TERZ’ORDINE CARMELITANO - LUGO
San Giuseppe
Protettore
della Chiesa Universale
PREM ESSA
Questa ricerca è nata in riconoscenza del dono ricevuto
da parte di P. Giuliano De Angeli, della saletta dedicata a
“ S. Giuseppe ” luogo dove si è instaurata la sede del Terz’Ordine Carmelitano di Lugo.
In seguito abbiamo ritenuto opportuno creare una mini
libreria con l’intento di mettere a disposizione di chi ne fosse interessato, i documenti storici sulle origini del Carmelo,
la vita dei Santi Carmelitani e i libri della Chiesa Apostolica.
Chi più di S. Giuseppe poteva accompagnarci per un
cammino così arduo?
Abbiamo scelto l’Amato che Dio ha prescelto come padre terreno di Gesù, affinché ci potesse sostenere in questa nostra impresa.
Gli scritti e le poesie di questo opuscolo sono stati tratti da
fonti diverse mentre l’impaginazione, e la scelta delle immagini che valorizzano lo scritto, sono state realizzate da
Reggi Maria Grazia che ringraziamo dal più profondo del
cuore.
Giuliana Sivieri Reggi
( Responsabile del Terz’Ordine di Lugo )
Lugo, 24 gennaio 2005
IL SANTO DEI SANTI
Giuseppe di Nazareth, personaggio grande e piccolo nello stesso tempo.
Grande perché la sua disponibilità, la sua obbedienza a Dio, la sua cooperazione al piano della salvezza hanno fatto di lui uno strumento nelle mani di Dio, piccolo perché
compare raramente e di lui si dice ben poco nel Vangelo.
Non ci viene neppure presentato con una sua precisa identità, ma si dice che era “ lo
sposo di Maria ”, anzi, quando Gesù inizierà a manifestarsi pubblicamente attraverso segni prodigiosi, la gente, stupita e incuriosita, commenterà: “Non è egli forse il figlio del
carpentiere?“ (Mt 13,55), meravigliandosi che proprio costui, figlio di un anonimo artigiano, potesse fare cose tanto straordinarie.
“ Sulla terra molte cose ci sono nascoste, ma in cambio ci é data la segreta arcana sensazione del
nostro legame vivente con un altro mondo, col mondo superiore e celeste, e le radici dei nostri
pensieri e dei nostri sentimenti non sono qui, ma in quel mondo.
Dio ha preso le sementi da altri mondi, le ha seminate su questa terra e ha coltivato il suo giardino; tutto quello che poteva spuntare é spuntato.”
E’ giunta l’ora di amare Dio con tutta la mente, con tutto il cuore!
Il Santo dei Santi l’ha fatto e ci invita anche attraverso il suo silenzio, di amarlo nella
ricerca del mistero che sta sotto le apparenze delle cose, di tutte le cose.
“ Non é mistero l’occhio di un bimbo? Non sono mistero le tue mani? E la parola che dici ?
non é mistero la luce che si posa sul ciliegio, all’alba quando la rugiada fa della terra un infinito manto di perle?
Non é mistero la luce obliqua del tramonto quando i raggi feriscono la siepe come spade, e poi
si distendono sul mare, tagliando l’orizzonte e insanguinando tutta la terra di luce?
Non é mistero il canto degli uccelli a sera, quel loro cinguettare infinito sul cipresso, sopra le
tombe?
E ancora non sono mistero le ombre che si mettono in via e la notte che sta per avvolgere le case? E tu che finalmente rientri nella tua casa per cantare in silenzio la tua piccola preghiera?
E poi la notte.....
Lui attende soprattutto quest’ora per riempirti la mente di dolci pensieri, e il cuore dei suoi tesori. E’ l’ora della misericordia; l’ora in cui egli, di nascosto rinnova tutte le cose; e prepara
un giorno nuovo, un altro giorno, con altra luce, con altro sole; con altre foglie sugli alberi,
con altri fiori nel giardino....
E ti dona una nuova speranza e ti mette in grembo la sua misura colma di gioia.
O amore che nella notte continui sempre a creare....
(D.M. Turoldo “AMARE“)
1
U N R ESTO D I SP ER A N Z A
Un resto sempre farai che viva,
tu sei un Dio che ama la vita:
come tu ami non c’é uno che ama,
che abbia una simile cura dell’uomo.
Così hai fatto, Signore, a Israele,
così farai del nuovo Israele,
così del genere umano farai:
no, non saremo perduti per sempre.
E un resto sempre sarà che ti lodi;
nei verdi pascoli tuoi al riparo:
di umili e poveri un popolo scelto
a fare il bene, a salvar l’umanità.
( D.M. Turoldo )
2
UOMO GIUSTO E SILENZIOSO
In Matteo Giuseppe è presentato come ”uomo giusto” (Mt 1,19) che secondo la mentalità ebraica è colui che prima di tutto è obbediente e fedele alla Legge di Dio.
Di lui, però, colpisce molto di più il suo silenzio.
I Vangeli non ci tramandano alcuna sua parola. Accanto a Maria e a Gesù, Giuseppe
rimane una presenza silenziosa. E’ uno che agisce, che ama, che soffre, che sta accanto senza fare rumore, senza fare notizia.
Un uomo che ha saputo rispondere alla chiamata di Dio pur nella normalità della
vita quotidiana.
Dalle poche frasi che si leggono in Matteo
si capisce la sua sofferenza, il dubbio angosciante che lo assale, ma che sfocia in un atto
di fede e di abbandono.
Non sarà stato certamente facile prendere
la decisione di mettersi in cammino verso l’Egitto, cioè verso l’ignoto.
Eppure l’uomo giusto non si tira indietro di
fronte al progetto di Dio e nemmeno di fronte
a una paternità che, a prima vista e secondo
una logica umana può sembrare piuttosto anomala.
Pur non avendo parte alcuna al concepimento di Gesù, che è opera dello Spirito Santo e della potenza dell’Altissimo, Giuseppe, fedele a quanto i suoi padri gli hanno
insegnato, risponde all’appello di Dio che gli fa accogliere questo bambino come
dono del suo amore e come sua benedizione.
Giuseppe si fa carico fino in fondo di questo figlio che gli è stato donato, affrontando ogni impegno e dovere che la paternità comporta: lo custodisce, lo guida, lo cerca
quando, dodicenne, si allontana per restare al tempio, se ne prende cura finché c’è
bisogno di lui, poi, discretamente, in punta di piedi, si mette da parte.
(Suor Mariapaola Campanella - dal Filo d’Oro )
Giuseppe, uomo del silenzio
e della contemplazione,
insegnaci a leggere con fede la storia,
a scoprire come il Padre nascostamente
operi sempre negli eventi
senza alterarne il corso……
aiutaci perché ciascuno risponda
alle personali attese di Dio
come tu hai risposto. Amen
(D.M. Turoldo )
3
San Giuseppe è la piccola porta
che Gesù ci addita per raggiungere la pace del cuore
O San Giuseppe,
scelto da Dio per essere su questa terra
custode di Gesù e sposo purissimo di Maria,
Giuseppe, ti chiamano il giusto,
il falegname, il silenzioso.
Ma io voglio chiamarti amico.
Con Gesù, tuo figlio adottivo e mio salvatore,
con Maria, tua sposa e mia Madre,
tu hai un posto nel mio cuore,
hai un posto nella mia vita.
Dov’è il Signore?
Tu che l’hai cercato, tu che l’hai trovato, dimmi dov’é.
Dimmi dov’è, quando i giorni si succedono ai giorni,
senza storia, pieni di lavoro e di preoccupazioni,
o di solitudine o di stanchezza.
Dimmi dov’è, quando la prova e la sofferenza
sono il pane quotidiano.
Dimmi dov’è, quando non lo cerco più,
sazio e soddisfatto, ben sistemato in tutti i miei agi.
Dimmi dov’è, quando vengono a cercare da me conforto, amicizia e gioia.
Giuseppe, amico mio, tu che hai camminato tra luce e ombre, insegnami
a incontrare il Signore nel quotidiano della mia vita.
Tu, testimone stupito dell’azione dello Spirito, aiutami a riconoscere
le sue meraviglie e ad essergli docile.
Tu, così attento alle necessità dei tuoi cari, custodisci sempre aperti
il mio cuore e la mia mano.
Giuseppe, amico mio, che sei partito senza rumore per la patria eterna,
resta accanto a me la sera della mia vita, ascolta la mia preghiera, mai dimenticata:
Gesù, Giuseppe, Maria, spiri in pace con voi l’anima mia.
(Mons. Léon Soulier - dal libro Preghiere a San Giuseppe)
LA BIBBIA RACCONTA:
In quei giorni la parola del Signore
fu rivolta a Natan : “Va’ e riferisci
al mio servo Davide: Dice il Signore:
Quando i tuoi giorni saranno compiuti
e tu giacerai con i tuoi padri, io assicurerò
dopo di te la discendenza uscita dalle tue
viscere e renderò stabile il Suo regno.…”
( 2 SAM 7,4-5 – 14,16 )
Questo celebre oracolo indirizzato a Davide dal profeta Natan
é divenuto uno dei testi-base del messianismo.
4
Il tema fondamentale riguarda la scelta inattesa di Dio il quale decide di farsi compagno dell’uomo attraverso la sua presenza nella dinastia di Davide:
“Io gli sarò padre ed egli mi sarà figlio.”
Frase che apparteneva ai rituali orientali dell’incoronazione regale, attraverso la quale
si dichiarava che il sovrano era figlio naturale della divinità. In Israele tale frase acquistava un significato diverso:
“ il re sarà solo figlio adottivo di Dio.”
Mentre nella rilettura cristiana l’oracolo di Natan acquistava una luce nuova: Giuseppe
attraverso la sua realtà “ biologica ” di discendente davidico diventava colui che preparava il terreno storico entro cui si sarebbe inserito il Figlio di Dio.
E quel bambino che entrerà in questa linea della promessa davidica sarà la presenza
perfetta di DIO IN MEZZO A NOI,
“ il figlio per eccellenza di Dio, in senso pieno e reale. “
Giuseppe, ultimo anello della genealogia davidica,
diventerà per noi fratello, perché legato alla nostra umanità
e padre terreno di Gesù salvatore, Figlio unigenito del Padre celeste.
SA PIE N Z A D EL G IU ST O
All’immagine viva del Padre,
che del bene é gioia e ragione,
alla luce che rompe le tenebre
nello Spirito canti ogni giusto.
5
I L PR O G E T T O D I D I O
Giovanni, nel primo capitolo del suo Vangelo, consacra infatti alla scoperta del Messia un
significativo versetto:
“L’abbiamo trovato”…...dice Filippo in modo trionfale parlando di Colui che
Mosé e i profeti annunciavano “E’ Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth.
(Gv 1,45)
Vale a dire: ERA BEN NASCOSTO !
Tutto accade come se il Padre eterno avesse voluto far assumere pienamente a quest’uomo
il suo ruolo, senza che ciò apparisse.
Egli è il Figlio di Davide, grazie al
quale Gesù potrà portare in modo
legittimo il prestigioso titolo che
caratterizza il Messia.
E’ lo sposo della Vergine e nulla è
più toccante di quest’evidenza che
di solito non viene sottolineata.
(Dio chiede a Giuseppe la propria verginità e una fiducia cieca che la gravidanza di Maria era di origine divina.)
Il suo compito “sarà quello di sottrarre l’INCARNAZIONE agli sguardi “. Nascondere …
coprire…ridurre…., strappando a un mondo ostile o immaturo quel Bambino che il Padre
gli affida. Questo ci comunica il Vangelo e lo scrittore Bossuet lo dirà in modo magnifico:
“ Gli Apostoli sono come lampade, per mostrare Gesù Cristo al mondo; Giuseppe è
il velo per coprirlo, e sotto quel velo ci nasconde la verginità di Maria e la grandezza del Salvatore delle anime. ”
La Chiesa null’altro potrà fare se non progressivamente comprendere il senso di
questo versetto che contiene tutto :
” Lo Spirito Santo genera il Corpo di Cristo in Maria, ma ella deve vivere con Giuseppe. L’accettazione di Giuseppe, il suo “ SI “ risuonerà nell’eternità e lo renderà partecipe diretto all’ INCARNAZIONE ! “.
6
Si, é di David il figlio agognato
la profezia attraversa la storia:
Egli ormai é tra noi, é venuto
e nei millenni ora splende l’evento!
Giuseppe, figlio di David, che pensi?
E tu perché, o fanciulla, non parli?
già la promessa sua sposa attendeva,
già veleggiava la vita nell’arca.
E lei aveva il candore di un giglio!
Certo né l’una né l’altro sapeva
cosa fioriva dal ceppo antico,
solo il silenzio infinito li univa.
E non un’ombra di un solo sospetto
attraversava il tuo cuore, Giuseppe:
l’occhio del giusto non vede che bene,
e finalmente, così, dopo tanto......
E’ scritto che tutto avvenne
perché si adempisse quanto
il profeta aveva detto.
(D.M.Turoldo )
Sant’Agostino spiega:
“ Un figlio, non uno qualunque, ma il Figlio di Dio é nato dalla Vergine Maria alla pietà e
alla carità di Giuseppe....ciò che lo Spirito Santo ha operato lo ha fatto per Maria e per
Giuseppe.
Lo Spirito, riposandosi sulla giustizia di entrambi, ha dato a tutti e due un figlio”
Qui matrimonio e verginità sono entrambi ordinati, in una misteriosa indissociabilità
all’unica irrepetibile maternità della storia umana.
Con l’Incarnazione di quel bambino, promessa attesa nei secoli, si é compiuta la Promessa di Dio e tu, o padre ricevendone la rivelazione sei stato ritenuto “ L’ultimo dei Patriarchi .“
San Giuseppe, amato da Dio e da Lui prescelto come padre terreno del Figlio prediletto,
attraverso l’esempio sublime fondato sull’obbedienza all’eterno Amore, diviene guida
della sua Chiesa, perché possa ritornare alla casa del Padre in unione con Gesù e lo Spirito Santo.
Egli, fidandosi di Dio con una libertà interiore ammirabile, attraverso la verginità incorotta e feconda della sua sposa ha visto fiorire, da questo roveto ardente, il frutto benedetto dello Spirito, Gesù salvatore. Chiuso nel suo silenzio, mirabilmente ha compreso
la signoria di Dio fino in fondo e scomparendo agli sguardi di tutti, indisturbato, ha contemplato il suo Signore e lo ha adorato e servito.
Oh grande san Giuseppe,
sposo amatissimo della Madre dell’Amato,
quante volte hai sostenuto tra le braccia
l’Amore del cielo e della terra?
7
L A MI S S I O N E D I S . G I U S E P PE
San Giuseppe, maestro di vita spirituale, traccia la via che porta alla santità e ci insegna a
modellare i nostri costumi secondo la legge di Dio e della Chiesa.
Tutti i santi hanno una missione speciale; alla potente attrazione che essi esercitano sugli
spiriti devoti, corrisponde un centro di irradiazione altrettanto potente.
Mettiamoci allora alla sua scuola e con lui studiamo quelle virtù che ci orientano verso Dio,
ci spingono al bene, ci fanno diventare sempre più perfetti “ Figli del Padre celeste “ e “ Fratelli di Gesù Cristo “.
La FEDE che san Giuseppe possiede é una fede divina, profonda, vivente :
DIVINA,
per ricordarci che la fede é una virtù che si ottiene gratuitamente da Dio ed ha il suo fondamento sull’autorità di Dio che si rivela ed ha come oggetto primario Dio stesso.
PROFONDA,
perché il Santo ha offerto all’influsso divino una volontà docile, umile e generosa.
VIVENTE,
perché corrisponde alla verità creduta. Egli lo dimostra attraverso la sua vita:
“ Vive in una dedizione continua al servizio di Dio. Ubbidisce senza esitazioni, accetta il
dolore santificandolo con la fede che é “sostanza di cosa sperata ....“
San Giuseppe, con la meravigliosa purezza della sua vita collabora ai grandi misteri di Dio
perché ogni impurità é di ostacolo alla crescita del “ Regno dei cieli tra noi “.
Egli ci fa gustare il mistero dell’Incarnazione che é il mistero stesso della purezza.
• Il VERBO fatto uomo, santifica totalmente la carne assunta,
• la maternità, attraverso cui il Figlio di Dio diventa Figlio dell’uomo, trasfigura e
rende feconda la verginità di Maria
• ma questo avviene anche perché san Giuseppe custodisce tanto misterioso candore, con un consenso e una fede pari soltanto alla sua personale purezza.
Con tale immacolata trasparenza,
egli ama Maria di un amore intenso
e profondo che mai cuore di sposo
abbia avuto per la sposa.
Un verginale amore nuziale é così il
coronamento d’una purissima vita.
8
Il Santo accetta la povertà e la vive come una virtù.
Egli l’accetta senza l’amarezza dei rimpianti o le inquietudini delle rivendicazioni.
L’onestà e l’assiduità nel lavoro furono l’unica sua reazione dell’indigenza dei mezzi, anche
quando grandi responsabilità di protezione e di sostentamento gravavano sulle sue spalle
di capo della santa Famiglia.
San Giuseppe confidando in Dio giorno per giorno ha reso credibile con la sua fede,
l’esistenza della Provvidenza donata agli uomini da parte del Padre celeste.
Amando l’Eterno ciecamente, in lui ha posto la sua SPERANZA.
Quella speranza, come dice san Tommaso che consiste nella fiduciosa attesa dell’immancabile aiuto di Dio. Riponendo la fiducia nella sua bontà ha raggiunto la pace del cuore e rimane in attesa del suo soccorso.
E’ bastato un sogno per confortare la sua fiduciosa aspettativa e l’Altissimo ha benedetto
l’unione verginale del Santo alla sua sposa immacolata.
Nel mistero di Betlemme, quando la povertà
si prepara in tutta la sua crudele durezza ad
accogliere il Redentore, san Giuseppe, su cui
pesano tutte le responsabilità paterne, pone
una speranza incrollabile in Dio e il suo spirito ricolmo di serenità fa si che tutto si realizzi
nella divina solennità dell’inno Angelico, dei
pastori adoranti, dei magi offerenti.
La persecuzione di Erode, la povertà di Nazareth, tutta una vita piena di trepidazioni....
eppure egli é rimasto il Santo della pace; perché la santità non dimentica che al di sopra
dell’odio degli empi sta la predilizione di Dio,
al di là dell’esilio, la patria senza confine, al di
là della povertà, i tesori dell’eterna gioia.
Egli, attraverso la sua pace ci ricorda: “ il dolce oblio della speranza cristiana ”
“ Una vita senza amore é come una primavera senza fiori ”
Basta pensare a questo per comprendere che i santi, fiori del giardino
celeste, hanno amato e sono vissuti nell’Amore.
San Giuseppe ha amato Dio sopra ogni cosa e in Lui,
ha saputo amare gli uomini.
Ogni spirito retto freme di venerazione amorosa di fronte al fascino dell’universo osannante
all’Eterno. Dio però, per mezzo di un dono supremo, innalza la nostra natura e la fa tendere
a sé non solo con l’attrattiva del godimento, ma con l’intimità dell’amicizia.
Dice il Signore: “ Amatevi come io vi ho amato ”. Questa legge della fratellanza evangelica é
voluta da Gesù Cristo ed é divenuta il distintivo del cristiano.
Ecco il ritratto che il Vangelo e la tradizione ci rivelano sulla persona del Santo:
tutte queste virtù vivono in lui,
Egli ama come un padre, ci aiuta come un fratello, ci comprende come un amico.
Bello, allora osservare come la carità di san Giuseppe sia avvolta nel silenzio, velata da quel
nascondimento che distingue ogni santità.
9
A V E , O G IU SEPP E
Nelle tue mani, o Giuseppe, abbandono le mie povere mani:
alle tue dita intreccio, pregando, le mie fragili dita.
Tu che provasti il bruciore delle schegge di legno,
non disdegnare la mano che timida batte al tuo Regno.
Tu che nutristi il Signore col quotidiano lavoro,
dona il pane a ogni mensa e la pace che vale un tesoro.
Tu, Protettore celeste di ieri, oggi e domani,
lancia un ponte d’amore che unisca i fratelli lontani.
E quando, ubbidiente all’invito, Ti tenderò la mia mano,
accogli il mio cuore contrito e portalo a Dio pian piano.
Allora se ben le mie mani sian vuote, sian stanche e pesanti,
guardando le Tue mi dirai: “ Così son le mani dei Santi! “.
(Dal libro San Giuseppe - ed. SHALOM )
10
L’OBBEDIENTE,
che segue le voci del cielo senza discutere diventa:
SPOSO DI MARIA,
PADRE LEGALE DI GESU’,
CAPO DELLA SANTA FAMIGLIA.
PREGHIERA
O beato Giuseppe,
tu che hai custodito i tesori di Dio, Gesù e Maria
insegnaci ad amarli come Tu li hai amati.
Tu che nel silenzio e nella preghiera
hai collaborato al mistero della salvezza,
donaci la capacità del silenzio interiore
per fare posto alla Voce di Dio.
Tu che ti sei fidato delle parole
degli Angeli mandati dal Padre,
insegnaci ad avere fiducia
nella provvidenza e nella misericordia di Dio.
Affinché con il tuo esempio
e soprattutto con il tuo aiuto
possiamo anche noi essere “Servi del Signore”
autentici e credibili testimoni del Vangelo.
11
PE D A G O G I A D I VI N A
Tutto culmina in Cristo e
“nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare ”
(Luca 10,22)
“Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo,
il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza
e di rivelazione per una più profonda conoscenza di Lui.…
Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi
e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa ”
(Efesini 1,17.22 )
Nel Figlio abbiamo tutto, ma questa rivelazione si svolge in modo progressivo.
San Gregorio di Nazianzio ne spiega il perché: gli uomini non potrebbero sopportare troppa
luce in una volta, diverrebbero completamente ciechi. Ecco perché sono state necessarie
delle lunghe tappe.
Si possono distinguere tre età del mondo e della grazia:
∗ l’età del Padre, prima della Chiesa;
∗ l’età del Figlio, verso il quale tutto converge;
∗ l’età dello Spirito che diffonde sul mondo la grazia di Cristo.
Corrispondono alle tre manifestazioni delle tre persone divine così come vengono espresse
nel Credo.
∗ In esso la creazione é ricondotta al Padre,
∗ l’Incarnazione redentrice al Figlio,
∗ la nascita e la cattolicità della Chiesa allo Spirito.
La parusia finale non inaugurerà una quarta età del mondo e della grazia,
ma manifesterà la virtù trasfiguratrice e lo splendore della grazia
che é stata portata nel mondo il giorno di Pentecoste.
12
CRISTO CENTRO DELLA STORIA
Cristo si trova al centro del tempo storico, alla fine della seconda età del mondo e prima della terza età, cioè tra l’Annunciazione e l’Ascensione.
Egli è al di sopra della Chiesa e dei tempi della Chiesa.
Tutto è cominciato grazie alla rivelazione del
P a d r e.
A poco a poco, grazie agli instancabili avvertimenti dei profeti, e alla loro costante preparazione, il popolo eletto accetta ciò che Dio gli dice di se stesso:
“ IO SONO IL PRIMO E IO L’ULTIMO;
FUORI DI ME NON VI SONO DEI”.
Il constatare questa verità è oggetto di una profonda meditazione e per comprendere
questo meraviglioso mistero é necessario camminare sui passi di Gesù.
G e s ù , l’uomo nato da Maria, è Dio. E’ uguale al Padre.
Nessuna verità è più sconcertante, più scandalosa per la ragione umana. Nessun’altra
verità è più strabiliante, più feconda, più dinamica.
E lo S p i r i t o S a n t o ?
E’ toccante il fatto che il nostro Credo non affermi direttamente la sua divinità. E’ presentato come Dio poiché lo si adora insieme al Padre e al Figlio.
Lo si adora, dunque è Dio.
S.Atanasio dirà: ”che egli è Dio poiché ci rende divini….”.
Lo Spirito Santo opera nella notte della fede per rivelarci, come ci è stato promesso da
Gesù “la VERITA’ tutta intera“ e per riversare “ la CARITA’ nei nostri cuori ” (Romani
5,5). E’ così che ci rende divini.
13
Dal momento in cui il mistero di Dio comincia a chiarificarsi, gli uomini possono interessarsi alla V e r gi n e M a r i a . In verità sin dall’inizio si può percepire fino a
qual punto il suo mistero è legato a quello di Gesù. Le discussioni sulla natura umana e divina di Cristo, durante il IV secolo, daranno l’occasione di proclamare
(Concilio di Efeso 431) che Maria è, per immensa gioia del popolo cristiano, “ Madre di
Dio “.
Ma ci sono voluti molti secoli per ammettere definitivamente che Maria era totalmente libera dal peccato e dopo dieci secoli di lotte, il Papa Pio IX proclamerà il
dogma dell’Immacolata Concezione l’8 Dicembre 1854, verità sostenuta da tutta la
Chiesa e fortemente incoraggiata dalle apparizioni di “ RUE DE BAC “ nel 1830.
E
G i u s e p p e?
Si può realmente pensare alla santità della Sposa senza necessariamente evocare il
suo inseparabile compagno con il quale ella era una cosa sola? Giuseppe e Maria erano realmente sposati e qui, più che altrove, non si può davvero separare ciò che
Dio ha unito.
Si impone l’apparizione dell’uomo e della donna, questa coppia alla quale Dio domanda di non essere altro che un’unica realtà a “ IMMAGINE E SOMIGLIANZA “
di Dio. Ecco farsi chiara la condizione della vera vita umana sulla terra e la vera introduzione alla comprensione dei misteri divini: per questa ragione Gesù, di fronte
al grande scandalo degli apostoli, ricorda, in Matteo 19, che il fedele e indissolubile
matrimonio dell’uomo e della donna è il segreto dell’inizio di ciò che Egli viene a instaurare.
Maria, l’Immacolata scelta da Dio è la sposa del suo inseparabile compagno
con il quale ella era una cosa sola.
Così all’alba del cristianesimo sono posti i principi che papa Leone XIII svilupperà
nella “ Quamquam pluries 1889 “:
Giuseppe e Maria sono sposati e la santità di Giuseppe si ricongiunge misteriosamente a quella di Maria.
“Ed ecco che sulla soglia del Nuovo Testamento, come all’inizio dell’Antico, si presenta una coppia. Ma mentre quella di Adamo ed Eva fu la sorgente del male che si
è abbattuto sul mondo quella di Giuseppe e Maria è la cima dalla quale la santità si
diffonde sulla terra“
(Paolo VI ,alle Equipes Notre-Dame, 4 Maggio 1970).
14
Colui che viene introdotto al mistero di Giuseppe percepisce che, nella scoperta di
Giuseppe, Maria occupa uno dei ruoli più importanti.
Non é forse Lei che direttamente pone lo stesso Gesù sul nuovo cammino dicendogli
“Tuo padre e io ti cercavamo” (Luca 2,48)
Che cosa significa? Lo stesso Gesù, in un primo momento, sembra non averla accettata.
Poi, in seguito a queste parole, tutta la sua persona sembra precipitare da un luogo alto e splendido verso un punto basso e in apparenza misero, là dove suo Padre lo vuole, dove suo Padre lo attende da tanti anni.
All’età di dodici anni Gesù ha riconosciuto che suo Padre voleva
che egli vivesse all’ombra di Giuseppe, quel padre che Maria gli aveva destinato.
Subito dopo il Vangelo ci dice che Gesù “cresceva“.
Ma anche Giuseppe cresceva, in modo tale che il suo mistero sfuggiva completamente ai
piccoli schemi del pensiero umano. Come poterlo riconoscere allora?
Solo uniti a Gesù, guidati da Maria,
possiamo gradualmente ricevere alcuni elementi di risposta.
All’inizio del Vangelo di Giovanni troviamo l’invito fatto da Filippo a Natanaele:
“Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosé nella Legge e i Profeti,
Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret “
e la risposta:
“da Nazaret può mai venire qualcosa di buono? “
“ VIENI E VEDI “
(Giovanni 1,45-46)
La storia intera é dunque, un lento cammino:
è in Cristo che lo Spirito Santo, che ci é donato, può introdurci a queste meraviglie.
“Innalzato alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre
lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso“
(Atti 2,33)
15
Vieni, luce della luce
Vieni, o Spirito del cielo,
manda un raggio di tua luce
manda il fuoco creatore.
Misterioso cuor del mondo,
o bellezza salvatrice,
vieni, dono della vita.
Tu sei il vento sugli abissi,
tu il respiro al primo Adamo
ornamento a tutto il cielo.
Vieni, luce della luce,
delle cose tu rivela
la segreta loro essenza.
Concezione germinale
della terra e di ogni uomo
gloria intatta della Vergine …
O tu Dio in Dio amore,
tu la luce del mistero
tu la vita di ogni vita
( D.M. Turoldo )
Dio ha unito Maria e Giuseppe, la coppia che dobbiamo imparare a non più separare, ha
permesso la venuta di Gesù sulla terra e la sua lenta formazione.
In particolar modo, la rivelazione della persona e del ruolo di san Giuseppe é correlata,
in maniera curiosa e spesso inavvertita, con la rivelazione del Padre eterno.
Ciò che é fuor di dubbio è il fatto che questa rivelazione avviene in modo progressivo,
secondo la volontà del Padre eterno dal quale tutto procede, come ben afferma san Giacomo:
“ Non andate fuori strada, fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto
viene dall’alto e discende dal Padre della luce, nel quale non c’é variazione né ombra
di cambiamento “
(Giacomo 1,16-17)
Tutto viene dal Padre, in Cristo. Tutto in Lui é stabilito:
∗ L’immenso movimento della CREAZIONE,
∗ la scelta del popolo EBRAICO,
∗ l’INCARNAZIONE del Figlio, la sua vita, la sua morte, la sua risurrezione,
l’ascensione,
∗ l’esistenza e la vita della Chiesa....“
Tutto converge verso Cristo e Cristo é interamente rivolto al Padre e:
“Quando tutto gli sarà sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli
ha sottomesso ogni cosa, perché DIO SIA TUTTO IN TUTTI ”
(1 Corinzi 15,28)
16
IN NO A D IO PADR E
Dio d’amore, o fonte di gioia,
vogliamo offrirti un inno di grazie:
nulla chiediamo se non di cantare,
lodarti in nome di ogni creatura.
O creature tutte del cielo: Amen
O creature tutte della terra: Amen.
O creature tutte degli abissi: Amen.
Sei tu la vita e vita é luce,
tutte le cose continui a creare,
e formi l’uomo a tua somiglianza,
l’uomo che é il volto del tuo mistero.
Per tutto quello che sei, o Dio: Gloria.
Per tutto quello che hai compiuto, o Dio: Gloria.
Per tutto quello che compirai, o Dio: Gloria.
(D. M. Turoldo)
17
LA CHIESA
Oggi la Chiesa dimostra una particolare attenzione, dal punto di vista teologico, alla
persona di san Giuseppe. Si può parlare di una teologia globale, in cui la figura di san
Giuseppe sta al centro per illuminare i suoi rapporti con l’Incarnazione, con le persone
di Gesù e di Maria, con la storia della salvezza e quindi con la realtà della Chiesa di
Dio.
E’ sintomatico che questa teologia circa il nostro santo vada maturando, nel nostro tempo in semplicità di pensiero e di ambiente. Essa si realizza nell’approfondimento della
sacra scrittura e della tradizione della Chiesa, secondo il magistero ecclesiastico: le sorgenti perenni che illuminano e nutrono la nostra fede.
San Giuseppe, nella Chiesa del nostro tempo, poi, é anche modello del laico chiamato
alla santità. Egli é un laico nel senso più pieno della parola, perché non caratterizzato
da alcuna funzione istituzionale. E’ un uomo come tutti, inserito pienamente nella realtà terrena e con il suo vivere quotidiano ci sprona ad offrire al Cristo il servizio di una
vita del tutto ordinaria.
Nessun dubbio, ha scritto Antonio di Sant’ Alberto, carmelitano
“che Dio abbia posto nelle sue mani l’anello della sua onnipotenza e che abbia affidato
alle sue disposizioni, al suo arbitrio la distribuzione di tutte le grazie“.
Oggi, più che mai abbiamo la certezza che tutti questi doni vivono in Lui e, attraverso
riflessioni bibliche, echi di una esperienza pastorale, riflessi di una personale preghiera,
presenza di uomini di Chiesa, pensatori, di Santi e di Sante intravvediamo la grandezza e la indiscussa santità della sua persona.
Nessun dubbio, che Dio gli abbia conferito il diritto di una protezione universale
senza limiti, disponendo che il suo patrocinio si estendesse a tutte le necessità.
18
U N PR O TE TTO R E
Oh, San Giuseppe! Ti ho pregato forse troppo poco.
Te ne chiedo perdono.
Ho parlato di te, ma non ho parlato con te,
che pure tante cose ci hai detto con il tuo silenzio,
con la tua prontezza ad eseguire i voleri di Dio,
con quel tuo lavoro quotidiano che insegna a tutti gli uomini,
e specie ai poveri del mondo, ad elevare il loro.
Tu sei il protettore della Chiesa
e Papa Giovanni t’ha dato in essa un posto privilegiato.
Noi vogliamo avere una profonda devozione per te,
perché hai protetto Maria e Gesù,
perché sei un modello di tutte le virtù.
San Giuseppe, raccomandiamo a te l’unità della Chiesa,
gli Ordini e i movimenti religiosi,
le famiglie;
custodisci i giovanetti e i bambini ,
perché non siano trascinati dalla cattiveria del mondo,
ma camminino custoditi anche da te nei piani di Dio.
(Chiara Lubich)
19
I L C A R M E L O E I S A N T I N EL L A C H I E S A
Maria e Giuseppe, uniti dal vincolo divino che é Gesù benedetto, vivono da sempre nella
famiglia carmelitana che li circonda di venerazione e di amore, sicché il significato spirituale diventa una verità perenne.
“Sempre la Santa Famiglia, reduce dall’esilio a cui il mondo la condanna, trova rifugio e sosta di consolazione e di pace tra i figli di Elia profeta “.
La realtà storica di uno speciale culto carmelitano a san Giuseppe non ammette dubbi; il
Carmelo nella storia della Chiesa sta all’avanguardia del benefico movimento di pietà e di
culto, che si é verificato specialmente in occidente attorno alla degna figura dell’ UOMO
GIUSTO. La Chiesa del terzo millennio continua a imparare alla scuola di san Giuseppe il
coraggio della fede e l’umiltà del servizio per rispondere alle sfide urgenti della nuova evangelizzazione.
SANTA TERESA D’AVILA
Ad infervorarci nella devozione al Santo e ad una illimitata fiducia in lui valgono la testimonianza e l’esempio di santa Teresa d’Avila.
La santa sosterrà, insieme a Gesù, centro assoluto della sua vita, e quindi insieme a coloro
che con lui formano una cosa sola, il ruolo della capanna di Betlemme:
GIUSEPPE e MARIA.
Ella offrirà loro un nuovo asilo ed essi acquisteranno nella Chiesa una nuova importanza.
Il fuoco tanto desiderato da Gesù, quel fuoco che é così impaziente di vedere sulla terra
(Luca 12,49) il fuoco dell’amore divino, brucerà in lei in modo originale.
Dio le suggerirà nuove idee su san Giuseppe. Teresa sperimenterà una sorta di relazione vitale con colui il quale non può non colpire per la sua forza, la sua certezza, la sua efficacia.
Senza dubbio l’aspetto più sorprendente é il fatto che consideri san Giuseppe come il suo
maestro di preghiera. Ella dice:
“ Colui che non ha un maestro per l’orazione può prendere presto questo santo come guida
e non rischierà di smarrirsi ”.
Teresa, maestra di preghiera della Chiesa, Dottore in materia, aveva capito chiaramente una
verità che la Chiesa non aveva ancora appreso:
“ Giuseppe é stato il passaggio, misteriosamente stabilito da Dio, verso il Padre sia per
Maria che per lo stesso Gesù.
Giuseppe é stato maestro nel pregare per la Regina degli Angeli e per il Figlio dell’uomo “.
20
Dopo Santa Teresa d’Avila, sulla sua scia riconosciuta e scelta, la strada é aperta e tutto il
XVII sec. Teresa vivrà una straordinaria intimità con “ L’Intendente del Padre ” e questa intimità si manifesterà in uomini di primo piano, ne ricordiamo alcuni:
San Francesco di Sales – Jean-jac Olivier , Papa Leone XIII, Papa Pio IX, San Leonardo da
Porto Maurizio, fratel André, santa Bernardette, papa Giovanni XXIII, papa Paolo VI e papa
Giovanni Paolo II.
Senza clamore, ma in modo sincero, la Chiesa continua a meditare in questi secoli, con una
profondità che ancor oggi stupisce, sulla grandezza di san Giuseppe e si assiste nel XIX secolo alla nascita di ogni genere di Confraternita, Congregazione, devozione, Concili provinciali a lui consacrati.
Nel tempo che Dio aveva stabilito illustri araldi sono stati ispirati per proclamare la grandezza del Santo Patriarca e gli incontri furono organizzati in quasi tutto il mondo: Austria,
Cecoslovacchia, Ungheria, Colombia, America, Francia.
Anche se, ancora oggi, la carità di san Giuseppe é avvolta nel silenzio, velata da quel nascondimento che distingue ogni santità ci consola poter penetrare in un così grande mistero
attraverso l’intuizione dei grandi della Chiesa.
Chi non ricorda
SAN FRANCESCO DI SALES ?
Con la sua intuizione ci ha fatto comprendere la
prima meravigliosa verità:
“ Che Gesù é stato generato all’ombra del sacro
matrimonio di Giuseppe e Maria ”.
Il lavoro dello Spirito Santo, che nella tradizione corrisponde a quell’ombra, prende
la forma molto concreta che Dio ha espressamente voluto: Maria deve abitare con
Giuseppe, Maria concepisce all’ombra di Giuseppe poiché l’ombra di Giuseppe é la
condizione della nostra nascita spirituale. Qui, e qui solamente, il Cristo vuole vederci crescere spiritualmente con lui. Attraverso questa via Dio é sceso tra gli uomini:
“ Viene in verità, vuole incontrarci e qui ci vuole amare ”.
21
E PAPA PIO IX , che all’apertura del Concilio Vaticano I (8 Dicembre 1870 ) proclamò
ufficialmente il Patronato di san Giuseppe sulla Chiesa Universale?
Con l’avvento di un tale pastore, finalmente sbocciarono ovunque le testimonianze della
più tenera e ardente devozione.
Appena qualche mese prima dell’avvento di Pio IX nasce in Canadà, terra tradizionale di
san Giuseppe, in una famiglia molto modesta, un bimbo di nome Alfred Bessette che sarà
scelto dalla divina Provvidenza per orchestrare magnificamente gli sforzi di Pio IX.
Il grande pontefice e il piccolo frate lavorarono entrambi alla medesima opera, insieme con
una non meno modesta fanciulla di Lourdes, Bernardette, contemporanea del piccolo canadese.
Bernardette e colui che diventerà il celebre fratel André avevano la stessa statura, la stessa
età, la stessa salute cagionevole, la stessa povertà, la medesima e totale assenza di mezzi
umani..... la stessa totale riuscita nella loro sorprendente missione!
L’una sarà il punto di partenza del più grande santuario mariano nel mondo; l’altro dell’Oratorio San Giuseppe, la più grande chiesa cattolica dopo San Pietro a Roma.
Da due lati dell’Oceano, i loro destini si incrociarono nel mese di agosto 1872, quando il povero frate, inutile, disprezzato, finì per essere ammesso nella Congregazione dei Padri della
Santa Croce dedicata a san Giuseppe, mentre Bernardette, divenuta suora di Nevers, scopre
in san Giuseppe il padre che sostituirà il caro Francois Soubirous, morto l’anno precedente,
tre mesi dopo l’8 Dicembre 1870.
Il 19 novembre 1954, il cardinal Léger ricordava gli sviluppi inattesi della storia di fratel André e del suo Oratorio. L’umile frate si era sentito spingere a tentare una piccola costruzione
in onore di san Giuseppe. La vita di quest’uomo di Dio, i miracoli e la volontà divina fecero
in modo che, cinquant’anni più tardi, un tempio gigantesco ne predesse il posto.
Alla morte di fratel André circa un milione di persone si recarono all’Oratorio San Giuseppe
del Mont Royal per rendergli omaggio malgrado il freddo e la neve.
Fratel Andrea Bassette (1845-1937)
beatificato il 23 maggio 1982
Bernardette Soubirous (1844-1879)
santificata l’8 dicembre 1933
22
P R I MA VE R A D E L L A C H I E S A :
I L C O N C I L I O VA T I C A N O II
Papa Giovanni XXIII in una sua lettera apostolica del 19 marzo 1961 aveva parlato di una
nuova primavera della Chiesa, per la quale sentiva essere necessaria la presenza dell’umile
e mite figura del Santo Patriarca.
Questa figura, diceva, rimase per secoli in un misterioso nascondimento, ma é giunto il momento che essa susciti nelle anime un più vivo e fiducioso abbandono al suo aiuto.
A convalidare questo suo convincimento papa Giovanni XXIII passerà intera l’eredità
“Giuseppina” nelle mani di Paolo VI, che promuoverà mirabili discorsi su san Giuseppe e la
Santa Famiglia di Nazareth e culminerà nel 1989 con la lettera Apostolica di papa Giovanni
Paolo II, intitolata “ Redemptoris Custos ”.
NUOVO MILLENNIO
Papa Paolo Giovanni II consegnerà alla Chiesa cinque importanti e significativi documenti
riguardanti, con precisa mira le Persone della Santissima Trinità celeste e quella beatissima
terrestre.
∗ “ DIVES IN MISERICORDIA “ su Dio Padre
∗ “ REDEMPTORIS HOMINIS “ sul Verbo fatto uomo, il Cristo;
∗ “ DOMINUM ET VIVIFICANTEM “ sullo Spirito Santo;
∗ “ REDEMPTORIS MATER “ sulla Madonna e infine
∗ “ REDEMPTORIS CUSTOS “ su San Giuseppe.
Questi cinque documenti sono insieme la più alta esemplarità dell’obbedienza a Dio della
creatura, sulla quale il Figlio di Dio ha potuto percorrere la sua strada di obbedienza al Padre.
In ogni famiglia cristiana deve regnare questa spiritualità di adesione
alla volontà di Dio, nella quale soltanto c’é il nostro bene e la vera pace.
Tutta la santa famiglia di Nazaret é un capolavoro di divino-umana bellezza.
Se l’uomo é stato creato, come afferma la Bibbia, a immagine di Dio, nella santa famiglia di Nazareth
abbiamo una splendente immagine personalizzata della santissima Trinità celeste,
e l’archetipo della famiglia su questa terra sognata da Dio.
23
Carissimi,
ho tentato di penetrare nel mistero di questo grande Santo, ma come
era prevedibile, piccole luci sono state gettate in queste pagine.
La mia unica speranza, senza presunzione é di aver mosso in voi il
desiderio di approfondire tale mistero perché come san Giovanni della
Croce proponeva:
“ possiamo diventare figli e figlie
di quest’uomo silenzioso,
nascosto, invincibile,
che soltanto Maria
conosce davvero e ci mostra,
perché Egli possiede
il segreto di ogni luce,
di ogni stabilità,
poiché la Parola venuta
attraverso Maria
a lui é stata affidata ”.
24
INDICE
pag.
1
Un resto di speranza
“
2
Uomo giusto e silenzioso
“
3
La Bibbia racconta
“
4
Sapienza del giusto
“
5
Il progetto di Dio
“
6
La missione di S. Giuseppe
“
8
Ave, o Giuseppe
“
10
L’Obbediente
“
11
Pedagogia Divina
“
12
Cristo centro della storia
“
13
Inno a Dio Padre
“
17
La Chiesa
“
18
Un Protettore
“
19
Il Carmelo e i santi nella Chiesa
“
20
Primavera della Chiesa (Il Concilio Vaticano II)
“
23
Epilogo
“
24
Il Santo dei Santi
BIBLIOGRAFIA
André Doze ( Sacerdote di Lourdes ) “ GIUSEPPE ”
P.M. Turoldo – Mons. Ravasi
“ LUNGO I FIUMI ”
Suor Maria Pia Campanella
“ FILO D’ORO ”
Chiara Lubich
“ OGNI MOMENTO E’ UN DONO ”
Mons. Léon Soulier
“ PREGHIERE A S. GIUSEPPE ”
Preghiere ed. SHALOM
Scritti di Papa Paolo VI
Scarica

libretto san giuseppe ultimo.pub