I.I.S.S. “PIETRO VERRI” - MILANO
27 GENNAIO 2015
GIORNATA DELLA MEMORIA
per non dimenticare
REALIZZATO A CURA DELLA
BIBLIOTECA
“CARLO STEINER”
Legge n. 211 del 20 luglio 2000
«La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data
dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giornata della Memoria”, al fine
di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la
persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la
deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e
schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della
propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati»
Anche Risoluzione ONU n. 60/7 del 1 novembre 2005
Legge n. 92 del 30 marzo 2004
"Istituzione del «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe,
dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione
di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati"
Art. 1.
1. La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine
di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le
vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati
nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
2. Nella giornata di cui al comma 1 sono previste iniziative per diffondere la
conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e
grado.
2
PRESENTAZIONE
La Camera dei Deputati, nel 1998, ricorrendo il 60° anniversario della emanazione
delle cosiddette “leggi razziali” che di fatto abrogarono nei confronti degli ebrei
italiani i diritti civili e politici riconosciuti loro nello Statuto Albertino del 1848, ha
pubblicato il volume, di cui riportiamo la copertina, contenente una serie di contributi
storiografici ed un’ampia parte documentale.
Su invito dell’allora Presidente della Camera Violante, il Presidente delle Repubblica
italiana Scalfaro e i Presidenti della Repubblica francese Chirac, degli Stati Uniti
d’America Clinton, della Repubblica di Germania Herzog, della Repubblica Ceca
Havel e della Repubblica di Israele Weizman hanno dato il loro contributo di
riflessione e di testimonianza.
Le lettere originali, limitatamente alle lingue straniere studiate nel nostro Istituto, sono
state riprodotte in questo opuscolo con l’auspicio che gli insegnanti delle rispettive
lingue ne facciano oggetto di studio e di riflessione con i loro alunni.
Tra i documenti, si riportano i testi dei Regi Decreto-legge 5/9/1938 n° 1390,
17/11/1938 n° 1728, 15/11/1938 n° 1779, così come pubblicati dalla Gazzetta
Ufficiale del Regno d’Italia, nonché esemplari di Circolari Ministeriali e
provvedimenti amministrativi in materia di limitazione delle libertà nei confronti degli
ebrei italiani.
Come è noto, l’avvio degli ebrei nei campi di concentramento di Fossoli (Parma) e
della Risiera di San Sabba (Trieste), luoghi di transito per il successivo trasporto via
ferrovia ai campi di sterminio tedeschi, avvenne dopo l’8 settembre 1943.
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INDICE
Le testimonianze
Lettera del Presidente francese Chirac – originale –
Lettera del Presidente francese Chirac – traduzione –
Lettera del Presidente USA Clinton – originale –
Lettera del Presidente USA Clinton – traduzione –
Lettera del Presidente tedesco Herzog – originale –
Lettera del Presidente tedesco Herzog – traduzione –
Lettera del Presidente italiano Scalfaro – originale –
pag. 5
pag. 6
pag. 7
pag. 8
pag. 9
pag. 12
pag. 13
Le leggi
R. Decreto-Legge 5/09/1938
R. Decreto-Legge 15/11/1938
R. Decreto-Legge 17/11/1938
pag. 16
pag. 17
pag. 19
I Documenti
Copertina “La difesa della razza” – ottobre 1938
Volantino norme emanate – novembre 1938
Circolare Min. n° 32 del 30 settembre 1938
Divieto matrimoni misti
Congedo assoluto Ufficiali ebrei
Revoca Libere Docenze
Informativa Ministero dell’Interno
Riepilogo divieti agli ebrei
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Colophon
Pubblicazioni anni precedenti
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La
lettera del Presidente francese Jacques Chirac
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Jacques Chirac
Presidente della Repubblica francese
La storia e, purtroppo, l’attualità ce lo insegnano: la causa della
tolleranza non è mai vinta. E’ una battaglia perenne.
Il nostro secolo è stato quello delle più grandi speranze e delle più
tremende cadute. Ha visto democrazie nascere e poi soccombere e perpetrarsi
i crimini più terribili. Ha visto il genocidio di milioni di innocenti, uomini, donne
e bambini assassinati nei campi della morte perché ebrei. Ha visto governi
tradire le loro tradizioni e le loro ispirazioni per fasi complici dell’indicibile.
Dopo le leggi di Norimberga nella Germania nazista, dopo le “leggi razziali”
italiane, il Governo di Vichy in Francia promulgava a sua volta, nel 1940, le
prime leggi anti ebraiche. Conosciamo la tragedia che ne seguì.
Oggi un mondo nuovo si profila, un modo pieno di promesse. Molti paesi,
liberati di conflitti ideologici di ieri, stanno ormai sperimentando sistemi
democratici. Dovunque, in tutti i continenti, le libertà fondamentali, il rispetto
della dignità individuale, tendono ad imporsi, insieme ai valori democratici.
Troppo spesso ancora, tuttavia, la persona umana è calpestata. Troppo spesso
ancora uomini si combattono e si uccidono perché non condividono la stessa
origine etnica o religiosa perché non hanno lo stesso colore.
Anche nelle nostre democrazie, dove il rispetto della dignità umana e la
tolleranza ci sembrano fatti scontati, il pericolo permane. Ci sono voci che
lanciano appelli di odio. Dobbiamo vigilare affinché le difficoltà di quest’epoca,
i problemi individuali, l’incertezza per l’avvenire non aprano, oggi come ieri, la
via all’intolleranza.
E’ una lotta quotidiana che richiede memoria storica, vigilanza, fermezza
nei principi, rigore di giustizia. Ma è una lotta da condurre soprattutto sul
terreno della fratellanza, della generosità, rispondendo agli impulsi del cuore. E
specialmente nei confronti dei giovani che rappresentano il futuro, per
insegnare loro l’Altro, la sia diversità, la sua ricchezza, la sua storia, la sua
cultura. Per insegnare loro a rispettare ed accettare.
Questa lotta, noi la conduciamo anche costruendo l’Europa. Per
avvicinarsi e vivere insieme bisogna condividere l’essenziale, cioè i valori delle
persona umana su cui si basa la nostra civiltà. Fare l’Europa significa difendere
una certa idea dell’uomo, significa costruire e consolidare la tolleranza.
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La lettera del Presidente USA Bill Clinton
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Bill Clinton
Presidente degli Stati Uniti d’America
Desidero rendere omaggio al Parlamento e al popolo italiano per aver
pubblicato quest’opera così importante.
Sessant’anni fa si aggirava per il mondo un incubo, un incubo che
abbiamo ancora difficoltà a spiegarci. In società apprezzate per la loro cultura e
le loro conquiste, venne dato sfogo ad un tremendo odio religioso, razziale ed
etnico. In tutta Europa gli ebrei furono vittime di attacchi feroci e spietati: dalle
leggi ripugnanti passate in rassegna in questo libro alle azioni violente
culminate nell’orrore dell’Olocausto.
Alla fine del XX secolo, in un periodo di pace e prosperità crescenti, è
facile avere fiducia nel futuro e prevedere che il percorso della storia sarà
sempre ascendente. Di sicuro gli eventi della fine degli anni ’30 e dei primi anni
’40 non rientravano in un percorso ascendente. Nazismo, fascismo e razzismo
di Stato costituirono una funesta deviazione dal corso illuminato della civiltà e
noi dobbiamo rimanere sempre vigili per evitare che ciò si ripeta. Dobbiamo
fare il possibile per vivere insieme come una famiglia globale, orgogliosi delle
nostre differenze ma anche della umanità che ci accomuna.
Gli americani hanno appreso dalla loro esperienza unica quanto sia
difficile essere all’altezza degli ideali di uguaglianza e giustizia contenuti nella
nostra Dichiarazione di indipendenza. Ma un’onesta valutazione del passato ci
aiuta a realizzare, per dirla con le parole della nostra Costituzione, “un’unione
più perfetta”, in cui tutti gli americani godano di pari diritti e dignità. Il motto
degli Stati Uniti, ripreso dagli antenati romani, conserva il proprio vigore 2000
anni dopo essere stato scritto: e pluribus unum. Siamo una sola America e la
nostra forza scaturisce dall’essere formati da molte parti.
A sessant’anni della legislazione antisemita del 1938, l’Italia e gli Sati
Uniti sono forti alleati, che lavorano incessantemente per arginare la violenza e
l’odio ogni qual volta si ripresentano. Siamo orgogliosi dei milioni di americani
di origine italiana, tra i quali coloro che fuggirono dall’Italia dopo il 1938.
Vogliamo ricordare gli italiani che lottarono per la salvezza dei loro
connazionali, perseguitati semplicemente perché ebrei. Non dimenticheremo
mai i milioni di innocenti morti nell’Olocausto ma che rimarranno eternamente
vivi nel nostro ricordo.
La pubblicazione di questo volume richiama alla memoria uno dei
momenti più bui del secolo che stiamo per lasciarci alle spalle, con un obiettivo
fondamentale: ricordare alle giovani generazioni che la memoria è la chiave
della riconciliazione e che un futuro più luminoso attende coloro che
comprendono il passato.
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La lettera del Presidente tedesco Roman Herzog – foglio 1
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La lettera del Presidente tedesco Roman Herzog – foglio 2
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La lettera del Presidente tedesco Roman Herzog – foglio 3
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Roman Herzog
Presidente della Repubblica federale di Germania
Pur essendo passato oltre mezzo secolo della fine del nazionalsocialismo
e del fascismo in Europa, non si può e non si deve dimenticare. Le esperienze
della Germania e dell’Italia, comuni e pur così differenti, obbligano i nostri due
paesi in maniera molto particolare a confrontarsi criticamente con questo
periodo e ad inserire della memoria storica questa parte del nostro passato.
Oggi noi sappiamo quanto sia importante contrastare fin dall’inizio un
pensiero volto al disprezzo dell’uomo e alla sua emarginazione. Perché il
razzismo quasi istituzionalizzato, che trovò espressione nelle leggi razziali
tedesche ed italiane, era già il passo verso la radicalizzazione di un sistema
politico totalitario. In entrambi i paesi, non era il punto finale del pensiero e
dell’azione razzista, ma non era soprattutto neanche il punto di partenza.
Nei nostri giorni, questo documenti storici forse non ci sembrano
soltanto ripugnanti, ma anche estranei, appartenenti ad un tempo da molto
passato. Tuttavia, anche oggi, vediamo come ai margini di società pur
democratiche il pensiero razzista cerca di trovare una nuova patria ,
mascheratamente o apertamente. La storia mostra quali conseguenze
disastrose questo possa avere.
E’ nostro compito evirare il ripetersi di tale sviluppo, a prescindere da
luoghi e forme. Questo sarà possibile solo se affrontiamo seriamente gli inizi e
le conseguenza del razzismo, che spesso possono manifestarsi in episodi
minori, addirittura banali. Troppo spesso il razzismo viene, con leggerezza,
accettato come fenomeno marginale, senz’altro ripugnante, ma facente
inevitabilmente parte di società anche democratiche. Già questa trascuratezza
politica comporta gravi pericoli per la democrazia.
Di massima importanza è, quindi, acuire la vista dei giovani affinché
riconoscano il razzismo ed il totalitarismo fin dai loro inizi. Nella prevenzione di
questo grande male del ventesimo secolo, “era degli estremi”, è essenziale
agire tempestivamente e con coraggio. Carlo Schmid, una dei padri della Legge
fondamentale tedesca, ha avuto occasione di dire: “La democrazia è più di un
prodotto di sole decisioni di opportunità, laddove si ha il coraggio di credervi
come a qualcosa di necessario alla dignità dell’uomo. Però se si ha questo
coraggio, allora bisogna trovare anche il coraggio dell’intolleranza rispetto a
coloro che vogliono servirsi della democrazia per ucciderla”. In poche parole, la
democrazia deve essere in grado di difendersi.
Noi dobbiamo evitare che le forze antidemocratiche e razziste tornino ad
avere un’opportunità. Con la massima determinazione dobbiamo mettere in
chiaro che con tali forze non ci devono essere, neppure una sola volta,
ammiccamenti di sorta.
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La lettera del Presidente italiano Oscar Luigi Scalfaro – foglio 1
13
La lettera del Presidente italiano Oscar Luigi Scalfaro – foglio 2
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La lettera del Presidente italiano Oscar Luigi Scalfaro – foglio 3
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LE LEGGI RAZZIALI
REGIO DECRETO-LEGGE 5 settembre 1938-XVI, n° 1398
Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista.
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REGIO DECRETO-LEGGE 15 novembre 1938-XVI, n° 1779
Integrazione e coordinamento in unico testo delle norme già emanate per la
difesa della razza nella Scuola italiana.
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REGIO DECRETO-LEGGE 17 novembre 1938-XVI, n° 1728
Provvedimenti per la difesa della razza italiana.
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DOCUMENTI
Copertina della Difesa della Razza dell’ottobre 1938.
Qui il libro contenente le decisioni del Gran Consiglio del Fascismo schiaccia i libri
sacre dell’ebraismo; si noti che le candele del candelabro a sette braccia sono spente e
ormai consumate.
22
Volantino riepilogativo delle norme emanate per la difesa della razza.
(dal numero di novembre 1938 de La difesa della razza)
23
La Circolare ministeriale del 30 settembre 1938 che vieta l’adozione di libri di testo di
“autori di razza ebraica” redigendone l’elenco. L’anno scolastico 1938-39 avrebbe
avuto inizio il giorno dopo, 1° ottobre.
24
Sebbene non sia ancora entrata in vigore la disposizione che vieta i cosiddetti
“matrimoni misti”, il Prefetto di Bologna già il 27 novembre 1938 afferma che tali
matrimoni “non debbano essere celebrati” invita a “rigorosa vigilanza presso i
Parroci”.
25
Provvedimento di allontanamento dall’Esercito, con effetto retroattivo dal 1° gennaio
1939, del Capitano Carlo Finzi.
Carlo Finzi verrà poi deportato e ucciso.
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Revoca della Libera Docenza in Medicina Legale .
104 professori e 196 liberi docenti, più un numero imprecisabile di assistenti e
ricercatori, vennero cacciati dalle Università Italiane per ragioni razziali.
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Informativa del Ministero dell’Interno. Gli ebrei non possono:
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RIEPILOGANDO, gli ebrei non possono:
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Avere la licenza per detenere armi antiche, artistiche o rare
Avere il porto d’armi per la licenza di caccia
Avere il brevetto di pilota civile, con revoca di quelli precedentemente rilasciati
Tenere a servizio domestici di razza ariana.
Avere la licenza di guida, di interprete o di corriere
Svolgere attività turistica
Esercitare il mestiere di collocatore di pubblicazioni
Avere la licenza di affittacamere
Esercitare l’arte fotografica
Esercitare l’attività tipografica
Fare il mediatore
Avere negozi di copisteria
Confezionare e vendere uniformi militari
Raccogliere e vendere uniformi militari fuori uso
Esercitare il mestiere di fattorino d’albergo
Avere la licenza come agente di brevetti
Avere la licenza per il commercio di preziosi
Avere la licenza per l’esercizio di caffè, bar, spacci di vino ed alcolici
Esplicare qualsiasi attività nel settore dello spettacolo. Tale divieto è esteso a tutte
le categorie interessate allo spettacolo, compresi, cioè, autori, librettisti, traduttori,
soggettisti, scenografi , attori, registi, comparse, componenti i cori, direttori e
componenti di orchestra, corpo di ballo, tecnici, operai, personale di sala, pulizie e
custodia
Avere la licenza per il commercio ambulante di qualsiasi articolo
Avere la licenza per il commercio di oggetti antichi e d’arte
Avere la licenza per il commercio di oggetti usati
Avere la licenza per la circolazione di automezzi
Alle Società An. esercenti servizi pubblici di piazza e di noleggio di rimessa (taxi
ed autobus) che abbiano azionisti ebrei non può essere rilasciata la licenza di
esercizio
Esercitare la funzione di portiere, se non per quegli stabili in cui dimorano soltanto
ebrei
Essere nominati amministratori di condomini anche parzialmente di proprietà di
ariani
Avere la licenza per l’esercizio di scuole di ballo
Far parte di sodalizi (associazioni) per la protezione degli animali
E’ disposto il sequestro di tutti gli apparecchi radio in possesso di ebrei
Sono revocate le licenze per la vendita di apparecchi radio ad ebrei
Esporre e vendere negli alberghi modelli in pelle, guanti, borsette e simili
Partecipare alle Aste né accedere ai locali in cui queste si svolgono.
L’elenco comprende 32 voci, che si aggiungono a quelle illustrate nel volantino
di pag. 23, in particolare al divieto di operare in Enti Pubblici, comprese le
scuole di ogni ordine e grado.
31
Trascrizione di alcune pagine tratte da
“LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI
DURANTE IL FASCISMO”
Camera dei Deputati - 1998
La veste grafica è stata curata da
Alessandro Moro
già Vice Preside dell’Istituto
Pubblicazione interna
realizzata a cura della
Biblioteca “Carlo Steiner”
ad esclusivo uso didattico
distribuita su richiesta
ai docenti ed agli alunni
dell’Istituto di Istruzione Superiore Statale
“Pietro Verri”
Via Lattanzio, 38 – 20137 Milano
MILANO
27 gennaio 2015
Le fotografie ed i documenti sono tratti dal testo originale
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Gli opuscoli pubblicati negli anni precedenti
2005 – Liliana Segre
Un’infanzia perduta - Testimonianza da “Voci dalla Shoah”
La Nuova Italia - 1996
2006 – Loredana – operaia milanese
Testimonianza da “L’erba non cresceva ad Auschwitz”
a cura di Mimma Paulesu Quercioli Mursia - 1994
2007 – Nedo Fiano
Oggi vi racconterò l’inferno
Testimonianza da “Voci dalla Shoah”
La Nuova Italia - 1996
2008 – Frediano Sessi
Ultima fermata ad Auschwitz
Copione teatrale inedito - 2006
2009 – Goti Herskovits Bauer
Testimonianza da “Gli ebrei in provincia di Milano:
1943/1945 – Persecuzione e deportazione”
a cura di Liliana Picciotto Fargion
Provincia di Milano / CEDEC - 1992
2010 – Jona Oberski
Due capitoli da “Anni d’infanzia. Un bambino nei lager”
Editrice La Giuntina – 1989
2011 – Dacia Maraini
Due capitoli da “Il treno dell’ultima notte”
RCS Libri – 2008
2012 – Ilaria Pavan e Maria Cicambelli
“Quei giorni sul Lago Maggiore” da “Il Comandante”
Proedi Editore – 2001
2013 – Shlomo Venezia
Estratti da “Sonderkommando Auschwitz”
Rizzoli – RCS Editore - 2007
2014 – Dieter Schlesak
Estratti da “Il farmacista di Auschwitz”
Garzanti - 2009
33
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