965 comincia a lavorare presso il Ministero degli Esteri del suo
paese e dal 1988 si è dedicata particolarmente alle tematiche
ecologiche collaborando con il Ministero svedese dell’ambiente e
soprattutto divenendo ambasciatrice di vari summit (nel 2003 ha
partecipato al World Summit of Sustainable Development a
Johannesburg). Il suo maggiore successo è datato 2006, quando ha
presieduto
il
comitato
preparatorio
per il
varo
della
SAICM (Strategic
Approach
on
International
Chemicals
Management), una strategia globale di gestione dei prodotti chimici il
cui obiettivo è minimizzare gli effetti negativi di queste sostanze
sull’ambiente, approvato a Dubai nel febbraio di quell’anno.
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13 ottobre
Stop discriminazione
L'Europa multietnica è una realtà ormai da parecchi anni. Persone di
differenti paesi, religioni, gruppi etnici, culture popolano il continente. Ciò
costituisce una ricchezza! Una ricchezza interculturale, economica e
sociale. Varietà è sinonimo di diverse idee, prospettive, capacità ed
esperienze.
Certo, non sempre l'integrazione è facile e sono molti quelli che, complici
campagne
mediatiche
e
slogan
politici
azzardati,
considerano
la
multicultura più una minaccia che una ricchezza.
Ma non sono solo il colore della pelle o la religione professata a dar vita ad atteggiamenti di rifiuto. Anche
l'orientamento
sessuale,
l'età,
la
condizione
fisica
possono
essere
cause
di esclusione
sociale,discriminazione sul posto di lavoro, a scuola, nei luoghi pubblici, ecc.
La Commissione Europea ha calcolato che almeno un cittadino su sei è stato in qualche modo discriminato
negli ultimi 12 mesi. Le forme di discriminazione possono a volte essere subdole ed indirette: un annuncio
di lavoro che esclude, ad esempio, le persone di maggiore età o i disabili è discriminatorio tanto quanto
un cartello che non affitta agli extracomunitari.
Il Trattato di Amsterdam, adottato nel 1999, fissa espressamente le misure necessarie per combattere
questo fenomeno, con particolare riguardo al mercato del lavoro. Parallelamente, la campagna “per la
diversità, contro la discriminazione” si prefigge di promuovere la conoscenza sulle leggi esistenti in
materia e le forme di tutela contro la discriminazione in esse contenute.
Cosa fare oggi?
Scopri il paese di provenienza di tutti i tuoi compagni di classe.
Hrant Dink
Le discriminazioni su base etnica non sono finite in Europa e la loro presenza
testimonia la difficoltà di concretizzare gli ideali di uguaglianza e di tolleranza alla
base della nostra società. La Turchia deve fare i conti con forti tensioni etniche, con i
curdi e soprattutto con gli armeni. Ne è una prova la biografia di Hrant Dink (19542007), giornalista di origine armena, attivista per i diritti umani,assassinato a
Istanbul probabilmente da un estremista nazionalista. Dink passò la sua infanzia e
adolescenza in un istituto per bambini armeni a Istanbul (di cui poi divenne
direttore), un’esperienza che lo segnò profondamente. Nel 1979 aprì una libreria,
attività che gli consentì di svolgere un’intensa opera culturale volta a difendere la
cultura armena e a integrarla con la società turca. Con lo stesso spirito fondò nel
1996 la rivista Agos, divenendo un esponente ascoltato e scomodo dei vari
movimenti democratici turchi: il suo essere armeno, la sua critica all’autorità, il suo linguaggio schietto gli
causarono tre processi per vilipendio dell’identità turca. Il suo omicidio segnò una pagina nera per
l’Europa e l’allontanamento della Turchia dagli standard democratici.
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16 ottobre
Giornata mondiale dell'alimentazione
Secondo le stime della FAO (il Fondo delle Nazioni Unite per
l'alimentazione), nel mondo ci sono 1 miliardo e duecento
milioni di persone malnutrite. Un sesto della popolazione
mondiale.
Al contrario di quanto si possa pensare, malnutrizione non
significa solamente fame. Malnutrita è una persona che non
ha un accesso duraturo ad alimenti sufficienti, sicuri e
nutrizionalmente adeguati. Anche mangiare “male”, quindi è
malnutrizione, così come le infezioni alimentari, l'obesità, le diete squilibrate ecc. Certo è che, soprattutto
nei sud del mondo, la crisi alimentare è una questione di accesso al cibo. Un errore comune, spesso
alimentato dalle stesse politiche di governi ed organizzazioni internazionali, è quello di ridurre la
questione ad una presunta scarsità di cibo e risorse. Non è così: il problema non è la mancanza di cibo
ma l'accesso. Migliaia di piccoli produttori ed agricoltori sono stati messi in ginocchio da politiche
internazionali e regole commerciali scellerate, a vantaggio delle economie più avanzate.
La Giornata mondiale dell'alimentazione, istituita dalla FAO nel 1981, vuole quindi promuovere
politiche mirate, sollecitando investimenti pubblici e privati, promuovendo il trasferimento di conoscenze
tecniche e incoraggiando la partecipazione delle popolazioni rurali.
Yuan Longping
Uno dei successi più strabilianti della Cina contemporanea è stato
ilmiglioramento della sicurezza alimentare per decine di milioni di
contadini poveri. Questo processo, cominciato negli anni ’60 dopo la
carestia determinata dalla catastrofica dottrina maoista del “grande balzo
in avanti”, trova nella figura di Yuan Longping, agronomo e studioso del
riso, uno dei protagonisti indiscussi. Nato a Pechino nel 1930, diplomato
in scienze agrarie, all’inizio degli anni ’60, come professore alla “Scuola
agraria di Anjiang”, comincia a compiere ricerche sul riso per sviluppare
una qualità migliore e più produttiva: dopo più di 10 anni di studio sul
campo Yuan giunge, attraverso complicati incroci e ibridazioni sempre
con metodi naturali, al “riso ibrido”, una qualità del 30% più produttiva. Oggi oltre il 60%
del riso coltivato in Cina è ibrido: grazie a questa innovazione la produzione in 50 anni è
passata da circa 6 milioni di tonnellate l’anno agli odierni 20 milioni, sfamando quasi 100
milioni di persone. Yuan Longping, premiato più volte per le sue ricerche e consulente della
FAO, continua la sua opera diffondendo la sua qualità di riso in tutti i continenti.
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12
Le persone sono insicure sul tema dell’alimentazione quando non hanno un regolare
accesso a sufficienti quantità di cibo nutriente necessario a condurre una vita sana e attiva.
L’accesso agli alimenti non dipende solamente dalla disponibilità di cibo presente, ma
anche dalla capacità delle persone di produrre e acquistare cibo.
GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE 2015
PROTEZIONE SOCIALE E AGRICOLTURA PER SPEZZARE IL CICLO DELLA POVERTÀ
RURALE
Questa nota mira a spiegare ad insegnanti e studenti il concetto di protezione sociale.
Quando una famiglia povera, a causa di una sopravvenuta malattia o a causa di
una calamità (naturale o provocata dall’uomo), si trova in una situazione di difficoltà, o quando
non guadagna a sufficienza per provvedere ai bisogni dei suoi membri, la protezione sociale aiuta
la famiglia a venire fuori dalla povertà o a non farla ricadere in una condizione di
povertà e fame. Così intesa, la protezione sociale può definirsi come un insieme di politiche,
programmi e interventi, il cui obiettivo è “proteggere” le persone povere, quelle che vivono
in condizioni di insicurezza alimentare e quelle che sono soggette ad essere colpite dalla povertà
e dall’insicurezza alimentare. La protezione sociale si traduce in programmi di diversa natura che
forniscono aiuti economici e non, a persone povere e vulnerabili al fine di migliorare il loro reddito,
le loro capacità ed i loro diritti.
I programmi di protezione sociale possono essere classificati come segue:
- I programmi di assistenza sociale offrono supporto economico sotto
forma di denaro, buoni o mediante contributi non finanziari, a
famiglie
vulnerabili. A volte, per averne diritto, le famiglie devono soddisfare
specifiche condizioni, come, per esempio, mandare i propri figli a
scuola
e garantire loro una formazione. A volte, invece, le famiglie hanno
accesso a questi aiuti senza l’obbligo di soddisfare una specifica
condizione.
L’alimentazione scolastica è un tipo di assistenza sociale. Grazie a
regolari pasti offerti agli studenti, questi programmi incoraggiano i
bambini ad andare a scuola, migliorano la loro concentrazione e
garantiscono dei buoni livelli di nutrizione grazie ad un migliore
apporto calorico e di macro-nutrienti. A volte i prodotti utilizzati per
i pasti offerti a scuola, sono comprati presso i contadini locali,
contribuendocosì al loro reddito.
Quando i programmi di assistenza sociale riescono a fornire un
supporto - economico e non - in maniera regolare e affidabile,
permettono alle famiglie di avere una maggiore sicurezza per far fronte
a situazioni di crisi di diversa natura. Quando le famiglie sentono una
maggiore sicurezza, diventano più propense a investire per migliorare il
loro reddito.
Questi programmi evitano che le famiglie vendano i loro beni o ritirino i
loro figli dalla scuola, come strategia di sopravvivenza in caso di crisi
come per esempio una tempesta, che colpisce e danneggia i loro
raccolti o il bestiame.
13
19 OTTOBRE
Io faccio la spesa giusta!
Tortino di cime di rapa con cous cous; oppure
involtini di melanzane con quinoa. Sono solo
alcune delle oltre cento ricette che si possono
degustare
durante
la settimana
per
il
commercio equo e solidale, che tutti gli anni
viene
organizzata
all'interno
dell'iniziativa Io
faccio la spesa giusta!
La
settimana
promuove,
su
scala
nazionale,
il commercio equo e, quindi, il consumo critico.
Per commercio equo e solidale si intende una
partnership
commerciale
fondata
sulla trasparenza e il rispetto dei diritti dei
lavoratori,
per
la creazione
di
condizioni
di
maggiore equità sui mercati internazionali. Il fine è
di assicurare miglior condizioni commerciali e
lavorative per i piccoli produttori e commercianti
del sud del mondo, spesso esclusi dai circuiti
commerciali classici.
Attraverso un consumo critico e consapevole, il
consumatore può scegliere di acquistare quei
prodotti che provengono appunto dal circuito del
commercio equo. Si possono riconoscere perché
sono marcati col logo del Fairtrade. La settimana
si
sviluppa
informativi,
attraverso
degustazioni,
incontri,
promozioni
banchetti
presso
i
supermercati e nelle librerie, così come cene a
tema che aderiscono all'iniziativa.
Cosa fare oggi?
Procurati il ricettario del
commercio equo e solidale
Carlo Urbani
La figura del medico italiano è legata
inscindibilmente al suoimpegno contro la
SARS, la sindrome di polmonite atipica, da lui
identificata per primo come una nuova
malattia, che tuttavia egli contrasse stando
vicino ai pazienti, e che lo portò alla morte. Ma
Carlo Urbani (1956-2003) spese tutta la sua
vita per il miglioramento delle condizioni
sanitarie dei paesi poveri, in particolare
lottando contro le malattie parassitarie, curabili
ma prima causa di morte a motivo
dell’impossibilità di accedere ai farmaci. Attivo
fin da giovane in associazioni di volontariato e
di cooperazione internazionale come Mani tese
o Unitalsi, dopo essersi specializzato in malattie
tropicali e aver esercitato la professione medica
in Italia, nel 1993 entrò in Medici senza
frontiere operando dal 1996 al 2000 in
Cambogia. Nello stesso anno fu lui a ritirare a
Oslo il premio Nobel per la pace assegnato
all’organizzazione. Impegnato anche con l’OMS
venne inviato nel 2000 in Vietnam per
monitorare le malattie parassitarie nel pacifico
occidentale: tre anni dopo proprio li troverà la
morte. Fino all’ultimo Urbani lavorò per dare
dignità all’uomo diventando così una vera
incarnazione dell’ideale umanitario del medico.
14
21 OTTOBRE
Città sostenibili
Aalborg, Danimarca. Qui 80 amministrazioni locali europee e 253 rappresentanti di organizzazioni
internazionali, governi nazionali, comitati scientifici e società civile, firmarono la Carta Europea per uno
sviluppo durevole e sostenibile, nota appunto come Carta di Aalborg. Con essa, i firmatari confermano
la volontà di un futuro sostenibile delle città comunitarie, ovvero la previsione di spazi urbani ospitali,
creativi, puliti, in grado di fornire una buona qualità della vita a tutti i
cittadini ed in particolare consentendo a questi ultimi di partecipare a tutti gli
aspetti della vita urbana. Gli ultimi decenni, caratterizzati da progresso e
sviluppo tecnologico, hanno causato al contempo anche povertà, esclusione
sociale, aumento demografico, multiculturalismo spesso mal gestito. Gli
impegni presi devono saper vincere queste sfide, tenendo in considerazione
l'impatto globale di scelte locali. Per questo, tra le strategie d'azione della
Carta, l'accento è posto sulla massimapartecipazione di istituzioni e cittadini,
così come la concreta cooperazione tra città ed istituzioni confinanti.
I dieci principi chiave della Carta sono: governance, gestione locale per la
sostenibilità, risorse naturali comuni,consumi responsabili e stili di vita, pianificazione e progettazione
urbana, migliore mobilità e meno traffico, azione locale per la salute, economia locale sostenibile, equità e
giustizia sociale, dal locale al globale.
Cosa fare oggi?
Chiedi al tuo Sindaco di far aderire il tuo paese o la tua città alla campagna Città
Sostenibili
Leopold Kohr:
“Piccolo è bello”: questo slogan può condensare la ricerca e l’azione di Leopold Kohr (19091994), economista e politologo americano di origine austriaca, iniziatore di una
originale critica sullo sviluppo quantitativo del mondo basato su una insostenibile crescita
delle dimensioni dei consumi, della popolazione e della grandezza degli agglomerati urbani.
Nato in Austria nel 1909, Kohr studiò scienze politiche ed economia prima a Innsbruck, poi
a Vienna e infine a Londra. Nel 1937 visse come corrispondente freelance la guerra di
Spagna e l’anno successivo riparò negli Stati Uniti dopo che il suo paese era stato annesso
al Terzo Reich. Fino al 1973 insegnò economia politica all’università prima nel New Jersey
poi a Porto Rico e infine in Galles dove passò gli ultimi anni della sua vita. Le sue idee,
difese con una tenacia solitaria nel corso dei decenni, anticiparono analisi oggi condivise da
quasi tutti: la riflessione sulla trasformazione del tessuto sociale urbano stravolto dalla
crescita economica, la necessità di un approccio comunitario allo sviluppo delle città, la
nozione di “dimensione umana” contro il “culto della grandezza” applicata a ogni settore
(dalla finanza al traffico fino all’identità individuale e collettiva), continuano a fare di
Leopold Kohr una figura ineludibile per tutti i movimenti politici ambientalisti e per chi sogna
una vita basata sulla qualità e non sulla quantità.
15
“
24 ottobbre
Giornata delle Nazioni Unite
I fini delle Nazioni Unite sono:
1) mantenere la pace e la sicurezza internazionale;
2) sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli;
3) conseguire la cooperazione internazionale nella soluzione dei
problemi internazionali;
4) Costituire un centro per il coordinamento delle attività delle nazioni.
Così l'articolo uno dello Statuto delle Nazioni Unite, che proprio il 24 ottobre del 1945, entrò in vigore.
Visti i suoi scopi, l'ONU sembra essere una delle migliori vie per lapace globale e la cooperazione tra
nazioni; lo strumento supremo che i popoli si sono dati per combattere, politicamente, guerre e
divisioni. Tuttavia, dal Darfur al Congo, da Timor Est al Kosovo, la storia delle Nazioni è costellata
da luci ed ombre. Numerosi sono gli appelli per rendere più snelli, democratici ed incisivi gli organi
principali come l'Assemblea Generale, Il Consiglio di Sicurezza e la Corte Internazionale di Giustizia.
La strada della cooperazione tra stati è quella giusta, si tratta di indirizzare la riforma verso un sistema di
governo internazionale in grado di invertire il trend che troppe volte ha visto prevalere gli interessi
particolaristici dei singoli stati membri su quelli della comunità internazionale.
Cosa fare oggi?
Scopri quali e quante agenzie ONU non conoscevi
Rosa Parks
Stando seduta, rifiutando la legge assurda della discriminazione razziale, Rosa Parks (19132005)cambiò la storia degli Stati Uniti e del mondo. Nata in Alabama, tra alterne vicende, a
21 anni, dopo essersi già sposata, riuscì a conseguire un diploma superiore cominciando a
lavorare come sarta in un grande magazzino della città di Montgomery. Dal 1943, insieme
con il marito, collaborò con varie organizzazioni per i diritti e la salvaguardia sociale dei
neri. Ma la sua vita cambiò il primo dicembre 1955: tornando a casa stanca dal lavoro Rosa
Parks sull’autobus si sedette nell’unico posto rimasto libero; ma era riservato ai bianchi; le
fu intimato di spostarsi ma lei rifiutò decisamente; per questo fu arrestata. Quest’episodio
diede il via alle lotte per i diritti civili e al cammino di Martin Luther King. A Montgomery, dopo 381 giorni
di boicottaggio degli autobus la legge segregazionista fu sospesa. Nel 1956 il caso Parks approdò alla
Corte Suprema americana che sentenziò in suo favore: Rosa tuttavia perse il posto e dovette trasferirsi a
Detroit dove lavorò come segretaria fino al 1988. Gli ultimi anni della sua vita furono caratterizzati
dall’assegnazione di vari premi e riconoscimenti tra cui spicca la medaglia d’oro del Congresso degli USA a
lei attribuita nel 1999.
16
29 ottobre
Io non me ne frego
Che ci faceva Ben Harper sul palco del festival Rock Heineken Jammin
Festival a Venezia, con una maglietta nera con la scritta “Io non me ne
frego”?
Aderiva
alla
campagna
contro
la
povertà,
la
fame
e
l'indifferenza.
Soprattutto l'indifferenza è l'atteggiamento che la campagna si propone
di sradicare, nella convinzione che l'attenzione e l'impegno di ognuno
siano le armi per la lotta la degrado ambientale, allapovertà, alle violazioni dei diritti umani.
Sul sito della campagna sono indicati i primi cento “perché”, ovvero i primi cento motivi per i quali è
bene non fregarsene: perché, ad esempio, la deforestazione procede ad un ritmo di 13 milioni di ettari
all'anno; perché la spesa annuale per la lotta all’Hiv/Aids equivale alla spesa di 3 giorni in armamenti;
perché la crisi economica globale provocherà 53 milioni di poveri in più rispetto alle stime del 2015;
perché nel mondo circa 5,7 milioni di bambini si trovano in condizioni di lavoro forzato.
Dopo l'elenco dei primi cento, lo spazio è lasciato ai singoli cittadini, con la possibilità di inserire il
proprio “perché”, che sarà raccolto e pubblicato a fine anno in un libro.
Cosa fare oggi?
Scrivi perché, secondo te, è giusto non fregarsene
Ellen Johnson Sirleaf
Premio Nobel per la pace 2011 e prima donna a guidare un paese
africano, il volto di Ellen Johnson continua a rappresentare la
possibilità di riscatto di un continente capace di trovare un suo
spazio originale nel contesto globale, pur non snaturando la propria
cultura. Nata nel 1938 a Monrovia in Liberia, paese segnato
profondamente dalla divisione etnica tra autoctoni e liberianoamericani (che hanno detenuto il potere fino al 1980), dopo aver
studiato economia e pubblica amministrazione in varie università
degli Stati Uniti, alla fine degli anni ’70 ritorna in patria dove lavora
come funzionaria statale. Nel periodo successivo la vita Ellen Johnson è segnata dai cambi di regime
che hanno interessato la Liberia: costretta all’esilio a Nairobi continua il sua lavoro impegnandosi
anche per la Nazioni Unite e impersonando l’opposizione al governo di Charles Taylor. Dopo
complicati eventi, trattative diplomatiche, un’elezione presidenziale in cui ottenne soltanto il 10 %
dei voti, nel 2003 prepara la transizione democratica del paese: due anni dopo, in elezioni libere,
viene eletta presidente. Nel suo mandato, che dura tuttora, Ellen Johnson avvia un processo di
pacificazione che consente un grande sviluppo sociale e economico.
17
30 ottobre
Chiudi il rubinetto
Una perdita di poche gocce d’acqua dal rubinetto provoca lo spreco di 4800
litri d’acqua all’anno. Ogni volta che un uomo si fa la barba, nei nord del
mondo, utilizza oltre 25 litri quanto la quantità d’acqua che una donna del
Ciad riesce a procurarsi al giorno al fiume. Solo in Italia, in un anno,
vengono consumati circa 292 miliardi di litri d’acqua per lavarsi i denti,
quantità che potrebbe riempire, tanto per avere un’idea, 265 colossei.
Esistono piccoli
gesti
e stili
di
vita in
grado
di
poter
ridurre
drasticamente lo spreco di una risorsa tanto importante quale l’acqua.
Come? Ad esempio, chiudendo il rubinetto mentre ci si spazzola i denti o ci
si rade il viso; utilizzando gli elettrodomestici solo a pieno carico; o ancora,
assicurandosi che i rubinetti di casa nostra siano sempre ben chiusi e che non siano soggetti a perdite
d’acqua. Non si deve abusare dello sciacquone del water ed in salotto si possono innaffiare le piante con
l’acqua avanzata nella brocca oppure quella utilizzata per lavare lattuga e pomodori. Il giardino va
innaffiato la sera e l’auto porrebbe esser lavata più di rado con un secchio pieno anziché a getto. Un
risparmio medio di 130 litri d’acqua potabile per ogni auto.
Il sito dell'acqua di casa fornisce preziose informazioni sul perché l'acqua del rubinetto sia più sicura e
buona da bere rispetto all'acqua in bottiglia.
Pedro Arrojo Agudo
La tutela e l’accessibilità per tutti delle risorse idriche rappresentano
obbiettivi strategici per il benessere futuro dell’umanità. È questo il
campo di attività di Pedro Arrojo Agudo (1951), fisico ed economista
spagnolo, professore all’università di Saragozza: unimpegno che
investe tutti gli aspetti legati all’acqua, dal suo utilizzo alla sua
gestione fino all’approccio quotidiano che abbiamo con essa. La sua
pubblica azione ambientalista è datata 1995, quando Pedro
Arrojo guida un movimento popolare contrario all’intensivo piano di
sfruttamento del fiume Ebro che prevedeva la costruzione di
numerose dighe, lo spostamento di migliaia di persone e il
sovvertimento dell’equilibrio ecologico. La mobilitazione è stata
imponente spingendo i governi regionale e nazionale a modificare il piano curando
maggiormente le questioni relative all’impatto ambientale. Arrojo ha cercato sempre di
coniugare competenza scientifica e analisi economica, insieme a un’attività culturale volta a
cambiare la mentalità diffusa (ha lavorato per il risparmio idrico, per usi domestici
innovativi): per questo ha dato vita alla Fondazione per una nuova cultura dell’acqua, per
la quale nel 2001 è insignito del Goldman Price per l’ambiente.
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31 ottobre
Ponti e non muri
Era il novembre del 1989 quando il Muro di Berlino, forse il più
noto simbolo di divisione, fu abbattuto. Con la sua caduta,
l'epoca delle separazioni, dei conflitti, degli isolamenti, non è
certo terminata. Per un muro smantellato, ne sopravvivono
e
ne
sono
stati
costruiti
molti
altri:
Belfast,
Sahara
Occidentale, confine tra Usa e Messico, Cisgiordania, Nicosia,
Wagah (tra India e Pakistan), confine tra le due Coree, solo
per citare i più noti. Ma anche via Anelli a Padova, giusto per
rimanere a casa nostra.
Il muro che separa Israele dalla Cisgiordania, in particolare, rappresenta oggi perfettamente la strategia
dell'isolamento e della segregazione a scopo politico-territoriale di un popolo minacciato. Una barriera
in cemento e filo spinato che di fatto preclude ogni contatto tra popolo israeliano e palestinesi dei territori
occupati in quella che fu, storicamente, terra di passaggio ed incontro tra razze, culture e civiltà differenti.
Per sensibilizzare sulla difficile realtà della Terra Santa e favorire la nascita di un dialogo costruttivo tra
le diverse comunità, è nata dal 2004 la campagna internazionale “Ponti e non Muri”. Se il muro
rappresenta la divisione ed il rifiuto del diverso, il ponte è invece simbolo di dialogo, vicinanza e
comprensione. La campagna si prefigge infatti di tessere legami tra ebrei, musulmani e cristiani in Israele
e Palestina, comunità che oggi, complice anche il muro, faticano ad incontrarsi.
Cosa fare oggi?
Richiedi alla segreteria di Pax Christi il reportage “Piazza Pulita”
Hanna Siniora
La pacificazione tra israeliani e palestinesi avverrà quando l’opinione
pubblica, non i dirigenti politici, dei due popoli sarà convinta completamente
della necessità di un accordo. Per costruire ponti e abbattere muri è quindi
fondamentale la qualità dell’informazione. In questo solco si colloca l’azione
di Hanna Siniora (nato a Gerusalemme nel 1937), palestinese di religione
cattolica, farmacista ma soprattutto giornalista e dirigente politico. Dopo aver
studiato in India ritorna nel 1969 nella sua città ora occupata dagli israeliani
cercando di instaurare un difficile rapporto di convivenza, pur rivendicando la
causa palestinese (Siniora è stato dirigente dell’Olp di Arafat). Dal 1973 al 1993 è fondatore e direttore
del settimanale in lingua araba e inglese Al Fayr con cui segue gli spesso drammatici eventi della regione,
cercando sempre di offrire spiragli costruttivi. Premiato da vari organismi internazionali, attento anche
alla dimensione economica dei rapporti tra i due popoli, Siniora dirige tuttora l’IPCRI, un centro di ricerca
e informazione israelo-palestinese volto a trovare soluzioni innovative (come il superamento della visione
“due popoli due Stati” per ipotizzare una soluzione di federazione binazionale) per raggiungere il sogno
della pace.
19
Halloween
Le origini e la storia di Halloween
Halloween, la notte magica per eccellenza, ormai assurta a simbolo per tutti gli
appassionati di horror e unica occasioni in cui anche chi non ama il genere, è ben
felice di piazzarsi una maschera mostruosa in faccia, pur di poter partecipare a un
party.
Si tratta di una festa che prende sempre più piede anche in Italia, con sommo smacco di quanti non ne
vorrebbero nemmeno sentir parlare perché importata dagli Stati Uniti d'America. L'argomentazione è
debole, visto che tante altre delle nostre "feste tradizionali", in origine erano proprie di altre culture e
paesi.
Halloween: La Storia e La Festa
A ben vedere Halloween non ha origini americane, ma è prettamente una festa europea. La tradizione di
festeggiare la vigilia di Ognissanti (in inglese All Hallows' Eve Day, che è stato poi contratto in Halloween)
ha infatti origini britanniche, più precisamente celtiche.
Per quelle popolazioni, che si basavano principalmente sull'agricoltura per la sopravvivenza, l'anno nuovo
iniziava il 1° novembre e nella notte del 31 Ottobre si festeggiava Samhain, ovvero la fine dell'estate, in
cui i mortali ringraziavano gli spiriti per i raccolti estivi.
Ai quei tempi era infatti credenza comune, che nella notte di fine estate, le barriere tra il mondo dei vivi e
quello degli spiriti si assottigliassero tanto da permettere a questi di tornare sulla terra.
Da qui, discese l'uso di lasciare davanti alle porte delle abitazioni dei dolcetti, in modo da ingraziarsi le
anime dei defunti, o di appendere lanterne ricavate nelle zucche, le famose jack-o-lantern, per guidarne
il cammino.
Anche l'usanza del trick-or-treat, cioè del "dolcetto o scherzetto", che ogni 31 ottobre fa spostare di casa
in casa migliaia di bambini americani vogliosi di dolci e altre leccornie, deriva appunto da questa
credenza: i bambini si travestono così da impersonare degli spiriti, fanno visita alle famiglie guidati
dalle lanterne zucca e ottengono dolci in cambio della loro "benevolenza".
Certo, ormai ai giorni moderni proliferano maschere, vestiti e costumi che poco hanno a che fare con la
tradizione di Halloween - soprattutto quelli sexy indossati da tante avvenenti fanciulle - ma poco importa.
Altra usanza è quella di apparecchiare la tavola per la cena di Halloween aggiungendo un posto in più, per
rendere omaggio ai defunti.
Halloween: Samhain
La tradizione di Halloween risale allo Samhain (sow-en), ovvero la celebrazione dell'anno nuovo presso
l'antico popolo celtico.
Samhain, che tradotto significa "la fine dell'estate," cadeva nel periodo alla fine di Ottobre, quando il cima
diventava più freddo. L'arrivo di Samhain stabiliva quindi il cambiamento di stagione.
I Celti, che formarano una vera e propria società intorno all'anno 800 D.C. erano un popolo dedito
all'allevamento. Quando cominciava a far freddo, i pastori portavano il loro bestiame a valle. Questo
spostamento era di grande rilevanza sociale. Nei mesi invernali infatti, si stava a casa, facendo lavori manuali
e passando molto più tempo insieme ai propri famigliari.
Samhain portava anche l'ultimo raccolto dell'anno, evento festeggiate contemporaneamente in molte
diverse culture.
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Secondo la tradizione Celtica i momenti di transizione tra due stati (come il cambio di stagione
appunto)avevano particolari poteri magici. Samhain era il più grande ed importante momento di
transizione dell'anno: portava cambiamento climatico e spostamento della popolazione.
I Celti credevano quindi che questo potente momento magico potesse aprire una sorta di connessione con
il mondo dei morti, coloro cioè che avevano fatto esperienza dell'ultima transizione, quella tra la vita e la
morte.
Si credeva infatti che durante il Samhain mondo dei vivi fosse in stretto contatto con quello dei
morti, e che gli spiriti dei morti viaggiassero nuovamente sulla terra.
Molte delle attività svolte durante Samhain riguardavano proprio questa credenza ed oggi si sono
sviluppate in vere e proprie tradizioni di Halloween.
Il popolo dei Celti non scriveva le loro tradizioni, ma le tramandava oralmente, così che di generazione in
generazione le leggende e le credenze si arricchivano di nuovi particolari.
Halloween: Jack O'Lantern
La zucca intagliata che rappresenta l'icona fondamentale della festa di Halloween è conosciuta ormai in tutto il
mondo. Pochi, però, sanno a cosa si riferisce esattamente. Per trovare una spiegazione, bisogna risalire a
una vecchia leggenda della tradizione irlandese, quella che parla di quell'anima prava di nome Jack.
Costui, una vecchia canaglia ubriacona e taccagna, che lavorava come fabbro, si trovava ad arrancare
faticosamente verso casa nella notte di "Ognissanti" (All Hallows Eve), pieno di birra scura fin sopra gli
occhi. Ma ormai il suo fegato era allo stremo dopo tante fatiche alcoliche, e quella notte stessaun attacco di
cirrosi epatica sarebbe stata la sua condanna.
La fortuna volle che il Diavolo, avido e in anticipo sui tempi, decidesse di reclamare la sua anima prima
che il senno dell'irlandese svanisse del tutto. Jack, vista la sua pessima situazione, decise di giocarsi il tutto
per tutto. Impietosì il Diavolo, convincendolo a esaudire unultimo desiderio. Il Diavolo, che in questa
storia non è malvagio come lo si descrive, accettò.
Jack chiese, come ultimo desiderio, di farsi un'ultima bevuta.
"Purtroppo", disse al Signore delle Tenebre, "non mi ritrovo nel portafoglio neppure il becco di un penny.
Pertanto, signor Diavolo, potrebbe trasformarsi in una moneta da sei penny, onde consentirmi quest'ultima
bevuta?".
Il Diavolo, che evidentemente quel giorno era di buon umore, decise di agevolare l'ubriacone, ma, non
appena si trasformò in una moneta da sei penny, si trovò imprigionato dal furbo Jack, che lo infilò
velocemente nel suo portamonete, in compagnia d'un crocefisso d'argento.
Il Diavolo, in quest'occasione decisamente un povero diavolo, era molto arrabbiato: come ci si fa a fidare
degli uomini?
Però, non potendo trasformarsi nella sua reale forma per l'effetto deleterio del simbolo cristiano, il Diavolo
accettò l'ulteriore proposta fattagli di Jack: posporre di un anno la presa della sua anima.
Il Diavolo, scornato, se ne tornò da dov'era venuto, e Jack decise che in quell'anno avrebbe fatto di tutto per
migliorare il proprio comportamento. Ma i suoi buoni propositi ben presto svanirono nel nulla e il fabbro
ricominciò con la vita dissoluta: così l'anno a seguire, la notte di Ognissanti, si ritrovò ancora a dover
affrontare il Diavolo. Quest'ultimo, evidentemente un diavolo "di classe inferiore" non molto saggio o
particolarmente stupido, invece di strappare subito l'anima a Jack e scaraventarla nella Geenaa, acconsentì
a esaudire, prima, un suo nuovo desiderio.
"Senta, signor Diavolo, non potrebbe aiutarmi a prendere quella mela lassù, all'estremità di quel ramo? Le
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sarei grato per tutta la vita…", gli disse. Il Diavolo, non vedendoci possibilità d'imbroglio, annuì, e si mise
sulle spalle di Jack, al fine di afferrare il pomo.
Una volta, il suo superiore aveva imbrogliato l'uomo, con quel frutto, ma questo povero Diavolo, che non
conosceva la legge del contrappasso, ignorò la valenza simbolica del gesto. Mentre lo afferrava, il furbo Jack,
sotto di lui, incise rapidamente sul tronco dell'albero una croce, così che il Diavolo non riuscì a scendere,
rimanendo appeso al ramo come un fesso (qual era).
Nel tentativo di impietosire Jack, il Diavolo gli promise di lasciarlo in pace per dieci anni. Ma Jack rilanciò: "Se
la faccio scendere, signor Diavolo, lei mi deve promettere che non pretenderà mai più la mia anima".
Non potendo fare altrimenti, il Diavolo accettò.
Jack visse e prosperò a lungo? Macchè. Il suo fegato non tenne conto di questi accordi e un anno dopo
decise che non ce la faceva più, così Jack… morì.
Siccome di andare in Paradiso proprio non era il caso, visti i suoi trascorsi goderecci, Jack si presentò alle
porte dell'Inferno. Il Diavolo, a cui bruciavano ancore le umiliazioni inflitte dall'ubriacone, gli sbarrò la
strada.
"Una promessa è una promessa", disse furibondo, "pertanto, caro il mio Jack, vattene da qui: io non ti
voglio."
Jack si guardò indietro, e vide solo buio, sulla via che avrebbe dovuto ricondurlo a casa.
"Non mi può aiutare a trovare la strada, signor Diavolo?"
Il principe delle Tenebre, che era veramente un Signore, prese un tizzone infuocato dalla fornace eterna e
glielo lanciò. Jack, che per qualche strana ragione aveva con se una grossa rapa, la intagliò e ci mise
dentro il pezzo di carbone incandescente, per illuminarsi la strada.
Da allora, nella notte di Halloween, se aguzzate bene la vista, vedrete una fiammella che vaga nell'oscurità
alla ricerca della strada per casa.
Quello è Jack O'Lantern, letteralmente Jack della Lanterna.
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E la zucca, da dove viene allora?
31 ottobre
La zucca deriva dal fatto che gli immigrati irlandesi,
fuggiti dalle loro terre per la carestia della metà del XIX
secolo, una volta arrivati in territorio americano, non
trovarono rape sufficientemente grosse da poter essere
intagliate. Quel che trovarono fu una notevole quantità
di zucche, che sembrarono un degno sostituto della
rapa.
La zucca venne utilizzata perché si pensava che,
durante la notte di Ognissanti, potesse tenere
lontane dalle case gli spiriti dei defunti che,
al pari di Jack, tentavano di ritornare alla
propria casa.
Per questi motivo, se la notte tra il 31 ottobre e il 1
Novembre vi venisse voglia di un bel risotto di zucca,
non buttate via la scorza del vegetale, ma intagliatela e
metteteci una candela… farete una bella figura e
proteggerete voi e i vostri cari!
Halloween: Dolcetto o Scherzetto
Durante il Medioevo, una pratica popolare per Ognissanti era la preparazione della "soul cake" (torta
dell'anima): si trattava di un semplice dolce fatto di pane con una decorazione di uva sultanina o ribes.
Nella tradizione chiamata "souling", i bamibini andavano di porta in porta chiedendo un pezzo di torta,
proprio come nel trick-or-treat moderno. Per ogni fetta di torta ottenuta, ciascun bambino doveva
dire una preghiera per l'anima di un parente defunto, o per un parente di chi aveva dato loro la torta in
questione.
Le preghiere dei bambini dovevano servire alle anime dei defunti per trovare l'uscita dal purgatorio e
arrivare così al paradiso.
I bambini cantavano anche la canzone della "soul cake", così come oggi ci sono filastrocche del
tipo 'Trick-or-treat, trick-or-treat, give me something good to eat.' (Dolcetto o Scherzetto, dammi
qualcosa di buono da mangiare.)
Una versione della canzone diceva:
A soul cake!
A soul cake!
Have mercy on all Christian souls, for
A soul cake!
(tradotto suona circa Abbi pietà per tutte le anime Cristiane per una torta dell'anima)
Ci sono evidenze di attività simili al trick-or-treat nelle tradizioni Celtiche. Alcuni storici dicono che i Celti
si travestivano in modi spaventosi e sfilavano per le strade per scacciare gli spiriti vagabondi fuori
dalla loro città.
Inoltre, i bambini Celti andavano di casa in casa per raccogliere legna, per formare un enorme falò al
centro della cittadina. Quando il falò bruciava ogni altro fuoco doveva essere spento, per essere poi
riacceso con una fiamma proveniente dal falò di Samhain del villaggio, come simbolo di comunione e
collegamento tra tutti gli abitanti.
Molte delle tradizioni celtiche di Samhain avevano a che fare con la celebrazione delle proprie divinità. Ci
si vestiva come gli dèi celti durante le celebrazioni, e si andava di casa in casa a chiedere cibo da offrire
alle deità.
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Opuscolo realizzato da Giovanna Torre
Funzione strumentale area 2
Con il presente opuscolo, prende avvio una iniziativa con cadenza mensile, che vuole essere solo un piccolo
contributo per segnalare ai colleghi del nostro istituto avvenimenti, articoli di interesse umano,culturale e
sociale e sitografia utile per il nostro lavoro.
ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO!
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ottobre 2015 - Istituto Comprensivo Luigi Sturzo