COSMO LAUDONE Piero Ferrari Descrizione di tutte le poesie su Laudone San Giorgio Albanese-Mbuzati (Cosenza) Anno 2015 COSMO LAUDONE Piero Ferrari Descrizione di tutte le poesie su Laudone San Giorgio Albanese-Mbuzati (Cosenza) Anno 2015 San Giorgio Albanese-Mbuzati Comune in provincia di Cosenza Cosmo Laudone “Piccoli e Grandi Amori” Opuscolo sentimentale di poesia L’opera è divisa in poesie non edite (prima parte), poesie biografiche (seconda parte), poeti Arbëreshë, poesie edite (terza parte), 1974-1976. I primi saggi o versi giovanili in occasione del diploma di ragioneria (liriche celebrative), alla mia terra, poemetto, A Cosmo Laudone, versi laudativi rivolti al poeta da amici, a Daniela, una canzone d’amore ad una delle sue numerose donne amate e adorate. Come si vede il volume si presenta in modo un pò farragginoso o disorganico ma solo apparentemente poichè il tessuto lirico-narrativo è in realtà tenuto insieme robustamente dallo svolgersi tutto intorno allo stesso soggetto: Cosmo Laudone, appunto, l’io narrante che ne è il nucleo centrale. C’è in questi versi un desiderio smodato di raccontarsi, di porsi al centro dell’attenzione, come nella vita di benvenuto Cellini o di Vittorio Alfieri. Peccato che la biografia non sia altrettanto eccezzionale come quelle. Ma comunque il libro per chi conosce Cosmo, si legge con interesse e simpatia e s’impara di più a conoscere la personalità dell’autore. L’autore stesso, del resto, nel sottotitolo all’opera, lo chiama questo itinerario poetico opuscolo sentimentale di poesie. Nelle poesie non edite e nella prima parte, scorre una certa vena pensosa e filosofante. Sentite questi versi: “è bello solo l’olocausto sconosciuto. Passare voglio come un ombra e che la mia croce mi consoli per le terrene vie”. Questa stessa vena la ritroveremo altrove nel corso dell’opera ed appartiene in modo specifico ed originale a Cosmo Laudone, alla sua dolente esperienza umana di funzionario vigilante in mezzo ai carcerati dei penitenziari Italiani. Nella lirica il “Mio Funerale” si vede portato a spalle dai compaesani nel cimitero del suo bel San Giorgio e canta la malinconia intensa del momento e la ferma 3 speranza di risvegliarsi nel bacio del Signore. Le poesie indirizzate alle sue donne, gli acrostici, le canzoni A Daniela sono pieni di fuoco e di passione come si conviene ad un gentiluomo Calabrese che dell’amor cortese fa il pensiero e la pratica dominante della sua vita. L’aspetto fisico, corporeo, delle sue donne, in genere robuste e di floride sembianze è esaltato insieme alle doti spirituali e d’intelligenza. Un complimento che ricorre spesso è donna Arbëreshë, donna albanese, bruna, robusta, corvina, essendo l’autore d’origine albanese e San Giorgio Albanese il paese in cui è nato, un’isola linguistica etnico-culturale che rispetta le tradizioni, il folclore albanese. Versi dedicati al Ristorante Linea Verde del suo paese o alla proloco, versi di propaganda, versi d’occasione, francamente consiglieremmo all’autore di avere il coraggio di non pubblicarli. La parte delle poesie biografiche comprende liriche elogiative, a volte in modo untuoso e sperticato allo stesso Laudone e sono le parti, insieme a quelle sopra accennate, di questa silloge. Le lodi iperboliche gli sono rivolte anche in versi Arbëreshë tradotti in italiano. Naturalmente per lui l’encomio più gradito quello che lo dipinge come un vero albanese. In poesie edite 1974/76 c’è quella a palazzo Falcone che ha una certa nobiltà d’espressione e l’altra Nostalgia in cui rievoca assorto con un velo di tersa malinconia gli avvenimenti salienti della sua vita nel borgo natio e soprattutto il giorno del matrimonio con la sua donna. La sua vena canta forte e solenne in Libertà al Kossovo, terra d’Albania dove gli accenti patriottici per la sua Dardania sono accorati e sinceri. In Primi Saggi, di poesie s’intende, quindi il tentativo di scoprire il suo io più vero e profondo, ci sono dei conati realistici apprezzabili accanto a sommovimenti interiori e molte ingenuità. Poesie come L’anima, L’amore, hanno vibrazioni e prese di conoscenza significative in un giovane che s’affaccia appena alla vita. 4 Ma rimarchievole è la breve lirica, ho vinto di cui riportiamo qualche verso: “Ti ho vinto dannato/mondo bastardo/Perchè non ti ho/regalato il mio odio/..Ti ho vinto perchè/ho ancora voglia di piangere/ti ho vinto perchè/ho ancora voglia di ridere/..perchè so ancora perdonare/..Ti ho vinto perchè/sono più forte./Ti ho vinto perchè/ti amo.” C’è qui tutto il carattere forte, volitivo, tenace di Laudone. I versi del Diploma di Ragioneria, un’altra parte caduca della raccolta, vanno citati solo come tranche de vie, documento cronaca della vita giovanile dell’autore. Ci sono ricordi di scuola, dei compagni, lezzi e sberleffi, a volte una presa diretta. Dove invece il tono si eleva, si fa eloquente e commosso vibra di solennità epica e patriottica ma anche di sentiti affetti familiari per la sua gente, è quel poemetto di circa duecento versi “Alla mia terra” (le memorie di San Giorgio Albanese). L’afflato poetico è qui ampio, solenne, tenero e malinconico, senza cadute di tono e stile. L’autore esplicitamente s’ispira ai Sepolcri del Foscolo per la parte soprattutto che evoca i grandi personaggi della sua terra, mentre per la parte più colloquiale, più intimista si richiama al Davanti San Guido di Carducci. Ampi stralci del poemetto meritano di essere citati: “S’apre armonioso/il cimitero/di San Giorgio Albanese/piazzale ampio/dove il busto troneggia/di Antonio Argondizza/e filari di cipressi/in amoroso abbraccio/ai caduti per l’onore/la patria, la virtù./...Il murmure del mare/accarezza ora le spoglie/del prode e degli altri/illustri viri/a lui accanto giacenti/sulla virente terrazza/aperta al respiro ampio/del pelego Ionio./...Ti canto/terra mia/terra dei mie avi/dove approdarono/nella notte dei tempi/le azzurre prore/degli Achei.../ Canto la pura linea/del suo barocco,/delle sue campane/il dolce rintocco/che richiama/alla patria lontana,/alla madre Albania./...Ma ecco dei cipressi/tra due filari/farsi innanzi l’ombre.../Ti canto o mia terra/gloriosa, simbolo/di pace e d’amore/nelle tue acque scorrenti/nel vento, nell’afrore/di mille 5 primavere.../Canto il tuo cielo stellato/e la luna addormentata,/dolcemente abbandonata/sul tuo quieto abitato.” è questo di Laudone un poemetto veramente completo, che tiene conto di tutti gli aspetti salienti storici, civili, urbani, della sua terra, “a cui han posto mani cielo e terra”, veemente, e che conclude in modo alto e degno la silloge fin qui commentata. Cosmo Laudone sopperisce al mancato smodato desiderio di avere un titolo accademico, una laurea, bersaglio mancato non per le sue carenze intellettuali ma per obiettive esigenze di pervenire presto ad un lavoro onde aiutare la propria famiglia da figliolo buono e sensibile quale egli è, con l’iscriversi a numerosi corsi serali delle università per la terza età: corsi di archeologia, di giornalismo, di arte, di varia letteratura. Si è creato così una cultura variegata e multiforme tanto da spingerlo a designarsi nella propria biografia e biglietti da visita quale giornalista ed archeologo. Cosmo Laudone è dotato di una insaziabile curiosità: tutto l’attrae: un film, un’opera lirica, uno spettacolo teatrale, una saga popolare, una giornata al mercato con le voci ed il chiasso dei piccoli rivenditori. Un desiderio inusitato di conoscere lo guida nelle sue azioni: dall’epigrafe greca o bizantina, alle colonne doriche, all’ordine architettonico del Bernini, al barocco dei paesi meridionali. Perfino le ricette gastronomiche lo intricano e gli ispirano versi gustosi. è un tipo bonario, estroverso, socievole quando ti afferra nelle sue spire non ti molla più: è un grande amicone. Tutte queste qualità le esprime nella sua attività di poeta ed in ispecie nell’Inno alla sua terra che qui trattiamo dove esprime l’amore sviscerato per la sua patria, il suo suolo, le sue tradizioni, i suoi antenati, la sua famiglia. La sua poesia quando non è epica o giullaresca s’inquadra perfettamente in quella vena fortemente realistica che va dall’Aretino al Teofilo Folengo o Merlin Cocai, una lirica comunque popolareggiante 6 intensa nel senso nobile del termine che non disdegna di tuffarsi nella realtà e testimoniare le vive esigenze della società civile. Ma lo sberleffo quando c’è non è mai fine a se stesso e si connota di venature etiche. Primum vivere deinde filosophare sembra essere l’esigenza primaria del suo poetare che, appunto perchè tale, si affida sempre al sogno, al mito, alla fantasia. Ode ed acrostico per Cosmo Laudone in occasione dell’uscita del poema “Genesi” e del conferimento dell’insegna di Cavaliere della Repubblica Italiana. Come volano alte, nell’azzurro cielo d’Italia O Cosmo Laudone, i tuoi meriti d’Italo-Albanese Strappato ad una terra ingrata, Nemo propheta in patria sua Ma bella e di storia onusta, su un mare affacciata fatale; Onore e vanto tu sei della tua contrada o Vate. Lode a te che col tuo fecondo operare Ahi tratto i reietti dai lazzaretti e meritato l’onor di Cavaliere Unendo e tessendo di gloria un serto per la patria trionfante Dalle macerie dei secoli; tu d’umile progenie ma di stirpe d’eroi Osasti come il tuo avo e tuo padre, con La Marmora e D’Annunzio in trincea Non mollando mai, la vita sfidare impietosa e dura E assiderti ora sereno e glorioso tra i cittadini probi della tua terra! Piero Ferrari 7 Vjershat e tua si historit e lavdishme te tokes tende Da Piero Ferrari Lirika dhe shenime per Cosmo Laudone me rastin e daljes se poemes “Genesi” dhe njekohesisht me marrjen e titullit Kavalire i Republikes Italiane. Flutorojne larte ne te kalterin qiell te Italise O Cosmo Laudone te gjitha meritat Italo - Shqiptare Te perjashtrura prej tokes jo mirenjohese, Me pak e mbrojtur ne token e saj. Por e bukur dhe me histori te ndershme, Mbi nje det qe paraqitet vdekjeprures Nder dhe lavdi ti je per mehallen tende o vjershetar. Lavdi ty qe me punen pjellore Ke trajtuar e fajesuar qysh nga lazzaretti Dhe e ke merituar emrin kavalier Ke bashkuar dhe ke thurur Nje kurur per token triumfatore Prej vrasjeve nder shekuj; E pervuajtur por, me plot heronje Te guximshem si gjyshi dhe babai jot, Me Marmoren dhe D’Annunzio ne llogore Qe nuk leviznin kurre, Jeta per ta sfiduar eshte e veshtire E tani je me i qeshur dhe i lavdishem Midis qytetareve te tokes tende. 8 BIOGRAFIA Cosmo Laudone, nato a San Giorgio albanese il 6 giugno 1939. Interrotti i corsi della Facoltà di Giurisprudenza, si è dedicato allo studio del giornalismo. Giornalista pubblicista, particolarmente interessato a problemi del mondo albanese. Albanologo e traduttore letterario della lingua albanese. Conoscitore profondo del Varibobba. Ha pubblicato molti libri. La carriera nel mondo della carta stampata inizia con la rivista mensile romana “Nuova Polizia e Riforma dello Stato”, già dal 1971. Ha fondato e diretto da 1981 al 1990 la rivista “Zeri Arberesh ne Rome (La voce albanese a Roma), in bilingue italiano-albanese, organo ufficiale del circolo culturale Arberesh “Giorgio Castrista Scanderbeg”, da lui fondato nei locali della sede dell’Associazione Nazionale Italia-Albania a Roma, chiusa nel 1991. Dopo questa esperienza, approda al Corriere di Roma ed, insieme al Prof. Giuseppe Catapano, dà vita, nel 1991, alla rivista “Il Corriere degli Albanesi in Italia”, che si pubblica in inserto nel Corriere di Roma. Nel 2000, Assieme ad un gruppo di amici albanesi, ha fondato, in bilingua italiano-albanese, la rivista “Rregnet - Le radici”, ma abbandona la redazione dopo l’uscita dei primi 3 numeri, i quali portano la sua firma, per incompatibilità con i colleghi. Dopo una lunga collaborazione al Corriere di Roma, nel 2006 approda ad “Agricoltura d’Italia”. è un veterano della cultura italo-albanese. Alla passione per questa cultura Arbëreshe ha dedicato alcuni dei suoi molti libri. è fra gli studiosi e ricercatori fissi della cultura shqipe e arbëreshe cioè Albanese e Italo-Albanese. Negli anni si è specializzato in Archeologia e Antropologia. Le sue passioni sono l’Albania, l’Arberia e la questione sangiorgese. Nel 2004/2005 andò due volte in Canada: a Toronto e Thunder Bay in Ontario, in visita alle comunità albanesi di quei luoghi. Ha visitato più volte l’Albania. Opere di COSMO LAUDONE da San Giorgio Albanese-Mbuzati (Cosenza) OPERE ANNO COSTO I Primi Saggi 1974 € 5,16 In occasione del diploma di ragioneria 1976 € 5,16 L’atto di morte di Giulio Varibobba 1977 € 2,58 La tragedia dei Pettinai 1980 € 10,33 Discorso su Raffaele Cinotti 1981 € 0,52 Omaggio di Mbuzati a Giulio Varibobba 1981 € 5,16 Discorso su Monsignor Ercole Lupinacci 1982 € 4,13 Le poesie albanesi di A. Argondizza 1983 € 5,16 San Giorgio Albanese ieri e oggi 1989 € 5,16 La Genesi in versi 1993 € 5,16 NOTE 4° ed. Ita. Alb. Esaurita In lingua Ita-Alb In lingua Ita-Alb Tragjedia e Krehershitesve 1998 € 15,49 In lingua Albanese Gjeneza e britmis: Poeme 1998 € 10,33 In lingua Albanese Discorso su P. Daniele Refrontolotto 2000 € 5,16 Le cinque chiese medievali 2000 € 20,00 Io e Carmela Torchiaro 2004 € 1,00 Lettera a un amico 2008 € Omaggio Esaurito Lirica a Daniela 2008 € 5,00 In lingua Ita-Alb Inno alla mia terra 2008 € 5,00 In lingua Ita-Alb Due boccioli nel corso 2008 € 5,00 In lingua Ita-Alb Il bergamotto 2008 € 5,00 In lingua Ita-Alb Le donne di Cosmo Laudone 2009 € 5,00 Viaggiando insieme 2009 € Omaggio Gens Laudone, Storia di una famiglia 2009 € 20,00 Da San Giorgio a Crescentino 2011 € 10,00 Chiesa Parrocchiale di San Giorgio 2013 € 10,00 San Giorgio e la principessa 2013 € 10,00 San Giorgio e il drago 2013 € 10,00 Piero Ferrari Olao N. Accorsi Gita a Parigi G. K. Skanderbeg