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VITA NEL MONDO
Aria nuova
anche alle
Nazioni unite
Le delegazioni di Russia,
Nigeria, Etiopia e Polonia
hanno guidato al Palazzo di vetro,
la rivolta contro le politiche
di promozione dell’aborto
come parte dei programmi
per la salute sessuale e riproduttiva
e contro la “vera e propria ossessione”
in favore di lesbiche, gay, bisessuali
e transgender
Sul banco degli imputati organismi
come la Convenzione
sulle discriminazioni contro le donne
ed il Commissario per i diritti umani
18
novembre 2013
I
l Committe on the elimination of discrimination against women (CEDAW) in italiano Convenzione sull'eliminazione di
ogni forma di discriminazione contro le
donne, è noto per il sostegno che fornisce alle
politiche che favoriscono la promozione dell’aborto come parte dei programmi per la salute sessuale e riproduttiva
Nel corso di una delle ultime riunioni alle
Nazioni Unite il CEDAW ha chiesto di assicurare servizi per praticare aborti per le donne
che si trovano in zone di conflitto armato.
Ma, in maniera diversa da quanto accaduto negli anni passati, Russia, Etiopia, Polonia e altri Paesi sono intervenuti, per chiarire
che la pratica dell’aborto e dell'omosessualità
non sono ascrivibili nella categoria dei diritti
umani
Secondo quanto riportato da C-Fam nel
bollettino pubblicato il primo novembre i diplomatici hanno criticato il CEDAW per l'ossessione che nutre nei confronti di lesbiche,
gay, bisessuali e transgender (LGBT).
La Russia ha individuato un opuscolo
scritto dall'Ufficio dell'Alto Commissario per i
diritti umani (OHCHR) in cui si pretende di
imporre "obblighi giuridici fondamentali "
per quanto riguarda l'omosessualità, come ad
esempio la creazione di categorie di asilo per
le persone LGBT e l'estensione del matrimonio alle coppie dello stesso sesso.
La delegazione Russa ha obiettato che
l’eventuale attuazione delle raccomandazioni
"porterebbe inevitabilmente ad una violazione dei diritti dei bambini”.
Secondo la delegazione russa le attenzioni
del capo dell'ufficio delle Nazioni Unite sui diritti per l'orientamento sessuale "sono sproporzionate” spiegando che "ci sono questioni
più urgenti e attuali
da affrontare".
La Russia ha difeso
la legge approvata
nel Paese perché protegge i bambini dalla
propaganda omosessuale, e ha criticato
gli attivisti del LGBT i
quali hanno chiesto il
boicottaggio
delle
prossime olimpiadi
invernali che si svolgeranno a Sochi in
Russia.
Un
diplomatico
della Nigeria ha spiegato che "la questione dei diritti di
alcune persone con
certe tendenze sono
in contrasto "con il
diritto, le tradizioni,
la religione e i costumi” del Paese africano .
Si tratta di "questioni di preferenze
personali e di stile di
vita" ha aggiunto il
diplomatico
precisando che "le Nazioni
Unite
dovrebbero preoccuparsi di violazioni più
gravi e urgenti dei diritti umani”
A questo proposito la delegazione
dell’Etiopia
dopo
aver sottolineato l’impegno a rispettare i diritti e le
libertà universalmente riconosciuti per tutti, ha manifestato la preoccupazione per la "crescente tendenza" a "creare nuovi diritti, concetti e categorie ,
e norme che non vengono riconosciute "negli accordi internazionali” e non sono presenti nella
maggior parte dei Paesi.
Gli interventi delle delegazioni della Russia, della
Nigeria e dell’Etiopia hanno mantenuto un tono
cortese e dialogante, mentre i sostenitori della LGBT
si sono mostrari molto aggressivi ed hanno parlato
di odio.
A questo proposito i delegati africani hanno
chiesto un po’ di rispetto "per la sovranità nazionale
e i valori culturali" e per " la capacità di tutti gli Stati
a fare delle scelte in modo democratico per ciò che
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è meglio per loro".
La delegazione
della Polonia è intervenuta per spiegare come le sue
iniziative non favoriscono l’aborto e
migliorano la salute
sessuale e riproduttiva.
La salute di
madri e concepiti è
garantito
dalla
legge che ha un
grandissima attenzione per tutti i diritti umani, con
particolare attenzione ai più deboli,
cioè ai nascituri ed
alle loro madri.
La Polonia ha lamentato le pressioni esercitate da
gruppi e governi favorevoli all’aborto,
sottolineando che il
governo polacco
non ha cercato di
“influenzare le decisioni prese da altri
governi nazionali"
su questi temi.
La delegazione
Polacca ha messo
fatto mettere a verbale che "per questo e per tutti i
futuri incontri si oppone a qualsiasi interpretazione dei diritti sessuali e riproduttivi e
servizi sanitari che autorizzano l'aborto su richiesta”.
“Si tratta di termini che non sono definiti in nessun accordo internazionale” ha rilevato la delegazione polacca..
In questo contesto la delegazione di Malta ha
chiesto che nei programmi di sviluppo delle Nazioni
Unite "non si deve in alcun modo creare un obbligo
per qualsiasi Paese di considerare l'aborto come una
forma legittima di salute riproduttiva”.
Monsignor Francis Chullikatt Osservatore Permanente della Santa Sede ha ribadito che l’aborto “è
un danno grave al bambino ed alla madre” e “senza
il diritto alla vita tutti gli altri diritti sono nulli”.
ANTONIO GASPARI
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