SCENARI_MONDO FANATISMO Haik Bushra, 30 anni, residente a Riyadh. La «cattiva maestra» e la pista saudita Dietro all’odio per i «miscredenti» e alla fascinazione per l’Is di Maria Giulia Sergio e dei suoi familiari, c’era lei: Haik Bushra, siriana accusata di terrorismo che indottrinava via Skype. L La metamorfosi di Maria Giulia Sergio (di Inzago, provincia di Milano) da ragazza normale a integralista islamica dopo aver sposato un albanese. 32 o scorso settembre, appena atterrata in Turchia da Roma per arruolarsi nel Califfato, Maria Giulia Sergio, lady Jihad di casa nostra, ha mandato degli sms in Arabia Saudita per fare sapere che tutto procedeva per il meglio. La destinataria dei messaggi è Haik Bushra, cittadina canadese, ma nata a Bologna e residente a Riyadh, accusata dalla procura di Milano di associazione sovversiva con finalità di terrorismo internazionale. La giovane trentenne di origini siriane è la cattiva maestra di Maria Giulia, la convertita di Torre del Greco che da ottobre vive in Siria arruolata nello Stato islamico, e di sua sorella Marianna, arrestata il primo luglio dalla Digos assieme ai genitori. La famiglia Sergio era pronta a partire da Inzago, in provincia di Milano, per raggiungere Maria Giulia. A San Vittore, durante il primo interrogatorio, il capofamiglia si è detto «stupito» dell’arresto per il viaggio in Siria. Secondo l’ordinanza di custodia cautelare, Bushra si presentava come insegnante di Corano, ma in realtà attraverso «lezioni via internet determinava Sergio Maria Giulia e Sergio Marianna ad aderire al cosiddetto Stato islamico e in particolare a trasferirsi nei relativi territori occupati in Siria». Non solo: «Forniva a Sergio Marianna istruzioni su come evitare le indagini della magistratura e delle forze dell’ordine e infine - sempre a mezzo conferenze Skype e relative lezioni - faceva proselitismo dell’agire terroristico dello Stato islamico». Fino al 2012 Bushra viveva in Italia e l’anno prima, come studentessa a Bologna aveva sottoscritto l’appello all’ex presidente Carlo Azeglio Ciampi in difesa del niqab, il velo integrale. Nella stessa lista di firmatari compaiono le sorelle Sergio e la madre, Assunta Buonfiglio, pure lei arrestata il primo luglio. L’appello era stato sottoscritto da vari estremisti compreso il genovese Ibrahim Giuliano Delnevo, il primo mujahed italiano morto combattendo in Siria sotto le bandiere nere. La scorsa estate Maria Giulia aveva informato la sua «maestra» che voleva partire per la Siria sposandosi con Aldo Kobuzi, giovane albanese giunto appositamente in Italia per il matrimonio combinato richiesto dalla Stato islamico per l’arruolamento. In gennaio, quando trapela la notizia di Lady Jihad e i giornalisti assediano la casa dei Sergio a Panorama | 15 luglio 2015 32-33_Sc_Mondo_Doppia_d.indd 32 07/07/15 14:03 Inzago, Bushra, dopo aver chiesto consiglio al suo misterioso marito in Arabia Saudita, spiega a Marianna come depistare la polizia cancellando mail e account su Skype. Durante le lezioni di indottrinamento da Riyadh sostiene che «l’uccisione degli occidentali miscredenti non solo è lecita, ma doverosa». Nella conferenza Skype in italiano con alcune donne musulmane del gruppo Aqidah e Tafsir, la ricercata conferma di poterle aiutare nella «Hijra» l’ «emigrazione» verso «uno stato veramente islamico (il Califfato, ndr)» che comprenderà non solo «la Siria, ma il Libano, la Giordania e la Palestina». E per convincere le «sorelle» musulmane a partire invia il link dell’opuscolo di 60 pagine Lo Stato islamico - Una realtà che ti vorrebbe comunicare, tradotto in italiano da Haili el Mahdi, indagato dalla Procura di Brescia. Nell’opera di indottrinamento la cattiva maestra giustifica qualsiasi orrore del Califfato: dallo sterminio delle minoranze religiose agli attacchi come quello parigino contro la redazione di Charlie Hebdo. L’8 febbraio, durante la lezione sull’applicazione della sharia, la legge del Corano, parla dell’esecuzione del pilota giordano fatto prigioniero dai tagliagole e bruciato vivo. «Non è proibito» sostiene Bushra respingendo la posizione degli islamici moderati. «Con il suo aereo lanciando delle sostanze ovviamente infiammatorie tante persone sono morte bruciate. Quindi per con- trappasso è stata applicata su di lui questa pena». Quando Maria Giulia spiega dalla Siria ai suoi familiari che il dovere del Jihad in Occidente è «uccidere i miscredenti», riconosce espressamente il ruolo di Bushra nella sua formazione. Lo stesso lavaggio del cervello viene applicato alla sorella Marianna. A un certo punto, con un’amica che sostiene come il nostro paese sia spaventato dallo Stato islamico, la ragazza arrestata sbotta: «Sì, ma lasciali venire in Italia, noi apriamo la porta». Oltre a Bushra in Arabia Saudita vive una piccola colonia di giovani italiani convertiti, che frequentano l’Università islamica di Medina. Nessuno è coinvolto nell’inchiesta su Lady Jihad, ma uno di loro, Ibrahim Gabriele Lungo, ha firmato assieme a Maria Giulia l’appello per il niqab rivolto a Ciampi. E nel 2009 era in tv seduto al fianco della convertita, che difendeva il velo, nel programma di Pomeriggio cinque. Dopo gli arresti ha nettamente preso le distanze da Lady Jihad sostenendo di averla incontrata per caso alla trasmissione e mai più rivista. Ma nella stessa università saudita che frequentava Lungo, era iscritto nel 2010-2011 Mariglen Demir Dervishllari ucciso in Siria lo scorso anno: non un qualunque mujahed albanese, ma il cognato di Lady Jihad che ha aperto la strada all’arruolamento della famiglia nel Califfato. (Fausto Biloslavo) L’Università islamica di Medina, frequentata da una colonia di giovani italiani convertiti e ricettacolo, secondo i sospetti, di seguaci del Califfo. © RIPRODUZIONE RISERVATA 15 luglio 2015 | Panorama 32-33_Sc_Mondo_Doppia_d.indd 33 33 07/07/15 14:03