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Itinerari per scoprire le meraviglie della provincia di Trapani
LEGENDA
PARCO ARCHEOLOGICO
IMMERSIONI
LIDO BALNEARE
RISERVA MARINA
PORTO
AEROPORTO
FUNIVIA
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7 itinerari costieri, per scoprire le bellezze che la provincia
di Trapani ha da offrire ai suoi visitatori, partendo dall’Agro Ericino.
Questo territorio, rinomato soprattutto per le sue coste incantevoli
ed incontaminate, offre però numerosi altri ambienti di grande interesse paessaggistico e naturalistico: tratti costieri, litorali sab2
biosi, aspre scogliere, lagune, saline, corsi d’acqua, ondulate vallate,
vette, isole e isolotti.
Alle bellezze naturali si aggiungono le meraviglie storico-archeologiche, si ha la possibilità di fare un viaggio nel tempo: dalle
numerose grotte preistoriche di Custonaci e Levanzo, alle Mura
Ciclopiche di Erice, dai Templi di Segesta e Selinunte, alla splendida isola di Mozia...
In questo magnifico e variegato paesaggio vogliamo guidare il
visitatore per mezzo di facili, ma suggestivi itinerari stradali tra
le meraviglie che questa provincia ha da offrire.
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1° iTinErario
Trapani
Erice
da non perdere
A Trapani, ogni anno, dalle 14 del Venerdì Santo, alla mattina del Sabato, si rivive
la Via Crucis. In un clima in cui il sentimento religioso si intreccia con la cultura popolare, vengono portati in processione i 20 Misteri. Lungo una processione di 2 Km
circa, i gruppi scultorei vengono portati a spalla seguendo il ritmo delle marce funebri che fanno da sottofondo (annacata).
A Erice alle 14,30 di ogni Venerdì Santo, parte dalla Chiesa di S. Orsola, la processione dei Misteri. Sei vare (legno, tela e colla) del XVII sec., che riproducono la passione di Cristo, vengono portate in processione attraverso le viuzze a ridosso delle
mura ciclopiche fino a giungere in cima al paese. Al tramonto il corteo si avvia silenzioso verso la Chiesa da cui si è partiti.
Nel mese di maggio si tiene la Cronoscalata del monte Erice, gara automobilistica
di velocità di montagna, lungo un percorso tortuoso di circa 6 Km.
In occasione dei festeggiamenti in onore di Maria SS. di Custonaci “Custode e Patrona
degli Ericini” vengono realizzati nei cortiletti ericini i Tableaux Vivents, a soggetto mariano.
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A 750 metri sul livello del mare sorge la città di Erice, un antico borgo in pietra che dalla
sommità del monte San Giuliano domina l’intera vallata.
Ancora oggi questo borgo medievale si presenta intatto, racchiuso da una grandiosa
cinta muraria a pianta triangolare equilatera, detta “Mura Ciclopiche” perchè, secondo
un’antica credenza, le maestose mura furono costruite dai Ciclopi.
Arrivando dalla SS 187 che da Valderice con una serie di tornanti giunge alla splendida cittadina, la visita inizia dai Giardini del Balio, in fondo la via Conte Pepoli.
Dove un tempo si estendeva l’antica Acropoli oggi si possono ammirare le Torri del
Balio, il Castello di Venere e la Torretta Pepoli.
La storia del Castello di Venere ebbe inizio con i Sicani che realizzarono su questa rupe
un altare sacro (X sec a.C.) dedicato alla dea della bellezza e dell’amore, gli Elimi e i
Cartaginesi introdussero riti orientali come la prostituzione sacra e il volo delle colombe in primavera, sotto i Romani l’area sacra fu intitolata a Venere. Sulle rovine romane i Normanni costruirono nel XII sec. il palazzo del Governatore e del “Bajulo”
(magistrato che amministrava la giustizia), passò poi sotto gli spagnoli e nel 1872 divenne proprietà del Conte Agostino Pepoli che lo restaurò. Ciò che colpisce di più è la
magia di questo luogo e la strepitosa panoramica, proprio come 3000 anni fa sospesa
fra le nuvole ed il mare.
Sempre alla fine del 1800 risalgono i Giardini del Balio, così come oggi li vediamo e la
Torretta Pepoli costruita sul dirupo, in cui moduli arabeggianti si fondono ad architetture medievaleggianti.Uscendo dal Balio si arriva alla Chiesa più antica di Erice: San
Giovanni. L’antico impianto costruito su uno strapiombo, risale al XII sec., l’edificio è
caratterizzato dalla maestosa cupola bianca che termina in un acuto peduncolo.
Scendendo poi per via Roma si incontra la Chiesa di San Giuliano, dal campanile tardo
barocco, la Chiesa di San Francesco d’assisi (del 1362), la Chiesa e il monastero di San
Carlo, con i balconi monacali da cui le suore di clausura seguivano le funzioni religiose.
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Scendendo ancora per via Guarnotta troverete la Chiesa di San Pietro, eretta nel 1365 dal Papa Urbano V, e la Chiesa
di San Domenico. Infondo a via Cordici si trova Piazza Umberto I (piazza principale di Erice), dove sorgono la Biblioteca e il Museo Comunale. Deviando per via Vultaggio si possono visitare la Chiesa di Santa Teresa (XVIII sec.), la
Chiesa del Carmine (XV sec.) e il palazzo Militari, l’edificio più antico della vetta, dell’impianto originale probabilmente
resta solo la bifora gotica. Adiacente al palazzo Militari si trova la “Casa Vacanze Santa Teresa”.
All’estremità di ponente, a Porta Spada, su un’ampia piattaforma rocciosa, sorge il Quartiere Spagnolo, massiccia costruzione del XVIII sec. che non fu mai completata. Tornando verso Porta Trapani si incontrano le Mura Ciclopiche, per
giungere infine alla Matrice di Erice, costruita nel XIV sec., per volere di Federico III d’Aragona. Uscendo da Porta Trapani si può scendere verso il capoluogo in pochi minuti con la funivia, che vi offrerà uno splendido panorama sulla falce
di Trapani. Qui giunti, sarà facile raggiungere in autobus il Santuario dell’Annunziata. Costruito attorno al 1250 dai Frati
Carmelitani, a quel periodo risalgono il rosone ed il portale d’ingresso, il resto è un rifacimento barocco. Capolavori del
‘500 sono la Cappella dei Pescatori e quella dei Marinai.Qui è custodita la trecentesca statua della “Madonna di Trapani”, in marmo color avorio di Nino Pisano, ritenuta taumaturgica e ricoperta da ex-voto.
Attiguo alla Basilica, il Convento dei Frati Carmelitani, divenuto nel 1906 Museo Regionale, grazie alle donazioni del
Conte Pepoli, dove sono conservate collezioni archeologiche, pittura siciliana, numismatica, ceramica ed oreficeria
oltre a centinaia di pezzi in corallo (lavorazione tipica trapanese).
Lasciata la via Conte A. Pepoli e percorrendo tutta la via G.B. Fardella, si giunge a Piazza Vittorio Emanuele e di fronte
la Fontana del Tritone (il complesso bronzeo del 1951 è di Li Muli). A piazza Vittorio Veneto. È dalla via Garibaldi che
ci si inoltra nella città vecchia. Trapani nata a ridosso del porto su uno stretto promontorio a forma di falce (inarco drepanon, che secondo la leggenda fu persa da Cerere durante le ricerche di Proserpina). La via Garibaldi è una vetrina di
palazzi e Chiese, come: Palazzo Riccio di Morana e Palazzo Fardella Fontana (XVIII sec.). Sulla sinistra si apre la salita
San Domenico, che conduce agli omonimi Chiesa e Convento; in questa splendida chiesa sono conservati, in una sala
dietro l’altare, affreschi trecenteschi, ed inoltre è seppellito Manfredi, figlio di Federico III d’Aragona.
Alla fine di via Garibaldi ormai inglobato totalmente nel Palazzo del Banco di Sicilia, un antico arco che premetteva il
passaggio al di fuori delle mura.
Sulla destra il Mercato del Pesce e a sinistra le antiche Mura di Tramontana .
La passeggiata continua in via Torrearsa, sulla sinistra si possono ammirare la Torre Oscura e la Torre dell’Orologio, il
Palazzo Senatorio alle cui spalle si trova la Chiesa trcentesca di Sant’Agostino.
Prima di dirigersi verso corso Vittorio Emanuele vale la pena di visitare la Chiesa del Purgatorio che custodisce i venti
gruppi sacri dei Misteri, sculture lignee realizzate da aritsti locali (XVII-XVIII). Sul corso si affacciano la Chiesa del Collegio e la Cattedrale di San Lorenzo. Proseguendo ancora per il corso si giunge all’estremità della “falce” che termina
con la torre di Ligny, torre di avvistamento del 1761, oggi Museo della Preistoria e del Mare. Da qui si possono ammirare la Colombaia (antico carcere borbonico) il Lazzaretto, Villino Nasi e il Porto Peschereccio, che ancora più splendidi appariranno al tramonto quando tutto si colora di rosso.
Per uscire dal centro è possibile prendere il bus navetta, che passa frequentemente, per giungere a piazza Vittorio
Emanuele e da qui fino alla funivia per godersi nuovamente lo splendido panorama fino all’arrivo in vetta.
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2° iTinErario
Valderice • Custonaci • Cornino
Lido Valderice • Bonagia
da non perdere
A Valderice, nel periodo estivo, al teatro San Barnaba, si tiene una rassegna cinematografica accompagnata da eventi teatrali, musicali e da manifestazioni sportive.
La settimana di carnevale, invece, sulla via principale sfilano, tra musiche e balli,
i carri allegorici e i gruppi mascherati.
A Custonaci e in tutto l'Agro Ericino, la settimana che precede l’ultimo mercoledì del mese di Agosto, si svolgono i festeggiamenti in onore di Maria SS. di Custonaci, con la rievocazione storica dello sbarco dell’immagine sacra della
Madonna presso la baia di Cala Buguto. I festeggiamenti terminano la domenica
con i fuochi pirotecnici.
A Bonagia e a Favignana, dall’1 al 3 giugno si svolge: BONTON, Rassegna enogastronomica di Tonno e Prodotti di tonnara (vedi itinerario 7).
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Valderice, cittadina posta in collina quasi come un gradino per raggiungere il
mare, si trova immersa nel verde.
Tra l’800 e il ‘900 Valderice, allora chiamata San Marco e Paparella, vide una fase
di sviluppo. É, infatti, in questo periodo che vennero edificate le sontuose ville
che ancora oggi impreziosiscono il paesaggio valdericino, già estremamente variegato e suggestivo dal punto di vista naturalistico: ad ovest il Monte San Giuliano, sul quale svetta Erice che domina il paesaggio, in basso Bonagia e a sud la
campagna che si estende per chilometri su morbide colline.
Sulla SS 187, al bivio per Erice, si scende verso la frazione di San Marco (primo
nucleo abitato della valle). Qui si trovano la chiesa di Maria SS. della Purità (1866)
Rocche Giglio e il Molino Excelsior (1904).
La Chiesa, a navata unica, è decorata con stucchi di gusto classico a campiture colorate, inoltre è possibile ammirare sull’altare maggiore la statua lignea della Madonna della Purità (1863).
Lasciata la chiesa e girando a sinistra in direzione Trapani si giunge a Rocche
Giglio, un costone roccioso di notevole interesse archeologico e naturalistico
caratterizzato dalla presenza di palme nane e macchia mediterranea. Qui sono
state ritrovate grotte del paleolitico superiore che hanno restituito strumenti litici,
fossili animali oltre che ripari con iscrizioni presumibilmente fenicio-puniche.
Risalendo verso Valderice si incontra il Molino Excelsior, un interessante esempio di archeologia industriale. La struttura architettonica dei primi del ‘900 è di
gusto liberty e all’interno sono custoditi macchinari e antichi attrezzi da lavoro
per la macina del grano.
Lasciata la frazione di San Marco, immettendosi sulla via Vespri, si prosegue verso
la via San Barnaba per ammirare lo splendido paesaggio che offre la Pineta Comunale. Adiacente ad essa, in una ex cava di calcarenite, si trova il moderno Tea-
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tro San Barnaba, che nella stagione estiva ospita eventi culturali e rassegne cinematografiche e teatrali (gestito
dall’Ente Teatro Città di Valderice).
Ritornando sulla via Vespri si prosegue verso il centro cittadino, dominato dalla Villa Betania (1856) e dalla
Chiesa di Cristo Re (1950). Antistante la Chiesa è la moderna piazza, da cui si scorge un magnifico panorama
sul mar Tirreno.
Salendo sulla destra si raggiunge l’amena collina di Ragosia, a 220 metri sul livello del mare, che è da sempre
zona di villeggiatura e da cui si può ammirare tutta la cittadina di Valderice e la baia di Bonagia.
Scendendo dalla via Misericordia si raggiunge il Santuario di Maria SS. della Misericordia (1769), dove è custodita l’immagine miracolosa della Vergine. In questa chiesa si può ammirare l’opera dei migliori architetti, pittori e scultori trapanesi, quali: Biagio Amico, Domenico La Bruna, Andrea Carreca, Pietro La Grassa...
Accanto alla chiesa uno splendido Parco per godersi una passeggiata tra la natura.
Proseguendo lungo la strada, che un tempo era l’unico collegamento tra Erice e Custonaci, si incontra “l’arco
del Cavaliere”, ciò che rimane di una cappella che accoglieva il quadro della Madonna di Custonaci durante i
“trasporti” ad Erice e viceversa. Proseguendo per questa strada, che offre uno scorcio di campagna selvaggia,
si giunge a Custonaci.
Situato su di una collina rocciosa a trecento metri sul livello del mare, il paese è al centro di un ricco bacino
marmifero, La Riviera dei Marmi, fonte principale dell'economia del luogo. Il marmo delle Cave di Custonaci
è apprezzato e rinomato in tutto il mondo. Il paese è formato da diverse frazioni, alcune chiamate Bagli per
la loro conformazione. Al centro del paese, il Santuario della Madonna di Custonaci con il suo artistico basolato.
Scendendo verso la baia di Cornino si trova la Grotta Mangiapane, antico insediamento preistorico poi trasformato in borgo, una sorta di presepe naturale con una ricca vegetazione circostante. Nel periodo natalizio,
vi viene realizzato un Presepe Vivente, mentre in altri periodi dell’anno è un museo di mestieri antichi. A meno
di un chilometro, il mare con le "Cale" naturali di Cornino, in un paesaggio quanto mai suggestivo cui fa da
sfondo il Monte Cofano. Svariati sono gli aspetti che fanno di questo luogo un’oasi naturalistica (Riserva Naturale Orientata Monte Cofano): 325 specie di flora, molte delle quali endemiche o rare (tra cui la Palma Nana
“giummarra”), rari falconiformi nidificanti, molte specie di uccelli marini...
Lasciata Cornino, in direzione Trapani si prosegue verso Lido Valderice e Bonagia.
La rigogliosa Piana di Bonagia offre una visione suggestiva di tutto l’omonimo golfo: mare e montagne si fondono in un suggestivo paesaggio dominato da Monte San Giuliano e da Monte Cofano, più in fondo si scorge
Capo San Vito.
Da non perdere l'antica torre della Tonnara di Bonagia, che testimonia precedenti attività industriali legate
alla pesca ed alla lavorazione del tonno.
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3° iTinErario
Castelluzzo • San Vito lo Capo
riserva dello Zingaro
da non perdere
A San Vito Lo Capo, alla fine di settembre torna il “Cous Cous Fest”, rassegna
internazionale di cultura enogastronomica, i cui temi sono i miti e i riti che legano
il cous cous ai paesi partecipanti. Algeria, Costa d’Avorio, Israele, Italia, Marocco,
Palestina, Senegal e Tunisia si sfidano ai fornelli per essere giudicati da una giuria internazionale che premia le migliori ricette. Accanto alla competizione gastronomica si svolgono anche incontri culturali, degustazioni di specialità regionali
ed internazionali, convegni, degustazioni di vini e spettacoli musicali.
Nell’agro di Borgo Cusenza, posto nel cuore della Riserva dello Zingaro, sono
stati messi a coltura terreni con varietà antiche di grano, coltivati, seminati e mietuti con metodi tradizionali. Nel mese di luglio viene data dimostrazione di alcune
fasi di questo rito millenario. Verrà anche visitata la mostra le stanze della memoria allestita all’interno del borgo e verrà offerta la colazione con prodotti tipici
del luogo (si consiglia la prenotazione 0924/35108 - 35093).
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Grandiosi i paesaggi che si incontrano viaggiando verso San Vito lo Capo.
Si discende verso il Golfo di Cofano, percorrendo la verdeggiante Piana di
Castelluzzo che degrada dolcemente verso il mare e raggiunto il piccolo paesino
di Castelluzzo, al bivio per San Vito, si procede a sinistra, per raggiungere la
splendida costa caratterizzata da calette che si affacciano su un mare cristallino
ed incontaminato.
Alla Punta del Saraceno, all’interno della Riserva di Monte Cofano, si trova un
suggestivo borgo di pescatori, dominato dalla maestosa Torre della Tonnara costruita, presumibilmente all'inizio del XVI secolo, al solo scopo di difendere la già
esistente tonnara (Thonum Cofani) dalle scorrerie dei pirati. Oltre all'aspetto storico la torre suscita un particolare interesse anche dal punto di vista architettonico, essendo unica nel suo genere in tutta la Sicilia, con la sua caratteristica base
quadrata "a forma stellare".
Da qui è possibile aggirare a piedi il Monte Cofano lungo un sentiero che si
snoda lungo la riva, il cosidetto "Passu a zita" (passo della sposa), che prende
il nome da un'antica leggenda popolare. Deliziosi gli scorci di paesaggio reso
suggestivo da una macchia mediterranea dominata dalla palma nana, in un territorio ricco di testimonianze arabo-normanne, tra cui le torri di avvistamento
sparse sulla costa.
Per ritornare sulla provinciale potete percorrere tutta la stradella che, a pochi
passi dal mare, giunge fino a Macari, passando per calette di sabbia e di ciottoli
dove potersi rinfrescare.
Proseguendo sulla Provinciale si raggiunge San Vito lo Capo, borgo di tradizione
marinara, sviluppatosi intorno all’antica fortezza saracena, poi trasformata in Santuario e dedicato a San Vito. Da visitare il terrazzo, il Museo del Mare, il piccolo
Tempio di S. Crescenzio e le Torri d’avvistamento.
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Sicuramente quello che più colpisce di San Vito, oltre il delizioso paesino, è la splendida spiaggia che si immerge in un mare turchese.
Lasciata San Vito in direzione di punta Solanto, aggirando il Monte Monaco, i declivi collinosi che degradano
fino al mare in una miriade di piccole baie, annunciano l’inizio della Riserva Naturale dello Zingaro, una
delle perle della Sicilia, miracolosamente integra nella sua primitiva bellezza: pareti a picco sul mare si alternano a magnifiche calette, spiagge dorate, cunicoli sottomarini, siti archeologici e stretti viottoli; da un lato il
mare, di cui colpisce l’intensità e la limpidezza e dall’altro lato i monti.
La Riserva dello Zingaro, istituita nel 1981, è stata la prima riserva siciliana. Qui si trovano piante rare ed endemiche e vi nidificano più di 40 specie di uccelli, tra cui numerosi rapaci, l’istrice, il coniglio selvatico e la volpe,
ma la vera sorpresa è nella varietà di specie che popolano il mare. Percorribile solo a piedi, la riserva presenta
sentieri ricchi di indicazioni, ed offre 3 diversi percorsi: quello principale, che si svolge lungo il mare (7 Km); il
secondo mare e monti (7 Km), che parte dalla tonnarella dell’Uzzo e si inoltra nelle zone più interne; il terzo,
detto Zingaro alto (10 Km), prosegue fino al monte Speziale. Un itinerario subacqueo, infine, consente di ammirare gli spettacolari fondali marini.
Non va dimenticato che oltre ad essere Riserva Naturale è un sito archeologico: la grandiosa grotta dell’Uzzo
fu la sede di uno dei primi insediamenti preistorici della Sicilia.
Finita la visita alla Riserva, ripercorrere a ritroso l’intero percorso per rientrare nella Valle di Erice.
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4° iTinErario
Scopello • Castellammare del Golfo
Segesta • Caltafimi
da non perdere
A Castellammare del Golfo dal 19 al 21 agosto ha luogo la festa di Maria SS.
del Soccorso, con la tradizionale processione a mare, per la rievocazione storica
dell'attacco al porto da parte degli Inglesi, sventato poi dall'arrivo della Madonna.
Le musiche e i fuochi pirotecnici cercano di riprodurre lo stesso scenario del 1718.
A Segesta, nel periodo estivo, l’antico teatro riprende a vivere, grazie ad una stagione teatrale imperniata sulla rappresentazione di drammi classici.
A Calatafimi, tra il 1° e il 3 maggio, con cadenza ogni cinque anni, si svolge la
Festa del SS Crocifisso, la festa celebra i miracoli operati dal Crocifisso di legno
della chiesa di S. Caterina. Alla fine di tre giorni di processioni, di esibizioni di carri
e di lanci di confetti, accompagnato dalle campane suonate a distesa, esploderà
con gran fragore il "grandioso sparo di giochi d'artificio", e saremo certi in quel
momento di avere davvero vissuto una festa siciliana.
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Tra le incantevoli insenature della Sicilia, il golfo di Castellammare è sicuramente
uno dei più ampi ed incantevoli in quanto include alcuni dei siti più belli ed interessanti dell’intera provincia di Trapani.
Per raggiungere questi splendidi luoghi ci si immette sulla SS 187 in direzione Castellammare. Giunti al bivio con Buseto Palizzolo, con una breve deviazione si può raggiungere il Bosco di Scorace, 750 ettari di verde in cui crescono vigorose querce da sughero.
Procedendo oltre sulla statale si giunge al bivio per Scopello. Questa parte dell’itinerario offre splendidi paesaggi, si susseguono l’insenatura di Cala Bianca,
Cala Rossa e Guidaloca (splendidi luoghi di balneazione). A questo punto la
strada inizia a salire tra aspre rocce, arrivati al bivio di Scopello si prosegue
sulla strada principale per circa 800 metri per giungere ai Faraglioni di Scopello
e all’omonima Tonnara. Un luogo davvero spettacolare caratterizzato dalle rocce
a strapiombo su un mare cristallino. La Tonnara fu costruita dagli Arabi e usata
fino agli inizi degli anni ‘80. All’interno sono custodite barche e attrezzature.
Si trova inoltre un diving center che organizza escursioni subacquee lungo un
percorso archeologico.
Lasciati i Faraglioni, proseguendo per 2,5 Km si trova sulla destra una stradina
non asfaltata che giunge alla splendida Cala Mazzo di Sciacca (da qui comincia
la Riserva Naturale dello Zingaro, inserita in quest’opuscolo nell’itinerario n° 3).
Tappa obbligata è il suggestivo borgo rurale di Scopello.
È un piccolo borgo sorto verso la fine del settecento attorno alla corte di un Baglio,
sul sito di un precedente casale arabo.
Ritornati indietro fino al bivio per Scopello, imboccate la SS 187 in direzione
Castellammare. Poco prima di giungere a Castellammare del Golfo, si toverà
sulla sinistra un grande spiazzo: il Belvedere, dal quale è possibile ammirare uno
splendido panorama sul golfo.
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Castellammare è celebre per la bellezza della sua costa, con gli incantevoli arenili che si alternano a suggestive
calette e faraglioni. Le sue origini si identificano con quelle di Segesta di cui era il porto, ma raggiunse il suo massimo sviluppo sotto gli Aragonesi.
Accanto al porto, tra 2 spiagge di sabbia, spicca il Castello con torre cilindrica, costruito dagli Aragonesi sulla
base di una precedente fortezza saracena.
Da visitare nel cuore della Castellammare antica, in piazza Matrice, la chiesa Madre (1726), a tre navate e
dedicata a S. Maria del Soccorso, dove sono custodite alcune interessanti opere d’arte tra cui la statua in maiolica
della Madonna del Soccorso (1559). In un piccolo spiazzo di via Ponte Castello troviamo la cinquecentesca
chiesetta della Madonna del Rosario, detta “di l’agnuni” (cioè del cantuccio), con il portale decorato, nel
timpano, da un elegante bassorilievo raffigurante la Madonna col Bambino tra Santi e Crocifisso.
Lasciata Castellammare del Golfo e giunti al bivio per Segesta, si lascia la statale 187 per immettersi sulla SP2,
per giungere alle Terme Segestane di acque sulfuree.
Prima dell’ingresso allo stabilimento termale, percorrendo un viottolo, è possibile bagnarsi nelle anse naturali di acqua calda.
Ritornati sulla strada, attraversando il Ponte Bagni, da cui si possono ammirare le gole e le cascate, si raggiunge
la statale 133 in direzione Segesta, la più importante tra le città elime.
Segesta, il cui nome deriva dalla ninfa Egesta che ospitò Enea, sorgeva sul monte Barbaro, dove ancora oggi
si possono ammirare i resti dell’antica città: il Tempio dorico e il Teatro.
Il tempio perfettamente conservato, non fu mai portato a termine per motivi non ancora conosciuti. All’estremità orientale, sulla cima più alta del monte, si può raggiungere il Teatro greco, risalente alla fine del II
secolo a. C., ma rimaneggiato dai Romani. Il teatro poteva contenere 4.000 spettatori, la cavea è ricavata nelle
pendici della collina, oggi restano solo 20 gradinate divise in 7 cunei; doveva esserci una parete scenica riccamente decorata e l’orchestra era dotata di un passaggio sotterraneo che permetteva agli attori di fare entrate
a sorpresa. Recenti scavi hanno iniziato ad individuare i resti di un’intera città.
Ritornando sulla statale si raggiunge Calatafimi, città famosa grazie alla vitoria riportata da Garibaldi sulle
truppe borboniche nel 1860. Anche se le sue origini sono elime, deve il suo nome agli arabi: Kalat-al-fimi, ossia
“Castello di Eufemio”. I resti del Castello, che diede il nome alla città sottostante, troneggiano ancora oggi sulla
sommità del più alto dei 2 colli su cui sorge Calatafimi.
Dal castello, è possibile ammirare uno splendido paesaggio sulla vallata a cui fa da sfondo il Monte Inici e in
lontananza il tempio di Segesta. Da non perdere il percorso dei vicoli.
Lasciata Calatafimi, percorrendo la SS 113 che conduce a Trapani, si giunge ad un bivio che porta al colle detto
Pianto Romano. In cima ad esso si erge il Monumento Ossario eretto nel 1892 in memoria dei caduti garibaldini durante la guerra contro i Borboni, su progetto di Ernesto Basile (1857-1932). È qui che Garibaldi, rivoltosi
al generale Nino Bixio che consigliava di ripiegare pronunziò la celebre frase "Bixio, qui si fa l'Italia o si muore!".
Si rientra verso la Valle Ericina lungo la statale 113 che si snoda su verdi colline. Giunti a Napola deviare a destra in direzione Valderice-Erice.
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5° iTinErario
riserva delle Saline
Mozia • Marsala • Mazara
da non perdere
A Mazara del Vallo, nell’ultima settimana di agosto, si svolge il “festino di San
Vito”. Si inizia con "l'annunzio", in cui sfilano personaggi con costumi del '600;
segue la parte dei "quadri viventi" sui carri allegorici, rappresentanti episodi salienti della vita del Santo.
A Marsala, a fine luglio si svolge il Marsala DOC Jazz Festival, secondo festival
per importanza a livello nazionale solo all’Umbria Jazz, a cui partecipano artisti di
fama internazionale che tengono anche seminari gratuiti.
Alla Riserva delle Saline di Trapani e Paceco è possibile effettuare le visite guidate all’interno dell’area protetta, prendendo contatto preventivamente
con il WWF-Italia Ente Gestore della Riserva al numero di tel. 0923-867700. Le
escursioni durano in media circa due ore, e mettono in evidenza sia le peculiarità naturalistiche che quelle della salicoltura. Si suggerisce di venire muniti di
binocolo e/o cannocchiale.
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Partendo dalla Valle Ericina immettersi sulla SS 187 in direzione Trapani, al bivio
di Torre Bianca deviare a destra seguendo le indicazioni per il porto, giunti allo
scorrimento veloce immettersi sulla strada costiera che, parallelamente alla
SS 115, conduce a Marsala.
Ci si troverà ben presto sulla via del Sale, in un paesaggio spettacolare a pochi
passi dalle saline, circondati dai cumuli di sale ricoperti dalle tegole di terracotta e dai mulini, affascinanti reperti di archeologia industriale, 5 dei quali recentemente restaurati. Questa è la Riserva Naturale Orientata delle Saline
di Trapani e Paceco gestito dal WWF.
Le saline rivestono una grande importanza anche dal punto di vista faunistico,
costituiscono un luogo di sosta e nidificazione per numerose, a volte rare, specie
di uccelli. Seguendo le indicazioni sulla strada sarà possibile visitare il Museo
del Sale.
Proseguendo per la statale, si incontra un’altra riserva, quella delle Isole dello
Stagnone, la più grande laguna siciliana che si estende tra Trapani e Marsala.
Il piccolo arcipelago (parte di un antichissimo pianoro alluvionale) è costituito
da 4 isole: Mozia (o San Pantaleo), Santa Maria, La Scuola e Isola Longa.
Questo ambiente di eccezionale bellezza ed importanza dal punto di vista naturalistico (vi si trovano uccelli, piante e alghe endemiche o rare) è anche un sito
archeologico di notevole rilievo.
Mozia, raggiungibile con imbarcazioni dai moletti ben segnalati lungo la
strada, è un miracolo naturale ed archeologico. Su quest’isola si trovano i resti
di una città punica mai più ricostruita dopo la sua fine nel 397 a. C.
L’antica città, fondata dai Fenici, fu il teatro degli scontri durante le guerre
puniche e venne distrutta dai Siracusani.
Dei fasti del passato sono visibili La Casa dei Mosaici e quella delle Anfore
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il Cothon (rarissimo esempio di porto artificiale punico) e il Tophet: il tempio dedicato a Baal Hammon, dove
i fenici sacrificavano i primogeniti alle divinità.
Tutto questo venne alla luce grazie alla passione dell’intellettuale anglo-palermitano Giuseppe Whitaker
(che nei primi del ‘900 a proprie spese diede inizio agli scavi).
Nel Museo che porta il suo nome, tra gli oltre 10.000 reperti (vasi, gioielli, monete) spicca lo splendido Giovanetto con la tunica, statua a grandezza naturale realizzata in marmo da uno scultore della scuola di Fidia.
Lasciata Mozia e ripresa la litoranea, si aggira Capo Lilibeo per giungere a Marsala, città del vino.
La visita di Marsala inizia dalla bella Piazza della Repubblica, dove si ergono la Cattedrale di epoca normanna dedicata al vescovo Thomas di Canterbury con annesso il museo degli Arazzi e il Palazzo della Loggia, del XVII secolo.
A pochi metri sulla sinistra, su via XI maggio, si erge il monumentale Complesso di San Pietro (XII sec.) che
ospita un Museo Civico a 3 sezioni: Archeologica, Risorgimentale, Garibaldina.
Quindi si può scendere sull’alberato lungomare Boeo, per arrivare al Museo Archeologico (Baglio Anselmi)
la cui attrazione è una Nave Punica del II sec. a. C.
Prima di lasciare Marsala visitate uno dei tanti stabilimenti del vino Marsala.
Si riprende la SS 115 per raggiungere Mazara, il bellissimo tratto costiero che separa queste due città è
caratterizzato da sciare e dall’aria paludosa di Capo Feto.
Mazara del Vallo, capitale del pesce, già i Fenici (nel VI sec. a.C.) la fondarono come città portuale e scalo
mercantile, raggiunse il suo massimo splendore sotto gli Arabi e i Normanni che l’arricchirono di Chiese
Monasteri tra cui la Cattedrale (che custodisce splendide opere), il Palazzo vescovile con il suo bel loggiato
in stile arabo-normanno.
Da non perdere una visita alla Chiesa sconsacrata di Sant’Ignazio dov’è custodita la statua bronzea del Satiro
danzante (IV sec. a.C.).
Da visitare anche il Collegio dei Gesuiti e il suggestivo porto canale sull’estuario del fiume Mazaro.
Per gli appassionati di itinerari naturalistici sulla Statale in direzione Castelvetrano, deviando per Torretta
Granitola sulla sinista si possono raggiungere i gorghi tondi.
Da Mazara, dove si conclude questo itinerario, si può tornare a Trapani percorrendo la SS 115.
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6° iTinErario
Cave di Cusa • Castelvetrano
Selinunte • Gibellina • Salemi
da non perdere
A Salemi, il 19 marzo vengono allestite le Cene di San Giuseppe. Sugli altari saranno esposti i protagonisti della manifestazione, ossia i pani votivi di San Giuseppe.
Elaborati dalle sapienti mani delle donne, i pani si presentano nelle più svariate forme:
il pesce, o i simboli della Pentecoste oltre a piante e fiori. Il devoto che organizza la
cena deve allestire un pranzo di 101 pietanze. Dopo che è celebrato il rituale della benedizione dell'altare e dei pani, il cibo è offerto ai bambini, che rappresentano la
"Sacra Famiglia", e ai visitatori che hanno assistito alla "mangiata di li santi".
A Castelvetrano, la domenica antecedente il 22 maggio, a pochi giorni dalla
festa liturgica di S. Rita, si svolge il Corteo Storico di Santa Rita in costumi d'epoca
quattrocentesca, sulle orme del corteo storico di Cascia, ma rispetto al quale, non
mancano elementi di spettacolo ed originalità. Il Corteo Storico ha l’obiettivo primario, attraverso i quadri, di far conoscere la vita di S. Rita.
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Percorrendo la statale 115, superata Marsala e poi Mazara, si raggiunge il
delizioso borgo marinaro di Torretta Granitola. Giunti al bivio per Tre Fontane si
devia in direzione Campobello di Mazara per visitare le Cave di Cusa, la più suggestiva fabbrica naturale di materiali da costruzione d’epoca greca. In mezzo alla
vegetazione affiorano dal terreno parti di gigantesche colonne rimaste in diversi
stadi di lavorazione, dalle prime incisioni circolari fino ai rocchi finiti.
Lasciate le cave, si prosegue verso Castelvetrano (famoso centro di coltivazione
delle olive Nocellare del Belice) le cui origini sono legate a quelle di Selinunte.
Il cuore della città è piazza Garibaldi, su cui si affaccia la Chiesa Madre (XVI
sec.), nei pressi si trova la Chiesa del Purgatorio (XVII sec.) e la vicina fontana
della Ninfa. La settecentesca Porta Civica, alla fine di via Garibaldi segna la fine
del centro storico.
Da non perdere una visita alla Chiesa della SS. Trinità di Delia e al Museo Civico
Archeologico i cui pezzi forti sono: la Vergine col Bambino di F. Lauria e l’Efebo di
Selinunte (V sec. a.C.), statua bronzea di rara bellezza, trovata casualmente nelle
campagne mazaresi nel 1982.
Usciti da Castelvetrano e deviando a destra sulla SS 115 d si raggiunge Selinunte,
dove uno splendido tratto costiero sabbioso si contrappone alla maestosità delle
sovrastanti rovine dell’antica città greca.
Fondata nel 628 a. C.,fu distrutta dai Cartaginesi e definitivamente abbandonata
a causa di un terremoto.
Oggi Selinunte è il Parco Archeologico più grande d’Europa.
Nell’Acropoli sono ancora ben visibili le mura difensive, i resti di 5 Templi e di vari
edifici pubblici; mentre sulla Collina Orientale sorgono altri 3 Templi (tutti denominati con le lettere dell’alfabeto).
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L’Acropoli si sviluppa lungo 2 arterie principali, il Tempio C è tra i più antichi (prima metà VI sec. a.C.) e forse
dedicato ad Apollo, le 14 colonne del lato Nord furono ricostruite con l’architrave nel 1925. Segue il piccolo
Tempio B di epoca ellenistica.
Sulla Collina Orientale sorgono i Templi E, F, G. Quest’ultimo, risalente al 530 a. C., è costruito con materiale
proveniente dalle Cave di Cusa, ed era forse dedicato a Zeus.
Il Templio E (V sec. a. C.), in puro stile dorico, era dedicato alla dea Hera (Giunone). Parzialmente ricostruito
negli anni ’60, rappresenta uno degli esempi più significativi della Grecia coloniale.
Da ammirare anche i resti del Santuario di Malophoros (dedicato a Demetra dea della fertilità) e le 2 Necropoli
principali (Manicalunga e Galera Bagliazzo). Molti dei reperti trovati negli scavi di Selinunte si trovano al Museo
Archeologico Regionale di Palermo.
Lasciata la splendida area archeologica si prosegue sulla provinciale, in direzione Castelvetrano, sino a Partanna; da qui ci si immette sulla statale 119 e si procede verso nord, per Santa Ninfa.
Questo tratto di strada offre splendidi paesaggi: dolci colline intervallate da aspri rilievi, ampie vallate,
rigogliosi boschi.
Da Santa Ninfa, prima di visitare Gibellina nuova, deviare verso i ruderi di Gibellina vecchia. Le rovine dell’abitato, raso al suolo da terremoto del ‘68, furono ricoperte da una spessa colata di cemento bianco e segnata
da profonde fenditure. Questa è la più grande opera d’arte ambientale Italiana, chiamata Cretto di Burri (dal
nome del suo ideatore).
Tornando verso Gibellina nuova si incontra la Riserva Naturale Orientata della Grotta di Santa Ninfa.
La nuova città di Gibellina, fu costruita dapo gli anni ‘70 a circa 20 Km dal vecchio centro. La grande stella del
Consagra funge da porta della città. Da non perdere la torre Civica, il Carillon nella Piazza Municipio e il Museo
Civico d’Arte Contemporanea, che espone opere di Guttuso, Schifano e altri artisti.
Da Gibellina nuova, ritornando verso est, si raggiunge Salemi, che sorge su un’altura che domina un’ampia
valle. Le sue origini, forse risalgono all’antica Halicia degli Elimi, ma di certo assunse importanza con la dominanza araba. Garibaldi la legò alla storia proclamandola 1° capitale d’Itailia.
Da visitare il Castello con tre torri di origine normanna, il Collegio dei Gesuiti del 1600 e la Chiesa di S. Agostino.
Lasciata Salemi per rientrare verso la valle Ericina ci si può immettere nel quarto itinerario proposto, procedendo per Vita, raggiungndo così la SS 113.
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7° iTinErario
isole Egadi :
Favignana • Levanzo • Marettimo
da non perdere
A Favignana e a Bonagia, nei primi tre giorni di giugno si svolgerà, la seconda edizione di Bonton, la manifestazione dedicata al tonno e ai prodotti di tonnara. Si
tratta principalmente di una rassegna eno-gastronomica il cui protagonista principale è il tonno rosso del Mediterraneo, affiancato ed esaltato ancor di più dalle maggiori produzioni tipiche del territorio trapanese che godranno anch’esse uno spazio
nell’area espositiva. Il programma prevede momenti di cucina dal vivo e degustazioni
ma soprattutto, cosa che riteniamo di grande valore, mostre, incontri, proiezioni, visite guidate al Museo della Tonnara e convegni sul tema del tonno e delle tonnare
a cui interverranno autorevoli personalità del settore e i diretti protagonisti, coloro
che hanno vissuto le tonnare e la mattanza sulla loro pelle. Vi sarà anche un’area
dedicata ai bambini dove potranno divertirsi con attività manuali in tema con la
manifestazione. Le tre serate saranno allietate da spettacoli dal vivo.
A Levanzo, la grotta Preistorica del Genovese è visitabile tutto l’anno, contattando
anticipatamente il signor Natale Castiglione tel. 0923.924032, 339.7418800,
www.grottadelgenovese.it.
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Giungendo al porto di Trapani, sarà facile raggiungere le bellissime Isole Egadi.
Corse frequenti vengono effettuate da Trapani (ogni mezz’ora in alta stagione) con
Siremar (traghetti e aliscafi) e Ustica Lines (aliscafi), inoltre numerose sono le piccole
imbarcazioni che effettuano il giro delle isole con soste nelle cale più suggestive.
L’arcipelago delle Egadi composto da 3 isole principali: Favignana, Marettimo e Levanzo e dagli isolotti di Faraglione, Formica e Maraone, è tutelato dalla Riserva Naturale e Marittima (la più grande riserva marina d’Europa).
Le isole conosciute soprattutto per le bellissime coste e la trasparenza delle acque, presentano però anche un ambiente naturale terrestre estremamente interessante.
Favignana è la più grande delle Egadi, dista 8 miglia dal capoluogo.
Il porto si affaccia sulla costa settentrionale nel cuore dell’abitato. Attorno ad esso si
affacciano Palazzo Florio, la Camparia e lo Stabilimento Florio, edifici che raccontano
la storia della famiglia Florio, che acquistò l’arcipelago nel 1847 (con tonnare, mari, e
titoli nobiliari) e trasformò Favignana nel piccolo regno della casata, dandole notorietà
e fama grazie soprattutto alla tonnara che divenne la più importante della Sicilia.
Palazzo Florio, costruito nel 1878 da G. Damiani Almyda, è un eclettico castello che oggi
ospita il comando dei Vigili Urbani (vi si può ammirare la grande vetrata che riproduce
la battaglia delle Egadi del 241 a.C.) e un piccolo Museo Archeologico del Mare.
Il delizioso centro storico è racchiuso tra le piazze Marina, Europa, Madrice (che prende
il nome dalla Chiesa Madre del ‘700) e piazza Castello.
Lasciato il paese si parte alla scoperta dell’isola, solcata da numerose strade pianeggianti e perciò ideale da scoprire in bicicletta o a piedi. Da non perdere l’escursione al
Forte di Santa Caterina, che sorge in cima all’omonimo monte. Costruito dai Saraceni
come torre d’avvistamento, poi trasformato in Castello da Ruggero il Normanno e in
prigione sotto i Borboni, oggi è un rudere in pietra molto suggestivo raggiungibile da
una strada che si apre dallo stabilimento Florio.
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Per visitare le varie cale partendo dal Porto, si procede verso Punta San Nicola. Cala Rossa (il cui nome deriva dal sangue che, durante la battaglia delle Egadi il 10 marzo 241 a.C., cambiò il colore delle sue acque) è il capolavoro marino di Favignana. Qui su di un mare dai colori surreali fanno da quinta le suggestive cave di tufo. Grotte e gallerie
profondissime si insinuano nel cuore della terra a testimonianza di un’attività ormai scomparsa.
Il tratto di costa che va da Cala Rossa a Cala Azzurra è sicuramente il tratto più bello dell’sola, in questo tratto si trova
anche il Bue Marino. Da punta Fanfalo a Cala Monaci (Marasolo) si trovano le spiagge più popolari e di facile accesso
come: lido Burrone (con il suo ampio arenile), la lunga penisola di punta Lunga (con il vecchio borgo dei pescatori, il
porticciolo, noleggio barche, il centro velico e il diving center) che separa cala Monaci da Calamoni. Più avanti. Sul lato
ovest della montagna di S. Caterina, si apre la zona più selvaggia, dove si trovano delle grotte d’interesse archeologico.
L’isola di Levanzo è la più piccola delle Egadi, ha coste alte e scoscese, per lo più prive di strade. Il paesino, composto
da una manciata di casette bianche, che si adagia su cala Dogana, è dominato dalla Chiesa del 1883.
Il giro dell’isola può essere effettuato a piedi, in barca o in jeep. Uscendo da cala Dogana verso est si arriva a piedi a
cala Fredda. Più avanti, superando una piccola pineta si scende a cala Minnola. A 20 minuti di strada si trova la splendida cala Calcara. È necessaria più di un’ora per raggiungere cala Tramontana, caratterizzata dal colore rosso delle
rocce che si stagliano su una mare trasparente, oltre che dalla varietà della fauna e flora sottomarina.
Una deviazione del sentiero consente di arrivare alla Grotta preistorica del Genovese, che rende famosa l’isola (la visita deve essere prenotata). Si entra in un cunicolo lungo 3 metri e alto 70 cm. In una buia camera interna della grotta
è possibile ammirare gli straordinari graffiti del paleolitico superiore raffiguranti cervi, buoi e cavalli incisi con un senso
naturalistico stilizzato che ha dell’incredibile e le pitture parietali risalenti invece al Neolitico, tra cui figure umane con
maschera a testa di uccello, il rito della caccia e della pesca e una ventina di figure dipinte in rosso e nero.
Tutto ciò a testimonianza di una comunità dedita alla caccia e alla pesca del tonno, che praticava rituali magici.
L’isola offre anche dei bei percorsi di archeologia subaquea: intorno a Capo Grosso sono state trovate molte ancore di
piombo, tanto che si presumere che fosse il posto dove attraccò la flotta romana prima di attaccare quella cartaginese.
Marettimo, montuosa e dolomitica, aspra e scoscesa sui versanti nord-orientale e nord-occidentale, caratterizzati
da grotte marine e fenomeni carsici e straordinariamente rigogliosa su gli altri versanti, rappresenta il vero gioiello
delle isole Egadi. Sono presenti sull’isola più di 500 specie botaniche, alcune delle quali rare o completamente assenti in Sicilia e numerose specie dell’avifauna migratoria.
Ai piedi della montagna, sulla costa orientale, si trova il piccolo paesino diviso in 3 zone: Scalo Nuovo, Scalo di Mezzo
e Scalo Vecchio. È possibile effettuare alcune escursioni a piedi, le più interessanti: a monte Falcone dove si può ammirare uno stupendo panorama, a Punta Troia (coronata dal castello) e sul monte Capraro, dove si trovano le “Case
Romane”, fortilizio di epoca romana e una chiesetta del periodo bizantino (X sec.).
Assai più interessante e suggestivo, è però il periplo dell’isola in barca, solo così, infatti, si possono ammirare alcune
delle 400 incantevoli grotte dell’isola. La più singolare è la grotta del Cammello con le sue acque verde-celeste, con una
spiaggia interna di ghiaia (dove fino agli anni ’60 vivevano le foche monache), splendida anche la grotta del Presepe
e del Bue Marino. Raggiungibili solo in barca Cala Cretazzo, bella e ampia, e cala Bianca, dove l’alta costa a strapombo
su un fondale sabbioso crea delle lagune naturali.
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notizie Utili
INFORMAZIONI TURISTICHE
MUSEI
Azienda Autonoma Provinciale per l’incremento Turistico di Trapani,
tel. 0923.545511
Museo di Preistoria del mare, Trapani, Torre di Ligny, tel. 0923.2960043
Apt Trapani, presso Casina delle Palme (zona porto), www.apt.trapani.it,
tel. 0923.29000
Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Erice, tel. 0923.869388/869544
Ufficio informazioni Castellammare del Golfo, tel. 0924.31320
Ufficio informazioni e Assistenza Turistica
Marsala, tel. 0923.714097
Mazara del Vallo, tel. 0923.941727
Castelvetrano, tel. 0924.904932
Gibellina, tel. 0924.67877
San Vito, tel. 0923.974300
Salemi, tel. 0924.991111
Riserva delle Egadi, tel. 0923.922858, www.ampegadi.it
Parco Archeologico di Selinunte, tel. 0924.46277
VIAGGIARE MEGLIO
Aeroporto Sen. Vincenzo Florio (Airgest), Birgi (TP), tel. 0923.321111
Aeroporto Falcone-Borsellino (GESAP), Punta Raisi - Cinisi (PA), tel. 091.591275
Siremar, tel. 0923.921368/21754, www.siremar,it
Usticalines, tel. 0923.873813/872078, www.usticalines.it
Targarent autonoleggio, via Virgilio 2 (TP), tel. 0923.549568, www.targarent.it
Trapani Taxi escursioni e transfer, via A. Staiti 43 (TP), tel. 0923.30005, www.trapanitaxi.it
Sicilidriver escursioni e transfer, cell. 347.1290467 - 336.896486, www.sicildriver.it
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Museo del Sale, Paceo, Contrada Nubia, tel. 0923.867442
Museo del Satiro Danzante, Mazara del Vallo, piazza Plebiscito, tel.
0923.933917
Museo Civico Archeologico, Castelvetrano, via Garibaldi 50, tel. 0924.909256
Museo Archeologico Regionale Baglio Anselmi, Marsala, Lungomare Boeo 30
tel. 0923.952535
Museo Civico d’Arte Contemporanea, Gibellina, viale Segesta, tel. 0924.67428
Museo Whitaker, Mozia, tel. 0923.712598
Museo Archeologico del mare, Favignana, tel. 0923.922585
Foto
1 Monte Cofano visto da Erice
2 Porto turistico di Bonagia
3 Colombaia di Trapani
4 Monte Erice
5 Castello di Erice
6 Vista di Trapani e isole Egadi
7 Valderice
8 Tonnara di Bonagia
9 Monte Cofano e baia di Cornino
10 Monte Cofano e Castelluzzo
11 Spiaggia di San Vito lo Capo
12 Riserva dello Zingaro
13 Tonnara e faraglioni di Scopello
14 Tempio di Segesta
15 Calatafimi
16 Saline di Trapani e Paceco
17 Tophet - Mozia
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Cattedrale di Mazara del Vallo
Parco archeologico di Selinunte
Stella di Consagra a Gibellina
Castello di Salemi
Cala Rossa a Favignana
Faraglioni di Levanzo
Marettimo
Balio e Castello di Erice
Spiaggia di San Vito lo Capo
Riserva dello Zingaro
Favignana
Arco Normanno - Mazara del V.
Bonagia
Castellammare del Golfo
Isole Egadi
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Le vacanze nella Sicilia Occidentale
sole, mare, monti e tanta ospitalità
VACANZA
ERICE
Brezza d’Estate
CASE VACANZA
VA L D E R I C E
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CASE
Alle
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CORNINO
Via Vespri 194 • 91019, Valderice (TP) • Tel. 0923 836462 • Fax 0923 833285 • [email protected]
www.vacanzeagroericino.it
Valeria Cassone
Santa Teresa
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7 Itinerari per scoprire le meraviglie della provincia di Trapani