a cura di Anna Aglaia Cazzaniga
Vasca al Parco Nord: di certo si farà, ma si possono ridurre i danni
ormai chiaro: le vasche anti-esondazioni al Senago e al Parco
È
Nord si faranno. Aggiungiamo: è altrettanto chiaro che la bonifica del Seveso sarà parziale e non risolverà la situazione drammatica
in cui versa il corso d’acqua. È qui il nodo della diatriba vasche sì vasche no: la qualità delle acque da “stivare”. Se infatti il Seveso non fosse uno zozzone nauseabondo non ci sarebbero grossi problemi a far
digerire questi enormi catini alla popolazione. Ovviamente con la
premessa che le vasche devono rimanere una soluzione emergenziale in attesa dei progetti che rispondono al nome di invarianza idraulica e separazione delle acque.
Abbiamo ricevuto da un gruppo di nostri lettori un interessante
spunto di riflessione che sottoponiamo alla vostra attenzione con una
premessa: non abbiamo verificato i dati in esso contenuti e quindi potrebbero essere non perfettamente rispondenti alla realtà. Quello che
però ci pare significativo è che questi numeri fanno riflettere: la cementificazione fa disastri incalcolabili e bisogna porre rimedio agli
scempi creati negli ultimi decenni. Abbiamo ancora tutti negli occhi
quanto è successo il 4 ottobre in Costa Azzurra: un territorio densamente urbanizzato, al pari di quello milanese, è stato invaso da una
montagna d’acqua che ha lasciato sul terreno 17 morti e danni per
centinaia di milioni di euro. La bomba d’acqua, che si è scaricata su
quel territorio, ha trovato un “habitat” ideale per devastare tutto:
asfalto e cemento ovunque, invece di prati e boschi in grado di assorbire milioni di litri di acqua, che hanno favorito il formarsi di impetuosi fiumi.
Ultima notizia, non certo in ordine di importanza, è che
l’Associazione Amici del Parco Nord e il Comitato Acque pulite sono
stati convocati in Regione Lombardia per un’audizione in merito alla vasca di laminazione al Parco Nord. Forse ormai i giochi sono fatti ma tentar non nuoce.
I tombini allegri di via Valfurva
Sulla vasca la pensa così il sindaco
di Bresso Ugo Vecchiarelli
“Fermo restando il nostro parere contrario all’opera, occorre puntare
a tutte quelle migliorie necessari affinché l’opera porti attenzione
agli aspetti naturalistici, di protezione e di sicurezza”.
luglio abbiamo pubblicato la lettera peA
tizione dei cittadini residenti in via
Papa Giovanni XXIII a Bresso, gli “sfortunati” che si troveranno la vasca anti-Seveso
sotto le finestre di casa.
Ora proponiamo un sunto della risposta,
data nel luglio scorso, del sindaco di Bresso,
Ugo Vecchiarelli, ai suoi concittadini. (La
pubblichiamo solo ora per assoluta mancanza di spazio sul numero di settembre. Ce
ne scusiamo con il sindaco e i nostri lettori)
“... Come ho avuto modo di relazionare personalmente al Consiglio Comunale ho già
espresso il mio formale dissenso sulla scelta
effettuata dal Comune di Milano di realizzare la vasca di laminazione in prossimità
dell'abitato del quartiere Papa Giovanni.
Partendo dall’assunto che siamo di principio contrari al consumo di altro suolo, a
maggior ragione di suolo piantumato del
Parco Nord, non possiamo dimenticare che
la vasca di laminazione non è prevista sul
nostro territorio ma sul territorio comunale
di Milano, al confine sud occidentale di
Bresso. Siamo però altrettanto consapevoli
delle situazioni di disagio provocate dal
Seveso negli ultimi episodi di esondazione
che interessano sì Milano ma comportano
gravi disagi anche per Bresso e in generale
per tutta l’asta dell’infrastruttura fluviale
che oggi già passa e lambisce le abitazioni
del quartiere. Ricordo l’ordine del giorno recentemente approvato in Consiglio Comunale che parte dall’assunto che il Parco Nord...
è una risorsa imprescindibile per ogni scelta
di carattere urbanistico ed urbano, ma anche ambientale... Abbiamo pertanto scritto
al Comune di Milano che riteniamo di fondamentale importanza, non potendo impedire un progetto previsto dalla Legge Obiettivo, sempre che venga confermato il finanziamento dell’opera, che si realizzerà al di
fuori delle nostre competenze territoriali, il
nostro coinvolgimento anche e soprattutto al
fine della salvaguardia degli aspetti paesaggistici e naturalisti dell’intervento... Si sono
succeduti rapporti epistolari con l’amministrazione milanese... e qualche risultato sembra abbiano prodotto (...spostamento dell’invaso verso via Aldo Moro). Quello che possiamo concretamente fare, fermo restando il nostro parere contrario all’opera, è puntare alla
realizzazione di tutte quelle migliorie necessari affinché l’opera venga progettata e realizzata con particolare attenzione agli aspetti naturalistici, di protezione e di sicurezza... Oltre
alla riqualificazione di tutto il tratto del
Seveso chiederemo il recupero delle aree oggi
incompatibili con il Parco e a ridosso del fiume per destinarle all’ampliamento del Parco
così da mitigare l’intervento complessivo e il
miglioramento della qualità delle acque...”
utto è cominciato l’anno scorso, in occasione dei
T
preparativi per l’Expo: l’As.Co.Prato aveva contattato gli Outline Studio Milano, tre giovani artisti
(Alessio, Jacopo e Matteo) di Pratocentenaro, e aveva loro proposto di decorare i tombini in ghisa del
quartiere per dare un tocco di colore alla zona. Gli
“Outline” non se lo son fatto ripetere e hanno provveduto a decorare, in tema “Expo”, 5-6 tombini delle
vie del quartiere. Il risultato è stato davvero simpatico, tanto che l’As.Co.Prato ha portato l'iniziativa in
CdZ 9, proponendo di allargarla su scala comunale.
Successivamente il Seveso ci ha messo del suo, con
le esondazioni dell’estate 2014, e i colorati tombini
sono diventati anche il pretesto per una risposta di
rinnovamento e riqualificazione delle aree interessate in questa zona della città. Così, il 9 settembre la
“street art” è arrivata nel quartiere, alla presenza di
politici, fotografi, giornalisti e di pochi cittadini ignari. In Via Valfurva, appoggiati ai muretti delle vasche
di contenimento del Seveso antistanti la piscina
Scarioni, una trentina di tombini decorati sono stati
posizionati come quadri e mostrati all’assessore ai
Lavori pubblici e Arredo urbano Carmela Rozza,
presente assieme all’assessore alla Sicurezza Marco
Granelli, con la collaborazione dell’As.Co.Prato, dell’Unione Commercianti, e del CdZ 9, rappresentato
da diversi consiglieri, nonché dalla presidente
Beatrice Uguccioni.
I tombini sono stati resi più attraenti da diversi artisti di strada, non solo per rendere più ospitale e divertente ai turisti questa parte di Milano, ma anche
per riqualificare delle zone non sempre molto frequentate, ma che hanno molto da offrire agli abitanti del quartiere. Ed è proprio questo lo scopo dell’evento: rendere le vasche di via Valfurva, attualmente utilizzate solo per contenere le esondazioni, un
luogo di ritrovo e intrattenimento per giovani, associazioni, o piccoli artigiani che vogliono esporre o
vendere le proprie opere al pubblico.
Oltre all’esposizione dei tombini d’artista, erano presenti altri gruppi con i loro stand, come i ragazzi del
“MilanMonkey”, della palestra “Total Natural
Training” di Via Val Maira, che giocavano nelle loro
esibizioni di parkour; o come i madonnari mantovani che disegnavano con dei gessetti un’enorme illustrazione al centro di una delle vasche; in altri
stands, posti agli angoli delle vasche, era possibile
confrontarsi e avere informazioni su argomenti più
disparati, a partire dalle dipendenze tossicologiche,
per finire con l'abbandono degli animali, grazie ad alcune associazioni di volontariato.
In particolare, le associazioni che si occupano degli
animali abbandonati (AS.T.R.A.A., 338.6593843 e
Coccobello Maio&Bao, 340.4130114) diffondevano
volantini che trattavano l’adozione di animali, la tutela di cani e gatti e l’aiuto ai randagi; mentre nello
stand dedicato alle dipendenze, gestito dalla
“Fondazione per un mondo libero dalla droga” distribuivano dépliant che trattavano “la verità sulla droga” con opuscoli su marijuana, ecstasy, alcol, crack
ecc, materiali didattici per affrontare questo tema
nelle scuole.
Durante l’evento, mentre l’assessore Rozza sottolineava che il Comune è pronto a sostenere altre iniziative di questo genere, il giovane street artist
Davide “Atomo” Tinelli ha continuato a dipingere altri tombini e il presidente dell’Associazione
As.Co.Prato, Carlo Proserpio, ha spiegato che il tutto è partito grazie alla collaborazione degli “Outline”,
che hanno realizzato il primo tombino “Expo 2015”,
e si erano già occupati di rendere più allegre le serrande dei negozi della zona. (Silvia Faggiano)
Al processo Pirelli bis chiesti per i managers condanne dai 4 ai 9 anni
Michele Michelino ([email protected])
l 7 settembre il Pm Maurizio Ascione - ripercorse tutte le fasi
Idegli
del processo e la responsabilità dei vertici dell’azienda Pirelli
stabilimenti di Viale Sarca di Milano e via Ripamonti nella
morte di decine di lavoratori avvenuta fra il 1979 e il 1989 - ha
chiesto le seguenti condanne: 9 anni di reclusione per Grandi
Ludovico, 7 per Sierra Piero (presidente sino a pochi mesi fa
dell’Istituto Nazionale di Ricerca sul Cancro e tuttora nel direttivo), 6 anni per Bellingeri Gianfranco, 5 e sei mesi ciascuno per
Liberati Omar e Veronesi Guido, 4 e sei mesi ciascuno per Manca
Gavino e Moroni Armando. Il Pm ha inoltre chiesto l’assoluzione
per Battaglioli Gabriele, Pedone Carlo e Picco Roberto in considerazione dell’esiguo “periodo temporale” in cui sono stati nel CdA
dell’azienda e per “coerenza” con quanto aveva già chiesto nel
precedente primo processo per l’omicidio colposo plurimo di decine di operai, conclusosi il 15 luglio 2015 con condanne a tutti gli
stessi imputati fra da 3 a 7 anni e otto mesi.
Nella requisitoria il Pm ha ricordato le testimonianze dei lavoratori
ex esposti dello stesso stabilimento evidenziando le condizioni di lavoro terrificanti e di esposizione a sostanze cancerogene dall'amianto, alle ammine aromatiche, alla betanaftilamina al nero fumo.
Il Pm ha citato testualmente le dichiarazioni di alcuni lavoratori testimoni nel processo: “Le condizioni di lavoro erano terribili, ma noi
dovevamo lavorare e basta”. Un ricatto che nemmeno oggi è finito,
soprattutto dopo la modifica dell’articolo 18 della Statuto dei lavoratori. Esaminando i casi dei 28 lavoratori parte offesa nel processo ha
chiesto l’esclusione a vario titolo di 14 lavoratori, morti di mesotelioma, tumore polmonare, tumore all’esofago e ammalati di altre malattie professionali perché, anche se è certo che sono morti per
amianto, il dibattimento non è riuscito ha dimostrare la responsabilità dei singoli dirigenti.
Per altri 14 casi di lavoratori morti di mesotelioma, tumore polmonare e uno di tumore alla vescica ha invece chiesto la condanna dei
managers, perché l’istruttoria ha dimostrato la netta responsabilità
dei sette managers di cui sopra.
• BredaTermomeccanica /Ansaldo Il 21 settembre si è tenuta al
Palazzo di Giustizia di Milano un’altra udienza del processo contro
10 dirigenti della Breda Termomeccanica/Ansaldo di Milano, imputati della morte per amianto di 12 lavoratori, con un nuovo giudice,
il dr. Simone Luerti della 9° Sezione Penale del Tribunale di Milano.
Il Pm ha comunicato al giudice il decesso di un’altro lavoratore della stessa azienda e ha chiesto al giudice se era il caso di inserire o meno il lavoratore appena deceduto nel processo in corso o istruirne un
altro. Il giudice si è riservato di rispondere alla prossima udienza del
16 dicembre. Questo processo - partito grazie alle denunce degli operai della fabbrica associati al Comitato per la Difesa della Salute nei
Luoghi di Lavoro e nel Territorio - iniziato da un anno è stato finora
rinviato per problemi burocratici, mancate notifiche, ecc. Stavolta
speriamo che il processo cominci davvero...
Festival della Biodiversità: un bilancio molto positivo
Lorenzo Meyer
ilancio positivo per la nona edizione
B
del Festival della Biodiversità organizzato dal Parco Nord nel mese di settembre.
Il Festival, in tutti questi anni, ha voluto
sottolineare il concetto di biodiversità come
varietà di esseri viventi che popolano la
terra, un numero incredibile di geni, specie
ed ecosistemi tutti legati uno all'altro, tutti indispensabili. Un patrimonio universale frutto di tre miliardi e mezzo di anni di
evoluzione, che rischia ora di essere fortemente impoverito e che, al contrario, deve
essere salvaguardato per garantire la nostra vita e quella delle generazioni future.
La manifestazione, resa possibile grazie a un largo partenariato di Enti
pubblici e privati, tra cui Parco Nord Milano, Regione Lombardia,
Ersaf, Comune di Milano, Università Bicocca, Università degli Studi di
Milano, Fondazione Cineteca Italiana, Zambon, Slow Food, Cooperativa Abitare con il supporto di Gruppo Cap e Fondazione Aem-Gruppo
A2A, ha visto la presenza di più di 30.000 visitatori, un numero superiore rispetto alla scorsa edizione, che hanno partecipato agli oltre 100
eventi che quest’anno sono stati accolti anche in tre nuovi spazi. Infatti,
oltre alla cascina situata nel cuore del Parco Nord dove ha avuto sede
la maggior parte delle iniziative durante i due fine settimana e al suggestivo Museo Interattivo del Cinema dove si è tenuta la più importante rassegna cinematografica milanese su questi temi, quest’anno si sono aggiunti tre luoghi: Oxy.gen, un padiglione avveniristico, a forma di
bolla d’aria galleggiante, disegnato dall’architetto Michele De
Lucchi, Villa Lonati del Comune di Milano e l’Orto Comune di
Niguarda, un nuovo spazio di 5.000 mq ideato da Parco Nord insieme
ai cittadini e alle associazioni di quartiere.
Ma al di là dei dati numerici questa edizione, ispirata ai valori e agli intenti stabiliti dall’Onu che ha proclamato il 2015
“Anno internazionale della Luce”, verrà ricordata per la qualità delle proposte al
pubblico: le mostre, gli spettacoli teatrali,
i film, gli eventi di intrattenimento, i laboratori e gli incontri di divulgazione scientifica, con ospiti di eccezione, gli eventi ludici per tutta la famiglia, le passeggiate filosofiche o naturalistiche, gli eventi legati
al benessere, le cene a tema e i mercatini
“dal produttore al consumatore”.
“Il Festival della Biodiversità - afferma Giuseppe Manni, Presidente del Parco Nord Milano - è l’unica manifestazione sui temi
della natura e della sostenibilità di respiro nazionale, tanto da
conquistarsi il primato di osservatorio da cui fare il punto, anno
dopo anno, sullo stato di sensibilizzazione circa le tematiche ambientali. In particolare quest’anno, in concomitanza con Expo
2015, è stato attentamente curato l’aspetto di come la biodiversità
si relaziona alla comune missione di nutrire il pianeta”.
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8 - Niguarda.eu