Araberara - 7 Agosto 2009 BRATTO – “COSA CI FANNO DUE UFFICI TURISTICI, DUE DEPLIANT?” “Bratto aveva un livello medio-alto, adesso ha un turismo per anziani… locali per giovani e pista ciclabile” Enula Bassanelli prato la Dalmine, con tutte le colonie chiuse e i parchi abbandonati potrebbero pensare a una cosa del genere. Servirebbero anche delle attrazioni per i giovani perché Bratto si è ridotta a una villeggiatura per anziani e bambini”. Nel frattempo una villeggiante mi urla: “Meno case e più sport!” e si dilegua fuori dal negozio. Una signora riempie la borsa di cose da mangiare, è quasi mezzogiorno e deve andare a preparare il pranzo per la sua famiglia, nipotini compresi. Si chiama Marialuisa Grasso, è di Milano e viene a Bratto dall’età di quattro anni, adesso ne ha quasi sessanta (e non li dimostra affatto). È molto legata al paese e ha voglia di parlare: “Pensi a Rimini e a qua, le attrazioni devono esserci anche in montagna. Cinquant’anni fa c’era l’Oratorio e bastava quello, adesso si potreb- be sostituirlo con cose non di Chiesa, perché non è adatto a tutti”. Prosegue: “Mancano attività e manifestazioni culturali. Eliminerei le cosiddette ‘feste della birra’ e simili o almeno le ridurrei e inserirei eventi come la ‘festa del borgo’ di Bienno, una settimana con gli antichi mestieri in piazza, qui aprirei i cortili di Castione, Dorga, Bratto... A Natale porto sempre i miei nipotini a Schilpario in cui c’è il borgo aperto e per i bambini sono cose istruttive e interessanti. Castione secondo me sta morendo, io vado in montagna tutti i giorni, mi faccio una doccia e vado a letto a leggere quindi non mi interessa personalmente, ma vedo che la situazione è questa”, mi racconta mentre la accompagno verso casa, dove mi saluta frettolosamente perché i nipotini la reclamano a pranzo. Castione della Presolana Di persone a passeggio per Bratto, il primo giorno d’agosto, ne incontro a bizzeffe. Prevalentemente pensionati, oppure giovani coppie con i figli appresso. Chi non opta per una camminata in montagna fa due passi in centro, una sosta al parco, una pausa ai tavolini di un bar per sorseggiare qualcosa di fresco. Ma non è semplice trovare per la strada un residente. Provo ad allontanarmi dalla zona del centro per dare un’occhiata ad alcune vie prettamente residenziali. Incontro gente che va a imboccare i sentieri del monte Cornetto, le cui rocce bianche si stagliano sopra di me, nei giardini scorgo uomini a torso nudo che tosano l’erba con aria assorta, quasi fosse l’attività più rilassante che gli fosse capitata di fare da parecchio tempo a questa parte, quella di sistemare il giardino della seconda casa di montagna. I bambini che giocano all’aria aperta sembrano gustarsi una libertà che di solito non possono permettersi. Gli anziani s’incamminano piano verso il bosco, fermandosi a osservare ogni fiore che incontrano. Qualcuno di loro tenta di ottenere da me indicazioni sui sentieri. Ma dei residenti, con cui io vorrei parlare, neanche l’ombra. Allora mi infilo dentro un negozietto. Il proprietario accetta di farsi intervistare ma mi chiede di citare solamente il suo nome, Claudio. Gli chiedo se a Bratto vada tutto bene o ci sia qualcosa che non va, lui mi risponde secco: “L’unica cosa è che ci sono due uffici turistici, Cooraltur e Turismo Presolana, ma dovrebbero farne uno solo. Non possono esserci due riferimenti in un centro così piccolo. Guarda - dice mostrandomi due opuscoli turistici - sono due libretti diversi fatti dai due uffici, non ti sembra un po’ assurdo? E vorrei capire se è vero che entrambi gli uffici mancano di sovvenzioni comunali”. Non c’è altro, secondo Claudio, che mi spiega che a luglio la sua attività ha visto una flessione del 7-10% rispetto allo stesso mese dello scorso anno: “Non credo che ci siano meno villeggianti, ma che spendano di meno. Prima Bratto era appannaggio di persone con un reddito medio-alto. Adesso l’età dei vacanzieri si sta alzando e forse spendono di meno anche perché sono pensionati”. Cambio, via e decido di entrare in un negozio gestito da una giovane donna, anche lei mi chiede di scrivere soltanto il nome, Adriana: “Ci vogliono dei locali moderni che attirino la gioventù di sera. E poi servirebbe una pista ciclabile adatta anche ai passeggini che prenda i tre paesi, Castione, Dorga e Bratto. Chi non va in montagna, gli anziani e i bambini potrebbero utilizzarla e si toglierebbe un po’ di gente dalle strade”. Facciamo un pezzo di strada insieme e arriviamo davanti al parco giochi all’angolo tra via Locatelli e via Volta: “Vedi, dà proprio sulla strada e non è recintato, per i bambini è pericoloso”. Proseguiamo e Adriana mi indica alcuni alberi particolarmente alti e maestosi (quasi certamente cedri), che offrono ombra alle ville: “Bisognerebbe mettere una norma per i proprietari di queste piante. Una è caduta sulla mia auto, alcune migliaia di euro di danni che non mi pagano perché dicono che la colpa è solo del maltempo. Bisognerebbe quantomeno cimarle”. Prima di salutarmi aggiunge: “Nessuno in comune, nemmeno i vigili sanno dirmi a chi devo rivolgermi per questa questione, scrivi anche questo, ricordati!”. Scelgo poi un piccolo market, a servire al bancone c’è Romanella Tomasoni: “Manca un ricovero per gli anziani. Hanno com- Speciale segue da pag. 17 49